La gestione delle scorte:
gli strumenti di controllo
Unit Produzione e Tecnologia – Giuseppe Stabilini
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Un quadro di sintesi degli strumenti
• Non è facile definire la struttura di un sistema di
controllo delle scorte poiché nella pratica si
riscontrano approcci tra loro molto diversi in funzione
delle specificità di gestione e di comportamento
organizzativo.
• Gli strumenti più di frequente impiegati ai fini del
controllo delle scorte sono:
– la rotazione delle scorte e la connessa misura del range di
copertura dello stock ;
– le posizione di lenta movimentazione e il magazzino
obsoleto;
– l’analisi ABC.
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Un quadro di sintesi degli strumenti
• Tali elaborazioni forniscono al management un
quadro della situazione delle giacenze attraverso il
quale è possibile soddisfare in modo esaustivo le
principali esigenze legate a:
– controllo logistico, finalizzato alla valutazione degli impatti
delle politiche di pianificazione della produzione e di
gestione delle scorte;
– controllo economico-finanziario, teso alla costante verifica
dell’assorbimento di risorse finanziarie immobilizzate negli
stock, che potrebbero essere altrimenti investite, e
dell’impatto generato dagli oneri finanziari sulla redditività
complessiva dell’impresa.
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La rotazione delle scorte
• Una prima classe di elaborazioni che presenta un
notevole interesse ai fini del controllo riguarda la
determinazione della rotazione delle scorte (inventory
turnover), ovvero il numero di volte in cui il magazzino si è
rinnovato in un determinato intervallo di tempo .
• Il presupposto di fondo dell’indice di rotazione risiede nella
consapevolezza che le materie prime, i semilavorati e i
prodotti finiti devono restare immobilizzati in magazzino il
minor tempo possibile in attesa del loro impiego nei
processi di trasformazione o di vendita, quindi:
– una permanenza troppo lunga è un segnale di una probabile
disfunzione nei fondamentali processi di gestione aziendale;
– viceversa, un’elevata rotazione delle scorte è indice di un impiego
efficiente del capitale immobilizzato nel magazzino, in quanto
minore è la durata del ciclo di investimento/disinvestimento.
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La rotazione delle scorte
• In termini analitici, l’indice di rotazione delle scorte viene
solitamente determinato come rapporto tra la quantità totale
venduta o consumata in un periodo e la giacenza media nel
periodo stesso:
Indice di rotazione delle scorte =
Vendite (consumi) del periodo
Giacenza media del periodo
• Un progressivo aumento dell’indice di rotazione di un articolo
deve essere giudicato favorevolmente in quanto presuppone un
minor fabbisogno di capitali e, quindi, un minore onere in termini
di interessi passivi. Le scorte, infatti, ruotando più velocemente,
restano meno a lungo in magazzino e pertanto immobilizzano
per un tempo minore i capitali investiti.
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La rotazione delle scorte
• L’indice deve essere monitorato costantemente. Inoltre è
consigliabile effettuare delle analisi in ottica sia inter-temporale,
sia inter-aziendale (ovvero confrontandosi con aziende
concorrenti operanti nello stesso settore).
• Gli interventi principali, che possono consentire di aumentare il
numero di rotazioni delle scorte sono:
– concludere contratti con i fornitori che prevedono rigidi termini di
consegna dei materiali acquistati, al fine di ridurre il livello delle
scorte di sicurezza e, quindi, della giacenza media di periodo;
– trasferire al fornitore l’onere connesso al mantenimento della scorta
di sicurezza qualora non sia in grado di rispettare le condizioni
previste per la fornitura;
– accelerare le consegne ai clienti per minimizzare il tempo di
permanenza in magazzino dei prodotti finiti e, di conseguenza,
l’immobilizzo dei capitali.
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L’indice di copertura delle scorte
• Un’elaborazione speculare alla precedente prevede la
determinazione del range di copertura (ovvero della “durata”)
dello stock di un articolo. In sintesi, permette di valutare qual è
stata la capacità delle scorte di magazzino di soddisfare, in
termini temporali, i consumi medi o, secondo un’altra
prospettiva, il numero di giorni di permanenza in magazzino
della giacenza media.
• È possibile ottenere l’indice di copertura dividendo il numero dei
giorni del periodo considerato (generalmente l’anno) per l’indice
di rotazione:
Indice di copertura =
365
Vendite (consumi) di periodo Giacenza media del periodo
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Le posizioni di lenta movimentazione
• Le posizioni di lenta movimentazione sono relative ad
articoli che, ad una certa data, risultano non aver subito
movimenti da un determinato numero di periodi. Tale
elaborazione è utile a supportare la cosiddetta analisi
dello slow-moving, che permette di evidenziare i codici
rimasti quasi immobilizzati all’interno del magazzino.
