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All’Assessorato della Difesa dell’Ambiente
Regione Autonoma della Sardegna
Servizio di sostenibilità ambientale
Valutazione di Impatti e Sistemi informativi ambientali
Via Roma, 80 09123 Cagliari
INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO EX ARTT. 9 ss LEGGE
n°241/1990 – 15 ss LEGGE REGIONALE n°40/1990
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procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) inerente il
progetto di “Realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione da 30
MWt presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo” ubicato nel
Comune Macomer”, presentato dal Consorzio per la zona industriale di
Macomer.
La Senatrice Manuela Serra di concerto con i Senatori della Repubblica
del M5S in calce indicati;
PREMESSO che:
il Consorzio indicato in epigrafe depositava, presso il Servizio Sostenibilità
Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi informativi ambientali (SAVI)
dell'Assessorato
regionale
della
Difesa
dell'ambiente,
l’istanza
di
valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), per la realizzazione di una
nuova linea di termovalorizzazione da 30 MWt presso il sistema di
trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo sito nel Comune Macomer (NU);
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in considerazione di ciò si ritiene che rilevi, come d’altronde rileva, ai sensi
e per gli effetti di cui agli artt. 9 e ss. della legge n°241del 1990, 15 e ss.
della legge regionale n°40 del 1990, riportare le seguenti:
OSSERVAZIONI
1. Occorre mettere in luce il fatto che la tecnologia impiegata dagli
impianti di incenerimento dei rifiuti, è ormai fatto notorio, ha
un’incidenza ed un impatto ambientale rilevanti, inoltre produce il
maggior spreco di materiali riutilizzabili. In Italia i progetti di
costruzione di tali impianti sono incentivati grazie ai finanziamenti
statali che, quasi in virtù di una di fictio iuris, sono equiparati agli
impianti
produttivi
di
energie
rinnovabili.
I
costi
vengono
ammortizzati attraverso un rincaro del 7 per cento del prezzo per la
fornitura del servizio elettrico che gli utenti ENEL trovano nella
bolletta. Ne deriva che, ragionevolmente, in mancanza dei
contributi pubblici gli inceneritori non sarebbero vantaggiosi per gli
investitori sotto il profilo economico.
2. L’incenerimento dei rifiuti, a prescindere dalla tipologia adottata e
del materiale impiegato per la combustione (rifiuti urbani,
ospedalieri, industriali), produce ceneri e fumi inquinanti contenenti
polveri sottili, PM 10 e PM 2,5, e ultrafini inferiori a 0,1 micron,
composte da sostanze chimiche: metalli pesanti, idrocarburi
policiclici aromatici, piombo, cromo, benzene, diossine, ossidi di
azoto e altre sostanze nocive per la salute umana, degli animali e
per
la
salubrità
dell’ambiente.
Inoltre,
tali
sostanze,
sono
accumulabili negli organismi viventi e veicolabili dagli animali
all’uomo che si ciba delle carni, del latte e dei derivati. Gli effetti
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incidono soprattutto su bambini, anziani e donne in gravidanza
attraverso l’ aumento del rischio, nelle popolazioni interessate, di
una maggiore incidenza di tumori, di malattie cardiocircolatorie e
polmonari, oltre possibili alterazioni del sistema endocrino,
immunitario e neurologico. La letteratura in materia evidenzia,
segnatamente, aumenti di tumori al fegato, alla laringe, allo
stomaco, al colon retto, alla vescica, al rene, alla mammella. Le
diossine, specialmente, sono in grado di legarsi ad uno specifico
recettore nucleare (AhR), presente nell’uomo e negli animali, con
funzioni di trascrizione. Nel momento in cui avviene il legame tra
TCDD e il recettore con la formazione del complesso ARNT/HIF - 1
B, la trascrizione di numerosi geni, in particolare P4501A1, viene
alterata sia in senso di soppressione che di alterazione, con relativo
turbamento
di
svariate
funzioni
cellulari,
nello
specifico
dell’apparato endocrino (diabete, disfunzioni tiroidee) dell’apparato
riproduttivo (endometriosi, infertilità) del sistema immunitario.
