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francescani
Trimestrale di vita culturale e religiosa a cura dei Frati Minori
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-
UBERTINO
DA GASALE
VII
nel
centenario
dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesu
(1305-2005)
ATTI
DEL CONVEGNO
DI STUDI
La Verna 15 settembre 2005
di
a cura Gabriele Zaccagnini
INDICE GENERALE
FRA FORTUNATO IOZZELLI OFM,
Presentazione
FRA FIOItENzo
pag.
7
»
11
»
13
LOCATELLI OFM,
Salutodel Ministro Provinciale_
111
RELAZIONI
DANIELE SOLVI,
Lafigura storica di Ubertino da Casale. Temi eproblemi della
storiografia recente
GABRIELE ZACCAGNINI,
La spiritualitä dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesu di Ubertino da
Casale
37
MARINA SORIANI INNOCENTI,
Ubertino da Casale predicatore
NICOLETrA
99
BALDINI,
Riflessi dellArbor Vitae di Ubertino da Casale nella Pittura del
Trecento
APPENDICE ICONOGRAFICA
147
»
»
167
PRESENTAZIONE
Per ricordare il VII centenario della composizione dell'Arbor vitae
crucifixae Iesu di Ubertino da Casale (1305-2005), i Frati Minori del
Santuario della Verna hanno organizzato il 15 settembre 2005 una
di
hanno
di
giornata
studio, a cui
partecipato qualificati esperti storia
di
letteratura
di
buon
e
medievale, e anche un
persone interesnumero
sate al tema. Dopo i saluti di padre Fiorenzo Locatelli, guardiano del
Santuario, e di padre Maurizio Faggioni, ministro provinciale dei Frati
Minori della Toscana, ha aperto i lavori del convegno padre Ambrogio
Marino Damiata, direttore della rivista Studi Francescani,che ha illustrato il pensiero di Ubertino riguardo alla povertä evangelica e alla storia
della salvezza.Sono seguite quattro conferenze (due al mattino e due
nel pomeriggio), il cui testo e riprodotto nel presente volume. Dopo
1'ultima relazione non sono mancati gli interventi del pubblico, al fine di
chiarire, integrare e sintetizzare alcune questioni espostedai relatori.
Per quanto riguarda gli argomenti trattati, e bene puntualizzare
che il convegno non ha voluto affrontare un'indagine completa ed
esaurientesulla vita e sugli scritti di Ubertino da Casale,ma si e limitato
ad una rilettura in chiave storica, teologico-spirituale e iconografica
della sua opera maggiore, cioe dell'Arbor vitae.
La figura storica di Ubertino da Casale (1259-c. 1328) e stata
introdotta da Daniele Solvi, docente di lettere e collaboratore della
Societä internazionale per lo studio del medioevo latino. Il suo intervento, oltre a delineare le tappe principali della biografia ubertie
niana, soprattutto una rassegnadegli studi piü recenti su Ubertino,
incentrata su alcuni temi e problemi maggiormente discussi, quali la
povertä e l'intenzione della regola di s. Francesco, 1'escatologia, e la
delle
due redazioni dell'Arbor vitae. A giudizio del Solvi,
questione
le ricerche condotte negli ultimi trent'anni hanno contribuito
sia a
in
la
porre
evidenza sostanziale unitä del pensiero di Ubertino, sia a
fare emergere la sua originalitä rispetto
degli
Spirituali e ai
al partito
maestri universitari del suo tempo.
7
La relazione di Gabriele Zaccagnini, professore di agiografia al1'Universitä di Pisa, ripercorre accuratamente i cinque libri dell'Arbor
le
linee
fondamentali
della
di
teologia
spirituale
vitae, per enucleare
Ubertino. Dopo aver richiamato 1'attenzione sulla struttura, sulle fonti
due
diversi
dell'Arbor
(il
e sui
prologhi
vitae
primo presenta
aspetti
ha
il
autobiografici, mentre secondo
un carattere piü marcatamente
teologico), Zaccagnini analizzail pensiero di Ubertino sulla vita di Gesü
Cristo. Per 1'autore dell'Arbor vitae l'incarnazione e 1'evento centrale
della storia umana. Essa esprime la scelta, da parte del Figlio di Dio,
dell'abbassamento, della via dall'alto verso il basso; solo dopo aver
del
il
suo annullamento nella morte sulla croce,
raggiunto
culmine
Cristo risorge e ascendeverso 1'alto, per sedere alla destra del Padre.
Conclusa la rilettura dell'incarnazione, passione, morte e risurre1'attenzione
di
della
Gesü,
Ubertino
Chiesa.
rivolge
zione
storia
alla
Nell'esporre la sua dottrina dei sette stati della Chiesa, egli inserisce
la
figura
dal
di
Francesco d'Assisi, a cui
nel passaggio
quinto al sesto
e toccata la missione storica di rinnovare la forma di vita secondo il
Vangelo. Trattando della storia del suo tempo, cioe del periodo compreso tra il XII e il XIII secolo, Ubertino non si limita a generiche
fa
riferimento a vari personaggi
considerazioni ecclesiologiche, ma
denunzia
con toni accesi la decadenza della
politici ed ecclesiastici, e
Chiesa e dell'Ordine dei Frati Minori. Questi ultimi hanno, in larga
1'esempio
l'insegnamento
di
Francesco. Solo
tradito
e
maggioranza,
frati,
pochi
emarginati e perseguitati, si sono mantenuti fedeli alla
Regola e al Testamentodel fondatore. Ed e proprio attraverso questo
l'Ordine,
la
Chiesa
Dio
piccolo resto che
rinnoverä
e il mondo.
Come osserva Zaccagnini, nell'Arbor vitae Ubertino utilizza
«frequentemente materiale preesistente, soprattutto trattati e sermoni
rimasti fino ad allora inediti». Un contributo significativo all'approfondimento di quest'aspetto e costituito dalla relazione di Marina
Soriani Innocenti, docente di letteratura latina medievale all'Universitä
di Pisa. A suo avviso, in non pochi brani dell'Arbor vitae si scorgono
tracce di sermoni di Ubertino: per esempio lä dove egli ricorre alla
del
tecnica
monologo e ripete costantemente espressioni come hodie,
hodie estsolemnitas,oppure quando accumula citazioni della Scrittura
e
dei Padri per illustrare un episodio della vita di Cristo. Per delucidare
piü compiutamente 1'appassionataeloquenza di Ubertino da Casale,
la Soriani si sofferma sul sermone De sancto Francisco, da lei indivi8
duato nel manoscritto Firenze, Biblioteca Nazionale, Nuovi Acquisti
660, e di cui fornisce 1'edizione in appendice alla relazione. Si tratta
di una predica che riassume le principali caratteristiche della vita di
Francesco care ad Ubertino. Infatti viene messo in evidenza che il
ha
disprezzato
santo
qualsiasi ricchezza vana e nociva, ha contemplato
e raggiunto i beni eterni, ha gustato le realtä intime ed a lui tutte le
hanno
creature
obbedito.
Con il saggio di Nicoletta Baldini, ricercatrice di storia dell'arte
di
Boston, si entra nell'ambito dell'iconografia. La stuall'Universitä
diosa rileva, anzitutto, che la raffigurazione dell'Arbor vitae ha avuto
fortuna
hanno
i
scarsa
nell'arte, sia perche pittori
preferito ispirarsi al
Lignum vitae di s. Bonaventura, sia a motivo della difficile posizione
di Ubertino nella Chiesa e del suo atteggiamento critico nei confronti
delle decorazioni degli edifici francescani. Si pub tuttavia riconoscere
l'influsso di alcune idee ubertiniane nella genesi del perduto affresco
della
basilica
inferiore di S. Francesco in Assisi, eseguito tra il
absidale
1308 e il 1311 (le descrizioni del Vasari e di Ludovico da Pietralunga
consentono di affermare che alcuni simboli rappresentati intorno
di
fonte
di
la
loro
Francesco
ispirazione
all'immagine
trovano
s.
di
della
S.
Croce
in
vitae);
nell'Arbor
un affresco
sacrestia
a Firenze
della meta del Quattrocento; e infine nella tavola che raffigura s.
Francesco in estasi con ai lati il b. Ranieri e s. Giovanni Battista, del
Stefano
di Giovanni detto il Sassetta(sec. XV), conservata a
pittore
Settignano nella Collezione Berenson.
I quattro studi raccolti in questo volume recano un notevole
dell'Arbor
di
da
Casale e coUbertino
alla
apporto
conoscenza
vitae
stituiscono un utile ausilio per future investigazioni. Tuttavia, com'e
dal
convegno tenuto alla Verna, ogni indagine su quest'opera
emerso
rimane incerta e provvisoria finche non sara attentamente esaminata
la sua tradizione manoscritta e pubblicata 1'edizione critica. t vero
che qualche ricerca in tal senso e gia stata avviata; ma a tutt'oggi gli
dell'Arbor
dispongono
di
dell'opera
studiosi
vitae
solo un testo
stampato
Venezia
(e
1485
a
nel
riprodotto anastaticamente aTorino ne11961),
lascia
che
molto a desiderare dal punto di vista filologico.
Fra FORTUNATO IOZZELLI OFM
9
SALUTO
DEL MINISTRO
PROVINCIALE
Nei primi anni del XIV secolo soggiornb sul monte della Verna
frate Ubertino da Casale Monferrato (1259-c. 1328), discepolo del
teologo Pietro di Giovanni Olivi a Firenze, «sincero e ardente predicatore della veritä evangelica», e rappresentante di spicco della corrente
dell'Ordine
dei Frati Minori. Proprio mentre si trovava alla
rigorista
Verna frate Ubertino, sollecitato dai suoi confratelli, scrisse la
sua
opera piü celebre, cui si e ispirato anche Dante Alighieri: 1'Arbor
vitae crucifixae Jesu (Albern della vita crocifissa di Gesü). Divisa in
cinque libri, essatratta diffusamente della vita di Gesü Cristo e della
della
Chiesa.
storia
Rileggendo, qualche tempo fa, l'edizione parziale dell'Arbor vitae
da
Fausta Casolini, e pubblicata a Lanciano nel 1937, ebbi
curata
di
fermare
1'attenzione sull'anno in cui tale opera era stata
modo
il
scritta, 1305, e sul fatto che Ubertino afferma, nel primo prologo,
di averla iniziata e conclusa nel sacro luogo di solitudine chiamato
della
Verna. Chi conosce il «crudo sassointra Tevero e Arno»,
monte
dove Francesco d'Assisi
Cristo
l'ultimo
le
prese
sigillo, che
sue
«da
due
membra
anni portarno» (Dante, Paradiso XI, 106-108), pub
comprendere facilmente come la santitä della memoria ivi custodita
1'asprezza
del
luogo
e
possano aver ispirato al mistico Ubertino quello che e considerato come un testo fondamentale della spiritualitä
francescana e della cultura medievale.
Nell'intento di richiamarne l'importanza agli uomini di oggi,
e nata l'idea di organizzare il convegno su
da
Casale
nel
«Ubertino
VII centenario dell'Arbor vitae crucifixae Jesu (1305-2005)», che si e
svolto alla Verna il 15 settembre 2005. Tengo a sottolineare di essere
rimasto molto soddisfatto dell'adesione all'iniziativa di illustri studiosi,
hanno
dato il loro valido contributo scientifico, e della parteciche
pazione ai lavori di un pubblico attento e numeroso. Nella speranza
la
che pubblicazione degli atti del convegno della Verna costituisca
uno stimolo all'approfondimento della figura di Ubertino da Casale
11
dell'Arbor
desiderata
della
tanto
edizione critica
e alla realizzazione
della
hanno
alla
riuscita
collaborato
vitae, esprimo a tutti coloro che
di
giornata
studio i miei piü cordiali e sinceri ringraziamenti.
Ministro
FRA FIORENZO LOCATELLI OFM
Provinciale dei Frati Minori della Toscana
LA FIGURA STORICA DI UBERTINO DA CASALE
TEMI E PROBLEMI DELLA STORIOGRAFIA
RECENTE
DANIELE
SOLVI
Ubertino nasce a Casale Monferrato nel 1259, attorno al 1273
I
Genova.
formazione
francescano
la
inizia
a
e
sua
entra nell'Ordine
lo
in
in
Toscana,
1285
1289,
contatto con
tra
suoi studi
mettono
e
il
di
laici
devozione
dalla
intensa
teologo
e
con
una cerchia
cristologica
lo
lettore
di
Giovanni
Olivi,
Pietro
presso
provenzale
a quel tempo
Marfrancescano
incontra
di
Croce
Firenze;
Santa
anche
studio
a
da
Giovanni
da
1'ex
Cortona
Greccio,
ministro generale
gherita
e, a
Parma. Il soggiorno per motivi di studio a Parigi, tra 1289 e 1298, lo
Ubertino
da
formazione
recupera
allontana
questa
spirituale, che perö
da
Tra
Foligno.
dopo
della
Angela
mistica
poco
grazie alla conoscenza
1298 e 1302 e probabilmente lettore a Firenze, e successivamente
da
lui
dato
il
in
Italia
predicatore
centrale, ma per sostegno pubblico
dei
francescani
imposto
1304
nel
un pespirituali gli viene
alle tesi
in
di
Qui,
1305,
di
Verna.
soli setti
nel
silenzio e soggiorno alla
riodo
Jesu;
1'Arbor
la
vitae
crucifixae
mesi, compone
sua opera principale,
Ubertino vi ripercorre la vita di Cristo e della Chiesa, dalla creazione
frequenti
cenni autobiografici o alla storia
al giudizio universale, con
del
dell'Ordine
Papato.
francescano
e
recente
Tra 1306 e 1309 e al seguito del cardinale Napoleone Orsiil
legato
istruisce
Toscana,
Arezzo
in
processo
e ad
pontificio
ni,
libertä;
di
interviene
dello
di
Spirito
a
contro un gruppo
eretici
forse
della
e
dell'Orsini
regione, ed
nome
anche nella vita politica
fiorenin questo contesto
soggiorno
precedente
giä
nel
non
se
tino - che conosce anche Dante. Tra 1309 e 1310 si trasferisce
dove
di
intraprende un'intensa attivitä
Avignone,
alla corte papale
di polemista in favore della riforma dell'Ordine: dapprima, con
(Sanctitas
fronte
Clemente
Rotulus
di
V
vestra,
a
maggior successo,
iste, Sanctitati apostolicae, Super tribus sceleribus Damasci, Declain
seguito presso
conservati),
ratio, oltre ai numerosi scritti non
l'inflessibile Giovanni XXII (Tractatus de altissima paupertate, Reducendo igitur ad brevitatem), che il 1 ottobre 1317 lo incorpora
13
benedettino
come
nel monastero di Gembloux, in Belgio, pur
consentendogli di restare al servizio del cardinale Orsini. Accudi
dai
piü
sato
volte
eresia
suoi avversari, nel 1325 fugge infine
da Avignone. Lo ritroviamo solo nel 1328 a Roma, dove avrebbe
da
della
Marsilio
Padova
di
collaborato con
alla stesura
sentenza
deposizione di Giovanni XXII fatta pronunciare dall'imperatore
Ludovico il Bavaro. Dopo quest'ultimo fatto si perde ogni traccia
di lui nella documentazione storica; secondo una notizia circolante
tra i fraticelli, sarebbe morto assassinato.
Queste, a grandissime linee, le principali tappe della biografia
ubertiniana nella vulgata storiografica'. Una biografia fitta di eventi,
incontri e contrasti, che rivela immediatamente il carattere vivace
di
di
e versatile
primo piano in un singolare crocevia
un attore
(siamo
delicato
da
Celestino Va Bonifacio
passaggio
storico
al
VIII all'inizio del Papato avignonese) e storiografico (tra spiritualitä
francescanesimo,
ed escatologia, gioachimismo e
eresia e santitä).
Forse proprio per questo resta ancora da scrivere salvo voci enciclopediche, necessariamente succinte - una monografia aggiornata,
della
integri
i
che
molteplici aspetti
vita e dell'opera, del pensiero
dell'azione
distesa
d'insieme:
in
1'ultimo profilo
trattazione
e
una
biografico in tal senso, quello del p. Fredegand Callaey,
risale al
lontano 1911'.
Il fatto e che la ricerca ha collocato Ubertino in un orizzonte di
da
in
troppo
troppo
volta
ampio, o
volta
poco:
un lato ha visto in lui
1'esponente di spicco del partito degli spirituali, col rischio
concreto
di
dall'altro,
i
perb
perderne contorni piü propri;
quando ne ha fatto
di
oggetto specifico
studio, e stata inevitabilmente attratta dall'Ar-
' Ho seguito in sostanzal'agile sintesi di Gian Luca Potestä per il Dictionnaire de
spiritualitf, t. xvi, Paris 1994, coll. 3-5, integrandola con la cronologia di C. M. MARTfNEZRutz, De
la dramatizacidn de los acontecimientosde la Pascuaa la cristologia. El
cuarto libro del Arbor vitae
crucifixaelesu de Ubertino da Casale,Roma 2000, pp. 579-81. Della tesi, sostenuta da quest'ultimo,
di una doppia (o meglio triplice) redazione dell'Arbor vitae si dirä in
seguito.
2E CALLAEY,L'idealismefranciscain spirituel an XIV siecle.Etude
sun Ubertin de Casale,
Louvain 1911. Oltre alla voce enciclopedica di Potestä, giä citata, si legga
anche K. Ruft, Hubertinus von Casale,in Verfasserlexikon,vol. IV, Berlin-New York 1983,
pp. 211-9. La seconda
sezionedel volume di MARTINEZRutz, De la dramatizacidn..., cit. ("El recorrido histörico-cultural
de Ubertino y de su obra", pp. 149-318) ricostruisce le vicende
personali e storiche the fanno
da sfondo alle diverse fasi di elaborazione dell'Arbor.
pur non proponendosi come obiettivo un
ripensamento critico del profilo biografico del Casalese.
14
bor vitae, col rischio di restarne prigioniera3; hanno poi incrociato
Ubertino studiosi interessati ad altri temi - come il gioachimismo
fonti
francescane,
la
femminile
le
o
santitä
o il pensiero politico -,
dai quali perciö sarebbe improprio attendersi una visione complesdel
siva
personaggio. Una rassegnabibliografica e perciö costretta a
delineate
in
muoversi entro questo perimetro, rinunciando
partenza a
figura
limitarsi
ad uno scandaglio per singoli temi
una
unitaria, per
e problemi.
La scelta, necessariamente soggettiva ma, credo, non del tutto
fordiversi
il
il
e
piü
piü antico,
arbitraria,
caduta su tre
aspetti tunato e il piü trascurato - che, opportunamente ricomposti, mi
della
sembra possano abbozzare un'immagine tridimensionale
ricerca
degli
dalla
fine
degli
'70
ubertiniana
orientamenti
anni
ad oggi, cioe
di
fase
Raoul
di
successivi all'intensa
anzitutto
studio che - per opera
Manselli - ha delineato la sistemazione classica dello spiritualismo
francescano4.Tra le linee di ricerca che ho escluso oltre a quelle
demandate agli altri relatori vorrei almeno ricordare quella, piuttosto
vivace, su Ubertino teologo, con speciale attenzione al suo contributo
alla cristologia e alla mariologia5.
3 Seguono le stessetendenze le rassegnestoriografiche: per la prima, J. PAUL,Lesspirituels
entre la sainted et Rdrdsie (historiographic et perspectivesd'dtudes),in Gli studiftancescani dal Dopoguerra ad oggi. Atti del Convegno di studio (Firenze, 5-7 novembre 1990), a cura di F. SANTI,
Spoleto 1993, pp. 173-212; I. COLIN,Lesspiritudrfrattciscains. Bilan Historiographique, in Heresis
36-37 (2002), pp. 119-143; per la seconda, G. L. PoresrA, Un secolodi studi sull (Arbor vitae».
Chiesaed escatologiain Ubertino da Casale,in CollectaneaFranciscan 47 (1977), pp. 217-67.
" Per gli studi fino alla meta degli anni Settanta rinvio ai bilanci di POTESTA,
Un secolodi
studi..., cit. (che non ha potuto leggere R. MANSELLI,L'Anticristo Mistico. Pietro di Giovanni Olivi,
Ubertino da Casaleei papi del loro tempo, in CollectatteaFrattciscana47 (1977), pp. 5-25) e A.
GATTUCCI,
Per una rilettura dello spiritualismofrancescano.Note introduttive, in Picenum Seraphicum
11 (1974), pp. 76-189 (in particolare 153-89). Attorno al 1975 si collocano anche i convegni
di Fanjeaux e Assisi, fondamenrali bacini di raccolta della ricerca precedente: Franciscainsd'Oc.
Les Spirituels ca. 1280-1324 (Cahiers de Fanjeaux 10), Toulouse-Fanjeaux 1975; Chi erano gli
Spirituali, (Societä Internazionale di Studi Francescani.Convegni 3), Assisi 1976. Di qui la scelta
di concentrate questo intervento sull'ultimo trentennio.
s Cfr. K. BACIC,Die Corredauptrixfrage innerhalb der fraxziskanisc%eTheologie,in FranziskanischeStudien 39 (1957), pp. 218-87; L. Sao, Fscatologia,renovatio spirituale e utopia del
sapere,in Storia della teologia ttel Medioevo. III. La teologiadelle scuole,Casale Monferrato 1996,
pp. 182-9; MARTINEZRuiz, De la dramatizaciöu..., cit., pp. 319-568 e la bibliografia citata alle pp.
524, nt. 417 e 551 nt. 474.
15
Ubertino e la povertä francescana
La collocazione di Ubertino nella disputa tra Spirituali e comunitä
e certamente il tema storiografico di piü antica data. La "scopertä' di
Ubertino come oggetto di ricerca avviene infatti alla fine del secolo XIX
lavori
di
di
Franz
Ehrle,
nell'ambito
un piü ampio studio sui
ad opera
(1311-1312)'.
di
Vienne
Concilio
preparatori al
Convinto anche dalle pressioni di Carlo II d'Angiö e Filippo il
Bello di Francia, Clemente V convoca nel priorato di Groseau, vicidella
Comunitä,
degli
due
delegazioni,
Spirituali
Avignone,
e
e
no
di
il
il
presiedere
compito
affida ad una commissione cardinalizia
dibattito su quattro punti: osservanzadella Regola, ortodossia degli
degli
di
Spirituali
Olivi,
di
di
Giovanni
Pietro
persecuzione
scritti
Provenza e intrecci tra spiritualismo italiano ed eretici dello Spirito
di libertä. Tra gli Spirituali si distinguono subito 1'ex ministro genedi
Ubertino,
i
infedelGaufridi
Raimondo
tutti
che
casi
e
elenca
rale
di
dell'Ordine
povertä e prospetta al papa come unica sotä
at voto
luzione la divisione tra zelanti e rilassati. La Comunitä dapprima
la
della
Regola
sostendendo
che
povertä,
prevede
risponde sul tema
dei
beni
1'austeritä
l'usus
pauper, cioe
nell'uso
raccomandata
non
dall'Olivi e dagli Spirituali, ma la rinuncia al possesso;poi si concendi
dell'Olivi
infine
eterodosse;
tesi
cerca
tra sulle
ritenute
screditare
Ubertino - che ormai, con la morte di Raimondo Gaufridi, e il piü
irriducibile avversario -, rimproverandogli l'incoerenza tra i suoi
la
della
L'esito
diche
conduce.
e
vita
magna
propositi riformatori
sceptatio e per Ubertino una parziale vittoria: nessuna condanna
di
Concilio
Vienne
il
la
dell'Olivi,
dotse
riafferma
anche
esplicita
trina cattolica riguardo a quattro tesi ritenute non ortodosse dalla
la
bolla
invece,
Exivi
de
condanna
con
cardinalizia;
commissione
dell'Ordine
degli
(6
in materia di po1312),
paradiso
abusi
maggio
degli
la
Spirituali
dai
tuttavia
sperata
esenzione
superiovertä; sfuma
1'Ordine
della
Comunitä:
resta giuridicamente unitario7.
ri
des Concils von Vienne, in Archiv fair Litteratur und Kirchen6 F. EHRLE,Zur Vorgeschichte
geschichtedesMittelalters 2 (1886), pp. 353-416; 3 (1887), pp. 1-195.
7 Cfr. per queste vicende R. MANSELLI, Spirituali e beghini in Provenza, Roma 1959,
pp.
91-111; M. D. LAMBERT, Franciscan Poverty. The Doctrine of the Absolute Poverty of Christ
and the
Apostles in the Franciscan Order (1210-1323), London 1961, pp. 184-201; J. R. H. MooRMAN, A
History of the Franciscan Order from its Origins to the Year 1517, Oxford 1968, pp. 198-204.
16
Questo momento dell'attivitä pubblica ubertiniana e stato tocin
dalla
cato solo
misura marginale
storiografia recente, in particolare -e paradossalmente - negli studi dedicati ad Angelo Clareno.
Lydia Von Auw ha rilevato la «nature austere et simple, portee la
a
priere et ä la contemplation plutöt qu'ä 1'action» di Angelo, privo
della «eloquence ironique et mordante» di Ubertino, ma capace di
vivere e suscitare in altri un'autentica vita religiosa8, laddove il Casalese e «une figure inquietante a force de complexite»,
«temperament
de
haines violentes et d'affections delicates... de nature arcapable
dente et batailleuse» e
di
Non
e
il
«polemiste redoutable»'.
caso qui
discutere nel merito i giudizi della Von Auw, pur
detto
se - va
-1'aver
contrapposto irriducibilmente contemplazione e azione non le fa
la
vedere profonda spiritualitä che anima 1'impegno instancabile di
Ubertino'Ö. E perb notevole il tentativo tanto piü rilevante in quanto inserito in una trattazione d'insieme - di individuate qualche
dei
diversi attori della complessa vicenda, pur senza comspecificitä
il
dal
dato caratteriale a quello ideologico.
piere salto
Un'osservazione in quest'ultimo sensoviene dall'altra monografia
sul Clareno pubblicata da Gian Luca Potestä:
la richiesta di Clareno precisa Potestä non coincideva con
quella avanzata da Ubertino a nome degli Spirituali. Clareno
mirava infatti alla piena reintegrazione, sul piano giuridico e
istituzionale, di una piccola congregazione (quella dei Poveri
Eremiti di papa Celestino, ndR) che, net clima antibonifaciano
del tempo di Clemente V, poteva accamparea suo favore il primo
riconoscimento temporaneamenteottenuto dall'autoritä papaleat
tempo di Celestino V. Ubertino puntava invece alla costituzione
di un'entitä del tutto nuova".
Ci si riferisce qui alla communis opinio secondo la quale 1'obiettivo unitario del partito spirituale sarebbe stato quello di ottenere da
L. VON Auw, Angelo Clarenoet lesspirituels italiens, Roma 1979, pp. 91,137,253.
Ibid., pp. 91,90,133. L'aggettivo forse emblematico della caratterizzazione di Ubertino
e "passionne" (pp. 7,116,253). A sua volta Raimondo Gaufridi ý
ritenuto "plus pondere et plus
pacifique" (p. 90).
10Altra distinzione tutta da verificare P quella tra Angelo "ni
guelfe ni gibelin" e Ubertino
e Jacopone "gibelins passionnees" (ibid. p. 7).
11G. L. PoresrA, Angelo Clareno. Dai Poveri Eremiti ai fraticelli, Roma 1990,
p. 36.
17
Clemente V la costituzione di un Ordine a parte, in cui i rigoristi
potessero seguire fedelmente la Regola. E tuttavia andrebbe forse fatta
la
qualche precisazione, perche separazione degli Spirituali si colloca,
mi pare, a tre differenti livelli: da un lato la domanda di esenzione
dei frati rigoristi dai superiori della Comunitä, in modo da costituire
conventi ideologicamente omogenei ed evitare vessazioni; dall'altro
la scissione de facto di singoli gruppi di Spirituali insofferenti alle
interminabili trattative curiali; infine la richiesta avanzata da Ubertino che, sempre fedele alla sua professione francescana, auspica che
lassisti,
i
siano
non gli zelanti ad abbandonare 1'Ordine di cui non
rispettano la genuina ispirazione12. Come che sia, Potestä individua
linea
di demarcazione che sembra allontanare via via Ubertino
una
dal Clareno, nei cui scritti si fa sempre piü insistente, man mano
la
!
'idea
l'insegnamento
di
Francesco si
che situazione precipita,
che
e tradotto non in un ordo ma in una vita, e che dunque la perfezione evangelica non e circoscritta entro i limiti dell'Ordine che a lui
formalmente si ispira13
Nonostante queste spigolature, non si pub certo dire che la magna
disceptatio degli anni 1309-1312 sia il settore trainante delle
ultime
hanno
invece prediletto la seconda fase dell'impegno
ricerche, che
di Ubertino nella controversia sulla povertä francescana: mi riferisco
lite
teorica sulla povertä, sollevata da Giovanni MI
alla
tra 1322 e
1324. I fatti sono noti: dopo aver eliminato alla radice il problema
degli spirituali, procedendo alla punizione
dei
ai
roghi
renitenti
-e
in quanto disobbedienti all'autoritä papale e percib eretici, Giovanni
XXII promuove nel matzo 1322 un'ampia consultazione circa 1'assunto
12E la «verareformacio» descritta nella Sanctitas vestra:«si dicerent se nolle
vel non posse
(seil. osservarela Regola), daretur eis modus vivendi laxior, sic quod vita et professio
concordarent
verbis apertis, ita quod mundus aperte cognosceret,quid promitterent et servarent. Et ista regula,
sicut est a patre nostro beato Francisco instituta, daretur illis, qui earn servare pure et sine glosa
cupiunt et se reputant Dei adiutorio posseadimplere» (EHRLE,Zur Vorgeschichte...,cit., p. 87). Si
veda anche la conclusione della Sanctitati apostolicae(ibid., p. 416).
13Ibid., pp. 128-137 (epistola 14) e 162 (Expositio Regulae). Frequente
anche la distinzione
tra Ubertino e Olivi: M. DAMIATA, Gugliehno d'Ockham: poverth epotere. I. Il problem delta poverth
evangelica efrancescana nel sec. XIII e XIV. Origine del pensiero politico di G. d'Ockham, Firenze
1978 (= Studi Francescani 75 [1978]), p. 259; CH. T. DAvis, Ubertino da Casale
and his Conception
of «altissima paupertas», in Studi Medievali, 3' s., 22 (1981), p. 23; M. DAMIATA, Pieta e storia
nellArbor vitae di Ubertino da Casale, Firenze 1988, pp. 35-7; VON Auw, Angelo Clareno..., cit.,
pp. 49 e 94. Per cenni di confronto con Ockham e Marsilio da Padova si legga DAMIATA, Pieta
e
storia..., cit., rispettivamente alle pp. 270 e 277.
18
fondamentale mai messo in dubbio dai due partiti francescani, ovvero
in
in
Cristo
nulla
privato
non
abbiano
posseduto
e
e
che
gli apostoli
dichiara
la
bolla
Cum
inter
il
1323
12
nonnullos
comune;
novembre
francescano,
eretica tale affermazione, suscitando sconcerto nell'Ordine
"conventuale";
i122 maggio 1324
in
pur saldamentenormalizzato senso
da
l'imperatore
Sachsenhausen
it
Bavaro,
Ludovico
poco scomunia
di
la
il
denuncia
Giovanni
posizione;
presa
come eretico per sua
cato,
10 novembre dello stessoanno it papa con la Quia quorundam mentes
1'aperta
le
di
ribellione
ritorce accuse eresiasugli avversari, provocando
del ministro generateMichele da Cesenae di una parte non trascurabile
dell'Ordine, che passano nelle fila del partito imperiale14
Ubertino interviene nella disputa in due occasioni, chiamato in
dallo
dapprima
Giovanni
XXII:
con una risposta orale,
causa
stesso
(il
disteso
differenti
in
trattato
conservata
versioni, poi con un piü
da
de
Tractatus
un compencosiddetto
altissima paupertate), seguito
dio (Reducendoigitur ad brevitatem) che costituisce il parere scritto
la
la
Ed
e
pubblicazione
consegnato at papa.
scoperta e
appunto
di questo testo net 1981 ad opera di Charles Davis - ad avere
forse
it
luce
fase.
Anzitutto
ruolo
rivisto
va
gettato nuova
su questa
di Giovanni XXII, dipinto generalmente come fiero e intransigente
Ubertino,
degli
dello
Spirituali,
dunque
ma che
stesso
avversario
e
in questa vicenda, per averne chiesto il parere, si rivela un suo insoles
to
Davis,
Come
spettato estimatore.
«evidemment
osserva stesso
le
Pape
d'Ubertin
chez
vieux
toucherent
qualites
une corde sensible
lui
Conventuels
d'echapper
II
ä
en entrant
permit
sesennemis
acerbe.
dans 1'Ordre des Benedictins et de jouer un role influent a la cour
Dunque
la
des
Spirituels».
non solo
papale meme apres suppression
Orsini,
1'appoggio
del
Napoleone
ma anche per
potente cardinale
per
le sue doti di flessibilitä e di discretio Ubertino avrebbe meritato la
benevolenza papale cosi come, stando alla testimonianza di Angelo
Clareno, 1'ammirazione di molti esponenti di curia15. L'idea non e
" Per la ricostruzione del fatti, rimando a MnrtsEui, Spiriruali e beghini, pp. 143-78; LAMBERT,FranciscanPoverty, pp. 208-46; Mooiu », A History of the Franciscan Order, pp. 307-19.
Particolarmente attento agil aspetti teorici A. TAaARRONI,
«PaupertasChristi et apostolorur». L'ideale
francescanoin discussione(1322-1324), Roma 1990.
15Ct-i.T. Dnvts, Le papeJeanXXII et let Spirituels. Ubertin de Casale,in Franciscainsd'Oc. Les
Spirituell ca. 1280-1324 (Cahiers de Fanjeaux 10), Toulouse-Fanjeaux 1975, pp. 268-70.
19
bolle
papali coeve stigmapoi tanto peregrina, se si pensa che certe
francescana
di
la
su ogni altro stato
tizzano
vita
pretesa superioritä
la
Comunitä,
contro
e
riproponendo alcuni argomenti ubertiniani
il
ne riecheggiano registro satirico".
La sorpresa maggiore viene comunque dalla tesi sostenuta da
Ubertino, che -a giudizio unanime degli studiosi - segna un'evolufrancescana'7
del
in
Ubertino
povertä
merito
alla
zione
suo pensiero
.
distingue in Cristo e negli apostoli la loro funzione di modello per
lo status dei prelati e per quello dei religiosi: quanto al primo, si pub
dire che essi possedettero dei beni in modo da distribuirli ai poveri;
dominio
sulle cose nel senso
quanto al secondo essi rinunciarono al
beni
di
in
i
terreni, ma
rivendicare
giudizio
civile, cioe alla potestä
dei
dominio
beni
in
necessari
non al
sensonaturale, cioe alla proprietä
di sostentamento. Nel successivo trattato Ubertino riprende l'ottava
Quaestio de perfectione evangelica dell'Olivi, ma ne muta la sostanza
da
lato
lavoro
di
riscrittura:
un
cassaogni riferimento
con un sottile
francescano
di
dominii
connessa
al
voto
come
povertä,
all'abdicatio
in quanto la rinuncia alla proprietä pub essereriferita solo alla ridiritti
beni
dei
dominio
terreni,
non
sui
al
giuridica
vendicazione
da
la
Dio;
dall'altro
tutta
conferito
all'uomo
creazione
naturale su
insiste sull'usus pauper come vero criterio di osservanza della Regola
di
di
inteso
forcome
se
anche
rifiuto
perfezione,
qualsiasi
e modello
difendere
beni.
lite
di
i
Il Reducendo
o rivendicare
ma
giudiziaria per
igitur ad brevitatem polemizza in modo pit aperto con gli esponenti
della Comunitä, sostenendo che il tipo di povertä di Cristo e degli
loro
dei
beni
di
proprietä e rinuncia a reclamarli
apostoli - uso povero
in giudizio -e il pit alto possibile se non si vuole incorrere nella
finzione
o nel ridicolo: si riferisce evidentemente alla sofistica
pura
distinzione dei francescani tra uso e possessodei beni e all'abitudine
a trascinare in giudizio, tramite procuratori, chi minaccia quei beni
di
loro
formalmente
proprietä.
non sono
che
Le novitä rispetto non solo all'Ubertino della magna disceptatio,
ma anche all'Olivi ea Bonaventura sono evidenti. Viene äbbandonata
'6 Ibid., pp. 267 sg.;DAvIs,Ubertinoda Casale,
pp. 38 sg.
17Per la sintesi the seguemi sono valso soprattutto di DAVIs, Ubertino da Casale...,
cit., pp.
7-41, e di TABARRONI,
KPattpertasChristi et apostolorum,..., cit., pp. 65-70.
20
la tesi francescana sancita dalla Exiit qui seminatdi Niccolb III che
i Minori abbiano il semplice uso di fatto dei beni, mentre la proprietä
e riservata alla Santa Sede, e si riconosce loro un certo dominium,
termine «un-Franciscan», come osserva Davis, e «anathema in this
leaders
Olivi
Bonaventure
of
context to
and
as well as to the current
dell'Ordine
di
fatto
Community»'$,
the
unendosi
a quegli avversari
dominio
distinguere
impossibile
uso
e
almeno
che avevano ritenuto
in quei beni, come le vesti o il cibo, che si consumano con 1'uso. Si
dire,
potrebbe
con Marino Damiata, che «1'interessepredominante
della
1'altezza
di
Ubertino
in
e
povertä,
tanto
misurare
ora
non
fondatezza,
di
la
di
accertare
quanto piuttosto quello
assodare sua
la sua consistenza e concretezza: in una parola, la sua realtd»19.Allo
faticosamente
francescana
l'autocoscienza
stesso modo si supera
delle
dispute
duecentesche
i
con maestri secolari
acquisita nel corso
dallo
di
Bonaventura
e sancita
stesso
una unicitä, se non superioritä
istituzionale dell'Ordine rispetto agli altri stati di perfezione. Cib non
dall'orgogliosa
dispiacere
Giovanni
XXII,
indispettito
proprio
poteva
a
farä
1'8
dicembre
francescana,
deciso
presunzione
e
ad abolire - come
1322 con la bolla Ad conditorem canonum - la finzione giuridica per
dei
frati:
lo
dimostra
dei
beni
la
Santa
la
Sede
si accolla proprietä
cui
di
Ubertino2Ö.
lunga
anche una sua
annotazione autografa al parere
Tuttavia e stata da pit parti sottolineata la sostanziale continuitä
del percorso intellettuale di Ubertino, il cui punto centrale resta pur
l'ammila
sempre una povertä assoluta ed effettiva: «e persistenza e
da
ideale
Damiata
unitä e coerenza
razione per questo
- scrive
- che
lo
di
Ubertino»,
insegnamenti
tanto
che
a tutti gli scritti ea tutti gli
but
la
Davis
rather the
ritiene
nuova tesi «not the repudiation
stesso
his
Quali
thought
allora - si e
and work»21.
earlier
culmination of
di
Pub
Davis
aver giocato
questo sviluppo?
chiesto ancora
-i motivi
desiderio
il
di
ruolo
un
rivalsa contro quegli avversari che continuava-
18DAvis, Ubertino da Casale,p. 16.
19M. DArfurA, Ubertino da Casale:ultimo atto, in Studi francescani86 (1989), p. 28.
20Cfr. DAVis, Ubertino da Casale...,cit., p. 38.
21DAMIATA,Ubertino da Duale..., cit., p. 302; DAvis, Ubertino da Casale,pp. 40 sg. Cfr.
anche TABARtoN[, «PaupertarChristi et apostolorttm»...,cit., p. 70: «a questa idea (della funzione
escatologica dell'Ordine, n.d.R) ora Ubertino sembrava voler consapevolmente rinunciare, pur
di mantener fede a quell'ideale delta poverti dell'uso in difesa del quale egli avevalottato per anni
contro gli attacchi dei suoi stessiconfratelli».
21
dargli
tregua: da quando, come benedettino, non potevano
no a non
disobbedienza
dell'Ordine,
lo
colpirlo per
alle autoritä
avevano piü
forse
di
dell'Olivi22.
le
Ma
volte accusato eresia come seguace
ragioni,
piü che in fattori di ordine psicologico, sono da ricercare nella lucida e
della
pluridecennale analisi
situazione dell'Ordine. Come ha spiegato
Andrea Tabarroni,
Ubertino era probabilmente giunto a rendersi conto della necessitä di ridefinire in questo senso la dottrina dell'uncs pauper
ammaestratodagli amari insegnamenti della lunga lotta condotta
della
difensori
i
contro
concezioneufficiale dell'ordine, che riconducevano il significato della povertä perfetta alla sola abdicatio
dominii e quindi all'ususfacti. Egli avevadovuto prendere atto che
la rinuncia formale ad ogni tipo di proprietä da parte dell'ordine,
e la conseguentesistemazione sancita dalla Exiit che attribuiva
la
dei
beni
dei
frati,
in
al papa proprietä
uso
era strettamente
la
dei
procuratores, mecon
pratica
collegata agli abusi connessi
diante i quali i frati potevano difendere o rivendicare in giudizio
beni
di
facevano
del
Ususfacti
papa
cui
uso.
nome
e usus
-i
-a
pauper, considerati dall'Olivi come i due inscindibili momenti
di uno stesso grado di perfezione della povertä (...), dovettero
dunque essereinfine riconosciuti da Ubertino come nozioni che
loro,
dato che la rinuncia
in
tra
esprimevano esigenze conflitto
la
proprietä
giuridica alla
era condizione che rendeva possibili le
infrazioni alla pratica della povertä23.
Resta da vedere, semmai, quanto ci sia di francescano nell'ultimo
Ubertino. Ripercorrendo nel trattato la quaestiooliviana egli sopprime,
degli
ad esempio, qualsiasi polemica nei confronti
ordini religiosi in
la
cui vige proprietä comune, mentre nella sintesi ricorda come Agostino, Basilio, Benedetto, Giovanni Cassiano e Pacomio consentano
loro
la
in
proprietä
comune, ma escludano 1'uso di ogni
nelle
regole
bene superfl uo24.Potrebbe trattarsi di un mero espediente tattico
o
di
divergenze
da
dettate
finalitä
diverse
anche solo
rispetto a quelle
22DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., p. 38.
23 TABARRONI,
«PaupertasChristi et apostolorumu...,cit., p. 68. Cfr. anche DAVIS, Ubertino
da Casale...,cit., pp. 31-4.
24DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., pp. 24-6 e 37.
22
dell'Olivi, ma le affinitä con una certa sensibilitä monastica
sono state
osservateanche nell'Arbor vitae, e spiccano - come e noto - nell'altro
degli
Spirituali, Angelo Clareno, conoscitore e traduttore dei
maestro
maestri orientali? 5. Del resto, si ricorderä, Ubertino scrive non piü
da francescano, ma da monaco benedettino: la
storiografia to ha notato, ma in modo forse ambiguo, quasi a far credere che 1'ingresso di
Ubertino in monastero da tutti ritenuto, peraltro, solo metaforico
lo abbia spinto ad accettare la tradizione monastica26.
A me pare che la francescanitä di Ubertino vada riaffermata con
forza, non in base ad una petizione di principio ("Ubertino non
poteva non restate intimamente francescano") o all'ovvia considerazione
che al centro del dibattito restano pur sempre i Minori: il punto
cruciale, in questo senso, sta tanto nell'insistenza sull'usus pauper,
quanto nella rinuncia a difendere i beni in tribunale, che significa
di
rifiuto
ogni sicurezza e risorsa umana e abbandono fiducioso alla
provvidenza divina, in stretta aderenza all'esperienza mistica di Francescostesso21.Riportata la questione ai piü autentici valori spirituali,
di
tratta
si
vivere nel mondo senza appartenere at mondo, di usare i
beni terreni aspirando a quelli celesti, di confidare mai
nell'uomo, ma
E
forse questo atteggiamento di fondo
in
Dio.
sempre e unicamente
Ubertino
che
pub riconoscere anche in esperienze religiose diverse
dalla sua: le differenti forme storiche e giuridiche si riconducono
ad
unitä se osservate sotto l'ottica dell'aderenza ad uno stesso modello
evangelico.
25G. L. PoTFSrA,Scoriaed escatologiain Ubertino da Casale,Milano 1980,
pp. 191-223; ID.,
Angelo Clareno...,cit., pp. 55-93. Per COUN, Lesspirituelr..., cit., pp. 141-3, andrebbero approfondite le radici cisterciensi dello spiritualismo francescano.Lascendente monastico notato in Ubertino
da Potestäviene ridimensionato da DAnuATA,Pieta e scoria,
pp. 61 sg., the pert to recupera a proposito della condanna della filosofia (p. 229).
26DAVIS,Lepage..., cit., p. 281; ID., Ubertino da Casale...,cit., pp. 26 37
sg.; DAM(ATA,
e
Ubertino da Casale...,cit., p. 279 («un atteggiamento nuovo net modo di concepire 1'altissima
povertä, the risente della mentalitä e delta pratica monastica») e 301 («per not non c'e dubbio the e it
sentimento e la tradizione francescanain tutta la sua purezzae robustezzathe sorreggein proposito
it discorso di Ubertino»).
27Cfr. DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., p. 33:
fact
that
the
saw
very
of the papal owner-he
ship of goods assignedto the friars took away that element of precariousnessin use that Francis
believedwas essentialto the highest poverty-. Mi pare
percib the fraintenda DAMtATA,Ubertino da
Casale...,cit., pp. 286 sg., the vede in Ubertino l'intento di ripiegare
su un modello pis umanamente accettabile e ragionevole, rifiutando «una pretesathe sfidassela natura e violassele leggicivili
e morali the reggevanola cristianitä» (corsivi dell'autore). Questione diversa a se 1'abbandono mistico possaesseregiuridicarnente formalizzato in un principio valido per reggereuna collettivit3.
23
Ubertino tra storia ed escatologia
La tesi dell'unicitä francescananel panorama delle regole di perfedi
della
dottrina
di
(e
l'unico
Olivi
Bonaventura)
e
zione non
aspetto
disputa
del
da
Dal
Ubertino
1322.
nella
confronto
passatosotto silenzio
tra la Quaestiodeperfectioneevangelicae it De altissimapaupertateemerge
del
di
Francesco
ruolo escatologico
un'altra assenzanotevole: quella
in quanto inauguratore del terzo status gioachimitico2'. Risale infatti
della
da
Gioacchino
Fiore
ternaria
una nuova scansione
storia the
a
dopo it tempo del Padre, corrispondente all'Antico Testamento, e
dalla
di
del
Cristo,
breve
Figlio,
inaugurato
venuta
attende
quello
a
un
dello
Spirito, nel quale si instaurerä una Chiesa
terzo status, proprio
di
impronta
monastica e contemplativa,
profondamente rinnovata,
dotata di un'intelligentia spiritualis the rivelerä finalmente it signifila
della
Scrittura;
nuova eta sara preannunciata da
cato piü profondo
due nuovi Ordini religiosi di viri spirituales, the verranno ben presto
identificati con i francescani ei domenicani29.
Il silenzio di Ubertino sconcerta, se si pensa the 1'escatologia
dell'Arbor
dei
Per
Davis
vitae.
cardini
non si possono
era stato uno
dato
di
the appunto sulla Lectura super
opportunita,
escludere ragioni
Apocalypsim e sulla Quaestio ottava dell'Olivi si erano concentrate le
da
le
da
di
Bonagrazia
Bergamo,
la
per
quali dottrina
accuse eresiamosse
del
maestro provenzale era ancora sotto esame, in attesa
escatologica
di un pronunciamento the arriverä solo nel 1326. Lo studioso e pert
propenso a postulare anche in questo caso una naturale evoluzione
del pensiero ubertiniano, all'interno del quale le idee escatologiche
fase
iniziale:
legate
solo ad una
sarebbero
Ubertino also omitted all referencesto Olivi's eschatological ideas
in the controversial treatiseshe wrote ten yearsbefore (...). He may
believed
history
have
Olivi's
longer
by the time
in
theology
of
no
he
Council
Vienne.
Sensitive
the
of
as
was to contemporary
of
keen
eventsand practical considerations, with a
senseof what was
possible in particular circumstances,seasonedby associationwith
28Ibid., pp. 17-20.,
29Cfr. per una sintetica presentazionedi Gioacchino R. Ruscorti, Fsegesi,teologiadella
storia eprofezia, in ID., Profezia eprofeti alla fine delMedioevo, Roma 1999, pp. 60-3.
24
the astutecardinal Napoleone Orsini, Ubertino must havechanged
between
his
in
the
considerably
completion of the Arbor at
years
La Verna in 1305 and his participation in the poverty disputes
history
in
After
Vienne
in
Avignon
1312
1322.
all,
at
and at
had not followed Olivi's plan. Ubertino identified Boniface VIII
during
but
(...
)
Olivi's
Benedict
XI
and
mystical antichrist,
with
Clement's pontificate it was clear that the Spirituals' real enemy
was not the Pope but the Franciscan Community30.
Dovremo tornare piü avanti su questa proposta. Per ora mi preme
di
sottolineare the si tratta
un'affermazione inaspettata, se pensiamo
longevi
1'escatologia
dei
di
Ubertino
a
temi storiografici piü
the
uno
dopo
'50-'70,
dovuto
degli
it
a
notevole approfondimento
e,
anni
ha
Manselli,
Raoul
Bernhard
Töpfer,
Marjorie
Reeves
studiosi come
e
di
decenni
maturazione, grazie
raggiunto negli ultimi
un alto grado
di
La
Gian
Luca
Potestä.
sua monografia
soprattutto all'impegno
ha
di
da
Storia
it
Casale
Ubertino
in
avuto
merito
su
ed escatologia
discussi,
l'attenzione
due
attirare nuovamente
se non
su
aspetti assai
di
della
tradizione
studi:
precedente
recisamente negati, nel corso
1'originalitä della visione escatologica di Ubertino e lo stretto legame
tra escatologia, cristologia e pauperismo francescano.
Originalitä anzitutto, ma rispetto a chi? A Gioacchino, certaSeguendo
l'Olivi,
Cristo
it
Ubertino
solo
a
mente.
non attribuisce
di
la
fa
it
tutta
Storia:
secondo status, ma ne
protagonista assoluto
it tempo a lui precedente a tutto proteso verso la sua venuta -e
la
distinzione
Verbo
Figlio,
e
tra
creazione
anche
attribuita al
senza
increato e Verbo incarnato31
-, e nell'imminente terzo status «non
"superamento"
della
lex
del
secondo, ne un abbandono
avviene un
di
determina
dello
Spirito
una ripresa
vita
nova, ma si
ad opera
Non
Ubertino
a caso
cristiana e un rinnovamento evangelico»32.
del
le
distanze
dalle
implicazioni
triteiste
gioachimismo,
prende
dei
dal
Concilio
Lateranense
IV,
tre
giacche al centro
condannate
la
di
it
c'e
stati
pur sempre
signoria
medesimo scopo: esprimere
3°Ibid., pp. 22 sg.a 28.
3' PoTEsrA,Storia rd escatologia...,cit., p. 44.
32Ibid., p. 80.
25
Cristo sulla storia33.L'assoluto cristocentrismo ubertiniano e oliviada
distinzione
Gioacchino
di
e
no - ed un secondo motivo
-e
legato in modo inscindibile al ruolo di Francesco. Lasciamo la parola a Potestä:
Alla basedi tale mutamento dell'effettivo «protagonista»del terzo
francescana,
Francesco
1'esperienza
il
indubbiamente
e
stato vi
la
Christi
perfetta tripartizione gioachiche
rompe
renovatorvitae
francescana
letteratura
e nella sensibilitä
mitica e acquista nella
decisiva,
funzione
non pienamente
storica ed escatologica
una
da
Gioacchino34
proposto
riducibile allo schema «spiritualista»
Pochi esempi al riguardo. Seguendo, ma radicalizzando 1'Olivi,
la
Uberdi
la
Cristo
gloria
e
sua
nella
carne
venuta
nella
tra venuta
Spirito,
Francesco,
intermedia
introduce
nello
con
tino
una venuta
due
Cristo
giorni per
rimase nel sepolcro
e preannuncia che come
francescana,
la
e
il
che
ora
sepolta nelresuscitate terzo, cosi regola
l'inosservanza dei piü, e destinata a risorgere35.La povertä evangelica
della
dell'ultima
Chiesa,
lo
distintivo
dunque
il
eta
e non
tratto
sara
di
Gioacchino3G.
intellectus
spiritualis
Eppure, come la storiografia e arrivata faticosamente a riconoscere,
il preciso termine di confronto per 1'escatologia ubertiniana non e
Gioacchino, ma Pietro di Giovanni Olivi, seguito si da Ubertino, ma con
diverso
il
e
Il
infedeltä.
casopiü evidente
giudizio
qualche significativa
Celestino
VIII
V
di
Bonifacio
a
sul trono papale.
sull'avvicendamento
SeOlivi avevadifeso la rinuncia di Celestino nel De renuntiationepapae,
Ubertino ne sfrutta abilmente il testo per dimostrare la tesi opposta, e
dunque l'illegittimita del suo successore.Di qui egli si spinge avanti,
fino a compiere il passo fatale dell'identificazione di Bonifacio VIII
33Ibid., pp. 83-7; sul cristocentrismo di Ubertino insiste a pit riprese DAMIATA,Pieta e storia..., cit., pp. 86 sg., 91,114 sg., 219,225-8,315 sg., pur osservandothe anche in Gioacchino il
)
(pp.
del
227
e
sovrastimato
sg.
terzo
e the la novita di
status
gene-Almente
carattere rivoluzionario
Olivi e Ubertino 8 tale rispetto al gioachimismo ««cosl
come e usualmente inteso» (p. 240). Integro
i riferimenti di Damiata al lavoro del suo predecessoreregistrando d'ora in poi in nota le numerose
lettura
della
di
distinguo
Potestä.
sua
con
quella
consonanze- pur con qualche
-
34Ibid., p. 80.
35Ibid., pp. 88-91. Cfr. anche pp. 139-41 per la Futura resurrezione di Francesco,verso la
quale Olivi si mostra molto pit distaccato (ma secondo DAMIATA,Pieta estoria..., cit., p. 172 anche
per Ubertino si tratta solo di una «pia aspettativa»).
36Ibid., pp. 171sg.
26
con l'Anticristo mistico, simbolico precursore del grande Anticristo,
ha
dalla
dalla
Chiesa,
il
Cristo
perche separato papa
ovvero
sua sposa,
la cui unione richiama l'unione umano-divina realizzatasi nel Verbo
incarnato. Nello stessoinappellabile giudizio incorre il successoredi
Bonifacio, Benedetto XI. Siamo lontani dall'Olivi, che nella Lectura
si era mostrato consapevole dell'identificazione corrente in alcuni
farla
italiani,
Si
ambienti spirituali
ma non aveva voluto
propria37.
ha
differenza
di
Olivi,
come osservatoMarino Damiata,
aggiunga che a
Ubertino, impegnato com'e a identificare tra i suoi contemporanei
fautori e awersari dell'Anticristo mistico, non si sofferma sulla figura
dell'altro e piü grande Anticristo, quello "aperto"38.
Tali divergenze, secondo Potestä, rivelano la diversa ottica del1'Olivi, «attento all'ordinato sviluppo della Chiesa nel suo complesso»,
rispetto a Ubertino, «preoccupato solo dalla piega assunta dagli eventi
Olivi
in
termini
piü recenti»: altri
si sforza
«la visione escatologica, che
di mantenere aperta verso il futuro, e curvata da Ubertino a spiegare
il presente, secondo una prospettiva che tende a ridurre l'escatologia
della
ideologia»39.
Chiesa,
Questo
e
ad
ma
presente non solo quello
dell'Ordine
fa
libro
francescano,
Ubertino
anzitutto
nel quinto
ne
e
dell'Arbor un quadro desolante: a fronte di pochi frati che, tra difficoltä
del
di
individualmente
il
modello
e persecuzioni, si sforzano
seguire
fondatore sta 1'Ordine come istituzione, incapace di tradurre in pratica
la povertä e 1'umiltä, ed anzi impegnato a cancellare ogni traccia della
reale e originaria volontä di Francesco. La degenerazione e in atto sin
dall'inizio, tanto che lo stessoFrancescoha contrapposto ripetutamente
il suo esempio alle deviazioni dei frati. Le dichiarazioni papali della
Regola, sollecitate dai frati per ammorbidirne il rigore, non hanno fatto
la
in
istituzionale
illegittima:
modo
che sancire
un'evoluzione
cosl giä
Quo elongati di Gregorio IX (1230) secondo Ubertino ha istituito di
fatto un nuovo status di vita religiosa, diverso resta da vedere se migliore o peggiore - da quello originario, e persino la Exiit qui seminat
di Niccolb III (1279), dietro la quale si trincerano gli Spirituali, e stato
dell'Ordine40.
un «lapis molaris» appeso al collo
37Ibid. pp. 142-63. Cfr. DAMIATA, Pirtä esroria..., cit., pp. 92-6,277-82.
