“Il Laboratorio Linguistico. Modelli,metodi,materiali didattici per
alunni stranieri.”
Prof. Luigi Sisi
Istituto Comprensivo “R. Magiotti”
Montevarchi - 30 aprile 2015
Comuni (2013)
alunni/e
stranieri
% di
Alunni/e
Incidenza in
colonna
totali
%alunni stranieri
sul totale
BUCINE
86
1,40%
675
12,70%
CASTELFRANCO DI SOPRA
12
0,20%
244
4,90%
CAVRIGLIA
64
1,00%
821
7,80%
LATERINA
55
0,90%
386
14,20%
LORO CIUFFENNA
54
0,90%
564
9,60%
MONTEVARCHI
554
8,90%
3278
16,90%
PERGINE VALDARNO
18
0,30%
186
9,70%
PIAN DI SCO'
24
0,40%
497
4,80%
SAN GIOVANNI V.NO
544
8,80%
4446
12,20%
TERRANUOVA BRACCIOLINI
147
2,40%
1109
13,30%
TOTALE VALDARNO
1558
25;1%
12206
12,80%
La presenza di stranieri in Valdarno
 La presenza di alunni stranieri nel Valdarno è un fenomeno abbastanza recente
con una punta di crescita che ora sta andando verso il basso, siamo passati dal
12,80% degli alunni stranieri per classe ad un
attuale (problema
occupazionale).
 L'integrazione di questi alunni è quindi
un obiettivo prioritario che
comprende tre momenti fondamentali: l'accoglienza, l'intervento
linguistico ed una specifica attenzione alla dimensione interculturale
11,25%
all'interno delle varie discipline; il tutto nella prospettiva di una continuità
didattica fra i due/tre ordini di scuola.
 Questo laboratorio si colloca nell'ottica dell'educazione interculturale e perciò
considera le diverse culture di cui sono portatori gli alunni stranieri come
risorse positive per i processi di crescita della società e delle persone, in una
prospettiva di reciproco arricchimento. Il bambino straniero non deve essere
quindi vissuto come un problema da delegare a qualche “figura specifica” ma
deve essere accolto come una risorsa e come stimolo per un modo diverso di
fare scuola.

Cosa si intende per “laboratorio
linguistico”
 Con l’ espressione
“Laboratorio
Linguistico” viene
comunemente denominato
uno spazio didattico per
l’insegnamento
dell’italiano, che la scuola
organizza a sostegno
dell’acquisizione della
lingua italiana da parte
degli alunni stranieri.
Cosa fare?



I docenti, cui venga affidato l’incarico di
condurre il Laboratorio, hanno il compito di
indagare i bisogni linguistici, definire i
livelli di competenza iniziale, individuare
le reali necessità comunicative degli
alunni.
Devono,inoltre,
selezionare
situazioni
comunicative e argomenti compatibili con
l’età e gli interessi degli apprendenti, ma
soprattutto stabilire le parole da proporre
agli allievi e mettere in sequenza i
contenuti linguistici.
Da questo sintetico elenco risulta evidente
come la programmazione del “Laboratorio
Linguistico” sia operazione particolarmente
complessa
che
richiede
al
docente
competenza
e
capacità
di
usare
consapevolmente
strumenti
che
con
precisione
e
criteri
di
scientificità
sistematizzino i molteplici elementi della
competenza linguistico-comunicativa.
FINALITA' DEL LABORATORIO
 Favorire l'integrazione sociale




degli alunni stranieri attraverso
attività mirate
fornire all'alunno gli strumenti
linguistici
per
poter
comunicare
consentire all'alunno un accesso
sufficiente all'apprendimento
delle varie discipline scolastiche
aiutare i ragazzi a sviluppare
conoscenze, atteggiamenti e
abilità importanti per vivere in
una società multietnica e
multiculturale
creazione nelle classi di un
clima aperto e positivo
OBIETTIVI
 Realizzare l'accoglienza secondo
criteri individuati
 attuare percorsi sistematici di
apprendimento dell'italiano L2
 facilitare lo sviluppo di abilità
linguistiche più astratte che
permettano l'accesso agli
apprendimenti disciplinari
 adeguare le programmazioni alle
abilità raggiunte dagli stranieri
 valorizzare la lingua e la cultura di
origine
 sostenere i processi di
trasformazione identitari,
relazionali e culturali
 incoraggiare i momenti di
socializzazione tra i ragazzi stranieri
e i compagni italiani
MODALITA' ORGANIZZATIVE
 L'intervento si articola in
tre momenti:
 A attività di
presinserimento e
inserimento
 B attività di
alfabetizzazione e
supporto
 C attività a carattere
interculturale
Compiti della commissione
 Organizzare la fase di “osservazione” del bambino straniero






