IMPIANTO di PRODUZIONE
PELLET
Committente:
Progettista:
dr. Guido Garbi
A.U. Benefit s.r.l.
- G.A.L. Garfagnana
- Incubatore Gramolazzo
Garfagnana Innovazione
Aprile 2012
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1
SOMMARIO:
1 INTRODUZIONE ...........................................................................................
3
2 PREMESSE
2.1 LA TOSCANA E LA FILIERA DEL LEGNO
2.2 IDENTIFICAZIONE DEL META-PROGETTO
2.3 IDENTIFICAZIONE DEL PROGETTO “BENEFIT-GARFAGNANA-PELLET”
.........................................................................
2.4
LO SCOPO PRIMARIO
2.5
LO SCOPO SECONDARIO
ppPREMESSE...................................................................................................
2.6
LE MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
..........
4
4
5
5
5
5
3 L’IMPIANTO
3.1 DATI TECNICI RELATIVI ALL’IMPIANTO …………..............................................
3.2 DATI RELATIVI ALLA TECNOLOGIA …………..……………….....................................
3.3 DATI RELATIVI AL LAYOUT (composizione).……………….....................................
6
7
8
4 ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI
......................................................
4.1 COSTI E BENEFICI DELL’IMPIANTO
4.2 PARAMETRI DI RIFERIMENTO
………………………………………………………………........................................
8
9
5 L’IMPRESA, LA CONCORRENZA E I MERCATI DI SBOCCO…
5.1 L’IMPRESA
5.2 LA CONCORRENZA
5.3 I MERCATI DI SBOCCO…..................
11
11
11
6 NOTE GENERALI SUL PELLET
12
7 I PRODOTTI A MARCHIO “BENEFITgarfagnanapellet®”
17
8 RINGRAZIAMENTI – INFO & CONTATTI
19
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2
1 INTRODUZIONE
La presente relazione costituisce il risultato dell’attività svolta da:
•
dr. GUIDO GARBI per BENEFIT s.r.l.
Al fine di valutare la fattibilità di usare materia prima, biomassa legnosa:
 al servizio del mercato industriale (pellet 8 mm. e cippatino calibrato
P16) e domestico (6 mm., EN-plus A1 e A2), in filiera corta;
 al servizio del recupero delle biomasse da “verde pubblico”, altrimenti
prevalentemente destinate alla discarica, con la produzione di “pellet da
verde pubblico” da destinare alla produzione di energia per abbattere i costi
della bolletta termica delle utenze, eliminando l’uso dei combustibili fossili;
 al servizio della realizzazione di impianti di cogenerazione di energia
termica ed elettrica, dual-fuel, alimentati a olio vegetale (4% del totale) e
metano di sintesi (Syngas), prodotto con la pirogassificazione di pellet (96%).
Il progetto prevede la realizzazione di un p r im o impianto per la produzione di
pellets per usi industriali e/o domestici, con Benefit srl quale Società toscana
incubata presso l’Incubatore del Centro Innovazione Garfagnana di Gramolazzo
(Comune di Minucciano – Provincia di Lucca). Il progetto potrebbe essere poi
ulteriormente sviluppato con la realizzazione di altri impianti per la produzione di
pellet, sempre con la tecnologia innovativa qui introdotta, in altre aree, come quella
tirrenica della Toscana; e comunque ovunque nella Regione si allochino più aziende
agro-forestali, cooperative di taglio e consorzi capaci di produrre la materia prima
per la produzione del pellet (cippato e segatura) e in via sussidiaria delle bricchette.
La presente relazione tiene conto: a) dell’esperienza e della conoscenza della
società Benefit srl circa le attività in ambito “green-economy”, tra cui il
recupero delle biomasse legnose nonché del prodotto “pellet”, delle sue
tecnologie di produzione, dei mercati d’approvigionamento e di quelli di
sbocco; b) delle ricerche sul territorio, frutto delle analisi svolte con l’ausilio del
GAL della Garfagnana, con il coordinamento del Presidente F avari, nonché del
Centro Servizi dell’Incubatore di Gramolazzo, nella persona del suo Direttore
Stefano Coiai.