3s DAMIATA, Pieta a storia..., cit., pp. 308 sg.
39Po=,
p. 248.
X,Storia ed escatologia...,cit., pp. 102 e 149 sg.; cfr. DAMIATA,Pieta e storia..., cit.,
40Ibid., pp. 102-41.Cfr. DAMIATA,
Pietaescoria...,cit., pp. 175-91.
27
Se la Regola e considerata intangibile ciö deriva dalla sua esatta
dunque
il
Vangelo,
suo tradimento equivale a
e
corrispondenza al
frati
dei
fedeli
d'altra
le
Cristo
tradire
sono
parte
stesso41;
sofferenze
della
di
Chiesa
dai
Cristo,
in
prefigurate
patimenti
che
quanto capo
ha voluto comunicare alle sue membra elette i propri dolori, che didistintivo;
finale
loro
da
tempo
tratto
nel
sara
proprio
vengono cosl un
facilmente
dietro
Spirituali
i
riconoscibili gli
questi eletti quali sono
la
Chiesa rigenerata perche conformata in tutte
infine
che
risorgerä
le sue membra a Cristo 42
.
Ecco che la denuncia delle infedeltä dell'Ordine si salda con
1'escatologia e con la cristologia:
L'Arbor ha come motivo ispiratore il tentativo di Ubertino di fordar
interpretativa
che possa
ragione agli Spirituali
nire un'ipotesi
della crisi che attraversano. Perciö la comprensione della storia e
il problema nodale e prioritario rispetto a tutte le altre questioni
toccate nell'opera (... ). La vicenda della morte e resurrezione
di Cristo e in ultima analisi il paradigma interpretativo di tale
(...
).
la
della
In
figura
questo
senso
egli
comprende
storia
visione
di Francescocome renovatorvite Christi: per Ubertino Francesco
e paragonabile a Cristo, ma non nel senso di una conformitä
(...
documentabile
),
bensl
in
dello
minuziosamente
virtü
esteriore
ha
Francesco
ripercorso pienamente. Egli
schemacristologico che
e un uomo che ha chiuso apparentemente sconfitto la propria
la
fedeli
i
ne attendono resurrezione, cioe la rigorosa
vita; ma suoi
francescano43.
della
Regola
nell'Ordine
applicazione
Non sara sfuggito nelle parole di Potestä come 1'unitä dell'opera
ferrea
dei
diversi
gerarchizzazione
temi: e la
sia affermata grazie ad una
storia che richiede una spiegazione all'escatologia, e questa cerca a sua
volta nella cristologia il proprio criterio ermeneutico. A riprova di cib lo
libri
I-IV
cenni che verranno poi sviluppati nel
nei
rintraccia
studioso
Ibid., p. 127.
42Ibid., pp. 50-4. Oscillante il giudizio di DAMIATA,Pietä e storia..., cit., sull'identit3 degli
eletti: se dapprima nega una meccanica identificazione con gli Spirituali (pp. 83-5), di fatto la
applica egli stessoin seguito (soprattutto pp. 111-5 e 334).
43lbid.,pp. 15 sg.
28
V, dedicato all'analisi del presente e all'attesa dell'imminente futuro44:
di
dimostra
continuare a vedere nell'opera una
cosi «1'impossibilitä
si
fra
devozione
libri
fra
i
it
primi quattro
e quinto,
contrapposizione
1'ultimo
"sogni
cristologica e strani
gioachimiti"»45, e questo perche
libro diventa la chiave di lettura dei precedenti.
Sfortuna editoriale di Ubertino
L'ottica e esattamente ribaltata nell'impostazione di Carlos Mateo
Martinez Ruiz: e la cristologia del IV libro il nucleo dell'Arbor vitae, e
da essoscaturiscono 1'ecclesiologiae 1'escatologia.A questa convinzione
to studioso argentino e giunto net corso di una ricerca quindicennale,
Ubertino
in
2000
un ponderoso volume che affronta
culminata net
dal punto di vista biografico e teologico, sulla base di un ampio e
deldelta
delta
tradizione manoscritta
approfondito studio
genesi e
1'opera4G.
Un lavoro ricco anche se forse discontinuo, che finora non
ha incontrato
la
giusta attenzione47; anche per questo
- mi sembra sarä opportuna una sosta piü prolungata.
I principali dati sulla genesi dell'opera li offre 1'autore stesso net
forzato
Verna
Ubertino
giä
ritiro sulla
primo prologo.
giunge at suo
le
di
Crida
insistenze
fama
di
solida
predicatore; qui
circondato
fratello
it
dei
it
carnale
guardiano e
sto stesso e
confratelli, tra cui
Giovannino, to convincono a mettere mano ad un primo progetto,
di
dal
di
Lignum
brevemente
i
vitae
commentare
quello
versiculi tratti
Bonaventura e da un Rythmus a lui attribuito, a cominciare da quelli
firtura
Yhesus
Giunto
previdens
perö at versetto
relativi alla passione.
dolores
di
l'ispirazione
divina
i
cordiales
spingerlo ad esporre
egli sente
Gesü intrattenendosi sull'intero corso delta passione: e questo il nucleo
44Ibid., pp. 92-101,193-206.
41Ibid., p. 191.
46MAttTtNEZRutz, De la dramatizacron..., cit. Cfr. giä C. M. MARTINEZRuiz, Il processoredazionaledellArbor vite crucifize Jesudi Ubertino da Casale,in Editori di Quaracchi 100 anni dopo.
Bilancio eprospenive.Atti del Colloquio Internazionale (Roma 29-30 maggio 1995), a cura di A.
CACCIOTI7e B. RES DE MoTroNt, Roma 1997, pp. 275-8; ID., Ubertino de Casale,autor de dos
versionesdel Arbor vitae, in Archivum FranciscanumHistoricum 89 (1996), pp. 447-68.
47Tra le poche eccezioni quella di Felice Accrocca in Fontifrancescane.Nuova edizione, Padova 2004, p. 1337.
29
del IV libro, il primo in ordine cronologico. Ma via via che l'opera
dilata:
dapprima
dell'intera
il
prende corpo progetto si
all'esposizione
la
fasciculus
del
di
(e
lo
Gesü
mirre, per usare terminologia
stadio
vita
di Ubertino, che aggiunge a questo punto gran parte dei libri II e III
libro
della
del
Chiesa
IV);
27
29
poi
ei capp.
ai mali
e alla confue
tazione di chi combatte la veritä della vita di Cristo (ampliamento
dei libri III-IV); ancora un nuovo ampliamento comporta l'aggiunta
del libro I, di vari capitoli dei libri II-IV e degli ultimi capitoli del
libro V; infine 1'esposizionedell'Apocalisse, corrispondente alla gran
del
libro48.
V
parte
11IV libro, da cui prende inizio l'opera, viene ricondotto in soda
due
(capp.
il
Ruiz
1-24) e
stanza
a
grandi strati redazionali: primo
incentrato sull'esposizione storica dei versetti, seguendo un continuum
(capp.
dal
il
il
di
25-41)
tema
affronta
cronologico;
secondo
punto
la
dunque
di
Ubertino sulla
comporta
riflessione
vista teologico, e
le
doni,
la
libero
Chiesa,
il
i sacramenti,
virtü ei
grazia e
arbitrio,
le prerogative di Maria49. Anche i due prologhi dell'opera vengono
distinte:
due
fasi
in
redazionali
primo in ordine cronolocomposti
della
if
Verna, che
e
gico
secondo prologo, rivolto ai soli confratelli
di
libro
brevemente
il
ogni
contenuto
ed elenca i versetti
riepiloga
dell'intera opera perche essi li utilizzino come schema di meditazione
(e if manualis libellus, come to chiama Ubertino); dopo un'ultima
di
l'ulteriore
del
IV eV
aggiunta
qualche capitolo
revisione, con
libro, Ubertino aggiunge il primo prologo, autobiografico, rivolto a
tutti i cristiani50.
L'analisi di Martfnez Ruiz e forse da approfondire o verificare
in qualche dettaglio, ma non se ne possono negate in sostanza le
conclusioni:
El proceso redaccional sefiala el cuarto Libro como el mäs imde
la
leerse
obra,
aunque
no
pueda
portante
aislado de la misma
(...). Dicho proceso,ademäs,demuestraque el centro de gravedad
de toda la obra es la persona de Jesüs,la necesidady el deseo de
4sIbid., pp. 40-44.
49Ibid., pp. 55-63. Sarebberopert da chiarire meglio i rapporti tra
questi strati redazionali e
le tappe di accrescimentodell'opera indicate copra.
11Ibid., pp. 46-55.
30
exponer toda su vida. Ubertino dedica cuatro Libros a la vida de
Jesüsy uno (AVC 5) a los frutos de dicha vida en la historia. La
historiograffa ubertiniana, sin embargo, privilegi6 un Libro y un
aspecto (AVC 5y la escatologfa) que en la dinamica interna de
la obra y en la consideraciön del mismo Ubertino no tienen la
importancia que se les dio y, por otra parte, no pueden set interpretadossino en relaciön al resto deAVC (...). Ubertino reformula
el cuadro total de la teologfa a partir de la cristologfa51
Non intendo inoltrarmi a questo punto su un terreno non mio,
discutendo la ricostruzione della teologia del libro IV che occupa
buona parte dello studio dell'autore52. Del resto, ancora
sul piano
della filologia, le sorprese non sono finite.
Riprendendo e sviluppando una proposta precedentemente avandal
Guyot53,
lo
zata
studioso argentino ha riscontrato nei testimoni
manoscritti dell'opera due redazioni, nettamente caratterizzate dal
di
punto
vista testuale: le omissioni, le aggiunte, le riscritture, le trasposizioni sono tante e di tale entitä che non sembra possibile parlare
di semplici varianti di trasmissione54.Il rimaneggiamento del testo va
attribuito allo stessoUbertino, dato che rivela un'assoluta padronanza
del contenuto dell'opera, apporta miglioramenti, ma senzasostanzialmente mutarne il progetto, e infine mantiene uno stile uniforme a
dell'autore55.
Saremmo
dunque
fronte
di
quello
al caso, non raro nella
letteratura mediolatina, di una seconda redazione d'autore: conclusa
la tormentata fase redazionale che porta alla stesura del 1305, in quel
definitiva,
il testo comincia a circolare in diverse copie5',
momento
anche se in modo abbastanza sotterraneo, dato che 1'Arbor non viene
Ibid., p. 45.
szSi tratta delle pp. 319-568, quasi la meta del
volume.
53B: G. GUYOT,L' Arbor vitae crucifirae Iesu" d'Ubertin de Casaleet
sesemprunts au De
articulis fidei"de s. ThomasdAquin, in StudiesHonoring Ignatius Brady Friar Minor, edited by R. S.
AI.MAGNOand C. L. HARtaNSofm., St. Bonaventure (N. Y.) 1976, pp. 294-307, in particolare 306
sg.; non escludel'ipotesi PomFsrA,Storia ed escatologia...,cit., pp. 22 sg., a differenza di DAMIATA,
Pieta a storia..., cit., p. 60.
54Iv1ARTfNEZ
Ruiz, Ubertino de Casale...,cit., pp. 454-63; ID., De la dramatization..., cit.,
pp. 63-75.
ssIbid., pp. 463-7 (ma non mi pare
«devalor critico decisivo»la prova esaminataal numero 3).
s6Tuttavia l'autore accenna,senzaargomentarla, ad
una possibile circolazione giä dei versetti
e/o del manualis libellus (MARTfNEzRuiz, De la dramadzacidn..., cit., rispettivamente p. 42 e 54).
31
Ubertino
mai citato nelle asprepolemiche avignonesi; successivamente
formale
la
e sostanziale
torna sull'opera e sottopone ad una revisione
La
da
ý
seconda redazione
altre copie manoscritte.
che ci attestata
di
ipotizza
distanza
interrotta
tempo:
si
e poi ripresa a
sarebbe stata
infatti anche un brogliaccio, che ha goduto anch'esso di una trasmislimitata
benche
a sei manoscritti conservati57.
sione autonoma,
Quando e dove sarebbe avvenuto tutto questo? La ricostruzione
di Martinez Ruiz, anche se largamente fondata su prove indiziarie, ha
fasi
della
due
fascino.
Le
indubbio
genetiche
una certa plausibilitä e un
brogliaccio,
il
secondaredazione si collocherebbero ne11312-1316 per
di
del
Concilio
Vienne,
di
dimostra
e nel
conoscere un canone
che
1326-1329 per il testo definitivo, dove Ubertino sembra accennare a
dai
codici
se stesso come ad un vecchio, e non viene piü qualificato
fornisce
1'origine
dei
francescano.
Indicazioni
maconvergenti
come
di
infatti
della
i
ambiente
prima redazione sono
noscritti: se testimoni
dalla
Linguadoca
brogliaccio
del
provengono
e
toscano e umbro, quelli
dalla Catalogna, mentre la seconda redazione nella sua veste definitiva
Gembloux58.
in
a
vicini
monasteri
risulta aver circolato solo
Se le cose stanno cosl, si pub dire che 1'Arbor e l'opera di un'indi
Verna,
Alla
primo
momento
sintesi
esso costituisce un
tera vita.
della formazione spirituale e culturale di Ubertino e di riflessione
habia
il
che
tempo,
rivelando
«Ubertino
sulla propria vita e proprio
de
la
la
integral
teologia,
y personal acerca
madurado una vision
Orden y la Iglesia»59;ad Avignone diventa «el telön de fondo desde
de
intervenciones
deben
sus
comprenderse todas y cada una
el cual
di
debates»,
il
los
confronto - soprattutto
cioe necessario termine
en
degli
libri
III
opuscoli redatti nel corso
eVper quanto espressonei
delle dispute con la ComunitäGO;infine a Gembloux, ormai monaco
benedettino, Ubertino non rinuncia alla sua visione cristologica dalle
indubbie e persistenti coloriture francescane.
Mai come in questo caso, mi pare, si tocca con mano l'assoluta
filologico.
La
lavoro
di
ingrato
quello
come
supposta
un
rilevanza
51Ibid., pp. 271.
58Ibid., pp. 271-4 e 312-8.
59Ibid., p. 237.
60Ibid., p. 273.
32
di
pluralitä
redazioni si rivela questione tutt'altro che oziosa, anzi
decisiva per la biografia e l'interpretazione del personaggio. L'ingresso
di Ubertino a Gembloux, fin qui ritenuto da tutti meramente ford'altra
innegabile;
male, sarebbe ormai
parte uno studio recentissimo
di Alberto Cadili ha documentato 1'attiva predicazione di Ubertino
d'Ascoli
Como,
da
Marsilio
Padova,
Francesco
a
assieme a
e altri
"michelisti", in favore dell'antipapa Niccolb V61. Si apre dunque
fase
delta
di
Ubertino,
spiraglio
sulla
quella
qualche
piü oscura
vita
fuga
da
Avignone, che sembra riservare alto storico
successiva alla
da
francedel
un'ulteriore, sorprendente metamorfosi
personaggio:
benedettino,
dei
da
irriducibile
scano a
suoi
a compagno
avversario
antichi persecutori62.
Nella seconda redazione poi (e forse giä net brogliaccio) e stato
del
libro
delta
it
la
8
V,
soppresso cap.
rinuncia
che trattava questione
di Celestino e identificava Bonifacio VIII e Benedetto XI con questa
figura escatologica: dunque Ubertino pare aver rinunciato ad aggiorle
la
nare sue previsioni e ad estendere ai papi successivi condanna
precedentemente emessa contro i primi due successori "illegittimi"
di CelestinoG3.Ma come conciliate questa notizia con 1'ipotesi, ritefondata
da
di
Carlo
Dolcini,
nuta assai
una sua partecipazione alla
del
diploma
dove
di
di
Giovanni
XXII,
imperiale
stesura
condanna
e
Anticristo
quest'ultimo
qualificato come
misticoG4?
Va infine verificato, sul piano delle idee, it senso delta svolta ride
del
Tractatus
1322, sia riguardo
paupertate
conosciuta net
altissima
alla questione pauperistica, che potrebbe rivelarsi un espediente tattico
dalla
dell'Arbor,
sia soprattutto
se non confermata
seconda redazione
"A. CADIU,I frati Minori dell 'antipapa Niccolb V in Franciscan 6 (2004), pp. 115 sg.
62Per DAVIS,Le Pape..., cit., p. 282,
de
imaginer
Ubertin
train
peut
guere
en
partager
ne
von
un repasfraternel avec des Conventuels refugies ä la cour de Louis de Baviere, ou dans le couvent
des FreresMineurs a Munich. On peut tres bien supposer que pour Ubertin, meme un Pape comme Jean XXII etait preferable ä un ancien persecuteur des Spirituels tel que Michel de Cesene»;
to studioso ne conclude the Ubertino si rifugib tra i francescani del Nord Italia, appunto dove
Giovanni to cercava.
G3Per la soppressionedel capitolo si leggaMARTINEZRuiz, Ubertino de Casale...,cit., p. 455;
In., De la dramatizacidn..., cit., pp. 72 sg. (p. 273 per la soppressionegiä net brogliaccio); a p. 74 si
ricava the a stato cassatoanche un altro passothe collocava net presente 1'apicedi Babilonia, cioe
della Chiesa carnale, e delta bestia.
G4C. DOLCINI,Crisi di poteri epolitologia in crisi. Da Sinibaldo Fieschia Guglieltnod'Ockham,
Bologna 1988, pp. 329-31. Cfr. MARTINEZRuiz, De la dratntizacidn..., cit., pp. 316 sg.
33
dopo
del
dell'escatologia
il 1305, a
a proposito
presunto abbandono
questo punto difficilmente sostenibile. Ne si pub trascurare il fatto
di
libro,
Cristo,
if
IV
e non solo if nucleo
che
relativo alla passione
ha
dell'opera,
i
tempo
piü antico
subito
ma anche quello che
nel
di
la
interventi,
interesse
maggiori
segno un
per
cristologia costante
e
tempo
nel
e- come si accennato - non certo secondario rispetto
alle tematiche escatologicheGS
Purtroppo 1'edizione del testo, a piü riprese annunciata da
Martinez Ruiz ancora nel lavoro del 200066 non e apparsa alla luce.
,
Non e quindi possibile verificare i principi ecdotici seguiti e saggiare
di
con cognizione
causa gli argomenti testuali, esposti come sono,
di
attualmente, all'interno
una trattazione prowisoria e sacrificata nei
di
diverso
di
margini
oggetto67.
uno studio
Spetta comunque a lui if merito di aver riportato alla luce il pro"
blema dei problemi, quello editoriale: if primo in ordine cronologico
dall'inizio
d'importanza,
del
il
ma anche pill trascurato
e
secolo scorsoG8.
Dopo 1'edizione del Super tribus sceleribusDamasci, nel 1917, l'unico
testo pubblicato in novant'anni di studi e stato nel 1981 if Reducendo
igitur ad brevitatem, riassunto del pill ampio -e tuttora inedito, benche
de
Tractatus
da
altissimapaupertate69.Quanträdito
un solo testimone dell'opera
indiscusso
to all'Arbor vitae, centro
ubertiniana, 1'edizione
da
del
1961,
tutti gli studiosi, riproduce un incuutilizzata
anastatica
fitto
di
del
Martinez
1485,
Ruiz,
e
che
peraltro,
secondo
errori
nabolo
fra
le
di
due
frutto
una contaminazione
redazioni, e dunque
sarebbe
dell'una
dell'altra70.
Anche
certa
ne
ne
non varrebbe come attestazione
63«La particular revision de dicho Libro demuestra que su colocaciön dentro del plan general
de la obra es especial,asf Como la valoraciön del mismo por parsede su autor» (ibid., p. 68).
66«Casiconcluida», secondo quanto si afferma ibid., p. 17 (cfr. anche p. 63, nt. 73, p. 64
nt.
75 e p. 271, nt. 386, dove rinvia ai prolegomeni all'edizione); cfr. giä ID., Ubertino de caale..., cit.,
pp. 447 e 468, dove ne parla come ricerca in torso (cfr. anche p. 452, nt. 7-8).
67Ad esempio, per la dimostrazione dell'esistenzadel brogliaccio della seconda
redazione,
non considerato nel saggio del 1996, it volume del 2000 rinvia all'edizione the I'autore starebbe preparando (p. 271, nt. 386). Punti sensibili da verificare, perchd non sempre correttamente
sviluppati nella pratica ecdotica corrente, sarebberoalmeno la fissazionedello stemma in base ad
errori-guida e l'uso delle fonti in sededi constitutio textus.
68Per le edizioni delle singole opere rinvio a PoTEsTA,Ubertin de Casale...,
cit., coll. 5-9.
69DAVIS,Le Pape...,cit., p. 277 suggerivadi ampliare l'inventio dei testimoni
manoscritti del
Tractatussotto l'incipit »Ego sum via».
7UMARTINEZ Ruiz, De la dramatization...,
34
cit., p. 17, nt. 4.
i lodevoli tentativi di Marino Damiata di divulgare una scelta
antologica dell'Arbor in traduzione italiana hanno richiamato la necessitädi
lessicale
dello
una conoscenza
e sintattica
stile scabrosoe denso dell'autore", il che presuppone ancora una volta quel testo di riferimento
sicuro, che manca del tutto.
Un bilancio e qualche proposta
Non posso e non voglio abusare oltre della pazienza dell'uditorio. Cerchiamo perb di trarre qualche breve conclusione dalla
nostra rassegna, almeno sul piano del metodo di lavoro. Mi pare
la
che
ricerca degli ultimi trent'anni abbia dato tre fondamentali
contributi. Ha ribadito anzitutto, grazie anche alla valorizzazione
dei legami intratestuali, la fondamentale unitä del pensiero di
Ubertino: unitä cronologica, data la sostanziale continuitä tra
francescano
benedettino,
periodo
e periodo
e unitä tematica, visti
gli stretti rapporti tra ecclesiologia, escatologia e cristologia. L'unitä di fondo non esclude un'evoluzione diacronica sia delle idee,
dei
testi del Casalese, anche se mi pare opportuno non scarsia
tare a priori l'ipotesi di deviazioni tattiche o anche di vere contraddizioni irrisolte, tanto piü in opere della mole e della complessitä dell'Arbor.
D'altra parte va emergendo 1'originalitä di Ubertino, sia rispetto
fonti,
alle sue
sia rispetto al piü ampio contesto del partito spirituale,
sia infine come teologo estraneo ai circoli dei maestri universitari. Si
dovrä lavorare ancora all'identificazione e ad un minuzioso confronto
coi testi impiegati nella parte non escatologica dell'Arbor, ma senza
pretendere che 1'analisi diacronica spieghi tutto e senza dimenticare,
ha
come
giustamente affermato Marino Damiata, che «la storia non
e fatta solo di idee, ma anche di sentimenti e di convinzioni, e anche
di persone che si tormentano per idee o
concezioni, magari escogitate
da altri»72.
71M. DAMIATA,Meditazioni alla Verna di Ubertino da Casale.Introduzione testi, Firenze
e
1993; ID., Aspettandolilpocalisse infervore efurore con Ubertino da Casale,Roma 2000. Si leggano
in particolare le awertenze alla traduzione rispettivamente
alle pp. 15 e 32.
71DAhtIATA, Pieta a storia..., cit., p. 248.
35
La prioritä assoluta e perb quell'edizione critica dell'Arbor vitae
detto
la
e
e scritto su
senza quale tutto quanto stato o poträ esser
Ubertino mantiene un irriducibile margine di prowisorietä. Se la
in
tal senso
ricorrenza centenaria sara servita a stimolare un'iniziativa
francescano
1'Ordine
facendosene
si
poträ
carico
proprio
magari
-,
dire che essaavrä svolto egregiamente il suo compito.
LA SPIRITUALITA' DELL'ARBOR VITAE
CRUCIFIXAE IESU DI UBERTINO DA CASALE
GABRIELE
ZACCAGNINI
L'Arbor vitae crucifixae Jesu, il capolavoro di Ubertino da Cadi
dimensioni,
la
e
sale, un'opera
considerevoli
cui unica edizione
a stampa, pubblicata a Venezia da Andrea de Bonettis da Pavia nel
148573,consta di ben 247 fogli, rectoe verso,per un totale di circa 500
di
formato
(mm. 280x220). Questa e indubbiamente
pagine
grande
di
ha
il
un'edizione storica, che
assicurare una
avuto grande merito
limitata
diffusione
dell'Arbor
seppur
vitae nell'etä moderna; tuttavia
lettura
limiti.
i
Innanzitutto
il
testo
anche una
superficiale ne rivela
e affetto da una infinitä di errori, alcuni manifesti, altri probabili,
altri ancora solo sospetti, che comunque costringono a procedere
di
la
con molta prudenza e talvolta senza avere sicurezza aver capito
bene il pensiero di Ubertino74. In secondo luogo appare abbastanza
dall'utilizzo
di
di
interpolato,
evidente che si tratta
un testo
risultante
di
diversi
Recentemente
rappresentativi
manoscritti
stadi redazionali.
Carlos M. Martinez Ruiz, autore di un ponderoso volume sul quarto
libro75, sulla scorta dei precedenti studi del Guyot7Ge dell'analisi della
due
e
tradizione manoscritta,
giunto alla conclusione che esistono
diverse redazioni dell'Arbor vitae: la prima risale al 1305; la seconda
e stata ultimata negli anni 1326-1329, quando Ubertino si trovava a
73Arbor vice crucftxe Iesu. ImpressusVenetiisper Andream de Bonettis de Papia, anno 1485
die 12 martii JoanneMocenico inclyto principe regnante.Oggi disponibile anche nella riproduzione
anastaticacurata da Charles Davis per i tipi della Bottega d'Erasmo, Torino 1961.
74Nel presentelavoro ho utilizzato questaeditioprinceps, nella riproduzione anastaticacurata
dal Davis, alla quale mi sono attenuto per Ic citazioni anche in presenzadi lezioni manifestamente
errate. Dell'edizione anastatica utilizzo la numerazione per carte, indicando con la letters a la colonna sinistra e con b la destra.
75C. M. MARTfNEZRutz, De la dramatizaclon de los acontecimientosde la Pascuaa la Cristologia. El cuarto libro del Arbor vitae Crucifixae Jesude Ubertino de Casale,Roma 2000 (= Studia
Antoniana, 41).
76B. G. GuYOT,L'Arbor vitae crucifixaeIesu d'Ubertin de Casaleet sesempruntsau De articulo
fidei de S. ThomasdAquin, in Studies honoring Ignatius CharlesBrady Friar Minor, a c. di R. S.
AiMAGNOe C. L. HARUNS,New York 1976, pp. 293 307.
-
37
Gembloux, ed e stata tramandata da un gruppo di codici provenienti
francescani
di
da ambienti monastici
quell'area geografica:
- non
Gembloux, Liegi, Colonia, Basilea, Bruxelles. Un terzo gruppo di
forse
il
intermedia
ha
testo
tramandato
o
una redazione
manoscritti
di una copia, risalente al 1312-1316, nella quale erano presenti le andella
dallo
Ubertino
in
le
stesso
vista
notazioni e modifiche apportate
del
de
infine,
il
Bonettis,
L'edizione
sembra
risultato
secondaredazione.
di una contaminazione fra la prima e la seconda redazione..
Non ho potuto verificare questa ipotesi, che ha certamente buone
basi ma suscita qualche dubbio e necessita di approfondite verifiche;
e chiaro, comunque, che in mancanza di una vera edizione critica,
ha
la
luce,
dal
Ruiz77
Martinez
visto
ma che ancora non
annunciata
della
letteratura
davvero
completa su questo capolavoro
un'indagine
spirituale non pub essereportata a termine, sebbene ad esso siano
indagini
di
dedicate
importanti
approfondite
come
e
quelle
giä state
Ernst Knoth, Fredegand Callaey, Adolfo Martini, Fausta Casolini,
Raoul Manselli, Charles Davis, Gian Luca Potestä, Marino Damiata,
fino a quella pit recente di Carlos M. Martinez Ruiz7ß.
77Op. cit., p. 17.
78Segnalosolo alcuni fra i principali contributi su Ubertino: E. KNOTH, Ubertino von Casale.
Ein Beitragder Franziskanischerander Wendeder 13 and 14Jahrhunderts,Marburg 1903; F. CHALLEY,
L idfalismefranciscain spirituel au XIVsiPcle. Etude sur Ubertin de Casale,Louvain - Paris- Bruxelles
1911; ID., Les idles mystico-politiquesd'un franciscain spirituel, guide sur ! Arbor vitae d'Ubertin de
XI, 1910, pp. 485-504,692-727; In., L'influenceet la ditsion
Casalein Revued'histoireecclesiastique,
XVII, 1921, pp. 533-546; A.
de ! 'Arbor vitae de Ubertin de Casale,in Revued'histoire eccle'siastique,
MARTINI,Ubertino da Casaleally Vernae la VenusnellArbor vitae in La Verna,XI, agosto-dicembre
1913, n. 2, pp. 273-344; F. CASOLINI,Ubertino da Casalee ! Arbor vitae crucifcraeIesu, Milano 1930;
EAD.,Arbor vitae crucifixaeJesudi Ubertino da Casale.Traduzionee commento,Lanciano 1937 (coll.
Pietro di Giovanni Olivi ed Ubertino da Casale,in St uli Medievali, III s., VI,
Mistici); R. MANSELL!,
1965, pp. 95-122; ID., LAnticristo mistico:Pietro di Giovanni Olivi, Ubertino da Casaleei papi delloro
tempo,in CollectaneaFranciscanaLXVII, 1977, pp. 5-25; CH. T. DAVIS,Ubertino da Casaleand his
Conceptionof Altissimapaupertas",in Studi Medievali, III s., XXII, 1981, pp-1-56; G. L. POTESTA,
Un
da
Ubertino
Casale,in CollectaneaFranciscan
Chiesa
in
di
ed escatologica
secolo studi sull'Arbor vitae.
XLVII, 1977, pp. 217-267; ID., Storia ed escatologiain Ubertino da Casale,Roma 1980; ID., Aspetti e
implicazioni della misticacristocentricadiUbertino da Casale,in AbendliindischeMysytikim Mittelalter a
c. di K. RtrrH, Stuttgart 1986, pp. 286-299; ID., Ideali di santitä secondoUbertino da CasaleedAngela
Clareno,in Santi asantitä ne!secoloXIV.AttidelXVConvegnoLuernazionaleAssisi 15-17ottobre 1987,
Assisi 1989, pp. 103-137; In., Ubertin de Casale,s.v., in Dictionnaire de Spirit ualitf XVI, 1994, pp.
La Vernae le stigmatenellArbor vitae di Ubertino da Casale.Sign1cato della Verna
3-15; M. DAMIATA,
per la spiritualitä francescana,in Studi Francescani,LXXXV, 1988, pp. 225-247; In., Pieta e storia
nellArbor vitae, Firenze 1988 (Biblioteca di Studi Francescani,19); ID., Ubertino da Casale:ultimo
atto, in Studi Francescani,LXXXVI, 1989, pp. 279-303; ID., Meditazioni alla Vernadi Ubertino da
Casale.Introduzionea testi,in Studi Francescani,
XC, 1993, pp. 5-64; ID., Ubertino da Casale,in Mistici
francescani.II, SecoloXIV, Bologna 1997, pp. 593-673; ID., Aspettando1Apocalisse
infervore efurore
38
Per parte mia cercherö di esporre, per linee generali, la spiritualitä di Ubertino quale scaturisce dalla lettura dell'Arbor
vitae, nella
piena consapevolezza della prowisorietä di uno studio compiuto su
un'edizione di pessima qualitä e nell'auspicio di una indagine piü
approfondita che, a mio avviso, poträ essereportata a termine solo
disponibile
quando sara
un testo critico.
L' Arbor vitae crucifixae Iesu
L'Arbor vitae e una sorta di summa della fede e della teologia
cattolica basata sulla vita di Gesü. La struttura "ad albero" su cui si
dispone il discorso richiama la forma della
croce, a significare che
tutta la storia e fatta a immagine della croce di Cristo, il vero "arbor
vitae". L'opera si propone quindi come una meditazione sulla storia
umana in chiave cristologica.
Il titolo si ispira evidentemente al Lignum vitae di san Bonaventura
da Bagnoregio, composto intorno al 1260, in cui 1'autore ripropone
il tema, caro alla tradizione cristiana, dell'identificazione della croce
nell'albero della vita. Nel capitolo ottavo Bonaventura afferma di aver
1'opera
in tre parti: la prima corrisponde alla parte bassa
suddiviso
dell'albero ed e associata alla nascita e alla vita di Cristo, la seconda
al tronco e corrisponde alla passione, la terza parte alla chioma e
corrisponde alla glorificazione. Ogni parte ea sua volta suddivisa in
quattro capitoli e questi in quattro paragrafi, che prendono il titolo
da un versiculusche illustra un episodio della vita di Gesü''. Ubertino riproduce questo schema, aumentando il numero delle parti ma
rimanendogli sostanzialmente fedele. Per il resto il tema centrale e lo
dire
la
di
Cristo, ma Ubertino affronta molti altri
stesso, vale a
vita
temi, riguardanti la teologia, la spiritualitä, la mistica, le vicende della
Chiesa, il francescanesimo e la fine dei tempi.
con Ubertino da Casale,Roma 2000; C. M. MARTINEZRulz, Ubertino de Casaleautor de dos versions
del Arbor vitae, in Archivium FranciscanumHistoriarm, LXXM,
1996, pp. 447-468; In., Il processo
redazionaledell Arbor vitae crucifzxaeIesudi Ubertino da Casale,in Editori di Quaracchi100 anni dopo.
Bilancio e prospettive.Atti del Colloquio intern ionale, Roma 29-30 maggio 1995, Roma 1997,
pp.
275-278; In., De la dramatizaclon..., op. cit.
79 BONAVENTURADA BAGNOREGIO,Lignum vitae in Opera Omnia, VIII,
G8-8G.
Quaracchi
1898, pp.
39
k stata ipotizzata anche la dipendenza da Gioacchino da Fiore, il
le
differenze
dell'albero80,
del
ma
quale pure si servespesso simbolismo
fatto
dal
delle
che nell'albero
somiglianze, a partire
sono piü rilevanti
di Gioacchino, che rappresenta la storia umana, Cristo e protagonista
della sola parte centrale, mentre in quello di Ubertino lo e dalle radici
della
basti
biblica:
la
fruttiß1.
e
Comunque
pensareall'albero
matrice
ai
"germoglio
di
da
il
del
Paradiso
cui scaturisce
terrestre, all'albero
vita
Jesse",all'albero, infine, di Apocalisse 22,1282.
I Padri della Chiesa, come Agostino83 e Ambrogio84 per citare
la
di
Cristo
hanno
due
al
concordemente associato croce
nomi,
solo
lo
hanno
della
dell'albero
anche utilizzato
schema
vita, ma
simbolismo
la
della
Bibbia.
dell'albero
per schematizzare struttura
mnemonico
L'Arbor vitae e suddiviso in cinque libri per complessivi 101 cadal
definito
fa
da
di
e
Il
versiculus,
che
tema
ciascun capitolo
pitoli.
dei
e
149,
Il
superiore a quello
versiculi,
titolo.
numero complessivo
dei capitoli perche Ubertino, spesso, commenta piü di un versetto
in un unico capitolo85.
Tale struttura e giustificata, fra 1'altro, dalla necessitä di offrire un
facilitare
indicizzazione
una
rapida
supporto alla memorizzazioneBGea
dell'opera87, anche in considerazione della sua notevole mole.
Il primo libro, composto daundici capitoli88,tratta dellagenerazione
del Figlio prima dei tempi, della creazionedel mondo e dell'incarnazione:
REICH,The "frgurae"ofJoachim ofFiore, Oxford 1972, p. 24;
HIRSCH
B.
80Cfr. M. REEVES
G. L. PoTESrA,Storia ed escatologia...,cit., p. 256.
Storia ed escatologia...,cit., p. 261.
81Cfr. G. L. PoTESTA,
82Sul simbolismo del Lignum vitae cfr. G. L. POTESrA,op. cit., pp.252-261.
83Sermo205, in PL XXXVIII, c. 1039.
84Ep. 6,33,3, ed. O. FALLERin CorpusScriptorutn EcclesiasticorumLatinorum, LXXXII, 1,
Vindobonae 1968, p. 230.
85I versiculi sono tratti in parte da un Rythmus,un inno attribuito a san Bonaventura) a sua
Opera
Omnia,
86-87).
Cfr.
(ed.
in
in proposito C. M.
Lignum
cit.,
pp.
vitae
nel
volta riprodotto
MARTINEZRuiz, De la dramatizacion..., cit., pp. 92-94; G. L. POTESrA.,Storia ed escatologia...,cit.,
pp. 254-255. Con il Lignum vitae, I'Arbor vitae condivide 28 versiadi; gli altri 33 sono tratti diretdi
dunque
Ubertino.
90,
dal
Ne
Rythmus.
opera
che
sono
rimangono
tamente
86Sfruttando la ben nota mnemotecnica dei loci. Lo stessoUbertino avevaraccolto, per uso
proprio, i versetti con questo scopo pratico, come afferma in AV (=Arbor vitae), Prol. I, 5b ("ad
Christi vite faciliorem recolligendo memoriam").
8'7AV Prol. I, 6 a: "ut lectori possit occurrere quod intendit°.
BsCc. 9b-80a.
40
libro,
dell'albero89.
da
le
Il
secondo
sono queste radici
composto
Otto
capitoli90, tratta dell'infanzia di Gesü e costituisce il tronco91. Il terzo
libro, composto da ventitre capitoli92, tratta della predicazione di Giodi
dei
della
fine
della
Cristo,
vanni,
miracoli e
argomenti
vita pubblica
dell'albero93.
libro,
da
Il
corrispondenti ai rami
quarto
composto
quadella
dell'ingresso
in
Gerusalemme,
rantuno capitoli94, tratta
passione,
dell'ascensione,
della
dell'assunzione
Madonna
e
morte e risurrezione,
dell'incontro fra la madre e il Figlio in cielo: la cima dell'albero95.Infine
il quinto libro, composto da diciotto capitoli96,e dedicato alla storia della
Chiesa fino ai tempi di Ubertino e corrisponde ai frutti dell'albero97.
Segueuna Tabula dei capitoli98 e un Registr-rtm99.
Diversi indizi sparsi nell'opera consentono di ricostruire le tappe
della redazione, iniziata con il libro quarto, proseguita con il secondo,
il terzo, il primo e infine il quinto. Da ultimo sono stati aggiunti i
due prologhi, prima il secondo e poi il primo'oo
Destinatari dell'Arbor vitae sono tutti i veri fedeli di Cristo e della
le
di
persecuzioni
una
santa povertä101,soprattutto quelli che soffrono
89AV Prof. II, 7 a-b: "in quinque libris sive voluminibus isto modo distinxi ut Primus liber
radicem arboris contineat, incipiens ab eterna generatione lesu de Patre usque ad gaudiosa nobis
temporalem nativitatem ex Marie".
90Cc. 80a-135b.
91AV Prof. II, 7 b: "secundus liber erigit huius sacrearboris stipitem, incipiens a cirumcisione Jesuusque ad manifestationem ipsius per testimonium precursoris".
9zCc-135b- 275 a.
93AV Prof. II, 7 b: "Tertius (liber) explicat huius arboris ramos in virtuoso predicationis
decursurn iesu et electio discipulorum cetu, incipiens a banne baptista usque ad ingressurn
ipsius in sanctam civitatem Hierusalem in die palmarum: in qua pro nobis se Deo patri obtulit
holocaustum".
94Cc. 135b- 406 b.
95AV Prof. II, 7 b: "Quartus (liber) consumat huius felicis arboris summum, ponens Iesu
et sue reverendissimematris virtuosum passionis conflicturn et gloriosissium regnum, incipiens a
regio ingressu liesu in Hierusalem supernam".
96Cc. 409 a- 496 b.
97AV Prof. II, 7, a-b: "Quintus et ultimus (liber) est de multiplici huius sacrearboris fructurn in multitudine fidelis prolis ex gentili ecclesiasibi de novo martyrio copulata et pretenditur
usque ad eternurn sponsalitium bearificare universaliter humane nature".
98C. 497 a- 498 a.
99C. 498 b.
100In reaftä la questione e piü complessa, perche Ubertino lavorö praticamente per tutto
if resto della sua vita al completamento dell'opera. Per una ricostruzione delle tappe redazionali
rimando a C. M. MnStrINFZRuiz, De la dramatizuuio7r...,cit., pp. 43ss.
101AV Prof. I, 3 a: "Universis Christi Jesuvere fidelibus et sancte paupertatis amicis".
41
Chiesa ormai deformata dal peccato. Ubertino intende dare un supincoraggiandola
dell'Ordine,
dissidenza
interna
a
porto teologico alla
inquadrare le difficoltä del presente in un ben piü ampio disegno provdi
videnziale, nella consapevolezza svolgereuna missione universale che
e stata loro assegnatain quanto fedeli continuatori del messaggio franla
del
rinnovamento escatologico cominciato con nascicescano,araldi
Christi".
"renovator
"alter
Christus"
di
Francesco,
vitae
e
ta
Nel prologo Ubertino dichiara che la redazione dell'Arbor Vitae
di
lavoro,
nel periodo che
gli richiese appena tre mesi e sette giorni
(28
di
Michele
dal
9
arcangelo
settembre)
san
matzo alla vigilia
va
del 1305, e di non aver avuto nemmeno il tempo di rivedere il testo
(e per questo si scusa del disordine e delle ripetizioni)102. Ma questa
forse,
e
solo per
affermazione non corrisponde al vero, o meglio vera,
la prima stesura, quella precedente alla prima redazione, che invece e
la
di
e
frutto
il
per
quale
stato
rielaborazione,
un'attenta
chiaramente
dichiari
biblioteca,
Ubertino
fornita
di
1'uso
sebbene
una
necessario
di aver lavorato "cum librorum penuriä'lo3
Secondo la prassi del tempo ma con singolare sistematicitä, UbertiArbor
incorporandoli
di
nell'
vitae, spesso
no si serve scritti propri e altrui
1'autore.
Altre
invece
volte
apporta
senzaalcuna modifica e senzacitare
il
piccole modifiche che alterano completamente senso originale.
Fra le operepiü citate il primo posto vaallaLecturasuperApocalipsim
di Pietro di Giovanni Olivi, da cui trae l'intera impalcatura escatologica
le
brani.
idee,
Pur
lunghi
dalla
tutte
condividendone
non
quale cita
e
Ubertino mostra di apprezzare molto questo illustre maestro france"perfectus
doctor"104,
"Deo
definirlo
in
da
e
charissimus"
tanto
scano,
delle
dei
Sacre
Scritture.
la
segreti
particolare per sua conoscenza
Di san Bonaventura utilizza, semplicemente trascrivendoli, brani
dall'Apologia
dal
Breviloquium,
dalla
Legenda
pauperum,
maior,
tratti
dal secondo Sermonein Nativitate Domini e molto altro. Pub sembrare
di
Bonaventura,
frequente
san
alle
opere
persoricorso
strano un cosi
hanno
In
mai
amato.
realtä anche
naggio che gli spirituali, certo, non
Ubertino e critico nei confronti del Bonaventura generale e timoniere
102Cfr. AV Prol. I, 6 b.
103AV Prol. I, 6 a.
104
AV Prol. I, 4b.
42
dell'Ordine, la cui opera giudica fin troppo prudente e pragmatical°5;
tuttavia ammira to scrittore e it mistico e non perde mai l'occasione di
fa
"ritoccando"
ricorrere alla sua autoritä quando gli comodo, magari
e
lä
correggendo qua e it suo pensiero con spregiudicata abilitä. In Bonadi
l'auctoritas
da
dare
tutti che gli consente
ventura trova
riconosciuta
base
fondamentale
idee,
una solida
alle sue
come per esempio quella,
di
dell'Arbor
del
vitae,
nell'escatologia
ruolo
san Francesco nella storia
delta salvezza.Anche circa i rimedi ai mali dell'Ordine Ubertino confedeltä
la
la
Bonaventura:
Regola
tali
con
sono
corda
alla
e preghiera,
delta
frate,
dei
la
del
Bonaventura
e
ma per
preghiera uno
vita
momenti
l'unico,
Ubertino
e
mentre per
ne
possibile status vitae106
Fra gli altri autori citati ricordo solo alcuni nomi di rilievo, come
Dionigi 1'Areopagita, Ambrogio, Girolamo, Agostino, Cassiodoro,
Gregorio Magno, Beda; autori greci come Basilio e Giovanni Climada
di
Tommaso
Jacopo
Chiaravalle,
Varazze,
Bernardo
co; e ancora
d'Aquino e chissäquanti altri, che solo uno studio sistematico condotto
la
denotano
vastissima
su una edizione critica poträ rivelare e che
di
Ubertino.
cultura patristica
Ovviamente attinge anche direttamente agli scritti di Francesco,
la Regula bullata, la PreghieraAbsorbeat, la Lettera toti Ordini missa.
Per quanto riguarda la tradizione francescana il discorso e combiografici
la
degli
E
distruzione
prebonaplesso. evidente che
scritti
ha
fonti
di
impedito
Ubertino
piü antiche,
venturiani
attingere alle
a
l'agiografia
e
per cui stato costretto ad utilizzare
ufficiale, rappresentata
in primo luogo dalla Legenda maior. Ma le decisioni del Capitolo di
Parigi del 1266 non riuscirono a interrompere la tradizione orale e
"alternativa.
ha
",
scritta
che evidentemente
continuato a circolare,
fra
ha
Ubertino
gli
spirituali; e
attinto abbondantemente
specialmente
dei
di
basata
tradizione,
testimonianze
primi
compagni
a questa
sulle
Francesco, primo fra tutti frate Leone con i suoi famosi Rotuli che,
dopo essere stati conservati dalle monache di santa Chiara, erano
to
stesso Ubertiandati misteriosamente perduti, come testimonia
da
di
bene
Offida,
di
inoltre
Corrado
Ugo
no107;
conosce
gli scritti
IosAVV, 4,437a.
106Cfr. M. DANIIATA,
La Vernae le stig7nate...,cit., p. 229.
107
AV V, 5,445 a: "cum multo dolore audivi illos rotulos fuisse distractos". Nella Declaratio
del 1311 Ubertino afferma di averli in seguito ritrovati e di custodirli personalmente: "verba... que
43
Digne, del quale cita il De finibus paupertatis108,e, infine, il Sacrum
fa
Fra
del
il
pur
conoscendolo109.
nome
commercium,
cui autore non
ha
in
del
Ubertino
Poverello,
modo particolare
subito
testimoni
questi
it fascino di due personaggi, frate Egidio e frate Giovanni da Parma,
dei quali parla net terzo capitolo del V libro.
Frate Egidio, intorno at quale ha raccolto la testimonianza di
bene,
Ubertino
e
to
hanno
per
molto
uno
conosciuto
persone che
dei piü illustri "figli legittimi" di Francesco, intendendo affermare,
duplice
figliolanza,
Poverello
il
ebbe
una
con questa espressione,che
1'altra,
"figli
dalla
i
fedele
e
carnali", costituita
e
una che gli rimasta
la
to
ha
frati,
dei
tradito
e che ora si accanisce con
che
maggioranza
fedeli,
Ubertino
figli
dei
perseguitandola.
afferma
rimasti
minoranza
in
Egidio
solitudine, alternando
conduceva una vita semplice,
che
lavoro manuale e preghiera, ma soprattutto che era dotato di spirito
dell'Ordine,
le
deviazioni
che accusava
profetico e criticava aspramente
di aver tradito la sostanzadelta Regola; e to faceva con tanta forza che
le sue parole diventavano spesso grida10, come quando si scagliava
dedicavano
frati
i
esclusivamente allo studio o quando
contro
che si
dell'edilizia
la
conventuale.
tuonava contro
corsa allo sviluppo
Di Giovanni da Parma, ministro generate fra il 1247 e it 1257,
Ubertino ricorda 1'incontro che ebbe con lui a Greccio net 1285.
Fu un incontro trasformante, tanto che ne rammenta addirittura
festa
di
luglio
il
Giacomo
1285,
25
it
san
era
con precisione giorno:
"angelicus
di
Uomo
vir angelicam
preghiera, umile, austero,
apostolo.
delta
ducens",
solitudine ma anche predicatore ardente
amante
vitam
doctor
"fuit
Giovanni
infaticabile,
et virtuosissimus
et clarissimus
e
humilitate
in
austeritate et
et charitapredicator et tante perfectionis
fuga
et
omnis vanitatis
te, contemplationis sublimitate et solitudine
per sanctum virum Leonem eius sotium tam de mandato Sancti patris quarr etiam de devotione
predicti fratris fuerunt solempniter conscripta in libro, qui habetur in armario fratrum de Assizio
et in rotulis eius, quos apud me habeo, menu eiusdem fratris Leonis conscriptis" (ed. F. Ehrle, Zur
des Concils von Vienne, in Archivium fir Literature und Kirchengeschichte,III, 1887,
Vorgeschichte
p. 168).
108
Cfr. A. MARTINI,
cit., p.306.
109AV V, 1,427 b: "quidam sanctus doctor huius sancte paupertatis professor et zelator
strenuus", in una payola uno spirituale.
10 AV V, 3,433 b: "tanto eiulatu clamabat super Regule destructionem quod ignorantibus
viam Spiritus quasi videbatur insanus".
44
ý
Giovanni
Dei
Anche
totus
mundane et
zelo
corosus".
si oppose al
denunciö
dell'Ordine
della
Chiesa,
pubblicamente
che
rilassamento
e
("non omissit coram pluribus summis pontificibus et quampluribus
cardinalibus hanc veritatem ardenter asserere""'); anzi, e proprio per
da
la
Ubertino,
questo che, secondo
miracoli,
sua santitä, confermata
e riconosciuta da molti ma non dalla Chiesa, a conferma della verididelle
del
fu
Giovanni
sue accuse.
citä
assertoreconvinto
ruolo storico
dell'Ordine; in particolare, sempre secondo Ubertino, e stato uno dei
1'angelo
insieme
Bonaventura,
Francesco
identificare
con
primi,
a san
a
del sesto sigillo: "hic autem plenissime asserebat,sicut et egoauribus
in
indignis
meis
ab eius sancto ore audivi, quod sextum signaculum
Francisco et eius statu accipiat ortum et quod in confusione vite et
faventes
)
filios
(eis
regule sue per trasgressores
malos
et eius
ut vid.
debebat
iniquitas ecclesia consumari"12.
prelatos
Leone e Corrado, Egidio e Giovanni da Parma rappresentano la
francescana
fedeltä
la
Ubertino,
santitä
cioe come
cosl come concepisce
della
della
Francesco,
Regola
assoluta a
suaforma vitae.
e
nel rispetto
Raccogliendo la loro testimonianza, insieme a quella di altri autorevoli
"autentici"
dunque
discepoli
di
Francesco,
Ubertino
e
come
si propone
testimone diretto della prima generazione francescana, della quale
1'Arbor vitae e certamente fonte di preziose informazioni13.
Il primo Prologo: la vicenda umana e spirituale di Ubertino
La spiritualitä di Ubertino e strettamente legata alla sua vicenda
dei
dal
Egli
e
personale.
stessone convinto,
momento che, nel primo
due Prologhi dell'Arbor vitae, sente il bisogno di ricordarne i momenti
fondamentali, quelli che hanno determinato profonde trasformazioni
di
la
Secondo
Ubertino,
religioso e
nella sua vita spirituale.
sua vita
fra
da
peccato e constata caratterizzata
una continua oscillazione
fra
fra
fervore,
deviazioni
di
torpore
rotta; e
versione,
e
e correzioni
la
ogni volta
presa di coscienza di se e la spinta a ricominciare e stata
"'AV V, 3,422 a-b.
"2 AVV, 3,422b.
1; Anche in questo casouno studio sistematico poträ esserecondotto solo a partite da un'edizione critica dell'Arbor vitae.
45
determinata dall'incontro con personaggi carismatici che lo hanno
della
fedeltä
la
"rientrare
in
via giusta
se" ea riprendere
stimolato a
Cristo
Francesco.
a
ea
Entrato nell'Ordine dei Minori a quindici anni, nel 1273, fin dal
del
principio
suo noviziato si senti chiamato a meditare continuadi
di
Gesü,
immaginando
vivere accanto a
mente sulla vita terrena
lui negli episodi narrati dagli evangelisti. Ubertino era solito dividere
il racconto dei Vangeli in sette parti, tante quanti sono i giorni della
durante
di
dedicando
esseun'intera giornata,
a ciascuna
settimana,
la quale immaginava di prendere parte agli avvenimenti, di entrare
fisicamente nel racconto, come se ne fosse protagonista. Cosl il lufino
dall'incarnazione
alla nascita
nedl meditava sul periodo che va
di Gesü, il martedi dalla nascita alla fuga in Egitto, il mercoledl dal
battesimo alla scelta dei discepoli, il giovedi dalla Trasfigurazione
"triduo":
il
il
Gerusalemme;
in
venerdi meditava sulla
poi
all'ingresso
discesa
la
domenica
la
inferi,
il
agli
passione, sabato sulla sepoltura e
"varietates
Ubertino,
"Non
possunt exprimi", scrive
sulla risurrezione.
illis
Jesus
in
Pius
primordiis
quos
conceptuum et modorum cogitandi
formabat
in
continue"114.
me
novitiatibus
Nel periodo trascorso nello studium di Genova, fra il 1274 e il
1285, Ubertino continuo a sentire di esserechiamato a meditare sulla
la
"nudus
Iesum"
di
Gesü,
con preghiera e con
nudum
a seguire
vita
l'ascesi, ma nello stessotempo, come dice lui stesso,le distrazioni, gli
la
lo
la
l'interesse
meglio
studio ebbero
per
e
sua
affanni mondani,
inaridi15
si
vita spirituale
Nel 1285, durante una visita al convento di Greccio, incontrö il
"vere sanctissimus" Giovanni da Parma e ne rimase cosl impressioUbertino
il
la
riprese
subito
vigore:
spirituale
aprl
vita
sua
nato che
fedeli
dei
di
testimoni
piü
uno
considerava
che
quello
suo cuore a
Francesco, ottenendone, oltre 1'assoluzione sacramentale, anche una
fondamentale
"instructio"
che risulterä
nella
non meglio precisata
di
"instructio"
i
Ignoriamo
questa
ma certo e
contenuti
sua vita.
improwisamente
Ubertino
in
apri
gli occhi sulla
che quell'occasione
114AV Pro1.I, 4 a.
115AV Prol. I, 3a: "illud tarnen propositum retardante malitia sepe peius feci in relaxatione
vitae et aliis miseriis huius temporis quam hi quos non sic Spiritus lesu interius agitabat".
46
la
dell'Ordine.
intul
Per
prima volta
reale situazione
the qualcosa
frate
era stato messo ai margini dalla
non andava, the se quel Santo
Comunitä cib voleva dire the essaera in cattive mani. Con Giovanni,
insomma, Ubertino scopri it "tradimento di Francesco" da parte di
quell'Ordine the tanto amava.
dopo si recb al "Perdono di Assisi" per completare it
cammino penitenziale intrapreso grazie a Giovanni. Alla Porziuncola
la
del
in
2 agosto di quello stesso 1285 e al
trascorse
preghiera
notte
"immutatio"
fu
profonda
scopri
cambiato,
una
cosl
the
mattino si
lui
per
quasi una nuova nascita116.
Subito
In seguito fu mandato in Toscana, a Firenze, "sub titulo studii".
Qui rimase colpito dalla vitalitä dei fermenti spirituali the animavano
la Chiesa fiorentina e toscana, the egli vedeva "fortiter ebulire": to
Spirito Santo aleggiava su quelle terre e non certo sui dotti ma sulle
discepoli,
Coss,
Dio
anime semplici.
quando
essi in
gli affido' alcuni
divennero
fra
in
realtä
particolare
suoi maestri spirituali:
questi ricorda
fiorentina,
la
"vergine
da
Pietro
Pettinaio
Siena
(t1289)
Cecilia",
San
e
loro
Furono
a
identificato117.
personaggio the non mai stato
a inizia"ad
Ubertino
re
arcana Iesu": in particolare egli afferma the Cecilia
"totum processum superioris contemplationis de vita Iesu et arcana
8
cordis mei et alia multa de parvulo Iesu sepissime me instruxit"'
Coss Ubertino, da maestro quale poteva e doveva essere,si trasformo'
in discepolo di questi "magistri practici".
Sempre a Firenze incontro' Pietro di Giovanni Olivi, lector in S.
