DISCORSO PER L’INSEDIAMENTO A PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE
OASI S. ANTONIO
DEL PARROCO MONS. GIACINTO TAVILLA
Furci Siculo - Oasi S. Antonio, 28 Gennaio 2011
1. premessa
Nel prendere la parola, sono contento della partecipazione a questa nostra Assemblea
anche di altri amici: rappresentanti della Cooperativa “Comunità e Servizio”, della
Stampa locale – quale segno di trasparenza del nostro agire e di coinvolgimento
generale nell’informare su ciò che è di pubblico interesse – e di buone persone che, pur
non facendo parte dell’Associazione, credono nell’Oasi.
1. Introduzione
Cari Soci e Care Socie, è con vero piacere che questa sera incontro tutti voi: soci
fondatori, soci ordinari e nuovi soci, che da oggi condividono con tutti noi l’ideale
trasmesso dal compianto Don Francesco Donsì di venerata memoria, il quale
fortemente ha sognato, voluto e avviato con tenacia la realizzazione di questa
straordinaria struttura ecclesiale, portata a compimento nei recenti anni dal mio
predecessore Don Salvatore Sinitò.
So che si attendeva questa convocazione e sono ben consapevole delle tante
attese che l’intera comunità furcese ha relativamente a questa nostra casa. Conosco lo
zelo, l’impegno, le molteplici speranze di tutti voi cari soci insieme a quanto avete
realizzato con il vostro contributo di cuore e di mente, oltre al sostegno economico.
Sono anche cosciente dei desideri di giustizia e di trasparenza che albergano in voi per
riaffermare con chiarezza il servizio di questa casa all’interno del territorio di Furci ed
oltre e ribadire la sua identità cristiana.
L’Oasi appartiene alla Parrocchia, che agisce attraverso questa Associazione.
L’Oasi è un ramo della Parrocchia, una eloquente espressione del servizio di carità cui
la Parrocchia è chiamata per vocazione. L’Oasi S. Antonio, dunque, vive e cammina nel
tempo perché trova alimento fondamentale nel cuore della comunità parrocchiale e da
essa trae la linfa vitale come il tralcio unito alla vite, parafrasando il vangelo di S.
Giovanni. Se così non fosse non sarebbe più l’Oasi, ma scadrebbe al livello di una
qualunque azienda o impresa, certamente all’avanguardia, ma non ecclesiale. Proprio
perché è della comunità parrocchiale, l’Oasi è della Chiesa e quindi di Furci
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…appartiene per partecipazione ad ogni fedele e uomo e donna di buona volontà che
ha creduto in quest’opera, che ne ha visto e ne vede una risorsa per lo sviluppo della
città, una speranza per i tanti anziani e ammalati di fronte al problema della salute e
della solitudine, una risposta al grave problema della disoccupazione giovanile, un
servizio al territorio caratterizzato dallo specifico della ecclesialità e della carità.
2. un anno a furci
È passato un anno (il prossimo 31 gennaio) dal mio insediamento a Parroco delle
comunità di Furci e Grotte-Calcare e come Parroco di S. Maria del Rosario sono
contestualmente Presidente dell’Associazione e dei suoi organi ( cf. art. 8 dello Statuto).
Attraverso la precisa scelta dell’Arcivescovo ho accolto la volontà di Dio che,
avendomi chiamato al sacerdozio sedici anni orsono, dopo tredici anni di servizio nella
Curia Arcivescovile con particolari incarichi diocesani che mi hanno permesso di
maturare una considerevole esperienza accanto alle LL. EE. gli Arcivescovi Marra e La
Piana, giungo nella nostra bella e amata comunità furcese. La mia nomina a Furci
compie il preciso e sorprendente progetto di Dio che non abbandona al caso i suoi figli,
ma li segue con la sua Provvidenza, segnandone il cammino con la tenerezza della sua
misericordia. Eccomi, dunque, con voi e per voi! Anche per ciascuno di voi, per il bene
dell’Associazione e di questa grande opera, il mio ministero speso con amore,
impegnandomi a dare sempre il massimo.
