Tutela della figura del
Laureato in Scienze Motorie
Milano 26 gennaio 2007
LIVIA BRIENZA
RECOMMANDATION N° R (92) 13 REV DU COMITÉ DES MINISTRES AUX
ETATS MEMBRES SUR LA CHARTE EUROPÉENNE DU SPORT REVISEE
(adoptée par le Comité des Ministres le 24 septembre 1992 lors de la 480e
réunion des Délégués des Ministres et révisée lors de la 752e réunion le 16
mai 2001) Annexe à la Recommandation No. R(92)13 rev CHARTE
EUROPEENNE DU SPORT
Articolo 5
Misure appropriate saranno prese per sviluppare la capacità fisica dei
giovani, per permettere loro di acquisire competenze sportive e fisiche di
base, e per incoraggiarli alla pratica dello sport, in particolare: assicurando
la formazione di professori qualificati, in tutte le scuole
L.B.
RECOMMANDATION N° R (92) 13 REV
DU COMITÉ DES MINISTRES AUX ETATS MEMBRES
SUR LA CHARTE EUROPÉENNE DU SPORT REVISEE
(adoptée par le Comité des Ministres le 24 septembre 1992
lors de la 480e réunion des Délégués des Ministres
et révisée lors de la 752e réunion le 16 mai 2001)
Annexe à la Recommandation No. R(92)13 rev
CHARTE EUROPEENNE DU SPORT
Articolo 9
Risorse umane
2. Tutto il personale impegnato nella direzione o nella
supervisione delle attività sportive dovrà possedere le
qualifiche necessarie, accordando un’attenzione
particolare alla garanzia della sicurezza e alla protezione
della salute delle persone loro affidate.
Dal P A R E R E del Comitato economico e
sociale in merito alla "Proposta di decisione
del Parlamento europeo e del Consiglio che
istituisce l'Anno europeo dell'educazione
attraverso lo sport - 2004
LO SPORT E’…..
• un concetto diacronico che attraversa quasi per intero l'orizzonte
culturale della storia umana, un'attività svolta dall'uomo
(singolarmente o collettivamente), la cui peculiarità risiede nella
possibilità di descriverla come un continuum sul piano storico;
• un fenomeno sociale che ha svolto un ruolo decisivo nel forgiare
la civiltà mondiale;
• un processo che per lunghi periodi è stato il principale mezzo di
comunicazione tra i giovani e di adesione ai sistemi di valori
propri di ogni singola epoca e regione geografica del pianeta;
• un importante fattore di sviluppo e di realizzazione
dell'individuo, ma anche di promozione della coesione sociale;
• un elemento di rilevanza economica chiaramente enorme
L.B.
Le cinque funzioni specifiche dello sport
IX forum europeo dello Sport
- FUNZIONE EDUCATIVA (lo sport come strumento
di formazione e sviluppo della persona)
- FUNZIONE DI SANITA’ PUBBLICA (lo sport come
strumento di prevenzione e cura della salute
- FUNZIONE SOCIALE (lo sport come strumento di
coesione sociale)
- FUNZIONE CULTURALE (lo sport come strumento
di conoscenza e protezione ambientale)
- FUNZIONE LUDICA (lo sport come strumento del
tempo libero individuale e collettivo)
E’ inoltre possibile identificare una SESTA FUNZIONE
- LA FUNZIONE OCCUPAZIONALE (lo sport come
prospettiva di sviluppo occupazionale)
LE FUNZIONI DELLO
SPORT SONO TUTTE
ATTRAVERSATE DAL
PROBLEMA ETICO
DISVALORI
DOPING
VIOLENZA NEGLI
STADI
E altri aspetti deteriori del fenomeno sportivo
DERIVANO DA CARENZE
NELL’EDUCAZIONE E NELLA DIFFUSIONE
DELLA CULTURA SPORTIVA
IL CODICE ETICO EUPEA
L’Educazione Fisica nella scuola può contribuire
positivamente allo sviluppo dei bambini e dei giovani. E’ un
mezzo per lo sviluppo fisico, mentale, personale, sociale,
spirituale ed emotivo. Tale sviluppo è amplificato se un
insegnante informato, attento e illuminato guida l’individuo
per acquisire stili di vita e modelli di comportamento
eticamente condivisi.
Il Codice adotta i principi contenuti nel Codice Etico
approvato dal Consiglio d’Europa.
·
UN CODICE ETICO SENZA REGOLE
CERTE SULLA QUALITA’ DELLA
FORMAZIONEDEGLI OPERATORI E SUI
REQUISITI PER L’ACCESSO ALLA
PROFESSIONE NON SERVE
FUNZIONE DI SALUTE PUBBLICA
La definizione di SALUTE adottata dall’OMS
“salute: stato di completo benessere fisico,
mentale e sociale e non semplicemente
assenza di malattia o infermità….”
