MOTO 2015: LE HARLEY PREFERITE DA MAX PEZZALI
ARENA
RINASCIMENTO: IL NUOVO LIBRO DI VITTORIO SGARBI
Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I n,1/2014 registrazione al Tribunale di Pavia n. 1 ,11/5/2007
WEB MAGAZINE
DICEMBRE 2014
MEDIASTAR
Pronti per l’EXPO?
In viaggio con
LEONARDO
CAPODANNO 2015:
MENU’, REGALI E LOOK
VIAGGI PER LE FESTE
SCOZIA: FRA RITI
E TRADIZIONI, I
SEGRETI DEGLI
ANTICHI CLAN
DELLE HIGLANDS
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Editoriale
ARENA MEDIASTAR: IL SUPPLEMENTO LIFESTYLE
DI COMMODITY WORLD WEEKLY MAGAZINE
Katia Ferri
Melzi d’Eril
Direttore
responsabile
di Commodity
World Weekly
Magazine
ARENA MEDIASTAR è la nuova scommessa del settimanale finanziario Commodity World weekly magazine, realizzato in collanborazione con l’associazione
culturale no profit Arena Media Star. Abbiamo creato questo supplemento mensile
tutto da leggere e da guardare, ricco di spunti per il tempo libero: arte, viaggi, enogastronomia, media, scienza e benessere, moda.
Qui le materie prime sono raccontate nella loro veste più entusiasmante, più gustosa, più chic e più tecnologica, attraverso prodotti finali di alta qualità, di gamma e
di alto design. Li conosceremo da vicino e in buona compagnia: attraverso gli occhi e il buon gusto di personaggi del mondo finanziario, produttivo e dello showbiz
che ci racconteranno anche il loro tempo libero e le loro passioni, le loro scelte in
fatto di viaggi, shopping, sensazioni. Grazie a tutti i contributors che hanno dedicato tempo e passione al nostro progetto con la creatività ispirata dal nostro primo
personaggio di copertina: Leonardo da Vinci, il genio di tutti i tempi e profondo
conoscitore della materia prima più preziosa: l’uomo.
Contributors di questo numero:
Stories
Anna Bassi
Fiorella Bergami
Alessandro Chiara
Timur De Angeli
Giuseppe Giordano
Pietro Guddemi
Gina Pompei
Rubriche
Graphic Design
Photographers
Fabiana Baroni
magazine e sito
Davide Bellaccomo
Alessandro Chiara
Matteo Zerbi
Filippo Bortolan
Alessandro Chiara Martina Barbagallo
Niccolò Carcano
Galeazzo Melzi d’Eril
Andrea Miranda
Elena Previdi
Fiammetta Trallo
Riccardo Trinchillo
Matteo Zerbi
ARENA MEDIA STAR anno I n.1 - web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly
Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n..1 11/5/2007
Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media
Star Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia
tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; [email protected]
2
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sommario
DICEMBRE 2014: UN INVERNO TIEPIDO, IDEALE
PER VISITARE MOSTRE E VIAGGIARE IN EUROPA
In questo numero:
Rubriche
Cover Story| 10
Arte & Co | 17
Capodanno 1| 24
Top Nightlife| 22
Fine d’anno in Sicilia,
fra mare e vulcano
notizie e gossip a cura
degli autori del reality
Capodanno 2| 28
Wine & Coctail| 35
Fine d’anno hipster,
tapando a Madrid
Astoria, per un brindisi
senza barriere
Food & Co | 32
Auto| 54
Torrone e tarfufi, le
delizie delle Feste
Chiamami Tigre, la
nuova Mercedes GLA
Scozia| 36
Salute| 62
Moto | 56
Sport| 61
Meraviglioso Leonardo
l’uomo dell’EXPO2015
Miti e segreti dei clan
delle Higlands
Le Harley preferite da
Max Pezzali
Il bestseller di Vittorio
Sgarbi
Metto gli ovuli nel
freezer
Stile e glamour sulle
piste da sci
Sotto: Scarpe e manette di cioccolato bianco e fondente alla Festa del Torrone di Cremona.
A destra, i caminett a gas dal design ultramoderno prodotti dall’azienda veneta Dim’ora.
3
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eventi Nord
Van Gogh, l’uomo e la terra
CHAGALL A MILANO
LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12
Mostra “Van Gogh, l’uomo e la terra”
dal 24/10/2014 all’8 marzo 2015
LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12
Segantini, il ritorno a Milano
fino al 18/1/2015
LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE, Piazza del Duomo 12
Marc Chagall
fino al 1/2/2015
LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MORIGGIA, Via Borgonuovo, 23
Navigando tra gli ex voto. Trattieni i venti e placa le tempeste
fino al 14/12/2014
LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO, Via Alemagna 6
Icone del design italiano
fino al 22/2/2015
LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MORANDO, Via Borgonuovo 23
Promessi Sposi 2.0
fino al 7/12/2014
LOMBARDIA/MILANO, PALAZZO MARINO, SALA ALESSI, Piazza della Scala
La Madonna Esterhazy di Raffaello
dal 3/12/2014 all’11 gennaio 2015
LOMBARDIA/MILANO, GALLERIA D’ARTE MODERNA DI MILANO, Via Palestro 16
Alberto Giacometti, pittura e scultura
fino al 1/2/2015
LOMBARDIA/MILANO, MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE, Corso Venezia 55
Food. Cibo. Dai semi ai piatti
fino al 24/6/2015
LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna, 6
Le mappe del sapere, Visual data di arti, nuovi linguaggi, diritti: l’infografica ridisegna le conoscenze
fino al 14/12/2014
LOMBARDIA/MILANO, MUSEO DEL NOVECENTO, Piazza del Duomo
Lucio Fontana e Yves Klein
fino al 15/3/2015
4
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eventi Nord
I Promessi Sposi in mostra
DOGI E DOGARESSE
LOMBARDIA/MILANO/, TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna 6
Africa. Big change big chance
fino al 28/12/2014
LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO DELLA RAGIONE, Piazza del Duomo 12
Walter Bonatti, fotografie dei grandi spazi
fino all’8/3/2015
LOMBARDIA/MILANO/Palazzo Moriggia, Via Borgonuovo 23
VI.TE Milano e la Lombardia alla prova del terrorismo
fino al 14/12/2014
LOMBARDIA/MILANO/GAM MANZONI, Via Manzoni 45
Boldini, Parisien d’Italie
fino al 18/2/2015
LOMBARDIA/MILANO/TRIENNALE DI MILANO, Viale Alemagna 6
Ugo La Pietra, Progetto disequilibrante
fino al 2/2/2015
LOMBARDIA/MILANO/ GALLERIE D’ITALIA, Piazza della Scala 6
Rodolfo Aricò, Pittura Inquieta
fino al 18/172015
LOMBARDIA/CASTELD’ARIO (MN), CASA MUSEO SARTORI
Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni
fino al 14/12/2014
PIEMONTE/TORINO, LINGOTTO FIERE
Mercanti per un giorno, brocantage con articoli di collezionismo di ogni genere
8/12/2014
VENETO/VENEZIA, PALAZZO DUCALE, Piazza San Marco
Il Serenissimo Principe, storie di Dogi e Dogaresse
fino al 15/2/2015
VENETO/VENEZIA, MUSEO CA’ PESARO, S. Croce 2076
Da Rauschemberg a Jasper Johns, da Warhol a Lichtenstein. Lo sguardo di Ileana Sonnabend
fino al 4/1/2015
VENETO/VENEZIA, PALAZZO MOCENIGO, Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 201
Little big things. Capolavori della collezione Storp
fino al 6/1/2015
5
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
design: Salvatore Gregorietti
Giorgio Napolitano
Main Partner
In collaborazione con
Sponsor tecnici
Con il contributo
e il patrocinio di
Media partner
Con il patrocinio di
Trasporti
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eventi Centro
Picasso e la modernità spagnola
AMBROGIO LORENZETTI
TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO STROZZI, Piazza della Signoria
Picasso e la modernità spagnola
fino al 25/1/2015
TOSCANA/VOLTERRA, PINACOTECA CIVICA, PALAZZO MINUCCI SOLAINI
Rosso Fiorentino. Rosso Vivo
fino al 31/12/2015
.
TOSCANA/MASSA MARITTIMA, COMPLESSO MUSEALE DI SAN PIETRO
Ambrogio Lorenzetti, la colomba ritrovata
fino al 30/5/2015
TOSCANA/FIRENZE, PALAZZO PITTI, Piazza Pitti 1
Omaggio al Maestro Piero Tosi. L’arte dei costumi di scena dalla donazione Tirelli
fino all’11/2/2015
TOSCANA/FIRENZE/GALLERIA PALATINA, Palazzo Pitti 1
Ritratti di paesi, mari, città. Feste, battaglie, carte geografiche
fino al 1/2/2015
LAZIO/ROMA, MUSEO DI PALAZZO BARBERINI, Via delle 4 Fontane 13
Da Guercino a Caravaggio, Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo
fino all’8 febbraio 2015
LAZIO/ ROMA, GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA CAPITALE
Artisti dell’Ottocento, temi e riscoperte
fino al 1/3/2015
LAZIO/ROMA/CHIOSTRO DEL BRAMANTE, Via della Pace
Escher
fino al 22/2/2014
LAZIO/ROMA/SPAZIO EVENTI TIRSO
Body works, il vero mondo del corpo umano
fino al 15/2/2015
LAZIO/ROMA, MUSEO DI ROMA, PALAZZO BRASCHI
Basilico, Berengo Gardin, Bossaglia Chiaramonte, Cresci, Ghirri, Guidi, Jemolo, Koch- mostra fotografica
fino all’8 marzo 2015
LAZIO/ROMA/MUSEI CAPITOLINI, Piazza del Campidoglio
Tiepolo, i colori del disegno
fino al 18/1/2015
7
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eventi Sud
Arnaldo Pomodoro e Federico II a Bari
PASOLINI A MATERA
SICLIA/PALERMO/VILLA ZITO, Via Libertà 52
Di là dal faro, Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento
fino al 9/1/2015
SICILIA/PALERMO, Galleria Beatrice via Alloro 36
Anni ‘80. Il decennio magico dell’800 pittorico italiano
Fino al 6/1/2015
CAMPANIA/NAPOLI, VILLA FLORIDIANA,MUSEO DUCA DI MARTINA
Dipinti avori, smalti, porcellane europee, giapponesi Imari e cinesi Ming, oggetti di arte orientale
fino al 31/12/2015
CALABRIA/ CATANZARO, ARCHIVIO DI STATO DI CATANZARO
Cento anni dalla grande guerra, per non dimenticare
fino al 6 dicembre 2014
BASILICATA/MATERA, MUSEO NAZIONALE D’ARTE MEDIOEVALE E MODERNA DI PALAZZO LANFRANCHI E MUSMA
Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo, cinquant’anni dopo.
fino al 25 gennaio 2015
PUGLIA/CASTELLO SVEVO DI BARI
Arnaldo Pomodoro nei Castelli di Federico II
fino al 9 gennaio 2015
PUGLIA/TARANTO/MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO
Giacomo Manzù e le sue donne
fino al 30 gennaio 2015
BARI, PINACOTECA PROVINCIALE CORRADO GIACUINTO
Persone, ritratti di uomini, donne, bambini da collezioni pubbliche e private pugliesi
fino al 31 marzo 2015
CAMPANIA/SALERNO, ARCHIVIO DI STATO DI SALERNO
La guerra europea e la neutralità italiana nella stampa e nell’opinione salernitana 1914-15
fino al 30 aprile 2015
CAMPANIA/CAPACCIO, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM
Colori nell’antica Paestum, vita dei colori e colori nella vita
fino al 30 dicembre 2014
8
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eventi &Star
Marco Lodola e Renzo Arbore
LA MUSICA IN MOSTRA
ALTO ADIGE/MERANO - EX SALA LETTURA KURHAUS
Luminapolis, di Marco Lodola e Renzo Arbore
Dal 27 novembre all’8 dicembre le ex sale lettura del Kurhaus ospiteranno alcuni lavori di Marco
Lodola e di Renzo Arbore, in una mostra curata da Laura Villani: Luminapolis.
I due artisti, che partecipano in qualità di autori al progetto “Alberi di Natale Merano - collezione 2014”, vivono tra arte, musica e design con una forte attenzione alla luce e al colore e questa
mostra propone un gioco di rimandi e di affinità tra le ultime creazioni di Lodola e Miami Swing
di Renzo Arbore, design Cappellini-Licheri.
Tutti i giorni (ingresso libero), dalle ore 10.00 alle ore 18.00, fino all’08 dicembre, sarà possibile
scoprire i lavori di due grandi artisti del nostro secolo, attraverso le affascinanti installazioni
luminose di Marco Lodola e gli arredi creati dalla fantasia dell’eclettico Renzo Arbore. Marco Lodola, un’artista molto noto nel panorama internazionale che nella sua ricerca ha saputo mescolare
linguaggi e suggestioni provenienti dal cinema, dalla letteratura, dalla musica, dedica gran parte
del suo lavoro alla creazione di grandi sculture luminose che ridisegnano lo spazio in modo fantasioso e divertente.
Con lo stesso spirito Renzo Arbore ha ideato la collezione Miami Swing, design Cappellini-Licheri
per Mirabili Arte d’Abitare, ovvero, una galleria di oggetti che rivede gli schemi prorompenti degli
anni ‘50/’60, con i colori vivaci e le forme generose e suggestive, come la sua musica. Nelle opere di
Arbore fiorisce e matura tutta l’esperienza di artista dai mille volti, cantautore, conduttore radiofonico, clarinettista, showman, attore, sceneggiatore, regista e personaggio televisivo.
Con Luminapolis la città di Merano vuole accendere le luci, colorarsi e offrire emozioni durante il
periodo più suggestivo ed emozionante dell’anno, l’Avvento.
LOMBARDIA / MILANO, ALAZZO MORANDO, VIA BORGONUOVO
Renata Tebaldi il mito del canto: lo stile di una diva nel cuore di Milano
fino al 1 febbraio 2015
Nell’ambito del palinsesto Milano Cuore d’Europa, il Comune di Milano, il Polo Musei Storici e Musei Archeologici e il
Comitato Renata Tebaldi per la costituenda Fondazione Museo Renata Tebaldi hanno presentato oggi la mostra itinerante “Renata Tebaldi. Il mito del canto, lo stile di una diva nel cuore di Milano” sotto l’Alto Patronato del Presidente
della Repubblica e promossa in collaborazione con MRT - Museo Renata Tebaldi e Friends of Renata. La mostra, a cura
di Alessandra Ferrari con il coordinamento di Giovanna Colombo, sarà ospitata a Palazzo Morando - Costume Moda Immagine dal 20 novembre 2014 al 1 febbraio 2015. Renata Tebaldi è stata una protagonista assoluta della storia di Milano
la narrazione della sua vita e della sua carriera artistica coincidono profondamente con la narrazione in un certo senso
mitica della nostra città. E sarà ricordata anche per la sua straordinaria e rara capacità di tradurre in canto le intenzioni
del compositore presenti nella partitura ponendo le basi per quella nuova relazione tra interprete ed opera che ha contribuito a rendere grande la tradizione lirica italiana.
9
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
MERAVIGLIOSO
LEONARDO
i
Arriva la mostra dedicata al
genio fiorentino di tutti i tempi
10
Autoritratto attribuito a Leonardo da Vinci. A destra, l’Uomo Vitruviano, che sarà esposto al Palazzo Reale di Milano
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
L
a star di copertina del nostro
primo numero è il nostro nume
ispiratore, il genio di tutti i tempi
e anche il simbolo dell’Expo 2015,
l’evento che attirerà lo sguardo del
mondo sull’Italia da qui a qualche
mese: Leonardo da Vinci. architetto,
inventore, scienziato, meraviglioso
pittore.
Leonardo è il personaggio più straordinario del Secondo Millennio, il
più studiato al mondo, al quale sarà
dedicata “Leonardo 1452-1519” una
straordinaria mostra che si terrà al
Palazzo Reale di Milano dal 15 aprile al 19 luglio. La ricerca di Leonardo da Vinci si sposa perfettamente
con l’Expo: egli ha immaginato e
progettato idee nuove che spostavano più in là i confini delle possibilità
dell’uomo.
PIETRO MARANI
Ha studiato nelle Università di Milano
e Firenze. Presidente dell’Ente Raccolta Vinciana di Milano, è membro della
Commissione Nazionale Vinciana. E’
docente di storia dell’arte moderna,
contemporanea e Museologia nel Politecnico di Milano, facoltà di Design e di
Storia dell’Arte del Rianscimento nella
Scuola di Specializzazione in Storia
dell’Arte dell’ Università Cattolica .Nel
1994 ha ottenuto l’Armand Hammer
Award for excellence in Leonardo
Studies dall’Università della California
di Los Angeles. E’ stato direttore della
Soprintendenza per i Beni artistici e
storici di Milano e Vice direttore della
Pinacoteca di Brera. E’ autore di oltre
20 volumi su Leonardo e i leonardeschi.
Leonardo ha dato forma alle intuizioni più efficaci per il progresso
della civiltà a tutti i livelli. A Leonardo Milano dedicherà una mostra,
un unicum mondiale, inedito per
vastità, completezza e trasversalità,
curata da due grandi studiosi, Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio.
Palazzo Reale ospiterà i lavori di
Leonardo in un percorso pensato
per il vasto pubblico. Un viaggio
nel mondo di Leonardo che aiuterà
a scoprire e riscoprire la sua opera
omnia. Centinaia di opere saranno
riunite grazie alla preziosa collaborazione di tante eccellenze museali,
milanesi, italiane e internazionali,
saranno visibili a centinaia di migliaia di visitatori. Non si poteva
fare altro che qui, una mostra del
genere, perché Milano è la città più
ricca di opere di Leonardo.
“Verrebbe da dire che la vera mostra su Leonardo è già aperta, è
Milano”, ha commentato il Sindaco
Giuliano Pisapia alla presentazione
del progetto. Ed è proprio vero.
Leonardo pervade Milano, ma anche altre città meravigliose della
Lombardia con la sua presenza
magnifica e immortale: fra le altre,
Vigevano, Pavia, Vaprio d’Adda.
La grande mostra di Palazzo Reale
si aprirà ai tesori leonardeschi della
città e sarà connessa con mostre parallele e percorsi integrati. Il Comune di Milano ha costruito una regia
sapiente per accendere l’entusiasmo
su Expo 2015, su Leonardo, su Milano e sull’Italia.
La corsa alla celebrazione di Leonardo è però già iniziata da un po’
MARIA TERESA FIORIO
Laureata in lettere Moderne alla
Statale di Milano, ha perfezionato gli
studi d’arte all’Università di Pavia.
E’ stata conservatrice e Direttore
delle Civiche Raccolte d’arte di Milano, Soprintendente al Patrimonio
Storico artistico e demoetnoantropologico della Lombardia, Direttore
del settore edifici storico-artistici del
Comune di Milano, docente universitario di Museologia. Esperta raffinata
e profonda conoscitrice di Michelangelo e Leonardo da Vinci,
ha pubblicato numerosi studi e vari
volumi dedicati al maestro di Vinci,
alla pittura leonardesca e rinascimentale, alla scultura rinascimentale
lombarda.
11
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
Il San Gerolamo, in arrivo dalla Pinacoteca Vaticana di
Roma è una delle opere centrali della mostra milanese
12
e non solo a Milano. Non tutte le
proposte presenti in città e nelle altre regioni, spiace dirlo, si rivelano
di buon livello. Dunque la mostra
di Palazzo Reale sarà ancora più
importante per il visitatore, perché
sgombrerà il campo da ogni tipo di
equivoco, surrogato e malinterpretazione di fatti, eventi e documenti. Innanzitutto saranno esposti un
nucleo significativo di capolavori
pittorici di Leonardo, alcuni Codici
originali e oltre cento disegni autografi, oltre che un cospicuo numero
di opere d’arte tra disegni, manoscritti, sculture, codici, incunaboli
e cinquecentine, provenienti dai
maggiori Musei e Biblioteche del
mondo.
Questa raccolta di tesori sarà unica
e straordinaria. Per capire Leonardo
arriveranno anche decine di altre
opere di altri maestri, provenienti anch’ess da Musei ma anche da
collezioni private, tra cui opere di
Antonello da Messina, Botticelli, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Ghirlandaio, Verrocchio, Lorenzo di
Credi, Antonio e Piero del Pollaiolo,
Jean van Eyck, Della Robbia, Jacopo
di Mariano detto il Taccola, Guido
da Vigevano, Francesco di Giorgio
Martini, Bonaccorso Ghiberti, Giuliano da Sangallo, Bramante e di altri trattatisti anonimi dei secoli XV
e XVI.
La diffusione e la fortuna dell’arte
e dei modelli di Leonardo sarà rappresentata in mostra da opere di
altri grandissimi artisti: Boltraffio,
Marco d’Oggiono, Francesco Napoletano, Solario, Francesco Melzi,
Saranno esposti alcuni Codici originali e
oltre cento disegni autografi di Leonardo
Giampietrino, Cesare da Sesto, Girolamo e Giovanni Ambrogio Figino e altri.
