LA RETE EURES IN ITALIA
ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO-ISTITUZIONALE,
VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ORGANIZZATIVI
“Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 5/2003
ISFOL – RP(MDL)-5/03
1
Elaborazione grafica di ANNA NARDONE
di
Massimiliano Bonanni e Roberto Landi
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Con le monografie sul Mercato del lavoro e le
politiche per l’impiego, vengono presentati e
divulgati in forma sintetica, i principali risultati
di studi, indagini e rassegne tematiche
realizzate dall’Area di ricerca “Mercato del
lavoro” dell’Isfol.
Direzione scientifica della collana:
Diana Gilli e Antonello Scialdone
Isfol – Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori
Via G. B. Morgagni, 33 - 00161 Roma
Tel. 06/44.59.01 – Fax 06/44.59.06.85
Indirizzo Internet http://www.isfol.it
2
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
LA RETE EURES IN ITALIA
EURES NETWORK IN ITALY
ANALISI DEL QUADRO
NORMATIVO-ISTITUZIONALE,
ANALYSIS OF THE
LEGISLATIVE-INSTITUTIONAL
VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI
ORGANIZZATIVI
FRAMEWORK
ORGANISATIONAL ASPECTS
SURVEY
SINTESI
ABSTRACT
Nel corso degli ultimi anni all’interno delle
strategie mirate all’aumento dell’occupazione ed
alla coesione economica e sociale il tema della
mobilità geografica dei lavoratori è venuto
assumendo una posizione centrale. Nel quadro della
Strategia europea di Lisbona il “Piano di azione
della Commissione in materia di competenze e
mobilità” individua nella necessità di una
manodopera “qualificata e flessibile” – dunque
nell’accrescimento della mobilità sul mercato del
lavoro – uno dei filoni di azione attorno ai quali
declinare le strategie di intervento. Tale versante di
azione non va peraltro disgiunto dalla previsione di
azioni volte a promuovere tanto le competenze e la
formazione, quanto a rimuovere gli ostacoli alla
mobilità professionale e geografica dei lavoratori.
In particolare l’attenzione della Commissione
europea si è rivolta alla rete Eures, che costituisce
un servizio sviluppato in cooperazione tra
Commissione e Stati membri, della quale è in corso
un processo di integrazione all’interno dei Servizi
all’impiego nazionali ed in particolare alla
componente professionale di questa.
La rete Eures è composta da personale delle
strutture Spi dei paesi dello Spazio economico
europeo (Comunità europea più Islanda e Norvegia)
che, supportato da una banca dati condivisa nella
quale confluiscono offerte di lavoro e candidature di
lavoratori interessati ad una esperienza lavorativa
all’estero, svolge compiti di consulenza, informazione ed orientamento dell’utenza (imprese e
persone in cerca di lavoro).
Lo spettro di informazioni veicolate è molto
ampio e spazia da quelle relative alle condizioni di
vita e di lavoro nei vari paesi dello Spazio
economico europeo, alla legislazione vigente
(tipologie contrattuali, ecc.), ai requisiti indispensabili per accedere a quel tipo di impiego
(conoscenza delle lingue, ecc.), e spesso si sostanzia
in un vero e proprio colloquio di orientamento.
Proprio per la centralità del ruolo operativo di
queste figure professionali, non disgiuntamente dal
fatto che esse costituiscono una parte dei testimoni
privilegiati della costruzione e dell’implementazione della rete Eures, la presente indagine si è
avvalsa della testimonianza degli Euroconsiglieri
per esplorare, oltre agli aspetti giuridici e normativi,
In recent years the geographical mobility of
workers has come to assume a central role within the
framework of strategies designed to increase
employment and economic and social cohesion. In
the framework of the Lisbon European strategy the
“Commission Action Plan for Skills and Mobility”
sees the need for a “qualified and flexible”
workforce – therefore increased labour market
mobility – as one of the lines of action around which
to build the strategies for intervention. This aspect of
the actions should not however be viewed in
isolation from those designed to promote skills and
training and to remove obstacles to the employment
and geographical mobility of workers. More
specifically, the attention of the European
Commission has turned to the Eures network, a
service that has been developed through cooperation
between the Commission and Member States and for
which a process of integration within the national
employment services, particularly the professional
element of these, is under way.
The Eures network is made up of staff from the
Public Employment Service (PES) structures of the
countries of the European Economic Area (European
Union plus Iceland, Norway) which, with the help of
a shared database that brings together job offers and
applications from workers interested in working
abroad, carries out advisory, information and
guidance functions for users (firms and job-seekers).
A wide variety of information is carried, ranging
from information on living and working conditions
in the various countries of the European Economic
Area to the legislation in force in them (types of
contracts etc), to the requirements for entering a
given type of employment (knowledge of languages,
etc). This information is often provided through
guidance interviews.
In view of the key operational role played by
Eures staff, together with the fact that they are
privileged participants in the construction and
implementation of the Eures network, the present
survey drew on the experience of the Euro Advisers
to explore not just the legislative and regulatory
aspects but also the organisational and structural
aspects characterising the presence in Italy of Eures
and the services it provides.
In Italy the organisational and functional
i l
i
f h
k h
b
3
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
gli elementi organizzativi e strutturali che
caratterizzano la presenza sul territorio italiano di
Eures e l’offerta di servizi.
In Italia la rete Eures ha conosciuto un percorso
di implementazione organizzativa e funzionale
caratterizzato da un duplice processo di ricontestualizzazione ed integrazione nei Servizi per l’impiego
decentrati a seguito della riforma introdotta con il dl
469/97. L’avanzamento organizzativo e funzionale
del servizio ha pertanto risentito della maggiore o
minore agilità con la quale veniva a dispiegarsi la
complessiva organizzazione dei nuovi Spi, la cui
messa a regime rappresenta infatti una condizione
preliminare all’integrazione del servizio Eures.
Il servizio ha conosciuto, negli anni a cavallo
del 2000, una fase interlocutoria, essendo gli
Euroconsiglieri spesso impegnati a fronteggiare le
problematiche relative alla messa a regime dei
nuovi Spi; si sono anche talvolta evidenziate delle
criticità relative alla collocazione di Eures e dei suoi
consulenti all’interno delle nuove strutture regionali
anche per effetto di una non sempre incisiva azione
di coordinamento ed indirizzo dispiegata dall’amministrazione centrale.
Il panorama restituito rispecchia una eterogeneità di situazioni tanto sul piano organizzativo,
che su quello funzionale; si oscilla tra realtà più
avanzate, nelle quali già si progetta la “capillarizzazione” delle strutture Eures al livello di
province e Cpi, e realtà nelle quali l’intero servizio
è affidato alla sola capacità di azione e di relazione
dell’Euroconsigliere. Si notano ulteriori differenze
tra realtà nelle quali si realizzano servizi altamente
personalizzati di consulenza, orientamento, rivolti
sia all’utenza italiana che vuole lavorare all’estero,
sia a lavoratori stranieri che si trovano in Italia e che
necessitano di informazioni legate alle pratiche
amministrative, all’alloggio, etc., e realtà nelle quali
il servizio si sostanzia nella mera informazione
delle opportunità di lavoro Eures.
Attualmente la rete Eures è oggetto di una
nuova fase evolutiva, legata tanto alla definizione
(avvenuta nel gennaio 2003) della nuova base
giuridica, quanto all’azione intrapresa dal Ministero
del lavoro (Coordinamento nazionale Eures)
finalizzata a implementare la nuova struttura Eures
integrata al livello regionale e provinciale nei Spi:
nelle prossime rilevazioni sulla rete Eures ci si
propone di seguire il percorso di evoluzione della
rete, che si sta avviano secondo un approccio più
sistematico che in passato.
implementation of the Eures network has been
characterised by a double process of recontextualisation and integration of the decentralised
employment services following the reform
introduced
through
Law
469/1997.
The
organisational and functional development of the
service has therefore been affected by the greater or
lesser smoothness with which the overall
organisation of the new PES has developed, the
completion of which has been a pre-condition to the
integration of the Eures system.
Since the late 1990s the service has experienced
an interlocutory phase that has often seen the Euroadvisers dealing with problems relating to the
completion of the new PES; critical points have also
emerged regarding the position of Eures and its
advisers within the new regional structures, not least
as a result of the not always effective action of
coordination and guidance by the central
administration.
The panorama as it now stands reflects a range of
diverse situations, at both the organisational and
functional levels; it oscillates between more
advanced situations, in which a “ramification” of the
Eures structures at the level of the provincial
administrations and Employment Centres (PECs) is
planned, and situations in which the entire service is
entrusted to the capacity for action and relationshipbuilding of the Euro-advisers alone. Further
differences can be noted between situations in which
highly personalised advisory and guidance services
are provided, both for Italian users wishing to work
abroad and foreign users in Italy who need
information regarding administrative procedures,
accommodation, etc, and situations where the service
takes the form merely of information regarding Eures
employment opportunities.
At present the Eures network is undergoing a
new stage in its development, linked to the definition
(in January 2003) of the new legislative base, and to
the action undertaken by the Ministry of Labour
(National Eures Coordination Unit) to implement the
new integrated Eures structure at the regional and
provincial levels within the PES; in the forthcoming
surveys of the Eures the plan is to examine the
development of the network, which is following a
more systematic approach than in the past.
4
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
INDICE
Sintesi – Abstract
Pag.
3
Introduzione
“
9
1. Evoluzione del servizio Eures
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
“
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20
20
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21
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22
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“
“
“
“
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“
28
“
“
28
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“
33
“
“
“
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39
“
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“
“
“
“
40
41
43
44
1.1 Eures prima del 1998
1.1.1 Gli Euroconsiglieri già in carica
1.1.2 La missione rispetto al territorio
1.1.3 I servizi offerti
1.1.4 Le modalità di presentazione dell’offerta dei servizi
1.1.5 Le modalità organizzative del servizio
1.1.6 Le problematiche più frequenti
1.2 Eures dopo il 1998
1.2.1 La missione rispetto al territorio
1.2.2 L’evoluzione dei servizi
1.2.3 L’evoluzione delle modalità di presentazione dell’offerta
dei servizi
1.2.4 I cambiamenti nelle modalità organizzative del servizio
1.2.5 Le problematiche emerse
1.2.6 La percezione della qualità del servizio offerto
2. Le dotazioni a disposizione del servizio
2.1 Logistica e strumentazioni
2.2 Le risorse economiche
3. Decentramento
3.1 Le problematiche scaturite
3.2 Le potenzialità inespresse
3.3 Le aree coperte in maniera efficace
4. Attività
4.1 Il Piano di attività e l’avanzamento
4.2 La promozione delle attività
4.2.1 Le iniziative promozionali preferite
4.2.2 La promozione del servizio Eures locale attraverso Internet
5
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
5. Utenza del servizio Eures: target, rapporto con il servizio,
percezione del grado di soddisfazione
pag.
5.1 La platea degli utenti
“
5.1.1 Persone in cerca di lavoro: una classificazione
“
5.1.2 I canali informativi di conoscenza del servizio
“
5.1.3 Volumi di attività: contatti, candidature, ricandidature
“
5.1.4 Le imprese
“
5.2 Percezione della soddisfazione degli utenti
“
5.3 Selezione e orientamento degli utenti
“
5.3.1 Le modalità
“
5.3.2 La gestione del colloquio
“
46
46
47
50
51
55
55
58
58
59
6. Eures: organizzazione e ruoli
“
60
6.1 Struttura operativa
6.2 Ruolo dell’Euroconsigliere
6.2.1 Il profilo professionale
6.3 Organizzazione territoriale: altre figure professionali
6.3.1 Gli Assistenti: ruolo e profilo professionale
6.3.2 Ruolo del Line Manager
6.4 Integrazione operativa delle figure professionali
“
“
“
“
“
“
“
60
60
63
67
68
70
71
7. L’Euroconsigliere: formazione, obiettivi ed aspettative
“
72
“
“
“
72
74
76
“
79
7.1 I percorsi professionali
7.2 Il confronto con gli altri colleghi ed il livello di soddisfazione
7.3 Obiettivi e aspettative dell’Euroconsigliere
Riferimenti bibliografici
6
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
INDICE DELLE TABELLE
Tab.
Tab.
Tab.
Tab.
1
2
3
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-
Tab.
Tab.
Tab.
5
6
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-
Tab.
8
-
Tab.
9
-
Tab. 10
Tab. 11
Tab. 12
-
Riepilogo delle attrezzature di ufficio per Euroconsigliere
Utenti Eures per tipologia - valori %
Utenti del servizio Eures per fasce di età - valori % e media
Utenti del servizio Eures per fasce di età nei singoli casi di
osservazione
Utenti del servizio Eures per classi di età e sesso - valori %
Utenti del servizio Eures: incidenza dell’utenza femminile - valori %
Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per tipologia - valori % e
media
Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio valori % e media
Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio nei
singoli casi di osservazione
Servizio Eures: volumi di attività relativi al periodo 1999-2001
Utenti del servizio Eures, volumi di attività
Euroconsiglieri: percezione del grado di soddisfazione dell’utenza
7
Pag.
“
“
29
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48
“
49
“
“
49
49
“
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“
50
“
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“
“
“
54
54
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ISFOL – Area Mercato del Lavoro
INDICE DELLE FIGURE
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
-
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7
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-
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 14
-
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
-
15
16
17
18
Fig. 19
Fig. 20
-
Distribuzione territoriale delle sedi Eures e struttura di appartenenza Pag.
Percentuale degli Euroconsiglieri intervistati già in carica nel 1998
“
Euroconsiglieri: percezione del rapporto tra qualità del servizio
Eures ed attese dell’utenza
“
Numero di locali adibiti al servizio Eures - valori %
“
Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fax
“
Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fotocopiatrice
“
Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di personal computer
“
Attrezzature Euroconsiglieri: collegamento ad Internet
“
Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità rete Intranet
“
Attrezzature Euroconsiglieri: presenza di segreteria telefonica
“
Euroconsiglieri: valutazione delle risorse economiche dedicate al
servizio Eures
“
Modalità di promozione delle attività Eures
“
Presenza di un sito Internet locale su Eures
“
Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per fasce di età: percentuale
media, massima e minima
“
Utenti del servizio Eures: volumi di attività - valori assoluti
“
Utenti Eures: volumi di attività - valori %
“
Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione dell’utenza
“
Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle persone in
cerca di lavoro
“
Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle imprese
“
Livello di soddisfazione degli Euroconsiglieri
“
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30
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53
56
57
57
75
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
INTRODUZIONE
Il tema della mobilità geografica dei lavoratori ha assunto – nel corso degli ultimi anni
– una crescente posizione di centralità nell’analisi e nella elaborazione delle strategie
mirate all’occupazione ed alla coesione economica e sociale. Il quadro di riferimento,
all’interno del quale tale elaborazione ha avuto corso, ha come sfondo gli obiettivi posti
dal vertice europeo di Lisbona, il cui documento conclusivo ha sancito, quali priorità
delle strategie politiche degli Stati membri, il miglioramento quantitativo e qualitativo del
lavoro, il rafforzamento della coesione sociale e la creazione di una economia della
conoscenza dinamica. Conseguentemente, attraverso il recente “Piano di azione della
Commissione in materia di competenze e mobilità”, contenuto nella Comunicazione della
Commissione al Consiglio europeo Com (2002) 72, è stato individuato nella necessità di
una manodopera “qualificata e flessibile”1 – dunque nell’accrescimento della mobilità sul
mercato del lavoro – uno dei filoni di azione attorno ai quali declinare le strategie di
intervento del triennio successivo al vertice (2001-2003), non disgiuntamente dalla
previsione di azioni volte a promuovere tanto le competenze e la formazione, quanto a
rimuovere gli ostacoli alla mobilità professionale e geografica dei lavoratori. Pertanto,
alla tutela della libera circolazione dei lavoratori, si deve accompagnare la previsione di
misure di indirizzo, promozione e sostegno di essa da un lato attraverso un legame
sempre più stretto tra maggiore vicinanza dei sistemi educativi e di formazione con il
mondo dell’impresa e dall’altro attraverso la spinta e la promozione della mobilità
professionale e geografica.
Se complessivamente si allarga lo spettro all’interno del quale il tema della mobilità
dei lavoratori è stato elaborato a partire dal Regolamento Cee 1612/68 del 15 ottobre
19682, altrettanto può dirsi per l’obiettivo della “compensazione di manodopera”,
declinato in chiave di lettura più ampia nel momento in cui si osserva che “la
stimolazione della crescita dell’economia europea passa attraverso un migliore
adeguamento tra i fabbisogni di competenze nei settori e le regioni in crescita, e le
competenze disponibili tra la manodopera”3. A tale proposito, appare evidente il richiamo
implicito al ruolo dei partner coinvolti nella realizzazione delle misure alla base di questa
strategia, in particolare dei servizi pubblici di orientamento e consulenza sulle condizioni
1
2
3
Commissione delle Comunità europee, Com (2002) 72, p. 4.
Relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità e alla diffusione di informazioni
relative alle offerte di lavoro “a vocazione comunitaria”.
Commissione delle Comunità europee, Com (2002) 72, p. 4.
9
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
di vita e di lavoro all’estero, dalla cui efficienza dipende la capacità di veicolare
informazioni e di garantirne la fruibilità a porzioni di utenza sempre più ampia.
Accanto alla predisposizione, da parte dei Spi nazionali, di iniziative volte a rendere
più accessibili e visibili le loro vacancies ai lavoratori stranieri, sia attraverso propri siti
Internet e relativi servizi interattivi (con un crescente impiego dei call-center services),
sia ricorrendo ad agenzie esterne per il reclutamento di attività all’estero, sia promovendo
servizi di orientamento in accordo con il personale di altre regioni straniere interessate4,
l’attenzione della Commissione europea si è rivolta in particolare alla rete Eures.
Quest’ultima costituisce un servizio sviluppato in cooperazione tra Commissione e Stati
membri, del quale è in corso un processo di integrazione all’interno dei Servizi
all’impiego nazionali ed in particolare alla componente professionale di questa: tra il
2002 e il 2004, la Commissione si propone di implementarne e completarne il processo di
modernizzazione e di integrazione nei sistemi nazionali dell’impiego iniziato nel 1998.
Alla luce di quanto osservato, giunti alla terza annualità dell’azione di monitoraggio
dei Servizi per l’impiego, la Struttura di monitoraggio Spi dell’Isfol ha ritenuto utile
predisporre un’indagine mirata e rivolta in maniera esclusiva a quei servizi predisposti a
sostegno della mobilità europea e sviluppati all’interno dei servizi regionali e provinciali
per l’impiego: in particolare ha costituito oggetto della presente rilevazione
l’articolazione italiana della rete Eures della quale vengono osservati, oltre agli aspetti
giuridici e normativi, gli elementi organizzativi e strutturali che ne caratterizzano la
presenza sul territorio e l’offerta di servizi. In questa fase dell’indagine, si è proceduto ad
intervistare, in veste di testimoni privilegiati della costruzione ed evoluzione del servizio
a partire dalla riforma dei Spi, gli Euroconsiglieri. Questi costituiscono una delle
componenti dell’organizzazione nazionale della rete Eures (si veda il paragrafo
successivo), di cui rappresentano la rete di risorse umane formate ad hoc dalla
Commissione europea, sulla base di un programma di formazione continua, aventi
funzione di consulenza, informazione e collocamento sul mercato del lavoro europeo.
Con il ricorso a tale platea di intervistati, si è sostanzialmente cercato di prestare
attenzione agli aspetti più marcatamente operativi del servizio così come si è venuto
implementando in Italia, all’interno di una fase di profonda riorganizzazione dei Servizi
nazionali per l’impiego che, non di rado, ne ha condizionato i percorsi ridefinendone il
profilo all’interno dei Spi decentrati.
La rete Eures: un breve profilo
La rete Eures è stata istituita con la decisione della Commissione europea 93/569/Cee
del 22 ottobre 19935 in applicazione del già citato regolamento Cee n. 1612/68 del 15
4
5
European Commission – Employment and social affairs DG “The role of PES in facilitating mobility in
the European labour market” (2002) Brussels.
Recentemente abrogata dalla decisione della Commissione europea 2003/8/Cee del 23 dicembre 2002
10
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
ottobre 1968 relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità,
nonché alla diffusione delle informazioni riguardo le offerte di lavoro a “vocazione
comunitaria”. Recentemente, con la decisione 2003/8/Cee, del dicembre 2002, la base
legale del servizio Eures è stata oggetto di modifiche che portano a compimento un
processo di revisione intrapreso circa tre anni or sono: delle fasi salienti di tale processo
(come ad esempio il memorandum per l’integrazione del servizio Eures nei Spi, risalente
al novembre 1998, la progressiva introduzione dell’Itc nella prassi lavorativa dei soggetti
impegnati sul versante delle politiche del lavoro) e dei cambiamenti che si profilano
all’orizzonte comunitario (ad esempio con il prossimo allargamento), la nuova base
giuridica rappresenta un momento di sistematizzazione.
I soggetti componenti la rete sono individuati in due categorie: i membri Eures, vale a
dire i servizi specializzati designati dagli Stati membri, e la Commissione, tramite
l’Ufficio europeo di coordinamento; i partner Eures, ovvero i servizi regionali
dell’occupazione degli Stati membri, i servizi dell’occupazione responsabili per le regioni
limitrofe ed i servizi dell’occupazione specializzati. La struttura della rete comprende –
accanto all’Ufficio europeo di coordinamento che rappresenta la struttura di riferimento
della Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali della Commissione – un
gruppo strategico ad alto livello, formato dai direttori generali dei Spi nazionali (avente
un ruolo consultivo) ed un gruppo di lavoro, composto dai vertici delle strutture nazionali
Eures dei paesi membri (i manager Eures).
La cura della diffusione e della piena accessibilità a tutti i paesi membri delle
informazioni relative a posti vacanti e domande di lavoro pubblicate da membri e partner
Eures, così come la definizione delle attività svolte da questi ultimi, la definizione degli
obiettivi e degli standard di qualità del servizio, nonché le procedure per garantire
l’uniformità e l’interoperabilità per lo scambio di informazioni, sono stabilite da uno
statuto (“lo statuto dell’Eures”): quest’ultimo rappresenta – rispetto al precedente
ordinamento del 1993 – un elemento di notevole significato, in quanto da un lato rimanda
ad un atto, di emanazione successiva alla decisione, la definizione dei tratti salienti del
servizio; dall’altro prospetta nella sua elaborazione una procedura di carattere partecipato,
essendo l’adozione dello statuto stesso subordinata alla previa consultazione del gruppo
strategico, istanza che riunisce i direttori generali dei Spi.
La struttura nazionale Eures è stata, a seguito della definizione della nuova base
giuridica, modificata rispetto alla previsione del 1993 e declinata all’interno del nuovo
scenario dei Servizi per l’impiego: dalla originaria previsione di un coordinamento
nazionale (attestato presso il Ministero del lavoro) al quale si affiancava una rete di 35
Euroconsiglieri aventi funzione di consulenza, informazione e collocamento sul mercato
che, recependo i più recenti indirizzi della Commissione europea in materia di mobilità Com (2002) 72
def. del 13 febbraio 2002, citata nel paragrafo precedente, riforma dopo un lungo percorso avviato tra il
2000 ed il 2001 la base giuridica di Eures, alla luce dell’esperienza maturata dal 1993 e – soprattutto –
alla luce del prossimo allargamento dell’Unione europea.
