MOTO 2015: LE HARLEY PREFERITE DA MAX PEZZALI ARENA RINASCIMENTO: IL NUOVO LIBRO DI VITTORIO SGARBI Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I n,1/2014 registrazione al Tribunale di Pavia n. 1 ,11/5/2007 WEB MAGAZINE DICEMBRE 2014 MEDIASTAR Pronti per l’EXPO? In viaggio con LEONARDO CAPODANNO 2015: MENU’, REGALI E LOOK VIAGGI PER LE FESTE SCOZIA: FRA RITI E TRADIZIONI, I SEGRETI DEGLI ANTICHI CLAN DELLE HIGLANDS ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Editoriale ARENA MEDIASTAR: IL SUPPLEMENTO LIFESTYLE DI COMMODITY WORLD WEEKLY MAGAZINE Katia Ferri Melzi d’Eril Direttore responsabile di Commodity World Weekly Magazine ARENA MEDIASTAR è la nuova scommessa del settimanale finanziario Commodity World weekly magazine, realizzato in collanborazione con l’associazione culturale no profit Arena Media Star. Abbiamo creato questo supplemento mensile tutto da leggere e da guardare, ricco di spunti per il tempo libero: arte, viaggi, enogastronomia, media, scienza e benessere, moda. Qui le materie prime sono raccontate nella loro veste più entusiasmante, più gustosa, più chic e più tecnologica, attraverso prodotti finali di alta qualità, di gamma e di alto design. Li conosceremo da vicino e in buona compagnia: attraverso gli occhi e il buon gusto di personaggi del mondo finanziario, produttivo e dello showbiz che ci racconteranno anche il loro tempo libero e le loro passioni, le loro scelte in fatto di viaggi, shopping, sensazioni. Grazie a tutti i contributors che hanno dedicato tempo e passione al nostro progetto con la creatività ispirata dal nostro primo personaggio di copertina: Leonardo da Vinci, il genio di tutti i tempi e profondo conoscitore della materia prima più preziosa: l’uomo. Contributors di questo numero: Stories Anna Bassi Fiorella Bergami Alessandro Chiara Timur De Angeli Giuseppe Giordano Pietro Guddemi Gina Pompei Rubriche Graphic Design Photographers Fabiana Baroni magazine e sito Davide Bellaccomo Alessandro Chiara Matteo Zerbi Filippo Bortolan Alessandro Chiara Martina Barbagallo Niccolò Carcano Galeazzo Melzi d’Eril Andrea Miranda Elena Previdi Fiammetta Trallo Riccardo Trinchillo Matteo Zerbi ARENA MEDIA STAR anno I n.1 - web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n..1 11/5/2007 Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; [email protected] 2 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sommario DICEMBRE 2014: UN INVERNO TIEPIDO, IDEALE PER VISITARE MOSTRE E VIAGGIARE IN EUROPA In questo numero: Rubriche Cover Story| 10 Arte & Co | 17 Capodanno 1| 24 Top Nightlife| 22 Fine d’anno in Sicilia, fra mare e vulcano notizie e gossip a cura degli autori del reality Capodanno 2| 28 Wine & Coctail| 35 Fine d’anno hipster, tapando a Madrid Astoria, per un brindisi senza barriere Food & Co | 32 Auto| 54 Torrone e tarfufi, le delizie delle Feste Chiamami Tigre, la nuova Mercedes GLA Scozia| 36 Salute| 62 Moto | 56 Sport| 61 Meraviglioso Leonardo l’uomo dell’EXPO2015 Miti e segreti dei clan delle Higlands Le Harley preferite da Max Pezzali Il bestseller di Vittorio Sgarbi Metto gli ovuli nel freezer Stile e glamour sulle piste da sci Sotto: Scarpe e manette di cioccolato bianco e fondente alla Festa del Torrone di Cremona. A destra, i caminett a gas dal design ultramoderno prodotti dall’azienda veneta Dim’ora. 3 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eventi Nord Van Gogh, l’uomo e la terra CHAGALL A MILANO LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12 Mostra “Van Gogh, l’uomo e la terra” dal 24/10/2014 all’8 marzo 2015 LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12 Segantini, il ritorno a Milano fino al 18/1/2015 LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12 Marc Chagall fino al 1/2/2015 LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MORIGGIA, Via Borgonuovo, 23 Navigando tra gli ex voto. Trattieni i venti e placa le tempeste fino al 14/12/2014 LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO, Via Alemagna 6 Icone del design italiano fino al 22/2/2015 LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MORANDO, Via Borgonuovo 23 Promessi Sposi 2.0 fino al 7/12/2014 LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MARINO, SALA ALESSI, Piazza della Scala La Madonna Esterhazy di Raffaello dal 3/12/2014 all’11 gennaio 2015 LOMBARDIA/MILANO, GALLERIA D’ARTE MODERNA DI MILANO, Via Palestro 16 Alberto Giacometti, pittura e scultura fino al 1/2/2015 LOMBARDIA/MILANO, MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE, Corso Venezia 55 Food. Cibo. Dai semi ai piatti fino al 24/6/2015 LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna, 6 Le mappe del sapere, Visual data di arti, nuovi linguaggi, diritti: l’infografica ridisegna le conoscenze fino al 14/12/2014 LOMBARDIA/MILANO, MUSEO DEL NOVECENTO, Piazza del Duomo Lucio Fontana e Yves Klein fino al 15/3/2015 4 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eventi Nord I Promessi Sposi in mostra DOGI E DOGARESSE LOMBARDIA/MILANO/, TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna 6 Africa. Big change big chance fino al 28/12/2014 LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO DELLA RAGIONE, Piazza del Duomo 12 Walter Bonatti, fotografie dei grandi spazi fino all’8/3/2015 LOMBARDIA/MILANO/Palazzo Moriggia, Via Borgonuovo 23 VI.TE Milano e la Lombardia alla prova del terrorismo fino al 14/12/2014 LOMBARDIA/MILANO/GAM MANZONI, Via Manzoni 45 Boldini, Parisien d’Italie fino al 18/2/2015 LOMBARDIA/MILANO/TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna 6 Ugo La Pietra, Progetto disequilibrante fino al 2/2/2015 LOMBARDIA/MILANO/ GALLERIE D’ITALIA, Piazza della Scala 6 Rodolfo Aricò, Pittura Inquieta fino al 18/172015 LOMBARDIA/CASTELD’ARIO (MN), CASA MUSEO SARTORI Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni fino al 14/12/2014 PIEMONTE/TORINO, LINGOTTO FIERE Mercanti per un giorno, brocantage con articoli di collezionismo di ogni genere 8/12/2014 VENETO/VENEZIA, PALAZZO DUCALE, Piazza San Marco Il Serenissimo Principe, storie di Dogi e Dogaresse fino al 15/2/2015 VENETO/VENEZIA, MUSEO CA’ PESARO, S. Croce 2076 Da Rauschemberg a Jasper Johns, da Warhol a Lichtenstein. Lo sguardo di Ileana Sonnabend fino al 4/1/2015 VENETO/VENEZIA, PALAZZO MOCENIGO, Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 201 Little big things. Capolavori della collezione Storp fino al 6/1/2015 5 Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica design: Salvatore Gregorietti Giorgio Napolitano Main Partner In collaborazione con Sponsor tecnici Con il contributo e il patrocinio di Media partner Con il patrocinio di Trasporti ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eventi Centro Picasso e la modernità spagnola AMBROGIO LORENZETTI TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO STROZZI, Piazza della Signoria Picasso e la modernità spagnola fino al 25/1/2015 TOSCANA/VOLTERRA, PINACOTECA CIVICA, PALAZZO MINUCCI SOLAINI Rosso Fiorentino. Rosso Vivo fino al 31/12/2015 . TOSCANA/MASSA MARITTIMA, COMPLESSO MUSEALE DI SAN PIETRO Ambrogio Lorenzetti, la colomba ritrovata fino al 30/5/2015 TOSCANA/FIRENZE, PALAZZO PITTI, Piazza Pitti 1 Omaggio al Maestro Piero Tosi. L’arte dei costumi di scena dalla donazione Tirelli fino all’11/2/2015 TOSCANA/FIRENZE/GALLERIA PALATINA, Palazzo Pitti 1 Ritratti di paesi, mari, città. Feste, battaglie, carte geografiche fino al 1/2/2015 LAZIO/ROMA, MUSEO DI PALAZZO BARBERINI, Via delle 4 Fontane 13 Da Guercino a Caravaggio, Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo fino all’8 febbraio 2015 LAZIO/ ROMA, GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA CAPITALE Artisti dell’Ottocento, temi e riscoperte fino al 1/3/2015 LAZIO/ROMA/CHIOSTRO DEL BRAMANTE, Via della Pace Escher fino al 22/2/2014 LAZIO/ROMA/SPAZIO EVENTI TIRSO Body works, il vero mondo del corpo umano fino al 15/2/2015 LAZIO/ROMA, MUSEO DI ROMA, PALAZZO BRASCHI Basilico, Berengo Gardin, Bossaglia Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, Jemolo, Koch- mostra fotografica fino all’8 marzo 2015 LAZIO/ROMA/MUSEI CAPITOLINI, Piazza del Campidoglio Tiepolo, i colori del disegno fino al 18/1/2015 7 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eventi Sud Arnaldo Pomodoro e Federico II a Bari PASOLINI A MATERA SICLIA/PALERMO/VILLA ZITO, Via Libertà 52 Di là dal faro, Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento fino al 9/1/2015 SICILIA/PALERMO, Galleria Beatrice via Alloro 36 Anni ‘80. Il decennio magico dell’800 pittorico italiano Fino al 6/1/2015 CAMPANIA/NAPOLI, VILLA FLORIDIANA,MUSEO DUCA DI MARTINA Dipinti avori, smalti, porcellane europee, giapponesi Imari e cinesi Ming, oggetti di arte orientale fino al 31/12/2015 CALABRIA/ CATANZARO, ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO Cento anni dalla grande guerra, per non dimenticare fino al 6 dicembre 2014 BASILICATA/MATERA, MUSEO NAZIONALE D’ARTE MEDIOEVALE E MODERNA DI PALAZZO LANFRANCHI E MUSMA Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo, cinquant’anni dopo. fino al 25 gennaio 2015 PUGLIA/CASTELLO SVEVO DI BARI Arnaldo Pomodoro nei Castelli di Federico II fino al 9 gennaio 2015 PUGLIA/TARANTO/MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO Giacomo Manzù e le sue donne fino al 30 gennaio 2015 BARI, PINACOTECA PROVINCIALE CORRADO GIACUINTO Persone, ritratti di uomini, donne, bambini da collezioni pubbliche e private pugliesi fino al 31 marzo 2015 CAMPANIA/SALERNO, ARCHIVIO DI STATO DI SALERNO La guerra europea e la neutralità italiana nella stampa e nell’opinione salernitana 1914-15 fino al 30 aprile 2015 CAMPANIA/CAPACCIO, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM Colori nell’antica Paestum, vita dei colori e colori nella vita fino al 30 dicembre 2014 8 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eventi &Star Marco Lodola e Renzo Arbore LA MUSICA IN MOSTRA ALTO ADIGE/MERANO - EX SALA LETTURA KURHAUS Luminapolis, di Marco Lodola e Renzo Arbore Dal 27 novembre all’8 dicembre le ex sale lettura del Kurhaus ospiteranno alcuni lavori di Marco Lodola e di Renzo Arbore, in una mostra curata da Laura Villani: Luminapolis. I due artisti, che partecipano in qualità di autori al progetto “Alberi di Natale Merano - collezione 2014”, vivono tra arte, musica e design con una forte attenzione alla luce e al colore e questa mostra propone un gioco di rimandi e di affinità tra le ultime creazioni di Lodola e Miami Swing di Renzo Arbore, design Cappellini-Licheri. Tutti i giorni (ingresso libero), dalle ore 10.00 alle ore 18.00, fino all’08 dicembre, sarà possibile scoprire i lavori di due grandi artisti del nostro secolo, attraverso le affascinanti installazioni luminose di Marco Lodola e gli arredi creati dalla fantasia dell’eclettico Renzo Arbore. Marco Lodola, un’artista molto noto nel panorama internazionale che nella sua ricerca ha saputo mescolare linguaggi e suggestioni provenienti dal cinema, dalla letteratura, dalla musica, dedica gran parte del suo lavoro alla creazione di grandi sculture luminose che ridisegnano lo spazio in modo fantasioso e divertente. Con lo stesso spirito Renzo Arbore ha ideato la collezione Miami Swing, design Cappellini-Licheri per Mirabili Arte d’Abitare, ovvero, una galleria di oggetti che rivede gli schemi prorompenti degli anni ‘50/’60, con i colori vivaci e le forme generose e suggestive, come la sua musica. Nelle opere di Arbore fiorisce e matura tutta l’esperienza di artista dai mille volti, cantautore, conduttore radiofonico, clarinettista, showman, attore, sceneggiatore, regista e personaggio televisivo. Con Luminapolis la città di Merano vuole accendere le luci, colorarsi e offrire emozioni durante il periodo più suggestivo ed emozionante dell’anno, l’Avvento. LOMBARDIA / MILANO, ALAZZO MORANDO, VIA BORGONUOVO Renata Tebaldi il mito del canto: lo stile di una diva nel cuore di Milano fino al 1 febbraio 2015 Nell’ambito del palinsesto Milano Cuore d’Europa, il Comune di Milano, il Polo Musei Storici e Musei Archeologici e il Comitato Renata Tebaldi per la costituenda Fondazione Museo Renata Tebaldi hanno presentato oggi la mostra itinerante “Renata Tebaldi. Il mito del canto, lo stile di una diva nel cuore di Milano” sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e promossa in collaborazione con MRT - Museo Renata Tebaldi e Friends of Renata. La mostra, a cura di Alessandra Ferrari con il coordinamento di Giovanna Colombo, sarà ospitata a Palazzo Morando - Costume Moda Immagine dal 20 novembre 2014 al 1 febbraio 2015. Renata Tebaldi è stata una protagonista assoluta della storia di Milano la narrazione della sua vita e della sua carriera artistica coincidono profondamente con la narrazione in un certo senso mitica della nostra città. E sarà ricordata anche per la sua straordinaria e rara capacità di tradurre in canto le intenzioni del compositore presenti nella partitura ponendo le basi per quella nuova relazione tra interprete ed opera che ha contribuito a rendere grande la tradizione lirica italiana. 9 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story MERAVIGLIOSO LEONARDO i Arriva la mostra dedicata al genio fiorentino di tutti i tempi 10 Autoritratto attribuito a Leonardo da Vinci. A destra, l’Uomo Vitruviano, che sarà esposto al Palazzo Reale di Milano ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story L a star di copertina del nostro primo numero è il nostro nume ispiratore, il genio di tutti i tempi e anche il simbolo dell’Expo 2015, l’evento che attirerà lo sguardo del mondo sull’Italia da qui a qualche mese: Leonardo da Vinci. architetto, inventore, scienziato, meraviglioso pittore. Leonardo è il personaggio più straordinario del Secondo Millennio, il più studiato al mondo, al quale sarà dedicata “Leonardo 1452-1519” una straordinaria mostra che si terrà al Palazzo Reale di Milano dal 15 aprile al 19 luglio. La ricerca di Leonardo da Vinci si sposa perfettamente con l’Expo: egli ha immaginato e progettato idee nuove che spostavano più in là i confini delle possibilità dell’uomo. PIETRO MARANI Ha studiato nelle Università di Milano e Firenze. Presidente dell’Ente Raccolta Vinciana di Milano, è membro della Commissione Nazionale Vinciana. E’ docente di storia dell’arte moderna, contemporanea e Museologia nel Politecnico di Milano, facoltà di Design e di Storia dell’Arte del Rianscimento nella Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’ Università Cattolica .Nel 1994 ha ottenuto l’Armand Hammer Award for excellence in Leonardo Studies dall’Università della California di Los Angeles. E’ stato direttore della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Milano e Vice direttore della Pinacoteca di Brera. E’ autore di oltre 20 volumi su Leonardo e i leonardeschi. Leonardo ha dato forma alle intuizioni più efficaci per il progresso della civiltà a tutti i livelli. A Leonardo Milano dedicherà una mostra, un unicum mondiale, inedito per vastità, completezza e trasversalità, curata da due grandi studiosi, Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio. Palazzo Reale ospiterà i lavori di Leonardo in un percorso pensato per il vasto pubblico. Un viaggio nel mondo di Leonardo che aiuterà a scoprire e riscoprire la sua opera omnia. Centinaia di opere saranno riunite grazie alla preziosa collaborazione di tante eccellenze museali, milanesi, italiane e internazionali, saranno visibili a centinaia di migliaia di visitatori. Non si poteva fare altro che qui, una mostra del genere, perché Milano è la città più ricca di opere di Leonardo. “Verrebbe da dire che la vera mostra su Leonardo è già aperta, è Milano”, ha commentato il Sindaco Giuliano Pisapia alla presentazione del progetto. Ed è proprio vero. Leonardo pervade Milano, ma anche altre città meravigliose della Lombardia con la sua presenza magnifica e immortale: fra le altre, Vigevano, Pavia, Vaprio d’Adda. La grande mostra di Palazzo Reale si aprirà ai tesori leonardeschi della città e sarà connessa con mostre parallele e percorsi integrati. Il Comune di Milano ha costruito una regia sapiente per accendere l’entusiasmo su Expo 2015, su Leonardo, su Milano e sull’Italia. La corsa alla celebrazione di Leonardo è però già iniziata da un po’ MARIA TERESA FIORIO Laureata in lettere Moderne alla Statale di Milano, ha perfezionato gli studi d’arte all’Università di Pavia. E’ stata conservatrice e Direttore delle Civiche Raccolte d’arte di Milano, Soprintendente al Patrimonio Storico artistico e demoetnoantropologico della Lombardia, Direttore del settore edifici storico-artistici del Comune di Milano, docente universitario di Museologia. Esperta raffinata e profonda conoscitrice di Michelangelo e Leonardo da Vinci, ha pubblicato numerosi studi e vari volumi dedicati al maestro di Vinci, alla pittura leonardesca e rinascimentale, alla scultura rinascimentale lombarda. 11 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story Il San Gerolamo, in arrivo dalla Pinacoteca Vaticana di Roma è una delle opere centrali della mostra milanese 12 e non solo a Milano. Non tutte le proposte presenti in città e nelle altre regioni, spiace dirlo, si rivelano di buon livello. Dunque la mostra di Palazzo Reale sarà ancora più importante per il visitatore, perché sgombrerà il campo da ogni tipo di equivoco, surrogato e malinterpretazione di fatti, eventi e documenti. Innanzitutto saranno esposti un nucleo significativo di capolavori pittorici di Leonardo, alcuni Codici originali e oltre cento disegni autografi, oltre che un cospicuo numero di opere d’arte tra disegni, manoscritti, sculture, codici, incunaboli e cinquecentine, provenienti dai maggiori Musei e Biblioteche del mondo. Questa raccolta di tesori sarà unica e straordinaria. Per capire Leonardo arriveranno anche decine di altre opere di altri maestri, provenienti anch’ess da Musei ma anche da collezioni private, tra cui opere di Antonello da Messina, Botticelli, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Ghirlandaio, Verrocchio, Lorenzo di Credi, Antonio e Piero del Pollaiolo, Jean van Eyck, Della Robbia, Jacopo di Mariano detto il Taccola, Guido da Vigevano, Francesco di Giorgio Martini, Bonaccorso Ghiberti, Giuliano da Sangallo, Bramante e di altri trattatisti anonimi dei secoli XV e XVI. La diffusione e la fortuna dell’arte e dei modelli di Leonardo sarà rappresentata in mostra da opere di altri grandissimi artisti: Boltraffio, Marco d’Oggiono, Francesco Napoletano, Solario, Francesco Melzi, Saranno esposti alcuni Codici originali e oltre cento disegni autografi di Leonardo Giampietrino, Cesare da Sesto, Girolamo e Giovanni Ambrogio Figino e altri. Alla mostra di Milano sarà presente anche un importante dipinto di Leonardo proveniente da Roma, il San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana: quest’opera rappresenta perfettamente uno degli snodi centrali attorno a cui si articola la mostra, cioè il rapporto tra pittura e scultura, tra arte antica e arte moderna, dove si rivelano le eccellenti conoscenze prospettico-spaziali di Leonardo. Gli studiosi sono d’accordo nel considerare questo dipinto anticipatore dell’Uomo di Vitruvio, dunque sarà una importante icona della mostra che aprirà battenti il 15 aprile. Ma ora torniamo ad occuparci degli almeno cento disegni autografi che si potranno ammirare: oltre trenta provenienti dal Codice Atlantico, grazie alla Biblioteca Ambrosiana, maggior prestatore dell’esposizione; trenta dalla Royal Library di Windsor, di cui sei visibili al recto e al verso; cinque dal British Museum, quattro dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, cinque dal Metropolitan Museum di New York e cinque dalla Biblioteca Reale di Torino e ancora altri disegni arriveranno dalla Morgan Library di New York e dalla Fondazione Custodia di Parigi. Alcuni di questi musei presteranno inoltre altri importanti disegni di pittori