Croce dal 1287 al 1289. Ubertino rimase colpito dalla figura dell'Olivi: era un intellettuale, e vero, come quelli the ormai quasi di"doctor
intellettuale
ma
era un
sprezzava,
Santo; non un qualsiasi
figlio
"Deo
karissimus",
"madi
Francesco,
speculativus" ma un veto
gister serafice sapientie". L'incontro con l'Olivi segnb indelebilmente
it cammino spirituale di Ubertino, fece di lui un "novus homo", to
guido' nei misters della Scrittura, "ad alias perfectiones anime dilecti
116AV Pro]. I, 4 a-b:"Ubi tantam immutationem accepi et nomen (novum?) vitae spiritum
Christi et sancte Regule intellectum quod tunc frustra credidi me numquam comunibus relaxationibus inquinari".
"' AV Prol. I, 4 b: "inter quos vir Deo plenus Petrus de Senis pectenarius er devotissima virgo
Cecilia de Florentia".
19 Ibid.
47
Iesu"119,e soprattutto "ad intima tertii status mundi et renovationis
letUbertino
Christi".
L'Olivi,
personale
alla sua
cioe, avvicinb
vite
futulettura
delle
tanto
al
che guardava non
tura
teorie gioachimite,
biblica
in
e, piü
generaro quanto al passato, per cercare nella storia
le, nella storia umana le misteriose tracce della presenza di Dio.
Grande conoscitore della Bibbia e dei Padri, l'Olivi insegnö a Uberin
e
in
Cristo
tutto
che
veritä,
ogni
ciö
ovunque,
tino a riconoscere
Gesü,
in
con
crocifisso
ogni uomo, ea sentirsi sempre,
creatura e
l'Olivi,
"tota
ChriE
che
nella mente e nel corpo120. mentre ascoltava
in
eius passione et cruce",
sti vita non sparsim, sed simul colligebatur
Ubertino ricorda che "in omni actu vie sue mihi occurrebat lesus
dolores
inter
abyssales cordis sui
semper cruce transfixus et quasi
fu
l'Olivi
infondere
in
Ubertino
Insomma
a
sepius submergebar"121.
"vita
di
crocifissa
quel pensiero e quella spiritualitä centrate sulla
Gesü" come asseportante della storia umana che sono alla base dell'
Arbor vitae. Ma Ubertino non segul in tutto il suo maestro, anzi
dichiara esplicitamente di non seguirlo "in aliquibus dictis suis". In
di
solo
punti
contatto,
effetti, come vedremo piü avanti, non ci sono
divergenze.
ma anche rilevanti
Grazie alle amicizie spirituali toscane122,Ubertino mise a pun"modus
praedicandi" che ottenne uno straordinario
to un nuovo
di
immediato,
i
privo
retorica
successo presso suoi uditori, perche
il
Ma
suo comportamento non era pari alla
e cultura profana123.
dottrina. Anzi, come dice lui stesso, serviva con la mente Dio e con
la carne il demonio. In particolare riconosce che viveva troppo nel
lusso, cercando gli onori mondani e abbondando in abiti, libri, vitto
"et rebus temporalibus": proprio quelle cose contro le quali "omnia
119
Ibid.
120Ibid.: "In omni lumine cuiuscumque scientie, quam maxime in altis veritatibus theologiae, et in omni aspectu cuiuscumque create nature quasi ubique intueri dilectum et meipsum
sempre sentire cum Jesumente et corpore crucifixum".
121Ibid.
122Fra queste alcuni hanno voluto includere anche quella con Dante Alighieri, non provata
ma non improbabile, visto che in quello stessoperiodo il poeta frequentava assiduamenteil convenP,
di
S.
Croce.
XII,
Dante
Ubertino
in
Paradiso,
lo
121.
menziona
to e stadium
opinione comune,
fra gli studiosi, che I'Arbor vitae sia fra le fonti della Divina Commedia: in particolare i vv 37-39
dell'XI canto del Paradisosembrano una citazione letterale di AV V, 3,421 b.
123Ibid.: "quasi semper legendo, colloquendo et predicando novis modis et devote sepe in
admirationem inducentibus".
48
doctrina mea continue fulminabat". Il tutto con la scusa delle sue
infermitä fisiche, che invece, a suo giudizio, proprio da questi, eccessi
traevano origine.
Dopo quattro anni dal suo arrivo a Firenze Ubertino, per continuare gli studi, parti per Parigi, dove si trattenne nove anni, dal
1289 al 1298.
Durante il periodo degli studi universitari, frequentando 1'ambiente
degli
la
di
Ubertino si inaridl
studenti parigini,
vita spirituale
malsano
di nuovo, cancellando quasi completamente i progressi spirituali della
"prima reformatio"124, cioe del periodo fiorentino. Cosi, almeno, dice
libro
del
terzo
nella confessione riportata nel quindicesimo capitolo
dell'Arbor vitae, dove come al solito esasperai suoi peccati, che forse
limitavano
si
a una disattenta vita spirituale, all'eccessivo interesse per
frequentazione
donne,
l'unico,
delle
concreto peccato
gli studi e alla
libro12s
del
indicato
terzo
esplicitamente
nel capitolo quindicesimo
Ma proprio al culmine di questo dissennato periodo, nel 1298,
1'anno stessoin cui Ubertino fece ritorno a Firenze come lector, Dio
facendogli
in
incontrare un altro personaggio carisuo aiuto,
venne
da
lo
la
Angela
Foligno
smatico che
segnö profondamente:
mistica
(t1309)12G. Come anni prima, quando aveva avuto in Cecilia una
donna,
fede,
di
in
Ubertino
in
trovö
una
ancora una volta
maestra
una mistica, una valida guida spirituale, cogliendo nelle sue parole e
dell'Ecdell'imminente
la
insegnamento
avvento
nel suo
conferma
donna
Ubertino
E
in
e
che
clesia spiritualis.
una
non a caso sempre
di
di
la
della
Francesco, in quella
intentio
ritrovare
afferma
purezza
124AV Prol. I, 5 a: "totam primam reformationem fedaveram".
125Cfr. AV III, 15,241 a: "anima mea... ab eo cecidisti ec dedisti maculam in gloria tua, et
inclinasti femora tua mulieribus... Sed to misera et immunda, virginitatis privilegio expoliata jam
in eternum ipsam recuperate non pores".
126L'incontro con Angela da Foligno avvenne, dice Ubertino, "vigesimo quinto... anno etatis
mee" (AV Prol. I, 5 a). Cosl almeno si legge nell'incunabolo. Essendo nato net 1259, it venticinquesimo anno cadrebbenet 1284, quasi in concomitanza con 1'arrivo a Firenze. Dunque it periodo
parigino dovrebbe essereanteriore. Ma questo contrasta con la cronologia di Angela da Foligno,
the perse marito e figli net 1285 e solo dopo quella data cambib vita, vendette tutto ai poveri e,
fattasi terziaria francescana,inizib un cammino spirituale the fece di lei la piü grande mistica del
suo tempo. Ne conseguethe l'incontro fra Ubertino e Angela non pub essereanteriore at 1285.
Evidentemente la lezione dell'incunabolo a errata, come confermano alcuni manoscritti the invece
di "vigesimo quinto... anno etatis mee" riportano la lezione giusta: "vigesimo quinto anno religionis mee deformate" (Maio dfcilior), net venticinquesimo anno di vita religiosa "deforme", cioe
segnatadal peccato. Quindi, essendoentrato in convento net 1273, l'incontro ebbe luogo net 1298.
Cfr. C. M. MARrfNEZRufz, De la dramatizaclon... cit., p. 35.
49
Chiara d'Assisi, "per doctrinam et Francisci monita Deo charissima
fra
del
i
e
tutti sedicenti seguaci
et sponsa sanctissima"127,che stata,
Poverello, colei che piü strenuamente ne ha difeso e salvaguardato,
la
1'altissima
paupertas, anche spiritualitä e gli ideali.
con
Ad Angela, "vere angelice vite in terris", 128Dio rivelö i segreti del
dice
di
impressionato
Ubertino:
talmente
che
egli ne rimase
cuore
fui".
fuerim
Un
ille
jam
cambiamento, questa
qui
ex tunc non
-"
lo
Angela
irreversibile.
guari nel corpo e nell'animo, cosicche si
volta,
"de
129,
dette
novo genitus"
e
una svolta
send spiritualmente rinato,
di
dedicarsi
lettorato,
decise
lasciato
il
alla predicazione
alla sua vita:
itinerante in Toscana, nella Marca anconetana e in Umbria, fra il
1302 e il 1304, durante la quale iniziö a diffondere quelle verita che
loro
hanno
definitiva
trovato
collocazione
poi
una
piü pienamente
nell'Arbor vitae13o
Le "veritä" che Ubertino annunciava a tutti13' dovevano essere
dato
Perugia
trovava
a
che, mentre si
a predicate,
piuttosto scomode,
fu
la
di
fu
dai
interrompere
imposto
e
mandato
sua
attivitä
gli
supe-
127AV V, 6,447 b.
121
AV Prol. I, 5 a.
129AV Prol. 1,5 a: "et infirmitates et languores ab anima et corpore sic repulit, et priores
distractiones renovavit, ut nullus sane mentis qui me prius cognoverit habeas dubitare quin spiritus
Christi in me sit de novo genitus". Al di Iä della veridicitä di queste affermazioni -e non possiamo
Ubertino segue una strategia precidubitare che siano fondamentalmente vere
che
qui
evidente
-e
fedeltä
difende
la
leader
di
dal
r~
il
che
pratica
e
alla Regola, cerca
un gruppo
momento che ora
sa:
di prevenire possibili obiezioni legate alla sua condotta. E cosi gioca d'anticipo, riconoscendo di
aver commesso ogni genere di peccato, per poi attribuire alla grazia, alla misericordia di Dio e alla
la definitiva conversione al
di
"profetessd'
Angela,
il
cambiamento
e
come
una
mediazione
servizio
del messaggio di cui e portatore per volontä di Dio. Per questo motivo la sua "lama" di peccatore
denigrate il suo insegnamento, dal
non pub e non deve piü essere presa a pretesto per
momento
dalla pretesa di essere migliore degli
divino
da
mandato
e
non
un
preciso
che questo scaturisce
"Obsecro tarnen illos qui lecturi sunt hec scripta et
altri. Scrive infatti nel primo prologo:
qui meos
defectus horrendos cognoscunt quod malo meo exemplo non retrahantur a sequela Christi, nec me
velint sequi in his quibus meipsum ipse non sequor. Nam non opero ego ilia, sed quod inhabitat
in me peccatum. Ego mente servio legi Dei, et credo que dico et ea facere licet semiplene desidero,
carne autem servio lege peccati" (ibid. ).
130In realtä sembra che Ubertino abbia interrotto la sua attivitä di lector in S. Croce
per un
motivo molto piü banale, come si evince dalla testimonianza d'accusa dei frati della comunitä nei
suoi confronti, riportata net Rotulus iste (1310-1311), da cui risulta che lascib la Provincia in segno
di protesta per non essere stato nominato definitore, carica cui teneva molto, forse troppo: "ambiebat ut esset definitor et fratres noluerunt eum in difl'initionem
eligere, ideo recessit a consortio
fratrum illius provincie" ( Rotuhus iste, ed. F. EHßt.e, cit., p. 119). Cfr. C. M. MARTINFZ Ruiz, De la
dramatizacion..., cit., p. 212.
11 A questo periodo risalgono anche alcuni sermoni. Rimando, su questo
argomento, alla
relazione di Marina Soriani Innocenti.
50
"in
riori
esilio" alla Verna, forse per prevenire un piü che probabile
intervento di censura da parte di Benedetto XI. Ubertino aveva allora
quarantacinque anni. Anche questa volta la vicenda personale si rivelb parte di un piü grande progetto divino, dal momento che quel
soggiorno determinb in lui ulteriori "transformationes in Iesu"; senza
perb, evidentemente, modificare piü di tanto il suo carattere, perche,
dice
lui
come
stesso, "hoc est stupendum meum malefactum: quia
sempre eo peior fio quo melior essedebeo"132.Non baste, infatti, la
del
luogo
fargli
la
delta
santitä
a
superare rabbia
persecuzione di cui si
sentiva vittima; anzi Ubertino dichiara espressamenteche in principio
ci stava malvolentieri, alla Verna, e che perfino sul Santo Monte tomb
to
Ma
Spirito Santo ebbe comunque la meglio, tanto che
a peccare.
durante quel periodo, come dice lui stesso, "ineffabilibus modis tota
Christi
simul et gloria
crux et passio, simul et vita Dei hominis, mihi
immittitur, et inestimabilis fletus super destructione Christi vite et
adulterate Ecclesie tota cordis reliquatione quasi continue immissus
est mihi"133.
Secondo Ubertino, Gesü, il vero autore del libro134, prima di
ispirargli i pensieri e la dottrina, spinse i frati a sollecitarlo perche
di
scrivessequalcosa carattere spirituale, delle prediche oppure delle
di
Cristo, o ancora un commento all'Apocameditazioni sulla vita
lisse135.Dapprima riluttante, grazie poi alle insistenze del guardiano,
di cui non fa il nome13G,e del fratello Giovanni, anch'egli frate alla
Verna, si decise a scrivere un breve commento ad alcuni versiculi sulla
passione, partendo da quello che, nell'attuale stesura dell'Arbor vitae,
e il capitolo nono del quarto libro, relativo alla preghiera nell'Orto
degli Ulivi: era il 9 marzo 1305. Poi, dopo un mese di lavoro, I'll
domenica
delle Palme, Gesü gli ispirb dapprima di estendere
aprile,
132AV Prol. I, 5 b.
133Ibid.
134Ibid.: "Iesus qui librum istum ut arbitror ipse complebit".
135Ibid.: "... guardiansu cuius impomrnis tttolestiissepius iteratis illius manu hoc modo liber
iste incepit. Nam uterinus frater et mihi cura filius... inc tnolestabatcontinueprecibats etguardia...
num predictum ut mepropulraret quod saltem versiculos qui sunt huius vite capitula cum eo quod
sentiebam de cordiali passioneJesuscribenti guardiano loquendo edicerem".
13'Ubertino race il nome del guardiano e non e facile identificarlo, perche la
cronotassi dei
guardiani e discontinua per quel periodo. Nel 1303 ricopriva questa carica frate Giacomo, nel 1312
frate Giovanni. Cfr. M. B. BAttFUcci,11Monte della Verna.Sintesi di
nit tnillennio di vita, Firenze
1992, p. 181.
51
il discorso all'ingresso in Gerusalemme, con il quale comincia il
libro IV, quindi all'intera sua vita terrena137 e infine alla questione
dei mali della Chiesa, corpo di Cristo, letta in chiave escatologica. E
dello
la
Ubertino,
dopo
iniziali
spinta poderosa
sotto
rifiuti,
cosi,
gli
Spirito Santo, si trovb a scrivere come un fiume in piena: "Propter
longitudine
ipse
in
liber
incomparabiliter
quam
plus excessit
quod
estimaveram"138
Un ruolo non secondario nella redazione dell'Arbor vitae e nella
donna,
lo
di
Ubertino
che egli
svolse, ancora una volta, una
vita
de
la
"virgo
Castelli",
civitate
ricorda con particolare gratitudine,
identificabile in Margherita, terziaria domenicana morta nel 1320,
in
di
"adiutorium
lui
fu
scribendo"139.
et confortamentum
per
che
Pur essendo lontana, con spirito profetico, questa donna seguiva
lui
di
Ubertino,
lavoro
il
che,
mentre
scrial punto
costantemente
dovuto
in
E
scrivere
un'altra140.
veva una parte, sapeva cosa avrebbe
di
le
dallö
salute,
sconforto per sue cattive condizioni
quando, preso
lavoro,
fu
il
di
termine
non riuscire a portare a
comincib a temere
lei a predirgli non solo che Gesü l'avrebbe guarito ma che lo Spirito
Santo gli avrebbe dato un'assistenza determinante per completare
1'opera141,portandola a termine entro la data prevista, cioe entro il
del
di
130514z
mese settembre
L'Arbor vitae e il frutto della complessa e controversa vicenda
di
Ubertino:
nell'opera convergono e concorrono come elementi
umana
del
della
Chiesa
le
tempo,
suo
costitutivi personaggi e avvenimenti
le idee e le suggestioni provenienti
francescano,
dell'Ordine
vicende
dal mondo degli spirituali, del laicato e delle mistiche toscane e umbre
degli inizi del secolo XIV.
137
AV Prol.I 6 a: "cum venissemautem ad primum versiculum, lass firtura previdem, fortissiQuo
facto
dolores
Iesu
instigabar a
Iesu
fuit
immissum
exponerem...
ut
cordiales
a
spiritu
mihi
me
Jesuquod sue passionisdescriberem totum cursum. Et dum in his procederem immissum est mihi
libellum
Jesu
transcurrerem,
parvulum
ex evangelicasilva transcriberem, quem
totam
et
vitam
quod
dilecti lesu myrrhe fasciculum appellaxem".
138
Ibid.
139Prol. I, 6 b.
140Ibid.: "dum vix tertiam libri pattern fecissem,mihi predixit que eram positurus in alia".
141Ibid.: "in ultimo trium predictorum mensium compilavit Spiritus lesu Christi".
142Ibid.: "iuxta quod ipsa predixit dans mihi terminum mensis septembris".
52
Coautore, per cosi dire, dell'Arbor vitae e il monte della Verna,
francescane,
di
di
la
non
memorie
misticismo e
che, con
sua carica
fonte
di
ispirazione,
ha
e
Ubertino
a scrivere, ma ne stato
aiutato
solo
dichiara,
lui
quando se ne allontanb
stesso
al tal punto che, come
di
degno
per qualche tempo non riusci a scrivere nemmeno un rigo
dovette
distruggere
inserito
tutto
nell'opera e, al suo ritorno,
essere
da
"mirum
capo:
est autem quod mihi accidit, quoniam
e riscriverlo
licet ex debilitate de monte sacro descenderim ut alibi scriberem, non
huic
operi posset aptari,
potui nec minimum verbum scribi, quod
imo totum oportuit destrui et refici iterato" 143
L'Arbor vitae e caratterizzato da una grande unitä e coerenza,
libri
fra
diversitä
i
primi quattro
anche se molti notano una certa
e il quinto, non solo negli argomenti trattati ma anche nello stile e
In
e
linguaggio.
impressione
Secondo
e
realtä
sbagliata.
me una
nel
diversitä
dei
la
temi a indurre un cambiamento nella tonalitä
solo
libri,
il
e
lessico144.
E
infatti
cui stile
anche nei primi quattro
e nel
lo
il
1'argomento
ritmo e
richiede,
piü pacato e meditativo, quando
il tono si accendono e spunta fuori il furente polemista, rivelando la
finalitä dell'opera, tutta tesa a dimostrare lo stretto legame esistente
fra "interesse cristologico e polemica ecclesiologicä'145;ma rivelando anche quanto la personalitä di Ubertino fosse contraddistinta
da una psicologia bipolare e fortemente emotiva, che lo fa passare
del
bambino
della
dalla
dolcezza
contemplazione
repentinamente
Gesü, ai toni cupi e pessimistici di quando riflette sui peccati suoi
della
di
fino
delle
degli
invettive
quando parla
alla virulenza
altri,
e
decadenza della Chiesa e della rilassatezza dei frati. Ubertino e una
figura complessa, contraddittoria; in lui e difficile separare i diversi
dal
dal
il
della
il
polemista, contemplativo
personalitä, mistico
aspetti
fiero e combattivo difensore degli spirituali: si sente un profeta e del
forme
di
biblico
linguaggio
espressione.
e
riprende
profeta
La contemplazione dei divini misteri riempie 1'animo e la penna
di Ubertino di una straordinaria commozione, di un lirismo senza
143
AV V, 4,437 b.
'44Sul linguaggio e il lessicodi Ubertino dr. M. DAAtIATA,Pieta e storia..., cit., pp. 78-82.
'45G. L. PorFSrA,Arpetti e intplicazioni..., cit., p. 287.
53
lettore,
il
pari, che coinvolge
come per esempio quando, parlando
di Gesü bambino in braccio alla madre, si commuove e si scioglie in
di
di
delicatezza
infinite14G;
tenerezza
o quando
espressioni una
e una
"vede" la Madonna sofferente ai piedi della croce ed erompe in un
dolore147.
di
grido
vero e profondo
Ubertino riesce ad immedesimarsi non solo nei personaggi dei
Vangeli ma perfino negli animali, come quando immagina di essedel
bue
1'asinello
Presepio, e addirittura negli oggetti, come
il
re
o
la paglia del giaciglio su cui riposava Gesü bambino: "fateor quod
tanta me unione iungebat sibi, ut non tam preterita recolere quam
presentia iugiter mihi videretur inspicere. Et nunc me asinum, nunc
bovem, nunc presepium, nunc fenum super quod iacebat, nunc sibi
famulum,
assistentem
nunc sibi congenitum uterinum, nunc ipsum
faciebat
lesum
parvulum
me mira transformatione sentire in omnibus
148.
actibus vite sue"
In certi passi dell'Arbor vitae sembra quasi che Ubertino perda completamente il controllo di se, abbandonandosi alle intense
dei
divini
dalla
misteri, nei quali
emozioni scaturite
contemplazione
la sua mente si immerge in modo totale, dimenticando ogni freno
inibitore. Nascono da questa sua emozionalitä i toni a volte un po'
drammatici,
oppure certe
troppo melliflui, altre volte esageratamente
espressioni che oggi possono apparire addirittura sconvenienti, come
frixus
"panis
in
definisce
Cristo
patella stridens", "caprä'
quando
149
"hircus"
oppure
In Ubertino spessola contemplazione si trasforma in immaginadifficile
e
per noi, oggi, tracciare un confine netto
zione e viceversa; ed
fra realtä e fantasia. L'immaginazione non e soltanto una caratteristica
della sua personalitä: e lo strumento fondamentale del suo metodo di
146Cfc AV I, 11,72 a- 73 a.
147Cfr. AV IV, 25,336 - 337.
'48AV Prol I, 3 b.
149AV II, 5,112 a-b. Ovviamente si tratta, in ultima analisi, di riferimenti alla Sacra Scrittura: la capra o il caprone, per esempio, sono menzionati piü volte nell'Antico Testamento, come
vittime sacrificali. Quanto all'espressione"panis frixus in patella stridens" e probabile che Ubertino
avessein mente il celebre miracolo eucaristico di Trani: secondo una tradizione risalente al secolo
XI, una donna ebrea, in spregio at sacramento dell'Eucarestia, fece friggere in una padella
un'ostia
consacrata,furtivamente sottratta durante una Messa.Trasformatasi in carne sanguinante, l'ostia fu
poi trasportata in Cattedrale divenendo oggetto di culto. Su questo miracolo cfr. N. NAStm, L'Italia
dei miracoli eucaristici,Siena 2003 (= Quaderni di
spiritualitä eucaristica 2,1992), pp. 37-49.
54
di
di
La
immagini
orazione.
sua capacitä
create
mentali,
rappresenfatti,
tare
personaggi ed episodi, visualizzandoli con efficacia tale da
trasformarli in vere e proprie sceneggiature, e davvero straordinaria.
Ubertino definisce questa attitudine mentalis intuitus: il mentalis intuitus gli consente di superare i limiti del sentire corporale ("corporalis
aspectus"), che per sua natura e "debilis et infirmus", per giungere a
"stabilis,
di
fosse
il
un modo
certus et clarus"lso vedere passato come se
il presente e addirittura di prendervi parte come protagonista. Grazie
di
"integrare"
le
Ubertino
Sacre
in
intuitus
e
grado
ciö che
al mentalis
Scritture omettono di dire, riuscendo a ricostruire le scene della vita
di Cristo in tutta la loro logica interezza: "nec obstat si diceres quare
de
talibus nihil scribunt. Scribunt enim tantum, ex quo
evangeliste
potest mens devota ista enucleare non dictä''S1
Questo discorso non vale solo per la Bibbia: si pensi per esempio
di
Ubertino sulle stimmate, in cui il racconto ragalla meditazione
livelli
di
drammaticitä
di
lirismo
davvero
giunge
rari: anche se scrive
e
del fatto a distanza di oltre ottanta anni, to fa con la forza e 1'intensitä
di un testimone oculare. Come at solito, gli basta solo visualizzare la
1'
fa
intuitus
scena e
mentalis il resto.
11secondo prologo
Se it primo prologo a caratterizzato dagli aspetti autobiografici, it
secondo e piü marcatamente teologico ed e fondamentale per capire
la spiritualitä e la mistica dell'Arbor vitae.
Ubertino parte dalle parole della lettera ai Galati di san Paolo:
"non Sono piü io the vivo ma e Cristo the vive in me"152.L'amore di
Cristo, the si incarna e vive in ogni cristiano, secondo la dottrina dello
Dionigi
del
Areopagita,
pseudo
quale Ubertino cita it quarto capitolo
del De divinis nominibus, "est extasim faciens". Fra Cristo-Dio, the e
...
la fonte dell'amore, e l'uomo, the a l'amato, si costituisce un rapporto
d'amore the vive di per se, the supera i limiti e le infedelta dell'uomo
'soAV IV, 29,350 b.
'51AVIV, 14,321a.
u2 Gal. 2,20.
55
l'uomo
in
l'amore
to
Nell'estasi
Dio.
trasforma
mistica
e spinge verso
Dio: questo e cib the intende san Paolo quando scrive di se "Vivo ego
iam non ego, vivit vero in me Christus" 153Nell'amore l'uomo si eleva
dalla sua bassezza,vince la sua natura di peccatore e si rende conforme
it
in
"verus
Christi
a
imitator",
Cristo154
L'apostolo,
questo senso
a
La
deve
perfezione non altro
uniformarsi ogni cristiano.
modello a cui
e the la disponibilitä dell'uomo ad accogliere Cristo ed esserecome lui.
Cristo e la vita e chiunque vive, vive grazie at suo amore.
Lamore trova la sua forma piü completa nella contemplazione estadimostra
1'estasi
ha
cristificante
tica, the
un potere trasformante, come
durante la quale Francesco,l'amante, ricevette le stimmate, conformandosi in tal modo all'amato, Cristo, anche nell'aspetto esteriore. Chi si
desiderare
di
da
Dio
ricongiungersi a
non pub the
riconosce generato
lui e cib e possibile nella contemplazione, nell'estasi mistica: gli uomini,
"vin
dovrebbero
estatici"155.
essere
tutti gli uomini
In Cristo, con Cristo e grazie a Cristo l'uomo diventa "familiare di
Dio", anzi, "figlio" di Dio, it quale si prende cura di lui proprio come
bisogno
figlio,
it
fondi
suo
soddisfacendo
un padre si prende cura un
damentale, the e quello di essereamato e nutrito delta vita stessathe e
Cristo. Dio dä la vita all'uomo per quattro vie: la "via generationis", la
"via nutritionis", la "via allocutionis", la "via vitalis habitationis".
La prima e la via delta generazione: Dio genera l'uomo con tutto
di
la
dalla
Cristo,
morte
vita
come
se stesso e ogni cristiano riceve
dice Paolo nella Lettera ai Romani: "Quicumque baptizati estis in
Christo Iesu, in morte eius baptizati estis" (Rm 6,3)156.La seconda
e la via delta nutrizione: poiche ognuno a cib the mangia, Gesü ha
"Ego
dare
sum
se stesso all'uomo come cibo spirituale:
voluto
...
la
delta
descendi"157.
La
e
de
Parola:
la
terza
via
celo
panis vivus qui
delta
la
la
a
a
ricerca
veritä; per questo
vita conoscenza e conoscenza
Gesü, fonte di sapienza, ha insegnato all'uomo quelle verita the non
153
AV Prol. II, 7 b. La citazione ricorre frequentemente nell'Arbor vitae a costituisce "I'intenzione profonda the anima Ubertino" nella redazione dell'opera, tutta finalizzata all'assimilazione
con Cristo, assimilazione the trova in san Francescoit suo "modello piü alto": cfr. G. L. PoTESTA,
Aspetti e implicazioni... cit., p. 287.
'54AV Prot. II, 8 a.
'55Ibid.
156 Ibid.
157Ibid.
56
falliscono e che to guidano alla salvezza.Infine c'e la quarta via, la "via
1'uomo
ha
bisogno
di
habitationis":
come
un ambiente adatto
vitalis
fuoco
per vivere, perche non pub vivere nell'aria, ne nell'acqua, ne net
1'anima
Cristo,
in
terra,
ma solo sulla
cosi
non pub vivere altrove che
it luogo del suo riposo naturale1$8.Ecco perche l'uomo spirituale deve
tenere fissa la sua mente e it suo cuore in Cristo, fonte delta vita: se
di
lui
di
lui,
dal
in
non vive
e presso
punto
vista spirituale muore.
Lo scopo di Ubertino, net redigere l'Arbor vitae, e sostenere questa
dell'uomo
Cristo
Di
primaria necessitä
spirituale.
- scrive rivolgendosi at lettore
"toto -facio tibi unam arborem immaginativam"151,
narrando e commentando tutta la sua vita, il suo insegnamento, il
la
la
sola via
suo esempio, sua azione nella storia, che costituiscono
la
per quale it cristiano pub giungere alla propria cristificazione, cioe
alla completa identificazione con Cristo.
Se Dio e signore delta storia, la storia deve portare, e di fatto
disegno
del
disegno
di
i
Questo
porta, segni
suo
si compie
salvezza.
degli
di
la
la
Gesü,
ha
Dio
per mezzo
creazione e storia
cui
affidato
fra
dell'universo.
Gesü
il
Poiche
e
mediatore
uomini, costituendolo re
Dio e 1'uomo ed e la fonte delta sapienza e delta conoscenza, tanto
la teologia quanto 1'ecclesiologia non possono che identificarsi con
la cristologia. E questo e it tratto piü originale del pensiero ubertiha
it suo centro nella vita
niano1G0:riflettere sulla storia umana, che
di
di
dell'amore
Cristo,
Dio,
i
terrena
significa cercare e trovare segni
la
disegno
il
insegnamenti,
conoscere sua volontä ei suoi
scoprire suo
di salvezzaper ciascun uomo e per l'intera Chiesa.
Le radici dell'albero:
il mistero dell' Incarnazione
Cristo dunque a it principio e it fine, it centro e la fonte dell'Arbor
della
di
Ubertino, rigorosamente cristocentrica.
vitae e
spiritualitä
Cristo e l'unico modello e it punto di riferimento della vita di ogni
dell'uomo16',
dare
Lui
Lui
cristiano: solo
pub
solo
un senso alla vita
u8 AV Prol. 11,8 a-b.
159AV Prol. II, 9 a.
160C. M. MARTINFZRuiz, De !a dranratzutcion..., cit., pp. 108-114.
161
AV III, 17,247b
.
57
in
"0
bisogni
i
te
alia
noli
mea
piü profondi:
anima
ne esaurisce
distrahere, nec alium cibum querere, quia sufficit tibi ad omnem
Quicquid
Quid
Iesum?
Iesus...
enim
est utile extra
suprabundantiam
extra ipsum est, est perditio non solum temporis, sed etiam subiecti
istos
Anima
ipsum
mea
noli
audire
operantis, et
est opus amarum.
delectabile,
nihil refectivum,
garrulos, quia nihil est salutare, nihil
facere
benedictus
illud
ipse
Jesus
quod
et
nisi
nihil perfectivum,
dignatus est in carne" 162
Cristo e principio, fine e modello di tutta la creazione: "omnia
E
della
del
ipsum
in
ipso
creato e signore
creata sunt"163 re
per
et
fanno
di
in
della
Chiesa
tutti
parte,
ogni
coloro che ne
e
storia, capo
da
di
luogo1G4,
in
cib che
tempo e
ogni cosa creata,
come pure
ogni
e inanimato fino agli angeli1G5:poiche infatti vi e un solo corpo, cosi
deve esserci un solo capo1G6.
In Cristo sta la pienezza di ogni sapienza, non solo "quantum ad
differentias
"quantum
cognoscendi".
ad modum et
cognitä' ma anche
In lui, infatti, risiedono tre "modalitä" di conoscenza: la conoscenza
"eternä' che gli deriva "ex parte divinitatis", la conoscenza "sensibilis" che gli deriva "ex parte sensualitatis et carnis", la conoscenza
"essentialis" che gli deriva "ex parte spiritus et mentis": egli possiede
la sapienza "et ut Deus, et ut homo"167.
La riflessione di Ubertino si concentra quindi sulla vicenda terinsuperabile
di
Gesü,
norma vitae per
considerandola unica e
rena
fine
1'uomo
di
dell'amore
A
e
al
per
salvarlo
causa
ogni cristiano.
dalla dannazione eterna, Dio si e incarnato, accettando sofferenza,
ha
fatica,
dolore
L'incarnazione
la
cambiato
e
morte.
umiliazione,
fatto
della
Cristo
e
dell'uomo
il
si
storia.
uomo per
e corso
sorte
la
1'uomo,
in
per
carne,
essere
nobilitare
tutto
per
carne
nobilitare
beatitudinis
"0
mee materia, o mee punitutti:
caro vivificativa, o
desiderii;
in
transforma
me
te ut in te
mei
satiativa
tionis solutiva, o
162Cfr. AV III, 17,247b.
163AVI, 9,36b.
'saIbid.: "Christus est Caput ornnium qui ad ecclesiampertinent secundum omnem locum,
tempus et statum".
165AV I, 9,37 a: "caput omnium, beatorum angelorum et hominum".
'66Ibid.: "ubi enim est unum corpus necesseest ponere unum caput".
167AVI, 9,37b.
58
liber
in
te
te
te
tu
vivam,
requiescam,
cogitem,
comedam, ut
sis mihi
lectus
tu
studii,
somni, tu archa thesauri, tu tranquillatio
animi, tu
plena crucifixio mee carni peccati, tu plena transformatio cordis mei
in te eternum verbum, quod in te et per te habitavit in nobis plenum
gratie et veritatis"168
Accanto al Figlio e sempre ad essoaccostata, la Madre del Redenha
di
tore
primo piano nell'Arbor vitae. Maria non e solo
un posto
la madre del Figlio di Dio, ma anche la madre di tutti gli uomini e
del
Cristo
il
Predestinata
primato sul creato1G9.
prima
condivide con
la
ha
del
Messia,
Ella
tempo ad essere madre
un rapporto particolare
"ipsa
fuit
il
Figlio
in
Lui,
e
ed unico con
omnium
ed per questo che,
generatrix, mediatrix, reconciliatrix, excusatrix et advocata omnium
la
la
devozione
1'ammirazione
Nonostante
per Vergine,
peccatorum"170.
e
Ubertino ha la piena consapevolezzateologica della natura e del ruolo
di Maria; ribadisce, infatti, che la Madonna e mediatrice non rispetto
bensi
Dio
Padre,
a
rispetto al Figlio, perche e il Cristo il solo mediatore fra Dio e 1'uomo: "0 mater nostra, advocata sollicita, procuratrix
fida: tu es mediatrix inter nos et parvulum, sed ipse est mediator Dei
hominum"171.
la
di
Cosi
Cristo
pienezza
ogni
et
compete
mentre al
della
"sicut
la
dispensazione
Madonna
compete
grazia:
ab
grazia, alla
ipso fluit omnie gratie plenitudo, sic per gloriose matris manus transit
dispensatio"172.
di
la
Come
Cristo
prese su se sofferenza
omnis gratie
di tutta 1'umanitä cosi anche la Madonna sopporro il dolore di tutti
e nessun'altra creatura ha mai sofferto quello che lei ha sofferto ai
della
di
Gest,
croce, cooperando con
piedi
se, al
con tale sacrificio
dell'uomo173.
Trattenersi
Maria,
riscatto
nella preghiera accanto a
imitandone la fede, l'obbedienza, la povertä, l'umiltä e la sua totale
disponibilitä ad abbandonarsi nelle mani di Dio, significa pregustare
la felicitä eterna. Per questo alla Madonna sono dedicate moltissime
fra
le
pit mirabili e profonde, dell'Arbor vitae. Come quella
pagine,
di
di
Gest
Betlemme: Ubertino si
relativa alla nascita
nella grotta
" AVI, 11,72a.
169
AV IV, 38,399 a.
10 AVIV, 15,324 a.
171
AVI, 11,72a-73a-b.
"ZAVI, 10,48a.
`AV
IV, 15,324 a.
59
Predavanti
la
lungo,
at
con sua tipica tecnica evocativa,
sofferma a
delta
Riflette
"doctrine
sulla tenerezza
magne magisterium".
sepio,
Madonna verso Gesü bambino, sul modo di accarezzarlo, di baciarlo,
di allattarlo, con una dovizia di immagini e di dettagli che stupiscono
descrittiva14.
la
per straordinaria efficacia
L'Incarnazione e 1'evento centrale delta storia umana, it momendelta
dell'abbassamento,
delta
la
exinanitio,
to in cui Dio sceglie via
dalla
basso,
dall'alto
it
"salto"
verso
rinuncia totale, compiendo un
delta
deformitas
dei
natura umana, e assumendo vocieli alla
gloria
lontariamente su di se sofferenze, umiliazioni, insulti, percosse e
dilectus
Jesus
iste
"Attende
illos
ad siamorosos saltus quos
morte:
fecit
a sue sublimimilitudinem sue persone, et pro nobis voluntarie
infirma
in
et nostre saluti accommoda... saltavit
nostra
tatis extremo
in immensos dolores pro nostra redemptione... saltavit ad tantam
deformitatem ex penis sibi illatis et impiorum sputis". Tutto questo
Dio,
1'uomo
con
anzi per
peccatore
solo per amore, per riconciliare
humana
"Attende
Dio:
autem quod sicut natura
renderlo simile a
Christo
in
inimica,
Dei
Christi
veto sic est unita,
non considerata ut
"I.
fit
homo
Deus"
ipse
ut
L'abbassamento volontario di Cristo si compie con un ultimo
"salto" nella morte in croce: "saltavit in lachrymosam et flebilem
lachrymis
in
tradidit
et
morte
mortem, quando cum clamore valido
it
E
compimento
animam suam". mentre si sofferma a contemplate
delle profezie del Dio crocifisso, del quale it profeta Isaia diceva "non
leprosum
Deo
et
a
quasi
pererat ei aspectus et consideravimus eum
di
lettore
Ubertino
riflettere su quel totale annulchiede at
cussum",
lamento, su quel "salto divino" dall'infinita gloria all'infinita umiliaIesu,
benedicti
"Vides
quomodo pro nobis
tu saltus amorosus
zione:
his
divinorum.
in
Et
saltibus tam
saltavit ad simillitudinem saltuum
Deus quam homo assumptus nobis benignissime condescendit, quando exinanitus pro nobis nostra sic abunde dignatus est pati". Quando
inverte
Dalit
e
repentinamente.
si
tutto
compiuto, perö, processo
1'abissodel sepolcro, vinta la morte, Cristo risuscita e di salto in salto,
del
le
tappe
suo annullamento, torna a sedere
ripercorrendo a ritroso
14 Cfr., per es.,AV 1,11,57 b -58 a.
175
AVI, 9,43a.
60
destra
del
"Sed
Padre:
alla
consumata nostra salute per gradus per quos
descenderat retrocessit resaltando usque ad dexteram Dei Patris"176.
Ubertino dunque pone subito 1'accento sulle scelte, sugli aspetti
the ritiene fondamentali e caratterizzanti la vita terrena di Gesü fin
dalla nascita: l'annullamento di se, la rinuncia alla propria volontä,
l'indigenza, la debolezza, le privazioni, in una parola it farsi radicallungo
da
Comincia
povero.
qui un
e sempre piü
mente e totalmente
"accerchiamento"
del
lettore,
dimostrare
la
e
per
povertä
the
serrato
la
da
delle
Gesü
"forma
a
piü
come
alta
virtu
stata scelta
vitae", the essa
la
e condicio sine qua non per chi cerca la santitä. Non c'e alternativa,
la
e
per nessun cristiano, perche questa
via indicata espressamente
da Gesü e dunque, in quanto tale, a vincolante come un comandadevono
il
i
mento per tutti cristiani, the
necessariamente seguire suo
beni
il
ReCome
terreni
the
esempio.
sarebbe possibile cercare quei
dentore ha rifiutato? Come amare cib the Egli disprezzb e dirsi suoi
discepoli? Come imitarlo senza condividerne lo stile di vita? Eppure
il
chi
asserisce
c'e
contrario, specialmente quei religiosi the vivono
in monasteri e conventi dove non manca nulla, sostenendo anzi the
la mancanza di preoccupazione per it domani e indispensabile per
dedicate
dicitis
di
"Quid
interamente
vos
potersi
alla vita
orazione:
religiosi in vestris actibus sepecontumeliosi? ... Ex austeritate inquiunt
impeditur.
Corpus
sanus abundans vestimentorum,
vite contemplatio
decora,
locus
cella
spaciosus, provocant animam ad gaudentum in
Deum'177. Costoro non solo vivono nell'agio, invocando la prudenza
("temperate dicitis agendum est, discretio mater est virtutum"), ma
"dogmatizare
forma
di
presumunt", asserendo the una qualsiasi
pure
"ordinata
dirsi
perfetta
vita religiosa
ad contemplationem" non pub
"nisi haberet sufficientes divitias, quia inquieta et discursiva sollicitudine sui, novorum demoniorum annunciator est iste". Ubertino
falsi
"0
l'argomento
falso
a
et subdoli: non
replica the
e pretestuoso:
discretio carnis est virtutum mater, sed viciorum nutrix". In realtä,
di
di
di
insegna
Dio
Paolo,
e
it
san
cibo o
come
regno
non questione
bevanda ma piuttosto di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo 178.
'76AV I, 9,43 b.
177
AV1,11,65b.
"$ Cfr. Rm. 14,17.
61
Proprio 1'apostolo delle Genti, che e arrivato piü alto di tutti nella via
della contemplazione, essendostato rapito al terzo Cielo179,ha detto
di se "Christo confixus sum cruci"180:"non dicit aggiunge Ubertino
- sufficientiam carnis retinui, cellam pulchram et spatiosam construdunque
Questo
e tutto quel che serve:
xi, sed confixus sum cruci".
la
La
tutto
abbandonare se stessi, rinunciare a
per abbracciare croce.
la
della
di
Ubertino
e
mistica
croce.
mistica
Non c'e giustificazione per chi cerca una vita comoda, per chi
di
la
disponibilitä
beni
terreni
pone nella
condizione per dedicarsi
totalmente alla vita spirituale, perche e stato proprio Gesü a dire a
discepoli
di
coloro che volevano esseresuoi
non preoccuparsi per il
domani, nella certezza che il Padre avrebbe avuto cura di loro; e per
ha
dando
1'esempio
di
fiducioso
primo
seguito questa strada,
abbandono nelle mani di Dio, il quale "vult
firma
in
vivamus
quod
spe
...
divine promissionis, ut quando necessitasimminet non dubitamus
earn adesse"28"
Ubertino ama contemplare Gesü nella sua vita nascosta, della
quale nulla sappiamo se non che viveva come un uomo qualsiasi, nella
di
della
Nazareth.
I
Vangeli
tranquilla
esistenza
tacciono su
semplicitä
di
lunghi
silenzio e nascondimento, ma Ubertino ricorre
questi
anni
intuitus
potente
al
suo
mentalis, per completarli,
all'immaginazione,
di
definire,
in
tutti
gli elementi utili allo scopo
per cercare essi
nei phi
da
dettagli,
imitare,
una regola di vita
piccoli
un modello concreto
di
Ne
scaturiscono vivaci quadri
vita quotidiana,
per ogni cristiano.
in cui e esaltato il nascondimento, il lavoro manuale, il silenzio condella
Sacra Famiglia ed e messo sempre in risalto lo stato
templativo
di povertä assoluta.
La vita nascosta di Gesü, di Maria e di Giuseppe e modello e
forma di vita perfetta. A Nazareth risplendono, seppur nascoste, le
piü alte virtü e questo, scrive Ubertino, dovrebbe servire di ammodi
nimento e condanna per coloro che si adornano
presunte virtü
davanti
"0
a tutti:
per ostentarle
stupenda perfectio: veras virtutes
179Cfr. II Cor. 12,2 4.
180Cfr. Gal. 2,20.
181AVI, 11,66a.
62
fastus
falJesus
in
abscondit
et
nos
excerberati
appetitu
mundani
...
hominum
in
sasvirtutes pretendimus
oculis
et vera vitia occultamus
fama
de
inaniter
gloriari
virtutum"182. Il riferimento ai
ut possimus
frati delta Comunitä e chiaro e Ubertino non si lascia certo sfuggire
l'occasione per una facile polemica contro chi usa il proprio status
di religioso come copertura ai vizi o come cassadi risonanza per le
di
dicono
Cristo
imitare
ma che si
supposte virtü, contro quelli che
degli
ha
imparato
peggio
chi
appena
qualcomportano
altri, contro
di
Colui
il
e
che
essereconsiderato maestro, mentre
cosa e pretende
1'esempio.
la
lingua
e parlava con
veto e sommo maestro taceva con
In questa, come in numerose altre occasioni simili, Ubertino rivela
il suo carattere polemico, che prende il sopravvento qualunque sia
il tema delta sua riflessione; ma nello stesso tempo dimostra come
in lui azione e contemplazione siano intimamente legate: e proprio
dalla meditazione sulla vita di Cristo e sui grandi misteri delta fede
di
la
to
fare
di
sorgente
questi
che scaturisce
stimolo a operate, a
degli
deve
la
uomini per
un'azione che
orientate e trasformare
storia
disegni
divini.
renderla conforme ai
All'interno delta trattazione che segue passo passo la vita di
Cristo e allo scopo di sviluppare alcuni temi particolari, Ubertino
inserisce frequentemente materiale preesistente, soprattutto trattati
di
fino
L'identificazione
inediti.
queste
e sermoni rimasti
ad allora
interpolazioni non e difficile: talvolta Ubertino conserva addirittura
it titolo originario (per esempio "incipit tractatus de perfectione"),
la
dimentica
festa
di
il
per quale
altre volte
eliminate riferimento alla
festum",
(es.
"hodiernum
determinato
sermone
era stato scritto un
"hodierna solemnitas"). Questi inserti danno a Ubertino la possibilitä
di affrontare in modo piü approfondito e sistematico le tematiche
legate ai momenti principali delta vita di Gesü, che egli considera
fonte primaria delta fede e delta dottrina delta Chiesa: ricordo, per
l'importanza che rivestono in relazione alla spiritualitä di Ubertino e
per evidenziare come 1'Arbor vitae si possa a tutti gli effetti considedel
libro,
"summa
in particolare it
terzo
theologica", quelli
rare una
lunghissimo
Jesu
indigens183,
pro nobis
trattato sulla
un
capitolo nono,
'BZ
AV II, 8,133 b.
183Dac. 184 a fino a c. 207 a.
63
povertä, e il capitolo tredicesimo, Jesusperfecta consulens,the ha pure
un sottotitolo the ne illustra il contenuto, Tractatus de perfectione184;
del
libro,
in particolare il capitolo quinto, Jesuspanis
e quelli
quarto
il
Jesus
intumulatus18G,sulla
sacratus185,
sull'Eucarestia, ventiseiesimo,
croce, il denso capitolo trentaseiesimo, Jesusspirans afflatibus187, the
tratta dello Spirito santo, delle virtu, del libero arbitrio e dei sacraditatus188,
Jesus
il
infine
trentasettesimo,
cruce
capitolo
menti;
the
delle
"cinque
dottrina
la
croci".
ubertiniana
contiene
La chioma dell'albero: passione, morte e risurrezione
La meditazione sulla passione di Cristo, che occupa interamente
it quarto libro e dal quale ha preso avvio la redazione dell'Arbor vitae,
e it tema centrale dell'opera e delta spiritualitä di Ubertino.
Gli eventi delta settimana santa sono raccontati nei termini di
bene
fra
Satana,
fra
Cristo
e
e male,
uno scontro epico
che inizia con
l'ingresso in Gerusalemme e trova it culmine teologico nell'Eucaristia,
dopo
l'iniziale,
la
battaglia
mortale che,
con cui si apre
apparente
la
di
in
Croce,
con
morte
vittoria
satana, si conclude
che segna la
disfatta del maligno e it trionfo finale di Cristo.
All'Eucaristia Ubertino dedica un intero, lungo trattato, corrilibro,
del
Iesrespanis sacratus.
quarto
spondente at capitolo quinto
L'Eucarestia e il segno visibile dell'amore di Gesü per 1'uomo, offerto
dell'ultima
cena ma per sempre, "dum
non solo net momento supremo
durabit ecclesia peregrina", attraverso it ministero sacerdotale degli
fedeli
dei
loro
in
i
possano sempre
successori,
modo che
apostoli e
trovarvi "cibum, et viaticum, et memoriale dignissimum sue sacratisdel
La
1'esaltazione
trattato
parte
comincia
prima
con
sime mortis""'.
dell'Eucarestia come cibo di vita eterna per ogni cristiano, quindi
184Da c. 221 a fino a c. 235 a.
185Da c. 283 b fino a c. 303 b
'8GDa c. 337 a fino a c. 343 b.
187Da c. 369 b fino a c. 381 a.
'88Da c. 381 a fino a c. 397 a.
189AVIV, 5,283b.
64
tratta degli effetti salvifici e delta teologia del sacramento190;seguepoi
di
una riflessione sul modo
prepararsi a riceverlo191.La seconda parte
e interamente dedicata at canone delta Messa e tratta De vestimentis
his
De
sacerdotalibus,
verbis queproferuntur in Missa, De actis qui sunt
in Missa, De defectibus qui possunt evenire in celebratione Misse192.
Partendo dalla lettura in chiave allegorica del sacrificio eucaristico,
secondo it rituale romano, Ubertino cerca di identificare i continui
del
passione
richiami alla
contenuti nei gesti
sacerdote. Nella formula
della
consacrazione tutto sembra convergervi: per esempio it
stessa
dei
termini delta formula corrisponde at numero delle piaghe
numero
di Cristo sulla croce; l'ostia, che viene prodotta cuocendo it pane fra
due ferri incandescenti, ricorda it corpo di Cristo posto fra it fuoco,
dell'odio
dei
simbolo
giudei che volevano ucciderlo, e it fuoco del suo
amore per noi; e ancora: cosl come l'ostia e mangiata, triturata dai
denti e ingoiata, allo stesso modo it corpo di Cristo venne triturato
dagli strumenti delta tortura e ingoiato dal sepolcro che accolse it suo
corpo esanime193
Ritornando alla meditazione sul momento dell'istituzione del1'Eucarestia,l'ultima cena di Gesü con gli apostoli, Ubertino richiama
1'attenzione su due di essi, Giuda e Giovanni, con i quali, alternativamente, egli sembra identificarsi. Prima Giuda194,il traditore, che
Cristo amb come tutti gli altri e che fino all'ultimo cercb, invano,
di salvare. Anch'egli partecipb all'Eucaristia, ma si oppose alla Grafine,
l'offerta
fino
zia, resistendole pervicacemente e rifiutando,
alla
d'amore di Gesü. Come Giuda, Ubertino si sente un traditore, uno
ha
che nella vita
ricambiato la grazia e 1'amore di Gesü con i suoi
diversamente
da Giuda, che ha detto un no definitivo
peccati; ma
Ubertino
grazia,
rinnova ogni giorno il suo proposito di fedeltä
alla
di
fine,
le
sequela e sa che per questo, alla
e
sue resistenze saranno
dall'amore
di
Dio.
1'altra
figuEd
vinte
ecco che si profila
e opposta
di
Giovanni195,
ra, quella
con la quale pure Ubertino si identifica, o
190Da c. 283 b fino a c. 293 a.
191Da c. 293 a fino a c.294 b.
192Da c. 294 b fino a c. 303 b.
193AVIV, 5,288b-289 a.
194AV IV, 6,303 a- 304 a, JesusIudam corripiau.
'9sAV IV, 7,304 a- 305 b, Iesusdilecto stratus.
65
differenza
di
Giovanni
Giuda,
desidera
A
identificarsi.
apri
meglio
it suo cuore all'amore di Cristo e to segul fino ai piedi delta croce:
"Sicut autem perditum et perfidum ludam perceptio sacramenti in
dilectum
diaboli
indigne
tradidit, quia
maiorem potestatem
accessit,sic
Ioannem devote suspicientem ad tantam familiaritatem adduxit ut
divinitate
Per
Ubertino
Iesu
pectus
repletum acceperit ad quietem".
Giovanni e figura delta Chiesa contemplativa, perche interpreta in
di
dolcemente
dell'apostolo
it
it
abbandonare
capo
questo senso gesto
figuratur
benedicto
("in
hoc
di
Gesü
Ecclesia
somno
enim
sul petto
debet
fine
in
temporum
ad tam suavem gustum
contemplativa, que
in
Christi").
pectore
adduci contemplationis, ut vere requiescar
Quetta di Giovanni e una figura molto importante nell'Arbor vitae.
Come modello di contemplativo, in particolare, ricorre anche in un
del
libro,
it
IV
importante
trentaseiesimo, e anche qui
capitolo
altro
1'apostolo e colto nell'atto di posare il capo sul petto di Gesü. Ubertidell'ascesa
dei
Dio,
it
tema
a
riproponendo
sei gradi
no sta trattando
da
Bonaventura
lettera
to
De
triplici
san
net
alla
schema proposto
definito
del
Trattando
in
perb,
piü
elevato,
accordo con
grado
via"'.
Bonaventura come "plena et vera tranquillitas, in qua tanta est tanta
in
silentio et somno quasi
pax et requies, ut anima sit quodammodo
dormiens"'91, Ubertino aggiunge un'importante puntualizzazione: la
quiete contemplativa, che vede rappresentata efficacemente net sonno
dell'apostolo, non e perdita di coscienza di se, come la concepisce Bol'anima
immagina
il
orante come collocata nell'Arca
naventura, quale
di Noe, cioe completamente isolata da cib che accade intorno ad essa;
Giovanni
Ubertino
in
non c'e apatia o peggio ancora
at contrario, per
disinteresse per quello che sta accadendo intorno a lui, cioe 1'immidallo
di
Gesü:
Giuda
stesso
annunciato
quel tipo
nente tradimento
di tranquillitas la si raggiunge in tutt'altro modo, vale a dire "quando
ita
Deo,
transit,
tota
ut nihil velit, nihil
sub
a
seipsa
anima mortua
libeat, nisi illud quod de ipsa voluerit ordinate dilectus... In hoc gradu
`omnem,
Petri,
inquit,
verbum
apostoli
complevit
anima
sollicitudide
in
ipsi
(I
Pt. 5,7).
eum,
nem proiicentes
quoniam
cura est
vobis'
'96 AV IV, 36,372 b; BONAVENTURADA BAGNOREGIO,De triplici
via, in Opera Omnia, VIII,
Quaracchi 1898, p. 10. Cfr. G. L. PoTESrA, Aspetti implicazioni...,
e
cit., pp. 292-294.
197AV IV, 36,372 b.
66
Ista anima sentit quoniam bonus est Dominus et sanctus in omnibus
della
Dunque
contemplazione
al grado piü alto
operibus suis"198.
1'anima arriva quando ha raggiunto uno stato di quiete perfetta, che
la
diversifica
perche richiede non cessazione
somiglia al sonno ma sene
di ogni pensiero o preoccupazione, ma che essi vengano riposti nella
Divina Provvidenza, rinunciando alla propria volontä per cercare
dai
dalle
lasciarsi
di
influenzare
Dio,
pericoli,
avversitä,
senza
quella
dalle persecuzioni, nella ferma e fiduciosa attesa del compimento del
1'umanitä
la
di
Chiesa.
Dio
per
e per
piano salvifico
Cib posto, risulta ancora piü chiaro quello che Ubertino dice a
dimostrare
l'obiettivo:
del
di
Giovanni
che
proposito
sonno
e ne svela
i veri contemplativi, 1'ereditä del Signore, non sono quelli che si allontanano dalle preoccupazioni terrene ma quelli che le dominano,
la
insieperfezione
e,
che non ne sono angosciati: costoro, raggiunta
delle
didi
turbine
me, questo stato
quiete, anche se si trovano nel
fossero
imperturbabili,
indifferenti
come se
strazioni, rimangono
e
"assopiti" ("ad sublimitatem perfectionis et quietem adducti ab omni
distractionis turbine sopiuntur"). Assopiti, non profondamente addormentati, dunque sempre vigilanti e pronti all'azione, disposti a
fino
Signore
il
in
tutto
tutto,
alla morte, perche sanno
seguire
e per
("Nihil
divina
della
la
aliud
volonta
che vera pace sta nel compimento
fervore
dilecto
in
amoris et tolerantia passiomori
querunt nisi cum
frui
in
ipso
in
nis, et
perfecta quietudine adimpletionis voluntatis
divine")199. Rinunciando a ogni forma di gratificazione, consapevoli
dei propri peccati, null'altro desiderano se non che il Cristo sia glo("...
fino
be
alla croce
rificato e null'altro vogliono che seguirne orme
diffidentes de propriis meritis et propria vilitate inabyssati de solo
Christi merito gloriantur, et de hoc sunt contenti, et nihil aliud volunt
dum
in
benedictus
Iesus
illud
seipso
quod
viveret eis meruit
nisi
della
fanno
Per
passione
questo essi
maxime per supplicia passioni").
di Gesü il centro della loro preghiera, desiderando, come Francesco,
("Et
idcirCristo
esseretrasformati nel
povero, sofferente e crocifisso
dolores
in
Christo
totaliter
et penurias transforco sunt
passiones et
mati per altissime paupertatis amorem')zoo
198Ibid.