Costituisce lo “studio di fattibilità” di detto intervento descrivendo:
le principali caratteristiche tecniche degli elementi costituenti gli impianti;
la modalità della disposizione sulla base delle risultanze degli studi eseguiti a
seguito dei sopralluoghi avvenuti e degli elementi infrastrutturali;
un’analisi sul profilo amministrativo e finanziario dell’opera.
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2 PREMESSE
2.1 La Toscana e la filiera del LEGNO
L’aggiornamento (al 2005) dell’ “Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di
Carbonio” mette la ns. Regione al primo posto in Italia per estensione di superficie
boscata.
Il LEGNO e il suo utilizzo va visto, a ns. avviso, quale elemento di sostenibilità ed
ecoefficienza, nonché come opportunità di lavoro e di business etico (con ciò
intendendosi l’avvio di un’attività imprenditoriale che sviluppi le risorse locali e crei
occupazione nel territorio e che produca profitti rispettando e valorizzando
l’ambiente).
Le 3 ragioni di questo assunto, prodromo del presente Progetto, sono: a) creare
occupazione; b) proteggere il bosco; c) risparmiare energia, sostituendo quella da
combustibili fossili con quella da fonti rinnovabili.
Il valore del legno, come materia prima da dedicare alla filiera energetica e a quella
della bioedilizia, è così comprensibile da essere lapalissiana:
 proviene da una “fonte”, l’albero, il cui rinnovamento e la cui riproducibilità sono
determinati essenzialmente dall’unica fonte energetica illimitata e ambientalmente
non inquinante (IL SOLE).
Fare una trave di legno impegna 1/6 (un sesto) dell’energia necessaria per farne
una in acciaio a parità di resistenza, così come per ogni metro cubo di legname
utilizzato per produrre energia al posto dei combustibili fossili ci fa risparmiare nei
costi fino a oltre il 70% e si risparmia 1,1 tonnellata di CO2 non emessa in
atmosfera.
Il Legno va visto anche come elemento essenziale della lotta al cambiamento
climatico. Utilizzare legno indiscutibilmente produce meno emissioni di CO2 di
qualsiasi altro materiale o fonte energetica.
Ancor oggi oltre il 60% dell’utilizzo del legname copre il mercato della legna da
ardere. Il Progetto che qui descriviamo intende procedere a diversificarne l’utilizzo,
creando un volano moltiplicatore d’opportunità per le piccole e per le microimprese
del teritorio regionale, potenzialmente assai maggiore del semplice taglio dei boschi
come facevano i ns. nonni.
2.2 Identificazione del meta-progetto
Favorire lo sviluppo di un network d’impianti di pellettizzazione in Toscana, con l’uso
della tecnologia produttiva proposta, da adottarsi nel primo insediamento e nei
successivi.
Tecnologia che si contraddistingue nella possibilità di produrre pellets anche da
“biomassa umida”. Si consideri che la Toscana è la prima regione d’Italia per ettari
boschivi, per contro con un modesto utilizzo della filiera “Bosco-Legno-Energia”. Per
conseguenza, per la prima volta nel mercato e in modo assolutamente innovativo, si
potrà lavorare biomassa legnosa secca (come tutti gli impianti attualmente in uso
con le vetero-tecnologie) nonché biomassa legnosa umida, quale anche il “verde
pubblico”, altrimenti destinato a non essere riutilizzato, almeno per la maggior
quantità, destinato spesso in discarica.
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2.3 Identificazione del progetto “Benefit-Garfagnana-Pellet” nel comune di
Minucciano (LU)
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto per la produzione di pellets,
avente la funzione d i operare all’interno del territorio di produzione della
materia prima, biomassa legnosa conferita prevalentemente da aziende forestali
del territorio.
La realizzazione avverrà in un sito artigianale nel Comune di Minucciano (GAL
di Minucciano) a seguito di un bando di gara per l’incubazione d’imprese, vinta
dalla società BENEFIT srl, potendo q u i n d i contare su tutta una serie di
facilitazione in termini economici e di servizi per un certo numero di anni (sei, in
totale).
La tecnologia del lay-out produttivo sarà del tipo innovativo (ma già industrializzato
e produttivo anche all’estero) evidenziato al punto che precede.
