L’Istria nella guerra fredda
Tappe storiche:
• 1919: Trieste e Istria diventano italiane
(eccetto Fiume).
• 10 giugno ‘40: l’Italia entra in guerra a
fianco della Germania nazista.
• 17 aprile ‘41: la Jugoslavia viene
spartita tra i vincitori: l’Italia ottiene
Slovenia meridionale, litorale dalmato e
isole croate.
• 7 luglio ’42: viene aperto il campo di
concentramento di Rab/Arbe.
• 8 settembre ‘43: l’Italia firma
l’armistizio con gli alleati: l’Alto Adriatico
viene occupato dalla Germania (Trieste,
Pola, Fiume, Lubjiana, etc).
• 13 settembre ‘43: il movimento di
resistenza Jugoslavo proclama
l’annessione dell’Istria e di Fiume alla
Croazia: si assiste alla prima fase delle
violenze di massa (foibe).
• 24 maggio ’45: inizia l’esodo di massa
della comunità italiana di Fiume.
• 9 giugno ’45: accordo che delimita le zone di
occupazione tra jugoslavi e anglo-americani: la Zona
A, ad ovest di Trieste, affidata agli Alleati; Zona B ad
est , viene assegnata alla Jugoslavia.
• 10 febbraio ‘47: si firma il Trattato di pace a Parigi
che sancisce il nuovo confine fra Italia e Jugoslavia.
Inoltre l’area di Trieste viene divisa in due parti:
Zona A con amministrazione
anglo-americana;
Zona B jugoslava.
• 1948: 88% degli abitanti di Pola lasciano la città.
• 5 ottobre ’54: firma a Londra dell’accordo per il
ritorno di Trieste all’Italia.
• 26 Ottobre ‘54: Trieste è lasciata agli italiani.
• 10 Novembre ‘75: Firma del Trattato di Osimo.
Trieste diventa ufficialmente italiana, ma la Zona B
del Friuli diventa Jugoslava.
• 25 Giugno ‘91: Slovenia e Croazia si dichiarano
indipendenti.
• 15 Gennaio 1992: l'Italia riconosce i due nuovi
stati.
L’Istria
Pirano
Fiume
Trieste
L’Istria è la più grande penisola
del Mar Adriatico. Il nome
deriverebbe dall'antico popolo
degli Istri o dal latino Hister,
cioè Danubio, a indicarla come
regione del confine danubiano.
Anche se politicamente spartita
tra Slovenia, Croazia, e in minima parte Italia, la maggior
parte dell'Istria appartiene alla Croazia. Una piccola parte,
che comprende le città costiere
di Izola, Portorož,
Piran e Koper, rientra invece
nel territorio della Slovenia.
Una parte minima della penisola limitata ai territori del
comune di Muggia e di San
Dorligo della Valle si trova
in territorio italiano.
Rinomate per il turismo sono le
città dell’Istria, sia per la loro
posizione che per i resti storici
che, risalenti al periodo romano
e veneziano, le rendono particolarmente ricche di fascino.
Rovigno
Pola
La Guerra Fredda
La Conferenza di Pace tenutasi a Parigi fra luglio e ottobre 1946 si svolse in un clima difficile: i
vincitori non trovarono un accordo sulla sistemazione della Germania ed era evidente che l’Europa
andava verso la netta divisione in sfere di influenze tra due superpotenze. L’Unione sovietica si
intrometteva nella politica interna dei Paesi liberati dall’Armata Rossa e formava un fronte di stati
satelliti retti dalle cosiddette “democrazie popolari”. Stalin costituiva in Europa orientale regimi
totalitari fondati sui partiti comunisti locali e direttamente dipendenti da Mosca. I governi dell’Europa
occidentale appoggiavano invece gli Stati Uniti, per cui si vennero a creare due blocchi contrapposti
di paesi nemici. In un clima di crescente tensione internazionale nacque la Guerra Fredda: da quel
momento e per lunghi decenni pur non sfociando in diretto combattimento armato fra le due
superpotenze, il conflitto fra ideologie avversarie avrebbe tenuto prigionieri i popoli e gli stati.
Dagli anni ‘70 in poi le due superpotenze iniziarono un graduale processo di disarmo. Solo in alcune
occasioni la tensione tra i due schieramenti prese la forma di conflitti armati, come la guerra di Corea,
Le guerre in Africa, la Guerra del Vietnam, l'invasione sovietica dell'Afghanistan e gli scontri in centro
America. Il simbolo caratteristico di questa guerra fu il muro di Berlino che separava fisicamente i due
blocchi e la cui caduta segnò la fine vera e propria del conflitto.
