studi francescani Trimestrale di vita culturale e religiosa a cura dei Frati Minori Direttore responsabile. " Fortunato lozzelli Inviare gli articoli al Direttore: Via A. Giacomini, 3 50132 Firenze Thalia E-mail: [email protected] Inviare libri per recensione: Biblioteca Provinciale Via A. Giacomini, 3 50132 Firenze Anno 104° 2007 N. 1-2 Gennaio-Giugno Spedizione in lettera C, legge 662/96 Firenze 2, abb. postale art. Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 322 del 15-1-1951 C.C.P.20151502, intestato a: Rivista «STUDI FRANCESCANI», Firenze Proprietä:ProvinciaToscanadi S. FrancescoStimmatizzato dei Frati Minori Firenze Stampa:Tipolitografia Pegasos.n.c. Firenze Tel. 055/2341648 - UBERTINO DA GASALE VII nel centenario dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesu (1305-2005) ATTI DEL CONVEGNO DI STUDI La Verna 15 settembre 2005 di a cura Gabriele Zaccagnini INDICE GENERALE FRA FORTUNATO IOZZELLI OFM, Presentazione FRA FIOItENzo pag. 7 » 11 » 13 LOCATELLI OFM, Salutodel Ministro Provinciale_ 111 RELAZIONI DANIELE SOLVI, Lafigura storica di Ubertino da Casale. Temi eproblemi della storiografia recente GABRIELE ZACCAGNINI, La spiritualitä dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesu di Ubertino da Casale 37 MARINA SORIANI INNOCENTI, Ubertino da Casale predicatore NICOLETrA 99 BALDINI, Riflessi dellArbor Vitae di Ubertino da Casale nella Pittura del Trecento APPENDICE ICONOGRAFICA 147 » » 167 PRESENTAZIONE Per ricordare il VII centenario della composizione dell'Arbor vitae crucifixae Iesu di Ubertino da Casale (1305-2005), i Frati Minori del Santuario della Verna hanno organizzato il 15 settembre 2005 una di hanno di giornata studio, a cui partecipato qualificati esperti storia di letteratura di buon e medievale, e anche un persone interesnumero sate al tema. Dopo i saluti di padre Fiorenzo Locatelli, guardiano del Santuario, e di padre Maurizio Faggioni, ministro provinciale dei Frati Minori della Toscana, ha aperto i lavori del convegno padre Ambrogio Marino Damiata, direttore della rivista Studi Francescani,che ha illustrato il pensiero di Ubertino riguardo alla povertä evangelica e alla storia della salvezza.Sono seguite quattro conferenze (due al mattino e due nel pomeriggio), il cui testo e riprodotto nel presente volume. Dopo 1'ultima relazione non sono mancati gli interventi del pubblico, al fine di chiarire, integrare e sintetizzare alcune questioni espostedai relatori. Per quanto riguarda gli argomenti trattati, e bene puntualizzare che il convegno non ha voluto affrontare un'indagine completa ed esaurientesulla vita e sugli scritti di Ubertino da Casale,ma si e limitato ad una rilettura in chiave storica, teologico-spirituale e iconografica della sua opera maggiore, cioe dell'Arbor vitae. La figura storica di Ubertino da Casale (1259-c. 1328) e stata introdotta da Daniele Solvi, docente di lettere e collaboratore della Societä internazionale per lo studio del medioevo latino. Il suo intervento, oltre a delineare le tappe principali della biografia ubertie niana, soprattutto una rassegnadegli studi piü recenti su Ubertino, incentrata su alcuni temi e problemi maggiormente discussi, quali la povertä e l'intenzione della regola di s. Francesco, 1'escatologia, e la delle due redazioni dell'Arbor vitae. A giudizio del Solvi, questione le ricerche condotte negli ultimi trent'anni hanno contribuito sia a in la porre evidenza sostanziale unitä del pensiero di Ubertino, sia a fare emergere la sua originalitä rispetto degli Spirituali e ai al partito maestri universitari del suo tempo. 7 La relazione di Gabriele Zaccagnini, professore di agiografia al1'Universitä di Pisa, ripercorre accuratamente i cinque libri dell'Arbor le linee fondamentali della di teologia spirituale vitae, per enucleare Ubertino. Dopo aver richiamato 1'attenzione sulla struttura, sulle fonti due diversi dell'Arbor (il e sui prologhi vitae primo presenta aspetti ha il autobiografici, mentre secondo un carattere piü marcatamente teologico), Zaccagnini analizzail pensiero di Ubertino sulla vita di Gesü Cristo. Per 1'autore dell'Arbor vitae l'incarnazione e 1'evento centrale della storia umana. Essa esprime la scelta, da parte del Figlio di Dio, dell'abbassamento, della via dall'alto verso il basso; solo dopo aver del il suo annullamento nella morte sulla croce, raggiunto culmine Cristo risorge e ascendeverso 1'alto, per sedere alla destra del Padre. Conclusa la rilettura dell'incarnazione, passione, morte e risurre1'attenzione di della Gesü, Ubertino Chiesa. rivolge zione storia alla Nell'esporre la sua dottrina dei sette stati della Chiesa, egli inserisce la figura dal di Francesco d'Assisi, a cui nel passaggio quinto al sesto e toccata la missione storica di rinnovare la forma di vita secondo il Vangelo. Trattando della storia del suo tempo, cioe del periodo compreso tra il XII e il XIII secolo, Ubertino non si limita a generiche fa riferimento a vari personaggi considerazioni ecclesiologiche, ma denunzia con toni accesi la decadenza della politici ed ecclesiastici, e Chiesa e dell'Ordine dei Frati Minori. Questi ultimi hanno, in larga 1'esempio l'insegnamento di Francesco. Solo tradito e maggioranza, frati, pochi emarginati e perseguitati, si sono mantenuti fedeli alla Regola e al Testamentodel fondatore. Ed e proprio attraverso questo l'Ordine, la Chiesa Dio piccolo resto che rinnoverä e il mondo. Come osserva Zaccagnini, nell'Arbor vitae Ubertino utilizza «frequentemente materiale preesistente, soprattutto trattati e sermoni rimasti fino ad allora inediti». Un contributo significativo all'approfondimento di quest'aspetto e costituito dalla relazione di Marina Soriani Innocenti, docente di letteratura latina medievale all'Universitä di Pisa. A suo avviso, in non pochi brani dell'Arbor vitae si scorgono tracce di sermoni di Ubertino: per esempio lä dove egli ricorre alla del tecnica monologo e ripete costantemente espressioni come hodie, hodie estsolemnitas,oppure quando accumula citazioni della Scrittura e dei Padri per illustrare un episodio della vita di Cristo. Per delucidare piü compiutamente 1'appassionataeloquenza di Ubertino da Casale, la Soriani si sofferma sul sermone De sancto Francisco, da lei indivi8 duato nel manoscritto Firenze, Biblioteca Nazionale, Nuovi Acquisti 660, e di cui fornisce 1'edizione in appendice alla relazione. Si tratta di una predica che riassume le principali caratteristiche della vita di Francesco care ad Ubertino. Infatti viene messo in evidenza che il ha disprezzato santo qualsiasi ricchezza vana e nociva, ha contemplato e raggiunto i beni eterni, ha gustato le realtä intime ed a lui tutte le hanno creature obbedito. Con il saggio di Nicoletta Baldini, ricercatrice di storia dell'arte di Boston, si entra nell'ambito dell'iconografia. La stuall'Universitä diosa rileva, anzitutto, che la raffigurazione dell'Arbor vitae ha avuto fortuna hanno i scarsa nell'arte, sia perche pittori preferito ispirarsi al Lignum vitae di s. Bonaventura, sia a motivo della difficile posizione di Ubertino nella Chiesa e del suo atteggiamento critico nei confronti delle decorazioni degli edifici francescani. Si pub tuttavia riconoscere l'influsso di alcune idee ubertiniane nella genesi del perduto affresco della basilica inferiore di S. Francesco in Assisi, eseguito tra il absidale 1308 e il 1311 (le descrizioni del Vasari e di Ludovico da Pietralunga consentono di affermare che alcuni simboli rappresentati intorno di fonte di la loro Francesco ispirazione all'immagine trovano s. di della S. Croce in vitae); nell'Arbor un affresco sacrestia a Firenze della meta del Quattrocento; e infine nella tavola che raffigura s. Francesco in estasi con ai lati il b. Ranieri e s. Giovanni Battista, del Stefano di Giovanni detto il Sassetta(sec. XV), conservata a pittore Settignano nella Collezione Berenson. I quattro studi raccolti in questo volume recano un notevole dell'Arbor di da Casale e coUbertino alla apporto conoscenza vitae stituiscono un utile ausilio per future investigazioni. Tuttavia, com'e dal convegno tenuto alla Verna, ogni indagine su quest'opera emerso rimane incerta e provvisoria finche non sara attentamente esaminata la sua tradizione manoscritta e pubblicata 1'edizione critica. t vero che qualche ricerca in tal senso e gia stata avviata; ma a tutt'oggi gli dell'Arbor dispongono di dell'opera studiosi vitae solo un testo stampato Venezia (e 1485 a nel riprodotto anastaticamente aTorino ne11961), lascia che molto a desiderare dal punto di vista filologico. Fra FORTUNATO IOZZELLI OFM 9 SALUTO DEL MINISTRO PROVINCIALE Nei primi anni del XIV secolo soggiornb sul monte della Verna frate Ubertino da Casale Monferrato (1259-c. 1328), discepolo del teologo Pietro di Giovanni Olivi a Firenze, «sincero e ardente predicatore della veritä evangelica», e rappresentante di spicco della corrente dell'Ordine dei Frati Minori. Proprio mentre si trovava alla rigorista Verna frate Ubertino, sollecitato dai suoi confratelli, scrisse la sua opera piü celebre, cui si e ispirato anche Dante Alighieri: 1'Arbor vitae crucifixae Jesu (Albern della vita crocifissa di Gesü). Divisa in cinque libri, essatratta diffusamente della vita di Gesü Cristo e della della Chiesa. storia Rileggendo, qualche tempo fa, l'edizione parziale dell'Arbor vitae da Fausta Casolini, e pubblicata a Lanciano nel 1937, ebbi curata di fermare 1'attenzione sull'anno in cui tale opera era stata modo il scritta, 1305, e sul fatto che Ubertino afferma, nel primo prologo, di averla iniziata e conclusa nel sacro luogo di solitudine chiamato della Verna. Chi conosce il «crudo sassointra Tevero e Arno», monte dove Francesco d'Assisi Cristo l'ultimo le prese sigillo, che sue «da due membra anni portarno» (Dante, Paradiso XI, 106-108), pub comprendere facilmente come la santitä della memoria ivi custodita 1'asprezza del luogo e possano aver ispirato al mistico Ubertino quello che e considerato come un testo fondamentale della spiritualitä francescana e della cultura medievale. Nell'intento di richiamarne l'importanza agli uomini di oggi, e nata l'idea di organizzare il convegno su da Casale nel «Ubertino VII centenario dell'Arbor vitae crucifixae Jesu (1305-2005)», che si e svolto alla Verna il 15 settembre 2005. Tengo a sottolineare di essere rimasto molto soddisfatto dell'adesione all'iniziativa di illustri studiosi, hanno dato il loro valido contributo scientifico, e della parteciche pazione ai lavori di un pubblico attento e numeroso. Nella speranza la che pubblicazione degli atti del convegno della Verna costituisca uno stimolo all'approfondimento della figura di Ubertino da Casale 11 dell'Arbor desiderata della tanto edizione critica e alla realizzazione della hanno alla riuscita collaborato vitae, esprimo a tutti coloro che di giornata studio i miei piü cordiali e sinceri ringraziamenti. Ministro FRA FIORENZO LOCATELLI OFM Provinciale dei Frati Minori della Toscana LA FIGURA STORICA DI UBERTINO DA CASALE TEMI E PROBLEMI DELLA STORIOGRAFIA RECENTE DANIELE SOLVI Ubertino nasce a Casale Monferrato nel 1259, attorno al 1273 I Genova. formazione francescano la inizia a e sua entra nell'Ordine lo in in Toscana, 1285 1289, contatto con tra suoi studi mettono e il di laici devozione dalla intensa teologo e con una cerchia cristologica lo lettore di Giovanni Olivi, Pietro presso provenzale a quel tempo Marfrancescano incontra di Croce Firenze; Santa anche studio a da Giovanni da 1'ex Cortona Greccio, ministro generale gherita e, a Parma. Il soggiorno per motivi di studio a Parigi, tra 1289 e 1298, lo Ubertino da formazione recupera allontana questa spirituale, che perö da Tra Foligno. dopo della Angela mistica poco grazie alla conoscenza 1298 e 1302 e probabilmente lettore a Firenze, e successivamente da lui dato il in Italia predicatore centrale, ma per sostegno pubblico dei francescani imposto 1304 nel un pespirituali gli viene alle tesi in di Qui, 1305, di Verna. soli setti nel silenzio e soggiorno alla riodo Jesu; 1'Arbor la vitae crucifixae mesi, compone sua opera principale, Ubertino vi ripercorre la vita di Cristo e della Chiesa, dalla creazione frequenti cenni autobiografici o alla storia al giudizio universale, con del dell'Ordine Papato. francescano e recente Tra 1306 e 1309 e al seguito del cardinale Napoleone Orsiil legato istruisce Toscana, Arezzo in processo e ad pontificio ni, libertä; di interviene dello di Spirito a contro un gruppo eretici forse della e dell'Orsini regione, ed nome anche nella vita politica fiorenin questo contesto soggiorno precedente giä nel non se tino - che conosce anche Dante. Tra 1309 e 1310 si trasferisce dove di intraprende un'intensa attivitä Avignone, alla corte papale di polemista in favore della riforma dell'Ordine: dapprima, con (Sanctitas fronte Clemente Rotulus di V vestra, a maggior successo, iste, Sanctitati apostolicae, Super tribus sceleribus Damasci, Declain seguito presso conservati), ratio, oltre ai numerosi scritti non l'inflessibile Giovanni XXII (Tractatus de altissima paupertate, Reducendo igitur ad brevitatem), che il 1 ottobre 1317 lo incorpora 13 benedettino come nel monastero di Gembloux, in Belgio, pur consentendogli di restare al servizio del cardinale Orsini. Accudi dai piü sato volte eresia suoi avversari, nel 1325 fugge infine da Avignone. Lo ritroviamo solo nel 1328 a Roma, dove avrebbe da della Marsilio Padova di collaborato con alla stesura sentenza deposizione di Giovanni XXII fatta pronunciare dall'imperatore Ludovico il Bavaro. Dopo quest'ultimo fatto si perde ogni traccia di lui nella documentazione storica; secondo una notizia circolante tra i fraticelli, sarebbe morto assassinato. Queste, a grandissime linee, le principali tappe della biografia ubertiniana nella vulgata storiografica'. Una biografia fitta di eventi, incontri e contrasti, che rivela immediatamente il carattere vivace di di e versatile primo piano in un singolare crocevia un attore (siamo delicato da Celestino Va Bonifacio passaggio storico al VIII all'inizio del Papato avignonese) e storiografico (tra spiritualitä francescanesimo, ed escatologia, gioachimismo e eresia e santitä). Forse proprio per questo resta ancora da scrivere salvo voci enciclopediche, necessariamente succinte - una monografia aggiornata, della integri i che molteplici aspetti vita e dell'opera, del pensiero dell'azione distesa d'insieme: in 1'ultimo profilo trattazione e una biografico in tal senso, quello del p. Fredegand Callaey, risale al lontano 1911'. Il fatto e che la ricerca ha collocato Ubertino in un orizzonte di da in troppo troppo volta ampio, o volta poco: un lato ha visto in lui 1'esponente di spicco del partito degli spirituali, col rischio concreto di dall'altro, i perb perderne contorni piü propri; quando ne ha fatto di oggetto specifico studio, e stata inevitabilmente attratta dall'Ar- ' Ho seguito in sostanzal'agile sintesi di Gian Luca Potestä per il Dictionnaire de spiritualitf, t. xvi, Paris 1994, coll. 3-5, integrandola con la cronologia di C. M. MARTfNEZRutz, De la dramatizacidn de los acontecimientosde la Pascuaa la cristologia. El cuarto libro del Arbor vitae crucifixaelesu de Ubertino da Casale,Roma 2000, pp. 579-81. Della tesi, sostenuta da quest'ultimo, di una doppia (o meglio triplice) redazione dell'Arbor vitae si dirä in seguito. 2E CALLAEY,L'idealismefranciscain spirituel an XIV siecle.Etude sun Ubertin de Casale, Louvain 1911. Oltre alla voce enciclopedica di Potestä, giä citata, si legga anche K. Ruft, Hubertinus von Casale,in Verfasserlexikon,vol. IV, Berlin-New York 1983, pp. 211-9. La seconda sezionedel volume di MARTINEZRutz, De la dramatizacidn..., cit. ("El recorrido histörico-cultural de Ubertino y de su obra", pp. 149-318) ricostruisce le vicende personali e storiche the fanno da sfondo alle diverse fasi di elaborazione dell'Arbor. pur non proponendosi come obiettivo un ripensamento critico del profilo biografico del Casalese. 14 bor vitae, col rischio di restarne prigioniera3; hanno poi incrociato Ubertino studiosi interessati ad altri temi - come il gioachimismo fonti francescane, la femminile le o santitä o il pensiero politico -, dai quali perciö sarebbe improprio attendersi una visione complesdel siva personaggio. Una rassegnabibliografica e perciö costretta a delineate in muoversi entro questo perimetro, rinunciando partenza a figura limitarsi ad uno scandaglio per singoli temi una unitaria, per e problemi. La scelta, necessariamente soggettiva ma, credo, non del tutto fordiversi il il e piü piü antico, arbitraria, caduta su tre aspetti tunato e il piü trascurato - che, opportunamente ricomposti, mi della sembra possano abbozzare un'immagine tridimensionale ricerca degli dalla fine degli '70 ubertiniana orientamenti anni ad oggi, cioe di fase Raoul di successivi all'intensa anzitutto studio che - per opera Manselli - ha delineato la sistemazione classica dello spiritualismo francescano4.Tra le linee di ricerca che ho escluso oltre a quelle demandate agli altri relatori vorrei almeno ricordare quella, piuttosto vivace, su Ubertino teologo, con speciale attenzione al suo contributo alla cristologia e alla mariologia5. 3 Seguono le stessetendenze le rassegnestoriografiche: per la prima, J. PAUL,Lesspirituels entre la sainted et Rdrdsie (historiographic et perspectivesd'dtudes),in Gli studiftancescani dal Dopoguerra ad oggi. Atti del Convegno di studio (Firenze, 5-7 novembre 1990), a cura di F. SANTI, Spoleto 1993, pp. 173-212; I. COLIN,Lesspiritudrfrattciscains. Bilan Historiographique, in Heresis 36-37 (2002), pp. 119-143; per la seconda, G. L. PoresrA, Un secolodi studi sull (Arbor vitae». Chiesaed escatologiain Ubertino da Casale,in CollectaneaFranciscan 47 (1977), pp. 217-67. " Per gli studi fino alla meta degli anni Settanta rinvio ai bilanci di POTESTA, Un secolodi studi..., cit. (che non ha potuto leggere R. MANSELLI,L'Anticristo Mistico. Pietro di Giovanni Olivi, Ubertino da Casaleei papi del loro tempo, in CollectatteaFrattciscana47 (1977), pp. 5-25) e A. GATTUCCI, Per una rilettura dello spiritualismofrancescano.Note introduttive, in Picenum Seraphicum 11 (1974), pp. 76-189 (in particolare 153-89). Attorno al 1975 si collocano anche i convegni di Fanjeaux e Assisi, fondamenrali bacini di raccolta della ricerca precedente: Franciscainsd'Oc. Les Spirituels ca. 1280-1324 (Cahiers de Fanjeaux 10), Toulouse-Fanjeaux 1975; Chi erano gli Spirituali, (Societä Internazionale di Studi Francescani.Convegni 3), Assisi 1976. Di qui la scelta di concentrate questo intervento sull'ultimo trentennio. s Cfr. K. BACIC,Die Corredauptrixfrage innerhalb der fraxziskanisc%eTheologie,in FranziskanischeStudien 39 (1957), pp. 218-87; L. Sao, Fscatologia,renovatio spirituale e utopia del sapere,in Storia della teologia ttel Medioevo. III. La teologiadelle scuole,Casale Monferrato 1996, pp. 182-9; MARTINEZRuiz, De la dramatizaciöu..., cit., pp. 319-568 e la bibliografia citata alle pp. 524, nt. 417 e 551 nt. 474. 15 Ubertino e la povertä francescana La collocazione di Ubertino nella disputa tra Spirituali e comunitä e certamente il tema storiografico di piü antica data. La "scopertä' di Ubertino come oggetto di ricerca avviene infatti alla fine del secolo XIX lavori di di Franz Ehrle, nell'ambito un piü ampio studio sui ad opera (1311-1312)'. di Vienne Concilio preparatori al Convinto anche dalle pressioni di Carlo II d'Angiö e Filippo il Bello di Francia, Clemente V convoca nel priorato di Groseau, vicidella Comunitä, degli due delegazioni, Spirituali Avignone, e e no di il il presiedere compito affida ad una commissione cardinalizia dibattito su quattro punti: osservanzadella Regola, ortodossia degli degli di Spirituali Olivi, di di Giovanni Pietro persecuzione scritti Provenza e intrecci tra spiritualismo italiano ed eretici dello Spirito di libertä. Tra gli Spirituali si distinguono subito 1'ex ministro genedi Ubertino, i infedelGaufridi Raimondo tutti che casi e elenca rale di dell'Ordine povertä e prospetta al papa come unica sotä at voto luzione la divisione tra zelanti e rilassati. La Comunitä dapprima la della Regola sostendendo che povertä, prevede risponde sul tema dei beni 1'austeritä l'usus pauper, cioe nell'uso raccomandata non dall'Olivi e dagli Spirituali, ma la rinuncia al possesso;poi si concendi dell'Olivi infine eterodosse; tesi cerca tra sulle ritenute screditare Ubertino - che ormai, con la morte di Raimondo Gaufridi, e il piü irriducibile avversario -, rimproverandogli l'incoerenza tra i suoi la della L'esito diche conduce. e vita magna propositi riformatori sceptatio e per Ubertino una parziale vittoria: nessuna condanna di Concilio Vienne il la dell'Olivi, dotse riafferma anche esplicita trina cattolica riguardo a quattro tesi ritenute non ortodosse dalla la bolla invece, Exivi de condanna con cardinalizia; commissione dell'Ordine degli (6 in materia di po1312), paradiso abusi maggio degli la Spirituali dai tuttavia sperata esenzione superiovertä; sfuma 1'Ordine della Comunitä: resta giuridicamente unitario7. ri des Concils von Vienne, in Archiv fair Litteratur und Kirchen6 F. EHRLE,Zur Vorgeschichte geschichtedesMittelalters 2 (1886), pp. 353-416; 3 (1887), pp. 1-195. 7 Cfr. per queste vicende R. MANSELLI, Spirituali e beghini in Provenza, Roma 1959, pp. 91-111; M. D. LAMBERT, Franciscan Poverty. The Doctrine of the Absolute Poverty of Christ and the Apostles in the Franciscan Order (1210-1323), London 1961, pp. 184-201; J. R. H. MooRMAN, A History of the Franciscan Order from its Origins to the Year 1517, Oxford 1968, pp. 198-204. 16 Questo momento dell'attivitä pubblica ubertiniana e stato tocin dalla cato solo misura marginale storiografia recente, in particolare -e paradossalmente - negli studi dedicati ad Angelo Clareno. Lydia Von Auw ha rilevato la «nature austere et simple, portee la a priere et ä la contemplation plutöt qu'ä 1'action» di Angelo, privo della «eloquence ironique et mordante» di Ubertino, ma capace di vivere e suscitare in altri un'autentica vita religiosa8, laddove il Casalese e «une figure inquietante a force de complexite», «temperament de haines violentes et d'affections delicates... de nature arcapable dente et batailleuse» e di Non e il «polemiste redoutable»'. caso qui discutere nel merito i giudizi della Von Auw, pur detto se - va -1'aver contrapposto irriducibilmente contemplazione e azione non le fa la vedere profonda spiritualitä che anima 1'impegno instancabile di Ubertino'Ö. E perb notevole il tentativo tanto piü rilevante in quanto inserito in una trattazione d'insieme - di individuate qualche dei diversi attori della complessa vicenda, pur senza comspecificitä il dal dato caratteriale a quello ideologico. piere salto Un'osservazione in quest'ultimo sensoviene dall'altra monografia sul Clareno pubblicata da Gian Luca Potestä: la richiesta di Clareno precisa Potestä non coincideva con quella avanzata da Ubertino a nome degli Spirituali. Clareno mirava infatti alla piena reintegrazione, sul piano giuridico e istituzionale, di una piccola congregazione (quella dei Poveri Eremiti di papa Celestino, ndR) che, net clima antibonifaciano del tempo di Clemente V, poteva accamparea suo favore il primo riconoscimento temporaneamenteottenuto dall'autoritä papaleat tempo di Celestino V. Ubertino puntava invece alla costituzione di un'entitä del tutto nuova". Ci si riferisce qui alla communis opinio secondo la quale 1'obiettivo unitario del partito spirituale sarebbe stato quello di ottenere da L. VON Auw, Angelo Clarenoet lesspirituels italiens, Roma 1979, pp. 91,137,253. Ibid., pp. 91,90,133. L'aggettivo forse emblematico della caratterizzazione di Ubertino e "passionne" (pp. 7,116,253). A sua volta Raimondo Gaufridi ý ritenuto "plus pondere et plus pacifique" (p. 90). 10Altra distinzione tutta da verificare P quella tra Angelo "ni guelfe ni gibelin" e Ubertino e Jacopone "gibelins passionnees" (ibid. p. 7). 11G. L. PoresrA, Angelo Clareno. Dai Poveri Eremiti ai fraticelli, Roma 1990, p. 36. 17 Clemente V la costituzione di un Ordine a parte, in cui i rigoristi potessero seguire fedelmente la Regola. E tuttavia andrebbe forse fatta la qualche precisazione, perche separazione degli Spirituali si colloca, mi pare, a tre differenti livelli: da un lato la domanda di esenzione dei frati rigoristi dai superiori della Comunitä, in modo da costituire conventi ideologicamente omogenei ed evitare vessazioni; dall'altro la scissione de facto di singoli gruppi di Spirituali insofferenti alle interminabili trattative curiali; infine la richiesta avanzata da Ubertino che, sempre fedele alla sua professione francescana, auspica che lassisti, i siano non gli zelanti ad abbandonare 1'Ordine di cui non rispettano la genuina ispirazione12. Come che sia, Potestä individua linea di demarcazione che sembra allontanare via via Ubertino una dal Clareno, nei cui scritti si fa sempre piü insistente, man mano la ! 'idea l'insegnamento di Francesco si che situazione precipita, che e tradotto non in un ordo ma in una vita, e che dunque la perfezione evangelica non e circoscritta entro i limiti dell'Ordine che a lui formalmente si ispira13 Nonostante queste spigolature, non si pub certo dire che la magna disceptatio degli anni 1309-1312 sia il settore trainante delle ultime hanno invece prediletto la seconda fase dell'impegno ricerche, che di Ubertino nella controversia sulla povertä francescana: mi riferisco lite teorica sulla povertä, sollevata da Giovanni MI alla tra 1322 e 1324. I fatti sono noti: dopo aver eliminato alla radice il problema degli spirituali, procedendo alla punizione dei ai roghi renitenti -e in quanto disobbedienti all'autoritä papale e percib eretici, Giovanni XXII promuove nel matzo 1322 un'ampia consultazione circa 1'assunto 12E la «verareformacio» descritta nella Sanctitas vestra:«si dicerent se nolle vel non posse (seil. osservarela Regola), daretur eis modus vivendi laxior, sic quod vita et professio concordarent verbis apertis, ita quod mundus aperte cognosceret,quid promitterent et servarent. Et ista regula, sicut est a patre nostro beato Francisco instituta, daretur illis, qui earn servare pure et sine glosa cupiunt et se reputant Dei adiutorio posseadimplere» (EHRLE,Zur Vorgeschichte...,cit., p. 87). Si veda anche la conclusione della Sanctitati apostolicae(ibid., p. 416). 13Ibid., pp. 128-137 (epistola 14) e 162 (Expositio Regulae). Frequente anche la distinzione tra Ubertino e Olivi: M. DAMIATA, Gugliehno d'Ockham: poverth epotere. I. Il problem delta poverth evangelica efrancescana nel sec. XIII e XIV. Origine del pensiero politico di G. d'Ockham, Firenze 1978 (= Studi Francescani 75 [1978]), p. 259; CH. T. DAvis, Ubertino da Casale and his Conception of «altissima paupertas», in Studi Medievali, 3' s., 22 (1981), p. 23; M. DAMIATA, Pieta e storia nellArbor vitae di Ubertino da Casale, Firenze 1988, pp. 35-7; VON Auw, Angelo Clareno..., cit., pp. 49 e 94. Per cenni di confronto con Ockham e Marsilio da Padova si legga DAMIATA, Pieta e storia..., cit., rispettivamente alle pp. 270 e 277. 18 fondamentale mai messo in dubbio dai due partiti francescani, ovvero in in Cristo nulla privato non abbiano posseduto e e che gli apostoli dichiara la bolla Cum inter il 1323 12 nonnullos comune; novembre francescano, eretica tale affermazione, suscitando sconcerto nell'Ordine "conventuale"; i122 maggio 1324 in pur saldamentenormalizzato senso da l'imperatore Sachsenhausen it Bavaro, Ludovico poco scomunia di la il denuncia Giovanni posizione; presa come eretico per sua cato, 10 novembre dello stessoanno it papa con la Quia quorundam mentes 1'aperta le di ribellione ritorce accuse eresiasugli avversari, provocando del ministro generateMichele da Cesenae di una parte non trascurabile dell'Ordine, che passano nelle fila del partito imperiale14 Ubertino interviene nella disputa in due occasioni, chiamato in dallo dapprima Giovanni XXII: con una risposta orale, causa stesso (il disteso differenti in trattato conservata versioni, poi con un piü da de Tractatus un compencosiddetto altissima paupertate), seguito dio (Reducendoigitur ad brevitatem) che costituisce il parere scritto la la Ed e pubblicazione consegnato at papa. scoperta e appunto di questo testo net 1981 ad opera di Charles Davis - ad avere forse it luce fase. Anzitutto ruolo rivisto va gettato nuova su questa di Giovanni XXII, dipinto generalmente come fiero e intransigente Ubertino, degli dello Spirituali, dunque ma che stesso avversario e in questa vicenda, per averne chiesto il parere, si rivela un suo insoles to Davis, Come spettato estimatore. «evidemment osserva stesso le Pape d'Ubertin chez vieux toucherent qualites une corde sensible lui Conventuels d'echapper II ä en entrant permit sesennemis acerbe. dans 1'Ordre des Benedictins et de jouer un role influent a la cour Dunque la des Spirituels». non solo papale meme apres suppression Orsini, 1'appoggio del Napoleone ma anche per potente cardinale per le sue doti di flessibilitä e di discretio Ubertino avrebbe meritato la benevolenza papale cosi come, stando alla testimonianza di Angelo Clareno, 1'ammirazione di molti esponenti di curia15. L'idea non e " Per la ricostruzione del fatti, rimando a MnrtsEui, Spiriruali e beghini, pp. 143-78; LAMBERT,FranciscanPoverty, pp. 208-46; Mooiu », A History of the Franciscan Order, pp. 307-19. Particolarmente attento agil aspetti teorici A. TAaARRONI, «PaupertasChristi et apostolorur». L'ideale francescanoin discussione(1322-1324), Roma 1990. 15Ct-i.T. Dnvts, Le papeJeanXXII et let Spirituels. Ubertin de Casale,in Franciscainsd'Oc. Les Spirituell ca. 1280-1324 (Cahiers de Fanjeaux 10), Toulouse-Fanjeaux 1975, pp. 268-70. 19 bolle papali coeve stigmapoi tanto peregrina, se si pensa che certe francescana di la su ogni altro stato tizzano vita pretesa superioritä la Comunitä, contro e riproponendo alcuni argomenti ubertiniani il ne riecheggiano registro satirico". La sorpresa maggiore viene comunque dalla tesi sostenuta da Ubertino, che -a giudizio unanime degli studiosi - segna un'evolufrancescana'7 del in Ubertino povertä merito alla zione suo pensiero . distingue in Cristo e negli apostoli la loro funzione di modello per lo status dei prelati e per quello dei religiosi: quanto al primo, si pub dire che essi possedettero dei beni in modo da distribuirli ai poveri; dominio sulle cose nel senso quanto al secondo essi rinunciarono al beni di in i terreni, ma rivendicare giudizio civile, cioe alla potestä dei dominio beni in necessari non al sensonaturale, cioe alla proprietä di sostentamento. Nel successivo trattato Ubertino riprende l'ottava Quaestio de perfectione evangelica dell'Olivi, ma ne muta la sostanza da lato lavoro di riscrittura: un cassaogni riferimento con un sottile francescano di dominii connessa al voto come povertä, all'abdicatio in quanto la rinuncia alla proprietä pub essereriferita solo alla ridiritti beni dei dominio terreni, non sui al giuridica vendicazione da la Dio; dall'altro tutta conferito all'uomo creazione naturale su insiste sull'usus pauper come vero criterio di osservanza della Regola di di inteso forcome se anche rifiuto perfezione, qualsiasi e modello difendere beni. lite di i Il Reducendo o rivendicare ma giudiziaria per igitur ad brevitatem polemizza in modo pit aperto con gli esponenti della Comunitä, sostenendo che il tipo di povertä di Cristo e degli loro dei beni di proprietä e rinuncia a reclamarli apostoli - uso povero in giudizio -e il pit alto possibile se non si vuole incorrere nella finzione o nel ridicolo: si riferisce evidentemente alla sofistica pura distinzione dei francescani tra uso e possessodei beni e all'abitudine a trascinare in giudizio, tramite procuratori, chi minaccia quei beni di loro formalmente proprietä. non sono che Le novitä rispetto non solo all'Ubertino della magna disceptatio, ma anche all'Olivi ea Bonaventura sono evidenti. Viene äbbandonata '6 Ibid., pp. 267 sg.;DAvIs,Ubertinoda Casale, pp. 38 sg. 17Per la sintesi the seguemi sono valso soprattutto di DAVIs, Ubertino da Casale..., cit., pp. 7-41, e di TABARRONI, KPattpertasChristi et apostolorum,..., cit., pp. 65-70. 20 la tesi francescana sancita dalla Exiit qui seminatdi Niccolb III che i Minori abbiano il semplice uso di fatto dei beni, mentre la proprietä e riservata alla Santa Sede, e si riconosce loro un certo dominium, termine «un-Franciscan», come osserva Davis, e «anathema in this leaders Olivi Bonaventure of context to and as well as to the current dell'Ordine di fatto Community»'$, the unendosi a quegli avversari dominio distinguere impossibile uso e almeno che avevano ritenuto in quei beni, come le vesti o il cibo, che si consumano con 1'uso. Si dire, potrebbe con Marino Damiata, che «1'interessepredominante della 1'altezza di Ubertino in e povertä, tanto misurare ora non fondatezza, di la di accertare quanto piuttosto quello assodare sua la sua consistenza e concretezza: in una parola, la sua realtd»19.Allo faticosamente francescana l'autocoscienza stesso modo si supera delle dispute duecentesche i con maestri secolari acquisita nel corso dallo di Bonaventura e sancita stesso una unicitä, se non superioritä istituzionale dell'Ordine rispetto agli altri stati di perfezione. Cib non dall'orgogliosa dispiacere Giovanni XXII, indispettito proprio poteva a farä 1'8 dicembre francescana, deciso presunzione e ad abolire - come 1322 con la bolla Ad conditorem canonum - la finzione giuridica per dei frati: lo dimostra dei beni la Santa la Sede si accolla proprietä cui di Ubertino2Ö. lunga anche una sua annotazione autografa al parere Tuttavia e stata da pit parti sottolineata la sostanziale continuitä del percorso intellettuale di Ubertino, il cui punto centrale resta pur l'ammila sempre una povertä assoluta ed effettiva: «e persistenza e da ideale Damiata unitä e coerenza razione per questo - scrive - che lo di Ubertino», insegnamenti tanto che a tutti gli scritti ea tutti gli but la Davis rather the ritiene nuova tesi «not the repudiation stesso his Quali thought allora - si e and work»21. earlier culmination of di Pub Davis aver giocato questo sviluppo? chiesto ancora -i motivi desiderio il di ruolo un rivalsa contro quegli avversari che continuava- 18DAvis, Ubertino da Casale,p. 16. 19M. DArfurA, Ubertino da Casale:ultimo atto, in Studi francescani86 (1989), p. 28. 20Cfr. DAVis, Ubertino da Casale...,cit., p. 38. 21DAMIATA,Ubertino da Duale..., cit., p. 302; DAvis, Ubertino da Casale,pp. 40 sg. Cfr. anche TABARtoN[, «PaupertarChristi et apostolorttm»...,cit., p. 70: «a questa idea (della funzione escatologica dell'Ordine, n.d.R) ora Ubertino sembrava voler consapevolmente rinunciare, pur di mantener fede a quell'ideale delta poverti dell'uso in difesa del quale egli avevalottato per anni contro gli attacchi dei suoi stessiconfratelli». 21 dargli tregua: da quando, come benedettino, non potevano no a non disobbedienza dell'Ordine, lo colpirlo per alle autoritä avevano piü forse di dell'Olivi22. le Ma volte accusato eresia come seguace ragioni, piü che in fattori di ordine psicologico, sono da ricercare nella lucida e della pluridecennale analisi situazione dell'Ordine. Come ha spiegato Andrea Tabarroni, Ubertino era probabilmente giunto a rendersi conto della necessitä di ridefinire in questo senso la dottrina dell'uncs pauper ammaestratodagli amari insegnamenti della lunga lotta condotta della difensori i contro concezioneufficiale dell'ordine, che riconducevano il significato della povertä perfetta alla sola abdicatio dominii e quindi all'ususfacti. Egli avevadovuto prendere atto che la rinuncia formale ad ogni tipo di proprietä da parte dell'ordine, e la conseguentesistemazione sancita dalla Exiit che attribuiva la dei beni dei frati, in al papa proprietä uso era strettamente la dei procuratores, mecon pratica collegata agli abusi connessi diante i quali i frati potevano difendere o rivendicare in giudizio beni di facevano del Ususfacti papa cui uso. nome e usus -i -a pauper, considerati dall'Olivi come i due inscindibili momenti di uno stesso grado di perfezione della povertä (...), dovettero dunque essereinfine riconosciuti da Ubertino come nozioni che loro, dato che la rinuncia in tra esprimevano esigenze conflitto la proprietä giuridica alla era condizione che rendeva possibili le infrazioni alla pratica della povertä23. Resta da vedere, semmai, quanto ci sia di francescano nell'ultimo Ubertino. Ripercorrendo nel trattato la quaestiooliviana egli sopprime, degli ad esempio, qualsiasi polemica nei confronti ordini religiosi in la cui vige proprietä comune, mentre nella sintesi ricorda come Agostino, Basilio, Benedetto, Giovanni Cassiano e Pacomio consentano loro la in proprietä comune, ma escludano 1'uso di ogni nelle regole bene superfl uo24.Potrebbe trattarsi di un mero espediente tattico o di divergenze da dettate finalitä diverse anche solo rispetto a quelle 22DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., p. 38. 23 TABARRONI, «PaupertasChristi et apostolorumu...,cit., p. 68. Cfr. anche DAVIS, Ubertino da Casale...,cit., pp. 31-4. 24DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., pp. 24-6 e 37. 22 dell'Olivi, ma le affinitä con una certa sensibilitä monastica sono state osservateanche nell'Arbor vitae, e spiccano - come e noto - nell'altro degli Spirituali, Angelo Clareno, conoscitore e traduttore dei maestro maestri orientali? 5. Del resto, si ricorderä, Ubertino scrive non piü da francescano, ma da monaco benedettino: la storiografia to ha notato, ma in modo forse ambiguo, quasi a far credere che 1'ingresso di Ubertino in monastero da tutti ritenuto, peraltro, solo metaforico lo abbia spinto ad accettare la tradizione monastica26. A me pare che la francescanitä di Ubertino vada riaffermata con forza, non in base ad una petizione di principio ("Ubertino non poteva non restate intimamente francescano") o all'ovvia considerazione che al centro del dibattito restano pur sempre i Minori: il punto cruciale, in questo senso, sta tanto nell'insistenza sull'usus pauper, quanto nella rinuncia a difendere i beni in tribunale, che significa di rifiuto ogni sicurezza e risorsa umana e abbandono fiducioso alla provvidenza divina, in stretta aderenza all'esperienza mistica di Francescostesso21.Riportata la questione ai piü autentici valori spirituali, di tratta si vivere nel mondo senza appartenere at mondo, di usare i beni terreni aspirando a quelli celesti, di confidare mai nell'uomo, ma E forse questo atteggiamento di fondo in Dio. sempre e unicamente Ubertino che pub riconoscere anche in esperienze religiose diverse dalla sua: le differenti forme storiche e giuridiche si riconducono ad unitä se osservate sotto l'ottica dell'aderenza ad uno stesso modello evangelico. 25G. L. PoTFSrA,Scoriaed escatologiain Ubertino da Casale,Milano 1980, pp. 191-223; ID., Angelo Clareno...,cit., pp. 55-93. Per COUN, Lesspirituelr..., cit., pp. 141-3, andrebbero approfondite le radici cisterciensi dello spiritualismo francescano.Lascendente monastico notato in Ubertino da Potestäviene ridimensionato da DAnuATA,Pieta e scoria, pp. 61 sg., the pert to recupera a proposito della condanna della filosofia (p. 229). 26DAVIS,Lepage..., cit., p. 281; ID., Ubertino da Casale...,cit., pp. 26 37 sg.; DAM(ATA, e Ubertino da Casale...,cit., p. 279 («un atteggiamento nuovo net modo di concepire 1'altissima povertä, the risente della mentalitä e delta pratica monastica») e 301 («per not non c'e dubbio the e it sentimento e la tradizione francescanain tutta la sua purezzae robustezzathe sorreggein proposito it discorso di Ubertino»). 27Cfr. DAVIS,Ubertino da Casale...,cit., p. 33: fact that the saw very of the papal owner-he ship of goods assignedto the friars took away that element of precariousnessin use that Francis believedwas essentialto the highest poverty-. Mi pare percib the fraintenda DAMtATA,Ubertino da Casale...,cit., pp. 286 sg., the vede in Ubertino l'intento di ripiegare su un modello pis umanamente accettabile e ragionevole, rifiutando «una pretesathe sfidassela natura e violassele leggicivili e morali the reggevanola cristianitä» (corsivi dell'autore). Questione diversa a se 1'abbandono mistico possaesseregiuridicarnente formalizzato in un principio valido per reggereuna collettivit3. 23 Ubertino tra storia ed escatologia La tesi dell'unicitä francescananel panorama delle regole di perfedi della dottrina di (e l'unico Olivi Bonaventura) e zione non aspetto disputa del da Dal Ubertino 1322. nella confronto passatosotto silenzio tra la Quaestiodeperfectioneevangelicae it De altissimapaupertateemerge del di Francesco ruolo escatologico un'altra assenzanotevole: quella in quanto inauguratore del terzo status gioachimitico2'. Risale infatti della da Gioacchino Fiore ternaria una nuova scansione storia the a dopo it tempo del Padre, corrispondente all'Antico Testamento, e dalla di del Cristo, breve Figlio, inaugurato venuta attende quello a un dello Spirito, nel quale si instaurerä una Chiesa terzo status, proprio di impronta monastica e contemplativa, profondamente rinnovata, dotata di un'intelligentia spiritualis the rivelerä finalmente it signifila della Scrittura; nuova eta sara preannunciata da cato piü profondo due nuovi Ordini religiosi di viri spirituales, the verranno ben presto identificati con i francescani ei domenicani29. Il silenzio di Ubertino sconcerta, se si pensa the 1'escatologia dell'Arbor dei Per Davis vitae. cardini non si possono era stato uno dato di the appunto sulla Lectura super opportunita, escludere ragioni Apocalypsim e sulla Quaestio ottava dell'Olivi si erano concentrate le da le da di Bonagrazia Bergamo, la per quali dottrina accuse eresiamosse del maestro provenzale era ancora sotto esame, in attesa escatologica di un pronunciamento the arriverä solo nel 1326. Lo studioso e pert propenso a postulare anche in questo caso una naturale evoluzione del pensiero ubertiniano, all'interno del quale le idee escatologiche fase iniziale: legate solo ad una sarebbero Ubertino also omitted all referencesto Olivi's eschatological ideas in the controversial treatiseshe wrote ten yearsbefore (...). He may believed history have Olivi's longer by the time in theology of no he Council Vienne. Sensitive the of as was to contemporary of keen eventsand practical considerations, with a senseof what was possible in particular circumstances,seasonedby associationwith 28Ibid., pp. 17-20., 29Cfr. per una sintetica presentazionedi Gioacchino R. Ruscorti, Fsegesi,teologiadella storia eprofezia, in ID., Profezia eprofeti alla fine delMedioevo, Roma 1999, pp. 60-3. 24 the astutecardinal Napoleone Orsini, Ubertino must havechanged between his in the considerably completion of the Arbor at years La Verna in 1305 and his participation in the poverty disputes history in After Vienne in Avignon 1312 1322. all, at and at had not followed Olivi's plan. Ubertino identified Boniface VIII during but (... ) Olivi's Benedict XI and mystical antichrist, with Clement's pontificate it was clear that the Spirituals' real enemy was not the Pope but the Franciscan Community30. Dovremo tornare piü avanti su questa proposta. Per ora mi preme di sottolineare the si tratta un'affermazione inaspettata, se pensiamo longevi 1'escatologia dei di Ubertino a temi storiografici piü the uno dopo '50-'70, dovuto degli it a notevole approfondimento e, anni ha Manselli, Raoul Bernhard Töpfer, Marjorie Reeves studiosi come e di decenni maturazione, grazie raggiunto negli ultimi un alto grado di La Gian Luca Potestä. sua monografia soprattutto all'impegno ha di da Storia it Casale Ubertino in avuto merito su ed escatologia discussi, l'attenzione due attirare nuovamente se non su aspetti assai di della tradizione studi: precedente recisamente negati, nel corso 1'originalitä della visione escatologica di Ubertino e lo stretto legame tra escatologia, cristologia e pauperismo francescano. Originalitä anzitutto, ma rispetto a chi? A Gioacchino, certaSeguendo l'Olivi, Cristo it Ubertino solo a mente. non attribuisce di la fa it tutta Storia: secondo status, ma ne protagonista assoluto it tempo a lui precedente a tutto proteso verso la sua venuta -e la distinzione Verbo Figlio, e tra creazione anche attribuita al senza increato e Verbo incarnato31 -, e nell'imminente terzo status «non "superamento" della lex del secondo, ne un abbandono avviene un di determina dello Spirito una ripresa vita nova, ma si ad opera Non Ubertino a caso cristiana e un rinnovamento evangelico»32. del le distanze dalle implicazioni triteiste gioachimismo, prende dei dal Concilio Lateranense IV, tre giacche al centro condannate la di it c'e stati pur sempre signoria medesimo scopo: esprimere 3°Ibid., pp. 22 sg.a 28. 3' PoTEsrA,Storia rd escatologia...,cit., p. 44. 32Ibid., p. 80. 25 Cristo sulla storia33.L'assoluto cristocentrismo ubertiniano e oliviada distinzione Gioacchino di e no - ed un secondo motivo -e legato in modo inscindibile al ruolo di Francesco. Lasciamo la parola a Potestä: Alla basedi tale mutamento dell'effettivo «protagonista»del terzo francescana, Francesco 1'esperienza il indubbiamente e stato vi la Christi perfetta tripartizione gioachiche rompe renovatorvitae francescana letteratura e nella sensibilitä mitica e acquista nella decisiva, funzione non pienamente storica ed escatologica una da Gioacchino34 proposto riducibile allo schema «spiritualista» Pochi esempi al riguardo. Seguendo, ma radicalizzando 1'Olivi, la Uberdi la Cristo gloria e sua nella carne venuta nella tra venuta Spirito, Francesco, intermedia introduce nello con tino una venuta due Cristo giorni per rimase nel sepolcro e preannuncia che come francescana, la e il che ora sepolta nelresuscitate terzo, cosi regola l'inosservanza dei piü, e destinata a risorgere35.La povertä evangelica della dell'ultima Chiesa, lo distintivo dunque il eta e non tratto sara di Gioacchino3G. intellectus spiritualis Eppure, come la storiografia e arrivata faticosamente a riconoscere, il preciso termine di confronto per 1'escatologia ubertiniana non e Gioacchino, ma Pietro di Giovanni Olivi, seguito si da Ubertino, ma con diverso il e Il infedeltä. casopiü evidente giudizio qualche significativa Celestino VIII V di Bonifacio a sul trono papale. sull'avvicendamento SeOlivi avevadifeso la rinuncia di Celestino nel De renuntiationepapae, Ubertino ne sfrutta abilmente il testo per dimostrare la tesi opposta, e dunque l'illegittimita del suo successore.Di qui egli si spinge avanti, fino a compiere il passo fatale dell'identificazione di Bonifacio VIII 33Ibid., pp. 83-7; sul cristocentrismo di Ubertino insiste a pit riprese DAMIATA,Pieta e storia..., cit., pp. 86 sg., 91,114 sg., 219,225-8,315 sg., pur osservandothe anche in Gioacchino il ) (pp. del 227 e sovrastimato sg. terzo e the la novita di status gene-Almente carattere rivoluzionario Olivi e Ubertino 8 tale rispetto al gioachimismo ««cosl come e usualmente inteso» (p. 240). Integro i riferimenti di Damiata al lavoro del suo predecessoreregistrando d'ora in poi in nota le numerose lettura della di distinguo Potestä. sua con quella consonanze- pur con qualche - 34Ibid., p. 80. 35Ibid., pp. 88-91. Cfr. anche pp. 139-41 per la Futura resurrezione di Francesco,verso la quale Olivi si mostra molto pit distaccato (ma secondo DAMIATA,Pieta estoria..., cit., p. 172 anche per Ubertino si tratta solo di una «pia aspettativa»). 36Ibid., pp. 171sg. 26 con l'Anticristo mistico, simbolico precursore del grande Anticristo, ha dalla dalla Chiesa, il Cristo perche separato papa ovvero sua sposa, la cui unione richiama l'unione umano-divina realizzatasi nel Verbo incarnato. Nello stessoinappellabile giudizio incorre il successoredi Bonifacio, Benedetto XI. Siamo lontani dall'Olivi, che nella Lectura si era mostrato consapevole dell'identificazione corrente in alcuni farla italiani, Si ambienti spirituali ma non aveva voluto propria37. ha differenza di Olivi, come osservatoMarino Damiata, aggiunga che a Ubertino, impegnato com'e a identificare tra i suoi contemporanei fautori e awersari dell'Anticristo mistico, non si sofferma sulla figura dell'altro e piü grande Anticristo, quello "aperto"38. Tali divergenze, secondo Potestä, rivelano la diversa ottica del1'Olivi, «attento all'ordinato sviluppo della Chiesa nel suo complesso», rispetto a Ubertino, «preoccupato solo dalla piega assunta dagli eventi Olivi in termini piü recenti»: altri si sforza «la visione escatologica, che di mantenere aperta verso il futuro, e curvata da Ubertino a spiegare il presente, secondo una prospettiva che tende a ridurre l'escatologia della ideologia»39. Chiesa, Questo e ad ma presente non solo quello dell'Ordine fa libro francescano, Ubertino anzitutto nel quinto ne e dell'Arbor un quadro desolante: a fronte di pochi frati che, tra difficoltä del di individualmente il modello e persecuzioni, si sforzano seguire fondatore sta 1'Ordine come istituzione, incapace di tradurre in pratica la povertä e 1'umiltä, ed anzi impegnato a cancellare ogni traccia della reale e originaria volontä di Francesco. La degenerazione e in atto sin dall'inizio, tanto che lo stessoFrancescoha contrapposto ripetutamente il suo esempio alle deviazioni dei frati. Le dichiarazioni papali della Regola, sollecitate dai frati per ammorbidirne il rigore, non hanno fatto la in istituzionale illegittima: modo che sancire un'evoluzione cosl giä Quo elongati di Gregorio IX (1230) secondo Ubertino ha istituito di fatto un nuovo status di vita religiosa, diverso resta da vedere se migliore o peggiore - da quello originario, e persino la Exiit qui seminat di Niccolb III (1279), dietro la quale si trincerano gli Spirituali, e stato dell'Ordine40. un «lapis molaris» appeso al collo 37Ibid. pp. 142-63. Cfr. DAMIATA, Pirtä esroria..., cit., pp. 92-6,277-82. 