2.4 Lo scopo primario
Implementare in azienda un impianto tecnologico innovativo che genera un
prodotto finito di qualità (certificabile ENplus-A1 e/o Gold e/o DINplus, ecc.) da
commercializzare direttamente sul mercato locale (capace di assorbire la
produzione già in filiera corta, t r a 70-90 Km.) del commercio al dettaglio,
attraverso una rete di rivenditori sul territorio, capace di consentire un’attività
economica redditualmente positiva sin dal primo esercizio.
Con ciò attivando una importante rete di risorse indirette sul territorio regionale.
In modo correlato si può prevedere anche l’avvio di una produzione di “Bricchette”,
dagli scarti di lavorazione, soprattutto cortecciame e ramaglie.
2.5 Lo scopo secondario
Implementare in azienda un circolo commerciale virtuoso che vada oltre le stesse
quantità prodotte in loco per i mercati “canonici” del pellet (riscaldamento
domestico, legato al periodo invernale) e per quelli innovativi da supportare,
espandere e addirittura creare attraverso un’offerta che adesso non esiste in modo
articolato e dedicato. Ci si riferisce, ad esempio al pellet per: la produzione di
energia elettrica e termica in cogenerazione, per la produzione di energia termica in
modo sostitutivo dei combustibili fossili (caldaie e termo generatori d’aria a pellet
anziché a metano, gpl, gasolio). Nonché alla commercializzazione, istallazione e
assistenza delle stesse.
2.6 Le motivazioni del progetto
L’iniziativa si presenta vantaggiosa sotto tre differenti punti di vista:
 ECONOMICO E PRODUTTIVO
 AMBIENTALE E DI SVILUPPO DEL LAVORO
 DELLA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE DEL TERRITORIO
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3
L’IMPIANTO
3.1 Dati tecnici relativi all’impianto di produzione pellets
Schema indicativo dell’impianto
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3.2 Dati relativi alla tecnologia usata per la produzione di pellet
Questa rivoluzionaria tecnologia, distribuita e istallata dal “Gruppo Five Power” di
Roma e già presente in Italia e all’estero (Ucraina e altri siti dell’Europa centroorientale), riesce a ottenere il prodotto finito “pellet” con l’8-11% di umidità,
partendo da “biomassa verde” con tasso d’umidità di oltre il 50%.
La caratteristica principale del lay-out produttivo è data dall’assenza degli
“essiccatori”, che da soli sono il 40%, e oltre, del costo di una qualsiasi linea
produttiva attualmente sul mercato. In questo processo produttivo l’essiccazione
della biomassa raffinata avviata alle presse per la produzione del pellet è fatta dal
sistema stesso di pressatura.
La possibilità di lavorare biomassa umida, senza l’uso degli essiccatori, consente 2
diverse importanti economie: 1) elimina i costi d’esercizio per produrre energia
termica per la fase d’essiccazione; 2) riduce di molto gli interventi (e i costi) di
manutenzione su rulli e trafile.
Questo sistema, oltre a consentire minori costi d’investimento e d’esercizio, apre
nuovissime e infinite possibilità d’utilizzo per ottimizzare l’uso degli scarti di
lavorazione delle attività produttive nei settori agro-florovivaistici e forestali,
nonché per il verde pubblico, consentendo di non mandare a smaltimento potature
e sfalci d’ogni tipo.
In sintesi tre fattori di efficienza economica, al fine di risultati reddituali concreti e
positivi fin dal primo esercizio in produzione: a) il lay-out privo della presenza di
essiccatori e delle pipe-lines connesse, consente un primo risparmio
sull’investimento industriale, rispetto alle tecnolgie attualmente in uso (gli
essiccatori hanno un costo da 250mila€ e oltre); b) il sistema di riduzione
dell’umido del verde, coincidente con quello di pellettizzazione in pressa, consente
di eliminare i pesanti costi energetici connessi, spesso causa di Business-Plan
negativi (normalmente il 30% del legno da lavorare viene consumato per produrre
il calore per gli essiccatori); c) costi correnti per le spese di manutenzione
(sostizione di trafile e rulli) ridotti fino a 1/6 rispetto alle vetero-tecnologie
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3.3 Dati relativi al lay-out dell’impianto
C o m p o s i z i o n e (esempio indicativo e non esaustivo):
01) nr. 2 serbatoi d’alimentazione del Raffinatore
02) nr. 2 nastri a tela per alimentazione del Raffinatore
03) nr. 2 Raffinatori
04) nr. 2 nastri per il trasporto del materiale raffinato
05) nr. 2 serbatoi per materiale pronto da pellettizzare
06) nr. 4 nastri per alimentazione delle presse pellettatrici
07) nr. 4 presse pellettatrici con endoessiccatore meccanico
08) nr. 1 sistema di pulitura pellets
09) nr. 3 nastri a tela per trasporto pellets
10) nr. 1 trasporto pellets nel silo d’insaccaggio
11) nr. 1 serbatoio pellets completo di bilancia semiautomatica
12) nr. 1 sistema automatico per chiusura sacchetti da 5 a 15 kg.
