In 30 edifici scolastici su 110
entrava l’acqua dai soffitti
e dalle grondaie
Comune di Padova
Comune
di Padova
Comunicazione
istituzionale
A Lonigo nel Vicentino c’è una villa dello Scamozzi di rara bellezza,
domina la pianura e nelle giornate di cristallo, che ogni tanto l’inverno ci
regala, si può scorgere la grande ciminiera della Centrale termoelettrica
Camerini, sul Po. La villa ha una torre scoperchiata, manca il tetto e
piove dentro, è fornita di un sistema geniale di smaltimento dell’acqua
perché così l’ha voluta l’architetto, con rigagnoli che scorrono tra il
verde del muschio.
Nelle scuole di Padova pioveva dentro, non c’era ancora il muschio, ma
abbondava la muffa, questo, però, non per capriccio d’autore, non per
un colpo di genio, ma perché si tratta di vecchie strutture, con i coppi
malconci, alcune con il tetto piatto, molti sono gli edifici prefabbricati
dove l’acqua penetrava con facilità. L’assessore Claudio Piron, con
un sforzo finanziario, progettuale e realizzativo straordinario, non solo
sta risolvendo l’emergenza di un’edilizia scolastica bistrattata, ma sta
anche progettando le scuole del futuro, tenendo conto dell’inversione di
tendenza che ha riportato in attivo il bilancio demografico per cui il fabbisogno di spazi didattici previsto per i prossimi 5-10 anni è rilevante e
occorre cominciare subito. Ma questo è un secondo orizzonte, il primo
è quello che affronta l’emergenza.
“Gli edifici scolastici su cui il Comune ha competenza, dall’asilo nido
alle materne, dalle elementari alle medie inferiori, con una popolazione
di 15 mila bambini - dice Piron - erano in condizioni di assoluta insufficienza e degrado. Con questo non intendo scaricare responsabilità sulla
precedente amministrazione, voglio piuttosto sottolineare un handicap
storico: ci sono scuole che hanno più di cento anni, la media è comunque elevata, sono tutti edifici di terza età, attorno ai settant’anni e quindi
claudicanti, con qualche zoppia strutturale. Sui 110 fabbricati scolastici ne abbiamo trovati 30 in cui l’acqua si infiltrava da tetti, grondaie e
finestre; con gabinetti alla turca, senza la tazza del water; con corridoi e
aule che non venivano ridipinti da 10 ma anche da 15, 20 anni. Abbiamo trovato pareti scrostate e sporche, serramenti lesionati, pavimenti
spaccati e rattoppati con il cemento e a volte con lo scotch da pacchi,
muri di cartongesso crivellati, servizi igienici impraticabili, palestre con
le attrezzature inutilizzabili. Per non parlare di aule computer insufficienti
e della carenza cronica di aule speciali da utilizzare come laboratorio.
Questo non perché nelle scuole sia passata la guerra, anche se al di
là della metafora, in alcune ne sono passate due, ma per decenni di
assoluta incuria manutentiva e immaginate che cosa possono fare 300
ragazzi che passano ore nelle aule e nei corridoi”.
“Il primo obiettivo che ci siamo posti - continua l’assessore - è stato
quello di affrontare e superare le situazioni di emergenza attraverso un
piano di lavoro che si è tradotto in interventi su tetti e sottotetti, guaine
impermeabilizzanti, grondaie e pluviali, riparazione delle infiltrazioni,
interventi su controsoffitti, serramenti, impianti. Una volta monitorata la
situazione di ciascuno dei 110 edifici scolastici è stato predisposto un
pacchetto di lavori graduati a seconda dell’urgenza della situazione da
realizzare tra il 2006 e il 2009”.
I numeri del 2006, 25 interventi per la disabilità
Nel 2006 sono stati eseguiti 116 appalti con un impegno di spesa di
22 milioni 330 mila 795 euro, 25 interventi sono stati destinati ad
attrezzature per la disabilità come rampe, servoscale, servizi igienici.
Per il dettaglio degli appalti ne sono stati conclusi 68, in 10 i lavori
sono in corso e in 12 in fase di avvio, 3 sono in fase d’appalto, per 15
è stato approvato il progetto esecutivo e per 10 il progetto definitivo.