3s DAMIATA, Pieta a storia..., cit., pp. 308 sg. 39Po=, p. 248. X,Storia ed escatologia...,cit., pp. 102 e 149 sg.; cfr. DAMIATA,Pieta e storia..., cit., 40Ibid., pp. 102-41.Cfr. DAMIATA, Pietaescoria...,cit., pp. 175-91. 27 Se la Regola e considerata intangibile ciö deriva dalla sua esatta dunque il Vangelo, suo tradimento equivale a e corrispondenza al frati dei fedeli d'altra le Cristo tradire sono parte stesso41; sofferenze della di Chiesa dai Cristo, in prefigurate patimenti che quanto capo ha voluto comunicare alle sue membra elette i propri dolori, che didistintivo; finale loro da tempo tratto nel sara proprio vengono cosl un facilmente dietro Spirituali i riconoscibili gli questi eletti quali sono la Chiesa rigenerata perche conformata in tutte infine che risorgerä le sue membra a Cristo 42 . Ecco che la denuncia delle infedeltä dell'Ordine si salda con 1'escatologia e con la cristologia: L'Arbor ha come motivo ispiratore il tentativo di Ubertino di fordar interpretativa che possa ragione agli Spirituali nire un'ipotesi della crisi che attraversano. Perciö la comprensione della storia e il problema nodale e prioritario rispetto a tutte le altre questioni toccate nell'opera (... ). La vicenda della morte e resurrezione di Cristo e in ultima analisi il paradigma interpretativo di tale (... ). la della In figura questo senso egli comprende storia visione di Francescocome renovatorvite Christi: per Ubertino Francesco e paragonabile a Cristo, ma non nel senso di una conformitä (... documentabile ), bensl in dello minuziosamente virtü esteriore ha Francesco ripercorso pienamente. Egli schemacristologico che e un uomo che ha chiuso apparentemente sconfitto la propria la fedeli i ne attendono resurrezione, cioe la rigorosa vita; ma suoi francescano43. della Regola nell'Ordine applicazione Non sara sfuggito nelle parole di Potestä come 1'unitä dell'opera ferrea dei diversi gerarchizzazione temi: e la sia affermata grazie ad una storia che richiede una spiegazione all'escatologia, e questa cerca a sua volta nella cristologia il proprio criterio ermeneutico. A riprova di cib lo libri I-IV cenni che verranno poi sviluppati nel nei rintraccia studioso Ibid., p. 127. 42Ibid., pp. 50-4. Oscillante il giudizio di DAMIATA,Pietä e storia..., cit., sull'identit3 degli eletti: se dapprima nega una meccanica identificazione con gli Spirituali (pp. 83-5), di fatto la applica egli stessoin seguito (soprattutto pp. 111-5 e 334). 43lbid.,pp. 15 sg. 28 V, dedicato all'analisi del presente e all'attesa dell'imminente futuro44: di dimostra continuare a vedere nell'opera una cosi «1'impossibilitä si fra devozione libri fra i it primi quattro e quinto, contrapposizione 1'ultimo "sogni cristologica e strani gioachimiti"»45, e questo perche libro diventa la chiave di lettura dei precedenti. Sfortuna editoriale di Ubertino L'ottica e esattamente ribaltata nell'impostazione di Carlos Mateo Martinez Ruiz: e la cristologia del IV libro il nucleo dell'Arbor vitae, e da essoscaturiscono 1'ecclesiologiae 1'escatologia.A questa convinzione to studioso argentino e giunto net corso di una ricerca quindicennale, Ubertino in 2000 un ponderoso volume che affronta culminata net dal punto di vista biografico e teologico, sulla base di un ampio e deldelta delta tradizione manoscritta approfondito studio genesi e 1'opera4G. Un lavoro ricco anche se forse discontinuo, che finora non ha incontrato la giusta attenzione47; anche per questo - mi sembra sarä opportuna una sosta piü prolungata. I principali dati sulla genesi dell'opera li offre 1'autore stesso net forzato Verna Ubertino giä ritiro sulla primo prologo. giunge at suo le di Crida insistenze fama di solida predicatore; qui circondato fratello it dei it carnale guardiano e sto stesso e confratelli, tra cui Giovannino, to convincono a mettere mano ad un primo progetto, di dal di Lignum brevemente i vitae commentare quello versiculi tratti Bonaventura e da un Rythmus a lui attribuito, a cominciare da quelli firtura Yhesus Giunto previdens perö at versetto relativi alla passione. dolores di l'ispirazione divina i cordiales spingerlo ad esporre egli sente Gesü intrattenendosi sull'intero corso delta passione: e questo il nucleo 44Ibid., pp. 92-101,193-206. 41Ibid., p. 191. 46MAttTtNEZRutz, De la dramatizacron..., cit. Cfr. giä C. M. MARTINEZRuiz, Il processoredazionaledellArbor vite crucifize Jesudi Ubertino da Casale,in Editori di Quaracchi 100 anni dopo. Bilancio eprospenive.Atti del Colloquio Internazionale (Roma 29-30 maggio 1995), a cura di A. CACCIOTI7e B. RES DE MoTroNt, Roma 1997, pp. 275-8; ID., Ubertino de Casale,autor de dos versionesdel Arbor vitae, in Archivum FranciscanumHistoricum 89 (1996), pp. 447-68. 47Tra le poche eccezioni quella di Felice Accrocca in Fontifrancescane.Nuova edizione, Padova 2004, p. 1337. 29 del IV libro, il primo in ordine cronologico. Ma via via che l'opera dilata: dapprima dell'intera il prende corpo progetto si all'esposizione la fasciculus del di (e lo Gesü mirre, per usare terminologia stadio vita di Ubertino, che aggiunge a questo punto gran parte dei libri II e III libro della del Chiesa IV); 27 29 poi ei capp. ai mali e alla confue tazione di chi combatte la veritä della vita di Cristo (ampliamento dei libri III-IV); ancora un nuovo ampliamento comporta l'aggiunta del libro I, di vari capitoli dei libri II-IV e degli ultimi capitoli del libro V; infine 1'esposizionedell'Apocalisse, corrispondente alla gran del libro48. V parte 11IV libro, da cui prende inizio l'opera, viene ricondotto in soda due (capp. il Ruiz 1-24) e stanza a grandi strati redazionali: primo incentrato sull'esposizione storica dei versetti, seguendo un continuum (capp. dal il il di 25-41) tema affronta cronologico; secondo punto la dunque di Ubertino sulla comporta riflessione vista teologico, e le doni, la libero Chiesa, il i sacramenti, virtü ei grazia e arbitrio, le prerogative di Maria49. Anche i due prologhi dell'opera vengono distinte: due fasi in redazionali primo in ordine cronolocomposti della if Verna, che e gico secondo prologo, rivolto ai soli confratelli di libro brevemente il ogni contenuto ed elenca i versetti riepiloga dell'intera opera perche essi li utilizzino come schema di meditazione (e if manualis libellus, come to chiama Ubertino); dopo un'ultima di l'ulteriore del IV eV aggiunta qualche capitolo revisione, con libro, Ubertino aggiunge il primo prologo, autobiografico, rivolto a tutti i cristiani50. L'analisi di Martfnez Ruiz e forse da approfondire o verificare in qualche dettaglio, ma non se ne possono negate in sostanza le conclusioni: El proceso redaccional sefiala el cuarto Libro como el mäs imde la leerse obra, aunque no pueda portante aislado de la misma (...). Dicho proceso,ademäs,demuestraque el centro de gravedad de toda la obra es la persona de Jesüs,la necesidady el deseo de 4sIbid., pp. 40-44. 49Ibid., pp. 55-63. Sarebberopert da chiarire meglio i rapporti tra questi strati redazionali e le tappe di accrescimentodell'opera indicate copra. 11Ibid., pp. 46-55. 30 exponer toda su vida. Ubertino dedica cuatro Libros a la vida de Jesüsy uno (AVC 5) a los frutos de dicha vida en la historia. La historiograffa ubertiniana, sin embargo, privilegi6 un Libro y un aspecto (AVC 5y la escatologfa) que en la dinamica interna de la obra y en la consideraciön del mismo Ubertino no tienen la importancia que se les dio y, por otra parte, no pueden set interpretadossino en relaciön al resto deAVC (...). Ubertino reformula el cuadro total de la teologfa a partir de la cristologfa51 Non intendo inoltrarmi a questo punto su un terreno non mio, discutendo la ricostruzione della teologia del libro IV che occupa buona parte dello studio dell'autore52. Del resto, ancora sul piano della filologia, le sorprese non sono finite. Riprendendo e sviluppando una proposta precedentemente avandal Guyot53, lo zata studioso argentino ha riscontrato nei testimoni manoscritti dell'opera due redazioni, nettamente caratterizzate dal di punto vista testuale: le omissioni, le aggiunte, le riscritture, le trasposizioni sono tante e di tale entitä che non sembra possibile parlare di semplici varianti di trasmissione54.Il rimaneggiamento del testo va attribuito allo stessoUbertino, dato che rivela un'assoluta padronanza del contenuto dell'opera, apporta miglioramenti, ma senzasostanzialmente mutarne il progetto, e infine mantiene uno stile uniforme a dell'autore55. Saremmo dunque fronte di quello al caso, non raro nella letteratura mediolatina, di una seconda redazione d'autore: conclusa la tormentata fase redazionale che porta alla stesura del 1305, in quel definitiva, il testo comincia a circolare in diverse copie5', momento anche se in modo abbastanza sotterraneo, dato che 1'Arbor non viene Ibid., p. 45. szSi tratta delle pp. 319-568, quasi la meta del volume. 53B: G. GUYOT,L' Arbor vitae crucifirae Iesu" d'Ubertin de Casaleet sesemprunts au De articulis fidei"de s. ThomasdAquin, in StudiesHonoring Ignatius Brady Friar Minor, edited by R. S. AI.MAGNOand C. L. HARtaNSofm., St. Bonaventure (N. Y.) 1976, pp. 294-307, in particolare 306 sg.; non escludel'ipotesi PomFsrA,Storia ed escatologia...,cit., pp. 22 sg., a differenza di DAMIATA, Pieta a storia..., cit., p. 60. 54Iv1ARTfNEZ Ruiz, Ubertino de Casale...,cit., pp. 454-63; ID., De la dramatization..., cit., pp. 63-75. ssIbid., pp. 463-7 (ma non mi pare «devalor critico decisivo»la prova esaminataal numero 3). s6Tuttavia l'autore accenna,senzaargomentarla, ad una possibile circolazione giä dei versetti e/o del manualis libellus (MARTfNEzRuiz, De la dramadzacidn..., cit., rispettivamente p. 42 e 54). 31 Ubertino mai citato nelle asprepolemiche avignonesi; successivamente formale la e sostanziale torna sull'opera e sottopone ad una revisione La da ý seconda redazione altre copie manoscritte. che ci attestata di ipotizza distanza interrotta tempo: si e poi ripresa a sarebbe stata infatti anche un brogliaccio, che ha goduto anch'esso di una trasmislimitata benche a sei manoscritti conservati57. sione autonoma, Quando e dove sarebbe avvenuto tutto questo? La ricostruzione di Martinez Ruiz, anche se largamente fondata su prove indiziarie, ha fasi della due fascino. Le indubbio genetiche una certa plausibilitä e un brogliaccio, il secondaredazione si collocherebbero ne11312-1316 per di del Concilio Vienne, di dimostra e nel conoscere un canone che 1326-1329 per il testo definitivo, dove Ubertino sembra accennare a dai codici se stesso come ad un vecchio, e non viene piü qualificato fornisce 1'origine dei francescano. Indicazioni maconvergenti come di infatti della i ambiente prima redazione sono noscritti: se testimoni dalla Linguadoca brogliaccio del provengono e toscano e umbro, quelli dalla Catalogna, mentre la seconda redazione nella sua veste definitiva Gembloux58. in a vicini monasteri risulta aver circolato solo Se le cose stanno cosl, si pub dire che 1'Arbor e l'opera di un'indi Verna, Alla primo momento sintesi esso costituisce un tera vita. della formazione spirituale e culturale di Ubertino e di riflessione habia il che tempo, rivelando «Ubertino sulla propria vita e proprio de la la integral teologia, y personal acerca madurado una vision Orden y la Iglesia»59;ad Avignone diventa «el telön de fondo desde de intervenciones deben sus comprenderse todas y cada una el cual di debates», il los confronto - soprattutto cioe necessario termine en degli libri III opuscoli redatti nel corso eVper quanto espressonei delle dispute con la ComunitäGO;infine a Gembloux, ormai monaco benedettino, Ubertino non rinuncia alla sua visione cristologica dalle indubbie e persistenti coloriture francescane. Mai come in questo caso, mi pare, si tocca con mano l'assoluta filologico. La lavoro di ingrato quello come supposta un rilevanza 51Ibid., pp. 271. 58Ibid., pp. 271-4 e 312-8. 59Ibid., p. 237. 60Ibid., p. 273. 32 di pluralitä redazioni si rivela questione tutt'altro che oziosa, anzi decisiva per la biografia e l'interpretazione del personaggio. L'ingresso di Ubertino a Gembloux, fin qui ritenuto da tutti meramente ford'altra innegabile; male, sarebbe ormai parte uno studio recentissimo di Alberto Cadili ha documentato 1'attiva predicazione di Ubertino d'Ascoli Como, da Marsilio Padova, Francesco a assieme a e altri "michelisti", in favore dell'antipapa Niccolb V61. Si apre dunque fase delta di Ubertino, spiraglio sulla quella qualche piü oscura vita fuga da Avignone, che sembra riservare alto storico successiva alla da francedel un'ulteriore, sorprendente metamorfosi personaggio: benedettino, dei da irriducibile scano a suoi a compagno avversario antichi persecutori62. Nella seconda redazione poi (e forse giä net brogliaccio) e stato del libro delta it la 8 V, soppresso cap. rinuncia che trattava questione di Celestino e identificava Bonifacio VIII e Benedetto XI con questa figura escatologica: dunque Ubertino pare aver rinunciato ad aggiorle la nare sue previsioni e ad estendere ai papi successivi condanna precedentemente emessa contro i primi due successori "illegittimi" di CelestinoG3.Ma come conciliate questa notizia con 1'ipotesi, ritefondata da di Carlo Dolcini, nuta assai una sua partecipazione alla del diploma dove di di Giovanni XXII, imperiale stesura condanna e Anticristo quest'ultimo qualificato come misticoG4? Va infine verificato, sul piano delle idee, it senso delta svolta ride del Tractatus 1322, sia riguardo paupertate conosciuta net altissima alla questione pauperistica, che potrebbe rivelarsi un espediente tattico dalla dell'Arbor, sia soprattutto se non confermata seconda redazione "A. CADIU,I frati Minori dell 'antipapa Niccolb V in Franciscan 6 (2004), pp. 115 sg. 62Per DAVIS,Le Pape..., cit., p. 282, de imaginer Ubertin train peut guere en partager ne von un repasfraternel avec des Conventuels refugies ä la cour de Louis de Baviere, ou dans le couvent des FreresMineurs a Munich. On peut tres bien supposer que pour Ubertin, meme un Pape comme Jean XXII etait preferable ä un ancien persecuteur des Spirituels tel que Michel de Cesene»; to studioso ne conclude the Ubertino si rifugib tra i francescani del Nord Italia, appunto dove Giovanni to cercava. G3Per la soppressionedel capitolo si leggaMARTINEZRuiz, Ubertino de Casale...,cit., p. 455; In., De la dramatizacidn..., cit., pp. 72 sg. (p. 273 per la soppressionegiä net brogliaccio); a p. 74 si ricava the a stato cassatoanche un altro passothe collocava net presente 1'apicedi Babilonia, cioe della Chiesa carnale, e delta bestia. G4C. DOLCINI,Crisi di poteri epolitologia in crisi. Da Sinibaldo Fieschia Guglieltnod'Ockham, Bologna 1988, pp. 329-31. Cfr. MARTINEZRuiz, De la dratntizacidn..., cit., pp. 316 sg. 33 dopo del dell'escatologia il 1305, a a proposito presunto abbandono questo punto difficilmente sostenibile. Ne si pub trascurare il fatto di libro, Cristo, if IV e non solo if nucleo che relativo alla passione ha dell'opera, i tempo piü antico subito ma anche quello che nel di la interventi, interesse maggiori segno un per cristologia costante e tempo nel e- come si accennato - non certo secondario rispetto alle tematiche escatologicheGS Purtroppo 1'edizione del testo, a piü riprese annunciata da Martinez Ruiz ancora nel lavoro del 200066 non e apparsa alla luce. , Non e quindi possibile verificare i principi ecdotici seguiti e saggiare di con cognizione causa gli argomenti testuali, esposti come sono, di attualmente, all'interno una trattazione prowisoria e sacrificata nei di diverso di margini oggetto67. uno studio Spetta comunque a lui if merito di aver riportato alla luce il pro" blema dei problemi, quello editoriale: if primo in ordine cronologico dall'inizio d'importanza, del il ma anche pill trascurato e secolo scorsoG8. Dopo 1'edizione del Super tribus sceleribusDamasci, nel 1917, l'unico testo pubblicato in novant'anni di studi e stato nel 1981 if Reducendo igitur ad brevitatem, riassunto del pill ampio -e tuttora inedito, benche de Tractatus da altissimapaupertate69.Quanträdito un solo testimone dell'opera indiscusso to all'Arbor vitae, centro ubertiniana, 1'edizione da del 1961, tutti gli studiosi, riproduce un incuutilizzata anastatica fitto di del Martinez 1485, Ruiz, e che peraltro, secondo errori nabolo fra le di due frutto una contaminazione redazioni, e dunque sarebbe dell'una dell'altra70. Anche certa ne ne non varrebbe come attestazione 63«La particular revision de dicho Libro demuestra que su colocaciön dentro del plan general de la obra es especial,asf Como la valoraciön del mismo por parsede su autor» (ibid., p. 68). 66«Casiconcluida», secondo quanto si afferma ibid., p. 17 (cfr. anche p. 63, nt. 73, p. 64 nt. 75 e p. 271, nt. 386, dove rinvia ai prolegomeni all'edizione); cfr. giä ID., Ubertino de caale..., cit., pp. 447 e 468, dove ne parla come ricerca in torso (cfr. anche p. 452, nt. 7-8). 67Ad esempio, per la dimostrazione dell'esistenzadel brogliaccio della seconda redazione, non considerato nel saggio del 1996, it volume del 2000 rinvia all'edizione the I'autore starebbe preparando (p. 271, nt. 386). Punti sensibili da verificare, perchd non sempre correttamente sviluppati nella pratica ecdotica corrente, sarebberoalmeno la fissazionedello stemma in base ad errori-guida e l'uso delle fonti in sededi constitutio textus. 68Per le edizioni delle singole opere rinvio a PoTEsTA,Ubertin de Casale..., cit., coll. 5-9. 69DAVIS,Le Pape...,cit., p. 277 suggerivadi ampliare l'inventio dei testimoni manoscritti del Tractatussotto l'incipit »Ego sum via». 7UMARTINEZ Ruiz, De la dramatization..., 34 cit., p. 17, nt. 4. i lodevoli tentativi di Marino Damiata di divulgare una scelta antologica dell'Arbor in traduzione italiana hanno richiamato la necessitädi lessicale dello una conoscenza e sintattica stile scabrosoe denso dell'autore", il che presuppone ancora una volta quel testo di riferimento sicuro, che manca del tutto. Un bilancio e qualche proposta Non posso e non voglio abusare oltre della pazienza dell'uditorio. Cerchiamo perb di trarre qualche breve conclusione dalla nostra rassegna, almeno sul piano del metodo di lavoro. Mi pare la che ricerca degli ultimi trent'anni abbia dato tre fondamentali contributi. Ha ribadito anzitutto, grazie anche alla valorizzazione dei legami intratestuali, la fondamentale unitä del pensiero di Ubertino: unitä cronologica, data la sostanziale continuitä tra francescano benedettino, periodo e periodo e unitä tematica, visti gli stretti rapporti tra ecclesiologia, escatologia e cristologia. L'unitä di fondo non esclude un'evoluzione diacronica sia delle idee, dei testi del Casalese, anche se mi pare opportuno non scarsia tare a priori l'ipotesi di deviazioni tattiche o anche di vere contraddizioni irrisolte, tanto piü in opere della mole e della complessitä dell'Arbor. D'altra parte va emergendo 1'originalitä di Ubertino, sia rispetto fonti, alle sue sia rispetto al piü ampio contesto del partito spirituale, sia infine come teologo estraneo ai circoli dei maestri universitari. Si dovrä lavorare ancora all'identificazione e ad un minuzioso confronto coi testi impiegati nella parte non escatologica dell'Arbor, ma senza pretendere che 1'analisi diacronica spieghi tutto e senza dimenticare, ha come giustamente affermato Marino Damiata, che «la storia non e fatta solo di idee, ma anche di sentimenti e di convinzioni, e anche di persone che si tormentano per idee o concezioni, magari escogitate da altri»72. 71M. DAMIATA,Meditazioni alla Verna di Ubertino da Casale.Introduzione testi, Firenze e 1993; ID., Aspettandolilpocalisse infervore efurore con Ubertino da Casale,Roma 2000. Si leggano in particolare le awertenze alla traduzione rispettivamente alle pp. 15 e 32. 71DAhtIATA, Pieta a storia..., cit., p. 248. 35 La prioritä assoluta e perb quell'edizione critica dell'Arbor vitae detto la e e scritto su senza quale tutto quanto stato o poträ esser Ubertino mantiene un irriducibile margine di prowisorietä. Se la in tal senso ricorrenza centenaria sara servita a stimolare un'iniziativa francescano 1'Ordine facendosene si poträ carico proprio magari -, dire che essaavrä svolto egregiamente il suo compito. LA SPIRITUALITA' DELL'ARBOR VITAE CRUCIFIXAE IESU DI UBERTINO DA CASALE GABRIELE ZACCAGNINI L'Arbor vitae crucifixae Jesu, il capolavoro di Ubertino da Cadi dimensioni, la e sale, un'opera considerevoli cui unica edizione a stampa, pubblicata a Venezia da Andrea de Bonettis da Pavia nel 148573,consta di ben 247 fogli, rectoe verso,per un totale di circa 500 di formato (mm. 280x220). Questa e indubbiamente pagine grande di ha il un'edizione storica, che assicurare una avuto grande merito limitata diffusione dell'Arbor seppur vitae nell'etä moderna; tuttavia lettura limiti. i Innanzitutto il testo anche una superficiale ne rivela e affetto da una infinitä di errori, alcuni manifesti, altri probabili, altri ancora solo sospetti, che comunque costringono a procedere di la con molta prudenza e talvolta senza avere sicurezza aver capito bene il pensiero di Ubertino74. In secondo luogo appare abbastanza dall'utilizzo di di interpolato, evidente che si tratta un testo risultante di diversi Recentemente rappresentativi manoscritti stadi redazionali. Carlos M. Martinez Ruiz, autore di un ponderoso volume sul quarto libro75, sulla scorta dei precedenti studi del Guyot7Ge dell'analisi della due e tradizione manoscritta, giunto alla conclusione che esistono diverse redazioni dell'Arbor vitae: la prima risale al 1305; la seconda e stata ultimata negli anni 1326-1329, quando Ubertino si trovava a 73Arbor vice crucftxe Iesu. ImpressusVenetiisper Andream de Bonettis de Papia, anno 1485 die 12 martii JoanneMocenico inclyto principe regnante.Oggi disponibile anche nella riproduzione anastaticacurata da Charles Davis per i tipi della Bottega d'Erasmo, Torino 1961. 74Nel presentelavoro ho utilizzato questaeditioprinceps, nella riproduzione anastaticacurata dal Davis, alla quale mi sono attenuto per Ic citazioni anche in presenzadi lezioni manifestamente errate. Dell'edizione anastatica utilizzo la numerazione per carte, indicando con la letters a la colonna sinistra e con b la destra. 75C. M. MARTfNEZRutz, De la dramatizaclon de los acontecimientosde la Pascuaa la Cristologia. El cuarto libro del Arbor vitae Crucifixae Jesude Ubertino de Casale,Roma 2000 (= Studia Antoniana, 41). 76B. G. GuYOT,L'Arbor vitae crucifixaeIesu d'Ubertin de Casaleet sesempruntsau De articulo fidei de S. ThomasdAquin, in Studies honoring Ignatius CharlesBrady Friar Minor, a c. di R. S. AiMAGNOe C. L. HARUNS,New York 1976, pp. 293 307. - 37 Gembloux, ed e stata tramandata da un gruppo di codici provenienti francescani di da ambienti monastici quell'area geografica: - non Gembloux, Liegi, Colonia, Basilea, Bruxelles. Un terzo gruppo di forse il intermedia ha testo tramandato o una redazione manoscritti di una copia, risalente al 1312-1316, nella quale erano presenti le andella dallo Ubertino in le stesso vista notazioni e modifiche apportate del de infine, il Bonettis, L'edizione sembra risultato secondaredazione. di una contaminazione fra la prima e la seconda redazione.. Non ho potuto verificare questa ipotesi, che ha certamente buone basi ma suscita qualche dubbio e necessita di approfondite verifiche; e chiaro, comunque, che in mancanza di una vera edizione critica, ha la luce, dal Ruiz77 Martinez visto ma che ancora non annunciata della letteratura davvero completa su questo capolavoro un'indagine spirituale non pub essereportata a termine, sebbene ad esso siano indagini di dedicate importanti approfondite come e quelle giä state Ernst Knoth, Fredegand Callaey, Adolfo Martini, Fausta Casolini, Raoul Manselli, Charles Davis, Gian Luca Potestä, Marino Damiata, fino a quella pit recente di Carlos M. Martinez Ruiz7ß. 77Op. cit., p. 17. 78Segnalosolo alcuni fra i principali contributi su Ubertino: E. KNOTH, Ubertino von Casale. Ein Beitragder Franziskanischerander Wendeder 13 and 14Jahrhunderts,Marburg 1903; F. CHALLEY, L idfalismefranciscain spirituel au XIVsiPcle. Etude sur Ubertin de Casale,Louvain - Paris- Bruxelles 1911; ID., Les idles mystico-politiquesd'un franciscain spirituel, guide sur ! Arbor vitae d'Ubertin de XI, 1910, pp. 485-504,692-727; In., L'influenceet la ditsion Casalein Revued'histoireecclesiastique, XVII, 1921, pp. 533-546; A. de ! 'Arbor vitae de Ubertin de Casale,in Revued'histoire eccle'siastique, MARTINI,Ubertino da Casaleally Vernae la VenusnellArbor vitae in La Verna,XI, agosto-dicembre 1913, n. 2, pp. 273-344; F. CASOLINI,Ubertino da Casalee ! Arbor vitae crucifcraeIesu, Milano 1930; EAD.,Arbor vitae crucifixaeJesudi Ubertino da Casale.Traduzionee commento,Lanciano 1937 (coll. Pietro di Giovanni Olivi ed Ubertino da Casale,in St uli Medievali, III s., VI, Mistici); R. MANSELL!, 1965, pp. 95-122; ID., LAnticristo mistico:Pietro di Giovanni Olivi, Ubertino da Casaleei papi delloro tempo,in CollectaneaFranciscanaLXVII, 1977, pp. 5-25; CH. T. DAVIS,Ubertino da Casaleand his Conceptionof Altissimapaupertas",in Studi Medievali, III s., XXII, 1981, pp-1-56; G. L. POTESTA, Un da Ubertino Casale,in CollectaneaFranciscan Chiesa in di ed escatologica secolo studi sull'Arbor vitae. XLVII, 1977, pp. 217-267; ID., Storia ed escatologiain Ubertino da Casale,Roma 1980; ID., Aspetti e implicazioni della misticacristocentricadiUbertino da Casale,in AbendliindischeMysytikim Mittelalter a c. di K. RtrrH, Stuttgart 1986, pp. 286-299; ID., Ideali di santitä secondoUbertino da CasaleedAngela Clareno,in Santi asantitä ne!secoloXIV.AttidelXVConvegnoLuernazionaleAssisi 15-17ottobre 1987, Assisi 1989, pp. 103-137; In., Ubertin de Casale,s.v., in Dictionnaire de Spirit ualitf XVI, 1994, pp. La Vernae le stigmatenellArbor vitae di Ubertino da Casale.Sign1cato della Verna 3-15; M. DAMIATA, per la spiritualitä francescana,in Studi Francescani,LXXXV, 1988, pp. 225-247; In., Pieta e storia nellArbor vitae, Firenze 1988 (Biblioteca di Studi Francescani,19); ID., Ubertino da Casale:ultimo atto, in Studi Francescani,LXXXVI, 1989, pp. 279-303; ID., Meditazioni alla Vernadi Ubertino da Casale.Introduzionea testi,in Studi Francescani, XC, 1993, pp. 5-64; ID., Ubertino da Casale,in Mistici francescani.II, SecoloXIV, Bologna 1997, pp. 593-673; ID., Aspettando1Apocalisse infervore efurore 38 Per parte mia cercherö di esporre, per linee generali, la spiritualitä di Ubertino quale scaturisce dalla lettura dell'Arbor vitae, nella piena consapevolezza della prowisorietä di uno studio compiuto su un'edizione di pessima qualitä e nell'auspicio di una indagine piü approfondita che, a mio avviso, poträ essereportata a termine solo disponibile quando sara un testo critico. L' Arbor vitae crucifixae Iesu L'Arbor vitae e una sorta di summa della fede e della teologia cattolica basata sulla vita di Gesü. La struttura "ad albero" su cui si dispone il discorso richiama la forma della croce, a significare che tutta la storia e fatta a immagine della croce di Cristo, il vero "arbor vitae". L'opera si propone quindi come una meditazione sulla storia umana in chiave cristologica. Il titolo si ispira evidentemente al Lignum vitae di san Bonaventura da Bagnoregio, composto intorno al 1260, in cui 1'autore ripropone il tema, caro alla tradizione cristiana, dell'identificazione della croce nell'albero della vita. Nel capitolo ottavo Bonaventura afferma di aver 1'opera in tre parti: la prima corrisponde alla parte bassa suddiviso dell'albero ed e associata alla nascita e alla vita di Cristo, la seconda al tronco e corrisponde alla passione, la terza parte alla chioma e corrisponde alla glorificazione. Ogni parte ea sua volta suddivisa in quattro capitoli e questi in quattro paragrafi, che prendono il titolo da un versiculusche illustra un episodio della vita di Gesü''. Ubertino riproduce questo schema, aumentando il numero delle parti ma rimanendogli sostanzialmente fedele. Per il resto il tema centrale e lo dire la di Cristo, ma Ubertino affronta molti altri stesso, vale a vita temi, riguardanti la teologia, la spiritualitä, la mistica, le vicende della Chiesa, il francescanesimo e la fine dei tempi. con Ubertino da Casale,Roma 2000; C. M. MARTINEZRulz, Ubertino de Casaleautor de dos versions del Arbor vitae, in Archivium FranciscanumHistoriarm, LXXM, 1996, pp. 447-468; In., Il processo redazionaledell Arbor vitae crucifzxaeIesudi Ubertino da Casale,in Editori di Quaracchi100 anni dopo. Bilancio e prospettive.Atti del Colloquio intern ionale, Roma 29-30 maggio 1995, Roma 1997, pp. 275-278; In., De la dramatizaclon..., op. cit. 79 BONAVENTURADA BAGNOREGIO,Lignum vitae in Opera Omnia, VIII, G8-8G. Quaracchi 1898, pp. 39 k stata ipotizzata anche la dipendenza da Gioacchino da Fiore, il le differenze dell'albero80, del ma quale pure si servespesso simbolismo fatto dal delle che nell'albero somiglianze, a partire sono piü rilevanti di Gioacchino, che rappresenta la storia umana, Cristo e protagonista della sola parte centrale, mentre in quello di Ubertino lo e dalle radici della basti biblica: la fruttiß1. e Comunque pensareall'albero matrice ai "germoglio di da il del Paradiso cui scaturisce terrestre, all'albero vita Jesse",all'albero, infine, di Apocalisse 22,1282. I Padri della Chiesa, come Agostino83 e Ambrogio84 per citare la di Cristo hanno due al concordemente associato croce nomi, solo lo hanno della dell'albero anche utilizzato schema vita, ma simbolismo la della Bibbia. dell'albero per schematizzare struttura mnemonico L'Arbor vitae e suddiviso in cinque libri per complessivi 101 cadal definito fa da di e Il versiculus, che tema ciascun capitolo pitoli. dei e 149, Il superiore a quello versiculi, titolo. numero complessivo dei capitoli perche Ubertino, spesso, commenta piü di un versetto in un unico capitolo85. Tale struttura e giustificata, fra 1'altro, dalla necessitä di offrire un facilitare indicizzazione una rapida supporto alla memorizzazioneBGea dell'opera87, anche in considerazione della sua notevole mole. Il primo libro, composto daundici capitoli88,tratta dellagenerazione del Figlio prima dei tempi, della creazionedel mondo e dell'incarnazione: REICH,The "frgurae"ofJoachim ofFiore, Oxford 1972, p. 24; HIRSCH B. 80Cfr. M. REEVES G. L. PoTESrA,Storia ed escatologia...,cit., p. 256. Storia ed escatologia...,cit., p. 261. 81Cfr. G. L. PoTESTA, 82Sul simbolismo del Lignum vitae cfr. G. L. POTESrA,op. cit., pp.252-261. 83Sermo205, in PL XXXVIII, c. 1039. 84Ep. 6,33,3, ed. O. FALLERin CorpusScriptorutn EcclesiasticorumLatinorum, LXXXII, 1, Vindobonae 1968, p. 230. 85I versiculi sono tratti in parte da un Rythmus,un inno attribuito a san Bonaventura) a sua Opera Omnia, 86-87). Cfr. (ed. in in proposito C. M. Lignum cit., pp. vitae nel volta riprodotto MARTINEZRuiz, De la dramatizacion..., cit., pp. 92-94; G. L. POTESrA.,Storia ed escatologia...,cit., pp. 254-255. Con il Lignum vitae, I'Arbor vitae condivide 28 versiadi; gli altri 33 sono tratti diretdi dunque Ubertino. 90, dal Ne Rythmus. opera che sono rimangono tamente 86Sfruttando la ben nota mnemotecnica dei loci. Lo stessoUbertino avevaraccolto, per uso proprio, i versetti con questo scopo pratico, come afferma in AV (=Arbor vitae), Prol. I, 5b ("ad Christi vite faciliorem recolligendo memoriam"). 8'7AV Prol. I, 6 a: "ut lectori possit occurrere quod intendit°. BsCc. 9b-80a. 40 libro, dell'albero89. da le Il secondo sono queste radici composto Otto capitoli90, tratta dell'infanzia di Gesü e costituisce il tronco91. Il terzo libro, composto da ventitre capitoli92, tratta della predicazione di Giodi dei della fine della Cristo, vanni, miracoli e argomenti vita pubblica dell'albero93. libro, da Il corrispondenti ai rami quarto composto quadella dell'ingresso in Gerusalemme, rantuno capitoli94, tratta passione, dell'ascensione, della dell'assunzione Madonna e morte e risurrezione, dell'incontro fra la madre e il Figlio in cielo: la cima dell'albero95.Infine il quinto libro, composto da diciotto capitoli96,e dedicato alla storia della Chiesa fino ai tempi di Ubertino e corrisponde ai frutti dell'albero97. Segueuna Tabula dei capitoli98 e un Registr-rtm99. Diversi indizi sparsi nell'opera consentono di ricostruire le tappe della redazione, iniziata con il libro quarto, proseguita con il secondo, il terzo, il primo e infine il quinto. Da ultimo sono stati aggiunti i due prologhi, prima il secondo e poi il primo'oo Destinatari dell'Arbor vitae sono tutti i veri fedeli di Cristo e della le di persecuzioni una santa povertä101,soprattutto quelli che soffrono 89AV Prof. II, 7 a-b: "in quinque libris sive voluminibus isto modo distinxi ut Primus liber radicem arboris contineat, incipiens ab eterna generatione lesu de Patre usque ad gaudiosa nobis temporalem nativitatem ex Marie". 90Cc. 80a-135b. 91AV Prof. II, 7 b: "secundus liber erigit huius sacrearboris stipitem, incipiens a cirumcisione Jesuusque ad manifestationem ipsius per testimonium precursoris". 9zCc-135b- 275 a. 93AV Prof. II, 7 b: "Tertius (liber) explicat huius arboris ramos in virtuoso predicationis decursurn iesu et electio discipulorum cetu, incipiens a banne baptista usque ad ingressurn ipsius in sanctam civitatem Hierusalem in die palmarum: in qua pro nobis se Deo patri obtulit holocaustum". 94Cc. 135b- 406 b. 95AV Prof. II, 7 b: "Quartus (liber) consumat huius felicis arboris summum, ponens Iesu et sue reverendissimematris virtuosum passionis conflicturn et gloriosissium regnum, incipiens a regio ingressu liesu in Hierusalem supernam". 96Cc. 409 a- 496 b. 97AV Prof. II, 7, a-b: "Quintus et ultimus (liber) est de multiplici huius sacrearboris fructurn in multitudine fidelis prolis ex gentili ecclesiasibi de novo martyrio copulata et pretenditur usque ad eternurn sponsalitium bearificare universaliter humane nature". 98C. 497 a- 498 a. 99C. 498 b. 100In reaftä la questione e piü complessa, perche Ubertino lavorö praticamente per tutto if resto della sua vita al completamento dell'opera. Per una ricostruzione delle tappe redazionali rimando a C. M. MnStrINFZRuiz, De la dramatizuuio7r...,cit., pp. 43ss. 101AV Prof. I, 3 a: "Universis Christi Jesuvere fidelibus et sancte paupertatis amicis". 41 Chiesa ormai deformata dal peccato. Ubertino intende dare un supincoraggiandola dell'Ordine, dissidenza interna a porto teologico alla inquadrare le difficoltä del presente in un ben piü ampio disegno provdi videnziale, nella consapevolezza svolgereuna missione universale che e stata loro assegnatain quanto fedeli continuatori del messaggio franla del rinnovamento escatologico cominciato con nascicescano,araldi Christi". "renovator "alter Christus" di Francesco, vitae e ta Nel prologo Ubertino dichiara che la redazione dell'Arbor Vitae di lavoro, nel periodo che gli richiese appena tre mesi e sette giorni (28 di Michele dal 9 arcangelo settembre) san matzo alla vigilia va del 1305, e di non aver avuto nemmeno il tempo di rivedere il testo (e per questo si scusa del disordine e delle ripetizioni)102. Ma questa forse, e solo per affermazione non corrisponde al vero, o meglio vera, la prima stesura, quella precedente alla prima redazione, che invece e la di e frutto il per quale stato rielaborazione, un'attenta chiaramente dichiari biblioteca, Ubertino fornita di 1'uso sebbene una necessario di aver lavorato "cum librorum penuriä'lo3 Secondo la prassi del tempo ma con singolare sistematicitä, UbertiArbor incorporandoli di nell' vitae, spesso no si serve scritti propri e altrui 1'autore. Altre invece volte apporta senzaalcuna modifica e senzacitare il piccole modifiche che alterano completamente senso originale. Fra le operepiü citate il primo posto vaallaLecturasuperApocalipsim di Pietro di Giovanni Olivi, da cui trae l'intera impalcatura escatologica le brani. idee, Pur lunghi dalla tutte condividendone non quale cita e Ubertino mostra di apprezzare molto questo illustre maestro france"perfectus doctor"104, "Deo definirlo in da e charissimus" tanto scano, delle dei Sacre Scritture. la segreti particolare per sua conoscenza Di san Bonaventura utilizza, semplicemente trascrivendoli, brani dall'Apologia dal Breviloquium, dalla Legenda pauperum, maior, tratti dal secondo Sermonein Nativitate Domini e molto altro. Pub sembrare di Bonaventura, frequente san alle opere persoricorso strano un cosi hanno In mai amato. realtä anche naggio che gli spirituali, certo, non Ubertino e critico nei confronti del Bonaventura generale e timoniere 102Cfr. AV Prol. I, 6 b. 103AV Prol. I, 6 a. 104 AV Prol. I, 4b. 42 dell'Ordine, la cui opera giudica fin troppo prudente e pragmatical°5; tuttavia ammira to scrittore e it mistico e non perde mai l'occasione di fa "ritoccando" ricorrere alla sua autoritä quando gli comodo, magari e lä correggendo qua e it suo pensiero con spregiudicata abilitä. In Bonadi l'auctoritas da dare tutti che gli consente ventura trova riconosciuta base fondamentale idee, una solida alle sue come per esempio quella, di dell'Arbor del vitae, nell'escatologia ruolo san Francesco nella storia delta salvezza.Anche circa i rimedi ai mali dell'Ordine Ubertino confedeltä la la Bonaventura: Regola tali con sono corda alla e preghiera, delta frate, dei la del Bonaventura e ma per preghiera uno vita momenti l'unico, Ubertino e mentre per ne possibile status vitae106 Fra gli altri autori citati ricordo solo alcuni nomi di rilievo, come Dionigi 1'Areopagita, Ambrogio, Girolamo, Agostino, Cassiodoro, Gregorio Magno, Beda; autori greci come Basilio e Giovanni Climada di Tommaso Jacopo Chiaravalle, Varazze, Bernardo co; e ancora d'Aquino e chissäquanti altri, che solo uno studio sistematico condotto la denotano vastissima su una edizione critica poträ rivelare e che di Ubertino. cultura patristica Ovviamente attinge anche direttamente agli scritti di Francesco, la Regula bullata, la PreghieraAbsorbeat, la Lettera toti Ordini missa. Per quanto riguarda la tradizione francescana il discorso e combiografici la degli E distruzione prebonaplesso. evidente che scritti ha fonti di impedito Ubertino piü antiche, venturiani attingere alle a l'agiografia e per cui stato costretto ad utilizzare ufficiale, rappresentata in primo luogo dalla Legenda maior. Ma le decisioni del Capitolo di Parigi del 1266 non riuscirono a interrompere la tradizione orale e "alternativa. ha ", scritta che evidentemente continuato a circolare, fra ha Ubertino gli spirituali; e attinto abbondantemente specialmente dei di basata tradizione, testimonianze primi compagni a questa sulle Francesco, primo fra tutti frate Leone con i suoi famosi Rotuli che, dopo essere stati conservati dalle monache di santa Chiara, erano to stesso Ubertiandati misteriosamente perduti, come testimonia da di bene Offida, di inoltre Corrado Ugo no107; conosce gli scritti IosAVV, 4,437a. 106Cfr. M. DANIIATA, La Vernae le stig7nate...,cit., p. 229. 107 AV V, 5,445 a: "cum multo dolore audivi illos rotulos fuisse distractos". Nella Declaratio del 1311 Ubertino afferma di averli in seguito ritrovati e di custodirli personalmente: "verba... que 43 Digne, del quale cita il De finibus paupertatis108,e, infine, il Sacrum fa Fra del il pur conoscendolo109. nome commercium, cui autore non ha in del Ubertino Poverello, modo particolare subito testimoni questi it fascino di due personaggi, frate Egidio e frate Giovanni da Parma, dei quali parla net terzo capitolo del V libro. Frate Egidio, intorno at quale ha raccolto la testimonianza di bene, Ubertino e to hanno per molto uno conosciuto persone che dei piü illustri "figli legittimi" di Francesco, intendendo affermare, duplice figliolanza, Poverello il ebbe una con questa espressione,che 1'altra, "figli dalla i fedele e carnali", costituita e una che gli rimasta la to ha frati, dei tradito e che ora si accanisce con che maggioranza fedeli, Ubertino figli dei perseguitandola. afferma rimasti minoranza in Egidio solitudine, alternando conduceva una vita semplice, che lavoro manuale e preghiera, ma soprattutto che era dotato di spirito dell'Ordine, le deviazioni che accusava profetico e criticava aspramente di aver tradito la sostanzadelta Regola; e to faceva con tanta forza che le sue parole diventavano spesso grida10, come quando si scagliava dedicavano frati i esclusivamente allo studio o quando contro che si dell'edilizia la conventuale. tuonava contro corsa allo sviluppo Di Giovanni da Parma, ministro generate fra il 1247 e it 1257, Ubertino ricorda 1'incontro che ebbe con lui a Greccio net 1285. Fu un incontro trasformante, tanto che ne rammenta addirittura festa di luglio il Giacomo 1285, 25 it san era con precisione giorno: "angelicus di Uomo vir angelicam preghiera, umile, austero, apostolo. delta ducens", solitudine ma anche predicatore ardente amante vitam doctor "fuit Giovanni infaticabile, et virtuosissimus et clarissimus e humilitate in austeritate et et charitapredicator et tante perfectionis fuga et omnis vanitatis te, contemplationis sublimitate et solitudine per sanctum virum Leonem eius sotium tam de mandato Sancti patris quarr etiam de devotione predicti fratris fuerunt solempniter conscripta in libro, qui habetur in armario fratrum de Assizio et in rotulis eius, quos apud me habeo, menu eiusdem fratris Leonis conscriptis" (ed. F. Ehrle, Zur des Concils von Vienne, in Archivium fir Literature und Kirchengeschichte,III, 1887, Vorgeschichte p. 168). 108 Cfr. A. MARTINI, cit., p.306. 109AV V, 1,427 b: "quidam sanctus doctor huius sancte paupertatis professor et zelator strenuus", in una payola uno spirituale. 10 AV V, 3,433 b: "tanto eiulatu clamabat super Regule destructionem quod ignorantibus viam Spiritus quasi videbatur insanus". 44 ý Giovanni Dei Anche totus mundane et zelo corosus". si oppose al denunciö dell'Ordine della Chiesa, pubblicamente che rilassamento e ("non omissit coram pluribus summis pontificibus et quampluribus cardinalibus hanc veritatem ardenter asserere""'); anzi, e proprio per da la Ubertino, questo che, secondo miracoli, sua santitä, confermata e riconosciuta da molti ma non dalla Chiesa, a conferma della verididelle del fu Giovanni sue accuse. citä assertoreconvinto ruolo storico dell'Ordine; in particolare, sempre secondo Ubertino, e stato uno dei 1'angelo insieme Bonaventura, Francesco identificare con primi, a san a del sesto sigillo: "hic autem plenissime asserebat,sicut et egoauribus in indignis meis ab eius sancto ore audivi, quod sextum signaculum Francisco et eius statu accipiat ortum et quod in confusione vite et faventes ) filios (eis regule sue per trasgressores malos et eius ut vid. debebat iniquitas ecclesia consumari"12. prelatos Leone e Corrado, Egidio e Giovanni da Parma rappresentano la francescana fedeltä la Ubertino, santitä cioe come cosl come concepisce della della Francesco, Regola assoluta a suaforma vitae. e nel rispetto Raccogliendo la loro testimonianza, insieme a quella di altri autorevoli "autentici" dunque discepoli di Francesco, Ubertino e come si propone testimone diretto della prima generazione francescana, della quale 1'Arbor vitae e certamente fonte di preziose informazioni13. Il primo Prologo: la vicenda umana e spirituale di Ubertino La spiritualitä di Ubertino e strettamente legata alla sua vicenda dei dal Egli e personale. stessone convinto, momento che, nel primo due Prologhi dell'Arbor vitae, sente il bisogno di ricordarne i momenti fondamentali, quelli che hanno determinato profonde trasformazioni di la Secondo Ubertino, religioso e nella sua vita spirituale. sua vita fra da peccato e constata caratterizzata una continua oscillazione fra fra fervore, deviazioni di torpore rotta; e versione, e e correzioni la ogni volta presa di coscienza di se e la spinta a ricominciare e stata "'AV V, 3,422 a-b. "2 AVV, 3,422b. 1; Anche in questo casouno studio sistematico poträ esserecondotto solo a partite da un'edizione critica dell'Arbor vitae. 45 determinata dall'incontro con personaggi carismatici che lo hanno della fedeltä la "rientrare in via giusta se" ea riprendere stimolato a Cristo Francesco. a ea Entrato nell'Ordine dei Minori a quindici anni, nel 1273, fin dal del principio suo noviziato si senti chiamato a meditare continuadi di Gesü, immaginando vivere accanto a mente sulla vita terrena lui negli episodi narrati dagli evangelisti. Ubertino era solito dividere il racconto dei Vangeli in sette parti, tante quanti sono i giorni della durante di dedicando esseun'intera giornata, a ciascuna settimana, la quale immaginava di prendere parte agli avvenimenti, di entrare fisicamente nel racconto, come se ne fosse protagonista. Cosl il lufino dall'incarnazione alla nascita nedl meditava sul periodo che va di Gesü, il martedi dalla nascita alla fuga in Egitto, il mercoledl dal battesimo alla scelta dei discepoli, il giovedi dalla Trasfigurazione "triduo": il il Gerusalemme; in venerdi meditava sulla poi all'ingresso discesa la domenica la inferi, il agli passione, sabato sulla sepoltura e "varietates Ubertino, "Non possunt exprimi", scrive sulla risurrezione. illis Jesus in Pius primordiis quos conceptuum et modorum cogitandi formabat in continue"114. me novitiatibus Nel periodo trascorso nello studium di Genova, fra il 1274 e il 1285, Ubertino continuo a sentire di esserechiamato a meditare sulla la "nudus Iesum" di Gesü, con preghiera e con nudum a seguire vita l'ascesi, ma nello stessotempo, come dice lui stesso,le distrazioni, gli la lo la l'interesse meglio studio ebbero per e sua affanni mondani, inaridi15 si vita spirituale Nel 1285, durante una visita al convento di Greccio, incontrö il "vere sanctissimus" Giovanni da Parma e ne rimase cosl impressioUbertino il la riprese subito vigore: spirituale aprl vita sua nato che fedeli dei di testimoni piü uno considerava che quello suo cuore a Francesco, ottenendone, oltre 1'assoluzione sacramentale, anche una fondamentale "instructio" che risulterä nella non meglio precisata di "instructio" i Ignoriamo questa ma certo e contenuti sua vita. improwisamente Ubertino in apri gli occhi sulla che quell'occasione 114AV Pro1.I, 4 a. 115AV Prol. I, 3a: "illud tarnen propositum retardante malitia sepe peius feci in relaxatione vitae et aliis miseriis huius temporis quam hi quos non sic Spiritus lesu interius agitabat". 46 la dell'Ordine. intul Per prima volta reale situazione the qualcosa frate era stato messo ai margini dalla non andava, the se quel Santo Comunitä cib voleva dire the essaera in cattive mani. Con Giovanni, insomma, Ubertino scopri it "tradimento di Francesco" da parte di quell'Ordine the tanto amava. dopo si recb al "Perdono di Assisi" per completare it cammino penitenziale intrapreso grazie a Giovanni. Alla Porziuncola la del in 2 agosto di quello stesso 1285 e al trascorse preghiera notte "immutatio" fu profonda scopri cambiato, una cosl the mattino si lui per quasi una nuova nascita116. Subito In seguito fu mandato in Toscana, a Firenze, "sub titulo studii". Qui rimase colpito dalla vitalitä dei fermenti spirituali the animavano la Chiesa fiorentina e toscana, the egli vedeva "fortiter ebulire": to Spirito Santo aleggiava su quelle terre e non certo sui dotti ma sulle discepoli, Coss, Dio anime semplici. quando essi in gli affido' alcuni divennero fra in realtä particolare suoi maestri spirituali: questi ricorda fiorentina, la "vergine da Pietro Pettinaio Siena (t1289) Cecilia", San e loro Furono a identificato117. personaggio the non mai stato a inizia"ad Ubertino re arcana Iesu": in particolare egli afferma the Cecilia "totum processum superioris contemplationis de vita Iesu et arcana 8 cordis mei et alia multa de parvulo Iesu sepissime me instruxit"' Coss Ubertino, da maestro quale poteva e doveva essere,si trasformo' in discepolo di questi "magistri practici". Sempre a Firenze incontro' Pietro di Giovanni Olivi, lector in S. Croce dal 1287 al 1289. Ubertino rimase colpito dalla figura dell'Olivi: era un intellettuale, e vero, come quelli the ormai quasi di"doctor intellettuale ma era un sprezzava, Santo; non un qualsiasi figlio "Deo karissimus", "madi Francesco, speculativus" ma un veto gister serafice sapientie". L'incontro con l'Olivi segnb indelebilmente it cammino spirituale di Ubertino, fece di lui un "novus homo", to guido' nei misters della Scrittura, "ad alias perfectiones anime dilecti 116AV Pro]. I, 4 a-b:"Ubi tantam immutationem accepi et nomen (novum?) vitae spiritum Christi et sancte Regule intellectum quod tunc frustra credidi me numquam comunibus relaxationibus inquinari". "' AV Prol. I, 4 b: "inter quos vir Deo plenus Petrus de Senis pectenarius er devotissima virgo Cecilia de Florentia". 