11
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
del lavoro europeo6, si è approdati ad una articolazione su base regionale e locale che
individua differenti ordini di figure professionali, di coordinamento della rete al livello
regionale, di supporto tecnico agli Euroconsiglieri nell’esercizio delle loro funzioni,
nonché di animazione e promozione al livello locale della rete.
Tale assetto giunge a completa definizione proprio nei primi mesi del 2003,
successivamente ad una fase di prima elaborazione e di sperimentale implementazione nel
corso degli anni 2000-2001, ed al termine di un processo – invero espressione di un
impulso politico più deciso – che ha caratterizzato il periodo 2002-2003, con il
documento del coordinamento nazionale del febbraio 2003 relativo alla Riforma legale
giuridica di Eur.e.s.7 recepisce le direttive riportate nella nuova Decisione della
Commissione europea ed invita “le amministrazioni regionali (…) a rivedere l’attuale
ripartizione delle responsabilità e le procedure decisionali, relativamente al servizio
Eures”. All’interno del documento, oltre alla indicazione di linee generali e funzioni di
massima del servizio, sono tratteggiate le “capacita/requisiti di massima che devono
possedere le figure professionali interessate”. In particolare, al di sopra della figura del
Consigliere Eures (nel presente lavoro definita Euroconsigliere, adottando ancora la
vecchia dizione del regolamento del 1993), sono individuate quella del Line manager,
con funzioni di coordinamento dell’attività regionale e provinciale della rete Eures ed
avente la funzione di interfaccia tra Euroconsiglieri e coordinamento nazionale; quella
dell’Assistente, quale figura in grado di supportare l’Euroconsigliere nell’esercizio delle
sue funzioni; infine quella del Referente, le cui funzioni attengono al supporto tecnico ed
all’animazione della rete all’interno del mercato del lavoro locale.
Accanto alla rete di risorse umane, il servizio Eures si compone anche di una rete
informatica. La banca dati di Eures contiene circa 20.000 offerte di lavoro, il cui
inserimento avviene in diversi modi: in alcuni paesi, tra cui l’Italia, l’inserimento è
operato direttamente dagli Euroconsiglieri, altrove esso avviene attraverso l’ufficio
centrale di collocamento che le trasmette direttamente alla banca dati Eures (a Bruxelles).
Parte di tale mole di informazioni è consultabile attraverso il sito Internet di Eures, al cui
interno l’utente può usufruire di servizi di inserimento on-line del proprio curriculum
vitae, nonché raccogliere informazioni tanto sulla rete ed i suoi consulenti, quanto sulle
condizioni di vita e di lavoro dei paesi aderenti alla rete.
Riorganizzazione e decentramento della rete Eures in Italia : dallo spontaneismo
organizzativo ad un intervento di sistema
L’attività Isfol di monitoraggio dei Servizi per l’impiego ha permesso di osservare
6
7
La figura dell’Euroconsigliere era definita all’interno della decisione della Commissione europea
93/569/Cee, par. 4.1 Allegato I, in attuazione dell’articolo 13 del Regolamento Cee 1612/68.
Cfr. Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG impiego – Coordinamento nazionale Eures –
divisione I, “Riforma legale giuridica di Eur.e.s.”, Roma, 18 febbraio 2003.
12
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
l’andamento del processo di decentramento e di integrazione del servizio Eures nei nuovi
Spi regionali e provinciali8, evidenziandone i momenti salienti della ricontestualizzazione
all’interno delle realtà regionali e dello sforzo di riorganizzazione ad essa seguito, alla
luce del duplice movimento prodotto da un lato dalla previsione di una riorganizzazione
complessiva della base legale della rete (che, avviata nel 1998, approda ad una
definizione nei primi mesi del 2003), e dall’altro del processo di riorganizzazione dei
Servizi per l’impiego italiani, come disposto dal D.lgs. 469/97. A partire dal 1999, ma
con un impulso crescente negli anni successivi, in Italia si è potuto assistere ad una
riorganizzazione del servizio, della quale si possono evidenziare due elementi:
un primo è quello della ricontestualizzazione di un servizio già operativo presso i
servizi nazionali dell’occupazione all’interno di una “nuova situazione ambientale”
quale era quella delle amministrazioni regionali e provinciali beneficiarie del
decentramento. Tale processo ha inciso sensibilmente sull’implementazione di Eures,
essendo questa condizionata dalla maggiore o minore agilità con la quale veniva a
dispiegarsi la complessiva organizzazione dei nuovi Spi: la messa a regime dei
Servizi per l’impiego decentrati rappresenta infatti una condizione preliminare
all’integrazione del servizio Eures al loro interno. Come si avrà modo di osservare,
soprattutto negli anni immediatamente successivi al trasferimento delle competenze e
delle risorse economiche ed umane dal Ministero alle regioni e province, ed
all’attuazione delle legislazioni regionali di recepimento del 469/97, il servizio ha
conosciuto una fase interlocutoria, essendo spesso impegnati gli Euroconsiglieri a
fronteggiare le problematiche relative alla messa a regime dei nuovi servizi, ovvero
evidenziandosi delle criticità relative alla collocazione del servizio e dei suoi
consulenti all’interno delle neonate strutture regionali. A quanto emergeva dal
monitoraggio Spi dell’anno 2000, al mese di giugno di quell’anno l’utilizzo della rete
Eures risultava circoscritto ad appena il 13% delle strutture regionali e provinciali
intervistate, con una prevalenza delle realtà frontaliere, nelle quali la posizione
geografica e le caratteristiche del mercato del lavoro costituivano un contesto ideale
per il consolidamento della rete;
un secondo elemento, che si è combinato al primo, riguarda la debole azione di
coordinamento ed indirizzo dispiegata dall’amministrazione centrale negli anni
cruciali tra il 2000 ed il 2001, esplicabile con l’affiorare dello stesso ordine di priorità
funzionali ed organizzative di fronte al quale – al livello locale – sono venuti a trovarsi
gli Euroconsiglieri, priorità che premevano per una maggiore attenzione al
consolidamento delle nuove strutture regionali Spi, gravate – dal punto di osservazione
8
Si veda Gilli D., Perri G. e Tantillo F., Servizi per l’impiego: monitoraggio 2000, Isfol, “Monografie sul
Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2001; Gilli D., Monitoraggio Spi 2001 – analisi di
profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture Isfol, “Monografie sul
Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2002 e Gilli D., Landi R. e Perri G., Servizi per
l’impiego: monitoraggio 2001 Isfol, “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n.
3/2002.
13
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
qui tenuto, vale a dire quello delle strutture Eures – dal duplice processo di
decentramento dei Servizi all’impiego e di integrazione del servizio Eures. È pertanto
venuta a mancare una forte strategia di livello nazionale, che prevedesse un
sistematico coinvolgimento delle parti istituzionali (coordinamento nazionale, regioni
e province), finalizzata alla realizzazione di azioni di accompagnamento e supporto
tecnico del processo di integrazione disposto dalle convenzioni stipulate dalle
amministrazioni regionali con il Ministero del lavoro per la gestione del servizio
Eures.
Per una prima fase, che si snoda lungo il periodo che va dal 2000 alla primavera del
2002, la riorganizzazione del servizio Eures ha visto pertanto gli Euroconsiglieri transitati
presso le amministrazioni regionali cercare di garantire una continuità di erogazione dei
servizi Eures, al netto delle difficoltà locali, che – a diverso spettro – hanno caratterizzato
il movimentato sviluppo dei nuovi Spi e compatibilmente con le funzioni svolte
all’interno delle strutture regionali.
Una seconda e successiva fase, della quale non si può ancora dare contezza se non
nelle riflessioni effettuate in queste pagine, proprio per l’impossibilità di render conto di
un processo che conosce i suoi tratti salienti nel momento in cui il presente lavoro viene
confezionato, è quella che sembrano delineare i recenti atti posti in essere dal Ministero
del lavoro, relativi alla implementazione della nuova struttura Eures integrata al livello
regionale e provinciale nei Spi. Tali indirizzi poggiano, peraltro, sulla nuova base legale
di Eures, anch’essa giunta a definitiva formulazione dopo un lungo processo avviato
intorno al 20009. L’importanza di quest’ultimo passaggio non va sottovalutata, in quanto
esso rappresenta il completamento di un percorso che inserisce Eures all’interno degli
indirizzi più recenti della politica comunitaria in materia e ne individua uno strumento
attraverso il quale i partner della rete possano dispiegare interventi finalizzati al
conseguimento degli obiettivi da essa prefissati. È possibile, infatti, osservare come la
ridefinizione della base giuridica di Eures (2000 – 2002), si realizzi in un momento nel
quale il contesto di riferimento delle politiche del lavoro si è ulteriormente declinato e
specificato nella dimensione comunitaria (che va peraltro aprendosi agli scenari
dell’allargamento ai nuovi paesi) ed in quella della continua integrazione con le politiche
della formazione e dell’istruzione. Inoltre, va osservato come essa sia chiamata a colmare
il divario organizzativo maturato nell’ultimo decennio (la precedente base giuridica
risaliva al 1993): conseguentemente riorganizza la rete Eures lasciando uno spazio molto
più ampio alla previsione di un’organizzazione nazionale del servizio che tenga conto dei
singoli indirizzi in materia di collocamento e politiche del lavoro attuati dagli Stati
membri.
9
Il primo tentativo di inserire organicamente la rete Eures all’interno di una logica di sistema risale alla
Comunicazione Com (2000)379 del 28 giugno 2000 “Agenda per la politica sociale”, con la specifica
previsione – nel più ampio contesto degli obiettivi della politica economica e sociale fissati a Lisbona – di
avviare una revisione della base giuridica di Eures, che ne costituisce il fondamento, al fine “di rafforzare
il ruolo della politica sociale quale fattore produttivo”.
14
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
La metodologia utilizzata e la platea degli intervistati
La presente indagine è stata realizzata mediante interviste di campo, somministrate a
20 Euroconsiglieri presenti sul territorio italiano, attestati presso le amministrazioni
regionali e provinciali, ovvero presso il coordinamento nazionale della rete Eures. In
particolare, per 16 delle 20 interviste realizzate è stato privilegiata un’impostazione che
contemplasse tanto l’analisi del quadro normativo e giuridico relativo al servizio Eures,
alla luce del processo di decentramento e riorganizzazione dei Servizi per l’impiego,
quanto un’analisi di carattere organizzativo, volta ad esplorare la dimensione delle
dotazioni strutturali appannaggio dei singoli Euroconsiglieri, gli elementi che
caratterizzano il quotidiano svolgimento delle attività delle rete, nonché aspetti relativi al
rapporto con l’utenza. Non è stato trascurato un approfondimento relativo all’analisi dei
profili professionali degli Euroconsiglieri, tanto sul versante delle propria formazione,
quanto dell’esperienza maturata all’interno dei Servizi pubblici per l’impiego. Al fine di
realizzare una simile osservazione, la conduzione delle 15 interviste in oggetto è stata
realizzata con l’ausilio di un questionario strutturato diviso in due macro-sezioni.
Sezione A: quadro normativo e giuridico – implementazione rete Eures
Sono qui contenute le domande relative alla storia del servizio nella regione di
riferimento, alla storia lavorativa dell’Euroconsigliere prima e dopo la riforma dei Servizi
per l’impiego del 1998, alla normativa in atto che regola l’attività della rete Eures.
Vengono altresì approfonditi i punti chiave circa le dotazioni strutturali, l’organizzazione
del servizio con particolare riferimento alle differenze subentrate dopo il decentramento
del 1998. Ampio spazio viene dedicato alla organizzazione ed alla promozione delle
attività della rete con l’intento di verificare se gli interventi proposti fanno riferimento
principalmente ad iniziative comunitarie, istituzionali locali o personali dell’Euroconsigliere, ovvero fondate sulle abilità individuali di attivarsi propositivamente in una
prospettiva “quasi imprenditoriale” nell’interpretazione del ruolo. Inoltre viene fornita
attenzione al sito Internet sia per quanto concerne gli aspetti di gestione e manutenzione,
che in relazione all’utilizzo in chiave promozionale per l’attività Eures. Completano
l’indagine della sezione la raccolta di dati relativi alla descrizione delle tipologie degli
utenti del servizio in relazione alla fascia d’età e categoria unitamente alla rilevazione dei
dati quantitativi dell’attività del servizio dal 1999 al 2001.
Sezione B: area organizzativa
In questa sezione vengono esplorati elementi che riguardano il ruolo
dell’Euroconsigliere relativamente ad aspetti descrittivi della struttura operativa entro la
quale opera. Si approfondiscono gli elementi del profilo professionale ideale
15
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
dell’Euroconsigliere stesso, oltre che del Line manager e dell’Assistente, ovvero delle
competenze non solo tecniche ma anche gestionali e relazionali che dovrebbero essere
possedute per ricoprire al meglio il ruolo assegnato, cercando di approfondire anche il
livello di interazione/integrazione tra le tre figure. Vengono raccolte informazioni sulla
formazione degli intervistati nella prospettiva dinamica di osservare i percorsi intrapresi
sia istituzionalmente che individualmente. Uno degli elementi di novità della ricerca
consiste nell’approfondimento degli aspetti metodologici del processo di selezione degli
utenti del servizio Eures, ovvero le modalità adottate da ogni singolo Euroconsigliere
nell’accoglienza e/o orientamento dei possibili candidati.
Il quadro conoscitivo si completa con l’esplorazione delle modalità che caratterizzano
il rapporto tra gli Euroconsiglieri, i canali di comunicazione formali ed informali, lo
scambio di informazioni e la eventuale condivisione di buone prassi operative utili ad
ottimizzare la gestione del servizio.
L’elaborazione dei dati è coerente con la ridotta numerosità del campione e quindi
prevede l’analisi della distribuzione di frequenza percentuale delle risposte per le
domande chiuse e per le tabelle. È stato costruito un data-base che raccoglie tutte le
risposte fornite dagli intervistati, alle singole domande, che vengono analizzate
qualitativamente nell’ottica di esprimere le tendenze che caratterizzano l’operato e la
percezione degli Euroconsiglieri.
Accanto a queste 16 interviste, sono state realizzate altre 5 interviste, rivolte ad
altrettanti Euroconsiglieri, mirate ad approfondire in modo più specifico aspetti qualitativi
relativi alla riorganizzazione ed implementazione del servizio. Sono state pertanto
ampliate la sezione A del questionario sopra indicato e parte della sezione B.
Nella fig. 1 è indicata sia la distribuzione territoriale delle sedi visitate nonché il tipo
di struttura di appartenenza (vedi legenda).
Entrando nel dettaglio, 8 Euroconsiglieri appartengono a strutture regionali (regione
Puglia, Liguria, Sicilia, Umbria, Campania, Basilicata, Toscana e Abruzzo), 6 a strutture
provinciali (provincia di Verona, Milano, Bologna, Gorizia, Trento e Torino) e 2 a
strutture alle dirette dipendenze del Ministero del lavoro (Scica di Sassari e
coordinamento nazionale rete Eures di Roma).
Alle sedi sopra elencate vanno ad aggiungersi quelle delle 5 interviste di carattere
qualitativo, realizzate presso le regioni Valle D’Aosta, Marche e Lazio e presso le
province di Lecco e Campobasso.
L’indagine di campo ha avuto luogo tra la primavera e l’estate del 2002, nel periodo
compreso tra il mese di aprile e quello di settembre; essa ha permesso di evidenziare le
linee di tendenza dello stato di implementazione del servizio Eures presso le
amministrazioni visitate, utilizzando dati relativi al periodo che va dal 1999 ai primissimi
mesi del 2002. Il profilo restituito da questo giro di interviste deve pertanto ritenersi
relativo a quello del quadriennio appena indicato, rimandando a successive annualità
l’osservazione sistematica dell’evoluzione organizzativa e dell’ulteriore implementazione
(alla luce delle importanti novità introdotte dalla Decisione 2003/8/Cee recepite dal
16
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
coordinamento nazionale con il documento di febbraio 2003) del servizio.
La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori composto da personale Isfol –
“Struttura di monitoraggio Spi” (Area “Mercato del Lavoro”) e da intervistatori della Btc
Srl, società specializzata nella ricerca e nella consulenza aziendale per il settore profit e
no-profit.
Nella redazione del testo si è fatto riferimento alle persone intervistate in modo da
rispettare l’anonimato dei singoli Euroconsiglieri. Questa scelta è stata dettata dall’intento
di consentire ai nostri interlocutori la massima libertà nell’espressione di valutazioni e
giudizi.
Fig. 1 - Distribuzione territoriale delle sedi Eures e struttura di appartenenza
Strutture provinciali
Verona, Milano, Bologna,
Gorizia, Trento, Torino
Strutture regionali
Puglia, Liguria, Sicilia, Umbria,
Campania, Basilicata, Toscana,
Abruzzo
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
17
Ministero del lavoro
Sassari e Roma
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
1. EVOLUZIONE DEL SERVIZIO EURES
1.1 Eures prima del 1998
Nel periodo tra il 1994 ed il 1998 il servizio Eures in Italia ha dovuto affermare la
propria specificità agendo su due versanti: quello della definizione del proprio ruolo e
delle proprie modalità lavorative originali all’interno del Collocamento, e quello della
definizione della propria mission, la mobilità europea, nei confronti dell’utenza.
I tratti distintivi della rete Eures (lavoro in rete, utilizzo sistematico di tecnologie
informatiche, attenzione, oltre che nei confronti delle persone in cerca di lavoro, verso il
mondo datoriale in prospettiva di compensazione tra domanda e offerta al livello
transnazionale), ne hanno definito il carattere anticipatorio dei contenuti delle riforme che
avrebbero investito, negli anni avvenire, l’assetto organizzativo e ridefinito la mission dei
Spi. Proprio tali specificità non hanno facilitato la comprensione del servizio e del ruolo
degli Euroconsiglieri da parte degli addetti ai lavori: si è scontata una sensibilità non
ancora pienamente maturata verso il tema della mobilità, in un contesto – quale quello del
passato collocamento – ancora di forte autoreferenzialità dell’istituzione (si era in regime
di monopolio pubblico del collocamento) nei confronti dell’utenza; utenza che, del resto,
coincideva quasi completamente con l’universo dei disoccupati, relegando in posizione
marginale il mondo dei datori di lavoro.
Tra il 1996 ed il 1998, con l’inserimento delle offerte di lavoro sul sito Web della
Commissione europea, con l’emanazione da parte del Ministero del lavoro di una serie di
circolari10 volte a disciplinare l’organizzazione nonché ad addivenire ad una sempre
10
Si tratta, nel dettaglio, della circolare del Ministero del lavoro n. 18/96 del 20 febbraio 1996 recante
“Linee programmatiche attuative” relative al servizio Eures, che introduceva il concetto di “autonomia
funzionale” del personale Eures “il quale potrà contare, a seconda dell’esigenza, di uno staff di supporto
costituito da almeno uno o due collaboratori” nonché di una “stazione di lavoro” composta da
apparecchiature messe a disposizione della Commissione europea. Veniva inoltre indicata la necessità di
“predisporre (…) un programma di iniziative promozionali del sistema Eures” a cura dei direttori delle
Urlmo “di concerto con i direttori delle Uplmo”. A questa ha fatto seguito la circolare n. 96/97 del 14
luglio 1997 recante disposizioni relative alla “Struttura organizzativa” della rete Eures finalizzate a
“ridefinire le attribuzioni sia delle competenze che degli incarichi pervenendo a delineare un quadro di
riferimento certo e coerente”. Oltre al coordinamento nazionale ed alla rete di Euroconsiglieri, veniva
18
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
maggiore definizione del ruolo dell’Euroconsigliere all’interno delle strutture ministeriali
ed infine con il Memorandum del dicembre 1998 è stato prodotto un consistente sforzo
nella direzione di una implementazione della rete. Il Ministero del lavoro si è di fatto
speso in un’azione di sensibilizzazione nei confronti di dirigenti degli Uffici presso i quali
erano in carica gli Euroconsiglieri, promovendo soprattutto l’idea che Eures dovesse
essere assicurato come un normale servizio di base dell’Ufficio a prescindere dalla
presenza, o meno, dell’Euroconsigliere.
1.1.1
Gli Euroconsiglieri già in carica
Al momento del varo della riforma dei Spi del 1998, 16 dei 20 intervistati ricoprivano
già la carica di Euroconsigliere (i 4 neo-nominati si riferiscono alle province di Trento e
Torino, alla regione Abruzzo e all’Euroconsigliere di Sassari).
Fig. 2 - Percentuale degli Euroconsiglieri intervistati già in carica nel 1998
Già
Euroconsiglieri
80%
Non
Euroconsiglieri
20%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Dei 16 Euroconsiglieri già in carica nel 1998, 5 erano stati nominati nel periodo 19921993, all’inizio quindi dell’istituzione del servizio, mentre i restanti 11 si sono aggiunti ai
primi dal 1994 al 1997.
Nella maggior parte dei casi l’incarico di Euroconsigliere non è mai stato svolto (e
ancora non viene svolto) a tempo pieno ma questo era sempre associato ad altri incarichi
quali, ad esempio, seguire i progetti di mobilità e di formazione lavoro o le attività
promozionali verso l’esterno. Tra l’altro tutto questo avveniva formalmente nel pieno
rispetto delle regole poiché, come chiarisce l’Euroconsigliere 10, al momento
dell’istituzione del servizio l’impegno che ciascuno degli Euroconsiglieri aveva assunto
con il Ministero al momento della nomina era quello di dedicare il 50% della propria
istituito “un sistema flessibile di gruppi di lavoro (…) sia a livello interno che in ambito comunitario, per
l’approfondimento e la risoluzione di specifiche problematiche”.
19
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
attività a quest’incarico.
1.1.2
La missione rispetto al territorio
Dalle informazioni raccolte dagli Euroconsiglieri presenti sul territorio, la missione di
Eures, nel periodo anteriore al 1998, poteva essere riassunta in quattro punti:
fornire un supporto consulenziale a tutti gli utenti del servizio sia che si trattasse di
aspiranti lavoratori o di imprese. Per gli aspiranti lavoratori si trattava di orientarli
rispetto alla possibilità di andare a lavorare all’estero, di fornire informazioni sulle
offerte, sulle normative e sugli stili di vita che questi avrebbero trovato nel paese di
destinazione. Per le imprese, invece, si trattava di supportarle nel processo di
internazionalizzazione in atto (ad esempio nuove assunzioni o distacchi di personale
presso uffici posti in uno degli Stati membri);
diffondere la conoscenza del servizio attraverso la promozione dello stesso;
pubblicizzare, nei territori di competenza, le offerte di lavoro provenienti della banca
dati di Eures;
integrare le attività di Eures nei Cpi per favorire un maggiore incontro tra domanda e
offerta di lavoro.
1.1.3
I servizi offerti
Il servizio Eures forniva, prima del varo della riforma dei Spi, tre servizi di base:
consulenza ed orientamento dell’utenza nella ricerca di lavoro presso gli Stati Membri
dell’Unione; informazione su leggi, regolamenti, stili di vita, equipollenza dei titoli di
studio tra gli Stati membri; servizio di front-office per la consultazione della banca dati di
Eures. Su quest’ultimo punto, sottolinea l’Euroconsigliere 1, un notevole passo in avanti
si è registrato, a partire dal giugno 1996, con l’istituzione del sito Internet comunitario di
Eures che ha reso da una parte più “autonomi” gli utenti – almeno nella fase di ricerca
preliminare delle offerte di lavoro – e dall’altra ha ridotto, di pari passo, il carico di
lavoro degli Euroconsiglieri consentendo a questi ultimi, almeno in teoria, di poter
dedicare una aliquota maggiore del loro tempo alla promozione del servizio soprattutto
nei riguardi delle imprese nonché, limitatamente ai casi ove se ne registri la presenza, ad
un miglior coordinamento delle varie risorse professionali inserite nell’organigramma
locale di Eures.
