Il tempo divino delle origini
• Ogni civilizzazione culturale è costituita da un nucleo
storico-dogmatico-simbolico essenziale che costituisce il
paradigma a cui ritornano tutti i movimenti che sorgono
per sfidarla che viene chiamato l’ordinatore culturale
• Ogni nuovo movimento lo riscopre, lo fa proprio e cerca di
rivitalizzare, di far rinascere l’istituzione come era
all’origine. All’origine era nello stato nascente del
movimento, in quella civilizzazione culturale quando non si
era ancora contaminata, compromessa, corrotta con le
necessità storiche del mondo.
• Il nuovo movimento che nasce in una sua epoca ed
interpreta il momento divino delle origini in modo diverso
in rapporto ai problemi che deve risolvere
• Il nuovo movimento crea nuove istituzioni, ma queste
conservano il messaggio originario da trasmettere al futuro
• Ad esempio il Cristianesimo è il prodotto del suo ordinatore
culturale e dei movimenti che si sono continuamente succeduti
nella storia influenzando o creando nuove strutture con l’intento di
ripristinare la purezza delle origini.
• Anche nel Protestantesimo nascono nuovi movimenti che, però,
non confluiscono nella antica istituzione e ne provocano la
frantumazione
• Anche nella civilizzazione culturale islamica tutti i movimenti
apparsi nel corso della sua storia hanno combattuto le strutture
politiche, giuridiche e le costumanze proliferate nel corso dei secoli
per rinnovare, rivitalizzare la fede prendendo come modello la vita
comunitaria di Medina all’epoca di Maometto o quella dei califfi
ben guidati.
• Anche il Marxismo ha fornito le sue categorie esplicative
(sfruttamento capitalistico, imperialismo, ecc.) a tutti i nuovi
movimenti sindacali, politici e di liberazione nazionale, prima in
Europa poi in tutto il mondo
• Ogni civilizzazione culturale, di fronte ad ogni nuova sfida,
ritorna quindi sempre alle sue origini ed in tal modo cambia
riconfermandosi.
• Una civilizzazione culturale è perciò il precipitato storico di
tutti i suoi movimenti e di tutte le istituzioni che essi hanno
generato rifacendosi allo stesso ordinatore culturale
Islam e cristianesimo
• Esistono sostanziali differenze fra la civilizzazione
culturale cristiana e quella islamica
• La prima e più importante differenza riguarda la
concezione del rapporto fra uomo e Dio. Nell’Ebraismo
e nel Cristianesimo l’uomo è stato fatto ad immagine e
somiglianza di Dio, e perciò l’uomo è creatore, ha il
libero arbitrio e condivide la Ragione, il Logos di Dio.
Nell’Islam invece fra uomo e Dio c’è un abisso totale.
• Nell’Islam il mondo è creato, annientato e ricreato
attimo per attimo da Dio. Nel Cristianesimo Dio crea
l’universo e le sue leggi naturali.
• Nel Cristianesimo Dio ha fatto un patto con l’uomo e, per
interna coerenza, lo rispetta. Non c’è, invece, un patto fra
Allah e l’uomo e, se vi fosse, Allah potrebbe non rispettarlo
• Mentre nel Cristianesimo morale e legge, religione e
politica sono separate, nell’Islam sono unite (Maometto era
un capo religioso, un sovrano, un legislatore, un guerriero,
un giudice)
• L’Islam cancella la storia antica dei popoli dove si afferma
per affermare nuovi valori. Il Cristianesimo rompe e collega
nel senso che prende dai popoli che si affacciano alla nuova
religione gli aspetti culturali ritenuti positivi. Il
Cristianesimo si considera continuatore diretto della
religione ebraica ed erede della civiltà greca e romana
• I movimenti collettivi islamici, nel processo di «ritorno alle
origini» perciò ritrovano solo il Corano. I rivoluzionari francesi
si rifacevano alla figura di Bruto, l’uccisore di Cesare, gli
anarchici a Spartaco, lo schiavo ribelle.
• Tutto il linguaggio cristiano è pieno di metafore bibliche «la
torre di Babele», il «passaggio del Mar Rosso», la «terra
promessa», l’Islam è totalmente autoreferenziale
I movimenti islamici moderni
• Tutti i movimenti islamici moderni nascono come risposta alla
crescita della potenza occidentale
• La vittoria degli occidentali (ad es. in India, Egitto, Marocco) è
stata spiegata quale conseguenza del tradimento delle radici
religiose. Per i movimenti islamici il periodo di oppressione e
di umiliazione finirà solo se si rinvigorirà l’Islam tornando alla
purezza delle sue origini.
• I movimenti di Riforma islamica vogliono far rivivere la
“comunità dei credenti” così come sarebbe esistita all’epoca
dei califfi ben guidati quando l’Islam aveva conquistato quasi
tutto il mondo conosciuto e aveva creato lo stato islamico col
suo diritto sacro, la shari’a, l’unità di religione e politica e si
proponeva con la jihad la totale islamizzazione politicoreligiosa della terra
• Tornare al Cristianesimo delle origini vuol dire ricostruire una
Chiesa povera, senza potere. Far rivivere l’Islam delle origini
vuol dire abbattere i regimi esistenti, ricostituire il califfato e
combattere fino alla vittoria finale gli infedeli
• In tutti i paesi musulmani, alla prima comparsa degli europei,
sono scoppiati immediatamente movimenti di rivolta. E’
seguita una elaborazione culturale con la creazione di un
modello che prevedeva il ritorno al califfato e con la shari’a
• In molti paesi islamici le costituzioni vengono subordinate alla
shari’a e quindi, se anche viene ammessa la libertà di culto,
viene proibita la libertà di parola e di proselitismo
• L’istituzionalizzazione dei movimenti islamici in alcuni paesi
comporta sempre un compromesso con le esigenze della vita
quotidiana e con le forze culturali occidentalizzanti.
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