Scheda informativa
OSTEOPOROSI
Che cos'è l'osteoporosi?
L'osteoporosi è una malattia caratterizzata da una eccessiva perdita di calcio dallo scheletro,
che indebolisce la struttura interna delle ossa e le rende più fragili e a rischio fratture.
La forma più comune è l'osteoporosi post-menopausa o senile, che in Italia colpisce circa una
donna su quattro dopo i 50 anni e un uomo su otto dopo i 65 anni.
Uno dei problemi dell'osteoporosi è che molte persone possono averla per anni senza saperlo,
perché essa in genere non da né dolori né altri disturbi.
A volte, purtroppo, il primo segno è una frattura inaspettata, per una banale caduta o per aver
sollevato un peso.
Il nostro osso
Ogni osso ha una struttura esterna densa e robusta (osso compatto) e una struttura interna di
aspetto spugnoso (osso trabecolare).
Come la pelle o i muscoli, l'osso è un tessuto vivo, ma si distingue dagli altri perché contiene una
grande quantità di minerali (sali di calcio).
Ed è proprio il calcio che lo rende solido e robusto, capace di sostenere il peso del corpo e di
resistere agli urti.
Se le ossa si impoveriscono di calcio, come succede nell'osteoporosi, diventano fragili e si
possono rompere anche per lievi traumi.
La vita dell'osso
L'osso si rinnova poco a poco ogni giorno.
Questo rinnovamento, detto rimodellamento osseo, avviene grazie al lavoro delle cellule ossee:
alcune cellule, chiamate osteoclasti, distruggono l'osso "vecchio" o danneggiato (fase di
riassorbimento) e altre cellule, chiamate osteoblasti, ricostruiscono osso nuovo (fase di
formazione).
Nella prima fase della vita, la formazione di osso prevale di gran lunga sul riassorbimento, e lo
scheletro cresce.
Quando la crescita è finita, si dice che si è raggiunto il picco di massa ossea, cioè il livello più
alto di calcio accumulato nell'osso.
C.M.R. - Centro Medico Riabilitativo S.r.l.
Schio – Via S.G. Bosco 24/26 - Telefono: 0445.521277 – Direttore Sanitario Dr. Giorgio Zanarella
Trissino – Viale dell’Industria 76 - Telefono: 0445.490762 – Direttore Sanitario Dr.ssa Maria Martini
Valdagno – Via 7 Martiri 177 - Telefono: 0445.401542 – Direttore Sanitario Dr.ssa Maria Martini
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Nell'età adulta, riassorbimento e formazione si equivalgono: l'osso non cresce né perde calcio.
Da anziani, la distruzione di osso vecchio tende a superare la capacità di ricostruire osso nuovo.
L'osso comincia, quindi, a perdere calcio fino a quando, al disotto di un certo livello di massa
ossea, si parla prima di osteopenia e poi di osteoporosi (i due gradi - rispettivamente meno e
più grave - di perdita di calcio).
È intuitivo che, maggiore è il picco di massa ossea raggiunto al termine della crescita, più tardi si
arriverà, se mai si arriverà, all'osteoporosi.
Tutte le misure che aiutano a sviluppare un alto picco di massa ossea, aiutano nella
prevenzione dell'osteoporosi.
Come si scopre l'osteoporosi?
Abbiamo già detto che l'osteoporosi nelle sue fasi iniziali non da nessun segno di sé (malattia
silenziosa).
Se non ci si pensa, può andare avanti finché l'osso è molto indebolito e improvvisamente arriva
una frattura.
Non c'è bisogno di spiegare quanto le fratture, specialmente quelle vertebrali o di femore,
possano influire negativamente sulla qualità della vita.
Ovviamente l'osteoporosi non causa necessariamente fratture, ma solo aumenta il rischio di
rompersi un osso per traumi banali.
Si cade mettendo le mani avanti e ci si rompe un polso. Ci si piega sulla schiena per sollevare
un peso e si schiaccia una vertebra. Le fratture più gravi sono quelle di femore, che richiedono
praticamente sempre un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione.
Per valutare la situazione dell'osso e, in particolare, per scoprire precocemente un'osteopenia o
un osteoporosi, l'esame migliore è la mineralometria ossea (MOC), che misura la massa minerale
ossea.
