Febbraio-Marzo 2012
Esce… quando ci riesce
La comunità nasce dalla comunicazione.
Associazione “Giovani In”
Corso dei Mille, 1070
90123 Palermo
Tel./Fax: 091 474324
E-mail: [email protected]
“IL CORTILE DEI GENTILI”
GENTILI”...
...COS’È
...COS’È ?
Il 30 marzo alcuni ragazzi, in rappresentanza del
gruppo giovani della parrocchia San Sergio e
dell’associazione “Giovani In”, hanno partecipato alla
festa-incontro organizzata dal “Cortile dei Gentili”
svoltasi nel sagrato della cattedrale .
Ma cosa è esattamente questo
“Cortile dei gentili” ?
Per capirlo bisogna fare una considerazione.
Nell’era della globalizzazione ogni
giorno credenti e non credenti vivono nelle stesse aule delle scuole e
delle università, frequentano gli
stessi luoghi, abitano gli stessi spazi. Ma c’è il rischio che non si
“incontrino” mai, che si ignorino se
va bene, o che litighino nella maggior parte dei casi.
Benedetto XVI un paio di anni fa
nel discorso alla Curia romana disse: «Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il
dialogo con coloro per i quali la
religione è una cosa estranea. Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di cortile
dei gentili».
Bisognava quindi trovare spazi comuni, dei “cortili”
appunto, in cui intellettuali laici (gentili = non
credenti/pagani) e religiosi potessero dialogare e confrontarsi, così come avveniva nello spazio, denominato “cortile dei gentili” , dell’antico tempio di Gerusalemme riservato ai pagani che vi si recavano in visita.
La sfida lanciata dal Papa è stata raccolta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, che ha cominciato a tenere una
serie di incontri con intellettuali credenti e atei di tutta Europa. E l’altra sera il cortile dei gentili è arrivato
anche a Palermo.
È stato un incontro-festa all’insegna della legalità,
della fraternità e della solidarietà, molto bello. Un
momento di formazione molto forte per tutti e in particolar modo per i tanti giovani presenti.
Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha
Direttore: Giovanni Corrao
evidenziato che non può esserci nessuna attinenza fra
Vangelo e mafia, e che la Chiesa che preferisce è
quella di Padre Pino Puglisi e non quella dei malavitosi che si fanno il segno della croce dopo aver commesso un delitto e che partecipano alle processioni
per “esibirsi” e mostrare la loro “potenza”.
Lo scrittore-insegnante Alessandro D’Avenia ha sottolineato quanto sia importante il ruolo
della famiglia, degli insegnanti e degli
educatori per la formazione dei giovani. In particolar modo si è soffermato
su come l’ascolto e l’attenzione e da
parte dei docenti e dei sacerdoti nei
riguardi dei ragazzi, possono spesso
cambiare il percorso della loro vita.
Dopo altri interventi ed esibizioni di
cui parleremo negli articoli all’interno,
la serata si è conclusa con l’esibizione
del cantautore siciliano Mario Incudine che, in modo molto divertente, è
riuscito a trascinare tutti e a far cantare
persino i vescovi presenti, rendendoli
più “vicini” al popolo. Insomma una
serata veramente da ricordare.
Un piccolo suggerimento per gli organizzatori (se
mai leggeranno questo giornale...ma le vie del Signore sono infinite). E’ giusto che per motivi di sicurezza,
oltre che doveroso per rispetto verso le autorità ecclesiali e civili presenti, creare una piccola area di posti
riservati a loro. Un pò meno giusto se la stessa area
viene estesa solo a pochi intimi anche se è risaputo
che in certe occasioni si preferisce essere circondati
da parenti e amici. Però un po’ più di attenzione si
sarebbe potuta avere anche nei riguardi di tutto il popolo che ha assistito in piedi alla manifestazione. Magari un centinaio di posti a sedere potevano essere
messi a loro disposizione. Non sarebbe stata una spesa insostenibile. Facendo un po’ a turno tutti sarebbero rimasti un po’ più contenti e... sarebbe stato più
“cortile dei gentili”
Giovanni Corrao
Redazione: Associazione “ Giovani In “.
LA COMPASSIONE E’ ATTENZIONE ALL’ALTRO
Carissimi,
la vicinanza alla Pasqua ci porta a riflettere su’ un valore molto importante, la compassione.
I nostri rapporti umani possono essere formali, superficiali o intensi a tal punto da entrare in sintonia con
gli altri sia nei momenti belli, gioiosi, che in quelli di difficoltà e di grande sofferenza.
Nella Bibbia troviamo diversi esempi di atteggiamenti di compassione di Dio per il suo popolo:
“Il Signore si muoveva a compassione per i loro gemiti davanti a quelli che li opprimevano e li maltrattavano”
“Poiché il Signore, vostro Dio, è misericordioso e pietoso, a compassione di tutti, chiude gli occhi sui
peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento.
“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”
Gesù nelle parabole ci insegna il suo amore appassionato per ogni uomo:
“Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore... e guarì i loro malati”.
“.. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione… Chi è
il prossimo di quell’uomo abbandonato?, quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»
“Si alzò e tornò da suo padre… Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”.
Carissimi, il nostro Padre misericordioso è Dio di ogni consolazione!
In questa Pasqua, facciamo in modo che “il passaggio” di Dio non ci lasci indifferenti, ma sanando le
nostre ferite ci disponiamo ad essere anche noi misericordiosi e compassionevoli verso i nostri fratelli,
specialmente con coloro che stanno soffrendo o per malattie o per la crisi economica.
Cristo risorto benedica tutte le nostre famiglie, auguri di ogni bene.
p. Pietro Leta, parroco.
3
FESTA DELLA CANDELORA
Giorno 2 febbraio alle ore 18,00 abbiamo celebrato
nella nostra parrocchia la festa della Candelora.
Candelora è il nome popolare attribuito dalla chiesa
e dai fedeli alla festa religiosa che ci ricorda la presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo
la sua nascita.
Il nome Candelora deriva dal fatto che durante la
celebrazione vengono benedette le candele simbolo
di Cristo “ luce per illuminare le genti “, così infatti
venne chiamato Gesù dal vecchio Simeone al momento della presentazione al tempio di Gerusalemme, come era prescritto dalla legge giudaica per i
primogeniti maschi.
La festa è anche detta della purificazione di Maria,
perché, secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il
parto di un maschio e doveva andare al tempio per la
purificazione. Il 2 febbraio cade appunto dopo 40
giorni dal 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.
Come è ormai consuetudine nella nostra comunità,
per la festa della Candelora vengono invitati per la
presentazione al tempio tutti i bambini battezzati
nell’anno precedente. Il gruppo promotore del movimento familiare parrocchiale si è preso l’onere di
visitare le famiglie di circa 30 bambini battezzati nel
2011 nella nostra parrocchia, portando loro l’invito e
spiegando il significato della Candelora.
Il giorno della celebrazione erano presenti 12 bambini accompagnati dalle rispettive famiglie. Il rito è
iniziato con la benedizione delle candele fuori dalla
chiesa, poi in processione, con le candele accese,
siamo entrati nel tempio. La partecipazione a questa
festa è molto sentita nella nostra comunità, come
d’altronde tutte le feste popolari, infatti la chiesa era
molto gremita.