1.1.4
Le modalità di presentazione dell’offerta dei servizi
La diffusione “di massa” del servizio Eures avveniva soprattutto attraverso la stampa
(giornali locali, riviste stampate dalla regione, brochure, ecc.) sia attraverso gli sportelli
“Informagiovani”. Esistevano poi attività promozionali “mirate” che venivano svolte su
20
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
iniziativa dei singoli Euroconsiglieri e che avevano come interlocutori le università, le
organizzazioni sindacali e, ovviamente, le sezioni per l’impiego. Dalla lettura delle
risposte emerge come la figura dell’Euroconsigliere, già allora, “infrangesse” gli schemi
della classica organizzazione burocratica. Infatti, proprio per le caratteristiche del ruolo
assegnatogli, gli Euroconsiglieri godevano, almeno sulla carta, di una certa autonomia
nella modalità di promozione del servizio11. Il fatto di operare non tanto sulla base di
procedure definite all’interno dell’organizzazione di appartenenza, quanto sulla base di
“raccomandazioni della Commissione europea – come quella del “servizio minimo
garantito all’utenza” – ha esaltato nel tempo le doti quasi “imprenditoriali” degli
Euroconsiglieri e li ha proiettati in una dimensione nella quale ognuno si trovava ad
essere artefice del successo di se stesso e del servizio Eures. Vedremo, nel seguito della
ricerca, come questo abbia influito, al di là del processo di decentramento avviato con il
D.lgs. 469/97, sull’effettiva rilevanza del servizio a livello locale: alcune situazioni di
insuccesso o di disagio attuale di alcuni Euroconsiglieri potrebbero, forse, essere spiegate
partendo da questa considerazione.
1.1.5
Le modalità organizzative del servizio
Prima della riforma il servizio Eures era costituito, nella maggior parte dei casi
esaminati, dal solo Euroconsigliere che assolveva a tutte le necessità dell’ufficio (anche le
fotocopie, se necessario) e seguiva personalmente la selezione dei candidati dal primo
incontro fino alla formalizzazione dell’offerta di lavoro. Anche nei casi dove, almeno
sulla carta, esisteva un’organizzazione definita, il tempo dedicato al servizio era in stretta
relazione ai picchi di lavoro e al numero di richieste da evadere. In realtà, quindi, già
prima della riforma le modalità interpretative del servizio erano diverse e strettamente
legate alle esigenze del territorio che, aggiungeremo, erano strettamente legate alla
capacità personale dell’Euroconsigliere di darsi una visibilità esterna e di saper proporre
progetti interessanti. A questo proposito citiamo il caso dell’Euroconsigliere 2 che fino a
quando non è riuscito a proporre un progetto rilevante all’attenzione del suo pubblico
(EuroDisney) non ha goduto di nessun supporto dalla struttura.
1.1.6
Le problematiche più frequenti
Dalla lettura delle interviste emerge che per quasi tutti gli Euroconsiglieri le
problematiche più frequenti da affrontare erano, da un lato, il trovare il modo per
“superare l’imbarazzo organizzativo” dovuto all’introduzione della nuova figura di
Euroconsigliere all’interno di una struttura pre-esistente e, dall’altro, fronteggiare il
disagio dovuto alla carenza degli strumenti messi a disposizione del servizio (personale,
11
Cfr. circolare del Ministero del lavoro n. 18/96 del 20 febbraio 1996, cit.
21
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
orari, supporti). La carenza di strumenti si faceva particolarmente sentire in alcune
regioni dove si registrava una forte pressione dell’utenza (ad esempio in Lombardia,
Liguria ed Emilia Romagna) mentre un esempio riguardante la difficoltà di farsi accettare
in seno alla struttura preesistente ci proviene dalla Puglia dove – nel periodo anteriore al
1998 – ad un certo punto Eures è scomparso da qualsiasi comunicazione di servizio. In
merito a questo ordine di questioni, vale la pena segnalare come da parte di alcuni degli
intervistati sia stato caldeggiato l’auspicio di un maggiore supporto da parte del
coordinamento nazionale rispetto al passato: come già accennato nelle note di
introduzione, viene sottolineata la necessità di una strategia di accompagnamento e di
supporto alla implementazione del servizio nei Spi decentrati, attraverso un maggiore ed
organico coinvolgimento delle parti in questione (amministrazioni locali e coordinamento
nazionale).
Nelle altre realtà – ferma restando la presenza delle criticità già citate – al disagio di
natura organizzativa veniva a sommarsi quello relativo alla difficile accettazione della
mission del servizio da parte dell’utenza, tanto che in alcuni casi gli Euroconsiglieri
venivano ad essere considerati come “coloro che volevano portare via i figli a lavorare
all’estero”.
La particolare condizione di taluni mercati del lavoro locali, che storicamente sono
stati caratterizzati da un più lento grado di sviluppo e da una diffusa criticità, tradottasi in
una consistente pressione sociale (basti pensare ai fenomeni migratori) nei decenni
passati, indubbiamente incide sull’immagine che parte dell’utenza Spi ha del servizio
Eures: vale per questo caso l’osservazione di un intervistato appartenente ad una regione
meridionale, nella quale si sottolineava che “i miei corregionali non si sentivano italiani
ma soprattutto ancora degli emigranti”.
1.2 Eures dopo il 1998
1.2.1
La missione rispetto al territorio
A quattro anni dall’avvio del processo di decentramento dei Spi non si notano
sostanziali cambiamenti nei compiti assegnati ad Eures, che riguardano ancora
l’orientamento e la consulenza agli utenti, la divulgazione delle offerte di lavoro della
rete, la promozione del servizio e la creazione di una rete locale di referenti sul territorio.
Occorre tuttavia osservare come, rispetto al passato, si vada registrando un
cambiamento nelle priorità poiché, come sottolinea una buona parte degli Euroconsiglieri,
il decentramento ha prodotto una maggiore attenzione degli enti locali verso il proprio
territorio con la conseguenza che si sono moltiplicati gli sforzi per cercare di fornire agli
utenti una informazione più capillare sfruttando le strutture dei Spi.
22
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Un’altra osservazione che vale la pena riportare è quella effettuata dall’Euroconsigliere della Sicilia, il quale sottolinea come, rispetto al recente passato, egli non
debba limitarsi a favorire la mobilità dei siciliani verso gli altri paesi dell’Unione europea
ma debba anche occuparsi di favorire il flusso contrario.
Rispetto a questo quadro positivo e in evoluzione ci sono da segnalare, tuttavia, alcune
situazioni invariate rispetto al passato (Euroconsigliere 3, 5, 8) o addirittura peggiorate
(Euroconsiglieri 10, 15, 18) a seguito del fatto che l’amministrazione beneficiaria del
decentramento non ha ancora definito una chiara politica di sviluppo per Eures,
rimanendo del resto in attesa di più chiari indirizzi da parte del livello centrale. Alcuni
degli intervistati hanno osservato come una simile situazione si riverberi sulla qualità del
servizio, che alle volte risulta essere meno personalizzato e più superficiale.
1.2.2
L’evoluzione dei servizi
La maggiore innovazione – come sintetizza efficacemente per tutti i colleghi
L’Euroconsigliere 5 … “è stata, grazie a Dio, l’introduzione di Internet che ha facilitato
la divulgazione delle informazioni verso gli utenti e ha alleggerito il carico di lavoro
dell’Euroconsigliere almeno nella fase di consulenza iniziale e di informazione sul
servizio”. Anche l’Euroconsigliere 19 sposa la tesi del suo collega, aggiungendo a tale
proposito che questo strumento tecnologico riesce senz’altro a raggiungere una platea più
vasta di persone, ma proprio per questo motivo tale vantaggio vede il suo rovescio della
medaglia in una diffusione di informazioni molto più generica che necessita di
approfondimenti tramite un colloquio diretto con lo stesso Euroconsigliere. A fronte di
questa innovazione c’è comunque da osservare che gli Euroconsiglieri concordano sul
fatto che Internet non potrà mai sostituire il rapporto diretto tra l’Euroconsigliere e
l’aspirante lavoratore, sia perché non tutti gli utenti sono così alfabetizzati all’uso di
Internet, sia perché Internet può solo fornire un’informazione generica e non potrà mai
sostituirsi al colloquio di orientamento iniziale. La conferma di questa osservazione ci
viene dal fatto che nei territori, dove è stata avviata un’opera di decentramento nella
fornitura di informazioni all’utenza, Eures risulta “più visibile e più efficace” rispetto ad
altri, dove queste azioni non sono state ancora avviate e dove l’informazione sul servizio
è stata lasciata alla libera iniziativa degli utenti. C’è da osservare che il sito Internet
istituzionale di Eures rappresenta tutt’oggi l’unico mezzo attraverso il quale l’attività di
Eures (e dell’Euroconsigliere) “sopravvive” in alcune regioni anche in presenza di un
servizio praticamente ridotto al minimo.
1.2.3
L’evoluzione delle modalità di presentazione dell’offerta dei servizi
Nel periodo successivo alla riforma si è assistito ad una buona ripresa della
divulgazione del servizio Eures sia attraverso i mass media tradizionali – giornali, riviste,
23
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
televisione – sia soprattutto attraverso la pubblicazione di pagine Web dedicate ad Eures
sui siti Internet delle regioni e delle province a cui l’utenza può facilmente accedere per
reperire informazione sul servizio. Sembrano invece in via di declino convegni, forum o
seminari specializzati sull’argomento. Una recente novità – che secondo il parere
dell’Euroconsigliere 1 sembra ben funzionare – è l’introduzione di una banca dati di
Eures on-line (collegata al sito comunitario di Eures) dove il singolo utente, dotandosi di
una password, può proporre la propria candidatura alla rete e monitorare lo stato di
avanzamento della propria richiesta.
Informazioni più approfondite sul tema “promozione del servizio Eures” possono
ritrovarsi nell’omonima sezione riportata nelle pagine successive del rapporto.
1.2.4
I cambiamenti nelle modalità organizzative del servizio
Sul piano delle modalità organizzative, il processo innescato con il decentramento ha
comportato una ridefinizione ed una rideclinazione del servizio all’interno dei nuovi Spi
decentrati, la cui realtà – restituitaci dagli Euroconsiglieri intervistati – appare abbastanza
differenziata.
Situazioni di disagio come quella dell’Euroconsigliere 2 si sono risolte con l’avvento
del decentramento e ora il supporto della regione sembra – pur in assenza della
convenzione per lo svolgimento del servizio12 – molto attivo grazie, forse, al progetto
EuroDisney che, avviato nel 2000, ha avuto un notevole successo verso l’utenza. In altre
realtà i cambiamenti sono in corso: a Bologna, Milano e Roma si è iniziato il processo di
decentramento con la formazione dei Referenti territoriali mentre alla regione Umbria
l’Euroconsigliere segue il Servizio ormai a tempo pieno. La regione Campania ha avviato
il progetto di decentramento “Labor” che prevede il supporto dell’Euroconsigliere alle
province in modo da facilitare l’informazione all’utenza mentre in altre aree (provincia di
Milano) si sta puntando ad espandere il servizio Eures alle aziende. Le note negative
vengono dall’Euroconsigliere 10 e da quanto riportatoci dagli Euroconsiglieri 5 e 15.
L’Euroconsigliere 10 afferma che Eures non viene più supportato dalle strutture
dirigenziali locali (“divieto di fare Eures negli orari di ufficio normali” e “nessun
riconoscimento di rimborso spese per gli spostamenti”) e che il servizio sopravvive solo
per la propria caparbietà e libera iniziativa. Quello dell’Euroconsigliere 15 è un caso
singolare: prima del 1998 Eures era un servizio ben strutturato con un organico costituito
da 1 Euroconsigliere, 3 Assistenti e 15 Referenti sul territorio ma, dopo la riforma del
1998, il servizio è stato praticamente azzerato sia a causa del persistere dell’emergenza
12
Il decentramento dei Spi ha comportato il trasferimento del servizio Eures presso gli enti beneficiari della
riforma. La delega di competenze è stata sancita per tutte le regioni attraverso l’approntamento di una
convenzione bilaterale tra Governo e singola regione. Sull’originale percorso che ha visto il servizio
Eures attraversare una fase di riorganizzazione a seguito del decentramento in tempi spesso anteriori a
quelli amministrativi necessari ad addivenire alla stipula della convenzione cfr. quanto riportato nella nota
n. 1.
24
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
occupazionale nell’area – che ha accresciuto via-via il carico di lavoro
dell’Euroconsigliere quale coordinatore dei Lavori socialmente utili – sia a causa della
completa ristrutturazione della rete territoriale dei Spi.
1.2.5
Le problematiche emerse
Rispetto al periodo anteriore alla riforma perdura ancora la difficoltà di riuscire ad
integrare, sia formalmente che operativamente, l’Euroconsigliere nella struttura
organizzativa in cui egli è inserito. Sul versante degli adempimenti formali relativi al
trasferimento del servizio presso gli enti regionali si può osservare come, alla primavera
del 2002 tanto la regione Puglia quanto la regione Abruzzo non abbiano ancora firmato la
convenzione con il Ministero del lavoro, mentre di carattere interlocutorio è la situazione
registrata nella regione di appartenenza dell’Euroconsigliere 15, nella quale il servizio
non risulta di fatto attivato.
Di carattere diverso è la situazione osservabile a Milano, dove il servizio Eures
conosce una fase di ulteriore implementazione: è stato infatti riscontrato che laddove si
sia superata la fase di ricontestualizzazione del servizio presso gli enti beneficiari della
riforma, l’attenzione si concentri verso il problema della capillarizzazione della rete nel
territorio. Come si è accennato poc’anzi (cfr. ante par. 1.2.1) un simile sforzo risulta del
tutto in linea con le priorità che le regioni più avanzate nell’implementazione dei nuovi
Spi hanno definito nella propria azione; infatti l’intervistata, nel caso in oggetto,
sottolinea come l’esigenza della creazione di una struttura di Referenti nella provincia
rappresenti un obiettivo rivolto all’ulteriore rafforzamento del servizio Eures in ambito
locale. Per dare seguito a tale indirizzo “il servizio Eures della provincia (…) parteciperà
ad un tavolo tecnico per lo sviluppo di Eures nella regione”, confermando peraltro
quanto si osservava nelle note introduttive relativamente alle differenti fasi, una delle
quali caratterizzata per i forti tratti di spontaneismo organizzativo, che hanno scandito lo
sviluppo di Eures in Italia tra il 1998 ed il 2001.
Peraltro, utilizzando le parole degli Euroconsiglieri, è possibile esemplificare come,
presso gli intervistati, si sia consolidata l’idea della parallela evoluzione del ruolo
dell’Euroconsigliere nel periodo considerato. Ad esempio, l’Euroconsigliere 5 sottolinea
come “alle problematiche relative al periodo anteriore al decentramento se ne sono
aggiunte di nuove, dovute al fatto che il ruolo dell’Euroconsigliere in regione non è
riconosciuto alla stessa stregua di quanto avveniva in epoche antecedenti alla riforma”;
tutto questo è imputabile al fatto che “la regione non è un ente che eroga servizi
all’utenza ma piuttosto un ente di programmazione, di coordinamento e di monitoraggio.
Da questo punto di vista la funzione che viene richiesta all’Euroconsigliere deve
cambiare”. Sullo stesso tema l’Euroconsigliere 1 ribadisce come “il problema è nel fatto
che la figura dell’Euroconsigliere è una figura molto libera, nel senso che, pur svolgendo
il servizio in una struttura, in realtà egli gode di una piena autonomia dal punto di vista
25
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
lavorativo avendo a disposizione una struttura tecnica, una linea telefonica diretta
esterna, una stazione di lavoro completa, anche dotata di fax. Questo purtroppo non è
sempre recepito in modo corretto, in termini di utilizzo della risorsa umana all’interno
della struttura dove l’Euroconsigliere opera. Si tratta di recepire, per la regione un
approccio culturale diverso: bisogna “vedere” l’Euroconsigliere come “risorsa”.
Questo può aiutare l’intera struttura a comprendere il lavoro svolto dall’Euroconsigliere
in modo che questi possa ottenere una maggior libertà operativa da parte del dirigente
diretto. Per sensibilizzare le regioni su questo argomento il coordinamento nazionale ha
organizzato una serie di seminari rivolti allo staff manageriale, cioè i diretti responsabili
degli Euroconsiglieri coinvolgendoli sulle tematiche europee, sugli obiettivi e sulle attese
comunitarie rispetto al servizio, in modo da far lavorare l’Euroconsigliere in modo
ottimale”.
A testimoniare come il profilo del servizio Eures negli anni del decentramento abbia
assunto un andamento movimentato, e influenzato dallo stato di avanzamento della
riforma Spi nelle realtà ove esso è stato ricontestualizzato, vale la pena osservare la
situazione della Valle D’Aosta. In quest’ultima, essendo una regione a statuto speciale, la
delega delle competenze amministrative in materia di collocamento e politiche attive13 ha
seguito (come previsto nel D.lgs. 469/97) un percorso differenziato rispetto alle regioni
ordinarie che, tuttavia, non ha ancora portato alla definizione di una la legge regionale di
recepimento. Conseguentemente l’assetto dei Spi è rimasto quello precedente
all’introduzione del 469: il servizio Eures risulta ancora attestato presso gli uffici del
Ministero del lavoro ed è coordinato soprattutto da un Comitato di pilotaggio specifico
delle attività di scambio trasfrontaliere, essendo la Valle D’Aosta una delle regioni
italiane nelle quali è attivo un Eures transfrontaliero. Quest’ultima è una struttura il cui
indirizzo e la cui attività di programmazione è affidata ad una istanza nella quale si
realizza una concertazione che coinvolge amministrazioni regionali confinanti
appartenenti a Stati diversi, oltre alle parti sociali ed al coordinamento nazionale.
1.2.6
La percezione della qualità del servizio offerto
La fig. 3 riporta la sintesi delle risposte degli Euroconsiglieri sulla questione
dell’adeguatezza di Eures, in termini di qualità del servizio offerto, rispetto alle attese
degli utenti.
Come si noterà, oltre la metà degli Euroconsiglieri ha la percezione che la qualità del
servizio sia in linea con quanto atteso dagli utenti. La restante metà si ripartisce quasi
equamente tra coloro che ritengono il servizio ancora da migliorare e i critici. Per questi
ultimi (3 casi) i motivi possono essere ricercati tra quelli di carattere organizzativo che
hanno impedito al servizio di evolversi secondo quanto previsto o sperato.
13
La delega è contenuta nel decreto n. 183 del 10 aprile 2001.
26
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Fig. 3 - Euroconsiglieri: percezione del rapporto tra la qualità del servizio Eures ed attese
dell’utenza
Non in linea
Abbastanza in linea
13%
50%
30%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
27
In linea
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
2. LE DOTAZIONI A DISPOSIZIONE DEL SERVIZIO
2.1 Logistica e strumentazioni
I locali adibiti al servizio
La maggior parte degli Euroconsiglieri (il 65%) dispone di una sola stanza per il
servizio Eures, che ovviamente coincide con quella dove viene svolta la restante parte
dell’attività istituzionale per conto dell’ente locale di appartenenza (si veda la fig. 4).
Fig. 4 - Numero dei locali adibiti al servizio Eures - valori %
3 locali
10%
4 locali
5%
2 locali
20%
1 locale
65%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Rispetto a tale situazione gli Euroconsiglieri intervistati hanno messo in rilievo due
ordini di problematiche relative alla qualità del servizio offerto:
essendoci un solo locale a disposizione per il servizio, non esiste una sala d’attesa per
offrire un’accoglienza “dignitosa” agli utenti né, tanto meno, una sala dedicata
all’auto-consultazione delle offerte di lavoro proposte dalla rete;
se la stanza è condivisa con altri colleghi viene meno la riservatezza del colloquio a
meno che l’Euroconsigliere non chieda al “coinquilino” di spostarsi o, come avviene
in qualche caso, provi a sfruttare il part-time del collega per individuare l’orario di
28
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
ricevimento dell’utenza.
Il comfort dei locali è comunque giudicato soddisfacente da quasi tutti gli intervistati
anche se in realtà si ammette che sarebbero possibili dei miglioramenti soprattutto per
quanto riguarda le dotazioni strutturali per l’archiviazione dei documenti. Tutte le spese
per i locali destinati al servizio – gli eventuali affitti e la manutenzione – ricadono
sull’ente locale di appartenenza.
Le attrezzature dell’ufficio
Tutti gli Euroconsiglieri dislocati sul territorio dispongono delle normali attrezzature
di ufficio (fax, fotocopiatrice, PC) come pure la maggioranza di essi ha attivo un
collegamento Internet o Intranet. Situazione inversa per la segreteria telefonica: solo in 2
casi questa è attiva (vedi figg. 5, 6, 7, 8, 9, e 10 e tab. 1).
Tab. 1 - Riepilogo delle attrezzature di ufficio per Euroconsigliere
Intervistato
Fax
Fotocopiatrice
Pc
Internet
Intranet
Segr. telefonica
Euroconsigliere 1
Euroconsigliere 2
Euroconsigliere 3
Euroconsigliere 4
Euroconsigliere 5
Euroconsigliere 6
Euroconsigliere 7
Euroconsigliere 8
Euroconsigliere 9
Euroconsigliere 10
Euroconsigliere 10
Euroconsigliere 12
Euroconsigliere 13
Euroconsigliere 14
Euroconsigliere 15
Euroconsigliere 16
Euroconsigliere 17
Euroconsigliere 18
Euroconsigliere 19
Euroconsigliere 20
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
No
Si
Si
Si
No
Si
No
Si
Si
Si
Si
Si
No
Si
Si
No
No
Si
No
No
No
Si
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
Fonte: Isfol, monitoraggio Eures.
Ad eccezione del Personal Computer che viene assegnato all’Euroconsigliere dalla
Commissione europea e “consegnato” dall’Isfol (in quanto ente gestore della convenzione
finanziaria), tutte le altre macchine per ufficio sono messe a disposizione dagli enti locali
di appartenenza (compresi i PC per gli eventuali assistenti o collaboratori) così come sono
a carico dello stesso ente tutte le spese inerenti la manutenzione delle macchine, le spese
29
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
per le utenze telefoniche e il collegamento alla banca dati o Internet. In tre casi soltanto si
fa esplicito riferimento ad un contributo da parte del Ministero: a Verona, Bologna e
Perugia gli Euroconsiglieri dichiarano che esiste un contributo del Ministero per le spese
telefoniche e di collegamento alla Banca dati di Eures.
Il PC assegnato all’Euroconsigliere è effettivamente dedicato esclusivamente a questo
servizio mentre per tutte le altre attrezzature (fax, fotocopiatrice, telefono, ecc.) c’è una
condivisione “ovvia” con l’altro servizio che l’Euroconsigliere svolge per conto dell’ente
di appartenenza. I casi di esclusività sono solo quelli in cui Eures è svolto a tempo pieno
(provincia di Milano, regioni Puglia, Sicilia, Umbria, Campania, Marche e Lazio). Come
nota positiva legata alla comproprietà delle macchine di ufficio c’è da osservare che nei 3
casi in cui per motivi strutturali Eures non è pienamente attivo (Euroconsigliere 10, 12 e
15) la coabitazione con altri servizi garantisce perlomeno una soglia minima di
sopravvivenza del servizio.
