COMMISSIONI EUROPEA – RAPPORTO ITALIA 2015
CAPITOLI FISCALI
Osservazioni del Servizio Politiche Fiscali UIL
RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE SUL LAVORO
La Uil condivide la priorità della riduzione della pressione fiscale sul lavoro che avrebbe anche
l’effetto di accorciare il divario rispetto alla media degli altri paesi europei e per la quale nel
triennio 2015 – 2017 vengono impegnate risorse per complessivi 51 miliardi di euro.
Quanto alle azioni intraprese abbiamo condiviso il credito d’imposta introdotto nel 2014 ( bonus
mensile di 80 euro) e reso permanente con la legge di stabilità 2015, per circa 11 milioni di
lavoratori dipendenti, con una ricaduta sulla finanza pubblica di 9,5 miliardi di euro l’anno. La
richiesta di estendere il provvedimento ai circa 10 milioni di dipendenti e ai pensionati, ancora
esclusi, non è stata recepita dal Governo, ciò da un lato depotenzia la misura degli effetti auspicati
sul versante dei consumi e dall’altro esclude una ampia fetta di popolazione in maggiore difficoltà,
come gli incapienti.
L’ulteriore misura è rappresentata dall’intervento sull’Irap finalizzato a ridurre strutturalmente il
costo del lavoro, accompagnata dall’abrogazione delle precedenti riduzioni delle aliquote Irap, con
minori entrate di 5.614 mln di euro dal 2016. La Corte dei Conti stima fra l’1,5% (per le imprese
manifatturiere) e il 2% (per quelle dei servizi), la riduzione strutturale del costo del lavoro.
A parere della Uil l’intervento sul costo del lavoro doveva avere natura selettiva e non generalizzato
a tutti i soggetti passivi Irap.
Quanto all’altra importante misura contenuta nella Legge di Stabilità 2015 e relativa alla
decontribuzione per tre anni dei nuovi dipendenti assunti a tempo indeterminato (con un massimale
di 8.060 euro all’anno), la Uil evidenzia taluni aspetti problematici, rappresentati dal fatto che del
beneficio possono godere anche imprese che abbiano ridotto gli organici negli ultimi periodi, dalla
possibile attivazione di fenomeni sostitutivi, anche in connessione con il nuovo quadro normativo
delineato dal Jobs Act. Inoltre, in considerazione della corposità dell’incentivo non sono da
escludere comportamenti distorsivi per ottenere il beneficio, come purtroppo è accaduto in passato
per provvedimenti analoghi. Circostanza evidenziata dalla Corte dei Conti nel recente documento
sulle prospettive della finanza pubblica.
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FISCALITA’ E TASSAZIONE DELLA PROPRIETRA’
La Uil condivide le considerazioni svolte dalla Commissione in materia di fiscalità ambientale,
evidenziando in particolare il livello raggiunto dalla tassazione sull’energia, ma auspica una politica
fiscale che possa contribuire alla crescita ecosostenibile della nostra rete produttiva.
La Commissione rappresenta da un lato che la tassazione sulla proprietà in Italia è superiore alla
media europea e dall’altro ritiene che la riduzione della tassazione sulle transazioni e lo
spostamento sulle imposte ricorrenti possa favorire la crescita.
Al riguardo la Uil evidenzia il peso raggiunto dalle imposte ricorrenti di competenza delle
autonomie territoriali e la circostanza della diffusione della proprietà immobiliare (a partire dalla
prima casa) che caratterizza il nostro Paese rispetto ad altri oltre alla concreta possibilità di un
aumento dei carichi fiscali in conseguenza della revisione degli estimi catastali, al di là di ogni
contraria previsione legislativa.
Quanto alle imposte di successione, la complessità della disciplina civilistica e fiscale e la
farraginosità della gestione di tale imposta non ha consentito, anche prima dell’introduzione delle
soglie di esenzione vigenti, gettiti significativi.
AGEVOLAZIONI ED ESENZIONI FISCALI – TAX EXPENDITURES
L’entità del fenomeno “erosione” – stimato da un Gruppo di lavoro istituito presso il Mef in 720
agevolazioni con un impatto sul gettito di 250 miliardi l’anno – ha subito negli ultimi anni un
progressivo ampliamento. Secondo il Mef tra il 2011 e il 2014 si è registrato un aumento dei regimi
agevolativi, sia nel numero (20 in più) sia nell’impatto finanziario (22 miliardi aggiuntivi).
