6th R.I.B. Convention - Alternative Risk Transfer - Alternative today? Standard tomorrow?
R
I
B
6th R.I.B. Convention
Alternative Risk Transfer
Alternative today?
Standard tomorrow?
A.R.T. - Alternativa attuale? Standard futuro?
St. Jean Cap Ferrat - 5/6/7 November 1999
6th R.I.B. Convention
Alternative Risk Transfer
Alternative today? Standard tomorrow?
• ART, Captives, New Markets; where is non-traditional reinsurance
making the most head way?
• Is usual retained insurance a market for ART; has it now found a new home?
• What has been and what can we expect the response of the traditional
markets to be?
A.R.T. - Alternativa attuale? Standard futuro?
• ART, Captive, Nuovi Mercati; quali spazi hanno trovato forme riassicurative
non convenzionali?
• Quali spazi stanno trovando forme riassicurative tradizionali in rami
tradizionalmente non riassicurati?
• Qual’è stata e quale sarà la reazione/interazione del mercato tradizionale?
St. Jean Cap Ferrat - 5/6/7 November 1999
3
Summary
R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA
Francesco Curioni
Muenchener Rueck Italia S.p.A.
Martin E. Prechtl
Introduzione
Introduction
L’incorporazione dei mercati
finanziari nei programmi globali
di risk management: la posizione
del riassicuratore
The incorporation of financial
markets in risk management
global programs:
the reinsurer's position.
Page 5
R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA
Carlo Faina
L’impatto delle tecniche di ART I fattori di cambiamento del mercato
ed i possibili futuri scenari
The impact of ART solutions –
Drivers of change in the insurance
sector and future scenarios
for the ART market.
7
Swiss Re Italia
Mario Mascioli
Soluzioni strutturate
per gestire i rischi
delle compagnie di assicurazione
Structured solutions
for the management of insurance
companies’ risks
6th R.I.B. Convention
Convergenze tra riassicurazione
e sistema bancario
The convergences between
reinsurance and banking
Breve sintesi del mercato italiano
Short synthesis of the Italian market
75
83
27
R.I.B. Reinsurance International Brokers SpA
Francesco Curioni
Conclusione
Conclusion
45
RLI Insurance Company
Dean LaPierre
ART – Il mercato dei rischi
per il nuovo millennio
ART - Risk trading
for the next Millennium
Royal Bank of Canada Insurance Company
Hossam Shiaty – Jeffrey Vannan
Studio Panzeri & Associati S.r.l.
Fausto Panzeri
KPMG Consulting
Bob Brown
Guida del consumatore all’ART
The consumer’s guide to ART
63
53
93
5
Francesco Curioni
Chairman,
R.I.B. Reinsurance
International
Brokers S.p.A.
Buongiorno a voi tutti e benvenuti alla sesta edizione del nostro convegno annuale. Un convegno che
ogni anno si arricchisce di nuove presenze e che stimola tutti noi della RIB a rispondere in termini
adeguati alle sollecitazioni ed istanze che provengono da una platea di esperti che rappresentano
davvero le componenti strutturali del mercato riassicurativo.
Tra noi infatti, oltre ai rappresentanti delle più importanti società riassicurative, sono presenti i
manager delle compagnie cedenti nonché i broker
assicurativi. Non mancano inoltre personalità del
comparto bancario e finanziario che seguono con
particolare interesse le evoluzioni del settore assicurativo e riassicurativo. Di queste presenze siamo
molto lieti poiché vorremmo che i nostri convegni
fossero una sorta di “palestra di idee” da cui trarre
spunti di riflessione e di cultura per migliorare la
nostra operatività. Operatività della quale siamo orgogliosi e soddisfatti, in quanto oltre ad aver elevato
in modo sensibile i nostri ricavi annui, abbiamo assistito con piacere al consolidamento della nostra
sede statunitense. Abbiamo inoltre aperto, in Zurigo, una nuova rappresentanza della RIB e siamo
prossimi all’apertura di una sede in Londra. Siamo
consapevoli delle indubbie difficoltà che dovremo
affrontare, per ottenere una presenza qualificata sul
mercato londinese ma riteniamo comunque che per
noi siano maturi i tempi per affrontare una nuova
sfida impegnativa. Recentemente abbiamo assunto
il controllo della MR, una società genovese, che riteniamo nota a voi tutti. Il management della società,
che vanta una significativa presenza nell’assetto
azionario, svilupperà sicuramente valide sinergie
con il nostro gruppo e sono certo che ne deriveranno, per tutti, migliori opportunità operative.
Il tema che abbiamo prescelto per quest’anno è
quello degli ART, una delle “novità” più significative che sta caratterizzando il mondo della
riassicurazione.
Sappiamo che molti riassicuratori di lungo corso
stanno osservando con perplessità ed in taluni casi
con diffidenza l’insorgere di queste commistioni tra
il mondo della riassicurazione e quello della finanza. Dal canto nostro, pur ritenendoci dei paladini
dell’ortodossia riassicurativa, intesa come costante
riferimento a canoni tecnici e giuridici nelle sottoscrizioni dei rischi, riteniamo assolutamente
doveroso dare il massimo approfondimento a quelle
forme innovative che possono diventare dei motori
6th R.I.B. Convention
Introduction
G
ood morning, and welcome to the sixth of
our annual conference. A conference that
each year is enriched by new attendees and
that stimulates all of us of RIB to give answers suited to the demands and instances
that come from a public comprised of experts who really represent the structural components of the
reinsurance market.
Among us we have many representatives of primary
reinsurance companies, managers of ceding companies
and insurance brokers but also personalities of the financial and banking sector, who are highly interested
in the evolutions of the insurance and reinsurance
field. We are very happy that these persons attend because we would like our meetings to be some sort of
“ideas gyms” apt to give us all cues for reflection and
bits of culture to improve our operations. We are very
proud and satisfied with this operation, as we have
greatly improved our annual income and have looked
with pleasure at the consolidation of our American
branch. Furthermore, we have opened a new branch in
Zurich and are on the point of opening one in London.
We are aware of the great difficulties with which we are
faced, into obtaining a qualified presence in the British
market, but we nonetheless believe that the times are
ripe for us to pick up such a demanding challenge.
We have recently gained control of MR, a company registered in Genoa, that we believe is well known to all of
you. The management of this company, that is also
greatly present in the shareholder equity, shall develop
valid sinergies with our group from which great operative opportunities will come for us all.
The theme that we have chosen this year is that of ART,
one of the most significant new items that are appearing in the insurance world.
We know that many old time reinsurers are looking at
the arise of this mixing of the finance and insurance
worlds with a kind of perplexity and sometimes diffidence. We, on our part, while still champions of the
orthodoxy of reinsurance, believe it our duty to analyse
profoundly those innovative forms that could become
6
di propulsione per un’attività il cui fine primario è
la tutela dei legittimi bisogni dei clienti. Quello del
miglior servizio ai clienti resta infatti il nostro obiettivo principale ed irrinunciabile.
In queste due giornate di lavoro non verranno certamente impartite “lezioni” dal podio di fronte a
voi. Vi saranno invece esposti problemi ed illustrate
esperienze già vissute nel settore degli ART. Ci auguriamo che le relazioni destino in voi un interesse
tale da dare vita ad un dibattito, nel quale diverse
opinioni possano essere messe a confronto.
La riuscita dei nostri convegni, negli anni passati, si
è fondata sulla qualità dei temi trattati e dei relatori
che li hanno esposti ma anche, e vorrei dire soprattutto, sulla partecipazione attiva dei numerosi
intervenuti.
Ci auguriamo che sia così anche per quest’anno ed
invito al podio il primo relatore.
the driving force for an activity that aims primarily at
protecting the legitimate needs of the clients. Giving
the best service to the clients remains our main and
foremost objective.
During these two days nobody shall give lessons to any
of you. The speakers will talk of problems and experiences that they have already had in the ART field. We
hope to awaken your interest up to a point where this
will give rise to discussions in which different opinions
can be shared.
The success of the previous meetings has always depended on the quality of the themes illustrated by our
speakers but also above all on the active participation of
the numerous attendees.
We hope that this session will be as lively as the previous
and I invite the first speaker to the stage.
6th R.I.B. Convention
7
Carlo Faina
Managing Director
R.I.B. Reinsurance
International
Brokers S.p.A.
I Recenti Sviluppi del Mercato:
Comincerei con una semplice e classica constatazione: noi tutti stiamo vivendo un ciclo di mercato che
è caratterizzato da certe particolarità, e ne abbiamo
vissuti di altri leggermente o molto diversi in precedenza. Parlo quindi di un mercato di grande
capacità e prezzi bassi, ovvero di un mercato di scarsa capacità e prezzi alti.
Nel momento attuale credo che tutti, avendo vissuto
cicli precedenti diversi, ci chiediamo come potrà essere il prossimo ciclo: se sarà molto diverso o se
sarà paragonabile a cicli precedenti che abbiamo già
professionalmente vissuto.
Indubbiamente nel momento attuale il mercato è caratterizzato da grandissima capacità e pertanto ci si
immagina che questa ciclicità porti ad un momento
di minore capacità e di maggiore difficoltà del mercato. E’chiaro, da quello che stiamo vedendo
recentemente, che probabilmente questo prossimo
ciclo avrà caratteristiche diverse dal precedente, e
forse una parte importante di queste differenze viene proprio data dal fatto che vi sarà una più
massiccia presenza dell’ART nel mercato cosiddetto
“duro” e difficile che verrà. Quindi, senza avere la
pretesa di parlare tecnicamente dell’ART, perché
questa non è funzione nostra, ma più che altro a titolo di provocazione, in maniera che poi chi tratterà
l’argomento molto più professionalmente in seguito
inquadri meglio la situazione, vorrei cercare di ipotizzare oggi dei possibili scenari per quello che
potrebbe essere il prossimo ciclo di mercato, rispettivamente con una presenza dirompente, meno
dirompente o modesta, di determinate forme di
ART.
Inizierei quindi con una breve analisi dei più recenti
sviluppi del mercato:
• Si è registrata, negli ultimi anni, una lenta tendenza all’aumento di soluzioni ART;
• Quando si parla di soluzioni ART quelle che più di
frequente hanno fatto registrare una crescita nel
mercato sono state soluzioni del tipo “finite risk”,
costituzione di società “captive” e operazioni di “securitization”, cioè cartolarizzazione di rischi
assicurativi.
• Queste operazioni si sono presentate con diverse
varianti, a seconda di scenari diversi, e sono state
presentate da diversi operatori con lo scopo anche
di differenziarsi dalla concorrenza, si è trattato
quindi sempre di soluzioni fatte più o meno su misura.
6th R.I.B. Convention
The impact of ART solutions Drivers of change in the
insurance sector and future
scenarios for the ART market
I
Recent Developments in the Market:
would like to begin with one simple, basic affirmation: all of us are experiencing a market cycle
which is characterised by certain particular traits
and in the past we have experienced other situations which are similar to a greater or lesser degree. I
am talking, therefore, about markets with great capacity
and low prices, or the alternative, markets with low capacity and high prices. I believe that at the present
time, having previously experienced different cycles, we
are all asking ourselves how the next cycle will be defined - will it be very different, or will it be comparable to
previous cycles which we have experienced in our professional lives. There is no doubt that at the moment
the market is characterised by enormous capacity and
yet we expect that this cyclic nature of the market will
bring about a period of lower capacity and greater difficulty therein. It is clear from what we have seen
recently that the next cycle will probably have different
characteristics from the preceding one, and maybe one
important factor amongst these differences will be precisely attributable to the fact that ART will be more
prevalent in the so-called "hard" and difficult market to
come. Therefore, without claiming to discuss ART from
a technical point of view, since this is not our function,
but rather to stimulate debate so that whoever deals
with the subject in a far more professional manner later
on will be in a better position to assess it, I would like
today to try to consider some hypothetical scenarios for
what could be the next market cycle with, respectively, a
disruptive, less disruptive or moderate presence of particular forms of ART.
I would therefore like to start with a brief analysis of the
most recent developments in the market:
• Over the last few years, a gradual trend towards an increase in the presence of ART solutions has been
recorded;
• When talking of ART solutions, those which have
been seen most often to be on the increase in the
market are those of the finite risk type, set up by capti-
8
• Negli ultimi anni l’aumento della disponibilità di
queste soluzioni ha portato un certo impatto sul
mercato, cominciando ad introdurre un cambiamento: il fatto stesso che se ne parli, anche se di più o di
meno a seconda delle diverse aree geografiche (negli Stati Uniti forse di più o con più regolarità, in
Europa un po’meno), sembra confermare che qualche cambiamento nel mercato si è già verificato.
I Fattori Trainanti per la Crescita di Soluzioni ART:
Guarderei quindi brevemente a quelli che sono i fattori trainanti per la crescita di queste soluzioni, per
poi vedere quali possono essere i possibili scenari
che ne derivano:
• Si registra senz'altro un cambiamento nelle dinamiche nelle grandi realtà industriali, cioè è il
Cliente originale che ha attraversato mutazioni rispetto al passato; c’è poi una spinta verso la
globalizzazione (di cui abbiamo già parlato ampiamente nel convegno dell’anno scorso, ed ancora
parleremo in futuro, dato che se ne può prevedere
una continuazione), cioè fusioni e consolidamenti
che portano a un cambiamento delle realtà sia industriali che assicurative e riassicurative, e ad una
spinta verso un’industria basata sul servizio, quindi
meno industria manufatturiera e più industria del
terziario.
• Il Cliente originale, i gruppi industriali, sono più
sofisticati di quello che erano una volta e quindi cominciano con più accuratezza, con più scientificità,
ad esaminare e a rivedere i propri servizi di “risk
management” e quindi ad interessarsi più attivamente a quello che riguarda la prevenzione ed
aspetti analoghi.
• Al tempo stesso aumenta, e questo lo vediamo nel
lavoro di tutti i giorni, la domanda per assicurare rischi che prima non era possibile coprire, rischi
cosiddetti non assicurabili, rischi comunque difficili
da collocare sul mercato tradizionale.
• Abbiamo visto sin qui quelli che possono essere i
cambiamenti e le diverse dinamiche che riguardano
il Cliente originale; c’è poi la variabile che riguarda
il mercato assicurativo e riassicurativo, che come
tutti sappiamo, dato che con diversi ruoli lo viviamo
quotidianamente, sta attraversando un periodo di
grandissimo cambiamento: anche in questo settore
avvengono massicce concentrazioni. Si registra inoltre una spinta ad aumentare la redditività per gli
azionisti delle Compagnie, quindi vi è una situazione in evoluzione;
• Vi è anche una molto più accentuata concorrenza,
e quindi è necessario concentrarsi sulle attività “core”, attività particolari, caratteristiche, generare
valore in più rispetto ai concorrenti e ancora una
volta differenziarsi dai concorrenti per acquisire
quote di mercato.
Il diagramma che segue, per quanto molto schematico e quindi approssimativo, può dare un’idea di
come possano inquadrarsi queste soluzioni, a seconda della dimensione del rischio e delle dimensioni
del Cliente. Sull’asse della dimensione del Cliente,
da piccolo a medio e quindi grande, si annotano
successivamente il non utilizzo di alcuna soluzione
ART, l’eventuale utilizzo di soluzioni “rent a capti-
ve companies and the securitisation of insurance risks.
• These operations have been offered in various forms
depending on the different scenarios and they have
been put forward by different operators whose additional purpose is to differentiate themselves from the
competition - we are talking here of solutions which
are more or less made-to-measure.
• In recent years, the increase in availability of these solutions has already had some impact on the market –
it is already starting to bring about some changes: the
precise fact that these solutions are being discussed,
even if to what extent depends on the geographical
area (in the United States they are discussed more, or
more frequently – a little less in Europe) would seem
to confirm that the market has already changed to some extent.
The Driving Forces behind the Growth in ART Solutions:
I would therefore like to look briefly at those factors
which are the driving forces behind the growth in these
solutions, in order to then be in a position to imagine
the potential nature of future scenarios:
• There is no doubt that there has been a change in the
dynamics of the overall industrial structure, i.e. it is the
original Client who has changed with respect to the past, and there is a push towards globalisation (a matter
which we have already discussed in great depth at last
year's convention and which we will continue to discuss
in the future, since it is anticipated that this will be an
ongoing process); we are talking here of mergers and
consolidations which bring about structural changes,
not only to industrial but also to insurance and reinsurance companies, and of a push towards service-based
industry - that is, a decrease in manufacturing industry
and an increase in tertiary industry.
• Industrial groups, who are the original Clients, are
more sophisticated than they once were; they are therefore starting to examine and reconsider their own
risk management services with greater precision and
in a more scientific way, and therefore to take a more
active interest in everything which concerns prevention and related issues.
• At the same time - and this is something we see in our
work every day - there is an increase in the demand to
insure risk for which previously no cover was available,
so-called non-insurable risks, which are, however, difficult to place in the traditional market.
• Up until now we have looked at the potential changes
and different dynamics which concern the original
Client; next we must consider the variables which affect the insurance and reinsurance markets, which, as
we know, as all of us in our various roles experience it
6th R.I.B. Convention
9
Vedi Chart 1
Futuri Scenari del Mercato Globale:
• Esaminando per primo il fenomeno delle “captive”, notiamo che il loro numero è senz’altro in
crescita, una crescita abbastanza costante seppure
non verticale;
• La costituzione di una “captive” presenta molti
vantaggi per un certo tipo di Clienti, soprattutto
quando si tratta di coprire rischi ad alta frequenza.
Tra i vantaggi possiamo menzionare il risparmio nei
costi assicurativi, l’ottenimento di garanzie che sul
mercato commerciale potrebbero essere più difficilmente reperibili, un migliore controllo dei propri
rischi, che deriva dal fatto di essere al tempo stesso
Cliente e Assicuratore, vantaggi fiscali (questi vantaggi sono legati, come vedremo in seguito, alla
dislocazione “off-shore” di molte società “captive”,
d’altronde va valutato attentamente quale possa essere il futuro di queste situazioni), nonché l’accesso
diretto ai mercati riassicurativi. Se vogliamo dare un
ordine d’importanza a questi fattori da basso, a medio e alto vediamo nella tabella che segue che in
ordine il risparmio di costi viene considerato il primo e più importante fattore, seguono le
facilitazioni a ottenere coperture altrimenti non reperibili, poi un migliore risk management, vantaggi
legati alla sistemazione “off-shore”, compresa la tassazione, e poi in diminuzione gli altri fattori.
Vedi Chart 2
• Ci sono però anche alcuni elementi che dettano segnali contrari alla formazione di una “captive”; in
linea di massima si possono così velocemente schematizzare:
- Alti costi di costituzione e di esercizio, per cui per
un determinato taglio di Clienti l’operazione non
risulta conveniente;
- Problemi di vigilanza e di controllo governativo sia
sull’attività, per quanto riguarda gli organismi di
regolamentazione dell’attività assicurativa nei vari
Paesi, sia sulla tassazione, argomento che poi vedremo ancora in seguito;
- Mancanza di un equilibrio nel portafoglio, perché
la società “captive”, si trova ad avere spesso un solo Cliente, quindi può risentire della carenza di
diversificazione del portafoglio;
- Esposizione elevata a risultati negativi, possibile
inadeguatezza delle riserve.
• Abbiamo parlato di vantaggi legati alla sistemazio-
6th R.I.B. Convention
on a daily basis, are experiencing a period of major
change: here, too, massive consolidation is taking place. Nevertheless, there is a push to increase
profitability for company shareholders, so the situation is continually evolving;
• There is also far more emphasis on competition and it
is therefore necessary to concentrate on core activities, special, characteristic activities, to generate
higher value with respect to competitors and once
again, to differentiate ourselves from our competitors
in order to gain market share.
The following diagram, however schematic and therefore approximate, gives some idea of how these solutions
can be adopted, depending on the size of the risk and
of the Client. On the Client size axis, from small to medium-sized to large, the successive non-use of ART
solutions will be noted, and the possible use of “rent a
captive” solutions, i.e. captive insurers rented in those
cases where the size is not sufficient to justify establishing, and therefore using, one's own captive; on the
other hand, following the risk size axis upwards, starting with frequent risk and ending with uninsurable
risk, the various solutions which can be applied are
shown, obviously in a very generic way, i.e. from the use
of a captive for frequent risk to the use of a finite risk
solution and finally to the possibility of securitisation
for extremely high level risks.
Chart 1
Outlining the potential for ART solutions
Uninsurable
Size of risk
ve”, cioè di società “captive” prese in affitto laddove non vi sono le dimensioni sufficienti per
giustificare la costituzione di una società “captive”
propria, e quindi l’utilizzo di una “captive” propria.
Andando invece verso l’alto lungo l’asse della dimensione del rischio, da rischio di frequenza fino a
rischio difficilmente assicurabile, si annotano quelle
che possono essere, ovviamente in modo piuttosto
generico, le varie soluzioni applicabili, cioè dall’utilizzo di una “captive” per i rischi di frequenza, a
soluzioni del tipo “finite risk”, fino all’eventuale
cartolarizzazione per rischi ad altissima severità.
Securities /
reinsurance
Securities
Big ticket
Finish risk /
multidimensional
?
Medium
Retention
finite risk
Rent-a-captive
Captives
Frequent
Small
Medium
Large
Credit size
Future Global Market Scenarios:
• Taking the captives phenomenon first, we will see that
they are without doubt growing in number and that
this growth is fairly constant, if not vertical;
10
ne “off-shore”, quindi vantaggi di natura fiscale. Se
osserviamo nella tabella che segue quante sono le
“captive” formate dall’89 al ’98 (di ogni barra verticale la prima sezione dal basso è quella riferita al
numero di “captive” costituite in territori “off-shore”, seguono le “captive” costituite negli Stati Uniti,
quindi quelle in altri Paesi), si vede chiaramente che
la maggior parte delle operazioni “captive” è stata
studiata per questo tipo di vantaggio, infatti le “captive” dislocate in territori “off-shore” rappresentano
oltre il novanta per cento delle operazioni.
Vedi Chart 3
• L'armonizzazione in Europa delle norme fiscali,
un fatto non più evitabile alla luce dei recenti sviluppi, con la crescita dell’Unione Europea
probabilmente sarà un fattore decisivo per quanto
riguarda il futuro delle “captive”, essendo intuitivo
come una scelta in percentuale così importante
orientata verso vantaggi di tipo fiscale nella formazione di una “captive” possa essere rivista in modo
anche radicale, a seconda che questi vantaggi di natura fiscale vengano mantenuti o eliminati.
• Già, ad esempio, negli Stati Uniti lo Stato di New
York, che pure è famoso per avere sempre adottato
un sistema molto “liberal” dal punto di vista dell’economia, ha imposto una limitazione alle favorevoli
condizioni per la detraibilità fiscale dei premi ceduti alle “captive”; sembrerebbe quindi esserci una
tendenza ad una maggiore trasparenza e ad andare
verso una situazione dove il vantaggio fiscale per le
“captive” potrebbe venire meno.
• Inoltre vi sono le coperture di tipo “finite risk” e
le coperture miste ART che potrebbero ridurre ulteriormente la necessità di formare società “captive”.
Guardando ad altri tipi di soluzioni ART, quindi soprattutto le soluzioni chiamate “finite risk” e le
operazioni di “securitization” di rischi assicurativi,
emergono due interrogativi centrali:
• Quale tipo di penetrazione potranno avere queste
tecniche, per esempio per quanto riguarda la cartolarizzazione di rischi assicurativi, nel mercato
commerciale, e quali saranno i rischi che possono
essere coperti facendo uso di queste tecniche, quindi quali saranno i rischi che possono essere soggetti
ad un cambiamento di direzione nel mercato ?
• Allo stesso modo l’interrogativo che riguarda le coperture del tipo “finite risk”, è se queste
diventeranno coperture più standard rispetto alla situazione attuale, nella quale sono comunque
soluzioni fatte sempre su misura, e se si arriverà
quindi ad una situazione nella quale i Clienti utilizzeranno effettivamente con regolarità queste
soluzioni, rispetto alla situazione attuale dove è sporadico il loro utilizzo.
A titolo provocatorio possiamo prevedere tre diversi
scenari, che sono ugualmente estremi, e vanno quindi valutati per quello che intendono essere, cioè
niente di più di una base di discussione:
• Scenario 1: la “securitization” investe tutti i rami
dell’assicurazione, quindi si sviluppa una netta predominanza di questo fenomeno;
• Scenario 2: si registra l’invasione del concetto di
copertura “finite risk” nel mercato;
• It is clear that creating a captive offers many advantages
for a certain type of Client, above all in cases where high frequency risk is to be covered. Amongst the
advantages, we could mention the savings in insurance
costs, the achievement of guarantees which might be
more difficult to obtain in the commercial market, better control over one's own risks, which derives from
being both Client and Insurer at the same time, fiscal
advantages (as we will see later, these advantages are
connected to the offshore transfer of many captive insurers – on the other hand, it is necessary to evaluate
carefully what the future may hold for these situations),
as well as direct access to reinsurance markets. If we wish to evaluate these factors in order of importance
from low to medium to high, we will see in the following table that cost savings are considered to be the
first and most important factor, followed by facilitation
in obtaining cover which cannot otherwise be found,
then better risk management, advantages connected to
the offshore arrangement including taxation, and finally other factors in decreasing order of importance.
Chart 2
Relative importance of factors
for establishing a captive insurer
Cost savings in
Insurance
To facilitate obtaining
insurance cover
Better risk management selection
and control
Offshore advantages including
taxation
Supplement to conventional
market cover
Access to global reinsurance
markets
Development of an independent
profit centre
LOW
MEDIUM
HIGH
• There are, however, some elements which act as contrary indicators to the establishing of a captive; these
can be quickly outlined in a general way, as follows:
• High set-up and trading costs, for which reason, for a
certain range of Clients, this operation is not cost effective;
6th R.I.B. Convention
11
Scenario 1 - “Securitization” per Tutti i Rami:
Secondo questo primo scenario tutto il complesso,
il mondo che ruota attorno alle operazioni di “securitization” passa attraverso diverse fasi:
• Inizialmente si registra una crescita, per quanto
piuttosto lenta: ogni anno vengono realizzate un numero maggiore di operazioni, quindi probabilmente
anche nel 2000 questo tipo di tecnica aumenterà la
propria presenza nel mercato e verrà realizzato un
numero ancora maggiore di operazioni.
• A mano a mano che queste operazioni vengono
completate si nota la tendenza a ritenere che il costo di organizzarle debba diminuire; al tempo stesso
gli elevati rendimenti che queste operazioni prospettano per gli investitori fanno registrare un
aumento della relativa domanda.
• Sempre secondo questa ipotesi, gli investitori iniziano a comprendere che la cartolarizzazione di
rischi assicurativi alza quella che loro considerano
essere la linea del grafico rischio / rendimento,
combinazione tra l’elemento di rischiosità ed il ritorno per l’investitore, quindi si spostano con più
favore verso una soluzione di investimento di questo tipo.
Vedi Chart 4
Vi sono alcuni fattori che inizialmente frenano la
crescita di queste operazioni, principalmente:
• Il fattore dominante è dato dalla situazione del
mercato assicurativo e riassicurativo che, essendo
molto “soft” al momento, quindi facile il reperimento delle coperture e molto ampia la capacità
disponibile, ampie le garanzie reperibili e bassi i relativi costi, esercita una azione frenante verso
qualunque tipo di soluzione alternativa;
• C’è poi, al momento, l’attrattiva offerta da altri titoli, azionari ed obbligazionari, emessi da mercati
ed “economie” emergenti e quotati sulle borse internazionali; la situazione dei principali mercati
azionari in deciso ed irrefrenabile rialzo fa sì che
questi titoli stiano garantendo elevate redditività, e
prospettando quindi la possibilità di investire in modi più redditizi.
Questi fattori frenanti possono però essere circoscritti ed eventualmente eliminati, in un sol colpo,
da una situazione di recessione globale, che potrebbe essere la fase del ciclo economico naturalmente
successiva al momento di “boom” attuale. Si avrebbe
allora una situazione in cui:
• I titoli azionari ed obbligazionari tradizionali diventerebbero meno interessanti per redditività, ed assai
più rischiosi; anche i principali conglomerati industriali (comprese le attività del comparto “hi-tech” e
la cosiddetta “new economy”) sulle quali i mercati
stanno ora investendo più comunemente, comincerebbero a dare segnali di “stanchezza” ed evidenti
difficoltà economiche, quindi andrebbero a costituire un rischio assai più elevato per l’investitore;
6th R.I.B. Convention
• Problems of supervision and government controls, both
of the company by the insurance industry's supervisory
bodies in the various countries and in terms of taxation,
a matter which will be dealt with subsequently;
• Lack of balance in the portfolio because the captive
insurer often finds itself with only one client and can
therefore suffer from a lack of diversification in its
portfolio;
• Elevated exposure to negative results and possibly inadequate cash reserves.
We have discussed the advantages connected to the offshore arrangement, that is, taxation advantages. If we
look in the following table at how many captives were
established between 1989 and 1997, (for each vertical
bar, the lowest section represents the number of captives established in offshore territories, followed by those
established in the United States, and finally those in
other countries), we can see clearly that the greatest
number of captive operations have been devised with
this type of advantage in mind, given that the captives
placed in offshore territories represent over ninety percent of all operations.
Chart 3
Global captive insurers 1989-1997
4.000
Total
other
Total US
Onshore
3.500
Number of captive insurers
• Scenario 3: il mercato fa fronte a questo tipo di invasione abbattendo i propri costi, generando valore
e quindi creando un servizio nuovo.
3.000
2.500
2.000
1.500
Total Offshore
1.000
500
0
1989
1991
1993
1995
1997
• The harmonisation of fiscal norms in Europe – which,
in the light of recent developments, is a fact which
can no longer be avoided – will probably be a decisive
factor with regard to the future of the captive, given
the growth of the European Union, in that their use is
an intuitive choice in such a high percentage of cases
oriented towards advantages of a fiscal nature; establishing a captive may need to be looked at again in a
radical way, depending on whether these taxation advantages are maintained or eliminated.
• In the United States, for example, the State of New
York, although well-known for having always adopted
12
• Al contrario il “Catastrophe Bond” ovvero il titolo
emesso mediante una “securitization” di rischi assicurativi di altro tipo, non è correlato a questi fattori
economici tradizionali, né ad altri che determinano
il normale andamento dei mercati finanziari, e quindi dovrebbe reggere assai meglio di fronte al
momento di recessione. Per un certo periodo di
tempo, comunque, si tratterà ancora di titoli riservati a specialisti.
• Tuttavia nel medio periodo, se questo fenomeno
permane, una crescita costante potrebbe portare
questi strumenti finanziari tra i titoli principali, vi
sarebbe quindi una conoscenza più approfondita
anche da parte del mercato degli investitori non istituzionali verso questi strumenti, e di conseguenza si
preparerebbe il terreno per un vero e proprio
“boom”.
• L’aumentato interesse da parte degli investitori
porterebbe ad un calo dei rendimenti, mentre – parallelamente al fatto che queste operazioni
comincerebbero a divenire più comuni – la riduzione dei rendimenti genererebbe un rinnovato e
maggiore interesse verso l’emissione di titoli di questo genere; di fatto, dal punto di vista dei potenziali
emittenti, sarebbe ora possibile emettere lo stesso
titolo che tempo prima doveva essere retribuito con
una cedola elevata, offrendo ora un interesse più
basso, eppure mantenendo lo stesso mercato o
avendo addirittura accesso ad un mercato maggiore.
Questa situazione non potrebbe che dare origine ad
un circolo virtuoso, e quindi la “securitization” andrebbe ad “invadere” il mercato assicurativo e
riassicurativo.
• Il principale effetto del “dilagare” di questo fenomeno sarebbe l’estensione dell’applicazione delle
tecniche di “securitization” oltre al campo tradizionale, cioè quello delle esposizioni a calamità
naturali; quindi non più solamente “securitization”
di rischi catastrofali, ma anche di altri rischi che
compongono il portafoglio assicurativo di Compagnie e Clienti. In particolare rischi che si
configurano come particolarmente adatti a questo
tipo di strumento potrebbero essere quelli tipici
della “Linea Persone”, sicuramente l’RC Auto, l’Auto Rischi Diversi e più in generale il Settore
Property; un po’più difficile sarebbe l’applicazione
al ramo dell’RC Generale, per fattori legati tanto alle caratteristiche di “long tail” quanto alla scarsa
standardizzazione dei prodotti, tuttavia esiste teoricamente la possibilità di applicare le tecniche di
cartolarizzazione per quasi tutti questi rami.
Nella tabella che segue si descrive lo sviluppo nel
tempo di questo fenomeno:
Vedi Chart 5
Come si può osservare nel grafico, durante gli anni
tra il 1990 ed il 1999 si è discusso e studiato intorno
all’argomento, ma si è fatto abbastanza poco dal
punto di vista operativo, facendo registrare comunque una crescita costante; durante i prossimi due o
tre anni continuerà questa crescita, poi potrebbe verificarsi l’ “esplosione”. L’ingresso nel settore delle
“personal lines”avverrebbe quindi in tempi relativamente brevi e con un notevole impatto sul mercato.
a very liberal economic system, has already put a stop
to the favourable conditions for tax-deduction of the
premiums yielded to captives; it would therefore
seem that there is a tendency towards greater transparency and that the trend is towards a situation where
the tax advantages for captives could be reduced.
• Then there are the finite risk and mixed ART types of
cover, which could further reduce the necessity for
establishing captive insurers.
Looking at other types of ART solutions, therefore above all at the finite risk and securitisation solutions to
insurance risks, two central questions emerge:
• What level of penetration can these solutions achieve
in the commercial market, for example with regard to
the securitisation of insurance risks and which risks
can be covered by using these solutions and could
therefore be subject to any change in direction of the
market?
• In the same way, the question which concerns finite risk types of cover is whether these will become more
standard forms of cover compared with the current situation, where they are in any case always
made-to-measure solutions, and whether we will therefore arrive at a situation where Clients use these
solutions effectively and frequently compared with the
current situation, where their use is sporadic.
In order to stimulate debate, we can envisage three different scenarios, equally extreme and therefore to be
evaluated as they are - that is, merely as a basis for discussion:
• Scenario 1: securitisation pervades all sectors of the
insurance industry and therefore a clear predominance of this phenomenon develops;
• Scenario 2: the finite risk concept of cover invades
the market;
• Scenario 3: the market confronts this type of invasion
by greatly cutting its own costs, generating value and
therefore creating a new service.
Scenario 1 - Securitisation for all Sectors:
Under the first scenario, the whole area – the world
which revolves around securitisation operations – undergoes several different phases:
• Growth is being recorded, however slow this may be:
each year more operations are completed, therefore
the presence in the market of this type of solution will
probably also increase during the year 2000 and a greater number of operations will probably be undertaken.
• As these operations are completed, there is a tendency to consider that the cost of organising them
6th R.I.B. Convention
13
Vedi Chart 6
Tutto quanto abbiamo sin qui esposto riflette uno
scenario nel quale, per l’influenza di diversi fattori,
si verifica di fatto una “invasione” del mercato da
parte di questi nuovi prodotti, quindi il mercato
riassicurativo tradizionale, in assenza di opportune
contromisure o opportune strategie qualificanti,
perde importanti spazi operativi nei confronti di
questi strumenti.
E’ ovviamente uno scenario estremo, ove fattori
trainanti e relative conseguenze economiche sono
portate ai massimi livelli per poterne meglio evidenziare e studiare le dinamiche; tuttavia è pur sempre
uno dei possibili scenari futuri, pertanto non si può
a priori escluderne la possibilità di realizzazione.
must diminish, whilst at the same time the elevated returns which these operations promise for investors
increase demand.
• Staying with this scenario, investors begin to understand that some form of securitisation of insurance
risk raises that which they consider to be the risk-return line on the graph, a combination of the element
of risk and the return for the investor; they therefore
become more favourable to moving in the direction
of investments of this type.
Chart 4
Shifting the risk-return line with catastrophe bonds
Return
Adjusted risk us return
Return
• Se consideriamo le caratteristiche di “potenzialità”
del mercato nel medio e lungo termine, si osserva
che per il segmento dei rami elementari, la riassicurazione ed altri rischi di nuova concezione si può
cercare di valutare la penetrazione relativa stimando
la ipotetica quota di mercato in termini di premi
equivalenti; premi quindi che cambiano la loro destinazione e vengono attratti da forme di
cartolarizzazione dei rischi. Per quello che riguarda,
invece, le operazioni di cartolarizzazione stesse, le
medesime stime prevedono cifre estremamente importanti: le barre esposte nella tabella che segue
indicano importi in miliardi di dollari; è quindi assai
notevole la porzione di mercato che, secondo questo scenario, potrebbe spostarsi in questa direzione.
Risks us return
Return for a given
risks is increased
Risk
Scenario 2 - L’Invasione dei Prodotti “Finite Risk”:
Il concetto di “finite risk” introduce un altro tipo di
soluzione assicurativa e riassicurativa e, nel secondo
scenario che andiamo ad immaginare, ipotizziamo
una situazione di prevalenza sul mercato internazionale di questo tipo di coperture, così come abbiamo
fatto con la “securitization” nel primo scenario.
• L’adozione di tecniche del tipo “finite risk” comporta un fondamentale cambiamento di
impostazione concettuale nell’approccio alla copertura dei rischi; si passa infatti da un concetto che si
potrebbe semplificare in modo estremo con la dicitura “molti rischi, un anno”, quindi un numero
elevato di rischi che trovano un equilibrio tra loro
nel corso di un anno assicurativo, ad un concetto diverso ed in certa misura opposto, che si potrebbe
semplificare in modo estremo con la dicitura “un rischio, molti anni”; quindi un solo rischio che trova
un suo proprio equilibrio con la distribuzione nel
corso di vari anni.
• Questo tipo di soluzioni viene già ora trattato sul
mercato; si tratta di un’impostazione che è partita
soprattutto dal mercato Statunitense, e che generalmente rende disponibili numerose diverse soluzioni
a problematiche particolari.
I fattori che possono determinare una vera e propria invasione di questo tipo di
prodotti sul mercato sono piuttosto numerosi, e riguardano diversi elementi:
• In primo luogo una diversa sensibilità verso il pro-
6th R.I.B. Convention
There are some factors which initially check the growth
of these operations and the most important are the following:
• The dominant factor is brought about by the situation
in the insurance and reinsurance market which is very
"soft" at the moment; this makes it easy to find cover,
there is plenty of capacity, guarantees are easy to find
and related costs are low; this therefore creates a
braking effect on any alternative type of solution;
• At the present time, there is also an attractive range of
other securities on offer, both shares and bonds, which are issued by emerging markets and "economies"
and quoted on international stock exchanges; when
the principal stock markets are undergoing a decisive
and unstoppable upturn phase, these securities guarantee elevated returns and therefore promise the
opportunity of investing in more profitable ways.
These braking factors could, however, be circumscribed
or even eliminated in one fell swoop if there were to be
a global recession - this may be the next phase in the
economic cycle following the current boom. At that
point, we would have a situation where:
• Traditional instruments such as shares and bonds
would become less interesting in terms of profitability,
14
dotto assicurativo da parte dei più importanti Clienti, che sempre di più ritengono di pagare costi
troppo elevati per le loro coperture; essi ritengono
anche di rappresentare un rischio già migliorato dal
punto di vista qualitativo ed in corso di ulteriore miglioramento, in seguito al fatto che vi è un maggiore
livello di qualità e di sofisticazione nelle imprese,
maggiore controllo nei rischi; ne consegue che naturalmente i Clienti ritengono di avere diritto a costi
assicurativi più bassi;
• Al tempo stesso si nota un aumento della domanda
di garanzie di nuovo tipo, domanda originata da diversi motivi: tra questi vi è di certo una maggiore
sensibilizzazione verso fenomeni tipo l’inquinamento, problematiche ambientali, atti di terrorismo o
sabotaggio industriale, nonché vari altri tipi di garanzie che in passato erano state considerate quali
accessorie e che invece adesso diventano per alcune
aziende un problema specifico da risolvere, forse
più importante dei rami tradizionali.
Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti
“finite risk”, chiaramente, ci sono alcuni determinanti fattori che a lungo ne hanno frenato la
crescita, costituendo vere e proprie barriere a difesa del mercato convenzionale; possiamo identificare
con facilità i fattori principali nei seguenti:
• L’alto costo finanziario di questo tipo di soluzioni,
specie quando raffrontato con i bassi costi reperibili
sul mercato internazionale per le coperture di tipo
tradizionale;
• Il fatto che le coperture “finite risk” sono fino ad
ora ancora sempre state studiate e “confezionate”su
misura, come soluzioni integrate e/o veri e propri
“package” di copertura per specifici problemi; questo comporta che sia sempre molto difficile fare un
raffronto in termini di economicità con le garanzie
offerte dal mercato tradizionale per una esposizione analoga (o comunque simile, per quanto il
mercato convenzionale possa raggiungere);
• Il fatto che queste soluzioni sono state fino ad ora
riservate a Clienti di grande dimensione, cioè con
notevoli dati di bilancio.
Nello scenario che stiamo ipotizzando saranno nuovi e diversi elementi contingenti a travolgere questi
fattori frenanti, dando il via ad una crescita non più
contenuta o marginale, ma che riguarderà tutti i
principali settori dell’assicurazione con percentuali
di penetrazione elevatissime.
• Il fenomeno delle fusioni ed acquisizioni che si sta
osservando durante gli ultimi anni sui mercati finanziari, porta ad una maggiore concentrazione e
quindi ad una contrazione nel numero degli operatori presenti sul mercato; questo è un fatto che nel
nostro lavoro sperimentiamo quotidianamente.
Questo fenomeno potrebbe determinare, in ipotesi,
una diminuzione della capacità disponibile, quindi
una ripresa dei tassi, e con essi una ripresa dei costi
assicurativi e riassicurativi.
• Un mercato più difficile alla trattativa, un mercato
più rigido di quello attuale, costituirebbe un fattore
determinante per la ricerca di soluzioni alternative,
soprattutto in un momento di mutevoli dinamiche
del Cliente originale, per il quale varie soluzioni
as well as quite a bit more risky; the main industrial
conglomerates (including those in the hi-tech and socalled new economy sectors) in which the markets are
most frequently investing, would also begin to show signs of being "tired" and having obvious financial
problems – therefore they would begin to constitute
quite an increased risk for the investor;
• On the contrary, the Catastrophe Bond, or the instrument issued by averaging out a securitisation of other
types of insurance risks, is not linked to these traditional economic factors, nor by others which determine
the normal trends in financial markets, and should
therefore hold up better when confronted with a period of recession. In any case, for a while, these will be
securities reserved to the specialists.
• In any event, in the medium term, if this phenomenon were to persist, constant growth could cause
these instruments to move to the forefront of chosen
securities and in that case, the knowledge surrounding them would deepen - also on the part of
non-institutional investors; consequently the ground
would be prepared for a fully-fledged boom.
• Increased interest on the part of investors would
bring about a decline in profits whilst – running parallel with the fact that these operations would begin to
become more frequent – the reduction in returns
would generate a renewed and greater interest in the
issuing of securities of that type; in fact, from the
point of view of potential issuers, it would now be possible to issue the same security which at one time had
to offer a high coupon at a lower interest rate, whilst
maintaining the same market or even having access to
a wider market. This situation could only create a virtuous circle and therefore securitisation would
"invade" the insurance and reinsurance markets.
• The main result of the "flooding-effect" of this phenomenon would mark the extension of the application
of securitisation techniques beyond the traditional
field, i.e. that of exposure to natural catastrophes - no
longer merely the securitisation of catastrophic risks
therefore, but also of other risks which make up the
insurance portfolio of Companies and Clients. In particular, risks which take the form of especially lending
themselves to this type of instrument could include
those typical of the "personal lines", certainly motor
insurance both third party and comprehensive, and
also the property sector in general; application to general civil liability insurance would be a little difficult,
for reasons connected as much to the "long tail" characteristics as to the lack of standardisation of the
products; however, theoretically the possibility exists
of applying securitisation techniques to all these sectors.
6th R.I.B. Convention
15
La tabella che viene presentata qui di seguito dà
un’idea di quello che può essere l’utilizzo nei vari
segmenti di mercato assicurativo di questo tipo di
tecniche, nell’ipotetico scenario di una vera e propria “invasione” del “finite risk”:
Vedi Chart 7
Le varie barre orizzontali identificano rispettivamente la penetrazione nei grandi rischi, i medi, i piccoli
ed infine nel segmento delle “personal lines”, che
vengono interessate in modo marginale rispetto agli
altri segmenti. Secondo questo scenario queste percentuali di penetrazione vengono raggiunte dall’impiego
di soluzioni “finite risk” entro dieci anni, si tratta come abbiamo già visto di percentuali variabili da un
massimo del 35% ad un minimo del 5%.
6th R.I.B. Convention
The following table illustrates the development of this
phenomenon over time:
Chart 5
The investor cycle for securitisation
Intro
Saturation
Explosion
Personal
Number of investors
possono sostituire il concetto tradizionale di copertura, soprattutto se il problema è più complesso
rispetto alla copertura di un rischio ordinario.
• A questo punto si verrebbe a verificare una sorta
di “esplosione” delle soluzioni “finite risk”. Questo
fenomeno interesserebbe inizialmente le grandi
multinazionali, i grandi Clienti “corporate” e le
grandi aziende nazionali; come immediata conseguenza si avrebbe una contrazione ulteriore del
mercato tradizionale, in quanto un certo numero di
affari piuttosto importanti si sposterebbe inevitabilmente verso soluzioni e coperture di questo genere.
• La perdita di redditività da parte delle maggiori
Compagnie del mercato assicurativo tradizionale,
conseguente alla perdita di importanti porzioni del
portafoglio “aziende”, innescherebbe una ricerca di
ulteriore e nuovo alimento, quindi un inevitabile ribasso dei tassi offerti alla Clientela media e piccola,
quella cioè che le Compagnie dovranno a tutti i costi cercare di mantenere di fronte a una “invasione”
come quella prospettata; si assisterebbe quindi ad
una ripresa dei fenomeni di fusione ed acquisizione, dato che determinate Compagnie non sarebbero
in grado di rimanere competitive in questo scenario,
e quindi si verificherebbe un ripetersi del ciclo, con
una sempre maggiore invasione di questo tipo di
prodotti nel mercato.
• Le operazioni che vengono concluse, le soluzioni
che vengono costruite e ritagliate su misura, in pratica lo sviluppo progressivo delle tecniche di “finite
risk” porterebbe ad un costante abbassamento del
costo di utilizzo successivo di queste tecniche con
altri Clienti; infatti tutta la fase di studio, d’istruttoria che viene svolta su diversi casi, andrà a costituire
una base di lavoro e di esperienza futura, e quindi
potrà sempre più contribuire a rendere più standardizzate quelle operazioni che all’inizio dovevano
sempre essere costruite su misura.