Dopo la lettura del vangelo, Padre Pietro nell’omelia
ha spiegato il significato della Candelora, della presentazione al tempio di Gesù e dell’incontro con il
vecchio Simeone che lo definì “luce per illuminare le
genti”
Prima della benedizione finale, i bambini con
le rispettive mamme sono stati chiamati sull’altare e
Padre Pietro li ha presentati al tempio e alla comunità di San Sergio I Papa. E’ stata regalata alle mamme
una preghiera sulla famiglia che è stata recitata insieme davanti all’assemblea.
Alla fine della celebrazione ognuno dei presenti ha portato a casa la candela benedetta, simbolo di
Cristo “ luce per illuminare le genti “, affinchè ogni
battezzato possa prendere coscienza di vivere ed operare ogni giorno alla luce di Cristo, luce vera del
mondo che illumina ogni uomo e impedisce di camminare nelle tenebre.
Ino Gargano
4
I NUOVI CHIERICHETTI
D
I NUOVI CHIERICHETTI : Alessandro Ingrassia, Roberta Saladino, Laura Tusa,
Emanuele Tarantino, Martina Alabiso, Martina Mangiapane.
Domenica
12 febbraio è una data che
non dimenticheremo mai perché la nostra Laura ha scelto di diventare Ministrante.
Non è facile esprimere a parole l'emozione e la tenerezza che abbiamo provato,il nostro cuore si è riempito di gioia e
di commozione nel sentirle pronunciare
"eccomi" perché in quella semplice parola,sapevamo che c'era rinchiuso tutto
l'impegno, la serietà e l'amore che lei ha
sentito nell'intraprendere questa nuova
strada al servizio di Gesù.
Preghiamo il Signore, perchè aiuti questi
bambini a continuare questo percorso
con volontà ed entusiasmo.
Pasquale e Carmela Tusa.
Giorno
12 febbraio 2012,
vedendo mia figlia, Roberta,
ormai chierichetta, ho provato
una intensa commozione, perché l'ho vista più vicina a Gesù
e partecipe di questa sua nuova
dimensione spirituale.
Patrizia Lo Piccolo
a qualche tempo avevamo notato che i ministranti si erano fatti
rari nella parrocchia.
Così su proposta di P.Pietro abbiamo
provato a mettere su un gruppo di
nuovi chierichetti.
Il primo obbiettivo è stato di fare conoscere ai ragazzi l'importanza di
questo servizio e con incontri settimanali per circa 2 mesi,abbiamo creato un gruppo unito,felice di stare
insieme,di "essere felici" come ci ha
chiamato Gesù. L'emozione e l'entusiasmo dei bambini ci hanno coinvolto ancora di più perchè ciò che ci ha
più colpito è stata la loro scelta spontanea senza nessun obbligo a intraprendere questo servizio sull'altare.
I ragazzi si sono mostrati interessati
alle spiegazioni dei vari compiti del
chierichetto e hanno seguito con costanza e gioia tutti gli incontri,suscitando nel loro animo il desiderio di servire Gesù e con esso donare qualcosa e di essere di esempio
agli altri. I ragazzi hanno capito che
seguire significa sacreficare un po del
proprio tempo e seguire l'esempio di
Gesù. Finalmente domenica 12 febbraio i ragazzi con grande trepidazione ed emozione sono stati presentati
al parroco e a tutta la comunità indossando con l'aiuto dei genitori e la benedizione di P.Pietro, le loro nuove
tuniche. è stato un momento molto
sentito,sia dai genitori,che hnno partecipato con gioia e commozione a
questa nuova esperienza,dei loro figli
e anche per noi,che ci apprestiamo a
vivere insieme questo nuovo cammino,a diventare amici di Gesù per tutta
la vita. Impariamo attraverso questi
esempi a "spalancare" il nostro cuore
a Cristo.
Enzo e Valeria Alessi.
Per vedere
tutte
le foto
www.parrocchiasansergio.it
5
PERCHÉ UNA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Il Beato Giovanni Paolo II papa, il 13 Maggio 1992 ha deciso
di istituire la «Giornata Mondiale del Malato», da celebrarsi
l'11 febbraio di ogni anno, memoria liturgica della Beata
Maria Vergine di Lourdes.
Il Santo Padre considerò, infatti, quanto mai opportuno estendere a tutta la Comunità ecclesiale una iniziativa che, già in
atto in alcuni Paesi e regioni, aveva dato frutti pastorali
veramente preziosi.
Non sarebbe sensata una Giornata all'anno per l'ammalato, se non divenisse strumento e occasione per ravvivare l'attenzione quotidiana della Chiesa a chi è sofferente e a chi se ne prende cura, sostenendoli con la propria carità ed affidandoli a Dio per Maria.
Sarebbe insensata una Giornata all'anno per il malato, se non fosse un modo per rimotivare il credente che soffre a vivere ogni suo giorno in comunione con il Cristo, il quale ha sofferto nella Sua vita terrena, ed ancora è Lui che oggi nuovamente patisce nel suo corpo che è la Chiesa (vd Mt 25,40 e Col 1,24).
La celebrazione annuale della "Giornata Mondiale del Malato" ha perciò «lo scopo manifesto:
• di sensibilizzare il Popolo di Dio e, di conseguenza, le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società
civile, alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi;
• di aiutare chi è ammalato a valorizzare, sul piano umano e soprattutto su quello soprannaturale, la sofferenza;
• a coinvolgere in maniera particolare le diocesi, le comunità cristiane, le Famiglie religiose nella pastorale sanitaria;
• a favorire l'impegno sempre più prezioso del volontariato;
• a richiamare l'importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari e, infine,
• a far meglio comprendere l'importanza dell'assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono ed operano accanto a chi soffre».
(Dalla Lettera Istitutiva della Giornata Mondiale del Malato del Beato Giovanni Paolo II papa, del 13 Maggio 1992)
Ogni domenica, in parrocchia, dopo aver partecipato alla
messa, a turno, due di noi del gruppo Giovani, andiamo, insieme al ministro straordinario, a portare la comunione agli
ammalati.
Domenica 12 febbraio, ricorrenza dell’apparizione della madonna di Lourdes e per questo dedicata dalla Chiesa a tutti
gli ammalati, è toccato a me fare questo servizio.
È stata la mia prima esperienza, perciò ero particolarmente
emozionata ed attenta.
Mi sono accorta che mentre il ministro straordinario leggeva
e successivamente spiegava il Vangelo, gli occhi
dell’ammalata si riempivano di gioia infinita.
Questo mi ha fatto capire che basta poco, un piccolo gesto,
come quello di dedicare qualche minuto della propria giornata, per far sorridere la gente.
Jessica Musso
Una domenica, alla fine della messa, sono andata
con il ministro straordinario Giulia a portare la comunione alle persone che non possono venire in
chiesa. Ho capito che è un’esperienza molto bella.
Per me è stata la prima volta che ci sono andata, ho
sentito il cuore pieno di gioia, pieno di amore perché ero contenta di aver regalato un sorriso alle persone ammalate!