Quando la mancata movimentazione va oltre una soglia
predefinita dal management, si è in presenza di articoli
ormai obsoleti, che non hanno richiesta né dal mercato,
nel caso di prodotti finiti, né dalla produzione per
alimentare i processi di trasformazione.
• I responsabili logistici devono provvedere alle opportune
azioni di razionalizzazione di tali articoli, in quanto, oltre ai
costi connessi con il capitale immobilizzato, possono
comportare altri oneri accessori (p.e., occupazione spazio
di magazzino, oneri assicurativi etc.).
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La classificazione ABC
• L’analisi ABC si fonda sulla legge di Pareto, secondo cui in
un qualsiasi universo di fattori da sottoporre a controllo, se
ne può distinguere un piccolo numero che ha una grande
influenza in termini di effetti; al contrario, la maggioranza
dei fattori assume un rilievo minore.
• Applicata alla gestione dei magazzini, la legge di Pareto
consente di ripartire lo sforzo direzionale, il tempo e il
denaro impiegati nel processo di controllo in proporzione
all’importanza degli articoli.
• In teoria, tutti i beni tenuti in giacenza andrebbero
controllati singolarmente; nella pratica, soprattutto quando
la numerosità dei codici è elevata, conviene concentrare
l’attenzione su un loro insieme limitato, lasciando a
verifiche meno frequenti e approfondite il controllo di quelli
di minore importanza.
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La classificazione ABC
• La maggiore o minore rilevanza degli articoli può essere
determinata sulla base di considerazioni economiche
(fatturato, margine) o logistiche (peso, volume). Una
modalità molto utilizzata per valutare l’importanza dei
differenti codici è rappresentata dal valore d’impiego. Per
effettuare l’analisi ABC in questa ottica, è necessario:
– identificare il valore unitario "v" e la domanda nell'unità di tempo "D"
per ciascun articolo;
– calcolare per ogni articolo il prodotto D*v, chiamato “valore
d'impiego”;
– ordinare in maniera decrescente il valore d'impiego di tutti gli
articoli;
– percentualizzare i singoli valori rispetto al totale del valore
d'impiego di tutti gli articoli;
– mettere a confronto il valore d'impiego cumulato percentuale degli
articoli (asse Y) con il numero cumulato percentuale degli articoli
tenuti a stock (asse X).
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La classificazione ABC: un esempio
Articolo 1
Articolo 2
Articolo 3
Articolo 4
Articolo 5
Articolo 6
Articolo 7
Articolo 8
Articolo 9
Articolo 10
Valore
unitario (v)
Domanda
(D)
70
105
25
65
25
10
80
46
25
60
15.000
95.000
50.000
6.000
30.000
52.000
110.000
6.000
6.000
7.000
S (Dx v)
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Dxv
1.050.000
9.975.000
1.250.000
390.000
750.000
520.000
8.800.000
276.000
150.000
420.000
23.581.000
[Dxv] /
S
[ (Dxv)]
[Dxv] /
[S(Dxv)]
4,5%
42,3%
5,3%
1,7%
3,2%
2,2%
37,3%
1,2%
0,6%
1,8%
Articolo 2
Articolo 7
Articolo 3
Articolo 1
Articolo 5
Articolo 6
Articolo 10
Articolo 4
Articolo 8
Articolo 9
42,3%
37,3%
5,3%
4,5%
3,2%
2,2%
1,8%
1,7%
1,2%
0,6%
% cumulata
classe
valore totale
42,3%
79,6%
84,9%
89,4%
92,6%
94,8%
96,5%
98,2%
99,4%
100,0%
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A
A
B
B
B
B
C
C
C
C
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La classificazione ABC: la curva di Pareto
% cumulata
valore totale
100%
80%
60%
40%
20%
% cumulata
n°articoli
20%
Classe A
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Classe B
40%
60%
80%
100%
Classe C
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La classificazione ABC: indicazioni gestionali
• La classificazione ABC risulta di fondamentale importanza
ai fini della gestione delle scorte in quanto permette di:
– verificare se il livello di servizio garantito è coerente con
l’importanza attribuita dal mercato a ciascun prodotto. E’
auspicabile, infatti, che i codici di classe A siano caratterizzati da
una superiore performance di servizio, capace di discriminarli da
quelli di classe B e C;
– verificare se le logiche di pianificazione della produzione e di
gestione delle scorte siano adeguate rispetto agli obiettivi di
servizio dichiarati o attesi dal mercato. Anche in questo caso, ci si
aspetta che gli articoli di classe A, nel caso in cui il lead time
interno sia maggiore del tempo concesso dal cliente, vengano
gestiti su previsione con frequenti reintegri nell’ottica di garantire
una costante disponibilità a magazzino; all’estremo opposto, i
codici di classe C dovrebbero essere realizzati solamente su ordine
cliente;
– valutare la necessità di razionalizzare lo stock eliminando parte dei
codici di classe C.
