SOCIETA' ROMANA
(I-II secolo d.C.)
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La società
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Gli uomini

Le donne

Usi e costumi

La cucina
IIB
Storia
Presentazione di:
Colombo Erika
Corsalini Vittoria
Venditti Teresa
Vigliotti Angelo
LA SOCIETA'
GLI UOMINI
Il mondo degli antichi Romani era diviso in due macro-categorie: uomini
liberi
e
schiavi.
Ogni cittadino libero ha 3 nomi: il "praenomen" (nome di battesimo), il "nomen"
(nome di famiglia) e il "cognomen" (soprannome). Si vestono usualmente con
semplicità, una tunica al ginocchio e un mantello col cappuccio. Nelle grandi
occasioni indossano la "toga", mantello drappeggiato semicircolare di lana.
I cittadini comuni la portano bianca, i senatori e i cavalieri con una bordatura
color porpora. Quest’ ultimo tipo di toga viene portata anche dai bambini
maschi
minori
di
17
anni
("pueri").
L'uomo è "pater familias", ovvero padre di quella famiglia che presso i Romani
aveva un significato ampio: non solo i coniugi e i figli, ma anche i progenitori, i
nipoti, i suoceri, i generi. E' sua la funzione di trasmettere il patrimonio.
LE DONNE
Le donne avevano un ruolo secondario,
dato che i diritti erano dati solo agli
uomini. Rimanevano sotto il controllo del
padre finché non passavano di mano
("cum manu") sposandosi con un uomo,
passando così a un'altra famiglia. Lo stile
del vestiario prevedeva delle variazioni
sul tema "tunica", mescolando colori e
soprattutto ornamenti. Dai testi di
Soranus (attorno al I secolo) scopriamo
che si praticava l'aborto e ci si
preoccupava della contraccezione.
Tecniche pratiche a parte, facilmente
intuibili, le donne trattenevano il respiro,
bevevano bevande fredde, si spalmavano
con miele, olio di resina o melacotogna,
si introducevano un batuffolino di lana o
bevevano strani intrugli mescolati con
vino.
USI E COSTUMI
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L’igiene
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Il vestiario maschile