Anna Maria Fiorentino
6
GRUPPO MISSIONI
Dopo un periodo di impegni vari parrocchiali, i membri del
“GRUPPO MISSIONI” sono riusciti finalmente a concretizzare una delle tante iniziative che si era proposto di fare.
Infatti, in occasione del carnevale abbiamo riflettuto che il
modo migliore per aiutare le missioni carmelitane era quello di preparare qualcosa che avrebbe attirato l’attenzione
dei parrocchiani.
Grazie all’aiuto di alcune mamme disponibili e brave cuoche abbiamo preparato tanti dolci come le crostate, torte al
cioccolato, con ricotta, all’arancia, ai frutti di bosco, biscotti, dolcetti alle mandorle o al cocco , le chiacchiere e la
pignoccata, per poi venderli la domenica mattina dopo le
messe.
Beh, devo dire che ci ha resi felici vedere che tutti i dolci
siano stati venduti, ma soprattutto che, nonostante il periodo di crisi economica, la gente sia stata generosa e disponibile nell’aiutare chi ha più bisogno!
Noi del gruppo missioni ringraziamo tutti quanti per la collaborazione e speriamo di trovare sempre più braccia che possano aiutarci nel nostro impegno.
Di Girolamo Francesca
….e a Carnevale dolci per tutti!!!
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CARNEVALE IN...
IN...SIEME
SIEME
GIOVANI E VECCHI SI RALLEGRERANNO
RALLEGRERANNO.. LE GIOVANI FANCIULLE DANZERANNO
Geremia 31, 13
Dal 16 al 21 febbraio è stata una la settimana del Carnevale.
Carnevale significa levare la carne, e in
effetti è il periodo che precede la Quaresima, tempo di penitenza e astinenza dalla
carne nei giorni di venerdì.
La domenica 19 noi del gruppo Giovani insieme agli scout, abbiamo pensato di far divertire i bambini(e non solo loro), organizzando
una grande festa in maschera. Nel travestirci,all'inizio,abbiamo avuto un pò di problemi,in quanto,ognuno "diceva la sua" ma a
nessuno piaceva. Successivamente, dato che
il simbolo dei "Giovani In" , l’associazione di
cui facciamo parte, è un mondo con attorno
tanti popoli che si tengono per mano, abbiamo deciso di travestirci indossando i vestiti
tipici delle diverse popolazioni del mondo.
Cosicché ognuno decideva di indossare il costume che lo rappresentava di più o che
semplicemente gli venisse più facile da realizzare .
Ad aiutarci sono stati pure i grandi che oltre a travestirsi,hanno portato tanti buoni
dolci. Durante il corso della festa è stata
fatta una sfilata di tutti i bambini in costume davanti dei "giudici", che decidevano a
quali dare un premio (puramente simbolico).
A tutti comunque veniva data una caramella.
Io personalmente mi sono divertita molto A
vedere quei bambini sorridere e giocare.
È stata la cosa più bella che mi sia capitata.
Francesca Tarantino
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“SI CANTERÀ AMORE E LIBERTÀ GRAN FESTA VI SARÀ
SARÀ,LA
,LA PACE REGNERÀ ”
9
GIORNATA DELLA VITA
“Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la
vita, che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura
della vita”
Nel Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 34ª Giornata Nazionale per la vita (5 febbraio 2012),
l’educazione ha il volto di “adulti contenti del dono dell’esistenza”, in grado di avvertire la loro “responsabilità per il futuro” e di promuovere “un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita”.
Nel mese di febbraio, in occasione della “Giornata della
considerazione quelle veramente gravi, molto più di una
vita”, durante gli incontri di formazione del gruppo gio“semplice “ malformazione agli arti, con la quale si può
vani, abbiamo trattato un argomento delicato: la vita. Il
convivere in maniera abbastanza tranquilla; ad esempio
tutto è cominciato con il leggere una preghiera di Madre
malformazione a organi vitali, quali cuore o polmoni)
Teresa in cui viene descritta la vita nei vari modi (come
soffrirebbe di più nel crescere nel ventre della madre per
ad esempio un’opportunità, una
poi nascere e vivere una vita di
sfida, un dovere, un gioco). Ab15 secondi di sofferenza? Probabiamo commentatati ognuno dei
bilmente non lo sapremo mai.
punti, rendendoci conto di quanQuindi alla coscienza del genito vere fossero quelle definzioni
tore la pesante scelta. Un altro
e di quanto lo potessimo constaincontro sull’argomento è stato
tare di persona con la vita di
dedicato a una specie di test.
tutti i giorni. Nell’incontro sucEsso consisteva in una serie di
cessvo abbiamo discusso di un
domande alla quale ci si chiedeargomento strettamente connesva di rispondere. Domande semso alla vita, quale l’aborto. Per
plici e complesse nello stesso
prima cosa abbiamo visto un
tempo, come “La sconfitta pegvieo da youtube, la testimoniangiore?” o “La forza più grande?”
JANNA JESSEN : LA BAMBINA DI DIO
za di una ragazza, Janna Jessen,
o ancora “Il difetto peggiore?”.
“nata da un aborto” o per meglio dire, ad esso sopravvisOgnuno ha risposto copme pensava fosse corretto, per poi
suta ( consigliamo a tutti di vederla, basta digitare “LA
incorrere in una “correzione”. Infatti ci è poi stato rivelato
BAMBINA DI DIO”). Dopodichè abbiamo parlato di ciò
che quete domande erano tutte facenti parte d una riflesche ne pensavamo sull’argomento. Tutti abbiamo asserito
sione di Madre Teresa, nella quale a ogni domanda veniche l’aborto è da evitare nelle situazioni comuni. Ma nei
va data una risposta, che abbiamo confrontato con le nocasi particolari? Su questo abbiamo molto discusso, visto
stre. L’argomento di questo breve ma intenso percorso da
che sono molte le situazioni in cui ci si ritroverebbe a
noi fatto ( che comunque, anche se con discontinuità a
pensarci due volte. Faccio alcuni esempi: madre in serio
causa della preparazione alla Pasqua, continueremo a
pericolo di vita nel portare avanti la gravidanza; bambino
rprendere) è decisamente interessante, nonché fonte di
con malformazioni talmente gravi che gli provocherebbecrescita, data dal confronto che eseguiamo in ogni inro la morte immediata alla nascita. In quest’ultimo punto
contr, che ci fa prendere in considerazione ogni aspetto
è sorta un’altra implicazione: in effetti verrebbe da dire
della questione. Che in questo caso è qualcosa di bello,
“si lasci fare alla natura il suo corso”. Ma chissà se il
delicato e particolare come la vita.
bambino, a causa delle malformazioni (si prendano in
Marco Di Franco
"Esce quando ci riesce….e con l’aiuto del tuo contributo"
Sosteniamo il nostro giornale. Inviate o fate pervenire
foto e articoli alla redazione “Giovani In”
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TESTIMONIANZA FIDANZATI
Arriva un momento nella storia di una coppia di fiVivere il Matrimonio quindi significherà riuscire ad
danzati nel quale si sente l’esigenza di dare maggior
avere la forza di rinnovare la scelta e la decisione di
concretezza al camino ce si sta compiendo insieme e
Amarci. Pertanto il Matrimonio Sacramento abiliterà
di prendere con decisione la strada che porta al Mai coniugi ad essere un solo corpo anche nell’unione
trimonio.
fisica e nella procreazione.