contemporanei di Leonardo. Molti altri straordinari prestiti sono stati richiesti ai maggiori musei del mondo. Katia Ferri Melzi d’Eril A destra: San Giovanni Battista (Parigi, Museo del Louvre). Qui sotto: statua di Leonardo da Vinci (Loggiato degli Uffizi, Firenze) ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story I CARRI DA GUERRA E IL CENACOLO 3D Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia intitolato al grande maestro presterà inoltre tre modelli storici di macchine: il carro automotore, il maglio battiloro e il telaio meccanico, realizzati dall’interpretazione dei disegni di Leonardo. In mostra sarà esposta una video riproduzione del Cenacolo a grandezza naturale, arricchita da pannelli descrittivi e postazioni interattive con le informazioni sull’opera capitale di Leonardo e sul suo restauro. “Leonardo 1542-1519” avrà anche una serie di approfondimenti fuori sede che coinvolgeranno, nel territorio urbano e lombardo, i luoghi Madonna del Garofano (1473) A destra: la Vergine delle Rocce (National Gallery, Londra) di Leonardo, con mostre parallele nella Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano (Il Codice Trivulziano e la ricostruzione della Biblioteca di Leonardo), nella Sala delle Assesempre al Castello (sulla decorazione e il restauro del monocromo di Leonardo), nella Pinacoteca Ambrosiana (Il Mondo di Leonardo). LE 12 SEZIONI DELLA MOSTRA 1. Il Disegno come fondamento 2. Natura e scienza della Pittura 3. Il Paragone delle Arti 4. Il Paragone con gli Antichi 5. Anatomia, fisiognomica e moti d’animo 6. Invenzione e meccanica 7. Il Sogno 8. Realtà e Utopia 9. L’unità del Sapere 10. De coelo et mundo: immagini del divino 11. L La diffusione e la fortuna: dai leonardeschi al Trattato della Pittura 12. Il Mito 23 13 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story na Damiani, soprintendente al Polo museale di Venezia. I tanti visitatori dell’Esposizione internazionale potranno così eccezionalmente ammirare questa disegno di piccole dimensioni, grande poco più di venti per trenta centimetri (esattamente 34,3 x 24,5). Il famoso e delicato foglio di Leonardo Da Vinci è raramente visibile al pubblico anche a Venezia per motivi conservativi: la luce diretta e un microclima non adeguato potrebbero infatti scolorire irrimediablimente l’inchiostro. Da Venezia arriveranno alcuni dei preziosi lasciti conservati all’Accademia, che nel 2013 aveva allestito la mostra “Leonardo da Vinci, l’uomo Universale” che ha ottenuto un successo straordinario, in quanto erano esposti tra i 52 disegni di Leonardo 25 disegni che non erano più stati esposti tutti insieme dal lontano 1980. Anche alla mostra milanese il visitatore, con gli occhi sui disegni esposti, potrà immaginare di osservare Leonardo alle sue spalle con carta e penna mentre schizza, cancella, scrive, passando continuamente da un’idea all’altra, fa entrare appieno nel tumulto della sua magia creativa. Come se il visitatore sfogliasse il diario personale dell’artista, che fa trapelare il pensiero recondito dell’artista nell’immediatezza del suo tramutarsi in forma percepibile, per sé, e per gli altri. ARRIVA L’UOMO VITRUVIANO Corpo muscoloso, volto virile e sguardo sicuro: l’«Uomo vitruviano», uno dei disegni più celebri al mondo e canone rinasci- mentale della bellezza perfetta, sarà esposto a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, in occasione della mostra «Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo»,. Saranno visibili altre importanti opere di Leonardo, quali il «Musico» della Pinacoteca Ambrosiana, il «San Gerolamo» dei Musei vaticani, la «Scapigliata» della Galleria nazionale di Parma, la «Madonna Dreyfuss» della National Gallery di Washington e tre opere inestimabili provenienti dal Louvre di Parigi: la «Bella Ferronière», il «San Giovanni Battista» e l’«Annunciazione». Sguardo magnetico, sorriso enigmatico al pari della Gioconda, dito levato verso l’alto che rimanda alla dimensione spirituale, San Giovanni Battista rappresenta forse l’ultimo dipinto di Leonardo da Vinci e insieme il culmine di una intera vita di ricerche sulla tecnica dello sfumato e sugli effetti di luce. L’Uomo Vitruviano, prezioso ed enigmatico capolavoro a matita e inchiostro del genio vinciano, databile intorno al 1490 e conservato dal 1822 nel Gabinetto dei disegni e delle stampe alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, resterà nel capoluogo milanese per un intero mese, grazie al nullaosta dato da Giovan- 14 L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, conservata nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano è stata protagonista di una fra le campagne di restauro più lunghe e difficili della storia. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story IL NOSTRO EVENTO: “IN VIAGGIO CON LEONARDO” Arena Media Star organizza 4 GIORNATE DEDICATE AL MONDO DI LEONARDO, con visite guidate multilingue, colazioni tipiche. Due giornate si svolgeranno nei mesi invernali e due giornate si svolgeranno in primavera. Le date precise (sabato e doomenica) saranno pubblicate sul prossimo numero. 1° GIORNATA: LEONARDO AL CASTELLO DI VIGEVANO Visita alla città con guida autorizzata della provincia di Pavia, visita al Castello, alla Sforzesca, al museo delle macchine leonardesche. Colazione in osteria tipica. Al Castello è in’ preparazione una mostra su Leonardo nel feudo degli Sforza. 2° GIORNATA: LEONARDO CON FRA PACIOLI A PAVIA Il genio della pittura e dell’ingegneria nella città del suo amico FRA LUCA PACIOLI, precursore della La Villa Melzi d’Eril a Vaprio d’Adda Ragioneria. Visita guidata alla città e al Castello Sforzesco con guida autorizzata, colazione in osteria. 3° GIORNATA: LEONARDO, IL GENIO A MILANO Visita guidata con guida autorizzata, passeggiata in centro nei luoghi più frequentati dal Maestro, visita al Castello Sforzesco, alla Chiesa di S. Maria delle Grazie e al Cenacolo, colazione in osteria tipica, visita alla mostra su Leonardo a Palazzo Reale. Leonardo realizzò alcune delle sue opere più celebri proprio durante il soggiorno lombardo alla corte di Ludovico il Moro, protrattosi dal 1482 fino al 1499. L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, conservata nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano è stata protagonista di una fra le campagne di restauro più lunghe e difficili della storia. La necessità di continui interventi è dovuta alla tecnica stessa con cui Leonardo realizzò l’opera milanese: pur essendo un dipinto su muro, il Cenacolo non è un affresco in senso stretto (la tecnica più duratura utilizzabile per i dipinti murali), bensì una tempera mista su gesso. Leonardo volle sperimentare questo particolare metodo pittorico per aggirare gli ostacoli e i limiti della tecnica ad affresco, ma il risultato non fu quello sperato. La tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo si rivelò infatti molto fragile e partico- larmente soggetta a deterioramenti dovuti all’umidità; nel 1566, dopo soli settant’anni dalla realizzazione dell’Ultima cena, il grande critico dell’arte Giorgio Vasari in visita a Milano scriverà che del Cenacolo “non si scorge più [nulla] se non una macchia abbagliata”. Creando un ideale collegamento con il capolavoro del Cenacolo, la mostra di Palazzo Reale presenta al pubblico opere fondamentali del soggiorno milanese come il Ritratto di Musico della Pinacoteca Ambrosiana, cui si affiancano il San Gerolamo dei Musei Vaticani, la Scapigliata della Galleria Nazionale di Parma e la Madonna Dreyfuss de Gallery di Washinglton. 23 15 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story La mostra, come già detto, è arricchita esposizione di oltre L’antica dalla villa riprende esternamen100 del maestro te ladisegni forma autografi classica delle grandi toscano, alcuni modelli storiville del di Rinascimento. Il fabbrici di è macchine invenzione cato circondatodidasua un vasto giarprestati Museo grotte, della Scienza dino condal labirinti, terrazze,e della Tecnologia Milano, e dalla pensili, scalinatediche seguendo il possibilità diterreno confronto con opere dislivello del scendono fino dei maestri del Rinascimenallagrandi sponda del Naviglio Martesato e internazionale, come na.italiano Qui venne realizzato un attracSandro Botticelli, Donato Bramanco privato che permetteva alla fate, Antonello da Messina, miglia di raggiungere MilanoFilippo con la Lippi, Paolo Uccello, propriaGirlandaio, imbarcazione. La villa che Jan Eyck èe opera Verrocchio. La mooggiVan vediamo, dell’Architetstra di Leonardo a Palazzo Reale to Giuseppe Bonacina su incarico si presenta comeElisa la piùSardi grande e la della Duchessa Melzi più ricca come mai organizzata Italia. D’Heryl, si evince dainuna laGrazie ad nel un muro percorso organizzapide posta del vestibolo. to dodici sezioni La in costruzione che siricostruiremo sviluppa in l’eccezionalità della e del tauna pianta a “L” convita la soprelevalento di questo immenso artista, zione dell’attuale terzo piano, mancapace di sobria destreggiarsi nell’ambito tiene una facciata sul fiume dell’ingegneria, della scenografia, con aperture rettangolari, mentre la della scienza. Un genio da presensempre facciata interna sul cortile in di affascinare e di ispirare ta grado un porticato con colonne binate artisti tutti i tempi, come testie archi di ribassati. Il piano terreno si monia lainsezione conclusiva sviluppa una lunga serie di della salemostra, doveun la medaglione rilettura ironica di In un salone in marMarchel Duchamp e le rivisitazioni mo raffigurante il profilo di LeonarPop di Vinci. Andy Warhol ci portico confermano do Da Sopra il una la nascita di un vero e proprio galleria, oggi inglobata nellamito codi Leonardo. struzione, riporta il“Madonnone”, un affresco che potrebbe essere 4° GIORNATA: LEONARDO stato eseguito da Francesco A Melzi VAPRIO D’ADDA o altri allievi sotto la guida di Leonardo. Visita guidata con guida autorizzata, e visita priPercolazione conosceresullefiume datee del viaggio vata con la Presidente KatialaFerri con Leonardo e per prenotare tua Melzi d’Eril ai giardini della villa adesione, iscriviti! Melzi (che non è aperta al pubblico) dove Leonardo visse La quota di iscrizione e ilstudiando programil dell’acqua, riemamovimento della giornata rivoltoanni esclui- 16 In alto: La Vergine delle Rocce, particolare del Bambin Gesù. Qui sopra: studio sui feti, (1510) vocati oggi nella Casa del Custode sivamente di Arena Media delle Acqueaidisoci Vaprio d’Adda. L’oStar è visibile solo ai soci, accedenrigine della splendida costruzione do all’area situata su riservata. un rialzo della riva destra del fiume Adda, nella tradizioInformazioni e contatti: ne, viene attribuita alla info@arepresenza namediastar.com di un possente mastio, considerata la posizione strategica dell’altura che domina, ancor’oggi, il basso versante bergamasco.L’antica villa venne eretta nel 1482 su un progetto studiato da Leonardo Da Vinci che, a Milano, conobbe Giovanni Melzi, allora consigliere ducale alla corte sforzesca. Leonardo Da Vinci fu ospite della famiglia Melzi a Vaprio d’Adda in diverse occasioni: nel 1493 e da dicembre 1506 a maggio 1507 ospite di Gerolamo Melzi e qui conobbe il figlio Francesco, allora tredicenne, che divenne l’allievo prediletto del Maestro. Durante il soggiorno vapriese , Leonardo si dedicò a studi sulle acque in genere, sulla navigabilità dell’Adda e compì ricerche di idraulica. Ammirando la bellezza del tratto di fiume che scorre ai piedi della villa, Leonardo eseguì opere pittoriche e schizzi sugli scorci di rocce dove era un tempo il Pons Aureoli. Attribuito al Maestro è “Il Madonnone”, immagine della Vergine col bambino, affrescata sulla parete del portico superiore. Francesco Melzi, allievo di Leonardo Da Vinci, seguì il Maestro in Francia fino alla sua morte e fu l’erede di tutti i suoi scritti e disegni ma , alla sua scomparsa, i discendenti non riuscirono a conservare intatto l’immenso patrimonio. Timur De Angeli ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cover Story iIL TESORO D’ITALIA Le meraviglie dell’arte rinascimentale viste con lo sguardo sublime di Vittorio Sgarbi L’ Italia è un tesoro a cielo aperto. Più volte Vittorio Sgarbi ce lo ha detto e mostrato. In questo secondo volume, continua il viaggio in Italia che aveva interrotto al Trecento, per continuare con Maestri dell’arte del Rinascimento che sono noti in tutto il mondo: da Piero della Francesca a Bellini, di Mantegna a Bramante, per arrivare a Tiziano, Lotto, Pontormo. Accanto ai Maestri, però, ci sono anche quei tesori che solo Vittorio Sgarbi conosce e che punteggiano l’Italia senza che molti lo sappiano: Bartolomeo della Gatta, Nicolò Alunno, Giovanni Boccati, maestro delle favole, Francesco di Bettino, ai limiti della follia. Scrive l’autore: “Non c’è, probabilmente, nella storia umana e nella sua espressione attraverso l’arte,momento più alto e fervido d’invenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento allametà del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo.A Firenze, e non solo a Firenze, ma a Venezia, a Ferrara, nelle Marche, in Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia,gli artisti danno vita a quello che è stato chiamato, con conferente definizione, “Rinascimento”. Anche prima di quegli anni l’arte era stata sublime, ma Piero della Francesca la arricchisce di una intelligenza che trasforma la pittura in pensiero, in teorema, ben oltre le esigenze devozionali. Davanti alla Flagellazione di Urbino non è più sufficiente l’iconografia religiosa, e così davanti alla Annunciata di Antonello da Messina, alla Tempesta di Giorgione, all’Amor sacro e Amor profano di Tiziano, alla Deposizione di Cristo di Pontormo.Di anno in anno appaiono capolavori sempre più sorprendenti.Tra il 1470 e il 1475 la creatività dei pittori e degli scultori raggiunge vette inattingibili; ma sarà così, di quinquennio in quinquennio, fino alla metà del Cinquecento. Sono gli anni di Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, di Raffaello, di Michelangelo, ma anche di Giovanni Bellini, di Lorenzo Lotto, di Tiziano, di Correggio, di Parmigianino.Sono gli anni delle meraviglie, in cui l’artista si sfida, in un continuo superarsi.Il Rinascimento si radicalizza nel Manierismo, e ciò che era ordinato e razionale in Piero, diventa tumultuoso in Pontormo. Una inesauribile potenza espressiva domina il mondo e lo arricchisce liberando ogni genere di fantasia.” Fiorella Bergami Vittorio Sgarbi a presenta il libro a Milano. A destra foto ricordo con Fiorella Bergami VITTORIO SGARBI è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte, ha curato numerose mostre in Italia e all’estero. Nel 2011 ha diretto il Padiglione Italia per la 54a Biennale d’Arte di Venezia. Per Bompiani ha pubblicato Il bene e il bello (2002), Dell’anima (2004), Ragione e passione.Contro l’indifferenza (2005), Vedere le parole (2006), L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore (2009), Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri (2010), Le meraviglie di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri (2011), Piene di grazia. I volti della donna nell’arte (2011), L’arte è contemporanea (2012), Nel nome del figlio (2012), Il tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte (2013) e Il punto di vista del cavallo. Caravaggio (2014). 17 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Cinema &Tv PARIGI SALVATA DALLA FOLLIA DI HITLER Masterchef, la nuova stagione Diplomacy, un grande film sulla forza della diplomazia durante l’ccupazione tedesca di Parigi. 18 CINEMA/Diplomacy, Una notte per salvare Parigi - drammatico, regia di Volker Schlondorff. Nella notte fra il 24 e il 25 agosto 1944, nell’imminenza della liberazione alleata, Hitler ha deciso di distruggere Parigi con cariche esplosive che faranno saltare in aria 3 milion di persone. Il conto alla rovescia è in mano al generale Dietrich von Choltitz, ma Raoul Nordling, console svedese, cercherà di dissuaderlo. Il regista Schlondorff racconta con sottile ironia e con grande attenzione ai dettagli la storia dei due uomini che hanno fatto la Storia discutendo in una stanza, interpretati dagli attori Niels Arestup e da Andre Dussolier. CINEMA/Storie Pazzesche, genere commedia, regia di Damian Szifron. Una commedia prodotta da Pedro Almodovar, che propone l’intreccio di sei storie, sei personaggi e sei situazioni di perdita di controllo. Si va dall’ingegnere oppresso dalle multe al rapitore seriale, dalla cameriera pronta alla vendetta sullo strozzino di suo padre al miliardario col figlio delinquente, dalla sposa in abito bianco col marito fresco di tradimento agli automobilisti che si accapigliano fino al sangue. Lo spettatore è sollecitato a cogliere, in queste storie, il momento del non ritorno che trasforma l’uomo civile in un barbaro che sfoga gli istinti. TV/Masterchef Italia (adults & Junior) canale Cielo del digitale terrestre. La nuova stagione del programma di cucina, sia nella versione adulti che junior, replica con varianti di pregio. I commenti dei top chef sono pungenti e spietati come sempre, la caratterizzazione dei partecipanti è migliorata, è resa più unica la loro individualità: in palio non c’è solo un grembiule ma legami familiari, l’onore, la speranza di un nuovo futuro professionale. La sceneggiatura si conferma perfettamente calibrata e coinvolgente: i giudici piacciono tutti, sono dotati di ragioni condivisibili per votare in un modo o l’altro. Andrea Miranda Storie pazzesche, prodotto da Pedro Almodovar, sei episodi tragicomici di bestialità Masterchef Italia, ben calibrato e coinvolgente sia nella versione adulti che junior. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Classica/Opera CLAUDIO ABBADO, GLI ANNI D’ORO Scarlatti-Cage: il mix ci sta Claudio Abbado: una pregevole raccolta di 20 anni del suo lavoro tra Milano, Berlino, Chicago 20 CLAUDIO ABBADO, THE COMPLETE RCA AND SONY ALBUM COLLECTION, SONY MUSIC Una pregevole raccolta dell’attività del direttore milanese, da metà degli anni Settanta alla fine dei Novanta. In quegli anni Abbado non solo lavorava con la Scala, ma manteneva la direzione musicale della London Symphony, ed era principal guest conductor a Chicago, dove realizzò il ciclo delle sinfonie di Čajkovskij. A Berlino lavorò poi i con i magnifici Filarmonici. usica contemporanea, Wolfgang In questa raccolta ci anche le sue tre maggiori passioni operistiche: Rossini, Musorgskij, e Verdi, con il libretto prediletto, Simon Boccanegra. MENDELSSOHN, PIANO QUARTETS 1,2, 3, DECCA Il giovane Mendelssohn – tra gli undici e i quindici anni – scriveva il suo Largo e Allegro in re minore (inciso qui in prima mondiale) il Quartetto per pianoforte n. 1 dell’op. 1 e il Quartetto per pianoforte n. 3 dell’op. 3. Allora egli studiava con Friederich Zelter, seguace di Johann Sebastian Bach. Ma il suo punto di riferimento era Beethoven.. Dunque si nota qui una curiosa mescolanza ma anche una padronanza tecnica sbalorditiva per un compositore così giovane, che sapeva suonare anche il violino e la viola, dotato di freschezza compositiva e grande dominio della forma. SCARLATTI CAGE, SONATAS, SONY David Greilsammer ama l’intrecco tra musica antica e contemporanea. Questo percorso intreccia le sonate di Domenico Scarlatti e quelle (da Sonatas and Interludes) di John Cage. Il risultato è una narrazione vivacissima con uno stile interpretativo è decisamente anticonvenzionale. Sotto le dita di Greilsammer Scarlatti appare modernissimo, sorprendono la leggerezza del tocco, la flessibilità del fraseggio, l’ottima resa delle Sonate di Cage, trattate con delicata raffinatezza se dinamiche che l’interpretazione. Secondo vari critici è uno dei cd più belli degli ultimi anni. Elena Previdi Le prime opere del giovane compositore, studiava Bach ma ammirava Beethoven Scarlatti -Cage Un curioso e affascinante intreccio tra musica antica e contemporanea ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Pop & Rock NATALE CON ROBBIE IL LEAK DI MADONNA TOP HITS (3 dicembre 2014) La Classifica di Radio M2O 1 BailandoRemix Enrique Iglesias 2 Blame Calvin Harris Ft. John Newman 3 Lovers On The Sun David Guetta Ft. Sam Martin 4 Five Hours (Don’t Hold Me Back) Deorro 5 Heroes Alesso Ft. Tove Lo 6 Wasted Love Steve Angello Ft, Dougy From the Temper Trap 7 Can’t Stop Playing Dr. Kucho! & Gregor Salto 8 Calabria 2014 Rune RK 9 Dangerous David Guetta Ft. Sam Martin 10 Prayer In C Lilly Wood & The Prick In aldo, ritratto a carboncino di Madonna. basso Robbie Williams secondo Cristina Ceccherini. MADONNA.