Alla mostra di Milano sarà presente
anche un importante dipinto di Leonardo proveniente da Roma, il San
Gerolamo della Pinacoteca Vaticana: quest’opera rappresenta perfettamente uno degli snodi centrali attorno a cui si articola la mostra, cioè
il rapporto tra pittura e scultura, tra
arte antica e arte moderna, dove si
rivelano le eccellenti conoscenze
prospettico-spaziali di Leonardo.
Gli studiosi sono d’accordo nel considerare questo dipinto anticipatore
dell’Uomo di Vitruvio, dunque sarà
una importante icona della mostra
che aprirà battenti il 15 aprile.
Ma ora torniamo ad occuparci degli
almeno cento disegni autografi che
si potranno ammirare: oltre trenta
provenienti dal Codice Atlantico,
grazie alla Biblioteca Ambrosiana,
maggior prestatore dell’esposizione; trenta dalla Royal Library di
Windsor, di cui sei visibili al recto
e al verso; cinque dal British Museum, quattro dal Gabinetto dei
Disegni e delle Stampe degli Uffizi,
cinque dal Metropolitan Museum
di New York e cinque dalla Biblioteca Reale di Torino e ancora altri
disegni arriveranno dalla Morgan
Library di New York e dalla Fondazione Custodia di Parigi.
Alcuni di questi musei presteranno
inoltre altri importanti disegni di
pittori contemporanei di Leonardo.
Molti altri straordinari prestiti sono
stati richiesti ai maggiori musei del
mondo. Katia Ferri Melzi d’Eril
A destra: San Giovanni
Battista (Parigi, Museo
del Louvre).
Qui sotto:
statua di
Leonardo da Vinci
(Loggiato degli Uffizi,
Firenze)
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
I CARRI DA GUERRA E IL CENACOLO 3D
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia intitolato al grande maestro presterà
inoltre tre modelli storici di macchine: il carro
automotore, il maglio battiloro e il telaio meccanico, realizzati dall’interpretazione dei disegni di Leonardo. In mostra sarà esposta una
video riproduzione del Cenacolo a grandezza naturale, arricchita da pannelli descrittivi
e postazioni interattive con le informazioni
sull’opera capitale di Leonardo e sul suo restauro.
“Leonardo 1542-1519” avrà anche una serie di
approfondimenti fuori sede che coinvolgeranno, nel territorio urbano e lombardo, i luoghi
Madonna del Garofano (1473)
A destra: la Vergine delle Rocce
(National Gallery, Londra)
di Leonardo, con mostre parallele nella Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano (Il Codice Trivulziano e la ricostruzione
della Biblioteca di Leonardo), nella Sala delle
Assesempre al Castello (sulla decorazione e il
restauro del monocromo di Leonardo), nella
Pinacoteca Ambrosiana (Il Mondo di Leonardo).
LE 12 SEZIONI DELLA MOSTRA
1. Il Disegno come fondamento
2. Natura e scienza della Pittura
3. Il Paragone delle Arti
4. Il Paragone con gli Antichi
5. Anatomia, fisiognomica e moti d’animo
6. Invenzione e meccanica
7. Il Sogno
8. Realtà e Utopia
9. L’unità del Sapere
10. De coelo et mundo: immagini del divino
11. L La diffusione e la fortuna: dai leonardeschi al Trattato della Pittura
12. Il Mito
23
13
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
na Damiani, soprintendente al Polo
museale di Venezia.
I tanti visitatori dell’Esposizione internazionale potranno così eccezionalmente ammirare questa disegno
di piccole dimensioni, grande poco
più di venti per trenta centimetri
(esattamente 34,3 x 24,5).
Il famoso e delicato foglio di Leonardo Da Vinci è raramente visibile
al pubblico anche a Venezia per motivi conservativi: la luce diretta e un
microclima non adeguato potrebbero infatti scolorire irrimediablimente l’inchiostro.
Da Venezia arriveranno alcuni dei
preziosi lasciti conservati all’Accademia, che nel 2013 aveva allestito
la mostra “Leonardo da Vinci, l’uomo Universale” che ha ottenuto un
successo straordinario, in quanto
erano esposti tra i 52 disegni di
Leonardo 25 disegni che non erano
più stati esposti tutti insieme dal
lontano 1980.
Anche alla mostra milanese il visitatore, con gli occhi sui disegni esposti, potrà immaginare di osservare
Leonardo alle sue spalle con carta
e penna mentre schizza, cancella,
scrive, passando continuamente da
un’idea all’altra, fa entrare appieno
nel tumulto della sua magia creativa.
Come se il visitatore sfogliasse il
diario personale dell’artista, che
fa trapelare il pensiero recondito
dell’artista nell’immediatezza del
suo tramutarsi in forma percepibile,
per sé, e per gli altri.
ARRIVA L’UOMO VITRUVIANO
Corpo muscoloso, volto virile e
sguardo sicuro: l’«Uomo vitruviano», uno dei disegni
più celebri al mondo e canone rinasci-
mentale della bellezza perfetta, sarà
esposto a Milano, nelle sale di Palazzo Reale, in occasione della mostra «Leonardo da Vinci 1452-1519.
Il disegno del mondo»,.
Saranno visibili altre importanti
opere di Leonardo, quali il «Musico» della Pinacoteca Ambrosiana,
il «San Gerolamo» dei Musei vaticani, la «Scapigliata» della Galleria
nazionale di Parma, la «Madonna
Dreyfuss» della National Gallery di
Washington e tre opere inestimabili
provenienti dal Louvre di Parigi: la
«Bella Ferronière», il «San Giovanni
Battista» e l’«Annunciazione».
Sguardo magnetico, sorriso enigmatico al pari della Gioconda, dito
levato verso l’alto che rimanda alla
dimensione spirituale, San Giovanni Battista rappresenta forse l’ultimo dipinto di Leonardo da Vinci e
insieme il culmine di una intera vita
di ricerche sulla tecnica dello sfumato e sugli effetti di luce.
L’Uomo Vitruviano, prezioso ed
enigmatico capolavoro a matita e
inchiostro del genio vinciano, databile intorno al 1490 e conservato
dal 1822 nel Gabinetto dei disegni e
delle stampe alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, resterà nel capoluogo milanese per un intero mese,
grazie al nullaosta dato da Giovan-
14
L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, conservata nel refettorio della chiesa di Santa
Maria delle Grazie a Milano è stata protagonista di una fra le campagne di restauro
più lunghe e difficili della storia.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
IL NOSTRO EVENTO: “IN VIAGGIO CON LEONARDO”
Arena Media Star organizza 4
GIORNATE DEDICATE AL MONDO DI LEONARDO, con visite guidate multilingue, colazioni tipiche.
Due giornate si svolgeranno nei mesi
invernali e due giornate si svolgeranno in primavera. Le date precise
(sabato e doomenica) saranno pubblicate sul prossimo numero.
1° GIORNATA: LEONARDO AL
CASTELLO DI VIGEVANO
Visita alla città con guida autorizzata della provincia di Pavia, visita
al Castello, alla Sforzesca, al museo
delle macchine leonardesche. Colazione in osteria tipica. Al Castello è
in’ preparazione una mostra su Leonardo nel feudo degli Sforza.
2° GIORNATA: LEONARDO CON
FRA PACIOLI A PAVIA
Il genio della pittura e dell’ingegneria nella città del suo amico FRA
LUCA PACIOLI, precursore della
La Villa Melzi d’Eril a Vaprio d’Adda
Ragioneria. Visita guidata alla città
e al Castello Sforzesco con guida autorizzata, colazione in osteria.
3° GIORNATA: LEONARDO, IL
GENIO A MILANO
Visita guidata con guida autorizzata, passeggiata in centro nei luoghi
più frequentati dal Maestro, visita
al Castello Sforzesco, alla Chiesa di
S. Maria delle Grazie e al Cenacolo,
colazione in osteria tipica, visita
alla mostra su Leonardo a Palazzo Reale. Leonardo realizzò alcune
delle sue opere più celebri proprio
durante il soggiorno lombardo alla
corte di Ludovico il Moro, protrattosi dal 1482 fino al 1499.
L’Ultima cena di Leonardo da Vinci,
conservata nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano è stata protagonista di una fra
le campagne di restauro più lunghe
e difficili della storia. La necessità
di continui interventi è dovuta alla
tecnica stessa con cui Leonardo realizzò l’opera milanese:
pur essendo un dipinto su muro, il Cenacolo non è un affresco in
senso stretto (la tecnica
più duratura utilizzabile per i dipinti murali),
bensì una tempera mista su gesso. Leonardo
volle sperimentare questo particolare metodo
pittorico per aggirare gli
ostacoli e i limiti della
tecnica ad affresco, ma
il risultato non fu quello
sperato. La tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo si
rivelò infatti molto fragile e partico-
larmente soggetta a deterioramenti
dovuti all’umidità; nel 1566, dopo
soli settant’anni dalla realizzazione dell’Ultima cena, il grande critico dell’arte Giorgio Vasari in visita
a Milano scriverà che del Cenacolo “non si scorge più [nulla] se non
una macchia abbagliata”. Creando
un ideale collegamento con il capolavoro del Cenacolo, la mostra di
Palazzo Reale presenta al pubblico
opere fondamentali del soggiorno
milanese come il Ritratto di Musico
della Pinacoteca Ambrosiana, cui
si affiancano il San Gerolamo dei
Musei Vaticani, la Scapigliata della Galleria Nazionale di Parma e
la Madonna Dreyfuss de Gallery di
Washinglton.
23
15
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
La mostra, come già detto, è arricchita
esposizione
di oltre
L’antica dalla
villa riprende
esternamen100
del maestro
te ladisegni
forma autografi
classica delle
grandi
toscano,
alcuni modelli
storiville del di
Rinascimento.
Il fabbrici
di è macchine
invenzione
cato
circondatodidasua
un vasto
giarprestati
Museo grotte,
della Scienza
dino condal
labirinti,
terrazze,e
della
Tecnologia
Milano,
e dalla
pensili,
scalinatediche
seguendo
il
possibilità
diterreno
confronto
con opere
dislivello del
scendono
fino
dei
maestri
del Rinascimenallagrandi
sponda
del Naviglio
Martesato
e internazionale,
come
na.italiano
Qui venne
realizzato un attracSandro
Botticelli,
Donato
Bramanco privato che permetteva alla fate,
Antonello
da Messina,
miglia
di raggiungere
MilanoFilippo
con la
Lippi,
Paolo
Uccello,
propriaGirlandaio,
imbarcazione.
La villa
che
Jan
Eyck èe opera
Verrocchio.
La mooggiVan
vediamo,
dell’Architetstra
di Leonardo
a Palazzo
Reale
to Giuseppe
Bonacina
su incarico
si
presenta
comeElisa
la piùSardi
grande
e la
della
Duchessa
Melzi
più
ricca come
mai organizzata
Italia.
D’Heryl,
si evince dainuna
laGrazie
ad nel
un muro
percorso
organizzapide posta
del vestibolo.
to
dodici sezioni
La in
costruzione
che siricostruiremo
sviluppa in
l’eccezionalità
della
e del tauna pianta a “L”
convita
la soprelevalento
di
questo
immenso
artista,
zione dell’attuale terzo piano,
mancapace
di sobria
destreggiarsi
nell’ambito
tiene una
facciata
sul fiume
dell’ingegneria,
della scenografia,
con aperture rettangolari,
mentre la
della
scienza.
Un
genio
da presensempre
facciata interna sul
cortile
in
di affascinare
e di ispirare
ta grado
un porticato
con colonne
binate
artisti
tutti i tempi,
come
testie archi di
ribassati.
Il piano
terreno
si
monia
lainsezione
conclusiva
sviluppa
una lunga
serie di della
salemostra,
doveun
la medaglione
rilettura ironica
di
In un salone
in marMarchel
Duchamp
e le rivisitazioni
mo raffigurante
il profilo
di LeonarPop
di Vinci.
Andy Warhol
ci portico
confermano
do Da
Sopra il
una
la
nascita
di
un
vero
e
proprio
galleria, oggi inglobata nellamito
codi
Leonardo.
struzione,
riporta il“Madonnone”,
un affresco che potrebbe essere
4°
GIORNATA:
LEONARDO
stato
eseguito da
Francesco A
Melzi
VAPRIO
D’ADDA
o altri allievi
sotto la guida di Leonardo.
Visita guidata con guida autorizzata,
e visita
priPercolazione
conosceresullefiume
datee del
viaggio
vata
con la Presidente
KatialaFerri
con Leonardo
e per prenotare
tua
Melzi
d’Eril
ai giardini della villa
adesione,
iscriviti!
Melzi (che non è aperta al pubblico)
dove Leonardo
visse
La quota
di iscrizione
e ilstudiando
programil
dell’acqua,
riemamovimento
della giornata
rivoltoanni
esclui-
16
In alto: La Vergine delle Rocce,
particolare del Bambin Gesù. Qui
sopra: studio sui feti, (1510)
vocati oggi nella Casa del Custode
sivamente
di Arena
Media
delle
Acqueaidisoci
Vaprio
d’Adda.
L’oStar è visibile
solo ai soci,
accedenrigine
della splendida
costruzione
do all’area
situata
su riservata.
un rialzo della riva destra del fiume Adda, nella tradizioInformazioni
e contatti:
ne,
viene attribuita
alla info@arepresenza
namediastar.com
di
un possente mastio, considerata
la posizione strategica dell’altura
che domina, ancor’oggi, il basso
versante bergamasco.L’antica villa
venne eretta nel 1482 su un progetto
studiato da Leonardo Da Vinci che,
a Milano, conobbe Giovanni Melzi,
allora consigliere ducale alla corte
sforzesca.
Leonardo Da Vinci fu ospite della
famiglia Melzi a Vaprio d’Adda in
diverse occasioni: nel 1493 e da dicembre 1506 a maggio 1507 ospite
di Gerolamo Melzi e qui conobbe il
figlio Francesco, allora tredicenne,
che divenne l’allievo prediletto del
Maestro. Durante il soggiorno vapriese , Leonardo si dedicò a studi
sulle acque in genere, sulla navigabilità dell’Adda e compì ricerche di
idraulica. Ammirando la bellezza
del tratto di fiume che scorre ai piedi della villa, Leonardo eseguì opere pittoriche e schizzi sugli scorci
di rocce dove era un tempo il Pons
Aureoli. Attribuito al Maestro è “Il
Madonnone”, immagine della Vergine col bambino, affrescata sulla
parete del portico superiore.
Francesco Melzi, allievo di Leonardo Da Vinci, seguì il Maestro
in Francia fino alla sua morte e fu
l’erede di tutti i suoi scritti e disegni
ma , alla sua scomparsa, i discendenti non riuscirono a conservare
intatto l’immenso patrimonio.
Timur De Angeli
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cover Story
iIL TESORO D’ITALIA
Le meraviglie dell’arte rinascimentale viste
con lo sguardo sublime di Vittorio Sgarbi
L’
Italia è un tesoro a cielo aperto. Più volte Vittorio
Sgarbi ce lo ha detto e mostrato. In questo secondo volume,
continua il viaggio in Italia che aveva interrotto al Trecento,
per continuare con Maestri dell’arte del Rinascimento che
sono noti in tutto il mondo: da Piero della Francesca a Bellini, di Mantegna a Bramante, per arrivare a Tiziano, Lotto,
Pontormo.
Accanto ai Maestri, però, ci sono anche quei tesori che solo
Vittorio Sgarbi conosce e che punteggiano l’Italia senza che
molti lo sappiano: Bartolomeo della Gatta, Nicolò Alunno,
Giovanni Boccati, maestro delle favole, Francesco di Bettino, ai limiti della follia.
Scrive l’autore: “Non c’è, probabilmente, nella storia umana e
nella sua espressione attraverso l’arte,momento più alto e fervido
d’invenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento allametà
del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo.A Firenze,
e non solo a Firenze, ma a Venezia, a Ferrara, nelle Marche, in
Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia,gli artisti danno vita
a quello che è stato chiamato, con conferente definizione, “Rinascimento”.
Anche prima di quegli anni l’arte era stata sublime, ma Piero della Francesca la arricchisce di una intelligenza che trasforma la
pittura in pensiero, in teorema, ben oltre le esigenze devozionali.
Davanti alla Flagellazione di Urbino non è più sufficiente l’iconografia religiosa, e così davanti alla Annunciata di Antonello da
Messina, alla Tempesta di Giorgione, all’Amor sacro e Amor profano di Tiziano, alla Deposizione di Cristo di Pontormo.Di anno
in anno appaiono capolavori sempre più sorprendenti.Tra il 1470
e il 1475 la creatività dei pittori e degli scultori raggiunge vette
inattingibili; ma sarà così, di quinquennio in quinquennio, fino
alla metà del Cinquecento.
Sono gli anni di Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, di
Raffaello, di Michelangelo, ma anche di Giovanni Bellini, di Lorenzo Lotto, di Tiziano, di Correggio, di Parmigianino.Sono gli
anni delle meraviglie, in cui l’artista si sfida, in un continuo superarsi.Il Rinascimento si radicalizza nel Manierismo, e ciò che era
ordinato e razionale in Piero, diventa tumultuoso in Pontormo.
Una inesauribile potenza espressiva domina il mondo e lo arricchisce liberando ogni genere di fantasia.”
Fiorella Bergami
Vittorio Sgarbi a
presenta il libro
a Milano.
A destra
foto ricordo con
Fiorella Bergami
VITTORIO SGARBI è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte,
ha curato numerose mostre in Italia e all’estero. Nel 2011 ha diretto il Padiglione Italia per la 54a Biennale d’Arte di Venezia. Per
Bompiani ha pubblicato Il bene e il bello (2002), Dell’anima (2004),
Ragione e passione.Contro l’indifferenza (2005), Vedere le parole
(2006), L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore (2009),
Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri (2010), Le meraviglie
di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri (2011), Piene di grazia.
I volti della donna nell’arte (2011), L’arte è contemporanea (2012),
Nel nome del figlio (2012), Il tesoro d’Italia. La lunga avventura
dell’arte (2013) e Il punto di vista del cavallo. Caravaggio (2014).
17
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Cinema &Tv
PARIGI SALVATA DALLA FOLLIA DI HITLER
Masterchef, la nuova stagione
Diplomacy, un grande film sulla forza
della
diplomazia
durante l’ccupazione
tedesca di Parigi.
18
CINEMA/Diplomacy, Una notte
per salvare Parigi - drammatico,
regia di Volker Schlondorff.
Nella notte fra il 24 e il 25 agosto
1944, nell’imminenza della liberazione alleata, Hitler ha deciso di distruggere Parigi con cariche esplosive che faranno saltare in aria 3
milion di persone. Il conto alla rovescia è in mano al generale Dietrich
von Choltitz, ma Raoul Nordling,
console svedese, cercherà di dissuaderlo. Il regista Schlondorff racconta con sottile ironia e con grande attenzione ai dettagli la storia dei due
uomini che hanno fatto la Storia
discutendo in una stanza, interpretati dagli attori Niels Arestup e da
Andre Dussolier.
CINEMA/Storie Pazzesche, genere
commedia, regia di Damian Szifron.
Una commedia prodotta da Pedro
Almodovar, che propone l’intreccio di sei storie, sei personaggi e sei
situazioni di perdita di controllo.
Si va dall’ingegnere oppresso dalle
multe al rapitore seriale, dalla cameriera pronta alla vendetta sullo
strozzino di suo padre al miliardario col figlio delinquente, dalla sposa in abito bianco col marito fresco
di tradimento agli automobilisti che
si accapigliano fino al sangue. Lo
spettatore è sollecitato a cogliere, in
queste storie, il momento del non ritorno che trasforma l’uomo civile in
un barbaro che sfoga gli istinti.
TV/Masterchef Italia (adults & Junior) canale Cielo del digitale terrestre.
La nuova stagione del programma
di cucina, sia nella versione adulti che junior, replica con varianti
di pregio. I commenti dei top chef
sono pungenti e spietati come sempre, la caratterizzazione dei partecipanti è migliorata, è resa più unica
la loro individualità: in palio non
c’è solo un grembiule ma legami
familiari, l’onore, la speranza di
un nuovo futuro professionale. La
sceneggiatura si conferma perfettamente calibrata e coinvolgente: i
giudici piacciono tutti, sono dotati
di ragioni condivisibili per votare in
un modo o l’altro. Andrea Miranda
Storie pazzesche,
prodotto da Pedro
Almodovar,
sei
episodi tragicomici di bestialità
Masterchef Italia,
ben calibrato e
coinvolgente sia
nella
versione
adulti che junior.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Classica/Opera
CLAUDIO ABBADO, GLI ANNI D’ORO
Scarlatti-Cage: il mix ci sta
Claudio Abbado:
una pregevole raccolta di 20 anni del
suo lavoro tra Milano, Berlino, Chicago
20
CLAUDIO ABBADO, THE COMPLETE RCA AND SONY ALBUM
COLLECTION, SONY MUSIC
Una pregevole raccolta dell’attività
del direttore milanese, da metà degli
anni Settanta alla fine dei Novanta.
In quegli anni Abbado non solo lavorava con la Scala, ma manteneva
la direzione musicale della London
Symphony, ed era principal guest
conductor a Chicago, dove realizzò
il ciclo delle sinfonie di Čajkovskij.
A Berlino lavorò poi i con i magnifici Filarmonici. usica contemporanea, Wolfgang In questa raccolta ci
anche le sue tre maggiori passioni
operistiche: Rossini, Musorgskij, e
Verdi, con il libretto prediletto, Simon Boccanegra.