Fig. 5 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fax
Fig. 6 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di fotocopiatrice
No
5%
No
15%
Si
95%
Si
85%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fig. 7 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità di personal computer
Fig. 8 - Attrezzature Euroconsiglieri: collegamento ad Internet
No
5%
No
5%
Si
95%
Si
95%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
30
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Fig. 9 - Attrezzature Euroconsiglieri: disponibilità rete Intranet
Fig. 10 - Attrezzature Euroconsiglieri: presenza di segreteria telefonica
No
10%
No
30%
Si
70%
Si
90%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
2.2 Le risorse economiche
Meno del 20% degli Euroconsiglieri ritiene adeguati i fondi messi a disposizione dagli
enti di appartenenza per lo svolgimento del servizio Eures mentre, addirittura, oltre il
50% dei essi li ritengono del tutto inadeguati (fig. 11).
Fig. 11 - Euroconsiglieri: valutazione delle risorse economiche dedicate al servizio Eures
Non risponde
25%
Inadeguati
55%
Adeguati
15%
Quasi adeguati
5%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
C’è da osservare che i 3 Euroconsiglieri che non rispondono non hanno, in realtà,
nessuna percezione dell’entità del budget messo a disposizione di Eures dagli enti locali
in quanto i fondi necessari al servizio vengono di volta in volta erogati a seconda delle
necessità con il coinvolgimento del dirigente di riferimento.
Risulta peraltro interessante notare come nessuno degli intervistati abbia mai fatto
31
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
esplicito riferimento ad un valore qualsiasi per il budget assegnato ad Eures né, tanto
meno, ai parametri con cui questo potrebbe essere definito e/o assegnato dall’ente locale.
È evidente come nessun Euroconsigliere, anche per esplicita ammissione, orienti la
definizione del budget del servizio e come questi, nella maggioranza dei casi, non
abbiano alcuna percezione né dell’entità delle spese sostenute né della loro ripartizione,
ad eccezione di quelle telefoniche e di collegamento alla rete che vengono più
frequentemente citate.
La percezione dell’adeguatezza dei fondi da parte degli Euroconsiglieri è, in un certo
senso, da mettere in stretta correlazione con l’attenzione dimostrata dal rispettivo
dirigente del servizio in cui ciascuno di questi è inserito: infatti si passa dal caso limite
dell’Euroconsigliere 10 che ci sottolinea come sia costretto a pagarsi in proprio le spese
di eventuali spostamenti in auto – e al quale è stato “vietato” di svolgere il servizio
durante le ore d’ufficio – a quello diametralmente opposto dell’Euroconsigliere 2 dove il
supporto della regione alle iniziative di promozione di Eures è incondizionato e totale.
L’inadeguatezza dei fondi, laddove è dichiarata, si ripercuote nella maggioranza dei
casi sulle attività di promozione del servizio verso gli utenti (ad esempio “tagliando” o
eliminando i dépliant illustrativi e le campagne di informazione mirate per specifiche
iniziative).
32
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
3. DECENTRAMENTO
Come si è avuto modo di osservare precedentemente (cfr. ante, Introduzione) il
processo di decentramento delle funzioni amministrative relative al collocamento ed alle
politiche attive, messosi praticamente “in moto” tra il 1998 ed il 1999 nelle regioni
italiane ha prodotto un duplice movimento di ricontestualizzazione e integrazione di un
servizio precedentemente già attivo sotto l’amministrazione del Ministero del lavoro.
Negli anni in questione, ed il quelli successivi, si è potuto assistere ad un consistente
sforzo da parte degli operatori Eures nel far fronte alla riorganizzazione ed alla
declinazione del servizio all’interno di un contesto più “pesante”, a sua volta gravato da
un più generale processo di costruzione ed implementazione di nuovi servizi, ritenuto
indubbiamente prioritario e propedeutico a quello dell’implementazione della rete Eures.
Tale situazione ha senz’altro accentuato il tratto spontaneistico che ha caratterizzato negli
anni la definizione del servizio Eures: il fatto che lo sviluppo di questo servizio sia stato
incardinato attorno alla figura della risorsa umana ha marcato il profilo organizzativo e
funzionale della rete con una serie di elementi riconducibili alla figura
dell’Euroconsigliere stesso. Conseguentemente, nel periodo di più forte riorganizzazione
ed adattamento del servizio (1999-2001), ha avuto un peso notevole il ruolo ricoperto
dall’Euroconsigliere all’interno dei Spi (si veda a tal proposito il par. 3.2), ed in generale
la sua capacità di costruzione di reti di relazioni finalizzate a dare continuità al servizio,
successivamente al passaggio all’amministrazione regionale, dovendo non raramente
prescindere da un effettivo supporto istituzionale. Da qui l’immagine, restituita dal
monitoraggio Spi del 2000, di un servizio Eures sviluppato “a macchia di leopardo”,
attivo laddove gli operatori erano transitati presso le amministrazioni regionali – e dunque
in grado di garantire una continuità al servizio sebbene la firma delle necessarie
convenzioni tra Stato e regione per la gestione delle banche dati fosse destinata a seguire
un iter ben più tortuoso – o nelle aree frontaliere, nelle quali trovava un più favorevole
contesto l’offerta dei servizi Eures.
Se negli anni più recenti sul versante della copertura territoriale l’organizzazione del
servizio Eures ha conosciuto una più omogenea definizione al livello regionale, che ha
fatto in modo che nella quasi totalità delle regioni italiane fosse attivo un euroconsigliere,
non si può osservare una simile omogeneità sul piano prettamente operativo. Permangono
infatti situazioni abbastanza diversificate – pure in un contesto nel quale la rete Eures ha
recuperato un proprio profilo ed una propria identità di servizio dopo lo “shock
organizzativo” costituito dal decentramento – che risentono, sia in positivo che talvolta in
33
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
negativo, del differente percorso di implementazione dei Spi al livello locale. In
particolare, se già all’epoca della definizione del Memorandum della Commissione
europea del 1998 relativo all’integrazione di Eures nei Spi, si ravvisava la necessità di un
maggiore sforzo in direzione della capillarizzazione del servizio all’interno dei Spi locali,
con l’effettiva implementazione dei nuovi Spi (soprattutto dopo il 1999) tale ordine di
problematiche ha assunto una dimensione ancora più consistente ed una maggiore
complessità.
Con il processo innescato dal D.lgs. 469/97 si è assistito ad una diversificazione di
livelli amministrativi lungo i quali declinare i nuovi Spi e dunque Eures: questo ha
richiamato la necessità di una nuova definizione delle componenti nazionali di Eures alla
luce del nuovo assetto decentrato, e del nuovo ruolo assunto dalle amministrazioni
regionali, nel senso di un maggiore coinvolgimento di queste ultime nelle scelte
organizzative e strategiche sulle quali impostare l’implementazione del servizio.
Evidentemente, la necessità di concentrare gran parte delle energie sul decollo dei nuovi
Servizi per l’impiego, ancor prima che su un servizio molto avanzato e potenzialmente
strutturato – che richiedeva standard di funzionamento ancora da implementare, come le
reti ed infrastrutture informatiche, il Sil, ecc. – quale Eures, ha finito con il rendere più
sfumato il ruolo di coordinamento centrale ed abbastanza occasionale quello al livello
locale, accentuando ancor più il tratto spontaneistico nell’organizzazione della rete.
Proprio tale tratto ha rappresentato, nel periodo in oggetto, una risorsa per la rete Eures in
Italia, che grazie allo spirito di iniziativa degli Euroconsiglieri ha superato la fase di
ricontestualizzazione e si prepara ad affrontare quella successiva della effettiva
integrazione. Pur tuttavia, tale tratto potrebbe in futuro rappresentare anche un limite
nell’implementazione di Eures: il raggio di azione e di penetrazione ed integrazione nel
territorio del servizio è proporzionale alla relativa capacità dei singoli operatori di
muoversi in questa direzione, quasi prescindendo dal supporto delle strutture
amministrative: tutto questo si è spesso tradotto nella costruzione di rapporti, tanto
relativi all’assetto organizzativo quanto alla costruzione di iniziative di promozione dei
progetti della rete, di carattere informale e non recepiti all’interno di atti ufficiali delle
amministrazioni di appartenenza (convenzioni, atti di indirizzo, ecc.), ed ha finito con
l’alimentare la complessa questione della definizione del ruolo del servizio Eures e dei
suoi operatori all’interno delle strutture Spi. Il limite che si è potuto ravvisare in questi
ultimi anni consiste nella istituzionalizzazione di una situazione “emergenziale”, come
quella affidata alla “buona volontà” del singolo, ovvero alla occasionale presenza di un
contesto organizzativo e/o socio economico favorevole. Alla luce di tale sentore, da più
parti è stata rimarcata l’esigenza di un nuovo ruolo da parte del coordinamento centrale,
che si è tradotta in un aumento di aspettative nei confronti di quello insediatosi nella
prima metà del 2002.
34
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
3.1 Le problematiche scaturite
Il passaggio di Eures dalla gestione del Ministero a quella affidata agli enti locali è
stata vissuta in maniera diversa dai vari Euroconsiglieri. Di seguito riportiamo i casi più
notevoli sia positivi che negativi.
Nel caso dell’Euroconsigliere 2 il decentramento ha “dato nuova vita” al servizio che
è stato riattivato dopo un periodo di latenza mentre, viceversa, per l’Euroconsigliere 10 e
l’Euroconsigliere 15 il decentramento ha prodotto, almeno in questa fase, un
ridimensionamento dell’organizzazione preesistente al 1998. Per tutti il punto più delicato
è stato quello di dover diffondere sul territorio la conoscenza del servizio e di decentrare
le competenze creando un rete di Referenti. Nella direzione di una maggiore
capillarizzazione della struttura territoriale Eures sembrano muoversi due realtà,
accomunate dalla caratteristica di aver attestato il servizio Eures all’interno dell’ente
strumentale: provinciale nel primo caso, regionale nel secondo. Nel dettaglio,
l’amministrazione presso la quale è attestato l’Euroconsigliere 20 ha cominciato ad
affidare la promozione e la prima informazione al servizio all’Informalavoro.
Quest’ultimo costituisce uno spazio operativo all’interno della struttura Informagiovani,
gestita al livello comunale e regolata da una convenzione con la provincia per
l’erogazione dei Servizi per l’impiego, che attengono, appunto, al coordinamento
dell’Informagiovani, e che contemplano, nella rosa della propria offerta, anche il servizio
Eures. Nella medesima direzione sembra procedere l’Euroconsigliere 19, la cui
amministrazione ha delegato una serie di attività di Eures a strutture deputate a svolgere
attività di orientamento (denominate Cilo), le quali svolgono nel territorio di riferimento
attività di Centri per l’impiego.
L’Euroconsigliere 1 ribadisce invece che la Commissione europea ha recentemente
confermato – rifiutandosi così di sottoscrivere accordi con le singole regioni – come sia di
competenza del Governo centrale la promozione, sulla base degli accordi bilaterali con la
stessa Commissione, convenzioni con le regioni per la gestione del servizio Eures,
soffermandosi sul fatto che proprio alle amministrazioni regionali è assegnato il compito
di attivare gli accordi con le province. Tuttavia, al livello di formalizzazione dei rapporti
per la gestione del servizio Eures all’interno dei Spi decentrati su scala sub regionale, la
situazione osservata all’epoca della presente rilevazione è risultata essere ancora ad uno
stato preliminare, con la debita eccezione della regione Umbria14. La difficoltà di
14
La regione Umbria ha stipulato in data 12 ottobre 2001 un “Protocollo d’intesa tra la regione dell’Umbria
e le province di Perugia e Terni” che, sulla base tanto delle competenze acquisite a seguito del
decentramento (lr 25 novembre 1998 n. 41), quanto della convenzione stipulata tra regione e Ministero
del lavoro per la gestione del servizio Eures, ha predisposto un percorso di integrazione di Eures al livello
provinciale. Il supporto di tale processo è a carico della regione (realizzata dall’Euroconsigliere)
attraverso “l’addestramento, l’affiancamento e la formazione del personale individuato dalle province”.
All’epoca della rilevazione tale processo era nella sua fase iniziale. Va segnalato come anche la regione
Campania sembri intenzionata a procedere nella stessa direzione, sebbene, all’epoca della rilevazione,
35
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
“posizionamento” del servizio all’interno della dimensione provinciale risulta in qualche
caso ancora più marcata dall’assenza di una precisa definizione dei rapporti nel senso
ricordato poc’anzi.
Tale difficoltà emerge in tutta la sua evidenza ad esempio nei casi in cui
l’Euroconsigliere è attestato al livello provinciale, ferma restando la gestione al livello
regionale del servizio. In generale in Italia osserviamo tre tipologie di situazioni:
una prima, nella quale i rapporti tra amministrazione regionale e amministrazioni
provinciali vengono definiti da una convenzione che recepisca un progetto di
decentramento e capillarizzazione organizzativa delle strutture Eures formalmente
attestate al livello regionale sulla base della convenzione quadro tra Ministero e
regione, come nel caso della regione Umbria ed in prospettiva della regione
Campania (almeno nelle previsioni attuali);
una seconda, nella quale sono le stesse amministrazioni locali che, surrogando
l’assenza di indirizzi al livello centrale, ma anche la non ancora avvenuta stipula della
convenzione, si fanno promotrici di azioni concertate tra regione e province
finalizzate ad addivenire ad una effettiva capillarizzazione del servizio: si pensi ad
esempio al caso del tavolo tecnico promosso in Lombardia;
un’ulteriore tipologia raggruppa quei casi nei quali non si è in presenza di alcun tipo
di atto di indirizzo o regolamentazione al di sotto del livello regionale, con vistose
conseguenze operative per il funzionamento del servizio Eures: è questo il caso della
provincia di Campobasso e di una provincia del Veneto.
Quest’ultima tipologia raccoglie senz’altro le esperienze più problematiche, come
quella dell’Euroconsigliere n. 10, che, al momento del trasferimento delle risorse umane
dal Ministero del lavoro alle amministrazioni locali è stato attestato presso la provincia.
In particolare, la nuova situazione ha comportato un duplice aggravio:
sul piano operativo, in quanto l’Euroconsigliere ha iniziato a rivestire il ruolo di
responsabile di un Centro per l’impiego, risultando pertanto investito, in questi anni,
del compito di gestire in maniera diretta le problematiche relative alla costruzione ed
alla messa a regime dei nuovi servizi;
sul piano funzionale, in quanto il servizio Eures, decentrato presso l’amministrazione
provinciale, si è trovato a scontare tanto la limitata sensibilità verso gli obiettivi della
mobilità europea da parte della dirigenza provinciale prima, quanto l’assenza di una
specifica composizione e regolamentazione della gestione del servizio tra regione e
provincia.
Il tutto si traduce in una situazione di forte stallo funzionale ed istituzionale del
l’Euroconsigliere intervistato abbia sottolineato come – successivamente alla realizzazione di un
programma di formazione di base per gli operatori Cpi ed alla presentazione di un programma di
decentramento del servizio all’assessore regionale ed a quelli provinciali – “i passi ulteriori saranno
quelli di specificare nel dettaglio le modalità e le procedure del decentramento del servizio,
dell’individuazione dei Cpi di riferimento e la stesura della manualistica per l’operatore chiamato a
svolgere la funzione”.
36
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
servizio, con la dirigenza provinciale che rimarca il fatto che, essendo l’Euroconsigliere
un funzionario inquadrato economicamente nell’amministrazione provinciale, egli non è
tenuto a dedicare il proprio tempo di lavoro alla realizzazione di un servizio che alla
provincia non è stato affidato15 o che, comunque, non è regolato da nessuna convenzione
con la regione (attuale unica affidataria del servizio, avendo stipulato la convenzione con
il Ministero).
Questo caso limite, offre uno spaccato della complessità dei rapporti fra diversi livelli
amministrativi che, a seguito dell’attribuzione di competenze amministrative a regioni e
province, intervengono a condizionare la declinazione del decentramento delle strutture
regionali Eures. In assenza di una strategia generale, si è rischiato in più di una occasione
di esporre la riorganizzazione del servizio Eures a conflittualità interistituzionali, ovvero
alla mancanza di indirizzi circa la sua gestione su scala provinciale con la conseguenza di
vederne limitare la funzionalità effettiva a scapito dei livelli di attività precedentemente
espressi.
In altri casi, del resto, la percezione del cambiamento a seguito della riforma dei Spi
sembra essere molto circoscritto, confermando l’immagine di un servizio che
nell’integrarsi al livello regionale ha dovuto scontare una eterogeneità di situazioni locali
che hanno finito con il ripercuotersi sui livelli di attività dispiegati, oltre che sulle
aspettative degli stessi operatori (abbiamo cambiato solo l’etichetta davanti alla porta
dell’ufficio).
3.2 Le potenzialità inespresse
Quasi tutti gli Euroconsiglieri indicano quale possibile asse di sviluppo per Eures
quella relativo alla diffusione del servizio verso le imprese, osservando come il
raggiungimento di tale obiettivo richieda un più consistente sforzo sul versante della
promozione di Eures. In particolare, le direzioni verso le quali muovere sono due: una
prima, attiene al ruolo dell’operatore Eures nel proprio territorio di competenza, una
seconda richiama invece il supporto delle amministrazioni nelle quali il servizio è
operativo. Entrambe, come è dato osservare, attengono in maniera più o meno diretta ad
una più compiuta definizione del servizio Eures e dei suoi operatori all’interno dei Servizi
per l’impiego decentrati.
Sul primo versante, si ritiene necessario che l’Euroconsigliere sia disponibile ad
impegnarsi fornendo una maggiore presenza “fisica” nella fase di promozione delle
attività e delle opportunità Eures presso il mondo datoriale (qualcuno di essi afferma che
“purtroppo, le imprese bisogna andarle a trovare”). La sfida per l’Euroconsigliere 14 è
15
L’intervistato sottolinea che la continuità di erogazione delle attività Eures viene garantita svolgendo il
proprio ruolo al di fuori dell’orario di lavoro, o prendendo permessi o ferie.
37
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
“differenziare l’immagine di Eures all’interno dei servizi per l’impiego, un mondo verso
cui gli imprenditori mostrano diffidenza ripensando al vecchio collocamento. Rispetto al
mondo delle imprese la rete Eures, invece, ha tutte le carte in regola per poter fornire
servizi eccellenti e potrebbe essere un ottimo strumento per fornire un supporto
normativo e di assistenza a quelle aziende italiane che poco alla volta si stanno
internazionalizzando”.
Il secondo versante richiama una carenza più complessiva, ereditata dal vecchio
collocamento, e che il servizio Eures in Italia, nel difficile momento della propria
costruzione, sembra aver fatto propria: quella relativa alla modesta attenzione verso i
datori di lavoro. Se in epoche più recenti16, sul fronte della costruzione di un più
strutturato rapporto con le imprese, sembra essersi sviluppato nei nuovi Spi una nuova
sensibilità, ancora non è dato osservare, su questo piano, un raccordo strategico tra questi
ed il servizio Eures. Si ritiene pertanto necessario operare in direzione di una effettiva
integrazione del servizio, ed in generale della sua mission, all’interno dei Spi: un raccordo
strategico al livello locale che faccia uscire il servizio dalla condizione di sovrapposizione
funzionale e strutturale nella quale, salvo alcune eccezioni dovute a particolari contesti
locali ed a situazioni di eccellenza ereditate17, si è spesso trovato ad operare la struttura
locale Eures.
Non mancano tuttavia, esempi che muovono sulla falsariga di quanto si viene
affermando. Sul fronte dello sviluppo delle iniziative a favore degli aspiranti lavoratori
appare di un certo interesse quanto afferma l’Euroconsigliere della regione Toscana
secondo cui andrebbe maggiormente sviluppata la cooperazione con i paesi limitrofi che
sono méta preferita per gli spostamenti di lavoro nel breve periodo. Con il progetto
Corsica, infatti, si è avviata una cooperazione tra la regione Toscana e quella francese che
ha portato alla pubblicazione delle offerte di lavoro della Corsica sul sito Web locale di
Eures offrendo a molti giovani la possibilità di poter rispondere agli annunci attraverso la
compilazione di un questionario ivi proposto. Alla stessa stregua, e seguendo una linea di
sviluppo incentrata sulla mutua cooperazione con nazioni confinanti che appartengono
all’Ue, vale la pena dare conto del progetto, presieduto dall’Euroconsigliere della Valle
D’Aosta, finalizzato al reclutamento, per conto di una industria francese interessata al
rafforzamento della propria presenza commerciale nel mercato italiano, di agenti di
vendita in Italia.
16
17
Cfr. Gilli D., Landi R. e Perri G., Servizi per l’impiego: monitoraggio 2001, Isfol, “Monografie sul
Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 3/2002, in particolare il cap. 3 relativo ai servizi
attivati.
È possibile a tal proposito citare l’esempio della situazione riscontrata nell’intervista n. 14, relativa ad un
euroconsigliere attestato al livello provinciale: il fatto che egli svolgesse – in epoca anteriore alla riforma
– il ruolo di responsabile delle informazioni promozionali, ha consentito di ereditare un consolidato
sistema di rapporti con il mondo datoriale locale. La situazione osservata, peraltro, rimarca la forte
incidenza del ruolo svolto dall’operatore Eures all’interno dei Servizi per l’impiego: in questo caso, il
fatto che svolgesse un’attività di interfaccia con le imprese del territorio ha fatto in modo che il servizio
risultasse più connotato laddove è generalmente più carente.
38
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Esempi di relazioni molto strutturate con il mondo imprenditoriale locale vengono
segnalati anche nelle realtà meridionali, ad esempio nel caso dell’Euroconsigliere n. 7, la
cui struttura Eures – rafforzata dalla presenza di cinque Assistenti – effettua un’attività di
preselezione direttamente per i datori di lavoro, “per i quali si crea, in tal modo, un
servizio privilegiato”.
3.3 Le aree coperte in maniera efficace
Tra i punti forti di Eures tutti gli intervistati citano i servizi di consulenza e di
orientamento dell’utenza interessata ad intraprendere un’esperienza di lavoro all’estero,
fornendo una gamma di informazioni che varia dalle normative sul lavoro per finire a
quelle sulle condizioni di vita e di lavoro relative ai paesi di destinazione. Rilevante,
secondo gli Euroconsiglieri, è la modalità utilizzata per riuscire a raccogliere d’un canto,
ed a veicolare d’altro canto, le informazioni per l’utenza: la costituzione di una rete di
contatti con interlocutori privilegiati ed istituzioni locali, nazionali e comunitarie
rappresenta, infatti, la base sulla quale poggia il ruolo degli operatori Eures.
Sostanzialmente, la loro capacità di “fare rete” rende possibile che le informazioni
necessarie – non tutte disponibili presso l’Euroconsigliere con il quale l’interessato
prende contatto – possano anche essere fornite da altri enti o organizzazioni che
collaborano con lui.