19 Ibid. 47 Iesu"119,e soprattutto "ad intima tertii status mundi et renovationis letUbertino Christi". L'Olivi, personale alla sua cioe, avvicinb vite futulettura delle tanto al che guardava non tura teorie gioachimite, biblica in e, piü generaro quanto al passato, per cercare nella storia le, nella storia umana le misteriose tracce della presenza di Dio. Grande conoscitore della Bibbia e dei Padri, l'Olivi insegnö a Uberin e in Cristo tutto che veritä, ogni ciö ovunque, tino a riconoscere Gesü, in con crocifisso ogni uomo, ea sentirsi sempre, creatura e l'Olivi, "tota ChriE che nella mente e nel corpo120. mentre ascoltava in eius passione et cruce", sti vita non sparsim, sed simul colligebatur Ubertino ricorda che "in omni actu vie sue mihi occurrebat lesus dolores inter abyssales cordis sui semper cruce transfixus et quasi fu l'Olivi infondere in Ubertino Insomma a sepius submergebar"121. "vita di crocifissa quel pensiero e quella spiritualitä centrate sulla Gesü" come asseportante della storia umana che sono alla base dell' Arbor vitae. Ma Ubertino non segul in tutto il suo maestro, anzi dichiara esplicitamente di non seguirlo "in aliquibus dictis suis". In di solo punti contatto, effetti, come vedremo piü avanti, non ci sono divergenze. ma anche rilevanti Grazie alle amicizie spirituali toscane122,Ubertino mise a pun"modus praedicandi" che ottenne uno straordinario to un nuovo di immediato, i privo retorica successo presso suoi uditori, perche il Ma suo comportamento non era pari alla e cultura profana123. dottrina. Anzi, come dice lui stesso, serviva con la mente Dio e con la carne il demonio. In particolare riconosce che viveva troppo nel lusso, cercando gli onori mondani e abbondando in abiti, libri, vitto "et rebus temporalibus": proprio quelle cose contro le quali "omnia 119 Ibid. 120Ibid.: "In omni lumine cuiuscumque scientie, quam maxime in altis veritatibus theologiae, et in omni aspectu cuiuscumque create nature quasi ubique intueri dilectum et meipsum sempre sentire cum Jesumente et corpore crucifixum". 121Ibid. 122Fra queste alcuni hanno voluto includere anche quella con Dante Alighieri, non provata ma non improbabile, visto che in quello stessoperiodo il poeta frequentava assiduamenteil convenP, di S. Croce. XII, Dante Ubertino in Paradiso, lo 121. menziona to e stadium opinione comune, fra gli studiosi, che I'Arbor vitae sia fra le fonti della Divina Commedia: in particolare i vv 37-39 dell'XI canto del Paradisosembrano una citazione letterale di AV V, 3,421 b. 123Ibid.: "quasi semper legendo, colloquendo et predicando novis modis et devote sepe in admirationem inducentibus". 48 doctrina mea continue fulminabat". Il tutto con la scusa delle sue infermitä fisiche, che invece, a suo giudizio, proprio da questi, eccessi traevano origine. Dopo quattro anni dal suo arrivo a Firenze Ubertino, per continuare gli studi, parti per Parigi, dove si trattenne nove anni, dal 1289 al 1298. Durante il periodo degli studi universitari, frequentando 1'ambiente degli la di Ubertino si inaridl studenti parigini, vita spirituale malsano di nuovo, cancellando quasi completamente i progressi spirituali della "prima reformatio"124, cioe del periodo fiorentino. Cosi, almeno, dice libro del terzo nella confessione riportata nel quindicesimo capitolo dell'Arbor vitae, dove come al solito esasperai suoi peccati, che forse limitavano si a una disattenta vita spirituale, all'eccessivo interesse per frequentazione donne, l'unico, delle concreto peccato gli studi e alla libro12s del indicato terzo esplicitamente nel capitolo quindicesimo Ma proprio al culmine di questo dissennato periodo, nel 1298, 1'anno stessoin cui Ubertino fece ritorno a Firenze come lector, Dio facendogli in incontrare un altro personaggio carisuo aiuto, venne da lo la Angela Foligno smatico che segnö profondamente: mistica (t1309)12G. Come anni prima, quando aveva avuto in Cecilia una donna, fede, di in Ubertino in trovö una ancora una volta maestra una mistica, una valida guida spirituale, cogliendo nelle sue parole e dell'Ecdell'imminente la insegnamento avvento nel suo conferma donna Ubertino E in e che clesia spiritualis. una non a caso sempre di di la della Francesco, in quella intentio ritrovare afferma purezza 124AV Prol. I, 5 a: "totam primam reformationem fedaveram". 125Cfr. AV III, 15,241 a: "anima mea... ab eo cecidisti ec dedisti maculam in gloria tua, et inclinasti femora tua mulieribus... Sed to misera et immunda, virginitatis privilegio expoliata jam in eternum ipsam recuperate non pores". 126L'incontro con Angela da Foligno avvenne, dice Ubertino, "vigesimo quinto... anno etatis mee" (AV Prol. I, 5 a). Cosl almeno si legge nell'incunabolo. Essendo nato net 1259, it venticinquesimo anno cadrebbenet 1284, quasi in concomitanza con 1'arrivo a Firenze. Dunque it periodo parigino dovrebbe essereanteriore. Ma questo contrasta con la cronologia di Angela da Foligno, the perse marito e figli net 1285 e solo dopo quella data cambib vita, vendette tutto ai poveri e, fattasi terziaria francescana,inizib un cammino spirituale the fece di lei la piü grande mistica del suo tempo. Ne conseguethe l'incontro fra Ubertino e Angela non pub essereanteriore at 1285. Evidentemente la lezione dell'incunabolo a errata, come confermano alcuni manoscritti the invece di "vigesimo quinto... anno etatis mee" riportano la lezione giusta: "vigesimo quinto anno religionis mee deformate" (Maio dfcilior), net venticinquesimo anno di vita religiosa "deforme", cioe segnatadal peccato. Quindi, essendoentrato in convento net 1273, l'incontro ebbe luogo net 1298. Cfr. C. M. MARrfNEZRufz, De la dramatizaclon... cit., p. 35. 49 Chiara d'Assisi, "per doctrinam et Francisci monita Deo charissima fra del i e tutti sedicenti seguaci et sponsa sanctissima"127,che stata, Poverello, colei che piü strenuamente ne ha difeso e salvaguardato, la 1'altissima paupertas, anche spiritualitä e gli ideali. con Ad Angela, "vere angelice vite in terris", 128Dio rivelö i segreti del dice di impressionato Ubertino: talmente che egli ne rimase cuore fui". fuerim Un ille jam cambiamento, questa qui ex tunc non -" lo Angela irreversibile. guari nel corpo e nell'animo, cosicche si volta, "de 129, dette novo genitus" e una svolta send spiritualmente rinato, di dedicarsi lettorato, decise lasciato il alla predicazione alla sua vita: itinerante in Toscana, nella Marca anconetana e in Umbria, fra il 1302 e il 1304, durante la quale iniziö a diffondere quelle verita che loro hanno definitiva trovato collocazione poi una piü pienamente nell'Arbor vitae13o Le "veritä" che Ubertino annunciava a tutti13' dovevano essere dato Perugia trovava a che, mentre si a predicate, piuttosto scomode, fu la di fu dai interrompere imposto e mandato sua attivitä gli supe- 127AV V, 6,447 b. 121 AV Prol. I, 5 a. 129AV Prol. 1,5 a: "et infirmitates et languores ab anima et corpore sic repulit, et priores distractiones renovavit, ut nullus sane mentis qui me prius cognoverit habeas dubitare quin spiritus Christi in me sit de novo genitus". Al di Iä della veridicitä di queste affermazioni -e non possiamo Ubertino segue una strategia precidubitare che siano fondamentalmente vere che qui evidente -e fedeltä difende la leader di dal r~ il che pratica e alla Regola, cerca un gruppo momento che ora sa: di prevenire possibili obiezioni legate alla sua condotta. E cosi gioca d'anticipo, riconoscendo di aver commesso ogni genere di peccato, per poi attribuire alla grazia, alla misericordia di Dio e alla la definitiva conversione al di "profetessd' Angela, il cambiamento e come una mediazione servizio del messaggio di cui e portatore per volontä di Dio. Per questo motivo la sua "lama" di peccatore denigrate il suo insegnamento, dal non pub e non deve piü essere presa a pretesto per momento dalla pretesa di essere migliore degli divino da mandato e non un preciso che questo scaturisce "Obsecro tarnen illos qui lecturi sunt hec scripta et altri. Scrive infatti nel primo prologo: qui meos defectus horrendos cognoscunt quod malo meo exemplo non retrahantur a sequela Christi, nec me velint sequi in his quibus meipsum ipse non sequor. Nam non opero ego ilia, sed quod inhabitat in me peccatum. Ego mente servio legi Dei, et credo que dico et ea facere licet semiplene desidero, carne autem servio lege peccati" (ibid. ). 130In realtä sembra che Ubertino abbia interrotto la sua attivitä di lector in S. Croce per un motivo molto piü banale, come si evince dalla testimonianza d'accusa dei frati della comunitä nei suoi confronti, riportata net Rotulus iste (1310-1311), da cui risulta che lascib la Provincia in segno di protesta per non essere stato nominato definitore, carica cui teneva molto, forse troppo: "ambiebat ut esset definitor et fratres noluerunt eum in difl'initionem eligere, ideo recessit a consortio fratrum illius provincie" ( Rotuhus iste, ed. F. EHßt.e, cit., p. 119). Cfr. C. M. MARTINFZ Ruiz, De la dramatizacion..., cit., p. 212. 11 A questo periodo risalgono anche alcuni sermoni. Rimando, su questo argomento, alla relazione di Marina Soriani Innocenti. 50 "in riori esilio" alla Verna, forse per prevenire un piü che probabile intervento di censura da parte di Benedetto XI. Ubertino aveva allora quarantacinque anni. Anche questa volta la vicenda personale si rivelb parte di un piü grande progetto divino, dal momento che quel soggiorno determinb in lui ulteriori "transformationes in Iesu"; senza perb, evidentemente, modificare piü di tanto il suo carattere, perche, dice lui come stesso, "hoc est stupendum meum malefactum: quia sempre eo peior fio quo melior essedebeo"132.Non baste, infatti, la del luogo fargli la delta santitä a superare rabbia persecuzione di cui si sentiva vittima; anzi Ubertino dichiara espressamenteche in principio ci stava malvolentieri, alla Verna, e che perfino sul Santo Monte tomb to Ma Spirito Santo ebbe comunque la meglio, tanto che a peccare. durante quel periodo, come dice lui stesso, "ineffabilibus modis tota Christi simul et gloria crux et passio, simul et vita Dei hominis, mihi immittitur, et inestimabilis fletus super destructione Christi vite et adulterate Ecclesie tota cordis reliquatione quasi continue immissus est mihi"133. Secondo Ubertino, Gesü, il vero autore del libro134, prima di ispirargli i pensieri e la dottrina, spinse i frati a sollecitarlo perche di scrivessequalcosa carattere spirituale, delle prediche oppure delle di Cristo, o ancora un commento all'Apocameditazioni sulla vita lisse135.Dapprima riluttante, grazie poi alle insistenze del guardiano, di cui non fa il nome13G,e del fratello Giovanni, anch'egli frate alla Verna, si decise a scrivere un breve commento ad alcuni versiculi sulla passione, partendo da quello che, nell'attuale stesura dell'Arbor vitae, e il capitolo nono del quarto libro, relativo alla preghiera nell'Orto degli Ulivi: era il 9 marzo 1305. Poi, dopo un mese di lavoro, I'll domenica delle Palme, Gesü gli ispirb dapprima di estendere aprile, 132AV Prol. I, 5 b. 133Ibid. 134Ibid.: "Iesus qui librum istum ut arbitror ipse complebit". 135Ibid.: "... guardiansu cuius impomrnis tttolestiissepius iteratis illius manu hoc modo liber iste incepit. Nam uterinus frater et mihi cura filius... inc tnolestabatcontinueprecibats etguardia... num predictum ut mepropulraret quod saltem versiculos qui sunt huius vite capitula cum eo quod sentiebam de cordiali passioneJesuscribenti guardiano loquendo edicerem". 13'Ubertino race il nome del guardiano e non e facile identificarlo, perche la cronotassi dei guardiani e discontinua per quel periodo. Nel 1303 ricopriva questa carica frate Giacomo, nel 1312 frate Giovanni. Cfr. M. B. BAttFUcci,11Monte della Verna.Sintesi di nit tnillennio di vita, Firenze 1992, p. 181. 51 il discorso all'ingresso in Gerusalemme, con il quale comincia il libro IV, quindi all'intera sua vita terrena137 e infine alla questione dei mali della Chiesa, corpo di Cristo, letta in chiave escatologica. E dello la Ubertino, dopo iniziali spinta poderosa sotto rifiuti, cosi, gli Spirito Santo, si trovb a scrivere come un fiume in piena: "Propter longitudine ipse in liber incomparabiliter quam plus excessit quod estimaveram"138 Un ruolo non secondario nella redazione dell'Arbor vitae e nella donna, lo di Ubertino che egli svolse, ancora una volta, una vita de la "virgo Castelli", civitate ricorda con particolare gratitudine, identificabile in Margherita, terziaria domenicana morta nel 1320, in di "adiutorium lui fu scribendo"139. et confortamentum per che Pur essendo lontana, con spirito profetico, questa donna seguiva lui di Ubertino, lavoro il che, mentre scrial punto costantemente dovuto in E scrivere un'altra140. veva una parte, sapeva cosa avrebbe di le dallö salute, sconforto per sue cattive condizioni quando, preso lavoro, fu il di termine non riuscire a portare a comincib a temere lei a predirgli non solo che Gesü l'avrebbe guarito ma che lo Spirito Santo gli avrebbe dato un'assistenza determinante per completare 1'opera141,portandola a termine entro la data prevista, cioe entro il del di 130514z mese settembre L'Arbor vitae e il frutto della complessa e controversa vicenda di Ubertino: nell'opera convergono e concorrono come elementi umana del della Chiesa le tempo, suo costitutivi personaggi e avvenimenti le idee e le suggestioni provenienti francescano, dell'Ordine vicende dal mondo degli spirituali, del laicato e delle mistiche toscane e umbre degli inizi del secolo XIV. 137 AV Prol.I 6 a: "cum venissemautem ad primum versiculum, lass firtura previdem, fortissiQuo facto dolores Iesu instigabar a Iesu fuit immissum exponerem... ut cordiales a spiritu mihi me Jesuquod sue passionisdescriberem totum cursum. Et dum in his procederem immissum est mihi libellum Jesu transcurrerem, parvulum ex evangelicasilva transcriberem, quem totam et vitam quod dilecti lesu myrrhe fasciculum appellaxem". 138 Ibid. 139Prol. I, 6 b. 140Ibid.: "dum vix tertiam libri pattern fecissem,mihi predixit que eram positurus in alia". 141Ibid.: "in ultimo trium predictorum mensium compilavit Spiritus lesu Christi". 142Ibid.: "iuxta quod ipsa predixit dans mihi terminum mensis septembris". 52 Coautore, per cosi dire, dell'Arbor vitae e il monte della Verna, francescane, di di la non memorie misticismo e che, con sua carica fonte di ispirazione, ha e Ubertino a scrivere, ma ne stato aiutato solo dichiara, lui quando se ne allontanb stesso al tal punto che, come di degno per qualche tempo non riusci a scrivere nemmeno un rigo dovette distruggere inserito tutto nell'opera e, al suo ritorno, essere da "mirum capo: est autem quod mihi accidit, quoniam e riscriverlo licet ex debilitate de monte sacro descenderim ut alibi scriberem, non huic operi posset aptari, potui nec minimum verbum scribi, quod imo totum oportuit destrui et refici iterato" 143 L'Arbor vitae e caratterizzato da una grande unitä e coerenza, libri fra diversitä i primi quattro anche se molti notano una certa e il quinto, non solo negli argomenti trattati ma anche nello stile e In e linguaggio. impressione Secondo e realtä sbagliata. me una nel diversitä dei la temi a indurre un cambiamento nella tonalitä solo libri, il e lessico144. E infatti cui stile anche nei primi quattro e nel lo il 1'argomento ritmo e richiede, piü pacato e meditativo, quando il tono si accendono e spunta fuori il furente polemista, rivelando la finalitä dell'opera, tutta tesa a dimostrare lo stretto legame esistente fra "interesse cristologico e polemica ecclesiologicä'145;ma rivelando anche quanto la personalitä di Ubertino fosse contraddistinta da una psicologia bipolare e fortemente emotiva, che lo fa passare del bambino della dalla dolcezza contemplazione repentinamente Gesü, ai toni cupi e pessimistici di quando riflette sui peccati suoi della di fino delle degli invettive quando parla alla virulenza altri, e decadenza della Chiesa e della rilassatezza dei frati. Ubertino e una figura complessa, contraddittoria; in lui e difficile separare i diversi dal dal il della il polemista, contemplativo personalitä, mistico aspetti fiero e combattivo difensore degli spirituali: si sente un profeta e del forme di biblico linguaggio espressione. e riprende profeta La contemplazione dei divini misteri riempie 1'animo e la penna di Ubertino di una straordinaria commozione, di un lirismo senza 143 AV V, 4,437 b. '44Sul linguaggio e il lessicodi Ubertino dr. M. DAAtIATA,Pieta e storia..., cit., pp. 78-82. '45G. L. PorFSrA,Arpetti e intplicazioni..., cit., p. 287. 53 lettore, il pari, che coinvolge come per esempio quando, parlando di Gesü bambino in braccio alla madre, si commuove e si scioglie in di di delicatezza infinite14G; tenerezza o quando espressioni una e una "vede" la Madonna sofferente ai piedi della croce ed erompe in un dolore147. di grido vero e profondo Ubertino riesce ad immedesimarsi non solo nei personaggi dei Vangeli ma perfino negli animali, come quando immagina di essedel bue 1'asinello Presepio, e addirittura negli oggetti, come il re o la paglia del giaciglio su cui riposava Gesü bambino: "fateor quod tanta me unione iungebat sibi, ut non tam preterita recolere quam presentia iugiter mihi videretur inspicere. Et nunc me asinum, nunc bovem, nunc presepium, nunc fenum super quod iacebat, nunc sibi famulum, assistentem nunc sibi congenitum uterinum, nunc ipsum faciebat lesum parvulum me mira transformatione sentire in omnibus 148. actibus vite sue" In certi passi dell'Arbor vitae sembra quasi che Ubertino perda completamente il controllo di se, abbandonandosi alle intense dei divini dalla misteri, nei quali emozioni scaturite contemplazione la sua mente si immerge in modo totale, dimenticando ogni freno inibitore. Nascono da questa sua emozionalitä i toni a volte un po' drammatici, oppure certe troppo melliflui, altre volte esageratamente espressioni che oggi possono apparire addirittura sconvenienti, come frixus "panis in definisce Cristo patella stridens", "caprä' quando 149 "hircus" oppure In Ubertino spessola contemplazione si trasforma in immaginadifficile e per noi, oggi, tracciare un confine netto zione e viceversa; ed fra realtä e fantasia. L'immaginazione non e soltanto una caratteristica della sua personalitä: e lo strumento fondamentale del suo metodo di 146Cfc AV I, 11,72 a- 73 a. 147Cfr. AV IV, 25,336 - 337. '48AV Prol I, 3 b. 149AV II, 5,112 a-b. Ovviamente si tratta, in ultima analisi, di riferimenti alla Sacra Scrittura: la capra o il caprone, per esempio, sono menzionati piü volte nell'Antico Testamento, come vittime sacrificali. Quanto all'espressione"panis frixus in patella stridens" e probabile che Ubertino avessein mente il celebre miracolo eucaristico di Trani: secondo una tradizione risalente al secolo XI, una donna ebrea, in spregio at sacramento dell'Eucarestia, fece friggere in una padella un'ostia consacrata,furtivamente sottratta durante una Messa.Trasformatasi in carne sanguinante, l'ostia fu poi trasportata in Cattedrale divenendo oggetto di culto. Su questo miracolo cfr. N. NAStm, L'Italia dei miracoli eucaristici,Siena 2003 (= Quaderni di spiritualitä eucaristica 2,1992), pp. 37-49. 54 di di La immagini orazione. sua capacitä create mentali, rappresenfatti, tare personaggi ed episodi, visualizzandoli con efficacia tale da trasformarli in vere e proprie sceneggiature, e davvero straordinaria. Ubertino definisce questa attitudine mentalis intuitus: il mentalis intuitus gli consente di superare i limiti del sentire corporale ("corporalis aspectus"), che per sua natura e "debilis et infirmus", per giungere a "stabilis, di fosse il un modo certus et clarus"lso vedere passato come se il presente e addirittura di prendervi parte come protagonista. Grazie di "integrare" le Ubertino Sacre in intuitus e grado ciö che al mentalis Scritture omettono di dire, riuscendo a ricostruire le scene della vita di Cristo in tutta la loro logica interezza: "nec obstat si diceres quare de talibus nihil scribunt. Scribunt enim tantum, ex quo evangeliste potest mens devota ista enucleare non dictä''S1 Questo discorso non vale solo per la Bibbia: si pensi per esempio di Ubertino sulle stimmate, in cui il racconto ragalla meditazione livelli di drammaticitä di lirismo davvero giunge rari: anche se scrive e del fatto a distanza di oltre ottanta anni, to fa con la forza e 1'intensitä di un testimone oculare. Come at solito, gli basta solo visualizzare la 1' fa intuitus scena e mentalis il resto. 11secondo prologo Se it primo prologo a caratterizzato dagli aspetti autobiografici, it secondo e piü marcatamente teologico ed e fondamentale per capire la spiritualitä e la mistica dell'Arbor vitae. Ubertino parte dalle parole della lettera ai Galati di san Paolo: "non Sono piü io the vivo ma e Cristo the vive in me"152.L'amore di Cristo, the si incarna e vive in ogni cristiano, secondo la dottrina dello Dionigi del Areopagita, pseudo quale Ubertino cita it quarto capitolo del De divinis nominibus, "est extasim faciens". Fra Cristo-Dio, the e ... la fonte dell'amore, e l'uomo, the a l'amato, si costituisce un rapporto d'amore the vive di per se, the supera i limiti e le infedelta dell'uomo 'soAV IV, 29,350 b. '51AVIV, 14,321a. u2 Gal. 2,20. 55 l'uomo in l'amore to Nell'estasi Dio. trasforma mistica e spinge verso Dio: questo e cib the intende san Paolo quando scrive di se "Vivo ego iam non ego, vivit vero in me Christus" 153Nell'amore l'uomo si eleva dalla sua bassezza,vince la sua natura di peccatore e si rende conforme it in "verus Christi a imitator", Cristo154 L'apostolo, questo senso a La deve perfezione non altro uniformarsi ogni cristiano. modello a cui e the la disponibilitä dell'uomo ad accogliere Cristo ed esserecome lui. Cristo e la vita e chiunque vive, vive grazie at suo amore. Lamore trova la sua forma piü completa nella contemplazione estadimostra 1'estasi ha cristificante tica, the un potere trasformante, come durante la quale Francesco,l'amante, ricevette le stimmate, conformandosi in tal modo all'amato, Cristo, anche nell'aspetto esteriore. Chi si desiderare di da Dio ricongiungersi a non pub the riconosce generato lui e cib e possibile nella contemplazione, nell'estasi mistica: gli uomini, "vin dovrebbero estatici"155. essere tutti gli uomini In Cristo, con Cristo e grazie a Cristo l'uomo diventa "familiare di Dio", anzi, "figlio" di Dio, it quale si prende cura di lui proprio come bisogno figlio, it fondi suo soddisfacendo un padre si prende cura un damentale, the e quello di essereamato e nutrito delta vita stessathe e Cristo. Dio dä la vita all'uomo per quattro vie: la "via generationis", la "via nutritionis", la "via allocutionis", la "via vitalis habitationis". La prima e la via delta generazione: Dio genera l'uomo con tutto di la dalla Cristo, morte vita come se stesso e ogni cristiano riceve dice Paolo nella Lettera ai Romani: "Quicumque baptizati estis in Christo Iesu, in morte eius baptizati estis" (Rm 6,3)156.La seconda e la via delta nutrizione: poiche ognuno a cib the mangia, Gesü ha "Ego dare sum se stesso all'uomo come cibo spirituale: voluto ... la delta descendi"157. La e de Parola: la terza via celo panis vivus qui delta la la a a ricerca veritä; per questo vita conoscenza e conoscenza Gesü, fonte di sapienza, ha insegnato all'uomo quelle verita the non 153 AV Prol. II, 7 b. La citazione ricorre frequentemente nell'Arbor vitae a costituisce "I'intenzione profonda the anima Ubertino" nella redazione dell'opera, tutta finalizzata all'assimilazione con Cristo, assimilazione the trova in san Francescoit suo "modello piü alto": cfr. G. L. PoTESTA, Aspetti e implicazioni... cit., p. 287. '54AV Prot. II, 8 a. '55Ibid. 156 Ibid. 157Ibid. 56 falliscono e che to guidano alla salvezza.Infine c'e la quarta via, la "via 1'uomo ha bisogno di habitationis": come un ambiente adatto vitalis fuoco per vivere, perche non pub vivere nell'aria, ne nell'acqua, ne net 1'anima Cristo, in terra, ma solo sulla cosi non pub vivere altrove che it luogo del suo riposo naturale1$8.Ecco perche l'uomo spirituale deve tenere fissa la sua mente e it suo cuore in Cristo, fonte delta vita: se di lui di lui, dal in non vive e presso punto vista spirituale muore. Lo scopo di Ubertino, net redigere l'Arbor vitae, e sostenere questa dell'uomo Cristo Di primaria necessitä spirituale. - scrive rivolgendosi at lettore "toto -facio tibi unam arborem immaginativam"151, narrando e commentando tutta la sua vita, il suo insegnamento, il la la sola via suo esempio, sua azione nella storia, che costituiscono la per quale it cristiano pub giungere alla propria cristificazione, cioe alla completa identificazione con Cristo. Se Dio e signore delta storia, la storia deve portare, e di fatto disegno del disegno di i Questo porta, segni suo si compie salvezza. degli di la la Gesü, ha Dio per mezzo creazione e storia cui affidato fra dell'universo. Gesü il Poiche e mediatore uomini, costituendolo re Dio e 1'uomo ed e la fonte delta sapienza e delta conoscenza, tanto la teologia quanto 1'ecclesiologia non possono che identificarsi con la cristologia. E questo e it tratto piü originale del pensiero ubertiha it suo centro nella vita niano1G0:riflettere sulla storia umana, che di di dell'amore Cristo, Dio, i terrena significa cercare e trovare segni la disegno il insegnamenti, conoscere sua volontä ei suoi scoprire suo di salvezzaper ciascun uomo e per l'intera Chiesa. Le radici dell'albero: il mistero dell' Incarnazione Cristo dunque a it principio e it fine, it centro e la fonte dell'Arbor della di Ubertino, rigorosamente cristocentrica. vitae e spiritualitä Cristo e l'unico modello e it punto di riferimento della vita di ogni dell'uomo16', dare Lui Lui cristiano: solo pub solo un senso alla vita u8 AV Prol. 11,8 a-b. 159AV Prol. II, 9 a. 160C. M. MARTINFZRuiz, De !a dranratzutcion..., cit., pp. 108-114. 161 AV III, 17,247b . 57 in "0 bisogni i te alia noli mea piü profondi: anima ne esaurisce distrahere, nec alium cibum querere, quia sufficit tibi ad omnem Quicquid Quid Iesum? Iesus... enim est utile extra suprabundantiam extra ipsum est, est perditio non solum temporis, sed etiam subiecti istos Anima ipsum mea noli audire operantis, et est opus amarum. delectabile, nihil refectivum, garrulos, quia nihil est salutare, nihil facere benedictus illud ipse Jesus quod et nisi nihil perfectivum, dignatus est in carne" 162 Cristo e principio, fine e modello di tutta la creazione: "omnia E della del ipsum in ipso creato e signore creata sunt"163 re per et fanno di in della Chiesa tutti parte, ogni coloro che ne e storia, capo da di luogo1G4, in cib che tempo e ogni cosa creata, come pure ogni e inanimato fino agli angeli1G5:poiche infatti vi e un solo corpo, cosi deve esserci un solo capo1G6. In Cristo sta la pienezza di ogni sapienza, non solo "quantum ad differentias "quantum cognoscendi". ad modum et cognitä' ma anche In lui, infatti, risiedono tre "modalitä" di conoscenza: la conoscenza "eternä' che gli deriva "ex parte divinitatis", la conoscenza "sensibilis" che gli deriva "ex parte sensualitatis et carnis", la conoscenza "essentialis" che gli deriva "ex parte spiritus et mentis": egli possiede la sapienza "et ut Deus, et ut homo"167. La riflessione di Ubertino si concentra quindi sulla vicenda terinsuperabile di Gesü, norma vitae per considerandola unica e rena fine 1'uomo di dell'amore A e al per salvarlo causa ogni cristiano. dalla dannazione eterna, Dio si e incarnato, accettando sofferenza, ha fatica, dolore L'incarnazione la cambiato e morte. umiliazione, fatto della Cristo e dell'uomo il si storia. uomo per e corso sorte la 1'uomo, in per carne, essere nobilitare tutto per carne nobilitare beatitudinis "0 mee materia, o mee punitutti: caro vivificativa, o desiderii; in transforma me te ut in te mei satiativa tionis solutiva, o 162Cfr. AV III, 17,247b. 163AVI, 9,36b. 'saIbid.: "Christus est Caput ornnium qui ad ecclesiampertinent secundum omnem locum, tempus et statum". 165AV I, 9,37 a: "caput omnium, beatorum angelorum et hominum". '66Ibid.: "ubi enim est unum corpus necesseest ponere unum caput". 167AVI, 9,37b. 58 liber in te te te tu vivam, requiescam, cogitem, comedam, ut sis mihi lectus tu studii, somni, tu archa thesauri, tu tranquillatio animi, tu plena crucifixio mee carni peccati, tu plena transformatio cordis mei in te eternum verbum, quod in te et per te habitavit in nobis plenum gratie et veritatis"168 Accanto al Figlio e sempre ad essoaccostata, la Madre del Redenha di tore primo piano nell'Arbor vitae. Maria non e solo un posto la madre del Figlio di Dio, ma anche la madre di tutti gli uomini e del Cristo il Predestinata primato sul creato1G9. prima condivide con la ha del Messia, Ella tempo ad essere madre un rapporto particolare "ipsa fuit il Figlio in Lui, e ed unico con omnium ed per questo che, generatrix, mediatrix, reconciliatrix, excusatrix et advocata omnium la la devozione 1'ammirazione Nonostante per Vergine, peccatorum"170. e Ubertino ha la piena consapevolezzateologica della natura e del ruolo di Maria; ribadisce, infatti, che la Madonna e mediatrice non rispetto bensi Dio Padre, a rispetto al Figlio, perche e il Cristo il solo mediatore fra Dio e 1'uomo: "0 mater nostra, advocata sollicita, procuratrix fida: tu es mediatrix inter nos et parvulum, sed ipse est mediator Dei hominum"171. la di Cosi Cristo pienezza ogni et compete mentre al della "sicut la dispensazione Madonna compete grazia: ab grazia, alla ipso fluit omnie gratie plenitudo, sic per gloriose matris manus transit dispensatio"172. di la Come Cristo prese su se sofferenza omnis gratie di tutta 1'umanitä cosi anche la Madonna sopporro il dolore di tutti e nessun'altra creatura ha mai sofferto quello che lei ha sofferto ai della di Gest, croce, cooperando con piedi se, al con tale sacrificio dell'uomo173. Trattenersi Maria, riscatto nella preghiera accanto a imitandone la fede, l'obbedienza, la povertä, l'umiltä e la sua totale disponibilitä ad abbandonarsi nelle mani di Dio, significa pregustare la felicitä eterna. Per questo alla Madonna sono dedicate moltissime fra le pit mirabili e profonde, dell'Arbor vitae. Come quella pagine, di di Gest Betlemme: Ubertino si relativa alla nascita nella grotta " AVI, 11,72a. 169 AV IV, 38,399 a. 10 AVIV, 15,324 a. 171 AVI, 11,72a-73a-b. "ZAVI, 10,48a. `AV IV, 15,324 a. 59 Predavanti la lungo, at con sua tipica tecnica evocativa, sofferma a delta Riflette "doctrine sulla tenerezza magne magisterium". sepio, Madonna verso Gesü bambino, sul modo di accarezzarlo, di baciarlo, di allattarlo, con una dovizia di immagini e di dettagli che stupiscono descrittiva14. la per straordinaria efficacia L'Incarnazione e 1'evento centrale delta storia umana, it momendelta dell'abbassamento, delta la exinanitio, to in cui Dio sceglie via dalla basso, dall'alto it "salto" verso rinuncia totale, compiendo un delta deformitas dei natura umana, e assumendo vocieli alla gloria lontariamente su di se sofferenze, umiliazioni, insulti, percosse e dilectus Jesus iste "Attende illos ad siamorosos saltus quos morte: fecit a sue sublimimilitudinem sue persone, et pro nobis voluntarie infirma in et nostre saluti accommoda... saltavit nostra tatis extremo in immensos dolores pro nostra redemptione... saltavit ad tantam deformitatem ex penis sibi illatis et impiorum sputis". Tutto questo Dio, 1'uomo con anzi per peccatore solo per amore, per riconciliare humana "Attende Dio: autem quod sicut natura renderlo simile a Christo in inimica, Dei Christi veto sic est unita, non considerata ut "I. fit homo Deus" ipse ut L'abbassamento volontario di Cristo si compie con un ultimo "salto" nella morte in croce: "saltavit in lachrymosam et flebilem lachrymis in tradidit et morte mortem, quando cum clamore valido it E compimento animam suam". mentre si sofferma a contemplate delle profezie del Dio crocifisso, del quale it profeta Isaia diceva "non leprosum Deo et a quasi pererat ei aspectus et consideravimus eum di lettore Ubertino riflettere su quel totale annulchiede at cussum", lamento, su quel "salto divino" dall'infinita gloria all'infinita umiliaIesu, benedicti "Vides quomodo pro nobis tu saltus amorosus zione: his divinorum. in Et saltibus tam saltavit ad simillitudinem saltuum Deus quam homo assumptus nobis benignissime condescendit, quando exinanitus pro nobis nostra sic abunde dignatus est pati". Quando inverte Dalit e repentinamente. si tutto compiuto, perö, processo 1'abissodel sepolcro, vinta la morte, Cristo risuscita e di salto in salto, del le tappe suo annullamento, torna a sedere ripercorrendo a ritroso 14 Cfr., per es.,AV 1,11,57 b -58 a. 175 AVI, 9,43a. 60 destra del "Sed Padre: alla consumata nostra salute per gradus per quos descenderat retrocessit resaltando usque ad dexteram Dei Patris"176. Ubertino dunque pone subito 1'accento sulle scelte, sugli aspetti the ritiene fondamentali e caratterizzanti la vita terrena di Gesü fin dalla nascita: l'annullamento di se, la rinuncia alla propria volontä, l'indigenza, la debolezza, le privazioni, in una parola it farsi radicallungo da Comincia povero. qui un e sempre piü mente e totalmente "accerchiamento" del lettore, dimostrare la e per povertä the serrato la da delle Gesü "forma a piü come alta virtu stata scelta vitae", the essa la e condicio sine qua non per chi cerca la santitä. Non c'e alternativa, la e per nessun cristiano, perche questa via indicata espressamente da Gesü e dunque, in quanto tale, a vincolante come un comandadevono il i mento per tutti cristiani, the necessariamente seguire suo beni il ReCome terreni the esempio. sarebbe possibile cercare quei dentore ha rifiutato? Come amare cib the Egli disprezzb e dirsi suoi discepoli? Come imitarlo senza condividerne lo stile di vita? Eppure il chi asserisce c'e contrario, specialmente quei religiosi the vivono in monasteri e conventi dove non manca nulla, sostenendo anzi the la mancanza di preoccupazione per it domani e indispensabile per dedicate dicitis di "Quid interamente vos potersi alla vita orazione: religiosi in vestris actibus sepecontumeliosi? ... Ex austeritate inquiunt impeditur. Corpus sanus abundans vestimentorum, vite contemplatio decora, locus cella spaciosus, provocant animam ad gaudentum in Deum'177. Costoro non solo vivono nell'agio, invocando la prudenza ("temperate dicitis agendum est, discretio mater est virtutum"), ma "dogmatizare forma di presumunt", asserendo the una qualsiasi pure "ordinata dirsi perfetta vita religiosa ad contemplationem" non pub "nisi haberet sufficientes divitias, quia inquieta et discursiva sollicitudine sui, novorum demoniorum annunciator est iste". Ubertino falsi "0 l'argomento falso a et subdoli: non replica the e pretestuoso: discretio carnis est virtutum mater, sed viciorum nutrix". In realtä, di di di insegna Dio Paolo, e it san cibo o come regno non questione bevanda ma piuttosto di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo 178. '76AV I, 9,43 b. 177 AV1,11,65b. "$ Cfr. Rm. 14,17. 61 Proprio 1'apostolo delle Genti, che e arrivato piü alto di tutti nella via della contemplazione, essendostato rapito al terzo Cielo179,ha detto di se "Christo confixus sum cruci"180:"non dicit aggiunge Ubertino - sufficientiam carnis retinui, cellam pulchram et spatiosam construdunque Questo e tutto quel che serve: xi, sed confixus sum cruci". la La tutto abbandonare se stessi, rinunciare a per abbracciare croce. la della di Ubertino e mistica croce. mistica Non c'e giustificazione per chi cerca una vita comoda, per chi di la disponibilitä beni terreni pone nella condizione per dedicarsi totalmente alla vita spirituale, perche e stato proprio Gesü a dire a discepoli di coloro che volevano esseresuoi non preoccuparsi per il domani, nella certezza che il Padre avrebbe avuto cura di loro; e per ha dando 1'esempio di fiducioso primo seguito questa strada, abbandono nelle mani di Dio, il quale "vult firma in vivamus quod spe ... divine promissionis, ut quando necessitasimminet non dubitamus earn adesse"28" Ubertino ama contemplare Gesü nella sua vita nascosta, della quale nulla sappiamo se non che viveva come un uomo qualsiasi, nella di della Nazareth. I Vangeli tranquilla esistenza tacciono su semplicitä di lunghi silenzio e nascondimento, ma Ubertino ricorre questi anni intuitus potente al suo mentalis, per completarli, all'immaginazione, di definire, in tutti gli elementi utili allo scopo per cercare essi nei phi da dettagli, imitare, una regola di vita piccoli un modello concreto di Ne scaturiscono vivaci quadri vita quotidiana, per ogni cristiano. in cui e esaltato il nascondimento, il lavoro manuale, il silenzio condella Sacra Famiglia ed e messo sempre in risalto lo stato templativo di povertä assoluta. La vita nascosta di Gesü, di Maria e di Giuseppe e modello e forma di vita perfetta. A Nazareth risplendono, seppur nascoste, le piü alte virtü e questo, scrive Ubertino, dovrebbe servire di ammodi nimento e condanna per coloro che si adornano presunte virtü davanti "0 a tutti: per ostentarle stupenda perfectio: veras virtutes 179Cfr. II Cor. 12,2 4. 180Cfr. Gal. 2,20. 181AVI, 11,66a. 62 fastus falJesus in abscondit et nos excerberati appetitu mundani ... hominum in sasvirtutes pretendimus oculis et vera vitia occultamus fama de inaniter gloriari virtutum"182. Il riferimento ai ut possimus frati delta Comunitä e chiaro e Ubertino non si lascia certo sfuggire l'occasione per una facile polemica contro chi usa il proprio status di religioso come copertura ai vizi o come cassadi risonanza per le di dicono Cristo imitare ma che si supposte virtü, contro quelli che degli ha imparato peggio chi appena qualcomportano altri, contro di Colui il e che essereconsiderato maestro, mentre cosa e pretende 1'esempio. la lingua e parlava con veto e sommo maestro taceva con In questa, come in numerose altre occasioni simili, Ubertino rivela il suo carattere polemico, che prende il sopravvento qualunque sia il tema delta sua riflessione; ma nello stesso tempo dimostra come in lui azione e contemplazione siano intimamente legate: e proprio dalla meditazione sulla vita di Cristo e sui grandi misteri delta fede di la to fare di sorgente questi che scaturisce stimolo a operate, a degli deve la uomini per un'azione che orientate e trasformare storia disegni divini. renderla conforme ai All'interno delta trattazione che segue passo passo la vita di Cristo e allo scopo di sviluppare alcuni temi particolari, Ubertino inserisce frequentemente materiale preesistente, soprattutto trattati di fino L'identificazione inediti. queste e sermoni rimasti ad allora interpolazioni non e difficile: talvolta Ubertino conserva addirittura it titolo originario (per esempio "incipit tractatus de perfectione"), la dimentica festa di il per quale altre volte eliminate riferimento alla festum", (es. "hodiernum determinato sermone era stato scritto un "hodierna solemnitas"). Questi inserti danno a Ubertino la possibilitä di affrontare in modo piü approfondito e sistematico le tematiche legate ai momenti principali delta vita di Gesü, che egli considera fonte primaria delta fede e delta dottrina delta Chiesa: ricordo, per l'importanza che rivestono in relazione alla spiritualitä di Ubertino e per evidenziare come 1'Arbor vitae si possa a tutti gli effetti considedel libro, "summa in particolare it terzo theologica", quelli rare una lunghissimo Jesu indigens183, pro nobis trattato sulla un capitolo nono, 'BZ AV II, 8,133 b. 183Dac. 184 a fino a c. 207 a. 63 povertä, e il capitolo tredicesimo, Jesusperfecta consulens,the ha pure un sottotitolo the ne illustra il contenuto, Tractatus de perfectione184; del libro, in particolare il capitolo quinto, Jesuspanis e quelli quarto il Jesus intumulatus18G,sulla sacratus185, sull'Eucarestia, ventiseiesimo, croce, il denso capitolo trentaseiesimo, Jesusspirans afflatibus187, the tratta dello Spirito santo, delle virtu, del libero arbitrio e dei sacraditatus188, Jesus il infine trentasettesimo, cruce capitolo menti; the delle "cinque dottrina la croci". ubertiniana contiene La chioma dell'albero: passione, morte e risurrezione La meditazione sulla passione di Cristo, che occupa interamente it quarto libro e dal quale ha preso avvio la redazione dell'Arbor vitae, e it tema centrale dell'opera e delta spiritualitä di Ubertino. Gli eventi delta settimana santa sono raccontati nei termini di bene fra Satana, fra Cristo e e male, uno scontro epico che inizia con l'ingresso in Gerusalemme e trova it culmine teologico nell'Eucaristia, dopo l'iniziale, la battaglia mortale che, con cui si apre apparente la di in Croce, con morte vittoria satana, si conclude che segna la disfatta del maligno e it trionfo finale di Cristo. All'Eucaristia Ubertino dedica un intero, lungo trattato, corrilibro, del Iesrespanis sacratus. quarto spondente at capitolo quinto L'Eucarestia e il segno visibile dell'amore di Gesü per 1'uomo, offerto dell'ultima cena ma per sempre, "dum non solo net momento supremo durabit ecclesia peregrina", attraverso it ministero sacerdotale degli fedeli dei loro in i possano sempre successori, modo che apostoli e trovarvi "cibum, et viaticum, et memoriale dignissimum sue sacratisdel La 1'esaltazione trattato parte comincia prima con sime mortis""'. dell'Eucarestia come cibo di vita eterna per ogni cristiano, quindi 184Da c. 221 a fino a c. 235 a. 185Da c. 283 b fino a c. 303 b '8GDa c. 337 a fino a c. 343 b. 187Da c. 369 b fino a c. 381 a. '88Da c. 381 a fino a c. 397 a. 189AVIV, 5,283b. 64 tratta degli effetti salvifici e delta teologia del sacramento190;seguepoi di una riflessione sul modo prepararsi a riceverlo191.La seconda parte e interamente dedicata at canone delta Messa e tratta De vestimentis his De sacerdotalibus, verbis queproferuntur in Missa, De actis qui sunt in Missa, De defectibus qui possunt evenire in celebratione Misse192. Partendo dalla lettura in chiave allegorica del sacrificio eucaristico, secondo it rituale romano, Ubertino cerca di identificare i continui del passione richiami alla contenuti nei gesti sacerdote. Nella formula della consacrazione tutto sembra convergervi: per esempio it stessa dei termini delta formula corrisponde at numero delle piaghe numero di Cristo sulla croce; l'ostia, che viene prodotta cuocendo it pane fra due ferri incandescenti, ricorda it corpo di Cristo posto fra it fuoco, dell'odio dei simbolo giudei che volevano ucciderlo, e it fuoco del suo amore per noi; e ancora: cosl come l'ostia e mangiata, triturata dai denti e ingoiata, allo stesso modo it corpo di Cristo venne triturato dagli strumenti delta tortura e ingoiato dal sepolcro che accolse it suo corpo esanime193 Ritornando alla meditazione sul momento dell'istituzione del1'Eucarestia,l'ultima cena di Gesü con gli apostoli, Ubertino richiama 1'attenzione su due di essi, Giuda e Giovanni, con i quali, alternativamente, egli sembra identificarsi. Prima Giuda194,il traditore, che Cristo amb come tutti gli altri e che fino all'ultimo cercb, invano, di salvare. Anch'egli partecipb all'Eucaristia, ma si oppose alla Grafine, l'offerta fino zia, resistendole pervicacemente e rifiutando, alla d'amore di Gesü. Come Giuda, Ubertino si sente un traditore, uno ha che nella vita ricambiato la grazia e 1'amore di Gesü con i suoi diversamente da Giuda, che ha detto un no definitivo peccati; ma Ubertino grazia, rinnova ogni giorno il suo proposito di fedeltä alla di fine, le sequela e sa che per questo, alla e sue resistenze saranno dall'amore di Dio. 1'altra figuEd vinte ecco che si profila e opposta di Giovanni195, ra, quella con la quale pure Ubertino si identifica, o 190Da c. 283 b fino a c. 293 a. 191Da c. 293 a fino a c.294 b. 192Da c. 294 b fino a c. 303 b. 193AVIV, 5,288b-289 a. 194AV IV, 6,303 a- 304 a, JesusIudam corripiau. '9sAV IV, 7,304 a- 305 b, Iesusdilecto stratus. 65 differenza di Giovanni Giuda, desidera A identificarsi. apri meglio it suo cuore all'amore di Cristo e to segul fino ai piedi delta croce: "Sicut autem perditum et perfidum ludam perceptio sacramenti in dilectum diaboli indigne tradidit, quia maiorem potestatem accessit,sic Ioannem devote suspicientem ad tantam familiaritatem adduxit ut divinitate Per Ubertino Iesu pectus repletum acceperit ad quietem". Giovanni e figura delta Chiesa contemplativa, perche interpreta in di dolcemente dell'apostolo it it abbandonare capo questo senso gesto figuratur benedicto ("in hoc di Gesü Ecclesia somno enim sul petto debet fine in temporum ad tam suavem gustum contemplativa, que in Christi"). pectore adduci contemplationis, ut vere requiescar Quetta di Giovanni e una figura molto importante nell'Arbor vitae. Come modello di contemplativo, in particolare, ricorre anche in un del libro, it IV importante trentaseiesimo, e anche qui capitolo altro 1'apostolo e colto nell'atto di posare il capo sul petto di Gesü. Ubertidell'ascesa dei Dio, it tema a riproponendo sei gradi no sta trattando da Bonaventura lettera to De triplici san net alla schema proposto definito del Trattando in perb, piü elevato, accordo con grado via"'. Bonaventura come "plena et vera tranquillitas, in qua tanta est tanta in silentio et somno quasi pax et requies, ut anima sit quodammodo dormiens"'91, Ubertino aggiunge un'importante puntualizzazione: la quiete contemplativa, che vede rappresentata efficacemente net sonno dell'apostolo, non e perdita di coscienza di se, come la concepisce Bol'anima immagina il orante come collocata nell'Arca naventura, quale di Noe, cioe completamente isolata da cib che accade intorno ad essa; Giovanni Ubertino in non c'e apatia o peggio ancora at contrario, per disinteresse per quello che sta accadendo intorno a lui, cioe 1'immidallo di Gesü: Giuda stesso annunciato quel tipo nente tradimento di tranquillitas la si raggiunge in tutt'altro modo, vale a dire "quando ita Deo, transit, tota ut nihil velit, nihil sub a seipsa anima mortua libeat, nisi illud quod de ipsa voluerit ordinate dilectus... In hoc gradu `omnem, Petri, inquit, verbum apostoli complevit anima sollicitudide in ipsi (I Pt. 5,7). eum, nem proiicentes quoniam cura est vobis' '96 AV IV, 36,372 b; BONAVENTURADA BAGNOREGIO,De triplici via, in Opera Omnia, VIII, Quaracchi 1898, p. 10. Cfr. G. L. PoTESrA, Aspetti implicazioni..., e cit., pp. 292-294. 197AV IV, 36,372 b. 66 Ista anima sentit quoniam bonus est Dominus et sanctus in omnibus della Dunque contemplazione al grado piü alto operibus suis"198. 