199
AV IV, 7,305 a-b.
200 Ibid.
67
Finalmente Ubertino svela 1'identitä di questi eletti: "hi sunt
figli
legitimi
fili
di
Francisci",
i
Francesco,
quelli veri,
viri seraphici
legittimi, in una parola gli spirituali. Ubertino scrive 1'Arbor vitae
difficoltä,
loro,
loro
loro
condizione, alle
alle persepensando a
alla
fede,
rafforzarli nella
cuzioni che subiscono e vuole rassicurarli nella
la
la
loro
destinata
e
missione
speranza, confortarli con promessa che
liber
"istis
datur
dei
fine
tempi, quando
apertus ....
a compiersi alla
datur
istis
datur
intelligentia
calamus mensure ....
scripturarum ...
eis
Istis datur potestas alligandi sathanam. Istis datur fundamentaliter
...
fundetur"ZO'
in
eis nove ecclesia contemplative structure
ut
Insieme a Giovanni, 1'altra figura chiave della Passione e la Madonna che, proprio mentre stava ai piedi della croce, fu affidata da
Gesu alle cure del discepolo prediletto. Anch'essa e colta nell'atto di
dolore,
Cristo
nel
piu
profondo
crocifiscontemplare, nel silenzio e
disegno
le
Maria
e
divino,
Condividendone
cosI,
per
sofferenze,
so.
"Electrix
Figlio
enim gratia
nella missione redentrice:
associata al
dignitatem
ipsam
maternam elegerat totam ad compassionem
ad
que
E
del
filii
il
impellebat"202.
tema
centrale
questo
morientis
capitolo
libro,
del
Jesus
Maria
matri
compatiens203.
quarto
partequindicesimo
del
Figlio
del
in
Dio
morente
madre
sia
sia
quanto
passione
cipa alla
duplice
identitä
dolore
essa
soffre
per
questa
un
morente e proprio
ha
del
sofferto,
secondo
solo
mai
a
umano
quello
essere
che nessun
Figlio. E stato Gesü stesso, consapevole delle virtu e dei meriti della
dolori,
della
rendendola
compartecipe
ai
suoi
madre, ad associarla
dell'umanitä.
redenzione
Maria condivise in tutto le ultime ore di vita del Figlio, anche
domandare
il
Padre
di
per
perche
tanta
nell'ultimo grido, rivolto al
i
Vangeli
Integrando,
il
"intuiuna
volta,
con
ancora
suo
sofferenza.
bocca
lungo
Maria
in
Ubertino
a
un
mette
tus mentalis",
monologo
in cui ella chiede ragione, dal suo punto di vista, del silenzio di Dio
di fronte a tanta sofferenza. Nella drammatica implorazione rivolta
dalla Madre al Padre del Cristo morente c'e la risposta al piü grande
interrogativo del credente: perche Dio lascia solo l'uomo di fronte al
201Ibid.
202AVIV, 15,324 a-b.
203Cc. 321b
b.
-325
68
dolore? E la risposta non sta nelle parole ma net silenzio misericordioso
di Dio. Qui la prosa di Ubertino raggiunge un livello e una intensitä
davvero straordinari: "Et numquid
Maria che parla - numquid
-e
Deus omnipotens ego sum sola mater? Et tu non es huius doloranti
flere
Cur
Pater
tui
permittis? ...
et
ergo me solam
unigeniti
eternus?
Ubi est amor tuus quern in monte expressistidicens `hic est filius meus
dilectus' ? Numquid ego sola et infelix debeo flere filium ? An, quia
...
...
Deus es, ideo bonus non es?". Alle drammatiche e disperate parole di
Maria, il Padre risponde, quasi difendendosi, che in quanto Dio non
divinitatis
dolore
"sed
deest
in
puö provare
ma aggiunge:
quid mihi
natura confortii fletis tui, ego faciam in mihi subiecta creatura, que tota
di
funereas
dolore
dabit
Dio
tecum voces
si esprime
ad celum"2Ö4.11
dunque net pianto di tutto l'universo, dal quale gli unici a dissociarsi
fronte
di
di
indifferenti
sono gli uomini empi
ogni epoca, che restano
dolore
di
ha
it
Figlio
Dio
at
che
sofferto per amore, per aprire all'uomo
la
delta
delta
caduto via
salvezzae
gioia eterna.
A questo punto Ubertino si ferma a contemplare il Cristo crocifisso
di
immedesimarsi net racconto evangelico,
e, grazie alla sua capacitä
fine
la
in
intensitä
tale che alla
rivive
prima persona scena con una
di
ford
delta
dal
sua
peso emozioni piü
rimane attonito, schiacciato
di
descriverla
con un realismo
capacitä
sopportarle; eppure riesce a
lettore.
Nello
il
stesso tempo riflette su se
che colpisce e commuove
di
Cristo,
infedeltä
che
stesso, sui suoi peccati, sulla sua
all'amore
invece riversa su di lui e su tutti gli uomini un "diluvium gratiae",
"Quis
ibi
tutto
travolgere
apertas
che
sembra
e risanare:
non videat
diluvium
inundet
catharactas celi ut
gratie ad nostram giganteam
lasciviam
"205.
A
suffocandam?
questo amore
superbiam et carnalem
bone
disperata:
"0
lesu,
Ubertino
totus
rivolge
richiesta
una
crocifisso
in
impium
teipso
peccatorem
a meipso, et
effusus
me, effunde me
a
in tua precordia tuo sanguine vacuata transportä1206.
Si arriva cosi alla morte di Gesü. Dopo la lunga e articolata riflessione sulla passione, il momento delta crocifissione e narrato con
fosse
Ubertino
una certa sinteticitä, come se
rimasto senza parole;
264AV4,12,318b-319a.
2osAV 4,17,326 a.
206
AV 4,17,326 b.
69
1'intensitä
della
ma poi
meditazione conosce un ulteriore crescendo,
fino al lungo capitolo ventunesimo, Jesusclamando moriens207,in cui
di
Cristo,
interpretate come un testamento
riflette sulle ultime parole
spirituale, come sintesi ultima di tutta la rivelazione. Spicca su tutte
la meditazione sulla sete di Gesü, che e ormai svuotato, inaridito.
La sua richiesta di bere esprime il desiderio di ricevere, in cambio di
di
ha
dato
la
dolore,
1'amore
i
tanto
coloro per quali
vita, ottenendo
in risposta solo fiele, simbolo "tante abominationis et tante amaritudinis
spurcitiam"208.
...
Ormai tutto e compiuto e Cristo, consegnando la sua anima
del
Siamo
in
Padre,
muore
croce.
al capitolo ventiduenelle mani
drammatico
Jesus
in
la
privatus209,
simo,
vita
che conclude
modo
dell'Arbor
breve
drammatica
piü
vitae: un
capitolo, poco piü
parte
di una colonna, composto quasi esclusivamente da domande senza
dolore.
di
da
C'e
la
tempo
ancora
risposta e
esclamazioni
per
scena
del colpo di lancia che trafigge il costato di Cristo210e del bellissimo
dialogo-disputatio fra Maria e la croce211.Poi, dopo la discesa di
Cristo negli inferi per liberate le anime dei giusti, arriva finalmente
1'annuncio gioioso della Risurrezione, della Pasqua, del trionfo di
Cristo.
Dal capitolo trentaquattresimo, Jesuslargitor Spiritus al capitolo
diffusamente
Ubertino
Iesus
dello
parla
trentaseiesimo
spiransafflatibus,
Spirito Santo, del disvelamento dei misteri di Cristo agli apostoli e
dell'azione dello Spirito nella vita della Chiesa. I temi affrontati sono
libero
dal
dai
arbitrio al primato di
sacramenti alla grazia,
numerosi:
Pietro. Il discorso, apparentemente disarmonico, trova una sua unitä
d'essere
da
1'avvio,
punto
trae
proprio nel
cui
e una sua ragion
nel
fatto cioe che tutto ciö di cui tratta va posto in relazione con la Pendopo
1'ascensione,
ha
lo
Santo,
Spirito
che,
tecoste e
preso il timone
della barca di Pietro, guidandola verso il compimento del progetto
di Cristo nella storia.
207Cc. 329 a- 334 a.
208AV IV, 21,332 b.
209C. 334 a-b.
210
IV, 24,335 a- 336 a.
21 AV IV, 25,336 a- 337 a. Qui Ubertino inserisceuna
composizione poetica che non e sua
ma di "quidam devotus passionisChristi" (c. 336 a).
70
Un progetto del quale Ubertino cerca di anticipare al lettore il
libro
dell'Arbor
prossimo compimento nel quinto ed ultimo
vitae.
I frutti dell'albero: la Chiesa e la fine dei tempi
Conclusa la rivisitazione della vicenda terrena di Gesü, ("consumata
felice arbore crucifixe vite lesu"), Ubertino rivolge la sua attenzione
"ad multiplicem utriusque prolem in propagata ecclesiä', cioe, per
dell'albero,
fructum"Z'2.
"ad
restare nella simbologia
abundatem
Partendo dal primo dei frutti, la nascita della Chiesa, e seguendo
il corso della storia, Ubertino intende arrivare fino a un frutto particolare, "ad ilium", afferma, "quern principaliter intendimus evangelicum
del
"per
della
Chiesa
iniziato
statum", quello
minimum
rinnovamento
di
d'Assisi.
Francesco
Ma
minorum",
prima
spiegare il senso e il ruolo
ha
la
Dio
Francesco
Ubertino
che
affidato a
espone sua
nella storia,
dottrina delle tre eta e dei sette stati del mondo.
Si parla spesso, a questo proposito, di Ubertino come "gioachiIn
ho
detto
Ubertino
mita".
realta, come
gia
all'inizio, probabilmente
di
Gioacchino
da
Pietro
Fiore
conosce
solo grazie alla mediazione
di Giovanni Olivi e alla sua Lectura super Apocalipsim, ultimata nel
1298, che cita gli scritti di Gioacchino, in particolare I'Enarratio in
Apocalipsim. I all'Olivi, e non all'abate florense, che Ubertino si ispira
direttamente, inserendo ampie citazioni dei suoi scritti specialmente
libro,
fondamentale
del
V
il
nel
molte pagine
quale, per esempio
della
del
letterali
Prologo
primo capitolo, sono trascrizioni pressoche
Lectura dell'Olivi.
Ipotizzato da molti e dimostrato efficacemente prima dal Manla
dal
legame
fra
1'Arbor
Lectura
Potesta214,
il
poi
selli213e
vitae e
Apocalipsim,
super
che oggi chiameremmo plagio ma che nel Medioevo era considerato l'omaggio di un autore a un altro autore, va
da
in
Ubertino,
considerato
relazione alle modifiche apportate
piccole ma significative, che segnano la differenza fra 1'allievo e il
1'Olivi
l'attesa
e resistenza e testimonianza, per Ubermaestro: per
tino e lotta e condanna.
2'2AV V, 1,409a.
213Cfr. R MANsau, Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., cit., passim.
214Cfr. G. L. PomsrA, Storia ed escatologia...,cit., p. 57 e ss.
71
In ogni caso, per capire 1'escatologismo di Ubertino e necessario
divisione
della
dall'Olivi,
dalla
in
sua
sei stati, piü un
partire
e
storia
fra
la
fine
la
dei
L'Olivi
tempi.
colloca
sua epoca
settimo che segue
il quinto e il sesto stato, l'uno caratterizzato dalla decadenza e 1'altro
dalla rinascita: e proprio in questo travagliato periodo che 1'anticristo
del
il
suo
sferra suo piü violento assalto, che porta all'instaurazione
definitiva
di
della
Cristo.
Oltre
vittoria
a questa
effimero regno, prima
divisione ce n'e un'altra, ternaria: 1'etä del Padre, quella del Figlio e
da
Gioacchino
da
La
dello
Santo.
Spirito
terza
eta,
annunciata
quella
Fiore e aperta da Francesco,e caratterizzata dal ripristino dell'osservandalla
del
Vangelo,
sua piena comprensione, grazie alla intelligentia
za
dalla
da
del
poverta apostolica; non senzaresistenze parte
spiritualis, e
demonio, che combatte con tutti i mezzi, soprattutto con l'inganno,
1'effimero
Sara
di
trionfo
servendosi un clero e una gerarchia corrotti.
della ecclesiacarnalis: i giusti saranno perseguitati, i veri poveri, cioe
i fedeli imitatori di Francesco come gli spirituali, saranno accusati di
I
eresia,emarginati e uccisi. pochi sopravvissuti saranno ulteriormente
fine
dall'anticristo,
sara annientato; quindi
che perb alla
perseguitati
beatitudine
1'era
della
il
Messia,
eterna215.
per aprire
ritornera
Per 1'Olivi esiste uno stretto legame fra la questione della poverta
E la
l'arma
del
infatti,
delle
ricchezza,
mondo.
privilegiata
eta
e quella
dell'anticristo per corrompere la Chiesa e 1'umanita. E la risposta e
la poverta. Tutta la riflessione dell'Olivi si sviluppa senza alcun rifefatti
di
L'Olivi
non pone nemmeno
cronaca.
rimento a personaggi o
la questione della legittimitä dell'elezione di Bonifacio VIII, e vede
dell'Ordine,
buone
la
divisione
intenzioni
generata
con
negativamente
da Celestino; anzi resta fermo nel suo sentirsi dentro la Comunita.
In sostanza quella dell'Olivi e solo una speculazione teologica,
dalla
Scrittura,
basata
Sacra
quale trarre speransulla
una riflessione
za, incoraggiamento e stimolo ad andare avanti sulla via tracciata da
Francesco,difendendo l'ususpaupercome parte integrante della Regola.
I; Olivi non fa della sua riflessione un programma politico e di questo
detrattori,
ben
i
erano
consapevoli suoi
che all'inizio non misero sotto
la
Solo
teoria
accusa sua
apocalittica.
molto piü tardi dalle critiche
zis Per una introduzione al pensiero di Pietro di Giovanni Olivi dr. D. Butt, Olivi
and the
FranciscanPoverty:the origin ofusus pauper, Pennsylvania 1989, tr. it. Olivi la povertyfrancescana.
e
Le origini della controversiasull'usus pauper, Milano 1992 (= Fonti
a ricerche 4).
72
generiche si passb alle accuse circostanziate, precisamente nel 1318,
da
la
Giovanni XXII prese in esame
istituita
quando
commissione
la Lectura super Apocali
la
della
dell'Ordine,
la
dissidenza
attribuita
responsabilitä
sua tomba,
fu
di
da
degli
distrutta.
giä meta
zelanti,
pellegrinaggi
parte
Diverso e il caso dei gruppi di Spirituali che fin dal 1290 si rila
"secta
chiamavano alle sue teorie e che poi vennero additati come
fratris Petri Iohannis", cioe una fazione, un partito, un movimento
E
difficile
divennero
"partito"?
le
Ma
politico.
quando teorie oliviane
stabilire un termine preciso, ma e certo che questo si era giä costituito
in
tempo
al
cui Ubertino, nel 1305, comincib ad attingere a piene
Lectura
mani alla
superApocalipsim traendone elementi utili per una
lettura politica degli eventi a lui contemporanei, una lettura gravida
di conseguenze sul piano del rapporto con le autoritä ecclesiastiche
e con il papato in particolareZ''
Di per se, il pensiero dell'Olivi non aveva niente di intrinsecadel
Collationes
in
Bonaventura,
mente eterodosso e
nelle
resto giä
Hexaemeron, aveva anticipato molte delle tematiche oliviane: per
la
1'Olivi,
Chiesa spirituale avrebbe sope
esempio, vero che, secondo
la
fine
Chiesa
dei
in
tempi,
e ogni caso
piantato
carnale, ma solo alla
la sostituzione doveva avvenire per opera di Dio, non dell'uomo. E
l'intelligentia
la
Bibbia
con una nuova
ancora:
spiritualis non sostituiva
rivelazione ma ne svelava semplicemente il senso vero e profondo.
Nemmeno 1'affermazione che nella terza eta lo Spirito Santo avrebbe
direttamente
fedeli
costituisce eresia,
parlato
e senza mediazione ai
1'Olivi
ha
la
detto
perche
non
mai
che
gerarchia, e tutto il sistema
di potere della Chiesa temporale, dovevano considerarsi gia superati.
L'idea che si andava sempre pit radicando nei testi degli apocalittici
francescani e, semmai, che la Chiesa era prossima a una profonda
trasformazione: sfumata ed evanescentein Bonaventura, questa conla
diventa
il
vinzione
assaipit concreta nell'Olivi, per quale terza eta
di
la
da
non era
venire, ma era gia, at suo tempo, misteriosamente
in atto. Ubertino, invece, si spinge molto pit avanti, togliendo ogni
velo e identificando esattamente personaggi e circostanze: per lui la
dalla
delChiesa,
in
vera
curia
quel momento, era stata soppiantata
Z16Su questi temi si veda I'analisi particolareggiata di D. BURR,op. cit.
73
1'anticristo. I veto che Ubertino non mette mai in dubbio la realtä
della Chiesa come istituzione, anzi, arriva a sottoporre al giudizio
del Magistero la sua opera ("Cui soli et eius correptioni librum et
dichiara
in
pronto a
me plene submitto") e, se giudicato
errore, siChiesa,
in
ritrattarla
qualsiasi momento; ma non subito, non a questa
bensl a quella che verrä, "postquam fuerit a fecibus truculente bestie
di
di
la
Cristo
la
Chiesa
Ora
e
ma
satana e
sposa
non
expurgatä1217.
il papa e 1'anticristo mistico.
Partendo dall'escatologismo dell'Olivi, Ubertino elabora un sidella
di
fornire
interpretativa
in
una chiave
grado
sterna coerente
di
identificare,
in
nei personaggi e
particolare cerca
storia umana;
dell'Apodel
i
i
negli eventi
suo tempo, personaggi, gli eventi, signa
divide
la
in
Secondo
Ubertino218
sette stati, corrisponstoria si
calisse.
denti alle sette visioni dell'Apocalisse. Il primo stato e quello della
Chiesa primitiva; il secondo corrisponde all'epoca dei martiri; il terdegli
dei
dottori
della
Chiesa,
dei
Padri
e
e
apologisti, che
zo quello
dalle
difendendolo
dogma
il
il
eresie;
cristiano
quarsalvaguardarono
dei
degli
e
primi monaci. A partire dal
to stato quello
anacoreti e
dell'impero
la
Chiesa
iniziato
tempo
carolingio,
al
coquinto stato,
dal
debolezze
derivanti
indulgere
suo potere temporale,
alle
mincia a
di
lasciarsi
di
piü negli affari moncoinvolgere sempre
accetta cioe
dani, accumulando ingenti patrimoni: comincia cosi la fase della
decadenza. Nel sesto stato inizia la renovatio ecclesiae,accompagnata
dalla renovatio evangeliceperfetionis,grazie alla riscoperta della poverla
di
degli
Cristo
vita
e
apostoli e
tä come elemento caratterizzante
dunque come forma vitae per tutta la Chiesa; in esso,come vedremo,
dei
dall'Ordine
Minori.
Il
determinante
e
svolto
completaun ruolo
la
in
ha
Chiesa
della
stato,
cui
settimo
nel
si
rinnorenovatio
mento
la
In
Gerusalemme
celeste.
ciascuno stato la
vata si congiunge con
Chiesa subisce dal demonio un particolare attacco: nel primo e athebreorum";
dal
dalla
"singagoga
nel secondo
paganesimo,
taccata
dall'Islam,
dai
dall'eresia,
falsi
nel quinto
net quarto
nel terzo
cristiadall'anticristo,
prima quello mistico, cioe mascherato, e
ni, nel sesto
217AV V, 18,496 b. La dichiarazione di sottomissione al giudizio della Chiesa si trova
anche
nel Primo Prologo,c. 7 b.
,
218AVV, 1,409a-420b.
74
poi quello aperto; infine nel settimo subisce 1'attacco frontale di satana. Il passaggio da uno stato all'altro non e netto ma sfuma in una
fase di transizione piü o meno lunga.
La periodizzazione dei sette stati e integrata da Ubertino nella
suddivisione della storia del mondo in tre eta, delle quali la seconda
eta, quella del Figlio, incorpora i primi cinque stati, mentre la terza,
dello
Spirito Santo, incorpora il sesto e il settimo stato. Nella
quella
divisione ternaria giä l'Olivi si era distaccato da Gioacchino, caratterizzando le tre eta non come quelle del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo ma per il diverso rapporto con il Cristo; a sua volta Ubertino
insiste su questo punto e precisa che le tre eta sono da rapportare
sia alla Trinitä sia al Cristo. Una precisazione importante, finalizzata
fra 1'altro a prendere le distanze da Gioacchino,
dal
gia condannato
Lateranense IV (1215), e da un neogioachimismo rigido, come quello
di Gerardo da Borgo san Donnino, che era stato condannato dalla
Chiesa e dai teologi, in particolare quelli domenicani219. Non c'e in
Ubertino nessun "superamento" del "vecchio", ma il riconoscimento
dell'opera dello Spirito Santo, che progressivamente rivela i misteri
di Cristo alla Chiesa e al mondo. Un superamento tuttavia
c'e, ed e
precisamente quello definito nel primo capitolo del V libro, in cui si
dice che, come la Chiesa ha posto fine alla sinagoga, cosI, nel sesto
stato, ci sara una purificazione generale che porrä fine alla corruzione
accumulata nei cinque stati precedenti.
Comune all'Olivi ea Ubertino e la visione dei tre avventi di
Cristo, che segnano le tre eta in cui e divisa la storia: il primo nella
carne, il secondo nello Spirito, il terzo nella gloria. Posto che lo
Spirito Santo ha sempre guidato la Chiesa, Ubertino evidenzia il
ruolo particolarmente importante che esso ha svolto per illuminate
e guidare una figura come quella di Francesco, l'alter Christus inviato
l'ultima
di
Cristo
la
per preparare
venuta
e per accompagnare Chiesa
nel passaggio dal quinto al sesto stato della Chiesa e dalla seconda
eta alla terza220:"Sicut in secunda etate reiecto carnali Iudaismo et
vetustate prioris seculi venit novus homo Christus Ihesus cum nova
lege
vita,
et cruce, sic in sexto statu apparuit novus homo Franciscus
Z'9Cfr. G. L. POiFSr'A,Storia ed escatologia...,cit., pp. 78-80.
220Cfr. AV V, 2,420 b- 421 a.
75
lesu
Christo
crucifixus et
a
cum evangelico statu quinque plagis
configuratus in carne"221
.
Ubertino diverge dall'Olivi sul ruolo del francescanesimo nella
Manselli,
fondamentale
il
lui,
laddove
1'Olivi,
come osserva
storia,
per
"con umiltä e senso concreto delle proporzioni storiche aveva invece
lasciato senza specificazione ed inquadrato piuttosto nello sfondo
della generale conversione di tutto il mondo a Cristo"222. Ma l'origidi
Ubertino
sta soprattutto sull'importanza che attribuisce al
nalitä
fra
XIII
e
XII
il
il
qui
secolo:
e
suo tempo, cioe al periodo compreso
diventa
dell'Olivi
la
un preciso e
che riflessione puramente teologica
circostanziato programma politico.
Francesco, novello Elia, e Domenico, novello Enoch, sono gli
inviati incaricati di annunciare il compimento della storia. Nel
libro,
del
Jesus
Ubertino
V
intitolato
trntc
renovatus,
sesto capitolo
di
la
il
Francesco
e
toccata
missione
storica
rinnovare
afferma che a
delle
Regola,
infatti,
Vangelo
La
e
un nuovo
origini.
cristianesimo
la
"forma
dire
fedelmente
evangelice vite", vale a
perch6 ripropone
il messaggio dei Vangeli e il modo di vivere di Gesü e degli apostoli.
Per questo chi nega che la Regola possa esserefedelmente osservata
il
Vangelo.
nega che possa essereosservato
II fatto che Francesco non sia stato accolto dalla Chiesa, che
fedeli
frati,
ha
lo
seguaci,
monache e
perseguitato nei suoi piü
anzi
la
di
Cristo
laici,
e
e
non
piü
sposa
segno che essa, ormai,
perfino
"sed Babylon et meretrix et impudica". Cosi il capitolo VIII, Jesus
falsificatus, spiega come e da chi la Chiesa e stata tratta in inganno:
demonio,
di
decadenza
1'anticristo
e
il
che
opera
attraverso
tanta
artefice
le
di
delle
longa
la
temibili
piü
satana, con
manus
armi, la
mistico,
la
Dalla
il
breve:
e
profezia
all'attualitä
passo
e
menzogna.
corruzione
A papa Bonifacio VIII non e il legittimo successoredi Celestino V ma
1'anticristo, l'angelo dell'Abisso, la bestia che sale dal mare223.Lui e il
la
XI,
Benedetto
eletto senza presenza in conclave dei
suo successore
221
AV V,
2,419
a.
222Cfr. R MANSELLI,
Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., p. 103. Secondo il Manselli, ma la
sua conclusione deveessereun po' ridimensionata, "Ubertino, sul piano teorico, non realizza nessuno sviluppo n6 fa compiere alcun progressoa quelle idee" (si riferisce all'Olivi); "in altre parole un
pensiero personaleed autonomo di Ubertino circa la storia della Chiesa e dell'Ordine francescano,
in realtä, semplicemente non esiste" (p. 109).
223Cfr. G. L. POTFSTA,
Storia ed escatologia...,cit., p. 144.
76
due cardinali Colonna, illegittimamente esclusi, sono i due mostri
menzionati nel capitolo tredicesimo dell'Apocalisse, i cui nomi sono
celati nel numero 666, che Ubertino decodifica con la parola greca
Benedicths,cioe Benedetto di Anagni (Bonifacio VIII) e Benedetto XI.
Satana si serve di questi falsi pontefici per rimediare agli "errori" di
Celestino V, che, con le sue scelte e soprattutto con la fondazione dei
Paupereseremitae, stava per rendere possibile la rinascita dell'Ordine
francescano e il ripristino dell'osservanza della Regola, in unione con
il Testamento.Una minaccia mortale per i progetti di satana, che di
conseguenza ha reagito con tutta la forza possibile.
La lettura di Ubertino, dunque, parte si da quella dell'Olivi, ma
poi, identificando con precisione personaggi e circostanze, ne cambia profondamente il senso e il fine: "1'ecclesiologia di Olivi diventa
ideologia in Ubertino"224. Da questo momento 1'Arbor vitae non e piü
libro
libro
di storia e vi fanno la loro comparsa
un
profetico, ma un
personaggi di attualitä come i cardinali Colonna, Filippo il Bello,
Manfredi, Corradino e molti altri. L'Olivi invece si era rifiutato di
identificare simboli e persone reali, consapevole del fatto che comunfuturo,
il
que nessuno pub conoscere
perche questo significherebbe
appropriarsene, acquisire una forma di controllo su cib che e solo di
Dio22s, Invece questo e proprio do che fa Ubertino, anche se crede
di farlo in nome di Dio. Non solo: si erge a giudice, perche si trova
obbligato a spiegare i motivi della süa condanna e quindi cerca di dare
fondamento
un
canonistico e teologico alla propria visione, finendo
su una strada del tutto divergente dall'Olivi, come quando intende
dimostrare 1'illegittimitä delle dimissioni di Celestino, mentre l'Olivi
aveva affermato il contrario.
Il pensiero ubertiniano e carico di conseguenze dirette sul piano
Dal
politico.
momento, infatti, che sul soglio di Pietro siede un
usurpatore, la cattedra e vacante e la Chiesa di Roma non e quella
"spirituale" ma quella "carnale", destinata a trionfare sui suoi nemici,
in
che sono
realtä i veri cristiani, ingiustamente perseguitati e accudi
sati
eresia; ma e un trionfo effimero, perche e prossimo, deve necessariamente essereprossimo il ritorno di Cristo, che chiarirä ogni
224Ibid., pp. 149-150.
225Ibid., p. 154.
77
dell'ulla
("clarificatio
in
attesa
veritä,
cosa
sexti status") e ristabilirä
fine
la
Dopo
dell'anticristo
aperto.
tima grande persecuzione, quella
della persecuzione e 1'inizio del settimo stato, nascerä una nuova
Chiesa, annunciata dallo stessoangelo che, nell'Apocalisse, proclama
la caduta di Babilonia. Ubertino non identifica con precisione quedel
forse
il
papa
ritorno alla purezza
pensa a un papa,
st'angelo:
della Chiesa di Cristo e alla pratica della povertä evangelica. Comunla
in
tempo
proprietä privata sara superata, tutti gli
que sia,
quel
in
beni
in
i
tante piccole
e
vivranno
comune
uomini metteranno
l'Apocalisse,
i0226
dice
temp
e non
non vi sarä alcun
comunitä: come
direttale
Scritture,
perche ogni uomo contemplerä
vi saranno piü
di
Dio.
il
mente volto
Ma i guai non saranno ancora finiti: la Chiesa rinnovata subirä
Fassalto finale di Gog e Magog, con la cui sconfitta finirä la storia del
la
di
Cristo,
il
il
giudizio e resurrezione
mondo, vi sara terzo avvento
finale.
Un frutto particolare: Francesco e 1'Ordine dei Minori
Come abbiamo visto, la comparsa di Francesco e dell'Ordine dei
Minori segnail passaggiodal quinto al sesto stato della Chiesa e dalla
fine
del
la
Chiesa
Alla
quinto stato, quando
seconda alla terza eta.
deturpatä'227),
("tota
Dio
volle
era ormai profondamente corrotta
due
in
essa
profeti, san
concedere un'ultima opportunita, suscitando
Francesco e san Domenico, per portare la luce e indicare agli uomini
la via della salvezza, dando inizio cosi al sesto stato, caratterizzato
dallo smascheramento delle trame del demonio e dalla rinascita della
vita evangelica.
Ovviamente 1'attenzione di Ubertino e tutta concentrata su Fran1'Angelo
del
di
e
sigillo
sesto
cui parla
cesco, che presentato come
1'Apocalisse: "et vidi alterum angelum ascendentem ab ortu solis,
habentem signum Dei vivi" 228.
226"et templum non vidi in ea, Dominus enim Deus omnipotens templum illius
est et
agnus", Apc. 21,22
22'AV V, 3,421 b.
228
Apoc.VII, 2; dr. AV V, 3,422 a.
78
Sull'origine di questa identificazione Ubertino non ha dubbi:
risale a Bonaventura, e precisamente alla predica che tenne durante
il Capitolo di Parigi del 1266. A quel Capitolo era presente Giovanni
da Parma e questi 1'ha poi riferito a Ubertino, aggiungendo di
suo
che la nascita di Francesco avrebbe segnato 1'inizio della sesta eta del
mondo229.Ubertino aggiunge ancora che con Francesco si compie il
di
Cristo e il trapasso dalla seconda alla terza eta.
secondo avvento
11Poverello, dunque, e piü che un santo; dopo Gesü, e il personaggio chiave della storia, mentre le stimmate, miracolo unico e
inaudito, sono la consacrazione della sua missione storica ed escatologica: Dio ha fatto di Francesco il fondamento della Chiesa
rinnovata e della terza eta del mondo. Dal momento della conversione in
1'unica
del
Poverello, afferma Ubertino, fu di
poi,
preoccupazione
"ut
Christi vestigia operata et oblivioni tradita in se et in
adoperarsi
aliis renovaret: et istud fuit singulare privilegium istius benedicti
Francisci, quo vita Jesu primum meruit universaliter et sollicite in
statu communi et durabilis Ordinis sui Ecclesie sancte dare"230.E in
effetti Francesco "vita Christi singularissime fulsit, ut ex Evangelii
patet observantia in crucifixione, in humilitate profunda, in paupertate extrema, et in fervore charitatis et desiderio nostre salutis, et per
supplicium site crucis, et piissima condescensioneet compassionepeccatoribus et afflictis; sed eius quam maxima perfectio fuit in interiori
cultu et perfectione charitatis divine"231. Oltre a questo, Ubertino fa
una considerazione a parte sulla austeritas vitae di Francesco, per la
quale rimanda alla testimonianza della Legendamaior, sebbenein essa,
su questo tema specifico, "modicum fit"232. Qui Ubertino fa un chiaro distinguo fra ciö che Bonaventura dice a proposito della spiritualita di Francesco e cib che dice a proposito del modo di viverla con i
frati,
suoi
cioe in austeritas, quella mira austeritas che egli certamente esalta nella Legenda, ma non in modo tale da far capire quanto essa
caratterizzassenon l'immagine agiografica di Francesco ma lo stile di
vita quotidiano suo e della primitiva fraternZtaS233.Francesco scelse
229AV V, 3,422
a.
230AV V, 3,421 b- 422 a.
231AV5,3,423a.
232AV 5,3,423 b.
233 Ibid.
79
di vivere "tanta rigiditate discipline in victu, vestitu, et habitaculo,
somnio... ut vix necessaria sumeret sustentationi nature" non per
fosse
altro modo per vivere
ascesi, ma perche riteneva che non ci
1'ideale dell'altissima pazcpertas,che per Ubertino rappresenta, senza
della
francescanesimo
fondamento
del
dubbio,
il
stessa pere
alcun
fezione cristiana.
Nel capitolo nono del terzo libro, che e un grande trattato sulla
di
Ubertino
tipi
povertä o nuditä:
afferma che esistono vari
povertä,
la povertä che deriva dalla rinuncia alla proprietä, implicita in ogni
forma di vita ascetica; la rinuncia al diritto di possesso,che e tipica
dei religiosi; la rinuncia anche a ogni forma di possessoderivante da
donazione. Questo tipo di povertä, che e il piü radicale e contraddistingue gli äpostoli e gli uomini perfetti234, conduce di fatto chi
di
di
indigenza
in
e
uno stato
privazione
vi si sottomette a vivere
la
del
perche
comporta
rinuncia a
pane quotidiano,
totale, perfino
diretto
derivante
dal
di
forma
indiretto,
possesso,
o
sicurezza
ogni
dei mezzi di sussistenza:e proprio questo il tipo di povertä che Franlettera
l'insegnamento
frati,
ha
indicato
seguendo alla
ai suoi
cesco
di Gesü, il quale per primo ha dichiarato che la perfezione sta tutta
"virtutum
e
omnium perfectio et reginä'.
nella povertäz35e che essa
Percib, conclude Ubertino, "in hac renovatione consistit perfectio
Franciscus,
Jesu
emulator
similitudinis
quod
propter
a
omnis status,
sue conversationis primordio ad sanctam paupertatem querendam et
Christi
similitudinem observandam, totum
omni studio, secundum
suum convertit conatum'z36
Se Francesco e stato inviato da Dio a rinnovare la Chiesa ea
dunque
la
e
essenziale conoscere il suo
ripristinare
vita evangelica,
insegnamento e capire la sua vera intentio: l'intentio di Francesco e
l'intentio di Cristo, perche e Cristo il veto autore della Regola237,che
interpretazioni
ne
subire
modifiche
o
per questo non pub sbagliare,
234AV III, 9,190 a: "Est et tertia nuditas maxima que consistit in his que dicta
sunt, et
insuper in abdicatione omnis transitorie facultatis cum penuria et indigentia opportune sustentationis".
V, 3,425 b: "Iesus... in ea evangelicam perfeccionem constare decrevit".
236Ibid.
237AV V, 5,447 b: "Piissimus Iesusin constitution huius Regule principalis
est actor et hec
est ilia eadem vita et prcfectio que in Evangelio continetur et miro spiritus artificio in hac per eius
spiritum confecta Regula brevi compendio includitur et plenarie replicatur ".
"AV
80
fuorvianti. Fin qui, sostanzialmente, tutti i frati sono d'accordo. Ma
delle
il
intendere
parole della Regola?
come
correttamente significato
Con 1'altro fondamentale scritto di Francesco, il Testamento,che cola
l'unica
della
Come
Regola,
interpretazione
Regola.
stituisce
corretta
Testamento
il
e
il
pur senzaaverne medesimo valore normativo, anche
ispirato. Ubertino non arriva a dichiarare che tutti i frati sono obblidel
dettato
Testamento,
il
tuttavia sostiene
gati, per voto, a osservare
che "refutare Testamentum sanctissimum et eius nolle servare monita
non est plene servire evangelicum statum et est magne retrocessionis
indicium"238. Del resto proprio dalla negazione del valore giuridico
del Testamentoe cominciata quella decadenza dell'Ordine, decadenza
la
"nunc
Regola
Coloro
in
terminata
che
che osservano
est
ruinam".
"secundum declarationes et dilatationes quas procuraverunt a multis
dalla
forse
salvezza,
romanis pontificibus"
non si allontaneranno
beatus
da
"summa
Franciscus
ma certamente
quella
perfectio quam
Christo
in
ipse
se et volebat a
asseruit se a
servavi
accepisseet quam
fratribus observari"239.
Come il sesto stato e caratterizzato da una continua tensione fra
fermenti riformatori e resistenze, cosl anche la vicenda dell'Ordine,
fin dai suoi esordi, e stata caratterizzata dalla tensione fra lo spirito
della
ha
fondatore,
Comunitä.
le
il
che
animato
evangelico,
e resistenze
In questo senso Ubertino e in profondo contrasto con la visione di
Bonaventura, che riteneva la vicenda di Francesco un'esperienza unica,
inimitabile, partendo dalla quale, in seguito, si e sviluppata un'altra
linee
ha
diversa
dell'Ordine,
che
seguito
esperienza storica, quella
e
Secondo
Ubertino,
Francesco
e
invece,
si trovato subito a
proprie.
lo
la
ha
Comunitä,
contestato e tradito mentre era
che
contrasto con
l'insegnadecadenza
di
la
in
Egli
impedire
con
vita240.
cercö
ancora
1'esempio,
ma non ci riusc1241e cosi, quando si accorse
mento e con
dell'inutilitä dei suoi sforzi, si fece da parte e "gemens toleravit quod
corrigere non potuit"242.
7eAVV, 3.432a.
239
Ibid.
70 AV V, 7,450 b: "A principio simul cum perfectione orta est infectio status nostri".
241Cfr. AV V, 3,433 a.
242AVV,7,450a.
81
Toleravit e la parola chiave: secondo Ubertino Francesco non
la
della
subi;
sua comunitä, ma
acconsentl mai alla trasformazione
deve
inteso
il
come tacito consenso
essere
quindi
suo silenzio non
del
Tela
dimissioni
dissenso.
Le
e redazione
sue
ma come esplicito
la
furono
veritä, tentativi
gli estremi tentativi per ristabilire
stamento
falliti,
se si guarda all'Ordine, ma riusciti se si guarda
apparentemente
dagli
degli
ultimi, estremi gesti
spirituali, che proprio
al movimento
del fondatore sono stati riportati sulla giusta via, la via della povertä
della
minoritä243
e
Dio perö non ha mancato di mostrare alle generazioni future la
di
di
Francesco,
dello
dell'esempio
con un segno
vita
stile
e
validitä
inequivocabile: le stimmate. Gesü, infatti, prevedendo che la Regola
devianti,
interpretazioni
e con
sarebbe stata attaccata e sottoposta a
la
di
Francesco244,
l'intero
insegnamento
volle confermarla con
essa
Non
prima245.
sua somma autoritä attraverso un miracolo mai udito
di
l'insegnamento
Francesco
dunque,
la
Regola,
sono
tutto
ma
solo
"indelle
dall'impressione
stimmate, un vero e proprio
confermati
del
Gesü.
Iesu"246,
notaio
un atto ufficiale
strumentum notarii
Sulle stimmate e il monte della Verna Ubertino scrive pagine di rara
bellezza e di grande misticismo, anche se qua e lä un po' appesantite
da interpretazioni allegoriche, come quelle relative alle stimmate stesse,
l'uso
del
del
e
in
tempo
questo
e
ma
serafino;
al sacro monte, alle ali
di
intento
Ubertino
comuniriesce perfettamente nel suo
ogni caso
ha
la
lettori
provato e prova nel
profonda emozione che egli
care ai
Cristo
trovarsi a pregare ea scrivere su quello stessomonte sul quale
di
fonte
lui
ispirazione;
e
Francesco
e apparso a
tanto
e che stato per
di andare a scrivere altrove, non ci
decise
debilitate"
"ex
che, quando,
lavoro247
il
fatto
dopo
terminare
ritorno pote
avervi
riusci e solo
L'aspetto stesso del monte della Verna e per Ubertino oggetto
di meditazione: quell' "excelsum montem solitarium et silvestrem et
243
Cfr. V, 3,423 a-b.
244AV V, 4,434 b: "sciens persecutiones, malas expositiones et transgressionesquas pati
debebat Regula evangelicaet immutatio Francisci perfecta.
245"Signo sui pontifici consignare miraculo omnibus seculis inaudito", ibid.
246AV III, 5,167 b: "instrumentum portavit auctentici notarii lesu manu conscriptum et
signi sui characterepremunitum".
247
AV V, 4,437 b.
82
delectationibus
sterilem et
separatum a mundo et omnibus mundi
fu
"ut
dove
Francesco
istum",
presignaret
statum
privatum",
consacrato
dal
la
improwisamente
il
terza
eta, si erge
paesaggio
cioe sesto stato e
di
beni
circostante, quasi a ricordare quella poverta radicale, spoglia
da
di
distacco
tutto
totale
materiali ma rivestita
quelli celesti, e quel
le
e
terreno
ciö che
che sono condizioni necessarieper spingersi verfu
1'alto,
il
in
in
Poverello
quello stesso slancio mistico nel quale
so
di
di
Cristo
E,
incontrare
il
nel
alato.
non a caso,
volto
serafino
grado
Francesco ha ricevuto le stimmate proprio nella parte piü aspra del
"in
illa parte quam tua apparitione
sacro monte, su un'alta scogliera,
dignatus es consecrate erat saxi magni eminentis et alti preruptum
"ab
luogo
Un
omni alia spe preubi nihil comestibile nasciturä'248.
divisum
ruptum,
et separatum in altitudine tue pauperrime vite,
delectatione
fecundatum
divitiis
in
tamquam
celestibus
et ab omni
mundi privatum"249.
If monte della Verna, "domus Dei et porta celi", e tipo del Sion,
dei monti del Libano, del Moria, del Sinai; il "locus spiritualis inbruciare
Se
il
destinato
intero251.
il
mondo
cendii"250
a espandersi per
inalterabile,
di
Cristo,
inviolabile
testamento
e
ed
nuovo
eterno
unico,
e stato confermato nella carne di Francesco grazie alle stimmate 252,il
la
dunque
luogo
della
Verna
il
in
e
e
nuova
cui stata sancita
monte
lui,
da
il
Dio
Francesco
tramite
con mondo
alleanza, stabilita
con
e,
intero, a conferma definitiva del messaggio trädito ai suoi frati, e da
della
fuorvianti
il
le
Regola
interpretazioni
tradito,
e
con
questi
con
di
"sanctissimum
testamentum Francisci, patris nostri,
rifiuto
quel
discorso
(il
dedicasti"253
e
rivolto
quod non sine effusione sanguinis
"piantasti,
le
Signore,
Cristo);
tu,
o
stimmate,
e prosegue: con
a
fundasti, et confirmasti in monte hereditatis tue" la Regola; e con la
Regolafurono "stimmatizzati", cioe consacrati e confermati, la "forma
248AVV, 5,439a.
241AV V, 4,439 b.
250AV V, 4,437 b.
25'AV V, 4,443 b.
252AV V, 4,438 b: "illud inviolabile testamentum quod renovasti in carne Francisci... illud
immobile testamentum".
253Ibid. Da notare l'insistenza di Ubertino sully "consacrazione" divina del Testamentodi
Francesco.
83
l'insegnamento
vitae" e
che Francesco portava scritti sul suo corpo,
tramite i segni visibili delle privazioni e dei patimenti: "o quam bene
hanc
Regulam,
stigmatasti et alasti
sacratissimam
quam seraphicus
descriptam,
Franciscus
in
pater
et
pelle sue conversationis portabat
hoc
indubitabilem
tuam
et auctenticam"254.
munitam ac per
per
Tre efficaci similitudini mettono a fuoco il significato e la funlo
dei
delle
Innanzitutto
slancio
eccitano
spirituale
zione
stimmate.
dipinte
dalla
di
tiepidi: se giä un'immagine o una croce
mano
un
uomo peccatore possono costituire un valido aiuto spirituale per i
fedeli, ai quali richiamano le realtä che rappresentano, infinitamente
di piü dovrebbe esseredi stimolo e di incitamento un vessillo come
le stimmate, che sono "imagini vive sanctificate flamee sculpite in
digito
Esse,
Dei
Francisci
poi, guidano gli erranti: come
vivi"255.
carne
da
la
le
le
indicano
percorrere, cosi attraverso
via
nelle strade croci
ha
la
indicato
di
Dio
la
Francesco
via maestra affinche
stimmate e vita
direzione
hanno
la
Non
e
tutti sappiano quale
giusta.
alcuna scusante,
dunque, coloro che, come i frati della Comunitä, non osservano la
Regolae, ignorando 1'ammonimento di Dio, chiaro e inequivocabile,
lontano
dalla
dalle
256
erranti
stimmate, vagano
meta .
rappresentato
insigna fiducialiter confortantia timidos,
Infine le stimmate "sunt
...
barbaras
Dalle
transeuntes
nationes".
stimmate, infatti,
per
peregre
devono trarre coraggio e fiducia i seguaci di Francesco che, come lui,
disceso dal monte rinnovato nel corpo e nello spirito, devono vededi
fuoco,
in
ora una nube come quelle che
esseora una colonna
re
dai
dell'antica
dai
il
Alleanza
popolo
pericoli e
nemici
proteggevano
la
nel cammino verso terra promessa25'.
Se le stimmate sono il riconoscimento divino della santitä di
Francesco, sono altresl il segno che consacra il suo esempio, il suo
di
"stato
Ubertino
la
di
perfezione".
ribadisce necessitä,
stile vita come
di
1'esempio
di
Francesco,
assoluta,
seguire
e
nella vita e
prioritaria
formale
della
Regonelle scelte quotidiane, oltre che nell'osservanza
Ia. Di per se, infatti, la Regolanon e immediatamente traducibile in
254AV V, 4,441 a.
255AV V, 4,437 b.
256AV V, 4,438 a.
257Ibid.
84
facile
e
prassi ed
rispettarla nella forma pur vivendo nell'abbondanza
e nelle comoditä: e necessario invece passareda una generica theoria
a una specifica praxis, che della Regola rispetti non solo la forma ma
lo
anche spirito. Il cuore della questione, fondamentale nell'economia
dell'intero Arbor vitae, e dunque la precisa definizione dell'intentio
di Francesco. A questo scopo Ubertino fa riferimento
alla tradizione
parallela a quella ufficiale, alla testimonianza dei "figli legittimi", come
Giovanni da Parma, Corrado da Offida, frate Masseo e, soprattutto,
frate Leone.
E
la
questa traditio che Ubertino riconosce come autentica, perche,
differenza
di
a
quella ufficiale della Comunitä, riconosce nei fatti, non
solo nelle parole, l'origine divina della Regola, rispettandone il dettato
lettera,
alla
e ne ritiene Francesco il solo, autorevole e insostituibile
interprete. Significativo, in proposito, e 1'episodio riferito nel quinto
del
capitolo
quinto libro in cui, replicando ai frati che avevano inviato Elia a Fonte Colombo per chiedere a Francesco di mitigare la
Regola, Cristo afferma: "Regula per me est facta; et tu nihil posuisti
de tuo"258.Ubertino dichiara che questo
episodio sarebbe stato tramandato solo dagli spirituali, in particolare da Leone e Corrado da
Offida; e in effetti esso compare solo nella tradizione non ufficiale,
in particolare nella Compilatio Assisiensis(Legendaperugina)259e nello
Speculumperfectionis260.Invece Bonaventura, non a caso, "omisit
et
noluit in Legenda publice scribere", cosi come tralascib di scrivere
molte altre cose che sono invece attestate dalla tradizione "autentica",
testimoniata, in primis, dai "rotuli" di frate Leone, perche "aliqua erant
ibi in quibus etiam ex tunc deviatio Regulaepublice monstrabatur
et
nolebat antiquae nostrae ruinae initia legentibus publicare"261, nella
piena consapevolezza del divario esistente, giä allora, fra gli ideali e
la prassi che si andava consolidando.
Ubertino fa una distinzione netta fra la vicenda personale di
Francesco e quella dell'Ordine, che a suo avviso si e allontanato
dagli insegnamenti del fondatore fin dagli esordi: la Comunitä ha
258
AV V, 5,445 b.
259ConrpilatioAssisiensis17, in Fattes Franciuani, a c. di E.MEiassrö S. BRUFArr1,
Assisi 1995
e
(= Medioevo Francescano.Testi, 2), p. 1496.
zw Speatlumperfectiaris, I, ibid., p. 1850.
ý'AVV, 5,445a.
85
dal
Poverelda
diversa
tracciata
quella
volutamente scelto una strada
lo, opponendosi in tal modo non solo al fondatore ma ai disegni di
Dio e, come se non bastasse,perseguitando i frati rimasti fedeli agli
ideali originari.
L'Ordine, quindi, non e stato affatto, per Ubertino, il fedele
l'inseha
lo
di
e
Francesco:
seguito
stato, se non
e se non
continuatore
la
di
Regola,
di
il
Francesco,
cib significa
sua
suo stile vita e
gnamento
1'ha
Non
esiste una possibilitä alternativa, come quella
tradito.
che
dell'Ordine
ha
da
Bonaventura,
che visto nelle modificazioni
teorizzata
dunque
un progressivo adeguamento alle mutate esigenze storiche,
di
Bonaventura
Ubertino
aver
accusa esplicitamente
un'evoluzione.
di
linea
aver accettato un'evoluzione
troppo prudenziale,
scelto una
di
le
in
nascondere vere
che era
realtä una trasformazione, cercando
intenzioni di Francesco: "frater Bonaventura humana discretione contiin
illis
impersuasibilis
detrahentium
primordiis
morsus, ne
cuit, propter
illa
Sic
tacuit,
maxime
que
sancti
et multa alia magnalia
essetsermo.
discoperire
defectum
transgressionis
quam oculis suis
videbantur nimis
licet
filiis;
in
nec omnia tacuerit, sed quasi sub calculo multa
cernebat
dixit"262. Ubertino denuncia questa lettura come un volontario ("sub
la
di
dei
fatti
di
dixit")
realtä
tentativo
coprire
e
e scellerato
calculo ...
"humana
initiä':
"antique
quella
prudentiä'
nostre ruine
mascherare
"magna
e
occasio coecitatis multorum"263.
si rivelata una
La Comunitä ha seguito la via della completa integrazione dei
frati nella Chiesa e nella societä, laddove Francesco aveva indicato
la via dell'autoemarginazione, rifiutando tutto cib che, per sua stessa
di
dei
lo
frati.
vita
suo
e
stile
suoi
natura, non poteva accordarsi con
E cosi ha tradito il voto di povertä, quella povertä che non doveva
doveva
implicare
formale
personale
ma
possesso
al
rinuncia
esseresolo
Minorum paupertas extrema est"264
1'ususpauper: "paupertas
...
Al tempo di Ubertino 1'Ordine, originariamente costituito da
frati semplici e spesso ignoranti, e ormai costituito da una elite indi
della
integrata
nel
sistema
potere
societä
tellettuale, perfettamente
262
AV V, 3,437 a.
263
AV V, 7,449 a-b.
264
AV V, 5,446 a.
86
del basso Medioevo grazie anche ai numerosi privilegi pontifici che,
divieto
dai
frati,
del
il
Testamento,
esplicito
cercati avidamente
contro
delle
della
decadenza
dell'Ordine
diventate
sono
principali cause
una
della
della
e
perdita
sua identitä originaria; coloro che vi entrano per
fuggire il mondo, per vivere in povertä e austeritä, ne escono carichi
di benefici e di onori e di fatto si trovano riproiettati nel mondo:
"Qui de mundo exierant Religionis intrantes ad mundum redeunt
dignitate assumptä'2G5.Gli stessipontefici sono stati sempre "prompti
liberales
Regule
inflectendum,
et ad expospiritualem
rigorem
et
ad
fratrum,
Regulam
nendum
et ad concedendum
secundum appetitum
in
Ordinem
istum
inclytum
privilegia que
ecclesia quinti
redderent
la
hoc
in
ignorando
Deo
status et
che missione
crediderunt
servire"266,
dotta
le
la
da
Minori
Dio
e
apostolica affidata
ai
non passaper parola
dalla
di
linfa
Chiesa,
posizioni
prestigio nella
vitale proprio
ma trae
loro "minoritä", dalla preghiera e dal rispetto della povertä assoluta. Lo
discorso
frati
hanno
1'edilizia
i
costruito
stesso
vale per
conventuale:
conventi sempre piü grandi, integrati ormai net tessuto urbano, veri
1'incompadi
di
A
ricchezza e centri
potere. chiunque rilevi
collettori
di
di
il
l'insegnamento
Francesco,
tibilitä
quale
questa situazione con
"docebat fratres ut pauperum more pauperculas casaserigerent quas
frati
della
habitarent
Comunitä rispondono,
i
non
ut proprias"267,
at
dell'Ordine
dovuto
e
e ruolo
all'evoluzione
ancora una volta, che cib
l'abito,
il
Chiesa.
E
e
poi ancora
che stato chiamato a svolgere nella
lo
ferma
di
in
Ubertino
particolare net
cibo,
stile
vita - sui quali
si
da
ben
di
diversi
Francesco
e semmai simili
capitolo settimo quelli
frati,
degli
da
Ordini
Cosi
i
allettati
a quelli
monastici tradizionali.
loro
la
benefici,
tanti
profezia
sono cresciuti nel numero, ma vale per
di Isaia: "multiplicasti gentem, non magnificasti leticiam" (Is, 9,3).
Anche Francesco,secondo Ubertino, fece riferimento a questo passo26a,
"addens quod nequaquam Deus in multitudine filiorum inutilium
261AVV, 3,424a.
266
AV V, 7,453 a.
267
AV V, 3,426 b.
26sAV V, 7,453 a: "Quod Franciscusad litteram exposuit de hoc facto". In realtä non ci sono
prove the Francescoabbia mai citato questo passo,certamente molto taro agli spirituali; cfr. G. L.
Po=A, Storia ed escatologia...,cit., p. 137.
87
delectatur"269.Altro the successo,come sostengono i frati della Codiventata
la
dice
it
Ubertino
via era
segno the
munitä: questo -e
facile e comoda e quindi e la prova della decadenzadell'Ordine, come
frati
ben
Francesco,
the proprio per non governare tanti
capito
aveva
le
dimissioni.
rassegnb
Quello delle dimissioni e, force, it momento piü drammatico della
lo
facendo
Ubertino
di
Francesco,
stesso
parlare
ricostruisce
the
vita
Dominus
"postquam
lungo
in
consideravi quod
monologo:
santo un
fratrum numerum multiplicaret et quod ipsi propter cupiditatem et
inopiam spiritus a via recta et secura per quam solid erant ambulare
declinare inceperunt, et ampliorem viam incedere, non attendentens
...
dimittere
bonum
exemplum, nec
suam professionem et vocationem et
iter quod iam ceperunt propter predicationem meam et exemplum
fratrum
Domino
religionem ...
et ministris
meum recommendavi
fratres
ambulassent et ambutamen si secundum voluntatem meam
larent propter ipsorum consolationem nollem quod alium ministrum
haberent preter me usque in diem mortis mee". E, a conferma the le
della
impressa
1'accettazione
dimissioni
implicavano
svolta
non
sue
dai quadri dirigenti dell'Ordine, Francesco decise di continuare, fino
le
frati,
parole e soprattutto con
con
alla morte, a mostrare ai suoi
1'esempio personale, the stavano percorrendo la via sbagliata: "Verudiem
mortis mee exemplo et operatione non cessabo
mtamen usque ad
docere fratres ambulare per viam quam mihi ostendit Deus et ego
Domino"270.
inexcusabiles
informavi
ipsos
coran
ut sint
ostendi eis et
Infine scrisse it Testamentocome ammonimento e attestazione alle
indicato
Cristo
della
future
gli
aveva
stesso
e the
via the
generazioni
i frati avevano abbandonato271.
Il gruppo dei "figli illegittimi" ("bastardi" a it termine the usa
Ubertino) doveva avere un capo: la tradizione degli spirituali, the
Ubertino rappresenta, non ha avuto esitazione a identificarlo in (radi
Elia,
tradizione agiografica a rovescio,
te
mettendo su una sorta
libro,
dove
dice
del
it
tutto
si
quinto
settimo
capitolo
riportata nel
frate,
ha
le
di
the
avuto certamente
questo povero
sue
male possibile
269 Ibid.
270AVV, 3,429 a-b. L'episodio si trova anche nella CompilatioAssisiensis,c. 106, ed. cit., pp.