È finito online un pezzetto di un nuovo brano di Madonna. Apriti cielo oppure mossa calcolata? Secondo gli esperti è proprio la sua voce, ma soprattutto Guy Oseary ha messo una taglia sul responsabile di questo incredibile atto, dunque ci si può credere. La canzone incriminata si chiama “Rebel Heart”, dovrebbe essere il frutto della collaborazione con Avicii, e l’argomento è uno dei favoriti di Madonna, il pentimento. Un altro pezzetto ‘rubato’ alla diva proviene dal brano Wash All Over Me. Dal brandello di canzone si intuisce un testo niente male. Il nuovo album di Madonna è ancora previsto per il 2015, ma si attendono sorprese: dopo il recente bidone di Beyoncè, siamo abituati ai ritardi. ONE DIRECTION. Altro che in declino, gli One Direction sono primi in classifica negli Stati Uniti, nel Regno Unito e soprattutto in Italia. L’anno scorso non riuscirono nell’impresa di battere Ligabue, ma con l’uscita di Four hanno sbaragliato in un colpo solo sia Vasco Rossi che i Pink Floyd. Niente da fare invece sui brani singoli. Malgrado le ottime prove di Fedez e Mengoni, il primo posto continua a essere di Enrique Iglesias con Bailando. ROBBIE AND FRIENDS. I Take That e Robbie Williams escono praticamente all’unisono. L’album dei Take That nella nuova formazione a tre, sarà disponibile in streaming solo su Google Play per un mese. Robbie Williams, esce a sorpresa con il suo almo contenente brani, alcune rarità, demo e b-side. L’album di Robbie si può comprare solo sul sito del cantante e non sarà conteggiato nelle classifiche. STRENNE NATALIZIE. Per i patiti della dance, andate sul sicuro con Pitbull, David Guetta e Rick Ross. Per gli amanti delle voci femminili da sentire in auto, regalate Biophilia Live di Björk, e la Platinum edition di Beyoncé. Alle donne che amano sentire voci maschili in macchina regalate il best of di Tiziano Ferro e “Guerriero” è la migliore canzone di Marco Mengoni. Oppure non sbagliate portando in dono un riciclone dei Modà, un riciclone di De Gregori, un riciclone dei Queen. Riccardo Trinchillo 21 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 TopNightlife TOP NIGHTLIFE i Gossip, protagonisti, news, eventi e curiosità selezionate dagli autori del nostro tv reality show 16 22 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 TopNightlife LA DUCHESSA RIBELLE E’ mancata qualche settimana fa all’età di 88 anni la diciottesima Duchessa d’Alba, la nobildonna più titolata al mondo. María del Rosario Cayetana Alfonsa Victoria Eugenia Francisca Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y Gurtubay, aveva più titoli persino della regina Elisabetta d’Inghilterra. La Duchessa si è spenta nel suo palazzo di Dueñas a Siviglia. Insignita di oltre 40 titoli nobiliari (di cui cinque di Duchessa e 18 di marchesa), poteva vantare anche quello di XXI contessa di Modica, comune della Sicilia, un titolo nobiliare nato durante la dominazione spagnola nel sud dell’Italia. Lascia agli eredi un’ingente fortuna, stimata in 600 milioni di dollari. La ‘Duchessa ribelle’, come è stata ribattezzata per la sua personalità anticonformista, aveva tre matrimoni alle spalle e una lontanissima parentela con Winston Churchill e con la principessa Diana. PREMIO FIUGGI 2014 Sono stati consegnati lunedì 1 dicembre, in una cerimonia presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, i riconoscimenti della quinta edizione del Premio Fiuggi-Storia. Il Premio, questo anno dedicato al giornalista Franco Giustolisi, è promosso dalla Fondazione “Giuseppe Levi-Pelloni” in collaborazione con il Comune di Fiuggi. Aldo Cazzullo con “La guerra dei nostri nonni” (Mondadori) e Vittorio Sgarbi con “La lunga avventura dell’arte. Il tesoro d’Italia” (Bompiani) sono i vincitori della quinta edizione del Premio FiuggiStoria per la saggistica. Per la sezione biografie il riconoscimento va a Gabriele Mammarella per il libro dedicato alla vita di Bruno Buozzi, operaio e sindacalista, “Bruno Buozzi. 1881-1944. Una storia operaia di lotte, conquiste e sacrifici (Ediesse). A Milena Agus e Luciana Castellina il premio per la sezione romanzo storico per il libro “Guardati dalla mia fame” (Nottetempo). Per la sezione Multimedia: 1914-1918 Grande Guerra. 20 documentari presentati da Paolo Mieli, prodotti da Rcs e da Rai Storia con la conduzione di Carlo Lucarelli e la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi. Per la sezione inediti: I Nievo e la Storia, una passione di famiglia a cura di Ugo M. Olivieri. (Gaspari-Udine). ARTE E VIP Un cocktail party di successo all’hotel Baglioni di Milano promotore del concorso “ #26modiperfarearte”, ideato e realizzato dallo showman milanese Vittorio Gucci. Giovani talenti nascosti tra i 18 e i 26 anni messi alla prova per trasformare il loro estro in un oggetto di design. Protagonisti della serata: la tronista Veronica Ranieri con il marito Marco Bianca, il vocalist e conduttore radiofonico Dr. Feelx, l’attore Franklin Santana, Marika Fruscio, Raffaello Tonon e il giornalista sportivo Paolo Colombo.Sponsor ufficiali: Olfi e Riviera Wodka. LA CUCINA TRANDY L’ipermercato Auchan di Pescara ha ospitato la showgirl Randi Ingerman, designer della sua nuova linea di accessori per la cucina “Trandy” e uno show cooking dedicato alla Cucina della Salute. Dopo aver scoperto di avere diverse intolleranze alimentari, la Ingerman ha riadattato la sua cucina cercando nuove soluzioni e ricette. E’ nata così la linea “Trandy”, con accessori interamente realizzati in silicone alimentare per diversi tipi di cottura come quella al vapore, progettati per velocizzare i processi di cottura e diminuire l’utilizzo di burro e olio, oltre ad essere conformi alle normative CE e FDA. JOKER Il cantante Giacomo Voli, medaglia d’argento alla scorsa edizione di The Voice of Italy ce l’ha fatta. Ha finalmente un gruppo e sta cominciando a lavorare al suo primo album. Sulla sua pagina Facebook le date dei concerti 2015. EAT PERU’ Grande successo della settimana dedicata alla cucina peruviana da Eataly a Milano organizzata dall’Ufficio Commerciale del Perù. Cebiche, Quonoa, Causa Limena sono stati preparati dallo chef stellato Victor Gutierrez, insieme allo chef peruviano Rafael Rodriguez, con Sheilla Diaz, insieme ai colleghi italiani Luca Mozzanica e Giovanni Cattaneo. Sul palco dello Smeraldo, il musicista Jaime Cuadra, danze caratteristiche peruviane sulle note musicali di Concheperla e di Trujillo de mis amores, accompagnati dal vivo dal vivo con chitarre, trombe e caiòn. Davide Bellaccomo A sinistra, lo stemma della Duchessa d’Alba, danze e piatti del Perù, Giacomo Voli, Vittorio Gucci, Randi Ingerman. Guarda due puntate di Top Nightlife su www.youtube.com/watch?v=pBVku9vhiVs 23 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno1 CAPODANNO IN SICILIA i 24 Tremila anni di storia da scoprire in una notte o poco più. Fra aranceti, vulcani e templi, un tripudio di sapori ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno1 S e salta qualcosa all’ultimo momento, se si voleva restare a casa e invece il 31 dicembre si decide di partire per non si sa dove, scegliete la Sicilia e non ve ne pentirete. Il Capodanno sarà tiepido, allegro e profumato di arancio ad ogni passo. Nqturalmente è bene ricordare che la Sicilia è un’isola molto grande, dunque è sempre bene scegliere un itinerario e un tema di viaggio : artistico o enogastronomico o paesaggistico, per non ritrovarsi ore e ore in auto a litigare col navigatore. Le meraviglie di Palermo Se volate a Palermo, la zona giusta per cercare un hotel o un bed e breakfast è quella dietro la Cattedrale, nel centro storico. A pochi passi si trovano tutte le principali attrazioni della città, dai monumenti al teatro dell’Opera, dalle chiese ai pittoreschi mercati. Palermo è un punto di partenza ideale se non si è mai stati in Sicilia. Sapevate che Palermo oltre ad essere una città magnifica, ricca di storia, è anche una delle capitali mondiali dello Street Food? Naturalmente qui il cibo da strada è frutto di tradizioni secolari. Dunque prima di godersi fuochi artificiali e mortaretti un po’ in tut- te le strade e le piazzette, potreste optare per un Cenone veramente alternativo, costituito da un apericena con walking tour della città e itinerari non convenzionali. Tra le viuzze di Palermo si possono assaggiare 5 diversi cibi da strada a scelta tra varie specialità come lo sfincione, le panelle e crocchè, le arancine ed il pane con la milza. Le specialità culinarie si degustano presso notissime friggitorie, venditori ambulanti e taverne palermitane, tutti luoghi sconosciuti al turismo di massa che al massimo entra in qualche pasticceria a comprare i cannoli con la ricotta. Se si preferisce un walking tour diurno, le fermate raddoppiano, perchè saranno aperti anche i mercati rionali. Il percorso ideale comprende Piazza Verdi, mercato del Capo, Chiesa dell’Immacolata Concezione, mercato di S.Agostino, mercato della Vucciria, Quattro Canti, Piazza della Vergogna o Pretoria, Piazza Bellini, mercato di Ballarò e la Cattedrale. Noleggiando un’auto, da Palermo si può raggiungere facilmente la città di Monreale con la sua cattedrale, il Duomo, eccezionale esempio dell’architettura normanna con i suoi splendidi mosaici a fondo d’oro di derivazione bizantina. Se spunta il sole, si può fare una passeggiate nel vecchio borgo di pescatori di Mondello, con spiaggia e un mare cristallino, poi godersi un piatto di spaghetti coni i ricci. Da Palermo si può partire per visitare la costa settentrionale. Le campagne intorno a Palermo sono molto suggestive e ricche di agriturismi e bed e breakfast accoglienti e affascinanti. Sedendo al tavolo di qualche bar non è difficile fare amicizia e se si più fortunati si può anche essere invitati per il brindisi in un casale in campagna, dove regna un’atmosfera familiare straordinaria, percepire il sapore autentico della Sicilia. Fra aranceti e templi Trapani ha un ottimo aeoroporto dove si può atterrare in alternativa a Palermo- Punta Raisi, soprattutto se si vuole invece visitare la zona delle saline e dei mulini a vento, dirigendosi poi verso Agrigento, l’area archeologica della Valle dei Templi o gli aranceti a perdita d’occhio di Ribera. Da questa parti ci sono molte offerte interessanti da cogliere: se non spaventa il mare, Capodanno si può fare a Favignana o a Levanzo e Marettimo. Altrimenti si possono visitare paesini di pescatori e grotte naturali, si può mangiare a Sant’Angelo Muxaro, oppure scovare gli agriturismi aperti d’inverno dove si acquistano specialità locali o si viene accolti dai pastori che offrono l’esperienza ‘mungi il tuo cappuccino’ o ‘scola la tua ricotta’. Se il bel tempo prosegue, bastano poche ore di viaggio per raggiunere luoghi famosissimi e incantati come la città medioevale di Erice o Selinunte e Segesta con il suo tempio e teatro greci. Dal mare al vulcano Se si arriva in volo o in auto a Catania, vale la pena di spendere un 25 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno1 Fra mare e vulcano, architettura barocca e masterclass di cucina 26 giorno prima o dopo San Silvestro per visitare le tradizionali mete turistiche, come Taormina. Ma qualcuno va anche d’inverno nella Valle del fiume Alcantara, un luogo antico e pieno di fascino, con alberghi e resort a due passi dall’Etna, dagli interni caldi ed accoglienti in perfetto stile agreste, che riescono ad esaltare, con gusto e raffinatezza, i profumi e le tradizioni degli uomini di un tempo. E’ di sicuro un Capodanno insolito quello che si può trascorrere sulle pendici dell’Etna, con una splendida vista su Taormina e il mar Ionio. La struttura in pietra lavica, il paesaggio del vulcano spesso fumante e dalle cime innevate, e l’intenso blu del mare donano a questo luogo un’atmosfera incantata, sospesa tra cielo e terra. Tra le esperienze più curiose da vivere, la visita Monastero dei Benedettini di San Nicolò d’Arena seguita da masterclass di cucina siciliana. Il sito, oggi patrimonio Unesco, è un luogo dalle molte anime in cui, tra gli splendori dell’edificio barocco, trovano spazio i resti di una domus romana, le sforzose cucine settecentesche. Oggi l’edificio accoglie una eclettica coffee house e una scuola di cucina. Dopo un’affascinante passeggiata tra i severi corridoi e chiostri, sarà il momento di immergersi nei sapori della ricca cucina dei monaci di Sette e Ottocento: con l’aiuto di uno chef si prepara un menu ispirato ad alcuni dei piatti di cui i monaci erano più ghiotti, tra cui i famosissimi arancini o i Seni di Vergine e ancora cannelloni, caponata, panzerotti al formaggio, involtini. Infine, il pranzo, il momento in cui godere dei piatti preparati, bevendo un buon vino dell’Etna e ascoltando delle abitudini alimentari dei monaci, dei loro sontuosi pranzi, di strabilianti ricette e della “leggenda nera” che li avvolse. Per la notte di Capodanno, se si è invitati in una casa qualsiasi capiterà di ritrovarsi a tavola per ore, fra piatti di pesce spada fritto e profumato da aromi, arrosti, timballi di melanzane, arancini, pasta con le sarde. Il panettone ci sarà, ma soffocato da vassoi di dolci di mandorla, cassate, cannoli e bombe di ricotta. Se la meta è il ristorante, i più eleganti sono a Taormina ricca di storia e di fascino, ideale per chi ama non solo l’arte, ma anche lo shopping e la vita notturna. Oppure a Catania dove è un piacere perdersi nel suo affascinante centro storico. Se preferite i centri piccoli da raggiungere in giornata, scegliete il brindisi di mezzanotte Architetture barocche nelle cattedrali siciliane. Il mare cristallino di Stazzo, frazione di Acireale (CT) ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno1 Tour di Modica in Fiat ‘500 per degustare il famoso cioccolato Alcamo o Camporeale. A Catania, se nei giorni di festa piovesse pio molto, si può fare una visita davvero insolita, ad una vecchia cartiera, nata nell’isola nel 1975 per iniziativa di un mastro cartaio fabrianese insieme ad alcune famiglie siciliane. Colà si possono ammirare prestigiose carte prodotte per il Vaticano, il Presidente della Repubblica italiana, Ferrari, Gorbaciov, Reagan ed Enciclopedia Treccani. Viene mostrato dal vivo tutto il processo produttivo che trasforma la cellulosa e il cotone in foglio di carta. Infine, nel laboratorio si realizza con le proprie mani un foglio di carta con l’aiuto di un mastro cartaio. A conclusione della visita un’abile artista crea dal vivo splendide realizzazioni artigianali, che potranno anche essere acquistate. Tra gli agriturismi più conosciuti di questa zona, l’Azienda Agrituristica Tarantola dei Conti Testa, notissima per location elegante e raffinata, l’atmosfera aristocratica tra le colline di ulivi e vigneti. L’azienda è rinomata anche per la produzione di olio e vino, premiato anche a livello internazionale. Le maestose pendici dell’Etna, da scoprire in escursione guidata. Sotto, mercato del pesce di S. Agata Fra le città barocche L’ultima proposta di itinerario si dipana nella zona sud orientale della Sicilia, dove è possibile visitare alcune delle più importanti città barocche siciliane, effettuare escursioni naturalistiche a piedi, a cavallo o in mountain-bike, alla scoperta delle incontaminate cave dell’altopiano Ibleo, oppure passeggiare su alcune delle più belle spiagge del litorale. A poca distanza dai siti archeologici di Cava Ispica ci sono vari agriturismi e masserie dell’800, dove si possono gustare i profumi e sapori più autentici della Sicilia. Le escursioni e le visite di particolare interesse in zona sono: Siracusa con il suo incredibile centro storico, Ortigia. E le cittadine barocche di Modica, Ragusa Ibla, Scicli e Noto. Per un’esperienza tra amici, il tour di Modica a bordo della mitica Fiat 500, si visitano i luoghi più tipici e meno turistici di Modica. Si attraversa il centro storico, caratterizzato dalle molte costruzioni religiose tra cui l’imponente Chiesa Madre di San Giorgio e il Duomo di San Pietro. Attraverso le strette stradine del borgo antico, poi, si raggiungono i punti punti della città alta da cui ammirare il Castello dei Conti di Modica e la famosa Torretta dell’Orologio. Giuseppe Giordano (foto di Martina Barbagallo) 27 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno2 CAPODANNO A MADRID i 28 In bicicletta, tapando fra i bar e ritrovi in stile hipster ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno2 C apodanno a Madrid vuol dire tutto e niente per chi non conosce la città, chi non distingue barrio da barrio, chi non conosce locali, negozi, i posti giusti dove bere, mangiare, oziare in attesa della mezzanotte, del brindisi e del brivido, di qualcosa di speciale da portarsi a casa. I luoghi della movida storica alla Almodovar non ci sono più. Eppure qualcosa succede sempre. Mi accoglie Celia, la mia bellezza bruna che mi guida ogni volta che atterro a Madrid, la capitale più alta d’Europa, dunque le temperature sono sempre intorno a zero gradi, in questo periodo. E’ lei che di giorno mi porta al Paseo del Prato, in giro per musei (Prado e Thyssen-Bornemisza), tra le fontane, i giardini e gli orti botanici. Al sabato sera mi porta nelle birrerie del barrio di Malasaña, nei caffè di Salesas e a triBall per bere qualcosa di speciale. In estate andiamo in giro in biciclietta, partendo dai quartieri del Primo Novecento a nord della Gran Via e da Tri-Ball, la zona intorno a Calle Ballesta, formata da Valverde, Desengaño e Corredera Baja de S. Pablo dove negli anni ‘80 regnavano la prostituzione e l’eroina e adesso è scoppiata una nuova mo- vida underground. Invece dei soliti negozi si vedono multistore dove si acquistano contemporaneamente fiori e abbigliamento, caffè e biciclette, mojito e pezzi di arredo per la casa. In attesa del calar del sole, mi piace oziare ai magazzini El Corte Ingles o in Calle Serrano affollata di madrileni in festa fermandomi a gustare crocchette di patate o funghi, e il famosissimo jamon iberico, prodotto con la carne di maiali neri che si nutrono solo di ghiande di quercia. Al mattino invece mi perdo volentieri nei mercati: a San Anton, a San Miguel, a Plaza de Colon. Spiego a Celia che devo scrivere qualcosa per chi non volesse fare il solito Cenone di Capodanno in albergo, con paella e spettacolo di flamenco, ma preferirebbe un S.Silvestro più underground, più itinerante da un luogo all’altro, da un barrio all’altro, seguendo l’ispirazione o meglio ancora la gente, ecco i posti dove avventurarsi come una semplice coppia di turisti stranieri che non conosce animaviva su questo lato del Mediterraneo. Bastano poche ore per mettere insieme un’agenda di contatti da fare invidia a un pr, per conoscere gente del luogo e andare a caccia di gossipe e top secret: per esempio cosa ci sarà alla grande mostra su Picasso nel 2015, che lo porterà dentro al Prado, fra le collezioni d’arte antica.Cosa stanno allestendo tra le antiche sale dell’austero museo. Girando con una bicicletta in affitto, tapeando (da tapas, stuzzichini da aperitivo) in perfetto stile hipster, è facile rimorchiare un invito da qualche parte per il brindisi di mezzanotte. La prima tappa obbligatoria per aggregarsi a qualcuno per mangiare insieme è Malasaña, bisogna andarvi al calar del sole. Un buon posto è la Bicicleta Café di piazza San Ildefonso, ove ci si fa tentare dall’insalata Tour de France o dal sandwich Pantani. Se vi piace la gente vintage, meglio rivolgersi al vicino Kikekeller, un’ex sartoria diventata galleria d’arte, emporio di antichità e design che alle 7 di sera diventa un bar. Un vestito di vecchia griffe, un accessorio particolare sono l’esca giusta per attirare gli esigenti frequentatori. In alternativa, Gorila di Tato Repetto, dove tost e cappuccino si ordinano a qualsiasi ora del giorno e della notte. Se fosse aperta, la libreria d’arte Panta Rhei, tra Chueca e Malasaña, è un altro posto per attaccare bottone con qualcuno e aggregarsi allegramente a singoli e gruppi che si preparano per una serata tutta da reinventare. Il che è facilissimo, quando ci si muove tra ex macellerie dove ora si vendono libri a peso, e tra piazzette invase da designer senza atelier ed ex bordelli trasformati in spazi creativi e bed & breakfast. I gay, mi spiega Celia, dovrebbero andare invece diritti a Chueca e magari vedere se c’è qualcuno, a poche ore dal Capodanno, che bazzica in calle Hortaleza, intorno alla libreria con scuola di cucina Apunto. Tutto 23 29 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Capodanno2 intorno è pieno di gastrobar, dove si possono degustare tapas gastronomiche tradizionali o innovative, come la tortilla al calice, vale a dire la tortilla di patate sparata col sifone alla maniera del superhef Ferran Adrià. In certi posti si mangia nelle scodelle di latta, in altri nei piatti ma sotto un cielo di fermagli per capelli da flamenco (Estado Puro). Da Paolo Concero il piedino di maiale si serve con tagliolini di seppie. Nei posti più in si serve orma solo cucina peruviana firmata Gaston Acurio o cucina fusion, anche se la migliore fusion ispano-giapponese Nakeima. Ma quella conviene degustarla di giorno, con calma, magari nel silenzio del giardino del Museo del Romanticismo. Ora infatti viene l’ora giusta per spostarsi ad Anton Martin, il quartiere neohipster di Madrid, andando dritti nelle stradine intorno a calle Santa Isabel, tra il barrio di Lavapiés e Letras. Si va a caccia di nuovi amici nella storica drogheria Casa Gonzales, del 1931, con wifi e un banco da wine bar. Per questa sera (ma solo per questa) lasciar perdere un angolino prezioso quando piove, il Cine Doré, un pezzo di architettura del 1920 che svela al suo interno un bar d’antan e una libreria sul cinema. Meglio dirigersi nel nuovo posto top del barrio. No, non è La Fugitiva, la libreria ideale per mattinate single a base di torta e caffè, libri e wifi. Meglio un giro davanti a Fabrica Café, nella vicina calle Alameda, dove si danno appuntamento quelli che amano comprare nello stesso posto fiori, caffè, borse, gioielli e riviste. 