1'anima arriva quando ha raggiunto uno stato di quiete perfetta, che la diversifica perche richiede non cessazione somiglia al sonno ma sene di ogni pensiero o preoccupazione, ma che essi vengano riposti nella Divina Provvidenza, rinunciando alla propria volontä per cercare dai dalle lasciarsi di influenzare Dio, pericoli, avversitä, senza quella dalle persecuzioni, nella ferma e fiduciosa attesa del compimento del 1'umanitä la di Chiesa. Dio per e per piano salvifico Cib posto, risulta ancora piü chiaro quello che Ubertino dice a dimostrare l'obiettivo: del di Giovanni che proposito sonno e ne svela i veri contemplativi, 1'ereditä del Signore, non sono quelli che si allontanano dalle preoccupazioni terrene ma quelli che le dominano, la insieperfezione e, che non ne sono angosciati: costoro, raggiunta delle didi turbine me, questo stato quiete, anche se si trovano nel fossero imperturbabili, indifferenti come se strazioni, rimangono e "assopiti" ("ad sublimitatem perfectionis et quietem adducti ab omni distractionis turbine sopiuntur"). Assopiti, non profondamente addormentati, dunque sempre vigilanti e pronti all'azione, disposti a fino Signore il in tutto tutto, alla morte, perche sanno seguire e per ("Nihil divina della la aliud volonta che vera pace sta nel compimento fervore dilecto in amoris et tolerantia passiomori querunt nisi cum frui in ipso in nis, et perfecta quietudine adimpletionis voluntatis divine")199. Rinunciando a ogni forma di gratificazione, consapevoli dei propri peccati, null'altro desiderano se non che il Cristo sia glo("... fino be alla croce rificato e null'altro vogliono che seguirne orme diffidentes de propriis meritis et propria vilitate inabyssati de solo Christi merito gloriantur, et de hoc sunt contenti, et nihil aliud volunt dum in benedictus Iesus illud seipso quod viveret eis meruit nisi della fanno Per passione questo essi maxime per supplicia passioni"). di Gesü il centro della loro preghiera, desiderando, come Francesco, ("Et idcirCristo esseretrasformati nel povero, sofferente e crocifisso dolores in Christo totaliter et penurias transforco sunt passiones et mati per altissime paupertatis amorem')zoo 198Ibid. 199 AV IV, 7,305 a-b. 200 Ibid. 67 Finalmente Ubertino svela 1'identitä di questi eletti: "hi sunt figli legitimi fili di Francisci", i Francesco, quelli veri, viri seraphici legittimi, in una parola gli spirituali. Ubertino scrive 1'Arbor vitae difficoltä, loro, loro loro condizione, alle alle persepensando a alla fede, rafforzarli nella cuzioni che subiscono e vuole rassicurarli nella la la loro destinata e missione speranza, confortarli con promessa che liber "istis datur dei fine tempi, quando apertus .... a compiersi alla datur istis datur intelligentia calamus mensure .... scripturarum ... eis Istis datur potestas alligandi sathanam. Istis datur fundamentaliter ... fundetur"ZO' in eis nove ecclesia contemplative structure ut Insieme a Giovanni, 1'altra figura chiave della Passione e la Madonna che, proprio mentre stava ai piedi della croce, fu affidata da Gesu alle cure del discepolo prediletto. Anch'essa e colta nell'atto di dolore, Cristo nel piu profondo crocifiscontemplare, nel silenzio e disegno le Maria e divino, Condividendone cosI, per sofferenze, so. "Electrix Figlio enim gratia nella missione redentrice: associata al dignitatem ipsam maternam elegerat totam ad compassionem ad que E del filii il impellebat"202. tema centrale questo morientis capitolo libro, del Jesus Maria matri compatiens203. quarto partequindicesimo del Figlio del in Dio morente madre sia sia quanto passione cipa alla duplice identitä dolore essa soffre per questa un morente e proprio ha del sofferto, secondo solo mai a umano quello essere che nessun Figlio. E stato Gesü stesso, consapevole delle virtu e dei meriti della dolori, della rendendola compartecipe ai suoi madre, ad associarla dell'umanitä. redenzione Maria condivise in tutto le ultime ore di vita del Figlio, anche domandare il Padre di per perche tanta nell'ultimo grido, rivolto al i Vangeli Integrando, il "intuiuna volta, con ancora suo sofferenza. bocca lungo Maria in Ubertino a un mette tus mentalis", monologo in cui ella chiede ragione, dal suo punto di vista, del silenzio di Dio di fronte a tanta sofferenza. Nella drammatica implorazione rivolta dalla Madre al Padre del Cristo morente c'e la risposta al piü grande interrogativo del credente: perche Dio lascia solo l'uomo di fronte al 201Ibid. 202AVIV, 15,324 a-b. 203Cc. 321b b. -325 68 dolore? E la risposta non sta nelle parole ma net silenzio misericordioso di Dio. Qui la prosa di Ubertino raggiunge un livello e una intensitä davvero straordinari: "Et numquid Maria che parla - numquid -e Deus omnipotens ego sum sola mater? Et tu non es huius doloranti flere Cur Pater tui permittis? ... et ergo me solam unigeniti eternus? Ubi est amor tuus quern in monte expressistidicens `hic est filius meus dilectus' ? Numquid ego sola et infelix debeo flere filium ? An, quia ... ... Deus es, ideo bonus non es?". Alle drammatiche e disperate parole di Maria, il Padre risponde, quasi difendendosi, che in quanto Dio non divinitatis dolore "sed deest in puö provare ma aggiunge: quid mihi natura confortii fletis tui, ego faciam in mihi subiecta creatura, que tota di funereas dolore dabit Dio tecum voces si esprime ad celum"2Ö4.11 dunque net pianto di tutto l'universo, dal quale gli unici a dissociarsi fronte di di indifferenti sono gli uomini empi ogni epoca, che restano dolore di ha it Figlio Dio at che sofferto per amore, per aprire all'uomo la delta delta caduto via salvezzae gioia eterna. A questo punto Ubertino si ferma a contemplare il Cristo crocifisso di immedesimarsi net racconto evangelico, e, grazie alla sua capacitä fine la in intensitä tale che alla rivive prima persona scena con una di ford delta dal sua peso emozioni piü rimane attonito, schiacciato di descriverla con un realismo capacitä sopportarle; eppure riesce a lettore. Nello il stesso tempo riflette su se che colpisce e commuove di Cristo, infedeltä che stesso, sui suoi peccati, sulla sua all'amore invece riversa su di lui e su tutti gli uomini un "diluvium gratiae", "Quis ibi tutto travolgere apertas che sembra e risanare: non videat diluvium inundet catharactas celi ut gratie ad nostram giganteam lasciviam "205. A suffocandam? questo amore superbiam et carnalem bone disperata: "0 lesu, Ubertino totus rivolge richiesta una crocifisso in impium teipso peccatorem a meipso, et effusus me, effunde me a in tua precordia tuo sanguine vacuata transportä1206. Si arriva cosi alla morte di Gesü. Dopo la lunga e articolata riflessione sulla passione, il momento delta crocifissione e narrato con fosse Ubertino una certa sinteticitä, come se rimasto senza parole; 264AV4,12,318b-319a. 2osAV 4,17,326 a. 206 AV 4,17,326 b. 69 1'intensitä della ma poi meditazione conosce un ulteriore crescendo, fino al lungo capitolo ventunesimo, Jesusclamando moriens207,in cui di Cristo, interpretate come un testamento riflette sulle ultime parole spirituale, come sintesi ultima di tutta la rivelazione. Spicca su tutte la meditazione sulla sete di Gesü, che e ormai svuotato, inaridito. La sua richiesta di bere esprime il desiderio di ricevere, in cambio di di ha dato la dolore, 1'amore i tanto coloro per quali vita, ottenendo in risposta solo fiele, simbolo "tante abominationis et tante amaritudinis spurcitiam"208. ... Ormai tutto e compiuto e Cristo, consegnando la sua anima del Siamo in Padre, muore croce. al capitolo ventiduenelle mani drammatico Jesus in la privatus209, simo, vita che conclude modo dell'Arbor breve drammatica piü vitae: un capitolo, poco piü parte di una colonna, composto quasi esclusivamente da domande senza dolore. di da C'e la tempo ancora risposta e esclamazioni per scena del colpo di lancia che trafigge il costato di Cristo210e del bellissimo dialogo-disputatio fra Maria e la croce211.Poi, dopo la discesa di Cristo negli inferi per liberate le anime dei giusti, arriva finalmente 1'annuncio gioioso della Risurrezione, della Pasqua, del trionfo di Cristo. Dal capitolo trentaquattresimo, Jesuslargitor Spiritus al capitolo diffusamente Ubertino Iesus dello parla trentaseiesimo spiransafflatibus, Spirito Santo, del disvelamento dei misteri di Cristo agli apostoli e dell'azione dello Spirito nella vita della Chiesa. I temi affrontati sono libero dal dai arbitrio al primato di sacramenti alla grazia, numerosi: Pietro. Il discorso, apparentemente disarmonico, trova una sua unitä d'essere da 1'avvio, punto trae proprio nel cui e una sua ragion nel fatto cioe che tutto ciö di cui tratta va posto in relazione con la Pendopo 1'ascensione, ha lo Santo, Spirito che, tecoste e preso il timone della barca di Pietro, guidandola verso il compimento del progetto di Cristo nella storia. 207Cc. 329 a- 334 a. 208AV IV, 21,332 b. 209C. 334 a-b. 210 IV, 24,335 a- 336 a. 21 AV IV, 25,336 a- 337 a. Qui Ubertino inserisceuna composizione poetica che non e sua ma di "quidam devotus passionisChristi" (c. 336 a). 70 Un progetto del quale Ubertino cerca di anticipare al lettore il libro dell'Arbor prossimo compimento nel quinto ed ultimo vitae. I frutti dell'albero: la Chiesa e la fine dei tempi Conclusa la rivisitazione della vicenda terrena di Gesü, ("consumata felice arbore crucifixe vite lesu"), Ubertino rivolge la sua attenzione "ad multiplicem utriusque prolem in propagata ecclesiä', cioe, per dell'albero, fructum"Z'2. "ad restare nella simbologia abundatem Partendo dal primo dei frutti, la nascita della Chiesa, e seguendo il corso della storia, Ubertino intende arrivare fino a un frutto particolare, "ad ilium", afferma, "quern principaliter intendimus evangelicum del "per della Chiesa iniziato statum", quello minimum rinnovamento di d'Assisi. Francesco Ma minorum", prima spiegare il senso e il ruolo ha la Dio Francesco Ubertino che affidato a espone sua nella storia, dottrina delle tre eta e dei sette stati del mondo. Si parla spesso, a questo proposito, di Ubertino come "gioachiIn ho detto Ubertino mita". realta, come gia all'inizio, probabilmente di Gioacchino da Pietro Fiore conosce solo grazie alla mediazione di Giovanni Olivi e alla sua Lectura super Apocalipsim, ultimata nel 1298, che cita gli scritti di Gioacchino, in particolare I'Enarratio in Apocalipsim. I all'Olivi, e non all'abate florense, che Ubertino si ispira direttamente, inserendo ampie citazioni dei suoi scritti specialmente libro, fondamentale del V il nel molte pagine quale, per esempio della del letterali Prologo primo capitolo, sono trascrizioni pressoche Lectura dell'Olivi. Ipotizzato da molti e dimostrato efficacemente prima dal Manla dal legame fra 1'Arbor Lectura Potesta214, il poi selli213e vitae e Apocalipsim, super che oggi chiameremmo plagio ma che nel Medioevo era considerato l'omaggio di un autore a un altro autore, va da in Ubertino, considerato relazione alle modifiche apportate piccole ma significative, che segnano la differenza fra 1'allievo e il 1'Olivi l'attesa e resistenza e testimonianza, per Ubermaestro: per tino e lotta e condanna. 2'2AV V, 1,409a. 213Cfr. R MANsau, Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., cit., passim. 214Cfr. G. L. PomsrA, Storia ed escatologia...,cit., p. 57 e ss. 71 In ogni caso, per capire 1'escatologismo di Ubertino e necessario divisione della dall'Olivi, dalla in sua sei stati, piü un partire e storia fra la fine la dei L'Olivi tempi. colloca sua epoca settimo che segue il quinto e il sesto stato, l'uno caratterizzato dalla decadenza e 1'altro dalla rinascita: e proprio in questo travagliato periodo che 1'anticristo del il suo sferra suo piü violento assalto, che porta all'instaurazione definitiva di della Cristo. Oltre vittoria a questa effimero regno, prima divisione ce n'e un'altra, ternaria: 1'etä del Padre, quella del Figlio e da Gioacchino da La dello Santo. Spirito terza eta, annunciata quella Fiore e aperta da Francesco,e caratterizzata dal ripristino dell'osservandalla del Vangelo, sua piena comprensione, grazie alla intelligentia za dalla da del poverta apostolica; non senzaresistenze parte spiritualis, e demonio, che combatte con tutti i mezzi, soprattutto con l'inganno, 1'effimero Sara di trionfo servendosi un clero e una gerarchia corrotti. della ecclesiacarnalis: i giusti saranno perseguitati, i veri poveri, cioe i fedeli imitatori di Francesco come gli spirituali, saranno accusati di I eresia,emarginati e uccisi. pochi sopravvissuti saranno ulteriormente fine dall'anticristo, sara annientato; quindi che perb alla perseguitati beatitudine 1'era della il Messia, eterna215. per aprire ritornera Per 1'Olivi esiste uno stretto legame fra la questione della poverta E la l'arma del infatti, delle ricchezza, mondo. privilegiata eta e quella dell'anticristo per corrompere la Chiesa e 1'umanita. E la risposta e la poverta. Tutta la riflessione dell'Olivi si sviluppa senza alcun rifefatti di L'Olivi non pone nemmeno cronaca. rimento a personaggi o la questione della legittimitä dell'elezione di Bonifacio VIII, e vede dell'Ordine, buone la divisione intenzioni generata con negativamente da Celestino; anzi resta fermo nel suo sentirsi dentro la Comunita. In sostanza quella dell'Olivi e solo una speculazione teologica, dalla Scrittura, basata Sacra quale trarre speransulla una riflessione za, incoraggiamento e stimolo ad andare avanti sulla via tracciata da Francesco,difendendo l'ususpaupercome parte integrante della Regola. I; Olivi non fa della sua riflessione un programma politico e di questo detrattori, ben i erano consapevoli suoi che all'inizio non misero sotto la Solo teoria accusa sua apocalittica. molto piü tardi dalle critiche zis Per una introduzione al pensiero di Pietro di Giovanni Olivi dr. D. Butt, Olivi and the FranciscanPoverty:the origin ofusus pauper, Pennsylvania 1989, tr. it. Olivi la povertyfrancescana. e Le origini della controversiasull'usus pauper, Milano 1992 (= Fonti a ricerche 4). 72 generiche si passb alle accuse circostanziate, precisamente nel 1318, da la Giovanni XXII prese in esame istituita quando commissione la Lectura super Apocali la della dell'Ordine, la dissidenza attribuita responsabilitä sua tomba, fu di da degli distrutta. giä meta zelanti, pellegrinaggi parte Diverso e il caso dei gruppi di Spirituali che fin dal 1290 si rila "secta chiamavano alle sue teorie e che poi vennero additati come fratris Petri Iohannis", cioe una fazione, un partito, un movimento E difficile divennero "partito"? le Ma politico. quando teorie oliviane stabilire un termine preciso, ma e certo che questo si era giä costituito in tempo al cui Ubertino, nel 1305, comincib ad attingere a piene Lectura mani alla superApocalipsim traendone elementi utili per una lettura politica degli eventi a lui contemporanei, una lettura gravida di conseguenze sul piano del rapporto con le autoritä ecclesiastiche e con il papato in particolareZ'' Di per se, il pensiero dell'Olivi non aveva niente di intrinsecadel Collationes in Bonaventura, mente eterodosso e nelle resto giä Hexaemeron, aveva anticipato molte delle tematiche oliviane: per la 1'Olivi, Chiesa spirituale avrebbe sope esempio, vero che, secondo la fine Chiesa dei in tempi, e ogni caso piantato carnale, ma solo alla la sostituzione doveva avvenire per opera di Dio, non dell'uomo. E l'intelligentia la Bibbia con una nuova ancora: spiritualis non sostituiva rivelazione ma ne svelava semplicemente il senso vero e profondo. Nemmeno 1'affermazione che nella terza eta lo Spirito Santo avrebbe direttamente fedeli costituisce eresia, parlato e senza mediazione ai 1'Olivi ha la detto perche non mai che gerarchia, e tutto il sistema di potere della Chiesa temporale, dovevano considerarsi gia superati. L'idea che si andava sempre pit radicando nei testi degli apocalittici francescani e, semmai, che la Chiesa era prossima a una profonda trasformazione: sfumata ed evanescentein Bonaventura, questa conla diventa il vinzione assaipit concreta nell'Olivi, per quale terza eta di la da non era venire, ma era gia, at suo tempo, misteriosamente in atto. Ubertino, invece, si spinge molto pit avanti, togliendo ogni velo e identificando esattamente personaggi e circostanze: per lui la dalla delChiesa, in vera curia quel momento, era stata soppiantata Z16Su questi temi si veda I'analisi particolareggiata di D. BURR,op. cit. 73 1'anticristo. I veto che Ubertino non mette mai in dubbio la realtä della Chiesa come istituzione, anzi, arriva a sottoporre al giudizio del Magistero la sua opera ("Cui soli et eius correptioni librum et dichiara in pronto a me plene submitto") e, se giudicato errore, siChiesa, in ritrattarla qualsiasi momento; ma non subito, non a questa bensl a quella che verrä, "postquam fuerit a fecibus truculente bestie di di la Cristo la Chiesa Ora e ma satana e sposa non expurgatä1217. il papa e 1'anticristo mistico. Partendo dall'escatologismo dell'Olivi, Ubertino elabora un sidella di fornire interpretativa in una chiave grado sterna coerente di identificare, in nei personaggi e particolare cerca storia umana; dell'Apodel i i negli eventi suo tempo, personaggi, gli eventi, signa divide la in Secondo Ubertino218 sette stati, corrisponstoria si calisse. denti alle sette visioni dell'Apocalisse. Il primo stato e quello della Chiesa primitiva; il secondo corrisponde all'epoca dei martiri; il terdegli dei dottori della Chiesa, dei Padri e e apologisti, che zo quello dalle difendendolo dogma il il eresie; cristiano quarsalvaguardarono dei degli e primi monaci. A partire dal to stato quello anacoreti e dell'impero la Chiesa iniziato tempo carolingio, al coquinto stato, dal debolezze derivanti indulgere suo potere temporale, alle mincia a di lasciarsi di piü negli affari moncoinvolgere sempre accetta cioe dani, accumulando ingenti patrimoni: comincia cosi la fase della decadenza. Nel sesto stato inizia la renovatio ecclesiae,accompagnata dalla renovatio evangeliceperfetionis,grazie alla riscoperta della poverla di degli Cristo vita e apostoli e tä come elemento caratterizzante dunque come forma vitae per tutta la Chiesa; in esso,come vedremo, dei dall'Ordine Minori. Il determinante e svolto completaun ruolo la in ha Chiesa della stato, cui settimo nel si rinnorenovatio mento la In Gerusalemme celeste. ciascuno stato la vata si congiunge con Chiesa subisce dal demonio un particolare attacco: nel primo e athebreorum"; dal dalla "singagoga nel secondo paganesimo, taccata dall'Islam, dai dall'eresia, falsi nel quinto net quarto nel terzo cristiadall'anticristo, prima quello mistico, cioe mascherato, e ni, nel sesto 217AV V, 18,496 b. La dichiarazione di sottomissione al giudizio della Chiesa si trova anche nel Primo Prologo,c. 7 b. , 218AVV, 1,409a-420b. 74 poi quello aperto; infine nel settimo subisce 1'attacco frontale di satana. Il passaggio da uno stato all'altro non e netto ma sfuma in una fase di transizione piü o meno lunga. La periodizzazione dei sette stati e integrata da Ubertino nella suddivisione della storia del mondo in tre eta, delle quali la seconda eta, quella del Figlio, incorpora i primi cinque stati, mentre la terza, dello Spirito Santo, incorpora il sesto e il settimo stato. Nella quella divisione ternaria giä l'Olivi si era distaccato da Gioacchino, caratterizzando le tre eta non come quelle del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ma per il diverso rapporto con il Cristo; a sua volta Ubertino insiste su questo punto e precisa che le tre eta sono da rapportare sia alla Trinitä sia al Cristo. Una precisazione importante, finalizzata fra 1'altro a prendere le distanze da Gioacchino, dal gia condannato Lateranense IV (1215), e da un neogioachimismo rigido, come quello di Gerardo da Borgo san Donnino, che era stato condannato dalla Chiesa e dai teologi, in particolare quelli domenicani219. Non c'e in Ubertino nessun "superamento" del "vecchio", ma il riconoscimento dell'opera dello Spirito Santo, che progressivamente rivela i misteri di Cristo alla Chiesa e al mondo. Un superamento tuttavia c'e, ed e precisamente quello definito nel primo capitolo del V libro, in cui si dice che, come la Chiesa ha posto fine alla sinagoga, cosI, nel sesto stato, ci sara una purificazione generale che porrä fine alla corruzione accumulata nei cinque stati precedenti. Comune all'Olivi ea Ubertino e la visione dei tre avventi di Cristo, che segnano le tre eta in cui e divisa la storia: il primo nella carne, il secondo nello Spirito, il terzo nella gloria. Posto che lo Spirito Santo ha sempre guidato la Chiesa, Ubertino evidenzia il ruolo particolarmente importante che esso ha svolto per illuminate e guidare una figura come quella di Francesco, l'alter Christus inviato l'ultima di Cristo la per preparare venuta e per accompagnare Chiesa nel passaggio dal quinto al sesto stato della Chiesa e dalla seconda eta alla terza220:"Sicut in secunda etate reiecto carnali Iudaismo et vetustate prioris seculi venit novus homo Christus Ihesus cum nova lege vita, et cruce, sic in sexto statu apparuit novus homo Franciscus Z'9Cfr. G. L. POiFSr'A,Storia ed escatologia...,cit., pp. 78-80. 220Cfr. AV V, 2,420 b- 421 a. 75 lesu Christo crucifixus et a cum evangelico statu quinque plagis configuratus in carne"221 . Ubertino diverge dall'Olivi sul ruolo del francescanesimo nella Manselli, fondamentale il lui, laddove 1'Olivi, come osserva storia, per "con umiltä e senso concreto delle proporzioni storiche aveva invece lasciato senza specificazione ed inquadrato piuttosto nello sfondo della generale conversione di tutto il mondo a Cristo"222. Ma l'origidi Ubertino sta soprattutto sull'importanza che attribuisce al nalitä fra XIII e XII il il qui secolo: e suo tempo, cioe al periodo compreso diventa dell'Olivi la un preciso e che riflessione puramente teologica circostanziato programma politico. Francesco, novello Elia, e Domenico, novello Enoch, sono gli inviati incaricati di annunciare il compimento della storia. Nel libro, del Jesus Ubertino V intitolato trntc renovatus, sesto capitolo di la il Francesco e toccata missione storica rinnovare afferma che a delle Regola, infatti, Vangelo La e un nuovo origini. cristianesimo la "forma dire fedelmente evangelice vite", vale a perch6 ripropone il messaggio dei Vangeli e il modo di vivere di Gesü e degli apostoli. Per questo chi nega che la Regola possa esserefedelmente osservata il Vangelo. nega che possa essereosservato II fatto che Francesco non sia stato accolto dalla Chiesa, che fedeli frati, ha lo seguaci, monache e perseguitato nei suoi piü anzi la di Cristo laici, e e non piü sposa segno che essa, ormai, perfino "sed Babylon et meretrix et impudica". Cosi il capitolo VIII, Jesus falsificatus, spiega come e da chi la Chiesa e stata tratta in inganno: demonio, di decadenza 1'anticristo e il che opera attraverso tanta artefice le di delle longa la temibili piü satana, con manus armi, la mistico, la Dalla il breve: e profezia all'attualitä passo e menzogna. corruzione A papa Bonifacio VIII non e il legittimo successoredi Celestino V ma 1'anticristo, l'angelo dell'Abisso, la bestia che sale dal mare223.Lui e il la XI, Benedetto eletto senza presenza in conclave dei suo successore 221 AV V, 2,419 a. 222Cfr. R MANSELLI, Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., p. 103. Secondo il Manselli, ma la sua conclusione deveessereun po' ridimensionata, "Ubertino, sul piano teorico, non realizza nessuno sviluppo n6 fa compiere alcun progressoa quelle idee" (si riferisce all'Olivi); "in altre parole un pensiero personaleed autonomo di Ubertino circa la storia della Chiesa e dell'Ordine francescano, in realtä, semplicemente non esiste" (p. 109). 223Cfr. G. L. POTFSTA, Storia ed escatologia...,cit., p. 144. 76 due cardinali Colonna, illegittimamente esclusi, sono i due mostri menzionati nel capitolo tredicesimo dell'Apocalisse, i cui nomi sono celati nel numero 666, che Ubertino decodifica con la parola greca Benedicths,cioe Benedetto di Anagni (Bonifacio VIII) e Benedetto XI. Satana si serve di questi falsi pontefici per rimediare agli "errori" di Celestino V, che, con le sue scelte e soprattutto con la fondazione dei Paupereseremitae, stava per rendere possibile la rinascita dell'Ordine francescano e il ripristino dell'osservanza della Regola, in unione con il Testamento.Una minaccia mortale per i progetti di satana, che di conseguenza ha reagito con tutta la forza possibile. La lettura di Ubertino, dunque, parte si da quella dell'Olivi, ma poi, identificando con precisione personaggi e circostanze, ne cambia profondamente il senso e il fine: "1'ecclesiologia di Olivi diventa ideologia in Ubertino"224. Da questo momento 1'Arbor vitae non e piü libro libro di storia e vi fanno la loro comparsa un profetico, ma un personaggi di attualitä come i cardinali Colonna, Filippo il Bello, Manfredi, Corradino e molti altri. L'Olivi invece si era rifiutato di identificare simboli e persone reali, consapevole del fatto che comunfuturo, il que nessuno pub conoscere perche questo significherebbe appropriarsene, acquisire una forma di controllo su cib che e solo di Dio22s, Invece questo e proprio do che fa Ubertino, anche se crede di farlo in nome di Dio. Non solo: si erge a giudice, perche si trova obbligato a spiegare i motivi della süa condanna e quindi cerca di dare fondamento un canonistico e teologico alla propria visione, finendo su una strada del tutto divergente dall'Olivi, come quando intende dimostrare 1'illegittimitä delle dimissioni di Celestino, mentre l'Olivi aveva affermato il contrario. Il pensiero ubertiniano e carico di conseguenze dirette sul piano Dal politico. momento, infatti, che sul soglio di Pietro siede un usurpatore, la cattedra e vacante e la Chiesa di Roma non e quella "spirituale" ma quella "carnale", destinata a trionfare sui suoi nemici, in che sono realtä i veri cristiani, ingiustamente perseguitati e accudi sati eresia; ma e un trionfo effimero, perche e prossimo, deve necessariamente essereprossimo il ritorno di Cristo, che chiarirä ogni 224Ibid., pp. 149-150. 225Ibid., p. 154. 77 dell'ulla ("clarificatio in attesa veritä, cosa sexti status") e ristabilirä fine la Dopo dell'anticristo aperto. tima grande persecuzione, quella della persecuzione e 1'inizio del settimo stato, nascerä una nuova Chiesa, annunciata dallo stessoangelo che, nell'Apocalisse, proclama la caduta di Babilonia. Ubertino non identifica con precisione quedel forse il papa ritorno alla purezza pensa a un papa, st'angelo: della Chiesa di Cristo e alla pratica della povertä evangelica. Comunla in tempo proprietä privata sara superata, tutti gli que sia, quel in beni in i tante piccole e vivranno comune uomini metteranno l'Apocalisse, i0226 dice temp e non non vi sarä alcun comunitä: come direttale Scritture, perche ogni uomo contemplerä vi saranno piü di Dio. il mente volto Ma i guai non saranno ancora finiti: la Chiesa rinnovata subirä Fassalto finale di Gog e Magog, con la cui sconfitta finirä la storia del la di Cristo, il il giudizio e resurrezione mondo, vi sara terzo avvento finale. Un frutto particolare: Francesco e 1'Ordine dei Minori Come abbiamo visto, la comparsa di Francesco e dell'Ordine dei Minori segnail passaggiodal quinto al sesto stato della Chiesa e dalla fine del la Chiesa Alla quinto stato, quando seconda alla terza eta. deturpatä'227), ("tota Dio volle era ormai profondamente corrotta due in essa profeti, san concedere un'ultima opportunita, suscitando Francesco e san Domenico, per portare la luce e indicare agli uomini la via della salvezza, dando inizio cosi al sesto stato, caratterizzato dallo smascheramento delle trame del demonio e dalla rinascita della vita evangelica. Ovviamente 1'attenzione di Ubertino e tutta concentrata su Fran1'Angelo del di e sigillo sesto cui parla cesco, che presentato come 1'Apocalisse: "et vidi alterum angelum ascendentem ab ortu solis, habentem signum Dei vivi" 228. 226"et templum non vidi in ea, Dominus enim Deus omnipotens templum illius est et agnus", Apc. 21,22 22'AV V, 3,421 b. 228 Apoc.VII, 2; dr. AV V, 3,422 a. 78 Sull'origine di questa identificazione Ubertino non ha dubbi: risale a Bonaventura, e precisamente alla predica che tenne durante il Capitolo di Parigi del 1266. A quel Capitolo era presente Giovanni da Parma e questi 1'ha poi riferito a Ubertino, aggiungendo di suo che la nascita di Francesco avrebbe segnato 1'inizio della sesta eta del mondo229.Ubertino aggiunge ancora che con Francesco si compie il di Cristo e il trapasso dalla seconda alla terza eta. secondo avvento 11Poverello, dunque, e piü che un santo; dopo Gesü, e il personaggio chiave della storia, mentre le stimmate, miracolo unico e inaudito, sono la consacrazione della sua missione storica ed escatologica: Dio ha fatto di Francesco il fondamento della Chiesa rinnovata e della terza eta del mondo. Dal momento della conversione in 1'unica del Poverello, afferma Ubertino, fu di poi, preoccupazione "ut Christi vestigia operata et oblivioni tradita in se et in adoperarsi aliis renovaret: et istud fuit singulare privilegium istius benedicti Francisci, quo vita Jesu primum meruit universaliter et sollicite in statu communi et durabilis Ordinis sui Ecclesie sancte dare"230.E in effetti Francesco "vita Christi singularissime fulsit, ut ex Evangelii patet observantia in crucifixione, in humilitate profunda, in paupertate extrema, et in fervore charitatis et desiderio nostre salutis, et per supplicium site crucis, et piissima condescensioneet compassionepeccatoribus et afflictis; sed eius quam maxima perfectio fuit in interiori cultu et perfectione charitatis divine"231. Oltre a questo, Ubertino fa una considerazione a parte sulla austeritas vitae di Francesco, per la quale rimanda alla testimonianza della Legendamaior, sebbenein essa, su questo tema specifico, "modicum fit"232. Qui Ubertino fa un chiaro distinguo fra ciö che Bonaventura dice a proposito della spiritualita di Francesco e cib che dice a proposito del modo di viverla con i frati, suoi cioe in austeritas, quella mira austeritas che egli certamente esalta nella Legenda, ma non in modo tale da far capire quanto essa caratterizzassenon l'immagine agiografica di Francesco ma lo stile di vita quotidiano suo e della primitiva fraternZtaS233.Francesco scelse 229AV V, 3,422 a. 230AV V, 3,421 b- 422 a. 231AV5,3,423a. 232AV 5,3,423 b. 233 Ibid. 79 di vivere "tanta rigiditate discipline in victu, vestitu, et habitaculo, somnio... ut vix necessaria sumeret sustentationi nature" non per fosse altro modo per vivere ascesi, ma perche riteneva che non ci 1'ideale dell'altissima pazcpertas,che per Ubertino rappresenta, senza della francescanesimo fondamento del dubbio, il stessa pere alcun fezione cristiana. Nel capitolo nono del terzo libro, che e un grande trattato sulla di Ubertino tipi povertä o nuditä: afferma che esistono vari povertä, la povertä che deriva dalla rinuncia alla proprietä, implicita in ogni forma di vita ascetica; la rinuncia al diritto di possesso,che e tipica dei religiosi; la rinuncia anche a ogni forma di possessoderivante da donazione. Questo tipo di povertä, che e il piü radicale e contraddistingue gli äpostoli e gli uomini perfetti234, conduce di fatto chi di di indigenza in e uno stato privazione vi si sottomette a vivere la del perche comporta rinuncia a pane quotidiano, totale, perfino diretto derivante dal di forma indiretto, possesso, o sicurezza ogni dei mezzi di sussistenza:e proprio questo il tipo di povertä che Franlettera l'insegnamento frati, ha indicato seguendo alla ai suoi cesco di Gesü, il quale per primo ha dichiarato che la perfezione sta tutta "virtutum e omnium perfectio et reginä'. nella povertäz35e che essa Percib, conclude Ubertino, "in hac renovatione consistit perfectio Franciscus, Jesu emulator similitudinis quod propter a omnis status, sue conversationis primordio ad sanctam paupertatem querendam et Christi similitudinem observandam, totum omni studio, secundum suum convertit conatum'z36 Se Francesco e stato inviato da Dio a rinnovare la Chiesa ea dunque la e essenziale conoscere il suo ripristinare vita evangelica, insegnamento e capire la sua vera intentio: l'intentio di Francesco e l'intentio di Cristo, perche e Cristo il veto autore della Regola237,che interpretazioni ne subire modifiche o per questo non pub sbagliare, 234AV III, 9,190 a: "Est et tertia nuditas maxima que consistit in his que dicta sunt, et insuper in abdicatione omnis transitorie facultatis cum penuria et indigentia opportune sustentationis". V, 3,425 b: "Iesus... in ea evangelicam perfeccionem constare decrevit". 236Ibid. 237AV V, 5,447 b: "Piissimus Iesusin constitution huius Regule principalis est actor et hec est ilia eadem vita et prcfectio que in Evangelio continetur et miro spiritus artificio in hac per eius spiritum confecta Regula brevi compendio includitur et plenarie replicatur ". "AV 80 fuorvianti. Fin qui, sostanzialmente, tutti i frati sono d'accordo. Ma delle il intendere parole della Regola? come correttamente significato Con 1'altro fondamentale scritto di Francesco, il Testamento,che cola l'unica della Come Regola, interpretazione Regola. stituisce corretta Testamento il e il pur senzaaverne medesimo valore normativo, anche ispirato. Ubertino non arriva a dichiarare che tutti i frati sono obblidel dettato Testamento, il tuttavia sostiene gati, per voto, a osservare che "refutare Testamentum sanctissimum et eius nolle servare monita non est plene servire evangelicum statum et est magne retrocessionis indicium"238. Del resto proprio dalla negazione del valore giuridico del Testamentoe cominciata quella decadenza dell'Ordine, decadenza la "nunc Regola Coloro in terminata che che osservano est ruinam". "secundum declarationes et dilatationes quas procuraverunt a multis dalla forse salvezza, romanis pontificibus" non si allontaneranno beatus da "summa Franciscus ma certamente quella perfectio quam Christo in ipse se et volebat a asseruit se a servavi accepisseet quam fratribus observari"239. Come il sesto stato e caratterizzato da una continua tensione fra fermenti riformatori e resistenze, cosl anche la vicenda dell'Ordine, fin dai suoi esordi, e stata caratterizzata dalla tensione fra lo spirito della ha fondatore, Comunitä. le il che animato evangelico, e resistenze In questo senso Ubertino e in profondo contrasto con la visione di Bonaventura, che riteneva la vicenda di Francesco un'esperienza unica, inimitabile, partendo dalla quale, in seguito, si e sviluppata un'altra linee ha diversa dell'Ordine, che seguito esperienza storica, quella e Secondo Ubertino, Francesco e invece, si trovato subito a proprie. lo la ha Comunitä, contestato e tradito mentre era che contrasto con l'insegnadecadenza di la in Egli impedire con vita240. cercö ancora 1'esempio, ma non ci riusc1241e cosi, quando si accorse mento e con dell'inutilitä dei suoi sforzi, si fece da parte e "gemens toleravit quod corrigere non potuit"242. 7eAVV, 3.432a. 239 Ibid. 70 AV V, 7,450 b: "A principio simul cum perfectione orta est infectio status nostri". 241Cfr. AV V, 3,433 a. 242AVV,7,450a. 81 Toleravit e la parola chiave: secondo Ubertino Francesco non la della subi; sua comunitä, ma acconsentl mai alla trasformazione deve inteso il come tacito consenso essere quindi suo silenzio non del Tela dimissioni dissenso. Le e redazione sue ma come esplicito la furono veritä, tentativi gli estremi tentativi per ristabilire stamento falliti, se si guarda all'Ordine, ma riusciti se si guarda apparentemente dagli degli ultimi, estremi gesti spirituali, che proprio al movimento del fondatore sono stati riportati sulla giusta via, la via della povertä della minoritä243 e Dio perö non ha mancato di mostrare alle generazioni future la di di Francesco, dello dell'esempio con un segno vita stile e validitä inequivocabile: le stimmate. Gesü, infatti, prevedendo che la Regola devianti, interpretazioni e con sarebbe stata attaccata e sottoposta a la di Francesco244, l'intero insegnamento volle confermarla con essa Non prima245. sua somma autoritä attraverso un miracolo mai udito di l'insegnamento Francesco dunque, la Regola, sono tutto ma solo "indelle dall'impressione stimmate, un vero e proprio confermati del Gesü. Iesu"246, notaio un atto ufficiale strumentum notarii Sulle stimmate e il monte della Verna Ubertino scrive pagine di rara bellezza e di grande misticismo, anche se qua e lä un po' appesantite da interpretazioni allegoriche, come quelle relative alle stimmate stesse, l'uso del del e in tempo questo e ma serafino; al sacro monte, alle ali di intento Ubertino comuniriesce perfettamente nel suo ogni caso ha la lettori provato e prova nel profonda emozione che egli care ai Cristo trovarsi a pregare ea scrivere su quello stessomonte sul quale di fonte lui ispirazione; e Francesco e apparso a tanto e che stato per di andare a scrivere altrove, non ci decise debilitate" "ex che, quando, lavoro247 il fatto dopo terminare ritorno pote avervi riusci e solo L'aspetto stesso del monte della Verna e per Ubertino oggetto di meditazione: quell' "excelsum montem solitarium et silvestrem et 243 Cfr. V, 3,423 a-b. 244AV V, 4,434 b: "sciens persecutiones, malas expositiones et transgressionesquas pati debebat Regula evangelicaet immutatio Francisci perfecta. 245"Signo sui pontifici consignare miraculo omnibus seculis inaudito", ibid. 246AV III, 5,167 b: "instrumentum portavit auctentici notarii lesu manu conscriptum et signi sui characterepremunitum". 247 AV V, 4,437 b. 82 delectationibus sterilem et separatum a mundo et omnibus mundi fu "ut dove Francesco istum", presignaret statum privatum", consacrato dal la improwisamente il terza eta, si erge paesaggio cioe sesto stato e di beni circostante, quasi a ricordare quella poverta radicale, spoglia da di distacco tutto totale materiali ma rivestita quelli celesti, e quel le e terreno ciö che che sono condizioni necessarieper spingersi verfu 1'alto, il in in Poverello quello stesso slancio mistico nel quale so di di Cristo E, incontrare il nel alato. non a caso, volto serafino grado Francesco ha ricevuto le stimmate proprio nella parte piü aspra del "in illa parte quam tua apparitione sacro monte, su un'alta scogliera, dignatus es consecrate erat saxi magni eminentis et alti preruptum "ab luogo Un omni alia spe preubi nihil comestibile nasciturä'248. divisum ruptum, et separatum in altitudine tue pauperrime vite, delectatione fecundatum divitiis in tamquam celestibus et ab omni mundi privatum"249. If monte della Verna, "domus Dei et porta celi", e tipo del Sion, dei monti del Libano, del Moria, del Sinai; il "locus spiritualis inbruciare Se il destinato intero251. il mondo cendii"250 a espandersi per inalterabile, di Cristo, inviolabile testamento e ed nuovo eterno unico, e stato confermato nella carne di Francesco grazie alle stimmate 252,il la dunque luogo della Verna il in e e nuova cui stata sancita monte lui, da il Dio Francesco tramite con mondo alleanza, stabilita con e, intero, a conferma definitiva del messaggio trädito ai suoi frati, e da della fuorvianti il le Regola interpretazioni tradito, e con questi con di "sanctissimum testamentum Francisci, patris nostri, rifiuto quel discorso (il dedicasti"253 e rivolto quod non sine effusione sanguinis "piantasti, le Signore, Cristo); tu, o stimmate, e prosegue: con a fundasti, et confirmasti in monte hereditatis tue" la Regola; e con la Regolafurono "stimmatizzati", cioe consacrati e confermati, la "forma 248AVV, 5,439a. 241AV V, 4,439 b. 250AV V, 4,437 b. 25'AV V, 4,443 b. 252AV V, 4,438 b: "illud inviolabile testamentum quod renovasti in carne Francisci... illud immobile testamentum". 253Ibid. Da notare l'insistenza di Ubertino sully "consacrazione" divina del Testamentodi Francesco. 83 l'insegnamento vitae" e che Francesco portava scritti sul suo corpo, tramite i segni visibili delle privazioni e dei patimenti: "o quam bene hanc Regulam, stigmatasti et alasti sacratissimam quam seraphicus descriptam, Franciscus in pater et pelle sue conversationis portabat hoc indubitabilem tuam et auctenticam"254. munitam ac per per Tre efficaci similitudini mettono a fuoco il significato e la funlo dei delle Innanzitutto slancio eccitano spirituale zione stimmate. dipinte dalla di tiepidi: se giä un'immagine o una croce mano un uomo peccatore possono costituire un valido aiuto spirituale per i fedeli, ai quali richiamano le realtä che rappresentano, infinitamente di piü dovrebbe esseredi stimolo e di incitamento un vessillo come le stimmate, che sono "imagini vive sanctificate flamee sculpite in digito Esse, Dei Francisci poi, guidano gli erranti: come vivi"255. carne da la le le indicano percorrere, cosi attraverso via nelle strade croci ha la indicato di Dio la Francesco via maestra affinche stimmate e vita direzione hanno la Non e tutti sappiano quale giusta. alcuna scusante, dunque, coloro che, come i frati della Comunitä, non osservano la Regolae, ignorando 1'ammonimento di Dio, chiaro e inequivocabile, lontano dalla dalle 256 erranti stimmate, vagano meta . rappresentato insigna fiducialiter confortantia timidos, Infine le stimmate "sunt ... barbaras Dalle transeuntes nationes". stimmate, infatti, per peregre devono trarre coraggio e fiducia i seguaci di Francesco che, come lui, disceso dal monte rinnovato nel corpo e nello spirito, devono vededi fuoco, in ora una nube come quelle che esseora una colonna re dai dell'antica dai il Alleanza popolo pericoli e nemici proteggevano la nel cammino verso terra promessa25'. Se le stimmate sono il riconoscimento divino della santitä di Francesco, sono altresl il segno che consacra il suo esempio, il suo di "stato Ubertino la di perfezione". ribadisce necessitä, stile vita come di 1'esempio di Francesco, assoluta, seguire e nella vita e prioritaria formale della Regonelle scelte quotidiane, oltre che nell'osservanza Ia. Di per se, infatti, la Regolanon e immediatamente traducibile in 254AV V, 4,441 a. 255AV V, 4,437 b. 256AV V, 4,438 a. 257Ibid. 84 facile e prassi ed rispettarla nella forma pur vivendo nell'abbondanza e nelle comoditä: e necessario invece passareda una generica theoria a una specifica praxis, che della Regola rispetti non solo la forma ma lo anche spirito. Il cuore della questione, fondamentale nell'economia dell'intero Arbor vitae, e dunque la precisa definizione dell'intentio di Francesco. A questo scopo Ubertino fa riferimento alla tradizione parallela a quella ufficiale, alla testimonianza dei "figli legittimi", come Giovanni da Parma, Corrado da Offida, frate Masseo e, soprattutto, frate Leone. E la questa traditio che Ubertino riconosce come autentica, perche, differenza di a quella ufficiale della Comunitä, riconosce nei fatti, non solo nelle parole, l'origine divina della Regola, rispettandone il dettato lettera, alla e ne ritiene Francesco il solo, autorevole e insostituibile interprete. Significativo, in proposito, e 1'episodio riferito nel quinto del capitolo quinto libro in cui, replicando ai frati che avevano inviato Elia a Fonte Colombo per chiedere a Francesco di mitigare la Regola, Cristo afferma: "Regula per me est facta; et tu nihil posuisti de tuo"258.Ubertino dichiara che questo episodio sarebbe stato tramandato solo dagli spirituali, in particolare da Leone e Corrado da Offida; e in effetti esso compare solo nella tradizione non ufficiale, in particolare nella Compilatio Assisiensis(Legendaperugina)259e nello Speculumperfectionis260.Invece Bonaventura, non a caso, "omisit et noluit in Legenda publice scribere", cosi come tralascib di scrivere molte altre cose che sono invece attestate dalla tradizione "autentica", testimoniata, in primis, dai "rotuli" di frate Leone, perche "aliqua erant ibi in quibus etiam ex tunc deviatio Regulaepublice monstrabatur et nolebat antiquae nostrae ruinae initia legentibus publicare"261, nella piena consapevolezza del divario esistente, giä allora, fra gli ideali e la prassi che si andava consolidando. Ubertino fa una distinzione netta fra la vicenda personale di Francesco e quella dell'Ordine, che a suo avviso si e allontanato dagli insegnamenti del fondatore fin dagli esordi: la Comunitä ha 258 AV V, 5,445 b. 259ConrpilatioAssisiensis17, in Fattes Franciuani, a c. di E.MEiassrö S. BRUFArr1, Assisi 1995 e (= Medioevo Francescano.Testi, 2), p. 1496. zw Speatlumperfectiaris, I, ibid., p. 1850. ý'AVV, 5,445a. 85 dal Poverelda diversa tracciata quella volutamente scelto una strada lo, opponendosi in tal modo non solo al fondatore ma ai disegni di Dio e, come se non bastasse,perseguitando i frati rimasti fedeli agli ideali originari. L'Ordine, quindi, non e stato affatto, per Ubertino, il fedele l'inseha lo di e Francesco: seguito stato, se non e se non continuatore la di Regola, di il Francesco, cib significa sua suo stile vita e gnamento 1'ha Non esiste una possibilitä alternativa, come quella tradito. che dell'Ordine ha da Bonaventura, che visto nelle modificazioni teorizzata dunque un progressivo adeguamento alle mutate esigenze storiche, di Bonaventura Ubertino aver accusa esplicitamente un'evoluzione. di linea aver accettato un'evoluzione troppo prudenziale, scelto una di le in nascondere vere che era realtä una trasformazione, cercando intenzioni di Francesco: "frater Bonaventura humana discretione contiin illis impersuasibilis detrahentium primordiis morsus, ne cuit, propter illa Sic tacuit, maxime que sancti et multa alia magnalia essetsermo. discoperire defectum transgressionis quam oculis suis videbantur nimis licet filiis; in nec omnia tacuerit, sed quasi sub calculo multa cernebat dixit"262. Ubertino denuncia questa lettura come un volontario ("sub la di dei fatti di dixit") realtä tentativo coprire e e scellerato calculo ... "humana initiä': "antique quella prudentiä' nostre ruine mascherare "magna e occasio coecitatis multorum"263. si rivelata una La Comunitä ha seguito la via della completa integrazione dei frati nella Chiesa e nella societä, laddove Francesco aveva indicato la via dell'autoemarginazione, rifiutando tutto cib che, per sua stessa di dei lo frati. vita suo e stile suoi natura, non poteva accordarsi con E cosi ha tradito il voto di povertä, quella povertä che non doveva doveva implicare formale personale ma possesso al rinuncia esseresolo Minorum paupertas extrema est"264 1'ususpauper: "paupertas ... Al tempo di Ubertino 1'Ordine, originariamente costituito da frati semplici e spesso ignoranti, e ormai costituito da una elite indi della integrata nel sistema potere societä tellettuale, perfettamente 262 AV V, 3,437 a. 263 AV V, 7,449 a-b. 264 AV V, 5,446 a. 86 del basso Medioevo grazie anche ai numerosi privilegi pontifici che, divieto dai frati, del il Testamento, esplicito cercati avidamente contro delle della decadenza dell'Ordine diventate sono principali cause una della della e perdita sua identitä originaria; coloro che vi entrano per fuggire il mondo, per vivere in povertä e austeritä, ne escono carichi di benefici e di onori e di fatto si trovano riproiettati nel mondo: "Qui de mundo exierant Religionis intrantes ad mundum redeunt dignitate assumptä'2G5.Gli stessipontefici sono stati sempre "prompti liberales Regule inflectendum, et ad expospiritualem rigorem et ad fratrum, Regulam nendum et ad concedendum secundum appetitum in Ordinem istum inclytum privilegia que ecclesia quinti redderent la hoc in ignorando Deo status et che missione crediderunt servire"266, dotta le la da Minori Dio e apostolica affidata ai non passaper parola dalla di linfa Chiesa, posizioni prestigio nella vitale proprio ma trae loro "minoritä", dalla preghiera e dal rispetto della povertä assoluta. Lo discorso frati hanno 1'edilizia i costruito stesso vale per conventuale: conventi sempre piü grandi, integrati ormai net tessuto urbano, veri 1'incompadi di A ricchezza e centri potere. chiunque rilevi collettori di di il l'insegnamento Francesco, tibilitä quale questa situazione con "docebat fratres ut pauperum more pauperculas casaserigerent quas frati della habitarent Comunitä rispondono, i non ut proprias"267, at dell'Ordine dovuto e e ruolo all'evoluzione ancora una volta, che cib l'abito, il Chiesa. E e poi ancora che stato chiamato a svolgere nella lo ferma di in Ubertino particolare net cibo, stile vita - sui quali si da ben di diversi Francesco e semmai simili capitolo settimo quelli frati, degli da Ordini Cosi i allettati a quelli monastici tradizionali. loro la benefici, tanti profezia sono cresciuti nel numero, ma vale per di Isaia: "multiplicasti gentem, non magnificasti leticiam" (Is, 9,3). Anche Francesco,secondo Ubertino, fece riferimento a questo passo26a, "addens quod nequaquam Deus in multitudine filiorum inutilium 261AVV, 3,424a. 266 AV V, 7,453 a. 267 AV V, 3,426 b. 26sAV V, 7,453 a: "Quod Franciscusad litteram exposuit de hoc facto". In realtä non ci sono prove the Francescoabbia mai citato questo passo,certamente molto taro agli spirituali; cfr. G. L. Po=A, Storia ed escatologia...,cit., p. 137. 87 delectatur"269.Altro the successo,come sostengono i frati della Codiventata la dice it Ubertino via era segno the munitä: questo -e facile e comoda e quindi e la prova della decadenzadell'Ordine, come frati ben Francesco, the proprio per non governare tanti capito aveva le dimissioni. rassegnb Quello delle dimissioni e, force, it momento piü drammatico della lo facendo Ubertino di Francesco, stesso parlare ricostruisce the vita Dominus "postquam lungo in consideravi quod monologo: santo un fratrum numerum multiplicaret et quod ipsi propter cupiditatem et inopiam spiritus a via recta et secura per quam solid erant ambulare declinare inceperunt, et ampliorem viam incedere, non attendentens ... dimittere bonum exemplum, nec suam professionem et vocationem et iter quod iam ceperunt propter predicationem meam et exemplum fratrum Domino religionem ... et ministris meum recommendavi fratres ambulassent et ambutamen si secundum voluntatem meam larent propter ipsorum consolationem nollem quod alium ministrum haberent preter me usque in diem mortis mee". E, a conferma the le della impressa 1'accettazione dimissioni implicavano svolta non sue dai quadri dirigenti dell'Ordine, Francesco decise di continuare, fino le frati, parole e soprattutto con con alla morte, a mostrare ai suoi 1'esempio personale, the stavano percorrendo la via sbagliata: "Verudiem mortis mee exemplo et operatione non cessabo mtamen usque ad docere fratres ambulare per viam quam mihi ostendit Deus et ego Domino"270. inexcusabiles informavi ipsos coran ut sint ostendi eis et Infine scrisse it Testamentocome ammonimento e attestazione alle indicato Cristo della future gli aveva stesso e the via the generazioni i frati avevano abbandonato271. Il gruppo dei "figli illegittimi" ("bastardi" a it termine the usa Ubertino) doveva avere un capo: la tradizione degli spirituali, the Ubertino rappresenta, non ha avuto esitazione a identificarlo in (radi Elia, tradizione agiografica a rovescio, te mettendo su una sorta libro, dove dice del it tutto si quinto settimo capitolo riportata nel frate, ha le di the avuto certamente questo povero sue male possibile 269 Ibid. 270AVV, 3,429 a-b. L'episodio si trova anche nella CompilatioAssisiensis,c. 106, ed. cit., pp. 1647-1653, e nello Speculumperfectionis,c. 71, ed. cit., pp. 1964-1967. 271Cfr. AV V, 3,429 b. 88 colpe, ma the qui viene tratteggiato impietosamente come 1'esatto opposto di Francesco, un perverso, uno the pensava solo a peccare272 e the per questa sua natura malvagia aveva trascinato con se nell'abisso quasi tutta la comunitä dei frati. Eppure e un fatto, e Ubertino to sa benissimo, the Francescoto ha indicato come successore.Perche?Lungi dal porsi qualche interrogativo sulla realtä di queste accuse, the come sappiamo sono, almeno Parte, false e infondate, Ubertino supera ogni possibile obiezione affermando the Francesco sapevabene, per spirito profetico, the sotto la sua direzione 1'Ordine sarebbeandato in rovina. Disse infatti al ministro: "Helia, Helia, tua fastuosa pompositas et carnis prudentia, et tui similium Ordinem meum ducet ad nihilum, et totam veritatem evangelici spiritus vacuabunt. Sed stupendum est de isto Deo qui talem to congnoscit, et vult quod in Luis manibus Ordinem derelinquam. Credo quod talem dat eis pastorem, quales futuras oves essecognoscit"273. Francesco lascib dunque the it destino dell'Ordine si compisse, confidando in Dio e nei suoi imperscrutabili disegni, the si sarebbero in ogni caso compiuti attraverso Elia e nonostante Elia. Dei progetti divini sono invece collaboratori i membri del piccolo resto, quei frati the si sono mantenuti fedeli a Francesco continuandone, a margine dell'Ordine ufficiale, la veraforma vitae e tramandandone, fra incomprensioni e persecuzioni, la vera intentio, nel rispetto piü assoluto della Regola, osservatasine glossacome raccomandava Francesco, e del suo fondamento, la povertä. Come i fedelissimi Leone, Masseo, Egidio, Giovanni e pochi altri, figli legittimi di Francesco. Essi non i cost gli spirituali sono soli, veri sono affatto un piccolo gruppo di emarginati sognatori, destinato a Per Ubertino e proprio attraverso questo piccolo recto, scomparire. 