Si è concluso per noi coppie di fidanzati il corso in
Dio stesso nel libro della Genesi disse: “ SIATE FEpreparazione al matrimonio cristiano. Le 12 serate
CONDI E MOLTEPLICATEVI” a tal proposito i
hanno rappresentato momenti di spunto, di dialogo e
genitori devono rispettare l’azione creativa di Dio
di riflessione sul significato dell’essere coppia e faaccogliendo i Figli che lui vorrà donarci senza modimiglia.
ficarne i piani con l’utilizzo di contraccettivi o pegIl filo conduttore è stato di capire e dare un valore
gio ancora dell’aborto.
cristiano alla decisione di amore che stiamo vivendo.
Concludendo il corso ha rinnovato il dialogo su valoGli argomenti trattati,
ri ed argomenti porper come strutturati,
tanti di una coppia/
hanno rappresentato un
famiglia;
percorso che partendo
ha sottolineato la
dal senso dell’essere
necessità di impocoppia ha poi spostato
stare finora il perl ’ at t en z i o n e
corso ed i valori sesull’apertura alla vita,
condo cui condurre
alla società, al diventale nostre scelte per
re ed essere famiglia. I
non trovarci senza
temi hanno quindi corisposte e senza fonstituito un percorso
damenta nei moche ci ha guidato alla
menti di difficoltà e
maturazione del sacradi meditare su una
mento del matrimonio.
decisione d’ Amore
Infatti il Matrimonio è
che riguarderà tutta
il patto, il contratto,
la vita, in quanto per
lo Sposalizio della Vergine di Raffaello
fatto per Amore fatto
la legge di Dio il
nella Fede, fatto da
Matrimonio è unico
Volontà personale, libera, responsabile, verso Dio,
è INDISSOLUBILE. “l’ uomo non divida ciò che
verso il coniuge, verso la società. Ma tutto questo è
Dio ha unito”.
assunto da Dio come segno sacramentale: segno cioè
Il nostro è stato un percorso in crescita e di crescita
in presenza del quale Dio stesso interviene per unire
che ci permette di vivere con occhi e di sentimenti
coniugalmente gli sposi e fare che due persone dinuovi la scelta del Matrimonio.
ventino “una sola Carne”. Infatti per noi Cattolici il
Quindi quello che ci rimane e un rinnovato entusiamatrimonio è Sacramento e come tale ha per autore
smo ed una più matura convinzione che il matrimonon i coniugi ma Dio.
nio, proprio per le sue “caratteristiche fondamentali”
L’effetto del matrimonio, quindi non riguarda solo il
sia la nostra Vocazione.
comportamento ma riguarda lo stesso essere delle
A nome di tutte le coppie del corso ringrazio Padre
persone, e su questo essere soltanto Dio può agire,
Pietro Leta e tutte le coppie sposate che insieme a lui
perché creatore dell’essere stesso.
hanno partecipato affinché questi incontri ci lasciasPer essere capaci del “Matrimonio sacramento” bisosero il segno di Dio.
gna essere inseriti in Dio, in Gesù, nella chiesa, viVincenzo La Mantia
vendo una Fede Operosa e nella Preghiera, intesa
come rapporto di Amore Vivo.
M. Rita Spanò
La misura dell’amore è amare senza misura.
Sant’Agostino
11
INCONTRO GIOVANI VICARIATO
Giovedì 9 Febbraio, come ormai avviene
nell’ultimo giovedì del mese da tre anni in
qua, i giovani di alcune delle parrocchie
del vicariato di zona si sono riuniti per un
momento di preghiera, riflessione, adorazione eucaristica e a volte anche di confessione.
Sono contento di dire che quest’ultimo
incontro eravamo un bel gruppo di persone.
L’incontro è stato presieduto da P. Oliva ,
che ha fatto riflettere sul racconto di Gesù
e la Samaritana, infatti in tema della riflessione è stato: l’acque è fonte di vita. E’
stato molto bello e soprattutto intenso il
momento in cui ognuno di noi ha messo
un po’ di incenso e ha detto una preghiera.
Abbiamo anche parlato di quando incontriamo Gesù, a volte capita che è proprio
davanti a noi in attesa di una nostra mossa.
Gesù è sempre vicino a noi, siamo noi che
spesso gli voltiamo le spalle.
Ognuno di noi desidera qualcosa, solo
che ogni volta che la conquistiamo dopo un po’ la mettiamo da parte e ne
vogliamo una nuova, come succede
con i giocattoli, i vestiti oppure il cellulare. E’ giusto che ogni tanto assecondiamo i nostri vizi, purtroppo però
non pensiamo mai a qualcosa di meno
concreto. E’ questo quello che vuole
da noi Gesù, che lo desideriamo, che
lo amiamo, e questo amore è una di
quelle cose infinite, lui non smette mai
di amarci e noi dobbiamo rendergli
grazie per l’amore che prova per noi,
per ciò che abbiamo e pregare per
quella povera gente che non ha niente
e va comunque avanti col sorriso. Io
penso che queste riflessioni ci aiutano
ad essere delle persone migliori e a
crescere nella maniera migliore, cioè
vicino a Gesù.
Germano Bartolotta
PROGETTO “GENESI”
Il 16 e 17 marzo alcuni giovani ed educatori dell’associazione “Giovani In” hanno partecipato agli incontri
del progetto “Genesi” (...per faciltare una rinascita associativa) , svoltisi nei locali del Cesvop a cura di
Mauro Cantoia , trainer e responsabile di ABC COMUNICATION .
Il corso ha avuto la finalità di Preparare la professionalizzazione delle associazioni, permettendo loro di aver
più soci motivati, in grado di saper comunicare e di condurre gruppi di soci in coordinamento con la dirigenza.
Questi gli obiettivi raggiunti
•
Motivare i giovani all’attività di volontariato.
•
Selezionare all’interno dell’associazione potenziali team leader (capi-gruppo) in grado di lavorare efficacemente con i giovani.
•
Coniugare le tecniche e la formazione della capacità di gestione con le istanze del volontariato.
•
Sviluppare nei capi-gruppo la comunicazione sia verso i soci sia verso il consiglio direttivo.
Destinatari:
Tutti i soci delle associazioni di volontariato dai 18 anni fino ai 35 anni.
Tutti i soci over 40 recettivi e innovativi.
•
•
Attività:
•
Motivazione,
•
Team Building (Costruzione del gruppo).
•
Leadership (conduzione di personale).
•
Comunicazione efficace tra i soci.
12
BENTORNATO, PADRE MIMMO
L'incontro con p. Mimmo è legato alla visita che i carmelitani fanno ogni triennio in ogni loro convento e in prossimità
al prossimo Capitolo provinciale che viene celebrato ogni tre anni con l'elezione o rinnovo del Provinciale e Consiglieri. Vuole essere un momento fraterno di conoscenza della realtà locale, del cammino che si va facendo, per animare
dare sostegno e ricordare le motivazioni essenziali dell'essere carmelitani in un ambiente a servizio della Chiesa e del
popolo di Dio. Da parte nostra accoglienza, affetto riconoscenza e desiderio di confrontarci con il Provinciale e il Consiglio.