MENDELSSOHN, PIANO QUARTETS 1,2, 3, DECCA
Il giovane Mendelssohn – tra gli
undici e i quindici anni – scriveva il
suo Largo e Allegro in re minore (inciso qui in prima mondiale) il Quartetto per pianoforte n. 1 dell’op. 1
e il Quartetto per pianoforte n. 3
dell’op. 3. Allora egli studiava con
Friederich Zelter, seguace di Johann
Sebastian Bach. Ma il suo punto di
riferimento era Beethoven.. Dunque
si nota qui una curiosa mescolanza
ma anche una padronanza tecnica
sbalorditiva per un compositore
così giovane, che sapeva suonare
anche il violino e la viola, dotato
di freschezza compositiva e grande
dominio della forma.
SCARLATTI CAGE, SONATAS,
SONY
David Greilsammer ama l’intrecco
tra musica antica e contemporanea.
Questo percorso intreccia le sonate
di Domenico Scarlatti e quelle (da
Sonatas and Interludes) di John
Cage. Il risultato è una narrazione
vivacissima con uno stile interpretativo è decisamente anticonvenzionale. Sotto le dita di Greilsammer
Scarlatti appare modernissimo, sorprendono la leggerezza del tocco,
la flessibilità del fraseggio, l’ottima
resa delle Sonate di Cage, trattate
con delicata raffinatezza se dinamiche che l’interpretazione. Secondo
vari critici è uno dei cd più belli degli ultimi anni.
Elena Previdi
Le prime opere
del giovane compositore, studiava
Bach ma ammirava Beethoven
Scarlatti -Cage
Un curioso e affascinante intreccio
tra musica antica
e contemporanea
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Pop & Rock
NATALE CON ROBBIE
IL LEAK DI MADONNA
TOP HITS (3 dicembre 2014)
La Classifica di Radio M2O
1 BailandoRemix
Enrique Iglesias
2 Blame
Calvin Harris Ft. John Newman
3 Lovers On The Sun
David Guetta Ft. Sam Martin
4 Five Hours (Don’t Hold Me
Back)
Deorro
5 Heroes
Alesso Ft. Tove Lo
6 Wasted Love
Steve Angello Ft, Dougy From
the Temper Trap
7 Can’t Stop Playing
Dr. Kucho! & Gregor Salto
8 Calabria 2014 Rune RK
9 Dangerous
David Guetta Ft. Sam Martin
10 Prayer In C
Lilly Wood & The Prick
In aldo, ritratto a carboncino di Madonna. basso
Robbie Williams secondo Cristina Ceccherini.
MADONNA.È finito online un pezzetto di un nuovo brano
di Madonna. Apriti cielo oppure mossa calcolata? Secondo
gli esperti è proprio la sua voce, ma soprattutto Guy Oseary
ha messo una taglia sul responsabile di questo incredibile
atto, dunque ci si può credere. La canzone incriminata si
chiama “Rebel Heart”, dovrebbe essere il frutto della collaborazione con Avicii, e l’argomento è uno dei favoriti di
Madonna, il pentimento. Un altro pezzetto ‘rubato’ alla
diva proviene dal brano Wash All Over Me. Dal brandello
di canzone si intuisce un testo niente male. Il nuovo album
di Madonna è ancora previsto per il 2015, ma si attendono
sorprese: dopo il recente bidone di Beyoncè, siamo abituati
ai ritardi.
ONE DIRECTION. Altro che in declino, gli One Direction
sono primi in classifica negli Stati Uniti, nel Regno Unito e
soprattutto in Italia. L’anno scorso non riuscirono nell’impresa di battere Ligabue, ma con l’uscita di Four hanno sbaragliato in un colpo solo sia Vasco Rossi che i Pink Floyd.
Niente da fare invece sui brani singoli. Malgrado le ottime
prove di Fedez e Mengoni, il primo posto continua a essere
di Enrique Iglesias con Bailando.
ROBBIE AND FRIENDS. I Take That e Robbie Williams
escono praticamente all’unisono. L’album dei Take That
nella nuova formazione a tre, sarà disponibile in streaming
solo su Google Play per un mese. Robbie Williams, esce a
sorpresa con il suo almo contenente brani, alcune rarità,
demo e b-side. L’album di Robbie si può comprare solo sul
sito del cantante e non sarà conteggiato nelle classifiche.
STRENNE NATALIZIE. Per i patiti della dance, andate sul
sicuro con Pitbull, David Guetta e Rick Ross. Per gli amanti
delle voci femminili da sentire in auto, regalate Biophilia
Live di Björk, e la Platinum edition di Beyoncé. Alle donne
che amano sentire voci maschili in macchina regalate il best
of di Tiziano Ferro e “Guerriero” è la migliore canzone di
Marco Mengoni. Oppure non sbagliate portando in dono
un riciclone dei Modà, un riciclone di De Gregori, un riciclone dei Queen.
Riccardo Trinchillo
21
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
TopNightlife
TOP NIGHTLIFE
i
Gossip, protagonisti, news,
eventi e curiosità selezionate dagli
autori del nostro tv reality show
16
22
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
TopNightlife
LA DUCHESSA RIBELLE E’ mancata qualche settimana fa all’età di
88 anni la diciottesima Duchessa
d’Alba, la nobildonna più titolata al
mondo. María del Rosario Cayetana
Alfonsa Victoria Eugenia Francisca
Fitz-James Stuart y de Silva Falcó y
Gurtubay, aveva più titoli persino
della regina Elisabetta d’Inghilterra. La Duchessa si è spenta nel suo
palazzo di Dueñas a Siviglia. Insignita di oltre 40 titoli nobiliari (di
cui cinque di Duchessa e 18 di marchesa), poteva vantare anche quello
di XXI contessa di Modica, comune
della Sicilia, un titolo nobiliare nato
durante la dominazione spagnola
nel sud dell’Italia. Lascia agli eredi
un’ingente fortuna, stimata in 600
milioni di dollari. La ‘Duchessa ribelle’, come è stata ribattezzata per
la sua personalità anticonformista,
aveva tre matrimoni alle spalle e una
lontanissima parentela con Winston
Churchill e con la principessa Diana.
PREMIO FIUGGI 2014 Sono stati
consegnati lunedì 1 dicembre, in una
cerimonia presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, i riconoscimenti della quinta edizione del Premio Fiuggi-Storia. Il Premio, questo
anno dedicato al giornalista Franco
Giustolisi, è promosso dalla Fondazione “Giuseppe Levi-Pelloni” in collaborazione con il Comune di Fiuggi.
Aldo Cazzullo con “La guerra dei
nostri nonni” (Mondadori) e Vittorio Sgarbi con “La lunga avventura
dell’arte. Il tesoro d’Italia” (Bompiani) sono i vincitori della quinta edizione del Premio FiuggiStoria per la
saggistica. Per la sezione biografie il
riconoscimento va a Gabriele Mammarella per il libro dedicato alla vita
di Bruno Buozzi, operaio e sindacalista, “Bruno Buozzi. 1881-1944. Una
storia operaia di lotte, conquiste e
sacrifici (Ediesse). A Milena Agus e
Luciana Castellina il premio per la
sezione romanzo storico per il libro
“Guardati dalla mia fame” (Nottetempo). Per la sezione Multimedia:
1914-1918 Grande Guerra. 20 documentari presentati da Paolo Mieli,
prodotti da Rcs e da Rai Storia con
la conduzione di Carlo Lucarelli e la
consulenza storica di Antonio Gibelli
e Mario Isnenghi. Per la sezione inediti: I Nievo e la Storia, una passione
di famiglia a cura di Ugo M. Olivieri.
(Gaspari-Udine).
ARTE E VIP Un cocktail party di
successo all’hotel Baglioni di Milano
promotore del concorso “ #26modiperfarearte”, ideato e realizzato dallo showman milanese Vittorio Gucci.
Giovani talenti nascosti tra i 18 e i 26
anni messi alla prova per trasformare
il loro estro in un oggetto di design.
Protagonisti della serata: la tronista
Veronica Ranieri con il marito Marco
Bianca, il vocalist e conduttore radiofonico Dr. Feelx, l’attore Franklin
Santana, Marika Fruscio, Raffaello
Tonon e il giornalista sportivo Paolo
Colombo.Sponsor ufficiali: Olfi e Riviera Wodka.
LA CUCINA TRANDY L’ipermercato Auchan di Pescara ha ospitato la
showgirl Randi Ingerman, designer
della sua nuova linea di accessori
per la cucina “Trandy” e uno show
cooking dedicato alla Cucina della
Salute. Dopo aver scoperto di avere
diverse intolleranze alimentari, la
Ingerman ha riadattato la sua cucina
cercando nuove soluzioni e ricette.
E’ nata così la linea “Trandy”, con
accessori interamente realizzati in
silicone alimentare per diversi tipi di
cottura come quella al vapore, progettati per velocizzare i processi di
cottura e diminuire l’utilizzo di burro e olio, oltre ad essere conformi alle
normative CE e FDA.
JOKER Il cantante Giacomo Voli,
medaglia d’argento alla scorsa edizione di The Voice of Italy ce l’ha
fatta. Ha finalmente un gruppo e sta
cominciando a lavorare al suo primo
album. Sulla sua pagina Facebook le
date dei concerti 2015.
EAT PERU’ Grande successo della
settimana dedicata alla cucina peruviana da Eataly a Milano organizzata
dall’Ufficio Commerciale del Perù.
Cebiche, Quonoa, Causa Limena
sono stati preparati dallo chef stellato Victor Gutierrez, insieme allo
chef peruviano Rafael Rodriguez,
con Sheilla Diaz, insieme ai colleghi
italiani Luca Mozzanica e Giovanni
Cattaneo. Sul palco dello Smeraldo, il
musicista Jaime Cuadra, danze caratteristiche peruviane sulle note musicali di Concheperla e di Trujillo de
mis amores, accompagnati dal vivo
dal vivo con chitarre, trombe e caiòn.
Davide Bellaccomo
A sinistra, lo stemma della Duchessa d’Alba, danze e piatti del Perù, Giacomo Voli,
Vittorio Gucci, Randi Ingerman.
Guarda due puntate di Top Nightlife su
www.youtube.com/watch?v=pBVku9vhiVs
23
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno1
CAPODANNO
IN SICILIA
i
24
Tremila anni di storia da
scoprire in una notte o poco
più. Fra aranceti, vulcani e
templi, un tripudio di sapori
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno1
S
e salta qualcosa all’ultimo momento, se si voleva restare a casa e
invece il 31 dicembre si decide di
partire per non si sa dove, scegliete
la Sicilia e non ve ne pentirete.
Il Capodanno sarà tiepido, allegro
e profumato di arancio ad ogni passo. Nqturalmente è bene ricordare
che la Sicilia è un’isola molto grande, dunque è sempre bene scegliere
un itinerario e un tema di viaggio :
artistico o enogastronomico o paesaggistico, per non ritrovarsi ore e
ore in auto a litigare col navigatore.
Le meraviglie di Palermo
Se volate a Palermo, la zona giusta
per cercare un hotel o un bed e breakfast è quella dietro la Cattedrale,
nel centro storico. A pochi passi si
trovano tutte le principali attrazioni
della città, dai monumenti al teatro
dell’Opera, dalle chiese ai pittoreschi mercati. Palermo è un punto
di partenza ideale se non si è mai
stati in Sicilia. Sapevate che Palermo oltre ad essere una città magnifica, ricca di storia, è anche una
delle capitali mondiali dello Street
Food? Naturalmente qui il cibo da
strada è frutto di tradizioni secolari. Dunque prima di godersi fuochi
artificiali e mortaretti un po’ in tut-
te le strade e le piazzette, potreste
optare per un Cenone veramente
alternativo, costituito da un apericena con walking tour della città e
itinerari non convenzionali. Tra le
viuzze di Palermo si possono assaggiare 5 diversi cibi da strada a scelta
tra varie specialità come lo sfincione, le panelle e crocchè, le arancine
ed il pane con la milza. Le specialità
culinarie si degustano presso notissime friggitorie, venditori ambulanti e taverne palermitane, tutti luoghi
sconosciuti al turismo di massa che
al massimo entra in qualche pasticceria a comprare i cannoli con la
ricotta. Se si preferisce un walking
tour diurno, le fermate raddoppiano, perchè saranno aperti anche i
mercati rionali. Il percorso ideale
comprende Piazza Verdi, mercato
del Capo, Chiesa dell’Immacolata
Concezione, mercato di S.Agostino,
mercato della Vucciria, Quattro
Canti, Piazza della Vergogna o Pretoria, Piazza Bellini, mercato di Ballarò e la Cattedrale.
Noleggiando un’auto, da Palermo
si può raggiungere facilmente la
città di Monreale con la sua cattedrale, il Duomo, eccezionale esempio dell’architettura normanna con
i suoi splendidi mosaici a fondo
d’oro di derivazione bizantina. Se
spunta il sole, si può fare una passeggiate nel vecchio borgo di pescatori di Mondello, con spiaggia e
un mare cristallino, poi godersi un
piatto di spaghetti coni i ricci. Da
Palermo si può partire per visitare
la costa settentrionale. Le campagne
intorno a Palermo sono molto suggestive e ricche di agriturismi e bed
e breakfast accoglienti e affascinanti. Sedendo al tavolo di qualche bar
non è difficile fare amicizia e se si
più fortunati si può anche essere invitati per il brindisi in un casale in
campagna, dove regna un’atmosfera familiare straordinaria, percepire
il sapore autentico della Sicilia.
Fra aranceti e templi
Trapani ha un ottimo aeoroporto
dove si può atterrare in alternativa a
Palermo- Punta Raisi, soprattutto se
si vuole invece visitare la zona delle saline e dei mulini a vento, dirigendosi poi verso Agrigento, l’area
archeologica della Valle dei Templi
o gli aranceti a perdita d’occhio di
Ribera. Da questa parti ci sono molte offerte interessanti da cogliere: se
non spaventa il mare, Capodanno si
può fare a Favignana o a Levanzo
e Marettimo. Altrimenti si possono visitare paesini di pescatori e
grotte naturali, si può mangiare a
Sant’Angelo Muxaro, oppure scovare gli agriturismi aperti d’inverno dove si acquistano specialità locali o si viene accolti dai pastori che
offrono l’esperienza ‘mungi il tuo
cappuccino’ o ‘scola la tua ricotta’.
Se il bel tempo prosegue, bastano
poche ore di viaggio per raggiunere
luoghi famosissimi e incantati come
la città medioevale di Erice o Selinunte e Segesta con il suo tempio e
teatro greci.
Dal mare al vulcano
Se si arriva in volo o in auto a Catania, vale la pena di spendere un
25
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno1
Fra mare e vulcano, architettura barocca e masterclass di cucina
26
giorno prima o dopo San Silvestro per visitare le tradizionali mete turistiche, come Taormina. Ma qualcuno va anche
d’inverno nella Valle del fiume Alcantara, un luogo antico
e pieno di fascino, con alberghi e resort a due passi dall’Etna, dagli interni caldi ed accoglienti in perfetto stile agreste,
che riescono ad esaltare, con gusto e raffinatezza, i profumi e le tradizioni degli uomini di un tempo. E’ di sicuro
un Capodanno insolito quello che si può trascorrere sulle
pendici dell’Etna, con una splendida vista su Taormina e
il mar Ionio. La struttura in pietra lavica, il paesaggio del
vulcano spesso fumante e dalle cime innevate, e l’intenso
blu del mare donano a questo luogo un’atmosfera incantata,
sospesa tra cielo e terra. Tra le esperienze più curiose da vivere, la visita Monastero dei Benedettini di San Nicolò d’Arena seguita da masterclass di cucina siciliana. Il sito, oggi
patrimonio Unesco, è un luogo dalle molte anime in cui, tra
gli splendori dell’edificio barocco, trovano spazio i resti di
una domus romana, le sforzose cucine settecentesche. Oggi
l’edificio accoglie una eclettica coffee house e una scuola di
cucina. Dopo un’affascinante passeggiata tra i severi corridoi e chiostri, sarà il momento di immergersi nei sapori della ricca cucina dei monaci di Sette e Ottocento: con l’aiuto di
uno chef si prepara un menu ispirato ad alcuni dei piatti di
cui i monaci erano più ghiotti, tra cui i famosissimi arancini
o i Seni di Vergine e ancora cannelloni, caponata, panzerotti
al formaggio, involtini. Infine, il pranzo, il momento in cui
godere dei piatti preparati, bevendo un buon vino dell’Etna e ascoltando delle abitudini alimentari dei monaci, dei
loro sontuosi pranzi, di strabilianti ricette e della “leggenda
nera” che li avvolse.
Per la notte di Capodanno, se si è invitati in una casa qualsiasi capiterà di ritrovarsi a tavola per ore, fra piatti di pesce
spada fritto e profumato da aromi, arrosti, timballi di melanzane, arancini, pasta con le sarde. Il panettone ci sarà,
ma soffocato da vassoi di dolci di mandorla, cassate, cannoli
e bombe di ricotta. Se la meta è il ristorante, i più eleganti
sono a Taormina ricca di storia e di fascino, ideale per chi
ama non solo l’arte, ma anche lo shopping e la vita notturna. Oppure a Catania dove è un piacere perdersi nel suo
affascinante centro storico. Se preferite i centri piccoli da
raggiungere in giornata, scegliete il brindisi di mezzanotte
Architetture barocche nelle cattedrali siciliane. Il
mare cristallino di Stazzo, frazione di Acireale (CT)
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno1
Tour di Modica in Fiat ‘500 per degustare il famoso cioccolato
Alcamo o Camporeale. A Catania, se nei giorni di festa piovesse pio molto, si può fare una visita davvero insolita, ad
una vecchia cartiera, nata nell’isola nel 1975 per iniziativa
di un mastro cartaio fabrianese insieme ad alcune famiglie
siciliane. Colà si possono ammirare prestigiose carte prodotte per il Vaticano, il Presidente della Repubblica italiana,
Ferrari, Gorbaciov, Reagan ed Enciclopedia Treccani. Viene
mostrato dal vivo tutto il processo produttivo che trasforma
la cellulosa e il cotone in foglio di carta. Infine, nel laboratorio si realizza con le proprie mani un foglio di carta con l’aiuto di un mastro cartaio. A conclusione della visita un’abile
artista crea dal vivo splendide realizzazioni artigianali, che
potranno anche essere acquistate. Tra gli agriturismi più conosciuti di questa zona, l’Azienda Agrituristica Tarantola
dei Conti Testa, notissima per location elegante e raffinata,
l’atmosfera aristocratica tra le colline di ulivi e vigneti. L’azienda è rinomata anche per la produzione di olio e vino,
premiato anche a livello internazionale.
Le maestose pendici dell’Etna, da scoprire in escursione guidata. Sotto, mercato del pesce di S. Agata
Fra le città barocche
L’ultima proposta di itinerario si dipana nella zona sud
orientale della Sicilia, dove è possibile visitare alcune delle
più importanti città barocche siciliane, effettuare escursioni
naturalistiche a piedi, a cavallo o in mountain-bike, alla scoperta delle incontaminate cave dell’altopiano Ibleo, oppure
passeggiare su alcune delle più belle spiagge del litorale.
A poca distanza dai siti archeologici di Cava Ispica ci sono
vari agriturismi e masserie dell’800, dove si possono gustare i profumi e sapori più autentici della Sicilia. Le escursioni e le visite di particolare interesse in zona sono: Siracusa
con il suo incredibile centro storico, Ortigia. E le cittadine
barocche di Modica, Ragusa Ibla, Scicli e Noto. Per un’esperienza tra amici, il tour di Modica a bordo della mitica Fiat
500, si visitano i luoghi più tipici e meno turistici di Modica. Si attraversa il centro storico, caratterizzato dalle molte
costruzioni religiose tra cui l’imponente Chiesa Madre di
San Giorgio e il Duomo di San Pietro. Attraverso le strette
stradine del borgo antico, poi, si raggiungono i punti punti
della città alta da cui ammirare il Castello dei Conti di Modica e la famosa Torretta dell’Orologio.
Giuseppe Giordano (foto di Martina Barbagallo)
27
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno2
CAPODANNO
A MADRID
i
28
In bicicletta, tapando fra i
bar e ritrovi in stile hipster
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno2
C
apodanno a Madrid vuol dire
tutto e niente per chi non conosce
la città, chi non distingue barrio da
barrio, chi non conosce locali, negozi, i posti giusti dove bere, mangiare, oziare in attesa della mezzanotte,
del brindisi e del brivido, di qualcosa di speciale da portarsi a casa.
I luoghi della movida storica alla
Almodovar non ci sono più. Eppure
qualcosa succede sempre.
Mi accoglie Celia, la mia bellezza
bruna che mi guida ogni volta che
atterro a Madrid, la capitale più alta
d’Europa, dunque le temperature
sono sempre intorno a zero gradi,
in questo periodo.