1647-1653, e nello Speculumperfectionis,c. 71, ed. cit., pp. 1964-1967.
271Cfr. AV V, 3,429 b.
88
colpe, ma the qui viene tratteggiato impietosamente come 1'esatto
opposto di Francesco, un perverso, uno the pensava solo a peccare272
e
the per questa sua natura malvagia aveva trascinato con se nell'abisso
quasi tutta la comunitä dei frati. Eppure e un fatto, e Ubertino to sa
benissimo, the Francescoto ha indicato come successore.Perche?Lungi
dal porsi qualche interrogativo sulla realtä di queste accuse, the come
sappiamo sono, almeno Parte, false e infondate, Ubertino supera ogni
possibile obiezione affermando the Francesco sapevabene, per spirito
profetico, the sotto la sua direzione 1'Ordine sarebbeandato in rovina.
Disse infatti al ministro: "Helia, Helia, tua fastuosa pompositas et
carnis prudentia, et tui similium Ordinem meum ducet ad nihilum,
et totam veritatem evangelici spiritus vacuabunt. Sed stupendum est
de isto Deo qui talem to congnoscit, et vult quod in Luis manibus
Ordinem derelinquam. Credo quod talem dat eis pastorem, quales
futuras oves essecognoscit"273.
Francesco lascib dunque the it destino dell'Ordine si compisse,
confidando in Dio e nei suoi imperscrutabili disegni, the si sarebbero
in ogni caso compiuti attraverso Elia e nonostante Elia. Dei progetti
divini sono invece collaboratori i membri del piccolo resto, quei frati
the si sono mantenuti fedeli a Francesco continuandone, a margine
dell'Ordine ufficiale, la veraforma vitae e tramandandone, fra incomprensioni e persecuzioni, la vera intentio, nel rispetto piü assoluto della
Regola, osservatasine glossacome raccomandava Francesco, e del suo
fondamento, la povertä.
Come i fedelissimi Leone, Masseo, Egidio, Giovanni e pochi altri,
figli
legittimi
di Francesco. Essi non
i
cost gli spirituali sono soli, veri
sono affatto un piccolo gruppo di emarginati sognatori, destinato a
Per
Ubertino
e proprio attraverso questo piccolo recto,
scomparire.
1'Ordine,
la Chiesa e it
Dio
perseguitato e calunniato, the
rinnoverä
fine,
Alla
funzione
Francesco
La
mondo.
poi,
stessorisorgerä.
storica
del Poverello, infatti, non a finita con la sua morte. Secondo una
tradizione the Ubertino afferma riferitagli da Corrado da Offida,
frate
l'aveva
da
Leone,
Francesco
the a sua volta
appresa
avrebbe
272AV V, 7,449 b: °frater Helias qui semper videbatur sicut caro concupiscere
contra spiritutn sancti, licet sub speciediscretionis et boni".
27AVV, 7,449b-450a.
89
la
il
veritä e rendere giustizia ai
predetto suo ritorno, per ripristinare
falsi
frati274.
dai
fedeli,
discepoli
perseguitati
suoi
Conclusioni:
Ubertino
e Francesco
Qui mi devo fermare. I temi da affrontare sono innumerevoli e
in questa pur lunga riflessione ho potuto indicate solo alcuni spunti,
di
della
dare
ricchezza
quel grandioso
un'idea
sufficienti, spero, a
1'Arbor
di
di
e
vitae.
teologia e spiritualitä che
trattato
11pensiero di Ubertino si colloca saldamente nell'ambito della
ha
1'
francescano,
Arbor
del
vitae egli
tradizione
ma con
primo secolo
del
Ordine
la
di
tradizione
per ritornare alle
suo
cercato andare oltre
di
di
Francesco,
modo
vivere
al
origini, al pensiero, alla spiritualitä,
di
contrastare un'evoluzione che egli valuta criticamente,
nell'intento
davvero
Ma
di
e
riuscito
come generatrice pericolose trasformazioni.
francescanesimo
del
da
Linterpretazione
intento?
proposta
nel suo
Ubertino nell'Arbor vitae e davvero conforme al modello? E, in caso
differenzia?
Indubbiamente
in
vi
che cosa se ne
contrario, perche e
di
continuitä, ma anche molte e significative
sono molti elementi
differenze.
Ubertino si allontana da Francesco nel momento in cui, rivendicando 1'esclusivadella sua ereditä spirituale per se e gli spirituali,
bene
fosse
lui,
di
materiale:
proprio
un
come
appropriarsene
cerca
di
la
fatto
ha
trova
e
radicale,
si
celebrato povertä assoluta
che tanto
di
lottare
il
per possesso una primogenitura, rivendicando, senza
a
di
diritto,
il
valutare, giudicare e condannare chi vuole
potere
averne
definirsi francescano. Egli e convinto della sua lettura della storia a
la
dissensi:
lui
da
e un
chi
pensa
non
come
tal punto
non ammettere
di
di
Cristo.
Quella
Ubertino
di
Francesco
e
e un nemico
traditore
i
tutti
tutto
con
con
se
stesso
e
combatte
mezzi,
che
egli
una guerra
lotta
fin
dei
il
in
e,
per
conti,
una
potere, quel potere che
senzapieta;
Francesconon avevaesitato ad abbandonare per esserefedele all'ideale
della vera povertä. La grandezza di Francesco sta tutta nell'aver posto
7.74
AV V, 4,442b - 443 a: "et audivi unum stupendum... a sancto viro fratre Corado et a
pluribus aliis fide digni quod beatus Franciscus ... revelavit sancto fratri Leoni... quod in hac apparitione Christus praedixit Francisco... quod ... ipsum resuscitaret".
90
la sua vita e anche il futuro dell'Ordine nelle mani di Dio, facendosi
da parte; il limite di Ubertino e invece quello di credere che Dio ha
posto tutto nelle mani del piccolo gruppo di fedelissimi figli spirituali
dei
loro
battaglieri
leader,
Ubertino
Angelo
Clareno
e
come
stesso,
e pochi altri, che hanno chiassosamente rivendicato quell'ereditä
di
Francesco silenziosamente custodita e difesa, con la
spirituale
preghiera e 1'esempio personale, da personaggi come Chiara, Leone
da
Giovanni
Parma.
e
Ubertino, e con lui molti degli spirituali piu intransigenti, ha
fatto della povertä la piu alta virtu, il valore sommo. Ma a rigor di
termini, secondo il Vangelo, come pure secondo Francesco, la povertä
non e una virtu ma un mezzo, uno strumento che rende possibile la
liberazione dell'uomo e lo dispone ad accogliere gli insegnamenti di
Gesü. La povertä si sceglie o si sopporta per il Regno dei Cieli, ma non
e certo un valore in se, tanto che ogni cristiano e chiamato a lottare
per aiutare chi e costretto a subirla. La povertä semmai e 1'accettazione
di
positiva
uno stato di privazione o la scelta volontaria di uno stile di
Per
Francesco
vita.
sceglierela povertä significa affidarsi fiduciosamente
alla Provvidenza, in evidente contrapposizione all'opinione comune
che ritiene necessarioil risparmio e 1'accantonamento di denaro come
"aiuto"
un
alla Provvidenza, una necessariaprecauzione, un modo di
futuro.
In questa prospettiva la ricchezza e forse
pensare al proprio
uno strumento legittimo per chi deve pensare a chi lo circonda, alla
famiglia e ai figli, ma illegittimo o piuttosto irrazionale per chi ha
di
scelto rinunciarvi per cercare un'esperienza piü radicale della fede.
Francesco sceglie di esserepovero perche vuole che nulla lo distolga
da Dio; si spoglia di tutto cib che e ostacolo per raggiungere l'oggetto
del suo amore, che non e la povertä ma Dio. In questo senso Francelinea
in
e
sco
con il Vangelo ma Ubertino no, perche trasforma una
scelta ascetica, una rinuncia, in un valore assoluto, da cui non si pub
prescindere se si vuole raggiungere la santitä: per Francesco la povertä
e uno strumento, per Ubertino e la condicio sine qua non, la quarta
virth teologale, che quasi offusca per importanza le altre. Come osserva
il Manselli, per Francesco "la povertä era amore, felicitä interiore,
di
gioia
spogliarsi di tutto per seguire il Divino Maestro, non norma
legalitä
formale...
Ed Ubertino norme e disposizioni
giuridica, non
voleva, che rendesseropiü dura, piü ardua e difficile l'osservanza della
povertä, e che fossero cosi precise da escludere dai Minori chiunque
91
di
farne
le
In
una specie vaglio,
osservasse"275. altre parole vuole
non
in grado di separareil grano, cioe i frati disposti a scelte eroiche, dalla
"deboli",
frati
i
the cercano una via comoda per proclamarsi
zizzania,
di
Francesco.
seguaci
Diversa e la concezione del lavoro manuale: per Francesco e un
dono di Dio e deve essere svolto con gioia, condividendo, come
fece Gesü stesso, la fatica e il sudore dei poveri. Per Ubertino e uno
deve
inteso
di
di
princiessere
espiazione e
penitenza e
strumento
"lavoro
spirituale", cioe come studio, meditazione
palmente come
del
del
lavoro
la
linea
in
tipica
concezione
con
e evangelizzazione,
monachesimo276.
Diversa e anche la concezione dell'ascesi, del digiuno, delle
fa
inUbertino
intorno
passo
evidente
un
ai quali
penitenze, temi
dietro rispetto a Francesco, recuperando in pieno gli ideali ascetici
del monachesimo tradizionale the Francesco aveva superato alla luce
di un rigoroso confronto con il Vangelo. L'ascesi di Ubertino e ledel
didel
contemptus mundi,
gata all'ideale tipicamente monastico
älla
dello
di
sfera
spirito e the
sprezzo tutto cio' the non appartiene
deve essere"mortificato". Di conseguenza il convento e la scialuppa
di salvataggio in cui ci si rifugia per salvarsi, in un mondo the va
l'ascesi
Francesco
e
Al
la
per
solo un
contrario
perdizione.
verso
della
diDio
propria esistenza, senza
al centro
modo per mettere
forma
di
il
il
rifiuto
sprezzo per corpo e per creato e senza alcuna
della societä: "Exire de seculo" non significa abbandonare la nave
the affonda per mettersi al sicuro, ma cambiare personalmente stile
di vita, sistema valoriale e mentalitä per meglio amare Dio, per esfare
di
Cristo
altrettane per aiutare anche gli altri a
sere testimone
la
to, ciascuno per sua via.
Ubertino, insomma, andando alla ricerca delle sorgenti del
francescanesimo, va ben oltre Francesco e trova le fonti, sl, ma della
del
le
testimoniano
resto
numerose cispiritualitä monastica, come
del
da
dei
"classici"
Beda
monachesimo,
tazioni, nell'Arbor vitae,
a
Climaco.
da
Giovanni
Basilio
Bernardo277,
a
san
275R MANSELu,Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., cit., p. 122.
276Cfr. AV III, 9,194 a- 196 b.
277Cfr. G. L. PoTESrA,Storia ed escatologia...,cit., pp. 211-223.
92
Ma non dobbiamo pensare solo alle differenze. Molti sono anfondo
l'insegnamento
di
Ubertino
i
conosce a
contatto.
che punti
di Francesco e ha elaborato il suo pensiero rimanendo saldamente
della
tradizione spirituale sviluppatasi nel primo secolo
nell'ambito
francescano. Inoltre mold dei punti intorno ai quali ho evidenziato
le differenze rispetto a Francesco sono, per il verso opposto, anche
il
di
E
che
vero, per esempio,
una profonda affinitä.
espressione
da
lontano
lo
di
Ubertino
porta spesso
radicalismo pauperistico
Francesco, ma 1'amore per la povertä resta certamente un elemento
del
la
la
Certamente
centralitä
cristologia,
comuni sono
comune.
della
dell'Eucarestia,
il
dell'Incarnazione
tema
paternitä e
mistero
e
dell'amore di Dio nei confronti dell'uomo, l'imitazione di Cristo, la
la
della
Chiesa,
del
dei
laici
riscoperta
nella vita
rivalutazione
ruolo
dell'importanza del rapporto personale e diretto con Dio per ogni
dotto
ignorante.
laico
o
o religioso, ricco o povero,
uomo,
E significativo che Ubertino, come del resto anche Angelo Clafond
monastiche greche278,
reno, abbia abbondantemente attinto alle
da
di
una spiccata
testimoni
una spiritualitä caratterizzata proprio
Questa
la
1'anacoresi
propene vita contemplativa.
propensione per
la
in
Ubertino,
scelta
che critica aspramente
sione si osserva anche
dell'Ordine di abbandonare gli insediamenti extraurbani a vantaggio
di quelli urbani, dove le continue distrazioni impediscono quell'avvila
fra
cendamento
preghiera e predicazione che caratterizzö vocazione
di Francesco, il quale visse alternando eremo e cittä, a imitazione di
Cristo, che dopo la predicazione andava sempre alla ricerca di luoghi
solitari279.
Come Francesco,Ubertino vive in un periodo in cui la spiritualitä
della
di
Dio,
non piü solo come studio
si riscopre come esperienza
Dio.
inutile
ha
e
Francesco
insegnato
su
o
scrivere
parlare
che
teologia.
L'importante e vivere in Dio e comunicare la propria esperienza agli
278Cfr. J. GaIBO1dONT,
La Scalaparadisi, jean de Rdithou etAnge Clareno, in Studia Monastica,
II, 1960, pp. 345-358, in part. pp. 355-356.
n9 AV V, 3,431 a: "Non obliviscebatur Franciscusquin semper rediret ad solitudinis locum
hominum
habitationibus
fratrum
loca
Voluit
ne tarnen
esse
temporum
vicina
post modica spacia
...
nimia fieret commixtio et ut possentquietum contemplationis et orationis conservarestudium. Sic
loca
habitaiuxta
esse
populos
quam
et
extra
eorum
sic
voluit
vicinus
quam
extraneus,
voluit esse
tiones in locis quiete solitudinis congruis locarentur. In hoc pium imitatus magistrum Iesum". Cfr.
III, 9,206 a-b.
93
formazione
di
di
Ubertino,
universolida
cultura,
pur se uomo
altri.
di
ideale,
scrivendo non tanto quello che
questo
sitaria, cerca seguire
ha imparato sui libri ma quello che ha intuito pregando e meditando.
E spessoci riesce, anche se non sempre.
Come per Francesco, l'incontro con Dio, personale epalpabile, e
fondamento
di
della
Ubertino,
trae
che
spiritualitä
una caratteristica
Egli
dalla
Scrittura.
Sacra
sviluppa una vera e propria
e nutrimento
della
Bibbia,
"orante"
di
lettura
consapevole che non
metodologia
la si legge per acquisire una conoscenza storica o teologica, ma per
direttadi
Dio
Parola
La
parla
attingervi un nutrimento spirituale.
la
dello
deve
in
dell'uomo,
percepire
essa voce
che
mente al cuore
Spirito Santo, affinche poi l'intuitus mentalis, 1'immedesimazione
in
biblici,
il
prima persona alle storie
parte
prendere
nei personaggi
della Bibbia, gli consentano di percepirne il senso ultimo e salvifico.
L'esperienza mistica di Ubertino scaturisce da un continuo contatto
dalla
della
la
Sacra
Scrittura,
rivisitazione mentale
vita
soprattutto
con
di Cristo. L'incontro con Dio, che ha luogo nella preghiera e nella
deve
divini
Ubertino,
dei
secondo
portare,
misteri,
contemplazione
dell'uomo
"Nam
e alla sua cristificazione:
a un rinnovamento totale
faciendum
invitat
Christus
miracula, sed ad eius sequenda
ad
non te
Questo
sue
opprobriä'280.
vestigia et ad ruminanda et amplexanda crucis
ha fatto Francesco, questo vuole proporre Ubertino ai suoi lettori.
Nell'Arbor vitae troviamo anticipati molti tratti caratteristici della
la
devozione
Come,
dei
per esempio,
al
secoli successivi.
spiritualitä
fa
Bernardino,
di
Gesü,
menche comunemente si risalire a san
nome
fondamentali.
incontrano
Il
elementi
gli
ne
se
vitae
tre giä nell'Arbor
"penitentibus
in
deve
invocato
di
Gesü,
refrigerium,
essere
che
nome
in
in
presidium, patientibus
pugnantibus
remedium,
egrotantibus
in solatium, proficientibus in auxilium, deficientibus in subsidium,
in
honorem,
in
e
testimonium",
predicantibus
per se
confitentibus
la
di
salvezzae sicura guida verso perfezione281.
stessoportatore
Lo stessosi pub dire della devozione al Sacro Cuore. Riprendendo
ha
Antonio
da
in
i
Padova,
principali
esponenti
tradizione
suoi
che
una
in Bonaventura e, in particolare, nell'Olivi, che cita ricordando come
280AV II, 4,97 a.
28'Cfr. AV II, 2,86 a- b.
94
lasciarsi
"inter
lui
da
imparato
a
sommergere
abyssalescordis
avesse
lunghe
dolores",
dedica
1282
Ubertino
sui
meditazioni alle sofferenze
interiori di Cristo, quelle che ha vissuto nell'intimo del suo cuore e
fisiche283.
hanno
le
del
Dovere
che
preceduto e superato
sofferenze
di
"penetralia
Cristo
Iesu",
e
cristiano entrare nei
cordis
nel cuore
sofferente, fonte di ogni grazia, per rivivere in essocib che non e possibile
1'equazione
tipicamente ubertiniana
rivivere nel suo corpo, secondo
dolore,
dolore
1'uomo
Pit
uguale amore.
condivide
amore uguale
lui
del
le
di
Cristo,
in
pit si trasforma
nel suo cuore sofferenze
cuore
la
trasfigura:
e, nella contemplazione estatica, si
sua
abbandonando
natura, svuotandosi completamente di se, uscendo da se stesso pub
davvero trasformarsi, misticamente, in Cristo: "0 tu devote fili huius
devotissima
intra
ingredere
ipsa
penetralia
virginis mater
virgine
cum
illa
Iesu,
lancea
ibi
cordis
adimpleas
quod tibi
crudeliter aperuit, et
fatto
desunt
ha
Christi"284.
E
e
que
passionis
questo proprio cib che
Francesco alla Verna.
L'Arbor vitae e un libro pervaso da un intenso misticismo, ma
Ubertino non e solo un uomo di preghiera. E un uomo d'azione,
della
la
la
degli
riforma
un combattente per
causa
spirituali e per
Chiesa. Desidera immergersi nella contemplazione dei divini mistela
di
del
di
investito
veritä,
compito
combattere per
ri ma si sente
difendere I'Ordine e la Chiesa dall'assalto di satana, di confortare i
difficoltä
le
di
suoi compagni
sventura, gli spirituali, ricordando che
del presente non erano altro che un momento di passaggio, doloroso
di
della
di
Franindispensabile,
loro
testimoni
ma
missione storica
dell'usru
finale
della
del
pauper,
trionfo
veritä
cesco e
nella certezza
E
di
la
della
dell'awento
Chiesa
una nuova era. veto che
realtä
e
del tempo non dava segni incoraggianti: era corrotta, secolarizzata,
Eppure
in
tutto era giä
sacrilega, mistificatrice,
mano all'anticristo.
doveva
di
Ubertino
e
scritto:
capire il
esserecosi e cosi stato.
cerca
delle
del
senso
vicende
suo tempo e ne trae questa conclusione: tutto e
la
finirä,
di
E
Francesco
Ma
previsto. tutto
come previsto.
se speranza
282
AV Prol. I, 4 b.
283Si veda in proposito il lungo capitolo nono del III libro, Jesufiatura previdens.Iesusorans
prostratus,cc. 307 b- 312 b.
' AV IV, 24,335 a.
95
di
la
di
fede
Dio,
infinita
speranza
nell'infinito amore
sta nella sua
Ubertino sta nella convinzione dell'imminenza del giudizio finale,
la
la
Questo
in
genera
veritä e giustizia.
quando saranno ristabilite
lui, ea suo avviso avrebbe dovuto generare anche nei suoi lettori, la
fiducia e l'ottimismo per il futuro.
t difficile stabilire con precisione il successo e la diffusione
dell'Arbor vitae, anche perche, specie all'inizio, seguendo le raccol'opera
Prologo,
e
dello
Ubertino
primo
nel
stata
stesso
mandazioni
diffusa clandestinamente, per evitare che cadesse in mani avverse
fino
il
degli
tutto
primo
almeno
a
spirituali: questo
al movimento
i
del
XIV,
suoi oppositori citano molti
ancora
quando
quarto
secolo
fornito
loro
1'Arbor
di
Ubertino
vitae, che pure avrebbe
ma non
scritti
di
dopo
la
l'opera
Ubertino,
di
Ma
morte
accusa.
molto materiale
diffuse
diversa
e
scala,
anche
su
vasta
se
si
e
successo
ebbe grande
libri,
d'interesse
dei
fortuna
la
generale e quindi
primi quattro
stata
legato
diffusi,
intimamente
largamente
piü
al
quinto,
rispetto
piü
francescano.
dell'Ordine
Oggi,
invece,
alle vicende e alla situazione
e soprattutto il quinto libro ad essereconosciuto dal pubblico dei
dedicati
limitatamente
Francesco
ai
passi
a
se
non specialisti, anche
francescanesimo285.
e al
L'Arbor vitae ebbe una profonda influenza su personaggi di spicco
della spiritualitä bassomediovale, come santa Caterina e san Bernardino286. Guardato con diffidenza dai frati della Comunitä, tenuto
in grande considerazione negli ambienti osservantini, l'Arbor vitae
dei
Paesi
Bassi,
in
diffuso
e
mistici
ambienti
soprattutto
comsi
il
Martinez
forse,
che,
secondo
tradizione
manoscritta
quella
plice,
Ruiz, uscl proprio dallo scriptorium di Gembloux; ma senza dubbio
285Penso in primo luogo ai testi pubblicati nella diffusissima raccolta Fonti francescane
(nn. 2044-2102; nuova edizione, Padova 2004, pp. 1339-1370); e poi alle meno diffuse ma pi j,
di
da
CASOLINI,
Arbor
Iesu
Ubertino da Casale,op. cit. e
F.
vitae
crucifixae
ample antologie curate
delta
da
Damiata
il
Marino
per
secondo
volume
collana Mistici francescani, op.
padre
soprattutto
I
Apocalisse...
619-673
Aspettando
per
op. cit.
e
pp.
cit.,
286Per la diffusione del testo cfr. F. CAI1.EY,L'it fuence et la diliuion de /Arbor vitae..., cit., pp.
533-546. P- noto anche all'anonimo autore del Decalogo evangelicaepaupertatis, del 134042. San Bernardino gli deve elementi delta devozione at sacro Nome e at sacro Cuore,
Pietro d'Alcantara ne trae alcune considerazioni su san Giuseppe. San Leonardo di Port-Maurice si e ispirato all'Arbor Vitae per il suo metodo di partecipazione alla Messa. Come nota
giustamente il PoTESrA,Scoriaed escatologia...,cit., p. 20, la ricerca delle citazioni dell'Arbor Vitae
e resadifficile dalla "mancanza di originalitä": in mold casi e impossibile stabilire se una citazione
proviene dl'llArbor vitae oe tratta direttamente dall'opera originale citata da Ubertino.
96
1'affinitä
di
fra
la
complice anche
numerosi
punti
ei
contatto
mistica
ubertiniana e quella fiamminga.
Una tradizione di ambiente spirituale vuole che Ubertino sia morto
assassinatodai suoi nemici. Sembra invece piü credibile 1'affermazione
contenuta in un codice dell'Arbor vitae della Certosa di S.Barbara a
Colonia, in cui si legge che mori certosino. L'ipotesi sembrerebbe
confermata da Bartolomeo da Pisa, secondo il quale "Ubertinus ...
factus est monachus albus" 287.Strana sorte per uno come lui. Ma in
fondo logica conclusione per una esistenza come la sua. Dopo tante
battaglie, tante polemiche, tanti pericoli corsi per combattere per i
la
in
valori
cui credeva, Certosa ci voleva. Forse nella quiete e nell'asdistacco
dagli
fra
bianchi,
i
soluto
avrä
affari secolari,
silenziosi monaci
trovato quello che per tanti anni ha cercato, inutilmente, fra le file
dei francescani. Eppure ne sono convinto
fino
alla
- nel suo cuore,
fine, si e considerato indegno ma affezionato discepolo del Poverello
fedele
testimone.
e suo
287Cfr. C. M. MARTINEZRuiz, De la dramatizacion..., cit., p.318.
97
UBERTINO DA CASALE PREDICATORE
MARINA SORIANI INNOCENTI
Ho letto Z'Arbor vitae crucifixae Jesudi Ubertino da Casale288in
di
ben
definita,
individuare
cercare
e
un'ottica
nell'intento precipuo
le parti che potevano apparire estranee, non in sintonia con lo stile
linguaggio
dell'opera,
usato nell'omiletica.
generale
ma piü simili al
Giä studiosi precedenti quali Martini289 e Callaey290erano inclini a
(opinione
1'Arbor
fosse
credereche
non
uri opera uniforme e omogenea
del resto condivisa piü recentemente anche da Damiata291,Potestä292
in
fossero
Ruiz293)
in
inseriti
precee che
sermoni scritti
e
essa
stati
denza, rielaborati per l'occasione. Credo di essereriuscita a enucleare
288Per la bibliografia su questo Autore e d'obbligo far riferimento ai numerosi studi di
G. L. PoTESrA,Storia ed escatologiain Ubertino da Casale,Vita e Pensiero, Milano 1980; ID.,
Aspetti e implicazioni della mistica cristocetstricadi Ubertino da Casale,in Abenländische Mystik
im Mittelalter, SymposionKloster Engelberg 1984, a cura di K. RtTT, Stuttgart 1986, pp. 286299; ID., Ideali di santitä secondo Ubertino da Casaleed Angelo Clareno, in Santi e santita nel
del
di
Francescani,
Assisi
delta
Studi
1989,
XIV.
Ani
XV
Convegno
Jnternazionale
Society
sec.
pp. 105-136; per gli studi specifici sull'Arbor Vitae si rinvia all'appassionato studioso franceda
Studi
Francescani,
Casale,
Ed.
di
DAMIATA,
Ubertino
M.
Pieta
vitae
e storia nell'Arbor
scano
Firenze 1988, ID., Aspettando l'Apocalissein fervore efurore con Ubertino da Casale,Ed. Tiellede
los
la
dramatization
De
Milano
di
C.
Ruiz,
di
dottorato
MARTINEZ
2000
media,
e alla tesi
de
libro
del
Vitae
Crucifixae
Iesu
de
Arbor
la
la
El
Pascua
Cristologia,
a
cuarto
acontecimientos
Ubertino da Casale,Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma 2000 (con esauriente indicadella
bibliografia
zione
precedence).
289Molto convincente, anche se datato, il saggio di P.Aoouo MARTINI, Ubertino da Casale
alla Vernae la VernanellArbor vitae, in La Verna, 11 (1913), in cui si segnalanonumerosi passithe
hanno carattere di sermoni: "
e forse piü utile e saggio cercar di penetrate piü addentro nell'Ar...
bor, ancora poco studiato e conosciuto
da capo a fondo e vi trovai cib the mi
presi
a
scorrerlo
...
attendevo di trovarvi, cioe quelle the io ritengo vestigia di materialipreesistenti alla compilazione
dell'Arbor in forma di sermoni e trattati
", p. 293.
...
290Cfr. F. CAU.AEYO. F. M. Capuc., L'iddalismefranciscain spirituel an XIVe siPcle.Etude sur
Ubertin de Casale,Louvain 1911, pp. 52-53.
291Di quest'Autore si veda l'opera Pieta e storia nellArbor vitae, cit., in particolare Sermones
e tractatus,PP. 74-78.
292"LArbor vitae net suo complesso e un'opera costruita attraverso la rifusione e l'inserzione
di materiali letterariamente anche assaidiversi", in Cristo e la creazionein Ubertino da Casale,Da!
Breviloquium'all Arbor', inAevum 53 (1979), P. 230.
293Predication en Toscana,Umbria y las Marcas de Ancona (1302-1304)", in C. MARTINEZ
Ruiz, De la dramatization de los acontecinrientosde la Pascuaa la Cristologia, cit., pp. 217-224.
99
da
in
Ubertino
libri
dell'Arbor
proclamate
molte omelie
nei singoli
difficile
festivitä,
il
di
e
anche se
ricostruire pubblico
particolari
giorni
d'alle
a cui originariamente erano rivolte e circostanze particolari;
la
tronde per tecnica seguita nelle artespredicandi e nell'impostazione
del sermo modernus294non era necessario definire il luogo e la data
il
interessava
e anche nel nostro caso, probabilmente, al predicatore
di
della
in
volta
volta variava nei particolari
che
predica
contenuto
adattandola all'uditorio riunito nelle piazze pubbliche o nel chiuso
delle celle conventuali. Non e stato difficile quindi trovare per esse
ha
fatte
le
inserendole
Ubertino
rivivere
nel
una giusta collocazione:
di
dell'Arbor
in
momento acquisiva una
che
momento
ramo adatto
della
Verna
Ubertino
fisionomia.
Nella
pace e nella solitudine
nuova
e tomato col pensiero alla predicazione itinerante in cui era immerso
foga
lo
11
di
che animava nell'illuminare
prima
essere relegato295,alla
ha
lo
inserito
delDio
nella creazione
ascoltava e
chi
e nell'attrarre a
1'albero divino ora una predica sull'Annunciazione di Maria29G,ora
della
Trattato
festa
Purificazione297,
De
ora
un
un commento sulla
294Ricchissima P la bibliografia sul genere letterario della predicazione; nell'impossibilitä di
far riferimento a tutti i saggisingolarmente, per la predicazione francescanasi rinvia a C. DELCORd'Assisi
francescanesimo
dal 1216 a! 1226
francescana,
in
Francesco
dellapredicazione
Origini
e
NO,
(Atti del IV Convegno Internazionale di Assisi, 15-17 ottobre 1976), Assisi 1977, pp. 125-160; ID.,
Il raccontoagiograficonellapredicazionedei secoliXIII XV, SecoliXIII-XV, in Agiografra nell'OccidenLa predicazionefrancescana,in
te cristiano. SecoliXIII-XV, Roma 1980, pp. 98-114; a Z. ZAFARANA,
dell'VIII
(Atti
Convegno
dei
laici
200
Internazionale
di Assisi,
Francescanesimo
ne!
vita
e
religiosa
16-18 ottobre 1980), Assisi 1981, pp. 203-250; per la predicazione itinerante dei frati minori a R.
RuscoNi, La predicazione minoritica in Europa nei secoliXIIIXV, in Francesco,il francescanesimoe
Firenze 1986, pp. 141-165;
la cultura della nuova Europa, a cura di I. BALDELUe A. M. ROHtANINI,
degli Ordini Mendicanti
in
les
MendiantJ,
Le
dans
"Studia"des
Les
G.
BOUGEROL,
J.
scuole
sermons
a
(secoliXIII-XIV, 11-14 ottobre 1976, (Convegni del Centro di Studi sulla spiritualitä medievale
La predication au XIII sl2cleen France et en
XVII), Todi 1978, pp. 251-280; a L: J. BATAILLON,
Italie, Variorum, GreatYarmouth 1993; alla rivista Medieval SermonStudiesNewsletter(1977-), alla
bibliografia e agli studi raccolti in Speculumsermonis,Interdisciplinary reflectionson the Medieval
Sermon,edited by G. DONAVIN,C.J. NEDERhtAN
and R. UTz, Brepols 2003.
295Per gli studi sulla Verna si rinvia a La Verna, Contributi alla storia del santuario, Studi
e
documenti 11 (1913); a E. FRANcFscfllNI,La Verna nella spiritualitä francescana,in Nel segnodi
Francesco,a cura di F. CASOLINIe G. GIAMBA,Ed. Porziuncola, Assisi 1988, pp. 252-262; a M.
DAMIATA,La Vernae le stigmate nell'Arbor vitae di Ubertino da Casale.Significato della Vernaper la
spiritualitk francescana,in Studifrancescani 85 (1988), pp. 225-247; ID., Meditazioni alla Verna di
Ubertino da Casale,Introduzione e Testi,in Studifrancescani90 (1993), pp. 5-61.
296HUBERTINUSDE CASALI,Arbor Vitae Crucifixae lesu, A. De Bonettis, Venetiis 1485 (d'ora
innanzi AV) I, 9: lesus plene dotatus, 17rb-23vb.
297
AV I, 10,49a-51b.
100
letterari,
perfectione298,ora altri materiali
utilizzando testimonianze
di
loro
di
Tutti
di
Francesco
o
seguaci299.
gli
compagni
orali e scritte
di
della
Ubertino,
in
itinerante
ma
realtä
predicazione
studiosi parlano
dei
indicazioni
suoi sermoni, che sembra siano
non abbiamo
precise
la
infervorata
infuocati
se sua
stati numerosi e anche particolarmente
loquela e costata al francescano il ritiro forzato sul monte Alvernia:
"
hec omnia priora relinquenssoli Iesu predicationi
post
et
...
intendi. In qua super admirando Dei beneficio propter testimonium veritatis quam coram clero et populi multitudine perusina
hoc
libro
in
plenius
pluries predicando exposui semiplene quam
expressisub cuiusdam persecutionis titulo, predicationis imposito
dicitur
deductus
locum
silentio, ad solitudinis
sum sacrum qui
mons Alvernae"
dichiara Ubertino stesso300.
Comprende quindi di aver dato libero
folla
la
di
infiammata
nelle
sfogo alla sua parola
e aver entusiasmato
dei
loro
e
tanto
che relegato
conventi
piazze ei confratelli nel chiuso
della
Ma
Verna
tacere.
per poco tempo
nella solitudine
e costretto a
del
dedica
della
1304
cede
alla pace
meditazione: nella primavera
si
desiderio
dei
insistenti
in
particolar modo al
alle
richieste
religiosi e
di Giovanni da Fermo che lo imploravano ora di commentare la Sacra
Scrittura ora di comporre prediche ora di scrivere la sofferta vita di
Gesü301Tale e il fervore che lo anima che nel settembre 1305 con
1'aiuto di Dio l'opera, l'Arbor vitae crucifixae Iesu, e terminata:
"in sacro monte solitudinis cum librorum penuria ubi possem
dubia revidere, non plus quam trium mensium et septem dierum
librum,
hunc
in
totum
scribendo
vel circa spatium temporis
de quo scribendo vix unquam cogitaveram,
Deus"3oz.
occupare permisit
298AV I, 10, IesusIoanni intimus, 23vb-26vb.
'AV III, 13,221b-235a.
300
AV, Prologus
I, 3rb.
301AV, Prolog:u I, 3rb: "In his varietatibus totum annum primum in sacro monte transegi
multotiens molestatus a diversis quia aliqua Scripturarum exponerem, aliis petentibus quia predicabilia componerem, aliis quia Apocalypsim exponerem, aliis devotius flegitantibus quia Christi Iesu
vitam et cordiales eius passionesdescriberem".
302AV, I Prologus,3va.
101
Anche se lo spazio di tempo intercorso da marzo a settembre
e di sette mesi, in realtä il periodo di composizione dell'opera e
ulteriormente ridotto, poiche Ubertino, in preda a febbri insidovette
la
del
interrompere
stenti,
stesura
voluminoso scritto3o3
che riusci a condurre a termine solo grazie al prezioso aiuto del
da
Giovanni
Fermo304e ai profetici suggerimenti della
guardiano
nobile fanciulla Cecilia di Firenze305.Sara possibile che i5 libri di
l'opera,
di
di
cui si compone
colma
riferimenti e
analogie con gli
di
dell'amato
Pier
Giovanni Olivi306, di Gioacchino
scritti
maestro
da Fiore le cui idee regnano nel V libro307, con la Legenda maior,
l'Itinerarium mentis e il Breviloquium di Bonaventura, principale
ispiratore308, di Angelo Clareno309, di Tommaso da Celano, siano
303AV, PrologusI, 3vb: "... septem mensium tempore duravit huius libri tractatus, et fuit
quattuor vicibus impedimentis notabilibus longo dierum spacio interruptus ... ".
304AV I Prologus,3vb: "
infantia
distinctiuncuab
vix
unquam
potui
unam
modicam
...
...
lam vel alquid aliud scriptitare vel cuicumque scribenti dictare quantuncumque utile vel devotum
etiam importunis non tam precibus quam conatibus a pluribus molestatus: de quibus plena experientia habuit qui mihi preerat guardianus cuius importunis molestiis sepius iteratis illius manu hoc
modo liber iste incepit':
3115
AV, PrologusI, 2vb: "... vir Deo plenus Petrus de Senis Pectenarius et devotissima virgo
Cecilia de Florentia sic me introduxerunt ad archana Iesu quod stupendum esset si scriberetur
perspicacitasspiritus eorundem ... ".
306AV, I Prologus:"Affuit et tunc cum predictis magistris practicis seraphice sapientie doctor
speculativus et Christi vite defensor precipuus, Deo karissimus, frater Petrus Iohannes Olivi, qui
nunc, ut spero, regnat in celis"; per i rapporti dottrinali tra loro intercorsi cfr. R. MANSEUi, Pietro
di Giovanni Olivi ed Ubertino da Casale,(a proposito delta Lectura in Apocalipsim e dell'Arbor vitae
crucifixae Jesu)in Studi medievali 2 (1965), pp. 95-122; ID., Pietro di Giovanni Olivi spirituale,
in AA. W., Chi eranogli Spirituali? (Atti del III Convegno Internazionale, Assisi, 16-18 ottobre
1975), Assisi 1976, pp. 181-204.
307Per 1'influenza delta visione gioachimita nell'opera di Ubertino e relativa bibliografia
si
rinvia a G. L. PoTFSrA,Storia ed escatologia..., cit., in particolare in Appendice: "Sul rapporto tra
lillbero di Ubertino egli alberi di Gioacchino", pp. 260-261.
303Sull'atteggiamento dello spirituale Ubertino nei confronti dell'opera di Bonaventura
cfr.
G. L. POTESTA,
San Bonaventura nell«Arbor vitae crucifixae Jesu»di Ubertino da Casale,in San Bonaventura maestrodi vita francescanae di sapienzacristiana, (Atti del Congresso Internazionale per
il VII Centenario di San Bonaventura da Bagnoregio, 19-26 settembre 1974), vol. I, Roma 1976,
pp. 187-196; ID., Cristo e la creazionein Ubertino da Casale,in Aevum 53 (1979), pp. 230-244, in
particolare Dal Breviloquium all'Arbor, pp. 230-234.
309Cfr. G. L. PoTESrA,Aspetti e implicazioni della mistica
"Fra tutti 8 forse Angelo
cit.:
,
...
Clareno it personaggio piit vicino ad Ubertino. Anche in lui spirito contemplativo impegno di
e
azione nella chiesasono strettamente connessi;in entrambi sia gli ideali di trasformazione in Gesü
crocifisso, fino alla quiete e all'impassibilitä, sia to strenuo impegno dottrinale e polemico per la
difesa delta causa degli Spirituali si alimentano ad un'unica radice
misticä, p. 297; ID., Angelo
Clareno.Dai Poveri Eremiti ai Fraticelli, Roma 1990; si veda anche E. RANDOLPH
DANIEL,Spirituality and poverty: Angelo da Clareno and Ubertino da Casale,in Medievalia Humanistica, N.
S. 4
et
102
lasso
di
in
conclusi
tempo cosi brevej3100 non e piü probabile
un
che vi siano stati immessi scritti composti precedentemente?311Non
e mia intenzione propinare un arido elenco delle varie parti che
hanno tutta l'impostazione del sermo, mi limiterö
a prendere in
considerazione i piü significativi.
Nella dedica del Prologo si rivolge universis Christi Iesu verefidelibus et sanctepaupertatis amicis3lz, a tutti coloro che condividevano
le sue idee sulla povertä evangelica; ma leggendo in sequenza l'opera
del casalensetroviamo molto spesso1'Autore immerso in monologhi,
in soliloqui con la propria anima:
"Et tu cogita, devota anima mea313, anima devota, si tu
sciveris
...
ruminare in omnibus que circa huius sacramenti celebrationem
aguntur314... attende ergo, anima mea misera315,iam memorare
anima mea ad lassitudines benedicti lesu"31G
o in esclamazioni quali:
"Attende autem lector, vide etiam quomodo, attende
consilium
Dei
tui,
ubi
nota
quod
"31%.
...
Anche il cardinale Matteo d'Acquasparta, the insegnb nello Studium
di santa Croce come Ubertino, segue
del
tecnica
questa
monologo,
frequente nella predicazione medievale:
"O igitur anima spiritualis et simplex, ad imaginem Dei facta,
quae convenientia tui cum istis mutabilibus et temporalibus?...
(1973), pp. 89-98. Sui rapporti intercorsi tra i due personaggiinteressantec la relazione di P.VtArr,
Ubertino da Casaleed Angelo Clareno: due itinerari a confronto, tenuta ad Assisi ne134° Convegno
internazionale di studi, Angelo Clarenofraaascano, (Assisi, 5-7 ottobre 2006), in stampa negli Atti
del Convegno.
30 AV I Prol. 3va: "Nec quod scriptum est adhuc potui
vel cursorie revidere; propter quod
habeat me lector excusatum
dc repetitione plurima quod in decursu libri forsitan apparebit".
...
3n A tal proposito si faccia riferimento alle affermazioni su citate di DAMIATA,CALLAEY
e
PoTESrA.
312AV I Prologus,2va.
313AV IV, 16: Jesus
flew riganu, 163rb.
3'4AV III, 5: Jesus
panic sacratus,145a.
315AV IV, 29: lesussurgensbeatus,176vb.
3'6AV III, 8: Jesusvigor lassattu,89vb.
317AV IV, 29: Jesusinfernum adiens, 171vb; IV, 26: Jesusintumulatus, 170ra.
103
Anima mea stolida,
Vide, igitur, et considera peccator homo
...
faciem"318.
iudicare
secundum
noli
Sono espressioni che troveremo spesso nella predicazione di
Ubertino, sempre rivolta all'umanitä sofferente di Cristo (cordiales
dolores, cordialespassiones)e della Vergine Maria319e incentrata sulla
di
Gesü,
intorno
Resurrezione
temi
ai quali ruota
nascita, morte e
libro
dell'Arbor
In
incessante
in
ogni
collegamento.
ogni sermone un
festa
di
interi
inseriti
o tracce prediche adattabili ad ogni
sermoni
sono
dell'anno; la ripetizione costante di hodie, hodie est solemnitas, hodie
festivitä
del
fa
hodie
in
giorno
estfestum riferimento alla
estprocessio,
di
1'occasione
il
individuare
tipo
e
omelia, anche se non
chiaramente
e possibile ricostruire ne il luogo in cui fu pronunciata per la prima
l'uditorio
indirizzata.
a cui era
volta ne
Nel I libro dell'Arbor al versetto Jesusplene dotatus320e facilmente
dell'Annunciazione
la
declamata
per solennitä
riconoscibile una predica
forse negli anni in cui Ubertino era immerso nella predicazione nelle
piazze pubbliche e nei conventi:
"Attendendum est, anima Christo devota, cum quanta perfectionis
Ut autem solemnitatem
dote tuus Jesusintraverit mundum
...
breviter
filii
Dei
diei
incarnationis
epilogando
sacratissime
...
diem
Attende,
magnificum
obstupesce
admirare et
concludam:
Patris
diem.
Hodie
solemnitas
est
eterni ...
namque
super omnem
Hodie illam benedictam humanitatem omni replevit gratia, omni
Hodie virginem expurgavit, fecundavit,
illustravit sapientia
...
Hodie est solemnitas principalissima
Dei genitricem effecit
...
Hodie
Virginis matris Dei, in qua facta est sponsa Dei patris
...
ipsa impeccabilis effectaet omni bono repleta Est etiam iterum
...
hodie solemnitas totius humane nature ... est et hodie festum
hodie
ergo omnis solemnitas, quia non est
totius universi ...,
de
humana
de
hoc
natura nec
seculo nec
aliquid solemnizabile
in futuro".
31sSermoII des. Francisco:Creavit denshominem ad imaginem suam ( Gen. 1,27), in Matthaei
ab Aquasparta O.F.M. Sermons de S. Franciscode S. Antonio et de s. Clara. Ed. G. GAL O. F. M.,
Quaracchi, (Bibliotheca franciscanaasceticaMedii Aevi, 10), Florentiae 1962, p. 30,26.
319AV Prologus, 5b: "Ibi (sul monte della Verna) ineffabilibus modis tota simul
et gloria
Christi crux et passio,simul et vita dei hominis mihi immittitur".
szoAV 1,9,17rb-23vb.
104
In questa solennitä, radice e fondamento della Nativitä, della
Resurrezione e della Ascensione, benedicteet beateJesuqui huius diei
mysteria solusplene cognoscis,rendimi partecipe di quella grazia che
tu hai ricevuto dal Padre.
La predica preparata per la Nativitä di Gesü321e molto lunga e
complessa,organizzata secondo le tecniche della retorica medievale ben
fonti
Ubertino
della
Sacra Scrittura
nota a
e col ricorso continuo alle
dei
della
Chiesa.
la
Padri
Dominano
e
scena Maria e Giuseppe, illi
paupereset virginei coniugesnon invento hospitio pre sua paupertate.
"0 anima mia- esclamaUbertino rivivendo la tristezza e il dolore
della partoriente
intensamente
Vergine
Madre
pensa
alla
costretta
di
ad andare
porta in porta alla ricerca di un ospizio e destinata a
far nascere il suo pargolo in una mangiatoia, rivivi e riponi nel piü
del
le
da
lei
Sofferenze
profondo
cuore
sofferenze
patite.
mirabili,
quia hodie Christus novus natus est, e nato in un umile luogo per
mostrare all'umanitä incredula mirabilia et stupenda. Anima mia devota, considera attentamente la solennitä di questa nascita: il tempo,
il luogo, il modo, l'ossequio degli angeli, l'accoglienza dei pastori, la
testimonianza di tutte le creature. 0 quampulchrum mysterium! Oggi
la nascita verginale ha annientato la lussuria, 1'umiltä e la piccolezza
del bambino hanno respinto la superbia, la povertä 1'avarizia, la caritä
l'invidia, la penuria di cibo la gola quiaparvo lactepastus estper quem
necalesesurit. L'estrema povertä del presepe omnem mundi vanitatem
deiecit"322.
Di fronte agli occhi di Ubertino, commossi di fronte a-tale scena,
sfilano all'improvviso le vane pompe dei prelati animati da una lussuria
dall'
desiderio
di
incessante
sfrenata,
gloria terrena:
321AV I, 11: JesusMaria status,26vb-39va. Per it ricorso a fonti patristiche, in particolare ai
Sermons di san Bernardo, capillare a l'analisi farta da G. L PoTFSrA,AbenlandischeMystik
cit.,
...,
p. 289-290: " ... per un utilizzo mistico a devozionale Ubertino ricopia spessoda san Bernardo
senzamodificare per nulla le sue osservazionisulla sacrapagina."
3u Per it concerto di povertä di Ubertino cfr. CH. DAvis, Ubertino da Casaleand his ConcepFranciscan
tion of ältissima paupertas, in Studi Medievali 22 (1981), pp. 41-56; M. D. LAMBERT,
Powerty.The doctrine of the absolutepowerty of Christ and the apostlesin the FranciscanOrder, 12101323, Londres 1961, ora aggiornata in Poverthfrancescana,La dottrina dell'assolutapovertä di Cristo
e degli Apostoli nell'Ordine francescano(1210-1323), (Trad. M. Colombo), Ed. Biblioteca Francescana(Fonti e ricerche 8), Milano 1995; A. VAUCUEZ,Laplace de la pauvretf dans its documents
hagiographiquesä l'epoquedesSpirituals, in AA..,
Chi eranogli Spirituali? cit., pp. 125-143.
105
"adiscantprelati ecclesiepompam fugere. 0 prelati impii, vere non
immo
more
ornati,
prelati, sed pylati ... more mulierum magis
diversis
ydolorum magis culti quam vestiti et more peccatorum
ferculis ventre repleti"323.
Prendete esempio dai miseri pannicelli che avvolgono il piccolo nato, futuro re della terra, adorato dalla schiera degli angeli, dai
dagli
hanno
alberi che
prodotto una splendida stella,
cieli che
la
ha
dall'inferno
balsamo,
pia nera puassorbito con
che
stillano
dal
dalle
Voi,
i
sapere,
cariche,
affascinati
nizione nemici corrotti.
dalle ricchezze che comportano prestigio sociale, arrossite nell'abbondanza delle vostre delizie, nuovi falsificatori dell'esempio di
Cristo
"qui paupertatem non solum continuavit conversando, sed consumavit crucifixus moriendo"324.
fasto
dei
il
digressione
la
e
Lunga e roboante
prelati325,
contro
dei
la
la
pastori,
ma prevalgono meraviglia e gioia riflesse negli occhi
inginocchiati di fronte al povero giaciglio per riverire, onorare, debeato.
il
votamente abbracciare pargolo
"O bone loseph, parce nobis, quia nunc nos occupant magnalia
"
matris!
prolis et
Oggi tutte le lodi sono rivolte alla Madre e al Figlio e it predicatore
lo
Giuseppe,
l'umile
quasi consola: oggi tu osservi
sembra scusarsicon
ha
it
nemmeno una culla,
con mestizia tuo piccolo the non
323AV I, 11,31rab
324AV I, 11,39va.
325In ogni libro dell'Arbor Ubertino evidenzia il suo misticismo con frequenti e aspre invet"
dei
AV
II,
3,46va:
0 quam
lucro
di
desiderio
il
religio
sancta
cfr.
sacerdoti;
tive contro
...
...
feda.
Obedientia
fracta,
in
conversatio
est
parva vel
multis
professio
est
miserabiliter cecidit, quia
deformata,
habeant
divitias
quia
cum
non
et
exemplaritas
prostrata
nulla ... paupertasmiserabiliter
hereditarias a parentibus nec prebendas pingues in ecclesiasticisreditibus existimantes questum
pietatem, habent mendicitatem insatiabilem et in missis alia aliis spiritualibus vendendis officiis
labem
";
AV IV, 5,
pauperes
nomine
ad
glorie
et
volunt
esse
vanitatem
multam symoniacam
...
143vb: "Ve illis impiis sacerdotibusqui, a charitate distincti et cupiditati sacrilege proditoris inde
coniuncti, de sacro dominici corporis tanto illo proditore negotiantur scelestiusquanto sepe pro
minori precio, sicut pro tribus denariis, negotiantur impie de Christo regnante in celis!"
106
"postea tu, cum essecfaber, potes cunabula fabricare. Laetentur
igitur celi et exultet terra! (Ps. 95,11)"3z".
Oggi e nato il Salvatore! E con la gioia nell'animo per tale
nascita si conclude la lunghissima predica e si chiude il I libro
dell'Arbor.
Tutte le tappe della vita terrena di Gesü sono scandite dalla
predicazione di Ubertino, the probabilmente era invitato a proclamare sermoni in vari `luoghi' francescani (e plausibile pensare
anche nella chiesa di Santa Croce a Firenze, dove insegnb con
Pietro Olivi dal 1287 al 1288)327e in varie festivitä
grazie alla sua
letteraria,
capacitä
alla vivace inventiva e al linguaggio forte ed
efficace, tanto the col fuoco delle sue parole avrebbe potuto convertire it mondo intero328. Non e stato cosi, anzi le sue arringhe
gli sono costate una lunga prigionia, se si pub usare questo terforse
it ritiro sul monte della Verna gli ha consentito di
mine;
rielaborare, ruminare, la parola del Signore the con tanto entusiadiffondeva329.
smo
326Ubertino
frgatus, 62vb: "
consacra nell' Arbor belle espressioni per san Giuseppe; cfr. AV It, 6: Jesusinfans
in Joseph altissime
... efficaciter concludens quod omnium virtutum perfectio
adunatur"; anche quando espone le asserzioni di Origene, di san Bernardo e di Agostino relative
all'istintivo dubbio di Giuseppe per it santo concepimento delta vergine Maria conclude serenamente: " ... et tarnen undique magnum virginis testimonium,
quia si Joseph dubitavit certum
est quod ab ipso non fuit conceptus sacratissime virginis" (I, 11: Jesu Johanni intimes, 25vb).
San Bernardino mostra di esser motto
del sermone De sancto
vicino a Ubertino nell'impostazione
Joseph; per questo si veda E. BLONDEL n'ISECEEM, L'itJuence d'Ubertin de Casale
site les fcrits de s.
Bernardin de Sienne, in Collectanea Franciscana 5 (1935),
pp. 5-44, in particolare pp. 39-40: Les
sermons «De sanctin».
327Per to biblioteca di santa Croce in Firenze
si ricorra a R. MANsau, Firenze nel Trecento:
Santa Croceeia adtura f ancescana,in Clio 9 (1973),
pp. 325-342; ID., Due bibliotechedi «Studia»
minoritici: Santa Crocedi Firenze e il Santo di Padova, in Le sarole degli Ordini Mendicanti (secoli
)UII eXM Todi 1978, pp. 353-371; cfr. anche MARTfNEZRuiz, El
estudiode Santa Croceen Firen168-171.
ze, in De la dramatizacion de los acontecimfentosde la pascuaa la axrtologia
cit.,
pp.
...,
3zsAV I Prologus,Ora: "Sciunt qui me
audierunt quia benignus Ihesus non me permisit in
legendo et predicando frivola cc curiosa
sectari, unde et in audientibus qui malam vitam meam
noverant sepeinerat proverbium quod si vita me adversaconsonaret doctrine, quod deberem convertere totum munduni.
329Per la memorizzazione (naninatio) delta vita di Gesir
seguita da Ubertino si rinvia a G. L.
Po=A, AbenliindischeMystik
288-290: " L'esigenzathe la materia risulti facilmente
cit.,
pp.
...,
utilizzabile per una reiterata meditazione, in modo tale the ogni atto delta vita di Gesü si fissi nella
memoriadevota, richiede innanzitutto the essavenga organizzataattraverso it ricorso, esplicitamente dichiarato da Ubertino, a procedimenti e schemi mnemotecnici".
107
Per la festivitä dell'Epifania330Ubertino prende spunto dal versetto
(Mt.
2,2).
in
Vidimus
adorare
eum
tematico:
stellam oriente et venimus
Quia vero de stella in qua magisfislgidus Jesusapparuit nunc estsermo,
Oggi e un giorno sacro, che riporta in terra la fulgida luce del giorno
in cui si rivelö lo spirito del Padre ad mundi tenebras effugandas. In
dalla
Magi,
illustrati
lontano
i
stella, giunsero al santo
giorno
quel
1'oro
festinanter,
letanter,
come a un re
reverenterper offrire
presepio
in segno di reverenza,l'incenso come a un Dio in segno di adorazione
di
la
in
segno gioia.
e mirra
La prima parte del sermone procede nel modo consueto, come
del
fervore
dotato
spirituale e
naturalmente
ancor oggi un sacerdote,
della loquela infiammata di Ubertino, potrebbe esporre agli ascoltatori
la
divina.
la
loro
infondere
in
trepidante gioia per manifestazione
per
Ma lo scopo precipuo dell'ardente francescano non viene mai meno:
dall'animo
la
dalla
umano,
terra, soprattutto
vanitä,
occorre estirpare
la falsitä, in questo caso la fallacia della filosofia mondana.
"Sed videtur hodie venisseclangor tertie tube: Tertius angelustuba
facula
de
tamquam
ardens
celo stella magna
cecinit et cecidit
...
(Apoc.
dicitur
8,10-11)".
absinthium
et nomen stelle
Se la tromba del primo angelo ha eccitato gli animi contro la
ha
fatto
del
la
insorgere
dei
tromba
secondo
tiranni, se
crudeltä
ha
del
la
degli
la
terzo
tromba
suonato contro
eretici,
perfidia
contro
la fallacia della filosofia mondana. Come san Paolo anche Ubertino
filosofica331:
della
la
filosofia
1'ingannevole
sapienza
vanitä
condanna
la
della
dal
e
per
vana
curiositä
stella
come
una
cielo
mondana caduta
dalla
e
e
intelligenza,
prima veritä
caduta, perche si allontanata
sua
e
la
il
inganna
perche
nome
assenzio,
con
suo
con malizia;
sua
e
3'oAV, II, 3: Jesusin stellafulgidus, 46ra-48vb. Si veda 1'edizionedel Sermoinfra, in Appendice.
da notare una marcata corrispondenza del SermoDe Epiphania Domini di san Bernardino con
questi versetti dell'Arbor, Jesusin stellafulgidus ejesra Magis monstratus",i passaggiparalleli dei due
Encore! 'influenced'Ubertin
sermoni sono riprodotti in grande evidenzada E. BLONDELD'ISECEEbi,
de Casalesur lesIcrits de s. Bernardin de Sienne,in CollectaneaFranciscana6 (1936), pp. 57-76.