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L’analisi ABC incrociata
• Gli indicatori precedentemente illustrati rappresentano
certamente dei mezzi utili per fornire un quadro di sintesi sulla
gestione di un articolo o di una classe di articoli.
• Tuttavia di recente, grazie anche alle opportunità offerte dai
moderni supporti informatici, è possibile impiegare un ulteriore
strumento: la matrice ABC incrociata valore di consumo-valore
della giacenza.
• Tale matrice si basa sulla classificazione degli articoli a
magazzino secondo i principi dell’analisi ABC precedentemente
illustrata; in particolare, considera congiuntamente due profili di
valutazione:
– il valore del consumo di ogni articolo;
– il relativo valore della giacenza immobilizzata.
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L’analisi ABC incrociata
• La matrice ABC incrociata può essere utilizzata per il
controllo sia dei prodotti finiti mantenuti a stock in
attesa dell’acquisto da parte dei clienti, sia dei
componenti e delle materie prime acquistate per
alimentare il processo di trasformazione:
– nel primo caso (prodotti finiti) il consumo è rappresentato
dalla domanda dell’articolo e, quindi, dalle vendite registrate
nel periodo oggetto dell’analisi;
– nel secondo caso (componenti e materie prime acquistati) è
costituito dalle quantità impiegate nel processo produttivo
nell’arco di tempo considerato.
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La matrice ABC incrociata
• Classificando gli item in base alle loro classi di
consumo e di giacenza è possibile ottenere la seguente
rappresentazione.
Valore di consumo
Valore di giacenza
A
B
C
A
B
C
item AA
item BA
item CA
valore di consumo A
valore di consumo B
valore di consumo C
valore di giacenza A
valore di giacenza A
valore di giacenza A
item AB
item BB
item CB
valore di consumo A
valore di consumo B
valore di consumo C
valore di giacenza B
valore di giacenza B
valore di giacenza B
item AC
item BC
item CC
valore di consumo A
valore di consumo B
valore di consumo C
valore di giacenza C
valore di giacenza C
valore di giacenza C
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La matrice ABC incrociata: alcune indicazioni
• Dall’analisi
indicazioni:
della
matrice
si
possono
trarre
utili
– articoli AA, BB, CC: la loro situazione è
"equilibrata", dato che abbinano la stessa
rilevanza per fatturato e livello della giacenza. In
questa diagonale si dovrebbero collocare la
maggioranza degli articoli del magazzino;
– articoli AB, AC, BC: sono gestiti meglio della
media, poichè sono più importanti per quel che
riguarda il fatturato che non per l'ammontare delle
loro stesse giacenze. La classe eccellente è
quella AC, dove un elevato fatturato è generato
con un minimo sforzo di stock;
– articoli BA, CA, CB: pur gravando in maniera
considerevole sull'ammontare complessivo delle
scorte, non generano un ritorno paragonabile in
termini di fatturato. La classe CA, pertanto, è la
peggiore.
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La matrice ABC incrociata: alcune indicazioni
• E' evidente, tuttavia, che qualunque giudizio di valore
sulla coerenza "fatturato-scorte" non può prescindere
dal livello di servizio garantito per ciascun item. In
altri termini, bisogna anche verificare le performance
che stanno dietro ai valori evidenziati dall'analisi
incrociata. Ad esempio, se un bene di classe A in
quanto a fatturato è, per la sua giacenza media, di
classe C solo perché ci sono frequenti fuori scorta,
evidentemente non può essere considerato un item
gestito in maniera eccellente.
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La matrice ABC incrociata: alcune indicazioni
• In un’ottica dinamica l’analisi ABC incrociata offre
diversi spunti:
– i prodotti AA meritano degli sforzi particolari per
ridurne il livello delle giacenze. Anche piccoli
miglioramenti di volume possono manifestare
effetti particolarmente positivi in termini monetari;
– gli articoli AC sono ragionevolmente gestiti in
modo eccellente; tipicamente in questo quadrante
si ritrovano gli item gestiti secondo le logiche JIT o
gli item che vengono prodotti/acquistati su ordine.
È importante in questo quadrante monitorare
attentamente eventuali situazioni di fuori scorta
che possono modificare sensibilmente il giudizio
positivo emerso dal posizionamento dell’articolo in
questo quadrante. Talvolta, infatti, l’appartenenza
alla classe C di giacenza si giustifica non tanto in
virtù di una oculata gestione dell’articolo, bensì in
relazione ai frequenti stock-out che lo
caratterizzano.