E’ lei che di giorno mi porta al Paseo
del Prato, in giro per musei (Prado
e Thyssen-Bornemisza), tra le fontane, i giardini e gli orti botanici. Al
sabato sera mi porta nelle birrerie
del barrio di Malasaña, nei caffè di
Salesas e a triBall per bere qualcosa
di speciale. In estate andiamo in giro
in biciclietta, partendo dai quartieri
del Primo Novecento a nord della
Gran Via e da Tri-Ball, la zona intorno a Calle Ballesta, formata da Valverde, Desengaño e Corredera Baja
de S. Pablo dove negli anni ‘80 regnavano la prostituzione e l’eroina
e adesso è scoppiata una nuova mo-
vida underground. Invece dei soliti
negozi si vedono multistore dove si
acquistano contemporaneamente
fiori e abbigliamento, caffè e biciclette, mojito e pezzi di arredo per
la casa. In attesa del calar del sole,
mi piace oziare ai magazzini El Corte Ingles o in Calle Serrano affollata
di madrileni in festa fermandomi a
gustare crocchette di patate o funghi, e il famosissimo jamon iberico,
prodotto con la carne di maiali neri
che si nutrono solo di ghiande di
quercia. Al mattino invece mi perdo
volentieri nei mercati: a San Anton,
a San Miguel, a Plaza de Colon.
Spiego a Celia che devo scrivere
qualcosa per chi non volesse fare
il solito Cenone di Capodanno in
albergo, con paella e spettacolo
di flamenco, ma preferirebbe un
S.Silvestro più underground, più
itinerante da un luogo all’altro, da
un barrio all’altro, seguendo l’ispirazione o meglio ancora la gente,
ecco i posti dove avventurarsi come
una semplice coppia di turisti stranieri che non conosce animaviva
su questo lato del Mediterraneo.
Bastano poche ore per mettere insieme un’agenda di contatti da fare
invidia a un pr, per conoscere gente del luogo e andare a caccia di
gossipe e top secret: per esempio
cosa ci sarà alla grande mostra su
Picasso nel 2015, che lo porterà dentro al Prado, fra le collezioni d’arte
antica.Cosa stanno allestendo tra
le antiche sale dell’austero museo.
Girando con una bicicletta in affitto,
tapeando (da tapas, stuzzichini da
aperitivo) in perfetto stile hipster,
è facile rimorchiare un invito da
qualche parte per il brindisi di mezzanotte.
La prima tappa obbligatoria per aggregarsi a qualcuno per mangiare
insieme è Malasaña, bisogna andarvi al calar del sole. Un buon posto è
la Bicicleta Café di piazza San Ildefonso, ove ci si fa tentare dall’insalata Tour de France o dal sandwich
Pantani.
Se vi piace la gente vintage, meglio rivolgersi al vicino Kikekeller,
un’ex sartoria diventata galleria
d’arte, emporio di antichità e design
che alle 7 di sera diventa un bar. Un
vestito di vecchia griffe, un accessorio particolare sono l’esca giusta per
attirare gli esigenti frequentatori.
In alternativa, Gorila di Tato Repetto, dove tost e cappuccino si ordinano a qualsiasi ora del giorno e della
notte.
Se fosse aperta, la libreria d’arte
Panta Rhei, tra Chueca e Malasaña,
è un altro posto per attaccare bottone con qualcuno e aggregarsi allegramente a singoli e gruppi che
si preparano per una serata tutta
da reinventare. Il che è facilissimo,
quando ci si muove tra ex macellerie dove ora si vendono libri a peso,
e tra piazzette invase da designer
senza atelier ed ex bordelli trasformati in spazi creativi e bed & breakfast.
I gay, mi spiega Celia, dovrebbero
andare invece diritti a Chueca e magari vedere se c’è qualcuno, a poche
ore dal Capodanno, che bazzica in
calle Hortaleza, intorno alla libreria
con scuola di cucina Apunto. Tutto
23
29
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Capodanno2
intorno è pieno di gastrobar, dove si possono degustare
tapas gastronomiche tradizionali o innovative, come la
tortilla al calice, vale a dire la tortilla di patate sparata col
sifone alla maniera del superhef Ferran Adrià.
In certi posti si mangia nelle scodelle di latta, in altri nei
piatti ma sotto un cielo di fermagli per capelli da flamenco
(Estado Puro). Da Paolo Concero il piedino di maiale si
serve con tagliolini di seppie.
Nei posti più in si serve orma solo cucina peruviana firmata Gaston Acurio o cucina fusion, anche se la migliore
fusion ispano-giapponese Nakeima. Ma quella conviene
degustarla di giorno, con calma, magari nel silenzio del
giardino del Museo del Romanticismo.
Ora infatti viene l’ora giusta per spostarsi ad Anton Martin, il quartiere neohipster di Madrid, andando dritti nelle
stradine intorno a calle Santa Isabel, tra il barrio di Lavapiés e Letras.
Si va a caccia di nuovi amici nella storica drogheria Casa
Gonzales, del 1931, con wifi e un banco da wine bar. Per
questa sera (ma solo per questa) lasciar perdere un angolino prezioso quando piove, il Cine Doré, un pezzo di architettura del 1920 che svela al suo interno un bar d’antan
e una libreria sul cinema.
Meglio dirigersi nel nuovo posto top del barrio. No, non è
La Fugitiva, la libreria ideale per mattinate single a base di
torta e caffè, libri e wifi. Meglio un giro davanti a Fabrica
Café, nella vicina calle Alameda, dove si danno appuntamento quelli che amano comprare nello stesso posto fiori,
caffè, borse, gioielli e riviste.
30
Se volete avventurarvi nel barrio che guarda verso il fiume
Manzanares, attenzione ai percorsi e soprattutto a non lasciar la bici lontano dallo sguardo se si prosegue tapeando
di gastrobar in gastrobar.
Alla mezzanotte si può brindare in una casa, in un bar o
in un cafè a una festa privata, oppure si può andare in una
delle tante piazze dove si brinda tutti insieme, per ersempio Plaza Major. In tal caso bisogna attrezzarsi con tutto
l’occorrente per propriziare davvero un buon anno: una
bottiglia di Cava, lo spumante nazionale prodotto in Catalogna e un sacchetto o un contenitore con “las uvas de
la suerte”, cioè 12 acini d’uva a testa, da inghiottire uno
dopo l’altro allo scoccare degli ultimi secondi che indicano
la fine dell’anno.La leggenda narra che nei primi del 900’,
a causa di una abbondante produzione di uva, i viticultori, nel tentativo di disfarsi dell’eccedenza, inventarono
che consumare questo frutto a fine anno avrebbe portato
fortuna. Altra tradizione, è quella di brindare numerose
volte durante la noche loca, come viene soprannominata
dagli spagnoli, discoteche e bar sono aperti fino all’alba.
Prima di andare a dormire, quando si leva il sole, cioccolata calda con i famosissimi “churros”. Se l’avventura
underground sulle due ruote non soddisfa troppo, si può
sempre tornare alla tradizione e tirar fuori quella benedetta prenotazione online al ristorante che si era fatta per tempo mesi fa, scegliendolo dal numero di recensioni positive
di qualche sito.
Se il nome gettonato e prenotato in tempi non sospetti e
con tanto di acconto su carta di credito, è per caso il primo
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
In queste
pagine,mmagini
di Madrid
durante il
Capodanno. In
basso, osterie e
giardini, l’ora
di punta dello
shopping
che si è trovato, a due passi da Plaza Major, chiamato Casa
Botin, meglio non farlo sapere troppo in giro che si è stati
tanto fortuntati da trovare due posti a Capodanno.
La famosissima Casa Botìn, è, stando al Guinness dei Primati, il ristorante più antico del mondo (l’ anno di fondazione è il 1725, può competere insomma con il Caffè
Florian di Piazza San Marco a Venezia), dove si dice abbia
servito come lavapiatti, prima di diventare uno dei più
grandi pittori spagnoli, un giovane chiamato Francisco
Goya. Il ristorante è specializzato in cucina castigliana,
dunque attenzione alle gaffes. La specialità della casa è il
Cochinillo Asado, ovvero il maialino da latte arrostito al
forno, bisogna perà farlo precedere dalla famosa selezione
di prosciutti (jamon) di Casa Botin serviti con vini specialissimi che si replicano in accompagnamento ai dolci.
DORMIRE A MADRID
Dormire: oltrei ai moltissimi bed & breakfast a Madrid sono
anche i Room-Mate, boutique hotel dallo stile informale. Ogni
hotelito segue alla formula delle 5 D (dormir, desayunar, ducharse, design e divertirse) voluta dall’ex fantino e fondatore del
network Kike Sarasola. Da Madrid dove i Room Mate sono 4, il
brand si è esteso a Buenos Aires, Città del Messico, Amsterdam,
Firenze e Miami. Only You è un palazzotto d’epoca di Chueca,
con vasi cinesi, stucchi d’antan e patio con la luce naturale,
progettato da Lazario Rosas Violan. Classico-chic, buon gusto e
buon servizio . Info: www.spain.info, www.esmadrid.com
Alessandro Chiara
Capodanno2
SCOPRIRE A MADRID
Hammam Al Ándalus, è un bagno turco a Madrid; e
già questo vale la curiosità di una sbirciatina. Dentro un sistema di bagni freddi, caldi e caldissimi, e
un hammam, il tutto arredato in stile arabo, come
la musica da ambiente, e completato da profumi da
aromaterapia e tisane da erboristeria.
Ottimo per risvegliare i sensi dopo una giornata in
aeroporto o per sognare prima di tornare a casa.
Gau&Café è quasi un indirizzo segreto. Si scopre che non ci sono quasi turisti: si resta incantati
a bere un cocktail con vista sui tetti di Madrid. Si
trova in cima alla Escuelas Pias, una vecchia università: è bello, eccentrico con una vista mozzafiato
sulla città. Il ristorante si trova al quarto piano ed è
servito da ascensore.
Galería Javier López non si trova nel centro di Madrid, ma nell’elegante quartiere di La Florida. L’edificio è modernista, la galleria ospita una bella
collezione di artisti contemporanei, che vanno da
Hiroshi Sugimoto a Alex Katz. Anche questo è un
buon posto se volete conoscere madrileni colti e interessanti. E’ un luogo ideale anche per concedersi
un momento di tranquillità, lontano dalla frenesia
del centro della città.
(A.C)
31
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Food & Co
S
ono due i grandi protagonisti della tavola delle Feste, il tartufo, ospitabile in
tutte le portate dall’antipasto in poi e il torrone, una ghiottoneria assoluta che ha
conquistato milioni di fans in tutto il mondo e ogni anno tenta di insidiare il trono
del panettone, grazie alla grande diffusione delle feste e sagre diffuse in tutta la
Penisola. Tra queste l’evento top è come sempre la Festa del Torrone di Cremona,
giunta alla 18° edizione, ed è stato uno degli eventi più importanti dell’Inverno
2014. Negli ultimi giorni di novembre Cremona si è riempita come sempre di migliaia di appassionati, giunti anche grazie all’iniziativa “50 città per la Festa Del
Torrone”. La splendida città lombarda vanta quest’anno, fra i vari patrocinii, anche
quello prestigioso di Expo 2015 al fianco del simbolo di Regione Lombardia. Dunque in questa edizione particolare Cremona ha veramente superato sè stessa per
la particolarità e la spettacolarità degli eventi. Sono stati 9 i giorni di festival ricchi
di intrattenimento, profumi, sapori, immagini e spettacoli, oltre 160 gli eventi in
programma e centinaia le degustazioni gratuite presso gli stand di produttori arrivati da tutte le regioni d’Italia. Si è rinnovato anche il gemellaggio con Giffoni
Experience, 18/27 luglio 2014 una delle più importanti rassegne internazionali del
cinema dedicata ai ragazzi.Il tema di quest’anno è stata la multimedialità, dunque
il protagonista più ammirato è stato IBM Watson, il più avanzato sistema di intelligenza artificiale capace di interagire con l’uomo e di reinterpretare le ricette del
torrone in maniera originale.
Per gli amanti del torrone, diciamo subito che il tripudio di varianti non basta mai.
Il torrone si fa gelato, si nobilita con pistacchi, cioccolato, caffè, limoncello, frutti,
mostarda piccante. Ma la vera star della festa sono state le sculture giganti di Torrone realizzate da Sperlari, sponsor dell’evento, alte oltre 4 metri, a forma di violino, libro musicale, barra gigante di torrone. Ovviamente il festival cremonese non è
solo una festa per golosi, ma anche un appuntamento che riunisce appassionati
di arte e storia, giunti a migliaia per assistere alla rievocazione del matrimonio
tra Francesco Sforza e Maria Bianca Visconti seguito da un corteo con oltre 150
figuranti che ha sfilato per le vie del centro storico della città tra le acrobazie degli
sbandieratori, musicisti e le figure delle splendide dame e dei cavalieri.
Fiorella Bergami
L’ORO BIANCO
32
Per qualcuno è il candido torrone
artigianale cremonese duro o morbido, piccante o salato. Per altri è il
tartufo dal cuore color avorio, il re
della tavola delle Feste
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Food & Co
Nel regno della mostarda, da degustare con bolliti o mascarpone
Naturalmente a Cremona non si va
solo per la Festa del Torrone e naturalmente non si va solo a dicembre,
ma tutto l’anno. Perchè il cibo da
queste parti è davvero straordinario
e di gran lignaggio.
La cucina cremonese è di antica origine. Basti pensare che molte ricette
che si degustano oggi, erano già presenti nel ricettario quattrocentesco di
Bartolomeo Sacchi, detto il Platina:
già, se il primo libro di cucina della
storia è stato stampato proprio qui,
ci sarà un perchè.
I prodotti piu’ noti della città sono
il torrone e la mostarda: il primo fu
ideato in occasione delle nozze tra
Bianca Maria Visconti e Francesco
Sforza nel 1441.
La seconda risale al 1604 ed è fatta
con i frutti interi o a grossi tocchi cotti nell’acqua e zucchero e poi ripassati nella senape.
L’abbinamento più azzeccato della
mostarda è con il lesso o con la crescenza e il mascarpone.
Nobili ricette a parte, la cucina cremonese più gustosa è quella conta-
dina, usa i latticini e la parte grassa
del maiale, dal quale si ricava il salame di Cremona, il più antico salame
lombardo, che si serve come preludio a piatti robusti come i marubini,
grossi ravioli cotti nel brodo di vari
tipi di carne bollita.
Per gli stomaciforti sono imperdibili
la zuppa di pane con animelle e fegatini e il cotechino, un insaccato di
maiale servito con lenticchie e polenta. Anche la carne d’oca trova un gustoso impiego in cucina: si propone
in briseule (braciole d’oca), mentre
il brodo dei ritagli serve epr accompagnare la trippa.
La cucina della provincia presenta
delle varianti altrettanto gustose:
nel cremasco 54 comuni difendono i
loro tortelli di zucca con ripieno dolce, vale a dire i amaretti, uva sultanina, buccia di limone, grana. Il risotto
di zucca va fatto seguendo la ricetta
di Casalmaggiore.
Sono interessanti anche le preparazioni di ortaggi, in particolare le
bietole con cui si prepara un’ottima
parmigiana e le radici bianche di
Soncino.
A ciò va aggiunta la celebre produzione del
melone di Casteldidone.
Oltre al torrone, tra i dolci vi sono il bussolano di
Soresina, la spongarda
di Cremona e la polenta
dolce.
SHOPPING DI GUSTO
SOTTO IL TORRAZZO
La mostrada di Cremona
si trova insieme a torroni
e affini alla Sperlari (via
Solferino, 25), la pasticceria da cui è nata l’omonima
azienda e che oggi conserva gli arredi e i
mobili del XIX secolo (è uno dei Locali
storici d’Italia).
Restando in tema di dolci, vi segnaliamo
la pasticceria Lanfranchi (via Solferino,
30) con prelibatezze di tutti i generi e
specialità come il pan Cremona, una
torta ricoperta di cioccolato, “brevetto”
della pasticceria stessa.
Eccellenti pane e pasta fresca, crostate,
panettoni e colombe in occasione del Natale e di Pasqua, li trovate da El furneer
(via Bergamo, 9).
Andando, invece, sul salato, la salumeria Ambrogio Saronni (corso Mazzini,
38) è celebre per il cotechino alla vaniglia
e il salame all’aglio. Gina Pompei
23
33
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Food & Co
Anche il tartufo bianco, che allieta la tavola delle festa con il suo caratteristico profumo
di bosco, è inserito da tempo nella categoria dei preziosi. Fiere e sagre lo celebrano nel
corso dell’autunno in molte regioni italiane. Solamente dalla preziosa zona padana (oltre 1000 km quadrati) è possibile rinvenire ognuna delle nove specie di tartufi ammesse
al consumo e quindi al commercio (dalla legge italiana). Una delle fiere più vicine al
Natale è quella che si tiene ogni anno in Oltrepò a fine novembre a Casteggio, presso le
strutture fieristiche di Oltrexpo nella ex area Truffi.
Questa terra è ritenuta una delle poche “isole felici” di tutta la penisola, connotandola
come unica zona tartufigena al alta vocazione e potenzialità produttiva della Lombardia, poichè le altre zone tipiche di raccolta sono il Piemonte, l’Umbria, le Marche e alcune aree del Triveneto e del Mezzogiorno. Inoltre proprio qui nel 1831 Carlo Vittadini,
assistente presso la facoltà di Botanica dell’Università di Pavia, pubblicò la sua Monographia Tuberacearum, studiando i funghi ipogeni e i tuber. Vittadini successivamente
diventò il fondatore della Idnologia, branca della Micologia che studia i funghi ipogeni,
quali i tartufi.
I tipi di 3 Tuber conosciuti in precedenza e rimasti tali per millenni, diventarono 60,
raggruppati in una nuova sistematica catalogazione comprendente bel 12 generi, dei
quali 11 sono tuttora in vigore. Inoltre Vittadini riferisce che il luogo del ritrovamento
del primo tartufo bianco pregiato inserito nella sua ricerca è Calcababbio, l’attuale Lungavilla. La manifestazione, organizzata daClastidium e A.R.T.O.P. (Associazione Ricercatori Tartufo Oltrepò Pavese), è stata una kermesse ricca di intrattenimenti, interventi
di specialisti, esibizione delle diverse varietà di tartufo, gare dei cani da tartufo con
premiazione finale e degustazione dei prodotti tipici lombardi.
Anche quest’anno Casteggio è stata portavoce del prezioso tubero, diamante delle cucina italiana, tipico prodotto autunnale, presente nella varietà nero nella zona pedemontana dell’Oltrepo Pavese e nella più pregiata varietà bianco, nella zona rivierasca del
Grande Fiume Po. Alla 30° edizione la Fiera del Tartufo e del Miele, la più antica manifestazione dell’Oltrepo Pavese, i visitatori lungo un percorso hanno trovato i “tartufai”,
lieti di proporre i tartufi appena “scoperti” in un tripudio di profumi, la “magica aria
afrodisiaca” che il tartufo ispira a tutti i suoi estimatori.
Insieme al tartufo la fiera di Casteggio ha proposto anche banchi dedicati ai funghi, in
primis il porcino e alle altre produzioni tipiche dell’Oltrepo Pavese e dell’enogastronomia del territorio; prima di tutto il miele con i suoi produttori biologici quindi il salame
di Varzi, gli insaccati, i formaggi, la frutta e la verdura, i dolci e le conserve. Questa edizione ha dato spazio anche le aziende vitivinicole dell’Oltrepo Pavese.
Il tartufo è valorizzato in cucina da decine di preparazioni: fra le più semplici e straordinarie, tagliolini all’uovo al burro e tartufo, uovo fritto all’occhio di bue con scaglie
di tartufo, filetto di angus spadellato con tartufo o carpaccio al tartufo. Gli chef hanno
creato preparazioni più complesse, sempre però salvaguardando l’accordo di sapori e di
profumi: in Piemonte fioriscono i tortini di uova e funghi con tartufo, i crostini ai tartufi
bianchi mescolati a caprino fresco o spalmati di burro al tartufo e acciuga. In Lombardia
la fesa di vitello si accompagna a tartufi e funghi in arrosti profumatissimi e delicati. Il
tartufo bianco, nelle ricette delle aree più vicine alla Francia, si trova anche abbinato ad
asparagi, cardi e carciofi stufati e si accompagna a risotti con salsiccia fresca e profumo
di rhum. Per chi preferisce sapori più forti, la versione ‘black’: il tartufo nero tipico delle
regioni del centro Italia come Toscana, Umbria, Marche, che si trova, molto saporito,
anche al Sud, per esempio in Sardegna. Il tartufo nero è perfetto sulle pappardelle con la
caccia (lepre, cinghiale, beccaccia), nella frittata e nel ripieno di arrosti e pollame.
Fiorella Bergami
A destra: immagini della Fiera del Tartufo e Miele di Casteggio (PV)
34
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Wine & Co
iBRINDISI PREZIOSO
Per San Silvestro, i superdry di Astoria,
che propone anche un brut ‘zero alcool’
N
ell’anno di Leonardo e dell’Expo, può essere solo
italiano il protagonista del brindisi di Capodanno. Astoria
Vini ha creato bottiglie che omaggiano la Repubblica Serenissima e le sue glorie, l’Arsenale, le vetrerie di Murano,
le atmosfere barocche ed eleganti dei palazzi sul Canal
Grande. “Arzanà” è lo Spumante Valdobbiadene DOCG Superiore di Cartizze. Cartizze è una piccolissima area nella
DOC Prosecco, vicino a Valdobbiadene, dove le uve di glera
danno la loro migliore espressione. Il gusto è di equilibrata
morbidezza e sapidità, con aromi di frutta dolce e profumi
che richiamano un bouquet generoso di fiori bianchi, pera,
pesca, con un finale agrumato. Il nome Arzanà, citato anche da Dante nell’Inferno della Divina Commedia, è l’antico nome dell’Arsenale, una derivazione del termine arabo
daras-sina’ah, “casa d’industria”.