Il 22 Febbraio, in occasione delle Ceneri, primo giorno
di Quaresima, abbiamo ricevuto la gradita visita di Padre
Mimmo Meloni e Padre Luca Cau, rispettivamente Provinciale e Vice Provinciale dei Carmelitani. Essi, insieme con i nostri sacerdoti, hanno celebrato l’Eucaristia, in
questo giorno così importante per noi cristiani, giorno
che, ancora una volta, ci invita alla conversione.
Con parole semplici, ma dettate dal cuore, ci ha indicato
la via da seguire: con la grazia dei Sacramenti, in particolar modo l’Eucaristia e la Riconciliazione; con la preghiera, momento intimo con Dio; con la carità, verso i
nostri fratelli più bisognosi; con il digiuno, cioè il privarsi di quelle cose effimere, che spesso ci allontanano da
Dio, e con le quali Lo sostituiamo….
La sua coinvolgente omelia ci ha lasciato un segno indelebile: molto spesso dimentichiamo, presi dalle cose del
mondo, di ringraziare Dio per i doni che ha voluto regalare a noi uomini. Lui ci ha invece ricordato che grazie a
Gesù, al suo estremo sacrificio, noi abbiamo conosciuto
la vita, la bellezza della natura, l’amore, abbiamo ricevuto dei carismi, dei talenti, che, egoisticamente, teniamo
per noi, senza offrirli agli altri. Invece facciamo come
Gesù, indossiamo il grembiule, sbracciamoci, aiutiamo il
prossimo…
La sera, nel salone parrocchiale, si è svolto un incontro
tra la comunità e gli stessi sacerdoti, per un momento di
conoscenza reciproca. Solito tasto dolente: nonostante
gli inviti e le sollecitazioni del nostro parroco, soltanto
16 adulti e 15 giovani hanno partecipato a questo incontro. E, come sempre, gli assenti hanno avuto torto. E’
stata una bellissima esperienza, durante la quale giovani
e adulti ci siamo “raccontati”, parlando del nostro cammino, anche con qualche aneddoto divertente o serio……. Sapevate, per esempio, che Piero D’Addelfio da
ragazzo era entrato in seminario per farsi prete, e che
dopo una settimana lo hanno “cacciato” per la sua esuberanza? O che Giuseppe Sardisco, senza sapere come, si è
trovato un giorno davanti al portone delle Sorelle di Madre Teresa di Calcutta, alla ricerca di Dio? Peccato per
voi assenti, un’altra volta ve lo racconteremo……
La serata si è conclusa con una bellissima testimonianza
di Padre Luca Cau, punto di riferimento per tanti giovani, che ci ha narrato la sua esperienza missionaria in Colombia. Egli, insieme con altre persone, sta portando avanti un progetto di Evangelizzazione, così pieno di difficoltà che, per noi gente comune, sono impensabili. La
mancanza di strutture adeguate, di vie di comunicazione
decenti, le grandi distanze tra un villaggio ed un altro,
l’estremo stato di povertà degli abitanti del luogo, la difficoltà a reperire medicine e viveri di prima necessità,
sono soltanto alcuni degli ostacoli da superare. Ma
l’amore per il prossimo e la vicinanza del Signore ha
fatto sì che mai, lui e tanti altri uomini di buona volontà,
si siano arresi, anzi…
Mentre padre Luca parlava di queste cose, vedevo nei
suoi occhi una luce, che solo la grande fede in Dio può
trasmettere. Grazie anche a te, per quello che fai per gli
altri, e per come lo fai.
Vi aspettiamo entrambi, magari con la presenza di qualche persona in più, e magari in occasione della festa di S.
Sergio I Papa, che cercheremo di organizzare al più presto. Grazie!!!!
Mimmo Burgio
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San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria
19 marzo
Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le
comunicazioni del Signore attraverso l'umile via dei sogni. Come l'antico Giuseppe, è l'uomo
giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide.
Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall'Egitto, rifacendo il cammino dell'Esodo.
Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome
nel Canone romano. (Mess. Rom.)
Patronato: Padri, Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi, Procuratori Legali
Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
Emblema: Giglio
SAN GIUSEPPE: TRA FEDE E TRADIZIONI
La “vampa” di San Giuseppe, che ricorre
ogni anno la sera della vigilia del 19 Marzo,
costituisce un momento importante di riunione
della comunità attorno ad un fuoco comune.
Tutta la settimana prima del festeggiamento è
impegnata per la ricerca del legno da bruciare,
e la ricerca coinvolge soprattutto i ragazzini
del che spesso organizzano, in anticipo, anche
fuochi nel quartiere...ma si sa che se non ci
sono gli adulti a guidarli spesso i ragazzini tendono a sviare.
Tutti sanno che la vampa di San Giuseppe è
un omaggio al santo, ma qual è il senso del
fuoco? Che senso ha offrire al santo un falò?
Occorre comprendere come alla base di una
tradizione ci sia sempre una storia,
un’evoluzione e un insieme di elementi diversi
che convivono.
L’origine della “vampa “ é da ricercare nelle
culture presenti nel nostro territorio in passato, fondate su un’economia prevalentemente
agricola e pastorale, un’economia legata dunque al tempo e ai cicli stagionali. Per tali culture , ch’erano politeiste e devote al culto delle
forze divinizzate della natura, i passaggi di stagione e i cambiamenti climatici costituivano
momenti disordinati che erano soggetti perciò
allo scatenarsi delle entità negative.
L’accensione dei fuochi nei momenti di passaggio aveva proprio lo scopo di esorcizzare il
tempo e lo spazio, in virtù della funzione purificatrice e riparatrice del fuoco.
Nella situazione attuale il significato del rito è
totalmente cristiano .
Nell’idea generale del rito il fuoco costituisce
un’offerta al Santo e per questo ci si adopera
in gruppo affinché si organizzi un bel fuoco
così da propiziarsi il favore del Santo.
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SAN GIUSEPPE: TRA FEDE E TRADIZIONI
Il mercatino di san Giuseppe si è svolto
nei giorni 17-18-19 marzo.
Una settimana prima abbiamo cominciato
con la preparazione e sistemazione dei vari
oggetti offerti da tanti parrocchiani.
All’apertura dopo la preghiera di P.Pietro è
iniziata ufficialmente la vendita.
Per me come nuova responsabile di tutti i
gruppi zonali è stata la prima esperienza in
assoluto. È molto faticoso però mi ha arricchito perché è stato uno scambio economico a scopo benefico. Il rapportarsi con le
persone di ogni età è stato un arricchimento
spirituale personale.
Francesca Prinzi
Il pane e' legato a San Giuseppe.
Infatti Giuseppe era originario di Betlemme che
significa , appunto, “casa del pane”. Inoltre San
Giuseppe è il padre della sacra famiglia è il patrono dei lavoratori .
Il pane richiama appunto il lavoro, prova ne e' il
nostro modo di dire dialettale: "Mi va' buscu u pani", ovvero, "vado a lavorare".
Il nostro territorio, ha bisogno non tanto dei beni
materiali, ma di lavoro, la cui carenza, vera e grave
piaga che si trascina da troppi anni.