“…è un risultato sociale estremamente
importante in tutto il mondo… ”
OMS, Dichiarazione diAlma Ata, 1978
FUNZIONE DI SALUTE PUBBLICA
Carta di Ottawa 1986
nuova concezione della salute,
non più obiettivo da raggiungere
ma “bene essenziale per lo
sviluppo sociale, economico e
personale…” che vede nelle
“persone stesse la maggiore
risorsa”.
•UN CONTESTO PRIVO DI REGOLE
NON GARANTISCE LA SALUTE
DEGLI UTENTI E LA
TRASMISSIONE DI MODELLI DI
COMPORTAMENTO ETICAMENTE
CORRETTI
legge 43/06 “Disposizioni in
materia di professioni sanitarie
infermieristiche, ostetrica,
riabilitative, tecnico -sanitarie e
della prevenzione e delega al
Governo per l’istituzione dei
relativi ordini professionali
ART. 5.
(Individuazione di nuove professioni in
ambito sanitario).
L'individuazione di nuove professioni
sanitarie da ricomprendere in una delle aree
di cui agli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 10
agosto 2000, n. 251, il cui esercizio deve
essere riconosciuto su tutto il territorio
nazionale, avviene in sede di recepimento di
direttive comunitarie ovvero per iniziativa
dello Stato o delle regioni, in considerazione
dei fabbisogni connessi agli obiettivi di
salute previsti nel Piano sanitario nazionale o
nei Piani sanitari regionali, che non trovano
rispondenza in professioni già riconosciute.
•
Secondo il rapporto dell’European Network of
Sport Science Institutes - la regola generale
stabilisce che una professione esiste quando
dispone di riconoscimento sociale, determinato
in base ai seguenti criteri:
– esistenza di una organizzazione
professionale propria (sindacato, ordine,
associazione professionale)
– esistenza di una o più formazioni specifiche
– esistenza di una forma di riconoscimento
legale
DDL RIFORMA PROFESSIONI
Il Governo provvede a disciplinare le associazioni di
esercenti professioni intellettuali sulla base dei seguenti
principi e criteri direttivi:
a) garantire la libertà di costituire libere associazioni di
professionisti, di natura privatistica, fondate su base
volontaria, senza vincolo di esclusiva e nel rispetto della
libera concorrenza;
b) prevedere la registrazione presso il Ministero della
giustizia, sentito il CNEL, delle associazioni professionali
che svolgono l'attività di cui alla lettera c);
c) Prevedere che le associazioni di cui alla lettera b)
possano rilasciare attestati di competenza riguardanti la
qualificazione
professionale,
tecnico-scientifica
e
deontologica.
Legge 27/2006
Art. 1-septies.
Equipollenza di titoli di studio
Il diploma di laurea in scienze motorie e'
equipollente al diploma di laurea in
fisioterapia, se il diplomato abbia
conseguito attestato di frequenza ad
idoneo corso su paziente, da istituirsi con
decreto ministeriale, presso le università.
Primo passo per la definizione del profilo
professionale poiché:
possono essere regolamentate solo quelle professioni che
abbiano attinenza con diritti costituzionalmente tutelati,
come la salute;
le attività motorie e l’esercizio fisico, per unanime riconoscimento, sono
indispensabili per il mantenimento della salute, per la prevenzione e la
cura di molte malattie, tanto da essere inserite, a pieno titolo, nel piano
sanitario nazionale;
Dal PIANO SANITARIO
NAZIONALE 2004-2006
:
Progetto
2.9 "Promuovere gli stili di vita
salutari, la prevenzione e la comunicazione
pubblica sulla salute"
b. Nell'ambito dell'adozione di stili di vita sani, l'attività
fisica riveste un ruolo fondamentale
Dal PIANO SANITARIO
NAZIONALE 2006-2008
Tra gli interventi sugli stili di vita si ritengono
prioritari:
• la promozione attiva di abitudini non sedentarie;
:
Tra le sinergie possibili per lo sviluppo di tutti i
programmi di prevenzione e promozione della
sicurezza e salute è certamente prioritaria quella con
il mondo della scuola per la sua valenza formativa
verso le classi di popolazione più giovane.
Dal PIANO SANITARIO
NAZIONALE 2006-2008
“Oggi gli obiettivi di promozione della salute attraverso
l’educazione agli stili di vita salutari e attraverso la
pratica dell’esercizio fisico regolare non sono
perseguiti nei luoghi di lavoro e si perde un’altra
:
occasione
preziosa per mantenere questa “work
ability”.
