PIANIFICAZIONE DEI PAESAGGI
E DEI TERRITORI TURISTICI
LE COMPONENTI PAESISTICHE
COMPONENTI DEL PAESAGGIO
Il paesaggio geografico abbraccia elementi
visibili ma anche fatti non visibili.
Ogni paesaggio geografico è costituito da
fondamentali componenti:
 componenti fisiche o naturali
 componenti umane
A tali elementi materiali e chiaramente
percettibili, si aggiungono altri segni dell’azione
umana, nel senso che i comportamenti fisici sono
stati più o meno alterati.
COMPONENTI FISICHE
Le principali componenti (o fattori) fisiche sono:
 il clima,
 il rilievo,
 le acque (fiumi, laghi, paludi),
 la presenza del mare e di particolari correnti
marine,
 la forma delle coste,
 i tipi di suoli,
 il ricoprimento vegetale e animale,
 la disponibilità di materie prime minerarie e di
fonti energetiche.
COMPONENTI UMANE
Oggi, su tanta parte della Terra, alle componenti
fisiche si associano quelle umane, come:
 le sedi di abitazione
 le vie di comunicazione e le infrastrutture
 gli insediamenti (urbani, industriali, turistici, ecc.)
 le manifestazioni proprie delle civiltà e delle
culture
 la popolazione stessa.
COMPONENTI UMANE
Vi sono inoltre altri fattori umani, che interagiscono
e lasciano segni differenti sul paesaggio naturale:
 la cultura,
 le credenza religiose,
 gli avvenimenti politici,
 lo sviluppo della storia,
 la struttura della società,
 i contatti fra i popoli,
 le migrazioni,
 i modelli economici
 i livelli di produzione.
TIPOLOGIE DI PAESAGGIO
Pertanto si distingue tra:
 paesaggio naturale
 paesaggio umanizzato
Nei paesi civilizzati e di denso popolamento il
primo sussiste oramai soltanto in particolari
aree ristrette, come le distese polari, l’alta
montagna, le coste scoscese, le sommità di
vulcani attivi.
SEGNI DELL’AZIONE UMANA
Le modificazioni che l’individuo apporta al/nel
paesaggio possono essere:
- dirette e volontarie, per raggiungere
determinati suoi scopi
- conseguenze indirette dei suoi interventi
Ambiente, ecosistemi, paesaggio geografico
rappresentano stati di equilibrio, a volte fragile,
che l’individuo può disturbare con le sue azioni.
IL CLIMA E L’UMANITA’
La popolazione è distribuita in modo disomogeneo:
il 90% vive nell’emisfero boreale
il 10% in quello australe.
Le aree di massima densità sono:
• Estremo Oriente
• Europa Occidentale
• Nord America tra Grandi Laghi e Atlantico.
I climi più adeguati alle esigenze dell’individuo
paiono essere quelli monsonici, caldi a inverno
secco, propri del sud-est asiatico, e quelli temperati
euro-americani.
Densità della popolazione mondiale
Distribuzione della popolazione
mondiale
CLIMA E PAESAGGIO
I paesaggi della Terra manifestano una grandissima
varietà e vastità.
Si passa infatti dai caldi deserti dell’Africa e
dell’Australia alle fitte foreste pluviali dell’America
Latina e dell’Asia Orientale, dal desolato paesaggio
della tundra siberiana alle verdi praterie statunitensi.
Questi ambienti occupano immensi spazi.
Alla varietà degli ambienti corrisponde una grande
varietà di modi di vita.
Il clima è il fattore primario di diversità dei
paesaggi.
LE FASCE CLIMATICHE
Dall’Equatore verso i Poli si succedono alcune
fasce climatiche fondamentali disposte secondo
l’andamento dei paralleli.
Le principali regioni climatiche si definiscono
considerando i valori medi di temperatura e
precipitazioni mensili e annue, la latitudine,
l’altitudine, la presenza di venti costanti, la
presenza di correnti marine e la varia
distribuzione di terre e mari.