Il vestiario femminile

Le calzature
USI E COSTUMI
L'IGIENE
Gli antichi romani, dopo il risveglio mattutino, non avevano l'abitudine di
dedicare molto tempo alla toeletta, a cui invece riservavano parte della
giornata, di solito nel dopopranzo, recandosi alle terme. Le eccezioni a questi
comportamenti erano rappresentate dai romani più ricchi che potevano
disporre di piccole terme private in casa e di un barbiere domestico. Calzatisi
e vestitisi con un pratico amictus, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, i
romani erano pronti a dedicarsi ai loro affari. Quanto all'igiene della persona
non se ne preoccupavano al mattino poiché sapevano che a questa avrebbero
dedicato molto tempo alla fine del pomeriggio recandosi al balneum pubblico
o privato o alle terme pubbliche. Molto raro era il caso che i romani si
lavassero dopo svegli, il sapone non era conosciuto. Se l'igiene del corpo era
approssimativa sembra che invece fosse comune l'abitudine di lavarsi i denti
al mattino sfregandoli (defricare) con una polvere (dentifricium) in genere
costituita da bicarbonato di sodio. Plinio usava una sua ricetta personale
molto elaborata che annoverava tra i componenti cenere di testa di lepre,
cenere di denti d'asina e pietra pomice .Le matrone avevano a loro
disposizione catini, specchi di rame, d'argento o di vetro ricoperto di piombo
e potevano disporre di una personale vasca da bagno (lavatio) potendo così
fare a meno dei bagni pubblici.
USI E COSTUMI
IL VESTIARIO MASCHILE
Il vestiario si divideva in: Indumenta (per
il giorno e la notte) e Amictus ( solo di
giorno).
Gli uomini indossavano un perizoma di
lino annodato alla vita (subligaculum).
Sopra di esso si indossava la toga o la
tunica: la tunica veniva indossata
soprattutto nell'età imperiale e si
divideva in intima ed esterna. Le
maniche arrivavano all'avambraccio e i
tessuti più usati erano la lana, il lino, la
seta e il cotone. La toga era un ampio
semicerchio di stoffa di lana bianca;
essa veniva avvolta intorno all'intera
persona ed era drappeggiata sul
davanti.
USI E COSTUMI
IL VESTIARIO FEMMINILE
Le donne indossavano il perizoma e una
fascia per il seno (strophium). C'erano due
tipi di tuniche: la recta e la palla. La recta
era bianca, aderente alla vita; era il vestito
tipico delle giovani spose. Era completato
del “flammeum”, un ampio velo color giallo
fiammo. La palla era un semplice mantello
di forma rettangolare. I vestiti venivano
ornati con fibule o camei. Inoltre la
matrona aveva molta cura di se stessa e
del suo aspetto fisico: metteva tra i capelli
un nastro color rosso porpora chiamato
tutulus e legava al braccio un fazzoletto
per pulire il viso dalla polvere e dal sudore.
Conoscevano la pratica della depilazione:
consisteva in creme e cerette e si
adoperavano con il psilothrum e il dropax
composte da pece graca e resina disciolta
nell'olio. Per truccarsi usavano il miele che
rendeva la carnagione candida, invece per
un roseo colorito mescolavano la terra
rossa creando degli effetti cromatici
utilizzando i brillanti ricavati da diamanti.
USI E COSTUMI
CALZATURE
I romani avevano sei tipi di calzature:
Ciabattine: erano utilizzate in casa e avevano la suola in pelle
Zoccoli: avevano la suola in sughero o in legno e venivano utilizzati dagli
schiavi o dai contadini.
I sandali: erano tenuti fermi ai piedi mediante striscioline di cuoio.
Salivano sul collo del piede e alla parte posteriore si infilavano in
anelli di cuoio. Erano una calzatura economica.
La caliga: era una calzatura con la parte superiore chiusa. Era utilizzata
dai militari.
Il pero: si tratta di un tipo rozzo di calzatura costituito da pelle non
conciata avvolta intorno al piede. Era utilizzata da gente povera.
I calcei: rappresentavano la vera calzatura del cittadino, era di colore
rosso per i patrizi e nero per i senatori. Era formata da 5 strisce di
cuoio cucite tra loro che partivano dalla suola. Talvolta venivano
orante con perle, oro e argento.
LA CUCINA
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La cena
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Gli alcolici e il garum
LA CUCINA
LA CENA
I Romani assumevano cibo in 3 momenti della giornata: Colazione, mangiavano:
pane, formaggio, frutta secca più un bicchiere d'acqua. Pranzo, mangiavano:
carne fredda, legumi, frutta e bevevano vino; era un pasto veloce consumato
in piedi. Cena, era il pasto principale.
La cena:Iniziava dalle 15-16 fino all'alba del giorno dopo. Il cibo veniva
preparato nei triclini cioè stanze con 3 divani, al centro della tavola c'erano le
vivande per 36 persone. Ai banchetti partecipavano solo gli schiavi di fiducia,
erano ammessi per servire il padrone riaccompagnarlo a casa in stato di
ubriachezza, sedevano per terra. Si mangiava sdraiati sul fianco, infatti nei
pranzi di gala i convitati indossavano una veste leggere (synthesis) che
veniva cambiata spesso. Il banchetto si suddivideva in 3: antipasti e
stuzzichini, pranzo di due portate, secundae mensae. Negli antipasti e
stuzzichini (gustatio) si beveva vino mielato; nel secundae mensae si
consumavano stuzzichini piccanti per eccitare la sete. A tavola erano sempre