neoarrivato (colloquio con la famiglia, colloqui e/o test con il
bambino)
redigere e predispone una cartelletta contenente tutte le
informazioni ottenute (certificazione della scolarità pregressa,
scheda della biografia linguistica, ecc.)
proporre la classe e la sezione di inserimento
organizzare il laboratorio linguistico per l’insegnamento
dell’italiano come L2 (testi, strumenti, materiali didattici)
informare su corsi o convegni di aggiornamento per docenti e su
iniziative a carattere interculturale
tenere i contatti con scuole ed enti preposti all’intercultura
(scuole polo per i progetti di alfabetizzazione).
monitorare l’attuazione del progetto stesso
CRITERI DI INTERVENTO
 Per gruppi
 Omogenei per livello di conoscenze linguistiche, stabilite tramite
colloquio o test d’ingresso (i ragazzi potranno essere eterogenei
per età, classe di inserimento e provenienza linguistica)
 Linguaggi disciplinari
 L’intervento di supporto linguistico mira all’apprendimento della
lingua italiana con graduale approccio ai linguaggi disciplinari.
Dall’esperienza si evince che l’approccio ai linguaggi specifici
può avvenire tra il secondo e il terzo anno di permanenza in
Italia. Ciò dipende dalla provenienza linguistica e dal ritmo di
apprendimento dell’allievo
Il laboratorio: un ambiente di apprendimento in un contesto accogliente
 Che cosa ha a che fare tutto ciò con
il laboratorio linguistico?
Se non intendiamo il laboratorio, e
le attività che vi si svolgono, in
modo riduttivo, come luogo e
azioni finalizzate tecnicisticamente
all’acquisizione dell’italiano, essi
possono giocare un ruolo facilitante
nell’aiutare gli alunni immigrati ad
apprendere la lingua
funzionalmente adeguata a un loro
inserimento sociale e scolastico
mentre svolgono
l’importante compito vitale di
integrare passato e presente, qui e
altrove, costruendo una loro
identità personale.
Nel laboratorio dovremmo allora collocare:





I segni delle provenienze e delle appartenenze: immagini, scritte, libri nelle lingue materne,
collegamenti a siti internet e carte geografiche dei luoghi di origine, planisferi ... A proposito dei
planisferi è bene rammentare che si tratta di rappresentazioni convenzionali del globo, spesso molto
diverse da Paese a Paese. La loro presenza nella scuola e non solo nel laboratorio linguistico segnala
un approccio interculturale.
Le tracce dei percorsi e delle storie personali: immagini, fotografie, storie e “autobiografie “,
giochi, oggetti, libri e quaderni portati dai Paesi di origine ...
Gli strumenti del passaggio: parole per accogliere in L1 e in italiano, liste di parole bilingui,
dizionari e glossari, raccolte organizzate e sistematiche di immagini, testi e materiali per
l’apprendimento dell’italiano ...
Gli “angoli” strutturati utili per organizzare situazioni comunicative e operative: giochi
linguistici (es. diversi tipi di giochi dell’oca), materiali e attrezzature multimediali, “angolo casetta”
per i più piccoli, teatrino dei burattini ( si tratta di situazioni che favoriscono giochi di ruolo,
simbolici, di simulazione) ....
Certamente il laboratorio non potrà essere un luogo “a parte”, isolato in una scuola disinteressata alle
diverse appartenenze: esso funziona se è inserito in una scuola accogliente in cui siano visibili e
rispettate le appartenenze, pur senza mai costringere nessuno a richiamarvisi. D’altra parte le
appartenenze non devono essere intese come identità determinate una volta per tutte, senza
evoluzione, senza declinazioni soggettive e personali.
Attività di laboratorio e lavoro in
classe.
Alcune ricerche, riportate in “Bambini
stranieri a scuola” di DemetrioFavaro, hanno preso in
considerazione le tipologie di
interazione e di scambi
comunicativi che si realizzano più
frequentemente nelle scuole:
 Conversazioni a due
bambino/insegnante
 interazione fra insegnante e
l’intera classe, sia in momenti di
conversazione/discussione che di
lezione frontale
 interazioni fra insegnante e
piccolo gruppo eterogeneo di
bambini, italiani e stranieri, in
classe
 scambi e interazioni fra i bambini,
in situazioni informali e di lavoro di
gruppo
 interazione fra insegnante e
piccolo gruppo di bambini
immigrati in momenti di
laboratorio linguistico.
Situazioni positive per l’apprendimento linguistico
 Le situazioni più promettenti per l’apprendimento linguistico
.
degli alunni immigrati sembrerebbero le ultime due. Infatti le
interazioni comunicative fra l’insegnante e l’intera classe
vengono recepite dagli alunni immigrati, specialmente nei primi
tempi, come un confuso “rumore di fondo”, mentre la
conversazione a due fra bambino e insegnante, senz’altro
più facilitante e individualizzata, generalmente non verte
sulle “urgenze” comunicative proprie dello scolaro neoarrivato.
 In alcune scuole si è posta attenzione alle caratteristiche e alle
funzioni del gruppo nell’apprendimento della L2 da parte di
bambini immigrati. Si è riscontrata così una sorta
di complementarietà produttiva fra momenti di gruppo di
lavoro di soli alunni immigrati e gruppi misti.
Modalità:
 Nel funzionamento dei gruppi
formati solamente da alunni
immigrati occorre tener conto di
alcune variabili quali:
 la numerosità (più è numeroso,
oltre le 4 unità, più aumenta la
possibilità che gli alunni si
distraggano e fatichino ad
inserirsi nel discorso);
 l’appartenenza al medesimo
gruppo linguistico che, se per un
verso può costituire un aiuto
reciproco, dall’altro rischia di
favorire l’isolamento di alcuni
alunni;
 i diversi livelli di competenza
linguistica
Percorsi laboratoriali
 Buoni risultati possono essere
raggiunti nei corsi intensivi nel caso in
cui siano propedeutici
all’inserimento in classe (ad esempio in
periodo estivo o comunque di
sospensione delle lezioni) o quando vi si
sovrappongano parzialmente, ad
esempio metà del corso prima
dell’inizio delle lezioni a settembre,
l’altra metà in orario extrascolastico
ma non necessariamente
extracurricolare. In ogni caso è una
forma organizzativa che può essere
compresa e sopportata da ragazzi delle
medie e delle scuole secondarie
superiori. Moduli, anche di diverso
livello, potrebbero essere attivati anche
in corso d’anno scolastico.
Risorse e competenze professionali




Compresenze e contemporaneità dei
docenti: mediante un utilizzo flessibile è
possibile costituire pacchetti orari per attività
laboratoriali indirizzate a singoli alunni o a
piccoli gruppi;
attività aggiuntive dei docenti a carico del
fondo dell’istituzione: questa risorsa
consente la costituzione di pacchetti orari
continuativi da spendere sia in orario
scolastico che extrascolastico; occorre
ricordare che agli istituti scolastici con forte
presenza di alunni stranieri viene erogata
annualmente una somma integrativa al fondo
dell’istituzione;
docenti facilitatori: insegnanti appartenenti
all’amministrazione scolastica che vengono
utilizzati per progetti, con distacco totale o
parziale dalla classe;
accordi e convenzioni con enti locali e
associazioni: alcuni comuni mettono a
disposizione delle scuole educatori che
possono tenere laboratori linguistici nelle
scuole.
Tempi e modalità del lavoro di
gruppo
 60 minuti circa per lavorare in
gruppi di 4/5 docenti.
 Individuazione di un
coordinatore/facilitatore per il
gruppo. (chi coordina, non sarà
quello che riferisce in assemblea)
 Elezione di un rappresentante per
l’esposizione in assemblea del
progetto.
 Condivisione dei lavori/progetti e
discussione in assemblea.
 Lavori diffusi tra i partecipanti al
laboratorio anche attraverso il sito
e/o mailinglist.
Progetti da svolgere in gruppo:
 Progetto di accoglienza e




alfabetizzazione alunni
stranieri.
Laboratorio Multidisciplinare
di Italiano L2.
Progetto di integrazione
alunni stranieri con validità
annuale.
Protocollo di accoglienza
alunni stranieri.
Unità didattiche per
l’apprendimento della lingua
Italiana L2.
E ORA AL LAVORO…….
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