1'Ordine, la Chiesa e it Dio perseguitato e calunniato, the rinnoverä fine, Alla funzione Francesco La mondo. poi, stessorisorgerä. storica del Poverello, infatti, non a finita con la sua morte. Secondo una tradizione the Ubertino afferma riferitagli da Corrado da Offida, frate l'aveva da Leone, Francesco the a sua volta appresa avrebbe 272AV V, 7,449 b: °frater Helias qui semper videbatur sicut caro concupiscere contra spiritutn sancti, licet sub speciediscretionis et boni". 27AVV, 7,449b-450a. 89 la il veritä e rendere giustizia ai predetto suo ritorno, per ripristinare falsi frati274. dai fedeli, discepoli perseguitati suoi Conclusioni: Ubertino e Francesco Qui mi devo fermare. I temi da affrontare sono innumerevoli e in questa pur lunga riflessione ho potuto indicate solo alcuni spunti, di della dare ricchezza quel grandioso un'idea sufficienti, spero, a 1'Arbor di di e vitae. teologia e spiritualitä che trattato 11pensiero di Ubertino si colloca saldamente nell'ambito della ha 1' francescano, Arbor del vitae egli tradizione ma con primo secolo del Ordine la di tradizione per ritornare alle suo cercato andare oltre di di Francesco, modo vivere al origini, al pensiero, alla spiritualitä, di contrastare un'evoluzione che egli valuta criticamente, nell'intento davvero Ma di e riuscito come generatrice pericolose trasformazioni. francescanesimo del da Linterpretazione intento? proposta nel suo Ubertino nell'Arbor vitae e davvero conforme al modello? E, in caso differenzia? Indubbiamente in vi che cosa se ne contrario, perche e di continuitä, ma anche molte e significative sono molti elementi differenze. Ubertino si allontana da Francesco nel momento in cui, rivendicando 1'esclusivadella sua ereditä spirituale per se e gli spirituali, bene fosse lui, di materiale: proprio un come appropriarsene cerca di la fatto ha trova e radicale, si celebrato povertä assoluta che tanto di lottare il per possesso una primogenitura, rivendicando, senza a di diritto, il valutare, giudicare e condannare chi vuole potere averne definirsi francescano. Egli e convinto della sua lettura della storia a la dissensi: lui da e un chi pensa non come tal punto non ammettere di di Cristo. Quella Ubertino di Francesco e e un nemico traditore i tutti tutto con con se stesso e combatte mezzi, che egli una guerra lotta fin dei il in e, per conti, una potere, quel potere che senzapieta; Francesconon avevaesitato ad abbandonare per esserefedele all'ideale della vera povertä. La grandezza di Francesco sta tutta nell'aver posto 7.74 AV V, 4,442b - 443 a: "et audivi unum stupendum... a sancto viro fratre Corado et a pluribus aliis fide digni quod beatus Franciscus ... revelavit sancto fratri Leoni... quod in hac apparitione Christus praedixit Francisco... quod ... ipsum resuscitaret". 90 la sua vita e anche il futuro dell'Ordine nelle mani di Dio, facendosi da parte; il limite di Ubertino e invece quello di credere che Dio ha posto tutto nelle mani del piccolo gruppo di fedelissimi figli spirituali dei loro battaglieri leader, Ubertino Angelo Clareno e come stesso, e pochi altri, che hanno chiassosamente rivendicato quell'ereditä di Francesco silenziosamente custodita e difesa, con la spirituale preghiera e 1'esempio personale, da personaggi come Chiara, Leone da Giovanni Parma. e Ubertino, e con lui molti degli spirituali piu intransigenti, ha fatto della povertä la piu alta virtu, il valore sommo. Ma a rigor di termini, secondo il Vangelo, come pure secondo Francesco, la povertä non e una virtu ma un mezzo, uno strumento che rende possibile la liberazione dell'uomo e lo dispone ad accogliere gli insegnamenti di Gesü. La povertä si sceglie o si sopporta per il Regno dei Cieli, ma non e certo un valore in se, tanto che ogni cristiano e chiamato a lottare per aiutare chi e costretto a subirla. La povertä semmai e 1'accettazione di positiva uno stato di privazione o la scelta volontaria di uno stile di Per Francesco vita. sceglierela povertä significa affidarsi fiduciosamente alla Provvidenza, in evidente contrapposizione all'opinione comune che ritiene necessarioil risparmio e 1'accantonamento di denaro come "aiuto" un alla Provvidenza, una necessariaprecauzione, un modo di futuro. In questa prospettiva la ricchezza e forse pensare al proprio uno strumento legittimo per chi deve pensare a chi lo circonda, alla famiglia e ai figli, ma illegittimo o piuttosto irrazionale per chi ha di scelto rinunciarvi per cercare un'esperienza piü radicale della fede. Francesco sceglie di esserepovero perche vuole che nulla lo distolga da Dio; si spoglia di tutto cib che e ostacolo per raggiungere l'oggetto del suo amore, che non e la povertä ma Dio. In questo senso Francelinea in e sco con il Vangelo ma Ubertino no, perche trasforma una scelta ascetica, una rinuncia, in un valore assoluto, da cui non si pub prescindere se si vuole raggiungere la santitä: per Francesco la povertä e uno strumento, per Ubertino e la condicio sine qua non, la quarta virth teologale, che quasi offusca per importanza le altre. Come osserva il Manselli, per Francesco "la povertä era amore, felicitä interiore, di gioia spogliarsi di tutto per seguire il Divino Maestro, non norma legalitä formale... Ed Ubertino norme e disposizioni giuridica, non voleva, che rendesseropiü dura, piü ardua e difficile l'osservanza della povertä, e che fossero cosi precise da escludere dai Minori chiunque 91 di farne le In una specie vaglio, osservasse"275. altre parole vuole non in grado di separareil grano, cioe i frati disposti a scelte eroiche, dalla "deboli", frati i the cercano una via comoda per proclamarsi zizzania, di Francesco. seguaci Diversa e la concezione del lavoro manuale: per Francesco e un dono di Dio e deve essere svolto con gioia, condividendo, come fece Gesü stesso, la fatica e il sudore dei poveri. Per Ubertino e uno deve inteso di di princiessere espiazione e penitenza e strumento "lavoro spirituale", cioe come studio, meditazione palmente come del del lavoro la linea in tipica concezione con e evangelizzazione, monachesimo276. Diversa e anche la concezione dell'ascesi, del digiuno, delle fa inUbertino intorno passo evidente un ai quali penitenze, temi dietro rispetto a Francesco, recuperando in pieno gli ideali ascetici del monachesimo tradizionale the Francesco aveva superato alla luce di un rigoroso confronto con il Vangelo. L'ascesi di Ubertino e ledel didel contemptus mundi, gata all'ideale tipicamente monastico älla dello di sfera spirito e the sprezzo tutto cio' the non appartiene deve essere"mortificato". Di conseguenza il convento e la scialuppa di salvataggio in cui ci si rifugia per salvarsi, in un mondo the va l'ascesi Francesco e Al la per solo un contrario perdizione. verso della diDio propria esistenza, senza al centro modo per mettere forma di il il rifiuto sprezzo per corpo e per creato e senza alcuna della societä: "Exire de seculo" non significa abbandonare la nave the affonda per mettersi al sicuro, ma cambiare personalmente stile di vita, sistema valoriale e mentalitä per meglio amare Dio, per esfare di Cristo altrettane per aiutare anche gli altri a sere testimone la to, ciascuno per sua via. Ubertino, insomma, andando alla ricerca delle sorgenti del francescanesimo, va ben oltre Francesco e trova le fonti, sl, ma della del le testimoniano resto numerose cispiritualitä monastica, come del da dei "classici" Beda monachesimo, tazioni, nell'Arbor vitae, a Climaco. da Giovanni Basilio Bernardo277, a san 275R MANSELu,Pietro di Giovanni Olivi e Ubertino..., cit., p. 122. 276Cfr. AV III, 9,194 a- 196 b. 277Cfr. G. L. PoTESrA,Storia ed escatologia...,cit., pp. 211-223. 92 Ma non dobbiamo pensare solo alle differenze. Molti sono anfondo l'insegnamento di Ubertino i conosce a contatto. che punti di Francesco e ha elaborato il suo pensiero rimanendo saldamente della tradizione spirituale sviluppatasi nel primo secolo nell'ambito francescano. Inoltre mold dei punti intorno ai quali ho evidenziato le differenze rispetto a Francesco sono, per il verso opposto, anche il di E che vero, per esempio, una profonda affinitä. espressione da lontano lo di Ubertino porta spesso radicalismo pauperistico Francesco, ma 1'amore per la povertä resta certamente un elemento del la la Certamente centralitä cristologia, comuni sono comune. della dell'Eucarestia, il dell'Incarnazione tema paternitä e mistero e dell'amore di Dio nei confronti dell'uomo, l'imitazione di Cristo, la la della Chiesa, del dei laici riscoperta nella vita rivalutazione ruolo dell'importanza del rapporto personale e diretto con Dio per ogni dotto ignorante. laico o o religioso, ricco o povero, uomo, E significativo che Ubertino, come del resto anche Angelo Clafond monastiche greche278, reno, abbia abbondantemente attinto alle da di una spiccata testimoni una spiritualitä caratterizzata proprio Questa la 1'anacoresi propene vita contemplativa. propensione per la in Ubertino, scelta che critica aspramente sione si osserva anche dell'Ordine di abbandonare gli insediamenti extraurbani a vantaggio di quelli urbani, dove le continue distrazioni impediscono quell'avvila fra cendamento preghiera e predicazione che caratterizzö vocazione di Francesco, il quale visse alternando eremo e cittä, a imitazione di Cristo, che dopo la predicazione andava sempre alla ricerca di luoghi solitari279. Come Francesco,Ubertino vive in un periodo in cui la spiritualitä della di Dio, non piü solo come studio si riscopre come esperienza Dio. inutile ha e Francesco insegnato su o scrivere parlare che teologia. L'importante e vivere in Dio e comunicare la propria esperienza agli 278Cfr. J. GaIBO1dONT, La Scalaparadisi, jean de Rdithou etAnge Clareno, in Studia Monastica, II, 1960, pp. 345-358, in part. pp. 355-356. n9 AV V, 3,431 a: "Non obliviscebatur Franciscusquin semper rediret ad solitudinis locum hominum habitationibus fratrum loca Voluit ne tarnen esse temporum vicina post modica spacia ... nimia fieret commixtio et ut possentquietum contemplationis et orationis conservarestudium. Sic loca habitaiuxta esse populos quam et extra eorum sic voluit vicinus quam extraneus, voluit esse tiones in locis quiete solitudinis congruis locarentur. In hoc pium imitatus magistrum Iesum". Cfr. III, 9,206 a-b. 93 formazione di di Ubertino, universolida cultura, pur se uomo altri. di ideale, scrivendo non tanto quello che questo sitaria, cerca seguire ha imparato sui libri ma quello che ha intuito pregando e meditando. E spessoci riesce, anche se non sempre. Come per Francesco, l'incontro con Dio, personale epalpabile, e fondamento di della Ubertino, trae che spiritualitä una caratteristica Egli dalla Scrittura. Sacra sviluppa una vera e propria e nutrimento della Bibbia, "orante" di lettura consapevole che non metodologia la si legge per acquisire una conoscenza storica o teologica, ma per direttadi Dio Parola La parla attingervi un nutrimento spirituale. la dello deve in dell'uomo, percepire essa voce che mente al cuore Spirito Santo, affinche poi l'intuitus mentalis, 1'immedesimazione in biblici, il prima persona alle storie parte prendere nei personaggi della Bibbia, gli consentano di percepirne il senso ultimo e salvifico. L'esperienza mistica di Ubertino scaturisce da un continuo contatto dalla della la Sacra Scrittura, rivisitazione mentale vita soprattutto con di Cristo. L'incontro con Dio, che ha luogo nella preghiera e nella deve divini Ubertino, dei secondo portare, misteri, contemplazione dell'uomo "Nam e alla sua cristificazione: a un rinnovamento totale faciendum invitat Christus miracula, sed ad eius sequenda ad non te Questo sue opprobriä'280. vestigia et ad ruminanda et amplexanda crucis ha fatto Francesco, questo vuole proporre Ubertino ai suoi lettori. Nell'Arbor vitae troviamo anticipati molti tratti caratteristici della la devozione Come, dei per esempio, al secoli successivi. spiritualitä fa Bernardino, di Gesü, menche comunemente si risalire a san nome fondamentali. incontrano Il elementi gli ne se vitae tre giä nell'Arbor "penitentibus in deve invocato di Gesü, refrigerium, essere che nome in in presidium, patientibus pugnantibus remedium, egrotantibus in solatium, proficientibus in auxilium, deficientibus in subsidium, in honorem, in e testimonium", predicantibus per se confitentibus la di salvezzae sicura guida verso perfezione281. stessoportatore Lo stessosi pub dire della devozione al Sacro Cuore. Riprendendo ha Antonio da in i Padova, principali esponenti tradizione suoi che una in Bonaventura e, in particolare, nell'Olivi, che cita ricordando come 280AV II, 4,97 a. 28'Cfr. AV II, 2,86 a- b. 94 lasciarsi "inter lui da imparato a sommergere abyssalescordis avesse lunghe dolores", dedica 1282 Ubertino sui meditazioni alle sofferenze interiori di Cristo, quelle che ha vissuto nell'intimo del suo cuore e fisiche283. hanno le del Dovere che preceduto e superato sofferenze di "penetralia Cristo Iesu", e cristiano entrare nei cordis nel cuore sofferente, fonte di ogni grazia, per rivivere in essocib che non e possibile 1'equazione tipicamente ubertiniana rivivere nel suo corpo, secondo dolore, dolore 1'uomo Pit uguale amore. condivide amore uguale lui del le di Cristo, in pit si trasforma nel suo cuore sofferenze cuore la trasfigura: e, nella contemplazione estatica, si sua abbandonando natura, svuotandosi completamente di se, uscendo da se stesso pub davvero trasformarsi, misticamente, in Cristo: "0 tu devote fili huius devotissima intra ingredere ipsa penetralia virginis mater virgine cum illa Iesu, lancea ibi cordis adimpleas quod tibi crudeliter aperuit, et fatto desunt ha Christi"284. E e que passionis questo proprio cib che Francesco alla Verna. L'Arbor vitae e un libro pervaso da un intenso misticismo, ma Ubertino non e solo un uomo di preghiera. E un uomo d'azione, della la la degli riforma un combattente per causa spirituali e per Chiesa. Desidera immergersi nella contemplazione dei divini mistela di del di investito veritä, compito combattere per ri ma si sente difendere I'Ordine e la Chiesa dall'assalto di satana, di confortare i difficoltä le di suoi compagni sventura, gli spirituali, ricordando che del presente non erano altro che un momento di passaggio, doloroso di della di Franindispensabile, loro testimoni ma missione storica dell'usru finale della del pauper, trionfo veritä cesco e nella certezza E di la della dell'awento Chiesa una nuova era. veto che realtä e del tempo non dava segni incoraggianti: era corrotta, secolarizzata, Eppure in tutto era giä sacrilega, mistificatrice, mano all'anticristo. doveva di Ubertino e scritto: capire il esserecosi e cosi stato. cerca delle del senso vicende suo tempo e ne trae questa conclusione: tutto e la finirä, di E Francesco Ma previsto. tutto come previsto. se speranza 282 AV Prol. I, 4 b. 283Si veda in proposito il lungo capitolo nono del III libro, Jesufiatura previdens.Iesusorans prostratus,cc. 307 b- 312 b. ' AV IV, 24,335 a. 95 di la di fede Dio, infinita speranza nell'infinito amore sta nella sua Ubertino sta nella convinzione dell'imminenza del giudizio finale, la la Questo in genera veritä e giustizia. quando saranno ristabilite lui, ea suo avviso avrebbe dovuto generare anche nei suoi lettori, la fiducia e l'ottimismo per il futuro. t difficile stabilire con precisione il successo e la diffusione dell'Arbor vitae, anche perche, specie all'inizio, seguendo le raccol'opera Prologo, e dello Ubertino primo nel stata stesso mandazioni diffusa clandestinamente, per evitare che cadesse in mani avverse fino il degli tutto primo almeno a spirituali: questo al movimento i del XIV, suoi oppositori citano molti ancora quando quarto secolo fornito loro 1'Arbor di Ubertino vitae, che pure avrebbe ma non scritti di dopo la l'opera Ubertino, di Ma morte accusa. molto materiale diffuse diversa e scala, anche su vasta se si e successo ebbe grande libri, d'interesse dei fortuna la generale e quindi primi quattro stata legato diffusi, intimamente largamente piü al quinto, rispetto piü francescano. dell'Ordine Oggi, invece, alle vicende e alla situazione e soprattutto il quinto libro ad essereconosciuto dal pubblico dei dedicati limitatamente Francesco ai passi a se non specialisti, anche francescanesimo285. e al L'Arbor vitae ebbe una profonda influenza su personaggi di spicco della spiritualitä bassomediovale, come santa Caterina e san Bernardino286. Guardato con diffidenza dai frati della Comunitä, tenuto in grande considerazione negli ambienti osservantini, l'Arbor vitae dei Paesi Bassi, in diffuso e mistici ambienti soprattutto comsi il Martinez forse, che, secondo tradizione manoscritta quella plice, Ruiz, uscl proprio dallo scriptorium di Gembloux; ma senza dubbio 285Penso in primo luogo ai testi pubblicati nella diffusissima raccolta Fonti francescane (nn. 2044-2102; nuova edizione, Padova 2004, pp. 1339-1370); e poi alle meno diffuse ma pi j, di da CASOLINI, Arbor Iesu Ubertino da Casale,op. cit. e F. vitae crucifixae ample antologie curate delta da Damiata il Marino per secondo volume collana Mistici francescani, op. padre soprattutto I Apocalisse... 619-673 Aspettando per op. cit. e pp. cit., 286Per la diffusione del testo cfr. F. CAI1.EY,L'it fuence et la diliuion de /Arbor vitae..., cit., pp. 533-546. P- noto anche all'anonimo autore del Decalogo evangelicaepaupertatis, del 134042. San Bernardino gli deve elementi delta devozione at sacro Nome e at sacro Cuore, Pietro d'Alcantara ne trae alcune considerazioni su san Giuseppe. San Leonardo di Port-Maurice si e ispirato all'Arbor Vitae per il suo metodo di partecipazione alla Messa. Come nota giustamente il PoTESrA,Scoriaed escatologia...,cit., p. 20, la ricerca delle citazioni dell'Arbor Vitae e resadifficile dalla "mancanza di originalitä": in mold casi e impossibile stabilire se una citazione proviene dl'llArbor vitae oe tratta direttamente dall'opera originale citata da Ubertino. 96 1'affinitä di fra la complice anche numerosi punti ei contatto mistica ubertiniana e quella fiamminga. Una tradizione di ambiente spirituale vuole che Ubertino sia morto assassinatodai suoi nemici. Sembra invece piü credibile 1'affermazione contenuta in un codice dell'Arbor vitae della Certosa di S.Barbara a Colonia, in cui si legge che mori certosino. L'ipotesi sembrerebbe confermata da Bartolomeo da Pisa, secondo il quale "Ubertinus ... factus est monachus albus" 287.Strana sorte per uno come lui. Ma in fondo logica conclusione per una esistenza come la sua. Dopo tante battaglie, tante polemiche, tanti pericoli corsi per combattere per i la in valori cui credeva, Certosa ci voleva. Forse nella quiete e nell'asdistacco dagli fra bianchi, i soluto avrä affari secolari, silenziosi monaci trovato quello che per tanti anni ha cercato, inutilmente, fra le file dei francescani. Eppure ne sono convinto fino alla - nel suo cuore, fine, si e considerato indegno ma affezionato discepolo del Poverello fedele testimone. e suo 287Cfr. C. M. MARTINEZRuiz, De la dramatizacion..., cit., p.318. 97 UBERTINO DA CASALE PREDICATORE MARINA SORIANI INNOCENTI Ho letto Z'Arbor vitae crucifixae Jesudi Ubertino da Casale288in di ben definita, individuare cercare e un'ottica nell'intento precipuo le parti che potevano apparire estranee, non in sintonia con lo stile linguaggio dell'opera, usato nell'omiletica. generale ma piü simili al Giä studiosi precedenti quali Martini289 e Callaey290erano inclini a (opinione 1'Arbor fosse credereche non uri opera uniforme e omogenea del resto condivisa piü recentemente anche da Damiata291,Potestä292 in fossero Ruiz293) in inseriti precee che sermoni scritti e essa stati denza, rielaborati per l'occasione. Credo di essereriuscita a enucleare 288Per la bibliografia su questo Autore e d'obbligo far riferimento ai numerosi studi di G. L. PoTESrA,Storia ed escatologiain Ubertino da Casale,Vita e Pensiero, Milano 1980; ID., Aspetti e implicazioni della mistica cristocetstricadi Ubertino da Casale,in Abenländische Mystik im Mittelalter, SymposionKloster Engelberg 1984, a cura di K. RtTT, Stuttgart 1986, pp. 286299; ID., Ideali di santitä secondo Ubertino da Casaleed Angelo Clareno, in Santi e santita nel del di Francescani, Assisi delta Studi 1989, XIV. Ani XV Convegno Jnternazionale Society sec. pp. 105-136; per gli studi specifici sull'Arbor Vitae si rinvia all'appassionato studioso franceda Studi Francescani, Casale, Ed. di DAMIATA, Ubertino M. Pieta vitae e storia nell'Arbor scano Firenze 1988, ID., Aspettando l'Apocalissein fervore efurore con Ubertino da Casale,Ed. Tiellede los la dramatization De Milano di C. Ruiz, di dottorato MARTINEZ 2000 media, e alla tesi de libro del Vitae Crucifixae Iesu de Arbor la la El Pascua Cristologia, a cuarto acontecimientos Ubertino da Casale,Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma 2000 (con esauriente indicadella bibliografia zione precedence). 289Molto convincente, anche se datato, il saggio di P.Aoouo MARTINI, Ubertino da Casale alla Vernae la VernanellArbor vitae, in La Verna, 11 (1913), in cui si segnalanonumerosi passithe hanno carattere di sermoni: " e forse piü utile e saggio cercar di penetrate piü addentro nell'Ar... bor, ancora poco studiato e conosciuto da capo a fondo e vi trovai cib the mi presi a scorrerlo ... attendevo di trovarvi, cioe quelle the io ritengo vestigia di materialipreesistenti alla compilazione dell'Arbor in forma di sermoni e trattati ", p. 293. ... 290Cfr. F. CAU.AEYO. F. M. Capuc., L'iddalismefranciscain spirituel an XIVe siPcle.Etude sur Ubertin de Casale,Louvain 1911, pp. 52-53. 291Di quest'Autore si veda l'opera Pieta e storia nellArbor vitae, cit., in particolare Sermones e tractatus,PP. 74-78. 292"LArbor vitae net suo complesso e un'opera costruita attraverso la rifusione e l'inserzione di materiali letterariamente anche assaidiversi", in Cristo e la creazionein Ubertino da Casale,Da! Breviloquium'all Arbor', inAevum 53 (1979), P. 230. 293Predication en Toscana,Umbria y las Marcas de Ancona (1302-1304)", in C. MARTINEZ Ruiz, De la dramatization de los acontecinrientosde la Pascuaa la Cristologia, cit., pp. 217-224. 99 da in Ubertino libri dell'Arbor proclamate molte omelie nei singoli difficile festivitä, il di e anche se ricostruire pubblico particolari giorni d'alle a cui originariamente erano rivolte e circostanze particolari; la tronde per tecnica seguita nelle artespredicandi e nell'impostazione del sermo modernus294non era necessario definire il luogo e la data il interessava e anche nel nostro caso, probabilmente, al predicatore di della in volta volta variava nei particolari che predica contenuto adattandola all'uditorio riunito nelle piazze pubbliche o nel chiuso delle celle conventuali. Non e stato difficile quindi trovare per esse ha fatte le inserendole Ubertino rivivere nel una giusta collocazione: di dell'Arbor in momento acquisiva una che momento ramo adatto della Verna Ubertino fisionomia. Nella pace e nella solitudine nuova e tomato col pensiero alla predicazione itinerante in cui era immerso foga lo 11 di che animava nell'illuminare prima essere relegato295,alla ha lo inserito delDio nella creazione ascoltava e chi e nell'attrarre a 1'albero divino ora una predica sull'Annunciazione di Maria29G,ora della Trattato festa Purificazione297, De ora un un commento sulla 294Ricchissima P la bibliografia sul genere letterario della predicazione; nell'impossibilitä di far riferimento a tutti i saggisingolarmente, per la predicazione francescanasi rinvia a C. DELCORd'Assisi francescanesimo dal 1216 a! 1226 francescana, in Francesco dellapredicazione Origini e NO, (Atti del IV Convegno Internazionale di Assisi, 15-17 ottobre 1976), Assisi 1977, pp. 125-160; ID., Il raccontoagiograficonellapredicazionedei secoliXIII XV, SecoliXIII-XV, in Agiografra nell'OccidenLa predicazionefrancescana,in te cristiano. SecoliXIII-XV, Roma 1980, pp. 98-114; a Z. ZAFARANA, dell'VIII (Atti Convegno dei laici 200 Internazionale di Assisi, Francescanesimo ne! vita e religiosa 16-18 ottobre 1980), Assisi 1981, pp. 203-250; per la predicazione itinerante dei frati minori a R. RuscoNi, La predicazione minoritica in Europa nei secoliXIIIXV, in Francesco,il francescanesimoe Firenze 1986, pp. 141-165; la cultura della nuova Europa, a cura di I. BALDELUe A. M. ROHtANINI, degli Ordini Mendicanti in les MendiantJ, Le dans "Studia"des Les G. BOUGEROL, J. scuole sermons a (secoliXIII-XIV, 11-14 ottobre 1976, (Convegni del Centro di Studi sulla spiritualitä medievale La predication au XIII sl2cleen France et en XVII), Todi 1978, pp. 251-280; a L: J. BATAILLON, Italie, Variorum, GreatYarmouth 1993; alla rivista Medieval SermonStudiesNewsletter(1977-), alla bibliografia e agli studi raccolti in Speculumsermonis,Interdisciplinary reflectionson the Medieval Sermon,edited by G. DONAVIN,C.J. NEDERhtAN and R. UTz, Brepols 2003. 295Per gli studi sulla Verna si rinvia a La Verna, Contributi alla storia del santuario, Studi e documenti 11 (1913); a E. FRANcFscfllNI,La Verna nella spiritualitä francescana,in Nel segnodi Francesco,a cura di F. CASOLINIe G. GIAMBA,Ed. Porziuncola, Assisi 1988, pp. 252-262; a M. DAMIATA,La Vernae le stigmate nell'Arbor vitae di Ubertino da Casale.Significato della Vernaper la spiritualitk francescana,in Studifrancescani 85 (1988), pp. 225-247; ID., Meditazioni alla Verna di Ubertino da Casale,Introduzione e Testi,in Studifrancescani90 (1993), pp. 5-61. 296HUBERTINUSDE CASALI,Arbor Vitae Crucifixae lesu, A. De Bonettis, Venetiis 1485 (d'ora innanzi AV) I, 9: lesus plene dotatus, 17rb-23vb. 297 AV I, 10,49a-51b. 100 letterari, perfectione298,ora altri materiali utilizzando testimonianze di loro di Tutti di Francesco o seguaci299. gli compagni orali e scritte di della Ubertino, in itinerante ma realtä predicazione studiosi parlano dei indicazioni suoi sermoni, che sembra siano non abbiamo precise la infervorata infuocati se sua stati numerosi e anche particolarmente loquela e costata al francescano il ritiro forzato sul monte Alvernia: " hec omnia priora relinquenssoli Iesu predicationi post et ... intendi. In qua super admirando Dei beneficio propter testimonium veritatis quam coram clero et populi multitudine perusina hoc libro in plenius pluries predicando exposui semiplene quam expressisub cuiusdam persecutionis titulo, predicationis imposito dicitur deductus locum silentio, ad solitudinis sum sacrum qui mons Alvernae" dichiara Ubertino stesso300. Comprende quindi di aver dato libero folla la di infiammata nelle sfogo alla sua parola e aver entusiasmato dei loro e tanto che relegato conventi piazze ei confratelli nel chiuso della Ma Verna tacere. per poco tempo nella solitudine e costretto a del dedica della 1304 cede alla pace meditazione: nella primavera si desiderio dei insistenti in particolar modo al alle richieste religiosi e di Giovanni da Fermo che lo imploravano ora di commentare la Sacra Scrittura ora di comporre prediche ora di scrivere la sofferta vita di Gesü301Tale e il fervore che lo anima che nel settembre 1305 con 1'aiuto di Dio l'opera, l'Arbor vitae crucifixae Iesu, e terminata: "in sacro monte solitudinis cum librorum penuria ubi possem dubia revidere, non plus quam trium mensium et septem dierum librum, hunc in totum scribendo vel circa spatium temporis de quo scribendo vix unquam cogitaveram, Deus"3oz. occupare permisit 298AV I, 10, IesusIoanni intimus, 23vb-26vb. 'AV III, 13,221b-235a. 300 AV, Prologus I, 3rb. 301AV, Prolog:u I, 3rb: "In his varietatibus totum annum primum in sacro monte transegi multotiens molestatus a diversis quia aliqua Scripturarum exponerem, aliis petentibus quia predicabilia componerem, aliis quia Apocalypsim exponerem, aliis devotius flegitantibus quia Christi Iesu vitam et cordiales eius passionesdescriberem". 302AV, I Prologus,3va. 101 Anche se lo spazio di tempo intercorso da marzo a settembre e di sette mesi, in realtä il periodo di composizione dell'opera e ulteriormente ridotto, poiche Ubertino, in preda a febbri insidovette la del interrompere stenti, stesura voluminoso scritto3o3 che riusci a condurre a termine solo grazie al prezioso aiuto del da Giovanni Fermo304e ai profetici suggerimenti della guardiano nobile fanciulla Cecilia di Firenze305.Sara possibile che i5 libri di l'opera, di di cui si compone colma riferimenti e analogie con gli di dell'amato Pier Giovanni Olivi306, di Gioacchino scritti maestro da Fiore le cui idee regnano nel V libro307, con la Legenda maior, l'Itinerarium mentis e il Breviloquium di Bonaventura, principale ispiratore308, di Angelo Clareno309, di Tommaso da Celano, siano 303AV, PrologusI, 3vb: "... septem mensium tempore duravit huius libri tractatus, et fuit quattuor vicibus impedimentis notabilibus longo dierum spacio interruptus ... ". 304AV I Prologus,3vb: " infantia distinctiuncuab vix unquam potui unam modicam ... ... lam vel alquid aliud scriptitare vel cuicumque scribenti dictare quantuncumque utile vel devotum etiam importunis non tam precibus quam conatibus a pluribus molestatus: de quibus plena experientia habuit qui mihi preerat guardianus cuius importunis molestiis sepius iteratis illius manu hoc modo liber iste incepit': 3115 AV, PrologusI, 2vb: "... vir Deo plenus Petrus de Senis Pectenarius et devotissima virgo Cecilia de Florentia sic me introduxerunt ad archana Iesu quod stupendum esset si scriberetur perspicacitasspiritus eorundem ... ". 306AV, I Prologus:"Affuit et tunc cum predictis magistris practicis seraphice sapientie doctor speculativus et Christi vite defensor precipuus, Deo karissimus, frater Petrus Iohannes Olivi, qui nunc, ut spero, regnat in celis"; per i rapporti dottrinali tra loro intercorsi cfr. R. MANSEUi, Pietro di Giovanni Olivi ed Ubertino da Casale,(a proposito delta Lectura in Apocalipsim e dell'Arbor vitae crucifixae Jesu)in Studi medievali 2 (1965), pp. 95-122; ID., Pietro di Giovanni Olivi spirituale, in AA. W., Chi eranogli Spirituali? (Atti del III Convegno Internazionale, Assisi, 16-18 ottobre 1975), Assisi 1976, pp. 181-204. 307Per 1'influenza delta visione gioachimita nell'opera di Ubertino e relativa bibliografia si rinvia a G. L. PoTFSrA,Storia ed escatologia..., cit., in particolare in Appendice: "Sul rapporto tra lillbero di Ubertino egli alberi di Gioacchino", pp. 260-261. 303Sull'atteggiamento dello spirituale Ubertino nei confronti dell'opera di Bonaventura cfr. G. L. POTESTA, San Bonaventura nell«Arbor vitae crucifixae Jesu»di Ubertino da Casale,in San Bonaventura maestrodi vita francescanae di sapienzacristiana, (Atti del Congresso Internazionale per il VII Centenario di San Bonaventura da Bagnoregio, 19-26 settembre 1974), vol. I, Roma 1976, pp. 187-196; ID., Cristo e la creazionein Ubertino da Casale,in Aevum 53 (1979), pp. 230-244, in particolare Dal Breviloquium all'Arbor, pp. 230-234. 309Cfr. G. L. PoTESrA,Aspetti e implicazioni della mistica "Fra tutti 8 forse Angelo cit.: , ... Clareno it personaggio piit vicino ad Ubertino. Anche in lui spirito contemplativo impegno di e azione nella chiesasono strettamente connessi;in entrambi sia gli ideali di trasformazione in Gesü crocifisso, fino alla quiete e all'impassibilitä, sia to strenuo impegno dottrinale e polemico per la difesa delta causa degli Spirituali si alimentano ad un'unica radice misticä, p. 297; ID., Angelo Clareno.Dai Poveri Eremiti ai Fraticelli, Roma 1990; si veda anche E. RANDOLPH DANIEL,Spirituality and poverty: Angelo da Clareno and Ubertino da Casale,in Medievalia Humanistica, N. S. 4 et 102 lasso di in conclusi tempo cosi brevej3100 non e piü probabile un che vi siano stati immessi scritti composti precedentemente?311Non e mia intenzione propinare un arido elenco delle varie parti che hanno tutta l'impostazione del sermo, mi limiterö a prendere in considerazione i piü significativi. Nella dedica del Prologo si rivolge universis Christi Iesu verefidelibus et sanctepaupertatis amicis3lz, a tutti coloro che condividevano le sue idee sulla povertä evangelica; ma leggendo in sequenza l'opera del casalensetroviamo molto spesso1'Autore immerso in monologhi, in soliloqui con la propria anima: "Et tu cogita, devota anima mea313, anima devota, si tu sciveris ... ruminare in omnibus que circa huius sacramenti celebrationem aguntur314... attende ergo, anima mea misera315,iam memorare anima mea ad lassitudines benedicti lesu"31G o in esclamazioni quali: "Attende autem lector, vide etiam quomodo, attende consilium Dei tui, ubi nota quod "31%. ... Anche il cardinale Matteo d'Acquasparta, the insegnb nello Studium di santa Croce come Ubertino, segue del tecnica questa monologo, frequente nella predicazione medievale: "O igitur anima spiritualis et simplex, ad imaginem Dei facta, quae convenientia tui cum istis mutabilibus et temporalibus?... (1973), pp. 89-98. Sui rapporti intercorsi tra i due personaggiinteressantec la relazione di P.VtArr, Ubertino da Casaleed Angelo Clareno: due itinerari a confronto, tenuta ad Assisi ne134° Convegno internazionale di studi, Angelo Clarenofraaascano, (Assisi, 5-7 ottobre 2006), in stampa negli Atti del Convegno. 30 AV I Prol. 3va: "Nec quod scriptum est adhuc potui vel cursorie revidere; propter quod habeat me lector excusatum dc repetitione plurima quod in decursu libri forsitan apparebit". ... 3n A tal proposito si faccia riferimento alle affermazioni su citate di DAMIATA,CALLAEY e PoTESrA. 312AV I Prologus,2va. 313AV IV, 16: Jesus flew riganu, 163rb. 3'4AV III, 5: Jesus panic sacratus,145a. 315AV IV, 29: lesussurgensbeatus,176vb. 3'6AV III, 8: Jesusvigor lassattu,89vb. 317AV IV, 29: Jesusinfernum adiens, 171vb; IV, 26: Jesusintumulatus, 170ra. 103 Anima mea stolida, Vide, igitur, et considera peccator homo ... faciem"318. iudicare secundum noli Sono espressioni che troveremo spesso nella predicazione di Ubertino, sempre rivolta all'umanitä sofferente di Cristo (cordiales dolores, cordialespassiones)e della Vergine Maria319e incentrata sulla di Gesü, intorno Resurrezione temi ai quali ruota nascita, morte e libro dell'Arbor In incessante in ogni collegamento. ogni sermone un festa di interi inseriti o tracce prediche adattabili ad ogni sermoni sono dell'anno; la ripetizione costante di hodie, hodie est solemnitas, hodie festivitä del fa hodie in giorno estfestum riferimento alla estprocessio, di 1'occasione il individuare tipo e omelia, anche se non chiaramente e possibile ricostruire ne il luogo in cui fu pronunciata per la prima l'uditorio indirizzata. a cui era volta ne Nel I libro dell'Arbor al versetto Jesusplene dotatus320e facilmente dell'Annunciazione la declamata per solennitä riconoscibile una predica forse negli anni in cui Ubertino era immerso nella predicazione nelle piazze pubbliche e nei conventi: "Attendendum est, anima Christo devota, cum quanta perfectionis Ut autem solemnitatem dote tuus Jesusintraverit mundum ... breviter filii Dei diei incarnationis epilogando sacratissime ... diem Attende, magnificum obstupesce admirare et concludam: Patris diem. Hodie solemnitas est eterni ... namque super omnem Hodie illam benedictam humanitatem omni replevit gratia, omni Hodie virginem expurgavit, fecundavit, illustravit sapientia ... Hodie est solemnitas principalissima Dei genitricem effecit ... Hodie Virginis matris Dei, in qua facta est sponsa Dei patris ... ipsa impeccabilis effectaet omni bono repleta Est etiam iterum ... hodie solemnitas totius humane nature ... est et hodie festum hodie ergo omnis solemnitas, quia non est totius universi ..., de humana de hoc natura nec seculo nec aliquid solemnizabile in futuro". 31sSermoII des. Francisco:Creavit denshominem ad imaginem suam ( Gen. 1,27), in Matthaei ab Aquasparta O.F.M. Sermons de S. Franciscode S. Antonio et de s. Clara. Ed. G. GAL O. F. M., Quaracchi, (Bibliotheca franciscanaasceticaMedii Aevi, 10), Florentiae 1962, p. 30,26. 319AV Prologus, 5b: "Ibi (sul monte della Verna) ineffabilibus modis tota simul et gloria Christi crux et passio,simul et vita dei hominis mihi immittitur". szoAV 1,9,17rb-23vb. 104 In questa solennitä, radice e fondamento della Nativitä, della Resurrezione e della Ascensione, benedicteet beateJesuqui huius diei mysteria solusplene cognoscis,rendimi partecipe di quella grazia che tu hai ricevuto dal Padre. La predica preparata per la Nativitä di Gesü321e molto lunga e complessa,organizzata secondo le tecniche della retorica medievale ben fonti Ubertino della Sacra Scrittura nota a e col ricorso continuo alle dei della Chiesa. la Padri Dominano e scena Maria e Giuseppe, illi paupereset virginei coniugesnon invento hospitio pre sua paupertate. "0 anima mia- esclamaUbertino rivivendo la tristezza e il dolore della partoriente intensamente Vergine Madre pensa alla costretta di ad andare porta in porta alla ricerca di un ospizio e destinata a far nascere il suo pargolo in una mangiatoia, rivivi e riponi nel piü del le da lei Sofferenze profondo cuore sofferenze patite. mirabili, quia hodie Christus novus natus est, e nato in un umile luogo per mostrare all'umanitä incredula mirabilia et stupenda. Anima mia devota, considera attentamente la solennitä di questa nascita: il tempo, il luogo, il modo, l'ossequio degli angeli, l'accoglienza dei pastori, la testimonianza di tutte le creature. 0 quampulchrum mysterium! Oggi la nascita verginale ha annientato la lussuria, 1'umiltä e la piccolezza del bambino hanno respinto la superbia, la povertä 1'avarizia, la caritä l'invidia, la penuria di cibo la gola quiaparvo lactepastus estper quem necalesesurit. L'estrema povertä del presepe omnem mundi vanitatem deiecit"322. Di fronte agli occhi di Ubertino, commossi di fronte a-tale scena, sfilano all'improvviso le vane pompe dei prelati animati da una lussuria dall' desiderio di incessante sfrenata, gloria terrena: 321AV I, 11: JesusMaria status,26vb-39va. Per it ricorso a fonti patristiche, in particolare ai Sermons di san Bernardo, capillare a l'analisi farta da G. L PoTFSrA,AbenlandischeMystik cit., ..., p. 289-290: " ... per un utilizzo mistico a devozionale Ubertino ricopia spessoda san Bernardo senzamodificare per nulla le sue osservazionisulla sacrapagina." 3u Per it concerto di povertä di Ubertino cfr. CH. DAvis, Ubertino da Casaleand his ConcepFranciscan tion of ältissima paupertas, in Studi Medievali 22 (1981), pp. 41-56; M. D. LAMBERT, Powerty.The doctrine of the absolutepowerty of Christ and the apostlesin the FranciscanOrder, 12101323, Londres 1961, ora aggiornata in Poverthfrancescana,La dottrina dell'assolutapovertä di Cristo e degli Apostoli nell'Ordine francescano(1210-1323), (Trad. M. Colombo), Ed. Biblioteca Francescana(Fonti e ricerche 8), Milano 1995; A. VAUCUEZ,Laplace de la pauvretf dans its documents hagiographiquesä l'epoquedesSpirituals, in AA.., Chi eranogli Spirituali? cit., pp. 125-143. 105 "adiscantprelati ecclesiepompam fugere. 0 prelati impii, vere non immo more ornati, prelati, sed pylati ... more mulierum magis diversis ydolorum magis culti quam vestiti et more peccatorum ferculis ventre repleti"323. Prendete esempio dai miseri pannicelli che avvolgono il piccolo nato, futuro re della terra, adorato dalla schiera degli angeli, dai dagli hanno alberi che prodotto una splendida stella, cieli che la ha dall'inferno balsamo, pia nera puassorbito con che stillano dal dalle Voi, i sapere, cariche, affascinati nizione nemici corrotti. dalle ricchezze che comportano prestigio sociale, arrossite nell'abbondanza delle vostre delizie, nuovi falsificatori dell'esempio di Cristo "qui paupertatem non solum continuavit conversando, sed consumavit crucifixus moriendo"324. fasto dei il digressione la e Lunga e roboante prelati325, contro dei la la pastori, ma prevalgono meraviglia e gioia riflesse negli occhi inginocchiati di fronte al povero giaciglio per riverire, onorare, debeato. il votamente abbracciare pargolo "O bone loseph, parce nobis, quia nunc nos occupant magnalia " matris! prolis et Oggi tutte le lodi sono rivolte alla Madre e al Figlio e it predicatore lo Giuseppe, l'umile quasi consola: oggi tu osservi sembra scusarsicon ha it nemmeno una culla, con mestizia tuo piccolo the non 323AV I, 11,31rab 324AV I, 11,39va. 325In ogni libro dell'Arbor Ubertino evidenzia il suo misticismo con frequenti e aspre invet" dei AV II, 3,46va: 0 quam lucro di desiderio il religio sancta cfr. sacerdoti; tive contro ... ... feda. Obedientia fracta, in conversatio est parva vel multis professio est miserabiliter cecidit, quia deformata, habeant divitias quia cum non et exemplaritas prostrata nulla ... paupertasmiserabiliter hereditarias a parentibus nec prebendas pingues in ecclesiasticisreditibus existimantes questum pietatem, habent mendicitatem insatiabilem et in missis alia aliis spiritualibus vendendis officiis labem "; AV IV, 5, pauperes nomine ad glorie et volunt esse vanitatem multam symoniacam ... 143vb: "Ve illis impiis sacerdotibusqui, a charitate distincti et cupiditati sacrilege proditoris inde coniuncti, de sacro dominici corporis tanto illo proditore negotiantur scelestiusquanto sepe pro minori precio, sicut pro tribus denariis, negotiantur impie de Christo regnante in celis!" 106 "postea tu, cum essecfaber, potes cunabula fabricare. Laetentur igitur celi et exultet terra! (Ps. 95,11)"3z". Oggi e nato il Salvatore! E con la gioia nell'animo per tale nascita si conclude la lunghissima predica e si chiude il I libro dell'Arbor. Tutte le tappe della vita terrena di Gesü sono scandite dalla predicazione di Ubertino, the probabilmente era invitato a proclamare sermoni in vari `luoghi' francescani (e plausibile pensare anche nella chiesa di Santa Croce a Firenze, dove insegnb con Pietro Olivi dal 1287 al 1288)327e in varie festivitä grazie alla sua letteraria, capacitä alla vivace inventiva e al linguaggio forte ed efficace, tanto the col fuoco delle sue parole avrebbe potuto convertire it mondo intero328. Non e stato cosi, anzi le sue arringhe gli sono costate una lunga prigionia, se si pub usare questo terforse it ritiro sul monte della Verna gli ha consentito di mine; rielaborare, ruminare, la parola del Signore the con tanto entusiadiffondeva329. smo 326Ubertino frgatus, 62vb: " consacra nell' Arbor belle espressioni per san Giuseppe; cfr. AV It, 6: Jesusinfans in Joseph altissime ... efficaciter concludens quod omnium virtutum perfectio adunatur"; anche quando espone le asserzioni di Origene, di san Bernardo e di Agostino relative all'istintivo dubbio di Giuseppe per it santo concepimento delta vergine Maria conclude serenamente: " ... et tarnen undique magnum virginis testimonium, quia si Joseph dubitavit certum est quod ab ipso non fuit conceptus sacratissime virginis" (I, 11: Jesu Johanni intimes, 25vb). San Bernardino mostra di esser motto del sermone De sancto vicino a Ubertino nell'impostazione Joseph; per questo si veda E. BLONDEL n'ISECEEM, L'itJuence d'Ubertin de Casale site les fcrits de s. Bernardin de Sienne, in Collectanea Franciscana 5 (1935), pp. 5-44, in particolare pp. 39-40: Les sermons «De sanctin». 327Per to biblioteca di santa Croce in Firenze si ricorra a R. MANsau, Firenze nel Trecento: Santa Croceeia adtura f ancescana,in Clio 9 (1973), pp. 325-342; ID., Due bibliotechedi «Studia» minoritici: Santa Crocedi Firenze e il Santo di Padova, in Le sarole degli Ordini Mendicanti (secoli )UII eXM Todi 1978, pp. 353-371; cfr. anche MARTfNEZRuiz, El estudiode Santa Croceen Firen168-171. ze, in De la dramatizacion de los acontecimfentosde la pascuaa la axrtologia cit., pp. ..., 3zsAV I Prologus,Ora: "Sciunt qui me audierunt quia benignus Ihesus non me permisit in legendo et predicando frivola cc curiosa sectari, unde et in audientibus qui malam vitam meam noverant sepeinerat proverbium quod si vita me adversaconsonaret doctrine, quod deberem convertere totum munduni. 329Per la memorizzazione (naninatio) delta vita di Gesir seguita da Ubertino si rinvia a G. L. Po=A, AbenliindischeMystik 288-290: " L'esigenzathe la materia risulti facilmente cit., pp. ..., utilizzabile per una reiterata meditazione, in modo tale the ogni atto delta vita di Gesü si fissi nella memoriadevota, richiede innanzitutto the essavenga organizzataattraverso it ricorso, esplicitamente dichiarato da Ubertino, a procedimenti e schemi mnemotecnici". 107 Per la festivitä dell'Epifania330Ubertino prende spunto dal versetto (Mt. 2,2). in Vidimus adorare eum tematico: stellam oriente et venimus Quia vero de stella in qua magisfislgidus Jesusapparuit nunc estsermo, Oggi e un giorno sacro, che riporta in terra la fulgida luce del giorno in cui si rivelö lo spirito del Padre ad mundi tenebras effugandas. In dalla Magi, illustrati lontano i stella, giunsero al santo giorno quel 1'oro festinanter, letanter, come a un re reverenterper offrire presepio in segno di reverenza,l'incenso come a un Dio in segno di adorazione di la in segno gioia. e mirra La prima parte del sermone procede nel modo consueto, come del fervore dotato spirituale e naturalmente ancor oggi un sacerdote, della loquela infiammata di Ubertino, potrebbe esporre agli ascoltatori la divina. la loro infondere in trepidante gioia per manifestazione per Ma lo scopo precipuo dell'ardente francescano non viene mai meno: dall'animo la dalla umano, terra, soprattutto vanitä, occorre estirpare la falsitä, in questo caso la fallacia della filosofia mondana. "Sed videtur hodie venisseclangor tertie tube: Tertius angelustuba facula de tamquam ardens celo stella magna cecinit et cecidit ... (Apoc. dicitur 8,10-11)". absinthium et nomen stelle Se la tromba del primo angelo ha eccitato gli animi contro la ha fatto del la insorgere dei tromba secondo tiranni, se crudeltä ha del la degli la terzo tromba suonato contro eretici, perfidia contro la fallacia della filosofia mondana. Come san Paolo anche Ubertino filosofica331: della la filosofia 1'ingannevole sapienza vanitä condanna la della dal e per vana curiositä stella come una cielo mondana caduta dalla e e intelligenza, prima veritä caduta, perche si allontanata sua e la il inganna perche nome assenzio, con suo con malizia; sua e 3'oAV, II, 3: Jesusin stellafulgidus, 46ra-48vb. Si veda 1'edizionedel Sermoinfra, in Appendice. da notare una marcata corrispondenza del SermoDe Epiphania Domini di san Bernardino con questi versetti dell'Arbor, Jesusin stellafulgidus ejesra Magis monstratus",i passaggiparalleli dei due Encore! 'influenced'Ubertin sermoni sono riprodotti in grande evidenzada E. BLONDELD'ISECEEbi, de Casalesur lesIcrits de s. Bernardin de Sienne,in CollectaneaFranciscana6 (1936), pp. 57-76. 331Sono le tematiche ampiamente sviluppate da Ubertino negli scritti polemici composti in occasionedella grande disputa con i rappresentanti della Comunitä francescana:cfr. Rotulus iste, desMittelalters 3 (1887), pp. 93-137; ed. F. EHRLE,in Archiv fur Literatur und Kirchengeschichte per la risposta della Comunitä francescanaalle accusedi Ubertino si veda A. CHIAPPINI,Communitatis responsio'Religiosiviri' ad Rotulum fr. Ubertini de Casali, in Archivum Franciscanum Historicum 7 (1914), pp. 654-675 e8 (1915), pp. 56-79. 108 di (refrigescit la i capacitä amare amarezza ottenebra sensi, raffredda facciano dunque ingannare nella dilectionis). Oggi i Magi non si virtus loro strada, non seguano la stella malefica la cui luminositä cade dal cielo in molti, "quia intentio est simoniaca, cognitio ceca, instructio nulla, feda deiectä'. Christo tota conversatio et via a L'animo di Ubertino, che rifugge dal male, ý attratto dall'umiltä, dalla semplicitä della sapienza di Pietro Pettinaio, di Cecilia da Fidi di da della di Cittä Angela Foligno332, prudentissima renze, virgo Castello, delle devote donne che con profonda sensibilitä e delicatezdel dinanzi hanno la tutto za al muliebre gli comunicato ora gioia presepe ora la profonda e incontenibile commozione dinanzi alla croce333 Anche nel giorno solenne in cui si festeggia la purificazione della Vergine Maria con una processione334il pensiero e le parole del predicatore sono rivolte ai ministri del tempio sacro dove si bambino il Gesü rivestito di candore per offrire gloria e presenta "O purezza a coloro che rinunciano ad ogni carnale affezione. da miserabile anima mia, perche vai cercando onori e rifuggi divina? la 0 Non anima umili cose? maestä vedi come si umilia del 1'insegnamento Ascolta e segui mia, che cosa vai cercando? tuo Gesü: Ama i tuoi nemici, ricambia con 1'amore chi ti odia, la Solo prega per chi ti perseguita e ti calunnia. cosl raggiungerai perfezione". 