• La standardizzazione del prodotto e l’utilizzo più
comune sono le principali caratteristiche di questa
fase, nella quale si può ipotizzare una penetrazione
del “finite risk” fino ad una quota di mercato del
35% circa, quindi un terzo del mercato per i grandi
rischi; data la tipologia delle operazioni, è invece
ipotizzabile una penetrazione decisamente inferiore
per le “linee persone”, che verrebbero interessate
solo fino ad un 5% circa.
1990
1999
2002
2005
2009
Estimated time frame
As can be seen from the graph, this topic was much discussed and studied during the period from 1990 to
1999, but little was done from an operational point of
view; nevertheless, constant growth was recorded.
Growth will continue over the next two to three years,
to be followed by the explosion and entry into the sector of the "personal lines", which will take place in a
relatively short space of time and with considerable impact on the market.
• If we consider the characteristics of the market's potential capacity in the medium and long term, it can
be seen that for the segment relating to elementary
sectors, reinsurance and other new risks, we can try to
evaluate the relative penetration by estimating a hypothetical market quota in terms of equivalent
premiums; premiums, therefore, which change their
destination and are attracted by forms of securitisation
of risks. On the other hand, as far as securitisation
operations themselves are concerned, the same estimates anticipate extremely substantial sums: the bars
shown in the following table indicate amounts in billions of dollars and therefore the portion of the
market which, according to this second scenario,
could move in this direction is fairly substantial.
16
In termini di volume premi è invece questo successivo grafico a mostrare quella che potrebbe essere la
quota di mercato, sempre che questo scenario possa
essere considerato realistico, sottratta da soluzioni
di tipo “finite” al mercato tradizionale:
quindi la prima curva partendo dal basso rappresenta l’ipotesi di sviluppo del mercato tradizionale
limitato a seguito dell’invasione di soluzioni “finite”, mentre la curva più alta rappresenta la
previsione di sviluppo naturale del mercato, in assenza di questa ipotizzata invasione.
Vedi Chart 8
La fascia compresa tra le due curve rappresenta
quindi la crescita del “finite risk” nel mercato nei
prossimi cinque anni a spese del mercato tradizionale; come si può notare, la previsione riporta una
crescita dei volumi per questo tipo di prodotti da
circa tre, quattro miliardi di dollari fino ad una cifra
consistente, ipoteticamente quasi 20-25 miliardi di
dollari verso la parte finale del periodo di osservazione.
Scenario 3 - Abbattere i Costi e Generare Valore:
Gli scenari che abbiamo ipotizzato finora mostrano
in entrambi i casi una invasione da parte di tecniche
ART nel mercato assicurativo e riassicurativo internazionale.
Esiste però una possibile alternativa, e quindi vorrei
completare questa analisi invitandoVi ad esaminare
uno scenario nel quale si può identificare quale
principale obbiettivo quello di abbattere i costi e generare valore, delineando quindi una nuova
funzione per l’assicurazione tradizionale in un mercato in veloce divenire, che vede impellente lo
sviluppo di tecniche alternative e non convenzionali.
In quest’ ultima ipotesi si profila un’evoluzione del
mercato marcata da alcune caratteristiche importanti:
• L’utilizzo di tecnologie di comunicazione ed informazione innovative, che consentono un maggiore
controllo dei flussi informativi, più efficienti livelli
di servizio, in generale un più facile controllo dei
propri risultati; inoltre l’utilizzo avanzato di tecnologie di comunicazione on-line e la capacità di
negoziare il proprio prodotto o parti di esso attraverso Internet determinano nuovi orizzonti
commerciali e l’accesso a molteplici nuove opportunità di business.
• Al tempo stesso si verifica una crescita della tendenza a dare in “outsourcing” la maggior parte o,
idealmente, tutte quelle attività che sono collaterali
al business principale. Questa tendenza è già presente sul mercato, la si può notare in una fase più
avanzata, ancora una volta e non per caso, sul mercato Americano, ma è un progetto che anche sul
mercato Europeo molte Compagnie di assicurazione
e di riassicurazione stanno studiando, ed è quindi
naturale presumere che lo stesso fenomeno avrà riflessi anche sul mercato Italiano.
• L’“outsourcing” di servizi considerati non principali, diventa una necessità soprattutto quando si
tratta di muoversi nel mercato in concorrenza con
operatori che utilizzano canali nuovi e diretti di ven-
Chart 6
The potential securities market in 2008
Personal motor
Size measured by
securitisation assets
Personal other
Natural
catastrophe
Other new risks
Size measured by
premium equivalent
Commercial lines
and reinsurance
0
10
20
30
40
50
60
Potential size of the securitisation market in 2008 $bn
Everything we have put forward up until now reflects a
scenario under which, because of the influence of various factors, an invasion of the market by these new
products is recorded; the traditional reinsurance
market therefore, in the absence of appropriate countermeasures or suitable qualifying strategies, is losing
important operational ground to these instruments.
This is obviously an extreme scenario, where driving
factors and their relative financial consequences have
been exaggerated to the highest levels in order to highlight them more clearly and to study their dynamics;
however, this remains one potential future scenario so
we should not automatically exclude the possibility of it
actually coming about.
Scenario 2 - The Invasion of Finite Risk Products:
The concept of finite risk introduces another type of insurance and reinsurance solution and under the
second scenario we are going to imagine, let us suppose
that there is a prevalence in the international markets
of this type of cover, just as we did with securitisation in
the first scenario.
• The adoption of finite risk types of technique brings
about a fundamental change in our conceptual approach to the cover of risks; in fact, we pass from a concept
which can be simplified to an extreme extent with the
phrase "many risks, one year", i.e. a high number of risks which find a balance amongst themselves in the
course of one year of insurance, and a concept which is
different and, to some extent, opposing, which could be
simplified to an extreme degree with the phrase "one risk, many years", i.e. one sole risk which finds a balance
in its distribution over the course of many years.
6th R.I.B. Convention
17
dita, ad esempio i canali telefonici oppure, come
descrivevamo prima, la vendita tramite Internet,
quindi canali che consentono una vendita ad una
clientela più vasta ed a costi più bassi.
I principali settori che possono essere oggetto di
“outsourcing” possono essere:
– La gestione del servizio di liquidazione sinistri
– Alcuni servizi amministrativi
– Gli investimenti della Compagnia, la tesoreria.
• Si può quindi immaginare un mercato nel quale
l’Assicuratore più di prima svolge unicamente, o comunque in modo prevalente, il proprio ruolo
caratteristico, ovvero l’attività di sottoscrizione dei
rischi. La Compagnia tenderà a concentrare la propria attività selezionando le proprie competenze
specifiche, dove maggiore è il proprio valore e di
conseguenza dove maggiori sono i propri margini
operativi, demandando ad entità esterne quelli che
sono i servizi considerati collaterali alla propria attività.
• Questa tendenza porta come conseguenza non solo un fenomeno di “outsourcing” di determinati
servizi, ma anche la successiva determinazione di
“scartare” intere parti della propria struttura, in
maniera da configurare sempre più uno scenario
con Compagnie molto specializzate, che hanno ormai abbandonato tutte quelle attività, parti della
propria struttura ed infine portafogli di affari che
non generano profitti, ma invece drenano risorse all’attività principale.
• E’ evidente come, per poter collocare con successo questo tipo di iniziative, le Compagnie debbano
avvalersi dell’assistenza di specialisti qualificati:
quindi interviene, e riveste un ruolo fondamentale
in questa fase, l’attività di società terze, a partire da
quelle che si occupano di gestione dei sinistri, sino
agli stessi Brokers di riassicurazione, ai quali è demandata una area di attività di primaria importanza.
Le attività di analisi dei rischi, raccolta dei capitali,
investimenti, gestione amministrativa e dei sinistri,
se effettuate in modo professionale da specialisti
contribuiscono a creare una rinnovata e più professionale immagine per la Compagnia stessa.
• Si viene quindi a creare un ruolo nuovo per l’Assicuratore, in un mercato in così grande evoluzione
dal punto di vista professionale: quello di “advisor”
di alto profilo; è quindi proprio l’Assicuratore il super-consulente che, avvalendosi a propria volta di
una serie di propri consulenti e di propri specialisti
che lo assistano nei vari settori di attività, si configura come l’entità che confeziona e reperisce il
miglior prodotto per il proprio Cliente. Avvalendosi
delle migliori esperienze e professionalità disponibili di volta in volta alla luce delle caratteristiche dei
progetti da svolgere, potrà disporre la migliore combinazione possibile di soluzioni del mercato
tradizionale, “finite risk”, “securitization”, sostanzialmente gestendo a proprio vantaggio la grande
evoluzione del mercato e la stessa crescente competitività delle tecniche di ART. In questo scenario
tutti gli strumenti più innovativi saranno a disposizione di questa figura di “Super-Assicuratore” per
configurare e procurare la soluzione più efficace al
proprio Cliente.
6th R.I.B. Convention
• This type of solution is already available on the
market; it is a formulation which was derived principally from the US market and which in general terms
makes available numerous diverse solutions for particular problems.
There are a good number of factors which may determine a genuine invasion of this type of product in the
market and these are related to various elements:
• Firstly, a different sensibility with regard to the insurance product on the part of the most important
Clients, who ever more frequently consider that they
are paying excessive costs for their cover; they also believe that they represent an improved risk from a
qualitative viewpoint and that this is improving, due
to the fact that there is a higher level of quality and
sophistication in these companies and therefore greater risk control; the natural consequence is that the
Clients believe that they should have the right to reduced insurance costs;
• At the same time, an increase in the demand for the
new type of guarantees can be seen, a demand which
can be attributed to various factors: amongst these is
certainly a greater sensitivity towards phenomena such as pollution, environmental problems, acts of
terrorism or industrial sabotage as well as various
other types of security, which in the past were considered to be accessory but today for some companies
have become a specific problem to be solved and possibly even more important than the traditional areas.
As far as the use of finite risk products is concerned, here too it is clear that there are some determining
factors which in the long term have checked their
growth, becoming actual barriers which uphold the
conventional markets; we can easily identify the principal factors amongst the following:
• The high financial cost of these types of product,
especially when compared to the low costs which can
be obtained on the international market for traditional types of cover;
• The fact that up until now, finite risk types of cover
have always been especially designed and "made to
measure" as integrated solutions and/or proper
packages of cover for specific problems means that it
is always very difficult to make a true comparison in financial terms between the securities offered by the
traditional market for an equivalent exposure (or at
any rate, similar, up to the point at which the traditional market can compete);
• The fact that to date, these products have been reserved for very sizeable Clients, i.e. those with substantial
balance sheets.
18
Lo schema che segue è un tentativo di esprimere in
modo figurativo il concetto sin qui descritto, e cerca
di mostrare come l’Assicuratore, figura centrale di
questo scenario, convoglia e configura nel modo
più appropriato i prodotti ed i servizi di tutta una
serie di altri operatori; prodotti e servizi che possono comprendere trasferimento di rischio sul
mercato tradizionale, soluzioni “captive” (per le
quali ad esempio vengono utilizzati in qualità di “arrangers” i Brokers specializzati), collocamenti di
coperture del tipo “finite risk” (studiate in qualità
di “advisors” o di “arrangers” da Brokers, Assicuratori e Riassicuratori), soluzioni che prevedono il
collocamento di rischi sul mercato dei capitali (arrangiate da Brokers, Assicuratori e Riassicuratori o
da Banche d’Affari).
Vedi Chart 9
In sostanza, secondo questo ultimo scenario, tutti
questi servizi altamente professionali e qualificati
vengono forniti al Cliente dall’Assicuratore, quindi
si viene a creare un ruolo decisamente centrale e
virtuoso per l’Assicuratore, che gli consente di attraversare con successo questa fase di evoluzione del
mercato.
Nella parte iniziale abbiamo brevemente trattato
delle “captive”, un fenomeno che, per quanto estremamente attuale ed in crescita, non era parte di
nessuno di questi tre scenari, avendo caratteristiche
molto particolari; in effetti la tabella che segue mostra come, in tutti e tre gli scenari che abbiamo
cercato di descrivere, l’utilizzo delle captive sembrerebbe prevedere una flessione.
Vedi Chart 10
Questa flessione appare più o meno marcata a seconda dello scenario: come è abbastanza evidente lo
scenario nel quale si verifica la flessione maggiore è
l’ultimo caso che abbiamo esaminato, cioè quello in
cui l’Assicuratore riesce a configurarsi come il ruolo
centrale del mercato, quindi l’operatore che produce le soluzioni ottimali per i Clienti. Una flessione
minore si registrerà nel caso delle altre situazioni; in
ogni caso è prevedibile che in nessuno di queste tre
ipotesi si registri una importante crescita del fenomeno delle “captive”.
Caratteristiche Comuni a Tutti gli Scenari:
Gli scenari descritti sono senz’altro delle provocazioni, tuttavia possono servire come base per
discutere e valutare di ogni caso ipotizzato gli aspetti realistici e la possibilità, alla luce di quello che poi
altri primari operatori del mercato vorranno dirci
nelle due giornate di questo Convegno.
Ci sono alcune caratteristiche che risultano comuni
a tutti questi scenari:
• Sicuramente ci sarà una crescita delle tecniche di
“securitization” durante i prossimi dieci anni.
• E’ prevedibile un aumento d’importanza anche per
le soluzioni “finite risk”.
• A prescindere, quindi, da questi scenari “estremi”
Under the scenario we are considering, the contingent
elements which sweep away these factors which check
the market will be different, giving way to growth which
is no longer contained or marginal but which concerns
all the principals sectors of the insurance market, with
extremely high penetration percentages.
• The phenomenon of mergers and acquisitions which
has been seen in the financial sector during the last
few years makes for a greater concentration and therefore a contraction in the number of operators
present in the market – we experience this factor
every day of our working lives. In theory, this phenomenon could bring about a reduction in the available
capacity and therefore an upturn in rates and with
that, an increase in the cost of insurance and reinsurance.
• A market in which negotiations are more difficult and
which is more rigorous than the current one would be
a determining factor in the search for alternative solutions, above all at a time of changing dynamics of the
original Client, for whom various solutions could substitute the traditional concept of cover, especially if
the problem is complex when compared with the cover of an ordinary risk.
• At this point, a sort of "explosion" of finite risk solutions would take place. At first, such a phenomenon
would be of interest to the large multinationals, large
corporate Clients and large domestic companies; an
immediate consequence would be a further contraction of the traditional market since a certain number
of deals would inevitably move towards these types of
solutions and methods of cover.
• The decrease in profitability of the larger companies
in the traditional insurance market, which would be a
consequence of the loss of important segments of
their "company" portfolio, would trigger a search for
further new income and therefore the inevitable reduction in rates offered to small and medium-sized
Clients, those to which the companies would have to
try to hold on at all costs if faced with an invasion such as that formulated here; the outcome would
therefore be a further round of mergers and acquisitions, given that not all companies would be able to
remain competitive under this scenario and the cycle
would thus repeat itself, leading to an ever greater invasion of this type of product onto the market.
• The operations which are concluded, the solutions
which are designed and made to measure – in practice the progressive development of finite risk
techniques – would bring about a constant reduction
in the cost of the successive use of these instruments
by other Clients; in fact, the whole phase of design
and preliminary investigation which is carried out for
6th R.I.B. Convention
19
che abbiamo voluto ipotizzare, ci sarà una naturale
crescita dell’utilizzo di soluzioni ART dovuta a vari
fattori, e quindi si devono prevedere sostanziali
conseguenze per tutti gli operatori del mercato tradizionale, cioè Assicuratori, Riassicuratori e
Brokers.
Questo significa che, indipendentemente dal fatto
che si vogliano ritenere più o meno realistici gli scenari che abbiamo esposto, è necessario per
Assicuratori, Riassicuratori e Brokers attrezzarsi in
modo sostanziale per fare fronte a questo tipo di situazione, e comunque per continuare ad operare in
un mercato dove questo fenomeno sarà caratterizzante.
Noi del Gruppo R.I.B. siamo Brokers, e quindi dobbiamo preoccuparci in primo luogo delle
conseguenze e delle necessità di visione strategica
per i Brokers; già ne abbiamo parlato, anche piuttosto a fondo, l’anno scorso quando si discuteva
attorno al tema della globalizzazione, di fusioni ed
acquisizioni.
• In sostanza per restare concorrenziali è necessario
sviluppare un più vasto assortimento di prodotti e di
soluzioni legate al mercato dei capitali, in modo da
porsi di fronte al mercato senza limiti alle soluzioni
disponibili, quindi con un prodotto a vasto raggio.
• La crescente velocità operativa, e le sempre più sofisticate tecnologie disponibili per accentuare
l’efficienza del servizio, rendono praticamente obbligatorio l’investimento di consistenti risorse nello
sviluppo tecnologico, informatico e nelle tecnologie
legate alle comunicazioni, specialmente on-line.
• L’operatore che vuole ritagliarsi un ruolo di consulente qualificato deve risultare sofisticato quanto il
mercato, e possibilmente di più; deve sviluppare,
quindi, capacità tecniche avanzate, quali l’analisi dei
rischi e la progettazione di soluzioni integrate.
• La capacità di inserirsi in questa evoluzione del
mercato in modo attivo, e quindi non esserne soltanto spettatore, ma essere invece parte attiva e
fattiva di questo fenomeno, ricoprendo un ruolo
propositivo, contribuirà a dare al Broker la possibilità di successo, ed a trovare la propria
configurazione ed il proprio posizionamento ideale
a seconda di quale dei tre scenari dovesse risultare
in effetti il più realistico.
In conclusione penso si possa dire che sicuramente
lo sviluppo e l’impatto delle tecniche di ART sarà
sostanziale, dato che comunque caratterizzerà una
evoluzione del mercato: questa evoluzione potrà in
alternativa o portare inevitabilmente verso una invasione da parte di questi prodotti, oppure in modo
più auspicabile verso una caratterizzazione del mercato assai diversa da quella attuale, e più idonea a
resistere all’avanzata di queste tecniche ed a offrire
una valida alternativa nel servizio alla Clientela.
In tutti i casi la presenza di queste soluzioni darà al
mercato un volto nuovo e diverso: starà alla capacità
e versatilità di ognuno di noi, Persona o Azienda, il
sapersi ritagliare una posizione più o meno importante, più o meno utile ed attiva in questo mercato.
Ringrazio tutti Voi per la Vostra attenzione.
6th R.I.B. Convention
the various cases will constitute a future resource of
experience and work therefore contributing to the
ever greater standardisation of those operations which
initially had to be tailored to the Client's needs.
• The standardisation of the product and its more frequent use are the principal characteristics of this phase,
in which we could hypothesise that the penetration of
finite risk cover could reach a market quota of around
35%, i.e. a third of the market for high risks; given the
type of the operation in question, we can however assume that the penetration for personal lines of cover
would be much lower, in the range of up to around 5%.
The table below gives an idea of what level of use the
various insurance market segments could make of this
type of technique, given the hypothetical scenario of a
genuine finite risk invasion.
Chart 7
The potential insurance market
after a finite risk invasion, 2008
Personal lines
Small commercial
Medium
commercial
Large commercial
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
% of market taken by finite risk solutions in 2008
The different horizontal bars identify the level of penetration in the high, medium and low risk sectors
respectively, and finally in that of personal lines, the latter being affected marginally with respect to the other
areas. According to this scenario, these penetration
percentages are arrived at after the use of finite risk solutions over ten years – as we have already seen, we are
talking of percentages which vary from a maximum of
35% to a minimum of 5%.
In terms of the volume of premiums, however, it is this
next chart which demonstrates the possible market
quota – assuming that this scenario can be considered
to be realistic – showing the impact when finite solutions are removed from the traditional market: here,
the lower curve represents the hypothetical development of the traditional market which is limited after
20
finite risk invasion, whilst the higher curve represents
the forecast for the natural development of the market
in the absence of this hypothetical invasion.
Chart 8
Total European commercial general insurance
premiums, 1996-2003, $bn
The European commercial insurance market with
and without the impact of finite risk insurance
180
160
140
Total market (as predicted in
Datamonitor’s European Commercial
Insurance report)
120
Potential loss to
the traditional
market
100
80
60
European commercial insurance
market as a result of finite risk
invasion
40
20
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
The area contained by the two curves therefore represents the growth of finite risk in the market over the
next five years, to the detriment of the traditional
market; as can be seen, the forecast is for growth in the
volume of this type of product from around three or
four billion dollars to a substantial figure, hypothetically almost 20-25 billion dollars towards the end of the
period under consideration.
Scenario 3 - Cutting Costs and Generating Value:
The scenarios we have considered up until now in both
cases illustrate an invasion of the international insurance and reinsurance markets by ART products. There is,
however, another possible alternative, so I would like to
complete this analysis by inviting you to study a scenario
under which we can identify as principal objectives the
cutting of costs and the generation of value by outlining a new function of traditional insurance in a
market soon to arrive, which considers the development of alternative, non-conventional techniques to be
an urgent requirement.
This final hypothesis outlines a market development
marked by several important characteristics:
• The use of innovative communications and information technology, which allows for greater control over
the flow of information, more efficient levels of service and in general facilitates the control of one's own
results; in addition, the advanced use of on-line communications technology and the ability to negotiate
over one's own product or part of it via the Internet,
open up new commercial horizons and give access to
6th R.I.B. Convention
21
multiple new business opportunities.
• At the same time there is a growth in the tendency to
outsource a large part or, ideally, all business activities
which are collateral to the company's main business.
This trend is already a feature of the market and it
can be seen in an advanced form, again not by chance, in the American market; however, it is a plan
which is also being studied in Europe by many insurance and reinsurance companies, so it is a natural
assumption that this phenomenon will have consequences for the Italian market.
• The outsourcing of those services which are considered not to be principal becomes a necessity above all
when there is a need to act in the market in competition with other operators who are using new and
direct sales channels, for example the telephone or, as
described earlier, sales via the Internet, channels therefore which enable sales to be made to a wider range
of clients and at a lower cost. The main areas which
can be subject to outsourcing are:
- The management of services for the settlement of
accident-related claims
- Some administrative services
- The Company's investments – the treasurer's office
• It is therefore possible to imagine a market where,
more than previously, the role of the Insurer is to
carry out purely, or at least prevalently, its own speciality, i.e. the activity of under writing risks. The
Company will tend towards concentrating its own activities, choosing its own specific areas of competence –
areas in which its own merits are the greatest and consequently where its operating margins are also the
highest, sending out to external bodies those services
which it considers to be collateral to its own activities.
• The consequences of this trend are not only the phenomenon of the outsourcing of certain services, but
also the successive decision to "discard" whole parts of
the company's own structure, in such a way that the
ever more frequent scenario becomes one in which
Companies are extremely specialised and have now
abandoned all those activities, those parts of its own
structure and ultimately of its business portfolio, which do not generate profits but are, on the other hand,
a drain on the resources of the principal activity.
• In order to set up this type of initiative successfully, it is
clear that Companies need to avail themselves of the assistance of qualified specialists: external companies
intervene at this stage, performing a fundamental role
– from those which handle accident claims to reinsurance Brokers themselves, to whom an area of activity of
primary importance is outsourced. The activities of risk
analysis, fundraising, investments, administration and
the handling of claims, if carried out in a professional
6th R.I.B. Convention
22
manner by specialists, all go to create a renewed and
more professional image for the Company in question.
• Thus, from a professional viewpoint a new role is created for the Insurer in a market undergoing such great
evolution: that of high-profile Advisor; this super-consultant is actually the Insurer as he in turn avails
himself of a series of his own consultants and specialists
who assist him in various areas of his activity; thus he
presents himself as an entity which is able to package
and deliver the best product for his Client. Depending
on the characteristics of the project in hand and tailoring his choice of available experts and professionals in
the light of these features, he is in a position to have at
his disposal the best possible combination of solutions
from the traditional markets, finite risk or securitisation, effectively playing to his advantage the great
evolution of the market and the growing competitiveness of ART techniques. Under this scenario, all the
most innovative tools will be at the disposal of this figure, the "Super-Insurer", enabling him to design and
offer the most efficient solution for his Client.
The following chart is an attempt at expressing the concept which has been described up until now in a
figurative manner, and intends to demonstrate how the
Insurer, the central figure under this scenario, channels
and configures the products and services of a whole
range of other operators in the most appropriate fashion; products and services which may include the
transfer of risk to the traditional market, captive solutions (for which, for example, specialist Brokers would
be used as "arrangers"), the placing of finite risk cover
(designed by Brokers, Insurers or Reinsurers acting as
"advisors"), solutions which envisage the placement of
risks in the capital market (arranged by Brokers, Insurers or Reinsurers, or investment banks).
Chart 9
Product convergence in ART
Traditional insurance
product provided by
underwriter
Product
Captive solution
arranged by broker
Product
Finite risk solution
arranged by broker,
insurer or reinsurer
Product
Capital market solution
arranged by broker,
insurer, reinsurer or
investments bank
Product
Integrated risk
solution coordinated
by underwriter
Product
- Flexible multi-year periods
of cover
- Flexible combinations
of pre- and post-funding
- Virtual captives or profit sharing
- Tailored policy terms and
special contraditions
- Access to capital market
solutions through reinsurance
bonds
- Integration of insurance
solutions with derivative-based
solutions
Product features and manufacturing
processes
6th R.I.B. Convention
23
In essence, under this last scenario, all these highly professional and qualified services are supplied to the
Client by the Insurer and therefore a decidedly key position is created for the Insurer, a virtuous role which
enables him to pass through this phase of market evolution successfully.
In the early part of our discussions we looked briefly at
captives, a phenomenon which, despite its growth and
extreme topicality, did not form a part of any of these
three scenarios since it has very particular characteristics; the following table illustrates, in fact, how for all
three of the scenarios we have endeavoured to outline,
the use of captives would seem to anticipate a downturn.
Chart 10
Captive insurers share of the worldwide commercial
general insurance market, 1998-2003, %
The developments of captives under each scenario,
1998-20003
“Securitisation for all lines”
7%
6%
“Slashing costs and creating value
5%
“Finite risk invasion”
4%
3%
2%
1%
0%
1998
1999
2000
2001
2002
2003
This downturn seems to be more or less marked depending on the scenario: as is quite clear, the scenario
under which the greatest downturn is seen is the last of
those we have looked at, i.e. that under which the Insurer manages to set himself up as a central figure in the
market and therefore becomes the operator who produces the best possible solutions for Clients. For the
other scenarios the downturn is less noticeable; in any
event, significant growth in the captives phenomenon is
not expected to be recorded for any of these three hypothetical situations.
Characteristics Common to all the Scenarios
These scenarios are certainly extreme cases – however,
each hypothetical situation can serve as a basis for the
discussion and evaluation of the realistic aspects and
the probability of their realisation, in the light of what
other primary market operators are going to tell us during this two-day Convention.
6th R.I.B. Convention
24
Some characteristics are common to all these scenarios:
• It is certain that there will be a growth in securitisation techniques over the next ten years.
• An increase in the importance of finite risk solutions
can also be anticipated.
• Setting aside these "extreme" scenarios which we have hypothesised, there will be a natural growth in the
use of ART solutions due to various factors, and therefore we must anticipate substantial consequences
for all those operating in the traditional sector, i.e. Insurers, Reinsurers and Brokers.
Independently of whether we consider the scenarios as
outlined to be more or less realistic, this forecast means
that Insurers, Reinsurers and Brokers will need to
equip themselves fully in order to confront these types
of situations, and in any case to be able to continue to
operate in a market in which this phenomenon will be
a determining factor.
We at the R.I.B. Group are Brokers, therefore our first
concerns must be the consequences for Brokers and
the necessity for strategic vision; we have already
spoken of these matters – and in depth – last year, when
our discussions centred on the themes of globalisation,
mergers and acquisitions.
• In essence, in order to remain competitive we need to
develop a wider range of products and solutions
linked in to the capital markets, so that we can place
ourselves at the forefront of the market with limitless
solutions available and therefore with a vast selection
of products.
• The increasing speed of operations and the ever more
sophisticated technology which is becoming available
to improve the efficiency of our services mean that it
is practically obligatory to invest substantially in computing and technological development, also in
communications-related, more especially on-line technology.
• Any operator who wishes to carve out a qualified consultant's role needs to be as sophisticated as the
market itself, possibly more so; he therefore needs to
develop advanced technical skills such as risk analysis
and integrated solution design.
• The ability to enter this evolving market in an active
manner – not to remain a mere spectator, but rather
to become a proactive and effective part of this phenomenon by fulfilling a role fuelled by proposals –
will help to create the potential for the Broker's success and enable him to find his ideal position in the
market depending upon which of the three scenarios
proves to be the most realistic.
6th R.I.B. Convention
25
In conclusion, I think it is safe to say that the development and impact of ART techniques are sure to be
substantial, given that the market will certainly be characterised by their evolution. This evolution could
either lead towards the inevitable invasion of these products, or otherwise, as is to be hoped, towards a market
very different in character from the present one, more
capable of resisting the advance of these techniques
and of offering a valid alternative in the services provided for Clients.
In all these cases, the existence of these solutions will
give the market a very different look: it will be up to us,
as individuals or companies, to determine whether we
use our skills and versatility to carve out for ourselves a
position in this market which is important or less important, useful or less so, active or inactive.
Thank you everybody for your kind attention.
6th R.I.B. Convention
27
Mario Mascioli
Swiss Re Italia S.p.A.
Innanzitutto un ringraziamento a Franco Curioni e
agli amici della RIB, perchè ritengo che un’occasione del genere sia estremamente importante per
cercare di mettere a fuoco e chiarire cosa intendiamo per “Alternative Risk Transfer”, perchè offre al
settore (ri)assicurativo italiano una “palestra” dove
discutere sulle nuove tendenze che si affermano in
altri paesi.
Per introdurre alcuni concetti di “Alternative Risk
Transfer”, dobbiamo ricorrere all’esperienza fatta
in anni ormai lontani nel mercato “finanziario” più
evoluto. Troveremmo che le prime soluzioni ART si
sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti, a partire dagli anni Settanta; tali soluzioni avevano una
natura prevalentemente finanziaria. A quell’epoca
in un progetto di finanziamento dei rischi, non esisteva ancora il vincolo, poi imposto,
dall’associazione nazionale degli auditors americani,
contenuto nel ‘FAS 113’, del significativo trasferimento di rischio. Durante quegli anni si potevano
fare operazioni completamente di natura finanziaria
che, ovviamente, avevano come effetto di spostare
importanti poste positive o negative di reddito da
una compagnia cedente a una compagnia di riassicurazione, determinando effetti non indifferenti sui
bilanci nei quali queste operazioni venivano accolte.
I prodotti nascevano con un’ottica di prodotti finanziari e davano origine a quelli che venivano chiamati
“funding cover”; con essi la cedente accumulava,
nel corso di un periodo pluriennale, un premio per
finanziare un limite aggregato di copertura. Se in un
arco di cinque anni la cedente avesse inteso finanziare una copertura di cinquanta miliardi e il
premio fosse stato distribuito in modo uniforme
sull’arco di tempo predefinito, ci sarebbe stato il pagamento del premio di dieci miliardi all’anno per
cinque anni; nel caso in cui non ci fosse stato il sinistro, il contratto avrebbe previsto una
partecipazione agli utili che, almeno agli inizi, poteva anche essere pari al 100%. Tale partecipazione
agli utili sarebbe stata addirittura superiore se le
parti avessero pattuito la corresponsione implicita
di un tasso di interesse concordato. Questo perchè
nella strutturazione di queste operazioni venivano
anche scelti, su indicazione della compagnia cedente i titoli che dovevano supportare questo tipo di
operazione di finanziamento: generalmente si trattava di titoli “zero coupon”, che venivano scelti per
evitare di correre il rischio di reinvestire le cedole
incassate nel periodo ad un tasso diverso da quello
pattuito e previsto contrattualmente. Queste opera-
6th R.I.B. Convention
Structured solutions for the
management of insurance
companies’ risks
F
irst of all, thank you to Franco Curioni and
friends of RIB, because I believe that an occasion like this is very important to try to focus
and clarify the meaning of “Alternative Risk
Transfer”, that makes a good gym for the Italian (re)insurance sector in which to discuss new trends
that are developing in the other countries.
To introduce some concepts of Alternative Risk Transfer, we must pick up from experiences had long ago on
the more evolved financial markets. The first ART solutions were developed mainly in the United States, in
the first part of the Seventies. These were solutions
mainly of a financial nature. At those times, a project
for risk financing didn’t yet include the obligation, imposed in future times by the national association of
American auditors by “FAS 113”, on the significant
transfer or risk. In those years total financial operations
were possible that naturally permitted the movement of
relevant entries, positive or negative, from a ceding
company to a reinsurance company, thus affecting in a
relevant way the balance sheets where these entries
were moved. Products used to be created with a financial matrix and they gave birth to the so-called “funding
covers”. Through these, over a multi year period, the
ceding accumulated a premium for the financing of an
aggregate cover. Had the ceding wanted to finance a 50
billion lira cover over a five year period, and had the
premium been distributed in an even way over the predefined period, it would have resulted in the payment
of the premium of 10 billion per year, for five years. If
no claim arose, the contract would have achieved a
profit share that could reach a 100%. This profit share
would have been even higher, if there had been a previous agreement on the payment of an agreed interest
rate. It often happened in fact that shares, chosen by
the ceding company, financially supported these kinds
of operations. Usually they were of the “zero coupon”
kind, to avoid the risk of having to reinvest the coupons
cashed in the period at a different interest rate from
that agreed upon and inserted in the contract.
Afterwards these operations moved to the London market, where were created the famous “Time and
28
zioni, poi, si sono spostate sul mercato di Londra,
dove venivano costruite le famose polizze “Time
and Distance”; tali coperture permettevano lo spostamento di un premio, o di una parte di
componente positiva, nella chiusura su base triennale (base di contabilizzazione degli affari sul mercato
di Londra). Il premio veniva corrisposto ad un riassicuratore a fronte dell’impegno di pagamento di un
sinistro, generalmente su classi “long tail”, differendone la liquidazione in un periodo molto distante
dal pagamento del premio. Questo, in condizioni di
tassi di interesse elevati, permetteva la creazione di
una copertura finanziaria: pagando un premio di
dieci sull’ultimo anno di chiusura dei “fund”, si sarebbe potuto comprare una copertura sul
deterioramento degli affari fino al livello del montante che si sarebbe realizzato se si fosse scelto
come parametro un periodo temporale di dieci anni
e un tasso di investimento realizzato del 10%. Dal
1992, con l’introduzione del “Fas 113”, queste tipologie di operazioni non sono state più ammesse.
Pertanto, operazioni di “funding cover”, “time and
distance”, o altre similari così strutturate, sono state
disconosciute come riassicurazione. Qualora esse
avessero avuto luogo il trattamento contabile delle
partite originate dal rapporto contrattuale avrebbe
dovuto essere contabilizzato sulla base del “Deposit
Accounting Method”. Tale metodologia riconduceva
il rapporto contrattuale ad una forma riconosciuta
di prestito e di finanziamento e, perciò, nel corso
degli anni ciò aveva un riflesso nel trattamento contabile delle relative partite.
Attualmente, l’ “alternative risk transfer” consente
una varietà di soluzioni e non si incentra più su prodotti predefiniti con elemento di finanziamento del
rischio: è piuttosto un modo di pensare la riassicurazione o la assicurazione e le relative coperture
assicurative e riassicurative in forma totalmente diversa. Un esempio, che può sembrare banale, è
quello di pensare che oggi un Reinsurance Manager,
di una compagnia di assicurazione, considera la gestione dei rischi all’interno dell’azienda e si
protegge, nello stesso modo in cui il guidatore di
una autovettura conduce un veicolo che dispone di
un solo airbag. E’ un sistema di protezione per la
parte di portafoglio che attiene alla sua specifica
competenza, ma il bilancio, se lo vediamo in una visione integrata e complessiva, può subire dei colpi,
a volte addirittura superiori al beneficio della riassicurazione; pensiamo ad esempio l’effetto che può
avere su un bilancio, una variazione dei tassi di interesse su titoli a reddito fisso, che comporta quindi
una minusvalenza implicita che impatta poi sul conto economico. Se pensiamo poi al fatto che una
sezione importante degli attivi delle compagnie di
assicurazione e riassicurazione sono composte da
crediti verso riassicuratori/retrocessionari, anche il
mancato recupero, soprattutto negli anni in cui il livello delle “security”, le pratiche di banking
authority, l’interconnessione nel rapporto riassicurativo di broker di dubbia affidabilità, può ingenerare
una difficile attività di recupero di tali posizioni creditorie. Anche quello è un evento che può impattare
in modo non conosciuto, nel tempo e nella quantità,
sul bilancio di una compagnia di assicurazione o di
Distance” policies. This cover allowed the movement of
a premium, or of a positive part of an entry, to the closing on a three-year basis (the accounting basis of
business on the London market). The premium was
paid to a reinsurer in exchange for the commitment to
pay a claim, generally based on “long tail” classes and
the settlement had to be postponed to a period very far
from that of the payment of the premium. This, when
high rates existed, allowed the creation of a financial
cover. By paying a premium of ten in the last year of
closing of the funds, it was possible to buy a cover on
the deterioration of business up to the amount that
could have been realised if a time parameter of ten
years and a performed investment rate of 10% had
been chosen. Since 1992, with the application of “FAS
113”, these kinds of operations are no longer allowed.
“Funding cover”, “Time and Distance” and other similar operations have been disclaimed as reinsurance.
Had they taken place, the relevant accounting entries
should have been treated with the “Deposit Accounting
Method”. This methodology brought the contractual
relationship back to a recognised form of loan and financing and thus, over the years, it was reflected on the
accounting of the various entries.
At present, Alternative Risk Transfer permits a variety of
solutions and is no longer focused on predefined products with an element of risk financing. It is more of a
way of thinking at reinsurance or insurance and related
insurance and reinsurance covers in a totally different
way. Look at this example, even if it may be trivial.
Think of a Reinsurance Manager of an insurance company today, who bears in mind the risk management of
the company and protects it, just like the driver of a car
with only one airbag. It’s a system of protection for only
that part of the portfolio that is under his specific care,
but the financial balance, when seen in all its parts, can
be affected some times in an even bigger way than the
benefits of reinsurance. Let’s think at the effect on the
financial statement that changes in rates of fixed-income stocks can have, with an implicit decrease in value
that then affects the profit and loss account. A good
portion of the profits of insurance and reinsurance
companies are made from credits towards
reinsurers/retrocessionaires, and the unsuccessful recovery, specially during those years in which the level of
“securities”, the activity of the banking authority, the
practice of reinsurance carried out by brokers of dubious reliability, can generate difficulty in the practice of
credit recovery. This also is an event that can affect in
an unknown way, in time and quantity, the financial
statement of an insurance or reinsurance company.
Let’s also think of a wide range of risks that today are
not insurable with traditional cover, such as financial
6th R.I.B. Convention
29
riassicurazione. Si pensi poi a tutta una serie di rischi che oggi non è possibile coprire in forma
tradizionale, quali rischi di natura finanziaria, diminuzione di valore dei titoli azionari: esistono
sicuramente delle forme di “hedging”, che sono
però delle coperture di breve periodo, che non possono essere abbinate ad una pianificazione
aziendale di medio e/o di lungo periodo. Il punto
di partenza di una comprensione di principi di “alternative risk transfer” parte da una conoscenza,
quanto più vasta possibile, di tutti i rischi che incombono sull’impresa di assicurazione o di
riassicurazione. Tutto ciò, in ogni caso, vale anche
per il cliente “corporate”. In questa breve presentazione il messaggio che intendiamo dare è quello di
illustrare soltanto alcuni concetti di un corretto posizionamento nei confronti dell’ “alternative risk
transfer”. Quello che potrebbe cambiare, anche nella riassicurazione tradizionale, è un approccio più
ampio: non limitarsi, per esempio, alla copertura di
un singolo ramo, ma pensare di coprire una molteplicità di rami, perchè già questo conferisce, per
effetto del principio delle diversificazione, oltre ad
una minore probabilità di accadimento di eventi con
elevata intensità anche un recupero di efficienza in
termini di prezzo e/o di condizioni negoziali.
La presentazione verterà brevemente sui parametri
caratteristici nella gestione e valutazione dei rischi,
sulle tendenze e gli sviluppi in termini di opzioni,
che oggi potrebbero essere disponibili a chi compra
assicurazione o riassicurazione, e vedremo poi dei
casi di gestione integrata dei rischi: punto di partenza per uno sviluppo in termini di innovazione, di
cultura, di contributo da parte di tutti, per cercare
di trovare la migliore soluzione praticabile nell’ambito di ogni azienda. Si parte da uno scenario dei
rischi la cui analisi è fondamentale per la compagnia di assicurazione e di riassicurazione per
stabilire il livello di confidenza, per il livello di sinistralità normale, eccezionale e problematiche
relative: effetti sui flussi di cassa, dinamica delle
componenti positive e negative di reddito quali premi in entrata e sinistri in uscita, ecc. In questo
contesto, la valutazione del capitale è un punto focale. Su questo argomento apriamo una breve
parentesi: capitale e rischio hanno una strettissima
correlazione. Intuitivamente si pensa che l’entità di
capitale di cui un’impresa di assicurazione o riassicurazione ha bisogno per fronteggiare una massa
critica di rischi, si riduce qualora tale massa critica
si amplia, sia in termine della stessa tipologia di rischi, sia in termini di diversificazione, includendo
pertanto rischi di classi diverse e non correlati, ovvero rischi di diversa provenienza geografica. Su
questo punto il Gruppo Swiss Re ha fatto un notevole sforzo, perchè, partendo da questo principio
ha tratto uno strumento di gestione dei propri rischi
che ha implicato l’elaborazione di uno strumento di
misurazione del capitale e di allocazione dello stesso alle classi di rischio che offrivano un migliore
rendimento. Questo tipo di strumento che è diventato un software reso disponibile anche ai nostri
clienti è stato denominato “Value proposition” e
serve per determinare il “Risk Adjusted Capital”. In
sintesi si è cercato di tradurre in termini finanziari
6th R.I.B. Convention
risks, reduction in share certificates value: there exist
some forms of hedging, that are short term cover and
cannot be used together with medium/long term business planning. The starting point for understanding the
principles of Alternative Risk Transfer comes from the
knowledge, the widest possible, of all the existing risks
for an insurance or reinsurance company. The same
can also be said for the corporate client. In this brief introduction, the message that we want to deliver is that
of showing only some of the concepts of correct positioning towards Alternative Risk Transfer. What could
be changed, for traditional reinsurance too, is a wider
approach: for example, do not restrict oneself to the
coverage of a single line. Let’s think of covering many
different lines, because of the principle of diversification, this results in a lower probability of something
happening often and in an increase in efficiency in
terms of price and/or negotiability.
The presentation will focus briefly on the parameters
typical of the management and evaluation of risks, on
trends and development in terms of options, available
to those who may be interested in the acquisition of insurance or of reinsurance. We’ll then see some specific
cases of integrated management of risks: the starting
point for development in terms of innovation, culture
and contribution on the part of everyone, for the quest
for the best possible solution applicable for each company. We’ll start with a scenario of risks, such analysis
being fundamental for the insurance and reinsurance
company to determine the confidence level, the normal
loss ratio, the exceptional loss ratio and related complications: effects on cash flow, the dynamic of
active/passive income components such as premiums
earned and claims settled, etc. In this context, the capital evaluation is fundamental. On this topic, let us open
a brief parenthesis: capital and risk are strictly connected.
Intuitively we think that the capital entity needed by an
insurance or reinsurance company to cope with a critical mass of risks is reduced whenever this critical mass
widens, both in terms of similar kinds of risk and in
terms of diversification, and it includes different and
unrelated class risks and risks of a different geographical source.
On this matter, Swiss Re has made a big effort. In fact,
starting from this principle, it has created a management instrument for its risks that has demanded the
elaboration of an instrument for measuring the capital
and for its allocation to those risk classes that offered a
better performance. This instrument has become software and is available to our clients. Its name is “Value
proposition” and its purpose is to determine the “Risk
Adjusted Capital”. We have tried to translate the effect
30
l’effetto che la riassicurazione poteva avere su un
certo portafoglio: una compagnia che avesse, per
esempio, una concentrazione di business su un singolo portafoglio, avrebbe una esigenza di capitale
molto più alta. Trasferire rischi riassicurativi a un
riassicuratore molto diversificato, ha l’effetto di liberare molto capitale per la compagnia cedente,
con un basso livello di diversificazione e, d’altro
canto, impegna poco capitale per il riassicuratore
molto diversificato che allo stesso tempo sopporta
un elemento di maggiore squilibrio. Il primo aspetto da considerare pertanto è lo scenario dei rischi:
conoscere bene tutti i rischi che possono avere un
impatto sulla realtà aziendale. Dopodichè le due opzioni fondamentali di un Risk Manager o
Reinsurance Manager di una compagnia di assicurazione sono: trasferimento dei rischi o ritenzione dei
rischi.
Attraverso quali valutazioni e quali parametri definire prima la desiderata ritenzione dei rischi e quindi
in funzione della capacità, prima soltanto del mercato riassicurativo, ora anche della disponibilità del
mercato dei capitali, decidere quale opzione adottare. Attualmente, e sempre di più in futuro, il range
di opzioni disponibili potrà giocare un vantaggio in
alcuni momenti, settori, paesi, a favore della riassicurazione, in altri a favore del mercato dei capitali.
Su questo raccolgo molto volentieri la provocazione
di Carlo Faina, sul primo scenario: la securitization
su tutti i rami. Teoricamente sarebbe una cosa bellissima: trasferire i rischi assicurativi in mercati
sofisticati; ci saranno degli investitori che andranno
dal consulente finanziario chiedendo loro un titolo
strutturato, ovvero di partecipare ad una cartolarizzazione, acquistando un certo titolo di debito, con
una certa durata, espresso in una certa valuta e che i
rischi associati a questo titolo sono per esempio un
pezzetto di terremoto in Giappone, un pezzetto di
uragano in Florida, una fascia definita del rischio
grandine in Italia, e quant’altro. Se si riesce a costruire un titolo siffatto vuol dire che si è riusciti a
costruire un titolo di debito su un paniere di rischi
che offre la massima efficienza in termini di rendimento e di diversificazione, proprio per la non
correlazione di tutti i rischi sottostanti. C’è però da
considerare che la securitization è una operazione
che impegna livelli di capitale enormi, perchè se si
vuole trasferire attraverso di essa una fascia di esposizione importante di rischi, le alternative sono: o si
mette a rischio tutto il capitale raccolto, oppure devo avere un capitale talmente alto che l’investitore,
rinunciando al flusso cedolare, in caso di sinistro mi
copre fino a concorrenza della copertura che si desidera. Per questo motivo, attualmente, le
securitization nascono soprattutto sui rischi di natura catastrofale; cioè laddove il mercato assicurativo
e riassicurativo non ha la capacità sufficiente a coprire un elevato livello di esposizioni. Non si può
prescindere, poi, da considerazioni sul prezzo, che
è altissimo, dal momento che queste sono operazioni pionieristiche, hanno un livello di costo
strutturale, nella predisposizione dei prospetti di
analisi e dei prospetti da proporre agli investitori
nel collocamento di questi prodotti. Sono sicuramente molto più costosi, a parità di condizioni,
of reinsurance on a certain portfolio in financial terms:
a company with, for example, a concentration of business in the same portfolio would need a higher
capitalization. Transferring a reinsurance risk to a highly diversified reinsurer can free up much capital for the
ceding company with a low level of diversification and,
on the other hand, for the highly diversified reinsurer,
who, at the same time, bears an element of greater imbalance and engages lower capital. The first aspect to
consider is then the risk’s scenario: to know all the risks
that can have an impact on the company’s reality. At
this point, the Risk Manager or Reinsurance Manager
of an insurance company, has two fundamental options:
transfer of risks or retention of risks.