30 Se volete avventurarvi nel barrio che guarda verso il fiume Manzanares, attenzione ai percorsi e soprattutto a non lasciar la bici lontano dallo sguardo se si prosegue tapeando di gastrobar in gastrobar. Alla mezzanotte si può brindare in una casa, in un bar o in un cafè a una festa privata, oppure si può andare in una delle tante piazze dove si brinda tutti insieme, per ersempio Plaza Major. In tal caso bisogna attrezzarsi con tutto l’occorrente per propriziare davvero un buon anno: una bottiglia di Cava, lo spumante nazionale prodotto in Catalogna e un sacchetto o un contenitore con “las uvas de la suerte”, cioè 12 acini d’uva a testa, da inghiottire uno dopo l’altro allo scoccare degli ultimi secondi che indicano la fine dell’anno.La leggenda narra che nei primi del 900’, a causa di una abbondante produzione di uva, i viticultori, nel tentativo di disfarsi dell’eccedenza, inventarono che consumare questo frutto a fine anno avrebbe portato fortuna. Altra tradizione, è quella di brindare numerose volte durante la noche loca, come viene soprannominata dagli spagnoli, discoteche e bar sono aperti fino all’alba. Prima di andare a dormire, quando si leva il sole, cioccolata calda con i famosissimi “churros”. Se l’avventura underground sulle due ruote non soddisfa troppo, si può sempre tornare alla tradizione e tirar fuori quella benedetta prenotazione online al ristorante che si era fatta per tempo mesi fa, scegliendolo dal numero di recensioni positive di qualche sito. Se il nome gettonato e prenotato in tempi non sospetti e con tanto di acconto su carta di credito, è per caso il primo ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 In queste pagine,mmagini di Madrid durante il Capodanno. In basso, osterie e giardini, l’ora di punta dello shopping che si è trovato, a due passi da Plaza Major, chiamato Casa Botin, meglio non farlo sapere troppo in giro che si è stati tanto fortuntati da trovare due posti a Capodanno. La famosissima Casa Botìn, è, stando al Guinness dei Primati, il ristorante più antico del mondo (l’ anno di fondazione è il 1725, può competere insomma con il Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia), dove si dice abbia servito come lavapiatti, prima di diventare uno dei più grandi pittori spagnoli, un giovane chiamato Francisco Goya. Il ristorante è specializzato in cucina castigliana, dunque attenzione alle gaffes. La specialità della casa è il Cochinillo Asado, ovvero il maialino da latte arrostito al forno, bisogna perà farlo precedere dalla famosa selezione di prosciutti (jamon) di Casa Botin serviti con vini specialissimi che si replicano in accompagnamento ai dolci. DORMIRE A MADRID Dormire: oltrei ai moltissimi bed & breakfast a Madrid sono anche i Room-Mate, boutique hotel dallo stile informale. Ogni hotelito segue alla formula delle 5 D (dormir, desayunar, ducharse, design e divertirse) voluta dall’ex fantino e fondatore del network Kike Sarasola. Da Madrid dove i Room Mate sono 4, il brand si è esteso a Buenos Aires, Città del Messico, Amsterdam, Firenze e Miami. Only You è un palazzotto d’epoca di Chueca, con vasi cinesi, stucchi d’antan e patio con la luce naturale, progettato da Lazario Rosas Violan. Classico-chic, buon gusto e buon servizio . Info: www.spain.info, www.esmadrid.com Alessandro Chiara Capodanno2 SCOPRIRE A MADRID Hammam Al Ándalus, è un bagno turco a Madrid; e già questo vale la curiosità di una sbirciatina. Dentro un sistema di bagni freddi, caldi e caldissimi, e un hammam, il tutto arredato in stile arabo, come la musica da ambiente, e completato da profumi da aromaterapia e tisane da erboristeria. Ottimo per risvegliare i sensi dopo una giornata in aeroporto o per sognare prima di tornare a casa. Gau&Café è quasi un indirizzo segreto. Si scopre che non ci sono quasi turisti: si resta incantati a bere un cocktail con vista sui tetti di Madrid. Si trova in cima alla Escuelas Pias, una vecchia università: è bello, eccentrico con una vista mozzafiato sulla città. Il ristorante si trova al quarto piano ed è servito da ascensore. Galería Javier López non si trova nel centro di Madrid, ma nell’elegante quartiere di La Florida. L’edificio è modernista, la galleria ospita una bella collezione di artisti contemporanei, che vanno da Hiroshi Sugimoto a Alex Katz. Anche questo è un buon posto se volete conoscere madrileni colti e interessanti. E’ un luogo ideale anche per concedersi un momento di tranquillità, lontano dalla frenesia del centro della città. (A.C) 31 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Food & Co S ono due i grandi protagonisti della tavola delle Feste, il tartufo, ospitabile in tutte le portate dall’antipasto in poi e il torrone, una ghiottoneria assoluta che ha conquistato milioni di fans in tutto il mondo e ogni anno tenta di insidiare il trono del panettone, grazie alla grande diffusione delle feste e sagre diffuse in tutta la Penisola. Tra queste l’evento top è come sempre la Festa del Torrone di Cremona, giunta alla 18° edizione, ed è stato uno degli eventi più importanti dell’Inverno 2014. Negli ultimi giorni di novembre Cremona si è riempita come sempre di migliaia di appassionati, giunti anche grazie all’iniziativa “50 città per la Festa Del Torrone”. La splendida città lombarda vanta quest’anno, fra i vari patrocinii, anche quello prestigioso di Expo 2015 al fianco del simbolo di Regione Lombardia. Dunque in questa edizione particolare Cremona ha veramente superato sè stessa per la particolarità e la spettacolarità degli eventi. Sono stati 9 i giorni di festival ricchi di intrattenimento, profumi, sapori, immagini e spettacoli, oltre 160 gli eventi in programma e centinaia le degustazioni gratuite presso gli stand di produttori arrivati da tutte le regioni d’Italia. Si è rinnovato anche il gemellaggio con Giffoni Experience, 18/27 luglio 2014 una delle più importanti rassegne internazionali del cinema dedicata ai ragazzi.Il tema di quest’anno è stata la multimedialità, dunque il protagonista più ammirato è stato IBM Watson, il più avanzato sistema di intelligenza artificiale capace di interagire con l’uomo e di reinterpretare le ricette del torrone in maniera originale. Per gli amanti del torrone, diciamo subito che il tripudio di varianti non basta mai. Il torrone si fa gelato, si nobilita con pistacchi, cioccolato, caffè, limoncello, frutti, mostarda piccante. Ma la vera star della festa sono state le sculture giganti di Torrone realizzate da Sperlari, sponsor dell’evento, alte oltre 4 metri, a forma di violino, libro musicale, barra gigante di torrone. Ovviamente il festival cremonese non è solo una festa per golosi, ma anche un appuntamento che riunisce appassionati di arte e storia, giunti a migliaia per assistere alla rievocazione del matrimonio tra Francesco Sforza e Maria Bianca Visconti seguito da un corteo con oltre 150 figuranti che ha sfilato per le vie del centro storico della città tra le acrobazie degli sbandieratori, musicisti e le figure delle splendide dame e dei cavalieri. Fiorella Bergami L’ORO BIANCO 32 Per qualcuno è il candido torrone artigianale cremonese duro o morbido, piccante o salato. Per altri è il tartufo dal cuore color avorio, il re della tavola delle Feste ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Food & Co Nel regno della mostarda, da degustare con bolliti o mascarpone Naturalmente a Cremona non si va solo per la Festa del Torrone e naturalmente non si va solo a dicembre, ma tutto l’anno. Perchè il cibo da queste parti è davvero straordinario e di gran lignaggio. La cucina cremonese è di antica origine. Basti pensare che molte ricette che si degustano oggi, erano già presenti nel ricettario quattrocentesco di Bartolomeo Sacchi, detto il Platina: già, se il primo libro di cucina della storia è stato stampato proprio qui, ci sarà un perchè. I prodotti piu’ noti della città sono il torrone e la mostarda: il primo fu ideato in occasione delle nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza nel 1441. La seconda risale al 1604 ed è fatta con i frutti interi o a grossi tocchi cotti nell’acqua e zucchero e poi ripassati nella senape. L’abbinamento più azzeccato della mostarda è con il lesso o con la crescenza e il mascarpone. Nobili ricette a parte, la cucina cremonese più gustosa è quella conta- dina, usa i latticini e la parte grassa del maiale, dal quale si ricava il salame di Cremona, il più antico salame lombardo, che si serve come preludio a piatti robusti come i marubini, grossi ravioli cotti nel brodo di vari tipi di carne bollita. Per gli stomaciforti sono imperdibili la zuppa di pane con animelle e fegatini e il cotechino, un insaccato di maiale servito con lenticchie e polenta. Anche la carne d’oca trova un gustoso impiego in cucina: si propone in briseule (braciole d’oca), mentre il brodo dei ritagli serve epr accompagnare la trippa. La cucina della provincia presenta delle varianti altrettanto gustose: nel cremasco 54 comuni difendono i loro tortelli di zucca con ripieno dolce, vale a dire i amaretti, uva sultanina, buccia di limone, grana. Il risotto di zucca va fatto seguendo la ricetta di Casalmaggiore. Sono interessanti anche le preparazioni di ortaggi, in particolare le bietole con cui si prepara un’ottima parmigiana e le radici bianche di Soncino. A ciò va aggiunta la celebre produzione del melone di Casteldidone. Oltre al torrone, tra i dolci vi sono il bussolano di Soresina, la spongarda di Cremona e la polenta dolce. SHOPPING DI GUSTO SOTTO IL TORRAZZO La mostrada di Cremona si trova insieme a torroni e affini alla Sperlari (via Solferino, 25), la pasticceria da cui è nata l’omonima azienda e che oggi conserva gli arredi e i mobili del XIX secolo (è uno dei Locali storici d’Italia). Restando in tema di dolci, vi segnaliamo la pasticceria Lanfranchi (via Solferino, 30) con prelibatezze di tutti i generi e specialità come il pan Cremona, una torta ricoperta di cioccolato, “brevetto” della pasticceria stessa. Eccellenti pane e pasta fresca, crostate, panettoni e colombe in occasione del Natale e di Pasqua, li trovate da El furneer (via Bergamo, 9). Andando, invece, sul salato, la salumeria Ambrogio Saronni (corso Mazzini, 38) è celebre per il cotechino alla vaniglia e il salame all’aglio. Gina Pompei 23 33 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Food & Co Anche il tartufo bianco, che allieta la tavola delle festa con il suo caratteristico profumo di bosco, è inserito da tempo nella categoria dei preziosi. Fiere e sagre lo celebrano nel corso dell’autunno in molte regioni italiane. Solamente dalla preziosa zona padana (oltre 1000 km quadrati) è possibile rinvenire ognuna delle nove specie di tartufi ammesse al consumo e quindi al commercio (dalla legge italiana). Una delle fiere più vicine al Natale è quella che si tiene ogni anno in Oltrepò a fine novembre a Casteggio, presso le strutture fieristiche di Oltrexpo nella ex area Truffi. Questa terra è ritenuta una delle poche “isole felici” di tutta la penisola, connotandola come unica zona tartufigena al alta vocazione e potenzialità produttiva della Lombardia, poichè le altre zone tipiche di raccolta sono il Piemonte, l’Umbria, le Marche e alcune aree del Triveneto e del Mezzogiorno. Inoltre proprio qui nel 1831 Carlo Vittadini, assistente presso la facoltà di Botanica dell’Università di Pavia, pubblicò la sua Monographia Tuberacearum, studiando i funghi ipogeni e i tuber. Vittadini successivamente diventò il fondatore della Idnologia, branca della Micologia che studia i funghi ipogeni, quali i tartufi. I tipi di 3 Tuber conosciuti in precedenza e rimasti tali per millenni, diventarono 60, raggruppati in una nuova sistematica catalogazione comprendente bel 12 generi, dei quali 11 sono tuttora in vigore. Inoltre Vittadini riferisce che il luogo del ritrovamento del primo tartufo bianco pregiato inserito nella sua ricerca è Calcababbio, l’attuale Lungavilla. La manifestazione, organizzata daClastidium e A.R.T.O.P. (Associazione Ricercatori Tartufo Oltrepò Pavese), è stata una kermesse ricca di intrattenimenti, interventi di specialisti, esibizione delle diverse varietà di tartufo, gare dei cani da tartufo con premiazione finale e degustazione dei prodotti tipici lombardi. Anche quest’anno Casteggio è stata portavoce del prezioso tubero, diamante delle cucina italiana, tipico prodotto autunnale, presente nella varietà nero nella zona pedemontana dell’Oltrepo Pavese e nella più pregiata varietà bianco, nella zona rivierasca del Grande Fiume Po. Alla 30° edizione la Fiera del Tartufo e del Miele, la più antica manifestazione dell’Oltrepo Pavese, i visitatori lungo un percorso hanno trovato i “tartufai”, lieti di proporre i tartufi appena “scoperti” in un tripudio di profumi, la “magica aria afrodisiaca” che il tartufo ispira a tutti i suoi estimatori. Insieme al tartufo la fiera di Casteggio ha proposto anche banchi dedicati ai funghi, in primis il porcino e alle altre produzioni tipiche dell’Oltrepo Pavese e dell’enogastronomia del territorio; prima di tutto il miele con i suoi produttori biologici quindi il salame di Varzi, gli insaccati, i formaggi, la frutta e la verdura, i dolci e le conserve. Questa edizione ha dato spazio anche le aziende vitivinicole dell’Oltrepo Pavese. Il tartufo è valorizzato in cucina da decine di preparazioni: fra le più semplici e straordinarie, tagliolini all’uovo al burro e tartufo, uovo fritto all’occhio di bue con scaglie di tartufo, filetto di angus spadellato con tartufo o carpaccio al tartufo. Gli chef hanno creato preparazioni più complesse, sempre però salvaguardando l’accordo di sapori e di profumi: in Piemonte fioriscono i tortini di uova e funghi con tartufo, i crostini ai tartufi bianchi mescolati a caprino fresco o spalmati di burro al tartufo e acciuga. In Lombardia la fesa di vitello si accompagna a tartufi e funghi in arrosti profumatissimi e delicati. Il tartufo bianco, nelle ricette delle aree più vicine alla Francia, si trova anche abbinato ad asparagi, cardi e carciofi stufati e si accompagna a risotti con salsiccia fresca e profumo di rhum. Per chi preferisce sapori più forti, la versione ‘black’: il tartufo nero tipico delle regioni del centro Italia come Toscana, Umbria, Marche, che si trova, molto saporito, anche al Sud, per esempio in Sardegna. Il tartufo nero è perfetto sulle pappardelle con la caccia (lepre, cinghiale, beccaccia), nella frittata e nel ripieno di arrosti e pollame. Fiorella Bergami A destra: immagini della Fiera del Tartufo e Miele di Casteggio (PV) 34 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Wine & Co iBRINDISI PREZIOSO Per San Silvestro, i superdry di Astoria, che propone anche un brut ‘zero alcool’ N ell’anno di Leonardo e dell’Expo, può essere solo italiano il protagonista del brindisi di Capodanno. Astoria Vini ha creato bottiglie che omaggiano la Repubblica Serenissima e le sue glorie, l’Arsenale, le vetrerie di Murano, le atmosfere barocche ed eleganti dei palazzi sul Canal Grande. “Arzanà” è lo Spumante Valdobbiadene DOCG Superiore di Cartizze. Cartizze è una piccolissima area nella DOC Prosecco, vicino a Valdobbiadene, dove le uve di glera danno la loro migliore espressione. Il gusto è di equilibrata morbidezza e sapidità, con aromi di frutta dolce e profumi che richiamano un bouquet generoso di fiori bianchi, pera, pesca, con un finale agrumato. Il nome Arzanà, citato anche da Dante nell’Inferno della Divina Commedia, è l’antico nome dell’Arsenale, una derivazione del termine arabo daras-sina’ah, “casa d’industria”. Si chiama “Corderie” lo Spumante Prosecco Valdobbiadene DOCG che Astoria ha creato per accompagnare gli aperitivi. Le Corderie erano gli spazi dell’Arsenale dove venivano manufatte le corde e le cime per le navi mercantili. Prosecco Extra Dry è il perfetto vino da aperitivo o da brindisi, per il suo equilibrio tra dolcezza e intensità. La raccolta manuale e la pressatura soffice mantengono al massimo aromi e profumi delle uve. Il gusto è morbido ed equilibrato, con una nota agrumata, e profumi di melone, mela, banana e fiori bianchi. E per chi non beve? Una novità che lascerà tutti a bocca aperta. il Cold Wine “Zerotondo” Alcohol Free, fatto per non lasciare gli astemi senza un calice da alzare. Per loro, per chi non può bere o per chi ha già bevuto abbastanza, questo inedito succo d’uva spumantizzato, realizzato da uve biologiche. E’ il primo spumante d’uva a zero alcohol, ottenuto da uve a bacca bianca da viticoltura biologica. Non si tratta di un vino de-alcolato in maniera chimica, ma di un mosto conservato in appositi serbatoi refrigerati, per evitare il processo fermentativo. Grazie a queste caratteristiche, Zerotondo Astoria è stato certificato Halal, ossia conforme alle norme islamiche. Il suo profumo fresco e fruttato e il sapore delicatamente dolce, lo rendono perfetto da mixare in originali cocktail analcolici. Filippo Bortolan In alto Arzanà, spumante Valdobbiadene DOCG superiore di Cartizze. In basso a sinistra, il Prosecco Extra Dry perfetto come aperitivo o per il brindisi. A sinistra, 9.5, cold wine Zerotondo alchool free, certificato Halal, conforme alle norme islamiche. 