332Per I'inRuenza di questefigure nel pensiero di Ubertino si ricorra a G. L. POTESTA, Ideali di santitk secondoUberrino da Casaleed Angdo Clareno, in Santi e santith nel secoloXN, (Atti del XV Convegno Internazionale, Assisi 15-16-17 ottobre 1987), Assisi 1989, pp. 105-137; a G. D'URSO, "La beataAngela e Ubertino da Casale",in Vita e spiritualitä della beataAngela da Foligno, a cura di C. SCHMrrr, Perugia 1987, pp. 165-187; a S. BRUFANI, "Angela da Foligno egli Spiritual' in Angela , da Foligno Terziariafrancescana(a cura di E. Menestö), Spoleto 1992, pp. 83-104. 333AV I Prologus, 3vb: "Licet autem multis oraculis me Iesusconfortaverit et internis immissionibus ... tarnen potissimum adiurorium et confortamentum in scribendo securefuit vere dicate amori Iesu duce prudentissime virginis vere sponse Christi de civitate Castelli, cuius vita in omni sanctitate insignis et sanctitate probata, ita dam volitat per ora populorum non solum civitatis predicte, sed etiam longe distantium et maxime ab omnibus in vita Iesu expertis ipsius sponsa excellentissima predicatur". Per l'identificazione della prudeauissimavirgo con Margherita cfr. E. M&NFSTO,La «Legenda»di Margberita da Cittd di Castello,in Il movimento religiosofemminile in Umbria nei secoliXIII JCIV, a cura di R RUSCONI,Firenze-Perugia 1984. 334AV, II, 5: Jesusredemptusparvulus, 51va-60rb. 109 Jesu hec tuo?: a audiens anima mea, quid vadis querendo Diligite inimicos vestros, benefacite his qui oderunt vos, orate filii calumniantibus patris vestri. ut vos sitis pro persequentibus et Estote ergo perfecti" 335. "0 Di una particolare efficacia mi e sembrato il discorso celebrativo la di 336: in le di Ubertino, Canaan Nozze reverenza per spirito per Vergine, esulta per 1'attenzione con cui Gesü onora la devota e sinbreviloqua: brevi Vinum delta Madre: non sicut verbo tetica preghiera habent. Il Figlio dona alla Madre it primo miracolo che manifesta lentamente quasi a far maggiormente sentire la mancanza del vino: 1'anima Quasi hoc a significare che plus grate reciperetur effectus. etper deve saper riconoscere le sue mancanze e accogliere it dono divino come pura grazia e non per altro merito: "sic in miraculis et in aliis eius beneficiis vult quod anima suum defectum cognoscatet quod mera gratia nec ex aliquo suo merito Dei dona recipiat". E come in quel lontano giorno la Madre suggerl at Figlio la to la del premuroso stesso affetto, oggi con vino, cosi, mancanza defectus fare: filio affectuose nostros nostra advocata337continua a bona. A in Signore it sua convertit mala questo nostra suggerit e in Ubertino le a mettere passa risalto punto con passaggi arditi del inserendo nella narramatrimonio, caratteristiche sacramentali di Canaan delle una predica o presumibimente alcune nozze zione di parti essa: "Quia vero de nuptiis est sermo, attende anima mea, quas nuptias Ex hoc quod lesus sua presentia honorat nuptias, debes eligere. ... 0 iste quam mire approbat. sunt matrimonii sacramentum ... dum dum dum obsecrantur, recipiuntur ad preparantur, nuptie tripudium! " 335AV, II, 57vb. 336AV III, 5: Iesusa matre rogatus,84vb-87va. 337Ubertino usa spessoquesto aggettivo per la Madre di Cristo; cfr. AV I, 11: IesusMaria natus, 36rb: "0 mater nostra advocata sollicita, procuratrix fida, tu es mediatrix inter nos et parhominum, ipse Dei est mediator sed et uterque ergo lapis angularis, sed ille principalis et vulum, tu collateralis ... " 110 Dopo aver passato in rassegnai vari passi biblici che evidenziano l'amore matrimoniale duraturo per 1'eternitä: Desponsabote mihi in luxurie (Os. Tu Domine 2,19), sempiternum non causa accipio scis dilectione (Thob. 8, posteritatis sororem meam coniugem, sed ex sola 9), il predicatore conclude: "Expergiscere, ergo, anima mea, et ad spirituales sponsi Iesu amplexus intima affectione aspira ... et si tibi deficit vinum spiritualis letitie, attende piissimam matrem pro te appellate ad sponsum, allegantem quod vinum non habes ... et indubitanter dum expectesquod, non advertes,pius Jesustuas aquas insipidas optimum convertet in vinum"338. Nel ricordare i momenti di stanchezza che il Signore ha avuto durante il travagliato tragitto terreno339,Ubertino prende lo spunto dal versetto Jesusfatigatus ex itinere (Ioh. 4,6) e ci invita a ruminare in corde340le continue e incessanti difficoltä da Lui affrontate con serena umiltä, nei numerosi viaggi intrapresi a piedi nudi, rare volte 1'aiuto di un giumento: con "lam memorare, anima mea, ad lassitudines benedicti Iesu cum multa compassione". Se la stanchezza corporale e grande, di gran lunga maggiore e la la 1'animo divino stanchezzaspirituale che opprime nel vedere negliha dall'esempio inondato ha i tempi genzache e allontanato gli uomini di vita offerto dal figlio di Dio che camminava scalzo, vitamfacilem deliciosam laboriosam dei devoti Il abiciens, accorre et sequens. popolo in massa ad ascoltare la parola di Dio: messisquidem multa, operarii autem pauci (Lc. 10,2; Mt. 9,37); la devozione e molta, ammette Ubertino, ma pochi sono i predicatori veri, che mostrino con 1'esempio dicono 0 Come quot a parole. sono chiacchieroni, garruli! ciö che Tutto di i il e mondo pieno parole, sembra che religiosi sunt verbosi! del nostro tempo imparino a parlare, non a fare; essi dovrebbero esdeficiunt dicono di ita verbis, sere esempio agli altri: sicut carentfactis 338AV III, 5,87vb. 339AV, III, 8: Jesusvigor lassanrs,89vb-92va. 340Frequenti sono nelPArbor i riferimenti alla naninatio intesa come pratica meditativa da parte del lettore: cfr. AV I, 11,71b; II, 1,80b; 111,3,149b. 111 de de de de truphis guerris mundo parole vane parlando nelle piazze frenesia la di Gesü de Alla inutilibus si contrappone stanchezza vanis. di chi parla, parla dicendo parole insipide e aride: "... tunc in sermonibus verba ipsorum sunt insipida et arida loquaces predicatores veros et quod peius est tales predicatores persequuntur et veraces"341. Nell'animo di Ubertino regnano 1'amaro ricordo e 1'estremo la di in degli vera anni trascorsi piazza piazza a proclamare rimpianto Solo Christi imitatoriam divina vitam. ea proporreperfectionis parola il di Cristo furono e seguirono puramente veraci operai gli apostoli hec in tempora ecclesia,semina e raccoglie suo esempio, ma chi, ad frutti per la vita eterna? Nella sua predicazione domina assillante il la legittima Francesco di Francesco: della e sua spiritualitä pensiero della di Cristo, imitatori perfezioprole sono gli appassionati seguaci la loro di della prerogapurezza vita evangelica34Z,per ne apostolica, (plena in Cristo in di resilitio nihilum tiva umiltä e annullamento dimentichiamo Non Minori. lui da chiamati non piccoli, ma creature) fermezza egli rispose al cardinale con quanta umiltä e altrettanta Ugolino quando invite i frati a ricoprire i vari gradini delle gerarchie ecclesiastiche: "Domine, Minores ideo vocati sunt fratres mei, ut maiores fieri non praesumant"343. loro la dunque Lasciate prima vocazione, quella che seguano evangelica! 34'AV, III, 8,91rb. 342Cfr. R. MANSELLI,La povertd nella vita di Francescod'Assisi,in La povertd del secoloXII e Francescod'Assisi,(Atti del II Convegno Internazionale, Assisi, 17-19 ottobre 1974), Assisi 1975, pp. 256-282. 343Il richiamo allo spirito di umiltä francescanae continuo in Ubertino. Si veda a tal propo"Similiter (Franciscus) dicebat fratribus, volens eos 211va: Franciscum Jesus V, AV 3: generans, sito hoc humilitate ipsos Unde in propter vocavit minoservare. et et excludere ab omni pompa ecclesie ipsos fieri modo prelationis aliquo nec stamm volebat appetere. presumereent non res, ut maiores Unde domino hostiensi suo patri dixit: "Si vultis quod faciant fructus in ecclesia Dei, tenete eos in statu vocationis eorum et ad prelationis ecclesienullatenus ascenderepermittatis". Si segnala la di da "Gesü della Casale, Ubertino da fatta E OLGIATi, L'Albero vita genera Francesco", in traduzione Fonti Francescane,Sezioneseconda, Ed. Messaggero,Padova 1977, pp. 1686-1724; per altre parti dell'Arbor vitae in traduzione si veda M. DAmwrA,Meditazioni alla Vera di Ubertino da Casale,cit.; (cfr. nota 8 del presentestudio). 112 Francesco e presentato come 1'ancora di salvezzaper il rinnovalui la della mento radicale si rinvia costantemente per vita cristiana, a forma di di Ubertino unico e veritiero il sua vita, secondo programma modello da offrire alle generazioni future. E da presumere che numerose siano state le prediche in suo onodelle re344,anche seallo stato attuale ricerche e emerso un solo sermone lui dedicato dal biblioteca di Casalense. Nella Nazionale Firenze, a da ha Ruiz nello stesso manoscritto cui edito 5 sermoni attribuibili ho Nostro34s, individuato una predica per san Francesco che a mio al parere riassume beprincipali caratteristiche della vita del santo care a Ubertino. Omnia mihi tradita sunt a patre meo e il thema del sermo(Mt. ha Lc. Il 11,27 Padre 10,22): ne e messo nelle mie mani mio tutto, omnia: sembra stridere se lo mettiamo a confronto col nihilum, 344Grazie alle ricerche del compianto pese J. Bougerol sono stati individuati oltre 600 sermoni in onore di san Francesco; a tal proposito cfr. J. BOUGEROL,Sermons medievaux en l'honneur de saint Francois, in Archivum Franciscanum Historicutn 75 (1982), pp. 382-415; ID., Initia latinorum sermonum ad laudem sancti Francooci, in Antonianum 57 (1982), pp. 706-794; J. B. SCHNEYER, Lateinische Sermonen-Initien des Hochmittelalten fur die Heiligenfeste des Franziskanerordens, in Archivum Franciscanum Historicuns 61 (1968), pp. 3-78; si veda anche R. RuSCONI, San Francesco nelle prediche volgari e nei sermoni latini di Bernardino da Siena, in Atti del Simposio internazionale Siena 17-20 aprile 1980, a cura di D. MAFFEI e P. NARDI, Siena 1982, cateriniano-bernardiniano, pp. 793-809. Negli ultimi decenni numerose sono state le edizioni di prediche per lui: cfr. I. BRADY, St. Bonaventure Sermons on Saint Francis, in Franziskanische Studien 58 (1976), pp. 129-141; Th. DESSONNEFS,Le saint Francois de la conmunautf des origins an Concile de trenne, in Francesco di4ssisi nella storia, cit., pp. 21-61; N. BERIou, Saint Francois premier prophete de son ordre dons les in Melanges de l'EcolefranfaisedeRonzeMoyenAge, 10 (1990), pp. 535-556; sermonsduXlllesiecle, V. GAMBOSO,KFrancisau Paduanus», I quutttro sermoni sanfancescani di frate Luca Lettore da Padova (c. 1270), in 11Santo, 30, II, 1, (1990), pp. 3-76; S. FIELD, Annihilation and Perfection in two Sermons by Gilbert of Tournai for the Translation ofSt. Francis, in Franciscan, I (1999), pp. 237-274; J. D. RASOLOFOARAIANANA, jean de la Rochelle cc Anonyme. Trois sermons de Sanctis sur saint Francois dAssise darts le ms. Clm 7776, in Frate Francesco 67 Nueva Serie 1-2 (2001), pp. 39-68; A. PECORINI CIGNONI, Un sermon latino Francosci capf ssoris'di Aldobrandino da Toscanella, in Studi Francescani 98,3-4 (2001), pp. 285-299; S. MAFFEI, San Francesco nei sermon latini del domenicano Jacopo da Benevento, in Archivum Franciscanum Historicum 98 (2005), pp. 177-209. 34sSiamo debitori a padre Cesare CENcI the ha individuato l'appartenenza dei sermoni a Ubertino da Casale nell'articolo Le Costituzioni Padovanodel 1310, in Archivur: Franciscanum Historicum 76 (1986), p. 516, nota 1. Per il contenuto e 1'edizione dei 5 Sermonesdi Ubertino si rinvia a MARTINEZRutz, Dc la dramatization de los acontecimientosde la Pascuaa la Cristologia, cit., Apendice2, Edicion de lossermonesdel codicede Firenze, pp. 582-596: 1. In Parasceve,Thema: Respitein faciem Christi tui (Ps. 83,10); 2. In Sabbato sancto (f. I lva-12ra), Thema: Misericordie Domini quia non sums conrumpti, quia son defeceruntmiserationeseins (Lam. 3,22); 3. In consecratione alicuius ecclesie(f. 59ra), Thema: trdi civitaten: sanctam, Jerusalemnovans,(Apoc. 21, 2); 4. Fratris Ubertini in moste domini Thebaldi de Acerbis (f. 97ra-va), Habitu est invents ut homo (Phil. 2,7); 5. Dominica in Septuagesima(f. 102va), Thema: Omnesquidem currant, sedums accipit bravium (I Cor. 8,24). 113 il niente che e divenuta la creatura francescana. Sono parole messe bocca di sulla un Francesco incredulo e meravigliato: proprio a me peccatore, minimo omnium, infimo fra tutti, si mostra la benevolenza, la magnanimitä di Dio, che vuole adottarmi come figlio singolare e precipuo per conformarmi a Lui? 346Il predicatore ha ben organizzato la sua predica, anch'essadestinata ad esserepoi utilizzata ed adattata da altri confratelli, come suggeriscono le espressioni: Adapta sicut de fervore Il Signore dunque vis, nota martyrii ed altre consimili347. ha posto nelle mani di Francesco tutto, senza distinzione alcuna fra bene e male: cib che e infimo e degno di disprezzo, perche impari fece ha Cristo, in Francesco carne sua egenus,e a respingerlo come sempre rifiutato qualsiasi ricchezza vana e nociva; cib che e superiore, perche impari a contemplarlo ea conquistarlo, e Francesco si e la fatica, la dolore, dei la il col gioia conquistato pace con regno cieli intimo, di impari e perche cib che con una vita sofferenza; a gustarlo fu di di 1'anima Francesco infatti ornata grazia e virtü, il appieno ed da Oh, Ubertino, illuminato intelletto profetico. esclama spirito suo di fosse la trovare margaritam absconditam, capace se ogni anima la della povertä perla tanto piü preziosa quanto piü nascosta, virtü E dalle il Francesco dell'umiltä ignorata genti! e calpestata povero, e le disfatto finestra dalla e di ha paterne, si ricchezze tutto che gettato Regno diventare dei tutto nel nel mondo, niente un niente, per cieli. E il Francesco predicato dagli -Ordini Mendicanti, dall'arcivescovo di Pisa Federico Visconti, fervente ammiratore del negociator di Assisi, francese Odo da dal 348 Chäteauroux, di cardinale anime, mercante SacCfr. LM XII, 2: "(Franciscus) non crubescebata minoribus parva querere verus Minor, qui lassatus, Cfr. Jesus AV III, 8: Magistro 91vb: 'b cum quandidicerat etiam vigor supremo"; a magna ta suavitate audirem quod observatoresevangelii minimi fraticellunculi nominarentur a mundo! Et humilitate, hec in descendunt sic se sepelirent quod virus est ilia que altitudinem nomine sicut metit divine maiestatis." sv Si veda la prima edizione del sermoinfra, in Appendice. 348Cfr. M. SORIANIINNOCENTI,Francescoei francescani nella predicazione dell'arcivescovodi Pisa FedericoVisconti (1253-1277), in Il francescanesimo a Pisa (sect.XIII-XJV) e la mission del beato Agnello in Inghilterra a Canterbury e Cambridge (1224-1236). Atti del Convegno di studi, Pisa, Chiesa di san Francesco10-11 matzo 2001. A cura di Octavio BANrne Marina SORIANIINNOCENTI, Pisa 2003, pp. 73-85.11 corpusomiletico dell'arcivescovopisano a conservato a Firenze, Biblioteca Mediceo Laurenziana, ms. Pluteo XXXIII sin. 1; se ne veda 1'edizione integrale in Les sermonset la visitepastoralede FedericoVisconti archevequede Pise (1253-1277). Edition critique par Nicole BtRlou et Isabelle LE MASNEde CHERMONT avec la collaboration dc PascaleBOURGAIN et Marina SORIANIINNOCENTI,(Sourceset documents d'histoire du Moyen Age publies par l'Ecole francaise 114 dal d'Acquasparta dedicö lui Matteo 15 che cardinale a sermoni349, che canto in lui 1'angelo purificatore del sesto sigillo350 Nel V libro dell' Arbor vitae del nostro Casalense, dedicato tutto finezza francescanesimo, da Francesco tradotto a con e al grande Feliciano Olgiati351, una lunghissima parte rispetta la cadenza di un di dove del Firenze. Lä, si sermone35Z,analoga a quella manoscritto da Tobia l'anima indicare ricorre a per scevra ogni concupiscenza, Francesco esclama con parole di Daniele (3,99): Signa et mirabilia fecit apud me Deus excelsus,il suo corpo e simile a un vaso d'oro di decorato (Eccli. 50, ornato pietre preziose stimmatum venustate 10), qua e signaculum similitudinis plenus sapientia et perfectus decolapispreciosus (Ez. Francesco 28,12). tuum re...; omnis operimentum e dotato della sapienza che proviene dal cielo (caelica), modesta, colma di misericordia, portatrice di pace, (infatti in ogni occasione invitava i frati a non essereavidi di scienza e di libri, ma a praticare la semplicitä, la preghiera e la povertä), e dotato di virtü perfette (carismata meliora), la purezza della sua carne e contrassegnata dalle stimmate, (ficit in Francisco corporalis consignationis singularitas)353 de Rome, 3), Roma 2001; J. DALARUN,Francesconei sennoni: agiografia epredicazione,in La predicazionedeifrati dalla metadel 200 alla fine del `300. (Atti del XXII Convegno Internazionale, Assisi 13-15 ottobre 1994), Spoleto 1995, pp. 339-403. 3" Sulla predicazione di Eudes de Chäteauroux in onore di san Francescosi vedaJ. G. BouGEROL,Saint Franfois dansleepremierssermonsuniversitaires,in Francescod'Assisinella storia, volume I, Convegno di Studi: secoli XIII-XV, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 1983, pp. 173-199; cfr. anche M. Soiuaia lrrNocErm, San Francescoe santa Chiara nella predicazione di Odo da Chäteauroux (Edizione di due sernioni, Pisa, Biblioteca Cathariniaua, nu.21), in Franciscan, Bollettino'della SocietäInternazionale di studi francescani, II, 2000, Centro Italiano di studi sull'Alto Medioevo, Spoleto, pp. 186-201; per una monografia sul cardinale si confronti F. IozzELU, Odo da Chdteauroux, Politica e religione nei sennoni inediti, Bottega d'Erasmo (Studi e Testi, 14), Padova 1994. 350Cfr. Matthaei ab Aquasparta O.F.M. Sennonesde S. Francisco in particolare De cit., ..., beatoFranciscosernioI." TTdi altertm angeluni ascendentemab ortu solis, liabentem signum Dei vivi, L'angelo del sestosigillo e A«alter pp. 1-21. Su questa tematica si veda STANIs1AO DA CANIPAGNOLA, Christus».Genesie sviluppo di due temifrancescani, Roma 1971. 35'Cfr. nota 56. 352AV V, 4: Iesu Seraphin alatus, 216vb-221 rb: "Quia tarnen nunc assumpsimus tractare de illo (Franciscus)cuius status singulariter impugnatur, nunc a corrumpentibus evangelicamvitam et a principio fortius extitit impugnatus a subdolis magistris impugnantibus paupertatem altissimam. Idcirco ad isturn singulariter convertemus sermonem, cui et singularis potest dici quod ipse fuit signaculum similitudinis vite Christi tam vestigio conversationis quam fastigio contemplationis quarn prodigio admirationis quam etiam privilegio consignationis vulnerum passionis sacratissime Ihesu Christi" (210rb). 353AV V, 216va. 115 inestimabile segno di purezza e testimonianza perenne della sequela Christi. Francesco ha imitato le vestigia di Cristo e, desideroso che i fratelli lo imitassero, ha inculcato in loro un profondo desiderio di 354. L'altissima paupertati povertä: sumptum contrarium esseevangelice la Regola, e imposta giornaliera compagna nella povertä, rigidamente di Francesco, che lo ha condotto sulla via della croce. Francesco e Cristo, Cristo e Francesco: nella concezione cristologica di Ubertino diventati inscindibili: sono "quia igitur corpus Francisci fuit sic figuratum specie crucifixi, fuit purissima et anima puritate quasi signum est quod caro deificatä'355. Le stimmate sono la tangibile dimostrazione della sofferenza e del martirio di Gesü rivissute da Francesco35'. Se questo e 1'esempio di spiritualitä proposto incessantemente da Ubertino ai contemporanei, come non comprendere e giustificafustigatore i di 1' per scagliarsi contro che assume re atteggiamento dell'ecclesia Nella diabolica dei carnalis? personificazione vizi prelati, chiesa odierna "a locis singulis tods viribus est excommunicata paupertas" della hostis comunitä anzi colui che osa parlare contro gli eccessi dal di in Nel partendo versetto san sermone cui, publicus reputatur357. Si quis non vult operarinecmanducetcommenPaolo (II Thess. 3,10): ... dell'esperienza religiosa di Francesco, della vicenda storica sua e . 354Per un'interpretazione dei primi compagni cfr. G. MI000LI, Francesco dAssisi. RealtiY e memoria di un'esperienza cristiana, Einaudi (Paperbacks 217), Torino 1991. 355AV V, 217va. 356Per una chiara descrizione delle Stimmate si faccia riferimento alla LegendaMaior, XV, 2, ferrurn, "Erat 264: quasi vulnus autem rubeum et ad orbiculanigra clavorum autem similitudo p. ritatem quandam carnis contractione reductum rosa quaedam pulcherrima videbatur". Numerosi la discussione in e tale su argomento; viva merito si veda A. sempre stimmate e sono gli studi sulle VAUCHEZ,Les stigmatesde Saint Franfois et leurs detracteursdarn Lesderniers si2clesdu Moyen Age, in Melangesd'archeologieet d'histoire, 80 (1968), pp. 595-625, ora Le stimmate di san Francescoei loro detrattori negli ultimi secolidel Medioevo, in Francescod'Assisiegli Ordini Mendicanti, Ed. Por17nvenzionedellestimmate, Una scoriaper 43-72; C. FAUGONI, Francesco Assisi 2005, e pp. ziuncola, parole e immaginifino a Bonaventura e Giotto, Einaudi, Torino 1993 e G. Miccou, Considerazioni sulle stimmate, in Franciscana,I (1999), pp. 101-122. Per un elenco dei sermoni sulle Stimmate che iniziano col versetto paolino (Gal. 6,17) Ego stigmata Domini Iesu in corporemeoporto Cfr. S. 202-206. MAFFEI,San Francesconei sermoni latini cit., pp. ..., 357AV V, 2 10va. 116 ta 1'episodiodella moltiplicazione dei pani358,si domanda amaramente: "Se Gesü e divenuto pane consacrato con 1'ardore della caritä, con il dolore della passione,quale empio sacrilegio commettono i sacerdoti che dominati dalla cupidigia, dimentichi di ogni tipo di caritä, negoziano con malizia il sacro corpo di Cristo"? E sullo stessotono continua: "Discat qui hoc legit quod nil temporale debet in hoc sacrificio intendere qui vult sine sacrilegio celebrate. Hec pro sacerdotum malitia vitanda dicta sint! "359 Abbiamo percorso, sia pur velocemente, le fasi salienti della vita di Gesü, che ormai e prostrato in preghiera, sciensomnia que ventura erant super eum (Ioh. 18,4)361;Ubertino sente la tragicitä del mola mento, rivive intensamente (intuitus mentalis) e, senza attingere in questa occasione alla profonditä del suo bagaglio culturale, scende dal pulpito per far comprendere con esempi quanto mai terreni, anzi 1'immensitä del dolore provato da Gesü nel prevedere il grossolani, suo futuro sacrificio: Lui, figlio diletto di Dio Padre, avrebbe dovuto andare incontro alla morte? "Perche tu, ascoltatore o lettore, possa fin penetrate nel profondo quanto sia costata al Figlio una simile offesa paterna, prova a immaginare: "si filius imperatoris summi videret vilissimum ribaldellum trahentem pattern suum imperatorem per capillos et barbam et per cloachasinterficiendo iactaret et calcibus os et faciem horrende percuteret, quantum ille dilectus illius patris filius talia decernendo amaritudinis degustaret?" E per darti un altro vistoso esempio, pensa: se un nobilissimo e ricchissimo signore andasseper mare e per terra a cercarsi una sposa dopo e averla alimentata, rivestita di belle vesti e ricoperta di doni per renderla degna di se, questa si presentasse poi ai suoi occhi in di compagnia un vilissimo ribaldello negro, lo amassee ne mangiasse poi to sterco imbrattandosi tutta la faccia, invitando il nobile sposo a baciarla cosi deturpata, quale sarebbe dolore in confronto il mai suo di Gesü Cristo? " a quello "' AV III, 17: Iesuspanesmultiplicans, 123vb-125ra. "'AV, Jesus panic sacratus,143rb. 0AV IV, 9: Lensfutura previdensJesusoransprostratus, 154rb-156rb. 117 Il predicatore con linguaggio pregnante (corposo, come dice Dadoloris: ineffabiles inexpressibiles rationes et miata) vorrebbe esprimere 1'esempioa cui ricorre e apparentementesemplice e grossolano, adombra in realtä la storia simbolica di Israele narrata da Ezechiele (16). "Proviamo ad analizzarecon mente devota tali ragioni, sara impossibile comprenderle a pieno, ma sarä una conseguenzanaturale amare Colui che gratuitamente sostenne per il genere umano la povertä, la le la le la fame, i le tradimenti, percosse, gli sputi, veglie, offese, sete, della 1'agonia di croce". sentenza morte, Nel ramo dell'albero in cui si raffigura la morte di Gesü3611'apdiscese dal Padre Colui francescano che passionato vuol ricordare che della pescapaterna e come nutrimento e venne nel mondo come amo di caritä, gettato da Dio nelle profonditä del mare terreno, ritorna al le di lido 1'animo inondato tutte virtü perfette e perfettipatrio con bili, affidando i suoi eletti alle mani paterne nel momento di dolore della morte. "Sappi gustare or dunque, anima devota, le riposanti delizie del talamo del tuo riposo offerte da Gesü in puncto mortis"362. Sono senza dubbio immagini ardite, ricche del preziosismo verbale di Ubertino, la che per anni percorse predicazione caratterizzante le strade dell'Umbria, delle Marche e della Toscana nell'intento di liberate gli animi dalla cupidigia e dalla superbia per ricondurli alla di purezza vita evangelica. Anche quando si parla della sepoltura del corpo di Gesü la storia e frammista a una predica accalorata -e partecipata sulla croce sulla figlio di del Dio: le sofferenze quale si consumarono "Attende, anima, quod soluto precio nostre salutis et ... obtenta filium Dei iam in circa conditiones tyrocinio mortis victoria de Sed tibi corde Altissimi: exprimitur attende quid mutantur. ... Crucifixus hominem veniasaut crucifigendus. crucifixum? venis ad Si Dei Attende tui: quis vult post me consilium venire ergo ... abneget semetipsum et tollat crucem suam et sequatur me. Sicut in in sic perfectio, abnegatione proprie cruce est omnis enim voluntatis est perfecta et grata crucis assumptio. Hec est ergo ec'AV IV, 21: Jesusclamando moriens, 165ra-167vb. 362AV IV, 21,167rb: "Ubi debes attendere quod ille qui exivit a patre et venit in mundum tamquam hamus piscationis paterne et tamquam sagenacharitatis latissime in mari mundi a divinitate iactata ad littus paterni reducitur pectoris plenus omnibus perfectis et perfectualibus virtutibus". 118 beata crux divine sapientie: Ave igitur sacratissima et immaculata decorem de crux, que pulchritudinem et membris domini mei suscepisti . Eleva me, sanctissima crux, mentis suspensione a terra et recipe me ab hominibus et redde me meo magistro, ut per te suscipiat me qui per te me redemit"3" Al trionfo della morte seguela beatitudine della resurrezione che Ubertino celebra con un sermone pronunciato nella festivitä pasquale3": Tunc terremotusfactus estmagnuset angelusDomini in vestimento albo et candido et aspectu fulgureo descenditde celiset accedensrevolvit lapidem (Mt. 28,3). In questo giorno tutti riceveranno ciö che loro manca: i pellegrini. la fiducia, i combattenti la costanza, i lavoratori la perseveranza,i contemplativi il chiarore. "Quia vero in dominice resurrectionis gloria innituntur nostre fidei fundamenta, sicut dicit Apostolus'1365 Il predicatore Ubertino vive con estrema radicalitä il messaggiodi Cristo e trasmette con trasporto mistico, talora eccessivamente esall'ideale francescano di vita evangelica3"; nella tato, sua predicazione, sia nei sermoni cristologici sia nei mariologici sia negli ascetici, rivela appieno, e lo grida con fervore, l'amore appassionato per Cristo, per la Vergine Madre, per Francesco e la profonda angoscia per la decadenza universale dovuta all'abbandono della povertä e agli abusi del clero. Come scrisseil cappuccino Fredegand Callaey, Ubertino, ardente spirituale accecato da un amore fanatico per la povertä, ha sognato nella chiesa una perfezione chimerica 367. 3G3 AV IV, 26: Iesusintumulatxu, 169ra-171rb. 36dAV IV, 29: Jesustriumphatu tnortttuus, Jesus surgetu beatto, 172vb-179rb: "Dies ista est fontalis benivolentie, dies ista est triumphalis victorie, dies ista est praecordialis letitie, dies ista est spiritualis intelligentie". 365 AV, IV, 174va. 366Si veda la testimonianza di Angelo Clareno in ANGELUS CIARENUS, Chronicon seu historia septem tribttlationum Ordinis tnittorunt, Ed. A. GHINATO, Roma 1959: "Hic frater Ubertinus habitans in monte Alvernie provincie Tuscie, devotus fundatori, singularis perfeccionis prime et ultime testis fidelis, sincerus et fervens predicator evangelice veritatis multos in religione et praesertim in provinciaTuscie et vallis Spoletane et Marchie Anconitane vite exemplo et verbi virtute suscitavit et inflamavit ad puram et fidelem observanciam promisse perfeccionis". 367Cfr. Lesidles mysticopolitiques d iat franciscain spirituel, in Revued'histoire ecclesiastique11 (1910), p. 727: "Ubertin, aveuglepar son amour fanatique de la pauvrete, veut entrainer son ordre et la chretiente entiere ä une perfection chimerique et maudit tous ceux qui jadis ou maintenant se sont refusesä realiser son reve . 119 APPENDICE I. De sancto Francisco (fratris Ubertini) (Firenze, Naz., Nuovi Acquisti 660,86va-87rb368) Omnia mihi tradita sunt a patre meo3G9. (INTRODUCTIO) Consuetudo est magne ammaritudinis quando hode hoc insolitum consueverunt accidit, et aliquod novum et Unde si aliquis multum mines querere unde accidit, verbi gratia. dives, fiat omnes mirantur et si aliquis multum pauper subito de de Mathaeo Paulo fiat iustus, et sancto sicut magnus peccator de beato Francisco, de de Magdalena sic etiam multis aliis, et et fieri: "Unde, FranMt. ipse posset que respondit questioni unde " Omnia Dicit: dona mihi tradita et tanta gloria? cisce, tibi tanta faciunt: Contra tria qua responsione sunt etc. 368. Sigle: I Cel. THOMAS DE CELANO, Irta prima sancti Francisci II Cel. AASS THOMASDECELANO,Irta secundasancti Francisci Acta Sanctorum LM LMin. LTS BONAVENTURADE BALNEOREGIO,Legenda Maiorsancti Francisci BONAVENTURADE BALNEOREGIO,Legenda Minor sancti Francisci Legenda trium sociorum SP Speaaiumperfectionis ' 120 Per il codice fiorentino e per 1'attribuzione dei sermones a Ubertino da Casale si rinvia a C. CENCI, Le Costituzioni Padovane del 1310, in Archivum Franciscanum Historiaam 76, 4 (1983), p. 516. Per una pacziale descrizione del codice, un tempo appartenente alla biblioteca privata del marchese Campori di Modena, cfr. P. Seraphinus GADDONI, Descriptio Matthaei Campori Marchionis Mutinensis codiaem franciscanorum qui in Bibliotheca D. D. (1909), pp. 642-643, che e incerto Historicum 2 Franciccanum in Archivum exstant, se di un poco noto frä Michele da Perugia ("Quis sit iste Fr. i mano sermones alla attribuire Michael penitus ignoro, cum nullus huius nominis circa haec tempora apud return nostrarum scriptores, quod sciam, occurrat; an veto ipse sit auctor corum, quae in codice nullum scriptoris nomen prae se ferunt, pene certe dixerim ... "): si veda al f. 136v la sottoscrizione Iste liber est ad usumfratris Michaelis Ranerii de Perusio de ordine fratrum minorum. l: infaticabile e prezioso padre Cenci ha segnalato alcune notizie su frä Ranieri perugino in Collectanea Franciscana 33 (1963), p. 295 e in Collectanea Franciscana 55 (1985), p. 11. 369Mt. 11,27; Lc. 10,22. Primum notatur quando dicit: Omnia tradita, non dicit centum mihi nec mille, vel huiusmodi, sed omnia. Qui enim omne dat nihil excipit, unde potest dicere beatus Franciscus Deo id loh.: Omnia mea tua sunt et tua mea sunt etc.37o Secundum notatur cum subdit mihi, quasi dicat mihi peccatori et indigno et vilissimo, immo adversario et inimico. Unde posset dicere id Petri Ioh.: Domine, tu mihi lavas pedes?371.Quasi dicat: "Tu, Dominus, es vilis servus, tu factus es peccator et huiusmodi". Unde posset subdere id Apostoli: Mihi minimo omnium sanctorum data est gratia etc.372et id: Mihi dedit Deus dicere ex sententia etc.373Hic cadit exemplum de visione quam vidit frater sotius in via, scilicet de sede in celo, undea potest dicere: Mihi Christus lucrum, 374 vivere est et mori etc. Tertium notatur cum subinfert a patre meo, quasi dicat: Magna Dei bonitas, magna benignitas, ut me velit in filium adoptare singularem et precipuum, idest singulariter similem et conformem suo unigenito. Unde potest dicere id loh.: Usque modo pater meus operatur et ego operor375.Et hic cadit quod ait coram anti"Amodo dicere stite: vere possum "Pater meus qui es in celis", dicat: Tu, pater, vis observare quod promisisti: Quicumque quasi reliquerit patrem aut matrem aut filium extra se centuplum accipiet et vitam eternam possidebit376.Et id Reg.: Ego ero illi in patrem et ipse erit mihi in filium 377,ideo Deus dicit dedit. Dicit ergo beatus Franciscus: (THEMA) Omnia mihi tradita sunt a patre meo. Omnia scilicet inferiora inferiora ad contemnendum superiora superiora ad possidendum 3J0Ioh. 17,10. 371 loh. 13,6. 372 Eph.3,8. 373 Sap. 7,15. 374 Philip. 1,21. 375 loh. 5, IT 376 Mt. 19,29. 377 11Reg.7,14. 121 interiora exteriora interiora ad delectandum exteriora ad obediendum. (Divisio) Data sunt enim sibi omnia inferiora ad contempnendum, quia apud Deum et sanctos vilia reputantur et infima et ideo ipse ea contempsit, qui pro nobis natus est in carne sua divites Christo, illius inopia factus nos ut enim similis egenus, divitiis idest reputaremus. sibi similes et paupertatem pro essemus, Unde vult quod sui sequentes ipsa inferiora contempnant, inter beatus in Franciscus, patet sicut est secutus quos maxime eum fecit faciunt in et tota vita sua et professione quam sequentes habent in Nam vel communi, eius378. omnes aliib religiosi aliud hieremite, in predicatores et spirituali, sicut sicut` monachi, vel in habent iste nihil voluit nec communi solus pecuniam, sed qui fratribus loquens dicebat: "Respi(86vb) Unde in nec spirituali. intentionis fuit d "379, quod sue ubi notatur cite volatilia celi etc. quod nihil congregaretur pro tempore, sed voluit quod nec cogide ipso: de Unde cantamus tarent crastino. "Euntes, inquid, in eum Dominum qui nutriet vos iactate cogitatum in zonis es ligatum Sit curis cor extraneum, in crastinum, non providet in zonis es ligatum"38o Et quia singulariter electus est a Deo ad contempnendum ideo ea° omnia hec inferiora tamquam vilia et contemptibilia, Vanitas Ecclesiastes: 381. De Et vanitatum etc. quibus contempsit. 37B Cfr. I Cel.,XIX, 53: "De custodia qua super fratresvigilabat et de contemptu suo et vera humilitate: ... Verus sui contemptor omnes seipsoscontemnereverbo er exemplo utiliter instruebat. ... ipse laudabili iudicio sed solus se vilissimum reputabat, solus se ardentissime efferebatur a cunctis, et contemnebat"; Cfr. LMVI, 6: "Et quoniam humilitatem tam in sequam in subditis cunctis praeferebat honoribus, amator humilium Deus altioribus ipsum dignum iudicabat fastigiis". 379 Mt. 6,26. 380Cfr. Mattutino, Resp.et vers.9: Euntes inquit in eum / qui nutriat vos dominum / iactate cogitatum / sic fratribus erroneum: / Precludit et in terminum / callem cupiditatum. I Sit curis cor extraneum, / non providet in crastinum, / in zonis es ligatum. / Sic previdet novis. / 381Eccles. 1,2. 122 id: Vidi cuncta quefiunt sub sole et ecceomnia vanitas et presumptio spiritus382 . Et Gregorius in Omelia: "Si consideremus, fratres karissimi, (que)f Salvator noster nobis promictit in celis, vilescunt animo omnia que habentur in terris"383. Et ideo beatus Franciscus ea sicut vana et inutilia et nociva despexit. Unde in eius persona dicitur id: Omnia arbitratus sum stercora, Christum lucrifaciam384, ut bene dicit: et ut Christum lucrifaciam, quia aliter non esset Deo gratum. Quia multi philosophi divitias contempserunt nec prophoc Christum lucrati sunt. Hic potest dici quod dixit in conter trarium Soldani quando offerebat sibi multa pretiosa et ad morandum secum invitabat. Que quidem omnia sprevit velut lutum385. Et de pecunia quam proiecit in fenestram386; de frater et ponga sotius voluit colligere in via, etc. huiusmodi. Sic etiam fecit beata virgo Christi Agnes quando fuerunt ei oblata multa pretiosa et alia atque alia repromissa; que omnia sunt ab ea velut stercora reputata387. Et sic faceret omnis anima que margaritam repperiret absconditam et pretiosi thesauri fulgorem, idest paupertatis virtutem, et esset divini luminis splendore per382Cfr. Eccles.1,14: Vidi cuncta quae fiunt sub sole . Et ecce universa vanitas et adflictio spiritus; Cfr. ibid. 6,9: ... sed et hoc vanitas est et praesumptio spiritus. 383Cfr. GxEGOR1U$, Homiliae in Evangelia, I, 37; CC SL 141,348: "Si consideremus, fratres charissimi, quae et quanta sunt quae nobis promittuntur in coelis, vilescunt animo quae habentur in terris". 384 Cfr. Philipp.3,8. 38sCfr. LM IX, 8,15-16: "(Soldanus) obtulit tarnen ei multa munera pretiosa, quae vir Dei, non mundanarum return, sed salutis animarum avidus, sprevit omnia quasi lutum. Soldanus, videns virum sanctum tam perfectum return mundialium contemptorem, agdmiratione permotus, maiorem erga ipsum devotionem concepit ... "; cfr. I Cel. IX, 57,9. 386Cfr. I Cel., IV, 9: "Qualiter, venditis omnibus, pecuniam susceptam contempsit ... Et invento illic quodam paupere sacerdote, magnaque cum fide osculatis cius manibus sacris, peAcquievit cuniam ei obtulit quam portabat, et propositum suum per ordinem enarravit. ... de tarnen sacerdos mora illius, sed timore parentum non recepit, quam verus pecuniarum contemptor in quandam fenestram proiciens, de ipsa velut de pulvere curat. " Cfr. ibid. VI, 14: " (Pater) Inventa itaque pecunia, quam maximus terrenorum contemptor et caelestium divitiarum ducit eum deinde coram epinimis cupidus exquisitor in pulverem et fenestram excusserat ... in ipsius scopo civitatis, ut manibus omnibus eius renuntians facultatibus, omnia redderet quae habebat. Quod non solum ipse non renuit, sed et multurn gaudens prompto animo acceleravit facere postulata."; Cfr. LM, II, 3,5. 387Cfr. De S. Agnetevirgin et tnartyre: "Quae dum a scholis reverteretur a praefecti urbis filio adamatur. Cuius patentes cum requisissetet invenisset, coepit offerre plurima et plura promittere. Denique detulerat secum pretiosissima ornamenta quae a beataAgne veluti quaedam sunt stercora recusata",in AA. SSXXI Januarii, 351. 123 lustrata! Unde Deus habet duo regna, unum in via, aliud in patria; divisit hec duo regna, unum dedit peccatoribus, aliud dedit iustis. Peccatores habent divitias temporales et huiusmodi, - unde Gredantur idcirco "Contemptibilia quia et contemptibilibus gorius: divitias habent Dominus388 etercontempnit eos - pauperes vero Ecce ipsi Unde iusti. peccatores et propheta: nas, si sunt sancti et habundantes in seculo optinuerunt divitias389. Sed beati pauperes 390 spiritu quoniam etc. Data sunt secundo beato Francisco superiora ad contemplandum et demum ad possidendum, quia reliquit et contempsit inferiora. Unde Augustinus in persona Christi: "Venale habes, o homo, venale habes; quid dicitur? Regnum celorum quo datur et dolore labore Paupertate requies, gaudium, regnum, quo emitur? ignominia gloria, morte vitä'391. Unde (87ra) omnibus istis modis beatus Franciscus studuit Domini et spiritualiter paupertatem regnum emere et acquirere dicere id: Venerunt Unde potest mihi quam super omnia amabat. honestas innumerabilis bona illa, per manus pariter cum et omnia illius392. Omnia bona sunt eterna que repputo vere bona, per que honestas, Et ideo innumerabilis mentis et carnis. scilicet mihi venit lucratus hanc est alias virtutes, meritis quarum, virtutem propter beatificatus in gloria, iocundatur cum Christo, ubi est status[; omnium aggregatione perfectus. Data sunt ei tertio interiora ad delectandum, scilicet ornadonaque fructus atque ad detus anime, gratiaeh et virtutes, lectandum. Unde eius anima fuit ornata et primo quantum ad intellectum. Nam eius intellectus fuit illustratus. claritate, inflammatus caritate, affectus humilitate, conscientia ornata 388 Cfr. Homeliae,II, 36; CC SL 146,335. 389 PS. 72,12. 390Mt. 5,3. 391Cfr. De civitate Dei, 22,17; CC SL 48 392 Sap. 124 7,11. dotata caro castitate, corpus et membra consignata stigmatum venustate. Quod autem eius intellectus fuerit illustratus claritate patet Legendam habuit per suam, ubi ostenditur quod gratiam prophethie futura quantum ad omnem actum, unde et absentia velud presentia predicebat et cordis secreta ut plurimum' publicabat, sic de illo fratre inobediente' et de multis aliis393; unde possumus dicere illud Apostoli: Omnia nuda et aperta sunt oculis eius, ad quem nobis 394. sermo etc. Quod veto eius affectus fuerit inflamatus caritate patet de compassione quam habebat ad Christum, ad pauperes et aflictos et ad peccatores. Nota de fervore martirii. Quod eius conscientia fuerit ornata humilitate patet per totam faciebat Nam vitam eius. obsequia magne vilitatis et humilitatis, leprosis despectis395. Nota quomodo volebat ut et aliis vilibus et vilis reputari. Unde ipsemet, quando aliter non poterat, proprios detergebat defectus in publica predicatione396; et ista vera humilitas est, sicut dicit Gregorius: "Velle vilis, non humilis reputari". i93Cfr. LM XI, 3: "Adeo etiam in ipso daruit spiritus prophetiae, ut et praevideret futura et corde contueretur occulta, absentia quoque velut praesentia cerneret et se praesentem absentibus mirabiliter exhiberet..... ; cfr. I Cel., XI, 26-28: Dc spiritu prophetiae et monitis sancti Francisci; et. II Cel., I-XXIV: "De spiritu prophetiae quem beatus Franciscushabuit"; SP IX, 101-109: "De spiritu prophetiae". 394Hebr. 4,13. 395Cfr. I Cel. VII, 17: "Deinde veto totius humilitatis sanctusamator se transtulit ad leprosos eratque cum eis diligentissime serviens omnibus propter Deum, et lavans putredinem omnem ab eis, ulcerum etiam saniem extergebat ... "; ibid. XXVIII, 76-79: "De spiritu charitatis et affectu compassionisquo fervebat erga pauperes... "; cfr. II Cel., LI-LX: "De compassionesancti Francisci ad pauperes'; Cfr. LM IX, 1-9: "Dc fervore charitatis et desiderio martyrii"; cfr. II Cel. CXXXIII: "De compassioneinfirmorum"; LTS IV, 11-12: "Qualiter a leprosis coepit vincere seipsum et sentire dulcedinem in his que prius erant sibi amarä ; cfr. SP III, 42-44: "Quod humiliter acquirebat carnes pro infirmis et monebat eos essehumiles et patientes; Quod pro fundamento humilitatis voluit omnes fratres servire leprosis". 39G Cfr. I Cel., XIX, 54: "Nam ut se perfeccecontemptibilem demonstraret et verae confessionis exemplum cacterisexhiberet, cum in aliquo delinquebat, non erubescebatillud in praedicatione coram omni populo confiteri"; LM VI, 2: "De humilitate et obedientia et de condescensionibus divinis sibi factis ad nutum. Ut autem se caeteris despicabilem redderet, non parcebat rubori, ... quin in praedicatione coram omni populo proprios manifestaret defectus". 125 Unde potest dicere id: Omnia possum in eo qui me confortat397. Omnia obprobria, omnes contumelias et omnia vilitatis offitia facere possum et sustinere in eo qui me confortat, in virtute illius bonis interius inebriat et delectat. qui suis Quod eius carom fuerit dotata castitate et puritate nota quod, dicitur devenerat in Legenda398, tantam sicut ad puritatem, ut videretur iam ad statum innocentie referendus. Nam in nullo contrariabatur spiritui, sed quicquid anima volebat, hec et caro dicere Thobie: id Mundam servavi aniUnde potest consentiebat. mam meam ab omni concupiscentia399,idest vitam meam. Unde dici potest de eo quod dictum est de Naaman, quod restituta° est 400 caro eius sicut caro pueri parvuli Quod eius corpus totum et eius membra fuerunt consignata decorata de toto corpore potest et stimmatum venustate patet, sed Christi ipse totam considerari quod vitam renovavit et ideo ipse Christus voluit vitam ipsius reddere approbatam et eius membra bulla bullare40i sua (86vb) Multa de hoc possent dici, unde ipse beatus Franciscus fecit dicere id: Signa et mirabilia apud me Deus excelsus402. potest Et sic de omnibus possumus dicere id Eccli. 4: Vas auri sollidum 403 lapide pretioso ornatum omni Adapta sicut vis. 397 Philipp.4,13. 398Cfr. I Cel. XVIII, 47: " (Fratres) intellexerunt denique ac noverunt animam sancti patris exstitissefulgore tam maximo radiantem, quae ob praecipue puritatis suaegratiam et magnae pietatis in filios curam, tanti muneris benedictionem a Domino meruit obtinere". 399Thob. 3,16. 400IVReg.5,14. 40' Cfr. I Cel. 90: "Revera in quinque partibus corporis passionis et crucis signaculo pater venerabilis est signatus ac sin cruce cum Del filio pependisset"; et. ibid. 95: "Manus et pedes eius in ipso medio clavis confiae videbantur, clavorum capitibus in interiore parte manuum et superiore pedum apparentibus ... "; cfr. et. II Cel. XCVIII, 135: "De occultatione stigmatum"; et. LM XIII: De stigmatibus sacris". 4" Dan. 3,99. 403 126 50,10. Eccli. Data sunt ei omnia exteriora ad obediendum, sicut omnes creaturae° sensibiles et insensibiles et rationales. Nam aer, ignis, terra, aqua et animalia ratione carentia obediebant sibi ad nutum, sicut patet in Legenda404 Uncle possumus dicere sibi id Psalmi: Omnia subiecisti sub pedibus etc.405 404Cfr. I Cd., XXI, 58: "De praedicatione avium et obedientia creaturarum: Sicque fac... tum est ut ab illo die cuncta volatilia, cuncta animalia cunctaque reptilia et etiam creaturas quae non sentiunt, ad laudem et amorem Creatoris sollicitus hortaretur, quoniam quotidie ... propria experientia ipsarum obedientiam cognoscebat". 405Ps. 8,8; etiam Hebr. 2,8. unde potest ... lucrum etc.: ms. add. marg. sn. h alii: ms.s.l. ° sicut: nu. praec.canc.vel in ° celi: nu. s. L ° ea: mr. earn r que: nu. abest astatus: nu. praec. canc. omnium bonorum h gratie: nu. gratias ut plurimum: ms.praec. canc. in publicum ýinobediente: ms.praec. canc. ino ' caro: ms.praec. canc.conscientia; seq.canc. er eius humilitas " restituta: ms.praec. canc. quod re° creature: nu. creaturas 127 APPENDICE II HUBERTINUS DE CASAU, Arbor vitae crucifixae II, II, 3: Jesusin Stellafiulgidus (46ra-48vb) (Sermo de Epiphania) Salvatore nato, in oriente stella mire clari(46ra) (INTRODUCTIO) tatis apparuit, que Jesu patris splendorem et matris radium gentibus habuit decentiori Non signo corporali splendor patris nunciavit. enim luce lux, quam corporali prefulgide revelari, qui est eterna et spiritualis lux in mundum venerat ad mundi tenebras effugandas. stelle, qui ut Sed multo maioris splendoris stella mentibus eorum illuxit, que fecit intelligere cui eos in auro offerrent subiectivam reverentiam tamquam regi in thure adorationis latriam tamquam Deo in myrrha professionem sue redemptionis per supplicium mortis assumpte. Sic ergo illustrati statim venerunt sequentes stelle ducatum letanter, festinanter, reverenter ita quod adiutorio nati pueri super dromedarios, animalia velocia, longum vie spacium in XIII diebus peregerunt et XIII die, ad sanctum Virginem invenerunt Dei sacram matrem et presepium, pervenientes humiliter Jesu in procumbunt pedibus et natura assumpta verbum pueri et Virginis matris, affluenter offerunt et admoniti per aliam firmati. fide in viam ad propriam redeunt Hec enim dies triplici decoratur miraculo adoratione parvuli baptismi consecratione operatione miraculi. De primo refert evangelista Matthaeus II quod dictum est hodie, baptizatus40G fuit Christus Johanne a et tricesimo anno et ibi maxifuit Trinitatis hac mysterium et post revoluto mum anno eadem die 406Cfr. Mt. 2,1-12. 128 fuit in ibi Dominus aquam et manifestata ad nuptias mutavit vinuni divinitatis. Et ista prefiguraverunt magna mysteria, que sunt gloria in ecclesia sancta (46rb) completa. Nam convocatio Magorum figurat vocationem ecclesie de gentibus, unde hodiernum festum proprie est ecclesiefestuni, quare hodie in tribus Magis producta est ad Christum et in baptismo coniuncta est per matrimoniurn et in miraculo est ipsa tota trasformata a sua in insipida in aquositate eius amoris sapidissimum sponsi gustum et inebriationem et fervidum vinum, unde hodie cantatur: "Hodie celesti sponso coniuncta est etc"407.Ubi contemplative ecclesia simul comprehendit omnia et in suarn desponsationem transformat et propter hoc pre multis aliis festis que quo ad Christum maiora videntur, quia beneficiis tot grata est representatis in ea. Hoc festum solemnitate celebritatis, responsoriis, antiphonis et dotatum. Et quia hoc festum manifestatio nominasermonibus est tur, ideo debes scire quod nativitas Christi essenon debuit omnibus manifesta. beneficium, idest I Primo, ne impediturn fuisset redemptionis Ad Corinth. II: Si cognovissent nunquam Dominum glorie crucifixis408 sent etc. Secundo, ne diminutum fuisset fidei meritum. Justitia enim Dei fidem Christi, Jesu Ad Rom. III409; Fides autem estargumentum per est Ad Hebr. XI410 apparentium non etc., Tertio, ne humanitatis veritas venisset in dubium. Unde Auguin "Si Volusianum: in nullas ex parvulo stinus ostendit epistula ad iuventutern imitaret etates,nullos cibos, nullos caperet sonnos?Nonne hominern opinionem confirmaret erroris nec ullum ullo modo sufaceret, Et auferret quod unde omnia mirabiliter scepissecrederetur? misericorditer fecit?"41. Debuit tarnen aliquibus manifestari electis secundum ordinem sapientie Dei, qui viderentur quasi omnium electorum representare personas. Et ideo omnibus conditionibus 407Cfr. Antiphon: gloriatur ... 408I Con 2,8. 409Rom. 3,22. 410Hebr. 11,1. Hodie celesti sponso / sponsa advocatur / huius lapso cursu vice / vita 411 Cfr. Epistolae,137,3; PL 33,519. 