***
4 ASPETTI ECONOMICI E FINANZIARI
4.1
Costi e benefici dell’Impianto
“Profit & Loss” dell’impianto: vedi schede in calce (Il Business-Plan)
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4.2 PARAMETRI DI RIFERIMENTO
Nell’inserimento dei valori economici sono stati definiti diversi parametri e cioè:
• Tempi e quantità di lavorazione:
N° 1 impianto in grado di produrre 1-1,2 tonn/h di Pellets.
Settimane/anno
Giorni/settimana
Giorni/anno
Ore/turno
Turni/giorno
Ore/giorno
Turni/anno
Tonnellate/ora
Tonnellate/turno
Tonnellate/giorno
48
6
289
7,5
3
22,5
867
0,9
6,75
20,25
Tonnellate/anno
5.852
48
6
289
7,5
3
22,5
867
0,9
6,75
20,25
5.852
PRODOTTO LAVORATO
Tipologia
%
Quantità
Prodotto B2B-I (industriale)
100
5.852,00
Ton/anno (in alternativa)
Prodotto B2B-II (rivenditori)
100
5.852,00
Ton/anno (in alternativa)
Prodotto B2C (dettaglio)
20
1.174,40
Ton/anno (in mix)
35+45+20
5.852,00
Ton/anno (ipotesi di mix)
Prodotti B2B+Prodotto B2C
• Turni di lavoro:
IPOTESI TURNI
MAX 40 ORE SETTIMANALI
1° TURNO
2° TURNO
3° TURNO
ORE 06
ORE 14
ORE 22
ORE 14
ORE 22
ORE 06
LUN
A+E
B
C+F
MAR
B+J
F
A+E
MER
C+J
E
B+F
GIO
A+J
B
C+E
VEN
B+J
C
A+F
** IN QUESTO CASO AVREMO 5 TURNISTI CHE SI ALTERNANO + 1 PART_TIME JOLLY
CHE COPRE TUTTE LE MATTINE E SOSTITUISCE GLI EVENTUALI ASSENTI NEI TURNI
*** IN ALTERNATIVA UN'ALTRA PERSONA CHE COPRE 1/2 MATTINA, 1/2 POMERIGGIO ED EVENTUALI SOSTITUZIONI
A BCEF
J
TURNISTI
8 - 16
OPPURE
J
8 - 12
J
12 - 16
E/O
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SAB
C+J
A
F+E
DOM
FERMO
FERMO
FERMO
Costi materia prima:
Calcolando che l’impianto lavora 22,5 ore al gg., per 6 gg. la settimana, per
48 settimane all’anno ed ha una produzione media di partenza di
0,9ton/ora (5.852ton/anno) di pellets, corrispondenti a 8.360ton/anno
con umidità del 30%.
Considerando di pagare massimo 50€/ton la materia prima (biomassa
cippata decorticata o meno, per la produzione di 6mm. “domestico” e/o
8mm. “industriale”).
Costi del trasporto:
• Calcolando che il trasporto 1,5€ a km, il costo è riferito ad un bilico da
24T calcolando una percorrenza massima di 100Km, considerando una
media di 93,3km x 1,5€=140€ / 24ton= 5,83€/ton
Costi dell’energia elettrica:
• Calcolando che l’impianto prevede una potenza max di 130KW di picco
quindi a regime l’assorbimento sarà circa di 65kW/h per il tempo di
lavorazione, il costo dell’energia è stato considerato in 0,15€/kWh.