“L’Euroconsigliere” – è stato sottolineato nell’intervista n. 20 – “non deve e non può
sapere tutto, ma ha l’obbligo di collegare l’utente con altri anelli della catena informativa
più esperti di lui in un determinato campo, che possono risolvergli il problema; l’essenza
del counseling e del networking è tutta qui!”. La capacità di fornire un valido servizio di
orientamento è stato uno dei punti forti di Eures in Campania dove il servizio, a metà
degli anni 90, ha sopperito alla difficile situazione nella quale versavano sia dal punto di
vista funzionale che da quello strutturale i Centri per l’impiego (allora Scica) diventando
così un punto di riferimento nella regione per molte persone in cerca di un lavoro.
Un altro punto notevole è la capacità della rete Eures – legata al database comunitario
– di aggiornare continuamente le offerte di lavoro e di proporre agli aspiranti lavoratori
un ampio ventaglio di scelte.
39
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
4. ATTIVITÀ
4.1 Il Piano di attività e l’avanzamento
Dei 20 Euroconsiglieri intervistati – ad esclusione di quello appartenente al
coordinamento nazionale – ben 14 di essi dichiarano di non avere nessun Piano di attività
per il 2002. Rispetto a questo si devono distinguere due casi:
1. l’assenza di un Piano di attività per l’Euroconsigliere è interpretabile come una diretta
conseguenza della difficile situazione organizzativa in cui, almeno
momentaneamente, questi è costretto ad operare. Più nel dettaglio, gli elementi di
criticità osservati sono relativi alla mancata firma della convenzione tra regione e
Ministero (Euroconsigliere 12), alla necessità di ricostruire una visibilità territoriale
attraverso la creazione di una rete di Referenti (Euroconsigliere 15), al ritardo nel
trasferimento delle competenze sul servizio Eures tra regione e provincia
(Euroconsigliere 10) nonché alle difficoltà personali dovute ad un’assenza prolungata
dall’ufficio (Euroconsigliere 11);
2. la dichiarata assenza di un Piano di attività da parte di 10 Euroconsiglieri (2, 3, 5, 6,
7, 9, 14, 17, 19, 20) non deve essere presa “alla lettera” ma piuttosto come
“mancanza” di un piano formalizzato delle attività da svolgere sviluppato dal singolo
Euroconsigliere in accordo con l’ente locale o il dirigente del servizio. Questa
interpretazione deriva dal fatto che riguardando la parte relativa ai progetti in corso e
alla propositività dimostrata dagli stessi Euroconsiglieri nella promozione di Eures
verso il territorio non si può di certo affermare che in questi casi il servizio “sia
fermo”.
Quanto osservato in merito alla definizione di Piani di attività su base locale (oltre che
nazionale) testimonia la complessa vicenda della definizione del ruolo operativo e
funzionale del personale e del servizio Eures all’interno delle amministrazioni regionali e
provinciali. Dalle parole degli Euroconsiglieri emerge un’esigenza di maggiore
coinvolgimento nel processo di costruzione e redazione del Piano di attività, che passa
necessariamente attraverso la risoluzione del nodo organizzativo citato: attualmente,
infatti, a fronte di un Piano redatto al livello nazionale e poi concordato con le singole
regioni, viene a mancare il “trasferimento” degli indirizzi sottoscritti agli Euroconsiglieri
40
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
attraverso un passaggio formalizzato. Da ciò consegue il carattere poco organico che
sovente assumono le attività, portate avanti attraverso singoli progetti specifici,
concordati di volta in volta con gli enti locali interessati. La sostanziale assenza di Piani
di attività formalizzati è testimoniata dal carattere piuttosto frammentario delle risposte
degli intervistati alla domanda relativa alle attività che, al livello locale, fossero ritenute
prioritarie da portare avanti. Oltre all’integrazione di Eures nei Servizi per l’impiego sul
territorio (la cui importanza è generalmente riconosciuta al livello locale e rappresenta,
peraltro, una delle priorità dichiarate dal coordinamento nazionale), essi si concentrano sulla
diffusione delle informazioni su Eures verso gli utenti (soprattutto sul versante delle imprese)
e sul miglioramento della qualità del servizio offerto. In questa direzione muovono ad
esempio alcuni programmi specifici sviluppati a livello regionale, come nel caso della
regione Campania (Caravelle e-Labor) e della regione Toscana (Progetto Corsica).
4.2 La promozione delle attività
Le modalità di promozione delle attività Eures sulle quali si è indagato sono state tre:
le promozioni agganciate con quelle promosse dalla Comunità europea a favore di
Eures: iniziative comunitarie;
le iniziative collegate ad altre sponsorizzate dagli enti locali (regioni, province):
iniziative istituzionali;
le iniziative messe in atto su libera iniziativa dell’Euroconsigliere: iniziative
personali.
La fig. 12 sintetizza il modo in cui gli Euroconsiglieri utilizzano esclusivamente o in
maniera combinata le tre tipologie individuate.
Fig. 12 - Modalità di promozione delle attività Eures
Solo istituzionali
19%
Istituzionali +
personali
28%
Solo
personali
10%
Comunitarie +
personali
10%
Solo
comunitarie
0%
Comunitarie +
istituzionali
0%
Tutte le
iniziative
14%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
41
Nessuna
iniziativa
19%
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Le modalità di promozione del servizio comprendono soluzioni variabili sia per il
maggiore o minore grado di formalità delle azioni intraprese dal personale Eures, sia – al
contempo – per il diverso grado di strutturazione delle stesse all’interno delle attività
regionali e/o provinciali. I due estremi sono rappresentati, d’un canto, dagli
Euroconsiglieri che realizzano tutte le iniziative possibili (il 14% degli intervistati) e,
d’altro canto, da Euroconsiglieri che non ne adottano nessuna (pari a circa un quinto degli
intervistati). L’assenza di qualsiasi iniziativa di divulgazione è legata, nella stragrande
maggioranza dei casi, ai medesimi motivi che condizionano il processo di
implementazione della rete Eures, rendendolo difficoltoso, e che portano il personale
Eures a considerare che “quando non si riesce, per svariati motivi, ad attivare un servizio
è preferibile mantenere un profilo basso per non scontentare poi gli utenti e promettere
quello che non si può mantenere” (Euroconsigliere 15).
Circa un quinto degli Euroconsiglieri ricorre per la promozione del servizio ad
iniziative esclusivamente istituzionali, comprese all’interno di azioni promosse dagli enti
locali o istituzioni pubbliche, offrendo, peraltro, un esempio di buona integrazione del
servizio Eures nei Spi decentrati, dal momento che nella rosa dei servizi offerti da questi
ultimi all’utenza risultano compresi (ma non sovrapposti), quelli riconducibili all’ambito
Eures. Per di più, a tale modalità è possibile ricondurre l’elaborazione di una strategia che
sottende una visione organica dei servizi e delle iniziative legate alla mobilità europea
all’interno degli indirizzi assunti dagli enti locali stessi. A queste iniziative si aggiungono
quelle realizzate attraverso la partecipazione del personale Eures ad eventi, attorno
all’argomento lavoro, promossi dai media sia su scala locale che nazionale. A tale
proposito va segnalata l’attività dell’Euroconsigliere 14 che collabora con articoli e
interviste con “Il sole 24 ore”, pubblicizza le offerte di lavoro tramite il Televideo di Rai
Regione e scrive articoli per rubriche specializzate pubblicate sui giornali locali e on-line
(Internet), nonché l’iniziativa intrapresa dall’Euroconsigliere 13 per promuovere Eures
nell’ambito di un corso di formazione della regione per la ristorazione.
Un altro esempio di collaborazione con le istituzioni pubbliche è quello proposto
dall’Euroconsigliere 17 il quale fornisce le informazioni su Eures all’Informagiovani, che
le smista a sua volta all’utenza che ne fa richiesta per una prima e generica informazione.
L’Euroconsigliere 7 svolge invece opera di divulgazione nelle scuole in collaborazione
con la regione e il Provveditorato agli studi. Segnaliamo, inoltre, la presenza
dell’Euroconsigliere della Liguria al salone del Lavoro di Genova, il progetto
Circumlavorando della regione Campania nell’ambito del quale Eures si è inserito in un
iniziativa dell’Agenzia regionale del lavoro rivolta ai giovani disoccupati della provincia
di Caserta e la pubblicazione di pagine Web sul sito Internet della regione o della
provincia.
Un’ulteriore modalità di promozione è quella che vede gli Euroconsiglieri affidarsi ad
iniziative di carattere personale, alle volte affiancando queste ad attività già definite come
“comunitarie” o “istituzionali”: se il 10% degli intervistati afferma di affidare la
promozione del servizio Eures esclusivamente a proprie iniziative, occorre evidenziare
42
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
come tale quota arrivi a circa il 48% considerando la possibilità di sovrapporre ad
iniziative personali, altre di carattere istituzionale e comunitario.
Questo conferma come, seppure non in maniera esclusiva, il processo di integrazione
del servizio Eures, sul versante dell’offerta dei Servizi per l’impiego, rimanga ancora
affidato, sul piano operativo (promozione, realizzazione dei progetti) alla capacità di azione
dell’Euroconsigliere, con il portato di elementi positivi e di debolezza che tale situazione
comporta (si veda a tal proposito il precedente par. 3). Tra le iniziative più ricorrenti si
segnalano la divulgazione di annunci o comunicati sulla stampa locale e i contatti con
università od associazioni di imprenditori per l’organizzazione di forum o convegni.
4.2.1
Le iniziative promozionali preferite
Rispetto alla scelta della tipologia di attività promozionale non emerge da parte degli
Euroconsiglieri una particolare preferenza di una modalità rispetto all’altra: in questa fase
dell’evoluzione del servizio, l’obiettivo della riorganizzazione si traduce, sul piano
operativo, nell’esigenza di ottenere una maggiore diffusione dell’offerta Eures presso
l’utenza, affidandosi in tal senso ad una estesa gamma di soluzioni. Ciò nonostante,
l’esperienza maturata negli anni della prima costruzione ed implementazione del servizio
(1994-1998) ha spinto la maggioranza degli Euroconsiglieri verso una promozione
sempre meno affidata ad iniziative di carattere generale (come la partecipazione a fiere
con degli stand, ovvero a convegni sulle tematiche del lavoro), per privilegiare attività di
carattere “mirato”, finalizzate alla sensibilizzazione ed informazione di un pubblico
interessato, per il quale la mobilità europea costituisse una prospettiva appetibile.
Del resto, l’offerta del servizio Eures è rivolta a porzioni di utenza in grado di
esprimere particolari requisiti, oltre ad una spiccata motivazione alla realizzazione di una
esperienza lavorativa all’estero; la particolarità del target (conoscenza delle lingue,
disponibilità ad un cambiamento delle condizioni di vita e di lavoro, ecc.) ha reso
inefficaci – agli occhi degli operatori – i canali più tradizionali di diffusione delle offerte
ed opportunità di lavoro: come si avrà modo di riscontrare nei paragrafi relativi
all’utenza, proprio per le caratteristiche suddette il profilo del servizio Eures viene sempre
più marcando il suo carattere consulenziale, con la conseguente predilezione per un
contatto mediato e personalizzato con l’utenza (informazione, primo orientamento), anche
nella fase promozionale. Affidarsi alla pubblicazione di annunci di lavoro sui giornali, ha
avuto il merito, in passato, di generare un grande interesse (con un ritorno di attenzione
non trascurabile da parte dell’utenza), con una contropartita complessivamente negativa:
la maggioranza degli utenti che avevano risposto era costituita da persone che,
sostanzialmente, non risultava realmente interessata ad un’offerta di lavoro all’estero,
comportando solo un aggravio di lavoro per la struttura.
Sul versante dei datori di lavoro, è stato inoltre fatto osservare come l’organizzazione
di incontri con gli imprenditori finisse con il perdere di efficacia senza una preliminare
43
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
azione di promozione e di informazione, non disgiunta da una ricognizione dei fabbisogni
professionali delle imprese, finalizzata alla sensibilizzazione della potenziale utenza.
Nella diffusione delle offerte di lavoro, finora, il personale Eures ha finito con il
privilegiare le attività autonome, mentre le attività combinate con altre istituzioni sono
state adottate per forum, presentazioni e convegni.
4.2.2
La promozione del servizio Eures locale attraverso Internet
Dei 20 Euroconsiglieri intervistati (ad esclusione di quello appartenente al
coordinamento nazionale), 11 hanno una pagina Web di informazione su Internet che è
collegata al sito principale dell’ente a cui appartengono. La fig. 13 riporta la ripartizione
percentuale dei 15 Euroconsiglieri tra coloro che hanno un sito attivo (Si) e coloro che
ancora non lo hanno attivato (No).
Fig. 13 - Presenza di un sito Internet locale su Eures
No
45%
Si
55%
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
In tutti i casi si tratta di pagine Web statiche che riportano informazioni sulle offerte
della rete in corso, documenti e normative di interesse nonché gli orari di ricevimento e i
recapiti dell’ufficio dell’Euroconsigliere (ovviamente non manca l’indirizzo e-mail).
Nella maggior parte dei casi la pagina propone dei link che rimandano l’utente ad altre
pagine dello stesso sito (per approfondimenti o per ricerche mirate) o ad altri siti di
interesse generale o istituzionale come quello di Eures comunitario o del Ministero del
welfare.
È interessante notare che, in tutti i casi esaminati, la pagina di Internet è stata sempre
progettata e realizzata all’interno dell’organizzazione con il supporto di colleghi o di
esperti reperiti in seno all’ente locale.
Nel riquadro sottostante sono riportati gli indirizzi per il collegamento al sito Internet
relativamente a 8 su 11 Euroconsiglieri che lo hanno attivato.
44
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Ente locale
Indirizzo Internet
Regione Sicilia
www.regione.sicilia.it/lavoro/uffici/eures/index1.htm
Regione Campania – Arlav
www.centri-impiego.it
Regione Umbria
www.regione.umbria.it/lavoro/mercato/mdl050.htm
Provincia di Torino
www.provincia.torino.it/sito_lavoro/ Eures
Regione Toscana
www.rete.toscana.it
Provincia di Milano
www.provincia.milano.it/lavoro/ultima
Regione Liguria
www.regione.liguria.it/online/eurint.htm
Provincia di Bologna
www.provincia.bologna.it/lavoro/cippersone/ineruropa.html
45
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
5. UTENZA
DEL SERVIZIO EURES: TARGET, RAPPORTO CON IL
SERVIZIO, PERCEZIONE DEL GRADO DI SODDISFAZIONE
5.1 La platea degli utenti
Per quanto riguarda il rapporto con l’utenza i commenti faranno espressamente
riferimento a dati numerici pervenuti dagli Euroconsiglieri ai quali in fase di intervista era
stato consegnato un allegato da compilare (vedi la sezione “allegati” alla voce “Allegato
all’intervista” del presente rapporto) che doveva essere restituito per l’elaborazione. Alla
chiusura del presente lavoro sono stati acquisiti dati relativi a circa i due terzi dei 16
intervistati ai quali è stata somministrata la scheda relativa alla rilevazione numerica dei
volumi di attività. In questa fase, pertanto, si cercherà di proporre una prima valutazione
dei dati raccolti il cui intento non è quello di fornire un quadro definitivo della
consistenza numerica dell’attività dispiegata dalle strutture Eures visitate, quanto quello
di tracciare un primo profilo del rapporto quantitativo con l’utenza.
Peraltro, vista la differente consistenza delle situazioni in cui operano gli
Euroconsiglieri a livello locale – per propensione dell’utenza a richiedere il servizio,
visibilità sul territorio ed effettiva attivazione del servizio a livello organizzativo da parte
degli enti locali di riferimento – non è possibile estendere nessuna delle considerazioni
all’intero territorio nazionale.
Le tipologie di utenti
Due sono le tipologie di utenti a cui Eures propone i propri servizi: le singole persone
in cerca di lavoro e le imprese. La tab. 2 permette di osservare la consistenza percentuale
delle due tipologie individuate, entrando nel dettaglio dei singoli casi osservati.
Come è possibile osservare, a fruire dei servizi offerti dalla rete Eures è una platea di
utenti prevalentemente composta da lavoratori (mediamente costituiscono circa l’87%
dell’intero universo), confermando una circoscritta penetrazione nel mondo datoriale
(ferma ad una media del 13%). Ciò sembra riproporre una caratteristica dei Spi italiani
(ereditata dal vecchio collocamento), che pure negli ultimi anni va progressivamente
attenuandosi. Questi dati, peraltro, confermano quanto già qualitativamente anticipato
46
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
dagli Euroconsiglieri nel corso delle singole interviste: sono infatti state evidenziate le
notevoli difficoltà incontrate nel promuovere il servizio verso i datori di lavoro,
soprattutto in relazione al fatto che questi ultimi devono essere contattati direttamente o
invitati a forum e che queste azioni, anche se attuate, non sempre sono in grado di
produrre gli effetti sperati.
La convinzione degli Euroconsiglieri che la promozione del servizio verso le imprese
possa rappresentare uno degli assi di sviluppo del servizio Eures nel futuro è stata già
citata nel paragrafo dedicato alle potenzialità ancora inespresse dal servizio.
Tab. 2 - Utenti Eures per tipologia - valori %
Tipologia di utenti
Persone in cerca di
lavoro
Bologna
Milano
Trento
Firenze
Torino
Bari
Sassari
Napoli
Verona
Media
76,0
76,0
97,0
m.r.
99,5
95,0
97,0
70,0
86,0
87,1
Imprese/enti/
associazioni
24,0
24,0
3,0
m.r.
0,5
5,0
3,0
30,0
14,0
12,9
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
5.1.1
Persone in cerca di lavoro: una classificazione
Una prima indicazione richiesta agli Euroconsiglieri era di stimare quanti di coloro
che si rivolgevano alla rete Eures fossero già iscritti ad altri servizi offerti dai Spi.
Rispetto a questo dato, le informazioni sono molto frammentarie avendo raccolto solo un
numero piuttosto esiguo di indicazioni: c’è da dire che buona parte delle mancate risposte
erano già state anticipate dall’Euroconsigliere durante l’intervista. Comunque, pur nella
sua estrema parzialità, il dato indica che la media degli utenti “già iscritti” sarebbe del
55%, con una oscillazione dal 70 al 36%.
Una interpretazione di questo risultato potrebbe derivare dal fatto che l’utenza che si
rivolge ad Eures è un’utenza “sostanzialmente diversa” da quella di coloro che
abitualmente si rivolgono ai Spi sia per la capacità (la lingua soprattutto) o la propensione
personale ad accettare un lavoro all’estero (adattamento al diverso stile di vita, legami,
attese, ecc.), sia per il fatto che, come vedremo, alcune tipologie consistenti di aspiranti
lavoratori (gli studenti universitari ad esempio) attivano questa modalità di ricerca del
lavoro – soprattutto temporaneo – quando sono ancora in una fase antecedente alla ricerca
47
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
stabile di un lavoro e quindi non hanno, nella maggioranza dei casi, necessità di rivolgersi
stabilmente ai Spi.
Se si fa riferimento alla ripartizione per fasce di età delle persone in cerca di un lavoro
all’estero (vedi tab. 3 e fig. 14) si nota subito che l’età dell’80% della popolazione degli
aspiranti lavoratori che si rivolge ad Eures è collocata tra i 18 e i 35 anni (fascia 18-25 +
fascia 26-35).
Tab. 3 - Utenti del servizio Eures per fasce di età - valori % e media
Fascia di età
Da 18 a 25 anni
Da 26 a 35 anni
Da 36 a 45 anni
Oltre 45 anni
% Media
% Max
% Min
41,4
39,8
12,4
80,0
55,0
30,0
24,4
15,0
5,0
6,4
28,0
0,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fig. 14 - Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per fasce di età: percentuale media, massima e
minima
% media
% massima
% minima
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
18-25 anni
26-35 anni
36-45 anni
oltre 45 anni
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Inoltre la somma delle percentuali delle altre due categorie – fascia da 36 a 45 anni e
fascia oltre i 45 anni – anche nel caso di incidenza massima, supera di poco la soglia del
40% come nel caso dell’Euroconsigliere 16 (vedi tab. 4).
48
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Tab. 4 - Utenti del servizio Eures per fasce di età nei singoli casi di osservazione
Fascia di età
Euroconsigliere 2
Euroconsigliere 3
Euroconsigliere 4
Euroconsigliere 6
Euroconsigliere 9
Euroconsigliere 10
Euroconsigliere 13
Euroconsigliere 14
Euroconsigliere 16
Da 18 a 25
Da 26 a 35
Da 36 a 45
43,0
43,0
34,0
50,0
24,0
40,0
80,0
30,0
28,0
48,0
22,0
53,0
37,0
53,0
45,0
15,0
55,0
30,0
8,0
30,0
10,0
10,0
15,0
10,0
5,0
10,0
14,0
Oltre 45
1,0
5,0
3,0
3,0
8,0
5,0
0,0
5,0
28,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
La ripartizione fatta in base al sesso (tab. 5) evidenzia, nelle prime due fasce di età,
una sostanziale equivalenza, a livello medio, tra uomini e donne mentre si registra una
prevalenza, nelle ultime due fasce di età, del sesso maschile (circa il 70%). Nella tab. 6 è
invece riportata l’incidenza delle donne nelle diverse fasce di età nonché l’oscillazione
percentuale relativa. C’è da osservare che i dati non sono ponderati per il numero di utenti
che insistono su ciascun servizio Eures, bensì calcolati – in mancanza di un dato
numerico di riferimento – assumendo che in tutte le situazioni ci sia la stessa affluenza.
Per quanto riguarda invece la tipologia di persone in cerca di lavoro che si rivolgono
al servizio, riportiamo di seguito una classificazione rispetto ad alcune categorie (tab. 7).
Tab. 5 - Utenti del servizio Eures per classi di età e sesso - valori %
Donne
Uomini
Val. %
Val. %
Da 18 a 25 anni
Da 26 a 35 anni
da 36 a 45 anni
47,0
43,0
28,0
53,0
57,0
72,0
Oltre 45 anni
32,0
68,0
Fascia di età
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Tab. 6 - Utenti del servizio Eures: incidenza dell’utenza femminile - valori %
Utenza femminile
Fascia di età
% Max
% Min
Da 18 a 25 anni
Da 26 a 35 anni
da 36 a 45 anni
70,0
50,0
60,0
28,0
36,0
5,0
Oltre 45 anni
80,0
10,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
49
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Tab. 7 - Utenti Eures: persone in cerca di lavoro per tipologia - valori % e media
% Media
Tipologia
% Max
% Min
Non occupati
Studenti (non universitari)
Studenti universitari
Mobilità/cassa integrazione
52,1
6,5
27,4
0,3
74,0
26,0
47,0
1,0
13,0
0,0
7,0
0,0
Occupati
13,8
23,0
2,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Questa tabella ci conferma l’ipotesi, fatta in precedenza, che circa il 50% degli
aspiranti lavoratori che si presentano ad Eures usufruiscono già di altri servizi offerti dai
Spi. Infatti se ci si riferisce alla tab. 8 e si ipotizza che i “non occupati” e i “cassa
integrati” siano per definizione utenti dei Spi (la somma delle due categorie vale il
52,4%), si noterà che poco meno del 50% degli utenti di Eures si riferiscono a delle
categorie (gli studenti, ad esempio) i cui appartenenti hanno, molto verosimilmente, una
elevata probabilità di accedere al servizio in maniera autonoma o quantomeno estranea al
mondo dei Spi (annunci o passaparola).
5.1.2
I canali informativi di conoscenza del servizio
Il risultato dell’indagine circa le modalità attraverso le quali si è venuti a conoscenza
di Eures viene proposto nella tab. 8 in cui sono riportate in ordine decrescente i diversi
canali di informazione che hanno permesso un avvicinamento degli utenti al servizio.