LE FASCE CLIMATICHE
Le principali fasce sono:
- fascia tropicale (umida/arida)
- fasce temperate (calde/fredde)
- fasce fredde
- fasce glaciali
- zone di transizione
LE FASCE CLIMATICHE
LE FASCE CLIMATICHE
LA FASCIA TROPICALE
Comprende lo spazio esistente tra i due Tropici ed
è tagliata a meta dall’Equatore.
La temperatura del mese più freddo è superiore ai
15° centigradi e per almeno sei mesi all’anno le
temperature medie mensili sono sopra i 22°C. Le
precipitazioni sono variabili.
Nei luoghi più umidi crescono le grandi foreste
pluviali, in quelli più aridi si impiantano le savane
e le steppe, in quelle particolarmente secche
dominano i deserti.
LE FASCE TEMPERATE
Sono due, simmetriche, posta l’una a nord del
Tropico del Cancro l’altra a sud del Tropico del
Capricorno. Occupano lo spazio compreso fra i
Tropici e l’isoterma dei 4°C.
Anche nella zona temperata, a seconda dell’entità
delle precipitazioni, si alternano tipi di vegetazione
diversa, dai boschi, alle praterie, alle steppe, ai
deserti.
Ovviamente ciascuno di questi ambienti è popolato
da animali diversi e può favorire/limitare
l’insediamento umano.
LE FASCE FREDDE
Si estendono dall’isoterma dei 4° centigradi fino
alle regioni coperte da ghiacci perenni. A causa
della diversa estensione dei continenti boreali e
australi, la fascia fredda (ed in misura minore
anche le altre) risulta molto più estesa
nell’emisfero boreale.
Vi prosperano la taiga, foresta di piante resinose, e
la tundra, prateria di muschi e licheni.
Nelle zone più continentali fa la sua comparsa il
deserto freddo.
LE FASCE GLACIALI
A differenza dei casi precedenti, la fascia polare
dell’emisfero australe è più estesa di quella a nord
dell’Equatore. Nel primo caso corrisponde
all’immensa calotta di ghiaccio del continente
antartico; nell’emisfero boreale è la fascia glaciale
costituita dal Ghiacciaio groenlandese e da quelli
delle isole dell’Arcipelago canadese.
La vegetazione è pressoché inesistente; vi
dimorano pochi animali, sempre nelle zone
costiere, a contatto con la acque oceaniche dalle
quali traggono il loro nutrimento.
LE ZONE DI TRANSIZIONE
Nelle aree di contatto fra le diverse fasce climatiche
esistono zone di transizione, talvolta anche molto
estese, dotate di caratteristiche proprie.
Una delle più importanti è la zona mediterranea,
compresa fra la fascia tropicale e quella temperata
boreale. È particolarmente ampia attorno al Mar
Mediterraneo, là dove Asia, Africa ed Europa sono
contigue; esistono però piccole zone a clima
mediterraneo anche in sud Africa (attorno a Città del
Capo), in Australia sud-ovest, sulle coste occidentali
dell’America del nord (California) e del sud (Santiago
del Cile).
LE FISIONOMIE DEI PAESAGGI:
I BIOMI
Nelle diverse fasce climatiche si ripetono fisionomie
simili (morfologia, clima, vegetazione, popolamento
animale e umano ecc.) il cui insieme costituisce un
tipo di bioma.
Nell’ambito di ciascun tipo di bioma esistono inoltre
più biomi specifici.
I principali tipi sono quattro:
1. bioma delle aree estreme
2. bioma delle aree continentali
3. bioma delle aree umide
4. biomi di transizione.
1. TIPO DI BIOMA DELLE AREE
ESTREME
Si riferisce alle zone marginali delle terre emerse (1/3
dei continenti) con temperature molto estreme, molto
fredde oppure torride, e precipitazioni in genere
scarse. Date le caratteristiche inospitali del clima sono
poco abitate. Gli ambienti di questo tipo di bioma sono
quindi poco modificati dall’attività dei gruppi umani.