Occorre “valutare con attenzione e contrastare il fenomeno
del doping che sembra interessare sempre di più anche i
giovanissimi che praticano lo sport a livello dilettantistico e
amatoriale, coinvolgendo le famiglie, le istituzioni
scolastiche, le organizzazioni sportive e le strutture del
SSN.
Primo passo per la definizione del profilo
professionale poiché:
Oggi la riabilitazione fisica non è più appannaggio di un solo
professionista; intervengono più competenze e differenti
approcci disciplinari, in momenti diversi, per pianificare e
svolgere la terapia e per ristabilire la performance motoria;
molti laureati in scienze motorie prestano la loro opera nelle
più avanzate strutture sanitarie del settore, perché la loro
specificità professionale è indispensabile per conseguire i
migliori risultati;
Primo passo per la definizione del profilo
professionale poiché:
esistono notevoli
analogie tra i piani di
studi delle due lauree;
se la cosiddetta medicalizzazione dei corsi di laurea in
scienze motorie ha reso il profilo professionale meno
centrato sugli aspetti tecnici e sportivi, che almeno questa
formazione biofisiologica possa trovare riconoscimento
nel campo sanitario
• Rimane irrisolto il problema della LM in
Scienze delle Attività motorie preventive e
adattative
• I laureati in SM non dovrebbero sostituirsi
ai Fisioterapisti ma essere liberi di
esercitare la loro professione in maniera
protetta ed integrata con le altre
professionalità del settore
Informazioni riguardo le opportunità di lavoro che si prospettano al
neolaureato in Scienze delle Attività motorie Preventive ed adattate (fonte
IUSM – Roma)
• Programmatori, conduttori e consulenti di attività
motorie presso Enti pubblici o consorzi di enti
pubblici, Aziende ospedaliere, strutture pubbliche e
private per anziani, strutture pubbliche e private per
disabili;
• Programmatori, consulenti e addetti alla gestione e
controllo delle attività motorie compensative nelle
Industrie pubbliche e private, comprendenti le
attività motorie utili alla prevenzione di patologie
acute e croniche legate alla specifica attività
lavorativa;
• Fisioterapisti e laureati in scienze motorie
dovrebbero poter condividere alcuni aspetti della
loro formazione, mettere insieme le loro
competenze per sviluppare la ricerca scientifica,
con vantaggi per entrambe le categorie.
• Bisogna mettere da parte le tendenze
corporative e verificare cosa realmente serve
per assicurare, ad ogni cittadino, le migliori
prestazioni professionali.
Ciò che conta di più è
l’affermazione di un
principio:
le attività motorie svolgono
un ruolo insostituibile nel
garantire la salute pubblica.
.
• Ci chiediamo perché il corso di
laurea in SM è l'unico non
sanitario ad essere collocato,
in molti casi, nelle facoltà di
Medicina
• Decreto Legislativo 8 maggio
1998, n. 178, art 2 comma 7:
il diploma di laurea in scienze
motorie non abilita all'esercizio
delle
attività
professionali
sanitarie
ODG Legge 15 maggio 1997, n. 127
La Camera, premesso che
l'articolo 14, comma 21, del disegno di legge n.2564
contiene la delega per il riordino degli attuali istituti
superiori di educazione fisica (ISEF) e per la istituzione
della facoltà di scienze motorie;
la previsione dell'istituzione di un indirizzo «tecnico
sportivo» potrebbe risultare lesiva dell'autonomia tecnica
delle federazioni sportive nazionali del CONI;
l'autonomia del CONI deve essere in ogni forma
salvaguardata;
impegna il Governo,
in sede di esercizio della delega di cui all'articolo 14,
comma 21, del disegno di legge, a salvaguardare le
attribuzioni del CONI per la formazione dei quadri tecnici
e sportivi dell'organizzazione sportiva
CONI / RIUNIONE DEL 190° CONSIGLIO
NAZIONALE
“Gola (Presidente Fidal) sottolinea la
necessità di una maggiore chiarezza
sulle problematiche derivanti dalla
sovrapposizione dei laureati in Scienze
Motorie con i tecnici formati e
inquadrati dalle singole federazioni”
In conclusione i laureati in scienze motorie
non dovrebbero occuparsi :
di sport (spetta al CONI)
di fitness (spetta a tutti)
di attività motorie preventive e adattate
(spetta ai Fisioterapisti)
di attività per anziani e disabili (spetta alle
professioni sanitarie degli educatori
professionali e dei terapisti occupazionali).
LA SFIDA: affermare il ruolo del laureato in scienze
motorie
Per questo è necessario compiere
un’operazione culturale
European Physical Education Association
No education
without
physical education
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