Contratti mirati per le ore notturne saranno in grado di ridurre questo
capitolo di spesa.
Costi della manutenzione:
• E’ stato considerato che la manutenzione comprensiva di materiale di
consumo incide in 10€ a ton di prodotto finito.
Prezzi di vendita del prodotto finito (B2B):
• E’ stata considerata la vendita del pellets al mercato Business (quindi BtoB)
considerando che potremmo contrattualizzare anche la consegna della
produzione allo stesso Fornitore dell’impianto (ovvero a società che tratta
cogeneratori con pirogassificazione a pellet) che
comprerebbe a
160€/ton. Il prezzo che potrebbe essere incassato dai clienti B2B del
distretto florovivaistico toscano o da altri utilizzatori di caldaie a pellet
(agriturismi, ristoranti, alberghi, centri sportivi, centri benessere, piscine,
ecc.).
Prezzi di vendita del prodotto finito (B2B/B2C):
• Da una valutazione effettuata nell’area dell’insediamento dell’impianto
(filiera corta 50-80 km.) esiste la richiesta, indiretta, sul mercato
domestico 8tramite i Rivenditori) del prodotto finito in questo caso il
prezzo minimo su cui potremo contare sarebbe di 210€/ton., prezzo di
sicuro interesse per i rivenditori. Per la parte di vendita diretta alle famiglie
e ai piccoli consumatori (da fare in sito), si può pensare a un prezzo minimo
di 260€/ton. (prezzi, oltre iva 10%).
Risorse Umane impegnate nel Progetto:
Oltre alla M.O.D. impegnata sull’impianto, già menzionata, il Progetto
Gramolazzo muoverà risorse indirette nel settore delle aziende agroforestali, per i conferimenti di cippato, per non meno di 20-25 unità; nonché
10 unità per trasporti e attività commerciale.
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5 L’IMPRESA, LA CONCORRENZA E I MERCATI DI SBOCCO
5.1 L’impresa
Benefit srl nasce nel 2010 ma parte da lontano. Le esperienze in ambito “green
economy” partono dal 1975, quando il fondatore iniziò a occuparsi di quelli che
allora si chiamavano “collettori solari” (i nonni degli attuali impianti solari termici).
Dalla sua nascita questa piccola realtà toscana si è occupata di risparmio energetico
(apparati per il risparmio sulla componente elettrica dei costi per l’illuminazione e la
forza motrice) e di cogenerazione per la produzione termica ed elettrica da fonti
rinnovabili (cogeneratori bi-fuel alimentati con biomasse legnose). In questo ambito
Benefit srl ha venduto in Italia e in Europa centro-orientale impianti per la
produzione di biomasse legnose (cippati e pellets), approfondendo la conoscenza
delle tecnologie, dei mercati, della materia prima e della concorrenza.
5.2 La concorrenza
Il mercato del pellet in Italia è dato soprattutto da importatori di prodotto insaccato
per il mercato domestico (mercato in costante aumento esponenziale di anno in
anno, perché i risparmi per la famiglia possono arrivare a superare il 70% sui costi
dei combustibili fossili) e pochi produttori insediati con vetero-tecnologie e picchi di
vendita nei mesi autunnali e invernali (con difficoltà legate alla stagionalità e al
fermo produttivo di alcuni mesi).
5.3 I mercati d sbocco
La produzione media prevista per il Progetto d’impianto di Gramolazzo è tale da
essere facilmente ricollocata, con un prezzo competitivo per il Cliente, in ambito
locale.
Ma c’è di più: mentre i produttori/importatori che attualmente sono sul mercato
lavorano solo con la prospettiva di collocare il pellet in ambito domestico e solo nei
mesi freddi in cui si devono riscaldare gli ambienti di casa e di lavoro, Benefit srl,
lavorando nel mercato dei cogeneratori, è in grado di posizionare la produzione 12
mesi su 12 nel mercato delle imprese che andranno a consumare pellets per la
cogenerazione (in Toscana nel 2013 entreranno in funzione impianti capaci di
consumare oltre 5 volte la produzione prevista nell’insediamento di Gramolazzo.