331Sono le tematiche ampiamente sviluppate da Ubertino negli scritti polemici composti in
occasionedella grande disputa con i rappresentanti della Comunitä francescana:cfr. Rotulus iste,
desMittelalters 3 (1887), pp. 93-137;
ed. F. EHRLE,in Archiv fur Literatur und Kirchengeschichte
per
la risposta della Comunitä francescanaalle accusedi Ubertino si veda A. CHIAPPINI,Communitatis
responsio'Religiosiviri' ad Rotulum fr. Ubertini de Casali, in Archivum Franciscanum Historicum 7
(1914), pp. 654-675 e8 (1915), pp. 56-79.
108
di
(refrigescit
la
i
capacitä
amare
amarezza ottenebra sensi, raffredda
facciano
dunque
ingannare nella
dilectionis).
Oggi
i
Magi
non si
virtus
loro strada, non seguano la stella malefica la cui luminositä cade dal
cielo in molti,
"quia intentio est simoniaca, cognitio ceca, instructio nulla,
feda
deiectä'.
Christo
tota
conversatio
et via
a
L'animo di Ubertino, che rifugge dal male, ý attratto dall'umiltä,
dalla semplicitä della sapienza di Pietro Pettinaio, di Cecilia da Fidi
di
da
della
di
Cittä
Angela
Foligno332,
prudentissima
renze,
virgo
Castello, delle devote donne che con profonda sensibilitä e delicatezdel
dinanzi
hanno
la
tutto
za
al
muliebre gli
comunicato ora
gioia
presepe ora la profonda e incontenibile commozione dinanzi alla
croce333
Anche nel giorno solenne in cui si festeggia la purificazione
della Vergine Maria con una processione334il pensiero e le parole
del predicatore sono rivolte ai ministri del tempio sacro dove si
bambino
il
Gesü rivestito di candore per offrire gloria e
presenta
"O
purezza a coloro che rinunciano ad ogni carnale affezione.
da
miserabile anima mia, perche vai cercando onori e rifuggi
divina?
la
0
Non
anima
umili cose?
maestä
vedi come si umilia
del
1'insegnamento
Ascolta
e segui
mia, che cosa vai cercando?
tuo Gesü: Ama i tuoi nemici, ricambia con 1'amore chi ti odia,
la
Solo
prega per chi ti perseguita e ti calunnia.
cosl raggiungerai
perfezione".
332Per I'inRuenza di questefigure nel pensiero di Ubertino si ricorra a G. L. POTESTA,
Ideali di
santitk secondoUberrino da Casaleed Angdo Clareno, in Santi e santith nel secoloXN, (Atti del XV
Convegno Internazionale, Assisi 15-16-17 ottobre 1987), Assisi 1989, pp. 105-137; a G. D'URSO,
"La beataAngela e Ubertino da Casale",in Vita e spiritualitä della beataAngela da Foligno, a cura di
C. SCHMrrr, Perugia 1987, pp. 165-187; a S. BRUFANI,
"Angela da Foligno egli Spiritual' in Angela
,
da Foligno Terziariafrancescana(a cura di E. Menestö), Spoleto 1992, pp. 83-104.
333AV I Prologus, 3vb: "Licet autem multis oraculis me Iesusconfortaverit et internis immissionibus ... tarnen potissimum adiurorium et confortamentum in scribendo securefuit vere dicate
amori Iesu duce prudentissime virginis vere sponse Christi de civitate Castelli, cuius vita in omni
sanctitate insignis et sanctitate probata, ita dam volitat per ora populorum non solum civitatis
predicte, sed etiam longe distantium et maxime ab omnibus in vita Iesu expertis ipsius sponsa
excellentissima predicatur". Per l'identificazione della prudeauissimavirgo con Margherita cfr. E.
M&NFSTO,La «Legenda»di Margberita da Cittd di Castello,in Il movimento religiosofemminile in
Umbria nei secoliXIII JCIV, a cura di R RUSCONI,Firenze-Perugia 1984.
334AV, II, 5: Jesusredemptusparvulus, 51va-60rb.
109
Jesu
hec
tuo?:
a
audiens
anima mea, quid vadis querendo
Diligite inimicos vestros, benefacite his qui oderunt vos, orate
filii
calumniantibus
patris vestri.
ut vos sitis
pro persequentibus et
Estote ergo perfecti" 335.
"0
Di una particolare efficacia mi e sembrato il discorso celebrativo
la
di
336:
in
le
di
Ubertino,
Canaan
Nozze
reverenza per
spirito
per
Vergine, esulta per 1'attenzione con cui Gesü onora la devota e sinbreviloqua:
brevi
Vinum
delta
Madre:
non
sicut
verbo
tetica preghiera
habent. Il Figlio dona alla Madre it primo miracolo che manifesta
lentamente quasi a far maggiormente sentire la mancanza del vino:
1'anima
Quasi
hoc
a significare che
plus grate reciperetur effectus.
etper
deve saper riconoscere le sue mancanze e accogliere it dono divino
come pura grazia e non per altro merito:
"sic in miraculis et in aliis eius beneficiis vult quod anima suum
defectum cognoscatet quod mera gratia nec ex aliquo suo merito
Dei dona recipiat".
E come in quel lontano giorno la Madre suggerl at Figlio la
to
la
del
premuroso
stesso
affetto,
oggi
con
vino, cosi,
mancanza
defectus
fare:
filio
affectuose
nostros
nostra advocata337continua a
bona.
A
in
Signore
it
sua
convertit
mala
questo
nostra
suggerit e
in
Ubertino
le
a
mettere
passa
risalto
punto con passaggi arditi
del
inserendo
nella narramatrimonio,
caratteristiche sacramentali
di
Canaan
delle
una predica o presumibimente alcune
nozze
zione
di
parti
essa:
"Quia vero de nuptiis est sermo, attende anima mea, quas nuptias
Ex hoc quod lesus sua presentia honorat nuptias,
debes eligere.
...
0
iste
quam
mire
approbat.
sunt
matrimonii
sacramentum
...
dum
dum
dum
obsecrantur,
recipiuntur ad
preparantur,
nuptie
tripudium! "
335AV, II, 57vb.
336AV III, 5: Iesusa matre rogatus,84vb-87va.
337Ubertino usa spessoquesto aggettivo per la Madre di Cristo; cfr. AV I, 11: IesusMaria
natus, 36rb: "0 mater nostra advocata sollicita, procuratrix fida, tu es mediatrix inter nos et parhominum,
ipse
Dei
est
mediator
sed
et
uterque ergo lapis angularis, sed ille principalis et
vulum,
tu collateralis ... "
110
Dopo aver passato in rassegnai vari passi biblici che evidenziano
l'amore matrimoniale duraturo per 1'eternitä: Desponsabote mihi in
luxurie
(Os.
Tu
Domine
2,19),
sempiternum
non
causa accipio
scis
dilectione
(Thob.
8,
posteritatis
sororem meam coniugem, sed ex sola
9), il predicatore conclude:
"Expergiscere, ergo, anima mea, et ad spirituales sponsi Iesu
amplexus intima affectione aspira ... et si tibi deficit vinum
spiritualis letitie, attende piissimam matrem pro te appellate ad
sponsum, allegantem quod vinum non habes ... et indubitanter
dum
expectesquod,
non advertes,pius Jesustuas aquas insipidas
optimum convertet in vinum"338.
Nel ricordare i momenti di stanchezza che il Signore ha avuto
durante il travagliato tragitto terreno339,Ubertino prende lo spunto
dal versetto Jesusfatigatus ex itinere (Ioh. 4,6) e ci invita a ruminare
in corde340le continue e incessanti difficoltä da Lui affrontate con
serena umiltä, nei numerosi viaggi intrapresi a piedi nudi, rare volte
1'aiuto
di un giumento:
con
"lam memorare, anima mea, ad lassitudines benedicti Iesu cum
multa compassione".
Se la stanchezza corporale e grande, di gran lunga maggiore e la
la
1'animo
divino
stanchezzaspirituale che opprime
nel vedere negliha
dall'esempio
inondato
ha
i
tempi
genzache
e allontanato gli uomini
di vita offerto dal figlio di Dio che camminava scalzo, vitamfacilem
deliciosam
laboriosam
dei
devoti
Il
abiciens,
accorre
et
sequens. popolo
in massa ad ascoltare la parola di Dio: messisquidem multa, operarii
autem pauci (Lc. 10,2; Mt. 9,37); la devozione e molta, ammette
Ubertino, ma pochi sono i predicatori veri, che mostrino con 1'esempio
dicono
0
Come
quot
a parole.
sono chiacchieroni, garruli!
ciö che
Tutto
di
i
il
e
mondo pieno
parole, sembra che religiosi
sunt verbosi!
del nostro tempo imparino a parlare, non a fare; essi dovrebbero esdeficiunt
dicono
di
ita
verbis,
sere esempio agli altri: sicut carentfactis
338AV III, 5,87vb.
339AV, III, 8: Jesusvigor lassanrs,89vb-92va.
340Frequenti sono nelPArbor i riferimenti alla naninatio intesa come pratica meditativa da
parte del lettore: cfr. AV I, 11,71b; II, 1,80b; 111,3,149b.
111
de
de
de
de
truphis
guerris
mundo
parole vane parlando nelle piazze
frenesia
la
di
Gesü
de
Alla
inutilibus
si contrappone
stanchezza
vanis.
di chi parla, parla dicendo parole insipide e aride:
"... tunc in sermonibus verba ipsorum sunt insipida et arida
loquaces
predicatores veros
et quod peius est tales predicatores
persequuntur et veraces"341.
Nell'animo di Ubertino regnano 1'amaro ricordo e 1'estremo
la
di
in
degli
vera
anni trascorsi piazza piazza a proclamare
rimpianto
Solo
Christi
imitatoriam
divina
vitam.
ea proporreperfectionis
parola
il
di
Cristo
furono
e seguirono puramente
veraci operai
gli apostoli
hec
in
tempora
ecclesia,semina e raccoglie
suo esempio, ma chi, ad
frutti per la vita eterna? Nella sua predicazione domina assillante il
la
legittima
Francesco
di
Francesco:
della
e sua
spiritualitä
pensiero
della
di
Cristo,
imitatori
perfezioprole sono gli appassionati seguaci
la
loro
di
della
prerogapurezza vita evangelica34Z,per
ne apostolica,
(plena
in
Cristo
in
di
resilitio
nihilum
tiva
umiltä e annullamento
dimentichiamo
Non
Minori.
lui
da
chiamati non piccoli, ma
creature)
fermezza
egli rispose al cardinale
con quanta umiltä e altrettanta
Ugolino quando invite i frati a ricoprire i vari gradini delle gerarchie
ecclesiastiche:
"Domine, Minores ideo vocati sunt fratres mei, ut maiores fieri
non praesumant"343.
loro
la
dunque
Lasciate
prima vocazione, quella
che seguano
evangelica!
34'AV, III, 8,91rb.
342Cfr. R. MANSELLI,La povertd nella vita di Francescod'Assisi,in La povertd del secoloXII e
Francescod'Assisi,(Atti del II Convegno Internazionale, Assisi, 17-19 ottobre 1974), Assisi 1975,
pp. 256-282.
343Il richiamo allo spirito di umiltä francescanae continuo in Ubertino. Si veda a tal propo"Similiter (Franciscus) dicebat fratribus, volens eos
211va:
Franciscum
Jesus
V,
AV
3:
generans,
sito
hoc
humilitate
ipsos
Unde
in
propter
vocavit minoservare.
et
et
excludere
ab omni pompa ecclesie
ipsos
fieri
modo
prelationis
aliquo
nec
stamm
volebat appetere.
presumereent
non
res, ut maiores
Unde domino hostiensi suo patri dixit: "Si vultis quod faciant fructus in ecclesia Dei, tenete eos
in statu vocationis eorum et ad prelationis ecclesienullatenus ascenderepermittatis". Si segnala la
di
da
"Gesü
della
Casale,
Ubertino
da
fatta
E
OLGIATi,
L'Albero
vita
genera Francesco", in
traduzione
Fonti Francescane,Sezioneseconda, Ed. Messaggero,Padova 1977, pp. 1686-1724; per altre parti
dell'Arbor vitae in traduzione si veda M. DAmwrA,Meditazioni alla Vera di Ubertino da Casale,cit.;
(cfr. nota 8 del presentestudio).
112
Francesco e presentato come 1'ancora di salvezzaper il rinnovalui
la
della
mento radicale
si rinvia costantemente per
vita cristiana, a
forma
di
di
Ubertino unico e veritiero
il
sua
vita, secondo programma
modello da offrire alle generazioni future.
E da
presumere che numerose siano state le prediche in suo onodelle
re344,anche seallo stato attuale
ricerche e emerso un solo sermone
lui
dedicato
dal
biblioteca
di
Casalense.
Nella
Nazionale
Firenze,
a
da
ha
Ruiz
nello stesso manoscritto
cui
edito 5 sermoni attribuibili
ho
Nostro34s,
individuato una predica per san Francesco che a mio
al
parere riassume beprincipali caratteristiche della vita del santo care a
Ubertino. Omnia mihi tradita sunt a patre meo e il thema del sermo(Mt.
ha
Lc.
Il
11,27
Padre
10,22):
ne
e
messo nelle mie mani
mio
tutto, omnia: sembra stridere se lo mettiamo a confronto col nihilum,
344Grazie alle ricerche del compianto
pese J. Bougerol sono stati individuati oltre 600 sermoni in onore di san Francesco; a tal proposito cfr. J. BOUGEROL,Sermons medievaux en l'honneur
de saint Francois, in Archivum Franciscanum Historicutn 75 (1982),
pp. 382-415; ID., Initia latinorum sermonum ad laudem sancti Francooci, in Antonianum 57 (1982), pp. 706-794; J. B. SCHNEYER,
Lateinische Sermonen-Initien des Hochmittelalten fur die Heiligenfeste des Franziskanerordens, in Archivum Franciscanum Historicuns 61 (1968), pp. 3-78; si veda anche R. RuSCONI, San Francesco
nelle prediche volgari e nei sermoni latini di Bernardino da Siena, in Atti del Simposio internazionale
Siena 17-20 aprile 1980, a cura di D. MAFFEI e P. NARDI, Siena 1982,
cateriniano-bernardiniano,
pp. 793-809. Negli ultimi decenni numerose sono state le edizioni di prediche per lui: cfr. I. BRADY, St. Bonaventure Sermons on Saint Francis, in Franziskanische Studien 58 (1976), pp. 129-141;
Th. DESSONNEFS,Le saint Francois de la conmunautf des origins an Concile de trenne, in Francesco
di4ssisi nella storia, cit., pp. 21-61; N. BERIou, Saint Francois premier prophete de
son ordre dons les
in Melanges de l'EcolefranfaisedeRonzeMoyenAge,
10 (1990), pp. 535-556;
sermonsduXlllesiecle,
V. GAMBOSO,KFrancisau Paduanus», I quutttro sermoni sanfancescani di frate Luca Lettore da Padova
(c. 1270), in 11Santo, 30, II, 1, (1990), pp. 3-76; S. FIELD, Annihilation
and Perfection in two Sermons by Gilbert of Tournai for the Translation ofSt. Francis, in Franciscan, I (1999), pp. 237-274; J.
D. RASOLOFOARAIANANA,
jean de la Rochelle cc Anonyme. Trois sermons de Sanctis sur saint Francois
dAssise darts le ms. Clm 7776, in Frate Francesco 67 Nueva Serie 1-2 (2001), pp. 39-68; A. PECORINI
CIGNONI, Un sermon latino Francosci capf ssoris'di Aldobrandino da Toscanella, in Studi Francescani
98,3-4 (2001), pp. 285-299; S. MAFFEI, San Francesco nei sermon latini del domenicano Jacopo da
Benevento, in Archivum Franciscanum Historicum 98 (2005), pp. 177-209.
34sSiamo debitori a padre Cesare CENcI the ha individuato l'appartenenza dei sermoni a
Ubertino da Casale nell'articolo Le Costituzioni Padovanodel 1310, in Archivur: Franciscanum
Historicum 76 (1986), p. 516, nota 1. Per il contenuto e 1'edizione dei 5 Sermonesdi Ubertino
si rinvia a MARTINEZRutz, Dc la dramatization de los acontecimientosde la Pascuaa la Cristologia,
cit., Apendice2, Edicion de lossermonesdel codicede Firenze, pp. 582-596: 1. In Parasceve,Thema:
Respitein faciem Christi tui (Ps. 83,10); 2. In Sabbato sancto (f. I lva-12ra), Thema: Misericordie
Domini quia non sums conrumpti, quia son defeceruntmiserationeseins (Lam. 3,22); 3. In consecratione alicuius ecclesie(f. 59ra), Thema: trdi civitaten: sanctam, Jerusalemnovans,(Apoc. 21,
2); 4. Fratris Ubertini in moste domini Thebaldi de Acerbis (f. 97ra-va), Habitu est invents ut
homo (Phil. 2,7); 5. Dominica in Septuagesima(f. 102va), Thema: Omnesquidem currant, sedums
accipit bravium (I Cor. 8,24).
113
il niente che e divenuta la creatura francescana. Sono parole messe
bocca
di
sulla
un Francesco incredulo e meravigliato: proprio a me
peccatore, minimo omnium, infimo fra tutti, si mostra la benevolenza,
la magnanimitä di Dio, che vuole adottarmi come figlio singolare e
precipuo per conformarmi a Lui? 346Il predicatore ha ben organizzato
la sua predica, anch'essadestinata ad esserepoi utilizzata ed adattata
da altri confratelli, come suggeriscono le espressioni: Adapta sicut
de
fervore
Il
Signore
dunque
vis, nota
martyrii ed altre consimili347.
ha posto nelle mani di Francesco tutto, senza distinzione alcuna fra
bene e male: cib che e infimo e degno di disprezzo, perche impari
fece
ha
Cristo,
in
Francesco
carne sua egenus,e
a respingerlo come
sempre rifiutato qualsiasi ricchezza vana e nociva; cib che e superiore, perche impari a contemplarlo ea conquistarlo, e Francesco si e
la
fatica,
la
dolore,
dei
la
il
col
gioia
conquistato
pace con
regno
cieli
intimo,
di
impari
e
perche
cib
che
con una vita
sofferenza;
a gustarlo
fu
di
di
1'anima
Francesco
infatti
ornata
grazia e virtü, il
appieno ed
da
Oh,
Ubertino,
illuminato
intelletto
profetico.
esclama
spirito
suo
di
fosse
la
trovare
margaritam
absconditam,
capace
se ogni anima
la
della
povertä
perla tanto piü preziosa quanto piü nascosta, virtü
E
dalle
il
Francesco
dell'umiltä
ignorata
genti!
e calpestata
povero,
e
le
disfatto
finestra
dalla
e
di
ha
paterne,
si
ricchezze
tutto
che
gettato
Regno
diventare
dei
tutto
nel
nel
mondo,
niente
un niente,
per
cieli.
E il Francesco predicato dagli -Ordini Mendicanti, dall'arcivescovo di
Pisa Federico Visconti, fervente ammiratore del negociator di Assisi,
francese
Odo
da
dal
348
Chäteauroux,
di
cardinale
anime,
mercante
SacCfr. LM XII, 2: "(Franciscus) non crubescebata minoribus parva querere verus Minor, qui
lassatus,
Cfr.
Jesus
AV
III,
8:
Magistro
91vb: 'b cum quandidicerat
etiam
vigor
supremo";
a
magna
ta suavitate audirem quod observatoresevangelii minimi fraticellunculi nominarentur a mundo! Et
humilitate,
hec
in
descendunt
sic
se
sepelirent
quod
virus est ilia que altitudinem
nomine
sicut
metit divine maiestatis."
sv Si veda la prima edizione del sermoinfra, in Appendice.
348Cfr. M. SORIANIINNOCENTI,Francescoei francescani nella predicazione dell'arcivescovodi
Pisa FedericoVisconti (1253-1277), in Il francescanesimo
a Pisa (sect.XIII-XJV) e la mission del beato
Agnello in Inghilterra a Canterbury e Cambridge (1224-1236). Atti del Convegno di studi, Pisa,
Chiesa di san Francesco10-11 matzo 2001. A cura di Octavio BANrne Marina SORIANIINNOCENTI,
Pisa 2003, pp. 73-85.11 corpusomiletico dell'arcivescovopisano a conservato a Firenze, Biblioteca
Mediceo Laurenziana, ms. Pluteo XXXIII sin. 1; se ne veda 1'edizione integrale in Les
sermonset
la visitepastoralede FedericoVisconti archevequede Pise (1253-1277). Edition
critique par Nicole
BtRlou et Isabelle LE MASNEde CHERMONT
avec la collaboration dc PascaleBOURGAIN
et Marina
SORIANIINNOCENTI,(Sourceset documents d'histoire du Moyen Age
publies par l'Ecole francaise
114
dal
d'Acquasparta
dedicö
lui
Matteo
15
che
cardinale
a
sermoni349,
che canto in lui 1'angelo purificatore del sesto sigillo350
Nel V libro dell' Arbor vitae del nostro Casalense, dedicato tutto
finezza
francescanesimo,
da
Francesco
tradotto
a
con
e al
grande
Feliciano Olgiati351, una lunghissima parte rispetta la cadenza di un
di
dove
del
Firenze.
Lä,
si
sermone35Z,analoga a quella
manoscritto
da
Tobia
l'anima
indicare
ricorre a
per
scevra
ogni concupiscenza,
Francesco esclama con parole di Daniele (3,99): Signa et mirabilia
fecit apud me Deus excelsus,il suo corpo e simile a un vaso d'oro
di
decorato
(Eccli.
50,
ornato
pietre preziose
stimmatum venustate
10), qua e signaculum similitudinis plenus sapientia et perfectus decolapispreciosus
(Ez.
Francesco
28,12).
tuum
re...; omnis
operimentum
e dotato della sapienza che proviene dal cielo (caelica), modesta,
colma di misericordia, portatrice di pace, (infatti in ogni occasione
invitava i frati a non essereavidi di scienza e di libri, ma a praticare
la semplicitä, la preghiera e la povertä), e dotato di virtü perfette
(carismata meliora), la purezza della sua carne e contrassegnata dalle
stimmate, (ficit in Francisco corporalis consignationis singularitas)353
de Rome, 3), Roma 2001; J. DALARUN,Francesconei sennoni: agiografia epredicazione,in La predicazionedeifrati dalla metadel 200 alla fine del `300. (Atti del XXII Convegno Internazionale, Assisi
13-15 ottobre 1994), Spoleto 1995, pp. 339-403.
3" Sulla predicazione di Eudes de Chäteauroux in onore di san Francescosi vedaJ. G. BouGEROL,Saint Franfois dansleepremierssermonsuniversitaires,in Francescod'Assisinella storia, volume I,
Convegno di Studi: secoli XIII-XV, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 1983, pp. 173-199; cfr.
anche M. Soiuaia lrrNocErm, San Francescoe santa Chiara nella predicazione di Odo da Chäteauroux (Edizione di due sernioni, Pisa, Biblioteca Cathariniaua, nu.21), in Franciscan, Bollettino'della
SocietäInternazionale di studi francescani, II, 2000, Centro Italiano di studi sull'Alto Medioevo,
Spoleto, pp. 186-201; per una monografia sul cardinale si confronti F. IozzELU, Odo da Chdteauroux, Politica e religione nei sennoni inediti, Bottega d'Erasmo (Studi e Testi, 14), Padova 1994.
350Cfr. Matthaei ab Aquasparta O.F.M. Sennonesde S. Francisco
in particolare De
cit.,
...,
beatoFranciscosernioI." TTdi altertm angeluni ascendentemab ortu solis, liabentem signum Dei vivi,
L'angelo del sestosigillo e A«alter
pp. 1-21. Su questa tematica si veda STANIs1AO
DA CANIPAGNOLA,
Christus».Genesie sviluppo di due temifrancescani, Roma 1971.
35'Cfr. nota 56.
352AV V, 4: Iesu Seraphin alatus, 216vb-221 rb: "Quia tarnen nunc assumpsimus tractare de
illo (Franciscus)cuius status singulariter impugnatur, nunc a corrumpentibus evangelicamvitam et
a principio fortius extitit impugnatus a subdolis magistris impugnantibus paupertatem altissimam.
Idcirco ad isturn singulariter convertemus sermonem, cui et singularis potest dici quod ipse fuit
signaculum similitudinis vite Christi tam vestigio conversationis quam fastigio contemplationis
quarn prodigio admirationis quam etiam privilegio consignationis vulnerum passionis sacratissime
Ihesu Christi" (210rb).
353AV V, 216va.
115
inestimabile segno di purezza e testimonianza perenne della sequela
Christi. Francesco ha imitato le vestigia di Cristo e, desideroso che i
fratelli lo imitassero, ha inculcato in loro un profondo desiderio di
354.
L'altissima
paupertati
povertä: sumptum contrarium esseevangelice
la
Regola,
e
imposta
giornaliera compagna
nella
povertä, rigidamente
di Francesco, che lo ha condotto sulla via della croce. Francesco e
Cristo, Cristo e Francesco: nella concezione cristologica di Ubertino
diventati
inscindibili:
sono
"quia igitur corpus Francisci fuit sic figuratum specie crucifixi,
fuit
purissima et anima puritate quasi
signum est quod caro
deificatä'355.
Le stimmate sono la tangibile dimostrazione della sofferenza e
del martirio di Gesü rivissute da Francesco35'.
Se questo e 1'esempio di spiritualitä proposto incessantemente
da Ubertino ai contemporanei, come non comprendere e giustificafustigatore
i
di
1'
per
scagliarsi
contro
che assume
re atteggiamento
dell'ecclesia
Nella
diabolica
dei
carnalis?
personificazione
vizi
prelati,
chiesa odierna
"a locis singulis tods viribus est excommunicata paupertas"
della
hostis
comunitä
anzi colui che osa parlare contro gli eccessi
dal
di
in
Nel
partendo
versetto
san
sermone cui,
publicus reputatur357.
Si quis non vult operarinecmanducetcommenPaolo (II Thess. 3,10):
...
dell'esperienza religiosa di Francesco, della vicenda storica sua e
. 354Per un'interpretazione
dei primi compagni cfr. G. MI000LI, Francesco dAssisi. RealtiY e memoria di un'esperienza cristiana,
Einaudi (Paperbacks 217), Torino 1991.
355AV V, 217va.
356Per una chiara descrizione delle Stimmate si faccia riferimento alla LegendaMaior, XV, 2,
ferrurn,
"Erat
264:
quasi
vulnus autem rubeum et ad orbiculanigra
clavorum
autem similitudo
p.
ritatem quandam carnis contractione reductum rosa quaedam pulcherrima videbatur". Numerosi
la
discussione
in
e
tale
su
argomento;
viva
merito si veda A.
sempre
stimmate
e
sono gli studi sulle
VAUCHEZ,Les stigmatesde Saint Franfois et leurs detracteursdarn Lesderniers si2clesdu Moyen Age,
in Melangesd'archeologieet d'histoire, 80 (1968), pp. 595-625, ora Le stimmate di san Francescoei
loro detrattori negli ultimi secolidel Medioevo, in Francescod'Assisiegli Ordini Mendicanti, Ed. Por17nvenzionedellestimmate, Una scoriaper
43-72;
C.
FAUGONI,
Francesco
Assisi
2005,
e
pp.
ziuncola,
parole e immaginifino a Bonaventura e Giotto, Einaudi, Torino 1993 e G. Miccou, Considerazioni
sulle stimmate, in Franciscana,I (1999), pp. 101-122. Per un elenco dei sermoni sulle Stimmate
che iniziano col versetto paolino (Gal. 6,17) Ego stigmata Domini Iesu in corporemeoporto Cfr. S.
202-206.
MAFFEI,San Francesconei sermoni latini
cit.,
pp.
...,
357AV V, 2 10va.
116
ta 1'episodiodella moltiplicazione dei pani358,si domanda amaramente:
"Se Gesü e divenuto pane consacrato con 1'ardore della
caritä, con il
dolore della passione,quale empio sacrilegio commettono i
sacerdoti che
dominati dalla cupidigia, dimentichi di ogni tipo di
caritä, negoziano
con malizia il sacro corpo di Cristo"? E sullo stessotono continua:
"Discat qui hoc legit quod nil temporale debet in hoc sacrificio
intendere qui vult sine sacrilegio celebrate. Hec pro sacerdotum
malitia vitanda dicta sint! "359
Abbiamo percorso, sia pur velocemente, le fasi salienti della vita
di Gesü, che ormai e prostrato in preghiera,
sciensomnia que ventura
erant super eum (Ioh. 18,4)361;Ubertino sente la tragicitä del mola
mento,
rivive intensamente (intuitus mentalis) e, senza attingere
in questa occasione alla profonditä del suo bagaglio culturale,
scende
dal pulpito per far comprendere con
esempi quanto mai terreni, anzi
1'immensitä
del dolore provato da Gesü nel prevedere il
grossolani,
suo futuro sacrificio: Lui, figlio diletto di Dio Padre, avrebbe dovuto
andare incontro alla morte? "Perche tu, ascoltatore o lettore, possa
fin
penetrate
nel profondo quanto sia costata al Figlio una simile
offesa paterna, prova a immaginare:
"si filius imperatoris summi videret
vilissimum ribaldellum
trahentem pattern suum imperatorem per capillos et barbam et
per cloachasinterficiendo iactaret et calcibus os et faciem horrende
percuteret, quantum ille dilectus illius patris filius talia decernendo
amaritudinis degustaret?"
E per darti un altro vistoso esempio, pensa: se un
nobilissimo e
ricchissimo signore andasseper mare e per terra a cercarsi una sposa
dopo
e
averla alimentata, rivestita di belle vesti e ricoperta di doni
per renderla degna di se, questa si presentasse poi ai suoi occhi in
di
compagnia
un vilissimo ribaldello negro, lo amassee ne mangiasse
poi to sterco imbrattandosi tutta la faccia, invitando il nobile sposo a
baciarla cosi deturpata, quale sarebbe
dolore
in confronto
il
mai suo
di
Gesü Cristo? "
a quello
"' AV III, 17: Iesuspanesmultiplicans, 123vb-125ra.
"'AV, Jesus
panic sacratus,143rb.
0AV IV, 9: Lensfutura previdensJesusoransprostratus, 154rb-156rb.
117
Il predicatore con linguaggio pregnante (corposo, come dice Dadoloris:
ineffabiles
inexpressibiles
rationes
et
miata) vorrebbe esprimere
1'esempioa cui ricorre e apparentementesemplice e grossolano, adombra
in realtä la storia simbolica di Israele narrata da Ezechiele (16).
"Proviamo ad analizzarecon mente devota tali ragioni, sara impossibile comprenderle a pieno, ma sarä una conseguenzanaturale amare
Colui che gratuitamente sostenne per il genere umano la povertä, la
le
la
le
la
fame,
i
le
tradimenti,
percosse,
gli
sputi,
veglie, offese,
sete,
della
1'agonia
di
croce".
sentenza morte,
Nel ramo dell'albero in cui si raffigura la morte di Gesü3611'apdiscese
dal
Padre
Colui
francescano
che
passionato
vuol ricordare che
della
pescapaterna e come nutrimento
e venne nel mondo come amo
di caritä, gettato da Dio nelle profonditä del mare terreno, ritorna al
le
di
lido
1'animo
inondato
tutte
virtü perfette e perfettipatrio
con
bili, affidando i suoi eletti alle mani paterne nel momento di dolore
della morte. "Sappi gustare or dunque, anima devota, le riposanti
delizie del talamo del tuo riposo offerte da Gesü in puncto mortis"362.
Sono senza dubbio immagini ardite, ricche del preziosismo verbale
di
Ubertino,
la
che per anni percorse
predicazione
caratterizzante
le strade dell'Umbria, delle Marche e della Toscana nell'intento di
liberate gli animi dalla cupidigia e dalla superbia per ricondurli alla
di
purezza vita evangelica.
Anche quando si parla della sepoltura del corpo di Gesü la storia
e frammista a una predica accalorata -e partecipata sulla croce sulla
figlio
di
del
Dio:
le
sofferenze
quale si consumarono
"Attende, anima, quod soluto precio nostre salutis et
... obtenta
filium
Dei
iam
in
circa
conditiones
tyrocinio
mortis
victoria
de
Sed
tibi
corde Altissimi:
exprimitur
attende quid
mutantur. ...
Crucifixus
hominem
veniasaut crucifigendus.
crucifixum?
venis ad
Si
Dei
Attende
tui:
quis
vult
post
me
consilium
venire
ergo
...
abneget semetipsum et tollat crucem suam et sequatur me. Sicut
in
in
sic
perfectio,
abnegatione proprie
cruce
est
omnis
enim
voluntatis est perfecta et grata crucis assumptio. Hec est ergo
ec'AV IV, 21: Jesusclamando moriens, 165ra-167vb.
362AV IV, 21,167rb: "Ubi debes attendere quod ille qui exivit a patre et venit in
mundum tamquam hamus piscationis paterne et tamquam sagenacharitatis latissime in mari mundi
a divinitate iactata ad littus paterni reducitur pectoris plenus omnibus perfectis et perfectualibus
virtutibus".
118
beata crux divine sapientie: Ave igitur sacratissima
et immaculata
decorem
de
crux, que pulchritudinem
et
membris domini mei
suscepisti . Eleva me, sanctissima crux, mentis suspensione a terra
et recipe me ab hominibus et redde me meo magistro, ut per te
suscipiat me qui per te me redemit"3"
Al trionfo della morte seguela beatitudine della resurrezione che
Ubertino celebra con un sermone pronunciato nella festivitä
pasquale3": Tunc terremotusfactus estmagnuset angelusDomini in
vestimento
albo et candido et aspectu fulgureo descenditde celiset accedensrevolvit
lapidem (Mt. 28,3). In questo giorno tutti
riceveranno ciö che loro
manca: i pellegrini. la fiducia, i combattenti la costanza, i lavoratori
la perseveranza,i contemplativi il
chiarore.
"Quia vero in dominice resurrectionis
gloria innituntur nostre
fidei fundamenta, sicut dicit Apostolus'1365
Il predicatore Ubertino vive con estrema radicalitä il messaggiodi
Cristo e trasmette con trasporto mistico, talora
eccessivamente esall'ideale
francescano di vita evangelica3"; nella
tato,
sua predicazione,
sia nei sermoni cristologici sia nei mariologici sia negli ascetici, rivela
appieno, e lo grida con fervore, l'amore appassionato per Cristo, per la
Vergine Madre, per Francesco e la profonda angoscia per la decadenza
universale dovuta all'abbandono della povertä e agli abusi del clero.
Come scrisseil cappuccino Fredegand Callaey, Ubertino,
ardente
spirituale accecato da un amore fanatico per la povertä, ha sognato
nella chiesa una perfezione chimerica 367.
3G3
AV IV, 26: Iesusintumulatxu, 169ra-171rb.
36dAV IV, 29: Jesustriumphatu tnortttuus, Jesus
surgetu beatto, 172vb-179rb: "Dies ista est
fontalis benivolentie, dies ista est triumphalis victorie, dies ista
est praecordialis letitie, dies ista est
spiritualis intelligentie".
365
AV, IV, 174va.
366Si veda la testimonianza di Angelo Clareno in ANGELUS CIARENUS, Chronicon
seu historia
septem tribttlationum Ordinis tnittorunt, Ed. A. GHINATO, Roma 1959: "Hic frater Ubertinus habitans in monte Alvernie provincie Tuscie, devotus fundatori, singularis perfeccionis prime et ultime
testis fidelis, sincerus et fervens predicator evangelice veritatis multos in religione et praesertim in
provinciaTuscie et vallis Spoletane et Marchie Anconitane vite exemplo et verbi virtute suscitavit et
inflamavit ad puram et fidelem observanciam
promisse perfeccionis".
367Cfr. Lesidles mysticopolitiques d iat franciscain
spirituel, in Revued'histoire ecclesiastique11
(1910), p. 727: "Ubertin, aveuglepar son amour fanatique de la
pauvrete, veut entrainer son ordre
et la chretiente entiere ä une perfection chimerique et maudit tous ceux qui jadis ou maintenant se
sont refusesä realiser son reve .
119
APPENDICE
I.
De sancto Francisco (fratris Ubertini)
(Firenze, Naz., Nuovi Acquisti 660,86va-87rb368)
Omnia mihi tradita sunt a patre meo3G9.
(INTRODUCTIO) Consuetudo
est magne ammaritudinis
quando
hode
hoc
insolitum
consueverunt
accidit, et
aliquod novum et
Unde
si aliquis multum
mines querere unde accidit, verbi gratia.
dives,
fiat
omnes mirantur et si aliquis
multum
pauper subito
de
de
Mathaeo
Paulo
fiat
iustus,
et
sancto
sicut
magnus peccator
de
beato
Francisco,
de
de
Magdalena
sic
etiam
multis aliis,
et
et
fieri:
"Unde,
FranMt.
ipse
posset
que
respondit questioni
unde
"
Omnia
Dicit:
dona
mihi tradita
et tanta gloria?
cisce, tibi tanta
faciunt:
Contra
tria
qua responsione
sunt etc.
368. Sigle:
I Cel.
THOMAS DE CELANO, Irta prima sancti Francisci
II Cel.
AASS
THOMASDECELANO,Irta secundasancti Francisci
Acta Sanctorum
LM
LMin.
LTS
BONAVENTURADE BALNEOREGIO,Legenda Maiorsancti Francisci
BONAVENTURADE BALNEOREGIO,Legenda Minor sancti Francisci
Legenda trium sociorum
SP
Speaaiumperfectionis
'
120
Per il codice fiorentino e per 1'attribuzione dei sermones a Ubertino da Casale si rinvia a
C. CENCI, Le Costituzioni Padovane del 1310, in Archivum Franciscanum Historiaam 76,
4 (1983), p. 516. Per una pacziale descrizione del codice, un tempo appartenente alla biblioteca privata del marchese Campori di Modena, cfr. P. Seraphinus GADDONI, Descriptio
Matthaei Campori Marchionis Mutinensis
codiaem franciscanorum qui in Bibliotheca D. D.
(1909), pp. 642-643, che e incerto
Historicum
2
Franciccanum
in
Archivum
exstant,
se
di un poco noto frä Michele da Perugia ("Quis sit iste Fr.
i
mano
sermones
alla
attribuire
Michael penitus ignoro, cum nullus huius nominis circa haec tempora apud return nostrarum scriptores, quod sciam, occurrat; an veto ipse sit auctor corum, quae in codice nullum
scriptoris nomen prae se ferunt, pene certe dixerim ... "): si veda al f. 136v la sottoscrizione
Iste liber est ad usumfratris Michaelis Ranerii de Perusio de ordine fratrum minorum. l: infaticabile e prezioso padre Cenci ha segnalato alcune notizie su frä Ranieri perugino in
Collectanea Franciscana 33 (1963), p. 295 e in Collectanea Franciscana 55 (1985), p. 11.
369Mt. 11,27; Lc. 10,22.
Primum notatur quando dicit: Omnia tradita, non dicit centum mihi nec mille, vel huiusmodi, sed omnia. Qui enim omne
dat nihil excipit, unde potest dicere beatus Franciscus Deo id loh.:
Omnia mea tua sunt et tua mea sunt etc.37o
Secundum notatur cum subdit mihi, quasi dicat mihi peccatori et indigno et vilissimo, immo adversario et inimico. Unde
posset dicere id Petri Ioh.: Domine, tu mihi lavas pedes?371.Quasi
dicat: "Tu, Dominus, es vilis servus, tu factus es peccator
et huiusmodi". Unde posset subdere id Apostoli: Mihi minimo omnium
sanctorum data est gratia etc.372et id: Mihi dedit Deus dicere ex
sententia etc.373Hic cadit exemplum de visione quam vidit frater
sotius in via, scilicet de sede in celo, undea potest dicere: Mihi
Christus
lucrum,
374
vivere
est et mori
etc.
Tertium notatur cum subinfert a patre meo, quasi dicat: Magna Dei bonitas, magna benignitas, ut me velit in filium adoptare singularem et precipuum, idest singulariter similem et conformem suo unigenito. Unde potest dicere id loh.: Usque modo pater
meus operatur et ego operor375.Et hic cadit quod ait coram anti"Amodo
dicere
stite:
vere
possum "Pater meus qui es in celis",
dicat:
Tu, pater, vis observare quod promisisti: Quicumque
quasi
reliquerit patrem aut matrem aut filium extra se centuplum accipiet
et vitam eternam possidebit376.Et id Reg.: Ego ero illi in patrem et
ipse erit mihi in filium 377,ideo Deus dicit dedit.
Dicit ergo beatus Franciscus:
(THEMA) Omnia mihi tradita sunt a patre meo.
Omnia scilicet
inferiora
inferiora ad contemnendum
superiora
superiora ad possidendum
3J0Ioh. 17,10.
371 loh.
13,6.
372
Eph.3,8.
373
Sap. 7,15.
374
Philip. 1,21.
375
loh. 5, IT
376
Mt. 19,29.
377
11Reg.7,14.
121
interiora
exteriora
interiora ad delectandum
exteriora ad obediendum.
(Divisio)
Data sunt enim sibi omnia inferiora ad contempnendum, quia apud Deum et sanctos vilia reputantur et infima et
ideo ipse ea contempsit, qui pro nobis natus est in carne sua
divites
Christo,
illius
inopia
factus
nos
ut
enim similis
egenus,
divitiis
idest
reputaremus.
sibi similes et paupertatem pro
essemus,
Unde vult quod sui sequentes ipsa inferiora contempnant, inter
beatus
in
Franciscus,
patet
sicut
est
secutus
quos maxime eum
fecit
faciunt
in
et
tota vita sua et
professione quam
sequentes
habent
in
Nam
vel
communi,
eius378.
omnes aliib religiosi aliud
hieremite,
in
predicatores
et
spirituali, sicut
sicut` monachi, vel
in
habent
iste
nihil
voluit
nec
communi
solus
pecuniam, sed
qui
fratribus
loquens
dicebat:
"Respi(86vb)
Unde
in
nec
spirituali.
intentionis
fuit
d
"379,
quod
sue
ubi notatur
cite volatilia celi etc.
quod nihil congregaretur pro tempore, sed voluit quod nec cogide
ipso:
de
Unde
cantamus
tarent
crastino.
"Euntes, inquid, in eum
Dominum
qui nutriet vos
iactate cogitatum
in zonis es ligatum
Sit curis cor extraneum,
in
crastinum,
non providet
in zonis es ligatum"38o
Et quia singulariter electus est a Deo ad contempnendum
ideo ea° omnia
hec inferiora tamquam vilia et contemptibilia,
Vanitas
Ecclesiastes:
381.
De
Et
vanitatum
etc.
quibus
contempsit.
37B
Cfr. I Cel.,XIX, 53: "De custodia qua super fratresvigilabat et de contemptu suo et vera humilitate: ... Verus sui contemptor omnes seipsoscontemnereverbo er exemplo utiliter instruebat. ...
ipse
laudabili
iudicio
sed
solus
se vilissimum reputabat, solus se ardentissime
efferebatur
a
cunctis,
et
contemnebat"; Cfr. LMVI, 6: "Et quoniam humilitatem tam in sequam in subditis cunctis praeferebat honoribus, amator humilium Deus altioribus ipsum dignum iudicabat fastigiis".
379 Mt.
6,26.
380Cfr. Mattutino, Resp.et vers.9: Euntes inquit in eum / qui nutriat vos dominum / iactate
cogitatum / sic fratribus erroneum: / Precludit et in terminum / callem cupiditatum. I Sit curis cor
extraneum, / non providet in crastinum, / in zonis es ligatum. / Sic previdet novis. /
381Eccles. 1,2.
122
id: Vidi cuncta quefiunt sub sole et ecceomnia vanitas et presumptio spiritus382
.
Et Gregorius in Omelia: "Si consideremus, fratres karissimi,
(que)f Salvator noster nobis promictit in
celis, vilescunt animo
omnia que habentur in terris"383. Et ideo beatus Franciscus ea
sicut vana et inutilia et nociva despexit. Unde in eius persona
dicitur id: Omnia arbitratus sum stercora, Christum lucrifaciam384,
ut
bene
dicit:
et
ut Christum lucrifaciam, quia aliter non esset Deo
gratum. Quia multi philosophi divitias contempserunt nec prophoc
Christum lucrati sunt. Hic potest dici quod dixit in conter
trarium Soldani quando offerebat sibi multa pretiosa et ad morandum secum invitabat. Que quidem omnia sprevit velut lutum385.
Et de pecunia quam proiecit in fenestram386; de
frater
et
ponga
sotius voluit colligere in via, etc. huiusmodi.
Sic etiam fecit beata virgo Christi Agnes quando fuerunt
ei
oblata multa pretiosa et alia atque alia repromissa; que omnia sunt
ab ea velut stercora reputata387. Et sic faceret omnis anima que
margaritam repperiret absconditam et pretiosi thesauri fulgorem,
idest paupertatis virtutem, et esset
divini
luminis
splendore
per382Cfr. Eccles.1,14: Vidi cuncta quae fiunt
sub sole . Et ecce universa vanitas et adflictio
spiritus; Cfr. ibid. 6,9: ... sed et hoc vanitas est et praesumptio spiritus.
383Cfr. GxEGOR1U$,
Homiliae in Evangelia, I, 37; CC SL 141,348: "Si consideremus, fratres
charissimi, quae et quanta sunt quae nobis promittuntur in coelis, vilescunt animo quae habentur
in terris".
384
Cfr. Philipp.3,8.
38sCfr. LM IX, 8,15-16: "(Soldanus) obtulit tarnen
ei multa munera pretiosa, quae vir
Dei, non mundanarum return, sed salutis animarum avidus,
sprevit omnia quasi lutum. Soldanus,
videns virum sanctum tam perfectum return mundialium contemptorem, agdmiratione permotus,
maiorem erga ipsum devotionem concepit ... "; cfr. I Cel. IX, 57,9.
386Cfr. I Cel., IV, 9: "Qualiter, venditis omnibus,
pecuniam susceptam contempsit ... Et
invento illic quodam paupere sacerdote, magnaque cum fide
osculatis cius manibus sacris, peAcquievit
cuniam ei obtulit quam portabat, et propositum suum per ordinem enarravit.
...
de
tarnen sacerdos mora illius, sed timore parentum non recepit, quam verus pecuniarum contemptor in quandam fenestram proiciens, de ipsa velut de pulvere curat. " Cfr. ibid. VI, 14: "
(Pater) Inventa itaque pecunia, quam maximus terrenorum
contemptor et caelestium divitiarum
ducit eum deinde coram epinimis cupidus exquisitor in pulverem et fenestram excusserat
...
in
ipsius
scopo civitatis, ut
manibus omnibus eius renuntians facultatibus, omnia redderet quae
habebat. Quod non solum ipse non renuit, sed
et multurn gaudens prompto animo acceleravit
facere postulata."; Cfr. LM, II, 3,5.
387Cfr. De S. Agnetevirgin et tnartyre: "Quae dum a scholis
reverteretur a praefecti urbis filio
adamatur. Cuius patentes cum requisissetet invenisset, coepit offerre plurima et plura promittere.
Denique detulerat secum pretiosissima ornamenta quae a beataAgne
veluti quaedam sunt stercora
recusata",in AA. SSXXI Januarii, 351.
123
lustrata! Unde Deus habet duo regna, unum in via, aliud in patria;
divisit hec duo regna, unum dedit peccatoribus, aliud dedit iustis.
Peccatores habent divitias temporales et huiusmodi, - unde Gredantur
idcirco
"Contemptibilia
quia
et
contemptibilibus
gorius:
divitias
habent
Dominus388
etercontempnit eos
- pauperes vero
Ecce
ipsi
Unde
iusti.
peccatores et
propheta:
nas, si sunt sancti et
habundantes in seculo optinuerunt divitias389. Sed beati pauperes
390
spiritu quoniam etc.
Data sunt secundo beato Francisco superiora ad contemplandum et demum ad possidendum, quia reliquit et contempsit inferiora. Unde Augustinus in persona Christi: "Venale habes, o
homo, venale habes; quid dicitur? Regnum celorum quo datur et
dolore
labore
Paupertate
requies,
gaudium,
regnum,
quo emitur?
ignominia gloria, morte vitä'391.
Unde (87ra) omnibus istis modis beatus Franciscus studuit
Domini
et spiritualiter paupertatem
regnum
emere et acquirere
dicere
id:
Venerunt
Unde
potest
mihi
quam super omnia amabat.
honestas
innumerabilis
bona
illa,
per manus
pariter cum
et
omnia
illius392. Omnia bona sunt eterna que repputo vere bona, per que
honestas,
Et
ideo
innumerabilis
mentis
et
carnis.
scilicet
mihi venit
lucratus
hanc
est alias virtutes, meritis quarum,
virtutem
propter
beatificatus in gloria, iocundatur cum Christo, ubi est status[;
omnium aggregatione perfectus.
Data sunt ei tertio interiora ad delectandum, scilicet ornadonaque
fructus
atque
ad detus anime, gratiaeh et virtutes,
lectandum. Unde eius anima fuit ornata et primo quantum ad
intellectum.
Nam eius intellectus fuit illustratus. claritate,
inflammatus
caritate,
affectus
humilitate,
conscientia ornata
388
Cfr. Homeliae,II, 36; CC SL 146,335.
389 PS. 72,12.
390Mt. 5,3.
391Cfr. De civitate Dei, 22,17; CC SL 48
392 Sap.
124
7,11.
dotata
caro
castitate,
corpus et membra consignata stigmatum venustate.
Quod autem eius intellectus fuerit illustratus
claritate patet
Legendam
habuit
per
suam, ubi ostenditur quod
gratiam prophethie
futura
quantum ad omnem actum, unde
et absentia velud presentia predicebat et cordis secreta ut plurimum'
publicabat, sic de illo
fratre inobediente' et de multis aliis393; unde possumus dicere illud
Apostoli:
Omnia nuda et aperta sunt oculis eius, ad quem nobis
394.
sermo etc.
Quod veto eius affectus fuerit inflamatus caritate patet de
compassione quam habebat ad Christum, ad pauperes et aflictos
et ad peccatores. Nota de fervore martirii.
Quod eius conscientia fuerit ornata humilitate patet per totam
faciebat
Nam
vitam eius.
obsequia magne vilitatis et humilitatis,
leprosis
despectis395.
Nota quomodo volebat
ut
et aliis vilibus et
vilis reputari. Unde ipsemet, quando aliter non poterat, proprios
detergebat defectus in publica predicatione396; et ista vera humilitas est, sicut dicit Gregorius: "Velle vilis, non humilis reputari".
i93Cfr. LM XI, 3: "Adeo etiam in ipso daruit spiritus prophetiae, ut et praevideret futura et
corde contueretur occulta, absentia quoque velut praesentia cerneret et se praesentem absentibus
mirabiliter exhiberet..... ; cfr. I Cel., XI, 26-28: Dc spiritu prophetiae et monitis sancti Francisci;
et. II Cel., I-XXIV: "De spiritu prophetiae quem beatus Franciscushabuit"; SP IX, 101-109: "De
spiritu prophetiae".
394Hebr. 4,13.
395Cfr. I Cel. VII, 17: "Deinde veto totius humilitatis sanctusamator se transtulit ad leprosos
eratque cum eis diligentissime serviens omnibus propter Deum, et lavans putredinem omnem ab
eis, ulcerum etiam saniem extergebat ... "; ibid. XXVIII, 76-79: "De spiritu charitatis et affectu
compassionisquo fervebat erga pauperes... "; cfr. II Cel., LI-LX: "De compassionesancti Francisci
ad pauperes'; Cfr. LM IX, 1-9: "Dc fervore charitatis et desiderio martyrii"; cfr. II Cel. CXXXIII:
"De compassioneinfirmorum"; LTS IV, 11-12: "Qualiter a leprosis coepit vincere seipsum et sentire dulcedinem in his que prius erant sibi amarä ; cfr. SP III, 42-44: "Quod humiliter acquirebat
carnes pro infirmis et monebat eos essehumiles et patientes; Quod pro fundamento humilitatis
voluit omnes fratres servire leprosis".
39G
Cfr. I Cel., XIX, 54: "Nam ut se perfeccecontemptibilem demonstraret et verae confessionis exemplum cacterisexhiberet, cum in aliquo delinquebat, non erubescebatillud in praedicatione
coram omni populo confiteri"; LM VI, 2: "De humilitate et obedientia et de condescensionibus
divinis sibi factis ad nutum.
Ut autem se caeteris despicabilem redderet, non parcebat rubori,
...
quin in praedicatione coram omni populo proprios manifestaret defectus".
125
Unde potest dicere id: Omnia possum in eo qui me confortat397.
Omnia obprobria, omnes contumelias et omnia vilitatis offitia
facere
possum
et sustinere in eo qui me confortat, in virtute illius
bonis
interius
inebriat et delectat.
qui
suis
Quod eius carom fuerit dotata castitate et puritate nota quod,
dicitur
devenerat
in
Legenda398,
tantam
sicut
ad
puritatem, ut
videretur iam ad statum innocentie referendus. Nam in nullo
contrariabatur spiritui, sed quicquid anima volebat, hec et caro
dicere
Thobie:
id
Mundam servavi aniUnde
potest
consentiebat.
mam meam ab omni concupiscentia399,idest vitam meam. Unde
dici potest de eo quod dictum est de Naaman, quod restituta° est
400
caro eius sicut caro pueri parvuli
Quod eius corpus totum et eius membra fuerunt consignata
decorata
de
toto corpore potest
et
stimmatum venustate patet, sed
Christi
ipse
totam
considerari quod
vitam renovavit et ideo ipse
Christus voluit vitam ipsius reddere approbatam et eius membra
bulla
bullare40i
sua
(86vb) Multa de hoc possent dici, unde ipse beatus Franciscus
fecit
dicere
id:
Signa
et mirabilia
apud me Deus excelsus402.
potest
Et sic de omnibus possumus dicere id Eccli. 4: Vas auri sollidum
403
lapide
pretioso
ornatum omni
Adapta sicut vis.
397
Philipp.4,13.
398Cfr. I Cel. XVIII, 47: " (Fratres) intellexerunt denique ac noverunt animam
sancti patris
exstitissefulgore tam maximo radiantem, quae ob praecipue puritatis suaegratiam et magnae pietatis in filios curam, tanti muneris benedictionem a Domino meruit obtinere".
399Thob. 3,16.
400IVReg.5,14.
40' Cfr. I Cel. 90: "Revera in quinque partibus corporis
passionis et crucis signaculo pater
venerabilis est signatus ac sin cruce cum Del filio pependisset"; et. ibid. 95: "Manus et pedes eius
in ipso medio clavis confiae videbantur, clavorum capitibus in interiore parte
manuum et superiore
pedum apparentibus ... "; cfr. et. II Cel. XCVIII, 135: "De occultatione stigmatum"; et. LM XIII:
De stigmatibus sacris".
4"
Dan. 3,99.
403
126
50,10.
Eccli.
Data sunt ei omnia exteriora ad obediendum, sicut omnes
creaturae° sensibiles et insensibiles et rationales. Nam aer, ignis,
terra, aqua et animalia ratione carentia obediebant sibi ad nutum,
sicut patet in Legenda404 Uncle possumus dicere sibi id Psalmi:
Omnia subiecisti sub pedibus etc.405
404Cfr. I Cd., XXI, 58: "De praedicatione avium et obedientia creaturarum:
Sicque fac...
tum est ut ab illo die cuncta volatilia, cuncta animalia cunctaque reptilia et etiam creaturas quae
non sentiunt, ad laudem et amorem Creatoris sollicitus hortaretur, quoniam quotidie ... propria
experientia ipsarum obedientiam cognoscebat".
405Ps. 8,8; etiam Hebr. 2,8.
unde potest ... lucrum etc.: ms. add. marg. sn.
h alii: ms.s.l.
° sicut: nu. praec.canc.vel in
° celi: nu. s. L
° ea: mr. earn
r que: nu. abest
astatus: nu. praec. canc. omnium bonorum
h gratie: nu. gratias
ut plurimum: ms.praec. canc. in publicum
ýinobediente: ms.praec. canc. ino
' caro: ms.praec. canc.conscientia; seq.canc. er eius humilitas
" restituta: ms.praec. canc. quod re° creature: nu. creaturas
127
APPENDICE II
HUBERTINUS
DE CASAU,
Arbor vitae crucifixae
II, II, 3: Jesusin Stellafiulgidus
(46ra-48vb)
(Sermo de Epiphania)
Salvatore nato, in oriente stella mire clari(46ra) (INTRODUCTIO)
tatis apparuit, que Jesu patris splendorem et matris radium gentibus
habuit
decentiori
Non
signo corporali splendor patris
nunciavit.
enim
luce
lux,
quam corporali
prefulgide
revelari, qui est eterna et spiritualis
lux
in
mundum venerat ad mundi tenebras effugandas.
stelle, qui ut
Sed multo maioris splendoris stella mentibus eorum illuxit, que fecit
intelligere
cui
eos
in auro offerrent subiectivam reverentiam tamquam regi
in thure adorationis latriam tamquam Deo
in myrrha professionem sue redemptionis per supplicium mortis
assumpte.