What evaluations and parameters need to be defined to
establish first the retention desired and then, depending on the capacity, firstly of the reinsurance market
and then of the capital market, the option to be chosen? At present, and more and more in the future, the
available range of options will in certain moments, sectors, countries, offer advantages to reinsurance, and in
other moments to the capital markets. On this it is a
pleasure to accept the suggestion thrown by Carlo
Faina regarding the first scenario: securitization of all
lines. In theory, it would be marvellous: to transfer insurance risks on sophisticated markets. Investors would
go to their financial consultant and ask for a structured
stock, in other words to participate in a securitization
by buying a certain certificate of indebtedness, with a
specific length of time, expressed in a determined currency and where the related risks should be, for
example, a piece of earthquake in Japan, a piece of hurricane in Florida, a predefined segment of the hail line
in Italy and so on. If we are able to create a certificate
like this, it would mean that we would be able to create
an indebtedness security over a basket of risks which offers maximum efficiency in terms of profit and
diversification, because of the non-correlation of all the
contained risks. We must consider though that securitization is an operation that involves enormous capital,
because if we want to transfer a relevant part of the exposure of risks by using it, we have two alternatives:
either we risk all of the collected capital, or I must have
a capital so high that the investor, who waiving his dividend flux, would cover me in case of claim up to the
desired cover. For this reason, securitisation arises
mainly for catastrophe risks, where the insurance and
reinsurance market does not have sufficient capacity to
cover an elevated level of exposures.
Also, one cannot leave aside considerations as to price
that is extremely high, given that these are pioneering
operations with a structural cost increased by the analysis to be made for the presentation to the investors at
6th R.I.B. Convention
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dell’acquisto di una riassicurazione catastrofale.
Però quando questi meccanismi dovessero andare a
perfezionarsi gli investitori inizieranno ad avere dimestichezza con rischi semplici, dal momento che
gli investitori sono abituati con rischi di natura più
complessa di rischi collegati ad un evento terremoto, che ha una storia di cento anni e misurabile da
un parametro che è difficilmente gestibile o manovrabile da parte di terzi (normalmente l’evento è
legato non al danno economico ma all’intensità del
fenomeno: scala Richter o alla magnitudo dell’evento stesso). La cartolarizzazione è un percorso che
continuerà negli anni attraverso casi episodici; fino
ad oggi le transazioni completate non sono superiori ad una ventina in trances generalmente sopra i
cento milioni di dollari di importo. Una volta scelto
il livello di ritenzione dei rischi e il livello di trasferimento dei rischi, occorre vedere quali tipi di
strumenti si possono presentare ad una compagnia
di assicurazione e di riassicurazione e come, si può
ottimizzare, attraverso quelle che noi definiamo
operazioni di finanza strutturata, la ritenzione dei
rischi. Non è detto infatti, che una volta stabilito il
livello di ritenzione la compagnia sia sufficientemente protetta: anzi è proprio all’interno di quel
livello di conservazione che si può avere una volatilità che può creare degli squilibri temporanei nel
bilancio, e, congiuntamente a questa volatilità, se si
aggiunge anche la volatilità sulla parte degli attivi,
dei crediti o del recupero per vecchie riserve addebitate a riassicuratori, la cui qualità si è poi
dimostrata scarsa, si rischia di non recuperare più
buona parte di quanto si era trasferito al mercato
della riassicurazione. Queste sono operazioni con le
quali qualunque tipo di compagnia e a qualunque livello, può iniziare a pensare di ottimizzare la
conservazione dei rischi utilizzando meccanismi
estremamente semplici di autofinanziamento. La ritenzione dei rischi è una forma di
autofinanziamento che può essere trasferita al bilancio di un riassicuratore che deve essere dotato di
elevata solvibilità e che ha la capacità di fungere da
stanza di compensazione, cioè di equilibratore di
quella volatilità che la compagnia ha voluto trasferire. Senza dilungarsi oltre sullo scenario dei rischi
occorre solo menzionare il fatto che è necessario
conoscere la distribuzione dei sinistri, la probabilità
di accadimento e l’intensità dei sinistri; avere quindi
la confidenza che quelle probabilità rappresentino
effettivamente una situazione normalizzata, che
possano permettere di definire il miglior programma riassicurativo adattabile a quel portafoglio o a
una pluralità di portafogli.
Abbiamo citato il livello di tolleranza al rischio: ogni
impresa ha un suo livello di tolleranza al rischio:
un’impresa ha una maggiore propensione a riassicurarsi, un’altra ha una minore propensione; ciò
dipende da tutta una serie di valutazioni che sono
legate alla massa critica, al volume dei portafogli, alla diversificazione dei portafogli, al livello di
solidità finanziaria e quant’altro. L’importanza del
rapporto tra capitale e rischio, soprattutto in questi
anni in cui si parla di forti convergenze tra banche e
assicurazioni, non solo a livello di canali di vendita
ma anche a livello di comprensione reciproca di ri-
6th R.I.B. Convention
the moment of their placing. On the same conditions,
these are certainly more expensive than catastrophe
reinsurance. Should these mechanisms improve
though, investors will begin to get comfortable with the
simpler risks: investors who are used to more complex
risks than those linked to an earthquake that is one
hundred year old and is measurable through parameters not managed by third parties (usually the event is
linked not to an economic damage, but to the intensity
of the phenomenon: Richter scale or magnitude of the
event itself). Securitisation is a course that will continue
through the years with only fragmentary cases. Up until
now, completed transactions are not more than twenty
tranches, usually of more than 100 million dollars each.
Once the level of retention of risks, and the level of risk
transfer have been chosen, it is necessary to determine
which instruments to show to the insurance or reinsurance company and how to optimise, through
operations of so called structured finance, the risk retention. Once the risk retention is determined, there is
no certainty that the company is sufficiently protected:
on the contrary, it is in this level of retention that we
can have a volatility which can create temporary imbalances in the financial statements and if at the same
time, to this volatility is added the volatility of assets, of
credits or recovery of old reserves charged to reinsurers, the quality of which subsequently proves to be
lacking, there is a risk of not getting back a good portion of what was transferred to the reinsurance market.
With these operations, any company, at any level, could
begin to think of optimising the risk retention by using
very simple mechanisms of self-financing. Risk retention is a form of self-financing that can be transferred
to a reinsurer’s balance sheet, a reinsurer with high
solvability and able to act as a clearing house, is able, in
other words, to give an equilibrium to those volatile elements which the company has chosen to transfer.
Let’s not dwell on the risks’ scenery for too long, let me
only say that it is necessary to know the spread of losses,
their probability of occurrence and intensity. It is necessary to have the confidence that those probabilities
really represent a normal situation and, with that, to be
able to defining the best reinsurance programme
adaptable to that specific portfolio or to a number of
portfolios.
We have mentioned the risk tolerance level: each company has its own risk tolerance level. A company is
more inclined to reinsure itself, another one is less inclined. This depends on a series of evaluations that are
linked to the critical mass, to the portfolio turnover, to
the financial soundness and so on. Over these last years,
there has been much talk of convergences between
banks and insurance companies and not only concern-
32
schi che induce a mettere insieme rischi assicurativi
e rischi finanziari, fa sì che ci sia anche una convergenza tra banche e riassicuratori. Anche i grandi
riassicuratori si stanno attualmente muovendo su un
terreno che fino a qualche anno fa era terreno di totale dominio delle banche: ciò è per l’attività di
asset management, asset/liability management, attività di venture capital, per cui il riassicuratore
valuta, disponendo magari di una società di analisi
di estrazione finanziaria specializzata nel settore
riassicurativo, quelle compagnie a cui non dare capitale in forma riassicurativa, ma in forma mista
riassicurativa e di capitale. Ciò, chiaramente, è in
funzione anche delle disponibilità del mercato. Nel
trasferimento di rischi le valutazioni che vengono
generalmente fatte si basano sulla legge dei grandi
numeri: quanto più un portafoglio è grande, tanto
meno, da un punto di vista teorico, ha bisogno di essere riassicurato in forma proporzionale; occorrerà
provvedere per una copertura per eventi fortuiti
per trovare quel prodotto che possa andare a coprire quell’evento che brucerebbe una notevole parte
di capitale, ma che ha una possibilità di accadimento su un periodo di ritorno molto lungo. Da questo
poi, derivano valutazioni sulla quantificazione dei
sinistri complessivi attesi, una stima sull’importo e
una frequenza nel tempo. Per quanto riguarda il trasferimento dei rischi, da un punto di vista
tradizionale, una logica generalmente perseguita fino ad oggi, soprattutto nei casi di mercati soft, è:
quanta più capacità è disponibile sul mercato, tanto
più si tende ad acquistare riassicurazione, non necessariamente la riassicurazione che effettivamente
serve, bensì, poichè il prezzo è talmente basso è
possibile rischiare sulla conservazione dei rischi per
quel livello di prezzo a fronte di un trasferimento di
rischio.
La ritenzione dei rischi , pertanto, è una scelta strategica fondamentale: i rischi assunti derivanti dalla
normale attività assicurativa sono funzione di quanto si decide di conservare sui programmi di
riassicurazione, o, per quanto riguarda i rischi finanziari, sulla decisione di coperture di hedging.
Tuttavia non c’è mercato per tutta una serie di tipologie di rischi, in particolare quelli che non
possono, in tutto o in parte, essere diversificati o
coperti con prodotti finanziari, come per esempio
l’environmental clean up, product recall, Y2K; quest’ultimo poi è un caso interessante perchè è una
tipologia di rischio per cui il mercato riassicurativo
ha espresso la sua totale indisponibilità a riassicurare in forma tradizionale. Poi ci sono rischi non
conosciuti: la compagnia di assicurazione decide
ora di dare copertura su tutta l’area che riguarda il
business del commercio elettronico: anche lì, se oggi dovesse valutare il potenziale dei danni derivanti
per esempio dall’uso fraudolento delle autorizzazioni di pagamento, non si è attualmente in grado di
definire un’area di frequenza conosciuta o d’intensità conosciuta.
In un’ottica di trasferimento di rischi, può essere introdotta brevemente, la securitization o
cartolarizzazione. Si tratta di trasferire un portafoglio di rischi direttamente sul mercato dei capitali
agli investitori. Da questo punto di vista gli investito-
ing the network of sales but also for the mutual comprehension of risks that induces the putting together of
insurance risks and financial risks. The importance of
the ratio between capital and risk is thus particularly
important, and encourages a convergence between
banks and reinsurers too. The big reinsurers too are
now moving into a terrain which, only some years ago,
was the domain of banks. This happens for the asset
management, the asset/liability management and venture capital businesses, for which the reinsurer
evaluates, maybe through a financial modelling agency
with experience in the reinsurance field, to which companies give capital of a mixed nature, reinsurance and
capital, and not just reinsurance capital. Naturally, this
depends also on the market’s availability. In risk transfer, the evaluations generally made are based on the law
of large numbers: the bigger a portfolio is, the less, at
least from a theoretical point of view, it needs to be
reinsured in a proportional way. It will be necessary to
provide a cover against fortuitous events, to find that
product liable to cover the event apt to consume a great
part of the capital, but that has a chance of occurring
only on a long term basis. From this evaluations are derived on the quantity of losses expected, an estimate of
the amount and on the time frequency. From a traditional point of view, one of the generally followed logic,
specially for soft markets regarding risk transfer is: the
bigger the market’s capacity is, the more one tends to
buy reinsurance. Not necessarily the needed reinsurance, but, since prices are low, it is possible to risk on
retention against a transfer of risk.
Retention of risks is thus a fundamental strategic
choice. The risks underwritten through the normal insurance activity, depend on how much it is decided to
retain on the basis of the reinsurance programmes or,
concerning the financial risks, on the decisions of hedging covers.
And yet, for a whole lot of risks there is no market. Particularly for those that cannot, on the whole or just in
part, be diversified or covered with financial products,
for example environmental clean up, product recall or
Y2K. The last one is a really interesting case because the
reinsurance market has expressed its total unavailability
to reinsure it in a traditional way.
Then we have some unknown risks. The insurance company has decided today to cover the whole of the area
concerning e-commerce. Should we decide to evaluate
the potential for losses, for example deriving from the
unlawful use of payment authorisations, we would not
be able to define the known frequency area or the intensity area.
Securitisation can be introduced for a short time in
transfer of risk. This would require the transfer of a
6th R.I.B. Convention
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ri sono fortemente attratti da qualunque tipo di soluzione che possa ricomprendere rendimenti
addizionali rispetto a quelli derivabili dai normali
investimenti su titoli attualmente sul mercato, se viene ad essere incorporato un rischio non correlato
all’andamento di strumenti finanziari. Operazioni di
questo tipo hanno mostrato un overplacement
straordinario nel collocamento di questi prodotti,
perchè effettivamente, l’effetto diversificazione
contribuisce a migliorare la frontiera dell’efficienza
del rischio/rendimento. Il vantaggio, pertanto, è
una maggiore diversificazione attraverso l’incorporazione di rischi assicurativi in un titolo di debito.
Esistono poi altre forme di derivativi assicurativi
che hanno avuto, secondo noi, molto meno successo, i famosi futures, trattati al Chicago Board of
Trade, sulle catastrofi, generalmente sugli uragani
in Florida, Midwest, e altri. I volumi transati non sono enormi ed è più difficile strutturare queste
operazioni, definire il corretto “strike-price”. Una
compagnia che volesse non comperare riassicurazione ma proteggersi attraverso posizioni incrociate,
quelle che si chiamano le “callspread options”, che
sono assimilabili poi a trattati in eccesso sinistri, potrebbe avere una copertura. Ma poi, nel caso in cui
il suo portafoglio fosse colpito, dal momento che i
derivativi assicurativi sono basati su indici nazionali,
se l’indice nazionale non è rappresentativo dell’esposizione di quella compagnia sul territorio, ecco
che la compagnia può avere il sinistro sul suo portafoglio e non recuperare dal derivativo o viceversa,
e quindi diventare solo uno strumento speculativo e
non uno strumento di copertura.
Da un punto di vista concettuale e teorico il mercato
assicurativo, in una posizione ideale scambia premi
per sinistri con un riassicuratore, il mercato dei capitali scambia flussi per capitali e interessi; nella
securitizzazione si crea una convergenza attraverso
l’intermediazione di un riassicuratore, quindi attraverso quello che viene chiamato uno Special
Purpose Vehicle, si crea una stanza di compensazione, una convergenza tra flussi di natura assicurativa;
pertanto l’assicuratore che paga il premio per quella
copertura, supponendo che il prezzo sia lo stesso
praticato dal riassicuratore in condizioni tradizionali, il riassicuratore prende quel premio e lo ingloba
in una operazione strutturata di debito il cui rendimento è legato al verificarsi dell’evento. Allora se
l’investitore ha una bassa propensione al rischio, se
nell’arco temporale definito, per esempio tre anni,
accade il sinistro, l’investitore avrà garantito il 100%
del capitale e avrà messo a rischio il flusso cedolare
nei tre anni. Questo, chiaramente, influenza la capacità di recuperare in forma di sinistri per il
riassicuratore, che sarà limitata al flusso cedolare.
Operazioni di cartolarizzazione possono prevedere
sia il livello minimo di partecipazione dell’investitore al rischio, quindi soltanto il flusso cedolare, o
anche tutto il capitale. Pertanto l’investitore che volesse rischiare al massimo avrà un rendimento
parametrato a quel livello di rischio; però se si verifica l’evento in quei tre anni perde non solo il flusso
cedolare, ma tutto il capitale. L’operazione della
Tokyo Marine è una delle più interessanti operazioni di cartolarizzazione. L’ordine di grandezza di tale
6th R.I.B. Convention
portfolio of risks directly into the capital market to the
investors. Investors are highly attracted by any kind of
solutions that could give additional returns above those
deriving from normal investment on stock available on
the market. It is an alternative risk not linked to other
asset resources. Operations like this have shown an extraordinary oversubscribing in the placing of these
products as, it is true, the effect of diversification contributes to the improvement in the borderline of
efficiency of risk/performance. The advantage then is
in more diversification through the merging of the insurance risks in a certificate of indebtedness.
Other forms of insurance derivates exist that have been,
in our opinion, less successful. The famous futures on
catastrophes, discussed at the Chicago Board of Trade,
generally linked to hurricanes in Florida and the Midwest, and others. The quantity dealt is not high and it is
more difficult to organize these operations, define the
correct strike price.
A company that wouldn’t want to buy reinsurance, but
wanted to protect itself through callspread options,
which can be assimilated to excess of loss treaties, could
have cover but afterwards, should its portfolio be affected, as the insurance derivatives are based on national
indices, and should the national index not represent
the correct exposure of the company in the territory,
this company could have a loss on its portfolio and not
recuperate from the derivative and vice versa. In this
case this could become a mere speculative instrument,
and not an instrument for cover.
From a conceptual and theoretical point of view, the insurance market is in an ideal position, it exchanges
premiums for losses with a reinsurer and the capital
markets exchanges fluxes for capitals and interests; in a
securitisation a convergence is created through the intermediary of a reinsurer and then, through the
so-called Special Purpose Vehicle, a clearing house is
created, a convergence between fluxes of an insurance
kind. The insurer thus pays the premium for that specific cover, and let’s suppose that the price is the same
charged by the reinsurer in a traditional situation. The
reinsurer takes the premium and absorbs it in a structured debit operation, the profits of which are linked to
the occurrence of the event. If the investor has a low
propensity toward risk, if in the predefined period of
time, for example three years, the event occurs, then
the investor would have guaranteed 100% of the capital
and would have put into risk the dividend flux of three
years only. This, naturally, influences the ability of the
reinsurer to recover losses, and the recovery is then limited to the dividend coupon flux. Securitisation
operations can provide both the minimum level of participation of the investor for the risk, or the whole of
34
operazione fu di 110 milioni di dollari, e con essa si
intendeva proteggere una parte del portafoglio
esposto, dopo aver identificato quelle che erano
delle griglie di rischio: sulla base di valutazioni, di
esposizioni, di valori assicurati dalla Tokyo Marine
nell’area di Tokyo e di Kobe sono state definite delle griglie di rischio che, a seconda di dove l’evento
si sarebbe verificato, avrebbe sviluppato una magnitudine del terremoto e un correlativo impegno da
parte degli investitori. Allora la Tokyo Marine, che
pagava il premio riassicurativo idealmente uguale al
premio che avrebbe pagato per comprare quei 110
milioni di capacità catastrofale, avrebbe, in caso di
sinistro, ricevuto il pagamento dei sinistri; il premio
che si impegnava a pagare veniva convogliato in una
“SPV”, una scatola, che era la Parametric Re, che a
sua volta doveva avere due ordini di relazioni collaterali: da una parte doveva investire i soldi che gli
investitori, sottoscrivendo il debito, immettevano
nello “special purpose vehicle”, questi soldi dovevano essere investiti al meglio per far sì che poi
l’investitore, in caso di assenza di sinistro avrebbe
recuperato il suo rendimento atteso, più l’extra rendimento che derivava dal premio assicurativo. Swiss
Re Financial Product ha il compito, in genere in
questa fase, di sintonizzare tutte le varie operazioni,
quindi gli investimenti, riscossione dei flussi cedolari, reinvestimenti, investimento del premio
assicurativo… Se poi avviene il sinistro, corrisponde
i dovuti indennizzi alla Compagnia di assicurazione,
ovvero in caso di non indennizzo, corrisponde un
rendimento incrementale, flusso cedolare agli investitori e il “principal” alla fine del periodo. Giusto
per dare un’idea del rapporto dei “triggers”, cioè
quali parametri sono stati considerati in operazioni
di securitization nei vari anni, si vede come, rispetto
alle prime operazioni del giugno 1997, anche i rendimenti sono fortemente scesi. Tanto per fare un
esempio: l’operazione della Residential Re, (che
aveva un rating BB2), rendeva, rispetto al “risk free
rate” del titolo sottostante di debito, che era chiaramente legato alla durata e all’emissione in valuta di
quel titolo, circa 580 basis point, quindi 5,8% in più
nel caso in cui non si fosse verificato il sinistro di
cui lo 0,62% rappresenta l’ “expected annual loss”.
Quindi in sostanza è come se quell’evento avesse
avuto un “return period” superiore a 100-140 anni.
Se andiamo poi a vedere, per esempio, operazioni
del tipo Paribas non-rated e con un expected annual
loss del 2%, osserveremmo un return period atteso
di 50 anni. Interessante è notare rating, return period, e extra-rendimento, anche se da questo,
chiaramente, non è possibile vedere se tutto il capitale era a rischio, se solo parte del capitale, o se lo
era solo il flusso cedolare.
Le operazioni di contingent capital: è una forma sostitutiva della richiesta di finanziamento sul capitale
di rischio. Dov’è il vantaggio di una operazione di
questo tipo? Se una compagnia chiede capitale ai
suoi azionisti, da una parte dovrebbe prima essere
sicura che ha effettivamente bisogno di quel capitale per coprire quella massa critica di rischi che è
una massa dinamica. In questo contesto la compagnia è sottoposta a ulteriori pressioni perchè gli
azionisti, investitori di società quotate in borsa, han-
the capital. Should the investor want to run the risk at
its maximum, he would have a performance according
to the parameters of that level of risk. If the event occurs though, during that three year period, he will lose
not only the dividend flux, but the capital also. The
Tokyo Marine operation is one of the most interesting
securitisation operations. It was an operation of 110
millions dollars, and it was meant to protect a part of
the exposed portfolio, after having identified the risk
grid. On the basis of evaluations, of exposures, of assets
insured by Tokyo Marine in the Tokyo and Kobe area,
the risk grids were established. These, depending on
where the event would occur, would have developed a
magnitude of the earthquake and a related commitment on the part of the investors. At that time, Tokyo
Marine was paying a reinsurance premium ideally equal
to the premium that it would have paid to buy those
110 million of catastrophe cover and it would have received, in the event of a loss, the payment of the claims.
The premium paid was placed in a SPV, a box, that was
Parametric Re, which had to have two orders of collateral relationship: on one side it had to invest the money
that the investors had given by subscribing for the debt
and had put into the SPV. This money had to be invested at the best rate, to guarantee that the investor, in
case the event didn’t occur, would obtain the anticipated profit together with the extra profit deriving from
the insurance premium. It’s the job of Swiss Re Financial Product, in this phase generally, to organise various
operations: investments, cashing of dividends, re-investments, investment of insurance premium… If the event
occurs then, it pays the indemnities to the insurance
company, or in case of non indemnity, pays the increased yield, the dividend flux to the investors, and the
principal at the end of the period.
Let’s have a look at the triggers taken into consideration in securitisation operations in the last years. You’ll
see that, in comparison with the first operations of June
1997, the yield has gone down considerably. Let’s take
an example: Residential Re (which had a BB2 rating),
yielded, in comparison to the “risk free rate” of the certificate of indebtedness, that was clearly linked to the
length and the issue in currency of that same certificate, about 580 basis points, 5.8% more in the case of
non-occurrence of the event, of which a 0.62% represented the expected annual loss. Essentially, it is as if
that event had a return period higher than 100-140
years. If for example we look at operations like Paribas’
non-rated with an expected annual loss of 2%, we
would observe a return period of 50 years. Interesting
to note the rating, the return period and extra profit
even though from these aspects it is not possible to understand if the capital was totally under risk, or if only a
6th R.I.B. Convention
35
no delle aspettative di ritorno sul capitale investito.
Allora una delle soluzioni di contingent capital è impegnare qualcuno, che è disposto a fornire capitale,
non oggi ma in qualche momento nel futuro, e pertanto a mantenere un rapporto tra capitale e premi
che sia esattamente quello che serve. Impegnare
qualcuno ad investire in una società con trasferimento di capitale ordinario soltanto se si verifica
una situazione catastrofica tale per cui di quel capitale si aveva effettivamente bisogno: ecco che il vero
vantaggio è quello di avere la garanzia che ci sarà un
investitore che nel momento in cui, fra sette anni, si
verifica una situazione per cui necessitano iniezioni
di capitale. Tale risorsa è stata reperita a condizioni
molto più economiche di quelle che si avrebbero
qualora la società fosse in un momento di estrema
difficoltà e ne avesse bisogno.
Esistono soluzioni più semplici, per esempio linee
di credito stand-by, che non hanno nessun effetto
sul patrimonio netto, ma sono un migliore e un più
efficiente uso di soldi di terzi rispetto alla politica
di investimento adottata.
In una situazione del genere, in caso di sinistro catastrofico, piuttosto che vendere un titolo che magari
in quel determinato momento dà anche posizione di
controllo nel consiglio di amministrazione, si preferisce utilizzare una più economica, più efficiente
linea di stand-by. E’ noto che la AIG è stata una delle prime compagnie a negoziare una linea di
stand-by da un miliardo di dollari: le cifre per le
compagnie americane sono imponenti.
Per il finanziamento dei rischi andiamo sulle operazioni oggi estremamente semplici da strutturare:
“finite reinsurance” e “blended cover”; cercheremo
di definire il significato e il loro beneficio.
Oppure ci sono soluzioni riassicurative strutturate.
La terza area di applicazione sono soluzioni di “integrated risk management”, dove rischi assicurativi
e finanziari vengono gestiti in modo combinato. Se
mettiamo insieme tutta questa panoramica di possibili soluzioni alternative abbiamo: contingent debt
che chiaramente ha un effetto, una incidenza, sul
passivo della situazione patrimoniale; abbiamo il
contingent equity, che invece è una forma supplementare, sostitutiva, aggiuntiva, del patrimonio;
abbiamo il trasferimento dei sinistri in forma tradizionale o attraverso la securitization. Pertanto, in
una politica di ritenzione, un’altra delle possibili interessanti opzioni che l’ART può fornire è il
finanziamento dei rischi. Quali sono principalmente
i criteri che sottostanno a una corretta valutazione
nelle modalità di finanziare i propri rischi? Innanzitutto una attenzione al bilanciamento del conto
economico cioè, ad un livello di ritenzione di una
serie di portafogli assicurativi, si ritiene di avere
una adeguata protezione riassicurativa; tuttavia questo non impedisce che all’interno di quella
conservazione dei rischi si possa avere una minore
sinistralità rispetto a quella attesa e quindi un risultato che combinato alle altre risultanze di esercizio
può determinare una uscita in termini di reddito
netto operativo, che non è quella che ci si aspettava;
questa situazione può avere un effetto fiscale, un
impatto sulle società di rating e quant’altro. Operazioni di finanziamento di rischi crediamo che
6th R.I.B. Convention
part of the capital or if only the dividend flux.
Contingent capital operations: these are substitute procedures to the request for financing on risk capital.
Where is the advantage, in an operation like this? If a
company demands capital from its shareholders, it
should be sure it really needs this capital to cover the
critical mass of risks that is a dynamic mass. In this context, the company is subject to even more pressure
because the shareholders, investors in quoted companies, have return expectations on the invested capital.
One of the contingent capital solutions is to engage
someone, available to give capital, not now maybe, but
somewhere in the future, and thus maintain the capital/premiums ratio that is exactly as needed. To engage
someone to invest in a company with a transfer of capital only if a catastrophe occurs which makes this capital
really necessary. Here the real advantage is to have the
guarantee that an investor will be available when the
necessity arises, maybe in seven years, to put new capital
into the company. These resources have been found at
more economic conditions than those that would occur
should the company be in an extremely difficult moment and need them.
There are simpler solutions, like for example stand-by
credit lines, that do not affect the net capital, but that is
a better and more efficient way of spending third parties’ money in comparison to the investment policy
employed.
In a situation like this, in case of a catastrophe loss, it is
preferable to use a stand-by, more economic, behaviour,
instead of selling stocks which in that moment give control over the board of directors. It is well known that
AIG has been one of the first companies to negotiate a
stand-by line worth a billion dollars: American companies’ numbers are impressive.
For the financing of risks let’s look at operations that,
nowadays, are extremely simple to construct: “finite
reinsurance” and “blended cover”. We’ll try to explain
their meaning and advantages.
Otherwise, there are the structured reinsurance solutions.
The third area is that of “integrated risk management”
solutions. Here, insurance and financial risks are managed in a combined way. If we put together all of this
panorama of possible alternative solutions, we have:
contingent debt, that clearly has an effect: that of affecting the statement of assets and liabilities; we have the
contingent equity, that is an additional, substitute, form
of the assets; we have the transfer of risks in a traditional way or through securitisation. In a retention politic,
one of the possible interesting options available
through ART is the financing of risks. Which are the
main criteria regulating the correct evaluations for the
36
possano essere interessanti, valutabili e da prendere
in considerazione qualora la probabilità del sinistro
atteso è tra i 5 e i 20 anni, perchè se si va oltre è
chiaro che non c’è nessun prodotto “finite” che può
sostituire la riassicurazione tradizionale perchè proprio per il concetto di “finite”, se si vuole finanziare
una esposizione che ha un “return period” di 100
anni si dovrebbe pagare una lira per cento anni, da
un punto di vista teorico. Allora, come riassicuratore, se si ha il sinistro il primo anno si dovrebbe
pre-finanziare la cedente e attendere un recupero di
pay back nei successivi anni fino al centesimo. Quindi in genere tende a operare dove la frequenza dei
sinistri è mediamente elevata. Esempi di soluzione
sul finanziamento dei rischi sono: riassicurazione
“finite” e “finanza strutturata”. Dove si incentra l’obiettivo della riassicurazione “finite”: quando c’è un
alto livello di ritenzione, che significa una elevata
esposizione a una volatilità interna. Oppure quando
si è in presenza di una serie di tipologie di rischi che
non sono assicurati. Soluzioni “finite” sono soluzioni assolutamente semplici che attualmente
incontrano la grande difficoltà di essere accettabili
come riassicurazione, perchè in Italia come in altri
paesi europei non esiste nessuna regolamentazione
che stabilisce che cosa è un contratto di riassicurazione e che cosa no. Allora bisogna essere sempre
molto attenti cercando magari di utilizzare dei riferimenti che sono stati imposti dalle legislazioni più
restrittive di altri paesi. Pertanto si tende sempre ad
inserire un elemento di finanziarizzazione, che significa: la compagnia all’interno di una fascia di
rischi di suo conservato decide di finanziare fino a
concorrenza di un primo sub-limite, che in un testo
contrattuale non viene visto, ma da un punto di vista
teorico la compagnia finanzia fino ad una certa soglia, includendo gli interessi pattuiti. Se nell’arco
temporale si verifica un sinistro, il riassicuratore
che avrà quotato quella fascia di esposizione a premio puro sarà obbligato a corrispondere il
risarcimento senza avere nessuna obbligazione contrattuale di richiedere indietro alla cedente una
forma di compensazione. Però si ribadisce: queste
coperture che sembrano semplicissime, dal punto di
vista strutturale sono estremamente complesse, hanno bisogno di particolari attenzioni nella
definizione del “wording” contrattuale, dei meccanismi di definizione della priorità dello scatto del
recupero dei sinistri ecc.. Riassicurazione “finite”
quindi è generalmente un contratto pluriennale, il
premio ha una componente di finanziamento, i rendimenti finanziari sono impliciti nella
configurazione del prezzo: a differenza di qualche
anno fa non si tende più a rendere espliciti i rendimenti dei premi investiti con quella che era la
famosa formulazione dell’ “Experience Account Balance” dove alla fine dell’anno si faceva il
conteggio: premio in entrata meno margine più interessi concordati meno sinistri uguale “Experience
Account Balance” finale.
Condivisione della performance: questo è un punto
fermo; in caso di non sinistro si deve prevedere una
alta compartecipazione della cedente in funzione
variabile del risultato del rapporto contrattuale; o in
caso di sinistro, entro certi limiti, verrà corrisposta
financing of one’s risks? First of all an attention to the
balancing of the profit and loss account, that is, to a
certain level of retention of insurance portfolios, an adequate level of reinsurance protection. Nevertheless, it
can happen that for these retained risks we have a lower loss ratio than the expected one, and thus a result
which, taken together with the other results of the business year, will determine a loss on the operative net
income that differs from the expected one. This situation can have a fiscal effect, an impact on the rating
companies and so on.
We believe that the financing of operations could be interesting, should be evaluated and taken into
consideration, when the chance of an event occurring
is comprised in the 15 - 20 years period. Should the
length of time become greater, no finite product can
substitute traditional reinsurance and this is because of
the concept of finite itself. To finance an exposure with
a return period of 100 years, the premium to be paid
would be, in theory, 1 lira for each year. At this point,
from the reinsurer’s point of view, if the loss occurs during the first year, we would have to pre-finance the
ceding and wait for a pay back in the following years up
to the 100th. Generally we operate where the loss frequency is on the average high.
Examples of financing solutions are: finite reinsurance
and structured financing. What is the objective of the finite reinsurance? In case of a high level of retention,
which means a high exposure to an internal volatility.
Or, when in presence of a series of type of risks, which
are not insured.
Finite solutions are very simple solutions that are at present experiencing some difficulties in their recognition
as reinsurance. In Italy in fact, as in other European
countries, there are no regulations on the subject of
what is a reinsurance contract and what isn’t. We must
always be very careful and try to use references imposed
by the restrictive laws of other countries. And that is
why we always insert a financing element which means:
within a certain grid of retained losses the company decides to finance, up to a first sub-limit, not evident in
contract wording, when in theory the company finances
up to a certain amount, including the agreed interests.
Should the event occur in that time period, the reinsurer that had rated the cover with a pure premium, is
forced to match the payment for the loss without any
contractual obligation whatsoever to obtain compensation back from the ceding. Let’s re-emphasize: cover
that seems very simple from a structural point of view, is
extremely complex and need great attention in the
drafting of the wording, of the mechanism of establishing priorities for triggering the recovery of the loss,
etc… A finite reinsurance is generally a multi year con6th R.I.B. Convention
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una parte di tale compartecipazione.
Assunzione di significativo trasferimento di rischio,
elemento di risk transfer è un elemento irrinunciabile. Effetti finanziari: la compagnia, nel caso in cui
in una situazione normale di ritenzione totale, ha il
sinistro il primo anno, fino a quel limite, ottiene un
finanziamento dal riassicuratore, cosa invece che
non avrebbe in una situazione di conservato non
protetto da una soluzione di finanza strutturata,
perchè in quel caso dovrebbe attingere al conto capitale. Inoltre ha la flessibilità di compensare con il
recupero tecnico le spese straordinarie o le perdite
non realizzate su attivi.
Contingent capital: in questo caso abbiamo una focalizzazione sulla liquidità che non è una liquidità
immediata ottenuta istantaneamente, ma una liquidità differita che verrà in essere al verificarsi di un
evento, che impone la necessità di ottenere capitali
a condizioni prestabilite avendo un obbligo contrattualmente definito, che altera l’attrattività per gli
investitori e che non altera la solvibilità. Gli effetti
finanziari chiaramente, nel momento in cui la put
viene esercitata dalla compagnia cedente, modificano il rapporto tra debt ed equity perchè è entrato
nuovo capitale. C’è un finanziamento che avviene
successivamente, quindi anche in termini di cassa,
al sinistro, ma non si ha nessun effetto sul conto
economico. La liquidità post-evento garantisce la sopravvivenza della compagnia: una compagnia che
avesse associato l’impegno degli investitori a sottoscrivere capitale ad una situazione di estrema
saturazione, di estremo utilizzo del patrimonio netto. Questo tipo di soluzione le ha permesso di
sopravvivere, perchè ha avuto un sostegno immediato. Anche dal punto di vista degli analisti che
sapessero che la compagnia ha un piano di contingency, che prevede l’intervento di un investitore,
riassicuratore o investitore istituzionale, dopo un
evento di natura catastrofica, che può andare a saturare al 70% il patrimonio netto, è un elemento di
grande rilevanza.
Diverse sono le forme di contingent capital: credit
facility oppure attraverso azioni privilegiate, azioni
ordinarie e quant’altro. Fornire capitale prima del
sinistro. A quel punto il riassicuratore, che ha sostituito il suo impegno riassicurativo in termini di
provvista di capitale, diventa un partner nel recupero di redditività post-event, che si attende dal
cliente.
Put e credit risk: credit risk significa che l’operazione viene strutturata in modo tale che l’investitore o
il riassicuratore non possano non ottemperare alle
proprie obbligazioni.
Soluzioni strutturate legate agli investimenti: questa
è una soluzione abbastanza ardita e complessa che
consiste in una operazione strutturata e legata agli
investimenti : supponiamo che una compagnia si voglia proteggere da un rischio o da un insieme di
rischi che non sono proteggibili o copribili sul mercato tradizionale e quindi voglia stabilizzare
l’effetto che avrebbe l’accadimento di questo sinistro qualora si verificasse. La potremmo definire
una forma di autocartolarizzazione, perchè la compagnia per esempio destina 100 miliardi di attivi su
un investimento in uno special purpose vehicle, che
6th R.I.B. Convention
tract, the premium has a financing component, the financial profits are implicit in the price structure.
Unlike some years ago, the performances of premiums
invested are not usually shown in the “Experience Account Balance” as they were before when, at the end of
the year, a calculation was made: incoming premium
minus margin plus agreed interests minus losses equal
final “Experience Account Balance”.
Sharing of performance: this is an important point. If
the loss does not occur, provision needs to be made for
a sharing of the ceding company depending on the
variable result of the contractual relationship. On the
other hand, in the event of a claim, a part of this participation shall be paid within certain limits.
The underwriting of a significant risk transfer, which is
an element of the risk transfer, is an unrelinquishable
element. Financial effects: the company, in a usual situation of total retention has a claim during the first year,
up to that limit it obtains a financing from the reinsurer, event not likely to happen in a situation of retained
share without protection of a structured finance. This
because, in this case, it should pick up from the capital
account. Moreover, it has the flexibility of compensating, through technical recovering, the extraordinary
expenses or unrealized losses.
Contingent capital: in this case we have a focusing on
the liquidity which is not an immediate liquidity, obtained instantaneously, but is a deferred liquidity that
will be obtained when an event occurs which imposes to
obtain capitals at pre-established terms while having a
well defined contractual obligation. This alters the appeal for investors and does not alter solvency. Clearly,
the financial effects, when the ceding company exercise
a put, modify the relation between debit and equity because of the entering of a new capital. There is a
financing that takes places after the claim, in terms of
cash also, but does not affect the profit and loss account. The post-event liquidity guarantees the
company’s survival, should this be a company which
had associated the investors engagement to underwrite
capital shares in a situation of extreme saturation, of
high usage of the net assets. This kind of solution has
permitted the survival of the company, and this thanks
to an immediate support. After a catastrophe that could
saturate the net capital up to 70%, should the analysts
know that the company has a contingency plan which
foresees the intervention of an investor, that could be a
reinsurer or an institutional investor, this would make a
great difference.
Many are the contingent capital shapes: credit facility,
preference shares, common shares and so on. To provide capital before the claim. At that point, the
reinsurer, that has substituted its reinsurance engage-
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è una società creata dal riassicuratore; questa società provvede attraverso il trasferimento dei flussi
cedolari, a mettere il riassicuratore nella condizione
di dare copertura riassicurativa tradizionale, vera, ai
rischi non assicurabili. Quindi supponiamo che la
compagnia di assicurazione, voglia proteggersi da
un rischio incombente, e non ha copertura assicurativa e lo scenario catastrofale di accadimento, se
accade il sinistro, è per esempio di 30 miliardi. Se si
verifica il sinistro, il bilancio della compagnia, che
non ha protezione, ha un impatto sul conto economico, di trenta miliardi. Una soluzione di questo
tipo può essere: 100 miliardi di attivi il primo gennaio erano investiti in BOT che sono scaduti alla
fine dell’anno; si investono in una società che si
chiama “ABC & Co.”, domiciliata a Lugano, Liechtenstein, Stati Uniti, o dovunque sia, e tale
investimento rende al minimo il 10%. Quindi se non
si è verificato il sinistro l’investimento ha prodotto
dieci. L’operazione è strutturata per tre anni:
Caso a): se non si verifica il sinistro l’investimento
destinato a questa operazione produce fino a ad un
massimo di trenta unità monetarie. Il riassicuratore,
che ha deciso di non coprire questo rischio perchè è
un rischio ad esempio di impresa, o un rischio finanziario che non è in grado di valorizzare con un
prezzo, permette alle compagnie attraverso questa
operazione, di darle una copertura di 30 di limite
aggregato per i tre anni su questa tipologia di rischio, e fa da finanziatore;
Caso b): se il sinistro si verifica il primo anno il 2
gennaio, il riassicuratore anticipa i 30 miliardi che
recupererà attraverso l’investimento del flusso cedolare e farà pagare attraverso il contratto di
riassicurazione un premio di aggiustamento che sarà
il premio del finanziamento.
Come questa si possono trovare una, due, dieci possibili opzioni per far fronte a un problema di questo
tipo; quanto più alta è la capacità che si decide di
destinare alla copertura di questi rischi tanto più capitale si deve trasferire all’investimento su questa
soluzione o addirittura si può anche, per non impegnare troppo capitale, metterne a rischio solo una
parte: quindi poter perdere valore sul capitale per
recuperare in conto industriale. E’ un aspetto di
complementarietà ai programmi riassicurativi, la
compagnia ha un investimento di minoranza nello
special purpose vehicle che nella stragrande maggioranza dei casi è di proprietà del riassicuratore.
Generalmente viene fatto su un arco pluriennale,
però nulla impedisce che, se dopo due anni non c’è
il sinistro e la percezione del sinistro da parte della
compagnia viene meno, il contratto possa essere terminato e la compagnia rientra di un investimento di
100 più 20 capitalizzato.
Passiamo ora alle gestioni integrate dei rischi, quelle che vengono chiamate “integrated risk
management”. Le coperture tradizionali tendono a
focalizzare l’accento sui rischi di natura assicurativa:
si copre il portafoglio grandine, la RC Auto, l’incendio, i furti, le special lines ecc., ma come abbiamo
visto l’amministratore di impresa, ha interesse a
ment in terms of providing of capital, becomes a partner in the recovering of post-event profitability
expected from the client.
Put and credit risk: credit risk means that the operation
is structured in such a way that the investor or the reinsurer could not be able to comply with its obligations.
Structured solutions linked to investments: this is a fairly bold and complex solution that consists in a
structured operation linked to investments: let’s suppose that a company wants to protects itself from a risk,
or from an ensemble of risks not coverable on the traditional market, and that the company should want to
stabilize the effect that the occurrence of this claim
would have, should it take place. We could call it a form
of auto securitization, because the company, for example, assigns 100 billion profits of investment to a special
purpose vehicle, which is a company created by the
reinsurer. This company gives the reinsurer, through
the transfer of coupon fluxes, the means to provide a
traditional cover, a real one, to non insurable risks.
Let’s suppose then that the insurance company wants to
protect itself from an impending risk, and that it has no
insurance cover, and that the catastrophe scenario,
should it take place, is for example of 30 billion lira.
Should the claim occur, the balance sheet of the company without protection, has an impact of 30 billions
on the profit and loss account. A solution could be: at
the 1st January, 100 billion of assets were invested in
Treasury Bills expired at the end of the year. They are
invested in a company ABC & Co., with domicile in
Lugano, or in Liechtestein, United States or whatever,
and this investment gives a maximum return of 10%. In
case of claim, the investment has provided ten. The operation is structured for three years:
Case a): Should the event not occur, the investment
destined to this operation produces maximum thirty
currency units. The reinsurer, that has decided to not
cover this risk because it is, for example a business risk
or a financial risk not quantifiable through a price,
through this operation, gives a cover with an aggregate
limit of 30 on the three years period on this kind of risk
and becomes financial backer.
Case b): should a claim take place during the first year,
on the 2nd of January, the reinsurer advances 30 billion
that he shall recover through the investing of the
coupon fluxes and he shall charge, through the reinsurance contract, an adjustment premium that shall be the
financing premium.
Like this one a dozen ways are possible, to solve such a
problem; the higher the capacity that we destine for the
coverage of these risks, the more capital we must trans6th R.I.B. Convention
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proteggere l’insieme del bilancio, e non solo a proteggere la parte destra, (idealmente se vogliamo
associare il passivo della situazione patrimoniale ai
rischi nel campo ad esempio delle riserve); l’amministratore è anche fortemente interessato a vedere
la dinamica, come si muovono le risultanze dei rischi assicurativi, dopo la risultante delle
componenti finanziarie o di altri aspetti: crediti inesigibili, crediti verso retrocessionari,
deterioramento di anni passati. Ciò è quello che poi
alla fine dà la misurazione della redditività dell’azienda o la percezione dell’aver saputo gestire tutte
queste componenti. E’ chiaro che operazioni di questo tipo vanno discusse con il cliente, perchè il
cliente potrebbe avere una percezione di che cosa
vuole andare ad includere. Però, ipotizziamo di aver
sintetizzato la risultanza della dinamica dei rischi assicurativi conservati e la risultanza degli
investimenti secondo la politica di investimento o
secondo l’andamento delle normali variabili di mercato. Ecco che questo risultato operativo diventa il
punto di riferimento della copertura e ha sintetizzato tutto, perchè nel risultato operativo confluisce il
sinistro non assicurato/non assicurabile, confluisce
il mancato recupero verso retrocessionari, lo sviluppo di una determinata serie, … Con questa
semplice operazione si ha l’opportunità di coprire
rischi assicurativi e rischi finanziari. Chiaramente
questo deve essere fatto ad un livello di tipo catastrofale. Il grosso vantaggio di operazioni di questo
tipo: si vuole recuperare come sinistri o come maggior valore di un prodotto sottostante; da un punto
di vista finanziario, come strumento, ho un classico
hedging finanziario. Se si vuole proteggere e recuperare sinistri per la fascia dei rischi che si
trasferiscono si utilizza la riassicurazione tradizionale. E chiaramente i trigger sono di natura
finanziaria, quindi tassi di rendimento, benchmark
di riferimento , ecc. Se si vuole coprire in forma
combinata rischi tecnici e rischi finanziari, si può
utilizzare un “integrated risk management” per una
copertura sul risultato combinato tecnico e finanziario. Si può anche scegliere una soluzione diversa
che è quella che si chiama soluzione double trigger,
cioè una volta definito il livello di tolleranza di sinistralità tecnica, ad esempio del 75%, la compagnia
può essere preoccupata a livello di risultato operativo soltanto se, per esempio, si ha una diminuzione
di valore degli attivi a reddito fisso per oltre 20%.
In quel caso la copertura scatta soltanto se le due
condizioni si verificano contestualmente. Questo
perchè se la componente assicurativa è andata meglio della soglia che era stata predefinita, la
copertura ha compensato indirettamente la perdita
di valore della parte finanziaria anche se raggiunta.