Oltre al fatto che gli impianti della tecnologia in uso, potendo lavorare anche il
“verde pubblico”, possono generare un mercato totalmente nuovo, dato da caldaie
per produrre calore nelle comunità di vario genere (scuole, piscine comunali,
strutture sanitarie, ecc.) alimentate a pellets e non più a combustibili fossili (con
risparmi da un 40%-60% e oltre).
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NOTE GENERALI SUL PELLET
Il PELLET rappresenta la più innovativa forma di combustibile ecologico, ricavato dagli
scarti del legno essiccato e compresso proveniente da industria, agricoltura, coltivazione
e pulizia dei boschi, in una parola: che non si ricava da disboscamenti e da
abbattimento di alberi.
L'impianto in questione sarà utilizzato solo ed esclusivamente per la produzione di
pellets che potrà essere in big bags da una tonnellata cadauna oppure in buste di nylon
da 20, 15, 10 o 5 Kg; queste ultime due (quelle da 10 e da 5 kg) anche con manico per
il trasporto.
L'impianto in questione presenta caratteristiche di affidabilità e di produzione eccellenti
e non riscontrabili in nessun altro produttore, anche perché molti competitors,
modificano impianti destinati inizialmente alla produzione di mangimi animali rendendoli
idonei anche per la produzione di pellets di legno, che però essendo un prodotto
chiaramente più duro, non viene compattato con la giusta pressione, riscontrando
quindi problemi di friabilità, scarsa potenzialità calorica, alta polverizzazione e scarti
rilevanti.
Oltre a ciò l'impianto prescelto presenta una caratteristica unica nel suo genere e non
riscontrabile altrove: la possibilità di produrre pellets di altissima qualità partendo da
materia prima umida fino anche al 50/60% senza l'utilizzo di apparecchiature destinate
alla essiccazione della biomassa.
Questo permette un enorme risparmio in termini energetici che solitamente non è
possibile attuare con impianti di tipo tradizionale.
Il Pellet si presenta come un cilindro di legno pressato e non trattato delle dimensioni di
pochi millimetri che resta compatto grazie alla capacità legante della lignina, collante
naturale del legno; è un prodotto naturale (non ha aggiunta di additivi o di sostanze
collanti chimiche) è un combustibile naturale ed ecologico, ad alta resa calorica (5,2
kWh per kg., pari a 4.500 Kcal/Kg., minimo).
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Grazie alla pressatura il potere calorifico del PELLET, è circa il doppio rispetto al legno
(a parità di volume, ma non di peso), può essere utilizzato come combustibile per stufe,
camini, e anche caldaie e sistemi di riscaldamento centralizzati come termo-camini e
termo-caldaie.
La convenienza del PELLET è data principalmente dal suo basso costo e soprattutto
dalla sua alta resa calorica, questa però dipende dalla qualità del legno utilizzato per la
sua produzione: il PELLET migliore è quello ottenuto dal legno vergine soprattutto di
Faggio, Abete e Pino, deve essere liscio, compatto e lucido.
E' comodissimo da usare, è estremamente leggero e compatto, e ha un costo molto
basso rispetto agli altri combustibili.
Come si nota nella tabella in basso il pellet è certamente il più economico tra i comuni
combustibili da riscaldamento. Infatti il costo in euro per kW del pellet è più basso di
quello del metano e del gasolio. Il calcolo è chiaramente indicativo ma da una idea
precisa della questione.
Combustibile
Potere Cal.(kW) Prezzo (€)
Costo/kW
Pellet
5,2 /Kg
0,2/Kg
0,038 €
Gasolio
9,6 /lt
0,95/lt
0,098 €
Metano
10,00 /m3
0,57/m3
0,057 €
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Il pellet è quindi un combustibile ottenuto dalla raffinazione di biomasse, cubettate ad
alta pressione. E’ considerato pellet il combustibile in “ stick” del diametro massimo di
25mm (le misure standard sono, 6, 8, 10 e 12mm.), bruciato in apposite stufe con
alimentazione automatica del combustibile e riscaldamento degli ambienti ad aria o ad
acqua.
Oltre all’aspetto positivo di essere un’energia alternativa alle fonti non rinnovabili, il
riscaldamento con stufe a pellet consente un risparmio sui costi energetici di circa il
40%. Gli utilizzatori possono essere utilizzatori privati (stufe e stufe autopulenti con
sonda lambda), comunità diverse (caldaie) o piccole centrali di produzione termica ed
elettrica.