presenti la saliera, l'ampolla dell'aceto, e l'oliera. Come piatto si usava una
sorta di fondina che si teneva in mano, il cibo si portava alla bocca con le
mani, si usava solo il cucchiaio che era di diverse forme.
GLI ALCOLICI E IL GARUM
Il garum: Il garum è una salsa
piccante, a base di interiora di pesce,
molto salata che usavano come
condimento sui primi e secondi piatti.
Gli alcolici: Il vino era mescolato con
l'acqua prima di berlo perchè la
fermentazione non era controllata e il
grado alcolico era molto alto.
Aromatizzavano il vino con il “passum”
oppure lo dolcificavano con il miele. La
birra era considerata volgare. RICETTA
del CONDUTIUM PARADOXUM: vino,
miele, alloro, datteri, pepe e zafferano,
venivano mescolati insieme e bevuti.
LE CITTA' ROMANE
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Un modello urbanistico presente ancora oggi
La struttura
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Le città romane si sviluppano a partire dalla disposizione
dell'accampamento militare dell'esercito romano
La città (o l'accampamento) viene di solito costruito in pianura
vicino a un fiume che corre da nord a sud
Le due strade principali, chiamate cardo e decumano, si
incrociano perpendicolarmente al centro della città, chiamato
foro.
Gli edifici pubblici e i quartieri
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Il foro, ovvero il centro economico, politico e sociale della città,
era composto da una grande piazza contornata da portici
Tutti gli edifici che servivano per il divertimento, come
l'anfiteatro, le terme e i circhi si trovavano in zone marginali della
città
Nei pressi del foro si trovavano tutte le botteghe e altri esercizi
commerciali della città
I nuclei residenziali, composti da palazzi a più piani, poi chiamate
insulae, occupavano tutte le aree rimanenti, ed erano compresi
tra strade perpendicolari tra di loro.
L'anfiteatro
Il foro
Le terme
Il circo
La Basilica
Schema generale
ANFITEATRI
&
ACQUEDOTTI
ROMANI
ANFITEATRO ROMANO
L'anfiteatro è un edificio di forma ellittica usato
per spettacoli pubblici, nell'antichità veniva
usato per gli scontri tra gladiatori, animali
feroci o uomini contro belve.
I giochi godevano di una grande popolarità, e
affluivano spettatori sia dalle città vicine, sia
dalla campagna.
COLOSSEO
Storia del Colosseo
La sua costruzione iniziò nel 70 sotto l'imperatore Vespasiano, della dinastia
Flavia. I lavori furono finanziati, come altre opere pubbliche , con le tasse
provinciali e il bottino del saccheggio del tempio di Gerusalemme (70 d.C.).
L'area scelta era una vallata tra la Velia, il colle Oppio e il Celio, in cui si
trovava un lago artificiale fatto scavare da Nerone per la propria Domus
Aurea. Il lago venne ricoperto da Vespasiano con un gesto "riparatorio" per
i danni del suo predecessore, Nerone. Vespasiano vide la costruzione dei
primi due piani e riuscì a dedicare l'edificio prima della propria morte nel
79. L'edificio era il primo grande anfiteatro stabile di Roma, dopo due
strutture minori o provvisorie di epoca giulio-claudia.
Il figlio e successore di Vespasiano, Tito, aggiunse il terzo e quarto ordine di
posti e inaugurò l'anfiteatro con cento giorni di giochi, nell'80. Poco dopo, il
secondo figlio di Vespasiano, l'imperatore Domiziano, operò importanti
modifiche, completando l'opera ad clipea , aggiungendo forse il maenarium
summum e realizzando i sotterranei dell'arena: dopo il completamento dei
lavori non fu più possibile tenere nell'anfiteatro delle naumachie, battaglie
navali.
GLADIATORI
Il gladiatore era un particolare lottatore della antica Roma,il nome deriva dal Gladio, spada corta usata molto
spesso nei combattimenti. La pratica dei combattimenti di gladiatori proviene dall'Etruria e fu subito
adottato dai romani. La sua origine è da ricollegare al cosiddetto munus. Nell'antica Roma, Munera, la
parola (munus al singolare: "munificenza") significa "dovere", obbligo, esprimendo la responsabilità
individuale di fornire un servizio o un contributo alla sua comunità. Munera sono dovuti quindi alla
munificenza privata di un individuo, in contrasto con i Ludi, "giochi", competizioni sportive o spettacoli
sponsorizzati dallo stato.
Per diventare un gladiatore era necessario giurare fedeltà e rinunciare allo stato di libero cittadino, ed
essere "giuridicamente morto". Da questo momento i combattenti entravano in un altro mondo, dove
regnavano dure leggi d'onore. La prima legge era - il silenzio. I gladiatori si esprimevano durante i tornei
solo con gesti. La seconda legge - totale dedizione delle leggi d'onore. Esistevano otto tipi di gladiatori,
ognuno dei quali aveva le propri leggi e un proprio tipo di abbigliamento e munizioni. Un tipo di gladiatori si
difendeva la testa con l'elmo metallico, altri si coprivano la testa ed il collo con una specie di scudo di
pelle o metallo sulle spalle. Esistevano gladiatori con un forcone a tre denti e la rete, che somigliava alla
rete da pesca. Altri avevano una spada corta di nome "gladio", da cui deriva la parola - gladiatore.
Esistevano anche le protezioni speciali per le braccia e le gambe. Tutto era pensato in tal modo, che ogni