Vediamolo in un grafico: supponiamo che il management dell’azienda abbia stabilito che un dato
livello di tolleranza (vedi slide n. 1), misurabile in
termini monetari di risultato operativo sia accettabile: per esempio supponiamo una azienda che decida
il livello di perdita accettabile, senza che questo abbia un forte impatto nelle valutazioni delle società
di rating, degli investitori e degli analisti, per 35 miliardi. Però, che cosa succederebbe se si verificasse
una situazione catastrofica tale, combinata su rischi
6th R.I.B. Convention
fer on the investment related to this solution or it is
even possible to destine just a small capital, and to risk
a portion only: it is possible then to lose value on capital to recuperate on the industrial account. It is an
aspect of complementarity of the reinsurance programs; the company has a minority investment in the
special purpose vehicle that, in the majority of cases,
belongs to the reinsurer. It is generally done on a multiyear basis, but nothing forbids to the closing of the
contract if, for example, after two years there hasn’t
been a claim or the perception of the company on the
claim has changed. In this case the company recovers
an investment of 100 plus 20 of capitalization.
Let’s talk now of integrated risk management. Traditional covers tend to focus on risks of an insurance
nature: we cover the hail portfolio, TPL, Fire, Theft,
Special Lines, etc. But, as we have seen, the company
manager’s interest lies also in the protection of its balance in its whole, and not only in the protecting of the
right side of it (ideally we could associate the losses of
the statement of assets and liabilities for example to the
reserves); the manager is also highly interested in seeing the dynamic of the outcome of insurance risks, after
the outcome of financial components or of other aspects: receivable credits, credits towards
retrocessionaires, previous years deterioration. These
are the aspects by which one can measure the company’s profitability or have the perception of having being
able to manage all these components. It is clear that
these operations must be discussed with the client, because the client could have a different perception on
the things that he would want to include. Let’s suppose
that we have synthesized the results of the dynamic of
the insurance risks retained and the results of the investments following the investment politics or following
the trend of the usual market variable. This operative
result becomes now the reference point for the cover
and it synthesizes everything, because in the operational result flows the non insured or non insurable
risk, it flows the non recoverable sums from the retrocessionaires, it flows the development of a certain
series. By this simple operation it is possible to cover insurance risks and financial risks. Clearly, this must be
made at a catastrophe level. The big advantage of this
operation is: to recover a claim as a value added of a
product below; from a financial point of view, I have a
classical financial hedging. If we want to protect and recover claims for the range of risks transferred, we use
traditional reinsurance. Clearly, the triggers are, of a financial nature, like rates of return, reference
benchmark, etc. If we want to cover a combination of
technical and financial risks, we can use an “integrated
risk management” to cover the combined technical and
40
financial result. It is also possible to chose a different
solution, the so called double trigger. Once the tolerance level of technical risks defined, let’s say a 75%, the
company shall worry on the operational result only if,
for example, we have a reduction of value of fixed income profits of more than 20%. In this case, the cover
triggers starts only if these two conditions happen at the
same time. This because, if the insurance component
has gone better than the predefined threshold, the cover has indirectly compensated the value loss, even if it
was obtained by the financial component. Let’s see it in
a flow chart:
Slide 1
IRM Solutions
Frequency
assicurativi e rischi finanziari per cui la perdita magari fosse di 100- 150 miliardi? Ecco allora che si
definisce una copertura in funzione di questi parametri. Se si operano scelte puramente assicurative e
si ipotizzi che questo sia il punto dove si decide debba essere fissata una sostenibile sinistralità in
termini ad esempio di loss ratio tecnica sul portafoglio conservato, e si comprasse una copertura di
stop loss normale a questo livello di attacco, questa
sarebbe la copertura attivata dal superamento di
quel livello. D’altro canto se il responsabile finanziario della compagnia avesse come parametro quello
di dire che la società può sostenere una diminuzione del rendimento degli attivi o del valore degli
attivi a seguito di variazione dei tassi fino a questo
livello, e comprasse una copertura finanziaria, questa verrebbe attivata dal superamento di quel
parametro o indice di riferimento. Se quindi si definisse un dato livello di loss ratio, e uno per il trigger
finanziario, la copertura scatterebbe solo al verificarsi congiunto di queste due condizioni. Facciamo
una ipotesi: si stabilisce una ritenzione del 65%, un
limite aggregato di 100 miliardi, un combined ratio
che è la somma tra insurance loss ratio e un financial loss ratio. Quindi in questo modo si è creato un
indicatore sintetico. A questo punto vediamo come
la copertura scatta a seconda di come si comportano simultaneamente la redditività tecnica e la
redditività finanziaria. Perchè, se la redditività finanziaria è andata molto bene, si è in grado di
sostenere e di conservare in proprio senza far scattare la copertura fino all’angolo alto del loss ratio,
quindi è come se la copertura partisse da questo livello, da un punto di vista tecnico. E’ chiaro che se
invece i rendimenti andassero molto male e d’altro
canto la sinistralità tecnica andasse molto bene, la
copertura partirebbe da questo livello. Quindi è un
meccanismo estremamente flessibile che è funzione
di quanto la componente tecnica o la componente
finanziaria contribuiscano ciascuna a equilibrare in
termini di contributo alla risultanza netta di esercizio. E’ chiaro che se consideriamo un’impostazione
di questo genere, queste che erano delle coperture
che si attivavano con soluzioni separate risultano di
overhedging, cioè risultano non necessarie (vedi slide n. 2 e 3). E’ come se avendo comprato due
coperture separate, una per la componente tecnica
e una per la componente finanziaria, non si fosse
utilizzata perchè non opererebbe mai, questa fascia
e quella fascia. Il caso di un double trigger invece è
più semplice, c’è una ritenzione sempre al 65%, un
aggregato del 10%, il trigger finanziario, ad esempio la caduta di oltre il 20% del benchmark
portafoglio investimenti. L’insurance loss ratio è definito come sinistri netti di competenza e su premi
netti di competenza. Anche in questo caso, abbiamo
praticamente la situazione di prima, la copertura
opera soltanto se il loss ratio viene superato del
65% e il trigger finanziario di oltre il 20%. Benefici:
questa è una copertura ottimale sul risultato operativo. Il prezzo della copertura tiene conto
chiaramente della diversificazione rischi finanziari e
rischi assicurativi; c’è una riduzione di costo del capitale rispetto alla riassicurazione tradizionale
perchè la copertura tradizionale non si attiva se la
Position
depending on
technical and
financial
triggers
IRM Cover
Residual Risk
Threshold of Downside risk
Operative Result
Risk Allowance Level
Loss
or
Profit
let’s suppose that the company’s management has established that a certain level of tolerance, measurable in
terms of monetary operational results, is acceptable: for
example, let’s suppose that a company decides the admissible losses level at 35 billion, a sum that would not
affect too much the evaluations of the rating company,
of the investors and of the analysts. What would then
happen should the loss, because of an event of a catastrophe nature affecting both the insurance and
financial risks, arise for example to 100-150 billion? Here a cover is established on the basis of these
parameters. If choices of an insurance nature only are
made, and if it is assumed that this is the point up to
where a sustainable loss is fixed, in terms, for example
of technical loss ratio on the retained portfolio, and if a
normal stop loss cover is bought at this level, this would
be the cover triggered by the overcoming of that level.
On the other hand, if the company financial manager’s
parameter was that of stating that the company could
6th R.I.B. Convention
41
INTERVENTO (Dott. Spasiano)
Nella mia domanda voglio escludere i casi in cui
l’ART si fa per speculazioni che servono ad eludere
il fisco o a occultare falsi in bilancio, perchè queste
sono abbastanza evidenti e comprensibili e non credo che sia il discorso del futuro. Allora parliamo
proprio dell’opportunità di trasferire dei rischi con
un sistema alternativo a quello assicurativo e riassicurativo. Indubbiamente questa opportunità ci può
essere nel caso in cui manchi effettivamente la capacità del mercato assicurativo e riassicurativo ma,
tolto questo caso, mi pongo un problema dei costi.
Se il mercato assicurativo e riassicurativo è efficiente, il fatto che ci siano altri soggetti che si assumono
dei rischi, che potrebbe assumersi il mercato assicurativo, non vedo come possa determinare un
risparmio nei costi per chi trasferisce il rischio. Ho
sentito sempre discorsi astratti, non discorsi pratici
dove si capisca quale è il vantaggio, se non ci sono
vantaggi fiscali, o di altro tipo, e c’è capacità del
mercato assicurativo e riassicurativo. In secondo
luogo, ho sentito parlare di rischi che le compagnie
di assicurazione e di riassicurazione non sono disposte a coprire per motivi qualitativi, perchè non
ritengono il rischio assicurabile. Ora trovo abbastanza difficile che degli investitori, che hanno molto
meno esperienza dei rischi assicurativi e riassicurativi, possano valutare un determinato rischio come
trasferibile, come assicurabile, dal loro punto di vista, quando gli assicuratori e i riassicuratori sono
convinti, avendo determinate conoscenze forse
maggiori, che tali rischi non sono assicurabili. In
terzo luogo mi pongo molto il problema della “security”, cioè mi pare che tutti questi discorsi di
trasferimento alternativo del rischio non trovino
quasi mai obbligati finali che mettono a disposizione soldi materiali, non cartolari, e mettono a
disposizione di un fondo sicuro che sia veramente
garanzia del soggetto che trasferisce il rischio. Ultima considerazione: si nota che assicuratori e
soprattutto riassicuratori in tutto il mondo, e parlo
anche del mio gruppo e dell’Aviation in particolare,
questo è anche un discorso di autocritica, tendono a
pubblicizzare e a sviluppare questi discorsi di ART
che a mio giudizio costituiscono un riconoscimento
dei limiti dell’efficienza degli assicuratori e dei riassicuratori. Cioè invece di contrastare questi sistemi
cercano di appropriarsene, perchè evidentemente è
come un riconoscimento dell’incapacità del mercato
assicurativo e riassicurativo di far fronte in modo
efficiente ai rischi. Grazie.
RISPOSTA DOTT. MASCIOLI
Sulla prima domanda sono perfettamente d’accordo
con lei. Swiss Re è tra i primi riassicuratori a scoraggiare qualunque tipo di pratica o di soluzione che
tenda a creare delle mistificazioni di bilancio. Questa era una delle principali motivazioni che aveva
portato la riassicurazione finanziaria ad avere successo negli Stati Uniti; oggi riteniamo di essere su
6th R.I.B. Convention
sustain a reducing of the performance of profits or of
the value of the assets due to a change in rates up to a
certain level, and if he was to buy a financial cover, this
would be triggered by the overcoming of that parameter or reference index. Should a certain level for the
loss ratio then be defined, and one for the financial
trigger, the cover would be enabled only should both
these two situations occur. Let’s assume that a retention
of 65% is made, with an aggregate limit of 100 billion, a
combined ratio that is the sum of insurance loss ratio
and financial loss ratio. In this way a synthetic indicator.
At this point we will see how the cover triggers depending on the simultaneous behaviour of technical and
financial profitability. If the financial profitability was
very good, we will be able to retain, without triggering
the cover up to the high angle of the loss ratio. It is as if
the cover should start from this point, from a technical
point of view. It is clear, on the contrary, that should the
revenues go very bad and the technical level of claims
very well, the cover would start from this level. It is a
very flexible mechanism, that depends on how the technical and financial components contribute to
equilibrate, in terms of the contribution to the net results of the balance. It is clear that, if we adopt such an
approach, these solutions, that were covers triggered by
separate solutions, now result overhedging covers, in
other words unnecessary covers.
Slide 2
Protection IRM - single trigger cover structure
+
Over hedging
with separate
solutions
Single trigger cover activated
-
Trigger
corresponding
to the threshold
of downside risk
loss ratio
Investment
Performance
redditività degli investimenti performa in senso positivo. Grazie.
42
Slide 3
Protection IRM - double trigger cover structure
+
Financial
Trigger
Over hedging
with separated
solutions
Tehcnical Trigger
loss
ratio
Investment
Performance
una posizione totalmente diversa. Sul problema della disponibilità o incapacità degli assicuratori di
coprire alcuni rischi assicurativi, ad esempio il millennium bug, concorderà con me che è un rischio
che non può trovare, proprio da un punto di vista
teorico, una modalità di copertura tradizionale, e
quindi come riassicuratori possiamo proporci come
propositori di soluzioni che vadano in un’ottica di
riequilibrio di una situazione all’interno di una compagnia di assicurazione in un arco temporale.
Poi ci sono tutta una serie di altri rischi per i quali il
ricorso alla riassicurazione "finite" può essere vantaggioso e ad un costo accettabile, ma dopo aver
comprato tutta la riassicurazione tradizionale che ritiene necessaria sulla base di opportune valutazioni;
potrebbe essere coerente, per esempio, acquistare
una copertura a maggiore protezione del livello di
conservazione per attenuare l'eventuale volatilità
dei risultati. In questo contesto il riassicuratore "finite" fa un servizio, cioè non va alla ricerca di
volume premi, ma fornisce una soluzione che possa
andare incontro alle esigenze del suo cliente.
Sul discorso della security sono d’accordo con lei,
operazioni di questo tipo possono farle al mondo
soltanto pochissimi riassicuratori.
Double trigger cover activated
It is as though, having paid for two distinct covers, one
for the technical element and one for the financial element, we never had the chance to use either one of the
two. The case of a double trigger is simpler, there is
always a retention of 65%, an aggregate of 10%; the financial trigger, for example the overcome of the 20%
of the benchmark of the investment portfolio. The insurance loss ratio is defined as net claims on the period
on net premiums on the period. In this case also we have quite the same situation as before; the cover operates
only if the loss ratio is overcome by more than 65% and
the financial trigger by more than 20%. Benefits: this is
an optimal cover on the operational result. The price of
the cover clearly considers the diversification between
financial risks and insurance risks, and there is a reduction on the capital cost compared to traditional
reinsurance because the traditional cover is not triggered when the profitability has a positive performance.
Thank you.
Mr. Spasiano
In my question I want to exclude those cases in which
ART is used for speculations made to evade taxes and
to conceal falsifications of balances, because these are
quite plain and comprehensible and I don’t believe this
is the item of the future. Let’s then talk of the opportunity of transferring risks through an alternative method
other than the insurance and reinsurance ones. Undoubtedly this opportunity shall be found in the case
that the insurance and reinsurance market lacks capacity, but in this case I am worried by the problem of costs.
If the insurance and reinsurance market is efficient, I
6th R.I.B. Convention
43
don’t see how the fact that there are other subjects that
take a risk that could be taken by the insurance market
could mean a reduction of costs for those who transfer
the risk. In fact I haven’t seen any practical example,
but only abstract topics. Never practical arguments that
show which is the advantage, as there are no tax advantages or other kind of advantages, as the insurance and
reinsurance market have the capacity for these risks.
Secondly, I have heard talking of risks that the insurance and reinsurance companies do not want to cover
because of qualitative reasons, because they do not
think the risk insurable. Now I find quite difficult to believe that the investors, with much less experience in
insurance and reinsurance risks, can be able to evaluate
a particular risk as transferable, as insurable from their
point of view, when the insurers and reinsurers are convinced, having much bigger experience in this field,
that these risks are not insurable. Thirdly, I believe the
issue of security is a very important one. It seems to me
that all these talking of alternative transfer does not
end up in people actually putting money in it, and not
only securitizations. That practically create funds which
are really a backing for the subject who transfer the
risk. My last reflection: it is a fact that insurers and
mainly reinsurers all over the world, and I am speaking
of my group also and of Aviation in particular, and this
is a self criticism, tend to advertise and to develop these
ART issues which, it is my opinion, are a kind of admission of the limit of efficiency of insurers and reinsurers.
Instead of opposing these systems, they try to take possession of them, because it is clearly like an
acknowledgment of the incapability of the insurance
and reinsurance market to efficiently manage the risks.
Thank you.
Answer of Mr. Mascioli
On the first question, I completely agree with you. Swiss
Re is among the first reinsurers to discourage whatsoever kind of practice or solution which would tend to
create balance mystifications. This was one of the main
motives that had brought success to financial reinsurance in the United States. We believe nowadays that we
are on a totally different position. On the problem of
availability or incapacity of insurers of covering some
insurance risks, like for example the millennium bug,
you’ll agree with me that it is a risk that cannot find,
from a technical point of view, a traditional cover and
thus, as reinsurers, we can propose ourselves as suppliers of solutions that could give to an insurance
company equilibrium for a certain amount of time.
There is then a whole set of other risks for which finite
reinsurance can be profitable and not too expensive,
but after having bought all the traditional reinsurance
6th R.I.B. Convention
44
that one believes necessary after having made all the
needed evaluations, to buy a more protecting cover for
the level of retention required to lessen the eventual
volatility of the results, it could be more coherent. In
this contest, the finite reinsurer provides a service, as in
fact he does not look for a volume of premiums, but he
provides a solution that will meet the client’s needs.
About securitization I agree with you. Such operations
can be made by just a few reinsurers in the world.
6th R.I.B. Convention
45
Bob Brown
KPMG Consulting
Grazie, sono Bob Brown della KPMG. Vorrei spiegarvi qualcosa di me. Il mio background in realtà è
assicurativo e sono un consulente di risk management presso la KPMG. La ragione della mia
presenza qui dipende dal mio amico Paolo Pascot
della KPMG di Milano, che si trova là, in mezzo alla
sala. È responsabile di account assicurativo e delle
funzioni di auditing della KPMG in Italia e sarà lui a
rispondere a qualsiasi vostra domanda difficile su
ciò che dirò.
Sono contento di essere qui, è un luogo molto piacevole. Si avvicina l’ora del pranzo e so che vorreste
che continuassi a parlare a lungo perché voi non siete interessati a mangiare e a bere. Sfortunatamente
io sì, quindi farò una presentazione piuttosto breve.
Perché vi parlo di ART. È perché, dal punto di vista
della KPMG, ci sono delle preoccupazioni particolari sul modo in cui le soluzioni innovative di ART
possono essere utilizzate. Naturalmente noi vogliamo che le dichiarazioni finanziarie delle società
diano un’immagine realistica e corretta. Il nostro interesse è però più ampio della sola preoccupazione
sul limitare e interpretare correttamente l’utilizzo di
ART.
Siamo, in realtà, molto più interessati ad ART come
soluzione. Siamo interessati a due settori. Quello
che potrei chiamare l’aspetto della fornitura e quello dell’acquisto. ART dal punto di vista del provider
(l’assicuratore) e ART dal punto di vista dell’acquirente (l’utente finale). Siamo molto interessati su
come l’utente finale usa ART; su dove esso può essere utilizzato per fornire soluzioni significative a
problematiche chiave. Questa è ciò che interessa me
ed è di questo che voglio parlare.
Il presidente, credo abbia menzionato nell’introduzione che ART è una soluzione per gente giovane.
Bè, non penso dovremmo lasciarla ai giovani. È
troppo interessante per farlo. Per i vecchi, come
me, che hanno speso molto tempo nel mondo assicurativo, è una sfida alle nostre convinzioni su ciò
che si può fare nell’assicurazione e ciò che non si
può fare.
ART ci fa uscire dal guscio. Dobbiamo lasciare i nostri nidi. È di questo che voglio parlarvi veramente,
e incoraggiarvi, perché a volte è interessante lasciare ciò che ci da sicurezza, smettere di nasconderci
dietro le nostre scrivanie di assuntori ed entrare nelle cose che danno veramente valore aggiunto.
Perché oltre a dare valore al cliente, esse aggiungono valore anche a noi, e io sono interessato ad
aggiungere valore a noi e voi siete interessati ad ag-
6th R.I.B. Convention
The consumer’s guide
to ART
T
hank you, I’m Bob Brown from KPMG. I
ought to explain about myself. My background is actually in the insurance area and
I am a risk management consultant with KPMG. The reason that I am here is because of
my friend Paolo Pascot from KPMG Milan, who is there,
halfway down the room. He is responsible for the insurance accounting and audit function in KPMG in Italy
and any difficult questions you have on anything that I
say, he will answer those difficult questions.
I’m very pleased to be here, it’s a very delightful place.
We’re getting very close to lunch-time and I know you
would like me to go and talk for a long time, because
you aren’t interested in food and drink. Unfortunately I
am, so I will make a fairly short presentation.
Why am I talking about ART. It is because from KPMG’s
perspective there are particular concerns about the way
that innovative ART solutions might be used. Clearly we
wish to ensure that the financial statements of a company present a true and fair picture. But our interest is
much wider than solely being concerned about limiting
and interpreting correctly the use of ART.
We are actually much more interested in ART as a solution. We’re interested in two areas. What I might call
the supply side and the buy side. ART from the perspective of the provider (the insurer) and ART from the
perspective of the buyer (the end user). We are very interested in how the ultimate consumer uses ART, where
it may be used to provide significant solutions to key issues. That’s the area that interests me and that is the
area that I want to talk about.
I think the chairman mentioned in the introduction that
ART is an area for young people. Well I don’t think we
ought to leave it to the young people. It’s too interesting
for that. What it does mean for old people, like me who
have spent a long time in the insurance industry, is that it
challenges our assumptions about what can be done in
the insurance industry and what can’t be done.
46
giungere valore alla vostra stessa organizzazione.
Penso che ART possa fare questo, se facciamo le
cose giuste e se elaboriamo le soluzioni finali adatte
ai clienti.
Questo è ciò che è la KPMG veramente. Noi veniamo percepiti come contabili, come auditor, come
consulenti manageriali. In ogni caso, abbiamo successo quando siamo in grado di facilitare e risolvere
con successo le problematiche di clienti chiave.
Questa è infatti un’area interessante, è un’opportunità per guadagnare ed è divertimento onesto ed è
proprio di questo che volevo parlarvi oggi.
Cosa facciamo in relazione ad ART. Siamo concentrati su ART e abbiamo organizzato un certo
numero di ART team per fornire servizi. Io sono responsabile di parte delle iniziative ART nel Regno
Unito. Esiste un approccio europeo, ma anche un
approccio globale. Noi riteniamo che ART abbia il
potenziale per fornire, a livello globale, le soluzioni
chiave per i nostri clienti. Voglio parlarvi un po’ di
questo, perché noi forniamo diverse parti della soluzione ART. Per cui individuiamo il target dell’area
della fornitura, che sospetto siate voi gente, ma siamo anche interessati all’area acquisto ed è per
questo che il titolo di questa presentazione è sul
consumatore, l’utente, l’organizzazione che, in pratica, acquista questi particolari prodotti.
Che genere di cose ci interessano, in che modo sentiamo di poter contribuire? Per prima cosa si tratta
di capire le soluzioni al “risk financing” e “facilitating risks” e metterle in pratica. Il nostro contributo
consiste nel fornire consulenze sull’uso effettivo
delle compagnie di assicurazioni captive, le implicazioni contabili e la struttura tributaria delle
soluzioni e anche l’unificazione con le nostre esperienze finanziarie societarie in modo da rendere
possibile la transazione. Quindi siamo interessati ad
ART e abbiamo unito le nostre esperienze alle vostre e abbiamo riunito queste esperienze in squadre.
Ho molti colleghi, in tutto il mondo, che sono molto
esperti nell’area ART e che forniscono consulenza
alle compagnie di assicurazioni: consulenze di risk
financing, contabilità, normativa, attuariato e tasse.
Questo però non è ciò di cui volevo parlarvi. Quello
di cui volevo parlare è il nostro approccio per quel
che riguarda il settore acquisto. L’utente finale in alcuni casi può essere l’industria assicurativa, ma non
voglio concentrarmi unicamente su ciò che voi comperate, in termini di ART. Preferisco dedicare
tempo agli utenti finali non assicurativi, alle multinazionali e ai clienti maggiori. Noi vogliamo
rendere facile il costruire le soluzioni. Non siamo
broker di assicurazione, non siamo neppure assicuratori, perciò penso che il nostro ruolo sia di
identificare dove si trovano i punti salienti, dove
ART può essere una soluzione potenziale e rendere
facile questo processo.
Adesso voglio darvi alcuni esempi, però restringendo l’area su cui ragionerò. Dagli altri oratori
abbiamo sentito alcune definizioni di ART. Il problema di ART è di quanto ampia è realmente l’area,
e di quante cose vi sono incluse e anche il fatto che,
nuove cose e nuove idee nascono e vengono sviluppate continuamente nell’area ART.
Uno degli argomenti di cui non voglio parlare è il ri-
ART makes us step outside the box. We have to move
out of our comfort zone. It’s really what I want to talk
about and to encourage you, because it’s interesting
sometimes, to step outside the area of comfort, to cease
to hide behind your underwriters desk and to move into things which are really adding value. For in addition
to adding value to the client, they also add value to us
and I’m interested in adding value to us and you are interested in adding value to your own organisation. That
is what I think that ART can do, if we get it right and we
deliver end to end solutions for clients.
This is really what KPMG is about. We are perceived as
accountants, as auditors, as management consultants.
However, we are successful when we are able to facilitate and deliver end to end solutions to key client
issues. Actually this is an interesting area, it is an opportunity to earn and it’s good fun and that’s really what I
wanted to talk through with you today.
What do we do in relation to ART. We are focused on
ART and we have set up a number of ART teams to provide services. I’m responsible for part of the ART
initiative in the UK. There’s an European approach,
but there’s also a global approach. We view ART as having the potential to address, globally, some of the key
solutions for our clients. I want to talk a bit about that
because we service different parts of the ART solution.
So we target the supply side, which I suspect is you guys,
but we are also interested in the buy side and that’s why
the title of this presentation is about the consumer, the
user, the organisation that actually buys these particular
products.
What are the sort of things that we are interested in,
where do we feel that we can contribute? Firstly it is
about understanding of risk financing and facilitating
risk solutions and making them effective. Our contribution is advising about the effective use of captive
insurance companies, the accounting implications and
the tax structure of the solutions and also merging it
with our corporate finance expertise so as to enable the
transaction. So we are interested in ART by adding our
expertise to you and we have pulled together that expertise in global teams. I have many colleagues, on an
international basis, that are very experienced in the
ART area and are delivering risk financing, accounting,
regulatory, actuarial and tax advisory services to the insurance industry.
But that’s not what I wanted to talk about. What I want
to talk about is our approach on the buy side. The ultimate consumer, which may in some instances be the
6th R.I.B. Convention
47
schio ART circoscritto e vi è una ragione particolare
per questo. Il precedente oratore ha dato una definizione di ciò che è il rischio ART circoscritto. In
pratica, se io voglio una copertura di cinque milioni
di dollari, ho una polizza annuale e pago un milione
all’anno. Io dovrei spiegarvi che io ho un accordo
con la mia banca per il quale ho un conto di deposito e mia moglie un conto corrente. È l’accordo che
viene normalmente definito matrimonio. Lei ritiene
si tratti di un conto bancario ed ha ragione, è un
conto bancario, non è una polizza assicurativa.
Se fornite questo genere di accordo, allora suddividete, molto semplicemente i costi delle perdite sul
breve periodo e, alla fine, i sinistri saranno pari ai
premi. Ciò è, effettivamente, come espletare le funzioni della banca e dovreste essere regolati come se
foste una banca e l’accordo dovrebbe essere tenuto
in considerazione come se fosse un servizio bancario. In questo modo allora non espleta la funzione
che voi desiderate, di dividere o abbattere il costo
delle perdite su di un determinato lasso di tempo.
Se fornite una soluzione assicurativa allora deve per
forza esserci un trasferimento di rischio.
Non ho neppure molta voglia di parlare delle captive. Non sono sicuro che siano nuove, sono in
circolazione da molto tempo, e sono potenzialmente parte integrante delle nostre soluzioni, però non
sono davvero nuove e non sono un’area innovativa.
Sono stato il risk manager di una società chimica e
circa venticinque anni fa formammo una compagnia
di assicurazioni captive per soddisfare un bisogno
particolare che avevamo. Volevamo ritenere più rischio e il mercato assicurativo diretto non ci dava
un vero e proprio credito per il rischio che volevamo ritenere. Dovemmo rivolgerci al mercato
riassicurativo e il nostro metodo di accesso a quel
mercato fu una compagnia di assicurazione captive.
Ciò ci rese possibile tagliare su misura i nostri bisogni nel modo più giusto e ci fornì il genere di
protezione che volevamo. Questa però non è una
soluzione davvero nuova.
Non sono sicuro di voler parlare dei mercati di capitali. Credo che tutti gli affari, con l’eccezione di
quello Disney in Giappone, sono stati organizzati
per la protezione dell’industria assicurativa. Non è
questa l’area sulla quale volevo concentrarmi.
Volevo concentrarmi sul dove si sta dirigendo l’industria dell’assicurazione assicurando i “business
risks”, che sono ben al di fuori della tradizionale zona di sicurezza assicurativa e che, in taluni casi,
stanno fornendo coperture senza specifici eventi
scatenanti. Ritengo che questa sia un’area piuttosto
interessante. Ciò che non posso fare, è parlare di
clienti specifici. Posso però dare immagini generali
ed esempi su cui ho lavorato. In particolare, una situazione che, secondo me, è quella che ha cambiato
il mercato degli ART. Ha creato un qualcosa che era
nuovo e interessante. Credo sia interessante per i
fornitori e interessante per i consumatori.
Se fossi un costruttore di mezzi aerei, probabilmente non sarei capace di vendere il mio velivolo
direttamente alla compagnia aerea. Ciò che farei sarebbe di vendere il velivolo a una finanziaria, che
mi pagherebbe, poi ci sarebbe un leasing tra la finanziaria e la compagnia aerea. In queste
6th R.I.B. Convention
insurance industry, but I don’t want to focus on what
you buy, in terms of ART, what I wanted to address is for
the ultimate non-insurance users, the multinationals
and major clients. We want to facilitate building the solutions. We are not insurance brokers, we are not
insurers so I think our role is to identify where the issues are, where ART might be a potential solution and
to facilitate that process.
Now I wanted to give some examples but I wanted to
narrow the area that I will address. We have had some
definitions of ART from the other speakers. The problem with ART is really how broad the area actually is
and how many things are included and the fact that
new things and new ideas are growing up and being developed in the ART area all the time.
One of the areas that I don’t want to talk about is finite
ART risk and there’s a particular reason for this. We
had a definition by the previous speaker of what finite
ART risk was, that essentially if I want five million of
cover I have a five year policy and I pay one million a
year. I ought to explain to you that I actually have an
arrangement with my bank, I have a deposit account
with the bank and my wife has a withdrawal account.
It’s a sort of arrangement that’s loosely described as
marriage. Her view is that it’s a bank account and she’s
quite correct, it is a bank account, it is not an insurance
policy.
If you provide this type of arrangement then you’re
spreading, very simply, the cost of losses over a short period of time and ultimately the claims will equate to the
premiums. That is, actually, performing a banking function and you should be regulated as though you were a
bank and the arrangement should be accounted for as
though it was a banking facility. Then it does not perform the function that you want of spreading or
smoothing the cost of losses over a period of time. If
you are providing an insurance arrangement there definitely needs to be risk transfer.
I also don’t want to talk very much about Captives. I am
not sure that they are new, they’ve been around along
time, they are potentially an integral part of our solutions but they’re not really new, they’re not an
innovative area. I was the risk manager for a chemical
company and about twenty five years ago we formed a
captive insurance company to address a particular need
that we had. We wanted to retain more risk and the direct insurance market would not give us real credit for
the risk that we wanted to retain. We had to go to the
re-insurance market and our method of access to the
48
circostanze, il leasing è solitamente di durata più
breve, rispetto alla vita del velivolo. La finanziaria
sarebbe probabilmente reticente a entrare nell’accordo, a meno che non abbia una garanzia che il
velivolo sarà riscattato alla fine di quel determinato
periodo e chiederebbero a me, costruttore, di dare
una garanzia appropriata.
Avendo la certezza del riscatto, sarei felice di dare
quella garanzia. Il problema in questo caso, con una
determinazione corretta del costo e del trattamento,
è che in relazione a quelle garanzie dovrei anche
creare una voce nel mio bilancio per un fondo che
tenga conto del rischio creato da queste garanzie.
Se vendessi molti velivoli, e si tratta di beni costosi,
il fondo che farei sarebbe molto sostanzioso. Il mercato finanziario guarderebbe al mio bilancio e
direbbe: “Sarai anche capace di controllare quel rischio, ma c’è un’esposizione notevole” e ciò si
rifletterebbe sul loro atteggiamento nei miei confronti e sulla valutazione della mia situazione
finanziaria.
Se io fossi il direttore finanziario di quella compagnia, vorrei in qualche modo dimostrare al mercato
finanziario che quell’aspetto non è poi così negativo
come sembra. Che sto gestendo il rischio in modo
ottimale e quindi vorrei fornire una visione corretta
della situazione. Se questo venisse fatto, tramite il
mercato finanziario, se fosse un’area di conversione, in parte a causa della dimensione, in parte a
causa dell’improbabilità della perdita potenziale, in
parte a causa della difficoltà che avrebbero nel capire appieno, nell’accettare e misurare il rischio,
l’esercizio non funzionerebbe veramente.
Il vantaggio che abbiamo percepito nell’uso del
mercato assicurativo consiste nella capacità di capire e valutare la reale posizione di risk management:
come questi rischi vengono effettivamente gestiti?
Sono trattati in maniera efficace? Può l’assicuratore
fornire una polizza che non risponda ai meccanismi
tradizionali a cui siamo abituati? Se non dicesse nulla del genere: “se un aereo si schianta, paghiamo”.
Se non dicesse: “se la tua fabbrica dovesse bruciare
pagheremmo”, ma se dicesse: “se il reddito futuro
dovesse abbassarsi sotto a un determinato livello,
questa polizza di assicurazioni ne risponderà”. Questo ci fornirebbe una soluzione.
Certamente non sarebbe stata accettata dagli analisti del mercato se dicesse “é soggetto alle 350
esclusioni per cui non paghiamo”. La soluzione che
stiamo cercando quindi non segue le linee convenzionali del tipico approccio assicurativo.
Si dovrebbe uscire dal taglio fisso e fornire una soluzione su misura che abbia senso sia per i fornitori
che per il cliente. In queste circostanze si ritiene
che, come riflesso di questo, ci dovrebbe essere un
aumento significativo del corso delle azioni, e se si
verifica un aumento del corso delle azioni, ciò vuol
dire dare dividendi agli azionisti, e se ci sono dividendi allora questo modo di procedere ha senso.
Un’altra possibilità è nella cessione di un’affiliata.
Se una società progetta di cedere un’affiliata che ritiene non essere più necessaria alla sua attività e se
attua questo progetto, potrebbe realizzare ad esempio una vendita di 500 milioni sul mercato e
destinare il valore come surplus per gli azionisti. Il
re-insurance market was a captive insurance company.
It enabled us to tailor our insurance needs in the correct way and provided us with the type of protection
that we wanted. But they’re not actually a new solution.
I am not sure that I want to talk about the capital markets. All of the deals, I think, apart from the Disney one
in Japan, have been arranged for the protection of the
insurance industry. That isn’t the area that I wanted to
focus on.
I did want to focus on where the insurance industry are
moving to by insuring business risks, which are well outside the traditional insurance zone of comfort and
which are providing cover in some cases without specific event triggers. I think that’s quite an interesting area.
What I can’t do is to talk about specific clients. What I
can do is talk about general illustrations and examples
that we have worked on. In particular, this first illustration I thought was one of the things, that for me
changed the ART market. It created something that was
new and interesting. I think it’s interesting for the
providers and interesting for the consumers.
If I was an aircraft manufacturer, I would probably not
be able to sell my aircraft direct to the airline. What I
would do is to sell my aircraft to a finance house who
would pay me, then there would be a lease from the finance house to the airline. In those circumstances, the
lease is usually for a shorter duration than the life of
the aircraft. The finance house would probably be unwilling to enter into that arrangement unless it actually
had a guarantee that the aircraft was going to be released at the end of the particular period and they
would look to me, as the manufacturer, to give an appropriate guarantee.
Because I knew that I was good at re-leasing aircraft, I
would be quite happy about giving that guarantee. The
problem with that, with fair accounting and the correct
accounting treatment, is that in relation to those guarantees I would need to make provisions on my books
for the liability caused by those guarantees. If I was selling a lot of aircraft and aircraft are expensive, the
provisions that I would be making could be for very,
very substantial amounts. The financial market would
look at my figures and they would say “Well you may be
able to control that risk but there’s a very substantial exposure” and that would be reflected in their attitude
towards me and the valuation of my shares .
If I was the finance director of that company I would
wish to seek in some way to be able to demonstrate to
6th R.I.B. Convention
49
problema è che l’affiliata ha contratto una serie di
impegni e noi abbiamo fornito coobbligazioni in relazione a questi contratti. Nel modo in cui funziona
il sistema contabile, noi non dobbiamo registrare
nei nostri conti un fondo per la possibile chiamata
in garanzia di quelle collaterali per un’affiliata. Per
cui non è necessario creare una voce per questi
provvedimenti. Quando cediamo la società, non
possiamo ritirarci dalle garanzie che abbiamo dato
e, dal momento che la società non è più un’affiliata
ma una terza parte, adesso dobbiamo esporre nei
nostri conti il fondo per l’eventuale chiamata in garanzia.
Quindi diciamo ai nostri azionisti: “Abbiamo raccolto per voi 500 milioni e, allo stesso tempo,
dobbiamo riconoscere di avere un’esposizione di
1.500 milioni.” Non è una buona notizia, da dare
agli azionisti. Se potessimo utilizzare una soluzione
ART, in questa particolare fase, per trasferire il rischio dell’eventuale chiamata in garanzia,
offriremmo una soluzione molto efficace al nostro
cliente. Il cliente potrebbe dire: “Abbiamo raccolto
500 milioni, abbiamo un’esposizione di 1.500 milioni, ma abbiamo una copertura assicurativa a
protezione di questo.”
Questo dà un’idea del grande vantaggio che, nell’industria, si ha nel dire “ho una copertura
assicurativa”. È molto soddisfacente per gli azionisti
e per il mercato. Il termine “siamo assicurati” è ancora molto importante e protetto gelosamente.
Simile, in parte, è il caso di un costruttore di automobili che ha stabilito che esiste un problema con
dei veicoli e si trova nella condizione di richiamare i
suddetti mezzi. Non è assicurato per questo specifico evento. Non è colpa sua, è colpa del suo
fornitore, e il fornitore ha accettato la responsabilità di ciò. La difficoltà sta nel fatto che il cliente
sopporta il costo totale del richiamo, della cui durata non si ha certezza. Potrebbero infatti volerci anni
per richiamarli tutti e per suddividere i costi. Il costo totale deve essere riconosciuto ora e la
possibilità di recupero non può essere riconosciuta.
Questa è davvero una cattiva notizia per gli azionisti.
Se fosse possibile attivare una soluzione ART, dopo
l’evento, allora davvero garantiremmo che ci sarà un
recupero dal fornitore. Esiste un reale trasferimento di rischio e quindi possiamo effettivamente
dimostrare ai nostri azionisti qual’è la problematica,
dimostrare che esiste un’assicurazione e che è relativa alla specifica preoccupazione che abbiamo in
quel momento.
Io non mi intendo molto di industria aeronautica,
però ciò che mi fa piacere in questo settore, è che
ogni cinque anni è necessario smontare gli aerei e
fare manutenzione all’insieme totale del corpo e del
motore. È un obbligo di legge se si vuole continuare
a volare. A me sembrerebbe ragionevole, e immagino lo sia anche per voi, che se doveste sostenere un
costo simile ogni cinque anni, dichiarereste sul vostro bilancio un milione ogni anno, prima di averlo
effettivamente speso. Questa è la convenzione contabile seguita da molte compagnie aeree e una delle
compagnie vinse una causa per poter ottenere la detassazione su questo milione all’anno, prima ancora
6th R.I.B. Convention
the financial market that this area was not as really bad
as they thought, that I was risk managing it well and
therefore I would want to give them a correct picture. If
this was dealt with, through the financial market, if it
was a securitisation area, partly because of the size, partly because of the remoteness of the potential loss, partly
because of the difficulty they would have in properly
understanding, appreciating and measuring the risk,
the exercise wouldn’t really work.
The advantage that we felt in using the insurance market, is their ability to understand and evaluate the true
risk management position: how are those risks really being managed? Are they being managed effectively?
Could the insurers provide an insurance policy which
did not respond to the traditional event triggers that we
are used to? If it didn’t say anything about “If a plane
crashes we will pay”. If it didn’t say “If your factory
burns down we will pay”. But if it did say “If the future
income drops below a certain level this insurance policy
will respond”. Then that could provide a solution.
It certainly wouldn’t have been accepted by the market
analysts if it said “and subject to 350 exclusions as to
why we won’t pay”. So the solution we were looking for
wouldn’t actually follow in a conventional way the typical insurance approach. It would step outside the box
and provide a tailored solution which made sense to
the providers and made sense to the client. It is believed under those circumstances that there should be a
significant increase in the share price to reflect that and
if there is an increase in the share price we are delivering share-holder value and if we are delivering
share-holder value, the whole exercise makes a lot of
sense.
Another is the flotation of a subsidiary. An organisation plans to float a subsidiary it believes is no longer
core-business for them. If they float the subsidiary it
could raise 500 million in the market and deliver that
as value to the share-holders. The problem is that the
subsidiary has entered into a number of contracts and
we have given parental guarantees in relation to those
contracts. The way the accounting system works is that
we do not need to record in our accounts a provision
for the possible calling of those guarantees for a subsidiary. So there is no requirement for us to disclose
this as a provision. When we float the company, we cannot remove ourselves from the guarantees that we have
given and because the company is no longer a subsidiary but a third party, we now have to recognise on
our books the provisions for the guarantees that might
be called.
50
di averlo effettivamente speso.
Quindi ci fu una reale riduzione di imposte, un ritocco dei risultati, e questo è il modo in cui
funziona il sistema. In ogni caso, le regole contabili
sono cambiate. Le regole contabili ora dicono che
non si possono creare dei fondi a meno che non vi
sia una obbligazione legale e, in questo caso particolare, non vi era un’obbligazione legale. Non entrerò
nei dettagli, ma il risultato è che voi non potrete ottenere una detassazione in quanto non avete creato
un fondo. Una soluzione ART avrebbe potuto essere applicata, includendo un trasferimento di rischio,
in relazione a quella particolare area. Avrebbe aumentato il numero di soluzioni potenziali
disponibili, nessuna delle quali era una soluzione assicurativa convenzionale.
Allora, dove potrebbe essere usato ART? Posso darvi alcune indicazioni davvero buone sulle aree
potenziali in cui può essere usato ART? È un problema, perché è molto difficile dire con precisione in
che ambito può essere usato, e questo è molto interessante e anche molto affascinante. Sospetto che
noi, in quanto consulenti, abbiamo un vantaggio,
nel senso che siamo molto più vicini al cliente, almeno per quel che riguarda questo genere di
avvenimenti, per cui dovremmo essere in una posizione generalmente migliore per identificare i punti
deboli del cliente stesso. Parte di ciò che stiamo facendo è di educare i nostri colleghi, che lavorano
con clienti da identificare, a scoprire quelle situazioni in cui applicare ART in quanto fornirebbe una
soluzione.
È molto difficile dire “una soluzione ART è adatta a
queste persone, per cui state attenti alle cose che sono risolvibili con ART”, perché ART si sta
espandendo, si sta sviluppando, sta cambiando, e
noi non possiamo mettere dei confini precisi alle soluzioni ART. Per cui in realtà diciamo: “diteci dove
possono esserci problematiche di clienti”, e diciamo
anche, all’interno: “queste sono il tipo di aree dove,
potenzialmente, una soluzione ART andrebbe bene”, e lavoriamo con il cliente per rendere facile la
soluzione e lavoriamo con i fornitori per generare
soluzioni potenziali.
Per cui credo che debba essere una problematica
importante, per il cliente; deve avere implicazioni
contabili ed erariali; non è facile da identificare; ed
è probabilmente al di fuori della zona di sicurezza.
Cosa facciamo in proposito? Mettiamo insieme dei
team e progettiamo di individuare le aree di rischio.
Inizialmente ci focalizziamo su aree potenzialmente
volatili nei futuri guadagni per il cliente e anche pericoli importanti per le società e su come è possibile
affrontarli. Queste sono alcune delle aree chiave
nelle quali ART potrebbe essere utilizzato efficacemente. Il problema è di evitare di dare un limite a
noi stessi, perché io credo che le soluzioni ART saranno molto più ad ampio raggio di quanto ci
aspettiamo.
Ciò che ci aspettiamo di fare, in realtà, è di creare
plusvalenze e fiducia, del mercato verso il cliente.
Abbiamo però ancora bisogno di creare una visione
reale e corretta e questi due approcci non sono in
conflitto l’uno con l’altro in nessun modo. Creare
un’immagine reale e corretta è sicuramente il modo
So we say to our share-holders: “We have raised 500 million for you and at the same time we have to recognise
that we have 1.5 billion of exposures”. Not good news
to say to your share-holders. If we can plug an ART solution in, at that particular stage, to transfer the risk of
the guarantees being called, we provide a very effective
solution to a key issue for our client. The client would
be able to say: “We have raised 500 million, we have an
exposure of 1.5 but we have an insurance arrangement
which provides protection for that”.
That illustrates the major advantage that you have, in
the industry, in saying, “We have an insurance arrangement”. It is very satisfactory to the share-holders and to
the market. The term “ We are insured “ is still very important and jealously to be guarded.
Similar, in some way, is the case where a motor manufacturer has established that there is a problem with
vehicles and he needs to recall the vehicles. He is not
insured for this particular event. It is not his fault, it is
the fault of his supplier and the supplier has accepted
responsibility for that. The difficulty is that the client
has the total costs of that recall however long that may
take and it may take a number of years to fully recall
and to incur all of the costs. The total cost has to be
recognised now and the recovery possibility cannot be
recognised, so it is very bad news for the shareholders.
If we can arrange an ART solution, after the event, then
effectively we are guaranteeing that there is going to be
a recovery from the supplier. There is genuine risk
transfer and therefore we can actually demonstrate to
our share-holders what the issue is, we can also show
that there is insurance and this is addressing the particular concern that we have.
I’m not into aircraft in a big way, but what I am pleased
about in relation to aircraft, is that every five years you
have to strip the aircraft down and maintain the whole
of the body and the engine. It’s an airworthiness requirement to do this if you want to continue to fly the
aircraft. It would seem reasonable to me, and I expect
to you, that if you’ve got a cost like that every five years
and lets say it’s going to cost five million, that you’d actually show in your accounts a million a year, before you
actually spend it. That is the accounting convention
that many airlines followed and one of the airlines won
a successful court case to get tax deductibility of that
million a year before they actually spent the money.
So there was an effective tax treatment, there was
smoothing of results and that is the way the system
6th R.I.B. Convention
51
migliore per costruire la fiducia. Noi vogliamo chiudere le soluzioni finali a queste problematiche
chiave per i clienti. Per noi, ART è un altro strumento nella nostra dotazione, in termini di consegna
delle soluzioni e di semplificazione delle soluzioni
per i clienti.