Si chiama “Corderie” lo Spumante Prosecco Valdobbiadene
DOCG che Astoria ha creato per accompagnare gli aperitivi. Le Corderie erano gli spazi dell’Arsenale dove venivano
manufatte le corde e le cime per le navi mercantili.
Prosecco Extra Dry è il perfetto vino da aperitivo o da brindisi, per il suo equilibrio tra dolcezza e intensità. La raccolta manuale e la pressatura soffice mantengono al massimo
aromi e profumi delle uve. Il gusto è morbido ed equilibrato, con una nota agrumata, e profumi di melone, mela, banana e fiori bianchi.
E per chi non beve? Una novità che lascerà tutti a bocca
aperta. il Cold Wine “Zerotondo” Alcohol Free, fatto per
non lasciare gli astemi senza un calice da alzare. Per loro,
per chi non può bere o per chi ha già bevuto abbastanza,
questo inedito succo d’uva spumantizzato, realizzato da
uve biologiche. E’ il primo spumante d’uva a zero alcohol,
ottenuto da uve a bacca bianca da viticoltura biologica. Non
si tratta di un vino de-alcolato in maniera chimica, ma di un
mosto conservato in appositi serbatoi refrigerati, per evitare il processo fermentativo. Grazie a queste caratteristiche,
Zerotondo Astoria è stato certificato Halal, ossia conforme
alle norme islamiche. Il suo profumo fresco e fruttato e il
sapore delicatamente dolce, lo rendono perfetto da mixare
in originali cocktail analcolici.
Filippo Bortolan
In alto Arzanà, spumante Valdobbiadene DOCG superiore di Cartizze. In basso a sinistra, il Prosecco Extra
Dry perfetto come aperitivo o per il brindisi. A sinistra,
9.5, cold wine Zerotondo alchool free, certificato Halal,
conforme alle norme islamiche.
35
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
SCOZIA: MITI E
RITI DEI CLAN
i
Tartan, haggis, skullsplitter
tra le nebbie delle Highlands
36
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
Le foto di questo servizio sono state
gentilmente fornite da VisitScotland e
Scottish Viewpoint Picture Library
G
li scozzesi lo fanno meglio, ti
spiegano appena atterri a Glasgow.
Il tartan, ovviamente, un grande
classico della moda autunno inverno. E il salmone affumicato, il whisky, l’agnello. E poi c’è il petrolio
Brent, le piattaforme sul mare del
Nord, un fiore all’occhiello dell’economia locale. Ma anche in amore gli
scozzesi se la cavano bene. L’’uomo
più sexy del Vecchio Continente è
ancora Sean Connery, checchè se ne
dica. E ci sono donne molto affascinanti tra le isole battute dal vento.
Prima di andare a perdersi negli occhi azzurri di uno scozzese o di una
bellezza locale dai capelli rame, è
bene saperne di più. Specie se capita di incontrare qualche esemplare
blasonato. Le gaffes sono tollerate,
ma poi arrivano le battute taglienti.
Le tradizioni scozzesi non fanno
parte del bagaglio culturale medio
degli europei del Sud, dunque niente improvvisazioni: occorre proprio
studiare con attenzione i riti dei
clan familiari, se capita di incrociarne uno. Anticamente i clan erano la
cellula fondamentale della società
scozzese e tutt’oggi rimangono un
elemento fondamentale di identificazione di famiglie ed ideologie
politiche e di tradizione. Il sistema
della suddivisione fra clan era basato sulle proprietà terriere. Tanto più
un clan possedeva terreni, tanto più
era potente. Il nome del gruppo era
dato dal cognome della famiglia più
importante che assumeva il ruolo di
clan chief, la cui sede era identificata dalla presenza di un castello o
di un maniero. Come si entra a far
parte di un clan?Non è necessario
avere lo stesso cognome per farne
parte: a volte infatti molti clan chief
sono in contatto con clan che potremmo definire “satelliti” (Septs)
in quanto sono entrati ufficialmente a farne parte pur mantenendo il
loro cognome.Le modalità di accesso ad un clan sono molte, matrimoni ed acquisizioni terriere sono le
più comuni. Cosa contraddistingue
l’appartenenza ad un gruppo? Innanzitutto ogni “famiglia” ha una
sua registrazione presso il Lord
Lyon King of Arms, un’istituzione
in cui sono conservati tutti gli stemmi araldici e dove si trova il registro
delle caste e genealogie dei clan
scozzesi. Essa è la referente e responsabile delle cerimonie ufficiali
in Scozia. Ogni clan possiede tre
elementi di identificazione: il tartan,
lo stemma araldico ed il motto che è
inciso sullo stemma araldico. Il clan
che ci ha spiegato le tradizioni scozzeri è il clan Campbell, uno dei più
antichi e potenti: il suo tartan è di
colore verde ed azzurro con striature gialle. I colori sono riportati sullo
stemma, in cui è anche inciso il motto latino “ne obliviscaris”. Taluni fanno derivare il cognome Campbell
dal francese de Campo Bello, ma è
più probabile l’origine dal gaelico
classico caim beul, cioè “bocca deforme” a causa dell’attitudine caratteriale generale degli appartenenti al
clan a dire espressamente tutto ciò
che pensano, senza riserve. I clan
più famosi sono Fraser, MacKintosh, Mac Donald, Wallace, Campbell.
Ma ce ne sono moltissimi altri, di
cui i membri vanno davvero fieri.
Il tratto distintivo più noto dei clan
è il kilt, il costume tradizionale maschile in tessuto tartan. Il tartan in
Italia viene definito genericamente
tessuto “scozzese”. Ma nessuno sa
interpretarlo. Si tratta di una lana
molto pesante prodotta principalmente nelle Highlands che riporta
un intreccio di quadri con colori differenti a seconda del clan di provenienza. All’inizio - si narra - presentava quegli inconfondibili riquadri
poiché veniva tessuta direttamente
utilizzando e mescolando lana filata a fibre vegetali. In realtà non si
ha alcuna notizia certa della genesi
del tartan, tranne che poteva essere
tessuto con combinazioni di colore
differenti; e questo ben si adattava
allo spirito tribale dei clan. Tuttavia più che per indicare la dinastia
di appartenenza, era un mezzo per
capire immediatamente la provenienza della persona che lo indossava. E’ possibile che alcuni disegni
fossero divenuti popolari in alcune
37
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
aree delle Highlands proprio perchè là era possibile reperire
i coloranti naturali per realizzare quella determinata stoffa.
Fu l’esercito ad adottare per primo il tartan come mezzo di
identificazione, ed era dello stesso colore di quello del clan
Campbell: un tessuto scuro su cui si incrociano blu verde e
nero. La stoffa tartan può pesare da 250 a 550 g al metro.
Ogni clan, ogni famiglia ne possiede uno. E, nonostante l’apparenza inganni, ognuno è leggermente, ma assolutamente
differente dall’altro. I tessuti e i disegni sono diversi anche
a seconda del loro utilizzo: i clan tartan sono usati comunemente dagli uomini; i dress tartan, con i loro colori vivaci e lo
sfondo bianco, sono usati dalle donne. I mourning tartan, si
usano per i lutti; gli hunting tartan, dai colori scuri e smorzati, sono indossati per la caccia o altre attività sportive; i chief’s
tartan, sono indossati dai capifamiglia.
Come nasce questa tradizione? Per assurdo, l’inventore del
kilt non fu uno scozzese ma un inglese, un nobiluomo di
nome Thomas Rawlinson, direttore di una fabbrica siderurgica di Lochaber, che attorno al 1725, al fine di permettere
una maggior libertà di movimento ai lavoratori, fece tagliare
la parte superiore del tradizionale plaid che veniva indossato attorno al corpo, facendo cucire le pieghe che nell’usuale indumento si venivano a formare nella zona posteriore.
Il kilt che vediamo oggi dunque è l’evoluzione di quello antecedente a Sir Rawlinson. La versione antica del kilt infatti
prevedeva un panneggio lungo quindici metri e largo più di
quattro, ripiegato numerose volte nel senso della lunghezza
al di sopra di un’alta cintura di cuoio. Quando calava la notte, per guerrieri e contadini, il drappo si trasformava in una
coperta permettendo di stare caldi e coperti, il che in guerra
era un grande vantaggio. Una delle caratteristiche del popolo scozzese è quella di essere fortemente pratici, per questo
motivo anche una tradizione come quella del kilt nasconde
in realtà delle motivazioni pragmatiche.
Col passare dei secoli il kilt ha modificato un po’ la sua funzione: se prima era poco più si una stoffa avvolta a portafoglio, ed abbastanza lunga da essere poi messa sulle spalle,
oggi si presenta come una gonna a portafoglio con una parte
a pieghe sul retro ed una tesa davanti, che viene fermata con
una pesante spilla,la quale impedisce al gonnellino di alzarsi durante balli o semplicemente movimenti. La spilla può
seguire il gusto del proprietario o contenere richiami allo
stemma del clan. Nelle rare occasioni in cui una donna porta
un abito-kilt, la spilla generalmente è una zampa di coniglio
(considerato portafortuna nei paesi anglosassoni) in argento
con una pietra preziosa incastonata al centro. Si tratta di un
oggetto molto particolare che non soddisfa il gusto di tutte le
donne; per questo motivo infatti che la tradizione ha deciso di essere tollerante verso le giovani scozzesi che preferiscono portare
altri simboli al posto della zampetta. Altri accessori arricchiscono
il costume folkloristico maschile: fondamentale è lo sporran, una
sorta di borsetta realizzata in cuoio dove solitamente si portava
il denaro, posta all’altezza della cintura, niente affatto stretta ma
tenuta morbida sul bacino. Probabilmente, oltre alla funzione di
borsa, esso è un ulteriore accorgimento per impedire al kilt di
sollevarsi. Le calze si portano bianche, tese al polpaccio, con un
bordo che riprende la trama del tartan e due ponpon laterali (o
linguette di cotone a coda di rondine) nel colore dominante della
stoffa. Le scarpe, scure, preferibilmente nere, hanno lacci molto
lunghi che intrecciati, partono da dietro la caviglia, arrivano sotto al ginocchio, in modo da risultare ben visibili sui calzettoni.
La realizzazione del kilt è una tradizione ma anche un’arte. Le
imitazioni sono molte, ma gli originali hanno due caratteristiche
peculiari: il numero di pieghe riportate sul retro della gonna e
la lunghezza. Infatti quando il sarto realizza un kilt generalmente chiede al cliente di inginocchiarsi a terra come per raccogliere
un oggetto: se il kilt sfiora il pavimento parallelamente e non si
trascina, allora è stato cucito a regola d’arte. In caso contrario si
riprende in mano il manufatto facendo le giuste correzioni.
Per la parte superiore non ci sono regole precise. Ovviamente
sono anche le circostanze che dettano i capi, quindi camicie, giacche e anche maglioni possono andare bene. Generalmente il kilt
diventa tutto nero per le cerimonie funebri, senza quindi i colori
del tartan del clan di appartenenza.
LA TAVOLA SCOZZESE
La Scozia è un paese in cui il consumo di cereali e ovini è molto
alto, non bisogna dimenticare che si tratta di un’area cresciuta sulle spalle di coltivatori e piccoli allevatori e di questo la cucina ne
risente molto. Inoltre si trova nella parte nord del Paese, dunque
le rigide temperature hanno favorito una dieta con alto consumo
di alcol e di grassi, che aiutano a sopportare il freddo invernale.
La prima colazione tradizionale è a base di porridge (avena cotta
in acqua e latte), accompagnata da dolcetti originari di Aberdeen: sfogliatine a base di strutto e burro chiamati Aberdeen rowies.
Tuttavia sempre più spesso le abitudini stanno cambiando e alla
tradizionale colazione viene succo di frutta sempre accompagnati comunque da cibi caldi come bacon, salsiccia, sanguinaccio e
uova. Per quanto riguarda il pranzo vero e proprio il piatto tradizionale scozzese è l’Haggis: una specie di cotechino con polmoni,
cuore e fegato di pecora tritati fini, mescolati a farina e cipolla bolliti nello stomaco dell’animale; a volte si può servire anche sotto
forma di stomaco di pecora bollito farcito con cereali (soprattutto
avena) e speziato, servito a fettine accompagnato da patate bollite
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
Più che per indicare la dinastia di appartenenza, il Tartan
era un mezzo per capire immediatamente la provenienza
della persona che lo indossava. E’ possibile che alcuni disegni fossero divenuti molto
popolari in alcune aree delle
Highlands scozzesi, proprio perchè là era possibile reperire
i coloranti naturali che occorrevano
per realizzare quella determinata stoffa.
39
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
ed una particolare specie di rapa chiamata turnip. Questa
viene schiacciata sino a formare una sorta di crema. Il tumip serve per accompagna il pasto arricchendolo di un sapore dolciastro, che contrasta con lo speziato della carne.
Molto famoso è anche lo scotch broth, brodo di montone,
orzo lenticchie e piselli.Tra le carni il manzo è quella più
utilizzata e la più buona: mince and tatties sono i piatti più
conosciuti e sono carne tritata di manzo stufata con purè
di patate. Il pesce è molto consumato, in particolare il salmone sia d’allevamento che selvatico. Il salmone affumicato di solito è servito con succo di limone, pane nero e burro. Tradizionale è anche il Pudding, un miscuglio cremoso
e super calorico preparato facendo cuocere sangue di pecora fino ad arrivare ad un’ amalgama omogenea, tanto
da poter essere affettata e servita con abbondanti spezie.
GLI SCOZZESI FAMOSI NEL MONDO
LA RICETTA DELL’HAGGIS TRADIZIONALE
Ingredienti: 1 stomaco (la sacca),1 fegato di pecora,1 polmoni di pecora,1 cuore di pecora,1 tazza di farina d’avena
2 cipolle, sale, pepe,8 once (1 oncia = c28 grammi)di lardo di montone tritato.Pulire accuratamente lo stomaco e
lasciarlo per tutta la notte in acqua fredda salata. Girare
verso l’esterno la superficie rugosa. Mettere fegato, polmoni e cuore in una casseruola con acqua; portare a bollore e
far sobbollire lentamente per un’ora e mezza. Far tostare
la farina d’avena nel forno o sotto la griglia. Tagliuzzare
cuore, fegato e polmoni. Mescolare tutti gli ingredienti insieme con il grasso, aggiungendo sale e pepe. Tenere la
mistura bagnata, usando il brodo delle interiora. Riempire
lo stomaco fino a poco più di metà, il composto si espanderà. Cucirlo saldamente e metterlo in una larga pentola d’acqua calda. Quando il ripieno comincia a gonfiarsi,
punzecchiare la sacca con un ago per evitare che scoppi.
Bollire per tre ore e servire con purè di patate o di rape.
- Roderick David Stewart, Rod Stewart (Londra, 10 gennaio
1945)
E’un cantante britannico. Nei suoi oltre 40 anni di carriera, ha ottenuto 27 prime posizione nella classifica mondiale dei 10 singles più
venduti. È stato stimato che le vendite dei suoi dischi ammonterebbero
ad un totale di 200 milioni di copie, facendone uno degli artisti che ha
venduto più album di tutta la storia della musica.
AL PUB IN SCOZIA
IL pub è un’istituzione, si bevono sopratutto birra e whisky. Il whisky viene spesso mescolato dagli scozzesi ad
altre bevande come il whisky–mac con ginger wine, una
bevanda di zenzero fermentato, acqua e zucchero. C’è un
grande mercato di birre dominato McEwans, Youngers e
Tennent’s. Si bevono anche birre minori come quella delle
Orcadi, la Skullsplitter detta “spaccacranio”, appellativo
che la dice lunga sul suo grado alcolico. Non è inusuale trovare chi con un bicchiere di whisky serva un goccio
d’acqua, per rompere il grado alcolico della bevanda.
40
-Sir Sean Thomas Connery (Fountainbridge, 25 agosto 1930) è un attore e regista scozzese. Connery divenne celebre grazie al personaggio
di James Bond, del quale fu il primo interprete; la sua versione dell’Agente 007 è riconosciuta dalla quasi unanimità di critica e pubblico
come la migliore in assoluto, e la sua immagine è diventata il simbolo
del personaggio inventato da Ian Fleming.
-James Gordon Brown (Glasgow, 20 febbraio 1951)
è un politico britannico, è stato primo ministro del Regno Unito nonché capo del Partito Laburista. È succeduto a Tony Blair il 27 giugno
2007, al termine di un “processo di successione” che lo aveva visto assumere la carica di capo del partito. Dal 2 maggio 1997 al giorno della
nomina a premier è stato Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito.
- Billy Boyd (Glasgow, 28 agosto 1968)
E’ un attore scozzese. Diplomato in arte drammatica alla Royal Scottish Academy of Music and Drama, lavora per molto tempo in fiction e
programmi televisivi delle emittenti scozzesi e inglesi. Nel 2000 viene
scelto da dal regista “Peter Jackson” che lo sceglie per interpretare il
ruolo dell’ hobbit Peregrino Tuc, o Pipino, nella trilogia del Signore
degli Anelli.
-Groundskeeper Willie
E’ un personaggio della serie di cartoni animati I Simpson; svolge
mansioni di giardiniere nella scuola elementare di Bart e Lisa, anche se
tavolta viene usato come assistente di Skinner per i casi più disparati.
Nella serie italiana viene doppiato come se parlasse sardo ma in realtà
lui è scozzese (questo perchè la tipica pronuncia sarda dell’italiano è ritenuta paragonabile alla pronuncia scozzese dell’inglese), infatti molte
volte va in giro con il kilt.
Fra le sue battute più assurde ed esilaranti, segnaliamo questa: “Fratello e sorella non possono andare d’accordo! Sono nemici per natura!
Come gli inglesi e gli scozzesi! Come i gallesi e gli scozzesi! Come i
giapponesi e gli scozzesi! Come gli scozzesi e altri scozzesi! Maledetti
scozzesi! Hanno rovinato la Scozia!!”
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia &Co
LA SEDUZIONE IN SCOZIA
Gli uomini scozzesi hanno fama di
essere particolarmente rudi e pratici.
Non sono fra gli uomini più dolci e
romantici del mondo, anche se come
in tutti gli ambiti ci sono le eccezioni.
Sono i discendenti di una lunga stirpe
di uomini che la tradizione voleva impegnati in guerra e mansioni pesanti,
campi e coltivazioni, tutte caratteristiche che hanno rafforzato nelle generazioni il loro carattere forte e determinato, sicuro di se e pratico. Un uomo
di questo tipo non può essere attratto
da una donna debole o fragile. Un po’
come nella natura, il maschio scozzese
è attratto dalla “femmina” più valorosa e coraggiosa, coraggio che oggi lo
si dimostra con lo sguardo, il tono di
voce ed altri accorgimenti. Infatti, per
fare breccia in un cuore scozzese lo
sguardo fisso è importante. Soprattutto se ci si trova in un luogo affollato
è importante mantenere un contatto
visivo con l’uomo senza abbassare lo
sguardo, segno di timidezza. Quando
comincia l’approccio anche il tono di
voce può essere un elemento di seduzione, se mantenuto a toni un po’ rochi
e sensuali. Il ballo è uno dei momenti
in cui si può maggiormente assistere
ad un avvicinamento amoroso: generalmente nei balli tradizionali l’uomo
indossa il kilt, e la tradizione vorrebbe
che sotto al kilt nulla fosse indossato.
A proposito di questo, una volta invitato l’uomo a ballare, la donna av-
vicina anche un po’ più del dovuto il
suo corpo a quello maschile, per mostrargli le sue intenzioni o comunque
un interesse nei suoi confronti. Stessa
cosa può avvenire durante una conversazione: se un uomo in kilt, sempre
senza biancheria, avvia una conversazione e la donna gli si siede in braccio, questo è un chiaro segno di seduzione. Od ancora, se un uomo in kilt
seduto di fronte ad una donna tende
a tenere le gambe leggermente divaricate, ancora una volta è un segno di
seduzione. Questi comportamenti che
in altre culture potrebbero definire
la donna come una “poco di buono”
in realtà in Scozia non sono assolutamente visti come tali, poiché un’altra
delle caratteristiche di questo popolo
è la sfrontatezza delle donne, che permette loro di essere molto meno inibite delle loro simili in altri Paesi. Non
è sempre la donna a dover compiere
il primo passo, ovviamente. Una simpatica particolarità è l’invito al ballo
da parte di un uomo, che si articola in
uno scambio di battute:
il piatto tradizionale scozzese è visto con un po’
di sospetto dagli stranieri. In effetti l’Haggis è
una specie di cotechino riempito con pezzetti di
polmoni, cuore e fegato di pecora tritati fini, mescolati a farina e cipolla bolliti nello stomaco
dell’animale. A volte si può servire conservando
la forma originale dello stomaco di pecora bollito, farcito con cereali vari, (soprattutto avena)
e speziato, servito a fettine accompagnato da
patate bollite ed una particolare specie di rapa
locale chiamata turnip.
LUI: Are you dancing? Stai per ballare?
LEI: Are you asking? Lo stai chiedendo?