classificazione di gladiatore aveva il suo punto debole. Per questo motivo, durante i combattimenti, non
era possibile, valutando abbigliamento e armi, chi dei partecipanti potesse vincere. Fuori dall'arena la
vita di gladiatore si svolgeva come dei moderni sportivi - una dieta ferrea e tanto esercizio fisico. I
gladiatori alloggiavano in specie di caserme. l'alimentazione - un miscuglio di cereali super calorici. Per
cena, il giorno prima dei combattimenti, potevano mangiare tutto cio' che volevano ed avere compagnia
femminile. Molti gladiatori avevano, come si direbbe adesso, un secondo lavoro. Facevano le guardie del
corpo ai ricchi patrizi, partecipavano a spettacoli e feste, dove erano proibiti i combattimenti fino alla
morte. In onore dei gladiatori caduti facevano riti religiosi, raccogliendo il loro sangue, che era
considerata sacro. Lo davano da bere ai malati di epilessia, credendo nelle sue proprietà curative.
ACQUEDOTTI
Tra le opere più grandi e vistose dei Romani ricordiamo gli acquedotti. Questi
vengono ideati a Roma nel V sec. a.C. perché ormai la fornitura idrica
dell'Urbe non era più sufficiente. Roma si stava trasformando nella più grande
metropoli di tutta l'Antichità e non solo, quindi si decise di costruire un
acquedotto che collegasse una sorgente e portasse l'acqua fresca in città, il
primo fu l'Aqua Appia costruito nel 312 a.C. . Con il passare degli anni ne
vennero costruiti altri di maggior portata. In totale c'erano ventiquattro
acquedotti, che trasportavano ogni giorno nell'Urbe oltre 1 milione di metri
cubi d'acqua, percorrendo in totale oltre 400 Km di condutture .
STRUTTURA E COSTRUZIONE DEGLI
ACQUEDOTTI
Quando pensiamo agli acquedotti romani, ci immaginiamo alte ed eleganti strutture ad archi sorrette
da pilastri, ma in realtà la maggior parte del tragitto era effettuato sotto terra, in canali
appositi, e solo in pochi casi gli acquedotti uscivano allo scoperto: per esempio per superare un
fiume, o per portare l'acqua oltre una pianura. Dietro la costruzione di un acquedotto stanno
tutta una serie di problematiche, che gli ingegneri Romani hanno saputo perfettamente risolvere.
Per esempio la forza motrice dell'acqua, era necessario un "motore", i Romani ne trovarono uno
veramente "autonomo" cioè la forza di gravità. Era inoltre necessario saper scegliere la sorgente
giusta, in modo da fare defluire una giusta quantità d'acqua tutto l'anno senza periodi di secca
e periodi di piena.
Una volta scelta la sorgente adeguata, si stabiliva il percorso che l'aqueductus , tracciando un
profilo della morfologia del terreno. Per questo lavoro i tecnici adoperavano uno strumento in
legno, il coròbate.
La realizzazione iniziava con l'edificazione delle fondamenta dei pilastri: se passavano sulla terra
si scavava una buca profonda vari metri e si costruiva una solida base a tronco di piramide con
grossi blocchi di pietra. Se invece si trattava di un fiume era necessario preparare un recinto di
legno impermeabilizzato con la pece tutto intorno all'area della costruzione di ogni singolo
pilastro: in tal modo si poteva asportare prima l'acqua, poi la fanghiglia e la ghiaia per poter
edificare una solida base di grossi blocchi di pietra. Fatto ciò iniziava la costruzione dei piloni
veri e propri. Questi potevano essere sia di pietra che di laterizio, e venivano sovrapposti tra
loro alternati e uniti con malta. Solo a questo punto si univano i pilastri con gli archi i quali si
costruivano utilizzando delle strutture di sostegno di legno dette centine che permettevano la
collocazione dei conci fino alla chiusura della "chiave di volta".
Costruita la prima arcata si procedeva all'edificazione delle altre arcate che poggiavano sempre sugli
Il teatro greco
Per i greci il teatro non è solo un posto in cui si svolgono rappresentazioni
teatrali, ma anche un rito collettivo con funzione di purificazione. Infatti
secondo Aristotele tutte le forme di teatro, ma soprattutto la
tragedia,servivano a rappresentare l'inconscio umano.
.
La struttura
Il teatro greco era situato sul versante delle colline, al fine di non
deturpare il paesaggio ed era composto principalmente da:
➲La cavea
era composta da gradinate di forma circolare riservate agli
spettatori
➲Orchestra: spazio circolare, compreso tra scena e cavea, che
inizialmente, si creava intorno all’altare della divinità. Qui il coro cantava e
danzava.
➲Scena: parte posteriore dell'orchestra dove gli attori potevano cambiarsi
e uscire di scena dove il loro intervento.
➲Proscenio: spazio sopraelevato rispetto all’orchestra quello che oggi
definiamo palcoscenico. L' edificio della scena acquista la funzione di
sfondo della finzione scenica
Gli spettacoli
Nel teatro greco le tragedie che venivano proposte al pubblico erano
ispirate da miti e racconti eroici, invece le commedie erano ispirate
dalla vita politica. I teatri erano molto ampi, un esempio è quello di
Atene dove gli spettatori riuscivano a riconoscere le maschere degli
attori anche a 100 m di distanza.
Teatro Romano
Il teatro romano era situato in pianura. Alte mura
perimetrali collegavano la scena monumentale con la
cavea. L'edificio di forma semicircolare era costituito a
tre parti:

L'orchestra: in cui si sedevano i senatori.

La scena: calcata dagli attori.

La cavea: le gradinate.
Davanti alla cavea era situato il palcoscenico il quale non
era rialzato, ma abbastanza spazioso.
LE TERME
ROMANE
Le terme
Le terme romane erano degli edifici pubblici con degli
impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Sono
i precursori degli impianti odierni e rappresentavano
uno dei principali luoghi di ritrovo durante l'antica
Roma, a partire dal II secolo a.C.
Le terme erano un luogo di socializzazione, di sviluppo di
attività vive per uomini e donne che facevano il bagno
completamente nudi.
Origine
Le prime terme nacquero in luoghi dove era
possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque
calde o dotate di particolari doti curative. Col
tempo, soprattutto in età imperiale, si diffusero
anche dentro le città, grazie allo sviluppo di
tecniche di riscaldamento delle acque sempre
più evolute. Al riscaldamento dell' acqua
provvedevano i focolari che diffondevano aria
calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle
pavimentazioni sospese (suspensùra) dei vani
da riscaldare
La struttura
Esistevano due classi di terme, una più povera destinata alla plebe, e una più
fastosa destinata ai patrizi,erano dei veri e propri monumenti o
addirittura piccole città all'interno della città stessa.
Lo sviluppo interno tipico era quello di una successione di stanze, con
all'interno una vasca di acqua fredda, la sala del frigidario, solitamente
circolare e con copertura a cupola e acqua a temperatura bassa, seguita
all'esterno dal calidario, generalmente rivolto a mezzogiorno, con bacini
di acqua calda. Tra il frigidario e il calidario vi era probabilmente una
stanza mantenuta a temperatura moderata, il tepidario, stanza adiacente
al calidario in cui veniva creato un raffreddamento artificiale. Assieme al
calidario veniva usata quella che ai nostri giorni viene chiamata la sauna
finlandese, ovvero il passaggio repentino dal caldo al freddo e viceversa.
Attorno a questi spazi principali, si sviluppavano gli spazi accessori:
l'apodyterium (uno spazio non riscaldato adibito a spogliatoio), la sauna, la
sala di pulizia, la palestra. All'interno delle terme più sontuose (come le
Terme di Caracalla) si poteva trovare spazio anche per piccoli teatri,
biblioteche, sale di studio e addirittura negozi.
Abitudini e patologie legate alle
terme.
Una delle abitudini legate all'uso delle terme era quella di gettare
nell'acqua profumi e vini speziati,come agli antichi Egizi che
mescolavano nell'acqua varie sostanze.
Per lavarsi, i Romani, usavano la pietra pomice e la cenere di faggio
,sostanze che però portavano all'inaridimento della pelle. Dopo il
lavaggio, i fruitori delle terme erano soliti spostarsi nelle sale adibite ai
massaggi, che effettuavano con oli profumati e unguenti
speciali,importati per lo più dall'Oriente e dall'Egitto, come la mirra e
l'olio di mandorle.
Oltre alle controindicazioni igieniche, i continui sbalzi di temperatura cui
erano sottoposti i frequentatori delle terme dall'acqua calda all'acqua
fredda in rapida successione, potevano generare nei canali auricolari e
nasali dei fruitori, delle neoformazioni ossee globulari, che potevano
portare alla sordità o ad una deviazione del setto nasale.
Le terme di Caracalla
Le Terme di Caracalla o Antoniniane (dal nome della dinastia degli
Antonini), costituiscono uno dei più grandiosi esempi di terme
imperiali di Roma, essendo ancora conservate per gran parte
della loro struttura e libere da edifici moderni. Furono volute
dall'imperatore Caracalla sull'Aventino, tra il 212 e il 217, in
un'area nei pressi del Circo Massimo. Le terme erano
grandiose, ma destinate a un uso di massa per il popolino dei
vicini quartieri popolari della XII Regio. Le Terme di Caracalla
potevano accogliere più di 1.500 persone. Nella sua più ampia
estensione, recinto compreso, l'edificio misurava 337x328 metri
e il solo corpo centrale 220x114 metri, con la sola stanza del
calidarium che arrivava a 140 metri: solo le terme di
Diocleziano saranno più grandi. L'orientamento non era
centrato sugli assi, ma come nelle Terme di Traiano sfruttava al
meglio l'esposizione solare, ponendo il calidarium sul lato sud e
sporgente come un avancorpo.
Le insulae romane
Erano sorte nel IV sec. a.C.
 Sfruttavano lo spazio in
altezza, infatti
raggiungevano anche il
sesto piano.