In quest’anno ho maturato la consapevolezza di leggere con gli occhi di Dio la
realtà che Lui stesso mi ha affidato. Come spesso sono solito ripetere con profonda
convinzione: ciascuno di noi segue la propria luce! Sin dal mio arrivo in mezzo a voi
ho cercato di annunziarvi Cristo Via, Verità e Vita, Lui salvezza del mondo, nostra
speranza. Ho accolto l’eredità ricevuta dai Parroci che mi hanno preceduto e questo mi
ha ulteriormente sollecitato a dare ancora di più. Guai se la storia si fermasse, se nel
nostro cuore non sentissimo il vivo desiderio di proiettarci in avanti, se – autentici figli
della Chiesa – non progredissimo raggiungendo traguardi sempre maggiori e più alti
…il motto che mi sono dato lo dice a chiare lettere: per volare alto! L’opera singolare
ed encomiabile di Don Francesco Donsì – che è sotto gli occhi di tutti! – e il ministero
svolto fruttuosamente da Don Salvatore Sinitò devono trovare con ciascuno di noi
ulteriore slancio ed in particolare con me vostro Pastore, come obbligo morale assunto
dinanzi a Dio, all’Arcivescovo e all’intera comunità per servire la Chiesa.
Dopo aver riorganizzato la vita parrocchiale delle due comunità, guidato
dall’assunto “vetera et nova”, congiungendo l’antico e il nuovo secondo una logica ben
precisa che mira all’edificazione della comunità parrocchiale, ho dedicato particolare
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tempo alla parrocchia di S. Maria del Rosario, contribuendo a smorzare vecchie
tensioni, favorendo una crescita spirituale intensificando la vita di preghiera,
diffondendo con particolare attenzione la cultura del dialogo, della comune
partecipazione alla vita parrocchiale, dell’accoglienza fraterna, della progettualità
sistematica ed organica, del valorizzare le molteplici risorse umane e i doni di cui la
nostra comunità è dotata, del vivere un più ampio respiro ecclesiale che sicuramente
ha fatto innalzare la qualità della vita della nostra parrocchia. Mi rende sereno e felice
vedere allo stesso tavolo fratelli e sorelle che potevano identificarsi in modo esclusivo e
forse antitetico con i due parroci che mi hanno preceduto: una meta di grande
importanza, soprattutto per chi mette Cristo al centro della propria vita. Il tutto – che è
verificabile quotidianamente nell’impegno profuso – è stato reso possibile per la grazia
di Dio e per la corrispondenza della quasi totalità della comunità che con gioia, fiducia
e fede ha abbracciato il nuovo cammino proposto. Dico “la quasi totalità” dei fedeli,
perché non sono mancate le critiche fatte dietro gli angoli bui, ai crocicchi oscuri delle
nostre strade: i pettegolezzi di pseudo fedeli che anziché Dio volevano cercare solo se
stessi, chiudendosi in un alone di falsa verità assoluta detenuta con ostentazione
presuntuosa professata solo dietro le quinte e divulgata per distruggere e mai per
costruire. Dio mi è testimone e la sua mano non mi ha mai abbandonato, anzi ha
continuato ad agire nel custodire il bene di un cammino ecclesiale che nessuno può
frenare. Ma, anche in questa situazione in un anno di cammino se n’è fatto!
Comprendete bene, miei cari soci, come le urgenze da trattare nella scala delle
mie priorità erano tante… ma mai ho dimenticato l’Associazione e l’Oasi! Il mio
apparente silenzio mai è stato sterile. Come vi ho scritto nella lettera di convocazione:
“questi per me sono stati mesi di attento ascolto, oculata osservazione e maturazione
di idee e progetti”. Quanto ho ascoltato! …e quanto ho visto! Ho preferito attendere.
Nei mesi scorsi ho incontrato per ben due volte il CdA uscente che già in ottobre ha
concluso il suo servizio per naturale decadenza. Ho appreso in modo più approfondito
alcuni importanti segmenti di storia dell’Oasi da una relazione del Dott. Franco
Romeo, che ringrazio, chiedendogli di confermare il suo importante servizio di
commercialista della nostra Associazione, portato avanti con perizia e professionalità.