LUI: Yes I am asking. Si lo sto chiedendo
LEI :Yes I’m dancing. Si,sto per ballare.
L’ente del turismo della Scozia, (www.
visitscotland.com) ha offerto l’opportunità a migliaia di ragazze italiane di
incontrare il loro uomo dei sogni in
Scozia. Dopo il successo di questa particolare campagna lanciata nel 2005,
l’ente nazionale ha deciso di aprire le
possibilità di un amore in tartan anche
alle ragazze di tutto il pianeta. Infatti
le donne di tutto il mondo amano gli
Scozzesi, la loro pittoresca immagine,
il sense of humor ed il loro particolare
accento unito ad una strepitosa accoglienza.
41
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
LE DANZE TRADIZIONALI
I balli popolari scozzesi sono ancora oggi praticati con frequenza ed assiduità, e denotano una vivacità di ritmi scanditi dalle cornamuse, strumenti nazionali, paragonabile a
quella presente in alcuni luoghi mediterranei.
HIGHLAND FLING. E’ notissimo per la vivacità e la velocità. E’ un’ antica danza eseguita dai guerrieri che tornati vittoriosi da una battaglia si esibivano in questa coreografia. Essa prendeva vita su piccoli scudi dalla forma rotonda appoggiati a terra, che erano
dotati però di una punta affilata in acciaio che scaturiva dal centro. I ballerini dunque
dovevano sviluppare destrezza e riflessi per evitare di farsi molto male con questi oggetti contundenti. Questo ballo sopravvive al giorno d’oggi grazie alle competizioni che lo
vedono protagonista e che prendono vita in tutto il mondo. Il ballo odierno è molto fedele all’originale, l’unica differenza è la sostituzione dello scudo affilato con altri oggetti
che permettessero comunque al ballerino di tenere presente lo spazio preciso riservato
alla danza. Mantenere i propri movimenti all’interno di uno spazio delimitato è infatti
lo scopo principale dell’esecuzione. Da notare che come in ogni ballo ufficiale, il kilt è
d’obbligo.
GAY GORDON - Deriva da una danza svedese che si è poi diffusa in tutta Europa
anche con il nome francese di champenoise; in Belgio viene talvolta chiamata gigue probabilmente perché le musiche sulle quali viene ballata sono spesso delle gigue irlandesi.
In Scozia ne viene ballata una variante chiamata Gay Gordons che dice: “Guys, pick a
lady and join the dance. If she is ugly, don’t care. After 8 bars, you’ll get another one” “Ragazzi,
sceglietevi una signorina ed unitevi alla danza. Se è orrenda, non importa. Fra otto strofe
ve ne prendete un’altra”. Ne esistono molte varianti (almeno tre) ma quella più diffusa
in Scozia è la versione a circolo in cui partecipano sia uomini che donne. È danzata da
un cerchio di coppie che procede in senso antiorario con gli uomini all’interno. I cavalieri porgono la mano destra alla mano sinistra della dama. Alla fine della coreografia
è previsto lo scambio delle dame. Le coppie avanzano in senso antiorario per quattro
passi. Poi si girano indietreggiano per quattro passi nello stesso senso. Poi avanzano e
indietreggiano un’altra volta (si cambia il senso di marcia)
Infine si avvicinano tra loro con un saltello e si allontanano (in origine era solo il cavaliere ad avvicinarsi). Poi ancora si scambiano di posto: la dama passa davanti al suo
cavaliere e si posiziona all’interno del cerchio. Infine, i ballerini sono di nuovo vicini e
lontani e poi il cavaliere fa fare una “pastourelle” alla sua dama (cioè la fa passare sotto
il suo braccio alzato). La dama cambia coppia e raggiunge il cavaliere seguente spostandosi in diagonale per tornare all’esterno.
Le musiche sono solitamente quelle dello strumento nazionale, la cornamusa. L’uso di
questo strumento introdotto in epoca romana si consolidò verso il Settecento.
La cornamusa, altro grande emblema della Scozia può vantare un vasto repertorio, comprendente 2 categorie di massima: il ceòl mor («grande musica»), che trova la sua massima espressione nei pibroch (composizioni elaborate che vengono eseguite in occasioni
solenni, sono retaggio dei grandi «virtuosi»), e il ceòl aotrom («piccola musica»), che
punta su un genere meno impegnativo (balli, marce, ecc.).
I balli scozzesi si possono imparare anche in Italia. Da a ottobre a giugno la Società di
Danza-Circolo Bolognese di Bologna organizza corsi a cadenza settimanale. Durante
l’anno si realizzano numerose feste e serate danzanti, gran balli in costume scozzese ed
eventi spettacolare dove avremo modo di presentare il repertorio imparato a lezione.
(info:051.373.102 - 340.27.19.343 - info@societaFESTE E TRADIZIONI
Una delle occasioni più speciali dell’anno dove lo spirito scozzese sembra alle stelle è il
Burns Supper in cui società letterarie e singole famiglie organizzano ogni anno una cena
Le danze scozzesi sono praticate ancor oggi
con frequenza e assiduità e non solo in
Scozia, ma in tutta Europa, anche in Italia. I
ritmi sono vivaci, scanditi dalle cornamuse:
nel tempo antico i guerrieri vincitori danzavano dopo una battaglia, sopra il proprio
scudo, dotato di un umbone affilato al centro. I ballerini dovevano dunque sviluppare
destrezza e ottimi riflessi per non ferirsi
in onore dell’anniversario della nascita del loro
bardo, il 25 gennaio.
Per l’occasione, l’intera nazione celebra la propria identità e il proprio orgoglio scozzese,
seguendo le bicentenarie tradizioni in modo
minuzioso. Si tratta di una cena in cui è servito
il piatto nazionale, l’Haggis con un atmosfera
molto speciale, elegante, l’atmosfera è attenuata da candele e lanterne che ricorda un po’
quella natalizia.
La cena viene aperta con tradizionali le parole
della Selkirk Grace (il cosiddetto “Ringraziamento di Selkirk”) che recita così: “Some hae
meat and cannot eat. Some cannot eat that want it:
But we hae meat and we can eat, Sae let the Lord
be thankit” “Alcuni uomini hanno la carne ma
non possono mangiare, altri la vogliono e non
la possono mangiare: ma noi abbiamo la carne
e possiamo mangiare, e sia quindi ringraziato
il Signore”.
In seguito, la cena prevede piatti tipici della
tradizione. Si inizia con una minestra (generalmente di porro, rape o legumi), seguita dal
piatto principale - il famoso Haggis, come già
detto stomaco di pecora riempito dalle interio-
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Scozia & Co
ra dell’animale - accompagnato da neeps and tatties, ovvero rape e patate.
Nelle cene più raffinate, l’Haggis non viene portato in tavola dai camerieri ma dalla Pussy Nancy, una giovane in
abito tradizionale accompagnata da un suonatore di cornamusa; uno dei convitati rivolge all’Haggis un discorso
per poi tagliarlo con il coltello che è parte integrante dell’abito tradizionale maschile.
Tutto ciò è seguito da uno dei rinomati dessert pudding o trifles, generalmente inzuppati di sherry, da un caffè e
da un goccio di whisky accompagnato da quadretti di Scottish Tablet, un friabile tipo di mou la cui ricetta viene
tramandata di famiglia in famiglia, da generazioni.
Dopo il pasto alcuni dei convitati allietano la serata con l’Immortal Memory, un discorso dedicato all’immortale
risonanza dell’opera di Burns; il Toast to the Lassies, il “brindisi alle donne”, seguito dalla risposta dalla controparte femminile; poesie e canzoni dal repertorio del poeta, generalmente in sintonia con il tema dell’Immortal
Memory.
Il tutto viene chiuso, ancora una volta, con i versi di Burns, cantando la canzone di commiato Auld Lang Syne.
Una particolarità di questa tradizione è il rivolgersi all’Haggis quasi fosse un essere umano.
Questo comportamento che parrebbe anomalo, in realtà è una ripresa di un opera di Burns dedicata proprio a
questo piatto saporito, che sarebbe l’incarnazione dello spirito scozzese e della sua lunga tradizione.
Un’ altra grande tradizione è quella degli Highland Games, una sorta di giochi olimpici scozzesi con cadenza
annuale che prendono vita in diversi luoghi dello stato, dal sud alle isole, nonostante il nome possa indurre a
pensare che si svolgano solo in una determinata area della regione.
Gli Highland Games si svolgono durante una sola giornata e comprendono diverse specialità: dai giochi di resistenza, alla maratona, dalle gare di danze tradizionali, alle competizioni per cornamusa.
A seconda della località dove vengono svolti, dell’antichità e del prestigio della manifestazione, la difficoltà delle
competizioni e il numero dei partecipanti varia in modo considerevole.
Anna Bassi
Si ringrazia per la collaborazione l’Ufficio del Turismo Scozzese
43
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Junior Zone
CLAN FEVER
Il famoso videogioco ambientato nelle
Highlands attira giocatori di tute le età
Un villaggio con
municipio al 9°
livello e molte
risorse e difese
V
i è piaciuto il servizio sulla
Scozia? Se volete cimentarvi nelle
imprese di un antico clan scozzese,
non dovete possedere un gonnellino, vi basta avere uno smartphone
o un tablet. Vi propongo l’emozionante Videogioco Clash of Clans,
che si può impostare anche in italiano. Andate sull’App Store o su Play
Store e scaricate gratis il gioco, l’icona di riconoscimento è un guerriero
ferocissimo con capelli lunghi e baffi gialli. Siamo nell’alto Medioevo,
dovete costruire vostro un villaggio
sulla costa scozzese. Alla partenza
del gioco si viene dotati di una casa
di pietra a un piano, un cannone e
un accampamento vuoto. Si parte
attaccando un villaggio di folletti
cattivi, i Goblin. Il bottino è costituito da oro ed elisir che permettono
di acquistare edifici e consolidarli.
Le truppe invece si addestrano e si
44
migliorano con l’elisir. Le gemme
che si trovano in giro distruggendo
gli ostacoli naturali servono per velocizzare un’azione di costruzion o
addestramento. Per crescere in fretta si possono acquistare con carta di
credito le casse di gemme, ed ecco
spiegato come fanno i creatori del
gioco a guadagnare, perchè a un
certo punto tutti vogliono crescere
velocemente e misurarsi con avversare più abili, per poter guadagnare posizioni posizioni in classifica.
Quando il villaggio cresce, la casa
di pietra originale si sviluppa in
altezza, diventa una torre e poi un
castello come quelli che si vedono
nelle cartoline delle Highlands. Nel
corso del gioco si devono costruire mura, addestrare un esercito
sempre più grande e migliorare gli
accampamenti per avere più truppe. Bisogna sviluppare una buona
strategia: si devono accumulare
sia oro che elisir dunque si devono
fare molti attacchi ad altri villaggi.
Inizialmente non si può scegliere, il
gioco porta ad attaccare solo Goblin,
quando il municipio raggiunge il
secondo livello si possono scegliere
i propri avversari. Durante l’attacco
inizialmente si possono solo disporre le truppe nell’area, più avanti si
possono comprare risorse speciali
come barbari, arcieri, giganti, spaccamura, mongolfiere, stregoni, guaritori, draghi e giganti pekka. Quando il proprio municipio raggiunge il
terzo livello si può creare il proprio
clan e dargli un nome. C’e una classifica mondiale dei giocatori, ma è
meglio non guardarla ( ci sono solo
i primi 200) e pensare a divertirsi.
Galeazzo Melzi d’Eril
(nome di battaglia: Galox)
Se l’icona del barbaro arriva sul
display quando
non si gioca c’è
un attacco al vil-
Il micidiale cannone, cuore della
difesa del villaggio, potenziato al
livello 7.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Eco Green
iA PROPOSITO DI ACQUA
Bottiglie che si mangiano. E biciclette che
depurano un bel po’di litri mentre si pedala
L’
acqua si beve, anzi si mangia. Si chiama Ooho la bottiglietta d’acqua più innovativa del momento. E’ una bolla
elastica, sembra una pallina e si può anche mangiare, anche
se per ora non è consigliato il sapore è terribile e dal punto
di vista igienico bisognerebbe contare i batteri che si depositano sulla bolla tenendola in mano.
La creazione di Ooho! è opera di tre giovani designer Rodrigo Garcia Gonzalez, Pierre Paslier e Guillaume Couche, che
per questa hanno appena ricevuto il Lexus Design Award
2014. Si tratta di una scoperta molto importante: certo, preoccupa non poco i produttori di plastica, perché questa
invenzione potrebbe riuscire a cambiare il packaging dei
liquidi, cosicché possa diventare più ecologico.
Green, sicuro e commestibile: questo palloncino gelatinoso è fatto di alghe e realizzato con una particolare tecnica,
detta sferificazione. Proprio ispirandosi alla composizione
dei tuorli d’uovo, che presentano una membrana sottile per
mantenere il contenuto liquido fermo, Ooho presenta un
doppio strato. In pratica l’acqua è contenuta in modo sicuro
all’interno di un ulteriore strato gelatinoso, il primo funge
da protezione. La ricerca va avanti, soprattutto sull’involucro esterno, su come mantenerlo sterile e sul suo sapore
che on è esattamente un piacere per il palato, dato che la
bottiglia è costituita da alghe brune e cloruro di calcio. Ma
la commestibilità per ora non preoccupa molto. L’aspetto
più apprezzato è la forma, C Ooho consentirebbe di evitare
che milioni di bottiglie di plastica finiscano nelle discariche
ogni anno. E aiuterebbe i consumatori ad abbassare la produzione di rifiuti, fornendo un’alternativa semplice e poco
costosa al packaging in plastica. I designer sperano di poter
arrivare alla distribuzione commerciale. Poiché Ooho ha un
doppio strato, le etichette possono essere posizionate tra i
due involucri senza compromettere la qualità dell’acqua
all’interno. Le “bottiglie” Ooho! possono variare in dimensione, controllate dal processo di confezionamento quando
l’acqua è congelata. Sembra un’idea così semplice che vien
da chiedersi se potremo davvero trovarla nei supermercati
o se verrà bloccata dalle lobby industriali del Pet per almeno un ventennio.
Filippo Bortolan
Mentre in Europa si lavora sulle bolle d’acqua, in Giappone nasce labici per purificare l’acqua che potrebbe salvare la vita di 6000 bambini al giorno. Il progetto si chiama CycloClean, può portare acqua pulita e potabile in
ogni luogo che può raggiungere. Questa soluzione, ideata
qualche anno fa, sta iniziando a prendere piede. L’azienda Giapponese che ha sviluppato CycloClean – Nippon
Base Co – la sta producendo in piccoli lotti che da qualche anno vengono messi in vendita ai Governi. Da poco
sono state superate le 200 vendite. Va detto che una bici
di questo tipo ha un costo elevato, siamo adi circa 6600
dollari, ma il suo prezzo si dimezza se viene prodotta in
luoghi come il Bangladesh, proprio dove esiste una grande necessità di acqua potabile.
Sarebbe la soluzione ideale per fornire lavoro e acqua da
bere agli abitanti. Basta infatti una pedalata vigorosa su
CycleBike per pompare circa 300 litri d’acqua attraverso
il suo sistema di filtraggio. (F,B)
45
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Home & Co
IL FUOCO SI
FA GLAMOUR
i
46
Niente fumo, cenere, cattivi odori. Solo
fuoco e design , per un living mozzafiato
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Home & Co
N
el Terzo Millennio rivive il valore del fuoco come elemento attorno al quale ritrovarsi: con gli amici o
con i propri familiari per trascorrere
piacevoli momenti di cordialità, oppure con un libro per una pausa di
relax.
Il caminetto ridiventa insomma il
punto focale della casa, dove benessere, comfort e ospitalità si manifestano nel modo più vero.
Da vari anni è arrivata dalla Gran
Bretagna la tradizione dei caminetti
a gas che si rivelano particolarmente
interessanti per la loro adattabilità e
la capacità di rendere caldi e confortevoli gli ambienti domestici.
Utilizzando il normale gas metano
di città, rappresentano il riscaldamento più ecologico ed economico
e in più arredano con eleganza ogni
tipo di abitazione.
Un’azienda italiana, Dim’ora (distribuita dal gruppo Furlanis) ha creato
caminetti a gas dal design innovativo, con fiamme vere: il fuoco brucia
crepitando tra i ceppi in fibra ceramica che riproducono le braci con
sorprendente realismo.
In tal modo si fa allegria senza sporcare, dando calore in tutti i sensi
alla casa. Progettati in varie forme,
misure e tipologie dall’azienda di
Portogruaro, questi caminetti a gas
possono essere inseriti in camini preesistenti o in ambienti non dotati di
canna fumaria, grazie a particolari
tecnologie costruttive.
Sono apparecchi che si integrano
ovunque, dalla biblioteca alla camera da letto, dall’appartamento in
condominio alla casa di campagna,
dagli arredamenti moderni a quelli
più classici. L’installazione avviene
facilmente e il funzionamento è immediato, senza produzione di fumo,
con fiamme modulabili a piacimento, anche con telecomando.
Conformi alle normative CEE, tutti i
caminetti sono dotati di uno speciale
dispositivo di sicurezza che esclude
automaticamente l’erogazione del
gas nel caso di spegnimento della
fiamma. Una sicurezza totale assicurata anche dal rilevatore d’ossigeno
(oxypilot) un dispositivo che quando
rinviene nell’ambiente una quantità
d’ossigeno inferiore al livello normale, interrompe automaticamente la
fornitura di gas al bruciatore.
La proposta Dim’ora si articola in 5
linee, a seconda che l’abitazione sia
sprovvista di canna fumaria. Nel
primo caso si hanno la Linea Elettro
aspirato, la Frontal glass e la linea
Catalitica. nel secondo caso si hanno
la linea Classic e la linea Ad hoc.
I Dim’ora classic sono dotati di bruciatore e del set di legna in fibra ceramica; possono avere l’accensione e
la modulazione fiamma di tipo manuale o a distanza, con telecomando.
Sono rivolti achi preferisce un piano
fuoco ampio ma molto lineare e con
una porzione anteriore e laterale
d’abbondanti fiamme.
Il Dim’ora 45 è invece alloggiato
dentro un cestello in ghisa o basket. I
Dimo’ra Ad Hoc sono caminetti fatti
su misura e si caratterizzano per il
bruciatore a gas che può avere una
larghezza ed una profondità doppia
rispetto ad un caminetto della linea
classic. Hanno l’accensione manuale
ad interruttore da posare entro una
distanza massima di 150 centimetri
dal bruciatore. L’accensione è a piezoelettrico, questi caomini non hanno bisogno di adoperare corrente
elettrica. Il Dim’ora elettro aspirato è
un insieme composto da: un bruciatore con il proprio set di legna ceramica, introdotto in una cassetta aperta che ne delimita i lati e la schiena.
Tutti i caminetti sono certificati Cee e
soggetti alla normativa EEN 509.
Fabiana Baroni
I caminetti Dim’ora si installano in
tutti gli ambienti, dalla cucina alla
camera, dal salotto alla veranda
47
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Fashion
PARTY IN BLUE
Invece del solito rosso, abiti,
gioielli e accessori nelle tonalità
del blu, dal tiffany al neon,
N
on è un caso che le tonalità
del blu siano fra le tendenze moda
per le Feste 2014-15. Ci attende un
mese in cui sarà possibile sfoggiare
vecchie e nuove glorie dell’armadio
nelle tonalità del cielo e del mare,
abiti da sera ultra ricchi, ultra lavorati e ultra raffinati, lunghi e corti,
che toccano terra o si alzano al polpaccio o sopra al ginocchio, in tutte le versioni immaginabili. I party
very cool sono sempre di meno ma
di certo più spettacolari, dunque il
look sfarzoso è d’obbligo, specie se
si è invitati ad una serata di gala firmata da Antonia Sautter, regina del
Carnevale di Venezia con il suo Ballo del Doge e da anni regista di tante feste indimenticabili in ogni parte del mondo per tante griffe della
moda.Quest’anno anche agli eventi
i pantaloni sono graditi, soprattutto se realizzati in bellissimi tessuti,
operati o preziosi. Si portano però
anche di giorno, amplissimi, come
proposti da Missoni in lana superleggera color ruggine, senza lampo
ma con lacci da tuta jogging a vista.
Si portano skinny con giacche anche
senza maniche o sotto abitini luccicanti e naturalmente con giacca da
smoking e camicia nera. In versione total black, insomma, con tanto
di orecchini pendant in movimento,
con morbide nappe o cristalli aerei,
come quelli creati da Yvone Christa la stilista nordica che abbina i
48
colori del ghiaccio e dell’aurora boreale per la sua collezione di bijoux denominata Aqua Blossom. Per gli amanti
del blu e delle linee pulite e dei colori
puri l’ideale è lo chiffon cobalto, declinato magari quello stile afro che qui
mostriamo interpretato dagli studenti romani di Accademia Koefia, con
drappeggi e plissè, per un look che
sta bene a tutte le età, dunque vietato
chiudersi in casa.
In alternativa si portano tubini di tantissimi colori, da abbinare con cappe
sixties e stivali di vernice (Gucci) oppure mantelle di cashmere ornate di
frange (Loro Piana) e naturalmente
con le pellicce, pure quelle coloratissime, un vero must di quest’anno.
