Progetti
Elisabetta Pieri
Il progetto e l’autonomia del segno
“Modificare l’esistente anziché cambiarlo radicalmente si rivela l’obiettivo
principale della nostra architettura:
come il commento ad un testo già
scritto, il progetto deve collaborare
con i segni che definiscono l’ambiente
fisico per sottolineare il carattere definito del nostro paesaggio, per tramandarne l’immagine ormai per sempre
irreversibile. Progettare a Poggio a
Caiano significa allora, se la premessa è
condivisibile, rivelare le geometrie implicite, aiutando il ‘testo’ stratificato a
conquistare nuove coerenze, a cercare
inedite amplificazioni”.(1)
franco purini
Ricostruire modificando
le Scuderie Medicee
di Poggio a Caiano
L’edificio delle Scuderie in un’immagine della fine
del XVI secolo (lunetta di Giusto Utens): si nota il
ponte di collegamento con il giardino della Villa,
sovrastante l’antica via pratese.
Nella pagina a fianco:
la teoria di colonne che caratterizzano
le stalle al piano terra,
in un’immagine precedente
l’intervento (foto di
Alberto Muciaccia).
Con questa premessa, Franco Purini si
dispone al confronto con la storica fabbrica delle Scuderie Medicee (ed inevitabilmente col più vasto e complesso sistema della villa del Poggio e del circostante territorio), traducendo una necessità, quella di ridare vita ad un’architettura che non può più convivere con
le destinazioni d’uso storicamente proprie, con una decisa volontà espressiva:
dimostrare la compatibilità linguistica
tra ordine e disordine, rigore e libertà,
geometria e decostruzione,e,dunque,la
convivenza, forzata quanto contemporanea, di storia e vicende, maniera e intemperanza, nelle scelte formali come
nelle soluzioni tecniche.
Emblematica di tale atteggiamento, la
soluzione progettuale dei lacerti mancanti all’edificio, le coperture ed i solai
crollati a seguito di un incendio già nel
1978: queste assenze non sono state ripristinate in forme e materiali analoghi
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(le volte in mattoni, il pavimento in
campigiane, il tetto a capriate lignee ed
il manto in coppi e tegole), bensì trasformate in altro, con una scelta che
pone dialetticamente il tema della differenza e dell’identità; nella nuova costruzione,il modulo metrico-materico della
fabbrica cinquecentesca lascia così il posto ad un volume che si distingue dal
circostante nel profilo, nella muratura,
nel ritmo e negli elementi costituenti,
introducendo inedite trasparenze.
Le vicende della fabbrica medicea
L’edificio delle Scuderie nasce,(2) sul
modello delle stalle fiorentine di San
Marco, come annesso di servizio di una
delle più importanti residenze suburbane rinascimentali, la Villa del Poggio a
Caiano,edificata sul finire del XV secolo
da Giuliano da Sangallo per Lorenzo il
Magnifico. La localizzazione e la rilevante dimensione sono conseguenti il
ruolo gerarchicamente dominante della
villa,divenuta durante il Cinquecento la
preferita tra le dimore di campagna medicee: le Scuderie si attestano infatti sul
versante orientale dei bastioni del giardino ed in prossimità dell’innesto di due
importanti assi viari (le strade per Pistoia
e Prato), assumendo il ruolo di infrastruttura a servizio dei molti viaggiatori
ospiti della Villa.
Risultato di una progettazione in due
fasi ad opera di Baccio Bigio (15161521) e del Tribolo (1548), la fabbrica
delle Scuderie presenta un marcato sviluppo longitudinale (108 x 31 metri),
caratterizzato al piano terra da stalle “divise in due corsi con le colonne[…],con
loro ricetto di verso la strada maestra che
va a Fiorenza e con un dormitorio di
camere sopra dette stalle”.(3) Tale impianto, che rimanda palesemente all’architettura religiosa, è caratterizzato dalla
marcata differenziazione dei due piani
(teoria di colonne di ordine toscano a
scandire le sei navate, al piano terra;
grande corridoio centrale di distribuzione alle cellule degli appartamenti per
gli inservienti,al piano superiore) e dalla
semplice ma efficace connotazione dei
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PROGETTI
due fronti basilicali, ambedue con
un’ampia finestra crociata al centro.