Accordi internazionali
Trattato di Parigi (1947)
Il 10 febbraio 1947, le potenze che parteciparono al secondo conflitto mondiale firmarono il Trattato di
Parigi, un accordo di pace che stabilì, oltre ai risarcimenti che ogni stato era tenuto a pagare per i danni
di guerra, i nuovi confini territoriali. Il provvedimento che regolava i territori che l’italia doveva cedere alla
Jugoslavia citava la città di Fiume, il territorio di Zara, le isole di Lagosta e Pelagosa, gran parte
dell'Istria, del Carso triestino e goriziano, e l'alta valle dell'Isonzo.
Article 3:
La frontière entre l’Italie et la Yougoslavie sera déterminée comme il suit :
La nouvelle frontière suit une ligne partant du point de jonction des frontières de l’Autriche, de l’Italie
et de la Yougoslavie, telles qu’elles étaient au 1er janvier 1938, et suivant vers le sud la frontière de
1938 entre la Yougoslavie et l’Italie jusqu’au point de jonction de cette frontière et de la limite
administrative séparant les provinces italiennes du Frioul (Udine) et de Gorizia .
Article 22:
La frontière entre la Yougoslavie et le Territoire Libre de Trieste sera fixée comme il suit :
La nouvelle frontière part d’un point situé sur la limite administrative séparant les provinces de Gorizia
et de Trieste, à environ 2 km. au nord-est du village de San Giovanni et à environ 0,5 km. au nordouest de la cote 208 et qui constitue le point commun aux frontières de la Yougoslavie, de l’Italie et du
Territoire Libre de Trieste.
Trattato di Osimo (1975)
Gli accordi territoriali iniziati nel 1947 con il Trattato di
Parigi ebbero termine il 10 novembre 1975 con la
cessione da parte dell’Italia della Zona B dell’ex territorio
libero di Trieste (ovvero la parte dell’Istria rimasta italiana
dopo il 1947).
Articolo 1:
La frontiera tra la Repubblica Italiana e la Repubblica
Socialista Federativa di Jugoslavia, per la parte che
non è indicata come tale nel trattato di Pace con l'Italia
del 10 febbraio 1947, è descritta nel testo di cui
all'Allegato I e tracciata sulla carta di cui all'Allegato II
del presente trattato.
Articolo 3:
La cittadinanza delle persone che alla data del 10
giugno 1940 erano cittadini italiani ed avevano la loro
residenza permanente sul territorio di cui all'articolo 21
del Trattato di Pace con l'Italia del 10 febbraio 1947,
come pure la cittadinanza dei loro discendenti, nati
dopo il 10 giugno 1940, è regolata rispettivamente
dalla Legge dell'una o dell'altra delle Parti, a seconda
che la residenza delle suddette persone al momento
dell'entrata in vigore del presente Trattato si trovi nel
territorio dell'una o dell'altra delle Parti.
La slavizzazione
Provvedimenti della slavizzazione:
• Tutti i civili tra i 18 e i 45 anni furono mobilitati e costretti a vestire la divisa iugoslava di
soldato semplice.
• Tutte le targhe delle strade, i Leoni dalmati e ogni segno di italianità fu asportato, come
le insegne dei negozi.
• Furono bruciati i libri dell'Archivio del Comune italiano;
• Le poche case degli italiani rimaste vennero requisite e attuate rappresaglie contro tutti
coloro che si erano rivolti ai militari inglesi.
• La lira venne sostituita con la kuna.
• Le autorità slave incamerarono circa 5 milioni di lire della Banca d'Italia, un milione e
mezzo del Comune, tutti i valori bollati e i vaglia dell'Intendenza di Finanza, i beni
principali di numerose ditte italiane.
• La popolazione civile venne lasciata senza protezione e approvvigionamenti.
• La lingua serbo-croata venne dichiarata lingua ufficiale.
• Tutti gli impiegati italiani furono licenziati e sostituiti con cittadini jugoslavi.
• Fu emanato un ordine in base al quale erano fissate le modalità per il rimpatrio in Italia
concesso soltanto ai nati oltre la linea dell’Isonzo.