Gigliola Dellera, stilista della maison
di famiglia propone mantelle, gilet e
giacchini in visone in luminose tonalità pastello, con punte nelle tinte cobalto e marine. Soffici creazioni che si
abbinano perfettamente agli zaffiri e
ai gioielli in turchese, ormai definitivamente sdoganati, adatti a scaldare
lo sguardo nei giorni più freddi di dicembre.
Ai piedi vale la stessa regola: non si
abbia paura di indossare qualcosa di
estivo, sandali dai tacchi vertiginosi
color oro o argento (Cesare Paciotti)
con un cappotto avvolgente di cammello oppure anche di giorno tronchetti di camoscio coloratissimi, superchic con trafori o pietre dai colori
vivaci (Renè Caovilla). Per le pigre, se
si preferisce il no heels, ballerine leo-
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Fashion
Accendiamo l’inverno con le
pietre, l’argento, piccoli animali
pardo con le pietre, (Benetton) puure comodi mocassini in quell’argento
che fino a qualche anno fa si osavano solo con un paio di jeans pastello.
Per lo shopping intensivo, c’è anche
la jogging con bouclè e lamè, fuori da
ogni regola (Chanel).
Per gli abiti notturni, oltre al total
black in pelle che Versace impreziosisce di lacci, trafori, aperture e abbina
a pellicce impreziosite da microborchie e pietre e al già citato blu corto,
lucente e in tutte le tonalità possibili,
le alternative da preferire sono il rosa
fragola, il prugna, colore guida fra i
preferiti di Prada e Louis Vuitton e
il grigio chiaro, arricchito da tocchi
di marabù. Andando verso i neutri,
tornano i lamè oro, argento e rame.
Il lamè argento è protagonista da
Chanel che lo infila tra i fili dei suoi
famosi bouclè di lana e lo impone per
i fuseaux che si indossano al calar del
sole. I modelli più minimal si abbinano con una clutch dalle linee design,
che illumina la notte, come quelle firmate Roger Vivier. Il rosso a Natale è
sempre protagonista, ma quest’anno
si fanno avanti anche il grigio perla, il
verde acido, il rosa e il giallo pastello.
Viola intenso con decorazione di lacci
bondage è la proposta choc Dior per
il tubino da indossare ai cocktail dove
non si vuol passare inosservate.
(KFMDE)
Quest’anno è davvero impossibile uscire senza dettagli decorativi in evidenza o senza
combinazioni di materiali, anche molto diversi fra loro come chiffon e seta, velluto e
tulle, broccato e plastica, pelliccia e tweed, cashmere o seta e tweed (Louis Vuitton)
Dopo l’anno del pizzo, è il gran ritorno delle piume, con gran contorno di paillette,
pietre anche trasparenti, giochi di plissè. Tornano alla grande gli abiti da cocktail color
crema superleggeri (Ermanno Scervino), i tubini in nappa e i leggins di pelle sfoggiati
sotto un abitino di chiffon nero, verde acqua o color cipria. Con tutti questi dettagli, gli
accessori da sfoggiare devono essere pochi, magari più discreti ma comunque particolari. Fra i nuovi designer milanesi si fanno strada le creazioni di Carolina Ravarini che
per le sue collane abbina pietre, rame e lavorazioni minute da rosario, animaletti portafortuna, perle barocche, pietre preziose e semipreziose ottenendo, anche con i gemelli
da uomo, un effetto nuvola leggero ed elegante.
A sinistra: giacchino in visone rasato azzurro tiffany, Pellicceria Dellera. In alto, borsina Vitussi. In basso: abito in chiffon cobalto, Accademia Koefia. In questa pagina: pendenti con cristalli
di Yvonne Christa. Orecchini in rame con elefante di Carolina Ravarini. Qui sopra: festa di
Capodanno firmata da Antonia Sautter. Clutch design in pelle argento, Roger Vivier.
49
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Fashion
Abito da
sera di Luisa
Beccaria,
Milano
Collezione
A/I 2014
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sommario
SFashion
Abito da
sera di
Francesca
De Maria,
Palermo
Alta Moda
A/I 2014
50
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Novità Libri
NOBEL DOCET
Escono con Bompiani tre romanzi di
Patrick Modiano, vincitore a Stoccolma
I VIALI DI
CIRCONVALLAZIONE, Pre-
E
52
scono con Bompiani le opere
migliori del Premio Nobel per la
letteratura 2014, il francese Patrick
Modiano. Questo scrittore dallo
stile unico, nato a Boulogne-Billancourt nel 1945 ed è uno dei più importanti narratori contemporanei.
Premiato a Stoccolma “per la sua
arte della memoria, con la quale ha
evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante
l’Occupazione”. Con Via delle Botteghe Oscure, nel 1978 si è aggiudicato il Goncourt, mentre “I viali di
circonvallazione” è stato insignito
del Prix de l’Académie Française
1972”. Modiano è autore di numerosi romanzi e racconti, tra cui,
tradotti in italiano, “Dora Bruder”,
“Bijou”, “Un pedigree”, “Nel caffè
della gioventù perduta” e “L’orizzonte”.
“I viali di circonvallazione” (1974)
Fra realtà e fantasia, fra mistero e
intrigo, negli anni Settanta o forse
prima, negli anni neri del collaborazionismo francese, un uomo che si
fa chiamare Serge Alexandre, sedicente scrittore, si lega a un quartetto
di personaggi diabolici. Costoro ricordano i “Demoni” di Dostoevskij:
fra loro Serge ritrova il padre, il barone Chalva Deyckecaire, che Serge
non vedeva da 10 anni dopo un’esperienza traumatica.
“Villa Triste” (1975) Un diciottenne
allo sbando, ricorda passati vissuti
e non vissuti, rievoca sotto le mentite spoglie di un fantomatico conte
Victor Chmara, l’incontro avvenuto
alla frontiera franco-svizzera con
una donna enigmatica, Yvonne Jacquet, attrice di serie B in cerca di
fortuna. Grazie agli occulti legami
mondani del dottor René Meinthe,
amico di Yvonne, inizia un complesso rapporto a tre i cui momenti salienti s’inseriscono nel quadro
della vita festivaliera e balneare
della ricca borghesia del luogo. Un
romanzo di atmosfera, inquietante
e imprevedibile.
“Via delle Botteghe Oscure”, Premio
Goncourt, 1978. Guy Roland, investigatore parigino cinquantenne, ha scoperto di non ricordare più nulla del suo
passato, e come un Proust redivivo analizza tracce, segni che gli rivelino la realtà rimossa: una fotografia ingiallita di
qualcuno che gli somiglia, abbracciato
a una ragazza. E’ un viaggio interiore,
soprattutto, ma anche alla luce del sole,
che lo mette in comunicazione con un
mondo di ballerine, avventurieri russi,
personaggi borderline.
Giorgia Pertosa
miato dell’Academie
Francaise 1975. Una
storia avvincente fra
realtà e fantasia,
mistero e intrigo.
VILLA TRISTE
Un romanzo di atmosfera, inquietante e imprevedibile, un triangolo
tra
personaggi
ambigui ed enigmatici.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Motori
CHIAMAMI TIGRE
La nuova GLA Mercedes ci ha
convinto nella prova su strada in
città e sulle curve di montagna...
54
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Motori
E’
ancora una volta una Stella Mercedes l’auto più
amata dal web. Dopo Classe A, premiata lo scorso anno,
gli utenti del portale specializzato infomotori.com hanno
incoronato la nuova GLA ‘Auto più Bella del Web 2014’ col
26% delle preferenze. Progressista nel design, perfetta per
gli spostamenti di ogni giorno e abile anche su sterrato, la
nuova crossoover di casa Mercedes supera tutte le prove cui
si è sottoposti nella guida quotidiana in città, risulta briosa
ed efficiente in autostrada ed è anche abbastanza robusta
per le piccole escursioni.
La struttura particolarmente rigida della carrozzeria crea
una base solida e affidabile per un ampio range di potenza.
La Mercedes GLA la possiamo considerare come una fusione tra la gamma SUV e la gamma di vetture stradali: un
crossover capace di unire il look di una sport utility, con il
piacere di guida di una normale berlina. A prima vista sembra quasi una grossa Classe A, ma più alta ed aggressiva. Il
frontale è importante, alto con la tipica mascherina Mercedes orizzontale decorata da listelli argentati.
Ottimo il disegno aggressivo dei fanali e delle grosse ruote
(con diametro dei cerchi fino a 20 pollici), dotati di passaruota squadrati e protezioni in plastica nera. Dietro, invece, la GLA ricorda di più la Classe A, nel taglio dei fanali.
Ovviamente per la GLA, il cui pianale deriva sempre dalla
Classe A, non mancano anche le versioni con trazione integrale 4Matic, che privilegia l’avantreno in condizioni di
guida normali, che include anche il cambio doppia frizione automatico Tutti i motori sono dotati di funzione ECO
start/stop, che permette di ridurre le emissioni di CO2 e il
consumo di carburante, e ottemperano alla norma antinquinamento Euro 6.
A proposito di consumi, per la GLA 200, dai dati ci viene
dichiarato un consumo urbano di 7.5 litri per 100km ed un
consumo extraurbano di 4.8 litri per 100km, nella versione
Diesel 6 e 4.4. In realtà i dati sono solo indicativi e consiglierei di aumentarli di 1-1.5. Passando all’abitacolo della Gla,
se ne apprezzano la versatilità e la flessibilità.
Gli interni hanno un’aria familiare, dato che derivano da quelli
della Classe A. Il primo elemento che salta agli occhi sono proprio
i sedili, belli e ben fatti, con poggiatesta integrato nello schienale,
che non solo si ribalta completamente, ma è possibile anche variarne a piace l’inclinazione.
Si viene così a creare un senso di sportività che va a mitigare la plancia
molto classica ed elegante, con schermo di navigazione incastonato al
centro della consolle.La sensazione in generale è di un interno di qualità,
ben fatto e curato anche nei dettagli, che isola fortemente dai rumori
esterni.
Lo spazio a bordo non manca, così appare anche abbondante e ben rifinito il bagagliaio. La plastica della parte superiore della plancia è morbida
al tatto, ma su questo punto è battuta dall’ultima versione della Golf,
che ha saputo intercettare un desiderio espresso spesso dalla clientela
femminile.
Come per ogni altro suo modello, Mercedes, offre anche qui al cliente
una vasta gamma di combinazioni grazie al pacchetto Night, Exclusive
e i tre modelli già impostati in tre versioni: EXECUTIVE, SPORT e
PREMIUM .
E’ dunque possibile personalizzare GLA praticamente per qualsiasi tipo
di esigenza. Il vano bagagli appare spazioso e ordinato, e accoglie un
seti di valigeria senza problemi grazie al bordo di carico basso e all’ampio portellone, disponibile a richiesta anche con apertura e chiusura
automatica. Il vano di carico a una capacità di 515 litri che possono
diventare 1.505 litri abbattendo il divanetto posteriore.
Anche questo spazio si fa apprezzare per le finiture di buon livello e per
la forma regolare.
La versione base, entry level è la Mercedes GLA 200, a benzina, equipaggiata con il motore da 1.6 litri sovralimentato, capace di esprimere
una potenza massima di 156 cavalli (115 kW) a 5.300 giri al minuto con
una coppia di 250 Nm. Questo motore è abbinato ad un cambio manuale
a sei marce, che garantisce un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi ed una velocità massima di 215 km/h.
Il top di gamma delle diesel è la Mercedes GLA 220 CDI 2.1 litri da 170
cavalli (125 kW) a 3.400 giri/minuto con 350 Nm di coppia, abbinato
esclusivamente al cambio automatico 7G-DCT.
L’accelerazione da 0 a 100 km/h è in 8,3 secondi, mentre la velocità
massima è pari a 215 km/h.
Giudizio finale: un prodotto di alta gamma, chiaramente non è per tutti:
Mercedes si stia rivolgendo ad un range di clienti con un potere di spesa
elevato, il prezzo base parte da 29.900€ e cresce fino a toccare i 59.500€
del modello 45 AMG 4MATIC.
Bisogna tenere presente che per l’allestimento chiavi in mano si devono
aggiungere almeno altri 2000€ al prezzo di listino per l’autoradio e i
fendinebbia, dettagli che ormai si è capito il cliente vuol scegliere in
totale autonomia.
Niccolò Carcano
55
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sommario
Quando ti vogliono presentare una leonessa,
56
meglio aver di fianco un bravo domatore.
Quando si ascolta un rombo che vuole imitare un ruggito
e un tuono, non basta uno orecchio esperto per ascoltare:
ci vuole anhce l’animo del poeta,
un poeta motociclista beninteso.
Insomma quando si sceglie un’ Harley ci vorrebbe
sempre accanto Max Pezzali,
uno dei cantautori italiani più apprezzati e conosciuti per
i testi che raccontano le nostre vite.
Ma anche per la sua passione di centauro e per la sua
grandissima competenza sulle Harley Davidson,
alle quali ha dedicato la sua seconda anima.
Max Pezzali e il suo amico di sempre, Angelo Neri
sono l’accoppiata vincente che ha reso lo store pavese
del marchio motociclistico americano un vero e proprio
mausoleo dell’Harley, con un’esposizione di moto mozzafiato, accessori, abbigliamento,
caschi, mobili di design e cimeli.
PIù che uno store è un tempio dove chiunque abbia
un’Harley si ripromette prima o poi di passare
ad emozionarsi, è la casa dei top dealer
fra i migliori d’Europa.
Max Pezzali, che lo scorso anno ha completato una serie
di trasmissioni televisite per Dee Jay tv nelle quali
compiva gite e viaggi insieme a vari vip del mondo dello
spettacolo appassionati di due ruote, racconta ad
Arena Media Star le sue preferenze sulle novità 2015
e ci regala anche qualche consiglio da super esperto di
suoni: “Chi ama la sua moto sa anche ascoltare la ‘voce’
del motore: perchè una moto tenuta bene è un patrimonio e un bene che regale sempre bellissime emozioni.”
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Vintage
Sommario
LA MIA MOTOLIST
Le top ten 2015 scelte da un top rider per
eccellenza: il cantautore Max Pezzali
57
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sommario
Le nuove leonesse 2015 sono le Glide, con carenatura testata nella galleria del vento., comandi sapientemente distribuiti e un nuovo sistema di infotainment
dotato di impianto audio Boom! bog 6.5GT con gps
e touchscreen. “Questa è’ una granturismo fuori stereotipo - spiega Max - con un look più aggressivo,
dark custom , con verniciatura opaca.
Dal 2013 è più leggera da guidare, la plancia non
è attaccata alla forcella ma al telaio. La plancia offre una gamma di optional importanti per i viaggi lunghi come i ripostigli, la presa per caricare lo
smartphone, i vani per bagagli spaziosi, sedili morbidi ed ergonomici. “E’ una moto molto maneggevole, la posizione dei comandi è stata completamente
riprogettata e lo schermo è più vicino al guidatore
rispetto ai modelli precedenti” spiega Max Pezzali.
Cereali
Il Glide è prodotto in varie versioni per accontentare
tutte le esigenze. “Gli acquirenti del Glide non sono
giovanissimi “ scherza Max “ma sono super esigenti
in fatto di dotazioni e di sicurezza. Queste moto hanno molte parti prodotte specificamente per ciascun
modello”. Il Tri Ultra, touring a tre ruote per chi usa
la moto ogni giorno e cerca il confort più totale, ha
un’ampia capacità di carico, dotazioni di alta qualità
e retromarcia elettrica.
58
Le moto 2014-2015 preferite
da Max Pezzali e Angelo Neri
Il Limited Low è adatto ai riders meno alti, spesso
appartenenti al gentil sesso. “Le donne che scelgono
di regalarsi una bella moto sono sempre di più” racconta Max. Per loro e per i centauri senior sono state
abbassate le sospensioni, è stato arretrato il manubrio, il cavalletto è più raggiungibile, il sellino è regolabile e sono state riposizionati altri dettagli come
pedane e manopole. Tra le moto preferite da Max
Pezzali come non ricordare il mitico Iron 883, una
moto agile e leggera, che piace a chi ama uno stile
minimalista e cerca una moto essenziale, perfetta in
città, dal look total black. Bello anche lo Street 750,
:“IL motore è il nuovo Revolution X” spiega Max,
raffreddato a liquido, con trasmissione a 6 marce, telaio e sospensioni fatte apposta per le curve strette”.
I nuovi modelli Harley sono curatissimi nell’estetica, dotati di mille accessori e decorazioni , ma soprattutto sono sempre più affidabli dal punto vista
funzionale. Nonostante questa profusione di tecnologia, Max consiglia sempre di fidarsi, oltre che delle
spie di segnalazione, anche del proprio fiuto e del
proprio orecchio. “Il rumore nelle moto di qualsiasi
marca conta ancora tantissimo.” prosegue il cantante
pavese autaore di tante bellissime canzoni (fra tutte
noi preferiamo “Sei un mito”).“Lo so, state per dimi
che c’è gente che customizza la propria moto acqui-
Max in sella al Glide, novità
per il 2015, dark custom
Interno dello store - mausoleo
Harley a pochi passi dal Ticino
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sommario
stando parti non originali per farla rombare. E io
aggiungo, che immagino si assuma poi la responsabilità di queste scelte al momento dei controlli sulla
conformità del mezzo. “La sicurezza sulla strada è
una priorità assoluta, spiega con decisione. “E’ vero
che l’esperienza sensoriale del motore che romba è
insostituibile, ma io sono interessato anche a cogliere
altro, per esempio che tipo di rumore si sente all’accensione, se si sente uno sfrigoliò è un chiaro segnale
di cattiva manutenzione o di problemi alle sospensioni o ai freni. Un motore tenuto sotto controllo da
un proprietario che ascolta la sua ‘voce’, non lascia
mai a piedi. “Per i nostalgici del vintage e gli amanti
del fatto a mano, il Cvo Softail deluxe è un touring
custom favoloso, con cerchi a specchio e sella lavorata a mano.L’ultimo modello che Max Pezzali ci presenta è il Wide Glide, una Harley classica, disegnata
da Willie G.Davidson in persona, rievocando le mitiche chopper Anni ‘60” La forcella lunga inclinata
in avanti e il manubrio robusto introducono al grande serbatoio dal design vintage, tant’è che è difficile
resistere alla tentazione di fargli dipingere sopra un
motivo fiammeggiante. Il design pulito e minimale
non deve tranne in inganno: le funzioni tecniche di
questa moto sono altamente avanzate. Le sospensioni, per esempio, si possono adattare a piacere..
Max e Angelo Neri, legati dalla
passione per le moto americane
IN MOTO CON I GIOIELLI DI CLAUDIO CALESTANI
Con una Harley tanto bella e accessoriata, si accompagnano alla perfezione i gioielli da biker di Claudio Calestani,
completamente intarsiati e realizzati artigianalmen nel
cuore di Milano. Claudio Calestani, designer milanese con
un elegante . e ricercato atelier a suo nome in via Thaon
de Revel, nel quartiere Isola, propone le sue collezioni di
anelli maschili, braccialetti, cinture, catene, collane dal
design virile, in un ambiente suddiviso in due stanze dalle
pareti bianche e rosse. Bellissimi i suoi anelli dalle forme
zoomorfe, gioielli dal sapore dark-rock, le cinture in pelle
in vari colori anche per le amazzoni, dal verde al rosa, con
fibbie in metallo lavorato.
Monili e accessori amati nell’ambiente degli appassionati
di Harley-Davidson, mondo che Calestani conosce bene e
di cui fa parte. “Le mie creazioni in argento rispecchiano
le mie passioni, le moto, la musica rock e le arti marziali”,
dice lui, che con il suo stile ha conquistato anche Laura
Pausini, per la quale ha disegnato uno speciale microfono.
Lo staff di Arena posa per la
foto ricordo con Max Pezzali
Esterno store. Di notte si vede
moto luminosa di Marco Lodola
25
59
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Hi - Tech
Tablet light per
le top manager
Hii
Videogiochi per PC: arrivano
The Crew e Games of Thrones
L’ultimo mese dell’anno di solito non è molto gettonato per le
uscite di videogiochi, perchè sono tutti un po’ distratti al pc, sono
alle prese con viaggi, cenoni e regali di Natale.Ma quest’anno si
segnalano uscite piuttosto interessanti per gli appassionati di giochi PC: sono infatti disponibili sul mercato alcuni giochi molto
dinamici come Hal Spartan Strike, The Crew e Metal Gear Solid
5 Ground Zeroes, che era già uscito per console lo scorso marzo.
THE CREW
Cominciamo con The Crew, sviluppato da Ubisoft Reflection e
Ivory Tower e pubblicato da Ubisoft. E’ un gioco che si occupa di
corse, utilizza le piattaforme Uplay, Retail e Steam. Il lancio è stato
ritardato di un anno, doveva uscire a novembre 2013. Ma è valsa la
pena di aspettare. Questo racing game oper world mette il giocatore alla guida di veri e propri bolidi, pronti a darsi battaglia in una
corsa incredibile, frenetica, un coast to coast attraverso tutti gli Stati
americani.
The Crew è insomma un gioco piuttosto complesso, con un lavoro
tecnico nel backstage davvero imponente. E’ un gioco divertente e
rumoroso, va bene se volete godervi una serata tra amici.