Vi invidio la vostra abilità nel fare ciò, nell’essere
coinvolti in questo fornire soluzioni a problematiche di business, di uscire dalla vostra tradizionale
area di tranquillità e di entrare in qualcosa che è
nuovo. Questo è davvero eccitante, e anche pericoloso, ma è anche il vero fornire chiavi alle
problematiche degli utenti finali. Devo anche dire
che dovreste essere incoraggiati ad afferrare queste
opportunità. Che se non lo faceste voi, potrebbero
farlo altri e non a livello di mercato assicurativo.
Magari verrebbero da altri settori del mercato finanziario. Quindi, sia un bastone che una carota per
voi, ma comunque sono tempi eccitanti e interessanti.
Grazie per il vostro tempo.
worked. However, the accounting rules changed. The
accounting rules now say, that you cannot actually make
provisions, unless there is a legal obligation and in this
particular case there was not a legal obligation. I won’t
go into the detail but the impact was that you could not
get tax deductibility because you were not making a
provision. So an ART solution coming in, effectively including risk transfer, could address that particular area.
It increased the number of potential solutions that were
available, none of which were conventional insurance
solutions.
So where might ART be used? Can I give you some really good indications about the potential areas that ART
could be used? It’s a problem, because it’s very difficult
to say precisely where the use could be and that’s actually very interesting and very intriguing. I suspect we as
advisers have an advantage, in the sense that we are very
much closer to the client, in terms of these sort of issues that are generated, so we should be in a reasonably
better position to identify where key client issues may
be. Part of what we are doing is to educate our colleagues who are working with clients to identify where
there may be key issues where ART might provide a solution.
It’s very difficult to say, “An ART solution will do this
people, so look out for things that are soluble by that”
because ART is expanding, it’s developing, it is changing and we can’t really put boundaries to ART
solutions. So we are actually saying: “Tell us where there
might be client issues”, and we’re also saying, internally,
“These are the sort of areas where potentially an ART
solution might make a lot of sense”, and we work with
the client to facilitate the solution and we work with the
providers to generate potential solutions.
So, I believe it has to be a big issue for the client; it has
to have accounting and tax implication; it’s not easy to
identify; and it’s probably outside the comfort zone.
What are we doing about it? We are pulling together
teams and we have a plan to identify key issues. We focus initially on areas where there is potential volatility
in future earnings for a client. Also key threats to the
organisation and how they might be addressed are also
some of the key areas where ART could be effective.
The problem is to avoid limiting ourselves, because I
think ART solutions are going to be much wider than
we expect.
What we’re looking to do is really to build share-holder
value and market confidence in the client, but we still
need to produce a true and fair picture and those two
6th R.I.B. Convention
52
approaches are not in conflict in any way. Creating a
true and fair picture is really the best way to build confidence. We want to deliver end to end solutions to these
key client issues. For us ART is an extra tool in our armoury, in terms of delivering the solution and
facilitating the solution for the clients.
I envy your ability to do that, to be involved in providing solutions to business issues, to step outside your
traditional comfort zone and to move into something
that’s new. That really is exciting, and it is also dangerous, but really it is addressing key issues for the ultimate
consumers and I have to say that you ought to be encouraged to take that opportunity. I also have to say
that if you don’t, others will and it may not be from the
insurance market, it may be from other parts of the financial market. So both a carrot and a stick for you, but
exciting and interesting times.
Thank you for your time.
6th R.I.B. Convention
53
Dean LaPierre
RLI Ins. Co.
Va bene, immagino siamo pronti. Prima di tutto vorrei ringraziare gli organizzatori della conferenza per
avermi dato il posto di primo oratore del pomeriggio. Ho scoperto di poter ottenere molto di più,
quando l'auditorio è appena rientrato dalla pausa
pranzo. Credo troverete la mia presentazione un po'
meno tecnica di quanto non lo siano state le altre
della mattinata. Uno degli argomenti principali del
mio intervento è che la parte tecnica del trasferimento alternativo del rischio è molto importante,
ma oggi vorrei piuttosto stimolare un po' di dialogo
tra il gruppo. Oggi sono presenti alcuni personaggi
importanti dei mercati assicurativi e riassicurativi
europei ed extraeuropei, e io ritengo si potrebbe
beneficiare molto da un dibattito animato su ciò che
ART significherà per tutti noi. Uno dei miei compiti, nell'ambito del lavoro che svolgo a Boston, è di
sviluppare nuovi prodotti usando ART. Si tratta probabilmente di una piccola parte del mio portafoglio
in questo momento, però sta crescendo e ritengo sia
lo stesso per i vostri affari. Esattamente due anni fa
mi trovavo davanti a molti di voi, qui, e ho detto, cito testualmente: "ART è il metodo per mantenere
bassi i costi quando il ciclo assicurativo inizia a girare". A quel tempo non sapevo che, due anni dopo
mi sarei trovato davanti a voi a parlare di ART. Ho
molti obiettivi per il mio intervento di oggi, però invece di dirvi ciò che vorrei ottenere oggi, lasciate
che vi dica cosa non voglio fare. Come prima cosa,
non voglio annoiarvi con la mia definizione di ART,
se non per quel che riguarda il contesto nella quale
viene usata. Non è possibile definire ART in una
frase (e neppure in più frasi).
La seconda cosa che non voglio fare oggi è inondarvi di statistiche su quante captive si sono formate
dal 1984. Non interesserebbero a molti. Se siete curiosi, la risposta è 3.000, ma è un dato importante
solo per chi le statistiche le fa. L'ultima cosa che
non voglio fare oggi è di parlare di ART come di
una misteriosa nuova scienza che ci porterà via i nostri guadagni e creerà un mercato nel quale
perderemo gli affari. Si tratta piuttosto di allargare
un po' gli orizzonti. La mia preparazione è quella di
ingegnere chimico. Come sono finito in assicurazioni, non lo so. Si tratta però solo di tirare fuori le
capacità personali e quelle acquisite in altre aree e
di applicarle ai rischi, un qualcosa che tutti in questa stanza siete capaci di fare. La transazione che
voi ed io abbiamo appena portato a termine in qualità di assuntori e di broker, è un po' fuori
dall'ordinario e completamente rivoluzionaria. Ciò
6th R.I.B. Convention
ART - Risk Trading
for the next Millennium
O
k. I guess we’re ready. First of all I would
like to thank the leaders of the conference for putting me on as the first speaker
after lunch. I find I can get away with a lot
more when I get the crowd right back
from lunch. I think you’ll find my presentation today a
little less technical than perhaps what you have been
seeing so far this morning. One of the main themes of
my presentation is that the technical part of alternative
risk transfer is a very important, but what I would like to
do today is perhaps stimulate a little conversation
amongst the group. We have some great leaders of the
European and outside the European insurance and
reinsurance markets and I really think that we could
benefit greatly from getting some spirited discussion on
what ART is going to mean for all of us. One of my positions that I hold in Boston is to develop new products
using ART. It’s probably a very small percentage of my
portfolio at the moment but it’s growing and I think it’s
going to be growing for all of your businesses as well.
Exactly two years ago on this day I stood before many of
you here and I said and I quote and I can quote: “ART
stands ready as a method for keeping costs down when
the insurance cycle starts to turn”. Little did I know at
the time that two years later I’d be standing in front of
all of you talking about the subject of ART. During my
discussion today I have several objectives, but instead of
telling you what I want to accomplish today let me tell
you what I don’t want to do. The first thing I don’t want
to do is bore you with my definition of ART, only as
meaning in the context in which it’s used. You can’t define in one sentence (or in a number of sentences)
ART. The second thing I don’t want to do today is put
up a bunch of statistics concerning how many captives
have been formed since 1984. Most everyone in here is
not going to care about that. If you’re curious the answer is 3,000 but it’s something that is important only to
statisticians.
The last thing I don’t want to do today, is I do not want
to talk about ART like it’s some mysterious new science
that is going to take all of our possessions away from us
and create this market where we’re losing business.
54
che voi ed io pensiamo sia innovativo, sarà sicuramente di normale amministrazione tra 25 anni. 25
anni fa parlavano di rischi e coperture che il mercato assicurativo non avrebbe mai potuto offrire. Quei
rischi e quelle coperture sono oggi normali per il
mercato assicurativo. Lo stesso concetto si applica
ad ART. Il termine ART ha un suono molto elegante. Ce ne sono molti altri, come captive, e derivati e
SWAPS e programmi stop loss e prodotti multi trigger. Ci si può anche sentire un po' sopraffatti
quando si sentono questi termini. Uno dei miei colleghi inglesi infatti, che si trova in sala, questa
mattina ha detto che era piacevole essere parte della discussione "perché ho scoperto cosa è ART".
Sapete bene che questi termini si usano nel nostro
mondo, però non sempre ne afferriamo esattamente il significato e sappiamo come utilizzarli. Vi
domando però di chiedere a voi stessi se capite come funzionano questi veicoli, se capite come
potrebbero migliorare il vostro lavoro o qual è l'utilizzo del trasferimento di rischio. Vedete questi
metodi come una minaccia per i vostri affari? Sono
queste le domande su cui vorrei concentrarmi oggi.
Voglio occuparmi degli aspetti importanti di come
possiamo tutti incrementare i nostri affari. Come
possiamo noi tutti migliorare gli andamenti delle società che rappresentiamo? Prima di entrare troppo
nei dettagli, lasciate che parli un po’ dei cambiamenti. ART richiede cambiamenti? Sicuramente, sì.
Si dice che le uniche persone che apprezzano i cambiamenti sono i bambini piccoli, e io penso ci sia
della verità in questo. Lo riscontro spesso nei colleghi con cui ho a che fare per alcune delle proposte
che preparo per il mio management. Il cambiamento viene contrastato. Non vi è alcun dubbio. Ho un
piccolo esempio, una citazione che ho trovato in un
libro che ho letto. Si parla del servizio civile inglese
che è stato istituito nel 1803. Prevedeva che un uomo restasse in piedi su di uno scoglio con in mano
un binocolo. Avrebbe dovuto suonare una campana
nel caso avesse avvistato l’armata di Napoleone che
si avvicinava all’Inghilterra. La mansione fu abolita
nel 1945.
No, i cambiamenti non ci piacciono davvero, signore e signori. Cambiamento significa ignoto, e
l’ignoto è quella cosa che ci fa paura più di qualsiasi
altra cosa nella nostra vita lavorativa. Per coloro di
voi che temono l’arrivo di ART, lasciate che vi rassicuri. Spero rammenterete questo del mio
intervento, se anche scorderete il resto. ART servirà
molto di più alla creazione di nuove opportunità di
affari che a togliervi quelle che avete già. Però bisogna scegliere ART. Sì, è stato provato che, col
crescere dei costi delle assicurazioni, i veicoli ART
hanno la capacità di estrarre i rischi assicurativi dal
mercato standard.
Certo, se siete un protagonista del mercato standard, allora potreste anche soffrirne, ma io dubito
che in questa sala ci siano persone standard. Prendete in considerazione le opportunità di coperture a
cui il mercato non ha mai pensato e che troveranno
copertura nei mercati ART. La domanda è, se lo farete, e se la vostra organizzazione sarà parte di quel
veicolo, oppure se lascerete che sia qualcun altro a
catturare gli affari prima di voi. Vi dico che, in
Trust me folks, it will not. ART is all about innovation.
It’s all about expanding the horizons a little bit. I’m a
chemical engineer major by training. How I wound up
in the insurance industry, I don’t know. But it’s all
about bringing in the skills that you have and that you
have learned in other areas and applying it to the matters of risk—something everybody in this room is very
capable of doing. Whether the transaction that you and
I just completed as insurance underwriter and broker is
a little out of the ordinary and completely revolutionary, what you and I think is innovative will undoubtedly
be of standard practice 25 years from now. 25 years ago
they were talking about perils and coverage’s that the
insurance market could never underwrite. Those perils
and coverage’s are now standard place in the insurance
market. The same concepts apply to the ART. The term
ART is a very boutique sounding term. There are a lot
of other boutiques sounding terms out there like captives and derivatives and swaps and stop loss programs
and multi trigger products. It all can be a little overwhelming when you hear these terms. In fact one of my
British colleagues back there said it was great to be part
of the discussion this morning ‘cause I found out what
ART was. You know these terms are out there to our
community and we really don’t yet have a grasp of exactly how to put them to work. The one thing I would
ask you to do is ask yourself: do you understand how
these vehicles work? Do you understand how they
might improve your bottom line or the bottom line of
your risk transfer business? Do you see these vehicles as
a threat to your business? These are the questions I
want to focus on today. I want to address the important
matters of how can we all improve our business. How
can we all improve our bottom line for the companies
that we represent? Before I get into to much detail let
me talk a little about change. Does ART involve
change? Absolutely it does. It has been said that the only person who likes change is a wet baby and I think
that there is some truth to that. I see a lot of that with
the colleagues I deal with in some of the proposals that
I put up to my senior management. Change is resisted.
There is no doubt about it. I’ve got a little example of
that. I found this quote in a book I was reading. Consider the British civil service job that was created in 1803.
It called for a man to stand on the cliffs of Dover with a
spyglass. He was supposed to ring a bell if he saw
Napoleon’s army advancing on England. The job was
abolished in 1945. We definitely don’t like change
ladies and gentlemen. Change presents the unknown
and the unknown is something we fear more than anything else, particularly in our business lives. For those
of you who fear the coming of ART let me assure you of
one thing and if you take nothing away from my discus6th R.I.B. Convention
55
quanto leaders del settore assicurativo e riassicurativo europeo, siete più che mai equipaggiati per
abbracciare questi nuovi prodotti e per venderli a
tutta una nuova gamma di clienti disponibili.
Vorrei a questo punto darvi un paio di esempi di
trattative ART a cui ho partecipato.
Durante uno degli interventi di prima, qualcuno ha
chiesto se ART si applica al segmento mediano del
mercato. Il relatore ha detto di no, in questo momento siamo più che altro concentrati sui grandi
clienti, le multinazionali da miliardi di dollari, perché è lì che ci sono i soldi. C’è una parte di verità in
questo, ma io vorrei oggi dirvi anche che c’è un assuntore del mercato standard che ha sottoscritto
(proprio lo scorso anno) quattro nuovi trasferimenti
alternativi di rischio. Ed è stato redditizio. Non ha
regalato ai broker soldi a palate. Non ha dato a noi,
in quanto compagnia di assicurazione, premi a palate ma, se quest’anno si è guadagnato quattro, l’anno
prossimo sarà probabilmente dodici e quello dopo
forse cinquanta. Sta arrivando, gente, sta arrivando.
E io direi che non saranno solo i grandi mercati con
i grossi capitali, a trarne beneficio. E’ il vostro mercato attuale, i vostri clienti di adesso. L’opportunità
di vendere questi mezzi è qui, ed è qui adesso.
Lasciate che vi renda l’idea del perché ART è un argomento tanto scottante e, nello specifico, è tanto
scottante grazie alla sua capacità di espandere quelli
che noi consideriamo i rischi assicurabili. E’ questo
che mi affascina tanto, dato che apre una nuova generazione di prodotti che ci permetteranno di far
crescere i nostri affari nel futuro. Lasciate che vi
faccia un paio di esempi di questo aspetto di ART in
azione.
Per prima cosa pensate se foste un produttore di
unità di condizionamento d’aria e se voleste vendere più condizionatori durante la stagione invernale.
E’ chiaramente difficile, vendere condizionatori in
inverno. E’ come vendere cubetti di ghiaccio a un
Esquimese. Se il produttore volesse offrire un incentivo a quella persona, dovrebbe offrire un
rimborso nel caso la stagione estiva fosse particolarmente fresca e il condizionatore non venisse usato.
Il produttore potrebbe a questo punto avvicinare il
mercato ART e comprare quella che viene chiamata
una Polizza “temperature trigger contingency” Provate a ripeterlo cinque volte, veloci. Il produttore
compra questa polizza per difendersi da un’estate
molto fresca. Ora, il motivo per cui ho fatto questo
esempio è che sono stato il fornitore della polizza.
Ai tempi fu una cosa molto innovativa. A proposito,
sì sono molto grato per l’estate molto calda perché
ha reso la transazione molto redditizia per noi. Ai
tempi però, quello fu un prodotto molto nuovo e incontrò molta resistenza. Il gruppo per il quale
lavoravo allora era molto a disagio per quella polizza. Uscimmo sui mercati facoltativi e ottenemmo
appoggio e, alla fine, l’affare si fece. Per noi ha funzionato. Funzionò anche per il cliente e per il
broker.
Qualche altra idea.
Cosa mi dite dei proprietari delle belle località sciistiche che ci sono qui intorno, in Francia e in Italia,
i cui clienti non vengono a causa della mancanza di
neve. O forse per la troppa neve, che provoca valan-
6th R.I.B. Convention
sion, other than this one point, please take this with
you. ART will have less to do with taking your existing
business from you than it will in creating more business
opportunities for you, but you must embrace it. Yes it
has been proven that as insurance prices rise ART vehicles have the capability of taking insurance risk out of
the standard market. That’s fine if you’re a standard
market player you could suffer, but I would suggest that
the people in this room are anything but standard.
Consider the opportunity of coverages the insurance
market never thought to provide that will find coverage
in the ART markets. The question is will you and will
your organizations be part of that vehicle or you’ll let
somebody else capture that business ahead of you. I
would suggest to you as leaders of the European insurance and reinsurance markets that you are more than
equipped to embrace these new products and sell then
to a whole new array of eager clients. I’d just like to give
a couple examples of some of the ART deals which I
have participated on. There was a comment earlier in
one of the presentations which asked: does ART apply
to the middle market segment? And the speaker said:
no, right now we’re basically focusing on the larger
clients the larger multi national billion dollar corporations, because that’s where the money is. There’s some
truth to that, but I want to stand in front of you today
and let you know that here’s a standard market underwriter that has written (just in this past year) four new
alternative risk transfers. It’s been profitable. It hasn’t
made the brokers tons of commission. It hasn’t made us
as an insurance company tons and tons of premium but
if it’s four this year it’s probably going to be twelve next
year and maybe fifty the year after that. It’s coming
folks, it is coming and I would suggest that it is not just
the large markets, the large capital markets which can
take advantage of this. It’s your current markets, it’s
your current clients. The opportunity to sell these vehicles is here and it’s here right now. Let me give you an
idea of why ART is such a hot topic and specifically it’s a
hot topic, because of it’s ability to expand what we consider to be insurable risks. This is what’s so fascinating
to me as it opens up a whole new generation of products that will allow us to grow our business in the
future. Let me give you a couple of examples of this aspect of ART in action. First, consider if you were a
manufacturer of air-conditioning units and this manufacturer of air-conditioning units wants to sell more air
conditioners during the winter season. It’s obviously difficult to sell air conditioners in the winter. It’s like
selling an ice cube to an Eskimo. If you want to provide
incentive to that person, the manufacture offers a financial rebate if the upcoming summer is unusually
cool, and the air conditioners go unused. The manufac-
56
ghe come quelle che ci sono state l’anno scorso. Esistono prodotti per proteggerli finanziariamente
dagli effetti di questi eventi? Con ART potrei dire
che ci sono.
E cosa mi dite dei cambiamenti nell’indirizzo politico di un paese? Potrebbe avere un impatto
sull’andamento degli affari dei vostri clienti che sono legati alle polizze attualmente esistenti?
Scommetto di sì. Magari da un punto di vista più
leggero. E i vostri clienti che partecipano alla Coppa
del Mondo di calcio? Lasciate che vi dica questo: lo
scorso anno ho visto milioni e vorrei vedere ancora
milioni di dollari in premi per le partite di calcio future. Per me, dieci anni fa, questi erano rischi non
assicurabili. Come ultimo esempio, prendete una
compagnia come IRI che sottoscrive una grande
quantità di rischi terremoto in California. Per proteggere il valore della compagnia, noi acquistiamo
una protezione finanziaria contro l’improvviso deprezzamento del valore delle nostre azioni,
scatenato da un evento sismico in California. Questo è un esempio di una protezione “multi trigger”
o MTP. Anche questo concetto era… non direi mai
sentito prima, però era molto poco usato, dieci anni
fa e oggi è un metodo con il quale si garantisce il valore ai nostri azionisti. Questi prodotti sono là
fuori, signore e signori. Io sono qui per dirvi che
nei prossimi anni ci saranno molte opportunità di
utilizzare metodi innovativi per negoziare i rischi.
Se solo espanderete il raggio di riferimento, provate
e prendetevi un po’ di tempo per imparare questi
metodi. Se le mie parole non fossero sufficienti a
darvi lo stimolo per agire, lasciate che citi uno studio di ricerca fatto da specialisti di ART molto
conosciuti in Nord America. Nel loro studio intitolato “Mercati Alternativi: Un mosaico in continua
evoluzione”, concludevano dicendo che i mercati alternativi, in special modo le compagnie captive
auto-assicurate e i gruppi di risk retention, comprendono ora il 34% del totale del mercato dei
rischi di protezione commerciale. E’ un terzo del
mercato assicurativo tradizionale che si è perso e
studi dimostrano che quando delle porzioni di mercato vanno al mercato alternativo, queste sono
facilmente perse per sempre. Vi sembra che i vostri
affari sono andati meglio con meno? Se è così, questo potrebbe essere uno dei motivi. Allora, come
succede questo? Come accadrà? Come per molti
prodotti nuovi e il loro insediamento con successo,
ci vorrà un leader per completare la transazione.
Poi, con un po’ di tempo, la notizia di questa nuova
transazione di successo si diffonderà, fino a che il
resto del mercato, come le pecore quali sono, seguiranno e competeranno con la loro propria versione
della transazione.
Vorrei suggerirvi di diventare voi questo leader, e di
fare il primo passo nei prodotti ART, per quanto
possa fare paura. Pochi prodotti sono mai stati realizzati utilizzando il metodo dell’ “Aspetta e vedrai”.
Vi suggerisco anche di porvi un obiettivo di questo
tipo, o almeno di mandare uno dei vostri collaboratori a seguire uno dei seminari sull’uso di ART. Per
l’anno prossimo datevi l’obiettivo di acquisire il vostro primo esempio di business ART. Presentatelo
con orgoglio. Lasciate che gli altri, nella vostra orga-
turer might then approach the ART market and buy
what they call a temperature trigger contingency policy.
Try to say that five times fast. And they buy this policy
against a very cool summer. Now the reason I bring up
this example is that I was the provider of that policy. It
was completely innovative at that time. Yes I’m thankful
for the recent hot summer by the way, because it turned
that transaction into a profitable one for us. But that
was a new product and at that time it came up against a
tremendous amount of resistance. The corporation I
worked for was very uneasy about it. We went out into
facultative markets and we got support and we got this
deal done. It worked for us. It worked for the client. It
worked for the broker. Some other ideas. What about
the owners of the beautiful ski resorts we have around
here in France and Italy whose customers do not come
for lack of snow this winter. Or perhaps too much snow
causing avalanches like there were last year. Are there
products to financially protect against the effects of
these events? With ART I would suggest that there are.
How about changes in the political direction of a country that impacts your clients businesses that are tied to
the policies of a current agenda. My bet is that they
would. Perhaps from a more sporty perspective. What
about your clients who compete in the Football World
Cup. Let me tell you: last year I saw millions and I’d like
to repeat millions of dollars being traded in premiums
on the outcome of the Football matches. That, ten
years ago to me, was not insurable risk. Finally consider
a company like IRI who writes a significant amount of
California earthquake coverage. To protect the value of
our company we purchase a financial protection against
the simultaneous depreciation in our stock value triggered by a seismic event in California. This is an
example of a multi trigger protection or MTP. Again
the concept was.. I wouldn’t say it was unheard of but it
was very unused ten years ago and today this is a
method by which we ensure our shareholder value.
These products are out there ladies and gentlemen. I’m
here to tell you that there are many opportunities in
the years ahead dealing with innovative ways to trade
risk. If you only expand your frame of reference, take a
chance and spend sometime learning about these
methods. If my words are not enough to have you act
on, let me quote a research study by a very well known
art specials to North America. In their study entitled
“Alternative Markets: an Ever Evolving Mosaic” they
concluded that alternative markets primarily the self insurance captives and risk retention groups now
comprise 34% of the total commercial risk protection
market. That’s one third of traditional insurance market that has been lost, and studies show that when
market share goes to alternative markets, it’s likely gone
6th R.I.B. Convention
57
nizzazione, vengano a sapere del vostro successo.
Tenete seminari interni su come questi mezzi funzionano. Spargete la voce. Vi stupirete di quanto
velocemente potrete incrementare i vostri affari con
questi semplici prodotti. ART può essere molto
complicato. Può essere anche molto matematico.
Può anche sopraffare, però alla base c’è il trasferimento di rischio, che tutti voi avete visto molte volte
nelle vostre carriere. Noi, come assicuratori professionisti, siamo nella posizione migliore per
capitalizzare sui cambiamenti che abbiamo visto nel
settore assicurativo. Capiamo i rischi e abbiamo
esperienze sia buone che cattive nell’accettare rischi
per conto del capitale assicurativo. Queste esperienze fondamentali, insieme a un infinito desiderio di
imparare nuovi metodi nello sviluppo degli affari,
sono tutto ciò di cui si ha bisogno per far crescere i
vostri affari.
I metodi di ART sono piuttosto semplici e, con un
po’ di studio, capirete come funziona. Oggi siamo
qui per mettere in pratica questi concetti. Quindi a
questo punto vorrei rivedere i punti che ho preso in
considerazione oggi e poi aprirò la discussione. Il
primo punto che mi preme sottolineare è che i metodi ART sono qui per restare. Non è solo una
moda passeggera. Nonostante le predizioni che li ritenevano solo dei metodi di trasferimento rischi alla
moda, i veicoli ART continuano a crescere anche in
presenza di un ciclo di mercato standard molto
competitivo. Secondo punto: ART migliorerà i vostri affari, non li sminuirà, ma solo se sarete aperti
ai metodi e vi specializzerete nelle sue tecniche. Terzo, e più importante: in qualità di professionisti dei
rischi voi siete un importante e raro bene per le nostre controparti nella comunità finanziaria. I
mercati di capitali capiscono la finanza, ma non i rischi come li capiamo noi, ed hanno bisogno della
nostra guida per implementare questi strumenti per
i loro clienti e i vostri clienti. Approfittate di ciò.
Siate leader nel mercato del risk trading. Non esiste
momento migliore di questo, per iniziare.
Con questo, vorrei ringraziare RIB, il nostro padrone di casa, per avermi fatto venire qui e condividere
questi punti di vista con voi. Più importante ancora,
vorrei stimolare un po’ di conversazione. Magari
una domanda e una risposta su alcuni dei prodotti
che sono disponibili tramite ART. Se avete qualche
domanda su alcuni di questi prodotti che abbiamo
sviluppato, sarei felice di rispondere. Prima vi ho
dato un paio di esempi, e ora vorrei darvi qualche
idea in più. E con questo, ho finito.
Domanda (SIG. MASCIOLI): Molte grazie, Dean. Il
tuo intervento affronta alcune trattative innovative
che, credo, abbiano enorme potenziale. Uno è il derivato del tempo metereologico e l’altro è, per
esempio, quel genere di premio di contingenza tradotto in una forma di conversione in titoli. Si
potrebbe trattare, ad esempio, di una squadra di
calcio o di basket o quant’altro. In particolare, vorrei sapere un po’ di più sulla temperatura legata al
tempo. Che genere di parametri di rischio avete applicato, per determinare i trigger?
Risposta: Grazie. E’ un’ottima domanda. Tu sei della
6th R.I.B. Convention
forever. Do you feel like your business has been doing
more with less? If it has this might be one reason why.
So how does it all happen? How will it all happen? Like
many new products and their successful implementation it will take a leader to complete the transaction.
Then with a little time, news of that successful transaction will spread until the rest of the market, like the
sheep that they are, will follow and compete with their
own version of that transaction. What I would suggest to
you is to be the leader and take that step into ART
products as scary as it may seem. Very few exceptional
products were ever developed with a wait and see attitude. I would suggest that this year set a goal to attend
or have one of your deputies attend an educational
seminar on the uses of ART. Set a goal next year to acquire your first piece of ART business. Present it
proudly. Let others in your organization know of your
success. Hold internal seminars on how these vehicles
work. Spread the word. You’ll be amazed at how quickly
you can add to your bottom line with these very simple
products. ART can be very complicated. It can be very
mathematical. It can be very overwhelming, but the basis is risk transfer all of which you have seen quite a bit
in your extensive careers. We, as insurance professionals, are per fectly positioned to capitalize on the
changes we have seen in the insurance industry. We understand risk and have experience both good and bad
in accepting and placing risk on behalf of insurance
capital. This fundamental experience coupled with a
never-ending desire to learn about new methods in
business development are all that’s necessary to grow
your businesses. The methods of ART are fairly simple
and with a little study you’ll understand how they work.
Actually putting these concepts into practice is where
we find ourselves today. So I’d just like to recap the
items that I brought up and then I will open it up to discussion. The first point that I would like you to leave
here with today is that ART methods are here to stay.
It’s not a passing fad. Despite predictions of them being
some sort of fashionable method of insurance, risk
transfer ART vehicles continue to grow even in the face
of a very competitive standard market cycle. Second
point: ART will enhance your business not detract from
it but only if you are open to the methods and master
its techniques. Third and most importantly as risk professionals you are a rare and valuable commodity to our
counterparts in the financial community. Capital markets understand finance but do not understand risk as
we do and will need our guidance to implement these
tools for their clients and your clients. Take advantage
of that. Be the leader in the risk trading market.
There’s no better time than now to begin. With that I
would like to thank our host RIB for letting me come
58
Swiss Re, giusto? Lascia che riassuma la tua domanda. Hai chiesto specificamente sui prodotti legati
alla temperatura e, come ben sai, i derivati del tempo stanno diventando un prodotto molto popolare
in questo momento. Tu poi hai chiesto nello specifico dei trigger. Il trigger della temperatura per i
prodotti che si trovano sul mercato, si basano essenzialmente sulla temperatura, calda o fredda, dei
giorni. Ora, la trattativa di cui ho parlato prima era
basata sul raffreddamento dei giorni e la formula
per calcolare questi giorni… Non voglio annoiarvi,
però, in linea di massima funziona così: la regola dice che in media si ha un certo livello di temperatura
in determinati anni e che se si va al di sopra della
media sulla base di un tempo prestabilito, allora si
ha un’estate calda. Se si va al di sotto di una base di
un tempo stabilito si ha un’estate fredda. Noi abbiamo combinato questi trigger per alcune vendite.
Avevamo un cliente che vendeva condizionatori d’aria e loro avevano fatto una proiezione di vendita e
dissero che, se in corrispondenza di questa vendita
fosse avvenuto una diminuzione di temperatura, sarebbero scattati i trigger.
Questi due trigger entrarono in azione e scatenarono una risposta assicurativa. Non direi che fu
particolarmente innovativo. Anzi, fu piuttosto semplice da capire però vi dirò che, quando lo presentai
per la prima volta all’organizzazione negli Stati Uniti, la prima reazione fu: “No! Non le facciamo!” A
causa di un’estate particolarmente calda, si trasformò in puro profitto per noi, e adesso vogliono
continuamente farli. Questo è il motivo del mio discorso. Bastano un paio di successi all’interno della
società ed ecco che tutti vogliono ripeterli. Personalmente volevo essere al primo posto. Volevo dire,
va bene, proviamo questo. Ci abbiamo provato ed
ha funzionato. Adesso è sempre più noto, e penso
lo riscontrerete anche nelle vostre società. Spero
questo risponda alla sua domanda. Sì, specialmente
per le società di servizi pubblici.
Domanda: le società che vendono energia, acqua,
possono essere molto toccate da un insolito cambiamento nella temperatura al di sopra del livello di
norma.
Risposta: Stavo parlando con Richard Field, uno dei
direttori della RIB in Nord America, e si stava parlando proprio dei servizi e delle applicazioni ai
servizi. E’ una cosa grossa. Questa è gente che vende condizionatori d’aria, ma è solo una piccola
parte del potenziale di clienti nuovi e di nuovi prodotti che ci possono essere. La gente parla del
mercato tradizionale e dice che stiamo perdendo affari. Ciò che dice ART è, pensate ai rischi che non
sono mai stati assicurabili e che non avreste mai
considerato assicurabili. Usciamo, e usiamo le nostre capacità di risk transfer per strutturare
qualcosa e venderlo. E’ questo che mi da’ emozione.
Domanda: Dean, ci può spiegare come questo è diventato redditizio per voi?
Risposta: Sono stato fortunato e si è rivelato redditizio. Preferisco essere fortunato che buono. Il
here and share these views with you but more important I would like to stimulate a little conversation.
Perhaps a question and answer about some of the products that are available through ART. If you have any
questions about some of the products that we’ve developed I’d be happy to answer those. I gave you a couple
of examples earlier but with that I would like to open it
up to the floor and that’s all I have for you today.
Question: Thank you very much Dean. Your intervention
especially on some innovative deals on which I believe
there is enormous potential. One is the weather derivative and the other one is for example that kind of
contingency premium into a sort of securitisation. For
example it could be a football team or a basketball
team or what ever. In particular I would like to know a
little bit more about the temperature weather. What
kind of risk parameters have you assumed in order to
determine the trigger.
Answer: Thank you. That’s a very good question. You’re
the gentlemen from Swiss Re correct? Let me see if I
can address your question here. You asked specifically
about the temperature-related products and as you
know the weather derivatives are becoming a very popular product nowadays and you asked specifically about
the temperature trigger. The temperature trigger for
these products you’re finding in the market are to be
mostly based on cooling days and heating days. Now
this one particular deal that I mentioned, was based on
cooling days and the formula for calculating cooling
days... I won’t bore you but basically it says, on average,
you have a certain level of temperature for any particular year, and if you go above that average on a time
adjusted basis, it is a hot summer and if you go below
on a time adjusted basis, it is a cold summer. We combined those triggers with some sales. We had the client
who was selling air conditioners and they projected
their sales, and they said, if the simultaneous sale of
these air conditioners and a trigger that fell below that
time average, those two triggers came in and affected
an insurance response. I wouldn’t say it was particularly
innovative. It was actually very easy to understand but I
tell you when I first presented this within my organization in the U.S. the first reaction was “No! We don’t do
that!”. It turned out because of a hot summer to be
pure profit for us and now they want to do them all the
time. That’s the reason for my speech. All it takes is a
couple successes within the organizations and then
everybody wants to do it. Personally I wanted to lead. I
wanted to say “Ok let’s try this”. We tried it. It worked
and now it’s becoming more popular. I think you’ll see
that in your organization as well. I hope that answers
6th R.I.B. Convention
59
rischio in sé era un affare aggregato. Aveva un livello di vendite predefinite. Il meccanismo di scatto
era proprio la temperatura. Io, in quanto underwriter, dovevo concentrarmi su dove avvenivano le
vendite. Dovevo proteggere quelle vendite. Le vendite erano fissate con un minimo, un valore atteso e
un massimo. Il massimo era il mio limite aggregato
e io venivo fermato su basi laterali. Ero già protetto.
Andai a quel punto sul mercato secondario e mi
protessi ancora di più, ma questo è solo underwriting. Qualcosa con cui siamo tutti familiari.
Domanda: Farò adesso alcune domande sui trigger.
Ho percepito che avreste bisogno di strumenti per
proteggervi dai sinistri… Puoi spiegarci come funzionano queste due cose?
Risposta: Non posso dirlo, perché non ne ho mai
usati. Se ho capito bene la tua domanda, prendiamo
una situazione ipotetica nella quale io sono il produttore di questi condizionatori. Credo siano
condizionatori stupendi e voglio lanciarli sul mercato e sono sicuro che ne venderò milioni e così li
lancio sul mercato. Spendo una gran parte del mio
capitale per lanciare il mio prodotto sul mercato, e
non vendo. La tua domanda è, come posso assicurarmi contro questo? Quando sono stato alla scuola
di assicurazioni, anni fa, mi ripeterono più volte che
non si possono assicurare i rischi relativi all’andamento degli affari. Bisogna metterci il proprio
tempo e sforzo, e il proprio capitale, per sviluppare
queste cose e se non si vende, è un peccato. Con
ART noi sfidiamo questo processo di pensiero. Credo che molte persone in queste stanza si sentono
sfidate da questa dichiarazione. Come potrei strutturarla? Come la strutturerei basandomi sul vostro
piano produttivo e sulla mia ricerca come assicuratore?
Sono queste le cose interessanti a cui pensare e da
mettere insieme. Come punto finale, bisogna arrivare a un meccanismo di prezzo. Ora, se sto
assumendo per conto di ART e vedo la mia ricerca
sul mercato dove non c’è nessuno che vende i condizionatori, la mia costruzione della tariffa dovrebbe
riflettere questo dato di fatto per il costo di ART. Se
siete una piccola impresa indipendente, che va contro una grossa industria che costruisce
condizionatori a poche lire il pezzo, e assicurarti ti
costasse dieci dollari a macchina, ti posso dire quali
saranno i tuoi prezzi. Saranno davvero elevati. Ecco
dove la funzione di underwriting si incontra con
quella del business per ciò che facciamo. E’ un’unione interessante, a mio parere.
Domanda: Tornando all’esempio dei condizionatori
di cui hai parlato, hai menzionato un numero minimo, un numero massimo e un numero medio, di cui
hai tenuto conto nella tua valutazione. Qual’è il limite di responsabilità che hai tenuto in considerazione
nel caso di quell’esempio?
Risposta: In dollari? Credo che la proiezione di vendita minima che ci hanno dato è di cinque milioni di
dollari di vendite per queste unità. Se le cose vanno
particolarmente bene, ci aspettiamo una vendita di
6th R.I.B. Convention
your question. Yes, particularly utility companies.
Question: Companies that sell energy, water supply can
be very effected by an unusual change in the temperature above the normal average.
Answer: I was speaking with Richard Field, one of the directors of RIB in North America and we were talking
specifically about utilities and it’s applications to utilities. That’s a big thing. This happens to be people who
sell air conditioning units but that just shows you the
breath of potential clients and potential new products
that you can have here. People talk about the soft market and how we’re losing business. What ART says is
think about risks that were never insurable that you
would never consider insurable. Let’s go out and let’s
use our risk transfer capabilities to structure something
and sell that. That’s what’s exciting to me.
Question: Dean, would you explain how that became
profitable for you?
Answer: I got lucky and it was profitable. I’d rather be
lucky than good. The risk was by itself an aggregate
deal. It had a predefined level of sales. The trigger happened to be the temperature. That was the trigger
mechanism. What I had to focus on as an underwriter
was what the sales were. I was going to protect those
sales. The sales were set with a minimum, an expected
value and a maximum. The maximum aggregated my
limit and I was stopped on a sideways basis. I knew my
downsides. I was hedged already. I then went into the
secondary market and hedged it even further but that’s
just underwriting. Something that we are all very familiar with.
Question: I now will ask some trigger questions. I felt you
could use some instruments to protect against losses…
Can you explain how these two cases work?
Answer: I can’t really tell you how they work because I
have never used them. If I understand your question,
let’s take a hypothetical situation where I am a manufacturer of these units right here, and I think these are
wonderful units and I want to bring those into the market place, and I think I’m going to sell millions of them,
and I bring them into the market place. I spend a lot of
my own capital to bring my product into the market
place and it doesn’t sell. Is your question how can I protect against…When I went to Insurance school years
ago, they told me over and over that you couldn’t insure business risk. You have to put in your time and
effort and your capital and develop these things and if
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dodici milioni e mezzo di dollari e se le cose vanno
molto molto bene, non esiste la capacità di venderne per un valore superiore a venticinque milioni di
dollari. Avendo in mano le loro proiezioni di vendita, queste sono state tradotte in limiti assicurativi
per me, cosa che mi ha dato la possibilità di espletare il lavoro di underwriting.
Domanda: Quali altre trattative avete condotto?
Risposta: Abbiamo fatto trattative molto simili, basate sulla variazione della temperatura. Tre trattative,
su quattro, sono in base a meccanismi di temperatura. Questo è un ottimo esempio da usare. L’ART
che ci fu proposto, e che non potemmo sottoscrivere, aveva un qualcosa a che fare con una tassa sulle
società di servizi in California. Credo fosse la California. Le grosse società che compravano energia
elettrica dalle società pubbliche la ottenevano a un
prezzo più basso e se le società pubbliche avessero
deciso un giorno di dire alle industrie di tagliare sugli approvvigionamenti, avevano la possibilità di
dire di no. Potevano dire: “No, signora società elettrica, non posso ridurre le mie necessità di energia.
Per favore, mi dia la mia corrente.” Avrebbero continuato ad avere la corrente elettrica, ma avrebbero
perso gli incentivi finanziari. A me sembra proprio
un metodo per ART. Riuscite a capire perché non
potemmo assicurarli? Qual’era il problema intrinseco in una simile copertura? Il problema era che il
cliente aveva l’opzione di dire sì o no. Non era fortuito. Potevano dire no, e se acquistavano la
protezione, sarebbe diventata un rischio morale, e il
rischio morale era troppo ampio. Molti dei problemi che riscontrate in ART, hanno a che fare con il
rischio morale. Se dicono: “No. Continuate a darmi
la polizza. Abbiamo un ART per proteggerci da questo e lo useremo.” Questa è la ragione per cui non
riuscimmo a trovare una scappatoia.
Grazie.
they don’t sell, that’s tough luck. With ART we are challenging this thought process. I think a lot of people in
this room are challenged by this statement. How would
I structure it? I would structure it based on your business plan and on my own research as an underwriter.
Those sorts of things are interesting to think about how
to put together. Ultimately that would come down to a
pricing function. Now if I’m underwriting on behalf of
ART and I see by my own research in the market that
there is nobody selling these units and you are going to
have this market, my pricing should reflect that for the
price of the ART. If you are a small independent manufacturer going against a huge conglomerate who make
these things at a cost of two pennies per machine, and
it costs you ten dollars per machine to write, I can tell
you what your prices are going to be. They are going to
be really high. That’s where the underwriting function
meets the business function for what we do. That’s an
exciting marriage for me.
Question: Coming back to the example referred to the
conditioning unit you mentioned before, you mentioned a minimum number, maximum number and a
medium number you considered in your evaluation.
What’s the liability limit you considered in the case of
that example.
Answer: The actual dollar figures? I think the minimum
sale projection they said for sure we’ll be able to sell
five million dollars worth of these units. If things go
particularly well we expect to sell twelve and a half million dollars worth of these units, and if things go really,
really well we don’t have the capability to sell more than
25 million dollars worth of these units. So immediately I
had their business plan in hand. That translated into
limits of insurance for me and allowed me to do an underwriting job.
Question: What are some of the other deals you did?
Answer: Actually we did very similar deals triggered by
temperature. Three out of four deals are temperature
triggers. This is a very good example to bring up. This
ART which we were presented with and we could not
write it, had something to do with a tax based on utilities in California. I believe it was in California. Large
manufacturers who bought power from the utility companies received it at a lower premium and if the utility
companies were ever to call those manufacturers and
ask them to cut back on their utility, they had the option not to do so. They could say: “No Mr. Utility
company: I can’t scale back my power needs. Please give
me my power.” They would still get their power but they
6th R.I.B. Convention
61
would lose their financial incentive. They wanted to
protect that financial incentive. Sounds to me like a
method for ART. Might you guess why we couldn’t underwrite that? What would be the inherit problem with
underwriting that? The problem was that the client had
the option to say yes or say no. It wasn’t fortuitous. They
could say no and if they bought the protection it became a moral hazard and the moral hazard was too
great. A lot of the problems that you see with ART have
to do with the moral hazard. If they say: “ No. Continue
to give me the policy. We have an ART to protect us
from that and we’ll use it.” That’s the reason why we
couldn’t come to grips with that.
Thank you.
6th R.I.B. Convention
63
Martin E. Prechtl
Muenchener Rueck
Italia S.p.A.
Ho l’onore di chiudere la giornata oggi, prima di
iniziare, spero, una discussione. Questa è la mia prima partecipazione a un convegno R.I.B., e vorrei
ringraziare Franco Curioni e la sua squadra per
l’accoglienza riservatami in questo stupendo ambiente. Non ho avuto il piacere di incontrarvi
personalmente e singolarmente, così mi presento.
Mi chiamo Martin Prechtl, lavoro nella Muenchener
Rueck Italia per il settore incendio, furto, grandine,
cauzioni, credito e marine, dal luglio 1997, mentre
prima facevo l’underwriting “casualty” sia a Monaco
che a Milano. Inoltre seguo il settore ART presso la
Muenchener Rueck. La decisione della Muenchener
Rueck di Monaco di concentrare tutte le sue attività
ART, anche a livello di gruppo, a Monaco di Baviera, comporta un po’ meno lavoro per me, nonché
l’essere l’interlocutore, il contatto in Italia per le nostre cedenti o per i nostri futuri clienti. Vi ringrazio
di avermi dato l’opportunità di presentare, per conto della Muenchener Rueck, il mio intervento sul
tema della incorporazione dei mercati finanziari nei
programmi globali di risk management: la posizione
del riassicuratore. Sicuramente sentirete cose che in
una forma o nell’altra abbiamo già menzionato stamattina o anche oggi pomeriggio. L’anno scorso il
mercato dei prodotti per il trasferimento alternativo
del rischio ha vissuto degli importanti mutamenti: le
operazioni di securitization si sono triplicate nel
complesso, si parla addirittura di nuove classi di rischi come il credito, la vita o il deprezzamento. I
nuovi prodotti finanziari, quali derivati su credito e
a copertura, come abbiamo sentito da Dean LaPierre, sui rischi di avversità atmosferiche, cominciano a
imporsi come soluzioni di finanziamento del rischio. I problemi organizzativi sia degli assicurati
che degli assicuratori, unitamente al costante declino dei costi del trasferimento tradizionale del
rischio, hanno finora impedito un maggiore successo di molti prodotti nuovi. Tuttavia il mercato in
generale sta anticipando il successo, ormai programmato, dei prodotti ART. Devo dire che
attualmente non sono solo in fase di studio, ma in
trattative, molte transazioni interessanti in vari settori.
Il sommario del mio intervento: le varie nozioni dell’esatta definizione di ART, cosa si intende per ART.
Vorrei poi menzionare una piccola panoramica di
prodotti finanziari come strumento del trasferimento alternativo di rischio. Vi do un recente esempio
interessante: cosa fa il riassicuratore, cosa possiamo
offrire in una securitization o nell’ART. Concludo
6th R.I.B. Convention
The incorporation
of Financial Markets in risk
management global programs:
the reinsurer’s position
I
have the honour of closing today’s session before,
I hope, initiating a discussion. This is the first
time I have taken part in a R.I.B. conference and I
would like to thank Franco Curioni and his team
for their welcome given to me in this stupendous
environment. I have not had the pleasure of meeting
you personally and individually therefore I will introduce myself. My name is Martin Prechtl and I have
been working for Muenchener Rueck Italia since July
1997 in the fire, theft, storm, guarantees, credit and
marine department. Before that I worked in casualty
underwriting first in Munich and then in Milan.