• Fu attuata una rigorosa censura epistolare e telefonica;
• Venne previsto l'obbligo dell'esposizione della bandiera iugoslava;
• Le autorità jugoslave perpetuarono atti arbitrari quali la requisizione di automezzi,
biciclette, vestiario;
• Gli operai italiani furono obbligati a prestare lavoro senza retribuzione;
Nella foto si può notare la presenza di targhe scritte in lingua slava
L’esodo
Con la definizione esodo istriano la storiografia intende quell'importante fenomeno di diaspora
che si verificò al termine della seconda guerra mondiale (dal 1943 al 1956 circa) dall'Istria da parte
della maggioranza dei cittadini di lingua italiana e di coloro che diffidavano del nuovo governo
jugoslavo, in seguito all'occupazione dell'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia del
maresciallo Josip Broz Tito.
Alcuni
storici
hanno
voluto vedere in questi
atti, quasi tutti verificatisi
nell'Istria
meridionale
(oggi croata), una sorta di
jacquerie, quindi di rivolta
spontanea
delle
popolazioni rurali, in parte
slave, come vendetta per
i torti subiti durante il
periodo fascista; altri,
invece, hanno interpretato
il fenomeno come un
inizio di pulizia etnica nei
confronti
della
popolazione italiana.
Fasi dell’esodo:
•La prima fase dell'esodo si verificò dopo l'armistizio del 1943 poiché molti funzionari e
collaboratori del regime fascista, dopo i primi casi di infoibamenti per vendetta, pensarono bene di
allontanarsi il più possibile: questo fu il cosiddetto esodo nero, considerando il colore simbolico
del fascismo.
•A partire dal maggio del 1945 iniziò l'esodo massicciodi Istria e di Fiume. Un caso particolare fu
quello di Pola, che fu abbandonata in massa in modo organizzato, sotto gli occhi delle autorità
anglo-americane e di alcuni emissari dello stesso governo italiano.Da alcuni centri urbani istriani
partì oltre il 90% della popolazione etnicamente italiana.
•Con la firma del trattato di pace di Parigi, 10 febbraio 1947, che prevedeva la definitiva
assegnazione dell'Istria alla Jugoslavia s'intensificò l'esodo da questa zona. Il Trattato di Parigi
prevedeva per chi volesse mantenere la cittadinanza italiana l'abbandono della propria terra.
•L'ultima fase migratoria ebbe luogo dopo il 1954 allorché il Memorandum di Londra assegnò
definitivamente la zona A del Territorio libero di Trieste all'Italia, e la zona B alla Jugoslavia.
« Sulle dimensioni complessive dell'esodo vi è nella letteratura ampia discordanza;
[...] si oscilla così da ipotesi al ribasso di 200.000 unità - [...] - fino ad amplificazioni a
350.00 esodati, difficilmente compatibili con la consistenza della popolazione italiana
d'anteguerra nei territori interessati all'esodo." (R. Pupo, L'esodo degli Italiani da
Zara, da Fiume e dall'Istria: un quadro fattuale) »
Le foibe
Con massacri delle foibe si intendono gli eccidi perpetrati per motivi etnici e/o politici ai danni della
popolazione italiana di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, durante ed immediatamente dopo
la seconda guerra mondiale, per lo più compiuti dall' Esercito popolare di liberazione iugoslavo. Il
nome deriva dalle cavità, tipici della zona carsica, dove furono gettati, e successivamente rinvenuti, i
cadaveri di centinaia di vittime.
La qualificazione esatta del fenomeno delle foibe è molto complesso.
Il diffondersi, infatti, degli eccidi
tramite infoibamento perpetrate dalle
truppe titine durante il periodo che va
dal 1943 al 1945 è determinato da
una molteplicità di fattori.
Già nel 1943, il regime comunista di
Tito
procedette
ad
eliminare
mediante infoibamenti e altri atti di
violenza
gli
elementi
più
compromessi con il Fascismo per
instaurare successivamente un clima
di terrore che coinvolse la massima
parte del gruppo etnico italiana.
La
causa
di
questa
prima
manifestazione di violenza di massa
da parte delle truppe titine
va
ricercata nei primi anni venti: in
seguito all’avvento del fascismo
(1922) infatti, la situazione degli slavi
si deteriorò, in quanto le minoranze
etniche vennero assimilate, processo
che
comportò
l'italianizzazione
forzata di molti elementi della loro
cultura (lingua, scuole, etc).