Ripetuta ad intervalli di 18-24 mesi, la MOC è utile anche per seguire l'evoluzione della malattia
e la risposta alla terapia.
I principali fattori di rischio dell'osteoporosi
- Età superiore ai 65 anni
- storia familiare di fratture da osteoporosi
- menopausa precoce (prima dei 45 anni)
- malattie endocrine (es. amenorrea, ipogonadismo, ipertiroidismo, sindrome di Cushing,
iperprolattinemia)
- malassorbimento intestinale (es. celiachia, morbo di Crohn)
- insufficienza renale cronica e altre malattie renali
- malattie infiammatorie croniche (artrite reumatoide, connettiviti sistemiche)
- anoressia nervosa
- basso consumo di cibi ricchi di calcio (latticini)
- scarsa attività fisica
- costituzione magra e minuta
- terapie croniche con corticosteroidi, antiepilettici, eparina, immunosopressori, ecc.
- consumo eccessivo di alcool, tabacco, caffè.
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Prevenire l'osteoporosi
Ideale sarebbe iniziare la prevenzione da giovani, ma ovviamente qualunque età va bene.
Le regole principali sono tre:
1) alimentazione ricca di calcio (dopo i 50 anni, indicativamente 1000-1200 mg di calcio al
giorno).
Le fonti migliori di calcio sono latte e yogurt (anche magri) e formaggi (per chi li può mangiare).
2) moderata ma regolare attività fisica: camminare di buon passo mezz'ora al giorno mantiene
sano e forte il nostro osso, costretto a "portarsi in giro" il peso del corpo.
3) assicurarsi di avere abbastanza vitamina D, che serve ad assorbire bene il calcio nell'intestino
e a fissarlo nell'osso.
La vitamina D normalmente si forma nella pelle per azione dei raggi solari: per cui, vita all'aria
aperta e pelle un po' scoperta nella bella stagione.
Gli anziani spesso hanno bisogno di supplementi di vitamina D.
La prescrizione a carico del Servizio Sanitario Nazionale è limitata alle seguenti condizioni di
rischio:
- soggetti di età superiore a 50 anni in cui sia previsto un trattamento maggiore di 3 mesi con
dosi maggiori a 5mg/die di prednisone o dosi equivalenti di altri corticosteroidi;
- soggetti con pregresse fratture osteoporotiche vertebrali o del femore;
- soggetti di età superiore a 50 anni con valori diT-score della BDM femorale o ultrasonografica
del calcagno inferiore a -4 (o inferiore a -5 per ultrasuoni falangi);
- soggetti di età superiore a 50 anni con valori diT-score della BDM femorale o ultrasonografica
del calcagno inferiore -3 (o inferiore -4 per ultrasuoni falangi) e con almeno uno dei seguenti
fattori di rischio aggiuntivi:
- storia familiare di fratture vertebrali;
- artrite reumatoide e altre connettiviti;
- pregressa fattura osteoporotica al polso;
- menopausa prima di45 annidi età;
- terapia cortisonica cronica.
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Cosa fare se si ha l'osteoporosi?
Oggi esistono farmaci efficaci, capaci di contrastare la progressione dell'osteoporosi e ridurre
significativamente il rischio di fratture.
Fra i farmaci disponibili, ricordiamo:
- per i malati di ambo i sessi, i bisfosfonati, che riducono il riassorbimento osseo;
- per le donne in menopausa, il ranelato di stronzio, che agisce sia riducendo il riassorbimento
che stimolando la formazione ossea; si possono anche usare estrogeni e SERM (raloxifene).
In caso di nuove fratture durante la terapia con altri farmaci sono prescrivibili anche
teriparatide e ormone paratiroideo.
Ovviamente tutti questi farmaci devono essere prescritti dal medico ed usati secondo le
indicazioni date.
I farmaci da soli non sono però sufficienti: si devono sempre seguire le tre regole della
prevenzione (calcio, vitamina D e attività fisica).
Se il medico lo ritiene necessario, si possono usare supplementi di calcio e supplementi di calcio
e vitamina D.
Per informazioni e approfondimenti:
- consultate il sito www.centromedicocmr.it
- rivolgetevi direttamente a uno dei Centri o telefonate ai centralini delle segreterie.
Materiale informativo a cura dello Staff Medico del C.M.R. - riproduzione riservata.
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