GAMES OF THRONES, EPISODIO 1 - IRON FROM ICE
E’ un gioco sviluppato e pubblicato da Telltale Games, del genere
avventura. Utilizza la piattaforma Steam. Lo si aspettava da tempo: la nuova avventura di Games of Thrones è divisa in sei episodi avvincenti, non per niente gli autori sono gli stessi di Tales of
Borderlands, The Walking Dead e The Wolf Among Us. La storia
è strettamente riferita al serial tv di HBO. A livello temporale gli
eventi narrati nel gioco si collocano tra la fine della terza stagione e
poco prima dell’inizio della quinta stagione. Tranquilli, le ambientazioni già viste nella serie tv ci sono tutte e ovviamente anche i
personaggi principali ci sono. Gli sviluppatori hanno però inserito
anche nuove location e anche alcuni personaggi comprimari, che
i più esperti possono però riconoscere tra quelli presenti nei libri
di George RR Martin. Ad essere sinceri, bisogna dire che le novità
relative al gameplay sono poche, rispetto agli altri titoli di questo
editore. Ma i fan di questa saga non ne faranno una questione di
stato e si godranno volentieri le atmosfere del gioco e i dialoghi
avvincenti tra i vari personaggi.
Matteo Zerbi
60
Se il problema del momento è il regalo di Natale a una donna, la
soluzione quest’anno è quasi sempre un tablet. Ma attenzione, se
la donna è in carriera, meglio non scegliere un tablet qualunque,
ma un prodotto più sofisticat. La casa di Redmond ha prodotto un
device destinato ad acquirenti professional, che necessitano di un
dispositivo da portare sempre con sè (dunque leggero e di dimensioni contenute), che possa offrire il massimo in quanto a prestazioni e suite di programmi. Surface Pro3 è un tablet con display
da 12 pollici che pesa solo 800 grammi e ha uno spessore pari a
9,1 millimetri. E’ dotato di un processore della famiglia Intel Core,
monta Microsoft Windows 8.1. E’ un regalo che incude un altro
regalo, vale a dire la suite di programmi Adobe Photoshop, ottimizzata per l’utilizzo con schermo touch.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Sport & Co
iA TEMPO DI NEVE
Giacche supertermiche ad alto confort e
caschi con app per il Fitness e auricolari
N
eve fresca o artifciale, arriviamo. Dopo un autunno
troppo caldo e troppo piovoso, finalmente le giuste temperature di stagione e le piste innevate come si deve. Gli
amanti della montagna ad ogni livello sono impazienti di
provae le novità più curiose, per esempio quelle firmate
Helly Hansene e Head.
La maison più glamour per lo sci donna propone per l’inverno 2014-15 una collezione ispirata dalla dea della montagna della mitologia scandinava, che irradia bellezza, calore
ed eleganza. La collezione, pur essendo pensata per una
donna attenta alle tendenze moda, è comunque altamente
performante e permette di sciare in perfetta libertà. Leggera e bella da vedere, nasconde le più avanzate tecnologie, inclusa la PrimaLoft® insulation e la Helly Hansens
H2Flow™ che permette la regolazione della temperatura
in modo meccanico. Più caldo, più fresco, più leggero: il
sistema di regolazione della temperature avanguardistico
di queste tute e giacche da sci dona calore mentre i canali
di ventilazione fanno uscire velocemente l’eccesso di calore
man mano che il livello di attività diventa più intenso.
Head ha lanciato il nuovo casco Head Sensor che si arricchisce di caratteristiche innovative, comfort e dettagli intelligenti grazie alla collaborazione con Runtastic, una delle
compagnie leader nella creazione di app per il fitness scaricabili su smartphone. I due hanno sviluppato una nuova
app per gli sport invernali e l’hanno resa compatibile con i
caschi da neve.
Questo modello è capace di dare distanze, itinerari, velocità, velocità media, differenze di altitudine semplicemente
utilizzando un cellulare con gps, ma anche controllare il
battito cardiaco e le calorie bruciate grazie all’utilizzo della
fascia cardiaca. Con questo casco si possono programmare sessioni di allenamento personalizzato e settare la fascia
cardiaca, diminuire l’intensità grazie agli auricolari integrati all’interno dei paraorecchie del casco.essere condivise
attraverso i social media in tempo reale. Amici e follower
potranno interagire registrando il proprio tifo e incitamento in modo da aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati.
L’applicazione Runtastic, grazie alla tecnolgia bluetooth dà
la possibilità di ascoltare la musica, per essere ulteriormente motivati.
Michel Aubin Nchare
In alto: la giaccaSilverqueen Jacket di Hally Hansen,
con regolazione della temperatura, cappuccio e gonnella staccabile. Qui sopra, dettaglio del casco Head
Sensor, con app per il fitness Runtastic e auricolari
integrati all’interno dei paraorecchie.
61
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Salute & Co
D
opo la pillola e la legge sull’aborto, il social egg freezing (metti il tuo uovo
in freezer) è il terzo capitolo della emancipazione femminile che riafferma il concetto della maternità consapevole. Tutto nasce da un fatto che è sotto gli occhi di
tutti. Il sogno di diventare madre si affievolisce con il passare degli anni. All’arrivo del ciclo mensile le lacrime scorrono copiose. La cicogna non risponde alle
lettere e bisogna inviare una mail ad un centro PMA per sentirsi dire che dopo
i 40 anni la fertilità femminile crolla e anche con le tecniche FIVET la possibilità
è del 10%. In ospedale le liste di attesa si allungano, per avere un appuntamento
occorrono due anni. E nei centri privati si spende oltre 5.000 Euro per una fecondazione artificale. Alcune si sentono chiedere: perché non ci avete pensato
prima? Per mille motivi: lavoro, soldi, casa, ricerca del partner giusto Anche solo
il fatto di non sentirsi ancora pronta. E’ un fatto risaputo che fra 20 e 25 anni la
probabilità di avere una gravidanza è molto alta, dopo i 35 anni scende e a 40
anni non supera il 10%.Ma i tempi sono cambiati e l’età potrebbe
non essere più
Vintage
un ostacolo, dice la scienza, se la donna decidesse di congelare i suoi ovociti entro i 34 anni. La scelta di preservare è molto una questione molto soggettiva e delicata. Qualcuno decide di surgelare i suoi ovociti per assicurarsi una gravidanza
in futuro, perchè ora sta facendo carriera. In molti csi prevalgono soprattutto le
questioni di salute. La situazione infatti è completamente diversa nel caso di
donne che hanno l’esigenza di conservare la fertilità perché colpite da un tumore. Chemioterapia e radioterapia rischiano di compromettere irrimediabilmente
la fertilità. In questi casi c’è in primis l’urgenza di salvaguardare la possibilità di
avere figli in futuro.La sopravvivenza della cellula uovo dopo lo scongelamento
ottenuto per vitrificazione è molto alta, può toccare il 75-100%.
SOCIAL EGG
Il congelamento preventivo degli
ovociti impazza in Usa e in Gran
Bretagna. Ma bisogna deciderlo
per tempo e gestirlo al meglio
62
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Salute & Co
La capacità di fertlizzazione di queste uova può arrivare al 90% e il tasso di gravidanza al 25-55%. Dal
1999 al 2007 in tutto il mondo sono nati bambini
sani e belli da uova congelate e scongelate.La vitrificazione degli ovociti è una tecnica che permette di
posporre la capacità riproduttiva di una donna per il
tempo desiderato con le stesse possibilità presenti al
momento in cui gli ovociti vengono vitrificati. Sono
oltre 500 le donne di tutte le età che in Italia hanno
scelto di ricorrere a questo intervento. Il costo va dai
2 ai 3 mila euro e può rappresentare un ottimo investimento economico oltre che psicologico.
In Italia a proposito del Social Egg Freezing c’è tuttavia molta disinformazione e questa possibilità
viene percepita come egoismo o desiderio di restare
giovani. Negli USA e in Inghilterra, invece, il Social
Eggs Freezing impazza E’ la nuova frontiera della fecondazione ed è raccomandata a tutte le donne che
hanno in prospettiva una brillante carriera e ma che
intendono scegliere in prima persona quando vogliono e possono diventare madri, con il giusto partner
e nella giusta casa, senza vessazioni economiche per
costi di asili nido e baby sitter.
FREEZING
In Italia una coppia su quattro ha
problemi di infertilità: secondo i dati
dell’Oms, nel 2020 una coppia su tre
nel mondo sarà infertile. A favorire il
problema è anche l’età sempre più avanzata in cui la donna si sente pronta per
cercare la sua prima gravidanza: dai 25
anni dei primi anni Novanta agli attuali
32.
Il Social Freezing può dunque ssere
considerato una misura di medicina
preventiva dell’infertilità dovuta ad età
avanzata, ma perché sia valida come
tale deve essere effettuata prima dei 35
anni”.“Questa tecnica può rappresentare, nel prossimo futuro, una valida
alternativa all’ovodonazione nelle donne con la capacità riproduttiva compromessa dall’età”, In pratica, però, cosa
occorre fare per crioconservare i propri
gameti?
Un’aspirante futura mamma “dovrebbe recarsi presso un centro di Pma per
permettere agli esperti di valutare la
sua situazione generale e ginecologica
sottoponendosi ad una serie di esami di
routine e specifici in grado di valutarne
la riserva ovarica.
Successivamente si procede ad una stimolazione ovarica per produrre durante
quel ciclo un maggior numero di ovociti, che vengono poi prelevati in pochi
minuti.
Lo step successivo sarà quello della vitrificazione e quindi della conservazione
degli ovociti in azoto liquido a una temperatura di -196°C. Infine, al momento
del loro impiego si procederà allo scongelamento ed al loro utilizzo attraverso
le tecniche di fecondazione in vitro”.
Quali sono riuscita di questa tecnica?
“Sono determinate dal numero degli
ovociti congelati, che dovrebbero essere almeno 8-10 e restano legate, anche
loro, all’età della donna al tempo del
congelamento:.
Fiammetta Trallo,
medico, specialista in ginecologia
La sopravvivenza
di cellule uovo
prelevate al
momento giusto,
sotto i 30 anni,
dopo lo scongelamento è molto
alta, può toccare
il 75-100%.
Ma l’egg freezing
funziona solo
se ci si affida ad
esperti del settore
accreditati e a
centri Pma affidabili.
63
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Protagonisti
L’ORO SI
FA MITO
Energia
i
62
64
Mario Buccellati dava forma
ai sogni di D’Annunzio
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Ptotagonisti
A
Palazzo Strozzi di Firenze si
inaugura in questi giorni, a cura della Fondazione Buccellati, una mostra piena di fascino, dedicata alle
più belle creazioni di questo, considerato da sempre tra i nomi più
belli del nostro firmamento orafo.
Vogliamo perciò dedicare qualche
pagina a conoscere meglio la storia
del marchio storico di Via Montenapoleone creato da Mario Buccellati,
che ha saputo creare un suo stile
stile inconfondibile, apprezzato e
ovviamente anche mitato in tutto il
mondo. Un pezzo firmato Buccellati si riconosce a prima vista, per la
lavorazione delicatissima dell’oro
e delle pietre.Il fondatore nasce ad
Ancona nel 1891. Il suo ingresso nel
mondo orafo ha inizio presso la Beltrami & Besnati che rileva nel 1919,
passando in pochissimo tempo da
garzone di bottega a imprenditore
in proprio e poi leggenda del mondo del gioiello.
L’azienda Mario Buccellati nasce dunque nel cuore di Milano,
all’ombra del Teatro alla Scala in
Largo Santa Margherita: il successo
di pubblico è grande ed immediato
e la notorietà non tarda ad arrivare.
Da qui passano infatti i più bei nomi
della cultura, dello spettacolo e della nobiltà, primo fra tutti Gabriele
d’Annunzio.
L’antica casa milanese diventa ben
presto simbolo di una gioielleria e
argenteria di impareggiabile qualità
e di una tradizione luminosa e ininterrotta, sottolineata nel tempo dalla presenza immutata dello storico
punzone “15MI”. punzone è una
specie di marchio o numero progressivo rilasciato dalla Zecca che
caratterizza un’azienda una volta
per sempre, dal momento della sua
fondazione. Quel numero non viene più assegnato, anche in caso di
chiusura dell’attività e scompare insieme alla ditta orafa.
La Mario Buccellati vanta oggi il
terzo punzone più antico di Milano,
su oltre 2000 assegnati. Il celebre
punzone viene impresso accanto
alla firma Mario Buccellati su ogni
oggetto realizzato in azienda ma
anche prima del 15MI, fin dal 1919,
Mario siglava tutti i suoi preziosi.
Mario Buccellati nel corso della sua
vita ha avuto al suo fianco due compagne eccezionali: la madre Maria
Colombani, che fin dall’inizio ha
creduto in lui e con fiducia e amore
lo ha aiutato a superare qualunque
difficoltà; e Maria Rodolfi, sua
ANELLI 98
Con l’incisione si possono ottenere, partendo da lastre di metallo analoghe per forma
e dimensioni, effetti diversissimi, come in
questi anelli d’oro a fascia. Ecco dunque
i rombi a ornato, effetto seta, damasco
bordato di bianco, agemina in oro giallo e
bianco.
ANELLI 115
Dall’alto in basso: grande brillante in montatura “capriccio”, con motivo geometrico
a reticolo digradante; anello con motivo
a losanghe in oro bianco sforato e palline
d’oro giallo in contrasto, che richiamano i
bordi modellati; éternelle a ramage in oro
bianco con brillanti, in assoluto uno dei
classici Mario Buccellati.
63
65
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Protagonisti
“Quel tuo braccialetto traforato suscitò
entusiasmi quasi lacrimosi in chi l’ebbe”..
moglie, con la quale ha avuto cinque figli maschi: Luca, Lorenzo, Federico, Gianmaria e Giorgio. .
Tutti i gioielli di produzione Mario
Buccellati sono interamente eseguiti a mano, totalmente incisi, sforati,
resi leggerissimi, con un’attenzione
ai particolari e una sapiente abilità artigiana che conferisce ad ogni
pezzo il valore dell’unicità.
Elemento fondamentale e caratteristico dello stile Mario Buccellati
è proprio l’incisione, accurata ed
inimitabile, che sembra trasformare
l’oro e l’argento in tessuto prezioso,
tulle, damasco, lino o seta.
Ancora oggi la Mario Buccellati
conferma l’impossibilità di ottenere con procedimenti industriali un
effetto anche solo paragonabile alla
minuziosa opera di bulino della lavorazione rigorosamente artigianale alla quale si attiene fedelmente da
sempre e che, per sempre, rimarrà
suo vero e proprio segno di distinzione.
Queste caratteristiche hanno fatto
della Mario Buccellati uno dei più
prestigiosi ed esclusivi marchi internazionali di gioielleria, simbolo
del gusto raffinato made in Italy e
garanzia di qualità. Ricca dunque
di spunti originali ma fedele ai suoi
66
valori più autentici di esclusività e raffinatezza, l’arte orafa Buccellati si perpetua grazie
alla coerenza di stile ed alla cura artigianale
dei dettagli e delle rifiniture di ogni gioiello,
confermando uno stile assolutamente riconoscibile che stupisce ed affascina per l’armonia
dell’insieme e per la cura dei particolari.
Molti sono i personaggi del jet set e dello spettacolo che scelgono i gioielli Buccellati. Ma
il più esigente è stato sicuramente il Vate, il
poeta Gabriele D’Annunzio, che lo chiamava
“il principe degli orafi”. I duedivennero amici nel 1922: si stimavano ed ebbero un fitto
scambio epistolare che durò fino alla morte
del Poeta. Buccellati firmava “Mastro Paragon
Coppella” le proprie creazioni per Gabriele
D’Annunzio. “Come é bello il diadema!” scrive il Vate all’amico. “ Lo provo alla mia fronte
calva. Le scatole sono ancor più fieramente
incise, in paragon delle altre. Bravo! Quel tuo
braccialetto traforato suscitò entusiasmi quasi lacrimosi in chi l’ebbe. Squisito é l’anello
‘eterno’, con i miei due colori araldici, il rosso
e il blu”. Proprio nel 1922 D’annunzio affida
a Buccellati la realizzazione di un calamaio,
tuttora conservato presso il Vittoriale, inciso
con una coppia di cornucopie intrecciate che
racchiudono il motto “Io ho quel che ho donato” sopra la firma autografa. I motti preferiti
da D’annunzio vengono riproposti du molte
opere commissionate, un astuccio portafiammiferi del 1933 incornicia il motto “Ardentior
Intus”, é in
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Protagonisti
argento, inciso a bulino, con motivi ripresi
dai merletti di Burano, finissimi prodotti
artigianali che furono fonte di ispirazione per
il grande orafo. Nel maggio del 1925 D’Annunzio scrive a Mario Buccellati:”Le custodiette d’Argento, con le imprese di guerra
incise, sono avidissimamente cercate dai miei
compagni. Fammene con l’Ardisco, col Sufficit, col Semper Adamas. In una lettera del 19
dicembre 1926 D’Annunzo prega Buccellati
di eseguire altre scatole d’argento “fieramente incise” con il motto “Ardisco non ordisco”,
insieme a quelle son il motto “Memento
audere Semper”, entro l’11 febbraio di
quell’anno, ottavo anniversario della Beffa di
Buccari .
Nel secolo scorso Mario Buccellati divenne il
gioielliere preferito di Case Reali (d’Italia,
d’Egitto, Belga, Spagnola), di Principi, Papi
e Cardinali, aristocratici ed imprenditori.
La sua fama superò i confini dell’ Italia, si
diffuse in Europa sino a varcare l’Oceano
Atlantico.
Oltre ad essere un grande artista, Mario Buccellati
possedeva un altrettanto grande spirito d’iniziativa, il che lo portò ad aprire i negozi di Roma
(1925), Firenze (1929) e, subito dopo la seconda
guerra mondiale, a New York (1951) e Palm
Beach (1956). (KFMDE)
67
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
Protagonisti
Ben presto, anche nelle capitali americane, lo stile Buccellati non mancò
di stupire. Esso fonde in sé diverse
fonti di ispirazione: l’arte dell’antica Grecia e dell’antica Roma, il Rinascimento, il Rococò, il classico e
ricerca strenuamente il giusto equilibrio delle forme e dei colori. L’equilibrio delle forme si esprime nel
succedersi di pieni e di vuoti, dove
la luce penetra o si rifrange nel metallo prezioso traforato creando ombre, sfumature, movimenti.
Per ottenere contemporaneamente
l’esaltazione della funzione cromatica, della delicatezza del lavoro
manuale e delle forme estetiche, i
creatori della Buccellati utilizzano
insieme pietre preziose diverse, indipendentemente dalla loro ‘famiglia’ di appartenenza (rubini, zaffiri,
smeraldi, acquemarine, tormaline,
quarzi, etc.). Vorrei sottolineare
che un aspetto tico della nostra lavorazione è la totale flessibilità per
esempio di collane e bracciali. Questo vuol dire che i segmenti che formano .l’intricata lavorazione di un
pizzo, sono uniti fra di loro da innumerevoli piccolissime incatenazioni
quasi sempre invisibili che ne determinano l’eleganza e la preziosità.
Si tratta, insomma, di uno stile molto particolare, complesso, non facile da spiegare in poche parole, ma,
proprio perché davvero unico,
68
lo definirei ‘stile Buccellati’ tout
court, così come è conosciuto nel
mondo.
La donna che indossa le creazioni
Buccellati è generalmente una donna colta che ama l’eleganza e che
apprezza l’unicità e la classicità.
Ma i clienti di Buccellati sono sopratutto uomini di spiccato buon
gusto frequentano le boutique dello
storico marchio per il piacere di fare
regali preziosi e unici:aristocratici,
imprenditori, personalità della politica, della finanza e del mondo dello
spettacolo,
I gioielli Buccellati, vere e proprie
eccellenze del ‘fatto a mano’, dai
gioielli agli argenti, dalla posateria
agli oggetti da collezione, sono eseguiti interamente in Italia e sempre
su base completamente artigianale.
I laboratori orafi dell’azienda sono
a Milano, ma anche in città dove
la cultura e la tradizione artigianale sono ben radicate, come Firenze
e Venezia. Il laboratorio di Milano
è comunque il ‘cuore’ di questo
miracolo produttivo. I Buccellati
incontramo regolarmente i loro artigiani per discutere i disegni, e decidere le tecniche da utilizzate per
raggiungere il risultato previsto e
per controllare l’avanzamento dei
lavori., dai più moderni a quelli che
ripercorrendo le vie di antiche tradizioni.
SPONSOR UNICO
C
R
A
L
L
M AGA
H
C
O
R
T
E
R 85
A
N
U
19
–
8
190
UNA INIzIATIVA dI
UNA MOSTRA
VA
I
T
T
SPE
EALE
R
O
z
ALAz 2 01 4
P
O
N
RE
MILA T T E M b 2 01 5
A
17 SE bRAIO
NdIT
E
b
V
E
E
R
1f
EEP
N
I
L
ALL
INfO4911
G
A
H
02 5 E T. I T/C
IT
A L RLE.ALE
g
TICk
A
O
H
R ANCO.IT/PALAzz
T
S
M O E.MILA
COM
SPONSOR TECNICI
UN
VETTORE UffICIALE
CON IL SUPPORTO dI
CON IL SOSTEGNO dI
IN COLLAbORAzIONE CON
CONSIgLIATA dA
Scarica

LEONARDO - Arena Media Star