Inoltre, nell'aprile del 1941 l'Italia partecipò all'attacco dell'Asse contro la Jugoslavia, che fu
smembrata e parte dei suoi territori furono annessi dagli stati invasori. Col trattato di Roma l'Italia
annesse diverse zone jugoslave (Dalmazia, le Bocche di Cattaro). Gli storici concordano quindi
nell’attribuire lo svilupparsi del fenomeno a cause antecedenti il secondo conflitto mondiale.
La tipologia delle vittime degli infoibamenti è identificata soprattutto in appartenenti al Partito
Nazionale Fascista, funzionari pubblici, appartenenti all’alta dirigenza italiana, ma anche civili. E’ stato
possibile documentare che talvolta le vittime erano ferite o addirittura non colpite.
Il numero totale degli infoibati si stima essere compreso fra 15 e 30 mila persone.
Ligio Zanini
• Quale destino ebbero gli italiani rimasti che decisero di rimanere in Istria?
• Come vissero i comunisti che rimasero delusi dalla politica di Tito?
• Quali poeti o scrittori subirono la detenzione nei campi di concentramento?
Ligio Zanini (1927-1993) è un poeta e scrittore italiano che ha dedicato alcune sue opere alla memoria
del dramma dell’Istria del 1900. Viene anche riconosciuto come il massimo poeta di lingua istriota di
tutti i tempi. Ligio Zanini, prima di essere un messaggero della storia della Panisola jugoslava, è stato
partecipe di essa. Fu imprigionato per tre anni nel lager di Goli Otok, un lager per deportati politici,
dove conobbe violenze e sevizie di ogni genere.
Il romanzo che raccoglie
le sue testimonianze della
detenzione presso Goli
Otok è Martin muma,
opera che è insieme
storia corale della sua
gente e allegoria di
delusioni e ideali di un
movimento che coinvolge
tutto il mondo. Il titolo
deriva da un personaggio
degli anni Trenta, le cui
storie venivano pubblicate
sul Libro dei piccoli, dai
tratti di un bambino
gracile, magro, etereo,
indifeso che, per sottrarsi
ad una realtà opprimente,
ad un destino assurdo, ad
un presente grottesco, si
lasciava trasportare dal
vento volando leggero
sopra le cose del mondo.
(IST)
« In tanti sensa nom i giariendi,
a miere inda ingrumiva
e senpro in tanti i rastiendi.
In puóchi sensa nom i signemo
rastadi,
puóchi inda ingrumide
e ciari i crissemo duópo ingianaradi.
Cula vostra cragna inda massì li úe
e quii puóchi, intel mar de casa
nostra,
i signemo senpro intra li rúe.
A nu saruò culpa da nui sensa nom,
i nu vemo denti par mursagà,
ma va rastaruò nama ch'i uóci
par piurà ch'inda vì dassamansà. »
(IT)
« In tanti senza nome eravamo,
a migliaia ci raccoglievano
e sempre in tanti rimanevamo.
In pochi senza nome siamo rimasti,
pochi ci raccogliete
ed in pochi diventiamo adulti.
Con la vostra sporcizia ci uccidete le
uova
e quei pochi, nel mare di casa nostra,
siamo sempre tra le spine.
Non sarà colpa di noi senza nome,
non abbiamo denti per mordere,
ma vi rimarranno soltanto gli occhi
per piangere di aver fatto estinguere la
nostra specie »
(Sensa nom (Pesce senza nome), Terra vecchia-stara)
Sitografia
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1° slide:
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http://www.sacconicase.com/CARTINAISTRIA.htm;
http://sfondi.moviesgalaxy.net/cartina-europa/cartinaeuropa.html.
• http://aestovest.osservatoriobalcani.org/storia/cronologia1.htm
l.
2° slide:
• http://www.venere.com/img/mappe/MMR/istria.jpg.
• http://it.wikipedia.org/wiki/Istria.
3° slide:
• http://keynes.scuole.bo.it/ipertesti/guerrafredda/guerrafredda/carta3.jpg.
4° slide:
• http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/61/Freies_T
erritorium_Triest_Karte.png.
• http://www.ena.lu
5° slide:
• http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/resistenza/istr
ia/articolo.php?id=700&titolo=La%20slavizzazione.
6° slide:
• http://it.wikipedia.org/wiki/Esodo_istriano.
7° slide:
• http://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_delle_foibe
• http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c4/Foibe_se
ats.png
8° slide:
• http://it.wikipedia.org/wiki/Ligio_Zanini
• http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/11/Ligio_Zanini_poe
ta_gabbiano_Filippo_co_0_9307113932.shtml
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