129 hominum Christus Ihesus puer est manifestatus. Nam pastores erant Israel retice et Magi, illi de proprie, isti de longinquo, uterque ad andiversitas; Magi lapidem Est sapientes et nam et alia gularem currunt. in Manifestatus magnis est etiam potentes, pastores simplices et viles. Etiam iustis. Simeone Anna in viris et mulieribus, et peccatoribus, hoc Iesus ostenderet natus prelati, subditis, clericis et plebeis, ut per hominum a sua salute excludi. nullam conditionem Manifestatus est etiam convenienti modo et ordine, secundum futurorum. quod congruebat conditioni personarum et prefigurationi Nam pastores representant primitias conversionis ludeorum, in quibus secundum Apostolum primo Cor.: Non multi nobiles, non multi 412 Apostoli Deus. Et infirma potentes, sed que quia sunt mundi elegit ideo facti Iudeis välde congrue sunt pastores primi ecclesie, electi ex ipsa nativitas hora et diei facta est eis Christi nati annuntiatio. Et quia Iudeis consuetum erat fieri divina responsa per angelos, unde etiam legem acceperunt in dispositione angelorum, sicut dicitur Act. VII413, idcirco per angelos eis congrue nuntiatur quod etiam firma fuit quod Iesus in Christus sua persona apostolis erat angelus magni consilii evangelizaturus seipsum. Magi vero sapientes et potentes et etiam malefici fuisse dicuntur, de representantesecclesiam gentibus que malefica erat per ydolatriam, bene, faceret potens per orbis et non sapiens per astutiam, ut male irradiationem illustrata stellarem predicationis per monarchiam, de inresplendentem exterius celo et alto apostolorum, tamquam interius, fidei colla subdidit nato commoventem visibilem stellam dicetur infra. Et Christo sicut obtulit, munera similiter et parvulo de "Erat Epiphania: Abrahe in dicit Augustinus sermone quia, sicut innumerabilis promissa (46va) successio, sicut stelle celi ac per hoc fecunditate fidei generanda, ut celestis pronon carnis semine, sed in designaretur in Magis ortu novi sideris, excitantur genies ecclesie fidem Abrahe in Christo computantur semine"414, per et geniti a 4izI Cor. 1,27. 413Act. 7,53. 41 Cfr. potius LEo MAGNUS,Sermones,33; PL 54,241: "In Epiphanie solemnitate III: "... De quibus quondam beatissimo patriarchae innumerabilis promissa fuerat successio ideo et ...; stellarum multitudini comparata, ut ab omnium gentium patre, non terrena, sed caelestisprogenies speraretur. Ad creandam ergo promissam posteritatem, haeredesin sideribus designati, ortu novi sideris excitantur, ut in quo coeli adhibitum fuerat testimonium, coeli famularetur obsequium. " 130 fait hoc in Magorum assueti congruum, quia erant etiam conditioni dicit Crisostomus415, Et, per consueta eis consideratione stellarum. ut Dominus condescendit. Quia veto iusti, in spiritualibus exercitati, internis illustrationibus docentur a Deo, idcirco non exterior opinio, die iustos interior Spiritus Sancti inspiratio 'senes sed quadragesimo Symeonem et Annam fecit in templo Christum natum cognoscere, laudare Quod fidedignum testimonium perhibere. conadorare, et ei figuratur figure. his In ecclesia contemplativa, etiam veniebat etiam que in renovatione evangelici status per abundantem Spiritus Sancti internum influxum honestatematura tamquam senex, contemplatione iubilosa tamquam cantans, illustratione luminosa tamquam prophetans maxime de gladio transfixionis cordialis Christi Jesu et virginis matris baiulans Christum operatione virtuosa brachiis charitatis Dei templum reformabit et letificabit, ita ut totius quasi eius status sit quedam Christi presentatio et oblatio in templo celestis patrie Deo patri. Et tunc iterato complebitur prophetia Aggei416quod huius domus maior erit gloria quam priodesiderii desideratus ris, quia cunctis gentibus et maiori sanctitate in Et ille templo quia est se offerret sponse sue ecclesie renovate. deinde quod spirituale status perfectionis et primo quod animale, Chriidcirco Magorum est, manifestatio precedit presentationem Symeoni factam in in idest templo, templo et sti manifestationem Anne, quia etiam isti duo sunt signa perfecte conversionis Iudeorum in fine temporum post plenitudinem gentium ad evangelicum statum. Quia vero de Stella in qua Magis fulgidus Iesus apparuit nunc insinuant brevi est sermo, videamus quarr verbo sue peregrinationis finem dicunt: et causam cum 415Cfr. CHRYSOSTOMUS, In Manhaeum occasionem arripiebant homiliae, VI: "Refelluntur astrologiam asserendi"; PG 57,61-63. ii qui ex stella Magorum 416Cfr. Aggaeus2,10: "Magna erit gloria domus istius novissimae quam primae, dicit Dominus exercituum ... " 131 (THEMA)Vidimus stellam einsin oriente et venimusadorare eum417. Ubi pro causa proponunt prodigiosam vocationem, devotionem. fine pro supponunt obsequiosam Primum probat claritas illustrationis, cum dicit Vidimus etc. Secundum probat pietas religionis, cum additur et venimus adorare eum. (Divisio) Circa primum, scilicet prodigium vocationis ipsorum, inspirationis primo exponunt veritatem secundo novitatem apparitionis dignitatem tertio generationis. Primum probat sensus apprehendentis, quia immutatio parti"Dedit Leo Magi papa: stellam aspexerunt -unde cularis; soli enim Esaias XLVIII: intellectum signum"418 qui prestitit aspicientibus Regesvidebunt etc.419,Reges,inquit, videbunt exteriori miraculo et devotione, conformes oblatione et adorabunt consurgent concordes homine. in Deum in carne, verbum Secundum probat modum apparentis, quia illustratio singularis, Hec enim stella, quando volebat qui eam regecum additur stellam. bat, latebat et lucebat, stabat et ibat, Matth. XX: Stella quam (46vb) dum in veniens staret supra ubi oriente antecedebateosusque viderant erat puer420: in oriente apparuerat in civitate latuerat in via antecedebat supra puerum residebat. Tertium probat situs orientis, cum dicitur in oriente, quia origo dignitas Zacharie hoc VI: Et in Ecce nascentis, exprimitur supernalis. 417Mt. 2,22. Bernardino da Siena usa lo stessoversetto tematico per la predica nel giorno dell'Epifania e ricorre in mold passi a questa predica di Ubertino da Casale, talora copiando e faSENENSIS, SermonesDe tempore"et De diversis; cendo piccolissimi mutamenti: cfr. BERNARDINUS Sermo in Epiphania Domini, De triplici stella qua illuminati stint sanctissimiMagi, Opera omnia, VII, Florentinac 1959, pp. 65-64. 416Cfr. LEo MAGNUS,Sermons, In solemnitateEpiphanie I, PL 54,235,112. 419Potius Is. 49,7. 420Potius Mt. 2,9. 132 Visitavit Luce vir oriensnomen eius421, primo: nosoriens etc422;et Esa.: Qui suscitabit ad oriente iustum qui etiam ascendit ab oriente423;Ps. LXVII: Qui ascendit super celum celi ad orientem sicut424.Qui etiam fulgur Matth. XXIIII Sicut venturus est ab oriente mystice, exit ab 425. Ideo nomine orientis notatur dignitas eius, cuius stella oriente etc in oriente Magis apparuit. (SusDivisio) Circa sacramentum huius apparitionis considerare convenit quadruplicem stellam in his benedictis Magis. Ipsi enim stellam videbant stellam habebant stellam credebant stellam querebant. Stellam videbant, vitatis. luminans, que est globus videlicet sydus no- Stellamhabebant,que est radius salutaris,videlicet fides veritatis. Stellam credebant, que est fructus specularis, videlicet vultus divinitatis. Stellam querebant, que est partus singularis, videlicet partus virginitatis. Circa primam stellam considerare debemus apparentis formam, causam et horam. Quantum ad formam differebat ab aliis quidditate, quia elementaliter mixta dimensionaliter quantitate, quia parva qualitate, quia interscalariter visa localitate, quia innaturaliter sita processionalitate, quia irregulariter mota. Nisi essetelementaliter mixta, non esset in aere. Nisi esset parva, non posset puerum figurare, quia cooperiret totam unam civitatem, si esset de illis magnis que sunt in celo. Latebat et lucebat vicissim, unde intrantibus civitatem latuit, exeun42'Zach. 6,12. 422Lc. 1,78. 423Is.41,2. 424Ps.67,33. 425Mt. 24,27. 133 tibus patuit, ut humanum consilium querentibus dominum subtrahi figuraret vel apparentis stelle et predicantis scripture duplex testifide letificaret Magorum ludeorum perfidiam Magos in monium et ut infunderet. Nisi materialiter sita esset, Magos per viam non dirigeret, recte precedendo ad locum ubi puer erat. Augustinus: "Et plenum Christo donec Magos perducat ad puerum, obsequium temperavit gradum, hospicium irradiabat amplisimperium adduxit, obsequium prebuit nec discessit". Hec lumine, Augustinus426, tecta perfudit sicque simo nati diceret: Hic Crisostomus: "Stetit est, ut et supra caput pueri, quasi loquendo quia mostrare non poterat, stando mostraret"427. Hoc vel modico viso de forma, quantum ad causam apparitionis debes scire quod stelle que sunt in celo habent distinguere tempora habent figurare naturalia habent influere in generatione et corruptione (47ra) istorum inferiorum, sed nihil possunt super liberum arbitrium. Sed ista stella ad nihil horum apparuit, sed solum ut Salvatoris fidei lumen locum ad statum credentium ostenderet et ortum viam et prefiguraret. Quantum ad apparitionis horam, licet Crisostomus videatur dicere Omelia VI super Mattheum quod in forma pueri crucem in de instruxit habentis Magis nato puero viaque et apparuit capite et hoc biennium tamen ante nativitatem428, apparuit quod per comhora de De quicquid sit signo et modo muniter ab aliis non tenetur. ideo Crisostomus tenetur communiter quod sed recitat, afirmat, nec hora nativitatis apparuit, unde Augustinus: To nascente lux nova in terra est revelata, quo moriente solis est claritas obscuratä'429. Licet Augustinus in sermone de Epiphania dicat quod fere ante biennium Magis nescientibus quid significaret, quando natus est stella apparuit 426Cfr. AUGUSTINUS,Sermones, 200, In Epiphania Domini 427Cfr. CHRYSOSTOMUS, In Matthaeum 421Cfr. Ibidem, VI; II; PL38,1029. homiliae, II, a; PG 56,641. PG 57,62-72. 429Cfr. AUGUSTINUS, Sermones,199, In Epiphania I; PL 38,1028: "Error de sidereis fatis: ... lux in quo moriente antiqua est sole velatä . 134 Christus notificatum est eis quod eius esset ortus signum430.Itaque eius auctoritas in hac parte est dubia. Item Hieronymus in Glossa: "Stella dominice nativitatis nuncia, que nunquam prius apparuit, sed earn tunc puer creavit et Magis per viam deputavit; que peracto officio desiit"431. Nec tarnen hora natalis est hora fatalis. mox esse Nascunt enim sub eodem constellationis puncto difformes: in naturalibus, ut perfectus et monstruosus, in moralibus, ut electus et reprobus, in artificialibus, ut hebes et industrius, in conditionibus, ut liber et servus. Econtra sub diversaconstellatione conformes: etiam ipse Ptolomeus dicit: "ludicia que tibi trado sunt inter necessarium et contingens"432. Et in eodem: "Astrologus non dicere debet rem spiritualiter, sed rationaliter, quia sapientis anima dominabitur astris"33. Licet autem fatum id quod Deus facit concurrentibus omnibus causis aliqui vocent regimine universi, nullo tarnen modum est dicendum quod effectus fatalis sit aliqua influentia stelle ad coactionem humane. Et voluntatis quia sic communiter errantes appellant fatum, ideo illud est nomen suspectum. Licet a Boecio sub primo sensu sit sane acceptum434.Et ideo dicit Augustinus: "Quidam non astrorum constitutionem, sed omnium connexionem seriemque causarum Deo summo tribuunt, quia ipsam Dei voluntatem vel potestatern fatum appellant: teneant sententiam, sed corrigant linguam". 435Hec autem stella nullo modo dat occasionem erroris, quia puer Iesus sit decreto natus sub stellarum, sedMagis ostendit quod stelle sunt sub potestate eius, unde Gregorius: "Dum non puer ad stellam, sed stella ad puerum fatum pueri venit, non 930Cfr. Sermones,201, In Epiphania III, 1; PL 38,1031: "Manifestatio Christi facts gentibus. Stella lin gua caeli. Et quid opus erat stella iam locus notus esset?Ut puer videri posset. cum ... ... Nam accedensstella, super ipsum pueri caput stetit, ostendensdivinam esseprolem. " 431Cfr. WALAFRIDUS SrttABO, Glossaordittaria, Evang. Matth., II, 2: "Ubi est qui natus est rex"; PL 114,73. 432Cfr ProLOAIAEUS, Centiloguium sineaphorismi, Aph. 5, in GUIDOBONATPI,De astronomia, . Basileae1550. 433Cfr. Per il concerto «Sapientisanima dominabitur Campanoda astris»si veda M. PEREIRA, Novara autore dellillmagestunt parvutn, Studi Medievali XIX 81978), pp. 769-780. ' 434Cfr. BoEnus, Consolatiophilosophiae, IV, P 6,29; CC SL 94: "... cum veto ad ea que movit atque disponit refertur, fatum a veteribus appellatum est". 43sCfr. AUGUSTINUS, Sermottes,200, In Epipliania Domini 2; PL 38,1027: "Magorum fides et contra infidelitas Iudaeorum". 135 his fatum dici liceat, illius dici Sed, qui apparuit stelle si stella potest. dicitur Numerorum hac illud fuit"43G De quod stella potest sumi puer XXIIII: Orietur stella ex Iacob437,unde etiam credunt aliqui hos reges doctrinam Balaam secutos. Et ideo ad apparitonem stelle facile fuisse Ego ludea. in Iesum autem magis querendum commotos ad natum irradiationem fuisse celeris eorum adventus eorum estimo causam Iesu, vocantis eos ad se, sola gratuita sua misericordia. Circa secundam stellam attendendum quod Magi, excitati exteriori lumine, interius illustrati sunt fide et hec stella est quam habebant (47rb) in Quasi Ecc. medio stella matutina quinto: qua pergebant; nebule43s Fides dicitur stella entitate pura venustate clara firma. auctoritate Est autem matutina, quia est virtus prima, fides est sperandarum Hebreorum fundamentum XI: idest et principium, rerum substantia, Sed in medio nebule insta tu miserie, speculum in enigmate involuta loco, donec dies lucerna in Quasi I: Petr. II ardens caliginoso caligine439, illucescat et Lucifer oriatur in cordibus vestris440.Hec est dies glorie et Lucifer visionis beate qui succedit fidei. Dicitur etiam luna lucens, dum non obtenebratur errore, non dilectionem. lucet Hec intentione, sed proficit operans per obliquatur in diebus suis durante stadio vite presentis. Sed videtur hodie venisse Tertius VIII: Apoc. tuba angelus cecinit et cecidit tube, tertie clangor de celostella magna ardens tamquamfacula et cecidit in tertiam partem fluminum et fontes aquarum. Et nomen stelle dicitur absinthium, et de Attende homines amarefacte quia sunt441. aquis, sunt mortui multi bellum contra sevitiam tyrannoquod tuba primi angeli excitavit ad hereticorum, tuba tertii contra rum, tuba secundi contra perfidiam 436Cfr. GREGORIUS, Homiliae in Evangelia,X, 4; Mt. 2,1-12; CC SL 141. 437Num. 24,17. 438Eccli. 50,6. 439Hebr. 11,1. 440Il pet, 1,19. 441 Aloe. 136 8,10-11. fallatiam philosophorum; Videte, ait Apostolus Ad Colossenses II, fallatiam442. Mundana inanem ne quis vosseducat per philosophiam et Sed intelligentie. dicitur enim philosophia stella propter curiositatem de cello cadit cum prime veritati non consentit et de veritate fidei deficit Cadit et multos experimentum querit. etiam quia a veritate decipit. vanitate hoc dicitur illi et vere qui guabsinthium autem stelle firmus fidei, Jesu in Christo stat tamquam stavit veram stellam qui in firmamento ce1i443 Nomen Cuius absinthii amaritudine obtenebrescitsensuscognitionis, refrigescitvirtus dilectionis, devotionis. obstupescitgustus Quod satis cum dolore probamus in philosophis nostris. Cadit etiam in tertiam pattern fluminum, quia quidam credentium veritati catholice assentiunt humiliter; quidam inquirunt studiose et fideliter; quidam pervertunt maliciose et nequitius, quibus infectis turbatur ordo scientiarum quia scripturas pervertunt, siccatur origo doctrina Deo ideo gratiarum, quia a scaturit errorum se avertunt, et hoc falsitatis faciunt. Et eorum, quia magistros ex sequitur quod se multi moriuntur in aquarum amaritudine, cadentes a charitate, ruentes a veritate obstinati infidelitate. Hec est stella quam Magi malefici hodie contemplantur, que non ducit eos ad puerum Iesum, sed ad absinthiosum infernum. Non solum autem ista stella est philosophia mundana, sed multo verius dignitas prelatica. Que debet esse pura intentione in se et exemplaritate ad proximum influens oratione et protectione per subsidium fixa stabilitate et transformatione per exemplum. Hec cadit de celo in multis, quia intentio est simoniaca, cognitio deiecta. feda Christo instructio tota a ceca, et vita nulla, conversatio Hec cadit in tertiam partem fluminum, idest divitiarum abyssum que fluminibus comparantur propter continuum dilapsum a possessoribus 442Coloss. 2,8. 443Gn. 1,17. 137 (47va) suis. Non enim divitias ecclesiasticasconvertunt ad duas partes bonas, scilicet ad ampliandum divinum cultum et pauperum usum, fidelium, dedit devotio sed convertunt eas propter quas eas ecclesie in tertiam pattern abusionis et malum trinarium, scilicet in fastuositatem pompe in carnalitatem lascivie in distributionem parentele. Et quia sepe redditus ad hoc non sufficiunt, plebes subiectas spoliant, beneficia symoniace dispensant, iudicia et correctiones intorquent ad congregandas pecunias, non ad convertendas animas. O sydera erratica et astra absinthiosa! Utinam essetis fontes sine deficeret Multo temporalis aqua amara! melius essetecclesiequod vobis dispensata. Christi Vere in contumelia substantia quam quod sic esset de dignitatis de idest solio, cecidit corona capitis vestri cecidistis celo, Ve vobis, a sublimitate meriti, utinam sic cecidisset a regimine populi! in vestra persona, sed alios quia peccastis non solum committendo dicitur heu!, Sed, ista stella magna, pervertendo exemplaritate mala. facula, quia magna est vestra potestas et sublimis ardens tamquam dignitas, sed ardet in vobis ut facula, radix omnium vitiorum, cupiditas; vere abstulistis officia tyrannis, quia sepe aufertis pacem de terra depopulatores Heccine, facitis ista plebis. et est partium capita et vos immo filios dividere, cives expellere, spoliare cura pastoralis civitates heu! longus Sed, nimis est iste vestris venenatis et malignis consiliis? dum filie iniquitas destructione in populi mei, egreditur a planctus designati Hi in sunt regere videbantur. tertia populum qui senioribus isti, draco in terram, traxit quia exclusi a numero parte stellarum, quas sanctorum prelatorum qui sunt activi sollicitudine populi, contemdiaboli Dei, venenatam, sunt per suggestionem plativi speculatione facti deiecti sunt predones populi et subiecti cleri. et miserabiliter Similiter stella est religio sancta fixa professione munda purgatione mota subiectione electa paupertate clara exemplaritate. O quam miserabiliter cecidit! quia in multis professio est fracta, feda, obedientia parva vel nulla; immo sepe repugnat conversatio est contumacia, paupertasmiserabiliter prostrata et exemplaritas deformata 138 in tertiam pattern fluminum et fontium miserabiliter inabyssata, quia habeant hereditarias divitias cum non a parentibus nec prebendas pingues in ecclesiasticis reditibus, existimantes questum pietatem, habent mendicitatem insatiabilem et in missis ac in aliis spiritualibus labem vendendis officiis multam symoniacam et volunt esse pauperes de nomine ad vanitatem glorie, sed nihil volunt sentire usu paupere in carnis austeritate. 0 quam mala est ista stella et quam absinthiosa et quanta amaritudine replevit tam aquas scripture quam predicationis sancte quam (47vb) etiam aquasexemplaritatis vite sue! His enim modis aquassepe accipimus in Scripturis. Vere amare facte sunt et populi moriuntur, quia amarum est populis eos audire predicare magna et grandia et facere non minima et sepe ad questum pecuniarum predicationes et confessionesconvertere et de aliis pauperculis non curare. Hec est enim illa cometa stella que significat mortem principis, quia corrupto statu sublimi nihil videtur populis remanere in ecclesiade vita Christi. Vere coma istius stelle est quasi coma mulieris vane, immo ut meretricis. Molles cibo, molles et dissoluti exemplo molliciem causantesin omni suo consortio. Vere tales stelle non sunt munde in conspectu parvuli nostri Iesu, immo sunt eclypsate, quia verterunt ei dorsum et non faciem et inter se et solem Christum interposuerunt suam carnalitatem et obscuram vitam et non recipiunt radios sue illustrationis, pauperhumilitatis facti immo tatis, quasi gentiles et continue crucifixionis, Dimittamus et pagani, eis versum est in stulticiam verbum crzccis444. huius comam stelle quia nimis est meretricialiter capillata; utinam non adveniat sponsus zelotes et decalvet verticem filiarum Syon, que ambulant extento collo et nutibus oculorum! Vertamus sermonem nostrum ad stellam nostram parvulum lesum, qui est tertia stella quarr Magi querebant, unde Glosa super Matthaeum: "Nova stella novum hominem indicat. Stella est Christus quam sequi debemus""5, Apoca. ultimo: Egosum radix etgenusDavid stellasplendida 4441Cor. 1,18. 445Cfr. WAIAFRIDUS STRABo,GlossaII, 1; PL 114,73: " Cum ergo natus Ideo venerunt: ... Magi apud Jerosolimam praecipue rogant, quia per Balaam de Israel nasciturum audierunt. Nova enim stella novum hominem indicabat. Stella, Christus quem sequi debemus, qui nisi in cordibus oriatur, rex Iudaeorum in Oriente non nascitur".. 139 humanitas "Huius illuminans, Glosa: mundi noctem et matutina44G lux Ego IV: lux huius Ad Romanos fuit Et Christi mundi"447. enim dictum de heu!, homines, Sed, in est supra, quibus veni mundum448. lucem. Nec dilexerunt mirum, quia erant eorum tenebras quam magis lucem449. Satis Omnis Et clare se male qui male agit, odit mala opera. dum reprehensionem et reprehensorem sustinere non agereostendunt dentibus Christus in autem noster est stella, eum. possunt, sed strident dicitur Et illuminabuntur. ipso illi radix per parum ab velint nolint, influentiam, quia rami erecti in hac radice vivificantur locutionis, flofrondibus hanc efficacis radicem ornantur et per ribus redolentis conversationis fecundantur fructibus strenue operationis et degustationis suavis. Hic autem Iesus parvulus dicitur in nomine, stella propter puritatem in se fulgida propter claritatem refulgentem in alios, sed matutina propter novitatem reformationis gratie. Hanc stellam debemus querere cum benedictis Magis et ex ipsa illustratur et perficitur totus quo nobis proveniat multiplex radius Corinthios: I Ad Factus hoc dicit Apostolus De est nobis mundus. Christus a Deo sapientia et iustitia, sanctifzcatio et redemptio450,ut a illustrans, sapientia procedat radius informans, iustitia a a sanctificatione expians, liberans. a redemptione Quarta est stella quam Magi credebant. Querebant enim parhoc (48ra) Deum Iesum et propter suum quem credebant vulum non offenduntur stabulo, non presepio, non panniculis paupertatis, divinitatis Sed Virginis attendentes magis matris. non sollicitudine discunt condescensionem, in parvulo profundam humilitatem in panniculis amabilem libertatem 44G Apoc. 22,16. 447Cfr. Wu. Ftuous STRABo,Glossa;PL 114,751: "Stella splendida: Clara stella, idest magna charitasannuntians diem, idest futuram beatitudinem, per meam resurrectionem in mane factam". 448Potius Ich. 12,46. 449loh. 3,20. 4501 Cor. 1,30. 140 in presepio carnis austeritatem in stabulo abicere pompositatem in sanctissima virgine imitari eius inviolabilem puritatem. Sic isti Magi per aliam viam redeunt in regionem suam, non Magi, sed christiani, non reges pomposi, sed humiles Christi discipuli. Non vacantes lascivie, sed mundicie, non spoliantes tiranni, sed elemosynarii evangelici, non querentes pompam mundi, sed regnum celi. 0 felix fulgor qui sic eos illustravit ut nihil querentes, non dubitantes, non disputantes, non cavillantes, solo somno a Deo ammoniti, facti sunt obedientes humiliter et subiecti, unde Crisostomus: "Intuere, inquit, Magorum fidem, qualiter non scandalizati sunt in se ipsis dicentes: Si magnus est puer hic, que necessitas fuge est et oculte recessionis"451?Hoc enim est vere fidei non querere causas eorum que vere precipiuntur, sed suaderi solum ab eis. Et iterum dicit Crisostomus: "Cum autem reversi fuissent, manserunt colentes Deum et predicantes multos erudierunt; deinde cum Thomas ivisset ad provinciam illam, adiuncti sunt ei et baptizati facti sunt adiuctores predicationis eius"452 Vere ergo puer Jesus fuit eis fulgidius plus in stella fidei quam in stella signi, licet utroque fulgore clarus. Quia vero hodierna solemnitas a stella dicitur epiphania ab epy, quod est supra, et phanos, apparitio seu manifestatio. Theophania dicitur a theos, quod est Deus et phanos, apparitio, quasi a Deo facta manifestatio, quia trinitas apdicitur in baptismo in extrinseco signo. Quia etiam dicitur paruisse bethphania in tertio miraculo a beth, quod est domus, et phanos manifestatio, quia in domo nuptiarum manifestatus est in operationis miraculo. Et sic ex omnibus causis huius festivitatis apparitionis, manifestationis nomen accepit; ideo tibi quadruplicem apparitionem collige ex Scripturis que in his Magis virtuose refulget. Prima est apparitio representationis corporalis ex stelle significatione, que fit per sensibile signum; secunda spiritualis revelationis ex interna inspiratione, que est formalem eruditiva per visum; 45'Cfr. CHRYSOSTOAtUS, In Matthatum Hon2iliae, VIII, 452Cfr. Ibidem, VI, PG 57,70. PG 57,83. 141 tertia personalis incarnationis, que est executiva per visibile verbum; beatificativa intuitionis, per trinitatis que est quarta supernalis obiectum. Et omnes istas habuerunt isti benedicti Magi, quia fulgore in primarn stelle fidei in claritate secundam tertiam in Jesu inventione fruictione. hodie in eterna quarta gaudent Et licet videatur tibi hoc repeti quod dictum est (48rb) supra, tarnen sub alio et devoto sapore, si attendas modos quibus Deus noin simbolicis signis sive apparitionibus stre sensibilitati condescendit difficultati internis nostre extrinsecis nostre cecitati et revelationibus humanitatis bonum, in nostram miseriam excludit exemplis sue ad in obiecto beatifice trinitatis; unde ad stellam Magorum possunt Testamenti. Sicut hec enim adduci apparitiones extrinsece veteris ducere, habuit Christum solum ad sic et omnes stella suum officium ille Veteris Testamenti apparitiones extrinsece ad hoc ordinabantur intelligatur in hanc qua apparuit verbum in adducte, si recte et ad benedictis Magis quam omnibus patribus antiquis tam carne; unde Hodie Deus453, dici Levitici illud apparebit nobis nono: quasi potest dicat, respondens ansietati sanctorum patrum, qui querebant in interrogationibus Maetiam sanctorum carne verbum, respondens dicebant diebus XIII Ubi itinerantes et querebant: gorum, qui est? loquens Deus, Multipharie olim patribus multisque modis et cetera. in prophetis et mysticis signis et nobis magis iam XII diebus factum est extrinsecum signum. Sed hodie aufertur nobis lassitudo inquisitionis, determinata, quia erit vestra peregrinatio dabitur certitudo inquisitionis, quia apparebit incarnatio pre- sentata, letitia plenitudo quia erit consolationis, consumata offertur hodie iter presens, quia apparebit Rex regum et dominus quo ad dominantium454, amore nostri factus parvulus in medio animalium. "I Lev. 9,4. 4541 Tim. 6,15. 142 Discurre per figuras et invoca patriarchas et prophetas: Veni, Moyses, et vide rubum inconbustum455, immo latentem matre virgidivinitatem fulgentem in nitatem et per alios parvulo et carne penale similes in Scriptura. Ex secunda revelatione tam illustrationis fidei quam amonitionis in somno per imaginariam visionem debes intelligere quod, dum suforma in imaginaria, mus via, communiter non sit nobis revelatio sine sed anima ibi non sistit, sed refert ad intelligibilia maxime quando hoc fiunt, format Spiritus Sanctus ad quia vel per se vel per angelos nostram imaginem, illustrat cum sibi placet ad intelligentiarum rationem. Alioquin si anima ibi sistit, accipit occasionem erroris. Unde sanctus Daniel, videns imaginarie quare volebat ibi sistere et per se flevit diu intelligere, ieiunavit non poterat et et pro claro intellectu oravit, propter quod angelus superior dixit inferiori quod faceret eum intelligere visionem456; intelligentia enim opus est in visione et in re dubia nullo modo credendum visioni imaginarie, nisi ex ipsa formaretur intellectio clara. Et hec est causa quare taliter videntes sepe proferunt falsa, licet videntur vera, quia licet habeant adeo visum, non habent intellecturn, sed exponunt sepeper propriurn sensum. Est tarnen iste modus communis in primis consolationibus quas Deus facit anime. Et invenimus in Veteri Testamento quod istud fecit destinando ad prophetandum, illustrando eorum intelligentias, sicut de Samuele, I Regum 11115'et Numerorum XII: Si quisfzieritpropheta inter vosper visionem et somnia fit (48va) Etiarn apparebo ei458. ad sublimandum et gubernandum 451 III Reg. III: Apparuit Dominus Salomoni per somnum visio, sicut . 455Cfr. Ex. 3,2: "Apparuitque ei Dominum in flamma ignis, de medio rubi; et videbat quod rubus arderet et non combureretur. Dixit ergo Moyses: Vadam et non videbo visionem hanc magnam; quare non comburatur rubus". 456Cfr. Dan. 8,15-27: "Factum est autem, cum viderem ego Daniel visionem et quaererem intelligentiam, eccestetit in conspectu meo quasi speciesviri, et audivi vocem viri ... et clamavit et air: Gabriel, fac intelligere istam visionem. ... Et venit ... et ait ad me: Intellige, fill hominis quoniam in tempore finis complebitur visio". 457I Reg.3,1-21: "Puer Samuel ministrabat Domino Domini erat pretiosus in et sermo ... diebus illis: non Brat visio manifesta. Et dxit Dominus ad Samuelem: Ecce ego facio verbum in ... Israel, quod quicumque audierit, tinnient ambae aures eius. Crevit atem Samuel, et Dominus ... erascum co ... et cognovit universus Israel ... quod fidelis Samuel prophera essetDomini. " 458Num. 12,6 459111 Reg.3,5. 143 Etiam confirmando ad sequendam divinam voluntatem per rectitudinem conscientie et sic apparuit Ioseph, Matth. 1460. Omnium istarum apparitionum finis est apparitio tertia, scilicet Christi incarnatio presentata, ut iam nobis sufficiat verbum Dei patris in assumpta carne visibili pro omne visione et pro omnibus primis visionibus. ad illustrandum prophetantes ad informandum presidentes ad rectificandum errantes. Sufficit una apparitio que est apparitio longa, magna, clara, hoc habentibus Et plena et perfecta. oculos mentis irradiatos a Christo sole et ab eius interna inspiratione. Hec est sacra Scriptura Christum lesum ipsum quando revelata, verbum que nobis est per patris apparuit in tunica passibilitatis ad exemplandum statum homiSalvatoris Dei Apparuit nostri omnibus enim gratia viatorum. Titum II461. Et ScripAd sic apparens revelavit nibus erudiens nos, facta Christum lesum turam, quia gratia et veritas per est, unde Item huius in templi scissum est462. quando apparuit et signum velum in stola immortalitatis, resurgens a mortuis ad premonstrandum die in discipulis beatorum. Unde resurrectionis apparens et statum insuflavit et dedit eis spiritum sanctum ut intelligerent Scripturas463. Et Act. I prebuit se ipsum vivum in multis argumentis per dies XL 46. de loquens Dei regno apparens eis et Tertio enim consumabit et clarificabit omnes istas apparitiones iudicandum in ad maiestatis46s gloria singulorum cum apparebit debet iudicare ideo Et quousque veniat Dominus qui nullus merita. illuminabitabscondita tenebrarum466. Tunc enim apparebitsignum filii hominis in celo, Matth. XXIIII467. Nulla ergo apparitio est de cetero desideranda, nisi intueri Christum Iesum et hunc crucifixum. 460Cfr. Mt. 1,20. 461 lit. 2,12. 462Mt. 27,51; Mc. 15,38. 463Cfr. Ioh. 20,22: sanctum ... ". 464 Act. 1,3. 465Is. 2,10. 466I Con 4,5. 467Mt. 23,30. 144 "Haec cum dixisset (Iesus), insufilavit et dixit eis: Accipite Spiritum Et de quarta apparitione, que est essentialis intuitionis in obiecto Trinitatis, non est presumendum aliquid dicere, nisi quod est contenturn in Scriptura sacra. Sufficit nobis quod illa apparitio est perhenniter vivificativa feliciter quietativa deificativa. sublimiter Et ita tradit nobis Scriptura. Nam de primo Ad Colos. III: Vita Christo in Deo. Cum autem Christus appaabscondita nostra est cum ruerit vita nostra, tunc et vosapparebitis cum ipso in gloria468.Et ideo dum peregrinamur in fide, sufficit nobis gloriari in spe. De II in Psalmo XVI: Ego autem in iustitia apparebo conspectui tuo, satiabor cum apparuerit gloria tua469. Quid plus queris quando divino conspectui presentaberis et tibi promittitur plena et vera satietas in visione maiestatis? Noli plus scrutari fantasticas visiones, quid scrutator maiestatis opprimetur a gloria470 De III prime loh. III: Charissimi, modofilii Dei sumus,sednondum apparuit quid erimus. Scimus autem quoniam cum apparuerit similes ei erimus, quoniam videbimus eum sicuti est. Et omnis qui habet spem hanc in eo sanctificat sesicut et ille sanctus est471. (CONCLuslo)Hec ergo est (48vb) ilia stella et illa apparitio clara que Magos duxit ad Christum, quia sacra Scriptura splendida et certa tres personasnostre mentis pleniter illustratas ducit ad Christi exemplum, Christi ad verism, ad Christi summum bonum, secundum quod ipse dicit: Ego sum via, veritas et vita472,et qui ab hac deviat ad Herodem, idest ad humanam rationem, que gloriatur in pelle sensibilis expirati, fulgorem perdit stelle quem sibi prestiterat intellectus Scripture. De quibus stellis erraticis satis dictum est supra. (ORATIo) Sit ergo benedictus lesus, nostra exterior illustratio in exemplo, luce illuminatio in mentis nostre gratie, 468Color. 3,3. 469Pr. 16,15. 470Prov. 25,7; Eccli. 3,22. 47 loh. 3,2-3. 472 loh. 14,6. 145 nostra continua visio in contuitu crucis sue, felix beatitudinis in sue. expectatio nostra amplexu In qua benedicti Magi nunc in eterno regno, sicut stellam sue beatitudinis non in presepio, sed in sinu paterno, ipsum feliciter intuentur. RIFLESSI DELL'ARBOR VITAE DI UBERTINO DA CASALE NELLA PITTURA DEL TRECENTO NICOLETTA BALDINI Nel manoscritto dell'Arbor Vitae Crucifixae Jesudi Ubertino da Casale conservato, col numero 328, nella biblioteca del convento di Assisi473,a carta 1 recto si trova raffigurata, nell'iniziale "U" di "Universis", la figura di un religioso francescano che, rappresentato di busto, 1'albero Gesü, e profilo ea mezzo abbraccia al quale crocifisso di dai dodici dipartono un arbusto cui rami si un numero copioso foglie (fig. 1)474;nelle altre quattro iniziali decorate che impreziosila "C" "Cum 4 il del (Ihesu patre scono codice ex genitu)" a carta (fig. la "I" di "Infans (Ihesu conformispatribus)" a carta 39 2), verso (fig. la "C" di "Consumato (Ihesupreconem audiens)" a carta 3), verso 68 verso (fig. 4), la "A" di "Attende (Yesuasello latus)" a carta 148 (fig. 5) verso - sono rappresentati unicamente motivi vegetali475.11 decorato miniatore, che pare non abbia altri manoscritti custoditi nella medesima biblioteca476,si esprime con una notevole raffinatezza: L'intervento, esposto al convegno di studi «Ubertino da Casale nel VII centenario dell'Arbor vitae Crucifixae Jesu (1305-2005)» tenutosi alla Verna il 15 settembre 2005, portava il titolo L'Ärbor Vitae" di Ubertino da Csalenellefonti iconograftcbe. Desidero ringraziare Alessandra Becucci, Daniele Gori, padre Michele Graziani, Maria Rosa Lanfranchi, padre Fiorenzo Locatelli e, in modo particolare, Elvio Lunghi che, con grande disponibilitä, ha letto questo contributo fornendo, generosamente,preziosi consigli a chi, per il solito, frequenta altre latitudini e differenti tempi storici. A Stefanoper i tanti anni di un'amicizia burrascosama beatamentesi7icera. 473Sul manoscritto si veda M. G. CIARDI DUPIiE DAi. POGGETTO M. ASSIRELU E. SEM, La biblioteca del sacro convento di Assisi. I libri miniati del XIII eXlVsecolo, Assisi 1990, pp. 150-152; giä in precedenza si erano occupati del medesimo codice: G. MAZTATINTI, Inventari dei Manoscritti delle Biblioteche d'Italia, Forll 1892-1902,12 voll., IV, 1894, p. 73; C. CENCI, Bibliotheca manuscripta ad sacrum conventim assisiensem,Assisi 1981,2 voll., I, p. 50. 474Descrizione dell'iniziale in M. G. CInRDiDuPxE DAi. POGGETTO M. AssiaELLi E. SB$Ti, La biblioteca..., cit., p. 151. 475Descrizione delle iniziali in M. G. CIARDI DUPRE DAL POGGETTO M. AssiaELU E. SESTI, La biblioteca..., cit., p. 151. 476In M. G. CIARDIDUPREDru. POGGErro M. AssDtELLi E. SESTI,La biblioteca..., cit., p. 152 si sostiene: "la decorazione a pennello presenta delle caratteristiche piuttosto singolari non riconducibili a un altro codice del Convento". 147 le lettere decorate "con foglie di acanto disposte a tralcio, con colori di infatti decisamente di pittoricä'477 risultano una qualitä vivaci e del Cristo del le "U" figurata, corpo carni sapore classicomentre, nella sono rese con tocco sottile, caratteristiche queste che, nel complesso, hanno consigliato di riconoscere 1'autore in un artista di ascendenza del Italia, internazionali ("legata e nord cioe agli sviluppi nordica del internazionale immerso lombardi"478), e gotico nel clima quindi (torno di Quattrocento il del Trecento la fine fra ed primissimo che, il volume479),occhieggia anche ad una risalire potrebbe tempo a cui Purtuttavia questo artefice raffinato, tradizione artistica assisiate480. locale, fatti artistici maggiori e attento alla tradizione aggiornato sui dovendo miniare le iniziali del testo ubertiniano non aveva che una da immagine rappresentare:un albero che rimanda, genericamente, sola figura frate la del dell'opera cui richiama alla casalesee un al titolo dell'opera l'autore in medesima, mente, modo altrettanto sommario, Ubertino. E dunque ipotizzabile che, di fatto, non esistesse, nello desunta, iconografica in francescano, tradizione una stesso milieu dalla diretto, piü significativa trattazione ubertiniana - alla modo del il quale, per certo, sarebbe stato chiamato ad attenersi miniatore fosse e 328 qualora che, vi stato plausibile un mentre manoscritto dell'Arbor del del in pensiero cristologico campo artistico, utilizzo, dovette esseresottoposto ad una rielaborazione casalese,tale pensiero impedisce di tutt'oggi a profondamente mediata e circoscritta che ý in manufatti pittorici e scultorei riconoscerne, con certezza, un eco fino a noi. giunti 477Ibid., p. 152. 478Ibid., p. 152. 47911manoscritto non e menzionato nell'inventario della biblioteca stilato nel 1381, si veda Inventario dell'antica biblioteca del S. Conventodi S. Francescoin Assisi in proposito L. ALassANDR1, compilato nel 1381, Assisi 1906. 4s0Considerazioni espressein M. G. CIARDIDuptiE DAt. P000Erro - M. Asstttaut - E. SESTI, La biblioteca..., cit., p. 152. Di diverso awiso e Elvio Lunghi (comunicazione orale) il quale dissentendo da Emanuela Sesti (a cui si devono le osservazionisull'iniziale figurata) ritiene improbabile che ad Assisi, sul finite del Trecento o piü probabilmente attorno alla meta del secolo successivo il codice -, ci si potesserifare ad un artefice quale Puccio intorno tempo potrebbe risalire al quale Capanna, la cui maniera era in quel momento ormai lettera morta. In modo anche storicamente piü comprensibile - dal momento che gli spirituali continuarono a godere di un gran ascendente nelle Marche - lo studioso consiglia di riconoscerenel ritratto fermo del frate abbracciato all'albero i modi di Antonio da Fabriano, mentre, nelle fronde della pianta, evidenzia un legame con lo stile dei Salimbeni nell'Oratorio dei Becchetti a Fabriano. 148 Nella consuetudine iconografica francescana fu infatti il Lignum Vitae di San Bonaventura48' a ispirare la raffigurazione dell'Albero salvifico che - almeno durante il Trecento - ebbe una certa fortuna. Ne sono chiari esempi la tavola con l'Albero delta Vita eseguita da Pacino di Bonaguida fra il 1310 ed il 1320, opera che, proveniente dal convento delle Povere Clarisse di Monticelli presso Firenze, e oggi conservata alla Galleria dell'Accademia della stessa cittä (fig. 6)482, famose da desunte come pure altre rappresentazioni che sono sempre Bonaventura: quella affrescata daTaddeo Gaddi nel refettorio di Santa Croce a Firenze, situata cronologicamente verso il 1340 e comunque realizzata per certo dopo il 1332 (fig. 7)483e l'Arbor vitae che decora la parete meridionale del transetto della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo - sempre ad affresco e datato nell'iscrizione alla base 1347 - dove, ai piedi dell'albero, troviamo rappresentato proprio il di (figg. Bagnoregio 8-10)484.La perfetta adesione al testo di San santo Bonaventura sia dell'affresco di Bergamo che della tavola di Pacino, e dodici evidente: nei rami, sei per lato, ognuno dei quali simboleggia del Salvatore, ogni ramo sostiene quattro medaglioni con una virtu Scenedelle vita di Cristo per un totale di quarantotto figurazioni, come quarantotto sono i capitoli del testo di Bonaventura485.Se, dunque, la fortuna del Lignum (che, del resto, a motivo della precedenza cronolofonte di ispirazione per lo stessoUbertino, al momento gica, era stato 481BONAVENTURADA BAGNOREGIO,Lignurn Vitae in Opere di ran Bonaventura, edizione latinoitaliana a cura di J. G. Bougerol, C. Del Zotto e L. Sileo, vol. XIII "Sancti Bonaventurae, Opuscula mystica", Roma 1992, pp. 205-263. 482Su quest'opera si veda, riassuntivamente, A. TARTUFERº, scheda38, in Cataloghi delta Galleria dellAccademiadi Firenze.Dipinti. Dal Duecentoa Giovanni da Milano, a cura di M. Boskovits e A. Tartuferi, Firenze 2003,1, pp. 199-205. In occasionedi un suo contributo su Pacino, MARIA GRAZIACIARDIDUPREDEL POGGErro (I francescania Firenze: due antifonari della scuoladi Pacino, in Studi di storia dellArte in memoria di Mario Rotili, Napoli 1984,2 voll., I pp. 243-249) avanzb sinteticamente l'ipotesi di un riflesso dell'Arbor ubertiniano nella tavola ora all'Accademia; tesi questa che, almeno alto stato attuale delle ricerche, pare poco plausibile. 483Specificamentesu questo affresco si rimanda a A. C. EsMEIJER, Lalbero delta vita di Taddeo Gaddi. L'esegesigeometrica'diun'immaginedidattica, Firenze 1985. 484Sull'opera si rimanda a R. PELUrl, Arbor Vitae, in I pittori bergamaschi.Dal XIII a! XIX secolo.Le origin, a curs di M. Boskovits, Bergamo 1992, pp. 187-190; si veda anche L'Albero della Vita. Basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo,Almenno San Bartolomeo (Bergamo) 2003. 485Un esaustivo prospetto con le quarantotto figurazioni desunte dagli altrettanti capitoli del testo letterario di san Bonaventura si trova in R. PELlnrl, Arbor..., cit., in Ipittori..., cit., pp. 187,189-90. 149 della composizione della sua opera48G) dall'autoritä appare giustificata indiscussa del suo autore, come pure da un'intrinseca disposizione fortuna immagini, trasposizione ad una chiara tale per poteva aver impedito la nascita di un'iconografia parallela desunta dall'Arbor di Ubertino487. Al contempo, perb, dovettero essere le stesse vicende esistenziali del casalese- la sua difficile posizione all'interno della dell'ordine488 il chiesa e suo atteggiamento riguardo all'arte e alla -e degli realizzazione e abbellimento edifici religiosi - con i molteplici delle delle loro chiese ricchezza attacchi rivolti alla grandiositä e alla decorazioni489 il giustificare, e comprensibilmente, mancato svi-a luppo di un linguaggio figurativo, esplicito, di segno ubertiniano. A tale proposito illuminanti risultano le parole del casalese:ad esempio nel capitolo VII ("Gesü di nuovo disprezzato") del Libro V dell'Arbor490 capitolo nel quale sottolineando Ubertino come, fra i seguaci , di Francesco, si trovassero "uomini ipocriti nell'aspetto esteriore e boriosi [... ] che si mescolarono al collegio dei santi e dei semplici", "costoro [gli uomini ipocriti] presero a corrompere tutta la massa della di "corruzione", il frate questa povertä e semplicitä" e, quale aspetto di luoghi "quei 1"`edificazione in primitivi consistenti muratura" ricorda in piccoli tuguri"491. Piü oltre il casaleseafferma come "anche nella Leggenda e scritto che [Francesco] comandava di distruggere le case 486Per l'importanza che, fra gli altri testi, rivesti per Ubertino il Lignum di Bonventura si veda: L. PoTEsrA,San Bonaventuranell Arbor vitae crucifcraeJesu°di Ubertino da Casale,in Miscellaneafrancescana75 (1975), pp. 187-196. W Un accenno alla possibile derivazione, dal testo ubertiniano, di un affresco con 1'Arbor Vitae in un edificio di culto sardo si trova in M. C. CANNAS,L'affrescadell'Arbor vitae nell'ex-caae_ drale di San Pantaleodi Delianova, in Biblioteca FrancescanaSarda 4 (1994), pp. 143-173, tuttavia I'autrice non fornisce esaurienti giustificazioni alla sua ipotesi. 488Per le vicende esistenziali di Ubertino si vedano, fra gli altri: F. CALLAEY, L'idealismefranciscainspirituel an XJV siecle.Etude sur Ubertin de Casale,Louvain 1911; A. MARTINI, Ubertino da Casalealla Vernae la VernanellArbor Vitae, in "La Verna" XI, nn. 2-6 (1913), pp. 273-344: 275287; G. L. PoTESTA, ad vocem`Ubertin de Casal; in Dictionnaire de spiritualite: ascetiqueet mystique, doctrine ethistoire, Paris 1994, XVI, pp. 3-15, e, in questi atti, D. Som, Lafigura storica di Ubertino da Casale:temi eproblemi, pp. 13-36. 48ISulle posizioni di Ubertino in materia si pub confrontare anche M. D. LAMBERT, Povertü francescana.La dottrina dell'assolutapovertä di Cristo e degli apostoli nell'ordine francescano (12101323), Milano 1995, pp. 179-194. 490Per maggiore chiarezza nel citare le parole di Ubertino da Casale si utilizza 1'edizione, parziale, UBERTINO DA CASALE,Arbor vita cruciftxx Jesu, traduzione e introduzione a cura di F. Casolini, Lanciano 1937. 491UBERTINO Arbor..., ed. cit., p. 161, il corsivo nel testo e DACASALE, nostro. 150 fece ficori frati; i erette e che nefosseroportati e molte cose e mirabili "cose [sottinteso a questo riguardo" e poi sottolinea queste relative di frate Leggenda Bonaventura toccö quasi alle architetture] che nella passaggio,poiche non voleva render noti ai lettori i principii dell'antica nostra rovinä'492.Appare evidente come architettura e naturalmente di Ubertino, manifestazioni pittura e scultura risultassero, agli occhi da la insegnata Francesco ai che andavano a corrompere vera vita suoi, e non meraviglia pertanto che il casaleseribadisse questi stessi dopo l'Arbor. Recatosi infatti, nel 1309, concetti anche aver composto ad Avignone per difendere le tesi degli Spirituali, nella prima risposta la Sanctitas vestra, scritta nel corso o alla commissione cardinalizia, del del dell'uso Ubertino 1310, poco prima gennaio parlando e abuso dei privilegi papali da parte della Comunitä, menziona proprio la di denaro 1'edificazione le decorazioni introitato quantitä per e per delle superflue chiese, e cib prevalentemente in Toscana ed Umbria493., Lo sfarzo negli ornamenti degli edifici religiosi, dunque, turba in Ubertino modo particolare che anche nel pamphlet successivo, Rotulus, composto parimenti nel 1310, sempre a proposito delle chiese fatto distruggere, ricorda che erano spoglie ed Francesco che aveva di "nulla Nella essenziali, e sottolinea attuali"494. al confronto quelle 492UBERTINO Arbor..., ed. cit., p. 162, il corsivo nel testo e nostro. DACASALE, 493Dice infatti Ubertino "Item pecunia nomine oblacionis in pluribus loci provincie Sancti Francisci et aliquibus Tuscie recipitur et diverse fraudes fiunt in missis novis, in oblacionibus pecuniarium et in aliis modis pecuniam procurandi, in quibus preceptum regulke de non recipienda pecunia maculatur. [... ] Et quia aliqui fratres ex cosciencia respuerunt ire ad tale questum, fert, in aliquibus loci fiebat, ubi actu fiunt edificia excesrivaet alia nimis curiosaet excellentiasunt constructa, et superhabundansestibi congregatioparamentorum excellentispreciiet calicum et multifiunt in excessuscommestiumparticttlarium a prelatis et aliis, quipossunt" (1'usodel corsivo e nostro), per il testo della Sanctitasvestrasi rimanda a F. EHRLE,Zur Vorgeschichte desCoucilsvon Vienna, in Archiv ftir literatur und kirchen-GeschichteIII (1887), pp. 1-195, specif. 51-89: 68, si vedano anche le riflessioni di G. L. PoTESrA,ad vocern`Ubertitt... ; cit., pp. 8-9 e di M. D. LAMBERT, Povertä..., cit., p. 182. 494 Sostieneil casalese nel Rotttltu: "Item pro nihilo ducimus unam pulcram et magnam ecclesiam diruere, ut possimusmaiorem et pulcriorem facere;et idem de dormitoriis, refectoriis et aliis domibus nostris, que cum Sint pulcre et sufl'icientes,ymo eccellentes,non solum pro profitentibus extremem pauperitam, sedetiam pro viris nobilibus et divitibus [cum] diruimus ea,ut alia meliora de elemosynis, quasdeberent pauperesfamelici comedere,erigamus. Hec certe non sunt opera altissime pauperitatis nec signa, quod sumus peregrini et advene in hoc mundo. Contra hoc fortissimum zelum ostendit beatusFranciscus,sicut patet in instituto et legenda,ubi continetur, quod mandabatdomos erectasdirui vel fratres exinde amoveri, et tarnen erant vilissime et omnino quasi nihil presentibus comparate. Et statutageneraliaet patresnostri antiqui ista prohibent sub magnispenis, que quasinunquam servantur; ymo qui plus offendunt in hiis, sepeplus aliis exaltantur", per la citazione e il testo del Rotulus si fa riferimento a F.EHRLE,Zur Vorgeschichte..., cit., pp. 93-137: 116, si vedano anchele considerazioni di G. L. PoTESrA,ad vocemUbertin... ; cit., p. 10 e di M. D. LAMBERT, Povertd..., cit., p. 185. 