Gli ausili uditivi si differenziano nel livello di amplificazione, a seconda della perdita uditiva del soggetto. Esistono diversi tipi di ausilio uditivo:
Apparecchi intrauricolari
Portati all’interno dell’orecchio sono praticamente
“invisibili” e quindi spesso non riconoscibili in un primo
momento.
Apparecchi retroauricolari
Posizionati dietro il padiglione auricolare sono collegati
con la chiocciola tramite un sottile tubicino.
L’impianto cocleare (IC)
L’IC è una protesi auricolare interna per persone affette da ipoacusia grave e sordità. Il processore vocale
trasforma il suono in impulsi elettrici inoltrandoli poi
al ricevitore-stimolatore nella chiocciola dell’orecchio
(in latino coclea). Gli elettrodi stimolano le fibre del
nervo acustico nella coclea e il cervello interpreta l’impulso come suono. Un IC è composto da due elementi
principali: il ricevitore-stimolatore applicato sottocute
dietro l’orecchio e il processore vocale con bobina di
trasmissione portato dietro l’orecchio come un apparecchio acustico.
Le persone audiolese devono confrontarsi con difficoltà
diverse, ma per tutte vale quanto segue:
• Perdere l’udito spesso significa solitudine che può
causare malattie.
• Soprattutto in situazioni delicate come ad esempio all’ospedale, un problema uditivo può causare
fraintendimenti.
• Una comunicazione chiara e comprensibile con il
paziente audioleso permette di farlo sentire a suo
agio, fargli capire il proprio stato di salute e curarlo
con i risultati migliori.
Il gruppo giovanile dell’Associazione genitori bambini
audiolesi si è posta l’obiettivo di ridurre le barriere comunicative. Con questa brochure l’associazione desidera
informare i collaboratori del settore sanitario incoraggiandoli al contempo a condurre dei colloqui adeguati
con persone audiolese. Con le conoscenze fondamentali
e una certa empatia potrete contribuire anche voi a ridurre le barriere comunicative.
Contatto:
Apparecchio
retroauricolare
Apparecchio
intrauricolare
Processore vocale e bobina di trasmissione dell’IC
Per ulteriori informazioni rivolgersi alle collaboratrici
socio-pedagogiche della sezione giovanile
dell’Associazione genitori bambini audiolesi JUGS
Via Latemar 8 · 39100 Bolzano
Tel: 0471 974431 · Fax: 0471 977939 · [email protected]
www.ehk.it
Informazioni per i collaboratori
del pronto intervento
In Alto Adige, circa il 20% della popolazione è affetto da
perdita uditiva. Per le persone attorno a loro il loro handicap è invisibile. Oltre agli adulti, tali disturbi si riscontrano soprattutto presso anziani ma anche in bambini e
giovani.
Sezione giovanile Associazione genitori bambini
audiolesi JUGS, Via Latemar 8, 39100 Bolzano
Tel: 0471 974431 · Fax: 0471 977939
www.ehk.it · [email protected]
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© EhK 2008 · grafica: marlene tutzer - www.n-project.com · pittogrammi: daniele zanoni · stampa: digiprint bolzano
Informazioni sugli apparecchi
acustici e l’impianto cocleare
A CONTATTO CON
PERSONE AUDIOLESE
In collaborazione con
Com’è possibile riconoscere che una
persona ci sente poco o è sorda?
Come si può comunicare con una persona audiolesa?
Alcune regole importanti ...
Apparecchi acustici o impianto cocleare (IC)
Se la persona non porta un apparecchio acustico è possibile
• riconoscere la sordità o l’ipoacusia
dal suono della sua voce insolito e
da una pronuncia difficilmente comprensibile.
• riconoscere la perdita uditiva dal
fatto che il paziente non presta attenzione quando gli si porge una
domanda e non mostra alcuna reazione ai rumori.
Se un paziente non risponde alle vostre
domande cercate di chiedergli a gesti
se sia audioleso o meno:
Portare l’indice
dall’orecchio alla bocca
dicendo: “sordo?”
Quando parlate con una persona
sorda o ipoudente utilizzate una
lingua standard.
Una mimica e una gestualità chiare
facilitano la comprensione.
Volgete il vostro viso verso la persona
con cui parlate. Una persona sorda o
ipoudente ha bisogno di vedervi in
faccia per leggere i movimenti labiali.
Se nemmeno così riuscite a comunicare, scrivete le cose più importanti
in frasi brevi e chiare.
Assicuratevi di stabilire un contatto
visivo tra voi e la persona audiolesa
o segnalare con un gesto della mano
che desiderate dire qualcosa.
Assicuratevi che il vostro viso sia
ben illuminato altrimenti l’interlocutore non potrà leggere i vostri
movimenti labiali.
Parlate con un volume di voce normale e un po’ più lentamente del
solito ma senza esagerare.
Evitate di porre alle persone audiolese delle domande cui rispondere
con “sì“ o “no”. Ponete delle domande aperte cui rispondere con
una frase: Chi…? Dove…? Cosa…?
ecc.
Le persone audiolese o sorde tendono spesso a rispondere affrettatamente con “sì” o “no”, a volte
perché non hanno ben compreso
quanto è stato loro detto.
Il paziente deve fare riferimento ai
vostri movimenti labiali. Utilizzate
frasi brevi e semplici.
HÖREN
Utilizzare una lingua standard
Dire le cose con un volume di voce normale
Incrociare spesso lo sguardo dell’interlocutore
Ripetere le cose dette e parlare con calma
Esprimersi in modo semplice e comprensibile
HÖREN
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