Il linguaggio della spazialità Lo spazio come testo Lo spazio acquista senso solo in funzione della direzionalità (voler-fare) dei soggetti; Lo spazio può svolgere ruoli simili a quelli svolti dai soggetti umani; anzi spesso agisce come delegato dall’uomo (porta, ascensore etc…) Tipi di spazio Spazi pre-ordinati (un edificio, una piazza) Spazi semi-determinati (arredamento) Spazi informali Continue rinegoziazioni Qual è il confine? Stato A Esercito A Linea a Confine politico Stato B Esercito B Linea b Dallo schema, si nota subito quanto approssimativo diventi il confine fisico, la frontiera intesa dal punto di vista empirico. Esso sulla carta è certo ma, in situazione, diviene variabile e sfuggente. Non si dà testo spaziale se non in funzione degli incontri/scontri tra diversi PN Il fondamento “filosofico” Lo spazio è l’ambiente in cui viviamo ci muoviamo, e che percepiamo, lo sfondo di gran parte delle nostre attività. Non solo, insieme al tempo, è, come diceva Kant, una delle forme sensibili della nostra intuizione. Lo spazio è dunque al tempo stesso un luogo dell’esperienza, una sua forma e un suo prodotto. Il corpo proprio Merleau-Ponty conia l’espressione “carne mondo” per rendere la condizione umana, da parte occupante uno spazio del mondo inesorabilmente gettata e costretta occupare uno spazio nel mondo. del una ma ad Conosciamo il mondo attraverso il nostro corpo, che è inevitabilmente un “corpo situato”, contemporaneamente contenente e contenuto Il corpo proprio L’estensione si trasforma in spazio, il continuo diventa discreto grazie alla proiezione di una griglia antropomorfa: “I sei lati del mondo” La “propriocezione” e le metafore spaziali Nel linguaggio quotidiano, si possono identificare metafore spaziali che portano con sé assiologie e valori profondi ispirati alla “propriocezione”, l’immediata valorizzazione del proprio esserci in relazione agli input esterni ricevuti nel corpo e attraverso il corpo: in che senso distinguiamo i discorsi alti dai discorsi bassi? Una persona profonda da una superficiale? Il soggetto e lo spazio Lo spazio acquista senso a partire da un punto di vista che è insieme “collocazione di un occhio” posizione di un soggetto Dialettica tra oggettività e soggettività Mondo percepito in programmi del soggetto funzione dei Spazio e forme di soggettività Soggetti enunciati nello spazio: porzioni di spazio dotate di ruoli attanziali e di precisi carichi modali; Soggetti enunciazionali dello spazio: “utilizzatori modello”; Soggetti sociali: utilizzatori empirici casi di ri-semantizzazione degli spazi. Soggetti e spazi. Il caso di Ingegneria Il caso Atti di vandalismo reiterati contro alcuni locali della Facoltà di Ingegneria Si tratta di comunicazione? un problema di Lo spazio non va considerato come semplice circostante Tre livelli di indagine In che modo i luoghi (come attanti) interagiscono con i loro fruitori? Quali sono i suoi “utilizzatori-modello”? In che modo i fruitori reali aderiscono alla proposta inscritta nello spazio stesso? Il principale problema è: Gli studenti faticano a sentirsi parte di quei luoghi, ad “impossessarsi” di essi Perché? CONTINUO/DISCONTINUO dove comincia la facoltà e finisce il parco d’Orleans? limiti e soglie (spazi di nessuno) Presenza di limiti forti tra aule (di tutti e di nessuno) e dipartimenti (privati) PRESIDENZA Burocrazia accademica DIPARTIMENTI vs Ricerca libera didattica Ricerca Pubblico Privato Aule laboratori Perché? INTERNO/ESTERNO assenza di confini portico porte aperte finestre rotte temperatura totale separazione corridoio/dipartimenti Le porte del corridoio a L Porte dei dipartimenti: divieto implicito non-poter-entrare / voler-entrare Porte delle aule studenti: sbarrate (effetto di allontanamento più che di partecipazione) Porte intermedie del corridoio sempre aperte non servono a nulla Due tipi di azioni possibili Attraversamento del corridoio lungo), per raggiungere aule distanti (in Smistamento (in largo) tra aule della presidenza e vari dipartimenti Spazio paratopico. Acquisizione di competenza del S. (studente) impegnato in un PN il cui O.v è la laurea Due tipi di azioni possibili Attraversamento del corridoio: non c’è differenza rispetto ai portici esterni (no soglie, segnaletica, temperatura) Smistamento: impossibile per via della totale chiusura dei dipartimenti e della totale apertura delle aule LO SPAZIO OSTACOLA IL PN DEL S. voler fare senza poter-fare I regimi della visione: una contraddizione Facoltà = INFORMATORE che In parte si nega alla vista (dipartimenti = spazio negato) In parte si offre in modo enfatico (aule = spazio proposto) Studenti = OSSERVATORE che Non-può osservare (dipartimenti) Può osservare (aule) Messa in discussione dei “normali” ruoli narrativi Gli studenti, che dovrebbero essere S. op. si sdoppiano: Non-poter-fare (dipartimenti) Poter-fare (spazio vuoto, senza senso, aule) La facoltà dovrebbe essere Destinante e Aiutante (competenza), ma: Impedisce l’azione (inaccessibilità) Rende possibile un’azione inutile (aule vuote) Un destinante gerarchico La facoltà impone agli studenti di sostare per un certo periodo in luoghi neutri (sorta di limbo) né interni né esterni, in cui non acquisiscono una competenza (poter-fare) ma una sorta di pre-competenza (poter-potere) Sorta di prova preliminare superata la quale potrà iniziare la prova qualificante vera e propria (meccanismo selettivo) Lo stato passionale degli studenti Frustrazione per l’impossibilità di compiere il loro PN Discriminazione rispetto a studenti più grandi Reazione = DISTRUZIONE DEI LUOGHI (DELEGATI DELLA FACOLTA’ = CATTIVO DESTINANTE) VANDALISMO Azione distruttiva contro qualcosa di cui non si riconosce il valore RABBIA Azione distruttiva contro spazi che rappresentano il Destinante ingannatore, fonte di volere e di nonpotere L’ira Frustrazione “eccedente” passionale Scontento Ira EFFICACIA SIMBOLICA DEGLI SPAZI