I am also involved in the ART department of Muenchener Rueck. The decision of Muenchener Rueck in
Munich to concentrate all its ART activity in Munich,
Bavarian, even at a group level, means a little less work
for me and allows me to be the intermediary and contact in Italy for our cedants or for our future customers.
I thank you for having given me the opportunity to give
on behalf of Muenchener Rueck my presentation on
the subject of the inclusion of the financial markets in
the global programme of risk management : the position of the reinsurer.
You will no doubt hear me say things that have already
been mentioned this morning or even this afternoon,
in one way or another. Last year, the market for products dealing with alternative risk transfer underwent
important changes: securitisation transactions tripled
and there is in fact talk of new classes of risks like credit, life or deflation. New financial products such as
those deriving from credit and cover, as we heard from
Dean LaPierre and from risks of climatic adversity, are
beginning to be presented as solutions for financing
the risk. Organisational problems, both within the insurers as well as the insured, together with the constant
decrease in the costs for the traditional transfer of risk,
have until now prevented many new products from having greater success.
The market is however in general anticipating success,
now planned, of ART products. I would mention that
currently many interesting operations are not only in
the study but also negotiation phase in various sectors.
64
con un punto molto importante: come noi vediamo
un approccio olistico di risk management.
ART è solo una delle moltissime definizioni in circolazione e comincerò quindi col darvi una
definizione del trasferimento alternativo di rischio
per mostrarvi i suoi elementi chiave secondo quella
che è la nostra interpretazione. ART è alternativo
trasferimento integrale del rischio dal o al mercato
finanziario, mentre le riassicurazioni tradizionali e
finanziarie sono lo strumento convenzionale per trasferire il rischio mediante trattati di riassicurazione
al riassicuratore. Il rischio di sottoscrizione può essere trasferito parzialmente o interamente. ART fa
parte di un programma più ampio, noto anche come
finanza alternativa, che comprende elementi di riassicurazione finiti come il funding, la
diversificazione temporale e multirami. Deve sempre entrare a far parte di un approccio olistico di
risk management. Le principali ragioni dello sviluppo dei prodotti ART, cosa possono o meno offrire,
sono sicuramente già conosciute. Quali sono i prodotti più usati per il trasferimento del rischio: da un
lato sicuramente i titoli obbligazionari assicurativi
attraverso la securitization, dall’altro i derivati assicurativi non quotati e quelli quotati al Chicago
Board of Trade. Esistono anche altri prodotti, come
derivati su credito o su rischi di avversità atmosferiche.
Abbiamo visto che finora la cartolarizzazione dei rischi sembra andare di moda: considerando però, i
possibili profitti, sembra esistere una tendenza almeno a provare questi nuovi prodotti da parte di un
numero crescente di operatori del mercato, pur essendo i costi effettivi superiori a un comparabile
programma assicurativo o riassicurativo. L’esempio
classico è quello che è successo in Giappone dove la
Muenchener Rueck ha fatto anche una securitization, non per avere un prodotto che costa meno ma
per avere o dare aiuto al mercato giapponese che
voleva provare questo prodotto e sviluppare il
know-how proprio. Per una securitization si parte
da una transazione con un volume oltre i 50 milioni
di dollari; allora, come abbiamo detto è “esclusa”
per le piccole e medie compagnie.
I vantaggi di una emissione per una securitization
sono sia per gli assicuratori che per gli investitori.
Su come ha funzionato e come funziona la securitization, abbiamo sentito oggi i miei colleghi della
Swiss Re. I vantaggi per il riassicuratore sono: un
mezzo per procurarsi ulteriore capacità qualora sia
insufficiente o manchi un’apposita copertura; avere
la capacità alternativa per sinistri di grande entità e
bassa probabilità; una diversificazione della capacità; non comporta un rischio di credito; è uno
strumento innovativo di prestigio (come abbiamo
sentito dai nostri colleghi in Giappone). Per l’investitore i vantaggi sono: hanno l’assoluta sicurezza, è
un investimento alternativo non correlato ad altre
risorse patrimoniali e, quello che vogliamo tutti,
frutta un reddito attraente.
I prossimi due prodotti del contingent capital sono
per illustrarvi delle soluzioni finanziarie condizionate: in questi casi - meno complicati di una
securitization - , l’assicuratore acquista il diritto, in
caso di sinistro, di emettere azioni di godimento at-
In my presentation I will deal with the various notions
of the exact definition of ART, what is meant by ART. I
would then like to give a little panorama of financial
products as an instrument for alternative risk transfers
and I will give you a recent interesting example; next
what the reinsurer does and what we can offer in securitisation or in ART. I will conclude with a very important
point, as we will see, a holistic approach to risk management.
ART is only one of many definitions in use. I will therefore begin by giving you a definition of alternative risk
transfer to illustrate its key elements according to what
is our interpretation. ART is the alternative transfer of
the whole risk from or to the financial market whereas
the traditional, financial reinsurance is the conventional instrument for transferring risk through reinsurance
lines with the reinsurer. The underwriting risk can
therefore be partially or wholly transferred. ART is part
of a wider programme, noted also as alternative finance
that includes aspects of completed reinsurance such as
funding and temporal and multi-faceted diversification.
It must always form part of a holistic approach to risk
management. The principal reasons for the development of ART products, what they can and cannot offer
are no doubt already known.
What are the most frequently used products for risk
transfer: on the one hand of course debentures insured
by way of securitisation, on the other private and quoted insurance derivatives on the Chicago Board of
Trade. There are other products, such as derivatives
from credit or climatic adversity risks.
We have seen that until now the mapping out of risks
seems to be very much in vogue and, considering however the possible profits, there is almost a tendency on
the part of an increasing number of market operators
to demonstrate these new products, even if their effective costs are higher than a comparable insurance or
reinsurance programme. The classic example is what
happened in Japan where Muenchener Rueck also effected a securitisation, not for the purpose of having a
product that cost less but to assist the Japanese market
which wanted to try this product and develop its own
know-how. In a securitisation, transactions start with volume levels of more than 50 million dollars. As a result,
as already mentioned, this is excluded for small and
medium sized companies.
There are advantages in an issue for securitisation both
for insurers and insured. We have heard today from my
colleagues of Swiss Re how securitisation operates and
has operated. The advantages for the insurer are that it
is a way of obtaining further capacity whenever appropriate cover is insufficient or lacking, it provides
alternative capacity for large entities and low probabili6th R.I.B. Convention
65
traverso un fondo oppure attraverso azioni privilegiate. Il premio dell’opzione garantisce un
rendimento al patrimonio del fondo e agli investitori. Nel caso invece delle azioni privilegiate l’opzione
d’acquisto delle azioni è esercitata conferendo una
somma in contanti. La differenza principale rispetto
alla securitization è che coloro che investono in prodotti che si chiamano anche contingent capital,
mettono a disposizione dell’assicuratore il loro capitale (patrimonio netto o capitale di credito) solo
dopo che si verifica un sinistro assicurato; mentre
coloro che investono in CAT bonds mettono a disposizione il loro capitale in anticipo e lo perdono
nel caso si verifichi un sinistro assicurato.
Per concentrarmi sui prodotti finanziari, ho scelto
quelli che “vanno meglio”, che sono anche quelli
più semplici: sono i derivati assicurativi. In questo
caso l’assicuratore passa il premio, al netto delle
commissioni, ad un tasso fisso ai mercati finanziari
attraverso una Transformer Company in cambio
dell’impegno dell’investitore a garantire il pagamento della somma assicurata dopo un sinistro. La
principale differenza rispetto a un titolo obbligazionario è la mancanza di sicurezza, perché non esiste
un fondo collaterale, e il rischio della controparte
di ciascun investitore del mercato finanziario.
I grandi vantaggi però, sono: la flessibilità della durata e delle condizioni; i minori costi di transazione
(va bene già per un volume di 10\15 milioni di dollari rispetto ai 50 milioni della securitization); una
struttura su misura e la mancanza dei requisiti di
trasparenza e di documentazione prescritti in alcuni
stati, come in America la US Federal Secutities Act.
Gli Swaps assicurativi sono trattati generalmente
mediante moduli e trattati ISDA (International
Swap and Derivatives Association), che offrono
maggiori possibilità di standardizzazione. Non da
ultimo, questi prodotti offrono una maggior flessibilità e trasparenza nel pricing, elaborato da società
al di sopra delle parti, poiché le transazioni possono
aver luogo soltanto sulla base di un indice o di un
parametro d’intervento.
Vediamo ora i prossimi passaggi e le ulteriori applicazioni dei derivati per un riassicuratore.
Comincerò con i derivati su credito, dei quali vi
farò solo una breve panoramica delle ragioni del loro crescente impiego come prodotti per il
trasferimento alternativo del rischio.
Alla base dell’accettazione del rischio d’inadempimento o di diversificazione di una risorsa
patrimoniale, in cambio di un premio, sta l’intenzione di trasferire il rischio per ragioni di bilancio e di
solvibilità. Contrariamente alle banche i riassicuratori non devono rispettare i requisiti formali
definiti nelle direttive dell’Unione Europea sul margine di solvibilità. Le obbligazioni di riferimento
sono: i prestiti bancari, le obbligazioni di società o
gli indici di un qualsiasi rischio. Soltanto gli Swaps
su inadempimenti creditizi e le opzioni si prestano
come prodotti (ri)assicurativi.
Perché mai un riassicuratore dovrebbe assumersi il
rischio di credito? E’ il rendimento attraente relativamente sicuro a parte una ridotta esposizione
residua. In questo modo si ottiene soltanto un premio puro minore per l’esposizione principale.
6th R.I.B. Convention
ty claims, diversification in capacity, there is no credit
risk and it is an innovative and prestigious device (according to what we have heard from our colleagues in
Japan).
For the investor, it gives absolute security, it is an alternative risk not linked to other asset resources and, what
we all want, a source of an attractive return.
The next two contingent capital products are to provide you with an illustration of conditioned financial
solutions. In these cases, which are less complicated
than securitisation, the insurer acquires the right, in
the event of a claim, to issue dividend bearing shares
through a fund or via preference shares. The option
premium guarantees a return on the assets of the fund
and to the investors. On the other hand, in the case of
preference shares, the option to acquire shares is exercised by giving a cash amount. The main difference as
regards securitisation is that whoever invests in products, that are also known as contingent capital, places
its capital (net assets or credit capital) at the disposal of
the insurer only after an insured claim occurs. Those
who invest in CAT bonds, however, place their capital at
the disposal of insurers in advance and lose it in the
event there is an insured claim.
To concentrate on financial products, I have chosen
those that are the best performing, which are also the
simplest: namely insurance derivatives. In this case, the
insurer passes the premium, net of commission, to the
financial markets for a fixed rate through a Transformer Company in exchange for the undertaking of
the investor to guarantee the payment of the insured
amount after a claim. The main difference with a
debenture is the lack of security because there is no collateral fund and the risk of the counterpart of each
investor of the financial market. However the big advantages are: the flexibility of the duration and the
terms; the lower costs of transaction (so suitable for volumes of 10/15 million dollars compared to 50 million
for securitisation); a tailored structure and the absence
of requirements for transparency and prescribed documentation in certain states, like in America by the US
Federal Securities Act. Insurance swaps are generally
treated by means of ISDA (International Swap and Derivatives Association) forms and contracts that offer
greater opportunities for standardisation. Last but not
least, these products offer a greater flexibility and transparency in pricing, worked out by the company “out of
the way of the parties”, since the transactions can only
take place on the basis of an index or of a intervention
parameter.
Passing now to the latest uses of derivatives for insurers.
I will begin with credit derivatives in respect of which I
will give only a brief overview of the reasons for their in-
66
I derivati su credito sono inoltre dei perfetti strumenti di diversificazione del proprio portafoglio
rischio e si prestano ottimamente per operazioni di
arbitraggio. Infine, essi possono essere usati per gestire attivamente le attività e passività di un
portafoglio.
Vorrei anche tornare a menzionare i derivati sui rischi di avversità atmosferiche, che abbiamo già
sentito. Sono più di 2000 le transazioni effettuate
negli Stati Uniti solo negli ultimi due anni. Questi
sembrano essere allora uno strumento di finanziamento del rischio commerciale davvero
promettente. In Europa, però ne sono state effettuate recentemente solo 10. Le ragioni di
protezione degli acquirenti e dei compratori di rischi di avversità atmosferiche sono diversi: gli
operatori di mercato sono stati finora soprattutto
aziende di servizi pubblici, commercianti al dettaglio, broker, assicuratori e riassicuratori (Swiss Re,
XL, American Re). La Muenchener Rueck opera solo come riassicuratore, senza alcuna intenzione di
svolgere attività di trading.
I derivati operano idealmente sulla base di indici,
come grado-giorno di riscaldamento e di raffreddamento, temperature massime e minime, pioggia,
neve, caldo ed altri tipi di opzioni combinate. Condizioni, documentazioni e procedure d’esercizio
sono flessibili e applicabili ad una o più aree geografiche. Per il successo delle transazioni sono
indispensabili dei dati attendibili sul tempo atmosferico, un sufficiente volume di mercato e,
ovviamente, l’impossibilità di manipolazione delle
parti. In Europa però, abbiamo a che fare con due
ostacoli principali: da un lato l’accesso ai dati è
molto più regolamentato, meno affidabile e ancora
costoso. Dall’altro, a causa della maggior volatilità
rispetto al mercato americano, i requisiti di calcolo
devono essere necessariamente più sofisticati e più
precisi. In generale i mercati europei sono molto interessati a questi prodotti o a questi nuovi
strumenti, ma manca ancora l’esperienza.
Per concludere il tema dei derivati, non vorrei dimenticare i derivati quotati come i C-Bot, limitati
attualmente ai rischi di avversità atmosferiche basati
su un indice e solo ad alcune regioni. Questi dimostrano uno sviluppo molto positivo, visto che alcuni
vengono anche trattati in Internet ma non hanno
avuto finora un grande successo.
Per evidenziare lo stato attuale delle transazioni finanziarie e darvi alcuni dati, possiamo osservare la
distribuzione di quelli che investono in questi nuovi
prodotti, in queste nuove classi di rischi. Si vede che
dei pochi investitori solo 7% sono riassicuratori:
circa 90 investitori in totale di cui l’80% americani e
20% altri. A questo punto possiamo concludere e dire che si tratta ancora di derivati finanziari nuovi di
cui non esiste un vero mercato liquido. Il mercato
non ne ha ancora sperimentato la sostenibilità. La
maggior parte delle transazioni è avvenuta sul mercato americano o giapponese, mentre in Europa si è
sviluppato finora un ristretto mercato di sponsor e
di investitori.
Lo stato attuale delle transazioni finanziarie: interessante è vedere questa distribuzione di titoli
azionari, per rischi, per regione, per settore e per
creasing use as products for alternative risk transfer.
At the base of accepting the risk of insufficiency or diversification of an asset, in exchange for a premium, is
the intention to transfer the risk for reasons of balance
and solvency. In contract to the banks, the reinsurers
do not have to adhere to the requisite formalities set
out in the European Union directive on solvency margins. Reference obligations are bank loans, company
debentures or indices of any risk. Only Swaps on nonfulfilment of credit lines and options lend themselves as
(re)insurance products.
Why should a reinsurer underwrite the credit risk? It is
the attractive and relatively secure return apart from a
reduced residual exposure. In this way, only a lower
premium is obtained for the main exposure. In addition, credit derivatives are a perfect instrument of
diversification of its own risk portfolio and lends itself
perfectly to arbitrage operations. Finally, they can be
used to manage actively the assets and liabilities of a
portfolio.
I would also like to return to mentioning derivatives relating to Natural events that have already been
discussed. More than 2000 transactions have been carried out in the USA alone, in the last two years. These
therefore seem to be a really promising financial instrument of the commercial risk. However, in Europe
only 10 have recently been carried out. The reasons for
protecting the acquirers and purchasers of natural
events risks are diverse. The market operators have until now been the public service bodies, retailers,
brokers, insurers and reinsurers (Swiss Re, XL, American Re). Muenchener Rueck only operates as a
reinsurer, without any intention of carrying on a trading activity.
Ideally derivatives operate on the basis of indexes such
as degree-day of heating or cooling, maximum and
minimum temperatures, rain, snow, heat and other
types of combined options. Terms, documentation and
procedures for exercise are flexible and applicable to
one or more geographical areas. It is indispensable, in
order that the transaction is successful, for there to be
reliable data on weather conditions, sufficient market
volumes and, of course, an impossibility for the parties
to manipulate. However in Europe we have to contend
with two principal obstacles: on the one hand access to
data is much more regulated, less dependable and still
expensive. On the other hand, as a result of the greater
volatility compared to the American market, the requisites for calculation must be necessarily more
sophisticated and precise. In general, the European
markets are very interested in these products or in
these new instruments but still lack experience.
To conclude the subject of derivatives, I would not want
6th R.I.B. Convention
67
volume. Oltre metà delle emissioni riguardano gli
uragani in Florida e nel Sud-Est, mentre un altro 5%
riguarda gli uragani nel Nord-Est degli Stati Uniti.
Insieme a un 5% di CAT bonds a coperture di rischi di terremoti in California, 2\3 di tutti i rischi
sono localizzati negli Stati Uniti. Un veloce sguardo
alla distribuzione per settore e volume rivela che la
maggior parte dei titoli obbligazionari emessi sono
ancora titoli sui rischi catastrofali, ma come sui rischi di credito, deprezzamento e vita si basano già
1\3 del volume.
Per presentarvi una recente e interessante transazione che mi pare alcuni di voi abbiano già sentito,
vorrei farvi vedere quella della Gerling nel ’99. È la
prima transazione di securitization di un’assicurazione credito europeo con un volume pari quasi a
circa 450 milioni di Euro, quindi abbastanza grande,
suddiviso in tre tranche e della durata di tre anni.
Questa transazione si distingue per il fatto che per
adattarsi alle caratteristiche del portafoglio assicurativo della Gerling, è stato scelto un terzo
portafoglio di riferimento. Esso è stato usato per
determinare il rendimento per gli investitori sulla
base di indici d’insolvenza in portafoglio, calcolati
secondo criteri obiettivi. Scopo primario dell’emittente Gerling Kreditversicherung - non essendo una
società per azioni - era di trovare una fonte di
rafforzamento della solidità finanziaria alternativa
al finanziamento con mezzi freschi da parte della
società controllante. Dal punto di vista dell’underwriter e dell’investitore, risulta difficile valutare due
rischi: gli effetti del cambio di millennio e della
riforma delle normative tedesche sulla procedura
concorsuale che sono sconosciuti a questa esposizione statica fissata tre giorni prima dell’emissione dei
titoli obbligazionari.
A questo punto bisogna domandarsi qual’é il valore
aggiunto che un riassicuratore può garantire in questo settore. Il riassicuratore può agire in primo
luogo da fronter e transformer dei rischi, garantendo il rafforzamento della solidità finanziaria; può
analizzare e valutare i rischi perché ogni transazione di securitization implica l’assunzione di rischi
assicurativi da parte di un operatore specializzato,
prima che essi possano essere trasferiti ai mercati finanziari. L’underwriting comprende l’analisi e la
valutazione di un rischio o un portafoglio rischi. Esse hanno lo scopo di rendere il rischio calcolabile e
quindi comprensibile anche per i non esperti, come
le banche o gli investitori istituzionali (Pension
funds o Hedge funds). Il compito dell’underwiting
spetta in genere al riassicuratore e alcuni di questi
riassicuratori godono di un’esperienza di oltre 100
anni nella valutazione e gestione dei rischi, hanno
raccolto una grande quantità di dati rilevanti e hanno elaborato modelli e basi statistiche.
Vorrei menzionare la capacità di sottoscrizione.
Il riassicuratore è specialista in tutti i rami, può mettere insieme un team per ogni esigenza e
strutturare per ogni cliente una soluzione individuale. Il riassicuratore può estendere, all’occorrenza, la
copertura delle securitization con un reintegro. Tali
reintegri possono essere trasferiti anche ai mercati
finanziari. Inoltre aiuta il marketing e dà consulenza
all’investitore: l’investitore potrebbe avere maggior
6th R.I.B. Convention
to forget quoted derivatives such as the C-Bot, limited
presently to risks of atmospherical events based on one
index and only some regions. These show a very positive development, given that some have been traded on
the Internet but until now have not had a great success.
To highlight the current state of financial transactions
and give you some information, we can observe the distribution of those who invest in these new products and
in these new risk categories. It can be noted that out of
the few investors, only 7% are reinsurers. In total there
are approx. 90 investors of whom 80% are American
and 20% are other nationalities. At this point, we can
conclude by saying that we are still dealing with new financial derivatives for which no real liquid market
exists. The market has not yet tested their sustainability.
Most transactions have taken place in the American or
Japanese market, while in Europe to-date there has
been a limited market of sponsors and investors.
The current state of financial transactions: it is interesting to note the spread of securities per risks, per
region, per sector and volume. It will be noted that
more than half of the issues relate to hurricanes in
Florida and in the South-East, while another 5% concern hurricanes in the North-East of the USA. Coupled
with 5% of CAT bonds covering risks of earthquakes in
California, two thirds of all risks are located in the USA.
A quick look at the spread per sector and volumes reveals that the great majority of bonds issued are still
securities covering catastrophe risks but just as for risks
of credit, depreciation and life are based already on
one third of volume.
To give you a recent and interesting transaction which I
believe some of you have already heard of, I would like
to present Gerling’s in 1999. It is the first securitisation
transaction of a European credit insurance with a volume equal to about 450 million Euro, therefore fairly
large, divided into three tranches and with a duration
of three years. This transaction can be distinguished by
the fact that to adapt it to the characteristics of Gerling’s insurance portfolio, a third reference insurance
portfolio was chosen. This was used to determine the
return for the investors on the bases of insolvency indices in the portfolio, calculated according to objective
criteria. The primary aim of the issuer, Gerling Kreditversicherung, not being a share capital company, was
to find a source of reinforcing its financial solidity as an
alternative to financing by fresh proceeds from the controlling company. From the point of view of the
underwriter and the investor, it was difficult to evaluate
two risks: the effects of the change in the millennium
and reform in German standards of competition procedure, unknown at the presentation fixed three days
before the issue of the bonds.
68
fiducia in un titolo obbligazionario assicurativo da
collocare, per l’ovvia ragione che il rischio sottostante è già stato sottoscritto dall’operatore
specializzato, che si è assunto anche una consistente
parte del rischio stesso. Di conseguenza la partecipazione del riassicuratore al marketing attivo di una
transazione garantisce stabilità e una certa tranquillità all’investitore. Il riassicuratore aiuta nella
liquidazione sinistri e può fornire una copertura
transitoria e di riserva (un bridge cover per esempio), prima che si verifichi la completa
securitization, che richiede alcuni mesi di preparazione. Alla fine il riassicuratore può essere il
structurer e project manager.
Arrivo così all’ultimo punto, molto importante, di
questo intervento: l’approccio olistico di risk management. Questo approccio prevede la combinazione
di diverse tecniche di finanziamento e trasferimento
del rischio, finalizzato al raggiungimento di una soluzione globale di finanziamento del rischio. Un
tale approccio integrato di risk management comprenderà tra l’altro un’ampia analisi, una mappatura
e descrizione delle circostanze, dei rischi e adeguati
metodi di finanziamento che tengano conto di tutti
gli aspetti dei rischi che il cliente può trovarsi ad affrontare. Per esempio il rischio assicurabile o non
assicurabile, rischio finanziario o di altro tipo. Questo approccio potrebbe essere implementato
formando differenti layer corrispondenti al tempo
di ritorno dell’esposizione. Mentre il primo rientra
nella ritenzione della cedente, perché abbiamo 5 anni come periodo di ritorno, quelli successivi per un
tempo di ritorno da 5 a 15 anni, potrebbero essere
coperti da una soluzione di finanziamento. Poi segue per un periodo di ritorno dai 15 a 75 anni la
riassicurazione tradizionale, oltre ai 75 anni abbiamo di nuovo una soluzione tipo financial re,
mentre per gli strumenti ART generalmente andiamo con una probabilità di sinistro inferiore all’1%.
Questo esempio dimostra come un riassicuratore
moderno non possa fornire soltanto capacità per
prodotti tradizionali e di trasferimento del rischio.
Nella sua parte di consulente esperto di risk management il riassicuratore offre una gamma completa
di soluzioni per il finanziamento e per il trasferimento del rischio, sempre lavorando su soluzioni
individuali. La parola chiave qui è “orientamento al
cliente”. E’ ovvio che programmi efficienti comprendenti elementi tradizionali e alternativi sono
ancora in fase di sviluppo e hanno la necessità di
miglioramento continuo e in parte significativo.
Uno dei programmi sviluppati in passato fu quello
della California Earthquake Authority, ma ce ne sono stati anche altri sviluppati in Nuova Zelanda, in
Svizzera, in Turchia e forse in Italia.
Giungo adesso alla conclusione dell’intervento: qual
è il futuro della securitization e dei prodotti ART ?
Sicuramente nasceranno nuove classi di attività patrimoniali, almeno per opera delle banche
d’investimento perché sono loro ad essere maggiormente interessate ai nuovi prodotti. Al contempo i
costi rimarranno un fattore predominante: occorrerà strutturare in modo più efficiente queste
transazioni molto complesse. Un altro punto debole
è la continuità della copertura: le soluzioni di secu-
At this point it is necessary to ask what added value a
reinsurer can guarantee in this sector. The reinsurer
can act in the first place as a front person and transformer of risks, guaranteeing the reinforcement of
financial solidity. It can analyse and evaluate the risks
because each transaction of securitisation implies the
assumption of insurance risks on the part of a specialist
operator before these can be transferred to the financial markets. The underwriting includes the analysis,
the evaluation of a risk or a portfolio of risks. These
have the scope of making the risk calculable and therefore understandable even for the non experts, like the
banks or the institutional investors (Pension or Hedge
funds). The aim of underwriting concerns in general
the reinsurer and some of these reinsurers have more
than 100 years of experience in valuation and management of risks. They have gathered a large quantity of
relevant data and have developed models and statistical
bases.
I would like to mention the capacity for underwriting.
The reinsurer is a specialist in all branches, and it can
put together a team for all requirements and structure
an individual solution for each client. The reinsurer
can extend the cover of the securitisation if necessary
with a refund. Such refunds can also be transferred to
the financial markets. Marketing assistance and advice
to the investor: the investor might have greater faith in
an insurance bond to be issued, for the obvious reason
that the underlying risk has already been underwritten
by the specialist operator that has also assumed a certain part of the risk. As a consequence the participation
of the reinsurer in the marketing activity of a transaction guarantees stability and a certain tranquillity for
the investor. The reinsurer helps in the liquidation
claims, the reinsurer can provide transitional and reserve cover (for example bridge cover) before the audit
of the securitisation is completed which can last several
months in preparation. At the end, the reinsurer can
be the structurer and project manager.
We come thus to the last and very important point of
this presentation: the holistic approach to risk management. This approach anticipates a combination of
different financial techniques and transfer of risks, finalised by reaching a global financial solution of the
risk. Such an integrated approach to risk management
includes among other things a full analysis, an outline
and description of circumstances, of the risks and suitable methods of financing that takes account of all the
aspects of the risk with which the client can find itself
confronted. For example, the insurable or uninsurable
risk, financial or other kind of risk. This approach
could be implemented by forming different layers corresponding to the return period of the presentation.
6th R.I.B. Convention
69
ritization hanno durata di diversi anni ma solo se la
copertura non viene consumata da un sinistro; se il
capitale in deposito si esaurisce, sarà necessario
strutturare una nuova transazione, senza una garanzia di prezzo, ovviamente. Nonostante tutto
riteniamo che la cartolarizzazione dei rischi assicurativi abbia un buon potenziale di sviluppo anche
per altre classi di rischi. I difetti o svantaggi vanno
comunque affrontati e un rapido sviluppo del mercato è possibile solo se i prezzi diminuiscono per via
di una standardizzazione e di un maggiore knowhow. Il problema non è se trasferire o finanziare il
rischio, ma trovare la combinazione migliore e meno costosa. La Muenchener Rueck crede che il mix
delle tecniche di finanziamento e trasferimento dei
rischi assicurativi abbia un futuro promettente. Così
concludo e vi ringrazio per la vostra attenzione.
INTERVENTO DOTT. MASCIOLI:
Volevo capire meglio: una copertura è stata offerta
a una compagnia di assicurazione per coprire il rischio su titoli a reddito fisso scambiando il flusso
del fisso come premio assicurativo contro un premio variabile. Quindi la compagnia di assicurazione
con un portafoglio sostanzioso di titoli a reddito fisso e un’aspettativa di aumento dei tassi di interesse
ha fatto uno swap tra il suo flusso cedolare di reddito fisso con una controparte che ha scambiato
questo fisso con un rendimento variabile. È così?
Prima securitization di una assicurazione di credito
europea, volume 450 milioni di Euro suddivisi in tre
tranche; questi 450 milioni rappresentavano il valore in somma assicurata delle esposizioni e rischi
credito della Gerling; quindi la Gerling ha scambiato questo pacchetto di crediti commerciali, rischi
politici contro cash, contro una iniezione da parte
degli investitori. È come se avesse avuto un factoring, uno sconto di questo pull.
MR.PRECHTL:
Sono tre diverse tranche con un rating diverso, mi
pare AA - A e BBB.
DOTT.MASCIOLI:
Quindi il rating delle tre tranche era dato dalla composizione rischio paese, rischio industria, rischio
debitore principale dei tre diversi pull. Se la Gerling
ha ritenuto di doverlo fare con questa strutturazione valutandone i costi che hanno corrisposto alle
sue aspettative, ha avuto iniezione di fondi alternativa a una richiesta di aumento di capitale. Poi, tutto
sommato, la Gerling non è rimasta tanto insoddisfatta dalla soluzione dell’operazione, che poi
vogliamo chiamarla factoring o alternative risk transfer. Su questo c’era l’intervento di un
riassicuratore che garantiva una certa percentuale di
possibile insolvenza dei tre pull?
MR.PRECHTL:
Questo francamente non lo so. Per noi il caso è
molto interessante perché è stato il primo in Europa
relativamente alla assicurazione credito.
DOTT.MASCIOLI:
Però, come diceva giustamente il dott. Spasiano, un
6th R.I.B. Convention
While the first falls into the possession of the retention
of the cedant because it has five years as a period of return and those with a return of five to fifteen years
could be covered by a financial solution. Then for periods with a return from fifteen to seventy five years there
is a traditional reinsurance and for those over seventyfive years there is again a typical financial solution. For
ART instruments there is generally a claim probability
of less than 1%. This example shows how a modern
reinsurer cannot provide only capacity for traditional
products of risk transfer. In his role of consultant and
expert in risk management, the reinsurer offers a complete range of financial or risk transfer solutions while
working on individual solutions. The key word here is
“orientation towards the client”. It is clear that efficient
programmes, including traditional and alternative elements, are still in the development phase and need to
improve continually and significantly in part. One of
the programmes developed in the past was that of the
Californian Earthquake Authority, but there have been
other developments in New Zealand, Switzerland,
Turkey and even in Italy.
In concluding my presentation, I would ask, what is the
future of securitisation and ART products? New categories of investment activity will of course be created, at
least through investment banks since it is these which
are the most interested in new products. Currently,
costs remain a predominant factor: it will be necessary
to structure these very complex transactions in a more
efficient manner. Another weak point is the continuity
of the cover. The solutions offered by securitisation
have lasted for several years but only if the cover is not
taken up by a claim. If the capital on deposit is exhausted, it will be necessary to structure a new transaction
without any guarantee, obviously, of price.
Notwithstanding all this, I would maintain that the
mapping out of insurance risks has good potential for
growth even for other classes of risks. The downsides
and disadvantages can however be dealt with and a
rapid development of the market is possible only if the
prices decrease through standardisation and by greater
know-how. The problem is not whether to transfer or finance the risk, but to find the better and least costly
combination. Muenchener Rueck believes that the mixture of financial techniques and insurance risk transfer
have future potential.
Thank you for your attention.
INTERVENTION BY DOTT. MASCIOLI
I would like a better understanding: cover has been offered to an insurance company to cover the risk on
securities with a fixed return where the fixed income
70
riassicuratore su questa transazione non ha assunto
alcuna posizione di rischio né posizione di intermediazione, che tu sappia?
MR.PRECHTL:
Riguardo a questo veramente non ti so dire.
INTERVENTO:
Forse sono proprio le condizioni di fondo che hanno indotto ad affiancare un sistema DRD a quella
che sarebbe stata la copertura normale, e poi da
quella è nata l’occasione di questo finanziamento ritenuto conveniente. Cambio di millennio e riforma
della normativa tedesca sulle procedure concorsuali, probabilmente non rientrano nelle condizioni
normali che Gerling avrebbe praticato su quei rischi.
MR.PRECHTL:
No, dal punto di vista dell’underwriter è difficile
notare due rischi: uno è proprio l’effetto del cambio
del millennio e l’altro è la riforma della procedura
tedesca su alcune procedure concorsuali che sono
ancora sconosciute a questa esposizione statica fissata addirittura tre giorni prima dell’emissione dei
titoli obbligazionari. Adesso gli sviluppi sono ancora
da vedere.
DOTT.MASCIOLI:
Concordo con l’osservazione del collega sul fatto
del possibile effetto indiretto dell’anno 2000 sul
portafoglio credito, un effetto, chiaramente, che
avrà una ripercussione probabilmente temporalmente differita rispetto al 2000, proprio per il
discorso di effetto domino e in grado di valutare
l’effetto diretto del Y2K nel rapporto fornitori
clienti e consumatori. Questa, probabilmente, dovrebbe essere stata una decisione che avrebbe
portato la Gerling a non trovare risposte riassicurative tradizionali che soddisfacessero la sua esigenza.
Questa mi sembra invece una soluzione che gli ha
dato una risposta sia in termini di cassa sia in termini di capitale che di protezione.
GIGI GIUDICE:
Siamo di fronte a cose di cui avevo sentito parlare,
siamo di fronte a un pubblico di professionisti,
quindi io sono solo un testimone e vorrei sentire
meglio voi e il vostro parere. Poi c’è la pratica che
vince su tutto, noi stiamo in una fetta di mercato abbastanza lontana, mi sembra. All’inizio c’è stato
Carlo Faina che aveva presentato la situazione come
possibile nell’area del personal line, forse quello mi
interessa di più, perché riesco a capirlo meglio.
Questo ci intriga di più. Sono dell’opinione che non
ci dobbiamo nascondere di fronte alle novità. Giustamente, si diceva, la banca assicurazione non
attecchirà perché i bancari non sono capaci, ma
qualcosa è successo: mi sembra che siamo addirittura di fronte a un tentativo di diventare
onnicomprensivi, onnispecialisti, cioè l’assicuratore
che diventa finanziere, il finanziere che diventa assicuratore. È assolutamente stimolante.
flow has been exchanged, as an insurance premium,
against a variable premium. Therefore the insurance
company with a substantial portfolio of fixed return securities with an expectation of an increase in interest
rates has swapped its coupons carrying a fixed return
with a counterpart that has exchanged this fixed return
with a variable one, is that correct?
The first securitisation of a European credit insurance,
volume being 450 million euro subdivided into three
tranches; these 450 million represented the value, in
amount insured, of the exposure and credit risks of
Gerling; therefore Gerling exchanged this packet of
commercial credit risks, policy risks against cash,
against an injection on the part of the investors. It is as
if it had carried out factoring, with a discount of this
amount.
MR PRECHTL:
There are three different tranches with a different rating , I believe they are AA, A and BBB.
DOTT. MASCIOLI:
Therefore the rating of the three tranches was given by
reference to the composition of the country risk, industry risk and risk of the principal debtor of the three
different amounts. If Gerling has found that it has been
able to do this with a form of structuring, by valuing the
costs that corresponded to its expectations, it had an alternative injection of funds to requesting an increase in
its capital. In brief, then, Gerling was not left too dissatisfied by the solution of the transaction, whether we
want to call it factoring or alternative risk transfer. In
this deal, was there a reinsurer involved who underwrote a certain percentage of the possible insolvency of
the three amounts?
MR PRECHTL:
Frankly, I do not know the answer. For my company,
however, this case was very interesting because it was
the first credit insurance transaction in Europe.
DOTT. MASCIOLI
However, as Dott. Spasiano correctly said, is it true that
no reinsurer on this transaction assumed any risk nor
acted as intermediary as far as you know?
MR PRECHTL
I really could not tell you the answer to this.
INTERVENTION
Perhaps it was the fundamental conditions that have led
a DDR system to be placed alongside what would have
6th R.I.B. Convention
71
DOTT. LAMPERTI:
Volevo cercare di fare un intervento, dopo aver assistito agli interventi di tutti i relatori di stamattina, a
cominciare dal Dott.Faina, tutti interventi molto apprezzabili, che mi hanno peraltro portato alla
conclusione che c’è qualcosa che sfugge nella dialettica in cui noi ci poniamo. Noi (io parlo come
assicuratore tradizionale) veniamo qui per capire
quali possono essere le minacce e le opportunità di
questa mitica ART, che abbiamo sentito citata da
tutti, ma indefinibile a priori, e probabilmente, se
passerà del tempo si arricchirà di ulteriori nuovi
contenuti. Però poi abbiamo sentito i relatori esperti in ART che hanno fatto degli interventi dotti e
molto interessanti, spiegandoci tutte quelle che sono le possibilità dei mercati finanziari nel
trasferimento di rischi da un punto di vista finanziario. Le due cose, a mio avviso, non sono del tutto
alternative, vorrei dire che sono complementari;
quindi sicuramente l’ART può essere considerata
come una nuova frontiera per l’assicurazione tradizionale, però da qui a pensare che il trasferimento
del rischio finanziario sia in qualche modo equiparabile al trasferimento del rischio assicurativo si
commette un errore, a mio avviso, se è questo che si
cerca di dire. Perché il rischio assicurativo ha delle
sue precise premesse per poter essere considerato
assicurabile, premesse che riguardano i classici discorsi di frequenza, di costo medio di alea, alla base
dei quali le compagnie di assicurazioni offrono un
servizio per una clientela nel medio lungo termine,
dando sicurezza e solidità e ovviamente cercando di
far molto bene i propri calcoli per poter essere in
grado di proseguire nel tempo, in questa loro “mission”. Dal punto di vista finanziario mi sembra che
l’ottica sia un pochino più speculativa, cioè il trasferimento del rischio sotto il profilo finanziario ha
come primo interesse trovare il modo di coprirlo e
nel momento in cui trovo la copertura a questo punto il gioco è fatto, il rischio può essere assunto e
può essere trasferito sugli investitori; i quali investitori, mi pare, affrontano con un altro animo, che
non quello degli assicuratori, questo rischio come
se fosse una scommessa. Abbiamo sentito prima determinati rischi catastrofali sui quali l’assicurazione
tradizionale non arriva a dare copertura e allora attraverso la cartolarizzazione di questi rischi si fa in
modo che ci sia un pubblico di investitori che scommette. Scommette in misura sostanziale perché
scommette sia sulle cedole sia addirittura sulla perdita vera e propria del capitale. Oggigiorno io credo
che ci siano tutte le condizioni più favorevoli perché
questo possa incominciare a porsi come alternativa;
c’è un enorme eccesso di offerta di capitali, c’è la
diversificazione da parte delle istituzioni finanziare
per trovare nuove forme d’investimento: quindi ci
sono tutte le premesse per poter trovare una soluzione di questo tipo. Mi chiedo però se questo un
domani, a fronte di risultati negativi, a fronte forse
di costi e di complessità di procedure, possa durare
nel tempo. Cioè non vorrei, in altri termini, che fosse un’ottica di breve periodo che sovente
caratterizza i processi mentali di tipo strettamente
finanziario, ma un’ottica invece di medio - lungo periodo, che invece è più caratteristica degli
6th R.I.B. Convention
been the normal means of cover and then, this gave
rise to this financing that was considered suitable. A
new millenium and reform of the German standards of
competition procedure would not probably have been
part of the normal terms which Gerling would have exercised on these risks.
MR PRECHTL:
No, from the point of view of the underwriter, it is difficult to note two risks : one is really the effect of the new
millenium and the other the reform in German procedure in relation to some competition procedures which
were still unknown at the presentation fixed three days
before the issue of the debt securities. At present, developments remain to be seen.
DOTT MASCIOLI:
I agree with collegue’s comment on the fact of the potential indirect effect of year 2000 on the credit
portfolio, therefore one effect that will clearly have a
repercussion, probably deferred in time in respect of
2000, because of the issue of the chain effect and being
able to evaluate the direct effect of Y2K in the relationship between suppliers, customers and consumers.
Probably this should have been a decision that would
have influenced Gerling not to seek traditional reinsurance solutions that would satisfy its requirements. On
the other hand, this seems to me to be a solution that
responded in terms of cash, capital and protection.
GIGI GIUDICE:
We are faced with things that I have heard about, we
are before a professional audience therefore I am only
a witness and I would like to hear your opinion. Then
there are practicalities that govern everything and I believe we are in a market segment that is still far off. At
the beginning, Carlo Faina presented the situation as
being possible in the personal line area. Perhaps this interests me the most since I understand it more. This is
the most intriguing and I believe that we should not
hide when faced with new ideas. Quite correctly, it was
said that insurance banking has not taken root because
the bankers are not capable. Something has however
happened. It seems to me that we are faced with an attempt to become all encompassing, specialists in
everything namely the insurer becomes a financier, the
financier becomes an insurer. This is absolutely stimulating.
DOTT LAMPERTI:
I would like to say something having listened to the various presentations of the speakers this morning,
beginning with Dott. Faina, all very appreciated who
72
assicuratori tradizionali che si pongono come obiettivo quello di essere presenti nel tempo. Queste
sono alcune delle considerazioni che mi trovo a fare, perché laddove l’ART diventa un modo per dare
copertura di rischi tradizionali, allora sì, può essere
una minaccia per gli assicuratori che non si attrezzano, o una opportunità, per gli assicuratori che si
attrezzano. Laddove invece, sotto il segno dell’ART,
sotto la definizione dell’ART si celano o si identificano processi di finanziamento dal factoring a
quant’altro, io credo che sia un altro mestiere, sia
qualche cosa che sulle compagnie tradizionali si potranno attrezzare perché ci saranno dei dipartimenti
che cureranno questa tipologia di affari, ma questo,
a mio modesto avviso, ha poco a che vedere con
l’assicurazione di tipo tradizionale. Per cui non ne
vedo né una minaccia sul piano tradizionale come
assicuratore, né un’opportunità perché se questa va
colta essa va colta attraverso un dipartimento finanziario che oggi, sfruttando delle situazioni
particolarmente favorevoli, può ben investire nel
trasferimento di rischi: abbiamo visto protezioni di
bilancio, di asset, rischi che nulla hanno a che vedere con i rischi connessi alla meteorologia, ai
fenomeni climatici e quant’altro che invece potrebbero, in qualche maniera, essere visti come
un’ulteriore frontiera della assicurazione tradizionale. È ovvio che in tutto questo sistema questa
necessità di accrescimento delle competenze investe
anche in prima battuta gli intermediari, perché anche i broker dovranno altrettanto strutturarsi per
poter utilmente offrire, laddove ce ne fosse necessità e bisogno, questo tipo di servizi. Credo che
stiamo parlando un po’ troppo genericamente, almeno questa è la mia opinione, tra quello che è il
limite di una assicurazione tradizionale e quelli che
sono gli svariati e infiniti campi di applicazione di
una metodologia finanziaria che possiamo chiamare
anche assicurazione finanziaria, ma che, quando si
tratta di garantire bilanci di compagnie, oppure ai
fini fiscali trovare delle soluzioni che permettano di
ridurre l’impatto delle tasse per la società, sì, la possiamo chiamare assicurazione, ma francamente la
chiamerei un qualche cosa di finanziario che con
l’assicurazione tradizionale ha poco a che vedere.
Questa è un po’ la mia opinione, che è anche un po’
lo stimolo per un nuovo dibattito, anche perché forse, su questo piano, gli assicuratori tradizionali sono
più vicini al mio pensiero. Sicuramente non lo sarà
chi, invece, si occupa di ART e quindi spinge per dire che l’ ART è un’alternativa vera e propria
all’assicurazione. Grazie .
MR.PRECHTL:
Credo che Mario condivida la mia opinione, quello
che ho cercato di esprimere io prima, o anche i miei
colleghi relatori. Il futuro c’è per ART, ma non da
vedere come futuro unico, cioè tutto basato sull’ Alternative Risk Transfer, ma in combinazione. ART
deve sempre fare parte almeno al momento di un
programma sia tradizionale che non tradizionale in
questo senso. Aprire i mercati assicurativi e far entrare la capacità finanziaria ha diversi vantaggi e
svantaggi. Uno svantaggio che è stato detto è il fatto
che è una scommessa, ma una “scommessa” per me
have moreover led me to the conclusion that there is
something missing from the dialectic in which we have
positioned ourselves. We, and I speak as a traditional insurer, have come here to learn what may be the threats
and the opportunities of this mythical ART that we have
heard so much about, but which is a priori indefinable
and probably, as time passes will be enhanced by new
aspects. Then we heard the speakers who are experts in
ART who gave very valued and interesting presentations, explaining to us all the possibilities of the
financial markets in risk transfer from the financial
standpoint.
In my opinion these two are not alternatives but rather
complimentary, therefore certainly ART can be considered as a new frontier for traditional insurance. Those
who think that the transfer of financial risk is in some
way comparable to the transfer of an insured risk are
wrong, in my opinion, if this is what is trying to be said.
The insured risk has precise premises so as to be considered insurable, premises that relate to the classic
discussions of frequency, average cost of the risk and on
the basis of which the insurance companies offer a service for a clientele in the medium to long term, giving
security and stability and obviously trying to do its own
calculations very well so as to be able to continue over
time in their business.
From the financial point of view, it seems to me that the
vision is a little more speculative, namely that the primary interest in transferring risk under a financial
structure is to find the appropriate cover and the
minute this is done, the matter is finished, the risk can
be assumed and transferred to the investors. These investors, in my opinion, approach these risks as if they
were a wager. We have heard earlier reference to catastrophic risks in respect of which the traditional insurer
cannot give cover and therefore through the mapping
out of these risks, we arrive at a point where it is a
group of investors who take the risk. They do this in a
substantial way because they cover both the coupon as
well as even the true and actual loss of capital. Nowadays, I believe that all the most favourable conditions
are there for this to begin to be considered as an alternative. There is a huge excess of capital on offer, there
is diversification on the part of the financial institutions
to find new means of investment; therefore all the
premises are there.