Ho visto la passione del Prof. Eduardo Raspa, che continua oggi a trasmettere un
palpito più forte del cuore quando si parla dell’Oasi: grazie caro Eduardo per i tanti
arricchenti confronti e per la tua preziosa presenza. Altri a me si sono avvicinati per
esprimermi alcuni pensieri: li ringrazio con affetto, come pure dico gratitudine al CdA
che oggi sarà rinnovato nella quasi totalità dei suoi membri nell’iniziare questa nuova
stagione di vita dell’Associazione e dell’Oasi.
Nessuno si dispiaccia per alcune lecite, serene e confidenziali valutazioni che
adesso faccio. Con garbo e rispetto e con quello stile che mi contraddistingue ho
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sempre parlato con semplicità e chiarezza, mosso dal coraggio di parlare per il bene
non di pochi o per scopi personali, ma per il bene della comunità parrocchiale tutta.
Unico mio interesse è la crescita di quanto Cristo mi ha affidato, chiedendomi di
pascere il suo gregge per amore e con amore!
In questo anno ho dovuto costruire la conoscenza dell’Associazione e dell’Oasi
contando soprattutto su me stesso! Se su questi delicati ambiti tanto silenzio c’è stato
attorno a me a motivo di timidezza o di umiltà, o di rispetto verso la mia persona…
che ben venga; ma se sono stati bassi interessi a far tacere, ebbene, questa si chiama
omertà! Non è sempre facile trovare i documenti. Provvidenzialmente l’elenco
aggiornato dei soci è stato trovato solo una settimana fa! E poi antiche pendenze note a
tanti e mai partecipatemi, se non il momento in cui mi giungono due citazioni dal
Tribunale. Cari soci, il mio stile di agire è molto diverso!
Mi sento di affermare con forza che l’Associazione ha un ruolo talmente
fondamentale nella vita dell’Oasi, che innanzitutto custodisce e tramanda nel tempo
l’idea, il progetto, il sogno del suo fondatore, che ha donato la sua vita, il suo ministero
e buona parte delle sue risorse per quest’opera. L’Associazione è la memoria storica
dell’Oasi, è quella realtà che ne mantiene inalterate la natura e la finalità di questa
struttura ecclesiale di carità. L’Associazione è espressione della Parrocchia,
ramificazione di essa nel tutelare e custodire questa nostra casa, perché l’Oasi è della
Parrocchia, è della Chiesa e in quanto tale deve – e ribadisco con forza, deve – vedere
la nostra presenza costante, sollecita, attenta, fraterna e vigile, affinché in essa
splendano sempre l’identità specificamente ecclesiale e caritativa, conforme al Vangelo
di Cristo, senza distaccarsi dall’ideale del suo fondatore.
Seppur con rispetto, lamento il fatto che l’Associazione abbia in un certo senso
tirato i remi in barca e da proprietaria – come espressione della parrocchia che ne è
propriamente proprietaria – è passata a ospite di questa casa, a passiva spettatrice,
lasciando ad altri scelte da noi non delegabili. Comprendo il momento storico vissuto
dell’avvicendamento del parroco, come anche i primi mesi (novembre e dicembre)
segnati da qualche incertezza sulla successione nel ministero di parroco. Sono quindi
consapevole che anche questo ha contribuito a creare un po’ di smarrimento. Ma ora è
il tempo delle scelte e delle decisioni, è il tempo in cui quotidianamente costruiamo
certezze! Cari soci, la nostra Associazione oggi è chiamata a riprendere il largo, ad
andare avanti, ad affrontare con forza e coraggio le onde del mare talvolta insidiose e
proseguire con fiducia il cammino intrapreso. Non temete: Dio stesso soffierà sulle vele
del nostro vascello, gonfiandole con il suo Santo Spirito per un percorso sereno, veloce
e felice.
Noi dobbiamo riappropriarci di tutte le prerogative della missione che il Signore
ci ha affidato, altrimenti dovremo rispondere a Dio delle inadempienze e omissioni. Da
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soli si percorre poca strada, perché la solitudine costituisce zavorra nel cammino;
insieme si va veloci e sicuri, percorrendo un itinerario che non ha fine.