Tab. 8 - Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio - valori % e media
% Media
Modalità di conoscenza del servizio
Informazioni dai Cpi
Mass media
Sito Internet comunitario
Com. informale (cd. Passaparola)
Sportelli di orientamento diversi dai Spi
Eventi di comunicazione (fiere, convegni, giornate di studio)
Brochure/depliant illustrativi
Sito Interne locale
Manifesti/locandine promozionali
Altro
% Max
% Min
26,3
19,4
15,9
13,7
23,7
9,9
10,5
10
3,1
60,0
40,0
40,0
20,0
25,0
20,0
20,0
15,0
8,0
5,0
8,0
0,0
5,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
2,1
10,0
0,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Dall’osservazione dei dati riportati è possibile rilevare come i canali di informazione
strutturati nei Cpi o all’interno di sportelli per l’orientamento (come Cilo, Col,
Informagiovani) conoscano percentuali medie quasi doppie rispetto a canali come
50
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Internet o materiale illustrativo, confermando quanto veniva poc’anzi sottolineato in
merito alla promozione del servizio: il canale privilegiato per il contatto con un’utenza
così particolare rimane quello offerto dai servizi informativi strutturati, possibilmente ad
personam, quando non consulenziale, la cui complessità è dovuta all’intervento di
personale formato per fornire informazioni qualificate, alla presenza di spazi dedicati
all’autoconsultazione o, meglio, al colloquio. Tra l’altro, le iniziative messe in atto dal
coordinamento nazionale per formare i Referenti sul territorio vanno esattamente incontro
a questa esigenza.
Un certo impatto sembrano procurare le informazioni veicolate attraverso i mass
media ed il sito istituzionale della Commissione (al quale, dalla seconda metà del 2002, si
è aggiunto il sito nazionale: www.minwelfare.it/NR/eures) mentre di portata più
circoscritta è la ricaduta sull’utenza del materiale a stampa, di vario tipo, la cui funzione
(ai fini di un servizio così particolare) può limitarsi ad una prima generica informativa,
per poi rimandare all’Euroconsigliere. Ciò conferma la sensazione degli Euroconsiglieri
che queste modalità di promozione non siano del tutto efficaci ed è, a nostro avviso,
anche la diretta conseguenza del fatto che gli investimenti promozionali sono stati
indirizzati per comparire sui mass media (annunci, articoli) e nel cercare di promuovere il
servizio direttamente sul territorio attraverso i Referenti. Tra l’altro ricordiamo che la
spesa in brochure è una delle prime a cui l’Euroconsigliere dichiara di dover rinunciare in
mancanza di fondi esattamente assegnati per la promozione del servizio.
La situazione di dettaglio, valida per gli Euroconsiglieri che hanno risposto, è riporta
nella tab. 9.
5.1.3
Volumi di attività: contatti, candidature, ricandidature
La tabella seguente riporta in dettaglio la situazione, relativamente agli
Euroconsiglieri che hanno fornito risposta sia per quanto riguarda l’attività quantitativa
del servizio nel triennio 1999-2001 espressa in termini di: numero di contatti avuti,
numero di contatti trasformatisi in candidature, numero di candidature a cui è stata fatta
una proposta, sia in termini di “efficacia del servizio”, misurata come percentuale di
proposte che sono state accettate dall’aspirante lavoratore. I risultati sono proposti nella
tab. 10 e nella fig. 15. Analizzando la fig. 15 si noterà come il trend di sviluppo della
penetrazione del servizio verso le persone in cerca di lavoro sia molto positivo ed abbia
portato nel triennio – relativamente ai casi analizzati e con i vincoli espressi nella
premessa – a quintuplicare i contatti e quasi a decuplicare il numero delle proposte.
Sempre sullo stesso argomento la fig. 16 cerca di entrare nel dettaglio dell’efficacia
del Servizio misurando il numero di proposte accettate ogni 100 contatti, passando
attraverso le fasi della formalizzazione della candidatura e la presentazione dell’offerta al
candidato.
51
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Tab. 9 - Utenti del servizio Eures: modalità di conoscenza del servizio nei singoli casi di osservazione
Modalità di conoscenza del
servizio
Informazioni dai Cpi
Mass media
Sito Internet comunitario
Com. informale (cd. Passaparola)
Sportelli di orientamento diversi
dai Spi
Eventi di comunicazione (fiere,
convegni, giornate di studio)
Brochure/depliant illustrativi
Sito Internet locale
Manifesti/locandine promozionali
Altro
Euroc. 2
Euroc.3
Euroc. 4
Euroc. 6
Euroc. 9
Euroc. 10
Euroc. 13
Euroc. 14
Euroc.16
%
%
%
%
%
%
%
%
%
20,0
12,0
18,0
8,0
20,0
20,0
12,0
10,0
8,0
8,0
16,0
17,0
60,0
15,0
0,0
20,0
20,0
10,0
20,0
10,0
25,0
25,0
2,0
6,0
20,0
40,0
15,0
10,0
5,0
20,0
20,0
10,0
5,0
25,0
40,0
5,0
17,0
10,0
5,0
5,0
10,0
25,0
0,0
15,0
3,0
4,0
15,0
15,0
0,0
10,0
5,0
5,0
20,0
15,0
4,0
15,0
2,0
5,0
0,0
8,0
9,0
10,0
5,0
0,0
0,0
0,0
20,0
0,0
0,0
2,0
5,0
5,0
0,0
0,0
0,0
5,0
0,0
5,0
1,0
1,0
3,0
0,0
0,0
7,0
0,0
0,0
0,0
10,0
0,0
2,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
52
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Fig. 15 - Utenti del Servizio Eures: volumi di attività - valori assoluti
N. contatti
N. candidature
N. proposte
50000
45000
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
1999
2000
2001
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Come si noterà, nel corso del triennio è aumentata del 50% la percentuale di
candidature accettate come pure quella delle candidature che hanno ricevuto una
proposta. Invariata nel biennio 2000-2001 la percentuale di accettazione che si attesta
intorno al 7% ed è in aumento rispetto al 4% del 1999. Se la fig. 16 viene letta in
abbinamento alla tab. 11 si ottengono i seguenti risultati. In media 4 utenti su 10 che si
presentano all’Euroconsigliere alla fine del colloquio di orientamento decidono di
candidarsi nel database di Eures: di questi 2 ricevono una proposta e solo 1 alla fine la
accetta.
Fig. 16 - Utenti Eures: volumi di attività - valori %
% Candidature
% Proposte
% Proposte accettate
50,0
45,0
40,0
35,0
30,0
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
1999
2000
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
53
2001
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Questa osservazione consente di riflettere sul fatto che una consistente quota delle
attività dispiegate da Euroconsiglieri e collaboratori Eures viene rivolta ad azioni di
preselezione dei candidati: tale quota potrebbe essere efficacemente ridotta con la
realizzazione di un forte orientamento dell’utenza realizzato direttamente sul territorio
attraverso le strutture Spi, nonché implementando le azioni di informazione.
Il secondo punto da evidenziare riguarda le proposte fatte ai candidati. A questo
proposito c’è da dire che una volta compiuta l’onerosa opera di pre-selezione, la rete
Eures sembra avere una buona capacità di dare una risposta positiva a chi dimostra di
avere i requisiti richiesti: infatti, a quanto pare, l’efficacia registrata nel 2001 su questo
punto è stata del 30% circa se si pensa che a fronte di 20.744 candidature è stata data una
risposta positiva in ben 6.556 casi (vedi tab. 10).
Tab. 10 - Servizio Eures: volumi di attività relativi al periodo 1999-2001
Anno
N. contatti
N. candidature
N. proposte
% proposte accettate
1999
2000
2001
9.865
3.008
806
14.046
4.431
2.988
45.180
20.744
6.556
47,5
44,3
36,6
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Tab. 11 - Utenti del servizio Eures, volumi di attività
Anno
% Media proposte accettate
% Max
% Min
1999
2000
70,5
78,7
100,0
90,0
41,0
71,0
2001
75,3
80,0
70,0
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
A completamento del quadro relativo ai rapporti con l’utenza, in particolare sotto la
chiave di osservazione offerta dai volumi di attività dispiegati, un dato interessante è
quello relativo alle ricandidature da parte di quegli utenti che, dopo aver finito
un’esperienza di lavoro all’estero fossero interessati ad una nuova opportunità: è stato
pertanto chiesto a tutti gli Euroconsiglieri di stimare quanti lavoratori tornano a riproporre
la propria candidatura dopo un’esperienza lavorativa all’estero. I dati raccolti sono molto
diversi da territorio a territorio. Il valore più frequentemente riportato si aggira intorno al
40-50% anche se non mancano valutazioni che se ne differenziano notevolmente, come
nel caso dell’Euroconsigliere n. 7, che stima un valore prossimo all’80%, a fronte di una
valutazione di parere diametralmente opposto dell’Euroconsigliere n. 10 secondo cui solo
3 persone su 100 si ricandidano e dell’Euroconsigliere n. 9, secondo il quale la
54
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
percentuale è altrettanto bassa (10%) perché le persone in cerca di lavoro “non sono così
disponibili ad andare al lavorare all’estero”. Un altro contributo che potrebbe in parte
aiutare nella comprensione del fenomeno delle ricandidature è quello che ci viene
proposto dagli Euroconsiglieri 4 e 8 che individuano tra coloro che non hanno trovato
ancora un contratto a tempo indeterminato i più probabili ricandidati.
5.1.4
Le imprese
Come già riportato in tab. 5 le imprese rappresentano in media solo il 12,9% del totale
dell’attività di Eures. Su questo argomento si rimanda alle considerazioni già effettuate
nei capitoli precedenti, mentre nel presente paragrafo si tenterà una osservazione dei
volumi di attività del servizio Eures nei confronti di questa porzione di utenza. Se si
considera la quota di proposte delle aziende accettate dai candidati, si evidenzia un grado
di soddisfazione consistente, dal momento che la media delle proposte accettate si aggira
su valori compresi tra il 70 ed il 75%. Interessante è il dato restituito dalla differenza tra
percentuale minima e percentuale massima, che da 59 punti percentuali del 1999 si è
progressivamente ridotta, profilando un quadro tutto sommato omogeneo al livello delle
realtà osservate, sebbene occorra ricordare come l’incidenza di tale fronte di attività sia
ancora abbastanza modesta, fatte salve aree con forti picchi stagionali di attività come il
Trentino, il Veneto, la Valle D’Aosta, la Liguria, ecc., ovvero caratterizzate da una
cronica mancanza di manodopera.
5.2 Percezione della soddisfazione degli utenti
Di seguito riportiamo le aree di indagine rispetto alle quali abbiamo chiesto agli
Euroconsiglieri di esprimere quanto, secondo la loro percezione, gli utenti del servizio
fossero soddisfatti, ovvero:
la soddisfazione globale di tutti gli utenti;
la soddisfazione degli aspiranti lavoratori;
la soddisfazione delle imprese.
I dati riassuntivi della soddisfazione riportati nella tab. 12 e nella fig. 17 sono relativi
alle due tipologie di utenza individuate, persone in cerca di lavoro e imprese. Come è
possibile osservare, negli Euroconsiglieri è prevalente la sensazione che si potrebbe fare
qualcosa in più in termini di offerta di servizi rispetto alle aspettative ed ai fabbisogni
dell’utenza stessa, tanto che la loro percezione prevalente è del tipo “non del tutto
soddisfatto” (che accomuna circa il 37% degli intervistati), a fronte di un’area della
soddisfazione, coperta da poco più del 30% delle risposte fornite.
55
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Tab. 12 - Euroconsiglieri: percezione del grado di soddisfazione dell’utenza
Val. ass.
Percezione della soddisfazione dell'utenza
Val. %
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Non del tutto soddisfatto
Insoddisfatto
Molto insoddisfatto
2
3
6
1
1
12,5
18,8
37,4
6,3
6,3
N. R.
3
18,8
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fig. 17 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione dell’utenza
37,4%
40,0%
35,0%
30,0%
25,0%
18,8%
20,0%
12,5%
15,0%
10,0%
6,3%
6,3%
Molto insoddisfatti
Insoddisfatti
5,0%
0,0%
Non del tutto
soddisfatti
Soddisfatti
Molto soddisfatti
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Tuttavia, rispetto alle singole tipologie di utenza, si riscontrano situazioni dal profilo
non del tutto coincidente con quello complessivo. In particolare nella fig. 18, dove sono
invece riportati i valori relativi alla percezione del grado di soddisfazione delle persone in
cerca di lavoro, la percezione prevalente degli Euroconsiglieri è, questa volta, del tipo
“soddisfatto” (37,4%). Nonostante questo, il livello medio di soddisfazione si posiziona
su un valore di non completa soddisfazione (vedi fig. 18) e questo a causa dell’elevata
percentuale (18,8%) di aspiranti lavoratori ritenuti insoddisfatti.
Sul versante delle imprese, per contro, è possibile osservare una situazione di segno
opposto; infatti, i dati riassuntivi i riportati nella fig. 19 evidenziano come gli
Euroconsiglieri ritengano che tale porzione di utenza esprima un buon grado di
soddisfazione verso i servizi che la rete Eures riesce ad offrire loro: pertanto, la
percezione media ricade ampiamente nella zona della soddisfazione.
56
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Fig. 18 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle persone in cerca di lavoro
37,4%
40,0%
35,0%
30,0%
25,0%
18,8%
20,0%
18,8%
15,0%
10,0%
6,2%
5,0%
0,0%
0,0%
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Non del tutto
soddisfatto
Insoddisfatto
Molto
insoddisfatto
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Fig. 19 - Euroconsiglieri: percezione della soddisfazione delle imprese
30,0%
25,0%
25,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
6,2%
5,0%
0,0%
0,0%
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Non del tutto
soddisfatto
0,0%
Insoddisfatto
Molto
insoddisfatto
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
Indicatori indiretti di percezione
Nessuno degli Euroconsiglieri adotta un sistema “scientifico” (indagini a campione,
questionari di soddisfazione post colloquio o post-offerta) per misurare la soddisfazione
dei propri “clienti” anche se sono in molti quelli che ritengono che, forse, un sistema di
rilevazione andrebbe adottato.
A titolo puramente indicativo gli indicatori qualitativi adottati per la misura della
soddisfazione degli utenti si riferiscono sempre all’aspetto relazionale che si instaura tra
l’Euroconsigliere e l’aspirante lavoratore quali ad esempio telefonate, gli auguri per
Natale e i segnali di soddisfazione post-colloquio.
57
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
5.3 Selezione e orientamento degli utenti
5.3.1
Le modalità
In relazione all’intensa attività di accoglienza degli utenti da parte degli
Euroconsiglieri e degli Assistenti, si possono identificare alcuni “modelli operativi” che
esemplificano i comportamenti adottati dagli intervistati.
Modello A
Appuntamento telefonico, accoglienza e colloquio finalizzato “in primis” alla
valutazione della motivazione alla mobilità dei candidati, poi si procede allo screening
delle competenze. Viene operato il confronto domanda/offerta con successivo ritorno di
informazioni.
Modello B
Primo contatto telefonico comprendente già la valutazione della conoscenza della
lingua (inglese o francese).
Se il livello di conoscenza della lingua è ritenuto adeguato si procede all’accoglienza
ed al colloquio di selezione altrimenti, in caso di inadeguatezza, si continua con un
colloquio telefonico di orientamento con invio ad altri settori dei Servizi per l’impiego.
Modello C
Primo contatto telefonico o via e-mail nel quale vengono fornite già prime
informazioni; invito a spedire il curriculum vitae per operare un primo livello di
valutazione delle esperienze; accoglienza personale con approfondimenti mirati sul
profilo professionale di riferimento. I modelli sinteticamente proposti mettono in luce
delle prassi consolidate di gestione del rapporto con gli utenti, pur nella specificità dei
diversi approcci. In particolare si rileva:
una puntuale attenzione volta ad esplorare, innanzitutto, la reale motivazione che
spinge le richieste dei candidati, che spesso si avvicinano ad Eures con aspettative
non propriamente in linea con le offerte contenute nella della banca dati della rete.
Viene offerta una attività di consulenza di primo livello nell’ottica di favorire una
maggiore “consapevolezza della domanda”;
l’uso del primo contatto telefonico con l’utenza quale opportunità di consulenza e/o
orientamento, che si realizza con la valutazione “in diretta” delle conoscenze
linguistiche. Ciò comporta dei benefici anche in termini di impatto fisico dell’utenza
presso le sedi Eures, spesso non attrezzate a gestire in maniera flessibile il rapporto
con il pubblico.
58
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Tutti gli Euroconsiglieri (tranne uno appartenente al coordinamento nazionale)
utilizzano il colloquio come strumento di valutazione dei candidati, in tre casi in
combinazione con test e strumenti autodescrittivi (Euroconsiglieri 8,11,14).
5.3.2
La gestione del colloquio
Il colloquio rappresenta uno dei momenti caratterizzanti sia l’attività di orientamento
che di selezione degli utenti, ma al tempo stesso si configura come vero e proprio metodo
di lavoro, uniformemente adottato dagli Euroconsiglieri, dagli Assistenti e dai Referenti.
Si tratta, in sostanza, di condurre un’intervista che si prefigge di ottenere risultati
differenti, e la cui bontà è innanzitutto garantita dalla chiara definizione, da parte
dell’intervistatore, degli obiettivi da raggiungere ovvero se riferiti ad una pura e semplice
raccolta di dati, di valutazione di competenze o, ancora, di orientamento professionale.
Aldilà delle possibili definizioni teoriche che possono essere citate per definire il
colloquio, si è cercato di esplorare la possibile struttura o architettura che, più o meno
consapevolmente, viene adottata dagli Euroconsiglieri.
Le risposte fornite evidenziano che:
9 Euroconsiglieri utilizzano uno “schema libero” nella conduzione delle interviste,
ovvero non esplicitamente descritto da un protocollo articolato e definito. Ciò non
significa, necessariamente, che tale approccio rappresenti una modalità improvvisata
“sul momento”, di difficile controllo e tutta centrata sulla soggettività del conduttore.
In realtà si fonda sul principio di “seguire” il candidato nel suo argomentare avendo
ben chiaro l’obiettivo del colloquio;
3 Euroconsiglieri organizzano il colloquio sulla base dell’analisi del curriculum dei
candidati, agganciando l’indagine sulla significatività delle esperienze degli
intervistati;
3 Euroconsiglieri prediligono strutturare il colloquio affidandosi ad una “scaletta
mentale” che li aiuta a chiarirsi le idee, senza essere vincolati da schemi prescritti;
3 Euroconsiglieri si affidano ad una prassi consolidata dall’esperienza che, seppur
non riproducibile come modello, li rende sufficientemente sicuri di ottenere buoni
risultati;
1 Euroconsigliere (11) gestisce il colloquio attraverso una scaletta standard
unitamente all’utilizzo di un questionario adattato al target di utenti. Tale approccio
non è casuale, ma determinato dalla formazione come Counselor (laurea breve in
Psicologia);
1 Euroconsigliere (16) conduce l’intervista sulla base di una prassi consolidata che
prevede l’approfondimento della storia personale del candidato, un momento di
consulenza finalizzato a renderlo consapevole circa le caratteristiche del suo profilo
professionale, ed infine la condivisione dei suoi punti forti in funzione delle possibili
offerte della banca dati Eures.
59
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
6. EURES: ORGANIZZAZIONE E RUOLI
6.1 Struttura operativa
Dall’analisi comparativa degli organigrammi emerge che tutti gli intervistati risultano
inseriti, nell’amministrazione di appartenenza, all’interno delle strutture preposte presso
l’assessorato al lavoro e posizionati direttamente al di sotto della figura apicale della
struttura stessa (dipartimento/area/settore ).
L’omogeneità delle situazioni osservate lascia il posto ad un quadro molto più
movimentato quando si sposta l’attenzione verso le ulteriori articolazioni
dell’organigramma stesso, funzionalmente al di sotto della figura dell’Euroconsigliere. La
previsione di figure di supporto, quali dovrebbero essere gli Assistenti, non è resa
operativa in tutte le realtà visitate, sebbene il loro profilo funzionale sia tratteggiato negli
allegati alle convenzioni firmate da ciascuna regione per l’attivazione del servizio Eures:
all’epoca della rilevazione soltanto il 30% delle strutture visitate comprendeva nei propri
organigrammi la figura dell’Assistente, mentre un altro 20% completava la propria
organizzazione Eures con la previsione di Referenti territoriali.
Va altresì sottolineato come tanto la maggior parte degli Euroconsiglieri che gli
Assistenti svolgano un doppio incarico lavorativo, essendo nei fatti la loro collocazione
quella riferita alla mansione svolta nell’ambito delle strutture Spi e non quella relativa al
servizio Eures: degli intervistati, circa il 35% ricopriva l’incarico di Euroconsigliere a
titolo esclusivo.
6.2 Ruolo dell’Euroconsigliere
Le esperienze professionali prima dell’incarico
Il quadro sinottico sottostante sintetizza la posizione professionale di 16 degli
Euroconsiglieri intervistati prima dell’assunzione dell’incarico nell’ambito Eures.
60
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Intervistato
Tipologia di incarico
Euroconsigliere 1
Ministero del lavoro: incarichi sul territorio nazionale nell’ambito delle attività del
collocamento
Euroconsigliere 2
Servizi per l’impiego
Coordinamento uffici per il collocamento
Euroconsigliere 3
Ministero del lavoro: impiegata settore previdenza sociale, collocamento disabili,
occupazione per l’agricoltura
Euroconsigliere 4
Attività di ricerca nel settore sanitario
Euroconsigliere 5
Direzione generale Ministero del lavoro: nel gruppo preposto alle procedure Cassa
integrazione e “ammortizzatori sociali”
Euroconsigliere 6
Praticantato presso studio legale
Ministero del lavoro: attività di sportello per avviamenti in generale e contratti
formazione lavoro in particolare
Euroconsigliere 7
Incarichi universitari
Euroconsigliere 8
Incarichi presso l’amministrazione provinciale
Euroconsigliere 9
Esperto di orientamento presso Agenzia del lavoro
Euroconsigliere 10
Ispettore società private
Responsabile uffici sezioni circoscrizionali
Euroconsigliere 11
Direzione generale del lavoro: responsabile del settore cooperazione
Euroconsigliere 12
Insegnante di lingue (inglese e tedesco) presso centri alberghieri della regione
Euroconsigliere 13
Impiegato Ministero del lavoro
Ente regionale lavoro
Euroconsigliere 14
Incarichi presso Direzione provinciale – ufficio del personale
Euroconsigliere 15
Ministero del lavoro: mobilità, statistiche, lavori socialmente utili
Euroconsigliere 16
Incarichi presso Ministero
La provenienza professionale degli attuali Euroconsiglieri indica un percorso
lavorativo maturato all’interno del Ministero del lavoro (in circa due terzi dei casi) nel
quadro di attività più centralizzate rispetto alla missione del servizio Eures, pur svolgendo
mansioni coerenti o vicine al tema dell’occupazione.