Sic ergo illustrati statim venerunt sequentes stelle ducatum
letanter, festinanter, reverenter
ita quod adiutorio nati pueri super dromedarios, animalia velocia,
longum vie spacium in XIII diebus peregerunt et XIII die, ad sanctum
Virginem
invenerunt
Dei
sacram
matrem
et
presepium,
pervenientes
humiliter
Jesu
in
procumbunt
pedibus
et
natura
assumpta
verbum
pueri et Virginis matris, affluenter offerunt et admoniti per aliam
firmati.
fide
in
viam ad propriam redeunt
Hec enim dies triplici decoratur miraculo
adoratione parvuli
baptismi
consecratione
operatione miraculi.
De primo refert evangelista Matthaeus II quod dictum est hodie,
baptizatus40G
fuit
Christus
Johanne
a
et tricesimo anno
et ibi maxifuit
Trinitatis
hac
mysterium
et
post
revoluto
mum
anno
eadem die
406Cfr. Mt. 2,1-12.
128
fuit
in
ibi
Dominus
aquam
et
manifestata
ad nuptias mutavit
vinuni
divinitatis.
Et ista prefiguraverunt magna mysteria, que sunt
gloria
in ecclesia sancta (46rb) completa.
Nam convocatio Magorum figurat vocationem ecclesie de gentibus, unde hodiernum festum proprie est ecclesiefestuni, quare hodie
in tribus Magis producta est ad Christum et in baptismo coniuncta
est per matrimoniurn et in miraculo est ipsa tota trasformata a sua
in
insipida
in
aquositate
eius amoris
sapidissimum sponsi gustum et
inebriationem et fervidum vinum, unde hodie cantatur: "Hodie celesti
sponso coniuncta est etc"407.Ubi contemplative ecclesia simul comprehendit omnia et in suarn desponsationem transformat et propter
hoc pre multis aliis festis que quo ad Christum maiora videntur, quia
beneficiis
tot
grata est
representatis in ea.
Hoc festum solemnitate celebritatis, responsoriis, antiphonis et
dotatum.
Et quia hoc festum manifestatio nominasermonibus est
tur, ideo debes scire quod nativitas Christi essenon debuit omnibus
manifesta.
beneficium, idest I
Primo, ne impediturn fuisset redemptionis
Ad Corinth. II: Si cognovissent nunquam Dominum glorie crucifixis408
sent etc.
Secundo, ne diminutum fuisset fidei meritum. Justitia enim Dei
fidem
Christi,
Jesu
Ad Rom. III409; Fides autem estargumentum
per
est
Ad
Hebr.
XI410
apparentium
non
etc.,
Tertio, ne humanitatis veritas venisset in dubium. Unde Auguin
"Si
Volusianum:
in
nullas ex parvulo
stinus ostendit
epistula ad
iuventutern imitaret etates,nullos cibos, nullos caperet sonnos?Nonne
hominern
opinionem confirmaret erroris nec
ullum ullo modo sufaceret,
Et
auferret quod
unde omnia mirabiliter
scepissecrederetur?
misericorditer fecit?"41. Debuit tarnen aliquibus manifestari electis
secundum ordinem sapientie Dei, qui viderentur quasi omnium
electorum representare personas. Et ideo omnibus conditionibus
407Cfr. Antiphon:
gloriatur ...
408I Con 2,8.
409Rom. 3,22.
410Hebr. 11,1.
Hodie celesti sponso / sponsa advocatur / huius lapso cursu vice / vita
411
Cfr. Epistolae,137,3; PL 33,519.
129
hominum Christus Ihesus puer est manifestatus. Nam pastores erant
Israel retice et Magi, illi de proprie, isti de longinquo, uterque ad andiversitas;
Magi
lapidem
Est
sapientes et
nam
et alia
gularem
currunt.
in
Manifestatus
magnis
est etiam
potentes, pastores simplices et viles.
Etiam
iustis.
Simeone
Anna
in
viris et mulieribus,
et
peccatoribus,
hoc
Iesus
ostenderet
natus
prelati, subditis, clericis et plebeis, ut per
hominum
a sua salute excludi.
nullam conditionem
Manifestatus est etiam convenienti modo et ordine, secundum
futurorum.
quod congruebat conditioni personarum et prefigurationi
Nam pastores representant primitias conversionis ludeorum, in quibus secundum Apostolum primo Cor.: Non multi nobiles, non multi
412
Apostoli
Deus.
Et
infirma
potentes, sed que
quia
sunt mundi elegit
ideo
facti
Iudeis
välde congrue
sunt pastores primi ecclesie,
electi ex
ipsa nativitas hora et diei facta est eis Christi nati annuntiatio. Et quia
Iudeis consuetum erat fieri divina responsa per angelos, unde etiam
legem acceperunt in dispositione angelorum, sicut dicitur Act. VII413,
idcirco per angelos eis congrue nuntiatur quod etiam firma fuit quod
Iesus
in
Christus
sua persona apostolis erat
angelus magni consilii
evangelizaturus seipsum.
Magi vero sapientes et potentes et etiam malefici fuisse dicuntur,
de
representantesecclesiam gentibus que malefica erat per ydolatriam,
bene,
faceret
potens per orbis
et non
sapiens per astutiam, ut male
irradiationem
illustrata
stellarem predicationis
per
monarchiam,
de
inresplendentem
exterius
celo
et
alto
apostolorum, tamquam
interius,
fidei
colla subdidit nato
commoventem
visibilem stellam
dicetur
infra.
Et
Christo
sicut
obtulit,
munera
similiter
et
parvulo
de
"Erat
Epiphania:
Abrahe
in
dicit
Augustinus
sermone
quia, sicut
innumerabilis promissa (46va) successio, sicut stelle celi ac per hoc
fecunditate
fidei
generanda, ut celestis pronon carnis semine, sed
in
designaretur
in
Magis
ortu novi sideris, excitantur
genies ecclesie
fidem
Abrahe
in
Christo
computantur
semine"414,
per
et geniti a
4izI Cor. 1,27.
413Act. 7,53.
41 Cfr. potius LEo MAGNUS,Sermones,33; PL 54,241: "In Epiphanie solemnitate III: "...
De quibus quondam beatissimo patriarchae innumerabilis promissa fuerat successio
ideo
et
...;
stellarum multitudini comparata, ut ab omnium gentium patre, non terrena, sed caelestisprogenies
speraretur. Ad creandam ergo promissam posteritatem, haeredesin sideribus designati, ortu novi
sideris excitantur, ut in quo coeli adhibitum fuerat testimonium, coeli famularetur obsequium. "
130
fait
hoc
in
Magorum
assueti
congruum, quia
erant
etiam conditioni
dicit
Crisostomus415,
Et,
per consueta eis
consideratione stellarum.
ut
Dominus condescendit. Quia veto iusti, in spiritualibus exercitati,
internis illustrationibus docentur a Deo, idcirco non exterior opinio,
die
iustos
interior
Spiritus
Sancti
inspiratio
'senes
sed
quadragesimo
Symeonem et Annam fecit in templo Christum natum cognoscere,
laudare
Quod
fidedignum
testimonium
perhibere.
conadorare,
et ei
figuratur
figure.
his
In
ecclesia contemplativa,
etiam
veniebat etiam
que in renovatione evangelici status per abundantem Spiritus Sancti
internum influxum
honestatematura tamquam senex,
contemplatione iubilosa tamquam cantans,
illustratione luminosa tamquam prophetans maxime de gladio
transfixionis cordialis Christi Jesu et virginis matris
baiulans
Christum
operatione virtuosa
brachiis charitatis Dei templum reformabit et letificabit, ita ut
totius quasi eius status sit quedam Christi presentatio et oblatio
in templo celestis patrie Deo patri. Et tunc iterato complebitur
prophetia Aggei416quod huius domus maior erit gloria quam priodesiderii
desideratus
ris, quia
cunctis gentibus et maiori sanctitate
in
Et
ille
templo
quia
est
se offerret sponse sue
ecclesie renovate.
deinde
quod spirituale
status perfectionis et primo quod animale,
Chriidcirco
Magorum
est,
manifestatio
precedit presentationem
Symeoni
factam
in
in
idest
templo,
templo
et
sti
manifestationem
Anne, quia etiam isti duo sunt signa perfecte conversionis Iudeorum in fine temporum post plenitudinem gentium ad evangelicum
statum.
Quia vero de Stella in qua Magis fulgidus Iesus apparuit nunc
insinuant
brevi
est sermo, videamus quarr
verbo sue peregrinationis
finem
dicunt:
et
causam
cum
415Cfr. CHRYSOSTOMUS,
In Manhaeum
occasionem arripiebant
homiliae, VI: "Refelluntur
astrologiam asserendi"; PG 57,61-63.
ii qui ex stella Magorum
416Cfr. Aggaeus2,10: "Magna erit gloria domus istius novissimae quam primae, dicit Dominus exercituum ... "
131
(THEMA)Vidimus stellam einsin oriente et venimusadorare eum417.
Ubi pro causa proponunt prodigiosam vocationem,
devotionem.
fine
pro
supponunt obsequiosam
Primum probat claritas illustrationis, cum dicit Vidimus etc.
Secundum probat pietas religionis, cum additur et venimus adorare eum.
(Divisio) Circa primum, scilicet prodigium vocationis ipsorum,
inspirationis
primo exponunt veritatem
secundo novitatem apparitionis
dignitatem
tertio
generationis.
Primum probat sensus apprehendentis, quia immutatio parti"Dedit
Leo
Magi
papa:
stellam aspexerunt -unde
cularis; soli enim
Esaias
XLVIII:
intellectum
signum"418
qui prestitit
aspicientibus
Regesvidebunt etc.419,Reges,inquit, videbunt exteriori miraculo et
devotione,
conformes oblatione et adorabunt
consurgent concordes
homine.
in
Deum
in
carne,
verbum
Secundum probat modum apparentis, quia illustratio singularis,
Hec
enim stella, quando volebat qui eam regecum additur stellam.
bat, latebat et lucebat, stabat et ibat, Matth. XX: Stella quam (46vb)
dum
in
veniens staret supra ubi
oriente antecedebateosusque
viderant
erat puer420:
in oriente apparuerat
in civitate latuerat
in via antecedebat
supra puerum residebat.
Tertium probat situs orientis, cum dicitur in oriente, quia origo
dignitas
Zacharie
hoc
VI:
Et
in
Ecce
nascentis,
exprimitur
supernalis.
417Mt. 2,22. Bernardino da Siena usa lo stessoversetto tematico per la predica nel giorno
dell'Epifania e ricorre in mold passi a questa predica di Ubertino da Casale, talora copiando e faSENENSIS,
SermonesDe tempore"et De diversis;
cendo piccolissimi mutamenti: cfr. BERNARDINUS
Sermo in Epiphania Domini, De triplici stella qua illuminati stint sanctissimiMagi, Opera omnia,
VII, Florentinac 1959, pp. 65-64.
416Cfr. LEo MAGNUS,Sermons, In solemnitateEpiphanie I, PL 54,235,112.
419Potius Is. 49,7.
420Potius Mt. 2,9.
132
Visitavit
Luce
vir oriensnomen eius421,
primo:
nosoriens etc422;et Esa.:
Qui suscitabit ad oriente iustum qui etiam ascendit ab oriente423;Ps.
LXVII: Qui ascendit super celum celi ad orientem sicut424.Qui etiam
fulgur
Matth.
XXIIII
Sicut
venturus est ab oriente mystice,
exit ab
425.
Ideo nomine orientis notatur dignitas eius, cuius stella
oriente etc
in oriente Magis apparuit.
(SusDivisio) Circa sacramentum huius apparitionis considerare
convenit quadruplicem stellam in his benedictis Magis.
Ipsi enim stellam videbant
stellam habebant
stellam credebant
stellam querebant.
Stellam videbant,
vitatis.
luminans,
que est globus
videlicet
sydus no-
Stellamhabebant,que est radius salutaris,videlicet fides veritatis.
Stellam credebant, que est fructus specularis, videlicet vultus
divinitatis.
Stellam querebant, que est partus singularis, videlicet partus
virginitatis.
Circa primam stellam considerare debemus apparentis formam,
causam et horam. Quantum ad formam differebat ab aliis
quidditate, quia elementaliter mixta
dimensionaliter
quantitate, quia
parva
qualitate, quia interscalariter visa
localitate, quia innaturaliter sita
processionalitate, quia irregulariter mota.
Nisi essetelementaliter mixta, non esset in aere.
Nisi esset parva, non posset puerum figurare, quia cooperiret
totam unam civitatem, si esset de illis magnis que sunt in celo.
Latebat et lucebat vicissim, unde intrantibus civitatem latuit, exeun42'Zach. 6,12.
422Lc. 1,78.
423Is.41,2.
424Ps.67,33.
425Mt. 24,27.
133
tibus patuit, ut humanum consilium querentibus dominum subtrahi
figuraret vel apparentis stelle et predicantis scripture duplex testifide
letificaret
Magorum
ludeorum perfidiam
Magos
in
monium
et ut
infunderet.
Nisi materialiter sita esset, Magos per viam non dirigeret, recte
precedendo ad locum ubi puer erat. Augustinus: "Et plenum Christo
donec
Magos perducat ad puerum,
obsequium temperavit gradum,
hospicium
irradiabat amplisimperium
adduxit,
obsequium prebuit nec
discessit".
Hec
lumine,
Augustinus426,
tecta
perfudit
sicque
simo
nati
diceret:
Hic
Crisostomus:
"Stetit
est, ut
et
supra caput pueri, quasi
loquendo
quia
mostrare non poterat, stando mostraret"427.
Hoc vel modico viso de forma, quantum ad causam apparitionis
debes scire quod stelle que sunt in celo
habent distinguere tempora
habent figurare naturalia
habent influere in generatione et corruptione (47ra) istorum
inferiorum, sed nihil possunt super liberum arbitrium.
Sed ista stella ad nihil horum apparuit, sed solum ut Salvatoris
fidei
lumen
locum
ad statum credentium
ostenderet et
ortum viam et
prefiguraret.
Quantum ad apparitionis horam, licet Crisostomus videatur
dicere Omelia VI super Mattheum quod in forma pueri crucem in
de
instruxit
habentis
Magis
nato
puero
viaque
et
apparuit
capite
et
hoc
biennium
tamen
ante
nativitatem428,
apparuit
quod per
comhora
de
De
quicquid sit
signo et modo
muniter ab aliis non tenetur.
ideo
Crisostomus
tenetur communiter quod
sed
recitat,
afirmat,
nec
hora nativitatis apparuit, unde Augustinus: To nascente lux nova in
terra est revelata, quo moriente solis est claritas obscuratä'429. Licet
Augustinus in sermone de Epiphania dicat quod fere ante biennium
Magis
nescientibus quid significaret, quando natus est
stella apparuit
426Cfr. AUGUSTINUS,Sermones, 200, In Epiphania Domini
427Cfr. CHRYSOSTOMUS,
In Matthaeum
421Cfr. Ibidem, VI;
II; PL38,1029.
homiliae, II, a; PG 56,641.
PG 57,62-72.
429Cfr. AUGUSTINUS,
Sermones,199, In Epiphania I; PL 38,1028: "Error de sidereis fatis:
...
lux
in
quo moriente
antiqua est sole velatä .
134
Christus notificatum est eis quod eius esset ortus signum430.Itaque
eius auctoritas in hac parte est dubia. Item Hieronymus in Glossa:
"Stella dominice nativitatis nuncia, que nunquam prius apparuit,
sed
earn tunc puer creavit et Magis per viam deputavit; que peracto officio
desiit"431.
Nec tarnen hora natalis est hora fatalis.
mox esse
Nascunt enim sub eodem constellationis puncto difformes:
in naturalibus, ut perfectus et monstruosus,
in moralibus, ut electus et reprobus,
in artificialibus, ut hebes et industrius,
in conditionibus, ut liber et servus.
Econtra sub diversaconstellatione conformes: etiam ipse Ptolomeus
dicit: "ludicia que tibi trado sunt inter
necessarium et contingens"432.
Et in eodem: "Astrologus non dicere debet rem spiritualiter,
sed rationaliter, quia sapientis anima dominabitur astris"33. Licet autem
fatum
id quod Deus facit concurrentibus omnibus causis
aliqui vocent
regimine universi, nullo tarnen modum est dicendum quod effectus
fatalis sit aliqua influentia stelle ad coactionem
humane.
Et
voluntatis
quia sic communiter errantes appellant fatum, ideo illud est nomen
suspectum. Licet a Boecio sub primo sensu sit sane acceptum434.Et
ideo dicit Augustinus: "Quidam non astrorum constitutionem,
sed
omnium connexionem seriemque causarum Deo summo tribuunt,
quia ipsam Dei voluntatem vel potestatern fatum appellant: teneant
sententiam, sed corrigant linguam". 435Hec autem stella nullo modo
dat occasionem erroris, quia puer Iesus sit
decreto
natus sub
stellarum,
sedMagis ostendit quod stelle sunt sub potestate eius, unde Gregorius:
"Dum non puer ad stellam, sed stella ad puerum
fatum
pueri
venit, non
930Cfr. Sermones,201, In Epiphania III, 1; PL 38,1031: "Manifestatio Christi facts
gentibus.
Stella lin gua caeli. Et quid opus erat stella
iam locus notus esset?Ut puer videri posset.
cum
...
...
Nam accedensstella, super ipsum pueri caput
stetit, ostendensdivinam esseprolem. "
431Cfr. WALAFRIDUS
SrttABO, Glossaordittaria, Evang. Matth., II, 2: "Ubi est qui natus est
rex"; PL 114,73.
432Cfr ProLOAIAEUS,
Centiloguium sineaphorismi, Aph. 5, in GUIDOBONATPI,De astronomia,
.
Basileae1550.
433Cfr. Per il concerto «Sapientisanima dominabitur
Campanoda
astris»si veda M. PEREIRA,
Novara autore dellillmagestunt parvutn, Studi Medievali XIX 81978), pp. 769-780. '
434Cfr. BoEnus, Consolatiophilosophiae, IV, P 6,29; CC SL 94: "...
cum veto ad ea que
movit atque disponit refertur, fatum a veteribus appellatum est".
43sCfr. AUGUSTINUS,
Sermottes,200, In Epipliania Domini 2; PL 38,1027: "Magorum fides
et contra infidelitas Iudaeorum".
135
his
fatum
dici
liceat,
illius
dici
Sed,
qui apparuit
stelle
si
stella
potest.
dicitur
Numerorum
hac
illud
fuit"43G
De
quod
stella potest sumi
puer
XXIIII: Orietur stella ex Iacob437,unde etiam credunt aliqui hos reges
doctrinam Balaam secutos. Et ideo ad apparitonem stelle facile fuisse
Ego
ludea.
in
Iesum
autem magis
querendum
commotos ad natum
irradiationem
fuisse
celeris
eorum adventus eorum
estimo causam
Iesu, vocantis eos ad se, sola gratuita sua misericordia.
Circa secundam stellam attendendum quod Magi, excitati exteriori
lumine, interius illustrati sunt fide et hec stella est quam habebant
(47rb)
in
Quasi
Ecc.
medio
stella matutina
quinto:
qua pergebant;
nebule43s
Fides dicitur stella
entitate pura
venustate clara
firma.
auctoritate
Est autem matutina, quia est virtus prima, fides est sperandarum
Hebreorum
fundamentum
XI:
idest
et principium,
rerum substantia,
Sed in medio nebule insta tu miserie, speculum in enigmate involuta
loco,
donec
dies
lucerna
in
Quasi
I:
Petr.
II
ardens caliginoso
caligine439,
illucescat et Lucifer oriatur in cordibus vestris440.Hec est dies glorie et
Lucifer visionis beate qui succedit fidei.
Dicitur etiam luna lucens, dum non obtenebratur errore, non
dilectionem.
lucet
Hec
intentione,
sed proficit operans per
obliquatur
in diebus suis durante stadio vite presentis. Sed videtur hodie venisse
Tertius
VIII:
Apoc.
tuba
angelus
cecinit et cecidit
tube,
tertie
clangor
de celostella magna ardens tamquamfacula et cecidit in tertiam partem
fluminum et fontes aquarum. Et nomen stelle dicitur absinthium, et
de
Attende
homines
amarefacte
quia
sunt441.
aquis,
sunt
mortui
multi
bellum
contra sevitiam tyrannoquod tuba primi angeli excitavit ad
hereticorum,
tuba tertii contra
rum, tuba secundi contra perfidiam
436Cfr. GREGORIUS,
Homiliae in Evangelia,X, 4; Mt. 2,1-12; CC SL 141.
437Num. 24,17.
438Eccli. 50,6.
439Hebr. 11,1.
440Il pet, 1,19.
441 Aloe.
136
8,10-11.
fallatiam philosophorum; Videte, ait Apostolus Ad Colossenses II,
fallatiam442.
Mundana
inanem
ne quis vosseducat per philosophiam et
Sed
intelligentie.
dicitur
enim philosophia
stella propter curiositatem
de cello cadit cum prime veritati non consentit et de veritate fidei
deficit
Cadit
et multos
experimentum querit.
etiam quia a veritate
decipit.
vanitate
hoc
dicitur
illi
et
vere
qui guabsinthium
autem stelle
firmus
fidei,
Jesu
in
Christo
stat tamquam
stavit veram stellam
qui
in firmamento ce1i443
Nomen
Cuius absinthii amaritudine
obtenebrescitsensuscognitionis,
refrigescitvirtus dilectionis,
devotionis.
obstupescitgustus
Quod satis cum dolore probamus in philosophis nostris.
Cadit etiam in tertiam pattern fluminum, quia quidam credentium
veritati catholice assentiunt humiliter; quidam inquirunt studiose et
fideliter; quidam pervertunt maliciose et nequitius, quibus infectis
turbatur ordo scientiarum quia scripturas pervertunt, siccatur origo
doctrina
Deo
ideo
gratiarum, quia a
scaturit
errorum
se avertunt, et
hoc
falsitatis
faciunt.
Et
eorum, quia magistros
ex
sequitur quod
se
multi moriuntur in aquarum amaritudine,
cadentes a charitate,
ruentes a veritate
obstinati infidelitate.
Hec est stella quam Magi malefici hodie contemplantur, que non
ducit eos ad puerum Iesum, sed ad absinthiosum infernum. Non
solum autem ista stella est philosophia mundana, sed multo verius
dignitas prelatica. Que debet esse
pura intentione in se et exemplaritate ad proximum
influens oratione et protectione per subsidium
fixa stabilitate et transformatione per exemplum.
Hec cadit de celo in multis, quia intentio est simoniaca, cognitio
deiecta.
feda
Christo
instructio
tota
a
ceca,
et vita
nulla, conversatio
Hec cadit in tertiam partem fluminum, idest divitiarum abyssum que
fluminibus comparantur propter continuum dilapsum a possessoribus
442Coloss. 2,8.
443Gn. 1,17.
137
(47va) suis. Non enim divitias ecclesiasticasconvertunt ad duas partes
bonas, scilicet ad ampliandum divinum cultum et pauperum usum,
fidelium,
dedit
devotio
sed convertunt eas
propter quas
eas ecclesie
in tertiam pattern abusionis et malum trinarium, scilicet
in fastuositatem pompe
in carnalitatem lascivie
in distributionem parentele.
Et quia sepe redditus ad hoc non sufficiunt, plebes subiectas spoliant, beneficia symoniace dispensant, iudicia et correctiones intorquent
ad congregandas pecunias, non ad convertendas animas.
O sydera erratica et astra absinthiosa! Utinam essetis fontes sine
deficeret
Multo
temporalis
aqua amara!
melius essetecclesiequod vobis
dispensata.
Christi
Vere
in
contumelia
substantia quam quod sic esset
de
dignitatis
de
idest
solio, cecidit corona capitis vestri
cecidistis
celo,
Ve
vobis,
a sublimitate meriti, utinam sic cecidisset a regimine populi!
in
vestra persona, sed alios
quia peccastis non solum committendo
dicitur
heu!,
Sed,
ista
stella
magna,
pervertendo exemplaritate mala.
facula,
quia magna est vestra potestas et sublimis
ardens tamquam
dignitas, sed ardet in vobis ut facula, radix omnium vitiorum, cupiditas; vere abstulistis officia tyrannis, quia sepe aufertis pacem de terra
depopulatores
Heccine,
facitis
ista
plebis.
et
est
partium
capita
et
vos
immo
filios
dividere,
cives expellere,
spoliare
cura pastoralis civitates
heu!
longus
Sed,
nimis
est iste
vestris venenatis et malignis consiliis?
dum
filie
iniquitas
destructione
in
populi mei,
egreditur a
planctus
designati
Hi
in
sunt
regere
videbantur.
tertia
populum
qui
senioribus
isti,
draco
in
terram,
traxit
quia
exclusi a numero
parte stellarum, quas
sanctorum prelatorum qui sunt activi sollicitudine populi, contemdiaboli
Dei,
venenatam,
sunt per suggestionem
plativi speculatione
facti
deiecti
sunt predones populi et subiecti cleri.
et
miserabiliter
Similiter stella est religio sancta
fixa professione
munda purgatione
mota subiectione
electa paupertate
clara exemplaritate.
O quam miserabiliter cecidit! quia in multis professio est fracta,
feda,
obedientia parva vel nulla; immo sepe repugnat
conversatio est
contumacia, paupertasmiserabiliter prostrata et exemplaritas deformata
138
in tertiam pattern fluminum et fontium miserabiliter inabyssata, quia
habeant
hereditarias
divitias
cum non
a parentibus nec prebendas
pingues in ecclesiasticis reditibus, existimantes questum pietatem,
habent mendicitatem insatiabilem et in missis ac in aliis spiritualibus
labem
vendendis officiis multam symoniacam
et volunt esse pauperes
de
nomine ad vanitatem glorie, sed nihil volunt sentire
usu paupere
in carnis austeritate.
0 quam mala est ista stella et quam absinthiosa et quanta amaritudine replevit tam aquas scripture quam predicationis sancte quam
(47vb)
etiam
aquasexemplaritatis vite sue! His enim modis aquassepe
accipimus in Scripturis. Vere amare facte sunt et populi moriuntur,
quia amarum est populis eos audire predicare magna et grandia et
facere
non
minima et sepe ad questum pecuniarum predicationes et
confessionesconvertere et de aliis pauperculis non curare. Hec est enim
illa cometa stella que significat mortem principis, quia corrupto statu
sublimi nihil videtur populis remanere in ecclesiade vita Christi. Vere
coma istius stelle est quasi coma mulieris vane, immo ut meretricis.
Molles cibo, molles et dissoluti exemplo molliciem causantesin omni
suo consortio. Vere tales stelle non sunt munde in conspectu parvuli
nostri Iesu, immo sunt eclypsate, quia verterunt ei dorsum et non
faciem et inter se et solem Christum interposuerunt suam carnalitatem
et obscuram vitam et non recipiunt radios sue illustrationis, pauperhumilitatis
facti
immo
tatis,
quasi gentiles
et continue crucifixionis,
Dimittamus
et pagani, eis versum est in stulticiam verbum crzccis444.
huius
comam
stelle quia nimis est meretricialiter capillata; utinam
non adveniat sponsus zelotes et decalvet verticem filiarum Syon, que
ambulant extento collo et nutibus oculorum!
Vertamus sermonem nostrum ad stellam nostram parvulum lesum,
qui est tertia stella quarr Magi querebant, unde Glosa super Matthaeum:
"Nova stella novum hominem indicat. Stella est Christus quam sequi
debemus""5, Apoca. ultimo: Egosum radix etgenusDavid stellasplendida
4441Cor. 1,18.
445Cfr. WAIAFRIDUS
STRABo,GlossaII, 1; PL 114,73: " Cum ergo natus
Ideo
venerunt:
...
Magi apud Jerosolimam praecipue rogant, quia per Balaam de Israel nasciturum audierunt. Nova
enim stella novum hominem indicabat. Stella, Christus quem sequi debemus, qui nisi in cordibus
oriatur, rex Iudaeorum in Oriente non nascitur"..
139
humanitas
"Huius
illuminans,
Glosa:
mundi noctem
et matutina44G
lux
Ego
IV:
lux
huius
Ad
Romanos
fuit
Et
Christi
mundi"447.
enim
dictum
de
heu!,
homines,
Sed,
in
est supra,
quibus
veni
mundum448.
lucem.
Nec
dilexerunt
mirum, quia erant eorum
tenebras
quam
magis
lucem449.
Satis
Omnis
Et
clare se male
qui male agit, odit
mala opera.
dum
reprehensionem et reprehensorem sustinere non
agereostendunt
dentibus
Christus
in
autem noster est stella,
eum.
possunt, sed strident
dicitur
Et
illuminabuntur.
ipso
illi
radix per
parum
ab
velint nolint,
influentiam, quia rami erecti in hac radice vivificantur
locutionis,
flofrondibus
hanc
efficacis
radicem ornantur
et per
ribus redolentis conversationis
fecundantur fructibus strenue operationis et degustationis suavis.
Hic autem Iesus parvulus dicitur
in
nomine,
stella propter puritatem
in se fulgida propter claritatem refulgentem in alios,
sed matutina propter novitatem reformationis gratie.
Hanc stellam debemus querere cum benedictis Magis et ex ipsa
illustratur
et perficitur totus
quo
nobis proveniat multiplex radius
Corinthios:
I
Ad
Factus
hoc
dicit
Apostolus
De
est nobis
mundus.
Christus a Deo sapientia et iustitia, sanctifzcatio et redemptio450,ut a
illustrans,
sapientia procedat radius
informans,
iustitia
a
a sanctificatione expians,
liberans.
a redemptione
Quarta est stella quam Magi credebant. Querebant enim parhoc
(48ra)
Deum
Iesum
et
propter
suum
quem credebant
vulum
non offenduntur stabulo, non presepio, non panniculis paupertatis,
divinitatis
Sed
Virginis
attendentes
magis
matris.
non sollicitudine
discunt
condescensionem,
in parvulo profundam humilitatem
in panniculis amabilem libertatem
44G
Apoc. 22,16.
447Cfr. Wu. Ftuous STRABo,Glossa;PL 114,751: "Stella splendida: Clara stella, idest
magna
charitasannuntians diem, idest futuram beatitudinem, per meam resurrectionem in mane factam".
448Potius Ich. 12,46.
449loh. 3,20.
4501 Cor. 1,30.
140
in presepio carnis austeritatem
in stabulo abicere pompositatem
in sanctissima virgine imitari eius inviolabilem puritatem.
Sic isti Magi per aliam viam redeunt in regionem suam, non
Magi, sed christiani, non reges pomposi, sed humiles Christi discipuli. Non vacantes lascivie, sed mundicie, non spoliantes tiranni,
sed elemosynarii evangelici, non querentes pompam mundi, sed
regnum celi.
0 felix fulgor qui sic eos illustravit ut nihil querentes, non dubitantes, non disputantes, non cavillantes,
solo somno a Deo ammoniti, facti sunt obedientes humiliter et subiecti, unde Crisostomus:
"Intuere, inquit, Magorum fidem, qualiter
non scandalizati sunt in
se ipsis dicentes: Si magnus est puer hic, que necessitas fuge est et
oculte recessionis"451?Hoc enim est vere fidei non querere causas
eorum que vere precipiuntur, sed suaderi solum ab eis. Et iterum
dicit Crisostomus: "Cum autem reversi fuissent,
manserunt colentes
Deum et predicantes multos erudierunt; deinde cum Thomas ivisset
ad provinciam illam, adiuncti sunt ei et baptizati facti sunt adiuctores
predicationis eius"452
Vere ergo puer Jesus fuit eis fulgidius plus in stella fidei quam
in stella signi, licet utroque fulgore clarus. Quia vero hodierna solemnitas a stella dicitur epiphania ab epy, quod est
supra, et phanos,
apparitio seu manifestatio. Theophania dicitur a theos, quod est Deus
et phanos, apparitio, quasi a Deo facta manifestatio, quia trinitas apdicitur
in baptismo in extrinseco signo. Quia etiam dicitur
paruisse
bethphania in tertio miraculo a beth, quod est domus,
et phanos
manifestatio, quia in domo nuptiarum manifestatus est in operationis miraculo. Et sic ex omnibus causis huius festivitatis apparitionis,
manifestationis nomen accepit; ideo tibi quadruplicem apparitionem
collige ex Scripturis que in his Magis virtuose refulget.
Prima est apparitio representationis corporalis ex stelle significatione, que fit per sensibile signum;
secunda spiritualis revelationis ex interna inspiratione, que est
formalem
eruditiva per
visum;
45'Cfr. CHRYSOSTOAtUS,
In Matthatum Hon2iliae, VIII,
452Cfr. Ibidem, VI, PG 57,70.
PG 57,83.
141
tertia personalis incarnationis, que est executiva per visibile
verbum;
beatificativa
intuitionis,
per trinitatis
que est
quarta supernalis
obiectum.
Et omnes istas habuerunt isti benedicti Magi, quia
fulgore
in
primarn
stelle
fidei
in
claritate
secundam
tertiam in Jesu inventione
fruictione.
hodie
in
eterna
quarta gaudent
Et licet videatur tibi hoc repeti quod dictum est (48rb) supra,
tarnen sub alio et devoto sapore, si attendas modos quibus Deus noin
simbolicis signis sive apparitionibus
stre sensibilitati condescendit
difficultati
internis
nostre
extrinsecis nostre cecitati et revelationibus
humanitatis
bonum,
in
nostram miseriam excludit
exemplis sue
ad
in obiecto beatifice trinitatis; unde ad stellam Magorum possunt
Testamenti.
Sicut
hec
enim
adduci apparitiones extrinsece veteris
ducere,
habuit
Christum
solum ad
sic et omnes
stella suum officium
ille Veteris Testamenti apparitiones extrinsece ad hoc ordinabantur
intelligatur
in
hanc
qua apparuit verbum in
adducte, si recte
et ad
benedictis
Magis
quam omnibus patribus antiquis
tam
carne; unde
Hodie
Deus453,
dici
Levitici
illud
apparebit
nobis
nono:
quasi
potest
dicat, respondens ansietati sanctorum patrum, qui querebant in
interrogationibus
Maetiam
sanctorum
carne verbum, respondens
dicebant
diebus
XIII
Ubi
itinerantes
et
querebant:
gorum, qui
est?
loquens
Deus,
Multipharie
olim patribus
multisque modis
et cetera.
in prophetis et mysticis signis et nobis magis iam XII diebus factum
est extrinsecum signum.
Sed hodie aufertur nobis lassitudo inquisitionis,
determinata,
quia erit vestra peregrinatio
dabitur
certitudo
inquisitionis,
quia apparebit
incarnatio
pre-
sentata,
letitia
plenitudo
quia
erit
consolationis,
consumata
offertur
hodie
iter
presens, quia
apparebit Rex regum et dominus
quo ad
dominantium454, amore nostri factus parvulus in medio animalium.
"I Lev. 9,4.
4541 Tim. 6,15.
142
Discurre per figuras et invoca patriarchas et prophetas: Veni,
Moyses, et vide rubum inconbustum455, immo latentem matre virgidivinitatem
fulgentem
in
nitatem
et per alios
parvulo et carne penale
similes in Scriptura.
Ex secunda revelatione tam illustrationis fidei quam amonitionis
in somno per imaginariam visionem debes intelligere quod, dum suforma
in
imaginaria,
mus via, communiter non sit nobis revelatio sine
sed anima ibi non sistit, sed refert ad intelligibilia maxime quando
hoc
fiunt,
format
Spiritus
Sanctus
ad
quia
vel per se vel per angelos
nostram imaginem, illustrat cum sibi placet ad intelligentiarum rationem. Alioquin si anima ibi sistit, accipit occasionem erroris. Unde
sanctus Daniel, videns imaginarie quare volebat ibi sistere et per se
flevit
diu
intelligere,
ieiunavit
non poterat
et
et pro claro intellectu
oravit, propter quod angelus superior dixit inferiori quod faceret
eum intelligere visionem456; intelligentia enim opus est in visione et
in re dubia nullo modo credendum visioni imaginarie, nisi ex ipsa
formaretur intellectio clara.
Et hec est causa quare taliter videntes sepe proferunt falsa, licet
videntur vera, quia licet habeant adeo visum, non habent intellecturn,
sed exponunt sepeper propriurn sensum. Est tarnen iste modus communis in primis consolationibus quas Deus facit anime. Et invenimus
in Veteri Testamento quod istud fecit destinando ad prophetandum,
illustrando eorum intelligentias, sicut de Samuele, I Regum 11115'et
Numerorum XII: Si quisfzieritpropheta inter vosper visionem et somnia
fit
(48va)
Etiarn
apparebo ei458.
ad sublimandum et gubernandum
451
III
Reg.
III:
Apparuit
Dominus
Salomoni
per somnum
visio, sicut
.
455Cfr. Ex. 3,2: "Apparuitque ei Dominum in flamma ignis, de medio rubi; et videbat quod
rubus arderet et non combureretur. Dixit ergo Moyses: Vadam et non videbo visionem hanc magnam; quare non comburatur rubus".
456Cfr. Dan. 8,15-27: "Factum est autem, cum viderem ego Daniel visionem et quaererem
intelligentiam, eccestetit in conspectu meo quasi speciesviri, et audivi vocem viri
... et clamavit
et air: Gabriel, fac intelligere istam visionem. ... Et venit ... et ait ad me: Intellige, fill hominis
quoniam in tempore finis complebitur visio".
457I Reg.3,1-21: "Puer Samuel ministrabat Domino
Domini erat pretiosus in
et
sermo
...
diebus illis: non Brat visio manifesta.
Et dxit Dominus ad Samuelem: Ecce ego facio verbum in
...
Israel, quod quicumque audierit, tinnient ambae aures eius.
Crevit atem Samuel, et Dominus
...
erascum co ... et cognovit universus Israel ... quod fidelis Samuel prophera essetDomini. "
458Num. 12,6
459111
Reg.3,5.
143
Etiam confirmando ad sequendam divinam voluntatem per rectitudinem conscientie et sic apparuit Ioseph, Matth. 1460.
Omnium istarum apparitionum finis est apparitio tertia, scilicet
Christi incarnatio presentata, ut iam nobis sufficiat verbum Dei patris
in assumpta carne visibili pro omne visione et pro omnibus primis
visionibus.
ad illustrandum prophetantes
ad informandum presidentes
ad rectificandum errantes.
Sufficit una apparitio que est apparitio longa, magna, clara,
hoc
habentibus
Et
plena et perfecta.
oculos mentis irradiatos a
Christo sole et ab eius interna inspiratione. Hec est sacra Scriptura
Christum
lesum
ipsum
quando
revelata,
verbum
que nobis est per
patris apparuit in tunica passibilitatis ad exemplandum statum
homiSalvatoris
Dei
Apparuit
nostri
omnibus
enim gratia
viatorum.
Titum
II461.
Et
ScripAd
sic
apparens
revelavit
nibus erudiens nos,
facta
Christum
lesum
turam, quia gratia et veritas per
est, unde
Item
huius
in
templi
scissum
est462.
quando apparuit
et
signum velum
in stola immortalitatis, resurgens a mortuis ad premonstrandum
die
in
discipulis
beatorum.
Unde
resurrectionis
apparens
et
statum
insuflavit et dedit eis spiritum sanctum ut intelligerent Scripturas463.
Et Act. I prebuit se ipsum vivum in multis argumentis per dies XL
46.
de
loquens
Dei
regno
apparens eis et
Tertio enim consumabit et clarificabit omnes istas apparitiones
iudicandum
in
ad
maiestatis46s
gloria
singulorum
cum apparebit
debet
iudicare
ideo
Et
quousque veniat Dominus qui
nullus
merita.
illuminabitabscondita
tenebrarum466.
Tunc
enim
apparebitsignum
filii
hominis in celo, Matth. XXIIII467. Nulla ergo apparitio est de cetero
desideranda, nisi intueri Christum Iesum et hunc crucifixum.
460Cfr. Mt. 1,20.
461 lit.
2,12.
462Mt. 27,51; Mc. 15,38.
463Cfr. Ioh. 20,22:
sanctum ... ".
464 Act. 1,3.
465Is. 2,10.
466I Con 4,5.
467Mt. 23,30.
144
"Haec cum dixisset (Iesus), insufilavit
et dixit
eis: Accipite
Spiritum
Et de quarta apparitione, que est essentialis intuitionis in obiecto
Trinitatis, non est presumendum aliquid dicere, nisi quod est contenturn in Scriptura sacra. Sufficit nobis quod illa apparitio est
perhenniter vivificativa
feliciter quietativa
deificativa.
sublimiter
Et ita tradit nobis Scriptura. Nam de primo Ad Colos. III: Vita
Christo
in Deo. Cum autem Christus appaabscondita
nostra
est cum
ruerit vita nostra, tunc et vosapparebitis cum ipso in gloria468.Et ideo
dum peregrinamur in fide, sufficit nobis gloriari in spe.
De II in Psalmo XVI: Ego autem in iustitia apparebo conspectui
tuo, satiabor cum apparuerit gloria tua469. Quid plus queris quando
divino conspectui presentaberis et tibi promittitur plena et vera satietas in visione maiestatis? Noli plus scrutari fantasticas visiones, quid
scrutator maiestatis opprimetur a gloria470
De III prime loh. III: Charissimi, modofilii Dei sumus,sednondum
apparuit quid erimus. Scimus autem quoniam cum apparuerit similes
ei erimus, quoniam videbimus eum sicuti est. Et omnis qui habet spem
hanc in eo sanctificat sesicut et ille sanctus est471.
(CONCLuslo)Hec ergo est (48vb) ilia stella et illa apparitio clara que
Magos duxit ad Christum, quia sacra Scriptura splendida et certa tres
personasnostre mentis pleniter illustratas ducit ad Christi exemplum,
Christi
ad
verism, ad Christi summum bonum, secundum quod ipse
dicit: Ego sum via, veritas et vita472,et qui ab hac deviat ad Herodem,
idest ad humanam rationem, que gloriatur in pelle sensibilis expirati,
fulgorem
perdit
stelle quem sibi prestiterat intellectus Scripture. De
quibus stellis erraticis satis dictum est supra.
(ORATIo) Sit ergo benedictus lesus,
nostra exterior illustratio in exemplo,
luce
illuminatio
in
mentis nostre
gratie,
468Color. 3,3.
469Pr. 16,15.
470Prov. 25,7; Eccli. 3,22.
47 loh. 3,2-3.
472
loh. 14,6.
145
nostra continua visio in contuitu
crucis sue,
felix
beatitudinis
in
sue.
expectatio
nostra
amplexu
In qua benedicti Magi nunc in eterno regno, sicut stellam sue
beatitudinis non in presepio, sed in sinu paterno, ipsum feliciter
intuentur.
RIFLESSI DELL'ARBOR VITAE DI UBERTINO DA
CASALE NELLA PITTURA DEL TRECENTO
NICOLETTA BALDINI
Nel manoscritto dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesudi Ubertino da
Casale conservato, col numero 328, nella biblioteca del convento
di Assisi473,a carta 1 recto si trova raffigurata, nell'iniziale "U" di
"Universis", la figura di un religioso francescano che, rappresentato di
busto,
1'albero
Gesü,
e
profilo ea mezzo
abbraccia
al quale crocifisso
di
dai
dodici
dipartono
un arbusto
cui
rami si
un numero copioso
foglie (fig. 1)474;nelle altre quattro iniziali decorate che impreziosila
"C"
"Cum
4
il
del
(Ihesu
patre
scono codice ex
genitu)" a carta
(fig.
la
"I"
di "Infans (Ihesu conformispatribus)" a carta 39
2),
verso
(fig.
la
"C"
di
"Consumato
(Ihesupreconem audiens)" a carta
3),
verso
68 verso (fig. 4), la "A" di "Attende (Yesuasello latus)" a carta 148
(fig.
5)
verso
- sono rappresentati unicamente motivi vegetali475.11
decorato
miniatore, che pare non abbia
altri manoscritti custoditi
nella medesima biblioteca476,si esprime con una notevole raffinatezza:
L'intervento, esposto al convegno di studi «Ubertino da Casale nel VII centenario dell'Arbor vitae Crucifixae Jesu (1305-2005)» tenutosi alla Verna il 15 settembre 2005, portava il titolo
L'Ärbor Vitae" di Ubertino da Csalenellefonti iconograftcbe.
Desidero ringraziare Alessandra Becucci, Daniele Gori, padre Michele Graziani, Maria Rosa
Lanfranchi, padre Fiorenzo Locatelli e, in modo particolare, Elvio Lunghi che, con grande disponibilitä, ha letto questo contributo fornendo, generosamente,preziosi consigli a chi, per il solito,
frequenta altre latitudini e differenti tempi storici. A Stefanoper i tanti anni di un'amicizia burrascosama beatamentesi7icera.
473Sul manoscritto si veda M. G. CIARDI DUPIiE DAi. POGGETTO M. ASSIRELU E. SEM, La
biblioteca del sacro convento di Assisi. I libri miniati del XIII
eXlVsecolo, Assisi 1990, pp. 150-152;
giä in precedenza si erano occupati del medesimo codice: G. MAZTATINTI, Inventari dei Manoscritti
delle Biblioteche d'Italia, Forll 1892-1902,12
voll., IV, 1894, p. 73; C. CENCI, Bibliotheca manuscripta ad sacrum conventim assisiensem,Assisi 1981,2 voll., I, p. 50.
474Descrizione dell'iniziale in M. G. CInRDiDuPxE DAi. POGGETTO M. AssiaELLi E. SB$Ti,
La biblioteca..., cit., p. 151.
475Descrizione delle iniziali in M. G. CIARDI DUPRE DAL POGGETTO M. AssiaELU E. SESTI,
La biblioteca..., cit., p. 151.
476In M. G. CIARDIDUPREDru. POGGErro M. AssDtELLi E. SESTI,La biblioteca..., cit.,
p. 152 si sostiene: "la decorazione a pennello presenta delle caratteristiche piuttosto singolari non
riconducibili a un altro codice del Convento".
147
le lettere decorate "con foglie di acanto disposte a tralcio, con colori
di
infatti
decisamente
di
pittoricä'477 risultano
una qualitä
vivaci e
del
Cristo
del
le
"U"
figurata,
corpo
carni
sapore classicomentre, nella
sono rese con tocco sottile, caratteristiche queste che, nel complesso,
hanno consigliato di riconoscere 1'autore in un artista di ascendenza
del
Italia,
internazionali
("legata
e
nord
cioe agli sviluppi
nordica
del
internazionale
immerso
lombardi"478),
e
gotico
nel clima
quindi
(torno
di
Quattrocento
il
del
Trecento
la
fine
fra
ed primissimo
che,
il
volume479),occhieggia anche ad una
risalire
potrebbe
tempo a cui
Purtuttavia
questo artefice raffinato,
tradizione artistica assisiate480.
locale,
fatti
artistici maggiori e attento alla tradizione
aggiornato sui
dovendo miniare le iniziali del testo ubertiniano non aveva che una
da
immagine
rappresentare:un albero che rimanda, genericamente,
sola
figura
frate
la
del
dell'opera
cui
richiama alla
casalesee un
al titolo
dell'opera
l'autore
in
medesima,
mente,
modo altrettanto sommario,
Ubertino. E dunque ipotizzabile che, di fatto, non esistesse, nello
desunta,
iconografica
in
francescano,
tradizione
una
stesso milieu
dalla
diretto,
piü significativa trattazione ubertiniana - alla
modo
del
il
quale, per certo, sarebbe stato chiamato ad attenersi miniatore
fosse
e
328
qualora
che,
vi
stato
plausibile
un
mentre
manoscritto
dell'Arbor
del
del
in
pensiero cristologico
campo artistico,
utilizzo,
dovette
esseresottoposto ad una rielaborazione
casalese,tale pensiero
impedisce
di
tutt'oggi
a
profondamente mediata e circoscritta che
ý
in
manufatti pittorici e scultorei
riconoscerne, con certezza, un eco
fino
a noi.
giunti
477Ibid., p. 152.
478Ibid., p. 152.
47911manoscritto non e menzionato nell'inventario della biblioteca stilato nel 1381, si veda
Inventario dell'antica biblioteca del S. Conventodi S. Francescoin Assisi
in proposito L. ALassANDR1,
compilato nel 1381, Assisi 1906.
4s0Considerazioni espressein M. G. CIARDIDuptiE DAt. P000Erro - M. Asstttaut - E. SESTI,
La biblioteca..., cit., p. 152. Di diverso awiso e Elvio Lunghi (comunicazione orale) il quale dissentendo da Emanuela Sesti (a cui si devono le osservazionisull'iniziale figurata) ritiene improbabile
che ad Assisi, sul finite del Trecento o piü probabilmente attorno alla meta del secolo successivo
il codice -, ci si potesserifare ad un artefice quale Puccio
intorno
tempo
potrebbe
risalire
al
quale
Capanna, la cui maniera era in quel momento ormai lettera morta. In modo anche storicamente
piü comprensibile - dal momento che gli spirituali continuarono a godere di un gran ascendente
nelle Marche - lo studioso consiglia di riconoscerenel ritratto fermo del frate abbracciato all'albero
i modi di Antonio da Fabriano, mentre, nelle fronde della pianta, evidenzia un legame con lo stile
dei Salimbeni nell'Oratorio dei Becchetti a Fabriano.
148
Nella consuetudine iconografica francescana fu infatti il Lignum
Vitae di San Bonaventura48' a ispirare la raffigurazione dell'Albero
salvifico che - almeno durante il Trecento - ebbe una certa fortuna.
Ne sono chiari esempi la tavola con l'Albero delta Vita eseguita da
Pacino di Bonaguida fra il 1310 ed il 1320, opera che, proveniente
dal convento delle Povere Clarisse di Monticelli presso Firenze, e oggi
conservata alla Galleria dell'Accademia della stessa cittä (fig. 6)482,
famose
da
desunte
come pure altre
rappresentazioni che sono sempre
Bonaventura: quella affrescata daTaddeo Gaddi nel refettorio di Santa
Croce a Firenze, situata cronologicamente verso il 1340 e comunque
realizzata per certo dopo il 1332 (fig. 7)483e l'Arbor vitae che decora
la parete meridionale del transetto della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo - sempre ad affresco e datato nell'iscrizione alla base
1347 - dove, ai piedi dell'albero, troviamo rappresentato proprio il
di
(figg.
Bagnoregio
8-10)484.La perfetta adesione al testo di San
santo
Bonaventura sia dell'affresco di Bergamo che della tavola di Pacino, e
dodici
evidente: nei
rami, sei per lato, ognuno dei quali simboleggia
del
Salvatore, ogni ramo sostiene quattro medaglioni con
una virtu
Scenedelle vita di Cristo per un totale di quarantotto figurazioni, come
quarantotto sono i capitoli del testo di Bonaventura485.Se, dunque, la
fortuna del Lignum (che, del resto, a motivo della precedenza cronolofonte
di ispirazione per lo stessoUbertino, al momento
gica, era stato
481BONAVENTURADA BAGNOREGIO,Lignurn Vitae in Opere di ran Bonaventura, edizione latinoitaliana a cura di J. G. Bougerol, C. Del Zotto e L. Sileo, vol. XIII "Sancti Bonaventurae, Opuscula
mystica", Roma 1992, pp. 205-263.
482Su quest'opera si veda, riassuntivamente, A. TARTUFERº,
scheda38, in Cataloghi delta Galleria dellAccademiadi Firenze.Dipinti. Dal Duecentoa Giovanni da Milano, a cura di M. Boskovits
e A. Tartuferi, Firenze 2003,1, pp. 199-205. In occasionedi un suo contributo su Pacino, MARIA
GRAZIACIARDIDUPREDEL POGGErro (I francescania Firenze: due antifonari della scuoladi Pacino,
in Studi di storia dellArte in memoria di Mario Rotili, Napoli 1984,2 voll., I pp. 243-249) avanzb
sinteticamente l'ipotesi di un riflesso dell'Arbor ubertiniano nella tavola ora all'Accademia; tesi
questa che, almeno alto stato attuale delle ricerche, pare poco plausibile.
483Specificamentesu questo affresco si rimanda a A. C. EsMEIJER,
Lalbero delta vita di Taddeo
Gaddi. L'esegesigeometrica'diun'immaginedidattica, Firenze 1985.
484Sull'opera si rimanda a R. PELUrl, Arbor Vitae, in I pittori bergamaschi.Dal XIII a! XIX
secolo.Le origin, a curs di M. Boskovits, Bergamo 1992, pp. 187-190; si veda anche L'Albero della
Vita. Basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo,Almenno San Bartolomeo (Bergamo) 2003.
485Un esaustivo prospetto con le quarantotto figurazioni desunte dagli altrettanti capitoli
del testo letterario di san Bonaventura si trova in R. PELlnrl, Arbor..., cit., in Ipittori..., cit., pp.
187,189-90.
149
della composizione della sua opera48G)
dall'autoritä
appare giustificata
indiscussa del suo autore, come pure da un'intrinseca disposizione
fortuna
immagini,
trasposizione
ad una chiara
tale
per
poteva aver
impedito la nascita di un'iconografia parallela desunta dall'Arbor di
Ubertino487. Al contempo, perb, dovettero essere le stesse vicende
esistenziali del casalese- la sua difficile posizione all'interno della
dell'ordine488
il
chiesa e
suo atteggiamento riguardo all'arte e alla
-e
degli
realizzazione e abbellimento
edifici religiosi - con i molteplici
delle
delle
loro
chiese
ricchezza
attacchi rivolti alla grandiositä
e alla
decorazioni489
il
giustificare,
e
comprensibilmente,
mancato svi-a
luppo di un linguaggio figurativo, esplicito, di segno ubertiniano. A
tale proposito illuminanti risultano le parole del casalese:ad esempio
nel capitolo VII ("Gesü di nuovo disprezzato") del Libro V dell'Arbor490 capitolo nel quale sottolineando Ubertino come, fra i seguaci
,
di Francesco, si trovassero "uomini ipocriti nell'aspetto esteriore e
boriosi [... ] che si mescolarono al collegio dei santi e dei semplici",
"costoro [gli uomini ipocriti] presero a corrompere tutta la massa della
di
"corruzione",
il frate
questa
povertä e semplicitä" e, quale aspetto
di
luoghi
"quei
1"`edificazione
in
primitivi consistenti
muratura"
ricorda
in piccoli tuguri"491. Piü oltre il casaleseafferma come "anche nella
Leggenda e scritto che [Francesco] comandava di distruggere le case
486Per l'importanza che, fra gli altri testi, rivesti per Ubertino il Lignum di Bonventura
si
veda: L. PoTEsrA,San Bonaventuranell Arbor vitae crucifcraeJesu°di Ubertino da Casale,in Miscellaneafrancescana75 (1975), pp. 187-196.
W Un accenno alla possibile derivazione, dal testo ubertiniano, di un affresco con 1'Arbor
Vitae in un edificio di culto sardo si trova in M. C. CANNAS,L'affrescadell'Arbor vitae nell'ex-caae_
drale di San Pantaleodi Delianova, in Biblioteca FrancescanaSarda 4 (1994), pp. 143-173, tuttavia
I'autrice non fornisce esaurienti giustificazioni alla sua ipotesi.
488Per le vicende esistenziali di Ubertino si vedano, fra gli altri: F. CALLAEY,
L'idealismefranciscainspirituel an XJV siecle.Etude sur Ubertin de Casale,Louvain 1911; A. MARTINI, Ubertino da
Casalealla Vernae la VernanellArbor Vitae, in "La Verna" XI, nn. 2-6 (1913), pp. 273-344: 275287; G. L. PoTESTA,
ad vocem`Ubertin de Casal; in Dictionnaire de spiritualite: ascetiqueet mystique,
doctrine ethistoire, Paris 1994, XVI, pp. 3-15, e, in questi atti, D. Som, Lafigura storica di Ubertino
da Casale:temi eproblemi, pp. 13-36.
48ISulle posizioni di Ubertino in materia si pub confrontare anche M. D. LAMBERT,
Povertü
francescana.La dottrina dell'assolutapovertä di Cristo e degli apostoli nell'ordine francescano (12101323), Milano 1995, pp. 179-194.
490Per maggiore chiarezza
nel citare le parole di Ubertino da Casale si utilizza 1'edizione,
parziale, UBERTINO DA CASALE,Arbor vita cruciftxx Jesu, traduzione e introduzione
a cura di F.
Casolini, Lanciano 1937.