Dal 1° marzo 2008, come indicato nella premessa al contratto di locazione, “la
Parrocchia quale proprietaria e l’Associazione quale concessionaria” hanno ceduto la
locazione e la gestione dell’Oasi alla Cooperativa Sociale “Comunità e Servizio”.
Comprendo questa scelta: gestire una struttura importante comporta conoscenza e
competenza che l’Associazione può non avere e che sono state individuate e
riconosciute nella menzionata Cooperativa. Ma, mi chiedo e vi chiedo: forse cedere la
gestione significa per noi scomparire, delegare ogni scelta, rinunciare alla propria
identità e missione? Pur mostrando la mia stima per il Presidente della Cooperativa
prof. Santino Mascena e per il Sig. Carmelo Maccarrone – gli unici due membri del
direttivo della Cooperativa che in un anno ho conosciuto ed apprezzato e ai quali
rinnovo la mia simpatia e cordialità – non posso manifestare alcune lecite perplessità
che esprimo sotto forma di domande, senza richiedere contestualmente una risposta
immediata, poiché le risposte le daremo tutti insieme con il nuovo lavoro che
condivideremo all’insegna della fraternità e del dialogo costruttivo.
Quali rapporti di comunione e di fattiva collaborazione esistono tra la
Parrocchia proprietaria dell’Oasi con l’Associazione concessionaria della
struttura e la Cooperativa che attualmente la gestisce? Ho la netta impressione
che chi lavora nella nostra struttura non sa che siamo noi i proprietari,
trattandoci come estranei.
Può esserci un rapporto che passi in modo quasi assoluto dalla corrispondenza
per raccomandata (argomento condiviso con Santino Mascena e Carmelo
Maccarrone) che guarda solo agli adempimenti economico-amministrativi e non
tiene conto del tanto bene che riguarda la casa, gli anziani e gli operatori?
Tutti noi guardiamo all’Oasi come una realtà che è motivo di speranza nel
territorio per i tanti giovani in cerca di occupazione, soprattutto di Furci. Mi
domando perché nel prendere scelte all’interno della Cooperativa relativamente
alla casa, si bypassi l’Associazione, nonostante l’art. 17 del contratto di locazione
menziona la possibile segnalazione del Direttivo dell’Associazione in merito ai
casi di assunzione?
C’è poi quanto recita l’art. 17 del menzionato contratto di locazione in merito
alle qualità morali del personale in servizio presso la casa. Non posso non pormi
il problema mancando con loro ogni contatto. Senza dubbio la Cooperativa
competentemente può e deve valutare la preparazione specifica, i titoli e le
esperienze lavorative nel settore, ma le qualità morali credo siano
specificamente di pertinenza della Parrocchia e dell’Associazione.
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L’Oasi oggi risponde all’ideale del suo fondatore o si rivela solo un’azienda,
un’impresa alla stregua di tante altre, forse prescindendo da quella identità
ecclesiale, come precedentemente detto, non solo sentita in pectore da qualcuno
più sensibile, ma dichiaratamente manifesta e testimoniata – che costituisce
peculiare specificità della casa? Con dispiacere sono stato raggiunto da quanti
mi hanno manifestato preoccupazioni, dissensi e lamentele relativamente a
situazioni economiche, trattamenti diversificati del personale non per
meritocrazia, ma per simpatia o antipatia …e quest’ultimo elemento, al di là di
quanto altri possono dire, l’ho sperimentato anche sulla mia pelle, nei confronti
della mia persona e del mio ministero! Parlando a persone sagge e prudenti,
cristiani e quindi discepoli della Verità, so di non essere frainteso, né di correre il
rischio di ritenere il mio parlare un’ingerenza nei confronti della Cooperativa.