Compatibilmente con la funzione di
annesso di servizio, l’edificio presenta
una semplice muratura in pietrame e
mattoni,provenienti dalla vicina fornace
di proprietà medicea sul fiume Ombrone, lasciati a vista solo in corrispondenza dei cantonali e dell’archivolto dei
due portali del fronte posteriore; in pietra serena sono invece le colonne del
Il tetto prima del recupero: in successione, dall’alto
in basso, la copertura della galleria, degli appartamenti e dei canili (foto di Damiano Letizia).
doppio impianto a tre navate e le cornici di porte e finestre.
Agli esordi del Seicento le Scuderie conoscono un importante ampliamento, le
cui fasi sono ‘fotografate’ in due celebri
immagini d’epoca: se nella lunetta di
Giusto Utens l’edificio è colto nel suo
impianto tardocinquecentesco rigorosamente simmetrico,la veduta di Giuseppe
Zocchi del 1744 mostra chiaramente il
nuovo corpo adibito a canili sulla via
Pratese,più basso rispetto alla navata minore, risultato della giustapposizione di
13 stanze di uguale dimensione.
Il declino dell’edificio inizia già a partire
dal XVIII secolo, quando i tecnici segnalano problemi statici e cattiva manutenzione, e si acuisce in concomitanza
con la variazione di destinazione d’uso
(a partire dal 1918 le stalle sono trasformate in laboratori artigiani e le stanze
dei cavalleggeri al primo piano in appartamenti).Il crollo del solaio di alcune
campate del piano terra e di una parte
della copertura dei canili, sancisce l’abbandono definitivo dell’edificio e dà il
via alla vicenda del recupero e della rifunzionalizzazione.
Una nuova infrastruttura per il territorio Un concorso ad inviti, espletato in
due diverse fasi, definisce la nuova vocazione delle Scuderie,destinate a divenire
un centro culturale e di servizi di riferimento per l’intera provincia pratese,
dove troveranno sede un museo, spazi
per attività culturale, didattica e formativa ed una foresteria.
Dopo alcune soluzioni preliminari, tra le
quali appare particolarmente suggestiva la
scelta di sostituire la porzione mancante
delle Scuderie con un segno quadrato a
scala territoriale che ricompone la perduta unità del sistema villa – giardino –
parco,il progetto definitivo prende corpo
partendo da due assunti fondamentali:intervenire sull’edificio storico senza forzare
la sua natura oltre i limiti fisiologici, operando dunque per addizioni più che per
completamenti,e mantenere la chiara differenziazione tipologica ed architettonica
delle Scuderie, conferendole una nuova
vitalità.Ai tre nuclei delle stalle, dei canili
e della galleria sono, pertanto, attribuite
diverse destinazioni: nelle scuderie trova
spazio il centro congressuale con sale
espositive ed area meeting; nei canili i locali tecnici e di servizio;al piano primo la
struttura residenziale, dove l’asse distributivo della galleria longitudinale è conservato nella funzione e nell’impianto.A tale
triplice sistema si aggiunge,a chiusura del
lato settentrionale del lotto ed in palese
autonomia linguistica rispetto all’edificio
storico, il nuovo corpo della grande sala
conferenze (240 posti) e dei locali tecnici.
Il progetto di recupero si articola in due
interventi distinti: il consolidamento
strutturale dell’antica fabbrica, dettato
dal degrado e dalla fragilità del sistema
costruttivo (fragilità manifestatasi sin dagli esordi della costruzione), e le integrazioni architettoniche necessarie alla
rifunzionalizzazione.
Nel progetto di Purini, queste ultime si
traducono in segni forti, sia a livello ar-
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chitettonico che urbano,e dissonanti.Le
parti mancanti del corpo delle Scuderie
e dei canili vengono costruite, e non ricostruite, a creare oggetti spaziali del
tutto indipendenti, nelle forme e nei
materiali, e si impongono allo sguardo
come immediatamente riconoscibili:un
grande lucernario vetrato segnala, nell’omogenea copertura a coppi e tegole,
la presenza di una struttura in vetro e cemento ed uno stereometrico volume
intonacato (una ‘lama’di 28,8 x 3,6 metri)
si giustappone al fronte orientale, distanziato dalla muratura delle scuderie
tramite un nastro vetrato.