491UBERTINO
Arbor..., ed. cit., p. 161, il corsivo nel testo e
DACASALE,
nostro.
150
fece
ficori
frati;
i
erette e che nefosseroportati
e molte cose e mirabili
"cose
[sottinteso
a questo riguardo" e poi sottolinea
queste relative
di
frate
Leggenda
Bonaventura
toccö quasi
alle architetture] che
nella
passaggio,poiche non voleva render noti ai lettori i principii dell'antica
nostra rovinä'492.Appare evidente come architettura e naturalmente
di
Ubertino, manifestazioni
pittura e scultura risultassero, agli occhi
da
la
insegnata
Francesco
ai
che andavano a corrompere
vera vita
suoi, e non meraviglia pertanto che il casaleseribadisse questi stessi
dopo
l'Arbor.
Recatosi infatti, nel 1309,
concetti anche
aver composto
ad Avignone per difendere le tesi degli Spirituali, nella prima risposta
la
Sanctitas vestra, scritta nel corso o
alla commissione cardinalizia,
del
del
dell'uso
Ubertino
1310,
poco prima
gennaio
parlando
e abuso
dei privilegi papali da parte della Comunitä, menziona proprio la
di
denaro
1'edificazione
le
decorazioni
introitato
quantitä
per
e per
delle
superflue
chiese, e cib prevalentemente in Toscana ed Umbria493.,
Lo sfarzo negli ornamenti degli edifici religiosi, dunque, turba in
Ubertino
modo particolare
che anche nel pamphlet successivo, Rotulus, composto parimenti nel 1310, sempre a proposito delle chiese
fatto
distruggere, ricorda che erano spoglie ed
Francesco
che
aveva
di
"nulla
Nella
essenziali, e sottolinea
attuali"494.
al confronto
quelle
492UBERTINO
Arbor..., ed. cit., p. 162, il corsivo nel testo e nostro.
DACASALE,
493Dice infatti Ubertino "Item pecunia nomine oblacionis in pluribus loci provincie Sancti
Francisci et aliquibus Tuscie recipitur et diverse fraudes fiunt in missis novis, in oblacionibus pecuniarium et in aliis modis pecuniam procurandi, in quibus preceptum regulke de non recipienda
pecunia maculatur. [... ] Et quia aliqui fratres ex cosciencia respuerunt ire ad tale questum, fert, in
aliquibus loci fiebat, ubi actu fiunt edificia excesrivaet alia nimis curiosaet excellentiasunt constructa,
et superhabundansestibi congregatioparamentorum excellentispreciiet calicum et multifiunt in excessuscommestiumparticttlarium a prelatis et aliis, quipossunt" (1'usodel corsivo e nostro), per il testo
della Sanctitasvestrasi rimanda a F. EHRLE,Zur Vorgeschichte
desCoucilsvon Vienna, in Archiv ftir literatur und kirchen-GeschichteIII (1887), pp. 1-195, specif. 51-89: 68, si vedano anche le riflessioni
di G. L. PoTESrA,ad vocern`Ubertitt... ; cit., pp. 8-9 e di M. D. LAMBERT,
Povertä..., cit., p. 182.
494
Sostieneil casalese
nel Rotttltu: "Item pro nihilo ducimus unam pulcram et magnam ecclesiam
diruere, ut possimusmaiorem et pulcriorem facere;et idem de dormitoriis, refectoriis et aliis domibus
nostris, que cum Sint pulcre et sufl'icientes,ymo eccellentes,non solum pro profitentibus extremem
pauperitam, sedetiam pro viris nobilibus et divitibus [cum] diruimus ea,ut alia meliora de elemosynis,
quasdeberent pauperesfamelici comedere,erigamus. Hec certe non sunt opera altissime pauperitatis
nec signa, quod sumus peregrini et advene in hoc mundo. Contra hoc fortissimum zelum ostendit
beatusFranciscus,sicut patet in instituto et legenda,ubi continetur, quod mandabatdomos erectasdirui
vel fratres exinde amoveri, et tarnen erant vilissime et omnino quasi nihil presentibus comparate. Et
statutageneraliaet patresnostri antiqui ista prohibent sub magnispenis, que quasinunquam servantur;
ymo qui plus offendunt in hiis, sepeplus aliis exaltantur", per la citazione e il testo del Rotulus si fa
riferimento a F.EHRLE,Zur Vorgeschichte...,
cit., pp. 93-137: 116, si vedano anchele considerazioni di
G. L. PoTESrA,ad vocemUbertin... ; cit., p. 10 e di M. D. LAMBERT,
Povertd..., cit., p. 185.
151
Declaratio del 1311, egli fornl in dettaglio nomi e localitä per esem"gli
dell'attivitä
Malcolm
Lambert,
eccessi
plare, come ricorda
the
dai
superiori francescani"495.
edilizia erano trascurati
Cosa se per la precedenza e autoritä di Bonaventura, per la podella
di
di
Ubertino
in
e
sua opera, come pure
sizione
odore
eresia
del
delle
decorazioni
casalesenei confronti
per gli attacchi polemici
degli edifici francescani, a ammissibile the potesse non manifestarsi
facile
di
diretta,
realizzazione e utilizzo,
semplice e
un'iconografia
desunta dall'Arbor Vitae, a altresl verosimile the alcune delle idee
(ed
dal
Casale
Da
espressecompiutamente nell'opera
propugnate
improntassero
lavoro
Verna
1305)
nel
non
solo
qualche
scritta alla
del
XIV
esordi
secolo, ma the queste medesime
pittorico realizzato agli
idee venissero nuovamente sostenute in manufatti artistici prodotti
durante il Quattrocento. Dalla suggestiva ipotesi - anche di recente
di
di
considerazioni
per
ordine
praticabile
storico
ribadita ma poco
definizione
del
di
Ubertino
nella
programma del
un coinvolgimento
degli
Scrovegni
Padova,
a
si approda alla ricognizione
ciclo giottesco
dell'influsso ubertiniano nella genesi del perduto affresco absidale
decennio
del
Trecento,
della
it
nel
primo
cantiere
eseguito, entro
Basilica Inferiore di Assisi; viatico quest'ultimo per ritrovare it verbo
del casalesein alcune opere su tavola e su muro nate in ambito frandel
XV
la
secolo.
meta
cescano verso
a9sCosi si esprime Ubertino: "Et cum nulla edificia possint fieri sine dispositione provincialium ministrorum, cum non sit provintia in ordine, in qua non sint multi excessusedificiorum,
digne
ipsi
penitus, quia nullum in ordine scimus,
talibus
qui
pro
sit
ministrum,
unum
ostendant
licet
de
bene
Et
fratre Jacobo de
hiis
in
possit
poni
verbi
gratia
novimus
exaltatos.
sed vitiosos
Tundo, qui propter excessushuiusmodi fuerat, licet non digne sed superficietenuspunitus per gede
factus
in
Francisci
sancti
provintia
tarnen
provincialis
minister
capitulo suo, cum tame
neralem,
alisuis sit multum relaxatus in vita et non integre fame, sicut in rotulis est expressum. Item fetter
Manfredus Bonfi, frater Johannesde Senis, fraterAndreas deTholomeis, frater Illuminatus de Florentia et plures alii in eadem provintia et in pluribus aliis provintiis pssent poni exempla, in quibus
actorestalium per ipsum generalem dimittuntur domini provintiarum er patroni locorum, que sic
excessiveedificaverunt", anche per la Declaratio si rimanda aE EHRLE,Zur Vorgeschichte...,cit., pp.
Povertä..., cit., p. 158. A simili
162-195: 164; si vedano anche le riflessioni di M. D. LAAMBERT,
conclusioni rimanda anche Adolfo Martini it quale a proposito della non facile intesa Ira Ubertino
e gli Spirituali da un lato e Ira it pontefice Bonifacio VIII dall'altro, sostiene "il Papa dai progetti
grandiosi, the promosse la costruzione di famosi templi e palazzi, the canto stimb la scienza e gli
scienziati, non poteva tornare molto simpatico agli Spirituali, the avevanotutt'altri gusti" (A. MARTINI, Ubertino da Casalealla Verna..., cit., p. 312). Per contro, riguardo al rapporto degli Spirituali
con le opere d'arte, rimando alle considerazioni espresseda E. LUNGHI,Il beato Corrado da Offida
e una icon delta Madonna in S. Damiano di Assisi,in Domini vestigiasequi'Miscellaneaofferta a p.
Giovanni M. Boccati, ofmper it suo 75° di vitae 50° di
sacerdozio,Assisi 2003, pp. 517-542.
152
Fra il 1303 ed il 1305 (ma, forse, entro il 1° marzo 1304) Giotto
affrescö a Padova la cappella degli Scrovegni con le Storie di Gioacchino e Anna, la Storia della vita di Gesic,e il Giudizio Universale49G.
Riguardo alla scelta del piano iconografico, giä a partire dagli
anni
Settanta del XX secolo, Hans Michael Thomas avevaespressol'ipotesi
che tale programma fosse stato fornito da un "consigliere teologico"
del pittore, individuabile, anche se con le
comprensibili cautele, proprio in Ubertino497. Piü nel dettaglio: la presenza nella decorazione
della cappella dell'Arena "di significati doppi
e piü profondi" aveva
lo
convinto
studioso della presenza, al fianco di Giotto, "di una sorta
di consulente proveniente dalla
cerchia degli ordini contemplativi", il
quale aveva meditato sulla concezione teologica sottintesa al Lignum
Vitae di Bonaventura, ma "nel quadro delle sue
variazioni tipologiche" messe in atto dalla generazione francescana successivaal santo
di Bagnoregio498.Cosi "un accenno
marcato alla povertä presso la
personificazione allegorica della Fede", rappresentata nello zoccolo
della parete sud della navata (fig. 11),
per il Thomas poteva "presumibilmente venire compreso come un credo della regola evangelica
nuovamente invocata da san Francesco",rendendo plausibile individuare
1'ideatore del ciclo in "un francescano di
quel certo orientamento di
povertä nella tradizione del grande fondatore dell'ordine religioso"499.
496Riguardo
all'edificazione e decorazione della Cappella e alle vicende successive rimando
a Mirabilia Italia. La Cappella degli Scrovegni a Padova, a curs di D. Banzato, G. Basile, F. Flores
d'Arcais, A. M. Spiazzi, Modena 2005,2
voll.; riguardo alla condusione dell'impresa da parte di
Giotto e della sua bottega entro il 1"
matzo 1304, e sulla figura di Enrico Scrovegni si veda C. FRUcONt, Gli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova, Torino 2005, pp. 9-24; la studiosa ha affrontato il tema anche nell'intervento Lo Scrovegni, peccatore pentito egli affreschi di Giotto (nell'ambito
del ciclo di conferenze "Il medioevo
per immagini", Figline Valdarno, 18 matzo 2006).
497Hir s MicHsEi. THOMASha
proposto la ricostruzione del programma iconografico degli
Scrovegni in almeno tre suoi scritti: nel primo Contributi
della
degli
Cappella
Scrovegni
allastoria
a
Padova,in Nuova Rivista Storica LVII, 1-2 (1973), pp. 109-128 ha
il tema dei rapporti
affrontato
familiari di Enrico Scrovegni prospettando, in
modo ancora poco articolato, la relazione del committente della cappella dell'Arena con Ubertino da Casale. Nei successivointervento - Die Frage
nach GiottosBeraterin Padua, in Bollettino del Museo Civico di PadovaLXIII, 1974, pp. 61-101- ha
esposto in maniera piü compiuta il coinvolgimento del casalese,definito appunto "il consigliere
teologico di Giotto" nelle scelte iconografiche (p. 99), mentre ha ribadito le sue congetture in Frandeshi. Franziskus
ziskanischeGeschichtsvision
und europäischeBildentfaltung. Die Gefährtenbewegung
da CasaleDer Lebenubaum"- Giotto FreskenderArenakapellein Padua Die Meditationes
Ubertino
vitae Christi HeilsspiegelundArnunbibel, Wiesbaden 1989.
498H. M. THo us, Die Frage..., cit., p. 99.
499H. M. THOMtAS,
Die Frage..., cit., pp. 99-100; sulla Fedee la posizione della critica successiva riguardo all'interpretazione datane dal Thomas si veda nota 502.
153
E riconoscere in questo consigliere teologico Ubertino risultava, per
lo studioso, storicamente comprensibile qualora si fossero considerati
i legami che il casalesepote aver istituito con il committente del sacello, Enrico Scrovegni, per tramite del cardinale Napoleone Orsini
il potente protettore di Ubertino500 imparentato con Jacobina
d'Este, seconda moglie di Enrico501. Per quanto seducente, questa
davanti
congettura pare soccombere, com'e giä stato sostenuto,
a piü
di
precisi riscontri proprio
carattere storico: infatti se, presumibilmenla
del
dell'ideazione
te, al tempo
ciclo padovano prima moglie dello
Scrovegni, doveva essereancora viva (e quindi impraticabile l'ipotesi
di un rapporto di parentela fra Enrico e Napoleone), e altresi veto
la
del
Orsini
il
che casaleseentrö sotto
protezione
potente cardinale
l'opera
di
Giotto
e
1306
solo nel
quando, come si visto,
nel cantiere
padovano era giä conclusa5oi
Tuttavia le incongruenze storiche dell'ipotesi del Thomas sono
da
di
Sven
Georg
Mieth
di
che, piü
scarsorilievo
state ritenute
recente
ha
il
di
riproposto
coinvolgimento
e con ulteriori argomentazioni,
Ubertino nel programma della cappella dell'Arena5Ö3.Partendo dalla
disposizione, in parallelo, delle scene dipinte che occupano i registri
inferiori delle pared del sacello padovano, lo studioso ha proposto
di riconoscere in esso una domus mnemotecnica atta a condurre alla
Croce
i
un
percorso
evocativo
secondo
sulla
meditazione
cui veri
significati salvifici sarebbero risultati accessibili solo a pochi adepti,
fra cui, appunto, il committente Enrico Scrovegni. Una meditazione
dalle
di
Bonaventura
Croce
da
partiva
certo
riflessioni
san
che
sulla
Bagnoregio ma che, per esserematurata nell'ambito della corrente
500Si veda infra ed anche le note 532-535.
501H. M. THOMAS,Contributi..., Cit.; ID., Die Fragenach..., cit.; In., Franziskanische...,
cit.,
pp. 12-16.
sotPer tali considerazioni rimando a I. HUECK,Il programma iconograficodei dipinti, in Mirabilia Itali, e.La Cappella..., cit., volume "Testi", pp. 81-96: 82,88-89,96 (con ulteriore bibliografia
di riferimento). Riguardo alla figura della Fede la medesima studiosa ricorda come, riprendendo
una tesi giä sostenuta nel XIX secolo dal Salvatico, vi fossestata la proposta di interpretare la veste
strappata della Virtü "nel senso della povertä, e questo a stato uno degli argomenti principali per
chi ha supposto l'ideatore del programma iconografico in stretto rapporto con Pala pauperistica
dell'ordine francescano"; mentre una lettura corretta dell'iscrizione sotto la
medesima figura pare
confortare la concezione the "la Fede rimane ferma anche quando c lacerata' U. HUECK,scheda,in
Mirabilia Italia. La Cappella..., cit., volume "Schede", pp. 223-224).
503S. G. MIETH, Giotto. Das mnemotechnische
ProgrammderArenakapelle in Padua, Tübingen
1991.
154
francescanadegli Spirituali, e pia specificamente in Ubertino da Casale,
richiedeva (proprio a motivo delle prime persecuzioni che i medesimi
Spirituali cominciavano a subire) un livello di penetrazione, fra coloro
che si awicinavano attraverso gli affreschi a tale meditazione, oltremodo
selettivo504 Pur non disconoscendo il fascino della proposta e certo
che, anche in questo caso, difficile appare legate i tempi dell'impresa
giottesca a quelli della vita (se non dell'opera scritta alla Verna nel
1305) di Ubertino, privi come siamo di notizie che, in qualche modo,
lo testimonino in rapporto con l'ambiente padovano. Non solo. Infatti
la nuova immagine di Enrico Scrovegni, che si delinea dalle ricerche
recentemente condotte da Chiara Frugoni le quali mettono in evidenza
gli intend autocelebrativi con cui il committente padovano promosse
edificazione e decorazione dell'edificio, mal si coniugherebbe con le
tesi da cui ha preso le mosse il Mieth505.
di
fondata
basi
Di diverso tenore
per
certo,
su piü solide
- e,
carattere storico - 1'articolata ipotesi espressa da Elvio Lunghi riguardo alla presenza di idee desunte dall'Arbor di Ubertino nel perduto affresco absidale della Basilica Inferiore di Assisi506.Per seguire
in
dallo
il
anche
se,
un
certo
senso, a ritroso percorso proposto
studioso507e necessario riallacciarsi alle vicende del casalesesubito
dopo la parentesi della Verna, al tempo in cui Ubertino risultava al
504S. G. METH, Giotto. Das..., cit., pp. 6-9,56-57; si vedano in proposito anche le considerazioni espresseda I. HuECK,Il programma..., cit., in Mirabilia Italia. La Cappella..., cit., volume
"Testi", pp. 88-89.
sosC. FRUCONi,Gli af%reschi...,cit., Torino 2005, pp. 10,17.
506E. LUNGHI,La perduta decorazionetrecentesca
trell absidedella cbiesainferiore del S. FrancescoadAssisi,in CollectaneaFranciscan 66, nn. 3-4 (1996), pp. 479-510; In., L'influenza di Ubertino
da Casalee di Pietro di Giovanni Olivi nel programma iconograficodella chiesainferiore del S. FrancescoadAssisi, in CollectaneaFranciscana67, nn. 1-2 (1997), pp. 167-188 (entrambi i saggi sono
stati ripubblicati in E. LUNGHI,San Francescoin Assisi: le immagini delpotere, Perugia 2003, pp.
79-118; 119-145) ed inoltre Id., Le chiesefrancescanedi Assisi nell'anno 1300, in Assisianno 1300,
a cura di S. Brufani ed E. Menestö, Cannara (Perugia) 2002, pp. 327-375: 355-357. I; esposizione
che seguesi basasugli scritti dello studioso, tuttavia si e cercato di ampliare, quando possibile e necessario,sulla basedi una bibliografia piü recente, le considerazioni storiche e biografiche espresse
dal Lunghi.
sm Elvio Lunghi, infatti, procede nella sua trattazione partendo da opere quattrocentesche
sorte in ambito artistico differente, ma tutte realizzateper fondazioni francescane;individuando la
presenza,in questi manufatti, di alcune figurazioni e simboli che egli riconosce come mutuate dalle
idee degli Spirituali e segnatamenteda Ubertino, ripercorre a ritroso la genesi di tali figurazioni
per giungere alla distrutta decorazione dell'abside della Basilica Inferiore di Assisi (E. LUNGHI,La
perduta decorazione..., cit., pp. 479-482) in proposito si veda anche infia.
155
del
dal
Napoleone
Orsini5Ö8.
A
1306servizio
giä ricordato
partire
1308 quando it potente cardinale, vicino agli Spirituali, fu legato
lo
delegb
fece
di
Ubertino
it
nell'Italia centrale, egli
suo cappellano e
a svolgerealtre mansioni portandolo poi, nel 1309, ad Avignone, cittä
nella quale, come giä accennato, Ubertino svolse it ruolo di portavoce
della fazione degli Spirituali davanti a papa Clemente V509.Cosi negli
dove
Assisi,
Napoleone
al
soggiorno
avignonese,
ad
anni precedents
Orsini era presente e particolarmente attivo, ed it da Casale era del
del
le
Lunghi,
tesi
secondo
avrebbe potuto
suo seguito, quest'ultimo,
istruire it pittore oi pittori attivi nel cantiere assisiate,ed incaricati di
di
1'affresco
it
absidale510,circa modo
rappresentare, secondo
eseguire
le idee espressenell'Arbor da poco scritto (e per certo non sgradito
fino
di
Giovanni
XXII
Spirituali
al pontificato
agli
the
avevano la
1"`Alter
Christus"51
dell'ordine),
Francesco
come
guida
Durante it primo decennio del Trecento, torno di tempo in cui
Assisi e frequentata dai piü importanti artisti del tempo512,Vi Si stava
della
la
decorazione
dell'abside
Basilica
Inferiore
realizzando ad affresco
dove sarebbestata rappresentata una Gloria celestecon Cristo Crocifisso
fra
Santi
L'opera,
da
Beati.
San
Francesco
e
the vide la luce
adorato
fu
fra
il
it
1308
1311,
eseguita secondo alcuni
ed
probabilmente
sosSui rapporti fra it cardinale Orsini e Ubertino si vedano, fra gli altri, A. MARTINI, Ubertino
da Casalealla Verna..., cit., pp. 313-15; E. LUNGHI,La perduta decorazione..., cit., pp. 498-507 (lo
della
famiglia
dell'alto
it
precedenti,
ripercorre
ruolo
nelle
pagine
prelato nella fondazione
studioso,
di
di
figura
di
Matteo
Rosso
Orsini
(1288-1342)
Napoleone
Rinaldo
sulla
assisiate);
si rimanda, fra
Kardinal Napoleon Orsini (1263-1342), Berlin 1927 eaF. ALLEGREZZA,
gli altri, a C. A. WILLEMSEN,
Organizzazionedel potere e dinamichefamiliari. Gli Orsini da! Duecnuo agli inizi del Quattrocento,
Roma 1998, pp. 55-57,75-84.
Povertä..., cit., pp. 179-194; G. L. Pons-rk,
509Al proposito si vedano: M. D. LAMBERT,
ad
vocem'Ubertin... , cit., p. 4; E. LUNGHI,L'influenza di Ubertino..., cit., p. 184.
510Sui pittori attivi nel cantiere della Basilica Inferiore di Assisi si veda G. BONSANn,La
pittura del Duecentoe del Trecento,in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francescoad Assisi, a cura di
G. Bonsanti, Modena 2002, volume "Saggi", pp. 113-206: 163-206; volume "Schede" i contributi
di piü autori, pp. 281-445.
51 Su Francescocome l' Alter Christus" nell'opera di Ubertino da Casale si
veda UBERTINO
Arbor..., ed. cit., pp. 100-141; per i rimandi iconografici proposti da ELVIOLUNGHI,
DA CASALE,
La perduta decorazione..., cit., passim (con rimandi puntuali alle pp. 482-484,507-509);
gi3 un
accenno alla possibilitä the it pensiero ubertiniano fossestato di ispirazione nella decorazione della
basilica inferiore in P.MAGRO,La basilicasepolcraledi San Francescoin Assisi,Percorsi
storico-artistici.
Quadri concettuali,Assisi 1991, pp. 83,87.
512Per un'ampia panoramica sui protagonisti dell'arte
nel cantiere di Assisi si rimanda a Mirabilia Italic. La Basilica di San Francesco...,cit. (con bibliografia precedente).
156
da Giotto, secondo altri da Puccio Capanna513,tuttavia 1'artista che
l'affresco
la
ottenne
che, nel
commissione non portö a compimento
fino
di
XVII
incompiutezza,
suo stato
visibile
al
rimase comunque
di
desiderio
frati
Fu
il
infatti
i
1622,
secolo.
espressero
nel
quando
completare la decorazione trecentescarivolgendosi all'artista orvietano
CesareSermei514,
che costui convinse i medesimi religiosi a consentirgli
di distruggere la Gloria Celeste,al posto della quale, nel 1623, egli
dell'originale
Giudizio
(fig.
Seppur
il
Finale
13)515.
perduto,
affrescö
trecentesco se ne sono tuttavia conservate due descrizioni piuttosto
puntuali (oltre ad un ricordo quattrocentesco del Ghiberti516): un
di
Giorgio Vasari, nella seconda edizione delle Vite, alresoconto
1'interno della biografia di Stefano fiorentino discepolo di Giotto517,
della
basilica
di San Francescoe
Descrizione
e quello contenuto nella
di altri santuari di Assisi di frä Ludovico da Pietralunga, che si situa
cronologicamente intorno al 1570518.
Il Vasari sostiene che Stefano aveva eseguito nella parte superiore
della parete la zona del catino tra 1'arcone e le tre finestre la figura
del Cristo crocifisso a cui si rivolgeva un coro di angeli raffigurati
di
nell'atto
portare oggetti simbolici; sotto il Crocifisso era rappre-
51 Sui diversi riferimenti ad artisti attivi net cantiere di Assisi si vedano E. LUNGHt,Laperduta
decorazione..., cit., p. 484 (con ricca bibliografia) e piü di recente Mirabilia ltalhe. La Basilica di
San Francesco..., cit. Sul motivo, sostanzialmente politico, the avrebbe decretato l'interruzione
delta realizzzzionedell'affresco si veda B. ZANARDI,Giotto e Pietro Cavallini. La questionedi Assisie
it cantieredeltapittura a fresco,Milano 2002, pp. 204-205 ed inoltre infra nota 531.
S1'Per quest'artista e soprattutto per la sua attivit3 net cantiere di Assisi si rimanda a G. SAroRl, Per una storia della decorazionedella Basilicafra Quattrocentoe Settecento,in Mirabilia Italiae.
La Basilica di San Francesco...,cit., volume "Saggi", pp. 245-259: 250-258
sisSu quest'opera: G. SA'oIu, scheda,in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco...,cit.,
volume "Schede", p. 413 (con bibliografia precedente); it pittore caldeggib la distruzione dell'affresco trecentescoadducendo la difficoltä ad accordarsi con la maniera antica.
516LORENzo GHIBERTI, I commentarii, a cura di L. Bartoli, Firenze 1998, p. 85, a proposito
di Stefano fiorentino a desto come "nella chiesa d'Asciesie di sua mano cominciata una gloria
fatta con perfecta e grandissima arte, la quale arebbe, se fosse stata finita, maravigliare ogni gentile
ingegno".
51 G. VASARI,Le lire & pik eccellentipirtori scultori ed architettori, Firenze 1568,3 voll., in
Le Operedi Giorgio Vasari,a cura di G. Milanesi, Firenze 1878-1906,9 voll., I, 1878, pp. 447456: 450-451. Sulfa permanenza di Giorgio Vasari ad Assisi, permanenza the consentl al biografo
di vedere personalmente le opere della Basilica, si rimanda di nuovo a ELVio LUNCHI (La perduta
decorazione...,cit., p. 485) the la situa intorno at 1563.
518Lopera del religioso a stara edita solo net 1982: FRA'LUDOVICODA PIETRALUNGA,
Descrizione delta Basilica di S. Francescoa di altri santuari di Assisi,a curs di P. Scarpellini, Treviso 1982,
pp. 62-64.
157
sentato san Francescoin mezzo "ad una infinitä di Santi"5i9. Nella piii
puntuale descrizione di Ludovico da Pietralunga e ricordato come,
dell'abside,
nella calotta
sopra le tre finestre, si trovasse appunto San
Francescocon le braccia aperte in forma di croce, che accoglieva, sotto
la sua protezione, circa quaranta figure santi dell'ordine, frati, suore
devoti
di
le
Francesco,
incoronato
e
raffigurate
teste.
cui
erano
solo
da due angeli in volo, aveva lo sguardo rivolto verso 1'alto nell'atto
di contemplare Cristo rappresentato crocifisso nelle sembianze di un
lati
due
l'uno,
serafino - ed aveva ai
angeli che portavano,
una chiesa
1'altro,
e uno specchio,
un panno e un trono520
519G. VASARI,Le Vte..., cit., in Le Opere..., cit., I, 1878, pp. 447-456: 450-451. Ricorda
it Vasari nella "Vita di Stefano fiorentino e Ugolino sanese": "Andato poi [Stefano] ad Ascesi,
comincib a fresco una scoria della gloria celeste,nella nicchia della cappella maggiore nella chiesa
di sotto di San Francesco,dove a it coro; e, sebbenenon la finl, si vede in quello the fete, usata
tanta diligenza, quanta pis non si potrebbe desiderare.Si vede in questa opra cominciato un giro
di Santi e Sante, con tanta bella variety ne volti de giovani, degli uomini di mezza eta e de vecchi,
the non si potrebbe meglio disiderare: e si conoscein quegli spiriti beati una maniera dolcissima,
e tanto unita, the pare quasi impossibile the in que tempi firsse fatta da Stefano, the pur la fete;
sebbenenon sono delle figure di questo giro finite se non le teste;sopra le quasi a un coro d'Angeli
the vanno scherzando in vane attitudini, ed acconciamente portando in mano figure teologiche;
sono tutti völti verso un Cristo crocifisso, it quale a in mezzo di questa opera, sopra la testa d'un
san Francesco,the a in mezzo a una infinity di Santi. Oltre cib fete nel fregio di tutta l'opera atcuni
Angeli, de quali ciascuno tiene in mano una di quelle chiese the strive san Giovanni Evangelista
nell'Apocalisse; e sono questi Angeli con tanta grazia condotti, the io stupisco come in quella eta
si trovassechi ne sapessetanto. Comincib Stefano questa opera per farla di tutta perfezione, e gli
sarebbe riuscito; ma fu forzato lasciarla imperfetta, e tornarsene a Firenze da alcuni suoi negozi
d'importanza". Alcune sintetiche notizie si trovano anche nell'edizione torrentina delle Vite
vasariane, dice infatti it biografo aretino: "Dove, essendoritornato nella sua prima sanity, non passbmotto
tempo the [Stefano] fu condotto ad Ascesi; e quivi comincib una storia, e mezza la fins, la quale
lavorb con somma diligenzia e con sommo amore" (G. VAsARU,
Le Vite de'piit eccellentiarchitetti
pittori, e scultori italiani, da Cimabue, insino a'tempi nostri, Firenze, 1550,2 voll., nell'edizione a
cura di L. Bellosi e A. Rossi,Torino 1986, p. 132).
Descrizione..., cit., pp. 62-64. Cosi it religioso: "[c. 105v]
520FRA'Luoov[co DAPLErRALUNGA,
Nella cupola o nicchio over tribuna sopra al coro gli a un principio di pittura. Su net colmo in
mezzo gli a un crucifixo con ale 2, the sopra la testa del quale sonno tre circoli, finiti in un Campo
di tene chiaro, con l'ombra dal mezzo in su, et quasi tondo comme un mappamondi. Li detti
circoli
sono affoggia di astrolabio commessi l'uno net altro, ma quelli net mezzo gli a d'oro con 17 pietre
prezioseornato. Li altri doi sonno di colore Lanescum, er ciascheduno circolo dalle bande ha doi
ale piccole del colore del suo cerchio. Ancora gli Sono littere, net mezzo delli doi circoli, i. n. r. i.;
dentro a quel d'oro gli a scritto: vi. ta. De fora a quel d'oro the viene ad
esseredentro alli doi:. A.
et. O. overo .co.Ai piedi del detto crucifixo a un tondo a foggia de un mondo, in mezzo del quale
e un regno de similitudine de un coperchio dc tiribolo. Sonno doi angioli distesi, dimostrano
con
le mani tenire it ditto tondo, solo con una mano per uno tengano il ditto
tondo, uno de qua et di
la. Sotto gli a un san Francescocon le braccia e manto largho. Al filo della
century si dal lato dextro
et sl dal sinistro per cischeduna parte, sono circa 40 busti, cioe teste di frati, sore, homini, femine,
molti homini morlacchi. A man dextra gli a un vescovo,cioe il 4° o 5°, ma assaigiovane, tutte
et
la
diadema,
frate
con
ma un
a man sinistra con la diadema al paro de l'episcopo in contro; sopra la
mano o bracio dextro, par the venghi dal cielo, col capo in giü quasi. In mano dextra ha
un callice
158
Cosi come ricordata dalle fonti cinquecentesche, la rappresentazione perduta dell'abside pare trovare un puntuale riscontro nel
capitolo IV ("Gesü serafino alato") del Libro V del trattato ubertiniano5? 1. In questo capitolo l'autore si dedica all'impressione
delle stigmate sul corpo di Francesco in seguito all'apparizione del
serafino, evento che indicb Francesco quale angelo del sesto sigil10522.Ubertino inserisce in questo segmento della sua trattazione
figure
(perche
lo
Francesco riflette
quattro
simboliche:
specchio
l'immagine del Redentore)523;il trono (perche questa posizione a
Francesco e riservata)524; la chiesa (perche Francesco la rinnova
dalle fondamenta)525; un pallio scarlatto (per il sangue che Franceha
la
e
sco
versato)526oltre alla corona che gli posta sulla testa per
sua santitä527. Questi oggetti sono gli stessi che, come abbiamo
visto, vennero rappresentati nel perduto affresco e che erano portati da due angeli raffigurati ai lati di Francesco incoronato. Nel
testo poi il casaleseinvoca per i frati minori la stessa misericordia
che Cristo aveva mostrato verso Francesco quando gli era apparso
come serafino, e tale invocazione nell'affresco doveva essere rapcomme coppa. Poi uno altro par the tenga una corona da re. Uno altro par the scriva con la penna
in mano. Poi un tondo senzaniente, net fregio. Da 1'altro canto sinistro, net medesimo modo et a
un filo, gli a uno angiolo the nella man dextra tiene una chiesa,et nella sinistra un tondo come uno
spechio, come un volto sancto. Laltro un panigello. L'altro una sedia. Poi un tondo net fregio con
la figura a sederein nuvola, la mano sinistra sopra del genocchio sinistro, porge is mano col pugno
over braccio. Nel fregio the fa ornamento atorno, sonno net partimento mezzi angioli in foggia de
cherubini, circa 6, tre per banda, et tutti tengano variate sorte de chi[e]se nelle mano avanti it petto;
et ancora nelle spa!!e anno 6 ale. Net volto sotto it cordone, net fregio the fa ornamento atorno,
sonno net partimento mezzefigure, quatri per traverso, sonno quattro per lato. Dal septentrionale
un vecchio con le ale, un libro er spechio, pits in bassoun giovane con le belancie. Sotto un vecchio
armato. Sotto et ultimo un giovane the messeacqua. Verso it mezzogiorno, un vechio con spechio
et libro in mano. Poi pits a bassoun giovane con le forche. Pits a bassouna donna con torre in capo.
Pits a bassoed ultima, una donna con doi ampolle in mano.
Questa opera nella tribuna principiata, alcuni dicano non essermano di Giotto, pits presto di
Puccio Cappanna di Ascesi,qua! fu poco doppo Giotto; li ornament di Giotto esserquesti medesimi. ); ben veto the querte testesonno motto meglio the !e altre the feci Giotto, pert seva dibitando
the siano dc Giotto et non di Pucio. PerchePucio Capanna pare the venissedoppo Giotto, it the si
dimostra, the vivessepoco it dimostra per !e poche opre the si vedano di lui. [... ]".
521UBERTINO DA CASALE,Arbor...,
ed. cit., pp. 100-142.
522Ibid., p. 100-142.
523Ibid., pp. 106-107.
524Ibid., pp. 112-113.
525Ibid., p. 114.
526Ibid., p. 115.
527Ibid., p. 115.
159
dai
frati
presentata
che erano raffigurati sotto Francesco528.Sempre
nello stesso capitolo IV del Libro V, Ubertino spiega la complessa
simbologia delle sei ali del serafino che Francesco ha potuto contemplare e che it da Casale paragona alla regola dei Minori: due
ha
la
due
la
due
1'Obbedienza529.
la
Castitä,
E
Povertä,
ali
concludell'Arbor,
del
di
IV
inneggia
capitolo
che
alla resurrezione
sione
Francesco53o,sarebbe esemplata nella vela delta volta del presbiterio
dell'abside,
in
corrispondenza
che si trova proprio
quella col Glodi
Giotto, come rico(Francesco
in
Franciscus
riosus
gloria) opera
fra
databile
da
it
Zanardi,
Bruno
1306 ed it 131153'
e
nosciuto
(fig. 12).
Se da un punto di vista di scelta iconografica mi pare che, net
dall'Arbor
derivazione
ubertiniano non la si possa
complesso, una
di
diretta
da
derivazione dal
vista storico tale
negate,
un punto
testo del casaleseavrebbe potuto dipendere - come sapientemente
da
dal
Lunghi
Elvio
ruolo chiave che, secondo quanriscontrato
in
it
to giä ricordato, rivesti
questi anni
cardinale Napoleone Ordi
(per
la
Ubertino
protezione che gli
sini non solo nella vita
dette e it ruolo, come detto, di cui to investi) ma, non di meno,
decorative
delta
Basilica Inferiore,
nelle vicende architettoniche e
del
In
del
presbiterio532.
questa
nell'area
parte
soprattutto
cantiere
528Ibid., p. 117.
529Ibid., p. 132.
ssoIbid., pp. 139-140.
s3' Su questo affresco (descritto da Fits' LUDOVICO DA PIETRALUNGA, Descrizione...,
cit.,
p. 52) e sul suo riferimento a Giotto nella piü complessa ricostruzione delta presenza in questa
del
delta
Inferiore
Basilica
del
maestro toscano, si veda B. ZANARDI, Giotto..., cit.,
parte
cantiere
pp. 131-186 (ricordo, tuttavia, the l'opera a ancora attribuita at Maestro delle Vele e assegnata at
1315 circa., da A. VOLPE, scheda, in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco..., cit., volume
"Schede", p. 396). Sempre Bruno Zanardi dä ampio risalto alle tesi di Elvio Lunghi
riguardo
del perduto affresco dell'abside delta Basilica Inferiore dall'Arbor
alla derivazione dcll'iconografia
(pp. 204-205) la situazione critica the
Vitae ubertiniano,
sottolineando
venne a crearsi fra it
1308 ed it 1311 quando "Uberrino
dei
entra in frizione con la potente fazione antispirituale
francescani delta Comunitä; a nell'inverno
del 1312 to stesso Clemente V
si rimangia la bolla
'Exivi de Paradiso', favorevole agli Spirituali
e da lui stesso emanata it 6 maggio di quell'anno",
situazione the appunto consentirebbe di "spiegare la condizione di non finito delta decorazione
di Giotto in modo nuovo: i frail delta Comunitä
presenti nella basilica di Assisi avranno ritenuto
it programma iconografico del
troppo filo-spirituale,
e soprattutto 'filo-ubertiniano',
transetto, e
avranno ordinato l'interruzione dei lavori".
532E. LUNGHI,La perduta decorazionc..., cit., pp. 498-507;
sottolineando (p. 498) the "la
particolare forma architettonica" delta basilica inferiore "dipende in parte dalla morfologia del
suolo e in parte dalla destinazione a chiesa-reliquiario", Elvio Lunghi
ricorda come in principio fosse
160
assisiate Napoleone fece edificare ben due cappelle alle testate del
transetto: nella testata meridionale quella di San Nicola in memodi
fratello
Giovanni Gaetano morto prematuramente per
ria
suo
una caduta da cavallo533,nella testata settentrionale quella dedicata a San Giovanni Battista the avrebbe dovuto essere, almeno in
origine, la sua propria sepoltura534.In questi sacelli molteplici Sono,
stata edificata "ad una Bolanavata divisa in campate coperte da crociere, con un transetto voltato
a botte e un atrio di accesso"e altre caratteristiche struttive, come un presbiterio separato dalla
parte dedicata ai fedeli da un pontile con un pulpito the "era collegato tramite due Porte e due
scaleeal convento e all'appartamento papale": situazione questa the "fu radicalmente modificata!'
negli anni a cavallo fra it Trecento ed it Quattrocento. Lo studioso affermando come "le esigenze
the spinsero la comunitä deifrati a ridisegnareintegralmenteit piano delta chiesa"non ci siano note
da cronache o da resoconti antichi "ma possiamo immaginarle in diverse direzioni", sottolinea
the "molto importante fu la richiesta di sepolture accanto alla tomba del santo da parse di privati,
the per tutte le chiese dell'ordine fu concessadal capirolo di Parigi del 1292". Unaltra ragione e
riconosciuta (p. 499) "nell'indulgenza plenaria della Porziuncola, nota come it Perdono di Assisi,
della quale si hanno le prime notizie alla fine del XIII secolo e the increments it flusso di devoti
verso Assisi. La costruzione di una navatella di servizio doveva consentire ai pellegrini, nei giorni
di maggiore affollamento, di vedere la tomba del santo sotto l'altar maggiore di
e
riguadagnarne
1'uscita passando per le cappelle laterali",
mentre fu "probabilmente per consentire l'accessoal
santuario ad un pubblico femminile the venue abbattuto it lettorio posto in fondo alla navatae the
impediva loro l'accessoal coro dei frati". E proprio fra queste modifiche sostanziali the portarono,
fra l'altro, all'abbattimento del pontile, alto sfondamento delle "pared
settentrionali delta navataper
consentire l'accessoa tre cappelle, collegareda anditi retrosrand i contrafforti cilindrici al transetto
nord a all'ingresso", a appunto net complesso di tali modifiche the un ruolo "chiave" venne svolto
dal cardinale Napoleone Orsini the (p. 499) "fece costruire sulle due testatedel transetto le cappelle
di san Nicola e di san Giovanni".
533E. LUNGHI,La perduta decorazione..., cit., pp. 498-507; it Lunghi rammenta (p. 500)
come in memoria della morte del suo giovane fratello, Giovanni Gaetano, avvenuta, duratite it
1293, in seguito ad una caduta da cavallo, Napoleone facessecostruire nella Basilica Inferiore una
cappella situata proprio davanti alla tomba di san Francescocon "un monumento funebre the rappresentavail giovane Giovanni Gaetano adagiato net letto di more, con vetrate colorate alle finestre
raffiguranti nella luce centrale it defunto presentavoda san Francescoa! Cristo sotto lo sguardo di
Napoleone e di san Nicola di Bari" a cui la cappella a dedicata "in omaggio alto zio del donatore
Niccolb III Orsini, it quale net secolo si chiamava Giovanni Gaetano come it defunto", a da non
dimenticare the "storie del santo furono affrescatealle pared e sulfa fronte esterna della cappella
fu dipinta utiAnnunciazione". Su quests cappella di san Nicola si vedano I. HUECK,11cardinale
NapoleoneOrsini e la cappelladi S. Nicola nella basilicafrancescanaad Assisi, in Roma anno 1300,
Atti della IV settimana di studi di scoriadell'arte medievale dell'Universitä di Roma «La Sapienza»
(Roma, 19-24 maggio 1980) a cura di A. M. Romanini, Roma 1983, pp. 187-193; Schedea cura
di A. Volpe, E. Neri Lusanna e F. Martin, in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco...,cit.,
volume "Schede", pp. 430-445.
136E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 498-507: 500-501; successivamentealla
cappella di san Nicola it cardinale Orsini fece costruire, per destinarla a luogo delta propria sepoltura, un'altra cappella dedicata a san Giovanni Battista nella "testata del transetto opposto" a quella
dove trovava riposo suo fratello, a the era "pressocH identica a quella di S. Nicola salvo per la maggiore cura net paramento murario e nella foggia dei capitelli scolpiti the ne indicano una data leggermente posteriore e ne commissions la decorazionead affrescoa Pietro Lorenzetti". Solo a partire
dal 1319, per awenimenti storici the mutarono le volonui testamentarie del cardinale Napoleone,
egli disposedi voler esseresepolto a Roma in San Pietro in Vaticano in una tombs accanto a quella
161
Orsini
i
tutt'oggi,
con stemmi ed effigi, varie
riferimenti agli
a
dovette
da
Napoleone
la
cura riservata
volte ripetute535, anche se
basilica
della
inla
di
intervento,
parte
riguardare, e con piü
un
in
l'abside
su cui
torno all'altare, senza escludere, probabilmente,
del
Sermei536.
Finale
Giudizio
l'affresco
poi sostituito con
origine era
Cosl se Ubertino a motivo della sua posizione contraria -e almedecorazione
fino
a not - alla
no tale enunciata negli scritti giunti
degli edifici, poteva non aver dato un suo contributo diretto al
da
e
di
iconografico
escludere the
quell'opera perduta, non
piano
del
del
delle
idee
testo
e
qualche altra personalitä, a conoscenza
Da Casale e come lui vicina alla famiglia Orsini, ea Napoleone
in particolare, avesse potuto farsi carico di istruire le maestranze
di
deriAssisi
della
Inferiore
1'abside
Basilica
decorate
chiamate a
la
dell'Arbor
Vitae,
del
V
Libro
dal
IV
rappresencapitolo
vando,
"alter
Christus"537.
di
Francesco
come
tazione
Non solo. La forza di questa ricostruzione del Lunghi si fonda,
infatti, su ulteriori riscontri iconografici. Nei primo dei due saggi,
lo
franciscana",
"Collectanea
studioso si occunei quali
apparsi su
l'ipotesi
delle
idee
dei
a cui egli apubertiane nell'arte,
riflessi
pa
di sua madre. Sulla cappella di san Giovanni Battista nella Basilica Inferiore si vedano le schedea
Italiae. La Basilica di San Francesco...,
in
Mirabilia
F.
Martin,
Neri
Lusanna
di
Volpe,
E.
A.
e
cura
405-11.
"Schede",
pp.
cit., volume
535E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 498-507; come riporta sempre it Lunghi a
"non si pub negate the Napoleone Orsini
(p.
Nicola
500)
dedicata
delta
a
san
cappella
proposito
la
delta
delta
Il
di
facto
di
Naproprietä
cappella.
chiesa
ritratto
ai
visitatori
tutto
per
rivelare
abbia
due
Gaetano
defunto
Gian
del
Orsini
compaiono
volte, nelle verrate e nella scevi
e quello
poleone
dei
i
di
Lo
di
dedicazione
scritti
nomi
personaggi.
con
sotto
controfacciata,
stemma
nella
parete
na
Orsini a scolpito cinque voice net paramento murario esterno, essoera ripetuto dodici volte nello
due mentre degli altri dieci a rimasta soltanto l'iminterno
soltanto
conservano
ma
se
ne
zoccolo
dipinto
dei
finestroni,
dodici
a
e
ventotto
volte
negli
sguanci
cd
nella
vetrata
volte
compare
pronta,
presencedue volte in fondo alla scenadi dedicazione e Bettevolte negli abiti indossati da Napoleone
ferro battuto the
inciso
in
infine
a
da
Gaetano
Gian
persino
nella
cancellata
episodio,
nello
stesso
e
dedicato
Giovanni
Battista,
Elvio
Lunghi (p. 501) sot1'accesso".
Riguardo
san
a
at
sacello
chiude
tolinea come "anche in questo caso fu posts una particolare cura nell'evidenziare it patronato delta
dodici
fu
lasciato
it
Net
vacuo
per
stemmi, andati tutti perduti
esterno
paramento murario
cappella.
dello
stucco,
mentre
net
paramento
eseguiti
a
zoccolo interno erano
per esserestati probabilmente
previsti altri dodici stemmi due dei quali conservati, dodici stemmi compaiono ancora in evidenza
neue vetrate del finestrone".
536E. LUNGHI,Laperduta decorazione...,cit., pp. 498-507: 502-505; ci affidiamo nuovamente alle parole di Elvio Lunghi secondo it quale "it potente CardinaleOrsini non si limitb ad acquistare it patronato di due cappelle. Feceanche sostituire a proprie spesela pavimentazione delta navata e
soprattutto form l'occasione per dar corso at programma ornamentale dell'area intorno all'altare".
537Si veda supra e nota 511.
162
decorazione
dell'abside
la
derivazione
della
perduta
proda circa
della Basilica Inferiore di Assisi dall'Arbor Vitae del casalese, non
distrutta,
1'avvio
da
in
prende
verita
uno studio su questa pittura
ma da un'opera databile a circa la meta del Quattrocento, realizdi
della
fiorentina
Santa Croce, un'opeBasilica
zata nella sacrestia
di
desueta
(fig.
Si
14)538.
tratta
ra poco nota e con un'iconografia
dei
(che
lavabo
religioad uso
un armadio murale
racchiudeva un
due
da
inquadrato
un'edicola marmorea con
colonnine, con
si)
decorato
da
da
tre testicapitelli corinzi, sormontate
un architrave
ne angeliche e con un timpano triangolare al cui interno e posto
un San Francesco in rilievo, a mezzo busto, ripreso frontalmente
di
delle
le
La
nell'atto
mostrare
palmi
mani
aperte.
stigmate sui
dell'edicola
due
da
e
soglia
sorretta
mensole, e vi sono raffigurati
due angeli in volo che portano un tondo entro il quale si vedono
due braccia incrociate con le mani stigmatizzate, una delle quali
benedicente. L'opera scultorea, non particolarmente fortunata da
di
vista critico, si ascrive per il solito allo scultore Pagno
un punto
di Lapo Portigiani539. Nel plinto sopra il timpano e rappresentato,
(affresco
il cui autore e sconosciuto), un Cristo crocifisad affresco
forma
di
in
serafino: due ali gli coprono i fianchi e le gambe
so
(mentre sono scoperti i piedi sanguinanti), e due all sono rappredietro
le
dei
dalle
ferite
delle
spalle; al contempo
sentate
mani,
del
dipartono
di
luce
dirigono
e
costato
piedi
raggi
verso
che si
San Francesco. Se "il Cristo in sembianza di serafino e il san Franle
braccia
della
levate
la
cesco con
celebre vicenda
riproducono
della
della
fu
Francesco
sul monte
quale
protagonista san
visione
Verna', secondo il racconto fattone da San Bonaventura nella Lele
figure
in
due
rappresentate nell'opera
genda maior, tuttavia
Santa Croce "presentano un'iconografia diversa dalla consuetudine
iconografica seguita dai pittori nei secoli XIII e XIV dove il santo
e ritratto di profilo con be braccia levate rivolte verso le piaghe del
Crocifisso e lo sguardo fisso sul volto del Cristo, anch'esso disposto
di profilo"540Un'iconografia
invece,
e
nella pittura
che presente,
538E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 479-484.
539Ibid., p. 480.
540
Ibid., p. 481.
163
del XV secolo, per esempio nel San Francesco in estasi con ai lati
il Beato Ranieri e San Giovanni Battista della pala di Borgo San
Sepolcro, ora a Settignano nella Collezione Berenson (fig. 15),
fra
dove
dal
Francesco e
il
Sassetta,
il
1437
1444
ed
eseguita
e
in
Castitä,
Obbedienza
alto,
rappresentato con,
e Povertä, mentre
dei
le
i
tre vizi capitali:
sotto suoi piedi sono schiacciate
allegorie
Ira, Lussuria e Avarizia541,secondo quanto e descritto nel giä mendel
dell'Arbor
("Gesü
IV
Libro
V
serafino alato")
zionato capitolo
Vitae crucifixae Jesu di Ubertino in cui, come abbiamo sottolineato, il casaleseintroduce "un paragone tra le sei ali del serafino e he
sei ali della perfezione evangelica imitata dal serafico padre, imperle
dalle
due
della
le
due
della
due
Povertä,
Castitä
ali
e
sonate
ali
fra
dell'Obbedienzä1542.
E
il passo del
proprio questo confronto
ali
dell'Arbor,
del
V
V
Libro
nel quale Ubertino
ricordato capitolo
illustra la visione di Gesü in forma di serafino alato avuta da Franla
tavola ora nella Collezione Berenson evidenzia una
cesco, e
dipendenza "letterale" dallo scritto del casalese del dipinto del
dell'affresco
dell'edicola
la
Sassetta543
e
che
sovrasta, delma pure
1'armadio murale della sacrestia di Santa Croce (fig. 14): testimole
il
di
Assisi fu
quali
perduto affresco
nianze manifeste -e per
di
di
un recupero quattrocentesco del
prototipos44 una sorta
e
tuttavia
che
presente, com'e giä
messaggio ubertiniano messaggio
in
rilevato,
anche
qualche altra opera reastato opportunamente
lizzata sempre in abito francescano545 E allora in modo spontaneo
54'E. LUNCHT,Laperduta decorazione..., cit., pp. 481-483.
542Ibid., p. 482, a cui si rimanda anche per le considerazioni sull'opera precedentemente
espresse.
543Ibul., p. 482.
54aIbid., p. 484.
545ET.
vio LUNGHI(La perduta decorazione..., cit., pp. 483-484; ID., BenozzoGozzoli a Montefalco, Assisi 1977, p. 60) evidenzia una certa dipendenza dai passidell'Arbor Vitae, in cui,
come giä
detto, Ubertino descriveFrancescocome 1'"alter Christus", in opere pittoriche (non molte, in
verith) realizzatein ambito francescano;fra di essemi pare particolarmente interessantePorte 1'accento
su alcuni brani degli affreschi delta cappella maggiore di San Francescoa Montefalco realizzati da
Benozzo Gozzoli nel 1452. Nell'intradosso dell'arco trionfale decorato con una ghirlanda di
tralci
fra loro intrecciati in forma di Arbor vitae, il medaglione centrale presenta Francesco,
raffigurato
a mezzo busto, che mostra le stigmate, mentre negli altri medaglioni sono raffigurati i suoi primi
dodici compagni; nella volta, che e adiacente all'arco, e
affrescato San Francescoin gloria seduto su
di un trono formato da nubi e circondato da
serafini, il libro che ha in mano presenta una scritta
desunta dalla letters di san Paolo ai Galati in
cui il Santo ricorda di portare nel suo corpo le stig-
164
il pensiero corre a colui il quale, durante il XV secolo, fu particolarmente e fattivamente condizionato dalla figura di Ubertino da
Casale: San Bernardino da Siena; credo che si debba ripartire da
lui e dal suo messaggio per cogliere, nella produzione
artistica
quattrocentesca, le idee desunte dall'opera che nel 1305 il Casalese scrisse sul sacro Monte della Verna546.
mate di Gesü. In questi affreschi gozzoleschiritroviamo sia l'immagine di Francescocome doveva
essererappresentatanella perduta decorazione dell'abside della Basilica Inferiore di Assisi - con le
braccia in croce a protezione dei suoi sia, parimenti,
quella del GloriosusFranciseusaffrescatanella
crociera della medesima Basilica assisiate(fig. 12).
sacPer quanto sull'utilizzo da parte di san Bernardino del testo di Ubertino
ne abbia gi3
RuscoNt (San Francesconellepredidte volgari e nei sennoni latini di
scritto, fra gli altri, ROBERTO
Bernardino da Siena, in Atti del simposiointernazionale Cateriniano-Bernardiniano (Siena, 17-20
aprile 1980), a cura di D. Maffei e P.Nardi, Siena 1982, pp. 793-809: 796-797,802-804,807) e
nel contesto artistico nondimeno ne abbia fatto cenno il giä ricordato Elvio Lunghi (si veda nota
545), tuttavia credo che, proprio sulla basedelle importanti considerazioni espressedallo studioso,
si possa procedere at fine di recuperate in modo appropriato, in altre opere d'arte che poterono
nasceresotto l'influsso bernardiniano, l'eco del messaggiodi Ubertino da Casale.
165
APPENDICE ICONOGRAFICA
MARINA
SORIANI
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NICOLETTA BALDINI, Riflessi dell'Arbor
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Fig. 1. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae Iesu,
ms. 328, c. 1r, Universes (Ubertino da Casaleaipiedi del Crocifisso).
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Fig. 2. Assisi, liihliuecca lcl JaLru
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(Ihesu
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Cum
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expatregenitu).
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Fig. 3. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento,
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Fig. 4. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae Jesu,
ms. 328, c. 68v, Consumato (1hesupreconem audiens).
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Fig. 5. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento,
Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae
Iesu, ms. 328, c. 148v, Attende (Yesu asello
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Galleria
Fig. 6. PACINO
DI BONAGUIDA, Albero delta Vita, Firenze,
174
dell'Accademia.
Fig. 7. TADDEO GADDI, Albero della Vita, Firenze,
Museo dell'Opera
sagrestia.
di Santa Croce,
175
Fig. 8. MAESTRO DELL'ALBERO DELLS VITA, A/bero dc//a Vita, Bergamo,
Maggiore.
176
Basilica di Santa Maria
Fig. 9. MAESTRO DELL'ALBERO DELLA VITA, Albgiro delta
Maria Maggiore.
Vita,
Bergamo,
Basilica
di Santa
177
Fig. 10. MAESTRO DELL'AI. BERO DFLt_k VI I A, Albero de1Lt Vita (particolare),
di Santa Maria Maggiore.
178
Bergamo,
Basilica
Fig. 11. Giorro,
Fede, Padova, Cappella degli Scrovegni.
179
Fig. 12. Giorro,
180
Gloriosus Franciscus (San Francescoingloria), Assisi, Basilica Inferiore.
Fig. 13. CESARESERMEI,Giudizio Finale, Assisi, Basilica Inferiore.
181
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XV SECOLO, Cristo-serafino crocifisso, Firenze, :Nuseo dell'Opera
di Santa Croce,
sagrestia.
182
Fig. 15. GIOVANNI DI STEFANO DETTO IL SASSETTA,San Francesco in estasi. Il Beato Ranieri. San
Giovanni Battista, Settignano (Firenze), Collezione Berenson [riprodotto
per gentile concessione del President and Fellows of Harvard College].
183
ndla TrpoGtogsafiaPegasos.n. c. - Firenze
nd mtse di giugno 2007
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Direttore responsabile. " Fortunato lozzelli E