Comprende i biomi:
- polare
- d’alta montagna
- tundra
- deserto
BIOMA POLARE
Coincide con le fasce climatiche glaciali.
Comprende l’Antartide, la Groenlandia e le isole
dell’Oceano Artico (1/10 delle terre emerse).
La morfologia dominante è quella dei grandi
ghiacciai a calotta (90% riserve acqua dolce della
terra).
Le temperature medie mensili sono inferiori a 0°C
per tutto l’anno; le precipitazioni sono sempre
nevose.
ICEHOTEL
Jukkasjärvi
SWEDEN
BIOMA D’ALTA MONTAGNA
Riguarda le catene montuose, dove alle quote più
elevate si creano condizioni simili a quelle del
bioma polare.
Sulle montagne della fascia temperata, come le
Alpi, occupa le aree poste a quote superiori ai 2700
metri; sulle montagne della fascia tropicale il limite
inferiore del bioma si eleva fino a 4000-4500 m,
mentre nelle regioni fredde scende sotto i 1000 m.
Nel complesso ha un’estensione modesta, ma è
diffuso su tutti i continenti.
HOTEL RIFFELALP RESORT
ZERMATT
benessere al cospetto del
Monte Cervino (a 2.222 m)
BIOMA DELLA TUNDRA
È l’ambiente naturale tipico delle regioni boreali: i
grandi scudi granitici del Canada centro-nord e della
Siberia. Aree a tundra meno estesa si hanno nelle
penisole dell’Alaska e della Scandinavia in Europa.
Nel complesso occupa il 5% delle terre emerse. Il
freddo è intenso durante tre stagioni, con l’intervallo
di un’estate breve e fresca. Le precipitazioni non
superano i 400 mm l’anno; d’inverno nevica poco
ma la neve permane al suolo per 9-10 mesi.
Le condizioni climatiche permettono soltanto lo
sviluppo di una vegetazione pioniera, fatta di erbe
nane, muschi e licheni.
LODGE IN MEZZO ALLA
TRUNDRA, CANADA
BIOMA DEL DESERTO E DELLE REGIONI
SEMIARIDE
Riguarda deserti situati a tutte le latitudini.
Sono accomunati dalle precipitazioni assai scarse o
quasi nulle, che rendono difficoltoso il popolamento
vegetale ridotto a boscaglia nelle zone semiaride
oppure inesistente nei gradi bacini dei deserti salati
(Dancalia, Utah, ecc.).
Le temperature sono rigide in inverno nei deserti alle
alte latitudini (come il Gobi in Mongolia), torride in
quelli caldi (come il Sahara in Africa).
Deserti e regioni semiaride sono assai estesi (1/5
terre emerse) e stanno rapidamente espandendosi in
tutti i continenti.
ALLOGGI NEL DESERTO
Però…
2. TIPO DI BIOMA DELLE AREE
CONTINENTALI
Si riferisce alle parti interne dei continenti (1/3 delle
terre emerse), ove le precipitazioni sono meno
abbondanti rispetto alle zone costiere, ma più
frequenti che nelle aree desertiche.
Comprende:
- le praterie delle medie latitudini
- le praterie alpine
- le savane
- le steppe
TIPO DI BIOMA DELLE AREE
CONTINENTALI
Le temperature variano da quelle calde della fascia
tropicale a quelle moderate delle medie latitudini.
Il clima delle aree continentali è mite e adatto
all’insediamento dei gruppi umani.
L’ambiente naturale è quindi in parte modificato
dall’azione antropica: i pascoli delle medie latitudini
e delle savane, che ne costituiscono gli aspetti
fisionomici più tipici, sono trasformati sovente in
spazi agricoli e urbani.
BIOMA DELLE PRATERIE DELLE MEDIE
LATITUDINI
Occupa il 9% dei continenti.