Le volte crollate in seguito all’incendio,
corrispondenti alla galleria del primo
piano, sono sostituite con un solaio in
acciaio e vetro, e le corrispondenti colonne della navata lasciano il posto ad un
telaio in cemento e vetro, con una voluta traslazione, decisamente disorientante, del modulo delle originarie campate. Questa gabbia vetrata, che ospita le
scale di collegamento tra i due livelli
delle scuderie e della galleria, penetra
dunque nel cuore della navata con un
violento fascio di luce trasversale (all’insegna di quel “razionalismo visionario”
di matrice piranesiana che contraddi-
La galleria del primo piano (foto di Laura Albano).
Il fronte principale delle Scuderie a recupero pressoché ultimato (foto di Laura
Albano).
Il tetto delle Scuderie visto dal giardino della Villa. Al centro il taglio del
lucernario corrispondente al vano scale (foto di Laura Albano).
4
1
5
3
2
5
8
7
6
8
9
Progetto generale: pianta del piano terra.
3.
4.
5.
6.
Legenda:
1. atrio
2. area esposizioni temporanee
sezione museale didattica
3
1
7. bar
8. cucina
9. dispensa
area meeting
area congressi
sala conferenze
disimpegno
4
2
7
5
6
Progetto generale: pianta del piano primo.
Legenda:
1. locale di servizio
2. guardaroba
6. locale impianti
7. saletta traduttori proiezioni
8. sala conferenze
3. sala di lettura
4. ufficio
5. reception
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PROGETTI
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Particolare del fronte orientale: il volume aggettante dei servizi.
L’atrio del nuovo auditorium.
Collegamento tra l’aula del piano terreno e la galleria superiore.
Il nuovo fronte delle Scuderie sulla strada Pratese.
stingue la ricerca di Purini),(4) introducendo nuove valenze oblique nell’architettura degli spazi longitudinali.
Sempre all’insegna dell’addizione,e non
del completamento, è da considerare
anche la soluzione degli impianti per il
piano terra, alloggiati in moduli metallici a torretta,che,da una parte,risponde
alla necessità di non indebolire le murature tramite tracce e, dall’altra, aggiunge
nuovi segni dialettici, metallici e stereometrici, a quelli delle colonne delle
campate. Se l’interno dell’edificio è caratterizzato dall’autonomia formale e tipologica dei due livelli delle Scuderie e
della galleria, l’esterno si connota per
l’elemento unificante della copertura, il
cui manto si impone nel paesaggio urbano, sia nella vista da strada che in
quella dal giardino della Villa.
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Ma il tetto è, in questo caso, importante
elemento spaziale e compositivo anche
per l’interno: la galleria centrale, giustamente non frammentata dal progettista, si
presenta infatti come una vera e propria
strada interna, sulla quale si aprono con
semplice regolarità le porte di accesso alle
residenze, riorganizzate secondo 3 diverse
tipologie;questo suggestivo percorso longitudinale, profondo 108 metri e largo
Sezione prospettica del complesso.
Piano primo: particolare della ‘gabbia’ vetrata del vano scale.
Piano primo: veduta della galleria con il lucernario.
Fronte principale: la bussola vetrata di ingresso alla sala conferenze.
6,30,con un’altezza al colmo di 9,30 metri, è caratterizzato dalla semplice matericità degli elementi strutturali e di rivestimento. Semplicità e complessità, innovazione e tradizione:dialogando con i contrari, Purini propone un recupero, problematico e certo non necessariamente
condivisibile, che provocatoriamente
gioca sui contrasti, così da enfatizzare e
rendere autonomi i segni della storia. ¶
Note
Scheda tecnica
1. Franco Purini e collaboratori, Relazione di
progetto, 1998.
2. Sulla storia delle Scuderie si veda F. Gurrieri,
D. Lamberini, Le scuderie della Villa Medicea di
Poggio a Caiano, Prato, 1980.
3. Documento di Cosimo I dei Medici del 1
giugno 1568, riportato in Le scuderie della Villa
Medicea di Poggio a Caiano, cit, p.17.
4. Sul tema si veda F. Purini, Sette paesaggi,
“Quaderni di Lotus”, Milano, 1989.
Progetto:
I disegni sono di Simona De Giuli.
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PROGETTI
Franco Purini
Francesco Barbagli
Piero Baroni
(coll. Cecilia Bocconi)
Strutture:
Carlo Blasi
(coll. Susanna Carfagni)
Impianti:
C.M.Z Associati
Impresa:
Spinosa Costruzioni Generali
Committente: Comune di Poggio a Caiano
Finanziamento: Unione Europea, Comune
di Poggio a Caiano, Provincia
di Prato
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Ricostruire modificando le Scuderie Medicee di Poggio a Caiano