Come materiale di partenza possono essere utilizzati i residui della lavorazione del legno
(segatura) o altri prodotti (cippati o altro) da raffinare/macinare. I parametri
fondamentali per avere un pellet di buona qualità sono il tipo di legno e soprattutto
l’umidità (che non deve superare il 7-10%).
IN SINTESI

 circa 2,3kg. di legna secca hanno lo stesso potere calorifico di 1 litro di gasolio o di un
metrocubo di gas naturale e un costo molto inferiore.
 E più efficiente rispetto alla legna da ardere e ai cippati, per potere calorifco e resa
termica (1kg. di pellet
ci d a ca.5 kW h d ’ene rg i a) e il suo uso in caldaie non necessita di manutenzione
ricorrente in sito.
 Densità tra 650-720 kg/mc (occupa poco spazio) ; ±2tonn. di pellet equivalgono a 1 m³ di
olio; 2,1tonn.
Di pellet equivalgono a 8-10 m³ di legna da ardere ; potere calorfico di alcuni pellet (Kcal/Kg):
pino=4548- faggio=4578-abete=4588-castagno=4731.
 Le ns. caldaie a pellet (potenza da 30kW, regolabile da 7,6 a 30,4) scaldano 300-500mq. di
superficie con il loro serbatoio incorporato da 210kg., per 20gg. (con un’efficienza termica di
oltre il 93%).
LA FILIERA LEGNO – BOSCO - ENERGIA:
dal cippato e dalla segatura di biomasse legnose non trattate,
al PELLET pronto per il consumo industriale e domestico,
vera alternativa naturale ai combustibili fossili
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Le 4.500 kcal del PELLET corrispondono:
4500000
4500
1,1760674157303E+26
1,1760674157303E+23
1,1760674157303E+20
1,1760674157303E+17
1,88406E+16
18840600000000
18840600000
18840600
18840,6
13896113,429673
1921206,5282232
1921206,5282232
18840600
18840,6
18,8406
0,0188406
1,88406E-5
1,88406E-8
1,88406E-11
18840600
18840,6
5233,5
5,2335
0,0052335
5,2335E-6
5,2335E-9
1921206528,2232
17857,443236975
17,857443236975
0,017857443236975
1,7857443236975E-11
1,88406E+14
Calorie [cal]
Kilocalorie [kcal]
Elettronvolt [eV]
Kiloelettronvolt [keV]
Megaelettronvolt [MeV]
Gigaelettronvolt [GeV]
Nanojoule [nJ]
Microjoule [µJ]
Millijoule [mJ]
Newton metro [Nm]
Kilonewton metro [kNm]
Foot-pound force [ft-lb]
Kilopondmeter [kpm]
Kilogram-force meter [kgf·m]
Joule [J]
Kilojoule [KJ]
Megajoule [MJ]
Gigajoule [GJ]
Terajoule [TJ]
Petajoule [PJ]
Exajoule [EJ]
Watt secondo [Ws]
Kilowatt secondo [kWs]
Wattora [Wh]
Kilowattora [kWh]
Megawattora [MWh]
Gigawattora [GWh]
Terawattora [TWh]
Pondmeter [pm]
British thermal unit [Btu]
Thousand BTU [MBtu]
Million BTU [MMBtu]
Quad
Erg
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TABELLA RESE CALORIFICHE E PESI SPECIFICI
(POTERE CALORIFICO: calore di combustione che esprime la quantità massima di calore che si può ricavare dalla completa
combustione di 1 Kg. di combustibile, fossile o da fonti rinnovabili, ovvero di 1 m³ di gas a Zero gradi Celsius e alla pressione di
1 atmosfera)
N.B.: nella combustione l’evaporazione di 1 kg. di legna “consuma” 2,44 MJ
Unità di misura: 1 kWh = 860 Kcal = 3,6 MJ // 1 MJ = 239 Kcal = 0,278 kWh
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BENEFITGarfagnanapellet®
dalla Garfagnana produzione e commercio di:
PELLET
CIPPATI CALIBRATI
BRICCHETTE
CALDAIE
TERMOGENERATORI
Le caldaie e i generatori d’aria calda a pellet
consentono risparmi reali nei confronti dei combustibili fossili
a partire da un 40%, fino a oltre il 70%
(rispetto all’uso di metano, gasolio e gpl)
IMPORTANTE: Sull’acquisto di caldaie e termogeneratori si potrà godere, inoltre, del vantaggio fiscale,
pari al 50% del valore dell’investimento, previsto dalla legislazione che incentiva i risparmi energetici.