Lo spessore dei muri
maestri era insufficiente per
la stabilita' del palazzo.
 Ogni insula conteneva fino a
200 persone.
Potevano essere divise in due
categorie:
 Le signorili in cui alloggiava
la classe media;
 Le popolari in cui viveva il
proletariato; il pianterreno
era occupato da magazzini
e botteghe, chiamati in
generale tabernae.

Mancavano i servizi igienici e per
tale motivo venivano usate le
latrine pubbliche e le terme.
La villa romana
Raggruppava intorno all’abitazione
del proprietario le lavorazioni
artigianali e gli spazi per la
conservazione e la lavorazione dei
prodotti agricoli.
Presentava:
 Una parte residenziale che era
l'abitazione del proprietario.
 Una parte produttiva che era
l'alloggio della manodopera,
d'impianti di produzione e di
magazzini.

Dall'entrata si passava all' atrium
al centro del quale c'era l'
impluvium, una vasca per la
raccolta dell'acqua piovana.
Accanto
all'atrio era sempre
presente il lararium, dove si
trovavano le statue dei protettori
della casa, della famiglia e di altre
divinità. In fondo all'atrio si trovava
il tablinum, ossia una stanza nella
quale si ricevevano gli ospiti.

Non si conoscono le abitazioni dei servi,
però è certo che esistevano delle stanze
da letto (celle familiares), l’ ergastulum,
una specie di prigione in cui gli schiavi
aspettavano i lavori duri e il valetudinarium
per gli schiavi ammalati.
In assenza della villa urbana, le stanze
migliori erano riservate al padrone.

Villa Adriana




Sorge a circa 27 km da
Roma, su una pianura a
sud della città di Tivoli.
L'enorme complesso di
edifici fu costruito
probabilmente tra il 118 e
il 134 d. C. , per volontà
dell'imperatore Adriano.
Ha un perimetro di 3 km e
occupava un'area di circa
120 ettari.
Adriano era affascinato
dall' Oriente: l'architettura
della villa richiama
elementi propri delle
civiltà greca e egizia.
La distanza della villa da
Roma svolgeva la funzione di
isolare la persona, l'imperatore,
dalla tumultuosa capitale.