151 Declaratio del 1311, egli fornl in dettaglio nomi e localitä per esem"gli dell'attivitä Malcolm Lambert, eccessi plare, come ricorda the dai superiori francescani"495. edilizia erano trascurati Cosa se per la precedenza e autoritä di Bonaventura, per la podella di di Ubertino in e sua opera, come pure sizione odore eresia del delle decorazioni casalesenei confronti per gli attacchi polemici degli edifici francescani, a ammissibile the potesse non manifestarsi facile di diretta, realizzazione e utilizzo, semplice e un'iconografia desunta dall'Arbor Vitae, a altresl verosimile the alcune delle idee (ed dal Casale Da espressecompiutamente nell'opera propugnate improntassero lavoro Verna 1305) nel non solo qualche scritta alla del XIV esordi secolo, ma the queste medesime pittorico realizzato agli idee venissero nuovamente sostenute in manufatti artistici prodotti durante il Quattrocento. Dalla suggestiva ipotesi - anche di recente di di considerazioni per ordine praticabile storico ribadita ma poco definizione del di Ubertino nella programma del un coinvolgimento degli Scrovegni Padova, a si approda alla ricognizione ciclo giottesco dell'influsso ubertiniano nella genesi del perduto affresco absidale decennio del Trecento, della it nel primo cantiere eseguito, entro Basilica Inferiore di Assisi; viatico quest'ultimo per ritrovare it verbo del casalesein alcune opere su tavola e su muro nate in ambito frandel XV la secolo. meta cescano verso a9sCosi si esprime Ubertino: "Et cum nulla edificia possint fieri sine dispositione provincialium ministrorum, cum non sit provintia in ordine, in qua non sint multi excessusedificiorum, digne ipsi penitus, quia nullum in ordine scimus, talibus qui pro sit ministrum, unum ostendant licet de bene Et fratre Jacobo de hiis in possit poni verbi gratia novimus exaltatos. sed vitiosos Tundo, qui propter excessushuiusmodi fuerat, licet non digne sed superficietenuspunitus per gede factus in Francisci sancti provintia tarnen provincialis minister capitulo suo, cum tame neralem, alisuis sit multum relaxatus in vita et non integre fame, sicut in rotulis est expressum. Item fetter Manfredus Bonfi, frater Johannesde Senis, fraterAndreas deTholomeis, frater Illuminatus de Florentia et plures alii in eadem provintia et in pluribus aliis provintiis pssent poni exempla, in quibus actorestalium per ipsum generalem dimittuntur domini provintiarum er patroni locorum, que sic excessiveedificaverunt", anche per la Declaratio si rimanda aE EHRLE,Zur Vorgeschichte...,cit., pp. Povertä..., cit., p. 158. A simili 162-195: 164; si vedano anche le riflessioni di M. D. LAAMBERT, conclusioni rimanda anche Adolfo Martini it quale a proposito della non facile intesa Ira Ubertino e gli Spirituali da un lato e Ira it pontefice Bonifacio VIII dall'altro, sostiene "il Papa dai progetti grandiosi, the promosse la costruzione di famosi templi e palazzi, the canto stimb la scienza e gli scienziati, non poteva tornare molto simpatico agli Spirituali, the avevanotutt'altri gusti" (A. MARTINI, Ubertino da Casalealla Verna..., cit., p. 312). Per contro, riguardo al rapporto degli Spirituali con le opere d'arte, rimando alle considerazioni espresseda E. LUNGHI,Il beato Corrado da Offida e una icon delta Madonna in S. Damiano di Assisi,in Domini vestigiasequi'Miscellaneaofferta a p. Giovanni M. Boccati, ofmper it suo 75° di vitae 50° di sacerdozio,Assisi 2003, pp. 517-542. 152 Fra il 1303 ed il 1305 (ma, forse, entro il 1° marzo 1304) Giotto affrescö a Padova la cappella degli Scrovegni con le Storie di Gioacchino e Anna, la Storia della vita di Gesic,e il Giudizio Universale49G. Riguardo alla scelta del piano iconografico, giä a partire dagli anni Settanta del XX secolo, Hans Michael Thomas avevaespressol'ipotesi che tale programma fosse stato fornito da un "consigliere teologico" del pittore, individuabile, anche se con le comprensibili cautele, proprio in Ubertino497. Piü nel dettaglio: la presenza nella decorazione della cappella dell'Arena "di significati doppi e piü profondi" aveva lo convinto studioso della presenza, al fianco di Giotto, "di una sorta di consulente proveniente dalla cerchia degli ordini contemplativi", il quale aveva meditato sulla concezione teologica sottintesa al Lignum Vitae di Bonaventura, ma "nel quadro delle sue variazioni tipologiche" messe in atto dalla generazione francescana successivaal santo di Bagnoregio498.Cosi "un accenno marcato alla povertä presso la personificazione allegorica della Fede", rappresentata nello zoccolo della parete sud della navata (fig. 11), per il Thomas poteva "presumibilmente venire compreso come un credo della regola evangelica nuovamente invocata da san Francesco",rendendo plausibile individuare 1'ideatore del ciclo in "un francescano di quel certo orientamento di povertä nella tradizione del grande fondatore dell'ordine religioso"499. 496Riguardo all'edificazione e decorazione della Cappella e alle vicende successive rimando a Mirabilia Italia. La Cappella degli Scrovegni a Padova, a curs di D. Banzato, G. Basile, F. Flores d'Arcais, A. M. Spiazzi, Modena 2005,2 voll.; riguardo alla condusione dell'impresa da parte di Giotto e della sua bottega entro il 1" matzo 1304, e sulla figura di Enrico Scrovegni si veda C. FRUcONt, Gli affreschi della Cappella Scrovegni a Padova, Torino 2005, pp. 9-24; la studiosa ha affrontato il tema anche nell'intervento Lo Scrovegni, peccatore pentito egli affreschi di Giotto (nell'ambito del ciclo di conferenze "Il medioevo per immagini", Figline Valdarno, 18 matzo 2006). 497Hir s MicHsEi. THOMASha proposto la ricostruzione del programma iconografico degli Scrovegni in almeno tre suoi scritti: nel primo Contributi della degli Cappella Scrovegni allastoria a Padova,in Nuova Rivista Storica LVII, 1-2 (1973), pp. 109-128 ha il tema dei rapporti affrontato familiari di Enrico Scrovegni prospettando, in modo ancora poco articolato, la relazione del committente della cappella dell'Arena con Ubertino da Casale. Nei successivointervento - Die Frage nach GiottosBeraterin Padua, in Bollettino del Museo Civico di PadovaLXIII, 1974, pp. 61-101- ha esposto in maniera piü compiuta il coinvolgimento del casalese,definito appunto "il consigliere teologico di Giotto" nelle scelte iconografiche (p. 99), mentre ha ribadito le sue congetture in Frandeshi. Franziskus ziskanischeGeschichtsvision und europäischeBildentfaltung. Die Gefährtenbewegung da CasaleDer Lebenubaum"- Giotto FreskenderArenakapellein Padua Die Meditationes Ubertino vitae Christi HeilsspiegelundArnunbibel, Wiesbaden 1989. 498H. M. THo us, Die Frage..., cit., p. 99. 499H. M. THOMtAS, Die Frage..., cit., pp. 99-100; sulla Fedee la posizione della critica successiva riguardo all'interpretazione datane dal Thomas si veda nota 502. 153 E riconoscere in questo consigliere teologico Ubertino risultava, per lo studioso, storicamente comprensibile qualora si fossero considerati i legami che il casalesepote aver istituito con il committente del sacello, Enrico Scrovegni, per tramite del cardinale Napoleone Orsini il potente protettore di Ubertino500 imparentato con Jacobina d'Este, seconda moglie di Enrico501. Per quanto seducente, questa davanti congettura pare soccombere, com'e giä stato sostenuto, a piü di precisi riscontri proprio carattere storico: infatti se, presumibilmenla del dell'ideazione te, al tempo ciclo padovano prima moglie dello Scrovegni, doveva essereancora viva (e quindi impraticabile l'ipotesi di un rapporto di parentela fra Enrico e Napoleone), e altresi veto la del Orsini il che casaleseentrö sotto protezione potente cardinale l'opera di Giotto e 1306 solo nel quando, come si visto, nel cantiere padovano era giä conclusa5oi Tuttavia le incongruenze storiche dell'ipotesi del Thomas sono da di Sven Georg Mieth di che, piü scarsorilievo state ritenute recente ha il di riproposto coinvolgimento e con ulteriori argomentazioni, Ubertino nel programma della cappella dell'Arena5Ö3.Partendo dalla disposizione, in parallelo, delle scene dipinte che occupano i registri inferiori delle pared del sacello padovano, lo studioso ha proposto di riconoscere in esso una domus mnemotecnica atta a condurre alla Croce i un percorso evocativo secondo sulla meditazione cui veri significati salvifici sarebbero risultati accessibili solo a pochi adepti, fra cui, appunto, il committente Enrico Scrovegni. Una meditazione dalle di Bonaventura Croce da partiva certo riflessioni san che sulla Bagnoregio ma che, per esserematurata nell'ambito della corrente 500Si veda infra ed anche le note 532-535. 501H. M. THOMAS,Contributi..., Cit.; ID., Die Fragenach..., cit.; In., Franziskanische..., cit., pp. 12-16. sotPer tali considerazioni rimando a I. HUECK,Il programma iconograficodei dipinti, in Mirabilia Itali, e.La Cappella..., cit., volume "Testi", pp. 81-96: 82,88-89,96 (con ulteriore bibliografia di riferimento). Riguardo alla figura della Fede la medesima studiosa ricorda come, riprendendo una tesi giä sostenuta nel XIX secolo dal Salvatico, vi fossestata la proposta di interpretare la veste strappata della Virtü "nel senso della povertä, e questo a stato uno degli argomenti principali per chi ha supposto l'ideatore del programma iconografico in stretto rapporto con Pala pauperistica dell'ordine francescano"; mentre una lettura corretta dell'iscrizione sotto la medesima figura pare confortare la concezione the "la Fede rimane ferma anche quando c lacerata' U. HUECK,scheda,in Mirabilia Italia. La Cappella..., cit., volume "Schede", pp. 223-224). 503S. G. MIETH, Giotto. Das mnemotechnische ProgrammderArenakapelle in Padua, Tübingen 1991. 154 francescanadegli Spirituali, e pia specificamente in Ubertino da Casale, richiedeva (proprio a motivo delle prime persecuzioni che i medesimi Spirituali cominciavano a subire) un livello di penetrazione, fra coloro che si awicinavano attraverso gli affreschi a tale meditazione, oltremodo selettivo504 Pur non disconoscendo il fascino della proposta e certo che, anche in questo caso, difficile appare legate i tempi dell'impresa giottesca a quelli della vita (se non dell'opera scritta alla Verna nel 1305) di Ubertino, privi come siamo di notizie che, in qualche modo, lo testimonino in rapporto con l'ambiente padovano. Non solo. Infatti la nuova immagine di Enrico Scrovegni, che si delinea dalle ricerche recentemente condotte da Chiara Frugoni le quali mettono in evidenza gli intend autocelebrativi con cui il committente padovano promosse edificazione e decorazione dell'edificio, mal si coniugherebbe con le tesi da cui ha preso le mosse il Mieth505. di fondata basi Di diverso tenore per certo, su piü solide - e, carattere storico - 1'articolata ipotesi espressa da Elvio Lunghi riguardo alla presenza di idee desunte dall'Arbor di Ubertino nel perduto affresco absidale della Basilica Inferiore di Assisi506.Per seguire in dallo il anche se, un certo senso, a ritroso percorso proposto studioso507e necessario riallacciarsi alle vicende del casalesesubito dopo la parentesi della Verna, al tempo in cui Ubertino risultava al 504S. G. METH, Giotto. Das..., cit., pp. 6-9,56-57; si vedano in proposito anche le considerazioni espresseda I. HuECK,Il programma..., cit., in Mirabilia Italia. La Cappella..., cit., volume "Testi", pp. 88-89. sosC. FRUCONi,Gli af%reschi...,cit., Torino 2005, pp. 10,17. 506E. LUNGHI,La perduta decorazionetrecentesca trell absidedella cbiesainferiore del S. FrancescoadAssisi,in CollectaneaFranciscan 66, nn. 3-4 (1996), pp. 479-510; In., L'influenza di Ubertino da Casalee di Pietro di Giovanni Olivi nel programma iconograficodella chiesainferiore del S. FrancescoadAssisi, in CollectaneaFranciscana67, nn. 1-2 (1997), pp. 167-188 (entrambi i saggi sono stati ripubblicati in E. LUNGHI,San Francescoin Assisi: le immagini delpotere, Perugia 2003, pp. 79-118; 119-145) ed inoltre Id., Le chiesefrancescanedi Assisi nell'anno 1300, in Assisianno 1300, a cura di S. Brufani ed E. Menestö, Cannara (Perugia) 2002, pp. 327-375: 355-357. I; esposizione che seguesi basasugli scritti dello studioso, tuttavia si e cercato di ampliare, quando possibile e necessario,sulla basedi una bibliografia piü recente, le considerazioni storiche e biografiche espresse dal Lunghi. sm Elvio Lunghi, infatti, procede nella sua trattazione partendo da opere quattrocentesche sorte in ambito artistico differente, ma tutte realizzateper fondazioni francescane;individuando la presenza,in questi manufatti, di alcune figurazioni e simboli che egli riconosce come mutuate dalle idee degli Spirituali e segnatamenteda Ubertino, ripercorre a ritroso la genesi di tali figurazioni per giungere alla distrutta decorazione dell'abside della Basilica Inferiore di Assisi (E. LUNGHI,La perduta decorazione..., cit., pp. 479-482) in proposito si veda anche infia. 155 del dal Napoleone Orsini5Ö8. A 1306servizio giä ricordato partire 1308 quando it potente cardinale, vicino agli Spirituali, fu legato lo delegb fece di Ubertino it nell'Italia centrale, egli suo cappellano e a svolgerealtre mansioni portandolo poi, nel 1309, ad Avignone, cittä nella quale, come giä accennato, Ubertino svolse it ruolo di portavoce della fazione degli Spirituali davanti a papa Clemente V509.Cosi negli dove Assisi, Napoleone al soggiorno avignonese, ad anni precedents Orsini era presente e particolarmente attivo, ed it da Casale era del del le Lunghi, tesi secondo avrebbe potuto suo seguito, quest'ultimo, istruire it pittore oi pittori attivi nel cantiere assisiate,ed incaricati di di 1'affresco it absidale510,circa modo rappresentare, secondo eseguire le idee espressenell'Arbor da poco scritto (e per certo non sgradito fino di Giovanni XXII Spirituali al pontificato agli the avevano la 1"`Alter Christus"51 dell'ordine), Francesco come guida Durante it primo decennio del Trecento, torno di tempo in cui Assisi e frequentata dai piü importanti artisti del tempo512,Vi Si stava della la decorazione dell'abside Basilica Inferiore realizzando ad affresco dove sarebbestata rappresentata una Gloria celestecon Cristo Crocifisso fra Santi L'opera, da Beati. San Francesco e the vide la luce adorato fu fra il it 1308 1311, eseguita secondo alcuni ed probabilmente sosSui rapporti fra it cardinale Orsini e Ubertino si vedano, fra gli altri, A. MARTINI, Ubertino da Casalealla Verna..., cit., pp. 313-15; E. LUNGHI,La perduta decorazione..., cit., pp. 498-507 (lo della famiglia dell'alto it precedenti, ripercorre ruolo nelle pagine prelato nella fondazione studioso, di di figura di Matteo Rosso Orsini (1288-1342) Napoleone Rinaldo sulla assisiate); si rimanda, fra Kardinal Napoleon Orsini (1263-1342), Berlin 1927 eaF. ALLEGREZZA, gli altri, a C. A. WILLEMSEN, Organizzazionedel potere e dinamichefamiliari. Gli Orsini da! Duecnuo agli inizi del Quattrocento, Roma 1998, pp. 55-57,75-84. Povertä..., cit., pp. 179-194; G. L. Pons-rk, 509Al proposito si vedano: M. D. LAMBERT, ad vocem'Ubertin... , cit., p. 4; E. LUNGHI,L'influenza di Ubertino..., cit., p. 184. 510Sui pittori attivi nel cantiere della Basilica Inferiore di Assisi si veda G. BONSANn,La pittura del Duecentoe del Trecento,in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francescoad Assisi, a cura di G. Bonsanti, Modena 2002, volume "Saggi", pp. 113-206: 163-206; volume "Schede" i contributi di piü autori, pp. 281-445. 51 Su Francescocome l' Alter Christus" nell'opera di Ubertino da Casale si veda UBERTINO Arbor..., ed. cit., pp. 100-141; per i rimandi iconografici proposti da ELVIOLUNGHI, DA CASALE, La perduta decorazione..., cit., passim (con rimandi puntuali alle pp. 482-484,507-509); gi3 un accenno alla possibilitä the it pensiero ubertiniano fossestato di ispirazione nella decorazione della basilica inferiore in P.MAGRO,La basilicasepolcraledi San Francescoin Assisi,Percorsi storico-artistici. Quadri concettuali,Assisi 1991, pp. 83,87. 512Per un'ampia panoramica sui protagonisti dell'arte nel cantiere di Assisi si rimanda a Mirabilia Italic. La Basilica di San Francesco...,cit. (con bibliografia precedente). 156 da Giotto, secondo altri da Puccio Capanna513,tuttavia 1'artista che l'affresco la ottenne che, nel commissione non portö a compimento fino di XVII incompiutezza, suo stato visibile al rimase comunque di desiderio frati Fu il infatti i 1622, secolo. espressero nel quando completare la decorazione trecentescarivolgendosi all'artista orvietano CesareSermei514, che costui convinse i medesimi religiosi a consentirgli di distruggere la Gloria Celeste,al posto della quale, nel 1623, egli dell'originale Giudizio (fig. Seppur il Finale 13)515. perduto, affrescö trecentesco se ne sono tuttavia conservate due descrizioni piuttosto puntuali (oltre ad un ricordo quattrocentesco del Ghiberti516): un di Giorgio Vasari, nella seconda edizione delle Vite, alresoconto 1'interno della biografia di Stefano fiorentino discepolo di Giotto517, della basilica di San Francescoe Descrizione e quello contenuto nella di altri santuari di Assisi di frä Ludovico da Pietralunga, che si situa cronologicamente intorno al 1570518. Il Vasari sostiene che Stefano aveva eseguito nella parte superiore della parete la zona del catino tra 1'arcone e le tre finestre la figura del Cristo crocifisso a cui si rivolgeva un coro di angeli raffigurati di nell'atto portare oggetti simbolici; sotto il Crocifisso era rappre- 51 Sui diversi riferimenti ad artisti attivi net cantiere di Assisi si vedano E. LUNGHt,Laperduta decorazione..., cit., p. 484 (con ricca bibliografia) e piü di recente Mirabilia ltalhe. La Basilica di San Francesco..., cit. Sul motivo, sostanzialmente politico, the avrebbe decretato l'interruzione delta realizzzzionedell'affresco si veda B. ZANARDI,Giotto e Pietro Cavallini. La questionedi Assisie it cantieredeltapittura a fresco,Milano 2002, pp. 204-205 ed inoltre infra nota 531. S1'Per quest'artista e soprattutto per la sua attivit3 net cantiere di Assisi si rimanda a G. SAroRl, Per una storia della decorazionedella Basilicafra Quattrocentoe Settecento,in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco...,cit., volume "Saggi", pp. 245-259: 250-258 sisSu quest'opera: G. SA'oIu, scheda,in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco...,cit., volume "Schede", p. 413 (con bibliografia precedente); it pittore caldeggib la distruzione dell'affresco trecentescoadducendo la difficoltä ad accordarsi con la maniera antica. 516LORENzo GHIBERTI, I commentarii, a cura di L. Bartoli, Firenze 1998, p. 85, a proposito di Stefano fiorentino a desto come "nella chiesa d'Asciesie di sua mano cominciata una gloria fatta con perfecta e grandissima arte, la quale arebbe, se fosse stata finita, maravigliare ogni gentile ingegno". 51 G. VASARI,Le lire & pik eccellentipirtori scultori ed architettori, Firenze 1568,3 voll., in Le Operedi Giorgio Vasari,a cura di G. Milanesi, Firenze 1878-1906,9 voll., I, 1878, pp. 447456: 450-451. Sulfa permanenza di Giorgio Vasari ad Assisi, permanenza the consentl al biografo di vedere personalmente le opere della Basilica, si rimanda di nuovo a ELVio LUNCHI (La perduta decorazione...,cit., p. 485) the la situa intorno at 1563. 518Lopera del religioso a stara edita solo net 1982: FRA'LUDOVICODA PIETRALUNGA, Descrizione delta Basilica di S. Francescoa di altri santuari di Assisi,a curs di P. Scarpellini, Treviso 1982, pp. 62-64. 157 sentato san Francescoin mezzo "ad una infinitä di Santi"5i9. Nella piii puntuale descrizione di Ludovico da Pietralunga e ricordato come, dell'abside, nella calotta sopra le tre finestre, si trovasse appunto San Francescocon le braccia aperte in forma di croce, che accoglieva, sotto la sua protezione, circa quaranta figure santi dell'ordine, frati, suore devoti di le Francesco, incoronato e raffigurate teste. cui erano solo da due angeli in volo, aveva lo sguardo rivolto verso 1'alto nell'atto di contemplare Cristo rappresentato crocifisso nelle sembianze di un lati due l'uno, serafino - ed aveva ai angeli che portavano, una chiesa 1'altro, e uno specchio, un panno e un trono520 519G. VASARI,Le Vte..., cit., in Le Opere..., cit., I, 1878, pp. 447-456: 450-451. Ricorda it Vasari nella "Vita di Stefano fiorentino e Ugolino sanese": "Andato poi [Stefano] ad Ascesi, comincib a fresco una scoria della gloria celeste,nella nicchia della cappella maggiore nella chiesa di sotto di San Francesco,dove a it coro; e, sebbenenon la finl, si vede in quello the fete, usata tanta diligenza, quanta pis non si potrebbe desiderare.Si vede in questa opra cominciato un giro di Santi e Sante, con tanta bella variety ne volti de giovani, degli uomini di mezza eta e de vecchi, the non si potrebbe meglio disiderare: e si conoscein quegli spiriti beati una maniera dolcissima, e tanto unita, the pare quasi impossibile the in que tempi firsse fatta da Stefano, the pur la fete; sebbenenon sono delle figure di questo giro finite se non le teste;sopra le quasi a un coro d'Angeli the vanno scherzando in vane attitudini, ed acconciamente portando in mano figure teologiche; sono tutti völti verso un Cristo crocifisso, it quale a in mezzo di questa opera, sopra la testa d'un san Francesco,the a in mezzo a una infinity di Santi. Oltre cib fete nel fregio di tutta l'opera atcuni Angeli, de quali ciascuno tiene in mano una di quelle chiese the strive san Giovanni Evangelista nell'Apocalisse; e sono questi Angeli con tanta grazia condotti, the io stupisco come in quella eta si trovassechi ne sapessetanto. Comincib Stefano questa opera per farla di tutta perfezione, e gli sarebbe riuscito; ma fu forzato lasciarla imperfetta, e tornarsene a Firenze da alcuni suoi negozi d'importanza". Alcune sintetiche notizie si trovano anche nell'edizione torrentina delle Vite vasariane, dice infatti it biografo aretino: "Dove, essendoritornato nella sua prima sanity, non passbmotto tempo the [Stefano] fu condotto ad Ascesi; e quivi comincib una storia, e mezza la fins, la quale lavorb con somma diligenzia e con sommo amore" (G. VAsARU, Le Vite de'piit eccellentiarchitetti pittori, e scultori italiani, da Cimabue, insino a'tempi nostri, Firenze, 1550,2 voll., nell'edizione a cura di L. Bellosi e A. Rossi,Torino 1986, p. 132). Descrizione..., cit., pp. 62-64. Cosi it religioso: "[c. 105v] 520FRA'Luoov[co DAPLErRALUNGA, Nella cupola o nicchio over tribuna sopra al coro gli a un principio di pittura. Su net colmo in mezzo gli a un crucifixo con ale 2, the sopra la testa del quale sonno tre circoli, finiti in un Campo di tene chiaro, con l'ombra dal mezzo in su, et quasi tondo comme un mappamondi. Li detti circoli sono affoggia di astrolabio commessi l'uno net altro, ma quelli net mezzo gli a d'oro con 17 pietre prezioseornato. Li altri doi sonno di colore Lanescum, er ciascheduno circolo dalle bande ha doi ale piccole del colore del suo cerchio. Ancora gli Sono littere, net mezzo delli doi circoli, i. n. r. i.; dentro a quel d'oro gli a scritto: vi. ta. De fora a quel d'oro the viene ad esseredentro alli doi:. A. et. O. overo .co.Ai piedi del detto crucifixo a un tondo a foggia de un mondo, in mezzo del quale e un regno de similitudine de un coperchio dc tiribolo. Sonno doi angioli distesi, dimostrano con le mani tenire it ditto tondo, solo con una mano per uno tengano il ditto tondo, uno de qua et di la. Sotto gli a un san Francescocon le braccia e manto largho. Al filo della century si dal lato dextro et sl dal sinistro per cischeduna parte, sono circa 40 busti, cioe teste di frati, sore, homini, femine, molti homini morlacchi. A man dextra gli a un vescovo,cioe il 4° o 5°, ma assaigiovane, tutte et la diadema, frate con ma un a man sinistra con la diadema al paro de l'episcopo in contro; sopra la mano o bracio dextro, par the venghi dal cielo, col capo in giü quasi. In mano dextra ha un callice 158 Cosi come ricordata dalle fonti cinquecentesche, la rappresentazione perduta dell'abside pare trovare un puntuale riscontro nel capitolo IV ("Gesü serafino alato") del Libro V del trattato ubertiniano5? 1. In questo capitolo l'autore si dedica all'impressione delle stigmate sul corpo di Francesco in seguito all'apparizione del serafino, evento che indicb Francesco quale angelo del sesto sigil10522.Ubertino inserisce in questo segmento della sua trattazione figure (perche lo Francesco riflette quattro simboliche: specchio l'immagine del Redentore)523;il trono (perche questa posizione a Francesco e riservata)524; la chiesa (perche Francesco la rinnova dalle fondamenta)525; un pallio scarlatto (per il sangue che Franceha la e sco versato)526oltre alla corona che gli posta sulla testa per sua santitä527. Questi oggetti sono gli stessi che, come abbiamo visto, vennero rappresentati nel perduto affresco e che erano portati da due angeli raffigurati ai lati di Francesco incoronato. Nel testo poi il casaleseinvoca per i frati minori la stessa misericordia che Cristo aveva mostrato verso Francesco quando gli era apparso come serafino, e tale invocazione nell'affresco doveva essere rapcomme coppa. Poi uno altro par the tenga una corona da re. Uno altro par the scriva con la penna in mano. Poi un tondo senzaniente, net fregio. Da 1'altro canto sinistro, net medesimo modo et a un filo, gli a uno angiolo the nella man dextra tiene una chiesa,et nella sinistra un tondo come uno spechio, come un volto sancto. Laltro un panigello. L'altro una sedia. Poi un tondo net fregio con la figura a sederein nuvola, la mano sinistra sopra del genocchio sinistro, porge is mano col pugno over braccio. Nel fregio the fa ornamento atorno, sonno net partimento mezzi angioli in foggia de cherubini, circa 6, tre per banda, et tutti tengano variate sorte de chi[e]se nelle mano avanti it petto; et ancora nelle spa!!e anno 6 ale. Net volto sotto it cordone, net fregio the fa ornamento atorno, sonno net partimento mezzefigure, quatri per traverso, sonno quattro per lato. Dal septentrionale un vecchio con le ale, un libro er spechio, pits in bassoun giovane con le belancie. Sotto un vecchio armato. Sotto et ultimo un giovane the messeacqua. Verso it mezzogiorno, un vechio con spechio et libro in mano. Poi pits a bassoun giovane con le forche. Pits a bassouna donna con torre in capo. Pits a bassoed ultima, una donna con doi ampolle in mano. Questa opera nella tribuna principiata, alcuni dicano non essermano di Giotto, pits presto di Puccio Cappanna di Ascesi,qua! fu poco doppo Giotto; li ornament di Giotto esserquesti medesimi. ); ben veto the querte testesonno motto meglio the !e altre the feci Giotto, pert seva dibitando the siano dc Giotto et non di Pucio. PerchePucio Capanna pare the venissedoppo Giotto, it the si dimostra, the vivessepoco it dimostra per !e poche opre the si vedano di lui. [... ]". 521UBERTINO DA CASALE,Arbor..., ed. cit., pp. 100-142. 522Ibid., p. 100-142. 523Ibid., pp. 106-107. 524Ibid., pp. 112-113. 525Ibid., p. 114. 526Ibid., p. 115. 527Ibid., p. 115. 159 dai frati presentata che erano raffigurati sotto Francesco528.Sempre nello stesso capitolo IV del Libro V, Ubertino spiega la complessa simbologia delle sei ali del serafino che Francesco ha potuto contemplare e che it da Casale paragona alla regola dei Minori: due ha la due la due 1'Obbedienza529. la Castitä, E Povertä, ali concludell'Arbor, del di IV inneggia capitolo che alla resurrezione sione Francesco53o,sarebbe esemplata nella vela delta volta del presbiterio dell'abside, in corrispondenza che si trova proprio quella col Glodi Giotto, come rico(Francesco in Franciscus riosus gloria) opera fra databile da it Zanardi, Bruno 1306 ed it 131153' e nosciuto (fig. 12). Se da un punto di vista di scelta iconografica mi pare che, net dall'Arbor derivazione ubertiniano non la si possa complesso, una di diretta da derivazione dal vista storico tale negate, un punto testo del casaleseavrebbe potuto dipendere - come sapientemente da dal Lunghi Elvio ruolo chiave che, secondo quanriscontrato in it to giä ricordato, rivesti questi anni cardinale Napoleone Ordi (per la Ubertino protezione che gli sini non solo nella vita dette e it ruolo, come detto, di cui to investi) ma, non di meno, decorative delta Basilica Inferiore, nelle vicende architettoniche e del In del presbiterio532. questa nell'area parte soprattutto cantiere 528Ibid., p. 117. 529Ibid., p. 132. ssoIbid., pp. 139-140. s3' Su questo affresco (descritto da Fits' LUDOVICO DA PIETRALUNGA, Descrizione..., cit., p. 52) e sul suo riferimento a Giotto nella piü complessa ricostruzione delta presenza in questa del delta Inferiore Basilica del maestro toscano, si veda B. ZANARDI, Giotto..., cit., parte cantiere pp. 131-186 (ricordo, tuttavia, the l'opera a ancora attribuita at Maestro delle Vele e assegnata at 1315 circa., da A. VOLPE, scheda, in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco..., cit., volume "Schede", p. 396). Sempre Bruno Zanardi dä ampio risalto alle tesi di Elvio Lunghi riguardo del perduto affresco dell'abside delta Basilica Inferiore dall'Arbor alla derivazione dcll'iconografia (pp. 204-205) la situazione critica the Vitae ubertiniano, sottolineando venne a crearsi fra it 1308 ed it 1311 quando "Uberrino dei entra in frizione con la potente fazione antispirituale francescani delta Comunitä; a nell'inverno del 1312 to stesso Clemente V si rimangia la bolla 'Exivi de Paradiso', favorevole agli Spirituali e da lui stesso emanata it 6 maggio di quell'anno", situazione the appunto consentirebbe di "spiegare la condizione di non finito delta decorazione di Giotto in modo nuovo: i frail delta Comunitä presenti nella basilica di Assisi avranno ritenuto it programma iconografico del troppo filo-spirituale, e soprattutto 'filo-ubertiniano', transetto, e avranno ordinato l'interruzione dei lavori". 532E. LUNGHI,La perduta decorazionc..., cit., pp. 498-507; sottolineando (p. 498) the "la particolare forma architettonica" delta basilica inferiore "dipende in parte dalla morfologia del suolo e in parte dalla destinazione a chiesa-reliquiario", Elvio Lunghi ricorda come in principio fosse 160 assisiate Napoleone fece edificare ben due cappelle alle testate del transetto: nella testata meridionale quella di San Nicola in memodi fratello Giovanni Gaetano morto prematuramente per ria suo una caduta da cavallo533,nella testata settentrionale quella dedicata a San Giovanni Battista the avrebbe dovuto essere, almeno in origine, la sua propria sepoltura534.In questi sacelli molteplici Sono, stata edificata "ad una Bolanavata divisa in campate coperte da crociere, con un transetto voltato a botte e un atrio di accesso"e altre caratteristiche struttive, come un presbiterio separato dalla parte dedicata ai fedeli da un pontile con un pulpito the "era collegato tramite due Porte e due scaleeal convento e all'appartamento papale": situazione questa the "fu radicalmente modificata!' negli anni a cavallo fra it Trecento ed it Quattrocento. Lo studioso affermando come "le esigenze the spinsero la comunitä deifrati a ridisegnareintegralmenteit piano delta chiesa"non ci siano note da cronache o da resoconti antichi "ma possiamo immaginarle in diverse direzioni", sottolinea the "molto importante fu la richiesta di sepolture accanto alla tomba del santo da parse di privati, the per tutte le chiese dell'ordine fu concessadal capirolo di Parigi del 1292". Unaltra ragione e riconosciuta (p. 499) "nell'indulgenza plenaria della Porziuncola, nota come it Perdono di Assisi, della quale si hanno le prime notizie alla fine del XIII secolo e the increments it flusso di devoti verso Assisi. La costruzione di una navatella di servizio doveva consentire ai pellegrini, nei giorni di maggiore affollamento, di vedere la tomba del santo sotto l'altar maggiore di e riguadagnarne 1'uscita passando per le cappelle laterali", mentre fu "probabilmente per consentire l'accessoal santuario ad un pubblico femminile the venue abbattuto it lettorio posto in fondo alla navatae the impediva loro l'accessoal coro dei frati". E proprio fra queste modifiche sostanziali the portarono, fra l'altro, all'abbattimento del pontile, alto sfondamento delle "pared settentrionali delta navataper consentire l'accessoa tre cappelle, collegareda anditi retrosrand i contrafforti cilindrici al transetto nord a all'ingresso", a appunto net complesso di tali modifiche the un ruolo "chiave" venne svolto dal cardinale Napoleone Orsini the (p. 499) "fece costruire sulle due testatedel transetto le cappelle di san Nicola e di san Giovanni". 533E. LUNGHI,La perduta decorazione..., cit., pp. 498-507; it Lunghi rammenta (p. 500) come in memoria della morte del suo giovane fratello, Giovanni Gaetano, avvenuta, duratite it 1293, in seguito ad una caduta da cavallo, Napoleone facessecostruire nella Basilica Inferiore una cappella situata proprio davanti alla tomba di san Francescocon "un monumento funebre the rappresentavail giovane Giovanni Gaetano adagiato net letto di more, con vetrate colorate alle finestre raffiguranti nella luce centrale it defunto presentavoda san Francescoa! Cristo sotto lo sguardo di Napoleone e di san Nicola di Bari" a cui la cappella a dedicata "in omaggio alto zio del donatore Niccolb III Orsini, it quale net secolo si chiamava Giovanni Gaetano come it defunto", a da non dimenticare the "storie del santo furono affrescatealle pared e sulfa fronte esterna della cappella fu dipinta utiAnnunciazione". Su quests cappella di san Nicola si vedano I. HUECK,11cardinale NapoleoneOrsini e la cappelladi S. Nicola nella basilicafrancescanaad Assisi, in Roma anno 1300, Atti della IV settimana di studi di scoriadell'arte medievale dell'Universitä di Roma «La Sapienza» (Roma, 19-24 maggio 1980) a cura di A. M. Romanini, Roma 1983, pp. 187-193; Schedea cura di A. Volpe, E. Neri Lusanna e F. Martin, in Mirabilia Italiae. La Basilica di San Francesco...,cit., volume "Schede", pp. 430-445. 136E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 498-507: 500-501; successivamentealla cappella di san Nicola it cardinale Orsini fece costruire, per destinarla a luogo delta propria sepoltura, un'altra cappella dedicata a san Giovanni Battista nella "testata del transetto opposto" a quella dove trovava riposo suo fratello, a the era "pressocH identica a quella di S. Nicola salvo per la maggiore cura net paramento murario e nella foggia dei capitelli scolpiti the ne indicano una data leggermente posteriore e ne commissions la decorazionead affrescoa Pietro Lorenzetti". Solo a partire dal 1319, per awenimenti storici the mutarono le volonui testamentarie del cardinale Napoleone, egli disposedi voler esseresepolto a Roma in San Pietro in Vaticano in una tombs accanto a quella 161 Orsini i tutt'oggi, con stemmi ed effigi, varie riferimenti agli a dovette da Napoleone la cura riservata volte ripetute535, anche se basilica della inla di intervento, parte riguardare, e con piü un in l'abside su cui torno all'altare, senza escludere, probabilmente, del Sermei536. Finale Giudizio l'affresco poi sostituito con origine era Cosl se Ubertino a motivo della sua posizione contraria -e almedecorazione fino a not - alla no tale enunciata negli scritti giunti degli edifici, poteva non aver dato un suo contributo diretto al da e di iconografico escludere the quell'opera perduta, non piano del del delle idee testo e qualche altra personalitä, a conoscenza Da Casale e come lui vicina alla famiglia Orsini, ea Napoleone in particolare, avesse potuto farsi carico di istruire le maestranze di deriAssisi della Inferiore 1'abside Basilica decorate chiamate a la dell'Arbor Vitae, del V Libro dal IV rappresencapitolo vando, "alter Christus"537. di Francesco come tazione Non solo. La forza di questa ricostruzione del Lunghi si fonda, infatti, su ulteriori riscontri iconografici. Nei primo dei due saggi, lo franciscana", "Collectanea studioso si occunei quali apparsi su l'ipotesi delle idee dei a cui egli apubertiane nell'arte, riflessi pa di sua madre. Sulla cappella di san Giovanni Battista nella Basilica Inferiore si vedano le schedea Italiae. La Basilica di San Francesco..., in Mirabilia F. Martin, Neri Lusanna di Volpe, E. A. e cura 405-11. "Schede", pp. cit., volume 535E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 498-507; come riporta sempre it Lunghi a "non si pub negate the Napoleone Orsini (p. Nicola 500) dedicata delta a san cappella proposito la delta delta Il di facto di Naproprietä cappella. chiesa ritratto ai visitatori tutto per rivelare abbia due Gaetano defunto Gian del Orsini compaiono volte, nelle verrate e nella scevi e quello poleone dei i di Lo di dedicazione scritti nomi personaggi. con sotto controfacciata, stemma nella parete na Orsini a scolpito cinque voice net paramento murario esterno, essoera ripetuto dodici volte nello due mentre degli altri dieci a rimasta soltanto l'iminterno soltanto conservano ma se ne zoccolo dipinto dei finestroni, dodici a e ventotto volte negli sguanci cd nella vetrata volte compare pronta, presencedue volte in fondo alla scenadi dedicazione e Bettevolte negli abiti indossati da Napoleone ferro battuto the inciso in infine a da Gaetano Gian persino nella cancellata episodio, nello stesso e dedicato Giovanni Battista, Elvio Lunghi (p. 501) sot1'accesso". Riguardo san a at sacello chiude tolinea come "anche in questo caso fu posts una particolare cura nell'evidenziare it patronato delta dodici fu lasciato it Net vacuo per stemmi, andati tutti perduti esterno paramento murario cappella. dello stucco, mentre net paramento eseguiti a zoccolo interno erano per esserestati probabilmente previsti altri dodici stemmi due dei quali conservati, dodici stemmi compaiono ancora in evidenza neue vetrate del finestrone". 536E. LUNGHI,Laperduta decorazione...,cit., pp. 498-507: 502-505; ci affidiamo nuovamente alle parole di Elvio Lunghi secondo it quale "it potente CardinaleOrsini non si limitb ad acquistare it patronato di due cappelle. Feceanche sostituire a proprie spesela pavimentazione delta navata e soprattutto form l'occasione per dar corso at programma ornamentale dell'area intorno all'altare". 537Si veda supra e nota 511. 162 decorazione dell'abside la derivazione della perduta proda circa della Basilica Inferiore di Assisi dall'Arbor Vitae del casalese, non distrutta, 1'avvio da in prende verita uno studio su questa pittura ma da un'opera databile a circa la meta del Quattrocento, realizdi della fiorentina Santa Croce, un'opeBasilica zata nella sacrestia di desueta (fig. Si 14)538. tratta ra poco nota e con un'iconografia dei (che lavabo religioad uso un armadio murale racchiudeva un due da inquadrato un'edicola marmorea con colonnine, con si) decorato da da tre testicapitelli corinzi, sormontate un architrave ne angeliche e con un timpano triangolare al cui interno e posto un San Francesco in rilievo, a mezzo busto, ripreso frontalmente di delle le La nell'atto mostrare palmi mani aperte. stigmate sui dell'edicola due da e soglia sorretta mensole, e vi sono raffigurati due angeli in volo che portano un tondo entro il quale si vedono due braccia incrociate con le mani stigmatizzate, una delle quali benedicente. L'opera scultorea, non particolarmente fortunata da di vista critico, si ascrive per il solito allo scultore Pagno un punto di Lapo Portigiani539. Nel plinto sopra il timpano e rappresentato, (affresco il cui autore e sconosciuto), un Cristo crocifisad affresco forma di in serafino: due ali gli coprono i fianchi e le gambe so (mentre sono scoperti i piedi sanguinanti), e due all sono rappredietro le dei dalle ferite delle spalle; al contempo sentate mani, del dipartono di luce dirigono e costato piedi raggi verso che si San Francesco. Se "il Cristo in sembianza di serafino e il san Franle braccia della levate la cesco con celebre vicenda riproducono della della fu Francesco sul monte quale protagonista san visione Verna', secondo il racconto fattone da San Bonaventura nella Lele figure in due rappresentate nell'opera genda maior, tuttavia Santa Croce "presentano un'iconografia diversa dalla consuetudine iconografica seguita dai pittori nei secoli XIII e XIV dove il santo e ritratto di profilo con be braccia levate rivolte verso le piaghe del Crocifisso e lo sguardo fisso sul volto del Cristo, anch'esso disposto di profilo"540Un'iconografia invece, e nella pittura che presente, 538E. LUNGHI,Laperduta decorazione..., cit., pp. 479-484. 539Ibid., p. 480. 540 Ibid., p. 481. 163 del XV secolo, per esempio nel San Francesco in estasi con ai lati il Beato Ranieri e San Giovanni Battista della pala di Borgo San Sepolcro, ora a Settignano nella Collezione Berenson (fig. 15), fra dove dal Francesco e il Sassetta, il 1437 1444 ed eseguita e in Castitä, Obbedienza alto, rappresentato con, e Povertä, mentre dei le i tre vizi capitali: sotto suoi piedi sono schiacciate allegorie Ira, Lussuria e Avarizia541,secondo quanto e descritto nel giä mendel dell'Arbor ("Gesü IV Libro V serafino alato") zionato capitolo Vitae crucifixae Jesu di Ubertino in cui, come abbiamo sottolineato, il casaleseintroduce "un paragone tra le sei ali del serafino e he sei ali della perfezione evangelica imitata dal serafico padre, imperle dalle due della le due della due Povertä, Castitä ali e sonate ali fra dell'Obbedienzä1542. E il passo del proprio questo confronto ali dell'Arbor, del V V Libro nel quale Ubertino ricordato capitolo illustra la visione di Gesü in forma di serafino alato avuta da Franla tavola ora nella Collezione Berenson evidenzia una cesco, e dipendenza "letterale" dallo scritto del casalese del dipinto del dell'affresco dell'edicola la Sassetta543 e che sovrasta, delma pure 1'armadio murale della sacrestia di Santa Croce (fig. 14): testimole il di Assisi fu quali perduto affresco nianze manifeste -e per di di un recupero quattrocentesco del prototipos44 una sorta e tuttavia che presente, com'e giä messaggio ubertiniano messaggio in rilevato, anche qualche altra opera reastato opportunamente lizzata sempre in abito francescano545 E allora in modo spontaneo 54'E. LUNCHT,Laperduta decorazione..., cit., pp. 481-483. 542Ibid., p. 482, a cui si rimanda anche per le considerazioni sull'opera precedentemente espresse. 543Ibul., p. 482. 54aIbid., p. 484. 545ET. vio LUNGHI(La perduta decorazione..., cit., pp. 483-484; ID., BenozzoGozzoli a Montefalco, Assisi 1977, p. 60) evidenzia una certa dipendenza dai passidell'Arbor Vitae, in cui, come giä detto, Ubertino descriveFrancescocome 1'"alter Christus", in opere pittoriche (non molte, in verith) realizzatein ambito francescano;fra di essemi pare particolarmente interessantePorte 1'accento su alcuni brani degli affreschi delta cappella maggiore di San Francescoa Montefalco realizzati da Benozzo Gozzoli nel 1452. Nell'intradosso dell'arco trionfale decorato con una ghirlanda di tralci fra loro intrecciati in forma di Arbor vitae, il medaglione centrale presenta Francesco, raffigurato a mezzo busto, che mostra le stigmate, mentre negli altri medaglioni sono raffigurati i suoi primi dodici compagni; nella volta, che e adiacente all'arco, e affrescato San Francescoin gloria seduto su di un trono formato da nubi e circondato da serafini, il libro che ha in mano presenta una scritta desunta dalla letters di san Paolo ai Galati in cui il Santo ricorda di portare nel suo corpo le stig- 164 il pensiero corre a colui il quale, durante il XV secolo, fu particolarmente e fattivamente condizionato dalla figura di Ubertino da Casale: San Bernardino da Siena; credo che si debba ripartire da lui e dal suo messaggio per cogliere, nella produzione artistica quattrocentesca, le idee desunte dall'opera che nel 1305 il Casalese scrisse sul sacro Monte della Verna546. mate di Gesü. In questi affreschi gozzoleschiritroviamo sia l'immagine di Francescocome doveva essererappresentatanella perduta decorazione dell'abside della Basilica Inferiore di Assisi - con le braccia in croce a protezione dei suoi sia, parimenti, quella del GloriosusFranciseusaffrescatanella crociera della medesima Basilica assisiate(fig. 12). sacPer quanto sull'utilizzo da parte di san Bernardino del testo di Ubertino ne abbia gi3 RuscoNt (San Francesconellepredidte volgari e nei sennoni latini di scritto, fra gli altri, ROBERTO Bernardino da Siena, in Atti del simposiointernazionale Cateriniano-Bernardiniano (Siena, 17-20 aprile 1980), a cura di D. Maffei e P.Nardi, Siena 1982, pp. 793-809: 796-797,802-804,807) e nel contesto artistico nondimeno ne abbia fatto cenno il giä ricordato Elvio Lunghi (si veda nota 545), tuttavia credo che, proprio sulla basedelle importanti considerazioni espressedallo studioso, si possa procedere at fine di recuperate in modo appropriato, in altre opere d'arte che poterono nasceresotto l'influsso bernardiniano, l'eco del messaggiodi Ubertino da Casale. 165 APPENDICE ICONOGRAFICA MARINA SORIANI ". -' -ý,.. --, n. l". S +.. "iL" i. N Ubertino da Casalepredicatore INNOCENTI, ý 1"q -- ¢ -a y,.,. e,. ý,. ý-ýýý yt\ýÄ at;A. t rittc ,ýý V- . -- w Alýq" . ýc'«T'4Týl. -i- 1--.. ý9JA_ ýtý+erýc"p. w opt 1c aýa e11'ýýn4e4Sý (ý`.ýF. a. A' `ý "1ýiAa'nN. Z.V tä'+tD`B r 11ý ý+1e11 >t ý. 1uýiý`'. ýta ýý MlM . 1ya r... ý-a: a,,,, ydrJ, ý( Al.ý.. ý"ýoýceZýC'tit1 t. fY ý'(cý ý+ýi ý ön ... a e" qZº. ýºýj gN+eY rýF " p. ýu ü^ äeöfMtl-uy, s'c e ý ný'f _4 tý3ýý D"a. yö, ýärý-ýgnýý`taefý ttýeýtý. -ß-rGLrdibÄ? ýAr'J lt %A, , i. ý t. `y. iJt"l t{ "ýyýbý0 ftt' ý`b6Dý F++iýýä g, e e., aý zý. +.; f erQýý -ý CiIý000ýiHCi'C+ý, gwýiýýltti. býhºýLý~ +, /ýýýýa(ý. ýe,,.gýýi..! ý±4t13ý' ýcalýfý{ioýý.. b`ýneö ýL ýe 'b atý'we-w. auK ý öý . a: rncer q F,u"ý (g ('olr 9 aa .ý ýfýý ýý.: ec'ýaaFoKaº.ýý`ýcx.; aulprL: f"ý swe rg --f e" ,ý ew wý a}ý" 4UUPý, ýg ýýý" ýý ýt"{ý 4D"T..D".li%äwiý. ý) . ec a'Z "ý'ý,,, " ý ý pý. 9ý^a" , k`ý __ ObA ýF' Výýn iý1Jý4Cný p . F['{ . ad, fsýPaac _ý ýýý. alör! }'. Lt f" ýýýi. ýl Q ý°i , cu. _Iý..,. '. "` `ýý ý.. . r1.9, ýe-y. ýy e.. F,j, "ýcý.. c1ý "ý ýf ý' ý" ý ý', ý t ýý ýýýý ý' ^+ " ýý ("e 21 rai a"ý ? "a"" n, tý: rs P. ýpir^fa ýZVaýF ý+a. ( Aýý 1 fuýA. 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Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae Iesu, ms. 328, c. 1r, Universes (Ubertino da Casaleaipiedi del Crocifisso). 171 . 144&441 w -.... - 0; __ fuut lmvc"O utzgtß aab cr, Alta' A. aurztßct }ýtr-C56 in rit; 1 cýä}rtýýxe w: tattot-ub acýa 11CTItt1$tuC' xi1i1$ .l1tgo cä: xiC. vvir tt nArcDcZtttlCat9 , ic mmitu tmý aglttio . tim vtty14 t'uýun1a q-i t ttt ý'fý'iautCý acý iTimtrir,, Thpicf lýEtzv*4t¢ 4umtýla: nic Fig. 2. Assisi, liihliuecca lcl JaLru I%'III", (Ihesu 4v, Cum 328, expatregenitu). c. ms. LD crIInuý uc l aale, Arbor . y'jyfll. i2 -. iAni sAela[ -' Nýblttar . Vitae Crucifixae c{u 4lýlnyt'{K"S°S{ nttearýle ýt'i ývlýidF'ýauikt"t rulria: rýtiý{P cf r? ýiupecnrnc: tarratat týteari+etl4iirind ýn4ta«e taai k1'tf - ýaý r.ýM .ý, t ý1t71s ý_aiý riýisýi: ! aa.ar *iUUM. um dA"tK-es 1 Rtlr'}i( ý. ý, _ki ?[+g ! u+'"i° ý Iýý -Z nt/a Sýrat{ VOL44 saeGý ý ý -b, qAbu side"" otlirttci - ý t. ta $'4we tftsýn ý i; }C'ndh s , At'-^timatati-tu z cäGfwiP Nri: tacý +weato: e+s;Oi3aNIC. I ;1)(=31yýWtt'Lý4acm, i C @.a 172 f itäs iýErliu rýýýo-TCI=U t'AQAS ý mý. vq 4?" -- Fig. 3. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Cruciftxae Iesu, ms. 328, c. 39v, Infans (Ihesu conformis patribus) t1 Pdam 6u4b w+3W mualut, h: ý`MtiýgY ävsari. illeT; '". Iý : Jesu, UV-I`, 'iiJ: tnt aipý,[Fzatptr aat'9 a!+4.staa! dimr? ee t Ialrýýtatc'Pý: 1 WW/- :.. r... uCaf'rý e... uý_ý' tufrttga 7wýQQ ü(ýs +lt : :ý ü9 Qiähit'atla: t qsssstýýstdnia Sea:tUeku csný fýg'st,h +tui C tia-aaiOuUtlwc : alqia: -. uai+etit acrllegtfaguiK4enu+ý. uiuauulüt ¢ +ssBpaätquta: ccaRcrFunwit. tlMitz yauhi, mcnhal3ýilbaiPuý1+? ý lax L+tbtne euUtý : utt" f}; : peRbsfnl tlrti6 i 4tT: f&tt W quIn''q uwr IV a4: t6 Mttii-q+nuc-., scUU: vaic: UýsuctiuiT Ct{bu4ßiö0Zris><: ft"tzf: ct. 0 ar. ncb:u: tirtkýnsCý iiA+errile1 1ne tpIImna nD :akiave " a2wýpit4e? p 10'.10 fiuQ( i rn; c 44 t& n76ätr It 1-zkfihe ý gc+t : ttncilc ai ýý ptýy, utfm: l'roý et cýufiat 4t+s4>r+tteCl>rtýltä. ýtat~u: lo: ý 4+1iQ'. fnA 1+: ._.... _. __ ý... ., .., «ý ... Ndsr ºý.ýý ýu ýaýg tý týý'ýrfiCCtitft ýi'tuitýgýý "ýi It 1*14rtttitatA. i cv#ýätý otrt'uttsQtb tq,z lniti`ß3 ý-;4tAie. ýo aulýý 14ý nýp, atýbai, ýutaýe ud niRtri.4 ý Fig. 4. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae Jesu, ms. 328, c. 68v, Consumato (1hesupreconem audiens). ný \'tcýiN. ý- lluunT1G. 711ýzti1ltQaln `` =ati. tl"I,niitxttt; tfciltiný'p eý ifýý: tý c`hi<fut}+lt+ui naýft¢ a{ tnä. ý _ý by C: f Cý ft'Q;A 4ý utct0l tri0:. i ºý. '¢4C r, tachwGfdý+i: 1r^,týýýtt'uýt ^. 1ýýa'. iý+c titiiý r+1 1np kuGll.tz ar tuiaec1z Uoý tblýic fnc, clrýez ý_ . _, uu' Cn ý&ý iaf rlAit' 6' u'ý :ý:t ml ^r', r, ®fl! ý ý ý ý. L V- il ýýý4___ fr lt ntýri . ttctxttti 7 t4 -a.t Gtthfaalt"x=:ý; tfll" {uaiCnu7 ýs.tn IN t1rtC 11%.: t u, lcta "I ;i`ý itil; ý i,. {, ýý:tafý'ccf}YCC tintttviuct': aýtc'ýrt'nýchear t: zx 411trjvtº; t" <:: ý, ý; f c'as: ý*d " `ºý ý Fig. 5. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, Ubertinus de Casale, Arbor Vitae Crucifixae Iesu, ms. 328, c. 148v, Attende (Yesu asello lang) ý : týc: fzi i tr 7r -ý.; " 1i«fr1J. ý1 I ±niftrcrctmýnil{ic !tp, ýaC Kr! :t" mu :h±. ütciým ract; r`tvýtýýý" ýtta: ý,1i: tiý}*,; JýiliotC lxtlt Trtý"a-ýtCºo . +ttati: =r4DVUCt1. 'atia - ;-4c tiý 'S : uý'ictul : aat-+nt;ti t ml'ta:4 ifiýýy ý ýý-- 11% ' ý lý".1tt0u .. ýtt+fii ? Qlitp a. I: Lt*:(iYý,rdq(py OüwZ` 'LA Yb 173 Galleria Fig. 6. PACINO DI BONAGUIDA, Albero delta Vita, Firenze, 174 dell'Accademia. Fig. 7. TADDEO GADDI, Albero della Vita, Firenze, Museo dell'Opera sagrestia. di Santa Croce, 175 Fig. 8. MAESTRO DELL'ALBERO DELLS VITA, A/bero dc//a Vita, Bergamo, Maggiore. 176 Basilica di Santa Maria Fig. 9. MAESTRO DELL'ALBERO DELLA VITA, Albgiro delta Maria Maggiore. Vita, Bergamo, Basilica di Santa 177 Fig. 10. MAESTRO DELL'AI. BERO DFLt_k VI I A, Albero de1Lt Vita (particolare), di Santa Maria Maggiore. 178 Bergamo, Basilica Fig. 11. Giorro, Fede, Padova, Cappella degli Scrovegni. 179 Fig. 12. Giorro, 180 Gloriosus Franciscus (San Francescoingloria), Assisi, Basilica Inferiore. Fig. 13. CESARESERMEI,Giudizio Finale, Assisi, Basilica Inferiore. 181 . _. 1'Ig. 14.1'A(, tie) UI LAPO PORI_)zit %'ralJiesCo after (. i, rtýtuý C 1'; 1 1t iI: i I Ii)RI\ I1A() 1)1[t XV SECOLO, Cristo-serafino crocifisso, Firenze, :Nuseo dell'Opera di Santa Croce, sagrestia. 182 Fig. 15. GIOVANNI DI STEFANO DETTO IL SASSETTA,San Francesco in estasi. Il Beato Ranieri. San Giovanni Battista, Settignano (Firenze), Collezione Berenson [riprodotto per gentile concessione del President and Fellows of Harvard College]. 183 ndla TrpoGtogsafiaPegasos.n. c. - Firenze nd mtse di giugno 2007