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IL PELLET
è utilizzabile come importante e conveniente materia prima nella cogenerazione
Biomasse utilizzabili nella Cogenerazionesugli impianti allacciati dal 1 gennaio 2013 (per 20 anni)
A titolo informativo riportiamo l’elenco della varie tipologie di biomassa utilizzabili ai fini energetici previste nel nuovo
decreto sulle Fonti Rinnovabili emanato nel luglio scorso, in vigore con il nuovo anno. Con le nuove disposizioni la
cogenerazione da biomasse solide godrà di buone prospettive e le piccole taglie ben si adatteranno alle nuove disposizioni
che premiano gli impianti fino a 300 kWe per i quali sono previste le massime tariffe incentivanti e in particolar modo gli
impianti fino a 200 kWe per i quali è previsto l'accesso diretto agli incentivi senza alcuna l’iscrizione al Registro ed alle
relative graduatorie.
1.
2.
Sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale
paglia, pula e stocchi;
fieni e trucioli da lettiera ed effluenti zootecnici (ad esempio letami di allevamento)
residui di campo delle aziende agricole e sottoprodotti derivati dall’espianto;
sottoprodotti derivati dalla lavorazione dei prodotti forestali e dalla gestione del bosco;
potature, ramaglie e residui dalla manutenzione del verde pubblico e privato.
3.
Sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali
sottoprodotti della trasformazione del pomodoro (buccette, bacche fuori misura, ecc.);
sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di oliva disoleata, acque di vegetazione);
sottoprodotti della trasformazione dell’uva (vinacce, graspi, ecc.);
sottoprodotti della trasformazione della frutta (condizionamento, sbucciatura, detorsolatura, pastazzo di agrumi,
spremitura di pere, mele, pesche, noccioli, gusci, ecc.);
sottoprodotti della trasformazione di ortaggi vari (condizionamento, sbucciatura, confezionamento, ecc.);
sottoprodotti della trasformazione delle barbabietole da zucchero (borlande; melasso; polpe di bietola esauste
essiccate, suppressate fresche, suppressate insilate ecc.);
sottoprodotti derivati dalla lavorazione del risone (farinaccio, pula, lolla, ecc.);
sottoprodotti della lavorazione dei cereali (farinaccio, farinetta, crusca, tritello, glutine, amido, semi spezzati,
ecc.);
sottoprodotti della lavorazione di frutti e semi oleosi (pannelli di germe di granoturco, lino, vinacciolo, ecc.);
pannello di spremitura di alga;
sottoprodotti dell’industria della panificazione, della pasta alimentare, dell’industria dolciaria (sfridi di pasta,
biscotti, altri prodotti da forno, ecc.);
sottoprodotti della torrefazione del caffè e sottoprodotti della lavorazione della birra.
4.
Sottoprodotti provenienti da attività industriali
sottoprodotti della lavorazione del legno per la produzione di mobili e relativi componenti ed altri oggetti in
legno.
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RINGRAZIAMENTI
 Un ringraziamento particolare allo Staff di Bio Powers srl, per le fondamentali informazioni
utili alla formazione del presente documento, l’aiuto e la competenza sulla materia, in specie
da parte del Patron del Gruppo Five Powers di Roma, Andrea Coli.
 Un grazie anche a Luca Nencioni e ancor più a Stefano Coiai, per la raccolta importante di
dati sul Territorio, sia circa il conferimento di biomasse che sui mercati locali di consumo, in
filiera corta.
l’Area da dove viene la maggior parte
della ns. biomassa legnosa vergine non trattata
Informazioni & Contatti
Area Tecnica: +39.320.2595117
Area Commerciale: +39.345.1730744 // +39.335.8061228
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È vietata la copia, la riproduzione, la divulgazione anche parziale del presente documento senza autorizzazione
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