Vedete, mi si potrebbe obiettare che la scelta del personale o le modalità di
pagamento di stipendi è un fatto interno alla gestione della Cooperativa, è una
scelta individuata dal vertice della Cooperativa stessa. Ma, non in una casa di
identità ecclesiale, dove l’immagine non è espressa in ultima analisi dalla
Cooperativa, ma dall’Associazione e dalla Parrocchia, dove ogni scelta deve
avere una sua etica cristiana e logica evangelica. Un’impresa può e deve seguire
le logiche di marketing, talvolta spingersi anche ai limiti del giusto e lecito, ma
la testimonianza cristiana cammina su un percorso superiore e talvolta diverso!
Se no, non viene forse messa in discussione la credibilità della Parrocchia e
dell’Associazione? Non si rischia in tal modo di diffondere una contro
testimonianza rispetto a quei valori di giustizia e di bene che affermiamo con la
vita e il nostro servizio? Come nei giorni scorsi ho detto al Presidente della
Cooperativa durante un nostro colloquio: domani la Cooperativa cesserà il suo
servizio e continuerà a vivere gestendo altre opere che le appartengono, perché
essa non si identifica con l’Oasi. Quindi, la Cooperativa attualmente gestisce
questa casa, ma un domani può non esserci più. La Chiesa invece – al di là della
mia o vostra presenza – ci sarà sempre, e questa è una certezza. Proprio su
questa verità si fonda la tutela attenta, prudente e lungimirante dell’identità
cristiana ed ecclesiale della casa da parte dell’Associazione.
So che queste sono affermazioni forti, ma non inquisitorie; però credetemi sono
vere e circostanziate. È bene avere il coraggio di dirci queste cose non per distruggere,
ma per edificare, per affrontarle nella fraternità e crescere insieme. Pensarle e non dirle
sarebbe ipocrisia: noi non vogliamo seguire questa strada percorsa dai figli delle
tenebre, perché la nostra vocazione è essere figli della luce.
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In ultimo, lasciando alla ben nota valutazione di tutti la non lineare vicenda del
5‰ – che molte voci ha sollevato – con rammarico ho appreso la presenza di sacerdoti
in questa casa senza la mia debita autorizzazione come Parroco sotto la cui
giurisdizione canonica ricadono le due parrocchie e l’Oasi, per scelte prese
impropriamente ed abusivamente. Io Parroco non delego ad altri il mio ministero, ma
in tal caso chiamo a collaborare con me, né tanto meno io Parroco e Presidente
dell’Associazione delego alla Cooperativa ciò che non le compete! Miei cari, dice Gesù
Cristo: la verità vi farà liberi! Una verità, che – come sono solito affermare – cammina
con la giustizia e la carità.
3. SCRIVIAMO UNA NUOVA PAGINA
Ora tutti insieme dobbiamo guardare con fiducia avanti! Scriviamo una nuova
pagina nella storia della nostra casa.
L’ammissione di nuovi soci esprime la vitalità dell’Associazione e il desiderio di
continuare nel tempo un ideale che – grazie all’Associazione – mantiene la stessa
freschezza e il medesimo entusiasmo del suo fondatore.
Grazie ai nuovi soci per la scelta da loro maturata e auguri di buon cammino.
Anche l’importante gesto della quota associativa versata da loro e da tutti (art. 5) ne
esprime il senso di appartenenza ed il sostegno offerto all’Associazione.
Adesso è il momento di procedere al rinnovo del Consiglio di
Amministrazione. Lo statuto agli articoli 5, 9 e 11 dà delle indicazioni. Tutti possono
essere eletti alle cariche sociali, all’Assemblea ordinaria deve essere sottoposta la
nomina dei membri del CdA e del Revisore dei Conti. Accogliendo le istanze dello
Statuto e senza voler forzare i termini, desidero annunciare pubblicamente i nomi di
coloro che intendo facciano parte del nuovo CdA, come miei stretti collaboratori.
Questo, cari amici, non significa limitare la libertà dell’Associazione, ma indirizzarvi in
maniera ponderata verso l’individuazione di coloro che sono chiamati a collaborare
strettamente e in modo più diretto con me per il bene della nostra Associazione e
dell’Oasi. Intanto, ringrazio il Direttivo uscente per il servizio reso e, come
preventivamente tramite colloqui personali ho già fatto, chiedo loro di offrirmi la
propria disponibilità per un nuovo delicato compito che desidero affidare.
