a cura di Michela R., Federica R.,
Alessandro P. e Antonio S.
Carlo Magno promosse un vasto programma culturale, per ricreare
l’unità spirituale del mondo occidentale.
Cuore della “Rinascita carolingia” fu la Schola palatina, un’accademia
fondata da Carlo Magno presso il suo palazzo. Lì vi confluirono i
maggiori intellettuali dell’epoca: Alcuino, chiamato a dirigere la
scuola stessa; Eginardo, amico e biografo ufficiale di Carlo Magno
(scrisse la Vita Karoli, fonte primaria per la conoscenza
dell’imperatore); Pietro da Pisa, Teodulfo, Paolo Warnefrido, detto
Diacono, e molti altri.
All’epoca, le uniche depositarie della cultura e dell’educazione
scolastica erano le istituzioni ecclesiastiche; Carlo Magno attuò
provvedimenti che garantissero un’educazione adeguata al clero:
obbligò a leggere e scrivere il latino, studiare le Sacre Scritture, i
Padri della Chiesa e i filosofi classici. Documento fondamentale è
l’epistola De litteris colendis, indirizzata a Baugulfo, abate di Fluda.
Carlo si impegnò anche per l’attività amanuense dei monasteri. Molta
della sapienza classica è giunta a noi attraverso le copie carolinge,
scritte in minuscola carolina.
Carlo Magno nacque nel 742 ed ereditò il regno dal padre e dal fratello a
ventisei anni. Gli storici del tempo lo descrivono come uomo imponente,
requisiti importanti per un capo, ma aveva un animo dolce e sensibile.
Non fu mai un dotto, parlava una specie di dialetto tedesco, ma imparò
anche il latino, che sapeva leggere ma non scrivere. Aveva un’ottima
salute. Cogliendo l’occasione dei continui conflitti tra i Longobardi e
Papato, ruppe l’alleanza con il re dei Longobardi Desiderio, del quale
aveva sposato la figlia Ermengarda, ripudiandola ( 771 ).
Scese in Italia, sconfisse i Longobardi alle Chiuse di Susa (773),
espugnò Pavia, dove si era rinchiuso per salvarsi il re Desiderio e Verona,
dove era riparato suo figlio Adelchi.
Desiderio morì prigioniero in Francia e con lui finiva la
dominazione longobarda in Italia e Carlo nel 774
assunse anche il titolo di re dei Longobardi. Nel 776 il
duca del Friuli Rotgaudo, che già si era battuto contro
Carlo a Pavia ed a Verona in aiuto di Desiderio,
approfittando del fatto che Carlo era impegnato contro
i Sassoni, si riorganizzò per combattere contro i
Franchi e rimettere sul trono il figlio di Desiderio,
Adelchi.
Ma Carlo Magno, battuti i Sassoni, sconfisse
definitivamente il duca longobardo Rotgaudo nei
pressi del fiume Brenta e lo stesso duca morì sul
campo di battaglia. Carlo Magno si spinse fino a
Cividale del Friuli per reprimere gli ultimi
Longobardi, dando un feudo ad ogni suo seguace.
Il confine della marca orientale, di cui il Friuli era
parte integrante, fu portato al fiume Sava.
Come imperatore aveva una grande capacità organizzativa e la sua
politica era basata su tre punti: continue guerre di espansione, la
struttura amministrativa dell’impero era centralizzata a piramide, al
cui vertice stava l’imperatore, e terzo il rafforzamento dei rapporti
con la chiesa.
Il territorio tedesco a quei tempi era diviso in decine di piccoli
staterelli e Carlo attuò la sua politica espansionistica conquistando nel
788 la Carinzia e la Baviera, sconfisse e sottomise gli Avari, scatenò
una sanguinosa guerra contro i Sassoni, annettendosi la Frisia e la
Sassonia nel 799.
Fallì solo nel tentativo di attaccare gli Arabi in Spagna, perché i vari
emiri organizzati tra di loro gli impedirono di occupare Saragozza.
Successivamente i Franchi riuscirono ad annettere
all’impero anche la Catalogna con Barcellona.
Per alimentare l’ideologia imperiale promosse lo
studio dei testi classici, concentrando nella “Schola
palatina” alcuni dei maggiori ingegni del tempo, come
Paolo Diacono ed il teologo Rabano Mauro e portò la
capitale ad Aquisgrana. Viveva nel palazzo reale
insieme ai suoi compagni, chiamati paladini.
I conti governavano le varie province, mentre i territori di confine, detti
marche, erano in mano ai marchesi, con un esercito particolarmente
addestrato e forte.
I “missi dominici “ erano funzionari incaricati di sorvegliare, viaggiando
continuamente, conti e marchesi, riferendo poi personalmente a Carlo.
La notte di Natale dell’anno 800 il papa Leone III incoronò Carlo
imperatore del Sacro Romano Impero.
Quando la notizia dell’incoronazione e della rinascita dell’impero romano
d’occidente giunse a Bisanzio fu commentata con disprezzo.
Morì a settantadue anni.
Nel 806 aveva già diviso il suo impero tra i suoi tre figli, ma due morirono
prima di lui e nell’813 incoronò come suo successore Ludovico il Pio.