35 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co SCOZIA: MITI E RITI DEI CLAN i Tartan, haggis, skullsplitter tra le nebbie delle Highlands 36 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co Le foto di questo servizio sono state gentilmente fornite da VisitScotland e Scottish Viewpoint Picture Library G li scozzesi lo fanno meglio, ti spiegano appena atterri a Glasgow. Il tartan, ovviamente, un grande classico della moda autunno inverno. E il salmone affumicato, il whisky, l’agnello. E poi c’è il petrolio Brent, le piattaforme sul mare del Nord, un fiore all’occhiello dell’economia locale. Ma anche in amore gli scozzesi se la cavano bene. L’’uomo più sexy del Vecchio Continente è ancora Sean Connery, checchè se ne dica. E ci sono donne molto affascinanti tra le isole battute dal vento. Prima di andare a perdersi negli occhi azzurri di uno scozzese o di una bellezza locale dai capelli rame, è bene saperne di più. Specie se capita di incontrare qualche esemplare blasonato. Le gaffes sono tollerate, ma poi arrivano le battute taglienti. Le tradizioni scozzesi non fanno parte del bagaglio culturale medio degli europei del Sud, dunque niente improvvisazioni: occorre proprio studiare con attenzione i riti dei clan familiari, se capita di incrociarne uno. Anticamente i clan erano la cellula fondamentale della società scozzese e tutt’oggi rimangono un elemento fondamentale di identificazione di famiglie ed ideologie politiche e di tradizione. Il sistema della suddivisione fra clan era basato sulle proprietà terriere. Tanto più un clan possedeva terreni, tanto più era potente. Il nome del gruppo era dato dal cognome della famiglia più importante che assumeva il ruolo di clan chief, la cui sede era identificata dalla presenza di un castello o di un maniero. Come si entra a far parte di un clan?Non è necessario avere lo stesso cognome per farne parte: a volte infatti molti clan chief sono in contatto con clan che potremmo definire “satelliti” (Septs) in quanto sono entrati ufficialmente a farne parte pur mantenendo il loro cognome.Le modalità di accesso ad un clan sono molte, matrimoni ed acquisizioni terriere sono le più comuni. Cosa contraddistingue l’appartenenza ad un gruppo? Innanzitutto ogni “famiglia” ha una sua registrazione presso il Lord Lyon King of Arms, un’istituzione in cui sono conservati tutti gli stemmi araldici e dove si trova il registro delle caste e genealogie dei clan scozzesi. Essa è la referente e responsabile delle cerimonie ufficiali in Scozia. Ogni clan possiede tre elementi di identificazione: il tartan, lo stemma araldico ed il motto che è inciso sullo stemma araldico. Il clan che ci ha spiegato le tradizioni scozzeri è il clan Campbell, uno dei più antichi e potenti: il suo tartan è di colore verde ed azzurro con striature gialle. I colori sono riportati sullo stemma, in cui è anche inciso il motto latino “ne obliviscaris”. Taluni fanno derivare il cognome Campbell dal francese de Campo Bello, ma è più probabile l’origine dal gaelico classico caim beul, cioè “bocca deforme” a causa dell’attitudine caratteriale generale degli appartenenti al clan a dire espressamente tutto ciò che pensano, senza riserve. I clan più famosi sono Fraser, MacKintosh, Mac Donald, Wallace, Campbell. Ma ce ne sono moltissimi altri, di cui i membri vanno davvero fieri. Il tratto distintivo più noto dei clan è il kilt, il costume tradizionale maschile in tessuto tartan. Il tartan in Italia viene definito genericamente tessuto “scozzese”. Ma nessuno sa interpretarlo. Si tratta di una lana molto pesante prodotta principalmente nelle Highlands che riporta un intreccio di quadri con colori differenti a seconda del clan di provenienza. All’inizio - si narra - presentava quegli inconfondibili riquadri poiché veniva tessuta direttamente utilizzando e mescolando lana filata a fibre vegetali. In realtà non si ha alcuna notizia certa della genesi del tartan, tranne che poteva essere tessuto con combinazioni di colore differenti; e questo ben si adattava allo spirito tribale dei clan. Tuttavia più che per indicare la dinastia di appartenenza, era un mezzo per capire immediatamente la provenienza della persona che lo indossava. E’ possibile che alcuni disegni fossero divenuti popolari in alcune 37 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co aree delle Highlands proprio perchè là era possibile reperire i coloranti naturali per realizzare quella determinata stoffa. Fu l’esercito ad adottare per primo il tartan come mezzo di identificazione, ed era dello stesso colore di quello del clan Campbell: un tessuto scuro su cui si incrociano blu verde e nero. La stoffa tartan può pesare da 250 a 550 g al metro. Ogni clan, ogni famiglia ne possiede uno. E, nonostante l’apparenza inganni, ognuno è leggermente, ma assolutamente differente dall’altro. I tessuti e i disegni sono diversi anche a seconda del loro utilizzo: i clan tartan sono usati comunemente dagli uomini; i dress tartan, con i loro colori vivaci e lo sfondo bianco, sono usati dalle donne. I mourning tartan, si usano per i lutti; gli hunting tartan, dai colori scuri e smorzati, sono indossati per la caccia o altre attività sportive; i chief’s tartan, sono indossati dai capifamiglia. Come nasce questa tradizione? Per assurdo, l’inventore del kilt non fu uno scozzese ma un inglese, un nobiluomo di nome Thomas Rawlinson, direttore di una fabbrica siderurgica di Lochaber, che attorno al 1725, al fine di permettere una maggior libertà di movimento ai lavoratori, fece tagliare la parte superiore del tradizionale plaid che veniva indossato attorno al corpo, facendo cucire le pieghe che nell’usuale indumento si venivano a formare nella zona posteriore. Il kilt che vediamo oggi dunque è l’evoluzione di quello antecedente a Sir Rawlinson. La versione antica del kilt infatti prevedeva un panneggio lungo quindici metri e largo più di quattro, ripiegato numerose volte nel senso della lunghezza al di sopra di un’alta cintura di cuoio. Quando calava la notte, per guerrieri e contadini, il drappo si trasformava in una coperta permettendo di stare caldi e coperti, il che in guerra era un grande vantaggio. Una delle caratteristiche del popolo scozzese è quella di essere fortemente pratici, per questo motivo anche una tradizione come quella del kilt nasconde in realtà delle motivazioni pragmatiche. Col passare dei secoli il kilt ha modificato un po’ la sua funzione: se prima era poco più si una stoffa avvolta a portafoglio, ed abbastanza lunga da essere poi messa sulle spalle, oggi si presenta come una gonna a portafoglio con una parte a pieghe sul retro ed una tesa davanti, che viene fermata con una pesante spilla,la quale impedisce al gonnellino di alzarsi durante balli o semplicemente movimenti. La spilla può seguire il gusto del proprietario o contenere richiami allo stemma del clan. Nelle rare occasioni in cui una donna porta un abito-kilt, la spilla generalmente è una zampa di coniglio (considerato portafortuna nei paesi anglosassoni) in argento con una pietra preziosa incastonata al centro. Si tratta di un oggetto molto particolare che non soddisfa il gusto di tutte le donne; per questo motivo infatti che la tradizione ha deciso di essere tollerante verso le giovani scozzesi che preferiscono portare altri simboli al posto della zampetta. Altri accessori arricchiscono il costume folkloristico maschile: fondamentale è lo sporran, una sorta di borsetta realizzata in cuoio dove solitamente si portava il denaro, posta all’altezza della cintura, niente affatto stretta ma tenuta morbida sul bacino. Probabilmente, oltre alla funzione di borsa, esso è un ulteriore accorgimento per impedire al kilt di sollevarsi. Le calze si portano bianche, tese al polpaccio, con un bordo che riprende la trama del tartan e due ponpon laterali (o linguette di cotone a coda di rondine) nel colore dominante della stoffa. Le scarpe, scure, preferibilmente nere, hanno lacci molto lunghi che intrecciati, partono da dietro la caviglia, arrivano sotto al ginocchio, in modo da risultare ben visibili sui calzettoni. La realizzazione del kilt è una tradizione ma anche un’arte. Le imitazioni sono molte, ma gli originali hanno due caratteristiche peculiari: il numero di pieghe riportate sul retro della gonna e la lunghezza. Infatti quando il sarto realizza un kilt generalmente chiede al cliente di inginocchiarsi a terra come per raccogliere un oggetto: se il kilt sfiora il pavimento parallelamente e non si trascina, allora è stato cucito a regola d’arte. In caso contrario si riprende in mano il manufatto facendo le giuste correzioni. Per la parte superiore non ci sono regole precise. Ovviamente sono anche le circostanze che dettano i capi, quindi camicie, giacche e anche maglioni possono andare bene. Generalmente il kilt diventa tutto nero per le cerimonie funebri, senza quindi i colori del tartan del clan di appartenenza. LA TAVOLA SCOZZESE La Scozia è un paese in cui il consumo di cereali e ovini è molto alto, non bisogna dimenticare che si tratta di un’area cresciuta sulle spalle di coltivatori e piccoli allevatori e di questo la cucina ne risente molto. Inoltre si trova nella parte nord del Paese, dunque le rigide temperature hanno favorito una dieta con alto consumo di alcol e di grassi, che aiutano a sopportare il freddo invernale. La prima colazione tradizionale è a base di porridge (avena cotta in acqua e latte), accompagnata da dolcetti originari di Aberdeen: sfogliatine a base di strutto e burro chiamati Aberdeen rowies. Tuttavia sempre più spesso le abitudini stanno cambiando e alla tradizionale colazione viene succo di frutta sempre accompagnati comunque da cibi caldi come bacon, salsiccia, sanguinaccio e uova. Per quanto riguarda il pranzo vero e proprio il piatto tradizionale scozzese è l’Haggis: una specie di cotechino con polmoni, cuore e fegato di pecora tritati fini, mescolati a farina e cipolla bolliti nello stomaco dell’animale; a volte si può servire anche sotto forma di stomaco di pecora bollito farcito con cereali (soprattutto avena) e speziato, servito a fettine accompagnato da patate bollite ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co Più che per indicare la dinastia di appartenenza, il Tartan era un mezzo per capire immediatamente la provenienza della persona che lo indossava. E’ possibile che alcuni disegni fossero divenuti molto popolari in alcune aree delle Highlands scozzesi, proprio perchè là era possibile reperire i coloranti naturali che occorrevano per realizzare quella determinata stoffa. 39 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co ed una particolare specie di rapa chiamata turnip. Questa viene schiacciata sino a formare una sorta di crema. Il tumip serve per accompagna il pasto arricchendolo di un sapore dolciastro, che contrasta con lo speziato della carne. Molto famoso è anche lo scotch broth, brodo di montone, orzo lenticchie e piselli.Tra le carni il manzo è quella più utilizzata e la più buona: mince and tatties sono i piatti più conosciuti e sono carne tritata di manzo stufata con purè di patate. Il pesce è molto consumato, in particolare il salmone sia d’allevamento che selvatico. Il salmone affumicato di solito è servito con succo di limone, pane nero e burro. Tradizionale è anche il Pudding, un miscuglio cremoso e super calorico preparato facendo cuocere sangue di pecora fino ad arrivare ad un’ amalgama omogenea, tanto da poter essere affettata e servita con abbondanti spezie. GLI SCOZZESI FAMOSI NEL MONDO LA RICETTA DELL’HAGGIS TRADIZIONALE Ingredienti: 1 stomaco (la sacca),1 fegato di pecora,1 polmoni di pecora,1 cuore di pecora,1 tazza di farina d’avena 2 cipolle, sale, pepe,8 once (1 oncia = c28 grammi)di lardo di montone tritato.Pulire accuratamente lo stomaco e lasciarlo per tutta la notte in acqua fredda salata. Girare verso l’esterno la superficie rugosa. Mettere fegato, polmoni e cuore in una casseruola con acqua; portare a bollore e far sobbollire lentamente per un’ora e mezza. Far tostare la farina d’avena nel forno o sotto la griglia. Tagliuzzare cuore, fegato e polmoni. Mescolare tutti gli ingredienti insieme con il grasso, aggiungendo sale e pepe. Tenere la mistura bagnata, usando il brodo delle interiora. Riempire lo stomaco fino a poco più di metà, il composto si espanderà. Cucirlo saldamente e metterlo in una larga pentola d’acqua calda. Quando il ripieno comincia a gonfiarsi, punzecchiare la sacca con un ago per evitare che scoppi. Bollire per tre ore e servire con purè di patate o di rape. - Roderick David Stewart, Rod Stewart (Londra, 10 gennaio 1945) E’un cantante britannico. Nei suoi oltre 40 anni di carriera, ha ottenuto 27 prime posizione nella classifica mondiale dei 10 singles più venduti. È stato stimato che le vendite dei suoi dischi ammonterebbero ad un totale di 200 milioni di copie, facendone uno degli artisti che ha venduto più album di tutta la storia della musica. AL PUB IN SCOZIA IL pub è un’istituzione, si bevono sopratutto birra e whisky. Il whisky viene spesso mescolato dagli scozzesi ad altre bevande come il whisky–mac con ginger wine, una bevanda di zenzero fermentato, acqua e zucchero. C’è un grande mercato di birre dominato McEwans, Youngers e Tennent’s. Si bevono anche birre minori come quella delle Orcadi, la Skullsplitter detta “spaccacranio”, appellativo che la dice lunga sul suo grado alcolico. Non è inusuale trovare chi con un bicchiere di whisky serva un goccio d’acqua, per rompere il grado alcolico della bevanda. 40 -Sir Sean Thomas Connery (Fountainbridge, 25 agosto 1930) è un attore e regista scozzese. Connery divenne celebre grazie al personaggio di James Bond, del quale fu il primo interprete; la sua versione dell’Agente 007 è riconosciuta dalla quasi unanimità di critica e pubblico come la migliore in assoluto, e la sua immagine è diventata il simbolo del personaggio inventato da Ian Fleming. -James Gordon Brown (Glasgow, 20 febbraio 1951) è un politico britannico, è stato primo ministro del Regno Unito nonché capo del Partito Laburista. È succeduto a Tony Blair il 27 giugno 2007, al termine di un “processo di successione” che lo aveva visto assumere la carica di capo del partito. Dal 2 maggio 1997 al giorno della nomina a premier è stato Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito. - Billy Boyd (Glasgow, 28 agosto 1968) E’ un attore scozzese. Diplomato in arte drammatica alla Royal Scottish Academy of Music and Drama, lavora per molto tempo in fiction e programmi televisivi delle emittenti scozzesi e inglesi. Nel 2000 viene scelto da dal regista “Peter Jackson” che lo sceglie per interpretare il ruolo dell’ hobbit Peregrino Tuc, o Pipino, nella trilogia del Signore degli Anelli. -Groundskeeper Willie E’ un personaggio della serie di cartoni animati I Simpson; svolge mansioni di giardiniere nella scuola elementare di Bart e Lisa, anche se tavolta viene usato come assistente di Skinner per i casi più disparati. Nella serie italiana viene doppiato come se parlasse sardo ma in realtà lui è scozzese (questo perchè la tipica pronuncia sarda dell’italiano è ritenuta paragonabile alla pronuncia scozzese dell’inglese), infatti molte volte va in giro con il kilt. Fra le sue battute più assurde ed esilaranti, segnaliamo questa: “Fratello e sorella non possono andare d’accordo! Sono nemici per natura! Come gli inglesi e gli scozzesi! Come i gallesi e gli scozzesi! Come i giapponesi e gli scozzesi! Come gli scozzesi e altri scozzesi! Maledetti scozzesi! Hanno rovinato la Scozia!!” ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia &Co LA SEDUZIONE IN SCOZIA Gli uomini scozzesi hanno fama di essere particolarmente rudi e pratici. Non sono fra gli uomini più dolci e romantici del mondo, anche se come in tutti gli ambiti ci sono le eccezioni. Sono i discendenti di una lunga stirpe di uomini che la tradizione voleva impegnati in guerra e mansioni pesanti, campi e coltivazioni, tutte caratteristiche che hanno rafforzato nelle generazioni il loro carattere forte e determinato, sicuro di se e pratico. Un uomo di questo tipo non può essere attratto da una donna debole o fragile. Un po’ come nella natura, il maschio scozzese è attratto dalla “femmina” più valorosa e coraggiosa, coraggio che oggi lo si dimostra con lo sguardo, il tono di voce ed altri accorgimenti. Infatti, per fare breccia in un cuore scozzese lo sguardo fisso è importante. Soprattutto se ci si trova in un luogo affollato è importante mantenere un contatto visivo con l’uomo senza abbassare lo sguardo, segno di timidezza. Quando comincia l’approccio anche il tono di voce può essere un elemento di seduzione, se mantenuto a toni un po’ rochi e sensuali. Il ballo è uno dei momenti in cui si può maggiormente assistere ad un avvicinamento amoroso: generalmente nei balli tradizionali l’uomo indossa il kilt, e la tradizione vorrebbe che sotto al kilt nulla fosse indossato. A proposito di questo, una volta invitato l’uomo a ballare, la donna av- vicina anche un po’ più del dovuto il suo corpo a quello maschile, per mostrargli le sue intenzioni o comunque un interesse nei suoi confronti. Stessa cosa può avvenire durante una conversazione: se un uomo in kilt, sempre senza biancheria, avvia una conversazione e la donna gli si siede in braccio, questo è un chiaro segno di seduzione. Od ancora, se un uomo in kilt seduto di fronte ad una donna tende a tenere le gambe leggermente divaricate, ancora una volta è un segno di seduzione. Questi comportamenti che in altre culture potrebbero definire la donna come una “poco di buono” in realtà in Scozia non sono assolutamente visti come tali, poiché un’altra delle caratteristiche di questo popolo è la sfrontatezza delle donne, che permette loro di essere molto meno inibite delle loro simili in altri Paesi. Non è sempre la donna a dover compiere il primo passo, ovviamente. Una simpatica particolarità è l’invito al ballo da parte di un uomo, che si articola in uno scambio di battute: il piatto tradizionale scozzese è visto con un po’ di sospetto dagli stranieri. In effetti l’Haggis è una specie di cotechino riempito con pezzetti di polmoni, cuore e fegato di pecora tritati fini, mescolati a farina e cipolla bolliti nello stomaco dell’animale. A volte si può servire conservando la forma originale dello stomaco di pecora bollito, farcito con cereali vari, (soprattutto avena) e speziato, servito a fettine accompagnato da patate bollite ed una particolare specie di rapa locale chiamata turnip. LUI: Are you dancing? Stai per ballare? LEI: Are you asking? Lo stai chiedendo? LUI: Yes I am asking. Si lo sto chiedendo LEI :Yes I’m dancing. Si,sto per ballare. L’ente del turismo della Scozia, (www. visitscotland.com) ha offerto l’opportunità a migliaia di ragazze italiane di incontrare il loro uomo dei sogni in Scozia. Dopo il successo di questa particolare campagna lanciata nel 2005, l’ente nazionale ha deciso di aprire le possibilità di un amore in tartan anche alle ragazze di tutto il pianeta. Infatti le donne di tutto il mondo amano gli Scozzesi, la loro pittoresca immagine, il sense of humor ed il loro particolare accento unito ad una strepitosa accoglienza. 