Le precipitazioni sono basse o moderate (da 500 a
800 mm annui), concentrate in un’unica stagione o
intervallate da un lungo periodo secco. L’umidità
consente la crescita di erba.
La temperatura è tipicamente continentale, con forti
escursioni termiche annue (estati afose fino a 40° e
inverni gelidi fino a –25°C).
La prateria rappresenta la fisionomia tipica dell’Asia
orientale, dell’Europa centro-orientale, dell’Australia
orientale e del centro del continente nord-americano.
BIOMA DELLE PRATERIE DELLE MEDIE
LATITUDINI
I pascoli delle medie latitudini negli ultimi 150 anni
sono stati in parte dissodati e trasformati in spazi
destinati ad agricoltura estensiva (campi per la
cerealicoltura).
Quelli restanti sono utilizzati sovente per
l’allevamento (penisola dello Jutland in Danimarca,
praterie degli Usa, pascoli dell’Australia orientale e
della Nuova Zelanda).
La densità di popolazione umana è bassa e le grandi
città sono poche, eccetto casi sporadici come la parte
nord delle praterie americane, ove si sviluppano
centri urbani come Chicago, Detroit, Cleveland.
CASE VACANZA,
DANIMARCA
BIOMA DELLA PRATERIA ALPINA
È poco estesa ma diffusa nelle regioni montagnose di
tutti i continenti.
Occupa la parte medio-alta delle montagne, al di
sotto della fascia più elevata propria del bioma d’alta
montagna. Si sviluppa a quote diverse a seconda
della latitudine. Sulle Alpi è compreso fra i 1800 e i
2700 m.
La temperatura media annua si aggira intorno a 0°C
con forti escursioni termiche sia annue che
giornaliere.
Le precipitazioni sono molto abbondanti (2000 mm).
BIOMA DELLA PRATERIA ALPINA
La copertura vegetale è data da una prateria densa
fatta di erbe coriacee.
Il bioma in genere vede la presenza umana durante la
stagione estiva, quando è praticata la transumanza e
la prateria è sfruttata per il pascolo estivo.
PARCO TERMALE DI
VAL D’ILLIEZ, SVIZZERA
HOTEL LIEBES ROT FLUEH,
AUSTRIA
BIOMA DELLA SAVANA
Costituisce il tipo fisionomico più caratteristico
degli spazi tropicali africani, indiani, dell’America
meridionale. Occupa il 24% delle terre emerse.
Le precipitazioni variano molto (fra 300 e 2000 mm
all’anno) ma sono concentrate in una stagione
umida alternata ad un periodo privo di pioggia. In
ragione della quantità d’acqua a disposizione si
passa dalla savana rada, con erbe alte che seccano
nel periodo arido, alla foresta di arbusti spinosi
tipica delle giungle monsoniche (giungla indiana),
alla foresta a galleria lungo i fiumi.
BIOMA DELLA SAVANA
La temperatura è sempre elevata, con variazioni
stagionali insignificanti.
L’occupazione dell’ambiente da parte dei gruppi
umani cambia radicalmente da zona a zona. Lo
spazio è totalmente antropizzato nelle pianure
alluvionali dell’Asia monsonica (bacino dell’Indo,
del Gange-Brahmaputra, della Cina sud-orientale)
ove vive oltre 1/3 dell’umanità. Qui il territorio è
intensamente coltivato (riso) e urbanizzato.
BIOMA DELLA SAVANA
Il bioma naturale è invece più integro sugli
altopiani del Sud America e dell’Africa, ove la
densità di popolazione è molto bassa.
Qui la parte di savana che è dissodata viene
destinata a colture industriali:
 piante da fibra (cotone, iuta, sisal)
 piante oleose (colza, arachide)
 piante da infuso (tè, cacao, caffè).
BUNGALOW NELLA SAVANA, BOTSWANA
BIOMA DELLA STEPPA
Il bioma della steppa fa da transizione alle zone
aride e occupa lo spazio compreso tra le savane e i
deserti.