Per circa un terzo degli intervistati, la provenienza professionale è risultata essere
extra ministeriale, con incarichi svolti presso altre amministrazioni pubbliche, nel mondo
della ricerca o dell’insegnamento. Numerose e diversificate risultano pertanto le
esperienze professionali di ciascuno: ad esempio l’Euroconsigliere 1 ha avuto la
possibilità di maturare significative esperienze con incarichi sistematici sul territorio
nazionale, mentre per l’Euroconsigliere 4 l’ingresso nel settore del mercato del lavoro ha
rappresentato una vera svolta nel percorso di carriera, alla luce del sostanziale
cambiamento avvenuto provenendo dal settore della ricerca sanitaria. L’Euroconsigliere
12 ha avuto un cambio sostanziale nella tipologia di ruolo, in quanto proveniente dal
mondo dell’insegnamento della lingua, peraltro utilissima per ricoprire l’attuale incarico.
Nei casi in cui gli Euroconsiglieri svolgevano funzioni attinenti al collocamento
61
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
(dunque nella maggior parte dei casi) il percorso evolutivo dei Spi e quello di
implementazione del servizio Eures ha finito con l’ampliare e rendere più complesso il
tipo di attività professionale svolto in ambito Spi con “un allargamento dei compiti,
peraltro diversi da quelli svolti dal vecchio collocamento”.
Gli elementi chiave
La figura dell’Euroconsigliere è definita ai sensi dell’art. 4.1 dell’Allegato 1 della
decisione della CE 1612/68 del 22.10.1993 in riferimento alle seguenti funzioni:
promuove e da sostegno alla integrazione della rete Eures con i Servizi territoriali per
l’impiego e le locali politiche del lavoro e formative;
svolge funzioni di direzione e coordinamento degli Assistenti e Referenti nell’ambito
delle attività legate alle finalità istituzionali della rete, erogate in stretta collaborazione
con strutture territoriali dei Servizi per l’impiego e di formazione;
verifica la corrispondenza dei servizi di orientamento e di informazione Eures erogati
sul territorio secondo quanto richiesto dagli standard di qualità definiti dalla Cee;
svolge un’azione di monitoraggio delle attività erogate;
svolge attività di marketing della rete nei confronti del sistema locale delle imprese e
ne raccoglie i bisogni di personale e di professionalità che si sostanziano in
opportunità di lavoro;
fornisce utili informazioni ai cittadini comunitari alla ricerca di impiego in Italia;
definisce e progetta un piano di formazione e di aggiornamento degli Assistenti e
Referenti in una logica di credito formativo e di progressivo miglioramento
professionale;
cura la predisposizione dei documenti informativi rivolti all’utenza e la
organizzazione di incontri pubblici di prestazione del servizio;
propone Piani di attività annuale e campagne promozionali del medesimo;
si avvale delle azioni di ricerca, sviluppo, formazione effettuate dagli Euroconsiglieri
sindacali e datoriali degli Eures transfrontalieri;
sviluppa progetti di cooperazione e/o di scambio di lavoratori con soggetti partners
della rete;
propone modifiche di procedure e dell’organizzazione del lavoro, nell’ambito della
propria competenza, ovvero propone procedure alternative ed il ricorso a nuove
diverse strumentazioni;
svolge attività d’informazione sulle leggi che regolano il mercato del lavoro, nonché
sui meccanismi di mobilità nazionale ed internazionale;
collabora nella promozione e nella preparazione di programmi e progetti relativi al
servizio.
La copertura efficace di un ruolo all’interno di un’organizzazione prevede il possesso
di requisiti tecnico – professionali, oltre che di efficacia personale che permettono di
62
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
esplorare il tema delle competenze al lavoro richieste all’Euroconsigliere. Lo sviluppo
concettuale della riflessione rende necessario l’approfondimento delle nozioni di
competenza e di profilo professionale.
Per competenza intendiamo “una caratteristica intrinseca18 individuale che è
causalmente collegata ad una performance efficace/o superiore in una mansione o in una
situazione, e che è misurata sulla base di un criterio prestabilito”, (Spencer & Spencer,
1995, p. 30).
La nozione di profilo professionale è da intendersi come l’insieme delle competenze
che servono per svolgere al meglio le attività previste nell’ambito di una determinata
posizione organizzativa:la prospettiva entro la quale si colloca tale definizione vuole
valorizzare la dinamicità che deve essere fornita all’insieme di caratteristiche
“intrinseche” ed “estrinseche” che un individuo manifesta nell’ambito di una
“performance lavorativa”.
I contenuti e i toni delle interviste, rendono evidente che l’Euroconsigliere:
è inserito in un sistema fortemente strutturato, regolato da una normativa complessa
ed articolata che spesso non facilita lo svolgimento delle funzioni previste;
non si trova sempre in una condizione di allineamento ed integrazione organizzativa
soprattutto dopo la riforma dei Spi del 1998;
è sollecitato, operativamente, a rispondere a “spinte” e “pressioni” di un mercato del
lavoro che spesso non conosce le reali finalità del servizio Eures;
incontra utenti che hanno aspettative spesso distanti dalle reali offerte di Eures,
indifferenziate o vicine alle tipiche esigenze di richiesta di occupazione stabile;
ove riesce a svolgere una efficace azione di promozione del servizio, oltre Internet,
valorizzando la presenza di Eures sul proprio territorio e/o presso le aziende, spesso
non dispone delle risorse necessarie a poter soddisfare le successive richieste;
vive l’insoddisfazione di non poter disporre o gestire risorse economiche in maniera
autonoma.
6.2.1
Il profilo professionale
Quanto sinora premesso consente di esplorare il tema della complessità del ruolo
lavorativo dell’Euroconsigliere, andando a valutare il profilo che emerge al meglio di tre
macro aree, ovvero:
le conoscenze, da intendersi come il patrimonio del “sapere”;
le capacità, che identificano l’area del “saper fare”;
18
Per intrinseca si intende qualcosa che è parte stabile e permanente della personalità d’un individuo del
quale può predire il comportamento in un’ampia gamma di situazioni sociali e/o lavorative. Le
caratteristiche “intrinseche” indicano “i modi di comportarsi o di pensare che si ripetono nelle loro
grandi linee nelle diverse situazioni e perdurano per un periodo di tempo ragionevolmente lungo”,
(Guion,1991, p.335).
63
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
gli atteggiamenti, più propriamente riferibili alle dimensioni del “saper essere”.
La costruzione del profilo professionale ideale dell’Euroconsigliere evidenzia spiccati
punti-chiave, ovvero, nell’ambito delle conoscenze emergono come dimensioni centrali il
possesso di nozioni legate a:
normativa comunitaria e del mercato del lavoro;
mercato del lavoro (nazionale e locale);
lingue straniere (soprattutto inglese e francese).
L’area delle capacità evidenzia, quali abilità fondamentali:
promozione del servizio;
relazionali e comunicative;
valutazione ai fini della selezione.
L’area degli atteggiamenti è caratterizzata da:
empatia, cordialità, disponibilità;
flessibilità;
spinta ed autorevolezza nel ricoprire il ruolo.
La visione d’insieme che gli intervistati propongono, favorisce le seguenti riflessioni:
l’area delle conoscenze sottolinea e conferma l’importanza che ricoprono i contenuti
tecnico-professionali dell’attività Eures, soprattutto per l’articolata complessità del
quadro normativo di riferimento. Emerge come fortemente interiorizzata la
consapevolezza di operare in un contesto che presenta specificità sia allargate allo
scenario europeo, che nazionale o addirittura locale ove il raffronto sistematico tra le
differenti dimensioni rappresenta, oltremodo, un quotidiano stimolo operativo e di
auto-aggiornamento;
l’area delle capacità viene percepita come la più sollecitata dagli aspetti di marketing
del servizio, fortemente in linea con alcune delle funzioni previste dalla figura
dell’Euroconsigliere precedentemente illustrate. Viene sottolineata l’importanza di
possedere competenze utili a svolgere la propria attività in maniera “proattiva” ove la
centralità della relazione con gli utenti assume valore prioritario, esprimendo un
indicatore di qualità operativa tipico del mercato aperto;
l’area degli atteggiamenti evidenzia la significatività delle dimensioni di “sensibilità
interpersonale” tipiche delle professionalità che si confrontano con interlocutori
(utenti, datori di lavoro) le cui motivazioni vanno comunque, inizialmente comprese
ed accettate, per poi svolgere una differenziata azione di collocamento e/o
orientamento. In tal senso, la competenza nel proporsi in maniera flessibile e
disponibile, può rappresentare, oltre i possibili elementi di tipo normativo, la vera
spinta ad interpretare il ruolo in una prospettiva allargata e propensa ad interagire sia
con i Servizi per l’impiego, i centri di orientamento sia con le realtà aziendali del
territorio.
In generale la lettura trasversale delle tre aree evidenzia elementi di competenza
fortemente legati ad aspetti discrezionali/personali ritenuti salienti per il profilo ideale
dell’Euroconsigliere, ovvero dimensioni riconducibili ad aspetti di efficacia personale che
64
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
possono essere meglio interpretati se si fa riferimento al concetto di “intelligenza emotiva
“introdotta da Goleman (1995) sulla base dei contributi di Reuven Bar-On (1992) che la
descrive come “una gamma di abilità personali, emotive e sociali che influenza la
capacità di fronteggiare le esigenze e le pressioni dell’ambiente”.
Tale allargamento di prospettiva culturale aiuta ad inquadrare meglio la visione
espressa dagli intervistati che, evidentemente, non si sono distaccati dalle esperienze
personali nel disegno del profilo professionale ideale dell’Euroconsigliere, esprimendo
una visione che sottolinea il forte impegno di risorse individuali richiesto sia per gestire
l’operatività che nel fronteggiare possibili vincoli organizzativi o burocratici. Ciò
sembrerebbe configurarsi quasi come un paradosso: in un sistema fortemente regolato da
leggi e normative, e quindi da procedure che dovrebbero “disegnare” e facilitare i flussi
operativi, ciò che risulta sostanziale è lo spirito d’iniziativa, la motivazione personale
profonda, la continua spinta verso il raggiungimento di obiettivi e risultati al pari di
imprenditori o liberi professionisti. Appare come plausibile l’ipotesi per la quale
l’Euroconsigliere si trova a dover mediare le tipiche esigenze di mercato (del lavoro),
ovvero dinamicità, flessibilità, imprevedibilità con esigenze di inquadramento della
domanda in un ambito giuridico-normativo, notoriamente caratterizzato da rigidità,
staticità, ripetitività. La sollecitazione personale viene alleggerita se il sistema giuridico
viene vissuto dall’Euroconsigliere come risorsa che tutela l’incontro tra domanda e
offerta del mercato stesso, ponendolo al riparo da possibili azioni che ne snaturerebbero
la vocazione comunitaria e la spinta a favorire la mobilità dei lavoratori. È altresì
legittimo pensare che tali indicazioni risentano del momento storico che Eures sta
vivendo, ovvero la differente situazione organizzativa che si è determinata dopo il
decentramento che ha visto ricontestualizzato il servizio all’interno delle strutture
regionali e provinciali.
Le figure professionali di riferimento
La metà degli intervistati riferisce di non avere specifiche figure professionali alle
quali ispirarsi nello svolgimento della attività, se non a sé stessi ed al bagaglio di
esperienze personali.
Una preferenza viene accordata (Euroconsigliere n. 11) ai colleghi Eures della
Francia, ritenuti all’avanguardia per l’attenzione posta all’utilizzo di modelli e strumenti
operativi.
Per il gruppo rimanente si registrano risposte poco significative, con l’eccezione
dell’Euroconsigliere 19 la quale sostiene di ispirarsi alla figura del selezionatore e del
formatore d’azienda, con uno spirito e un atteggiamento operativo diverso però, “in
quanto il servizio, a differenza di quello privato, in questo caso è gratuito”.
65
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
L’autopercezione
Vengono identificati in termini di autodescrizione come punti di forza, ovvero
elementi stabilmente in possesso e caratterizzanti la professionalità degli Euroconsiglieri:
la conoscenza del mercato del lavoro;
la capacità di stabilire relazioni efficaci con gli altri, nella prospettiva di coltivare e
mantenere una rete informale di rapporti che spesso supplisce alla mancanza di una
rete formale;
la disponibilità e la volontà di soddisfare le richieste degli utenti, ovvero la
competenza nel percepire le motivazioni degli altri.
Il confronto con le indicazioni emerse relativamente al profilo ideale dell’Euroconsigliere
porta ad evidenziare un sostanziale allineamento delle autovalutazioni alle competenzechiave di conoscenza del mercato del lavoro, di abilità comunicative e relazionali e di
empatia. In termini di autoconsapevolezza, non risultano percepiti come stabili e
consolidate la conoscenza delle lingue nell’area del sapere, la capacità di promuovere
efficacemente il servizio per l’area del saper fare e l’autorevolezza nel gestire il ruolo per
quanto concerne il saper essere. Quest’ultimo aspetto, in particolare, sembra
puntualmente riflettere un elemento di criticità che investe l’Euroconsigliere, seppur
correttamente identificato, ovvero la ridotta valorizzazione della figura da parte dei
Dirigenti delle strutture sia regionali che provinciali o degli enti, che tendono spesso a
privilegiare le attività istituzionali delle strutture tradizionalmente presidiate.
Le competenze da migliorare per essere in linea con le attese del profilo professionale
vengono sostanzialmente riferite a:
promozione del servizio presso le aziende e, in generale sul territorio;
organizzazione del servizio, per snellire l’operatività, soprattutto attraverso il
potenziamento delle risorse (umane, economiche, logistiche) quindi non
esclusivamente riferibili ad aspetti di natura personale;
Da sottolineare il fatto che quasi nessuno degli intervistati percepisce e fa esplicito
riferimento alle competenze necessarie per una corretta organizzazione e gestione delle
attività formative. Un’eccezione è costituita dall’Euroconsigliere 20 che sta elaborando
un modello formativo aggiornato che vada incontro alle nuove esigenze operative del
ruolo, legate più al coordinamento delle varie risorse, che all’erogazione diretta del
servizio: “La nuova formazione non avrà più accenni alle lingue e all’informatica, non
sarà neanche più insegnato come funziona il back-office, perché la logica è che uno
diventa Euroconsigliere se è stato già Assistente, nella nuova ottica dell’avvicendamento,
per cui queste cose le sa già o forse non sono necessarie come prima nel suo nuovo ruolo
di coordinatore del servizio. A lui serviranno competenze che attengono al “saper
essere” e riguardano il miglioramento del sistema di relazioni, il saper creare delle reti
significative di rapporti, in primo luogo umani (il networking). Su questi aspetti
incentreremo i prossimi moduli formativi”.
66
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
6.3 Organizzazione territoriale: altre figure professionali
Lo schema sottostante illustra con maggiore dettaglio la disponibilità o meno di figure
professionali di supporto all’Euroconsigliere nei singoli casi complessivamente osservati.
La presenza di uno staff di operatori riconducibili al servizio Eures, è riscontrabile in
dieci casi esaminati su venti: tuttavia al dato numerico si frappone quello funzionale, che
attesta come il profilo professionale delle figure di supporto configuri situazioni operative
alquanto differenziate tra loro.
Figure professionali che collaborano con l’Euroconsigliere
Intervistati
Collaboratori Si-No
Tipologia collaboratori
Euroconsigliere 1
No
Euroconsigliere 2
Si
Assistente
Euroconsigliere 3
Si
Assistente
Euroconsigliere 4
Si
Referenti
Euroconsigliere 5
No
Euroconsigliere 6
No
Euroconsigliere 7
Si
Euroconsigliere 8
No
Euroconsigliere 9
No
Euroconsigliere 10
No
Euroconsigliere 11
Si
Referenti
Euroconsigliere 12
Si
Assistente
Euroconsigliere 13
Si
Referenti
Euroconsigliere 14
Si
Assistenti (3)
Euroconsigliere 15
No
Euroconsigliere 16
No
Euroconsigliere 17
No
Euroconsigliere 18
Si
Euroconsigliere 19
No
Euroconsigliere 20
Si
Assistenti (5)
Referenti (4)
Assistenti (1)
Coloro i quali (6 Euroconsiglieri) si avvalgono del supporto operativo degli Assistenti,
seppur impegnati quest’ultimi anche in altri incarichi, possono contare su figure di
supporto nella gestione dell’utenza, sia per l’accoglienza, sia nella funzione di “filtro”
delle richieste stesse (attraverso un’azione preliminare di selezione che consente
all’Euroconsigliere di concentrare la propria azione sulle attività di ordine consulenziale).
Tale situazione operativa va considerata al netto delle effettive condizioni nelle quali
mediamente vengono dispiegate le attività Eures: la gestione di altri incarichi, i vincoli
67
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
dettati da una ridotta autonomia economica, il processo di integrazione successivo al
decentramento ancora da completare, costituiscono aspetti irrinunciabili nella presente
osservazione, pur se incentrata sul versante organizzativo.
Per le restanti strutture Eures (quattro) che vedono completati i propri organigrammi
con le figure dei Referenti, ovvero con le persone che sono destinate alla promozione e
diffusione del servizio Eures presso gli utenti dei Cpi, la situazione si presenta ancor più
differenziata, potendo disporre di canali diffusivi territoriali, ma non di figure di supporto
nell’attività di taglio propriamente consulenziale. Conseguentemente questi
Euroconsiglieri si trovano a dover gestire in prima persona il flusso delle richieste degli
utenti, potendo però mantenere ed alimentare rapporti con le strutture del territorio per il
miglior orientamento delle richieste del mercato. Relativamente alle dieci realtà che non
presentano integrazioni del proprio organigramma ed i cui Euroconsiglieri non si
avvalgono dell’aiuto di collaboratori, occorre osservare come tale situazione abbia
soltanto dei confini formali, poiché, dal punto di vista sostanziale in alcuni casi si è
provveduto ad articolare ulteriormente lo staff Eures. Valga per tutti l’esempio
dell’Euroconsigliere n. 19, che presta servizio presso l’ente strumentale della propria
regione. Esso è supportato, per quanto riguarda le operazioni di filtro dell’utenza,
dall’ufficio Urp (Ufficio relazioni con il pubblico): sebbene il personale che offre
sostegno all’Euroconsigliere interagisca, com’è ovvio, anche con utenza non Eures e di
conseguenza con altri settori dell’Agenzia, in virtù di quello “spontaneismo
organizzativo” che caratterizza lo sviluppo della rete Eures, si è surrogata l’assenza di una
struttura di supporto del servizio accentuando il carattere operativo di servizi di fatto già
esistenti.
6.3.1
Gli Assistenti: ruolo e profilo professionale
Al pari dell’Euroconsigliere sono definite le funzioni dell’Assistente.
L’Assistente supporta l’Euroconsigliere nell’esercizio delle sue funzioni e svolge
alcuni compiti rapportandosi allo stesso in condizioni di relativa autonomia. In
particolare:
1. accoglie i lavoratori e le imprese ed eroga agli stessi informazioni di base e
orientamento utilizzando il materiale e le strumentazioni tecnologiche in dotazioni;
2. cura il collegamento con le banche dati Eures sulle offerte di lavoro e le condizioni di
vita e di lavoro (Bec, Eures, Info e Internet) rilevando, selezionando ed aggiornando
le offerte di lavoro a vocazione comunitaria che interessano il locale mercato del
lavoro e curandone la loro diffusione mediante mezzi tecnologici e canali informativi
che favoriscano la massima conoscenza all’utenza interessata;
3. inserisce nella banca dati Bec offerte di lavoro provenienti da imprese appartenenti
allo Spazio economico europeo che interessano aree geografiche nazionali e/o
regionali secondo le modalità stabilite dal coordinamento nazionale;
68
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
4. raccoglie i curricula dei lavoratori alla ricerca di impiego, conduce colloqui ed
interviste nei confronti dei candidati alla mobilità interessati a specifiche offerte di
lavoro Eures e ne cura il loro inoltro al servizio estero competente, per favorire
l’incontro tra domanda e offerte di lavoro o attiva, utilizzando anche le opportunità
informative offerte da Internet, percorsi di inserimento mirato;
5. assicura i contatti con i Servizi per l’impiego territoriali ovvero con soggetti
autorizzati ed operanti nel mercato del lavoro in modo da diffondere nel territorio la
conoscenza dei servizi e delle opportunità informative fornite dalla rete Eures;
6. provvede alla raccolta e all’archivio di leggi, circolari e della documentazione
comunitaria riguardante le tematiche del servizio Eures.
La visione espressa dal gruppo degli intervistati sottolinea, quali punti cardine
dell’attività dell’Assistente la valenza fortemente operativa del ruolo, le cui priorità
debbono riferirsi al forte impegno nella gestione della banca dati e accoglienza degli
utenti /gestione dei colloqui, sempre nella consapevolezza di essere i rappresentanti della
rete, ovvero dedicando attenzione al rapporto con il pubblico sia per gli aspetti di cortesia
che di sviluppo dei contatti.
Si delinea, dunque, soprattutto per gli aspetti di responsabilità e condivisione valoriale
della mission di Eures, un “alter ego” dell’Euroconsigliere, in grado di poterlo sostituire
nell’esercizio delle sue funzioni.
Anche per l’Assistente gli intervistati hanno delineato il profilo ideale delle
competenze indispensabili a ricoprire al meglio il proprio ruolo.
L’area delle conoscenze pone in primo piano:
lingue straniere (soprattutto inglese e francese);
informatiche;
tecniche del colloquio.
L’area delle competenze operative evidenzia come centrali e distintive le abilità:
relazionali;
utilizzo di Internet;
di selezione ed orientamento degli utenti.
L’area delle competenze trasversali, ovvero gli elementi di professionalità che
prescindono da aspetti tecnico-specialistici, ma che risultano altresì fondamentali nella
copertura del ruolo, sono:
diligenza;
dedizione;
entusiasmo;
autonomia operativa in sinergia con l’Euroconsigliere.
L’analisi delle competenze del profilo tende a confermare i contenuti espressi nel
disegno delle sue funzioni. L’area delle conoscenze si configura come base culturale
indispensabile nella gestione dell’operatività e, in particolare si collega coerentemente
con l’area delle competenze operative creando un nucleo forte di “competenze di profilo”
legate al presidio dell’attività di accoglienza degli utenti sia negli aspetti di relazione che
69
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
nella gestione del confronto tra domanda e offerta (lingue straniere, capacità relazionali,
tecniche di colloquio, selezione e orientamento degli utenti). Si riscontrano elementi di
comunalità tra le conoscenze di informatica e l’abilità operativa di saper gestire Internet,
in linea con l’attività di gestione della banca dati, altresì esplicitamente richiesta
all’Assistente. Le indicazioni che emergono dall’area delle competenze trasversali, in
realtà è da riferirsi agli elementi di “coinvolgimento operativo” personale, utili a garantire
una forte spinta verso il raggiungimento di standard eccellenti nella performance.
6.3.2
Ruolo del Line Manager
Coerentemente con gli obiettivi della ricerca, sono state formulate, al campione degli
intervistati, anche le domande utili ad approfondire gli elementi caratterizzanti il ruolo ed
il profilo professionale del Line Manager, ovvero un dirigente della regione referente
degli Euroconsiglieri stessi, al quale compete anche il ruolo di interfaccia con il
responsabile nazionale del progetto Eures. Le risposte fornite, tuttavia, fanno riferimento
alla sola definizione delle responsabilità del ruolo (elementi chiave), mentre non è stato
possibile raccogliere dati significativi rispetto alle dimensioni del profilo professionale.