La Uil ritiene che per la riduzione delle imposte sui lavoratori dipendenti e sui pensionati le risorse,
oltreché dal contrasto all’evasione debbono essere reperite dalla revisione delle numerose
agevolazuio0ni fiscali che caratterizzano il nostro sistema fiscale e che si sono stratificate nel corso
dei decenni trascorsi dalla riforma del 1971 ed alcune ad essa antecedenti.
Su questa problematica il Governo non ha dimostrato coerenza e coraggio, preferendo adottare una
strategia ondivaga e dei piccolissimi passi attraverso limitati interventi.
COMPLIANCE E LEGALITA’ FISCALE
La Uil condivide il giudizio espresso dalla Commissione sulla bassa adesione spontanea degli
obblighi tributari, nonostante le varie misure “premiali” che si sono succedute nel corso degli anni.
Giustamente la Commissione ricorda il rapporto del Governo sull’evasione fiscale del mese di
ottobre del 2014 che stima una perdita di gettito fiscale medio totale di 91 miliardi di euro, di cui
circa 44 miliardi di euro riferiti alle imposte dirette, circa 40 miliardi di euro all’Iva e 4 miliardi di
euro all’Irap.
L’Istat ha di recente stimato l’economia sommersa in Italia in 206 miliardi di euro.
Rispetto a questa drammatica situazione di diffusa illegalità, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso i
dati relativi all’attività di contrasto degli inadempimenti tributari svolta nel 2014: 14,2 miliardi di
euro (nel 2013 sono stati 13,1 mld di euro) dei quali derivano da attività di controllo 8,7 mld di euro
mentre 5,5 mld di euro da mere attività di liquidazione, contemporaneamente il numero di
accertamenti è stato di 303.319 nel 2014 inferiore rispetto ai 323.449 del 2013.
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La Uil, pur prendendo atto dei miglioramenti che si registrano anno dopo anno, ritiene che una delle
cause che possono indurre i circa 5 milioni di contribuenti con partita Iva a sottrarsi
all’obbligazione tributaria sia rappresentata, nella nostra realtà, dall’elevata possibilità di non subire
alcun controllo nell’arco temporale della decadenza dell’attività amministrativa.
L’aumento quantitativo e qualitativo dell’attività di accertamento unitamente all’introduzione di
massicce dosi di semplificazione fiscale, rappresentano per la Uil il percorso necessario per portare
la legalità fiscale nel nostro Paese comparabile con quella degli altri paesi europei.
MISURE SULLE ENTRATE – CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA
La Uil non ha condiviso talune misure contenute nella Legge di Stabilità 2015, a partire da quelle in
materia di previdenza:
- L’innalzamento della tassazione dei fondi pensione dall’11% al 20% ed il contemporaneo
l’innalzamento tassazione rivalutazione Tfr lasciato in azienda dall’11% al 17%, con un
gettito annuo stimato di 480 milioni;
- La tassazione ad aliquota marginale del Tfr per il triennio 2015 – 2017, con un aumento di
gettito pari a circa 3 miliardi
È fonte di grande preoccupazione per la Uil, la previsione di “imposte future” contenute nella Legge
di Stabilità (clausole di salvaguardia) che è pari a 728 milioni di euro per il 2015 ( a garanzia
dell’autorizzazione della Ue in materia di reverse charge), a 12,8 miliardi di euro nel 2016, a 19,2
miliardi di euro nel 2017 ed a quasi 22 miliardi di euro nel 2018, che dovrebbero essere generati da
aumenti delle aliquote Iva e dell’accise su benzina e gasolio, nel caso in cui non saranno adottate
misure di riduzione di spesa o di aumento di entrata.
Preoccupazione che nasce dalla carenza di coraggio del Governo nell’aggredire in modo deciso la
spesa pubblica.
Un aumento dell’IVA e delle accise sarebbe un grave colpo per i consumi e per il rilancio della
nostra economia con effetti controproducenti anche in materia di entrate.
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