Le precipitazioni sono basse (200, 300 mm
annui), le temperature tipicamente continentali.
La vegetazione forma un’associazione vegetale
aperta: le erbe e gli arbusti coprono soltanto una
frazione del suolo e lasciano il resto nudo ed
esposto all’azione del vento.
Le steppe sono scarsamente popolate.
TENDE CIRCOLARI (GHER), MONGOLIA
3. TIPO DI BIOMA DELLE AREE UMIDE
Comprende ambienti molto diversi, tutti accomunati
da un’umidità sufficiente per alimentare la crescita di
grandi alberi, più esigenti d’acqua rispetto alle erbe
della prateria e agli arbusti. L’umidità, ovunque
abbondante, rende possibile la crescita della foresta, il
cui aspetto varia con la latitudine.
In particolare, tale tipo di bioma si trova:
- nelle regioni equatoriali
- nelle regioni costiere delle fasce temperate
- in una larga fascia delle regioni boreali
TIPO DI BIOMA DELLE AREE UMIDE
Regioni equatoriali: abbondanti precipitazioni
(oltre i 2000 mm annui) sono la conseguenza della
temperature elevata che favorisce l’evaporazione;
qui domina la foresta pluviale sempreverde, che
forma una tipica associazione vegetale chiusa,
senza suolo scoperto.
Regioni costiere delle fasce temperate: le piogge
sono copiose (da 1500 a 2000 mm) e ben
distribuite nel corso dell’anno per la vicinanza
degli oceani. Qui cresce il bosco a latifoglio con
piante a foglie caduche.
TIPO DI BIOMA DELLE AREE UMIDE
Regioni boreali: non piove molto (500 mm annui) ma il
suolo, piatto, è reso acquitrinoso dal divagare dei grandi
fiumi. Qui si sviluppa la taiga la tipica foresta ad
aghifoglie, formata da piante resinose (pini, abeti).
Prima dell’occupazione del globo da parte dell’umanità, il
bioma forestale si estendeva per circa 1/3 delle terre
emerse: oggi la situazione sta rapidamente cambiando: un
intenso disboscamento ha trasformato lo spazio forestale
in spazio rurale, urbano, industriale.
Si compone di due biomi principali:
- bioma della foresta equatoriale
- bioma della taiga
BIOMA DELLA FORESTA TROPICALE
È tipico delle regioni poste nella parte intermedia
della fascia tropicale, a cavallo dell’Equatore.
In Africa occupa il bacino del fiume Congo, sul
versante dell’Oceano Atlantico; in America
Meridionale il bacino del rio delle Amazzoni; in
Asia la foresta pluviale è tipica delle isole
dell’arcipelago dell’Indonesia e dell’estrema
fascia settentrionale dell’Australia.
La temperatura è torrida, con medie mensili che al
di rado scendono al di sotto dei 25°C nei mesi più
freddi. L’umidità è altissima.
RESORT NELLA FORESTA TROPICALE, BRASILE
BIOMA DELLA FORESTA A LATIFOGLIE
Costituisce la tipica foresta medio-europea a querce,
olmi, faggi, tigli e altre piante a legno duro.
Prospera anche nella regione atlantica dell’America
Settentrionale, fra le grandi praterie a sud e il bosco
ad aghifoglie a nord.
Nell’Europa sopravvive nelle regioni più marginali e
meno abitate, e quindi sugli antichi massicci
montuosi corrosi (Massiccio Bretone, Massiccio
Centrale, Ardenne, Vosgi, Foresta nera, Massiccio
Boemo, Carpazi, Balcani).
BIOMA DELLA FORESTA A LATIFOGLIE
Nelle pianure più popolate è presente soltanto in
lembi isolati sovente protetti con l’istituzione di
parchi naturali.
Fra i biomi forestali è il più degradato.