41 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co LE DANZE TRADIZIONALI I balli popolari scozzesi sono ancora oggi praticati con frequenza ed assiduità, e denotano una vivacità di ritmi scanditi dalle cornamuse, strumenti nazionali, paragonabile a quella presente in alcuni luoghi mediterranei. HIGHLAND FLING. E’ notissimo per la vivacità e la velocità. E’ un’ antica danza eseguita dai guerrieri che tornati vittoriosi da una battaglia si esibivano in questa coreografia. Essa prendeva vita su piccoli scudi dalla forma rotonda appoggiati a terra, che erano dotati però di una punta affilata in acciaio che scaturiva dal centro. I ballerini dunque dovevano sviluppare destrezza e riflessi per evitare di farsi molto male con questi oggetti contundenti. Questo ballo sopravvive al giorno d’oggi grazie alle competizioni che lo vedono protagonista e che prendono vita in tutto il mondo. Il ballo odierno è molto fedele all’originale, l’unica differenza è la sostituzione dello scudo affilato con altri oggetti che permettessero comunque al ballerino di tenere presente lo spazio preciso riservato alla danza. Mantenere i propri movimenti all’interno di uno spazio delimitato è infatti lo scopo principale dell’esecuzione. Da notare che come in ogni ballo ufficiale, il kilt è d’obbligo. GAY GORDON - Deriva da una danza svedese che si è poi diffusa in tutta Europa anche con il nome francese di champenoise; in Belgio viene talvolta chiamata gigue probabilmente perché le musiche sulle quali viene ballata sono spesso delle gigue irlandesi. In Scozia ne viene ballata una variante chiamata Gay Gordons che dice: “Guys, pick a lady and join the dance. If she is ugly, don’t care. After 8 bars, you’ll get another one” “Ragazzi, sceglietevi una signorina ed unitevi alla danza. Se è orrenda, non importa. Fra otto strofe ve ne prendete un’altra”. Ne esistono molte varianti (almeno tre) ma quella più diffusa in Scozia è la versione a circolo in cui partecipano sia uomini che donne. È danzata da un cerchio di coppie che procede in senso antiorario con gli uomini all’interno. I cavalieri porgono la mano destra alla mano sinistra della dama. Alla fine della coreografia è previsto lo scambio delle dame. Le coppie avanzano in senso antiorario per quattro passi. Poi si girano indietreggiano per quattro passi nello stesso senso. Poi avanzano e indietreggiano un’altra volta (si cambia il senso di marcia) Infine si avvicinano tra loro con un saltello e si allontanano (in origine era solo il cavaliere ad avvicinarsi). Poi ancora si scambiano di posto: la dama passa davanti al suo cavaliere e si posiziona all’interno del cerchio. Infine, i ballerini sono di nuovo vicini e lontani e poi il cavaliere fa fare una “pastourelle” alla sua dama (cioè la fa passare sotto il suo braccio alzato). La dama cambia coppia e raggiunge il cavaliere seguente spostandosi in diagonale per tornare all’esterno. Le musiche sono solitamente quelle dello strumento nazionale, la cornamusa. L’uso di questo strumento introdotto in epoca romana si consolidò verso il Settecento. La cornamusa, altro grande emblema della Scozia può vantare un vasto repertorio, comprendente 2 categorie di massima: il ceòl mor («grande musica»), che trova la sua massima espressione nei pibroch (composizioni elaborate che vengono eseguite in occasioni solenni, sono retaggio dei grandi «virtuosi»), e il ceòl aotrom («piccola musica»), che punta su un genere meno impegnativo (balli, marce, ecc.). I balli scozzesi si possono imparare anche in Italia. Da a ottobre a giugno la Società di Danza-Circolo Bolognese di Bologna organizza corsi a cadenza settimanale. Durante l’anno si realizzano numerose feste e serate danzanti, gran balli in costume scozzese ed eventi spettacolare dove avremo modo di presentare il repertorio imparato a lezione. (info:051.373.102 - 340.27.19.343 - info@societaFESTE E TRADIZIONI Una delle occasioni più speciali dell’anno dove lo spirito scozzese sembra alle stelle è il Burns Supper in cui società letterarie e singole famiglie organizzano ogni anno una cena Le danze scozzesi sono praticate ancor oggi con frequenza e assiduità e non solo in Scozia, ma in tutta Europa, anche in Italia. I ritmi sono vivaci, scanditi dalle cornamuse: nel tempo antico i guerrieri vincitori danzavano dopo una battaglia, sopra il proprio scudo, dotato di un umbone affilato al centro. I ballerini dovevano dunque sviluppare destrezza e ottimi riflessi per non ferirsi in onore dell’anniversario della nascita del loro bardo, il 25 gennaio. Per l’occasione, l’intera nazione celebra la propria identità e il proprio orgoglio scozzese, seguendo le bicentenarie tradizioni in modo minuzioso. Si tratta di una cena in cui è servito il piatto nazionale, l’Haggis con un atmosfera molto speciale, elegante, l’atmosfera è attenuata da candele e lanterne che ricorda un po’ quella natalizia. La cena viene aperta con tradizionali le parole della Selkirk Grace (il cosiddetto “Ringraziamento di Selkirk”) che recita così: “Some hae meat and cannot eat. Some cannot eat that want it: But we hae meat and we can eat, Sae let the Lord be thankit” “Alcuni uomini hanno la carne ma non possono mangiare, altri la vogliono e non la possono mangiare: ma noi abbiamo la carne e possiamo mangiare, e sia quindi ringraziato il Signore”. In seguito, la cena prevede piatti tipici della tradizione. Si inizia con una minestra (generalmente di porro, rape o legumi), seguita dal piatto principale - il famoso Haggis, come già detto stomaco di pecora riempito dalle interio- ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Scozia & Co ra dell’animale - accompagnato da neeps and tatties, ovvero rape e patate. Nelle cene più raffinate, l’Haggis non viene portato in tavola dai camerieri ma dalla Pussy Nancy, una giovane in abito tradizionale accompagnata da un suonatore di cornamusa; uno dei convitati rivolge all’Haggis un discorso per poi tagliarlo con il coltello che è parte integrante dell’abito tradizionale maschile. Tutto ciò è seguito da uno dei rinomati dessert pudding o trifles, generalmente inzuppati di sherry, da un caffè e da un goccio di whisky accompagnato da quadretti di Scottish Tablet, un friabile tipo di mou la cui ricetta viene tramandata di famiglia in famiglia, da generazioni. Dopo il pasto alcuni dei convitati allietano la serata con l’Immortal Memory, un discorso dedicato all’immortale risonanza dell’opera di Burns; il Toast to the Lassies, il “brindisi alle donne”, seguito dalla risposta dalla controparte femminile; poesie e canzoni dal repertorio del poeta, generalmente in sintonia con il tema dell’Immortal Memory. Il tutto viene chiuso, ancora una volta, con i versi di Burns, cantando la canzone di commiato Auld Lang Syne. Una particolarità di questa tradizione è il rivolgersi all’Haggis quasi fosse un essere umano. Questo comportamento che parrebbe anomalo, in realtà è una ripresa di un opera di Burns dedicata proprio a questo piatto saporito, che sarebbe l’incarnazione dello spirito scozzese e della sua lunga tradizione. Un’ altra grande tradizione è quella degli Highland Games, una sorta di giochi olimpici scozzesi con cadenza annuale che prendono vita in diversi luoghi dello stato, dal sud alle isole, nonostante il nome possa indurre a pensare che si svolgano solo in una determinata area della regione. Gli Highland Games si svolgono durante una sola giornata e comprendono diverse specialità: dai giochi di resistenza, alla maratona, dalle gare di danze tradizionali, alle competizioni per cornamusa. A seconda della località dove vengono svolti, dell’antichità e del prestigio della manifestazione, la difficoltà delle competizioni e il numero dei partecipanti varia in modo considerevole. Anna Bassi Si ringrazia per la collaborazione l’Ufficio del Turismo Scozzese 43 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Junior Zone CLAN FEVER Il famoso videogioco ambientato nelle Highlands attira giocatori di tute le età Un villaggio con municipio al 9° livello e molte risorse e difese V i è piaciuto il servizio sulla Scozia? Se volete cimentarvi nelle imprese di un antico clan scozzese, non dovete possedere un gonnellino, vi basta avere uno smartphone o un tablet. Vi propongo l’emozionante Videogioco Clash of Clans, che si può impostare anche in italiano. Andate sull’App Store o su Play Store e scaricate gratis il gioco, l’icona di riconoscimento è un guerriero ferocissimo con capelli lunghi e baffi gialli. Siamo nell’alto Medioevo, dovete costruire vostro un villaggio sulla costa scozzese. Alla partenza del gioco si viene dotati di una casa di pietra a un piano, un cannone e un accampamento vuoto. Si parte attaccando un villaggio di folletti cattivi, i Goblin. Il bottino è costituito da oro ed elisir che permettono di acquistare edifici e consolidarli. Le truppe invece si addestrano e si 44 migliorano con l’elisir. Le gemme che si trovano in giro distruggendo gli ostacoli naturali servono per velocizzare un’azione di costruzion o addestramento. Per crescere in fretta si possono acquistare con carta di credito le casse di gemme, ed ecco spiegato come fanno i creatori del gioco a guadagnare, perchè a un certo punto tutti vogliono crescere velocemente e misurarsi con avversare più abili, per poter guadagnare posizioni posizioni in classifica. Quando il villaggio cresce, la casa di pietra originale si sviluppa in altezza, diventa una torre e poi un castello come quelli che si vedono nelle cartoline delle Highlands. Nel corso del gioco si devono costruire mura, addestrare un esercito sempre più grande e migliorare gli accampamenti per avere più truppe. Bisogna sviluppare una buona strategia: si devono accumulare sia oro che elisir dunque si devono fare molti attacchi ad altri villaggi. Inizialmente non si può scegliere, il gioco porta ad attaccare solo Goblin, quando il municipio raggiunge il secondo livello si possono scegliere i propri avversari. Durante l’attacco inizialmente si possono solo disporre le truppe nell’area, più avanti si possono comprare risorse speciali come barbari, arcieri, giganti, spaccamura, mongolfiere, stregoni, guaritori, draghi e giganti pekka. Quando il proprio municipio raggiunge il terzo livello si può creare il proprio clan e dargli un nome. C’e una classifica mondiale dei giocatori, ma è meglio non guardarla ( ci sono solo i primi 200) e pensare a divertirsi. Galeazzo Melzi d’Eril (nome di battaglia: Galox) Se l’icona del barbaro arriva sul display quando non si gioca c’è un attacco al vil- Il micidiale cannone, cuore della difesa del villaggio, potenziato al livello 7. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Eco Green iA PROPOSITO DI ACQUA Bottiglie che si mangiano. E biciclette che depurano un bel po’di litri mentre si pedala L’ acqua si beve, anzi si mangia. Si chiama Ooho la bottiglietta d’acqua più innovativa del momento. E’ una bolla elastica, sembra una pallina e si può anche mangiare, anche se per ora non è consigliato il sapore è terribile e dal punto di vista igienico bisognerebbe contare i batteri che si depositano sulla bolla tenendola in mano. La creazione di Ooho! è opera di tre giovani designer Rodrigo Garcia Gonzalez, Pierre Paslier e Guillaume Couche, che per questa hanno appena ricevuto il Lexus Design Award 2014. Si tratta di una scoperta molto importante: certo, preoccupa non poco i produttori di plastica, perché questa invenzione potrebbe riuscire a cambiare il packaging dei liquidi, cosicché possa diventare più ecologico. Green, sicuro e commestibile: questo palloncino gelatinoso è fatto di alghe e realizzato con una particolare tecnica, detta sferificazione. Proprio ispirandosi alla composizione dei tuorli d’uovo, che presentano una membrana sottile per mantenere il contenuto liquido fermo, Ooho presenta un doppio strato. In pratica l’acqua è contenuta in modo sicuro all’interno di un ulteriore strato gelatinoso, il primo funge da protezione. La ricerca va avanti, soprattutto sull’involucro esterno, su come mantenerlo sterile e sul suo sapore che on è esattamente un piacere per il palato, dato che la bottiglia è costituita da alghe brune e cloruro di calcio. Ma la commestibilità per ora non preoccupa molto. L’aspetto più apprezzato è la forma, C Ooho consentirebbe di evitare che milioni di bottiglie di plastica finiscano nelle discariche ogni anno. E aiuterebbe i consumatori ad abbassare la produzione di rifiuti, fornendo un’alternativa semplice e poco costosa al packaging in plastica. I designer sperano di poter arrivare alla distribuzione commerciale. Poiché Ooho ha un doppio strato, le etichette possono essere posizionate tra i due involucri senza compromettere la qualità dell’acqua all’interno. Le “bottiglie” Ooho! possono variare in dimensione, controllate dal processo di confezionamento quando l’acqua è congelata. Sembra un’idea così semplice che vien da chiedersi se potremo davvero trovarla nei supermercati o se verrà bloccata dalle lobby industriali del Pet per almeno un ventennio. Filippo Bortolan Mentre in Europa si lavora sulle bolle d’acqua, in Giappone nasce labici per purificare l’acqua che potrebbe salvare la vita di 6000 bambini al giorno. Il progetto si chiama CycloClean, può portare acqua pulita e potabile in ogni luogo che può raggiungere. Questa soluzione, ideata qualche anno fa, sta iniziando a prendere piede. L’azienda Giapponese che ha sviluppato CycloClean – Nippon Base Co – la sta producendo in piccoli lotti che da qualche anno vengono messi in vendita ai Governi. Da poco sono state superate le 200 vendite. Va detto che una bici di questo tipo ha un costo elevato, siamo adi circa 6600 dollari, ma il suo prezzo si dimezza se viene prodotta in luoghi come il Bangladesh, proprio dove esiste una grande necessità di acqua potabile. Sarebbe la soluzione ideale per fornire lavoro e acqua da bere agli abitanti. Basta infatti una pedalata vigorosa su CycleBike per pompare circa 300 litri d’acqua attraverso il suo sistema di filtraggio. (F,B) 45 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Home & Co IL FUOCO SI FA GLAMOUR i 46 Niente fumo, cenere, cattivi odori. Solo fuoco e design , per un living mozzafiato ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Home & Co N el Terzo Millennio rivive il valore del fuoco come elemento attorno al quale ritrovarsi: con gli amici o con i propri familiari per trascorrere piacevoli momenti di cordialità, oppure con un libro per una pausa di relax. Il caminetto ridiventa insomma il punto focale della casa, dove benessere, comfort e ospitalità si manifestano nel modo più vero. Da vari anni è arrivata dalla Gran Bretagna la tradizione dei caminetti a gas che si rivelano particolarmente interessanti per la loro adattabilità e la capacità di rendere caldi e confortevoli gli ambienti domestici. Utilizzando il normale gas metano di città, rappresentano il riscaldamento più ecologico ed economico e in più arredano con eleganza ogni tipo di abitazione. Un’azienda italiana, Dim’ora (distribuita dal gruppo Furlanis) ha creato caminetti a gas dal design innovativo, con fiamme vere: il fuoco brucia crepitando tra i ceppi in fibra ceramica che riproducono le braci con sorprendente realismo. In tal modo si fa allegria senza sporcare, dando calore in tutti i sensi alla casa. Progettati in varie forme, misure e tipologie dall’azienda di Portogruaro, questi caminetti a gas possono essere inseriti in camini preesistenti o in ambienti non dotati di canna fumaria, grazie a particolari tecnologie costruttive. Sono apparecchi che si integrano ovunque, dalla biblioteca alla camera da letto, dall’appartamento in condominio alla casa di campagna, dagli arredamenti moderni a quelli più classici. L’installazione avviene facilmente e il funzionamento è immediato, senza produzione di fumo, con fiamme modulabili a piacimento, anche con telecomando. Conformi alle normative CEE, tutti i caminetti sono dotati di uno speciale dispositivo di sicurezza che esclude automaticamente l’erogazione del gas nel caso di spegnimento della fiamma. Una sicurezza totale assicurata anche dal rilevatore d’ossigeno (oxypilot) un dispositivo che quando rinviene nell’ambiente una quantità d’ossigeno inferiore al livello normale, interrompe automaticamente la fornitura di gas al bruciatore. La proposta Dim’ora si articola in 5 linee, a seconda che l’abitazione sia sprovvista di canna fumaria. Nel primo caso si hanno la Linea Elettro aspirato, la Frontal glass e la linea Catalitica. nel secondo caso si hanno la linea Classic e la linea Ad hoc. I Dim’ora classic sono dotati di bruciatore e del set di legna in fibra ceramica; possono avere l’accensione e la modulazione fiamma di tipo manuale o a distanza, con telecomando. Sono rivolti achi preferisce un piano fuoco ampio ma molto lineare e con una porzione anteriore e laterale d’abbondanti fiamme. Il Dim’ora 45 è invece alloggiato dentro un cestello in ghisa o basket. I Dimo’ra Ad Hoc sono caminetti fatti su misura e si caratterizzano per il bruciatore a gas che può avere una larghezza ed una profondità doppia rispetto ad un caminetto della linea classic. Hanno l’accensione manuale ad interruttore da posare entro una distanza massima di 150 centimetri dal bruciatore. L’accensione è a piezoelettrico, questi caomini non hanno bisogno di adoperare corrente elettrica. Il Dim’ora elettro aspirato è un insieme composto da: un bruciatore con il proprio set di legna ceramica, introdotto in una cassetta aperta che ne delimita i lati e la schiena. Tutti i caminetti sono certificati Cee e soggetti alla normativa EEN 509. Fabiana Baroni I caminetti Dim’ora si installano in tutti gli ambienti, dalla cucina alla camera, dal salotto alla veranda 47 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Fashion PARTY IN BLUE Invece del solito rosso, abiti, gioielli e accessori nelle tonalità del blu, dal tiffany al neon, N on è un caso che le tonalità del blu siano fra le tendenze moda per le Feste 2014-15. Ci attende un mese in cui sarà possibile sfoggiare vecchie e nuove glorie dell’armadio nelle tonalità del cielo e del mare, abiti da sera ultra ricchi, ultra lavorati e ultra raffinati, lunghi e corti, che toccano terra o si alzano al polpaccio o sopra al ginocchio, in tutte le versioni immaginabili. I party very cool sono sempre di meno ma di certo più spettacolari, dunque il look sfarzoso è d’obbligo, specie se si è invitati ad una serata di gala firmata da Antonia Sautter, regina del Carnevale di Venezia con il suo Ballo del Doge e da anni regista di tante feste indimenticabili in ogni parte del mondo per tante griffe della moda.Quest’anno anche agli eventi i pantaloni sono graditi, soprattutto se realizzati in bellissimi tessuti, operati o preziosi. Si portano però anche di giorno, amplissimi, come proposti da Missoni in lana superleggera color ruggine, senza lampo ma con lacci da tuta jogging a vista. Si portano skinny con giacche anche senza maniche o sotto abitini luccicanti e naturalmente con giacca da smoking e camicia nera. In versione total black, insomma, con tanto di orecchini pendant in movimento, con morbide nappe o cristalli aerei, come quelli creati da Yvone Christa la stilista nordica che abbina i 48 colori del ghiaccio e dell’aurora boreale per la sua collezione di bijoux denominata Aqua Blossom. Per gli amanti del blu e delle linee pulite e dei colori puri l’ideale è lo chiffon cobalto, declinato magari quello stile afro che qui mostriamo interpretato dagli studenti romani di Accademia Koefia, con drappeggi e plissè, per un look che sta bene a tutte le età, dunque vietato chiudersi in casa. In alternativa si portano tubini di tantissimi colori, da abbinare con cappe sixties e stivali di vernice (Gucci) oppure mantelle di cashmere ornate di frange (Loro Piana) e naturalmente con le pellicce, pure quelle coloratissime, un vero must di quest’anno. Gigliola Dellera, stilista della maison di famiglia propone mantelle, gilet e giacchini in visone in luminose tonalità pastello, con punte nelle tinte cobalto e marine. Soffici creazioni che si abbinano perfettamente agli zaffiri e ai gioielli in turchese, ormai definitivamente sdoganati, adatti a scaldare lo sguardo nei giorni più freddi di dicembre. Ai piedi vale la stessa regola: non si abbia paura di indossare qualcosa di estivo, sandali dai tacchi vertiginosi color oro o argento (Cesare Paciotti) con un cappotto avvolgente di cammello oppure anche di giorno tronchetti di camoscio coloratissimi, superchic con trafori o pietre dai colori vivaci (Renè Caovilla). Per le pigre, se si preferisce il no heels, ballerine leo- ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Fashion Accendiamo l’inverno con le pietre, l’argento, piccoli animali pardo con le pietre, (Benetton) puure comodi mocassini in quell’argento che fino a qualche anno fa si osavano solo con un paio di jeans pastello. Per lo shopping intensivo, c’è anche la jogging con bouclè e lamè, fuori da ogni regola (Chanel). Per gli abiti notturni, oltre al total black in pelle che Versace impreziosisce di lacci, trafori, aperture e abbina a pellicce impreziosite da microborchie e pietre e al già citato blu corto, lucente e in tutte le tonalità possibili, le alternative da preferire sono il rosa fragola, il prugna, colore guida fra i preferiti di Prada e Louis Vuitton e il grigio chiaro, arricchito da tocchi di marabù. Andando verso i neutri, tornano i lamè oro, argento e rame. Il lamè argento è protagonista da Chanel che lo infila tra i fili dei suoi famosi bouclè di lana e lo impone per i fuseaux che si indossano al calar del sole. I modelli più minimal si abbinano con una clutch dalle linee design, che illumina la notte, come quelle firmate Roger Vivier. Il rosso a Natale è sempre protagonista, ma quest’anno si fanno avanti anche il grigio perla, il verde acido, il rosa e il giallo pastello. Viola intenso con decorazione di lacci bondage è la proposta choc Dior per il tubino da indossare ai cocktail dove non si vuol passare inosservate. (KFMDE) Quest’anno è davvero impossibile uscire senza dettagli decorativi in evidenza o senza combinazioni di materiali, anche molto diversi fra loro come chiffon e seta, velluto e tulle, broccato e plastica, pelliccia e tweed, cashmere o seta e tweed (Louis Vuitton) Dopo l’anno del pizzo, è il gran ritorno delle piume, con gran contorno di paillette, pietre anche trasparenti, giochi di plissè. Tornano alla grande gli abiti da cocktail color crema superleggeri (Ermanno Scervino), i tubini in nappa e i leggins di pelle sfoggiati sotto un abitino di chiffon nero, verde acqua o color cipria. Con tutti questi dettagli, gli accessori da sfoggiare devono essere pochi, magari più discreti ma comunque particolari. Fra i nuovi designer milanesi si fanno strada le creazioni di Carolina Ravarini che per le sue collane abbina pietre, rame e lavorazioni minute da rosario, animaletti portafortuna, perle barocche, pietre preziose e semipreziose ottenendo, anche con i gemelli da uomo, un effetto nuvola leggero ed elegante. A sinistra: giacchino in visone rasato azzurro tiffany, Pellicceria Dellera. In alto, borsina Vitussi. In basso: abito in chiffon cobalto, Accademia Koefia. In questa pagina: pendenti con cristalli di Yvonne Christa. Orecchini in rame con elefante di Carolina Ravarini. Qui sopra: festa di Capodanno firmata da Antonia Sautter. Clutch design in pelle argento, Roger Vivier. 