3. Gli impianti di incenerimento sono classificati come “impianti
insalubri di prima classe” ex art. 216 TU delle leggi sanitarie, ciò in
considerazione
del
fatto
che
le
sostanze
prodotte
dalla
combustione e le micro particelle, soprattutto PM 2,5 vengono
agevolmente veicolati attraverso il vento e i corsi d’acqua, di cui,
peraltro, è ricca la zona interessata dal progetto, oltre che, come
già sottolineato sopra, diffondersi per via alimentare. A tal proposito,
sono nutrite le proteste dei cittadini che esprimono forti perplessità
per la salute delle persone, per la salubrità dell’ambiente e per le
produzioni agro-pastorali della zona, attività economica primaria, a
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seguito
della
prossima
realizzazione
del
progetto
relativo
all’impianto di incenerimento di Tossilo e, in particolare, del suo
rafforzamento.
4. L'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani (RSU) in essere da
circa vent’anni nella pianura di Tossilo/Macomer e gestito dalla
società Tossilo S.p.a., società di proprietà quasi esclusiva del
Consorzio Industriale di Macomer, è considerato, ormai, obsoleto
per vizi di costruzione e per la non corretta manutenzione eseguita
nel tempo. Orbene, il consorzio in questione è stato soppresso ex
art. 7 comma 38 della legge regionale del 5 marzo 2008 n°3 e della
legge regionale del 25 luglio 2008 n°10, relativa al riordino delle
funzioni in materia di aree industriali. Quest'ultima, peraltro,
prevede che gli organi consortili in carica, al momento dell'entrata in
vigore della legge de qua, svolgano funzioni di ordinaria
amministrazione, sino alla costituzione dei nuovi organi. In tal
guisa, il commissario liquidatore in carica dovrebbe occuparsi solo
della ordinaria amministrazione e non di investimenti a lungo
termine.
5. In tale impianto vengono smaltiti i rifiuti indifferenziati prodotti nelle
province di Nuoro e dell’Ogliastra. Il consorzio de quo ha richiesto,
riteniamo illegittimamente, la realizzazione di un nuovo inceneritore
della capacità doppia di quello attualmente in esercizio. A tal
proposito, sono nutrite le proteste dei cittadini che paventano gli
effetti negativi per la salute delle persone, per la salubrità
dell’ambiente e per le produzioni agro-pastorali della zona, qualora
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il progetto di cui si discorre venisse attuato come previsto nei
progetti.
6. Gli astanti lamentano la mancanza di una valutazione ragionevole
delle reali potenzialità produttive dei luoghi coinvolti dall’iniziativa
de qua, vista anche la naturale vocazione agro-alimentare della
zona interessata. Difatti, in un raggio di circa venti chilometri sono
oltre milletrecento, con circa duemila lavoratori impiegati, le aziende
di allevamento di bovini e ovi-caprini che verranno coinvolte dalle
attività dell’inceneritore. Tale attività, oltre ad apparire irragionevole
agli scriventi per i motivi sopraesposti, non si concilia, peraltro, con
la politica dell’Unione europea che in agricoltura intende investire
sulla sostenibilità e sulla qualità dei prodotti agroalimentari, scelta
che mal si concilia, dunque, con la presenza di un inceneritore in
prossimità di aziende produttrici di prodotti alimentari di eccellenza.
La tutela di tali produzioni di pregio milita, a parere degli astanti, per
una scelta economica che si conformi alla natura dei luoghi, alle
produzioni locali e alle effettive esigenze dei cittadini che abitano
nella zona. Si tratta, a ben vedere, di un territorio particolarmente
delicato che oltre ad essere attraversato da torrenti è adiacente alle
aree S.I.C. e Z.P.S. dell’altopiano di Abbasanta e Campeda.
7. Inoltre, gli impianti dell’inceneritore di Tossilo opereranno all'interno
di un'importante area archeologica, sono, infatti, visibili nuraghi e
tombe di giganti, quella di “Castigadu” si trova, peraltro, a pochi
metri dal muro di cinta dell’inceneritore. Per tale ultimo motivo, a
fortiori, appare, dunque, non sostenibile la convivenza di un sito
archeologico di tale rilievo con l' impianto industriale in oggetto.
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Tutto ciò premesso valutato ed osservato;
Si CHIEDE che
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le esposte osservazioni vengano valutate e motivate, ex artt. 3 della
legge n°241 del 1990, 5 della legge regionale n°40 del 1990, alla
luce del procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) in
oggetto;
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venga dichiarata l’incompatibilità ambientale del progetto in oggetto
per i suddetti motivi.
Roma 22 ottobre 2014
On. Senatori Manuela Serra, Andrea Cioffi, Ivana Simeoni, Francesco Molinari,
Giovanna Mangili, Luigi Gaetti, Barbara Lezzi, Sara Paglini, Alberto Airola
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