Benedire il pane e' un augurio per noi, una speranza, affinche' la nostra città possa offrire lavoro anche e soprattutto ai giovani.
Si ringraziano i 7 panificatore del nostro quartiere
hanno donato il pane che il giorno della festa di
San Giuseppe, dopo essere stato benedetto durante
la celebrazione, è stato distribuito a tutti i presenti
e portato dai ministri straordinari nelle case di
quanti, da tempo, per motivi di salute sono impossibilitati a presenziare.
www.parrocchiasansergio.it
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FESTA DELLE MESSAGGERE
25 Marzo 2012: giorno dell’annunciazione.
Non poteva esserci giorno migliore per festeggiare le messaggere , donne che, mensilmente, portano a tutte le famiglie
della parrocchia la lettera ai cristiani.
Così come l’angelo Gabriele portò l’annuncio a Maria, anche loro portano insieme agli avvisi della parrocchia, il Vangelo commentato dal parroco.
www.parrocchiasansergio.it
Dopo la celebrazione il gruppo “Giovani In” e il gruppo “Scout” hanno distribuito pecorelle, pulcini e campanelle di
pasta di mandorle, da loro preparati nei giorni precedenti. Il ricavato è stato suddiviso tra i due gruppi per l’ autofinanziamento delle loro attività.
Si ringraziano quanti hanno risposto in maniera generosa all’ iniziativa.
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A Brancaccio si può fare!
Ciao ragazzi!!
Abbiamo deciso di riportare nel titolo del nostro articolo il messaggio che ADDIOPIZZO
ha lanciato al nostro
quartiere in questi giorni, sperando che anche
voi siate consapevoli e prendiate parte a questo cambiamento. Il 9 Marzo, infatti, le associazioni “Addio
Pizzo” e “Libero Futuro” hanno organizzato un corteo
coinvolgendo le scuole elementari, medie e superiori
del quartiere, un corteo che è partito dalla scuola
“Alessandro Volta” e si è concluso a Piazza Torrelunga. I ragazzi delle associazioni si sono poi messi a
disposizione in pianta stabile con i gazebo in piazza,
dando la possibilità alla gente di avvicinarsi e ricevere
informazioni, e organizzando un volantinaggio per
sensibilizzare tutti, ma soprattutto i commercianti, a
“liberarsi” da questo peso e unirsi al gruppo dei negozi che non pagano il pizzo.
Alla fine del corteo abbiamo intervistato due ragazzi
di Addio Pizzo, e alla nostra domanda sulle risposte
positive che hanno ricevuto, Silvia risponde: “Ci stiamo lavorando. C’è stato già qualche commerciante
che ha collaborato e questo è già un buon segno per
questo quartiere, che è un quartiere particolare. Addirittura sono stati arrestati degli estorsori, grazie alla
loro collaborazione. Siamo voluti venire qui collaborando con le scuole e le chiese perché sappiano che
non sono mai soli e che li sosteniamo sempre.”
“Era un modo per andare per le strade di Brancaccio e
comunicare alla gente “Qua ci sono i vostri ragazzi,
che vi lanciano un messaggio: loro ci sono, e sono
pronti a cambiare”, aggiunge Pico. “Sta agli abitanti
del quartiere recepire il messaggio, noi abbiamo aperto un varco di dialogo, e cerchiamo di lavorare per il
territorio e per la gente, ma soprattutto CON la gente.
E’ un’occasione per cui i palermitani facciano qualcosa di utile per i palermitani.”
Infine abbiamo chiesto a Silvia se ci fosse un episodio
particolare che ricorda con piacere e che la spinge ad
andare sempre avanti con speranza: “Una volta, – dice- organizzando degli incontri con i bambini delle
scuole, una bambina delle elementari, tornando a casa, ha chiesto al suo papà se anche lui pagasse il pizzo. Il papà, non sentendosi perfettamente a posto con
la coscienza, decise di denunciare e cambiare per poter rispondere alla domanda della figlia.”
E allora forza ragazzi, perché i risultati si vedono, anche se piccoli e lenti, e cominciano proprio da noi che
siamo il futuro, con i piccoli gesti di ogni giorno.
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SCUOLA
E CULTURA ANTIMAFIA
per un ponte culturale nel mediterraneo
www.etnomediterranea.org—email: [email protected]
I
l 21 marzo presso l’Aula Teatro della scuola SECONDARIA di PRIMO GRADO STATALE “S. QUASIMODO”
in via Fichidindia, nel quartiere Brancaccio, si è svolta la
Manifestazione conclusiva del Progetto POR: “Cittadino
Studente - Competenza e partecipazione”
Ai saluti di apertura del dirigente scolastico, prof. Vito
Pecoraro, e delle autorità presenti, sono seguiti gli interventi della prof.ssa Giuseppa Bruno, già Dirigente scolastico dell’Istituzione scolastica, e di Maurizio Artale, Presidente del Centro di accoglienza “Padre nostro”, dei Coordinatori, prof. Alessandro Cicciari e dott.ssa Ivana
Mannone e dei valutatori, dott. Francesco La Varvera e
dott.ssa Liliana Vassallo.
Durante la manifestazione è stato possibile assistere all’
esibizione canora di alcuni alunni, tratta dallo spettacolo
teatrale “Don Pino: Spiranza e Libirtà”, recital dedicato a
Padre Pino Puglisi, interamente realizzato dalla scuola
“Quasimodo” e già rappresentato in diverse manifestazioni
provinciali.
Dopo una breve pausa caffè e all’ esibizione canora del
coro del liceo scientifico “E. Basile”, è stato presentato il
III numero della rivista: “Scuola e Cultura antimafia”.
La rivista è realizzata grazie alla collaborazione delle istituzioni scolastiche del territorio Brancaccio-SperoneRomagnolo e all’impegno di dirigenti scolastici e dirigenti
regionali quali la prof.ssa Anna Maria Ajovalasit, il prof.
Claudio Paterna e il prof. Roberto Tripodi.
Da quest’anno la rivista ha modificato il suo aspetto grazie
alla collaborazione del tecnico Giovanni Corrao che si occupa del progetto grafico e impaginazione.
La rivista può essere consultata on line nei seguenti siti:
www.itivolta.pa.it
www.etnomediterranea.org
http://issuu.com (scrivere nella casella ricerca: scuola e
cultura antimafia )
La Direzione e la redazione del giornale
“Giovani In...formazione “
ringraziano l’ Arch. Roberto Tripodi, dirigente
scolastico dell’ I.T.I.S. “A. Volta” per la sensibilità manifestata nei confronti delle problematiche giovanili e per la solidarietà dimostrata mettendo a disposizione strumenti informatici che
hanno permesso la stampa di questo numero.