49 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Fashion Abito da sera di Luisa Beccaria, Milano Collezione A/I 2014 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sommario SFashion Abito da sera di Francesca De Maria, Palermo Alta Moda A/I 2014 50 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Novità Libri NOBEL DOCET Escono con Bompiani tre romanzi di Patrick Modiano, vincitore a Stoccolma I VIALI DI CIRCONVALLAZIONE, Pre- E 52 scono con Bompiani le opere migliori del Premio Nobel per la letteratura 2014, il francese Patrick Modiano. Questo scrittore dallo stile unico, nato a Boulogne-Billancourt nel 1945 ed è uno dei più importanti narratori contemporanei. Premiato a Stoccolma “per la sua arte della memoria, con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione”. Con Via delle Botteghe Oscure, nel 1978 si è aggiudicato il Goncourt, mentre “I viali di circonvallazione” è stato insignito del Prix de l’Académie Française 1972”. Modiano è autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui, tradotti in italiano, “Dora Bruder”, “Bijou”, “Un pedigree”, “Nel caffè della gioventù perduta” e “L’orizzonte”. “I viali di circonvallazione” (1974) Fra realtà e fantasia, fra mistero e intrigo, negli anni Settanta o forse prima, negli anni neri del collaborazionismo francese, un uomo che si fa chiamare Serge Alexandre, sedicente scrittore, si lega a un quartetto di personaggi diabolici. Costoro ricordano i “Demoni” di Dostoevskij: fra loro Serge ritrova il padre, il barone Chalva Deyckecaire, che Serge non vedeva da 10 anni dopo un’esperienza traumatica. “Villa Triste” (1975) Un diciottenne allo sbando, ricorda passati vissuti e non vissuti, rievoca sotto le mentite spoglie di un fantomatico conte Victor Chmara, l’incontro avvenuto alla frontiera franco-svizzera con una donna enigmatica, Yvonne Jacquet, attrice di serie B in cerca di fortuna. Grazie agli occulti legami mondani del dottor René Meinthe, amico di Yvonne, inizia un complesso rapporto a tre i cui momenti salienti s’inseriscono nel quadro della vita festivaliera e balneare della ricca borghesia del luogo. Un romanzo di atmosfera, inquietante e imprevedibile. “Via delle Botteghe Oscure”, Premio Goncourt, 1978. Guy Roland, investigatore parigino cinquantenne, ha scoperto di non ricordare più nulla del suo passato, e come un Proust redivivo analizza tracce, segni che gli rivelino la realtà rimossa: una fotografia ingiallita di qualcuno che gli somiglia, abbracciato a una ragazza. E’ un viaggio interiore, soprattutto, ma anche alla luce del sole, che lo mette in comunicazione con un mondo di ballerine, avventurieri russi, personaggi borderline. Giorgia Pertosa miato dell’Academie Francaise 1975. Una storia avvincente fra realtà e fantasia, mistero e intrigo. VILLA TRISTE Un romanzo di atmosfera, inquietante e imprevedibile, un triangolo tra personaggi ambigui ed enigmatici. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Motori CHIAMAMI TIGRE La nuova GLA Mercedes ci ha convinto nella prova su strada in città e sulle curve di montagna... 54 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Motori E’ ancora una volta una Stella Mercedes l’auto più amata dal web. Dopo Classe A, premiata lo scorso anno, gli utenti del portale specializzato infomotori.com hanno incoronato la nuova GLA ‘Auto più Bella del Web 2014’ col 26% delle preferenze. Progressista nel design, perfetta per gli spostamenti di ogni giorno e abile anche su sterrato, la nuova crossoover di casa Mercedes supera tutte le prove cui si è sottoposti nella guida quotidiana in città, risulta briosa ed efficiente in autostrada ed è anche abbastanza robusta per le piccole escursioni. La struttura particolarmente rigida della carrozzeria crea una base solida e affidabile per un ampio range di potenza. La Mercedes GLA la possiamo considerare come una fusione tra la gamma SUV e la gamma di vetture stradali: un crossover capace di unire il look di una sport utility, con il piacere di guida di una normale berlina. A prima vista sembra quasi una grossa Classe A, ma più alta ed aggressiva. Il frontale è importante, alto con la tipica mascherina Mercedes orizzontale decorata da listelli argentati. Ottimo il disegno aggressivo dei fanali e delle grosse ruote (con diametro dei cerchi fino a 20 pollici), dotati di passaruota squadrati e protezioni in plastica nera. Dietro, invece, la GLA ricorda di più la Classe A, nel taglio dei fanali. Ovviamente per la GLA, il cui pianale deriva sempre dalla Classe A, non mancano anche le versioni con trazione integrale 4Matic, che privilegia l’avantreno in condizioni di guida normali, che include anche il cambio doppia frizione automatico Tutti i motori sono dotati di funzione ECO start/stop, che permette di ridurre le emissioni di CO2 e il consumo di carburante, e ottemperano alla norma antinquinamento Euro 6. A proposito di consumi, per la GLA 200, dai dati ci viene dichiarato un consumo urbano di 7.5 litri per 100km ed un consumo extraurbano di 4.8 litri per 100km, nella versione Diesel 6 e 4.4. In realtà i dati sono solo indicativi e consiglierei di aumentarli di 1-1.5. Passando all’abitacolo della Gla, se ne apprezzano la versatilità e la flessibilità. Gli interni hanno un’aria familiare, dato che derivano da quelli della Classe A. Il primo elemento che salta agli occhi sono proprio i sedili, belli e ben fatti, con poggiatesta integrato nello schienale, che non solo si ribalta completamente, ma è possibile anche variarne a piace l’inclinazione. Si viene così a creare un senso di sportività che va a mitigare la plancia molto classica ed elegante, con schermo di navigazione incastonato al centro della consolle.La sensazione in generale è di un interno di qualità, ben fatto e curato anche nei dettagli, che isola fortemente dai rumori esterni. Lo spazio a bordo non manca, così appare anche abbondante e ben rifinito il bagagliaio. La plastica della parte superiore della plancia è morbida al tatto, ma su questo punto è battuta dall’ultima versione della Golf, che ha saputo intercettare un desiderio espresso spesso dalla clientela femminile. Come per ogni altro suo modello, Mercedes, offre anche qui al cliente una vasta gamma di combinazioni grazie al pacchetto Night, Exclusive e i tre modelli già impostati in tre versioni: EXECUTIVE, SPORT e PREMIUM . E’ dunque possibile personalizzare GLA praticamente per qualsiasi tipo di esigenza. Il vano bagagli appare spazioso e ordinato, e accoglie un seti di valigeria senza problemi grazie al bordo di carico basso e all’ampio portellone, disponibile a richiesta anche con apertura e chiusura automatica. Il vano di carico a una capacità di 515 litri che possono diventare 1.505 litri abbattendo il divanetto posteriore. Anche questo spazio si fa apprezzare per le finiture di buon livello e per la forma regolare. La versione base, entry level è la Mercedes GLA 200, a benzina, equipaggiata con il motore da 1.6 litri sovralimentato, capace di esprimere una potenza massima di 156 cavalli (115 kW) a 5.300 giri al minuto con una coppia di 250 Nm. Questo motore è abbinato ad un cambio manuale a sei marce, che garantisce un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi ed una velocità massima di 215 km/h. Il top di gamma delle diesel è la Mercedes GLA 220 CDI 2.1 litri da 170 cavalli (125 kW) a 3.400 giri/minuto con 350 Nm di coppia, abbinato esclusivamente al cambio automatico 7G-DCT. L’accelerazione da 0 a 100 km/h è in 8,3 secondi, mentre la velocità massima è pari a 215 km/h. Giudizio finale: un prodotto di alta gamma, chiaramente non è per tutti: Mercedes si stia rivolgendo ad un range di clienti con un potere di spesa elevato, il prezzo base parte da 29.900€ e cresce fino a toccare i 59.500€ del modello 45 AMG 4MATIC. Bisogna tenere presente che per l’allestimento chiavi in mano si devono aggiungere almeno altri 2000€ al prezzo di listino per l’autoradio e i fendinebbia, dettagli che ormai si è capito il cliente vuol scegliere in totale autonomia. Niccolò Carcano 55 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sommario Quando ti vogliono presentare una leonessa, 56 meglio aver di fianco un bravo domatore. Quando si ascolta un rombo che vuole imitare un ruggito e un tuono, non basta uno orecchio esperto per ascoltare: ci vuole anhce l’animo del poeta, un poeta motociclista beninteso. Insomma quando si sceglie un’ Harley ci vorrebbe sempre accanto Max Pezzali, uno dei cantautori italiani più apprezzati e conosciuti per i testi che raccontano le nostre vite. Ma anche per la sua passione di centauro e per la sua grandissima competenza sulle Harley Davidson, alle quali ha dedicato la sua seconda anima. Max Pezzali e il suo amico di sempre, Angelo Neri sono l’accoppiata vincente che ha reso lo store pavese del marchio motociclistico americano un vero e proprio mausoleo dell’Harley, con un’esposizione di moto mozzafiato, accessori, abbigliamento, caschi, mobili di design e cimeli. PIù che uno store è un tempio dove chiunque abbia un’Harley si ripromette prima o poi di passare ad emozionarsi, è la casa dei top dealer fra i migliori d’Europa. Max Pezzali, che lo scorso anno ha completato una serie di trasmissioni televisite per Dee Jay tv nelle quali compiva gite e viaggi insieme a vari vip del mondo dello spettacolo appassionati di due ruote, racconta ad Arena Media Star le sue preferenze sulle novità 2015 e ci regala anche qualche consiglio da super esperto di suoni: “Chi ama la sua moto sa anche ascoltare la ‘voce’ del motore: perchè una moto tenuta bene è un patrimonio e un bene che regale sempre bellissime emozioni.” ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Vintage Sommario LA MIA MOTOLIST Le top ten 2015 scelte da un top rider per eccellenza: il cantautore Max Pezzali 57 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sommario Le nuove leonesse 2015 sono le Glide, con carenatura testata nella galleria del vento., comandi sapientemente distribuiti e un nuovo sistema di infotainment dotato di impianto audio Boom! bog 6.5GT con gps e touchscreen. “Questa è’ una granturismo fuori stereotipo - spiega Max - con un look più aggressivo, dark custom , con verniciatura opaca. Dal 2013 è più leggera da guidare, la plancia non è attaccata alla forcella ma al telaio. La plancia offre una gamma di optional importanti per i viaggi lunghi come i ripostigli, la presa per caricare lo smartphone, i vani per bagagli spaziosi, sedili morbidi ed ergonomici. “E’ una moto molto maneggevole, la posizione dei comandi è stata completamente riprogettata e lo schermo è più vicino al guidatore rispetto ai modelli precedenti” spiega Max Pezzali. Cereali Il Glide è prodotto in varie versioni per accontentare tutte le esigenze. “Gli acquirenti del Glide non sono giovanissimi “ scherza Max “ma sono super esigenti in fatto di dotazioni e di sicurezza. Queste moto hanno molte parti prodotte specificamente per ciascun modello”. Il Tri Ultra, touring a tre ruote per chi usa la moto ogni giorno e cerca il confort più totale, ha un’ampia capacità di carico, dotazioni di alta qualità e retromarcia elettrica. 58 Le moto 2014-2015 preferite da Max Pezzali e Angelo Neri Il Limited Low è adatto ai riders meno alti, spesso appartenenti al gentil sesso. “Le donne che scelgono di regalarsi una bella moto sono sempre di più” racconta Max. Per loro e per i centauri senior sono state abbassate le sospensioni, è stato arretrato il manubrio, il cavalletto è più raggiungibile, il sellino è regolabile e sono state riposizionati altri dettagli come pedane e manopole. Tra le moto preferite da Max Pezzali come non ricordare il mitico Iron 883, una moto agile e leggera, che piace a chi ama uno stile minimalista e cerca una moto essenziale, perfetta in città, dal look total black. Bello anche lo Street 750, :“IL motore è il nuovo Revolution X” spiega Max, raffreddato a liquido, con trasmissione a 6 marce, telaio e sospensioni fatte apposta per le curve strette”. I nuovi modelli Harley sono curatissimi nell’estetica, dotati di mille accessori e decorazioni , ma soprattutto sono sempre più affidabli dal punto vista funzionale. Nonostante questa profusione di tecnologia, Max consiglia sempre di fidarsi, oltre che delle spie di segnalazione, anche del proprio fiuto e del proprio orecchio. “Il rumore nelle moto di qualsiasi marca conta ancora tantissimo.” prosegue il cantante pavese autaore di tante bellissime canzoni (fra tutte noi preferiamo “Sei un mito”).“Lo so, state per dimi che c’è gente che customizza la propria moto acqui- Max in sella al Glide, novità per il 2015, dark custom Interno dello store - mausoleo Harley a pochi passi dal Ticino ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sommario stando parti non originali per farla rombare. E io aggiungo, che immagino si assuma poi la responsabilità di queste scelte al momento dei controlli sulla conformità del mezzo. “La sicurezza sulla strada è una priorità assoluta, spiega con decisione. “E’ vero che l’esperienza sensoriale del motore che romba è insostituibile, ma io sono interessato anche a cogliere altro, per esempio che tipo di rumore si sente all’accensione, se si sente uno sfrigoliò è un chiaro segnale di cattiva manutenzione o di problemi alle sospensioni o ai freni. Un motore tenuto sotto controllo da un proprietario che ascolta la sua ‘voce’, non lascia mai a piedi. “Per i nostalgici del vintage e gli amanti del fatto a mano, il Cvo Softail deluxe è un touring custom favoloso, con cerchi a specchio e sella lavorata a mano.L’ultimo modello che Max Pezzali ci presenta è il Wide Glide, una Harley classica, disegnata da Willie G.Davidson in persona, rievocando le mitiche chopper Anni ‘60” La forcella lunga inclinata in avanti e il manubrio robusto introducono al grande serbatoio dal design vintage, tant’è che è difficile resistere alla tentazione di fargli dipingere sopra un motivo fiammeggiante. Il design pulito e minimale non deve tranne in inganno: le funzioni tecniche di questa moto sono altamente avanzate. Le sospensioni, per esempio, si possono adattare a piacere.. Max e Angelo Neri, legati dalla passione per le moto americane IN MOTO CON I GIOIELLI DI CLAUDIO CALESTANI Con una Harley tanto bella e accessoriata, si accompagnano alla perfezione i gioielli da biker di Claudio Calestani, completamente intarsiati e realizzati artigianalmen nel cuore di Milano. Claudio Calestani, designer milanese con un elegante . e ricercato atelier a suo nome in via Thaon de Revel, nel quartiere Isola, propone le sue collezioni di anelli maschili, braccialetti, cinture, catene, collane dal design virile, in un ambiente suddiviso in due stanze dalle pareti bianche e rosse. Bellissimi i suoi anelli dalle forme zoomorfe, gioielli dal sapore dark-rock, le cinture in pelle in vari colori anche per le amazzoni, dal verde al rosa, con fibbie in metallo lavorato. Monili e accessori amati nell’ambiente degli appassionati di Harley-Davidson, mondo che Calestani conosce bene e di cui fa parte. “Le mie creazioni in argento rispecchiano le mie passioni, le moto, la musica rock e le arti marziali”, dice lui, che con il suo stile ha conquistato anche Laura Pausini, per la quale ha disegnato uno speciale microfono. Lo staff di Arena posa per la foto ricordo con Max Pezzali Esterno store. Di notte si vede moto luminosa di Marco Lodola 25 59 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Hi - Tech Tablet light per le top manager Hii Videogiochi per PC: arrivano The Crew e Games of Thrones L’ultimo mese dell’anno di solito non è molto gettonato per le uscite di videogiochi, perchè sono tutti un po’ distratti al pc, sono alle prese con viaggi, cenoni e regali di Natale.Ma quest’anno si segnalano uscite piuttosto interessanti per gli appassionati di giochi PC: sono infatti disponibili sul mercato alcuni giochi molto dinamici come Hal Spartan Strike, The Crew e Metal Gear Solid 5 Ground Zeroes, che era già uscito per console lo scorso marzo. THE CREW Cominciamo con The Crew, sviluppato da Ubisoft Reflection e Ivory Tower e pubblicato da Ubisoft. E’ un gioco che si occupa di corse, utilizza le piattaforme Uplay, Retail e Steam. Il lancio è stato ritardato di un anno, doveva uscire a novembre 2013. Ma è valsa la pena di aspettare. Questo racing game oper world mette il giocatore alla guida di veri e propri bolidi, pronti a darsi battaglia in una corsa incredibile, frenetica, un coast to coast attraverso tutti gli Stati americani. The Crew è insomma un gioco piuttosto complesso, con un lavoro tecnico nel backstage davvero imponente. E’ un gioco divertente e rumoroso, va bene se volete godervi una serata tra amici. GAMES OF THRONES, EPISODIO 1 - IRON FROM ICE E’ un gioco sviluppato e pubblicato da Telltale Games, del genere avventura. Utilizza la piattaforma Steam. Lo si aspettava da tempo: la nuova avventura di Games of Thrones è divisa in sei episodi avvincenti, non per niente gli autori sono gli stessi di Tales of Borderlands, The Walking Dead e The Wolf Among Us. La storia è strettamente riferita al serial tv di HBO. A livello temporale gli eventi narrati nel gioco si collocano tra la fine della terza stagione e poco prima dell’inizio della quinta stagione. Tranquilli, le ambientazioni già viste nella serie tv ci sono tutte e ovviamente anche i personaggi principali ci sono. Gli sviluppatori hanno però inserito anche nuove location e anche alcuni personaggi comprimari, che i più esperti possono però riconoscere tra quelli presenti nei libri di George RR Martin. Ad essere sinceri, bisogna dire che le novità relative al gameplay sono poche, rispetto agli altri titoli di questo editore. Ma i fan di questa saga non ne faranno una questione di stato e si godranno volentieri le atmosfere del gioco e i dialoghi avvincenti tra i vari personaggi. Matteo Zerbi 60 Se il problema del momento è il regalo di Natale a una donna, la soluzione quest’anno è quasi sempre un tablet. Ma attenzione, se la donna è in carriera, meglio non scegliere un tablet qualunque, ma un prodotto più sofisticat. La casa di Redmond ha prodotto un device destinato ad acquirenti professional, che necessitano di un dispositivo da portare sempre con sè (dunque leggero e di dimensioni contenute), che possa offrire il massimo in quanto a prestazioni e suite di programmi. Surface Pro3 è un tablet con display da 12 pollici che pesa solo 800 grammi e ha uno spessore pari a 9,1 millimetri. E’ dotato di un processore della famiglia Intel Core, monta Microsoft Windows 8.1. E’ un regalo che incude un altro regalo, vale a dire la suite di programmi Adobe Photoshop, ottimizzata per l’utilizzo con schermo touch. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Sport & Co iA TEMPO DI NEVE Giacche supertermiche ad alto confort e caschi con app per il Fitness e auricolari N eve fresca o artifciale, arriviamo. Dopo un autunno troppo caldo e troppo piovoso, finalmente le giuste temperature di stagione e le piste innevate come si deve. Gli amanti della montagna ad ogni livello sono impazienti di provae le novità più curiose, per esempio quelle firmate Helly Hansene e Head. La maison più glamour per lo sci donna propone per l’inverno 2014-15 una collezione ispirata dalla dea della montagna della mitologia scandinava, che irradia bellezza, calore ed eleganza. La collezione, pur essendo pensata per una donna attenta alle tendenze moda, è comunque altamente performante e permette di sciare in perfetta libertà. Leggera e bella da vedere, nasconde le più avanzate tecnologie, inclusa la PrimaLoft® insulation e la Helly Hansens H2Flow™ che permette la regolazione della temperatura in modo meccanico. Più caldo, più fresco, più leggero: il sistema di regolazione della temperature avanguardistico di queste tute e giacche da sci dona calore mentre i canali di ventilazione fanno uscire velocemente l’eccesso di calore man mano che il livello di attività diventa più intenso. Head ha lanciato il nuovo casco Head Sensor che si arricchisce di caratteristiche innovative, comfort e dettagli intelligenti grazie alla collaborazione con Runtastic, una delle compagnie leader nella creazione di app per il fitness scaricabili su smartphone. I due hanno sviluppato una nuova app per gli sport invernali e l’hanno resa compatibile con i caschi da neve. Questo modello è capace di dare distanze, itinerari, velocità, velocità media, differenze di altitudine semplicemente utilizzando un cellulare con gps, ma anche controllare il battito cardiaco e le calorie bruciate grazie all’utilizzo della fascia cardiaca. Con questo casco si possono programmare sessioni di allenamento personalizzato e settare la fascia cardiaca, diminuire l’intensità grazie agli auricolari integrati all’interno dei paraorecchie del casco.essere condivise attraverso i social media in tempo reale. Amici e follower potranno interagire registrando il proprio tifo e incitamento in modo da aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati. L’applicazione Runtastic, grazie alla tecnolgia bluetooth dà la possibilità di ascoltare la musica, per essere ulteriormente motivati. Michel Aubin Nchare In alto: la giaccaSilverqueen Jacket di Hally Hansen, con regolazione della temperatura, cappuccio e gonnella staccabile. Qui sopra, dettaglio del casco Head Sensor, con app per il fitness Runtastic e auricolari integrati all’interno dei paraorecchie. 61 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Salute & Co D opo la pillola e la legge sull’aborto, il social egg freezing (metti il tuo uovo in freezer) è il terzo capitolo della emancipazione femminile che riafferma il concetto della maternità consapevole. Tutto nasce da un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Il sogno di diventare madre si affievolisce con il passare degli anni. All’arrivo del ciclo mensile le lacrime scorrono copiose. La cicogna non risponde alle lettere e bisogna inviare una mail ad un centro PMA per sentirsi dire che dopo i 40 anni la fertilità femminile crolla e anche con le tecniche FIVET la possibilità è del 10%. In ospedale le liste di attesa si allungano, per avere un appuntamento occorrono due anni. E nei centri privati si spende oltre 5.000 Euro per una fecondazione artificale. Alcune si sentono chiedere: perché non ci avete pensato prima? Per mille motivi: lavoro, soldi, casa, ricerca del partner giusto Anche solo il fatto di non sentirsi ancora pronta. E’ un fatto risaputo che fra 20 e 25 anni la probabilità di avere una gravidanza è molto alta, dopo i 35 anni scende e a 40 anni non supera il 10%.Ma i tempi sono cambiati e l’età potrebbe non essere più Vintage un ostacolo, dice la scienza, se la donna decidesse di congelare i suoi ovociti entro i 34 anni. La scelta di preservare è molto una questione molto soggettiva e delicata. Qualcuno decide di surgelare i suoi ovociti per assicurarsi una gravidanza in futuro, perchè ora sta facendo carriera. In molti csi prevalgono soprattutto le questioni di salute. La situazione infatti è completamente diversa nel caso di donne che hanno l’esigenza di conservare la fertilità perché colpite da un tumore. Chemioterapia e radioterapia rischiano di compromettere irrimediabilmente la fertilità. In questi casi c’è in primis l’urgenza di salvaguardare la possibilità di avere figli in futuro.La sopravvivenza della cellula uovo dopo lo scongelamento ottenuto per vitrificazione è molto alta, può toccare il 75-100%. SOCIAL EGG Il congelamento preventivo degli ovociti impazza in Usa e in Gran Bretagna. Ma bisogna deciderlo per tempo e gestirlo al meglio 62 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Salute & Co La capacità di fertlizzazione di queste uova può arrivare al 90% e il tasso di gravidanza al 25-55%. Dal 1999 al 2007 in tutto il mondo sono nati bambini sani e belli da uova congelate e scongelate.La vitrificazione degli ovociti è una tecnica che permette di posporre la capacità riproduttiva di una donna per il tempo desiderato con le stesse possibilità presenti al momento in cui gli ovociti vengono vitrificati. Sono oltre 500 le donne di tutte le età che in Italia hanno scelto di ricorrere a questo intervento. Il costo va dai 2 ai 3 mila euro e può rappresentare un ottimo investimento economico oltre che psicologico. In Italia a proposito del Social Egg Freezing c’è tuttavia molta disinformazione e questa possibilità viene percepita come egoismo o desiderio di restare giovani. Negli USA e in Inghilterra, invece, il Social Eggs Freezing impazza E’ la nuova frontiera della fecondazione ed è raccomandata a tutte le donne che hanno in prospettiva una brillante carriera e ma che intendono scegliere in prima persona quando vogliono e possono diventare madri, con il giusto partner e nella giusta casa, senza vessazioni economiche per costi di asili nido e baby sitter. FREEZING In Italia una coppia su quattro ha problemi di infertilità: secondo i dati dell’Oms, nel 2020 una coppia su tre nel mondo sarà infertile. A favorire il problema è anche l’età sempre più avanzata in cui la donna si sente pronta per cercare la sua prima gravidanza: dai 25 anni dei primi anni Novanta agli attuali 32. Il Social Freezing può dunque ssere considerato una misura di medicina preventiva dell’infertilità dovuta ad età avanzata, ma perché sia valida come tale deve essere effettuata prima dei 35 anni”.“Questa tecnica può rappresentare, nel prossimo futuro, una valida alternativa all’ovodonazione nelle donne con la capacità riproduttiva compromessa dall’età”, In pratica, però, cosa occorre fare per crioconservare i propri gameti? Un’aspirante futura mamma “dovrebbe recarsi presso un centro di Pma per permettere agli esperti di valutare la sua situazione generale e ginecologica sottoponendosi ad una serie di esami di routine e specifici in grado di valutarne la riserva ovarica. Successivamente si procede ad una stimolazione ovarica per produrre durante quel ciclo un maggior numero di ovociti, che vengono poi prelevati in pochi minuti. Lo step successivo sarà quello della vitrificazione e quindi della conservazione degli ovociti in azoto liquido a una temperatura di -196°C. Infine, al momento del loro impiego si procederà allo scongelamento ed al loro utilizzo attraverso le tecniche di fecondazione in vitro”. Quali sono riuscita di questa tecnica? “Sono determinate dal numero degli ovociti congelati, che dovrebbero essere almeno 8-10 e restano legate, anche loro, all’età della donna al tempo del congelamento:. Fiammetta Trallo, medico, specialista in ginecologia La sopravvivenza di cellule uovo prelevate al momento giusto, sotto i 30 anni, dopo lo scongelamento è molto alta, può toccare il 75-100%. Ma l’egg freezing funziona solo se ci si affida ad esperti del settore accreditati e a centri Pma affidabili. 63 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Protagonisti L’ORO SI FA MITO Energia i 62 64 Mario Buccellati dava forma ai sogni di D’Annunzio ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Ptotagonisti A Palazzo Strozzi di Firenze si inaugura in questi giorni, a cura della Fondazione Buccellati, una mostra piena di fascino, dedicata alle più belle creazioni di questo, considerato da sempre tra i nomi più belli del nostro firmamento orafo. Vogliamo perciò dedicare qualche pagina a conoscere meglio la storia del marchio storico di Via Montenapoleone creato da Mario Buccellati, che ha saputo creare un suo stile stile inconfondibile, apprezzato e ovviamente anche mitato in tutto il mondo. Un pezzo firmato Buccellati si riconosce a prima vista, per la lavorazione delicatissima dell’oro e delle pietre.Il fondatore nasce ad Ancona nel 1891. Il suo ingresso nel mondo orafo ha inizio presso la Beltrami & Besnati che rileva nel 1919, passando in pochissimo tempo da garzone di bottega a imprenditore in proprio e poi leggenda del mondo del gioiello. L’azienda Mario Buccellati nasce dunque nel cuore di Milano, all’ombra del Teatro alla Scala in Largo Santa Margherita: il successo di pubblico è grande ed immediato e la notorietà non tarda ad arrivare. Da qui passano infatti i più bei nomi della cultura, dello spettacolo e della nobiltà, primo fra tutti Gabriele d’Annunzio. L’antica casa milanese diventa ben presto simbolo di una gioielleria e argenteria di impareggiabile qualità e di una tradizione luminosa e ininterrotta, sottolineata nel tempo dalla presenza immutata dello storico punzone “15MI”. punzone è una specie di marchio o numero progressivo rilasciato dalla Zecca che caratterizza un’azienda una volta per sempre, dal momento della sua fondazione. Quel numero non viene più assegnato, anche in caso di chiusura dell’attività e scompare insieme alla ditta orafa. La Mario Buccellati vanta oggi il terzo punzone più antico di Milano, su oltre 2000 assegnati. Il celebre punzone viene impresso accanto alla firma Mario Buccellati su ogni oggetto realizzato in azienda ma anche prima del 15MI, fin dal 1919, Mario siglava tutti i suoi preziosi. Mario Buccellati nel corso della sua vita ha avuto al suo fianco due compagne eccezionali: la madre Maria Colombani, che fin dall’inizio ha creduto in lui e con fiducia e amore lo ha aiutato a superare qualunque difficoltà; e Maria Rodolfi, sua ANELLI 98 Con l’incisione si possono ottenere, partendo da lastre di metallo analoghe per forma e dimensioni, effetti diversissimi, come in questi anelli d’oro a fascia. Ecco dunque i rombi a ornato, effetto seta, damasco bordato di bianco, agemina in oro giallo e bianco. ANELLI 115 Dall’alto in basso: grande brillante in montatura “capriccio”, con motivo geometrico a reticolo digradante; anello con motivo a losanghe in oro bianco sforato e palline d’oro giallo in contrasto, che richiamano i bordi modellati; éternelle a ramage in oro bianco con brillanti, in assoluto uno dei classici Mario Buccellati. 63 65 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Protagonisti “Quel tuo braccialetto traforato suscitò entusiasmi quasi lacrimosi in chi l’ebbe”.. moglie, con la quale ha avuto cinque figli maschi: Luca, Lorenzo, Federico, Gianmaria e Giorgio. . Tutti i gioielli di produzione Mario Buccellati sono interamente eseguiti a mano, totalmente incisi, sforati, resi leggerissimi, con un’attenzione ai particolari e una sapiente abilità artigiana che conferisce ad ogni pezzo il valore dell’unicità. Elemento fondamentale e caratteristico dello stile Mario Buccellati è proprio l’incisione, accurata ed inimitabile, che sembra trasformare l’oro e l’argento in tessuto prezioso, tulle, damasco, lino o seta. Ancora oggi la Mario Buccellati conferma l’impossibilità di ottenere con procedimenti industriali un effetto anche solo paragonabile alla minuziosa opera di bulino della lavorazione rigorosamente artigianale alla quale si attiene fedelmente da sempre e che, per sempre, rimarrà suo vero e proprio segno di distinzione. Queste caratteristiche hanno fatto della Mario Buccellati uno dei più prestigiosi ed esclusivi marchi internazionali di gioielleria, simbolo del gusto raffinato made in Italy e garanzia di qualità. Ricca dunque di spunti originali ma fedele ai suoi 66 valori più autentici di esclusività e raffinatezza, l’arte orafa Buccellati si perpetua grazie alla coerenza di stile ed alla cura artigianale dei dettagli e delle rifiniture di ogni gioiello, confermando uno stile assolutamente riconoscibile che stupisce ed affascina per l’armonia dell’insieme e per la cura dei particolari. Molti sono i personaggi del jet set e dello spettacolo che scelgono i gioielli Buccellati. Ma il più esigente è stato sicuramente il Vate, il poeta Gabriele D’Annunzio, che lo chiamava “il principe degli orafi”. I duedivennero amici nel 1922: si stimavano ed ebbero un fitto scambio epistolare che durò fino alla morte del Poeta. Buccellati firmava “Mastro Paragon Coppella” le proprie creazioni per Gabriele D’Annunzio. “Come é bello il diadema!” scrive il Vate all’amico. “ Lo provo alla mia fronte calva. Le scatole sono ancor più fieramente incise, in paragon delle altre. Bravo! Quel tuo braccialetto traforato suscitò entusiasmi quasi lacrimosi in chi l’ebbe. Squisito é l’anello ‘eterno’, con i miei due colori araldici, il rosso e il blu”. Proprio nel 1922 D’annunzio affida a Buccellati la realizzazione di un calamaio, tuttora conservato presso il Vittoriale, inciso con una coppia di cornucopie intrecciate che racchiudono il motto “Io ho quel che ho donato” sopra la firma autografa. I motti preferiti da D’annunzio vengono riproposti du molte opere commissionate, un astuccio portafiammiferi del 1933 incornicia il motto “Ardentior Intus”, é in ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Protagonisti argento, inciso a bulino, con motivi ripresi dai merletti di Burano, finissimi prodotti artigianali che furono fonte di ispirazione per il grande orafo. Nel maggio del 1925 D’Annunzio scrive a Mario Buccellati:”Le custodiette d’Argento, con le imprese di guerra incise, sono avidissimamente cercate dai miei compagni. Fammene con l’Ardisco, col Sufficit, col Semper Adamas. In una lettera del 19 dicembre 1926 D’Annunzo prega Buccellati di eseguire altre scatole d’argento “fieramente incise” con il motto “Ardisco non ordisco”, insieme a quelle son il motto “Memento audere Semper”, entro l’11 febbraio di quell’anno, ottavo anniversario della Beffa di Buccari . Nel secolo scorso Mario Buccellati divenne il gioielliere preferito di Case Reali (d’Italia, d’Egitto, Belga, Spagnola), di Principi, Papi e Cardinali, aristocratici ed imprenditori. La sua fama superò i confini dell’ Italia, si diffuse in Europa sino a varcare l’Oceano Atlantico. Oltre ad essere un grande artista, Mario Buccellati possedeva un altrettanto grande spirito d’iniziativa, il che lo portò ad aprire i negozi di Roma (1925), Firenze (1929) e, subito dopo la seconda guerra mondiale, a New York (1951) e Palm Beach (1956). (KFMDE) 67 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 Protagonisti Ben presto, anche nelle capitali americane, lo stile Buccellati non mancò di stupire. Esso fonde in sé diverse fonti di ispirazione: l’arte dell’antica Grecia e dell’antica Roma, il Rinascimento, il Rococò, il classico e ricerca strenuamente il giusto equilibrio delle forme e dei colori. L’equilibrio delle forme si esprime nel succedersi di pieni e di vuoti, dove la luce penetra o si rifrange nel metallo prezioso traforato creando ombre, sfumature, movimenti. Per ottenere contemporaneamente l’esaltazione della funzione cromatica, della delicatezza del lavoro manuale e delle forme estetiche, i creatori della Buccellati utilizzano insieme pietre preziose diverse, indipendentemente dalla loro ‘famiglia’ di appartenenza (rubini, zaffiri, smeraldi, acquemarine, tormaline, quarzi, etc.). Vorrei sottolineare che un aspetto tico della nostra lavorazione è la totale flessibilità per esempio di collane e bracciali. Questo vuol dire che i segmenti che formano .l’intricata lavorazione di un pizzo, sono uniti fra di loro da innumerevoli piccolissime incatenazioni quasi sempre invisibili che ne determinano l’eleganza e la preziosità. Si tratta, insomma, di uno stile molto particolare, complesso, non facile da spiegare in poche parole, ma, proprio perché davvero unico, 68 lo definirei ‘stile Buccellati’ tout court, così come è conosciuto nel mondo. La donna che indossa le creazioni Buccellati è generalmente una donna colta che ama l’eleganza e che apprezza l’unicità e la classicità. Ma i clienti di Buccellati sono sopratutto uomini di spiccato buon gusto frequentano le boutique dello storico marchio per il piacere di fare regali preziosi e unici:aristocratici, imprenditori, personalità della politica, della finanza e del mondo dello spettacolo, I gioielli Buccellati, vere e proprie eccellenze del ‘fatto a mano’, dai gioielli agli argenti, dalla posateria agli oggetti da collezione, sono eseguiti interamente in Italia e sempre su base completamente artigianale. I laboratori orafi dell’azienda sono a Milano, ma anche in città dove la cultura e la tradizione artigianale sono ben radicate, come Firenze e Venezia. Il laboratorio di Milano è comunque il ‘cuore’ di questo miracolo produttivo. I Buccellati incontramo regolarmente i loro artigiani per discutere i disegni, e decidere le tecniche da utilizzate per raggiungere il risultato previsto e per controllare l’avanzamento dei lavori., dai più moderni a quelli che ripercorrendo le vie di antiche tradizioni. SPONSOR UNICO C R A L L M AGA H C O R T E R 85 A N U 19 – 8 190 UNA INIzIATIVA dI UNA MOSTRA VA I T T SPE EALE R O z ALAz 2 01 4 P O N RE MILA T T E M b 2 01 5 A 17 SE bRAIO NdIT E b V E E R 1f EEP N I L ALL INfO4911 G A H 02 5 E T. I T/C IT A L RLE.ALE g TICk A O H R ANCO.IT/PALAzz T S M O E.MILA COM SPONSOR TECNICI UN VETTORE UffICIALE CON IL SUPPORTO dI CON IL SOSTEGNO dI IN COLLAbORAzIONE CON CONSIgLIATA dA