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La matrice ABC incrociata: alcune indicazioni
– gli item CA generano oneri finanziari non
giustificati da una pari importanza commerciale,
quindi richiedono una significativa riduzione degli
stock (p.e. tramite attività promozionali mirate,
sconti, etc.). Vanno segnalate le eventuali
eccezioni: articoli di recente introduzione; articoli
utilizzati come ricambi che, dovendo soddisfare
specifiche logiche di servizio, possono ammettere
livelli di scorta più elevati;
– gli articoli CC, sebbene non incidano molto sullo
stock, determinano ugualmente significativi oneri
di gestione, legati alle procedure di inventario,
all’occupazione di spazi, a costo assicurativi etc. è
necessario, pertanto, procedere all’eliminazione
dei codici obsoleti presenti in questo quadrante.
Le uniche eccezioni dovrebbero riguardare
eventuali
articoli
la
cui
offerta
risulta
complementare alla vendita dei prodotti di classe A
e articoli di nicchia realizzati su commessa per
specifici clienti.
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La matrice ABC incrociata: alcune indicazioni
– le rimanenti cinque classi, invece, non si prestano
alla deduzione di indicazioni univoche, dato che
rappresentano situazioni intermedie. Valgono per
esse le indicazioni già viste: si deve mirare ad una
riduzione degli stock per le classi con un livello di
scorte troppo elevato per la rilevanza che offrono
in termini di fatturato. Per gli articoli già ben gestiti,
invece, bisogna solo accertare che il relativamente
basso livello delle giacenze non comporti frequenti
fuori scorta.
 Tutti i risultati di queste analisi rivestono un’utilità
elevata se ripetuti e quindi confrontati fra loro a
intervalli di tempo regolare, perché questo
permette di seguire costantemente l'evoluzione
del ciclo di vita dei codici impiegati in azienda e,
di conseguenza, di adattare di volta in volta la
loro gestione a seconda della situazione (classe)
in cui si trovano.
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Il servizio: i profili di prestazione
Analizzando la dimensione del servizio nel suo complesso, è
possibile riconoscere differenti profili di prestazione:
 disponibilità, intesa quale garanzia di adeguata copertura
inventariale, a fronte di richieste interne, provenienti dagli enti
utilizzatori, di materiali, componenti e semilavorati, o esterne,
provenienti dal mercato, di prodotti finiti e ricambi;
 tempestività, o velocità, quantificata dall'estensione dell'intervallo
temporale intercorrente tra la data di emissione dell'ordine e quella in
cui il cliente ottiene la disponibilità della merce;
 affidabilità, o puntualità, misurata in termini di scostamento temporale
rispetto ad una data di consegna prevista o concordata;
Ciascuno di essi può essere determinato quantitativamente.
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Il servizio: la disponibilità
La disponibilità viene fortemente influenzata dalle
prestazioni del magazzino e può essere
conseguentemente misurata da indici espressivi della
percentuale di inevasi, dell'incidenza e persistenza di
stock-out o della completezza dell'ordine.
Percentual e inevasi =
Numero ordini inevasi
 100
Numero totale ordini
Percentual e domanda media inevasa =
Incidenza di stockout =
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Numero unità inevase
 100
Numero totale unità
Numero articoli o periodi in stockout
 100
Numero totale articoli o periodi
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Il servizio: la disponibilità
Persistenz a di stockout =
Totale giorni di stockout
 100
Numero totale giorni
Completezz a consegna
(1)
=
Numero righe d' ordine evase in prima consegna
 100
Numero totale righe d' ordine
Completezz a consegna
(2)
=
Valore prima consegna
 100
Valore totale ordini
Completezz a consegna
(3)
= Numero di consegne per evasione ordine
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Il servizio: la tempestività e l’affidabilità
Le misure della tempestività sono volte ad apprezzare la
sollecitudine delle consegne,
quelle dell'affidabilità tengono conto dei ritardi medi o
della varianza dei tempi di consegna.
Tempestivi tà consegna (1) =
(Data prima consegna - data ordine)
Numero totale ordini
Tempestivi tà consegna (2) =
Numero di ordini evasi in x giorni
 100
Numero totale ordini
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Il servizio: la tempestività e l’affidabilità
Affidabilità consegna (1) =
(Data prima consegna - data concordata )
Numero totale ordini
Affidabilità consegna (2) =
Numero di ordini evasi in ritardo
 100
Numero totale ordini
Affidabilità consegna (3) = Varianza dei tempi di consegna
Flessibilità consegna (1) = Giorni di anticipo minimi per accettazio ne variazioni
Flessibilità consegna (2) = Margini di variazione ammessi rispetto ai tempi concordati
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