To find a solution of this kind, I ask myself however
whether one day tomorrow, when faced with negative
results, perhaps procedural costs and complexities, this
can last over a period of time. In other words, I do not
want this to be a short term perspective, that so often
6th R.I.B. Convention
73
è anche una polizza infortuni, una polizza molto tradizionale, per dirla provocatoriamente (se ne
prendo solo una singola). Le transazioni di securitization sono sempre spettacolari e sono delle
soluzioni molto individuali e creano un sacco di lavoro all’inizio, sono ben calcolati, e sono, almeno
per il momento, pochissime rispetto all’assicurazione e alla riassicurazione tradizionale. Perciò in
questo senso non direi che è una scommessa: io
metto a disposizione una parte del mio capitale,
“non butto tutto su una securitization”, poi io ho
nel mio portafoglio qualcosa che è indipendente da
una recessione. Non dipende da come si sta sviluppando il mercato finanziario e dagli interessi a
lungo termine e breve termine. Io ho a che fare per
esempio con un terremoto. Posso trovare nel mio
portafoglio una bella diversificazione. Il punto che
frena un po’ la securitization è ancora la capacità
riassicurativa che è molto a buon mercato. Se lei
vuole paragonare un programma, una transazione
tradizionale con una securitization oggi come oggi
pagherà sicuramente tre volte di più per la securitization. Però non è detto che nel futuro non sia
diverso. Abbiamo visto dei cicli con dei premi molto
alti e con una capacità ridotta. Basta che succeda
qualcosa sia in Giappone che in America qual è la
capacità disponibile e a quale prezzo? Il futuro c’è
per ART ma non subito solo ART, secondo me.
DOTT.MASCIOLI:
Condivido pienamente la tua analisi, volevo aggiungere qualcosa alle valutazioni del Dott. Lamperti.
Condivido pienamente quando afferma che non
possiamo mettere sullo stesso piano rischi assicurativi e rischi finanziari. Se mi sono espresso male
prima mi correggo, cioè non è intenzione di un riassicuratore come la Swiss Re di trovare soluzioni
assicurative tecnicamente assicurative a rischi di natura finanziaria. Questo è evidente: se una
compagnia ci chiedesse di quotare dei rischi di natura finanziaria all’interno del Gruppo Swiss Re, noi
ci rivolgeremmo agli specialisti per coperture finanziarie di hedging del gruppo Credit Suisse e
probabilmente offriremmo dei prezzi comparabili
con i prezzi del mercato.
characterises the mental processes of a strictly financial
type, but rather a medium to long term perspective that
is in fact more characteristic of the traditional insurers
who have as their objective that of being present over
time. These are some of the considerations that I find
myself faced with, since where ART becomes a way of
covering traditional risks, then it is true it can be a
threat for the insurers who are not equipped for this or
an opportunity for those who are. On the other hand,
where under ART, or under the definition of ART, financial processes from factoring to whatever are
concealed or can be identified, I believe that this, after
all, is another skill altogether, and is something that traditional companies can equip themselves with because
there will be departments who will operate this type of
business. However, in my modest opinion, this has little
to do with the traditional type of insurance. For this
reason, I see neither a threat to the traditional form as
an insurer nor an opportunity for him since this will be
developed via a financial department that today, taking
advantage of particularly favourable situations, can well
invest in risk transfer. We have seen asset protection,
risks that have nothing to do with risks linked to weather conditions, climatic phenomena and whatsoever else
which could, in some way or other, be seen as a further
frontier for traditional insurance.
It is obvious that this necessity to increase expertise in
all these systems involves the brokers in the front line,
because brokers will also have to structure themselves
so as to offer ultimately these type of services where it is
necessary or required. I believe that we are speaking
rather generally, at least that is my opinion, of what is
the limit of traditional insurance and that of the varied
and infinite fields for applying the financial methodology that we can also call financial insurance. When it is a
question of guaranteeing a company’s assets or for tax
reasons to find solutions that enable the corporate tax
impact to be reduced, that can be called insurance.
Frankly, however, I would call that a financial operation
that has nothing to do with traditional insurance. This
is my opinion that I suspect is also perhaps a question
for a further debate, because on this approach, the traditional insurers are closer to my thinking. Certainly it
will not be for those who, on the other hand, use ART
and therefore support the view that ART is a real and
true alternative to insurance. Thank you.
MR PRECHTL:
I believe that Mario shares my opinion which I have
tried to express earlier or also in the presentations of
my colleagues. There is a future for ART but it should
not be seen as unique, namely that everything will be
based on Alternative Risk Transfer, but rather as a com-
6th R.I.B. Convention
74
bination. ART should always be, at least at present, part
of a programme whether traditional or otherwise in this
sense. Opening the insurance markets and allowing in
financial capacity has several advantages and disadvantages. One disadvantage that has been stated is the fact
that it is a wager, however a wager for me is also an accident policy, a very traditional policy, to be provocative
(taken up only once). Transactions in securities are always speculative and are very individual solutions and
create a lot of work at the beginning, are well calculated and are, at least for the moment, very limited
compared to insurance and traditional insurance. For
this reason I would say that it is not a wager in this
sense. I make a part of my capital available, “I do not
throw everything into securitisation” and then I have
something in my portfolio that is independent from recession. It does not depend upon how the financial
market is developing or short and long term interest
rates. I am involved for example in an earthquake. I can
find a good form of diversification in my portfolio. The
issue that hinders a little on securitisation is still that
much of the reinsurance capacity is cheap. If you compare a traditional insurance transaction with that of
securitisation, you will surely currently pay three times
more for the securitisation. It does not mean however
that it will not be different in the future. We have seen
cycles with very high premiums and with a reduced capacity. Something only needs to happen in Japan as
well as in America then what is the available capacity
and at what price? There is a future for ART but not immediately, in my opinion, for ART alone.
DOTT MASCIOLI:
I fully agree with your analysis and I would just like to
add something to Dott. Lamperti’s evaluation. I agree
fully when he says that we cannot put insurance risks
and financial risks on the same level. If I have expressed
myself badly earlier I would like to correct myself. It is
not the intention of a reinsurer like Swiss Re to find insurance solutions that technically are insurance risks of
a financial nature. This is obvious: if a company asks us
to quote for risks of a financial nature from within the
Swiss Re group, we refer to the specialists for financial
hedging cover of the Credit Swiss group and probably
offer prices that are comparable with market prices.
6th R.I.B. Convention
75
Hossam Shiaty
Royal Bank
of Canada
Insurance Co.
The Convergences between
Reinsurance and Banking
and
Jeffrey Vannan
Royal Bank
of Canada
Insurance Co.
Mi chiamo Jeffrey Vannan e lavoro presso la Royal
Bank of Canada per la divisione Riassicurazione, così come il mio collega Shiaty. Insieme ricopriamo
due ruoli: io mi occupo dei tradizionali rami elementari, e di altri meno tradizionali in materia di
securitisation.
Il mio collega Hassam è più coinvolto nella struttura
riassicurativa a livello finanziario, di solvibilità e copertura di inadempienze.
Lo scorso anno mi è stata data l’opportunità di presentarvi alcune informazioni sulla Royal Bank of
Canada e sul suo crescente ruolo nel settore riassicurativo.
Quest’anno ho avuto l’onore di essere stato invitato
per parlare sull’argomento della convergenza tra
riassicurazione e sistema bancario.
Dato l’argomento, sono stato accompagnato dal mio
collega Hassam, che ha alle spalle una carriera in
banca di ventidue anni. Negli ultimi due ha prestato
la sua opera presso la divisione Riassicurazione col
ruolo di vice presidente della riassicurazione strutturata.
Se ci pensate bene, questa è vera convergenza tra assicurazione e sistema bancario.
Questo particolare argomento è molto interessante,
specialmente dopo le presentazioni di ieri e il dibattito piuttosto animato che ne è seguito, sul ruolo
degli assicuratori e riassicuratori e sui rischi finanziari e del business.
Le banche non convergono realmente. Io credo che
ciò sia perché le banche, in quanto istituzioni finanziarie, non vedono i rischi allo stesso nostro modo.
Un esempio: per esperienza non conosciamo nessun
funzionario di banca che anticiperà dei fondi se sa
che ci saranno delle inadempienze. Ciò anche se si
parlasse di percentuali minime, il 10 o 15%. D’altro
canto, chiunque in questa stanza correrebbe ad afferrare l’opportunità di assumere una polizza con
6th R.I.B. Convention
M
y name is Jeffrey Vannan. I am with the
Royal Bank of Canada in the Reinsurance division; my colleague Shiaty is also
in the reinsurance division. Together we
both perform two roles: I do traditional
property and casualty and some non traditional, in
terms of securitization.
My colleague Hossam, is more involved in the structure
reinsurance of financial and solvency and default covers.
Last year I was given the opportunity to present you
some information regarding Royal Bank of Canada and
it’s evolving role in the reinsurance sector.
This year I was given an honour for an invitation to
speak this time on the topic of convergence between
reinsurance and banking.
Given the topic I’m joined by my collegue Hossam who
has been a career banking for over twenty two years.
For the last two years he’s secunded to the reinsurance
divisions in the role of vice president of structured reinsurance.
If you consider it this is real convergence between reinsurance and banking.
This particular topic is an interesting one especially given the presentations of yesterday and the rather
spirited debate regarding the role of insurers and reinsurers and financial and business risk.
Banks do not truly converge. I believe this is because
banks as financial institutions do not view risk the same
way as we do. An example: in our experience we do not
know of any loan officer that will advance funds if he
knows there will be a default. This includes even a small
probability of default say 10 or 15%. On the other hand
every one in this room will jump at the chance to write
a policy at a constant and predictable loss ratio of 10 or
15%.
What is the convergence between reinsurance and
banking? We believe that is convergence of skills and
opportunities and products. The financial institutions
see many transactions that they cannot accept due to
their perception of risk. This can be referred to insurers. On the other hand we increasingly see
opportunities that involve debt financing before or af-
76
un costante, e prevedibile, rapporto sinistri del 10 o
15%.
Qual è la convergenza tra riassicurazione e sistema
bancario? Noi crediamo che sia la convergenza di
esperienza e opportunità e prodotti. Le istituzioni
finanziarie vedono molte transazioni che non possono accettare a causa della loro percezione del
rischio. Questo può dirsi anche degli assicuratori.
D’altro canto, noi vediamo sempre più opportunità
che coinvolgono il finanziamento di debiti, prima o
dopo la perdita. Prima di addentrarci in questo,
possiamo chiedere consiglio alla banca nostra socia
oppure chiedere di condividere con lei il rischio.
E’ grazie a questi incontri, che il mio collega Hassam e io abbiamo potuto visionare e partecipare ai
rischi del tipo non tradizionale, o ART.
Ora, spesso a questo punto della presentazione, l’oratore presenta una lista di esempi interessanti di
transazioni di marketing. L’abbiamo anche noi,
però ne abbiamo sentite altre anche ieri e quindi
adesso abbiamo tutti un discreto numero di trattative esistenti, e certo questa lista è destinata a
crescere.
Hassam e io abbiamo pensato che sarebbe stato più
interessante rivedere la natura di alcuni costrutti
che sono stati mostrati alla comunità di investitori.
Inizierò io, continuerà lui, e lasceremo a voi di decidere se la combinazione di un assicuratore e un
bancario vi ha fornito convergenza o dissonanza.
Per i rami elementari stiamo assistendo a tre tipi
principali di transazioni.
Il primo è un investimento che capitalizza su di
un’entità assicurativa.
L’entità, chiamata “Special Purpose Vehicle o SPV”
di solito ha sede in una località offshore, dove i regolamenti sono meno severi e la capitalizzazione
richiesta può essere limitata alla somma necessaria
per l’assunzione del rischio.
Una volta incorporata la SPV, vengono cercati gli investitori, che forniranno i capitali necessari per
finanziare la potenziale liquidazione del contratto di
riassicurazione.
Il contratto di riassicurazione è costruito per coprire rischi derivanti dal portafoglio originale
dell’attività. Il contratto in sé, sarà assolutamente
uguale a quelli tradizionali e il trigger point può
semplicemente essere attivato in base a una perdita
che superi una data cifra.
Proprio come un contratto excess of loss.
Per valutare queste transazioni si riceve un’analisi
dell’esposizione del rischio in quella determinata
zona.
L’analisi viene fornita da società indipendenti quali
fornitori di risk management, assicurazioni avanzate, valutazioni di rischi, EQE e altri. E’ importante
avere la valutazione effettuata da una società indipendente, per dare più sicurezza all’investitore che
il rischio sia stato comunicato in ogni sua sfaccettatura.
Nel nostro esempio, alla società di valutazione indipendente verrebbe fornito il dato della
localizzazione specifica e loro fornirebbero la loro
opinione sull’ammontare del sinistro che avrebbe
luogo a seconda dei vari tipi di eventi: tempo, forza
di un uragano, intensità di un terremoto.
ter loss. Before entering into these we can ask our bank
associates for advice or even ask them to share the risk.
It is from these encounters that my collegue Hossam
and I have been able to review and participate on risk
of the non traditional or ART type.
Now often at this stage of the presentation the speaker
presents a list of interesting examples of marketing
transactions. Indeed we have some lists, we have seen
some lists yesterday so we know a number of existing
deals and that this list will no doubt grow.
Hassam and I thought that it will be more interesting to
review the nature of some constructs that have been
shown to the investing community.
I will begin, he will follow and we’ll leave it to you to decide whether the combination of an insurer and a
banker has given you the convergence or a discord.
For property and casualty structures we are seeing three
main types of transactions.
The first is an investment structure that capitalizes on
an insurance entity.
The entity called the special purpose vehicle or SPV is
usually in an offshore location where regulation is less
intense and the capitalization issues can be constrained
to the amount needed for the risk assumption.
Once the SPV is incorporated, investors are sought, and
they will supply the capital necessary to finance the potential pay out of the contract of reinsurance.
The actual reinsurance contract is designed to cover
event para loss arising from the originators portfolio
business. The contract itself will be completely similar
to the traditional contracts and the trigger point can be
simply being incurred loss over a threshold amount.
Just like an excess of loss contract.
To review these transactions one receives an analysis of
the risk exposure within the zone.
The analysis is provided by independent risk modelers
such as risks management solutions, advanced insurance, risks, EQE and others.
It’s important to have the modelling performed by an
independent body, to provide comfort to the investor,
that the attribution of risk is fully disclosed.
In our example the location specific data would be supplied to the modeling agency and they would provide
their opinion on the amount of loss that would occur at
various event sizes: weather, hurricane force or earthquake intensity.
It might be interesting to discuss how the modeling
agency express is the risk.
First, we start with the probability of an event of a size
or greater occuring.
That is a low intensity event that will have a large probability of happening at any set time frame, say 10%. An
even larger event will have an even less probability, of
6th R.I.B. Convention
77
Potrebbe essere interessante discutere il modo in
cui la società di valutazione esprime il rischio.
Prima, iniziamo con la probabilità di un avvenimento di una certa entità, o anche maggiore.
Questo è un evento a bassa intensità che ha un’alta
probabilità di avvenire in qualsiasi momento, diciamo il 10%. Un evento anche maggiore ha minori
probabilità di avvenire, diciamo il 5%, uno successivo avrebbe una probabilità anche minore dell’1%.
Per gli eventi a bassa intensità, la somma delle probabilità sarà 10+5+1, con un totale del 16%.
Il successivo evento ad alta intensità avrà come somma di percentuale 6% e quello a maggiore intensità,
l’1%.
Questa lista di probabilità è chiamata curva “exceeding probability”.
Se fossi più in gamba sarei capace di disegnare una
curva che andrebbe a unirsi alle altre. Un giorno capirò come farlo usando il mio computer.
Le transazioni tipicamente di investimento hanno
probabilità di inizio dell’1% o anche meno.
Essendo questa l’apparente “zona di conforto” per
gli investitori istituzionali, ciò rende possibile che il
debito generato dalla transazione venga classificato
come BB o meglio, che alla transazione venga data
la stessa connotazione e il rating di una fideiussione
da poco.
Come detto prima, gli investitori in queste fasi forniscono il capitale per consentire la liquidazione, se
necessario, dei contratti di riassicurazione. In cambio, essi ricevono interessi in base al tasso
interbancario LIBOR o all’UST più un bonus determinato dal rischio della transazione.
Attualmente, per transazioni con tasso di probabilità
1% o meno, il tasso bonus è tra il 3.5% e il 4%. Che
è di molto inferiore all’8 o 9% che veniva dato per
le transazioni di due anni fa. Ciò descrive bene la
velocità con la quale il mercato di capitali si è ben
adattato all’assicurazione degli eventi catastrofali
naturali.
Come abbiamo visto in uno dei lucidi di ieri, questo
rendimento è anche superiore al rendimento medio
per le fideiussioni industriali BB, il che spiega l’interesse nei loro confronti dimostrato dai fondi
protetti e dai fondi comuni. Se ben ricordate, questi
vantano il 70% del mercato.
Ci sono diverse ragioni per cui questo tipo di transazioni sono utili. Quella principale fa riferimento al
procedimento alle security classificate A+ per coprire del tutto il rischio catastrofale. Nel 1997, quando
la USAA analizzò la sua esposizione agli uragani della Florida, i suoi 250 anni di risarcimenti vennero
stimati intorno a 1,5 miliardi di dollari. A quell’epoca, la capacità dell’aid security al mondo
dell’assicurazione e della riassicurazione per un singolo programma era nell’ordine di 1 miliardo di
dollari. Era evidente che qualcosa non andava. Effettuando un nuovo accordo a livello di mercato
interno, furono in grado di onorare il contratto, che
non presentava rischio credito, e di completare le
protezioni. Questo è un buon esempio di come i
due mercati lavorarono insieme a beneficio del
cliente.
La struttura della seconda transazione assomiglia
molto alla prima, ma il rischio non viene stabilito in
6th R.I.B. Convention
occurance, say 5%, a further one will have an event
probability of 1%.
For the low intensity event sum of probabilities will be
10+5+1 for a total of 16%.
The next larger event will have a sum of probability of
6% and the largest a probability of 1.
This list of probabilities is called “exceeding probability
curve”.
If I was more clever I would be able to draw a curve that
would go amongst the various that way. One day I’ll figure out how to do that using my computer.
Tipically investment transactions have an inception
probability of 1% or less.
That being the apparent “comfort zone” for institutional investors it also enables the transaction to receive a
financial debt rated in the order of BB or better, giving
the transaction the same shape and rating as a junk
bond.
As mentioned earlier, the investors in these issues provide the capital to enable the payout, if required, of the
reinsurance contract. In return they receive a base investment return at Libor, at London Interbank Operate
or UST bill rates plus a bonus rate determined by the
risk of the transaction.
Currently for transactions with an attachment probability of 1% or less, the bonus rate is between 3.5 and 4%.
This is down considerably from the 8% to 9% payed on
transactions just 2 years ago. That describes how quickly
the capital market has become comfortable with catastrophic insurance risk. As we saw in one of the slides
yesterday, this yield is also greater than the average
yield for BB industrial bonds, which explains the interest in them by the hedge funds and the mutual funds. If
you recall, they can prize over 70% of the market sector. There are reasons why this type of transaction is
useful. The main reason was the proceed lock of A plus
rated security to fully cover catastrophic risk. In 1997,
when USAA analyzed it’s exposure to Florida hurricane,
it estimated its 250 year event loss in US dollars at 1.5
billion. At that time, the capacity of aid security to the
insurance and reinsurance world for a single program
is in the order of US$ 1 billion. Obviously there was a
short fall. By taking the residential reissue to the market, they were able to fully fund the contract, that had
no credit risk, fully funded and complete their protections. This is a good example of how the 2 markets
worked together for the benefit of the client.
The second transaction structure looks very much like
the first, but the risk is not established directly from the
insurers exposures. Instead, the risk modelers compile
an industry or regional exposure that is used to run the
probability curves. This analysis is used to give the trigger points and pay-out amounts. This transaction is
78
base all’esposizione degli assicuratori. Le società di
valutazione compilano invece una esposizione regionale o industriale che viene usata per sviluppare le
curve di probabilità.
Questa analisi viene usata per individuare i “trigger
points” e le cifre da risarcire. Questa transazione
viene chiamata struttura parametrica. Il vantaggio
principale di questa struttura è il risarcimento veloce dell’ammontare della cauzione, dal momento che
il valore del sinistro può essere determinato non appena viene risaputa l’intensità del terremoto o
dell’uragano. Ciò può accrescere il cash flow dell’assicuratore e rendergli possibile preservare gli
investimenti, piuttosto che sborsarli con tassi di interesse che potrebbero essere molto più alti.
Inoltre, questa struttura può essere usata per creare
nuove capacità che vanno a posizionarsi accanto al
portafoglio che è protetto dalla riassicurazione tradizionale.
Ieri, è stata menzionata la Transazione Tokyo FireMarine. In modo abbastanza appropriato, la SPV di
quell’affare è stata definita come un tasso parametrico. In quel caso, venne costruito un cubo dove
Tokyo stava in cima e vicino al centro. Il cubo si
estendeva in basso, nella terra. Se ha luogo un avvenimento sismico e viene presa a modello l’energia
sprigionata all’ipogeo, che non è l’epicentro, ma
quel punto più in basso dove l’energia viene sprigionata, verrà determinato un valore di sinistro. Tokyo
Fire-Marine allora innescherà un risarcimento dalla
sua SPV.
La struttura finale che si vede nel settore P&C sono
le transazioni “swap”, che vengono fatte sulla base
della documentazione della Swap Dealer Association. Queste agiscono più come compagnie
riassicuratrici tradizionali, dal momento che non avviene alcun trasferimento di denaro a meno che, e
fino a che, l’evento “trigger” non sia accaduto. Nelle azioni, queste transazioni sono identiche alle
garanzie per perdite industriali o garanzia per perdite originali, tranne che non esiste necessità per la
clausola della perdita definitiva.
Recentemente abbiamo visto questo tipo di struttura usata per fornire copertura per il rischio
terremoto negli Stati Uniti, con un punto “trigger”
che era posizionato al di sopra della perdita di 20
miliardi di dollari. La probabilità di questo evento
fu fornito dalla società di valutazione e venne stabilito un costo. A questo punto vi interesserà sapere
che questa specifica trattativa fu creata e distribuita
dalla Society General, tramite la sua divisione assicurativa di Londra. Alla faccia dei rami elementari.
E ne abbiamo viste di trattative che ci sono passate
davanti con l’etichetta di rami elementari. Io però
voglio che capiate che ci sono molte trattative che
stanno arrivando e che vanno ben al di là, che toccano tutti i settori dell’assicurazione,
dell’assicurazione vita.
Se pensate a come i nostri amici del settore vita fanno gli affari, saprete ben presto che hanno non
poche difficoltà nel creare un nuovo genere di affari. I contratti vita hanno, per tradizione,
commissioni molto elevate. Questo diminuisce molto il cash flow nei primi 2 o 3 anni. D’altro canto, le
regole della contabilità impongono che vengano fis-
called a parametric structure. The main advantage of
this structure is the quick payout of the bond amount,
as the value of the loss can be determined as soon as
the intensity of the quake or the landfault point of the
hurricane is known. This can enhance the cash flow of
the insurer and enable them to preserve their investments, rather than cash them out at what might be far
excelled rates. In addition, this structure may be used
to create new capacity that sits beside the portfolio that
is protected by traditional reinsurance.
Yesterday the Tokyo Fire-Marine Transaction was mentioned. Appropriately enough the SPV of that deal was
called parametric rate. In that case a cube was constructed with Tokyo sitting near the top and the centre.
The cube extended down into the earth. If a sysmic
event occurs and the energy released at the hypol centre, which is not the epicentre, but is that point below
the epicentre, where the true energy release occurs, will
be modeled and a loss value determined. Tokyo FireMarine will then trigger a pay out from the SPV.
The final structure which is seen in the P&C sector are
the swap transactions, that are done on international
swap dealer association documentation. These act even
more like traditional reinsurance, as there is no transfer
of money, unless and until, the trigger event has occured. By action, these transactions are identical to
industry loss warantees or original loss warantees, except there is no requirement for an ultimate net loss
clause.
Recently we have seen this type of structure used to provide option cover for US earthquake risk, for the
trigger point above a loss value of US$20 billion. The
probability of this event was provided by the modeler
and a price struck. You’ll be interested to hear that this
particular deal was created and distributed by Society
General through its insurance division in London. So
much for property and casualty and we’ve seen a lot of
deals provided to us over the last day and today, that are
all property and casualty orientated, but I want you to
understand that there are many, many deals coming
out that go way beyond, that go through all sectors of
insurance.
Life insurance. If you consider how our friends in the
life insurance industry do their business, you will soon
know that they have a difficult time in creating a new
block of business. Life contracts, traditionally, have a
high fronted commission. This greatly diminuishes the
cash flow in the first 2 or 3 years. On the other hand,
accounting rules demand that they establish reserves
for the mortality exposure assumed immediately. This
disconnect creates an accounting loss for the life insurer. This loss can be absorbed by means of debt structure
whereby the expenses are absorbed by a financial trans6th R.I.B. Convention
79
sate immediatamente le riserve per l’esposizione caso morte. Questo divario crea una perdita contabile
all’assicuratore vita. Questa perdita può essere assorbita per mezzo della struttura dei debiti, per cui
le spese vengono assorbite da una transazione finanziaria che alleggerisce l’impatto sul bilancio.
All’altro capo del business del ramo vita c’è il capitale investito in un settore di business maturo o
chiuso e i nostri amici dell’assicurazione vita raggruppano rischi immortalità e li accumulano fino a
che non raggiungono un certo livello, che era originalmente associato con il capitale, e chiudono quel
capitolo di affari, così non accettano nuovi affari. A
quel punto, il business non crescerà più. Il rischio
restante è quello legato al reddito da investimenti
contro il presupposto originale, il tasso di mortalità
e il tasso di risoluzione dei contratti. Sì, perché le
polizze possono essere incassate dai contraenti originali. Solitamente, queste esposizioni possono
venire qualificate con parametri molto ravvicinati.
Una volta fatto, allora il blocco di affari può essere
venduto o sottoposto a “securitization” al mercato
finanziario. Loro pagano in contanti, per un investimento a lungo termine, e l’assicuratore vita può
riutilizzare il proprio capitale per iniziare da capo
l’intero processo.
Ora lascerò la parola ad Hossam, che vi fornirà la
sua opinione su alcune transazioni che vi daranno,
forse, altre idee su dove sta andando questo business.
Oggi non vi dirò nulla che non vi sia già familiare,
perché non posso. Molti di voi hanno conoscenze in
campo assicurativo, più di quante ne avrò mai io,
però mi piacerebbe ripassare alcune delle similarità
tra il sistema bancario e il mondo delle assicurazioni
e io credo che le conversioni siano state un processo
evolutivo che non è avvenuto dall’oggi al domani. E’
una cosa semplice da dire, ma non sono il solo a
pensarla. Sia le banche che i riassicuratori prendono a prestito e adattano prodotti presi gli uni dagli
altri.
Se ci pensate, ci sono somiglianze notevoli tra le
“securitisation” e l’ “excess of loss” per il broker assicurativo. Uno ha un equity layer, un layer
mediano, che può essere classificato BB o AAA, che
in cima ha un layer AAA. La stessa cosa si può dire
con il programma riassicurativo. A un layer di retention, e in cima un layer operativo. Ci sono
naturalmente delle differenze fondamentali, una di
queste è che in una securitisation, gli investitori disperdono in fondi, mentre gli assicuratori non lo
fanno; loro si limitano a fornire una indennità.
Controgaranzie. Sia le banche che i riassicuratori le
hanno date, per un po’. Quella bancaria viene fornita tramite lettera di credito, i riassicuratori usano
dei testi tipicamente loro. Il risultato alla fine, è lo
stesso. Abbiamo tutti visto e parlato di derivati assicurativi, quali le opzioni usate per il tempo
atmosferico, le transazioni catastrofali. Ce ne sono
di altro tipo, che sono state adattate dai riassicuratori per i loro scopi. Una banca, con crediti protetti in
modo specifico rischia, acquistandone uno falso. Se
è preoccupata che la società ABC si ritiri da un acquisto, acquisterebbe lei al suo posto, entrando in
6th R.I.B. Convention
action that relieves the impact on the financial balance
sheet. At the other end of the life insurance business is
the capital invested in a mature or closed block of business and our friends in the life insurance business
gather immortality risk and they accumulate it until it
reaches a certain peak amount, that was originally associated with the capital, and they close that book of
business, so it accepts no new business. At that point
the business will not grow anymore. The risks remaining are investment returns against the original
assumptions, the mortality rate and the lapse rate.
That’s because the policies themselves can be lapsed by
the original owners. Usually these exposures can be
quantified within very close parameters. Once that is
done, then the block of business can be sold or securitised to the capital market. They pay cash, for a long
term investment and the life insurer is able to reuse its
capital to begin the whole process all over again.
Now I’ll turn the podium over to Hossam who will provide you with his review of some transactions, which will
give you, perhaps, further ideas of where this business is
going.
I’m not going to say anything today that is not familiar
to you, I can’t. Most of you have knowledge about insurance, more than I’ll ever know, but I would just like to
go over the similarities between the banking world and
the insurance world and I think conversions have been
an evolutionary process and it hasn’t happened over
night; it’s just a nice thing we’re saying but it’s been
around. Both bankers and reinsurers, borrow and
adapt products from each other. When you think about
it, there are striking similarities between securitisation
and an excess of loss for the insurance broker. One has
an equity layer, a median layer that might be rated BB
or AAA, that has a AAA layer on top. Same thing with
the reinsurance program. It’s got a retention layer, a
working layer on top. There are some fundamental differences of course, one of them is that in a
securitisation, the investors disperse the funds while insurers don’t; they just provide an indemnity.
Credit enhancement. Both bankers and reinsurers have
done it for a while. The bankers issue is done by letter
of credit, the reinsurer use their own wording. The result is really the same. We’ve all seen and talked about
insurance derivatives, such as options being used for
weather, catastrophe transactions. There are other
kinds of derivatives, that have been adapted by insurers
for their own purpose. A banker with typically hedged
specific credit risks by buying a false one. Essentially if
he is concerned about ABC company deporting on a
buying, he would buy, entering into a swap and he will
get payed if ABC company defaults. These swaps use
80
uno swap, e verrebbe pagata se la compagnia ABC
non si attenesse agli accordi.
Questi swap sono standard, sviluppati dalla International Swap Dealers Association (ISDA) e vengono
riconosciuti in tutto il mondo, per cui gli swap sono
un modo molto veloce per proteggersi dal rischio di
nuovi crediti. Lo stesso principio può essere usato
dagli assicuratori, e viene usato.
Abbiamo visto alcune transazioni e ne abbiamo fatte
alcune.
Come esempio, un assicuratore può usare una dozzina o più di riassicuratori e può preoccuparsi
dell’esposizione “aggregate” o della solidità di uno
dei riassicuratori. E’ possibile ottenere una copertura da un altro riassicuratore, naturalmente con una
migliore tassazione credito, per coprire l’insolvenza
e solo l’insolvenza di uno qualsiasi di questi riassicuratori. In questo modo, è possibile continuare a
usare gli stessi riassicuratori, se con loro sono stati
instaurati buoni rapporti, senza preoccuparsi dell’esposizione “aggregate” e della loro solidità.
L’aspetto interessante di questo, è che di solito, la
copertura che si otterrà, è un doppio trigger. Primo,
l’assicuratore deve avere subito un sinistro da opporre al riassicuratore. Questo significa che le sue
perdite avranno superato la sua stessa retention, poi
l’assicuratore deve diventare insolvente prima che la
copertura scatti. Come vedete, è una copertura a
base creditizia, ma utilizza tecniche riassicurative
tradizionali. Un altro tipo di copertura di default
che abbiamo fatto di recente, è per stanze di compensazione, per conto della Borsa. Abbiamo
partecipato a una transazione per conto della Borsa
di Parigi. Qui loro erano molto preoccupati sulle
inadempienze catastrofali dei membri del clearing.
Se cinque o sei dei più grandi membri del clearing,
in uno stesso lasso di tempo, non adempissero ai loro obblighi, si avrebbero enormi perdite per la
stanza di compensazione. Quindi richiesero una garanzia di 150 milioni di euro, in excess of loss di
170 milioni di dollari, su un periodo di tre anni.
L’accordo fu organizzato dalla Société Générale. La
cosa interessante credo è che il tutto fu, appunto,
organizzato da una banca. I partecipanti erano sia
banche che riassicuratori. La maggioranza erano
riassicuratori. C’erano due banche, compresi noi,
ma fu la divisione riassicurazione che si occupò della nostra parte. Di nuovo si tratta di un contratto di
tipo tradizionale, che però viene usato per motivi di
natura bancaria. Prima non si è parlato di arbitrati.
Che si tratti di arbitrato su costi, di arbitrato fiscale,
conosco persone a cui tutto questo non piace, però
resta il fatto che riassicuratori innovativi creeranno
prodotti che trarranno beneficio da qualsiasi sbilancio, fino a che lo sbilancio non verrà corretto in
qualche modo e allora loro passeranno oltre. In
questo modo i prodotti continueranno a rinnovarsi
e questo fa sì che ART continui a procedere.
Mi piacerebbe riferirvi di un esempio di questo genere di conversioni e di ART, che usa prodotti
riassicurativi derivati dal credito nella stessa transazione. Penso si possa descrivere come un arbitrato
per sovrattasse. So che qualcuno di voi mi accuserà
di evasione fiscale, però esiste anche quello che si
dice “evitare” le tasse. Nella Comunità Europea, e
standard documentation, developed by the International Swap Dealers Association (ISDA) and the
documentation is recognized worldwide, so swaps are a
very quick way of hedging new credit risk. The same
principle can be used by the insurers and is used. We
have seen some transactions and we’ve done some. As
an example, an insurer may use a dozen or more reinsurers and may worry about aggregational exposure or
about the security of one of those reinsurers. You can
obtain a cover from another reinsurer, with a better
credit rating obviously, to cover the insolvency and just
the insolvency of any of these reinsurers. This way you
can continue to use your reinsurers, if you’ve established a good relationship with them without worrying
about the aggregational exposure and without worrying
about where the security of the week ones is going. The
interesting feature about this is that, usually, it’s a double trigger, the cover that you will be getting. First, the
reinsurer must have a claim against the reinsurer. That
means his losses will have exceeded his own retention,
then the insurer must become insolvent before the cover is triggered. As you see, it’s a credit oriented cover
but it uses traditional reinsurance techniques. Another
type of default cover we’ve done recently, is for clearing
houses for stock exchanges. James Kelly has also seen
these transactions. We’ve participated in a transaction
for the Paris Stock Exchange, Paris Bourse, where they
have basically worried about a catastrophic default of
the clearing members. If five or six of the large clearing
members default together in a specific period of time,
the clearing house would be left with, perhaps, enormous losses. So they got into 150 million Euros, excess
of 170 million dollar cover, three year turn. The
arrangement was arranged by Société Générale, I appologize about the spelling, this was done at two
o’clock in the morning I think. The interesting thing
about this, I think is, that it was arranged by a bank.
The participants were both banks and reinsurers. I
think the majority were reinsurers. There were two
banks, including us, but it was the reinsurers division
that did our part of it. It’s again a traditional type of
contract, but it’s used for almost banking reasons really.
What has not been mentioned before is arbitrage.
Whether it’s price arbitrage, tax arbitrage, I know some
people don’t like that, or other type; the fact is that innovative insurers will create products to take advantage
of any inbalance, until that inbalance is corrected somehow and they move on. In that way that keeps renewing
the products you have and keeps ART going. I’d like to
relate you an example of this kind of conversions and
ART, which uses credit derivative products reinsurance
in the same transaction. I think we can describe it as a
premium tax arbitrage. I know someone is going to ac6th R.I.B. Convention
81
lo sapete tutti, alcuni paesi hanno imposte sui premi
molto elevate. Il Belgio ha il 9,25%, credo. L’Irlanda, dall’altro canto, e Brandon qui lo può
confermare, ha il 2%. Le banche del Belgio, di solito, assicurano il loro portafoglio prestiti perché è
un metodo fiscale efficace per ottenere un fondo
generale perdite. Lo fanno di solito tramite le loro
captive in Lussemburgo, devono però pagare il loro
9,25% di imposte sui premi. Se entrano in un efficiente default swap, in un index credit default swap,
con una banca Irlandese, non pagano né imposte né
default swap. La banca irlandese ha ora conoscenza
del loro fabbisogno generale. Lo assicura presso un
assicuratore in fronting, paga il 2%, l’assicuratore lo
riassicura con la captive in Lussemburgo. Un contratto tradizionale di riassicurazione tornerebbe alla
captive. Sono state causati attriti, però è stato risparmiato il 7%, meno il costo degli attriti. Questo è un
concetto. Non lo abbiamo ancora fatto, ma vi mostra dove si può arrivare e dove banche e
assicuratori possono aiutarsi.
Esistono molti altri esempi di conversione e ART
che rendono più sottile la linea di demarcazione tra
le due industrie. Non ve ne parlerò qui, non le conosco tutte, e forse voi le conoscete meglio di me.
Però ve ne citerò un’altra.
Le banche hanno securizzato i loro portafogli carte
di credito, quelli dei prestiti e dei mutui. Ciò tiene
lontana l’esposizione dai loro bilanci, mantiene i loro rapporti con i clienti e le fa continuare ad andare
avanti. Ora, alcune banche americane hanno usato
la riassicurazione per proteggere l’esposizione, senza liberarsi del portafoglio. Ho visto un caso in cui,
una banca americana ha riassicurato l’excess of loss
del suo piccolo portafoglio prestiti. Per la retention
layer è stato usato un buon rischio ART e un excess
of loss per la quota di ritenzione. Tenere il portafoglio e riassicurarlo ha i suoi vantaggi se non volete
liberare il vostro bilancio, ma volete essere sicuri
che la vostra esposizione creditizia sia limitata.
Opportunità come queste sono ovunque, e ci sono
soluzioni innovative che vanno bene per tutti e due,
che si possono prendere a prestito dai due mondi.
Queste sono sicuramente convergenze di prodotti e
noi crediamo che cresceranno in tutti e due i mercati e che il mondo sarà sempre più interessante.
Ecco, questo è tutto ciò che voglio dire.
Vorrei ora terminare i nostri interventi con un ringraziamento a colei che ci ospita, la RIB, al signor
Franco Curioni, a Carlo Faina e a James Kelly, per
averci invitati. Siamo stati contenti della possibilità
di espandere i nostri ruoli e di continuare a lavorare
con RIB, negli ultimi dodici mesi. Li consideriamo
un partner strategico, non solo per la nostra partecipazione agli affari in Italia, ma per tutti i nostri
account, in tutto il mondo.
6th R.I.B. Convention
cuse me of tax evasion, but there is also such a thing as
tax avoidance too. In the European Community and all
of you know that, some countries have very steep premium taxes. Belgium has 9.25% I think. Ireland, on the
other hand and Brandon here can confirm it, has 2%
premium tax. Belgian banks, usually, insure their loan
portfolio because it’s a tax efficient mean of coming up
with a general provision for losses. They usually do that
with their own captives in Luxembourg, but they have
to pay their 9.25% premium tax. So, if they enter into a
fairly default swap, an index based credit default swap,
with an Irish bank, they don’t pay premium tax on a default swap. The Irish bank has now the notional amount
of their general provision. It insures it with an Irish
fronting insurer, it pays 2%, the fronting insurer reinsures with the captive in Luxembourg. Traditional
reinsurance contract would back to the captive. There’s
been some friction caused, but somebody has saved almost 7%, less the friction costs. This one is a concept.
We haven’t done it yet, but it shows you where you can
go with this and where banks and insurers can help
each other. There’s a lot of examples of conversions
and ART that are blurring the lines between the two industries. I’m not going to relate all of them here, I
don’t know all of them, I’m sure you know more than
me, but one more.
Banks have securitized their credit-card portfolios, their
loan portfolios, their mortgage portfolios. It takes the
exposure of their balance sheet, they keep the client relationships and they keep going. Now some US banks
have been using some reinsurers to protect the exposure, without getting rid of the portfolio. I’ve seen one
case where an American bank has reinsured its small
business loan portfolio. It used fine ART risk for their
retention layer, with an American reinsurer and an excess of loss for the share retention. Kept the portfolio,
reinsured it, it has advantages if you don’t need to free
up your balance sheet but you just want to make sure
your credit exposure is limited. So there are opportunities like that everywhere, so there are innovative
solutions that go both ways, borrowable from both
worlds. This is certainly convergence of product and we
think it will increase in both markets and develop in
both markets and it’s going to be a very interesting
world from now. That’s all I’d like to say. I would like to
end our remarks with an expression of thanks to our
hosts, RIB, actually to Mr. Franco Curioni, Carlo Faina
and James Kelly for inviting us. We’ve been very happy
to continue and expand our roles with RIB in the last
twelve months. We consider them a valued strategic
partner not only for our participation in Italian business, but for our worldwide accounts.
82
6th R.I.B. Convention
83
Fausto Panzeri
Studio Panzeri
& Associati s.r.l.
Una rilettura attenta di tutti i dati emersi dai bilanci
1998 delle compagnie d’assicurazione propone numerosi spunti di riflessione sulle tendenze del
mercato e dei suoi protagonisti.
La prima riguarda il fenomeno della concentrazione
delle imprese ed il contestuale ingresso di nuovi imprenditori. Per meglio comprendere questo
fenomeno bastano poche cifre. Nel 1996, sul mercato italiano, erano presenti 271 compagnie, nel
biennio 96/98 hanno iniziato ad operare 31 imprese, eppure alla fine del 1998 le compagnie erano
diventate 250. Ciò significa che ben 52 imprese sono uscite di scena. Qualcuna a seguito di fusioni e
incorporazioni e le altre a causa di liquidazioni volontarie o coatte. La moria si è verificata
esclusivamente nel ramo Danni, perché nel Vita il
numero dei competitori è in costante crescita, per la
spinta emulativa che anima le banche ad entrare in
questo business.
Il 1998 ha registrato lo storico sorpasso dei premi
raccolti nel Vita, rispetto a quelli dei Danni. 56,5 mila miliardi contro 52,7 per un totale di 111,2 mila
miliardi nel lavoro diretto ed indiretto. Limitando la
nostra analisi al lavoro diretto si può rilevare come
il ramo Vita con i suoi 51.758 miliardi rappresenti il
51,6% del fatturato complessivo. Un’ascesa formidabile se si considera che nel 1988 i premi Vita
ammontavano a 6.304 miliardi, mentre quelli Danni
si attestavano sui 19.806 miliardi.
L’incremento del Vita dal 1988 al 1998 è stato del
721%, mentre quello dei Danni del 144%. Ragionando di Danni, tuttavia, è opportuno fare un’ulteriore
considerazione. La R.C. obbligatoria, nel 1988 rappresentava il 44,6% del totale mentre nel 1998 il
peso percentuale è salito al 47,2%. Parrà forse provocatorio ma ci sembra statisticamente corretto
asserire che quello italiano è sostanzialmente un
mercato Vita ed Auto. Il peso dei cosiddetti rami
preferiti, infatti, che nel 1988 con i loro 8.732 miliardi rappresentavano il 33,4% del totale, oggi è
sceso al 20,5%. Così operando, mentre si diminuisce il gap con gli altri paesi nel ramo Vita, si
accentua quello negli altri rami, più tipicamente assicurativi. Questa “crisi” peraltro si riverbera anche
sui risultati del comparto assicurativo.
Nella tabella sottostante evidenziamo gli utili netti
dell’intero settore, ricavati dalle pubblicazioni
ANIA, con l’avvertenza che l’attribuzione nel 1998
degli utili Danni e Vita è stata stimata poiché i nuovi
modelli di bilancio non consentono questa distinzione a livello di utile netto.
6th R.I.B. Convention
Short synthesis
of the Italian Market
A
careful analysis of all data shown in the
1998 insurance companies’ balance sheets,
give us many clues on the trends in the
market and of its protagonists.
The first concerns the concentration of
companies and the competitive arrival of new entrepreneurs. Just a few numbers are enough to understand
this phenomenon. In 1996 there were 271 insurance
companies in the Italian market, these were 250 in
1998, even though in the 96/98 two year period 31 new
companies had started their business. This means that
by that time, 52 companies had abandoned the scene.
For some, this resulted from mergers and acquisitions,
and for others voluntary or compulsory winding-up.
This high mortality has been experienced by Non Life
lines only, and as a result of the ever increasing number
of Life competitors represented by banks, pushed by
some kind of emulative drive to enter into this kind of
business.
1998 has witnessed an historical takeover by Life premiums over Non Life premiums. 56.5 thousand billion
against 52.7, for a total of 111.2 thousand billion in direct and indirect businesses. Our analysis will be on the
direct business only and we want to point out that the
Life line, with its 51,758 billion represents 51.6% of the
whole of the turnover. A formidable growth, when we
consider that Life premiums in 1988 were 6,304 billion,
while Non Life premiums were around 19.806 billion.
From 1988 to 1998, Life lines have increased by 721%,
while Non Life has increased by 144%. When talking of
Non Life lines it is nonetheless important to say that in
1988, Motor Third Party Liability represented 44.6% of
the total, while in 1998 this percentage has grown by up
to 47.2%.
Maybe it will seem provocative, but we believe it correct
to say that the Italian market is, essentially, a Motor TPL
and Life market. The weight of the so called “preferred
lines”, which with their 8,732 billion in 1988 represented 33.4% of the total, is nowadays decreased to 20.5%.
In this way, while the gap with other countries in the
Life line is decreasing, it is growing with the other,
84
UTILE NETTO 1998 1997 1996 1995 1994
Danni
- -271 746 580 -809
Vita
2.506 1.650 1.674 1.884 1.157
Totale
2.506 1.439 2.420 2.464 348
Da un primo esame non è certo difficile rilevare la
“sofferenza” dei rami Danni. Giova altresì ricordare
che alla stima di un pareggio, a livello di utile netto,
siamo pervenuti con l’attribuzione ai Danni di una
quota dei proventi straordinari e di quelli non tecnici ed addebitando le imposte pressoché
esclusivamente al ramo Vita. Se si osserva infatti il
risultato dei conti tecnici si può riscontrare un saldo
positivo per il Vita di 2.010 miliardi ed uno negativo
per i Danni di 1.095 miliardi. I dati del 1999 appalesano, a livello semestrale, alcuni segnali di
miglioramento ma l’esame della storia recente non
induce certo a valutazioni ottimistiche.
Vero è che la perdita emerge maggiormente nella
R.C. Auto ma, analizzando i rapporti sinistri a premi, si scopre che anche in altri rami l’equilibrio non
è certo a portata di mano.