Stasera insieme scegliamo e nominiamo per un mandato di tre anni i membri
del Direttivo, cioè del Consiglio di Amministrazione in numero di 6; chiamiamo 1
Revisore dei Conti, iscritto al relativo Albo professionale; con l’apporto prezioso di
tutti voi costituiamo due Commissioni strettamente legate al CdA. Benché lo Statuto
non lo prevede espressamente, con la mia autorità di Presidente chiamato a “esercitare
tutti i poteri di iniziativa necessari per il buon funzionamento dell’Associazione”,
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come recita l’art. 15 dello Statuto, per verificare l’attuazione di quanto previsto dagli
artt. 16 e 17 del contratto di locazione da parte del conduttore: ritengo necessario la
costituzione di queste due Commissioni.
Pertanto chiedo all’Assemblea di confermare, se lo si delibera tutti insieme per
acclamazione o con scrutinio segreto come facoltà prevista dallo Statuto, i seguenti
nominativi di soci da me chiamati a far parte del nuovo CdA per un mandato di tre
anni. Essi, dopo la vostra conferma, che ho fiducia che darete, emetteranno
pubblicamente il giuramento di fedeltà alla Chiesa, che io desidero espressamente
richiedere, come formale assunzione di impegno dinanzi al Signore e tutti voi.
Segnalo, e, pertanto, chiamo a far parte del nuovo CONSIGLIO DI
AMMINISTRAZIONE quattro uomini e due donne, considerato anche nuove presenze, a
mio giudizio competenti, mossi da servizio alla Chiesa e alcuni custodi della memoria
storica dell’Associazione e dell’Oasi. Ogni scelta richiede fiducia. Ho chiesto loro
fiducia, mi hanno dato fiducia. Chiedo a voi, cari soci, di darmi fiducia per chi con
avvedutezza e nella preghiera ho pensato e vi segnalo. I loro nomi sono i Signori:
Eduardo RASPA
Mario BALLETTA
Maria TRIOLO
Piero ALTADONNA
Carmela GIUFFRÈ
Massimo (Piero) DI NUZZO
Loro poi eleggeranno all’interno del Consiglio il Vice Presidente, il Segretario e
il Tesoriere (art. 13).
Indico come REVISORE DEI CONTI la Signora
Grazia PAPPALARDO
Costituisco le due Commissioni, nominandone i seguenti membri:
I COMMISSIONE PER LA REVISIONE DELLO STATUTO SOCIALE DELL’ASSOCIAZIONE:
Mario BALLETTA
Maria TRIOLO
Armando GARUFI
Venera FRANCHETTI
II COMMISSIONE DI VIGILANZA PER IL BUON FUNZIONAMENTO DELLA CASA:
per il settore tecnico:
Alessandro NIOSI
Giuseppe CRISAFULLI
Carmelo COGLITORE
Salvatore (Salvuccio) SCARCELLA
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Vincenzo FOTI
Concetto RALLI
per l’ambito risorse umane (rapporto con gli anziani, personale e attività di volontariato):
Maria PINO
Gianluca DI BELLA
Giovanna FOTI
Giuseppe (Ciccio) PINO
Sebastiano GIMMILLARO
Infine, alcuni di questi soci saranno chiamati a costituire insieme ad un numero
inferiore di rappresentanti della Cooperativa (d’intesa con il suo Presidente) una
Commissione mista che verifichi scelte, strategie e progetti finalizzati alla vita
dell’Oasi.
Cari soci, questa è la via che indico da percorrere e che chiedo possa essere
benedetta in questo speciale Anno Mariano Giubilare, tempo di grazia, che a suo
tempo ho voluto chiedere, legandolo nell’invocazione del dono dell’Indulgenza anche
all’Oasi.
Il Signore ci aiuti, perché il nostro cuore sia orientato verso la sua Parola che
illumina i nostri passi e ci sostenga affinché il nostro piede non abbia mai a vacillare.
Grazie di cuore per l’attenzione e la pazienza usata nei miei confronti.
Mons. Giò Tavilla
Presidente
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Parrocchia S - foglio di Sicilia