Altri 48 appalti per un impegno di oltre 17 milioni di euro riguardano l’adeguamento della normativa sulla prevenzione degli incendi e
per la sicurezza e la salubrità, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la conservazione di edifici e aree esterne, nuove realizzazioni e
ristrutturazioni. Per i ragazzi disabili le scuole costituivano, prima degli
interventi di adeguamento, un vero e proprio percorso di guerra con
barriere architettoniche all’esterno e all’interno, mancanza di rampe
d’accesso e di scivoli per spostarsi in modo autonomo, assenza di
servoscala e ascensori per accedere ai piani superiori, mancanza di
servizi igienici adeguati e di spazi e aule speciali.
Ampliamenti: gli interventi per ampliamenti riguardano la scuola media Luzzatti in zona Salboro; l’elementare Mazzini in zona Altichiero;
l’elementare Leopardi in zona San Bellino; l’elementare Lambruschini
in zona Sant’Ignazio; l’elementare Casarotti Arrie in zona Centro.
Via S. Francesco, con il rilancio d’asta, 3 nuovi nidi
Con il ricavato della vendita all’asta del palazzo di via San Francesco
di proprietà comunale in forte stato di degrado, si realizzano tre nuovi
asili nido. Partiti con una base d’asta di 3 milioni e mezzo, l’immobile
è stato venduto a 5 milioni e 250 mila euro. Finanziamento che viene
destinato a 3 asili nido per complessivi 180 posti uno in Paltana, un
secondo in zona Altichiero e un altro nell’area contigua a Ponte 4
Martiri. Un quarto nuovo nido, in sostituzione di quello di Madonna di
Lourdes, sorgerà in via Buzzaccarini.
Nuove costruzioni: l’elementare Cornaro in zona Guizza, l’elementare Davila a Torre, la media Zanella in zona Torre, una palestra più auditorium sempre a Torre e un’altra alla Lambruschini in zona Sant’Ignazio, l’elementare Monte Grappa in zona Montà. Le due palestre, oltre
al servizio alla didattica, saranno aperte anche all’attività del quartiere.
“Negli anni Settanta - ricorda Piron - c’è stata una fioritura di prefabbricati sia leggeri che pesanti, sia fatti con il cartongesso che con
lastre di cemento, tutti inadatti e destinati alla fatiscenza dopo effimera
funzionalità. In molti di questi edifici erano presenti anche coperture di
cemento-amianto. Nel corso della precedente amministrazione è stata
avviata una bonifica accurata. E il materiale tossico è stato allontanato e
inertizzato.
E’ prevista la demolizione dei prefabbricati.
Gli abbattimenti in parte sono stati già attuati, in parte sono previsti ad
ultimazione dei lavori di costruzione di nuovi plessi sostitutivi, riguardano 2 fabbricati dell’elementare Cornaro, uno dell’elementare Leopardi,
il plesso dell’elementare Davila, quello dell’ex elementare Ceod di via
Lucca, l’ex elementare di via Bajardi e il plesso nido e asilo di Pontevigodarzere”.
Va ricordato che oggi è stato ristrutturato il servizio di manutenzione.
Esiste cioè un responsabile che funge da riferimento sia per le scuole
che per il Comune. Ogni scuola ha individuato un responsabile per le
manutenzioni e le segnalazioni al Comune ed è stato attivato un collegamento internet attraverso il quale tutte le scuole possono segnalare al
comune le diverse situazioni di necessità con diversi codici a seconda
delle misure da prendere.
Una scuola a colori e con più informatica
“Stiamo lavorando - dice l’assessore - per rendere l’edilizia scolastica confortevole, adatta all’accoglienza e alla didattica. Nuovi
ambienti sono stati attrezzati per attività speciali, per corsi di lingue,
per esempio. Per questi nuovi assetti c’è stato il contributo importante della Fondazione Cariparo, soprattutto per le aule di informatica
che stanno diventando un elemento di innovazione irrinunciabile. Ma
stiamo facendo attenzione anche ai colori. Li vogliamo tenui, riposanti
negli ambienti dove il ragazzo passa il maggior numero di ore; più vivi
e stimolanti in aree dedicate al gioco o comunque ad attività per il
tempo libero. Per anni siamo rimasti ai muri color marron cioccolata e
alle piastrelle rosse, la rivoluzione passa anche attraverso un rinnovamento delle tinte, un’innovazione cromatica”.
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