Province romane.
Tra il primo e il secondo secolo d.C, Roma amministrava un
territorio estesissimo, l'impero ecumenico, grazie alla
collaborazione delle aristocrazie locali: in Oriente le ricche
oligarchie e in Occidente i grandi proprietari terrieri e le
famiglie importanti.
Nel II secolo, il principe governava l'impero scegliendo i
collaboratori tra l'aristocrazia e il ceto equestre, gli ordini
che costituivano la classe dirigente dell'impero.
Roma chiedeva sottomissione e lealtà, ma in compenso
garantiva un'ampia libertà di autogoverno.
L'esercito romano era fondamentale e per le dimensioni era
piuttosto piccolo: 350.000 uomini per 4 milioni di Km
quadrati.
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Roma con l'esercito e con la flotta garantiva la “pax
romana” ,impedendo scorrerie e assicurando l'ordine
interno.
Tra il primo e il secondo secolo d.C. ,ogni provincia venne
modificata, dal punto di vista edilizio, seguendo lo stile
romano, quindi vennero cambiate le abitazioni e costruite
opere pubbliche, ad esempio templi, terme, basiliche, fori,
anfiteatri...
La riscossione delle tasse provinciali, permetteva a Roma
di elargire beni primari (grano,frumento...) e di offrire
spettacoli gladiatori sia nell'Urbe, sia nelle provincie.
In questo modo Roma ottenne il consenso sia dei ceti più
ricchi, sia del popolo.
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Lo sviluppo delle province non avvenne in modo uniforme,
ma col passare degli anni, quando le province diventarono
importanti quanto Roma e la supremazia dell'Italia si
affievolì.
Anche nella stessa provincia, ci furono diversi momenti di
innovazione, infatti si svilupparono prima le zone cittadine,
dove risiedevano i ricchi della città e poi le campagne,
dove vivevano schiavi o piccoli proprietari terrieri.
I cambiamenti riguardavano soprattutto la costruzione di
strade, porti, ponti e acquedotti.
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Come contropartita chiedeva alle aristocrazie locali, assoluta fedeltà
all'imperatore, il mantenimento dell'ordine pubblico, la
manutenzione delle strade, la riscossione delle imposte.
Agli amministratori più bravi era data, inoltre, la possibilità di far
carriera al servizio dell'impero, di ottenere la cittadinanza romana e
infine di entrare nel senato.
Sopratutto nel II secolo, gli imperatori furono generosi nell'elargire
donativi, contributi e privilegi alle città, che a gara cercarono di
attirare l'attenzione e i benefici del governo, innalzando templi
all'imperatore, costruendo grandi opere pubbliche (terme, anfiteatri,
acquedotti...), organizzando giochi e distribuzioni gratuite di viveri
per la popolazione urbana più povera.
Questo sistema, basato sull'autonomia e sulla delega, permise a
Roma di governare un grandissimo impero per mezzo delle
aristocrazie urbane, senza dover mantenere una costosa e complessa
burocrazia.
Tra il I e il II secolo, si andava formando un sistema agrariomercantile, fondato sul lavoro degli schiavi, sulla moneta e sullo
scambio.
I trasporti per mare erano più convenienti, dato che, con il trasporto
via terra, il prezzo di un carro di grano raddoppiava ogni 400 km.
Il commercio si era sviluppato con i beni necessari all'alimentazione,
come vino, grano olio d'oliva, preso dalla Grecia, dall'Asia minore,
Spagna e Africa settentrionale.
I beni venivano venduti ovunque e permettevano al medio e piccolo
proprietario di procurarsi il denaro necessario a migliorare le loro
condizioni di vita.
Per abbassare il costo dei trasporti e per ampliare ulteriormente i
commerci, vennero costruite numerose strade, specie nella penisola
italica. La strada più importante era la Via Appia, che collegava Roma
a Brindisi, passando per Capua, Benevento e Taranto.
La Via Appia venne chiamata Regina Viarum, perché era una delle più
importanti, insieme alla Via Emilia (attraversa l'Emilia Romagna), la
Via Aurelia (Roma-Cerveteri) e la Via Flaminia (Roma-Rimini)
Strade principali della penisola italiana.
Province imperiali e senatorie.

Province imperiali:
sottoposte al diretto
controllo
dell'imperatore
Fisco: patrimonio
personale imperatore

Province senatorie:
affidate al senato
Erario: casse dello
stato
Le opere più importanti

Acquedotto di Segovia

Porto di Ancona

Arco di Traiano

Vallo di Adriano

Porto d'Ostia

Arena di Verona
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