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
“ALESSANDRO VOLTA”
Passaggio dei Picciotti, 1 - 90123 Palermo
tel. 0916494211 fax 091474126
e-mail: [email protected] ;
[email protected]
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PALERMO: CULTURA DELLA LEGALITÀ E SOCIETÀ MULTIRELIGIOSA
Nella serata del 30 marzo, davanti le arcate del
meraviglioso ingresso della cattedrale, un palco
pieno di luci, colori e musica ha rallegrato i giovani di Palermo offrendo loro un riuscito mix di
tradizioni e novità. L’evento, infatti, aveva lo
scopo di ricordare ai ragazzi gli insegnamenti di
grandi personaggi del passato, come Papa Giovanni Paolo II e Padre Pino Puglisi, ma anche di
aprirsi alla conoscenza delle altre interessanti
culture, che spesso si incontrano tra loro e con
le quali condividiamo il sogno di un mondo di
pace e giustizia per tutti.
Per sottolineare che è importante avere dei solidi punti di riferimento e che per raggiungere
l’obiettivo di una Sicilia più pulita e aperta, bisogna accettarci con le differenze e cooperare
aiutando i più deboli, il “Cortile dei Gentili” ha
organizzato l’esibizione di danze asiatiche, cori
protestanti e cantautori siciliani, invitando anche noti ospiti come la soprano Trivella, Amedeo Minghi, i ragazzi di “Addio Pizzo” e il cardinale Gianfranco Ravasi. È stata una nottata
variopinta e suggestiva, che ci invita ad aprire le
menti e i cuoiri agli altri e a combattere questa
corruzione che lentamente continua a distruggere la nostra città, quest’omertà che ci rende tutti
vittime della paura e del nostro egoismo, e che
porta solo all’autodistruzione.
Erica Cappellano
Il procuratore Antimafia Pietro Grasso e
i ragazzi dell’associazione “Addio Pizzo”
Il cantante Amedeo Minghi
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Il gruppo “Migranti e intercultura”, guidati da P. Sergio Natoli
S.E.R. Cardinale Gianfranco Ravasi
Partecipare alla manifestazione della serata del 30 marzo è stato molto bello perché . È stato un momento di
fratellanza fra giovani e meno giovani della città di Palermo e popoli di diverse civiltà.
Dopo i discorsi del cardinale Romeo, del procuratore
antimafia Pietro Grasso e dei ragazzi dell’associazione “
Addio Pizzo”, sono cominciate le danze dei popoli africani e asiatici che hanno visto impegnati ragazzi di tutte
le età che ci hanno, così, fatto conoscere la musica e i
gesti dei loro paesi.
Subito dopo le esibizioni di un coro gospel, di una soprano e del cantautore Amedeo Minghi.
Ma quello che è stato gradito di più da tutti i ragazzi
presenti è stato il cantautore siciliano Mario Incudine
che, con il suo gruppo, ha messo in movimento tutti i
partecipanti, cardinali compresi, facendoci cantare un
divertentissimo “Troppu very well”.
Alla fine, sia il cardinale che il presentatore hanno ringraziato gli spettatori per l’ascolto e tutto si è concluso
con un forte applauso.
Giulia Ingrassia
A PROPOSITO DI DIO PADRE CHE CI EDUCA……
“Solo in Dio riposa l’anima mia”. Così recitano le parole
di un canto della Liturgia.
Non è facile, oggi più che mai. Abbiamo altri “dei” su cui
far “riposare” la nostra anima. Abbiamo la televisione,
che, sin dal mattino, entra nelle nostre case e sta con noi
tutto il giorno. Vero è che oggi sempre più, poverina, la
stiamo sostituendo con un altro “dio”, il computer: ormai
tutti, adulti, ragazzi, e anche i bambini, sanno come usarlo. Casalinghe che, tra un servizio e l’altro (spesso trascurandoli), o mentre il cibo cuoce
(speriamo che non si bruci),
distraggono la loro mente,
riempiendo le bacheche di Facebook di annunci, foto, giochi
e altro….Lavoratori che, dal
loro posto di lavoro, spesso (a
dire il vero molto spesso) si prendono delle pause, e anche loro navigano nel “virtuale”. Non parliamo poi dei
bambini e ragazzi, loro sono dei veri maghi.
Le nostre anime hanno trovato il posto dove poter riposare, altro che Dio! Per Lui, basta la Domenica, quando facciamo il nostro “dovere” andando a Messa. Poi, durante
la settimana, ogni giorno abbiamo tanti impegni da non
poterGli dedicare molto tempo, Lo lasciamo SOLO, e
talvolta neanche un pensiero rivolgiamo a Lui. Ma tanto,
Lui, è sempre in compagnia, ha con sé Gesù e lo Spirito
Santo, la Madonna, i Santi, e tutti gli Angeli…….. che se
ne fa della nostra misera compagnia? Lui, al contrario,
non ci lascia mai soli, il Suo pensiero è sempre fisso su di
noi, non si fa distrarre da nulla.
Poi … un bel giorno (speriamo mai)…. Qualcosa di tragico ci colpisce, purtroppo la nostra vita terrena ha di que-
ste vicissitudini. Allora, in quel momento, ci accorgiamo
che i nostri tanto amati “dei” non possono aiutarci, né
darci alcun conforto. Con l’animo angosciato e tremanti
di paura, cominciamo a chiedere a Dio di aiutarci, lo preghiamo, lo imploriamo, mettiamo a nudo le nostre piccolezze. Alcune volte le nostre preghiere vengono esaudite;
altre volte, inspiegabilmente per noi, rimangono inascoltate. Il mistero di Dio non è dato a conoscerci. Siamo esseri troppo fragili al momento, e non possiamo entrare in
quelle verità soprannaturali,
non siamo ancora pronti. Dio,
da buon Padre, lo sa, sa che
siamo troppo deboli per conoscere alcuni segreti, sa che
non ne faremmo buon uso…… E allora?
Allora è semplice! Lui è il nostro Papà, noi siamo i suoi
piccoli figli, dobbiamo solo affidarci a Lui, esattamente
come i bambini si affidano ai loro genitori. Noi genitori,
non riveliamo tutto all’istante ai nostri figli, procediamo
gradualmente, secondo il loro grado di maturità. Abbiamo
insegnato loro a parlare, a camminare, a mangiare, ma
tutto è avvenuto lentamente. I nostri figli si sono fidati di
noi, hanno fatto sì che la loro anima riposasse in noi. Per
un qualunque dubbio o problema non sono andati da estranei, si sono rivolti a noi, e così noi, a nostra volta, lo
abbiamo fatto con i nostri genitori. E dunque?
Se riflettiamo, è così semplice riporre la nostra anima in
Dio, sicuri che Lui, da buon Padre, ne sa molto di più di
noi, oserei dire che…. ne sa una più del diavolo!!!
Ariam
Pasquetta a Bosco Ficuzza
“Ogni volta che due o tre sono riuniti nel mio nome , io sarò in mezzo a loro! “
Beh…veramente eravamo un po’ più di tre…
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SACRA RAPPRESENTAZIONE
Circa sei mesi fa mi è stato chiesto da Letizia e Michele
di partecipare alla morte e passione. Dopo un paio di
giorni ho accettato. Sono contento di aver accettato perché è stata un'esperienza di quelle che probabilmente non
si ripetono due volte. E stato davvero intenso vestire i
panni di Gesù, un emozione unica dall'ultima cena alla
resurrezione. Domenica 1 Aprile, il giorno della rappresentazione, avevo molta paura ma non di sbagliare qualcosa, ma di non riuscire a trasmettere il messaggio per cui
tra di loro per trovare il modo per farlo uccidere.