Nelle regioni più periferiche e lontane dai grandi
centri industriali, a causa del progressivo
spopolamento dovuto alla migrazione della
popolazione verso le città, la foresta sta
ricolonizzando aree un tempo coltivate ora
abbandonate.
CASA VACANZA, FORESTA NERA
BIOMA DELLA TAIGA
Occupa uno spazio enorme; si estende in un fascia
continua sia nel continente euroasiatico che in
America.
In Europa la foresta di pini e abeti inizia a ovest sulle
coste norvegesi, attraversa Svezia e Finlandia, si
allarga nel nord della Russia europea; più a est
ammanta gli Urali centro-settentrionali e attraversa
tutta la Siberia fino all’Oceano Pacifico (lunghezza di
oltre 10.000 km). In Canada la foresta si allarga dalle
coste alaskane dell’Oceano Pacifico a quelle del
Labrador sull’Atlantico.
Le temperature variano molto a seconda dei luoghi,
dai –60°C ai 15-20°C.
ECO-LODGE CALL OF THE WILD, TORONTO
4. TIPO DI BIOMA DELLE AREE DI
TRANSIZIONE
Fra biomi diversi si hanno zone di contatto, ove
tipi di vegetazione, di fauna e climi si
compenentrano.
Nascono così ambienti con fisionomie intermedie,
che sono da transizione fra i biomi più tipici.
Gli esempi sono numerosissimi; sovente
assumono aspetti fortemente differenziati e locali.
BIOMA MEDITERRANEO
È un tipo di bioma di transizione particolarmente
importante, sia per l’estensione areale, sia per i
caratteri biologici e climatici, sia per l’enorme
importanza che ha rivestito nella storia e nella civiltà.
Nelle regioni interessate da questo bioma, la
temperatura è mite, con modeste escursioni termiche
annue, e quindi particolarmente adatta
all’insediamento dei gruppi umani.
Le precipitazioni di norma poco abbondanti, sono
concentrate nella stagione fredda; sono sufficienti per
la coltivazione dei cereali.
BIOMA MEDITERRANEO
La vegetazione naturale è la macchia mediterranea,
fatta di piante sempreverdi d’alto fusto e da un ricco
substrato arbustivo.
Oggi l’associazione originaria è quasi ovunque
comparsa, distrutta dall’attività antropica.
Il territorio, in particolare in corrispondenza delle 4
penisole eurasiatiche (anatolica,balcanica, italica,
iberica) è in prevalenza collinare o montuoso.
VILLAGGIO TURISTICO,
SARDEGNA
GRECIA
CLIMI ITALIANI
In base allo schema della distribuzione generale dei
climi, la penisola italiana rientra completamente
nell’area del clima mediterraneo (subtropicale con
estate asciutta, secondo la classificazione di
Koppen).
In realtà, a causa di numerosi fattori come
l’ubicazione del territorio rispetto ai mari ed al
continente europeo, la struttura orografica e
l’influenza della latitudine, accanto al tipico clima
mediterraneo vi sono aree con altri climi.
ZONA CLIMATICA
CARATTERISTICHE
Regione alpina
Clima montano, inverni lunghi e freddi, estati brevi e
fresche, abbondanza di precipitazioni
Regione padana
Clima di tipo continentale, che si caratterizza per inverni
rigidi ed estati calde ed afose; precipitazioni concentrate
nelle stagioni intermedie
Regione
appenninica
Comprende la fascia dell’Italia peninsulare, con un clima
abbastanza temperato, inverni freddi ed testai calde;
precipitazioni abbondanti
Regione liguretirrenica
Fascia costiera del mar tirreno; clima invernale mite e
caldi estati, con precipitazioni costanti per tutto l’anno e
in diminuzione verso sud
Regione adriatica
Costiera tra Friuli e Molise; ha inverni più freddi della
regione tirrenica ed estati più afose; precipitazioni minori
Regione
meridionale ed
insulare
Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e
arcipelaghi tirrenici; ha un clima mediterraneo, con
inverni miti ed estati calde. Precipitazioni modeste
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