Il parlamento di Paul Wallot
• Il concorso, al quale parteciparono 189 architetti fu vinto
nel 1882 da Paul Wallot da Francoforte con 19 voti dei
21 membri della commissione.
• Il problema della cupola: Wallot voleva costruire una
cupola di 85 metri. Dovette ridurre le misure perché
Guglielmo II voleva permettere soltanto la costruzione di
una cupola più piccola di quella del castello.
Ciononstante la cupola alla fine era alta 74,16 metri,
mentre quella del castello solo 67 m.
• In occasione dell’inaugurazione la cupola fu definita da
Guglielmo come “Gipfel der Geschmackslosigkeit”
(culmine del cattivo gusto).
• Di conseguenza la cupola fu considerato non
“guglielmina”, anche se Guglielmo probabilmente
l’odiava non perché lo stile non gli piaceva, ma perché il
suo valore simbolico era l’odiato parlamento.
• La cupola non fu pomposa, le sue forme erano modeste
ed era un capolavoro dell’arte di ingegneria.
L’opinione di Guglielmo II
• A partire da circa 1892 Guglielmo, forse sotto l’influenza
di Reinhold Begas o del pittore Ferdinand Keller,
cominciò di parlare male del parlamento.
• Le sue parole del “culmine del cattivo gusto” furono uno
scandalo pubblico.
• Gli artisti tedeschi si solidarizzarono con Wallot
manifestando e nominandolo membro d’onore di
numerose associazioni artistiche.
• Quando, nel 1894, Guglielmo si rifiutò di consegnarlo la
medaglia d’oro, vinto dalla giuria unisono, aveva già
accettato una professura a Dresda.
• Guglielmo II chiamò il parlamento in una lettera a
Eulenburg il “Reichsaffenhaus” (casa delle scimmie
dell’impero) e scrisse che aveva avuto occasione di
offendere Wallot più volte.
Commenti
• Il parlamento non fu solo criticato da Guglielmo II, ma
anche dallo storico dell’arte Karl von Lützow, che lo
descrisse come “völlig verunglückte Schöpfung”
(creazione totalmente fallita).
• Il tentativo di combinare lo stile del tardo rinascimento
italiano con il neobarocco e i principi gotici della “nudità”
architettonica era riuscito nella cupola, che però non si
abbinava bene al resto dell’edificio.
• Di conseguenza pochi stimavano tutto l’edificio: i critici
più anziani preferivano la parte rinascimentale, quelli
giovani la moderna costruzione di acciao e vetro della
cupola.
• Le definizioni critiche erano molte: “un pochino troppo
quadrato, per il resto buono” (Otto Erich Hartleben), “una
cassapanca mal imitata” (Harry Graf Kessler), “un carro
funebre di prima classe” (Ludwig Hoffmann), “non più
sopportabile” (Werner Hegemann) ecc.
L’epigrafe “Dem Deutschen Volke”
• Durò due decenni finché l’epigrafe ideato da Wallot fu
attaccato.
• L’imperatore sapeva in diversi modi non ufficiali tirare per
le lunghe l’applicazione delle parole.
• Solo un anno dopo l’inizio della prima guerra mondiale fu
consigliato a Guglielmo di fare qualcosa contro la
crescente perdità di fedeltà del popolo tedesco
permettendo l’applicazione delle parole.
• Guglielmo rispondò che non voleva dare
l’autorizzazione, ma se la commissione dovesse
decidere di attaccare le parole lui non direbbe niente in
contrario.
• Nel 1915 Peter Behrens fu incaricato di disegnare i
caratteri, che furono applicati tra il 20 e il 24 dicembre
come regalo natalizio per il popolo tedesco.
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