Il momento più pesante e doloroso di questa sacra rappresentazione è stata la via crucis; non riuscivo davvero a
stare in piedi mi sentivo stanco e pesante, come se avessi
davvero subito le frustate e avessi davvero vissuto la flagellazione. Dopo la seconda caduta, qualche lacrima ha
bagnato il mio volto, mentre camminavo con la mia croce
sulle spalle pensavo a quello che ha davvero dovuto affrontare Gesù per noi, tutto quel dolore e quella tortura
disumana, e poi penso che tutto questo l'ha fatto per noi,
quante volte, durante la nostra vita, facciamo qualcosa per
avevamo tanto provato.
Durante l'ultima cena a tavola guardando gli apostoli, in
quel momento non ho visto i personaggi, ho visto i miei
fratelli che mangiavano assieme a me. Ci siamo spostati
all'orto degli ulivi quando Gesù, nel suo momento di preghiera, chiede al Padre Suo di allontanare ciò che lo aspetta, ed è qui che, più di qualsiasi altro momento, Gesù
non si mostra come il figlio di Dio, ma come un uomo
che ha paura di ciò che lo aspetta; nel momento in cui ero
in ginocchio tremavo perché pensavo a quanto può essere
difficile per un uomo conoscere il sentiero della propria
morte e intraprenderlo comunque per l'amore verso gli
altri. Gesù ama tutti, anche quelli che non lo amano affatto, ed è brutto vedere come i sommi sacerdoti discutono
ricambiare Gesù del suo sacrificio?
Dopo il percorso della via crucis, siamo arrivati al "monte
Calvario" dove le guardie piantano i chiodi a Gesù e i
ladroni e alla fine ci mettono in croce. Se dovessi descrivere com'era stare in croce, avrei una sola parola: orribile.
È la morte peggiore che un uomo possa aspettarsi, una
lenta e dolorosa agonia che ti porta via la vita dal tuo corpo insieme al tuo ultimo respiro.
Gesù, sopra la croce, con i chiodi piantati sulle mani e
sulle gambe, senza uno spazio nel suo corpo che non fosse stato dilaniato dalle frustate, alza la testa al cielo e,
parlando con il Padre Suo dice: Padre, perdonali, perché
non sanno quello che fanno!
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PASSIONE
PASSIONE--MORTE
MORTE-- RESURREZIONE DI GESU’
Mentre ero sopra la croce, dopo aver detto la frase: Elì,
Elì, lamà sabactani! (Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?) Mi sono sentito davvero male e dalla vita
alla punta delle dita delle mani e dei piedi non ho sentito
più niente, solo un formicolio. Ho sentito svanire tutto
soltanto quando ho esalato l'ultimo respiro e simulato la
mia morte.
Quando Maria mi teneva sulle sue ginocchia mentre ero
morto, mi è passato dalla mente quanto possa essere brutto per un genitore sopravvivere al proprio figlio e seguirlo
nel suo cammino dopo aver assistito alla sua flagellazione. E' passato subito questo momento, non so perché ma
da quando mi hanno poggiato sulle ginocchia di Maria,
per me sono passati due secondi prima che gli apostoli mi
prendessero per portarmi dentro la chiesa.
Abbiamo perso un po di tempo per la resurrezione perché
non riuscivo ad alzarmi e mi girava ancora la testa. Ma
quando finalmente sono uscito dalla porta della chiesa e
ho sentito quell'applauso, ho capito subito che per tutti è
stato il momento più emozionante; è stato davvero molto
emozionante vedere tutti che mi venivano ad abbracciare
piangendo, e mentre eravamo in cappella ho capito che
tutti noi eravamo riusciti nel nostro intento.
Questi sei mesi di prove sono stati pesanti e stancanti, ma
è stato bello vedere come, sera per sera, ci conoscevamo
meglio tra di noi e ora, quelle che erano tante famiglie, ci
ritroviamo ad essere come una sola famiglia; spero che
tutto questo non svanisca e che la nostre unione possa
durare per sempre ricordando questo momento.
Ringrazio il Signore perché è stato vicino ad ognuno di
noi, e spero di ricordare sempre ogni singolo momento di
questa sacra rappresentazione.
Germano Bartolotta
Ho ancora davanti gli occhi il portone della chiesa chiuso con la
croce rossa accesa,sono al telefono con Peppe e gli sto dando le
direttive per quando aprire il portone e fare uscire Gesù ( il personaggio interpretato da Germano).
E' tutto pronto la musica è partita aspetto il ritmo che aumenta,gli
do'l'OK : ecco si apre, si spalanca il portone lentamente e viene
fuori una luce immensa tutta bianca.
Che emozione, mi trema la voce al telefono ma con certezza dico
di fare uscire Gesù,ho dei brividi lungo la schiena mi spunta una
lacrima lo comunico anche a Peppe "è bellissimo " gli grido.
Adesso vedo lui Gesù che avanza lentamente davanti il sagrato con
fare maestoso ,comincia a scendere i gradini e cosi che immagino
nostro Signore sia Risorto.
Ecco adesso mi passa la stanchezza ,la mia piccola croce che che
ho portato in questi mesi di lavoro e preparativi insieme a Letizia
scompare sono risorto anche io.
Mi assale una leggerezza. Appena dentro la dentro la cappella insieme a tutti i personaggi ci raccogliamo in preghiera.
Abbiamo una voglia matta di abbracciarci, di stringerci più forte
che possiamo e lo facciamo .
E' meraviglioso il caldo abbraccio di un amico con cui hai camminato insieme x un unica stessa meta e arrivarci insieme ti dà una
FORZA che puoi spostare le montagne.
Leggo negli occhi di tutti loro una gioia che non ha pari,che non si
può descrivere, stiamo li' a guardarci, nessuno vuole andare via.
C'è voglia di stare insieme e lo faremo ancora .
"DIO EDUCA IL SUO POPOLO" attraverso una rappresentazione . FANTASTICO
Michele Stanzione
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Febbraio—Marzo
2012
"Esce quando ci riesce…..
Con la convocazione iniziata
nel mese di ottobre, si è cercato
di coinvolgere quasi tutte persone nuove, che non avessero fatto
mai questa esperienza e a quelle
pochissime che già avevano
partecipato sono stati assegnati
ruoli diversi dalla precedente
esperienza.
Le prove sono iniziate a novembre e si sono protratte fino
alla vigilia della rappresentazione quando si è concluso questo
percorso con un momento di
preghiera, che ha anche raccolto
le testimonianze di ognuno.
Nel pomeriggio della Domenica
delle Palme la Comunità di San
Sergio, in preparazione alla Pasqua , ha vissuto un momento
forte di riflessione, preghiera e
contemplazione del mistero della
Passione-Morte e Resurrezione di
Gesù.
Questa esperienza è stata riproposta dopo dodici anni.
Il testo è stato redatto dai due registi
che lo hanno tratto per la maggior
parte dai testi biblici. Anche per i costumi e la scenografia si è tentato di
essere il più possibile fedeli alla realtà
del tempo in cui si svolsero i fatti.
www.parrocchiasansergio.it
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Febbraio Marzo 2012 - Parrocchia San Sergio I Papa