Rapporto sinistri a premi (S/P) dei rami che raccolgono più di 400 miliardi nel 1998
S/P
Cauzione
Corpi autoveicoli
Incendio
Infortuni
Credito
Altri danni ai beni
Malattia
Corpi marittimi
R.C. Auto
R. C. Generale
Totale Auto
(R.C. + Corpi autoveicoli)
Totale altri Rami
Totale Generale
32,7
47,4
59,6
60,5
63,7
79,3
81,3
92,2
102,0
113,6
% premi
su danni
2,1
10,2
7,0
9,1
0,8
6,6
4,5
1,0
47,3
7,6
92,4
74,5
84,6
57,5
42,5
100,0
Il ramo che, anche prospetticamente, desta molte
preoccupazioni per gli assicuratori è la R.C. Generale, nella quale è in corso un forte processo di anti
selezione. In buona sostanza, richiedono coperture,
oltre agli ospedali ed ai medici, tutti quei professionisti e quelle attività che si sentono maggiormente
esposte ai rischi, mentre non contribuiscono a creare “mutualità” coloro i quali si sentono più
tranquilli e con ogni probabilità non vengono molto
sollecitati. Andamento negativo anche per i Corpi
marittimi e per le Malattie, che potrebbero generare
importanti opportunità di sviluppo per gli assicuratori. I quali, peraltro, dovrebbero assumere un
impegno più preciso per integrare gli spazi, che lo
Stato è destinato ad aprire per garantire a tutti una
previdenza sanitaria davvero essenziale, senza gravare di costi eccessivi la collettività. Si pensi alla
“timidezza” con la quale vengono proposte le coperture Long Term Care ed al ritardo con il quale si
sta predisponendo un adeguato network sanitario
che possa affiancarsi alle strutture pubbliche. A li-
more typically, strictly insurance lines. This “crisis” reverberates on the profits of the insurance sector.
In the table below, we show the net profits for the
whole of the sector. These were taken from the ANIA
publications, with the warning that for 1998 the allocation of the amounts to Life and Non Life lines was
estimated. New balance sheets do not permit a distinction to be made between these two for the net profit.
NET PROFIT
NON LIFE
LIFE
1998
2,506
1997
- 271
1,650
1996
746
1,674
1995
580
1,884
1994
-809
1,157
TOTAL
2,506
1,439
2,420
2,464
348
Even with just a cursory glance, it is quite easy to realize
the “suffering” of Non Life lines. It is also important to
point out that, to get to an estimate of comparison of
net profit, we have attributed to Non Life lines a share
of the extraordinary income and of the non-technical
income, and we have charged taxes exclusively to the
Life line. When one observes the results of technical accounts, it is possible to see a positive result for the Life
line of 2,010 billion and a negative one for Non Life
lines of 1,095 billion. 1999 data show, on a six months
basis, some signs of improvement. Recent history
though, does not leave us much room for optimistic
evaluations.
It is true that the greatest losses are for Motor TPL but,
when we analyze the loss ratio, we find that the other
lines too are quite far from having reached an equilibrium.
Loss ratio for lines with more than 400 billion premium
in 1998
Loss ratio
% on Non Life
Premiums
32.7
47.4
59.6
60.5
63.7
79.3
81.3
92.2
102.0
113.6
2.1
10.2
7.0
9.1
0.8
6.6
4.5
1.0
47.3
7.6
Total Motor Insurance (TPL + motor vehicles)
Total other Lines
92.4
74.5
57.5
42.5
General Total
84.6
100.0
Bonds
Motor vehicles
Fire
Personal Accident
Credit Insurance
Damages (Non personal)
Illness
Hull
Motor TPL
TPL
The line that, even projecting forward, worries the insurers the most, is General TPL which is undergoing a
general process of anti-selection. What is now happen6th R.I.B. Convention
85
vello conto economico si può altresì rilevare la diminuita incidenza dei caricamenti, scesi nel ramo Vita
dal 12,4% del 1997 al 10% del 1998 e nei Danni dal
26,4% al 25,3%. I proventi patrimoniali, malgrado i
minori interessi percepiti nel settore del reddito fisso, sono cresciuti del 25,9% in un anno a causa del
buon incremento dei premi, delle riserve tecniche e
dei corrispettivi investimenti.
Analizzando la situazione patrimoniale si evidenzia
una buona crescita del patrimonio netto (+9,7%)
che ha raggiunto i 56.650 miliardi e delle riserve
tecniche (+21,8%) che nel 1998 hanno superato i
331 mila miliardi. Si sono maggiormente incrementate le riserve tecniche del ramo Vita (+26,6%) che
hanno raggiunto il 71,5% del totale, mentre quelle
Danni si sono incrementate del 7,5%.
Gli investimenti hanno raggiunto i 344 mila miliardi
e rappresentano l’80% circa dell’attivo dell’intero
comparto assicurativo. La parte del leone continuano a svolgerla i titoli a reddito fisso ed
obbligazionari (61,5%) mentre stanno crescendo gli
investimenti azionari, che sono arrivati al 16,1% del
totale, ma che ricomprendono, ovviamente, le partecipazioni strumentali e di controllo delle imprese
assicuratrici. Ancora marginale, se raffrontato ad altri paesi europei, l’investimento nei mercati
azionari. Continua a diminuire il peso del mattone,
rappresentato dalla voce Terreni e Fabbricati, che
rappresenta una percentuale del 5,1% sul totale degli investimenti.
Ritornando al patrimonio netto delle imprese si
possono fare due considerazioni, la prima in ordine
alla solidità patrimoniale del comparto assicurativo,
la seconda relativa alla sua redditività.
Nelle tabelle sottostanti indichiamo il rapporto tra
mezzi propri e raccolta premi che costituisce uno
dei parametri più significativi del margine di solvibilità, nonché quello tra utile netto e mezzi propri che
è ormai entrato nel lessico comune nella sua dizione
inglese: ROE (Return on Equity).
Anni
1981
1986
1991
1996
1997
1998
Mezzi propri
(in miliardi)
2.257
8.736
31.118
46.964
51.516
56.650
Anni
Utile Netto Mezzi propri
1994
1995
1996
1997
1998
348
2.464
2.420
1.756
2.506
% sui
premi raccolti
20
36
78
69
63
51
45.025
44.862
46.964
51.516
56.650
% R.O.E.
0,8
5,5
5,2
3,4
4,4
Dalla lettura dei dati emerge, in buona sostanza, che
il comparto assicurativo italiano è solido ma scarsamente redditizio. Il patrimonio di 56.650 miliardi,
infatti, rappresenta il 51% dei premi raccolti in Italia, una percentuale di tutto rispetto ancorché
discendente rispetto ai valori dei primi anni 90. Fanno eccezione a questa elevata patrimonialità le
6th R.I.B. Convention
ing is that this kind of cover is increasingly requested by
hospitals, doctors and by all those professionals and activities that feel more exposed to risks. People who feel
less threatened, do not create “mutuality”, and it is likely, are not even pressed to do so.
Hull and Illness lines have also had a negative trend,
but these lines could create good opportunities for the
insurers who should accept more precise commitments.
Very soon in fact, the companies will be called upon to
fill up the new spaces opened up by new Laws that the
Government is planning to create in order to guarantee
a basic Health coverage for all, without burdening the
group as a whole with excessive costs. Think of the
“timidity” with which Long Term Care coverage is proposed and the delay in which an adequate sanitary
network is being created that could work in parallel
with the public structure. Looking at profit and loss accounts, it is also clear that premium loadings have been
reduced. In the Life line they have gone down from
12.4% in 1997 to 10% in 1998, in Non Life lines they
have decreased from 26.4% to 25.3%. In one year, capital gains have increased by 25.9% because of the growth
in premiums, technical reserves and related investments, and this despite of lower interest obtained from
the fixed income sector.
The balance sheet analysis reveals a good growth of net
capital (+9.7%), that has reached 56,650 billion, and of
technical reserves (+21.8%) that in 1998 surpassed 331
thousand billion. Life line technical reserves have been
increased (+26.6%) and now amount to 71.5% of the
total, while Non Life reserves have increased by 7.5%.
Investments have reached 344 thousand billion and
represent now about the 80% of the profits of the
whole insurance sector. Fixed income securities and
bonds are those with the best trend (61.5%) and investments in stock are growing and have now reached
16.1% of the total even though they comprise auxiliary
participation and controlling interests in insurance
companies. Still marginal when compared to other European countries, are the investments on stock markets.
The importance of the so called “bricks” and “Mortar”
investment, represented by the item land and buildings
in the balance sheet keeps decreasing and is now 5.1%
of the whole of the investments.
Going back to the net capital position, two remarks can
be made. The first on the soundness of the insurance
sector, the second on its profitability.
In the table below we illustrate the relationship between shareholders’ equity and premiums collected,
which represents one of the most significant parameters of solvency margins, and that between net income
and shareholders’ equity which is commonly known as
ROE (Return on Equity).
86
compagnie Vita di recente costituzione e che si sono
rapidamente sviluppate grazie alla vendita presso gli
sportelli bancari. La maggior parte di queste società
si posiziona ai livelli minimi del margine di solvibilità ed esprime, in genere, una buona redditività,
che diventa ancor più notevole se valutata in termini
di ROE. È del tutto evidente, infatti, che con la diminuzione dei tassi d’interesse, ad una minor
capitalizzazione si contrappone una più elevata redditività. Con l’evidente paradosso che le aziende
patrimonialmente più fragili, se redditizie, si posizionano ai primi posti nelle classifiche di
redditività.
È indubbio peraltro che un ROE inferiore al 4%
non è certo molto incoraggiante per gli investitori,
soprattutto se si leggono i risultati superiori al 10%
di molti ed importanti gruppi europei.
Riteniamo tuttavia più corretto analizzare la redditività delle imprese italiane separando i dati dei danni
da quelli del Vita ed analizzando i risultati per fasce
dimensionali.
Rielaborando i dati esposti sul Giornale delle Assicurazioni di novembre, abbiamo provveduto ad una
prima suddivisione delle compagnie in base ai premi complessivi raccolti nel 1998.
Premi in
miliardi
Oltre 2000
Da 500 a 2000
Da 200 a 500
Da 50 a 200
Sino a 50
Totale
N°
compagnie
Premi Patrimonio
netto
compreso Utile
Utile
netto
R.O.E.
20
26
40
51
93
65.315.170
22.710.134
11.890.301
5.781.760
1.608.987
42.207.610
6.103.888
3.039.137
1.585.674
905.714
2.587.899 6,45%
289.102 4,97%
-199.317 -6,15%
-219.425 -12.15%
-14.377 -1,56%
230
107.306.352
53.842.023
2.443.882
4,75%
FONTE: Rielaborazione dati “Il Giornale delle Assicurazioni”
Da una prima lettura si evince chiaramente come le
compagnie della prima fascia (8,7% del totale), rappresentino il 61% dei premi, il 78% del patrimonio
netto ed addirittura il 105% dell’utile!
Si badi bene, inoltre, che la suddivisione è stata fatta per singole imprese e non per gruppi. Se si fosse
infatti prescelto questo criterio sarebbe emersa una
concentrazione ancora maggiore, considerando che
i primi 10 gruppi sono costituiti da 93 imprese.
Alle società cosiddette minori, peraltro, non restano
che le briciole. Le 26 imprese che appartengono alla seconda fascia (fatturato da 500 a 2.000 miliardi)
raccolgono il 21% dei premi, con un 11% del patrimonio ed un 12% dell’utile. I risultati medi delle
fasce inferiori sono invero desolanti! In buona sostanza 184 imprese si dividono 19.000 miliardi di
premi, con un patrimonio di 5.530 miliardi e perdite per oltre 430 miliardi. Piccolo è brutto quindi?
Senz’altro, ma con qualche eccezione. Ci riferiamo
in particolare alle compagnie specializzate, ma non
soltanto a quelle operanti nel Vita. È ben noto infatti che queste ultime, di natura prevalentemente
bancaria, partono con capitali abbastanza modesti,
investono qualche soldo in tecnologie e formazione
ed iniziano immediatamente a raccogliere premi tramite gli sportelli. Ovvero con strutture commerciali
già operative ed il più delle volte ampiamente am-
Years
Shareholders equity
(in Billions)
% on Premiums
Collected
1981
1986
1991
1996
1997
1998
2,257
8,736
31,118
46,964
51,516
56,650
20
36
78
69
63
51
Years
Net Profits
Shareholders
equity
% R.O.E.
1994
1995
1996
1997
1998
348
2,464
2,420
1,756
2,506
45,025
44,862
46,964
51,516
56,650
0.8
5.5
5.2
3.4
4.4
In the end, these data show that the insurance sector in
Italy is solid, but scarcely profitable. The net worth of
56,650 billion represents in fact 51% of collected premiums in Italy, a very good percentage even though not
as high as that of the early years in the nineties. The exceptions to this positive financial position are the
recently established Life companies that have rapidly
grown, thanks to sales made by banks. The majority of
these companies are positioned at minimum levels of
solvency margins and usually show a good profitability,
that becomes even higher when evaluated in terms of
ROE. It is in fact obvious that, with the lowering of interest rates, a reduced capitalization is confronted with
a higher profitability. The paradox is that, the most
fragile companies, if profitable, are positioned at in the
premier places of profitability ranking.
Furthermore, without doubt a ROE lower than 4% is
definitely not encouraging for investors, even more so
if they read the results, higher than 10%, of many of
the European groups.
We nonetheless believe it is more correct to analyze the
Italian companies’ profitability by separating the Non
Life data from Life data and by analyzing the results by
dimensional divisions.
The first subdivision made of the companies is by premiums collected in 1998, the data for which has been
collected from the November issue of the Giornale
delle Assicurazioni.
6th R.I.B. Convention
87
mortizzate. Siamo di fronte, in pratica, ad una diversificazione che la Banca effettua nella raccolta
del risparmio da gestire e non ad una vera e propria
impresa assicuratrice. Così come, con la lodevole
eccezione dell’Austria, che opera nel ramo malattia
(fatturato 43 miliardi, utile 3.900 milioni, ROE
36%), le altre “specializzate” sono società assicurative piuttosto atipiche. Esprimono infatti utili
apprezzabili, con ROE interessanti, la Viscontea e la
Sic (ramo cauzioni) e la Euler - Siac (ramo crediti).
Tutte le società menzionate, peraltro, sono controllate da gruppi esteri, che hanno creduto ed investito
nel nostro mercato. Risultati decorosi, ma percentualmente insignificanti, vengono altresì conseguiti
da società specializzate nei rami assistenza e spese
legali. E pensare che le fortune di molti gruppi assicurativi sono state costruite sino agli anni ’80 sui
rami danni, che costituivano i pilastri dell’assicurazione e non per niente venivano denominati “Rami
preferiti”. Di preferito oggi restano probabilmente i
ricordi.
Per meglio comprendere la gravità delle situazioni,
abbiamo preso in esame 150 imprese operanti nel
ramo danni, suddividendole ancora una volta per
fasce dimensionali e calcolando quante società hanno chiuso in rosso i conti del 1998.
Fasce
n° imprese in perdita % società
Premi in miliardi
in perdita
1. oltre 1.000
13
2
15,4
2. da 300 a 1.000
20
7
35,0
3. da 100 a 300
24
11
45,8
4. da 20 a 100
32
14
43,8
5. fino a 30
61
14
23,0
Totale
150
48
32,0
Il primo dato che balza agli occhi è che circa un terzo delle società operanti nel ramo danni chiude in
perdita il proprio bilancio. È pur vero che il maggior responsabile di questo disastro è il ramo R.C.
Auto ma è altrettanto vero che il risanamento, per
molte imprese, appare chimerico più che problematico. Riteniamo infatti che in numerose società
deficitarie, anche un significativo aumento delle tariffe R.C. Auto non sia sufficiente per ridare
equilibrio ai conti. Non molte imprese infatti, soprattutto nelle fasce 3 e 4, hanno davvero adeguato
le riserve sinistri con il criterio del “costo ultimo” e
conseguentemente dovranno ancora incrementare
gli stanziamenti sui sinistri degli anni passati. Ciò
comporterà ulteriori perdite e la necessità di immettere capitali freschi per mantenere il margine di
solvibilità e proseguire nell’attività assicurativa. Non
sarà certo agevole per il management di queste imprese convincere gli azionisti a mettere mano al
portafoglio con prospettive aleatorie ed assai differite nel tempo di vedere remunerato il loro
investimento.
Dopo aver constatato che l’utile del 1998 deriva
esclusivamente dal ramo vita e che solo le prime
due fasce di imprese esprimono capacità di reddito,
cercheremo di analizzare il ROE (redditività del patrimonio netto) espresso dal settore assicurativo.
Nel comparto vita è indubbiamente positivo e sfiora
6th R.I.B. Convention
Premiums
Number of
(billions)
Companies
More than 2,000
20
From 500 to 2,000
26
From 200 to 500
40
From 50 to 200
51
Up To 50
93
Total
230
Premiums
Net Worth
Net Profit
ROE
(Profits included)
65,315,170
22,710,134
11,890,301
5,781,760
1,608,987
42,207,610
6,103,888
3,039,137
1,585,674
905,714
2,587,899
289,102
-199,317
-219,425
-14,377
6.45%
4.97%
-6.15%
-12.15%
-1.56%
107,306,352
53,842,023
2,443,882
4.75%
Source: re-elaboration of data taken from “Il Giornale delle Assicurazioni”
From a first reading it is clear that the companies in the
first division (8.7% of total) represent 61% of premiums, 78% of net worth and 105% of profits!
We must not overlook the fact that the subdivision has
been made by company, and not by group. Had we had
chosen this criterion, an even greater concentration
would have been noted, particularly if we consider that
93 of the companies belong to the first 10 groups.
The so called “minor companies” do not get anything
but the crumbs. The 26 companies belonging to this
second division (turnover from 500 to 2,000 billion)
collect 21% of premiums, with an 11% of net worth and
12% of profits. The average results of lower divisions
are quite desolating! 184 companies share 19,000 billion of premiums, with a net worth of 5,530 billion and
losses for more than 430 billion. Small is ugly, then?
Certainly yes, but with some exceptions. We refer in
particular to specialized companies, but not only those
operating in Life lines. It is well known that these,
which are mainly of a banking nature, start with quite
small capital, invest a little in technology and tutoring,
and immediately start to collect premiums through
bank tills, naturally with ready established and functioning commercial networks, often widely amortized. We
witness here a diversification applied by banks in the
collection of savings to be administered, and not an insurance company in the real sense. In the same way,
with the exception of praiseworthy Austria, that operates in the Illness line (43 billion turnover, 3,900 billion
profits, ROE 36%), the other “specialists” are atypical
insurance companies. Appreciable profits and interesting ROEs are shown by Viscontea and Sic (Bonds) and
Euler – Siac (Credit). All the above mentioned companies are, by the way, controlled by foreign groups which
have shown faith, and invested in our markets. Respectable results, but not relevant in percentage, are
attained by companies specialized in assistance and legal expenses. To think that the fortunes of many
insurance groups were based, until the eighties, on non
life lines, that used to constitute the pillars of insurance
and were called, and not for nothing, “Preferred
Lines”. Nowadays, only memories remain of this “preferences”.
88
il 10%, in quello danni è addirittura negativo (-0,30%).
Riteniamo comunque che un esame obiettivo del
ROE delle aziende che esprimono utili non possa
prescindere da un’osservazione preliminare. È
senz’altro giusto analizzare l’andamento di una compagnia assicurativa in base alla sua redditività ma
rischia di essere fuorviante una valutazione che si
fondi pressoché esclusivamente sul ROE. Significherebbe in pratica ritenere eccellenti quelle
compagnie che guadagnano ma operano con mezzi
propri molto esigui. Paradossalmente l’Alleanza,
che come ben evidenziato nella sottostante tabella
esprime un ROE del 15,5%, diverrebbe molto più
apprezzata se riducesse il proprio capitale a 6/700
miliardi. Con gli attuali tassi di rendimento, infatti,
un’elevata patrimonializzazione, che offre la massima tranquillità ad assicurati, dipendenti ed
azionisti, diventa una sorta di palla al piede per
esprimere un’alta redditività.
LE REGINE DEL R.O.E.
Società
Utile Patrimonio
Compagnie con
netto
netto
(compreso utile)
almeno 500 miliardi
di fatturato
1 Montepaschi Vita
73.790
277.608
2 Arca Vita
28.581
122.622
3 Sara Assicurazioni
100.612
451.962
4 Commercial Union Vita 21.351
112.926
5 Zurigo Vita
20.713
111.531
6 Carivita
24.179
153.691
7 Alleanza Assicurazioni 332.990
2.475.058
8 San Paolo Vita
24.181
185.383
9 Fata
25.452
296.093
10 Alleanza Subalpina
48.527
388.225
R.O.E.
36,2
30,4
28,6
23,3
22,8
18,7
15,5
15,0
14,9
14,3
Dalla suesposta tabella si evince comunque che le
“Top Ten” del ROE sono in larga prevalenza società
vita, ma merita considerazione ed apprezzamento
l’andamento di Sara Assicurazioni, che opera esclusivamente nel ramo danni, con un ROE del 28,6% e
con un fatturato (900 miliardi circa) e mezzi propri
di tutto rispetto.
Anche sotto il profilo del ROE, e non poteva essere
che così, il mercato evidenzia situazioni di grave
squilibrio che toccano circa il 40% delle imprese
che evidenziano redditività negative od inferiori al
2%. Il prossimo biennio diverrà cruciale per comprendere il futuro di queste imprese. Non basterà
infatti, ancorché indispensabile, l’impegno finanziario dei soci, ma saranno necessari dei piani accurati
di riconversione industriale e la ricerca di una propria identità aziendale.
In caso contrario alle 50 imprese attualmente in liquidazione dovranno aggiungersene altre che,
sebbene rappresentino quote di mercato sicuramente marginali, sono comunque realtà aziendali di un
certo rilievo in termini di dipendenti ed agenti.
Dopo aver inquadrato, mi auguro in modo intelleggibile, i dati più significativi che hanno
caratterizzato l’andamento del comparto assicurativo italiano, nell’esempio 1998, passiamo ora ad
analizzare le risultanze della riassicurazione e ad individuare le possibili tendenze nel prossimo futuro.
To better understand the gravity of the situation, we
have examined 150 companies operating in Non life
lines and, once again, we have divided them into dimensional divisions, and have calculated how many
companies have shown losses in their 1998 balance
sheet.
Divisions
Premiums (billions)
1. More than 1,000
2. From 300 to 1,000
3. From 100 to 300
4. from 20 to 100
5. Up to 30
Total
Number of
companies
13
20
24
32
61
Closing
with a Loss
2
7
11
14
14
% Companies
closing with a Loss
15.4
35.0
45.8
43.8
23.0
150
48
32.0
The first data that hits you, is that about a third of the
companies operating in Non life lines close their balance sheets with a loss. The reason for this disaster is, in
the majority of cases, the Motor TPL Insurance and, for
most of the companies, a claim is not only difficult, but
quite impossible. In fact we believe that, for many of
these companies in the red, a mere increase of rates for
Motor TPL insurance, would not be enough to restore
an equilibrium to their accounts. Not many companies
in fact, especially among those in divisions 3 and 4,
have updated the claims reserves with the criterion of
the “last cost” and consequently they will have to increase the allocation for previous years’ claims. This will
result in more losses and in the need to bring in capital
to maintain the solvency margins and to keep on operating. Convincing the shareholders to invest will not be
an easy thing for the management, especially with uncertain prospects and a return on their investments a
long way off.
After having seen that 1998 profits come exclusively
from the Life lines and that only the companies belonging to the first two divisions show profitability
capacities, we will try to analyze the ROE illustrated by
the insurance sector.
In the Life lines it is positive, and almost reaches 10%,
while in Non Life lines it is even negative (-0.30%).
We believe in any case that, an objective analysis on
ROE of those companies that show profits, cannot be
made without making the following observation. It is
certainly right to analyze the trend of an insurance
company on its profitability, but an evaluation based on
ROE only can lead us astray. This would mean that we
consider those companies that realize good profits excellent but are operating with very meager shareholder
equities. It is a paradox but, Alleanza, that has a 15.5%
ROE, as shown in the table below, would be more appreciated if it were to reduce its capital to 6/7 billion.
6th R.I.B. Convention
89
Quello della Riassicurazione è un tema piuttosto
trascurato dai commentatori economici ed assicurativi in Italia. Forse perchè limitato dalla presenza di
pochi operatori oppure perchè troppo permeato di
tecnicismo e quindi impopolare, per non dire ostico. Eppure, come vedremo in prosieguo,
l’andamento dei trattati riassicurativi riverbera effetti, non certo marginali, sui conti economici del
comparto assicurativo nel suo complesso.
Ad ulteriore conferma del basso gradimento che la
Riassicurazione professionale riscuote nel sistema
assicurativo italiano (non solo dei suoi commentatori) basti rilevare l’evoluzione avvenuta nel controllo
dei pochi operatori professionali, stabilmente presenti in Italia. Sino alla fine degli anni 80, ad
eccezione della Münchener Rück, le più importanti
società professionali erano italiane. Unioriass e
Consorziale erano infatti delle società per così dire
consortili, in quanto controllate dalle maggiori compagnie italiane. Vittoria Re apparteneva al gruppo
Toro, Fenice Ri a quello Fondiaria, mentre Reale Ri
era controllata da Reale Mutua. Nel breve volgere di
pochi anni è avvenuto che Scor ha acquistato Vittoria, Swiss Re ha effettuato la stessa operazione con
Unioriass e Consorziale, così come Münchener
Rück nei confronti di Reale Ri.
Fondiaria si è sostanzialmente disimpegnata dal business riassicurativo, con la conseguenza che ad oggi
la presenza nel settore è esclusivamente straniera.
Restano indubbiamente le cosiddette compagnie
miste, sostanzialmente Generali e Ras, ma sull’attività riassicurativa professionale gli operatori italiani
hanno negli ultimi anni deciso di ammainare la bandiera della loro presenza.
Vediamo comunque, con la tabella sottostante, a
quanto ammontano i premi della riassicurazione in
Italia
Riassicurazione
Premi Lavoro Indiretto Italiano ed Estero
(miliardi di lire)
1993
1994
1995
1996
1997
1998
* STIMA
9.399
8.896
9.449
9.463
10.098
10.600 *
di cui
società professionali
3.278
3.020
2.819
3.085
3.347
3.600*
Come si vede dai dati suesposti, lo sviluppo dei premi ceduti in riassicurazione è certamente inferiore a
quello registrato nel lavoro diretto. Giova però rammentare che la maggior crescita si è registrata nel
ramo vita e soprattutto in quell’area contrattuale,
eminentemente finanziaria, per la quale il ricorso alla riassicurazione è pressoché nullo. Bisogna altresì
considerare che l’Italia, tra i paesi assicurativamente
più evoluti, è quello che maggiormente si avvale della riassicurazione. In effetti il mercato assicurativo
italiano raccoglie in assicurazione il 2,5% dei premi
6th R.I.B. Convention
With present interest rates, too high a net worth which
offers maximum tranquility to insureds, employees and
shareholders, can become some kind of terrible weight
to carry around, when wanting to show high profitability.
QUEENS OF ROE
Company
Net Profits
Companies with, at least,
a 500 billions turnover
1. Montepaschi Vita
2. Arca Vita
3. Sara Assicurazioni
4. Commercial Union Vita
5. Zurigo Vita
6. Carivita
7. Alleanza Assicurazioni
8. San Paolo Vita
9. Fata
10. Alleanza Subalpina
Net worth
ROE
(Profits included)
73,790
28,581
100,612
21,351
20,713
24,179
332,990
24,181
25,452
48,527
277,608
122,622
451,962
112,926
111,531
153,691
2,475,058
185,383
296,093
388,225
36.2
30.4
28.6
23.3
22.8
18.7
15.5
15.0
14.9
14.3
The table above shows that, the “top ten” of ROE are
essentially Life companies, but praise and consideration
is due to Sara Assicurazioni, which works in the Non
Life lines only, with a ROE of 28.6% and with a respectable turnover (about 900 billion) and shareholder
equity.
From the market’s perspective, and it could not be different, the market shows gravely unbalanced situations
that affect 40% of the companies with negative profitability or less than 2%. The next two years will be
crucial for understanding the future of these companies. The financial commitment of shareholders will be
necessary but it will not be enough. Designated plans of
industrial reorganization and the quest for a specific
identity will be fundamental, otherwise many will be the
companies joining the 50 already gone in liquidation,
which although having a marginal market share, represent important realities, to their employees and agents.
After having set out, and I hope in an understandable
way, the most relevant data for 1998 related to the insurance market, let us now analyze the results of the
reinsurance field and point out future trends.
That of reinsurance is a neglected topic by economic
and insurance commentators in Italy. Maybe this is because of the scarcity of its operators or for its high
technical content, that makes it an unpopular topic, often even harsh.
However, as we will see going on, the trend of reinsurance treaties influence, and not only marginally, the
profit and loss accounts of the insurance sector in its
whole.
To confirm the low interest of professional reinsurance
90
mondiali, mentre cede in riassicurazione il 4,4%. Le
cessioni comunque stanno diminuendo, poiché nel
1990 rappresentavano il 19,2% dei rami danni ed il
18,5% di quelli vita, mentre nel 1998 queste percentuali sono scese rispettivamente al 13,6% ed a 6,8%.
I rami più riassicurati sono Cauzioni e Credito
(54,5%) e Trasporti ed Aviazione (53,2%) i meno
riassicurati sono la Responsabilità Civile (3,9%) e
quelli relativi ai Danni alle Persone (13,8%) a seguito del progressivo abbandono delle cessioni in
proporzionale.
La progressiva riduzione nella percentuale dei premi ceduti e l’acuirsi della competizione tra i
riassicuratori professionali, che stanno vieppiù concentrandosi, ha causato un eccesso di offerta, sia in
termini di capacità che di condizioni praticate. Di
conseguenza i riassicuratori che a partire dal 1993
avevano cominciato a leccarsi le ferite dopo le ingenti perdite del triennio 1990-91-92 e che
successivamente avevano ricostituito dei margini,
cominciano ad osservare con molta preoccupazione
i dati del 1998 e del 1999.
Analisi Risultati Rami Danni
1990 - 1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Utile/Perdite
(in miliardi)
per i riassicuratori
Perdite elevate
+ 301
+ 260
+ 346
+ 360
- 210
- 406
I trends esposti nella tabella non inducono certo a
considerazioni ottimistiche, anche perché i buoni risultati del vita si traducono in utili piuttosto
contenuti. Vi è da dire, peraltro, che le perdite suesposte sono prevalentemente concentrate nel
settore della responsabilità civile e derivano precipuamente dalla rivalutazione delle riserve sinistri.
In termini di cash flow, pertanto, il saldo resta ancora positivo per i riassicuratori che beneficiano
conseguentemente dei proventi finanziari. Ed il mestiere del riassicuratore tiene sempre più conto
delle attività finanziarie, anche alla luce delle nuove
coperture che in questo ambito stanno sempre più
affermandosi, sulla scia delle esperienze nord americane.
L’ART (Alternative Risk Transfer) è attualmente la
copertura più diffusa, ma i confini tra il mestiere
riassicurativo e quello più propriamente finanziario
si sta assottigliando. È probabilmente in quest’ottica
che va letto il recente intervento che Warren Buffet,
considerato da molti il più grande finanziere del
mondo, ha effettuato tramite il suo fondo Berkshire
Hataway, con l’acquisto della General Re: uno dei
primi quattro riassicuratori a livello mondiale.
Per quanto riguarda il mercato italiano, le prospettive per i riassicuratori restano positive in termini di
prestazione di servizi, in quanto solo con il loro supporto potranno essere affrontate le nuove
by the Italian insurance system (and not only of its commentators) it suffices to point out the evolution of
control applied to the few professional operators permanently present in Italy. Up until the late eighties,
apart from Münchener Rück, the most important professional companies were Italian. Unioriass and
Consorziale in fact were consortiums, as they were controlled by major Italian insurance companies. Vittoria
Re belonged to the Toro group, Fenice Ri to the Fondiaria group, while Reale Re was controlled by Reale
Mutua. In just a few years, Scor has acquired Vittoria,
Swiss Re has made the same operation with Unioriass
and Consorziale, and Münchener Rück with Reale Ri.
Fondiaria basically has removed itself from the reinsurance business, with the result that, nowadays, only
foreigners are present in this sector. There are still the
so called mixed companies, like Generali and Ras, but
in the professional reinsurance business, Italian operators have decided to withdraw their colours.
Let us see in any case, in the table below, what the reinsurance premiums are in Italy.
Reinsurance – Italian and foreign Non direct business
Years
1993
1994
1995
1996
1997
Billion Lire
9,399
8,896
9,449
9,463
10,098
Of which Professional companies
3,287
3,020
2,819
3,085
3,347
1998
10,600 *
3,600 *
*estimate
As it can be seen from the data above, the development
of ceded premiums in reinsurance is certainly lower
than that of direct business. It is nevertheless important
to point out that major growth has taken place in the
Life line, and mainly in the contractual area that does
not require recourse to reinsurance, being of a prevailing financial nature. Another important consideration
is that, among the most developed countries for insurance, Italy is that which most uses the reinsurance
instrument. It is in fact true that the Italian insurance
market collects 2.5% of the whole of the insurance premiums of the world and it cedes for reinsurance 4.4%.
In any case, transfers are diminishing. In 1990 they represented 19.2% of Non life lines and 18.5% of Life
lines, while in 1998 these percentages have gone down
respectively to 13.6% and 6.8%.
The most reinsured lines are Bonds and Credit (54.5%)
and Marine and Aviation (53.2%). The less reinsured
are Third Party Liability (3.9%) and those related to
6th R.I.B. Convention
91
coperture nell’ambito dei Rischi Catastrofali. Il caso
delle catastrofi naturali, infatti, è abbastanza emblematico della fragilità del nostro mercato. A fronte
infatti di una copertura da considerarsi, come minimo, nell’ordine dei 3.000 miliardi, la commissione
costituita presso l’ANIA e presieduta da Carlo Spasiano, sta davvero faticando, per coprire il 20% di
questi rischi con l’apporto di tutte le maggiori società italiane. Comprensibile, ovviamente, la
perplessità dei maggiori riassicuratori che dovrebbero accollarsi l’80% di questi rischi, in un mercato
che, da un punto di vista meramente teorico, gli assicuratori domestici dovrebbero conoscere a
menadito e verso il quale appaiono quantomeno titubanti.
È doveroso comunque ricordare che quello dei rischi catastrofali è il tipico “tormentone” all’italiana,
sulle cui evoluzioni sul piano tecnico e normativo è
ancora presto per pronunciare l’ultima parola.
personal injuries (13.8%) and this due to the gradual
waiving of proportional transfers.
The progressive reduction in the percentage of premiums ceded and the growing of competition among the
professional reinsurers, who are increasingly merging
together, has caused an excess of offers, both in terms
of capacity and of conditions offered. Reinsurers, that
were just beginning to see the light after the great losses of the period 1990-92, and had recreated some profit
margins, are now looking with some apprehension at
1998 and 1999 data.
Non Life Lines Analysis of results
1990-1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
Profits/Losses (billion) For Reinsurers
High Losses
+ 301
+ 260
+ 346
+ 360
- 210
- 406
The trends shown in the table give way to very few optimistic considerations, also because the good results in
Life Lines translate in very contained profits. It is necessary to say, though, that losses shown above are mainly
concentrated in the Third Party Liability lines and that
they derive chiefly from the reappraisal of claims reserves.
In terms of cash flow, the balance is still positive for
reinsurers, which benefit from financial gains. The profession of reinsurers more and more takes into
consideration the financial activities, also when represented by new risks that, following the American
experiences, are gaining ground.
ARTs (Alternative Risk Transfer) is at the moment, the
most popular coverage, and the line between the profession of reinsurer and that of a more financial nature,
is getting thinner. It is with this in mind that we should,
probably, read the intervention made by Mr. Warren
Buffet, considered by many as the greatest financial expert in the world, who through his fund Berkshire
Hataway has acquired General Re: one of the first four
world reinsurers.
On the Italian market’s side, prospects for reinsurers
are still positive in terms of services, as only with their
intervention will it be possible to face the new coverage
for events of catastrophic nature. The case of natural
catastrophes gives an idea, in fact, of the fragility of our
market. The commission constituted by ANIA and directed by Carlo Spasiano is meeting great difficulties in
finding companies, among the Italian firms, to reinsure
6th R.I.B. Convention
92
some 20% of the 3,000 billion minimum of these risks,
represented by catastrophes. The perplexity expressed
by the majority of foreign companies that should cover
the remaining 80% of these risks is then understandable, in a market which, from a purely theoretical point
of view, the local insurers should know by heart and towards which they seem a little bit too hesitant.
It is in any case my duty to remind you that, natural catastrophes is one of those typically Italian “pestering”
subjects, whose development, both technical and legal,
it is still too soon to say anything.
6th R.I.B. Convention
93
Francesco Curioni
Chairman,
R.I.B. Reinsurance
International
Brokers S.p.A.
Dopo le interessanti relazioni di questa mattina e
l’intenso dibattito che, ancora una volta, ha evidenziato l’attenzione che tutti i partecipanti hanno
riservato al nostro convegno, ci avviciniamo alla
conclusione di una “due giorni” che mi è parsa indubbiamente stimolante.
Mi è parso altresì che nei momenti di pausa e di
simpatico convivio si sia creata un’atmosfera che ha
consentito a tutti i partecipanti di alternare ai momenti dell’attenzione e dell’impegno, quelli della
distensione e dell’allegria. Non ci neghiamo, infatti,
che i nostri convegni hanno un duplice obiettivo. Il
primo è quello di contribuire con argomenti, che riteniamo attuali, ad allargare il tavolo dell’esame e
della discussione a tutte le componenti del business
assicurativo e riassicurativo. Il secondo, non meno
importante, è quello di contribuire alla intensificazione di quei rapporti di collaborazione e sovente di
amicizia che legano gli operatori del settore con i
quali la nostra società si incontra quotidianamente.
Ritengo, infatti che il successo della RIB si fondi su
entrambi i pilastri: quello della professionalità e
quello della reciproca fiducia e rispetto. Dalle relazioni, ma soprattutto dal dibattito, sono emersi due
atteggiamenti nei confronti delle ART e, più in generale, del processo di finanziarizzazione che sta
caratterizzando il comparto assicurativo. Uno di
grande apertura, per non dire di adesione a queste
innovazioni, che lasciano intravedere un aumento
della capacità di riassicurare taluni rischi e di schiudere, in buona sostanza, orizzonti sempre più vasti
all’attività del riassicuratore. L’altro, di maggiore
cautela e in certi casi di diffidenza, suggerito dal timore di vedere un po’ snaturata la funzione,
storicamente consolidata, del riassicuratore puro.
Entrambe le opinioni ci paiono degne di considerazione e di rispetto. Dal canto nostro, il nostro
obiettivo era quello di porre sul tavolo, senza alcun
pregiudizio, un tema senz’altro attuale e meritorio
di approfondimento. La vostra partecipazione, così
intensa e proficua, ci conforta davvero sulla scelta
che abbiamo effettuato. Personalmente, sto ancora
riflettendo sulle tante considerazioni emerse in questi giorni, ma sto già pensando al tema del prossimo
convegno, che vorrei fosse ancora tenuto in questo
splendido contesto. Questo tema dovrebbe essere
quello dei Rischi Catastrofali, che per il mercato italiano dovrebbe evidenziare, nel corso del 2000, un
definitivo avanzamento dei lavori in corso sia sul
versante normativo che su quello tecnico. Sia il legislatore che gli assicuratori devono fare la loro parte
6th R.I.B. Convention
Conclusion
A
fter the interesting speeches of this morning and the eventful debates that have
highlighted the attendees’ interest in our
conference, we are now nearing the end of
these two days of stimulating events.
I have also witnessed with pleasure the cheerful atmosphere that has permeated the conference’s breaks, and
the attention and engagement during the more serious
moments of the interventions. It is in fact true that our
conferences have a dual purpose: the first is that of contributing, with subjects that we believe to be topical, to
the enlargement of the field of analysis and of discussion to all components of the insurance and
reinsurance business; the second, but no less important
aim, is that of contributing to the intensification of relationships, often of friendship, that link us to people
working in this sector whom we meet daily for our
work. I am positive that RIB’s success is based on these
two pillars: those of professionalism and of mutual trust
and respect.
Two attitudes to ART and to the process of transformation of the insurance sector into a more finance-based
industry have surfaced from the interventions, and
maybe even more from the debates. One is highly
open-minded, even supportive of these innovations,
which give us the chance to reinsure some risks and to
open up new horizons for the reinsurance business.
The other is more wary, in some cases diffident, because of the fear of witnessing a distortion of the nature
of the traditional, historically consolidated, role of the
pure reinsurer.
Both opinions are to be respected and taken into consideration. We, for our part, had the objective of being
the means to a discussion without prejudice on a topical theme that deserves to be investigated.
Your active and useful participation has proved us right
in our choice of topic.
For my part, I am still thinking about all the various
opinions I have heard, but I am also already evaluating
topics for next year’s conference, which I would like to
be held again in this splendid setting. Next year’s
theme should probably be that of Catastrophe Risks.
94
ma è indubbio che il comparto della riassicurazione
tradizionale, ma anche di quella finanziaria, dovranno affrontare un compito assai impegnativo. Penso
quindi che nel novembre del prossimo anno lo “stato dell’arte” e la prospettiva di queste coperture
saranno assai attuali. Sin dai prossimi mesi prenderemo contatto con i relatori, che, oltre a possedere,
come è sempre avvenuto in questi anni, una specifica competenza, dovranno appartenere alle varie
componenti professionali che interagiscono nel reperimento delle migliori soluzioni per la copertura
dei rischi catastrofali. Da diverso tempo la RIB sta
dedicando tempo e risorse umane per esaminare e
meglio comprendere le giuste soluzioni e, come
sempre, metterà a disposizione i risultati ai propri
clienti.
Ringrazio i collaboratori della RIB, tutti i relatori e
soprattutto i partecipanti a questo convegno, che
con la loro presenza ne hanno assicurato il felice
svolgimento ed esito.
Arrivederci a tutti al prossimo anno.
During the year 2000, it is probable that the Italian
market will finally see some progress in the work already underway, concerning regulations and technical
aspects of the market. Both legislators and insurers will
have to do their job and the traditional reinsurers will
also, without doubt, have a very demanding task.
I am convinced that by November next year, the “state
of the art” and the prospect of such forms of cover will
be very relevant. During the months to come we’ll contact the speakers. They must be professionals with
specific knowledge of the topic, as has always been the
case for attendees at our conferences, and experts belonging to various professions operating for the
provision of the best solutions for covering catastrophe
risks. RIB has been dedicating time and human resources for quite a while to the evaluation and better
understanding of the best solutions. As usual, we will be
placing our results at our clients’ disposal.
I would like to thank RIB’s team, all the speakers and,
above all, the attendees at this conference. With your
presence, you have ensured the smooth progress of the
meeting and its happy conclusion.
Goodbye, and see you all next year.
6th R.I.B. Convention
95
Guests list
Richard Cross
Alexander Forbes Ltd
Gustavo Mantelli
Allianz Subalpina S.p.A.
Vittorio Levis
Assicurazioni Generali S.p.A.
José Alves
Assicurazioni Generali S.p.A.
Paolo Corti
Assicurazioni Generali S.p.A.
Osvaldo Rosa
Assigeco s.r.l.
Mauro Venier
Assinews
Alessandro Golova Nevsky
Assintel s.r.l.
Riccardo Lamperti
Assitalia - Le Assicurazioni d’Italia S.p.A.
Camillo Caffarena
Axa Global Risks
Roberto Moise
B.N.C. Assicurazioni S.p.A.
Alberto Macchi
Banca Popolare di Novara
Luigi Negri
Camera dei Deputati
Ezio Chiodini
CLUB 3
Andrei Gherghinescu
CNAS National Health Ins. House
Gabriel Ionescu
CNAS National Health Ins. House
Ali Djendi
Compagnie Algerienne d’Assurance
et Reassurances
Cesare Ravara
Credit Suisse
Valentino Lodo
Centro K s.r.l.
Danilo Grillo
Credito Valtellinese
Guglielmo Frinzi
Generala Asigurari S.A.
Giampiero Gelmi
Gruppo Meie Assicurazioni S.p.A.
Romano Rosa
Gruppo Meie Assicurazioni S.p.A.
Gianfranco Giordani
Gruppo Zurigo Assicurazioni
Alberto Mostosi
INA Assitalia
Brendan O’Malley
Interpolis Reinsurance Services Ltd.
6th R.I.B. Convention
Jean Choueiri
JPC Consulting
Bob Brown
KPMG Consulting
Paolo Pascot
KPMG S.p.A.
Vittorio Bianco
Le Assicurazioni di Roma
Andrea Benelli
Lloyd Adriatico
Mauro Nattino
Lloyd Italico Assicurazioni S.p.A.
Dietrich Haeger
Muenchener Rueck Italia S.p.A.
Martin E. Prechtl
Muenchener Rueck Italia S.p.A.
Romano Sardi
Navale Assicurazioni S.p.A.
Philip Small
Nuova MAA Assicurazioni S.p.A.
Erbetta Emanuele
Nuova MAA Assicurazioni S.p.A.
Carlo Spasiano
R.A.S. Riunione Adriatica di Sicurtà S.p.A.
Dean LaPierre
RLI Insurance Co.
Hossam Shiaty
Royal Bank of Canada Insurance
Jeffrey Vannan
Royal Bank of Canada Insurance
Bartolomeo Barberis
S.I.A.T. Società Italiana Assicurazioni
e Riassicurazioni S.p.A.
Leonardo Martorano
SAI - Società Assicuratrice Industriale S.p.A.
Luigi Giudice
Società Cattolica di Assicurazioni
Alessandra Talarico
Sopabroker S.p.A.
Enza Mazzitelli
Sopabroker S.p.A.
Luigi Calabretta
Swiss Re Italia S.p.A.
Mario Mascioli
Swiss Re Italia S.p.A.
Maurice Cox
Swiss Re Italia S.p.A.
Fausto Panzeri
Studio Panzeri & Associati s.r.l.
Antonio Castaldo
Unicover
Giorgio Angrisani
Unicover
Giuseppe Kuncl
Union Flag Insurance Broker s.r.l.
Tommaso Bellone
Vittoria Assicurazioni S.p.A.
John Bithell
Yasuda Kasay
Antonio Rocca
Yasuda Kasay
James Kelly
R.I.B. North America Inc.
Richard Field
R.I.B. North America Inc.
Ravano Luca
M.R. S.r.l. - Gruppo R.I.B. S.p.A.
Emilio Del Vecchio
M.R. S.r.l. - Gruppo R.I.B. S.p.A.
Franco Curioni
R.I.B. S.p.A.
Carlo Faina
R.I.B. S.p.A.
Mirella Boldrini
R.I.B. S.p.A.
Paolo Calderone
R.I.B. S.p.A.
Flavio Avner Hannuna
R.I.B. S.p.A.
Emilio Pasanisi
R.I.B. S.p.A.
Sergio Revello
R.I.B. S.p.A.
Luca Mallamaci
R.I.B. S.p.A.
Alessio Izzo
R.I.B. S.p.A.
Alessandra Ronzoni
R.I.B. S.p.A.
Sergio Vaghetti
R.I.B. S.p.A.
Pinuccia Lambri
R.I.B. S.p.A.
Federica Bergamaschi
R.I.B. S.p.A.
Stefania Vergine
R.I.B. S.p.A.
Eugenio Livraghi
R.I.B. S.p.A.
Maurizio Zanaboni
R.I.B. S.p.A.
Bergamin Nadia
R.I.B. S.p.A.
R.I.B. Reinsurance International Brokers S.p.A.
Corso di Porta Romana 122
20122 Milano - Italy
Telefono: 02/58471.1
Telefax: 02/58471247
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