Nel corso delle interviste, pertanto, sono state poste in risalto le dimensioni di
responsabilità che dovrebbero essere assunte dalla figura esaminata, nei confronti del
servizio Eures. Il Line Manager ove presente e conosciuto, appare agli Euroconsiglieri
fortemente coinvolto nella gestione di compiti e mansioni tipiche dell’amministrazione
regionale e, quindi, non in grado di garantire le priorità del servizio, spesso subordinate
all’attività istituzionale della regione. In alcuni casi Eures viene confinato in spazi
residuali dell’attività dell’Euroconsigliere. In tal senso, le indicazione successive si
configurano come “richiesta” più o meno esplicita di:
credere e valorizzare il servizio attraverso una puntuale pianificazione delle attività,
nel senso di garantire criteri di pianificazione che rendano compatibili sia le finalità
di Eures, che della regione. Spesso avviene una svalutazione indiretta degli obiettivi
dell’Euroconsigliere;
management di alto livello per amministrare efficacemente la rete: viene qui espressa
l’esigenza di interpretare il ruolo in una dimensione più rivolta all’esterno, al
mercato, e non solo in funzione di obiettivi e parametri interni, cioè propri soprattutto
della struttura amministrativa regionale;
ottimizzare e facilitare i rapporti con i Spi nell’ottica di accompagnare Eures nel
processo di decentramento nel quale, proprio la dimensione dell’integrazione con i
centri operativi del territorio, rappresenta fattore critico di successo, senza snaturare
le reciproche identità organizzative.
70
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
6.4 Integrazione operativa delle figure professionali
L’analisi del livello di interazione e integrazione delle tre figure, risultata complessa
per gli Euroconsiglieri intervistati, ha consentito di tracciare due differenti tendenze nelle
risposte fornite.
Come “dovrebbe essere”, ovvero la dimensione ideale dell’integrazione tra le tre
figure. In tal senso l’interazione tra Line Manager e Euroconsigliere viene sollecitata
per garantire una corretta e condivisa azione di pianificazione, e l’Assistente è
chiamato a fornire supporto sulla base di un elevato livello di coinvolgimento sugli
obiettivi del servizio. Al Line Manager è richiesto un maggior livello di
coinvolgimento, sia “culturale che “operativo” rispetto alla rete. In generale, il
rapporto tra le tre figure è inteso nella prospettiva di garantire lo sviluppo del
servizio.
Cosa “avviene nella realtà”, cioè la testimonianza di esperienze dirette (ove
registrabili). Il dato più significativo, peraltro prevedibile, evidenzia il fatto che esiste
un forte affiatamento tra Euroconsigliere e Assistente, a fronte di un sostanziale
distacco con il Line Manager. In generale la triade di rapporti “non esiste” a causa
della assenza organizzativa del Line Manager o comunque, ove registrabile la
presenza delle tre figure, non ne sono apprezzabili i benefici operativi.
Un Euroconsigliere (10), come già citato precedentemente, riferisce che il dirigente
responsabile gli ha posto in primo piano le priorità della struttura di appartenenza, e
quindi Eures viene svolto in spazi residuali e grazie all’attivazione personale.
71
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
7. L’EUROCONSIGLIERE: FORMAZIONE, OBIETTIVI ED ASPETTATIVE
7.1 I percorsi professionali
Il titolo di studio e l’aggiornamento
Vengono di seguito riportate le informazioni relative al titolo di studio e alle iniziative
di formazione generale e riferite al ruolo.
Intervistati
Titolo di studio
Euroconsigliere 1
Laurea lingue
Formazione generale
Master pubblica amministrazione
Lingua francese
Formazione di ruolo
Base Euroconsigliere
“Vivere e lavoro”: aggiornamento per gli utenti
Informatica
Euroconsigliere 2
Laurea
giurisprudenza
Specializzazione scienza
delle autonomie
Base Euroconsigliere
Informatica
Euroconsigliere 3
Laurea
sociologia
Base Euroconsigliere
Lingua inglese
Euroconsigliere 4
Laurea biologia
Base Euroconsigliere
Lingua inglese e francese
Euroconsigliere 5
Laurea
giurisprudenza
Normativa lavoro
Urp
Base Euroconsigliere
Lingua inglese
Euroconsigliere 6
Laurea
giurisprudenza
Diritto del lavoro
Base Euroconsigliere
Comunicazione
Tecniche di colloquio
Informatica
Euroconsigliere 7
Laurea scienze
politiche
Lingua Iinglese
Base Euroconsigliere
Euroconsigliere 8
Diploma
Marketing
Base Euroconsigliere
Euroconsigliere 9
Laurea
sociologia
Lingua inglese
Base Euroconsigliere
Lingua inglese
Euroconsigliere 10
Diploma
Base Euroconsigliere
72
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Intervistati
Titolo di studio
Euroconsigliere 11
Diploma
Counselor - Laurea breve
in psicologia
Euroconsigliere 12
Laurea lingue
e letteratura
straniera
Laurea
giurisprudenza
Laurea
sociologia
Privacy
Euroconsigliere 13
Euroconsigliere 14
Formazione generale
Formazione di ruolo
Base Euroconsigliere
Bilancio delle competenze
Base Euroconsigliere
Statistiche mercato del
lavoro
Consulente per l’orientamento
Amministrazione
Team-Building
Informatica
Decentramento
amministrativo
Base Euroconsigliere
Master specializzazione
diritto del lavoro
Base Euroconsigliere
Lingua inglese
Base Euroconsigliere
Euroconsigliere 15
Diploma
Euroconsigliere 16
Laurea
giurisprudenza
Euroconsigliere 17
Laurea
Base Euroconsigliere
Euroconsigliere 18
Laurea in scienze politiche
internazionali
Base Euroconsigliere
Comunicazione interpersonale
Bilancio di competenze
Euroconsigliere 19
Laurea in lingue
Euroconsigliere 20
Laurea
Corso sulla previdenza
sociale
Corso sulla tassazione
Base Euroconsigliere
Bilancio di competenze
Servizi pubblici francesi
Base Euroconsigliere
Bilancio di competenze
Normative libera circolazione dei lavoratori
Seminari interni sulle tecniche di colloquio e informatica.
Base Euroconsigliere
Rispetto al gruppo degli intervistati si evidenzia:
16 laureati, con la prevalenza della laurea in giurisprudenza (5);
4 diplomati.
La formazione generale fa registrare esperienze diversificate. Risulta elemento
condiviso per 4 Euroconsiglieri l’approfondimento delle tematiche del mercato e del
diritto del lavoro.
La formazione relativa al ruolo conferma la partecipazione di tutti gli Euroconsiglieri
al corso base di avviamento lavorativo.
Le conoscenze
Lo schema seguente riassume i dati inerenti la conoscenza degli Euroconsiglieri
relativamente a: lingua, tecniche di colloquio, competenze informatiche.
73
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Intervistati
Lingue
Tecnica colloquio
Informatiche
Euroconsigliere 1
Si, inglese e francese
Si
Si
Euroconsigliere 2
Si, francese
No
Si
Euroconsigliere 3
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 4
Si, inglese e francese
Si
Si
Euroconsigliere 5
Si, inglese
No
Autodidatta
Euroconsigliere 6
Si, inglese
Si
Si
Euroconsigliere 7
Si, inglese
Si
Si
Euroconsigliere 8
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 9
Si, inglese
Si
Si
Euroconsigliere 10
Si, inglese
No
Autodidatta
Euroconsigliere 11
Si, inglese
Si
Autodidatta
Euroconsigliere 12
Si, inglese e tedesco
No
Autodidatta
Euroconsigliere 13
Si, inglese
No
Autodidatta
Euroconsigliere 14
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 15
Si, inglese
Si
Si
Euroconsigliere 16
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 17
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 18
Si, francese e inglese
No
Autodidatta
Euroconsigliere 19
Si, inglese
No
Si
Euroconsigliere 20
Si, inglese
Si
Si
Il bagaglio delle conoscenze che caratterizza il gruppo degli Euroconsiglieri identifica
per tutti come acquisita la conoscenza della lingua inglese, in 3 casi combinata con la
lingua francese, e una volta con il tedesco. Si evidenzia la necessità, per la maggior parte
del gruppo, di acquisire una seconda lingua comunitaria per meglio gestire le complessità
del ruolo. Inoltre 8 Euroconsiglieri dichiarano di aver appreso i contenuti teorici relativi
alla tecnica di gestione dei colloqui (per approfondimenti vedi par. 5.3.1). Tutto il gruppo
dichiara una conoscenza, seppur di tipo non sofisticato, dell’area informatica.
7.2 Il confronto con gli altri colleghi ed il livello di soddisfazione
Un ulteriore aspetto della figura professionale degli Euroconsiglieri è quello relativo ai
rapporti di rete, che costituiscono la base sulla quale ha poggiato nel corso degli anni la
costruzione ed implementazione del servizio. La maggior parte di questi (18 su 20)
dichiarano di avere scambi con i colleghi della rete seppur riferiti a microcircuiti definiti
soprattutto dalla conoscenza personale o dalla vicinanza territoriale. Sul piano
istituzionale risulta carente il confronto allargato, per il quale alcuni degli intervistati
74
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
lamentano l’assenza di supporto del coordinamento nazionale, che in certi casi si traduce
in una mancanza di contatti che finisce con il far percepire quella esistente come una
situazione di isolamento per l’appunto istituzionale, fatti salvi i rapporti di cui si viene
accennando.
All’interno di questi ultimi (cementati dal rapporto umano ed in certi casi dalla
prossimità territoriale) vengono condivise soprattutto le informazioni relative alla
gestione del servizio, alle specificità normative che coinvolgono particolari target di
utenti o in vigore nei paesi della comunità. Anche l’ottimizzazione di buone prassi (8
Euroconsiglieri) risulta una modalità significativamente utilizzata (es. integrazione
province/Centri per l’impiego – Euroconsigliere n. 11).
Un altro versante osservato è quello relativo alla soddisfazione dell’Euroconsigliere,
valutata rispetto agli obiettivi che questi si era prefissato (fig. 20).
Si registrano tipicamente due aree all’interno delle quali si collocano le risposte.
Area della soddisfazione (3 soddisfatto, 5 molto soddisfatto) fondata su argomentazioni fornite relative al buon successo che il servizio Eures ha avuto verso l’estero e
l’avvio di un funzionamento da rete vera e propria su tutto il territorio di riferimento,
sia sotto il profilo organizzativo che di capillarità (Euroconsigliere 4). Questa, in
ultimo, dipende anche dal tipo di risposta fornita dagli utenti e dalle aziende con le
quali entrano in contatto.
Area della insoddisfazione (1 molto insoddisfatto, 3 insoddisfatto, 3 non del tutto
soddisfatto) caratterizzata dalla difficoltà presente nel raggiungere le aziende con una
efficace azione di promozione; dallo scarso riconoscimento che viene conferito sia al
servizio che al ruolo dell’Euroconsigliere, unitamente alle difficoltà legate alla
insifficienza di strutture e servizi.
Fig. 20 - Livello di soddisfazione degli Euroconsiglieri
40,0%
35,0%
30,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
5,0%
0,0%
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Insoddisfatto
Molto insoddisfatto
Non del tutto soddisfatto
35%
20%
20%
15%
5%
Molto
soddisfatto
Soddisfatto
Non del tutto
soddisfatto
Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures.
75
Insoddisfatto
Molto
insoddisfatto
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
7.3 Obiettivi e aspettative dell’Euroconsigliere
Gli impegni futuri
L’orientamento delle risposte tende ad indicare un sostanziale impegno nella
promozione del servizio Eures verso le aziende ed in generale sul territorio, con marcati
riferimenti al miglioramento del funzionamento della rete locale e l’aumento
dell’integrazione efficace del servizio con tutti gli altri erogati dai Spi. In realtà si può
lavorare in sinergia con altre funzioni senza, per forza di cose, mortificare il servizio o
relegarlo in una posizione organizzativa di second’ordine.
Assume carattere di specificità l’azione che verrà intrapresa dall’Euroconsigliere 7 al
fine di creare rapporti stabili con il Portogallo per favorire mobilità nel settore
dell’edilizia e dell’agricoltura.
Un Euroconsigliere (15) dichiara di voler abbandonare l’incarico qualora non si
registri un sostanziale miglioramento dell’organizzazione del servizio Eures ritenuto
pressoché inesistente nella sua regione.
L’Euroconsigliere 19 si auspica, in primo luogo di migliorare la collaborazione con la
propria regione di appartenenza e poi di continuare la formazione ai Referenti perché
possano fornire un servizio di informazione sempre più qualificato nelle strutture
territoriali, alleggerendo nel contempo il proprio ruolo da compiti di prima informazione
sul servizio.
Dall’Euroconsigliere 17 viene una riflessione in merito alla possibilità di attestare il
servizio Eures presso l’ente strumentale regionale, riproponendo la questione (già
accennata in precedenza in merito alla capillarizzazione del servizio) della migliore
rispondenza di una struttura agenziale alle caratteristiche dell’attività Eures. Un servizio
attestato presso l’ente strumentale consentirebbe “una maggiore autonomia progettuale,
supportata da una gestione economica propria, che comporterebbe anche una
velocizzazione dei processi operativi. L’agenzia ha poi maggiori possibilità di fare
consulenza alle aziende con un conseguente incremento dei fondi da reinvestire. Gli iter
burocratici dell’amministrazione regionale sono comparativamente molto più lunghi e
farraginosi, ad esempio nella presentazione e approvazione di progetti”. Comunque il
riferimento esplicito a una auspicata e migliore capillarizzazione del servizio attraverso
una più massiccia collocazione di Referenti Eures nei Cpi territoriali, è più o meno
sempre presente negli Euroconsiglieri intervistati.
Le azioni di miglioramento personale
La tipologia delle risposte fornite dagli intervistati tende ad indicare soprattutto
interventi connessi al miglioramento della loro attività piuttosto che formulare vere azioni
76
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
di sviluppo personale propriamente inteso, ripercorrendo i punti espressi nel paragrafo
precedente. Più che una “formalizzazione” dei piani di sviluppo professionale, il gruppo
esprime il desiderio di “far meglio” ciò che sta già facendo o colmare le lacune della loro
attività, non necessariamente ricorrendo a momenti di “training” o di confronto.
In un caso vi è presente nell’Euroconsigliere qualche preoccupazione legata al fatto
che possibili azioni di miglioramento personali possano risentire del processo di modifica
e normative future: infatti la sua futura autonomia operativa potrebbe essere legata alla
sensibilità e all’interesse che il nuovo dirigente avrà nei confronti del servizio,
riproponendo peraltro uno dei nodi di maggiore rilievo già osservati a proposito del
processo di integrazione e decentramento avvenuto nelle altre regioni.
I miglioramenti organizzativi
Le indicazioni fornite evidenziano come prioritari:
una maggiore autonomia del ruolo dell’Euroconsigliere strettamente connessa ad un
maggior riconoscimento, da parte dei Dirigenti, dell’importanza della figura stessa.
Ciò indica che la percezione del possibile miglioramento dell’attività non viene
centrato su aspetti organizzativi, connessi ad una ottimizzazione dei flussi e dei
processi operativi, quanto piuttosto su aspetti legati alla persona ed agli elementi di
“cultura organizzativa” che non sembra prevedere, all’interno dei suoi valori, il pieno
esercizio dell’attività. In tal senso le esigenze degli enti (regionali, provinciali) che
accolgono il servizio Eures, risulterebbero sempre prioritarie e tali da indurre le
figure dirigenziali a non conferire l’importanza auspicata al servizio stesso;
maggiore autonomia nella gestione delle risorse finanziarie, spesso insufficienti e la
cui disponibilità risulta oltremodo ostacolata da procedure troppo vincolanti;
aumentare l’impegno nel favorire il decentramento in modo da facilitare lo
scorrimento dell’attività e sviluppare un servizio ancor più capillare sul territorio, con
la presenza di un maggior numero di Referenti all’interno dei Cpi locali, nella
prospettiva di migliorare l’integrazione con i Spi. A differenza di quanto analizzato
relativamente all’autonomia del ruolo, qui si sottolinea l’importanza di intervenire su
aspetti di ottimizzazione dell’operatività in relazione a due possibili considerazioni:
1. favorire una migliore attività di accoglienza dell’utenza e di precisa individuazione
delle esigenze, per garantire sia il rapido soddisfacimento delle richieste, sia per
svolgere una puntuale attività di orientamento. Ciò ridurrebbe il carico quantitativo
dell’attività dell’Euroconsigliere, a vantaggio di una maggiore qualità nell’attività di
consulenza per facilitare l’inserimento in un mercato del lavoro fortemente
caratterizzato da eterogeneità di risorse e specificità degli aspetti normativi;
2. incrementare l’attività di informazione soprattutto verso le aziende, nella prospettiva
di poter valorizzare la promozione del servizio stesso. I due punti sono fortemente
legati tra loro in quanto, qualora l’attività di marketing risultasse efficace e in grado
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ISFOL – Area Mercato del Lavoro
di sensibilizzare i datori di lavoro, la conseguente richiesta di professionalità
comporta, per la rete, una sollecitazione operativa straordinaria, caratterizzata da
picchi lavorativi che richiedono risposte veloci, specificità nell’individuazione delle
professionalità e snellezza nelle procedure, tipiche di una situazione di mercato.
Un solo Euroconsigliere (10) non ha sentito l’esigenza di esprimere elementi specifici
relativi a possibili miglioramenti organizzativi.
Le possibili modifiche alla normativa
Il maggior numero di risposte (8) si concentra sulla necessità di riconoscere,
giuridicamente, una maggiore autonomia e potere decisionale alla figura
dell’Euroconsigliere.
L’Euroconsigliere 5 a tal riguardo si esprime ribadendo che non c’è bisogno di
apportare modifiche alla normativa quanto, piuttosto, applicare quella già esistente.
L’Euroconsigliere 12 non ritiene necessarie delle modifiche specifiche, quanto
piuttosto poter aumentare il numero degli Euroconsiglieri nella regione.
Gli Euroconsiglieri 19 e 20 concordano sul fatto che sarebbe necessario un maggiore
riconoscimento normativo del ruolo dell’Euroconsigliere per quanto riguarda le
competenze acquisite e la formazione avvenuta, nel senso di una più chiara e
contestualizzata istituzionalizzazione di tale figura all’interno dell’organizzazione dei Spi.
Tale ruolo, infatti, in questo contesto, è inquadrato sempre in livelli funzionali preesistenti
e diversi da quello dell’Euroconsigliere, in quanto questi non prevedono, al momento,
l’esistenza di tale qualifica negli organici provinciali o regionali.
78
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
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80
ISFOL – Area Mercato del Lavoro
Numeri
pubblicati:
n. 1, 1998
n. 1, 1999
n. 2, 1999
n. 3, 1999
n. 4, 1999
n. 5, 1999
n. 6, 1999
n. 7, 1999
n. 1, 2000
n. 2, 2000
n. 3, 2000
n. 4, 2000
n. 5, 2000
n. 6, 2000
n. 7, 2000
n. 8, 2000
n. 1, 2001
n. 2, 2001
n. 3, 2001
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n. 6, 2001
n. 7, 2001
n. 1, 2002
La mobilità degli occupati: tipologie e segmenti, di S. Porcari e C. Malpede
Incentivi alle assunzioni: ipotesi per la valutazione e prime applicazioni, di M.
Ferrara, C. Malpede, M. Mancini e M. Marocco
La formazione per i patti territoriali e le aree di crisi, di D. Gilli e A. Scassellati
Flessibilità in uscita e occupazione: segmenti e profili dei soggetti a rischio di
licenziamento, di M. Marocco, V. Parisi e S. Porcari
Le professioni: ipotesi classificatorie e nuove categorie interpretative, di A.
Mocavini e A. Paliotta
Gli incentivi all’imprenditorialità nelle politiche attive del lavoro: gli interventi
dello Stato e delle Regioni, di M. Mancini e V. Menegatti
Strategia europea per l’occupazione: analisi comparata dei Piani nazionali di
azione, di L. Incagli e S. Porcari
Il lavoro interinale indagine esplorativa, di V. Menegatti e E. Mari
La riforma dei Servizi Pubblici per l’impiego: l’originalità del modello italiano, di
M. Marocco e L. Incagli
Valutare le politiche per l’occupabilità le borse lavoro, di A. Mocavini e M. Lattanzi
Modelli per l’occupazione a confronto: strategie OCSE e orientamenti europei, di
V. Parisi
I sistemi di protezione del reddito dei disoccupati in Italia tra politica sociale e strategia per l’occupazione. Analisi e confronti internazionali, di M. Mancini
Interventi per lo sviluppo locale nel Mezzogiorno e ruolo della formazione Rapporto 2000, a cura di D. Gilli
Job vacancies in Italia Il quadro teorico, le indagini, le evidenze empiriche, di A.
Mocavini e A. Paliotta
Valutare gli interventi per l’occupazione: I tirocini di orientamento, a cura di C.
Serra
Obiettivo occupazione: le strategie dei paesi europei, di M. Curtarelli e S. Porcari
Servizi per l’impiego - Rapporto di monitoraggio 2000, di D. Gilli, G. Perri e F.
Tantillo
Strumenti per le analisi di flusso nel mercato del lavoro - Una procedura per la
ricostruzione della struttura longitudinale della Rilevazione trimestrale Istat sulle
forze di lavoro, di M. Centra, A. Discenza e E. Rustichelli
La riforma del part-time – Il “compromesso tra tutela e flessibilità in Italia ed in
Europa”, di M. Emanuele, M. Marocco e E. Rustichelli
Ict e “New Ecomomy” – Orientamenti della letteratura e primi elementi per la
costruzione di un percorso critico, di A. Paliotta e A. Pannone
Il lavoro interinale - Prime Analisi su dati amministrativi, di F. Carmignani, E.
Rustichelli e G. Marzano
Valutare gli interventi per l’occupabilità - I piani di inserimento professionale ed
elementi comparativi con altre misure, a cura di C. Serra
Verso nuovi dispositivi di workfare - Lavori socialmente utili - Profili valutativi, di
M. Marocco e A. Scialà
Monitoraggio Spi 2001 - Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target,
per funzioni e per strutture, a cura di D. Gilli
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ISFOL – Area Mercato del Lavoro
n. 2, 2002
n. 3, 2002
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n. 2, 2003
n. 3, 2003
n. 4, 2003
La programmazione regionale a sostegno dei Servizi per l’impiego - Azioni di
sistema ed integrazione con lo sviluppo locale, a cura di G. Di Domenico
Servizi per l’impiego - Rapporto di monitoraggio 2001, di D. Gilli, R. Landi e G.
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Linfante
I nuovi Servizi per l’impiego: esperienze di formazione del personale, di R. Landi
Monitoraggio Spi 2002 - “Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target,
per funzioni e per strutture”, a cura di D. Gilli
Le politiche per l’occupabilità: Valutazione della loro efficacia attraverso un’analisi
sui giovani in cerca di lavoro che hanno partecipato a Piani di inserimento
Professionale o a Tirocini, a cura di C. Serra
Monitoraggio Spi 2002 - Analisi di profondità dei Centri per l’impiego nelle regioni
del Mezzogiorno, a cura della Struttura Isfol di monitoraggio Spi
Servizi per l’impiego e sistema imprenditoriale - Esigenze ed aspettative dei datori
di lavoro, di G. Di Domenico
Indagine sulle attività di monitoraggio svolte dai Servizi per l’impiego, di F.
Tantillo e M. Ferrara
Rilevazione semestrale sulla domanda di lavoro: il percorso metodologico, di L.
Incagli, A. De Sanctis e D. Radicchia
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