Alcuino studiò a York grammatica e la retorica
ed anche il greco e l'ebraico. Fu ordinato
diacono nel 767 e in seguito fu alla guida della
Scuola di York succedendo ai suoi maestri.
Nel 786 Carlo Magno lo incaricò della riforma
dell'insegnamento nei suoi stati e lo mise a capo
della Schola palatina.
Nel 796 divenne abate presso l'abbazia di San
.Martino a Tours e si adoperò negli ultimi otto anni della sua vita per
ristabilire i costumi dei monaci.
Introdusse la suddivisione degli studi in sette discipline (Trivio e
Quadrivio) e scrisse opere pedagogiche e manuali per l'insegnamento,
raccogliendo il sapere classico. Partecipò inoltre alle discussioni
filosofiche e teologiche della cerchia di intellettuali della corte
carolingia e commentò diversi testi sacri. Scrisse inoltre un ricco
epistolario.
Tra le sue opere più importanti abbiamo De grammatica, De dialectica,
De rhetorica,e molte altre. Famose sono anche le sue opere poetiche,
come la Oratio in nocte, De cuculo…
Eginardo, chiamato anche Eginhard o Einhart era uno storico franco al
servizio di Carlomagno. Fu educato all'abbazia di Fulda, dove ricevette
un'educazione di tipo romano, e completò la sua formazione ad
Aquisgrana, presso la corte di Carlo Magno. Eginardo è conosciuto come
il biografo di Carlo Magno per averne scritto una fortunata biografia. La
prima biografia laica del Medioevo modello per chi si è messo all'opera,
nel settore, durante il Rinascimento. Eginardo ha scritto anche altre
opere minori e molte lettere. Accanto a questa attività di scrittore va
.
anche notato l'impegno a corte come uomo di
cultura, diplomatico ed architetto, un ruolo non
secondario nell'ambito del rinnovamento politico
e culturale carolino. dapprima fu nominato
segretario particolare e poi consigliere di Lotario
I, figlio primogenito di Ludovico il Pio. entrò poi a
far parte di un ordine religioso e divenne abate di
Seligenstadt. Abbiamo due sue opere complete:
Vita Karoli, stampato a Colonia nel 1521, gli
Annales regnum Francorum e 62 lettere.
La Vita et gesta Caroli Magni (detta anche
Vita Karoli) è la biografia di Carlomagno.
Scritta con l'intenzione di realizzare
un'agiografia, segue lo schema del De vita
Cesarum di Svetonio: spesso infatti vengono
attribuiti al re tratti morali che Svetonio
descrive come propri dgli imperatori romani.
Non descrive l'infanzia di Carlo, nato prima
del matrimonio: se ciò infatti era normale per
i Germani, era invece malvisto dai cristiani
Franchi; si narra invece della morte del padre.
Nella trattazione, in quanto storico ufficiale
dellla
famiglia
carolingia,
Eginardo
è
ossequioso e cauto, come ogni cortigiano.
Si formò probabilmente alla corte del re Rachis
allievo di Flaviano. Restò alla corte con i successivi
re Astolfo e Desiderio. Nel 774 visse il crollo del
regno longobardo e per evitare rischi di prigionia
si fece monaco nel Monastero di Montecassino.
Nel 782 entrò a far parte della corte di Carlomagno per cinque anni
dove fu apprezzato maestro di grammatica. In quei cinque anni operò al
fine di ottenere la libertà dei suoi parenti prigionieri in particolare il
fratello Arechi II, duca di Benevento, fatto prigioniero e condotto in
Francia nel 776.
La sua prima opera fu un Carmen, dopodiché scrisse l’ Historia Romana,
Ad regem, Gesta episcoporum Mettensium, vita beati Gregorii papae e
altre opere minori.
Ma la sua opera più importante è l’Historia Longobardorum.
La Historia, in sei libri, è scritta in un latino di tipo monastico, si basa
su opere precedenti di vari scrittori ed è un misto di prosa e poesia. Fu
scritto nella Abbazia di Montecassino.
La storia è vista con un'ottica da patriota longobardo, e descrive
anche l'intreccio delle relazioni fra i Longobardi, i Franchi, i Bizantini
ed il Papato.
La narrazione della storia si può suddividere in due fasi, la prima
lineare, descrive la fase del popolo prima dell'entrata in Italia, un
unico indistinto di un popolo che si muove per territori quasi si
preparasse all'arrivo in una Terra Promessa, il secondo, descrive le
gesta di tanti attori che si radicano in territori ben precisi e si
fondono con i luoghi e le genti. Il tutto legato ad un filo narrante
scandito dalla successione dei Re.
Una particolare attenzione è alla chiesa italiana di quel periodo anche
su personaggi che non si intrecciarono con la storia dei Longobardi in
Italia
La minuscola carolina è una tipologia di
scrittura nata nel IX secolo sotto Carlo
Magno, da cui prese il nome. È
caratterizzata da un'eleganza grafica e
da caratteri accurati, le lettere sono
minuscole, staccate l'una dall'altra,
diritte e di tipo rotondo. Fu molto
importante
perché
facilitò
la
trascrizione di testi classici agli
amanuensi, e nel XII secolo le lettere
divennero angolose, preannunciando la
scrittura gotica.
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Il latino al tempo di Carlo Magno