SPERIMENTALISMO PARINIANO:
LE RIME VARIE
STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE

Verifica dell’ipotesi di Bartesaghi: « una miscellanea la
cui cifra essenziale è data dallo sperimentalismo
linguistico e dall’articolazione dinamica delle diverse
sezioni che lo compongono, con scelte improntate alla
varietà delle prospettive e dei toni »

Ipotesi sulle ragioni di alcune cancellature grazie
all’analisi di tre sonetti esemplari
I SONETTI 31 - 40

31. Grato scarpel, su questa pietra incidi

32. Mentre fra le pompose urne e i trofei
[cancellato]

33. No, non si pianga un uom d’ingegno eletto
[cancellato]

34. Dove, o pura colomba, affretti il volo
[cancellato]

35. Stolta è costei che in solitarie mura
[cancellato]

36. Non a voi, sorde mura, esposte al danno

37. Quanti celibi e quanti al mar consegna

38. Vanne, o vergin felice, entro al romito
[cancellato]

39. Mancavan forse a te, vergin prudente
[cancellato]

40. Allor che il cavo albergo è in sé ristretto
[cancellato]
31.
Schema metrico:
Grato scarpel, su questa pietra incidi
ABAB ABAB CDE DCE
Il fausto dì, quando a’ miei Lari apparse
Colei che, Diva de gli Adriaci lidi,
Chiara fama di sè nel mondo sparse.
Lessico:
4
v. 2: Lari: gli dei protettori della casa
Scrivi qual di virtù, di grazie, io vidi,
D’ingegno, di saper, luce spiegarse;
Tradizione manoscritta e a stampa:
E quanta in me di puri sensi e fidi
Manoscritti: Ambros. II 2, autografo, «A N. D. Veneziana»;
Subita fiamma inestinguibil arse.
8
Scrivi che, se da gli occhi miei fu pronta
Ambros. III. 4, III. 8, Gambarelli.
Miscel. Morbio 17 (Braidense)
Gli alti pregi a rapir, pur mi consola
Dolce speranza che al partir mi diede.
11
Ma se poi le promesse il vento invola
v. 1: questa pietra] questo marmo
D’Adria pel mar, taci i miei danni; e l’onta
Non eternar de la mancata fede.
Varianti:
v. 12: se poi] se mai
14
Riferimenti storici:
[1787]
La donna del testo è la veneziana Cecilia Renier Tron, che
nell’estate-autunno del 1787 era a Milano.
Intertestualità
Contenuto
v. 2: fausto dì: Metastasio, Adriano in Siria, III 10, vv.
Il testo trae spunto dall’incontro fra il poeta e Cecilia
67-68: « E da noi con bianca pietra / sia segnato il
Renier Tron, una nobildonna veneziana, che è stata a
fausto dì »
Milano nel 1787.
v. 4: chiara fama: Petrarca, Trionfi, Triumphus cupidinis
Nel testo, l’io lirico si rivolge direttamente allo
v. 4: echiara
Petrarca,
Trionfi,
3, vv. 43-45: « Simile nebbia par ch’oscuri
copra /fama:
del
scalpello che
deveTriumphus
incidere sulla pietra il giorno in cui
vv. 43-45:
nebbia
par ch’oscuri
e dea, ha reso visita alla
più saggio figliuol la chiara fama / ecupidinis
'l parta in3,tutto
dal « Simile
la donna,
paragonata
a una
copra
/ del
più saggio figliuol
la chiara
e 'l
Signor di sopra »; Triumphus cupidinis
4, vv.
« Mentre
casa del
poeta.fama
Lo / esorta
poi a incidere le
parta
in tutto
dal Signor
di sopradoti
»; possedute
Triumphus da questa donna, così da
io volgeva gli occhi in ogni parte / s’i’
ne vedesse
alcun
meravigliose
vv. «».Mentrerendere
io volgeva
gli occhi
in ogni
di chiara fama, / o per antiche, o percupidinis
moderne4,carte
il tutto
eterno.
Il finale si chiude su toni
/ s’i’ nev. vedesse
alcun
di chiara
/ o per
v. 8: subita fiamma: Parini, Odi, La parte
gratitudine,
187:
negativi,
poichéfama,
l’io lirico
dice allo scalpello cosa non
« subita fiamma inusitata scosse ». antiche, o per moderne carte
deve ».incidere.
8: subita
fiamma: Parini, Odi, La gratitudine, v. 187:
v. 11: dolce speranza: Dante, Rime,v. Lo
meo servente
subitasperanza
fiamma inusitata
core, v. 8: « di ritornar la mia «dolce
».
Siscosse
nota ».
la futilità dell’occasione, o perlomeno la non
v. 11:
Rime,
Lo meo servente
Petrarca, Rvf 331, v. 9: « che privo
m’àdolce
di sìsperanza:
dolce Dante,
rilevanza
dell’evento
nel contesto storico generale. Si
speranza ».
core, v. 8: « di ritornartratta
la mia
di undolce
fatto speranza
privato. ».
Petrarca, Rvf 331, v. 9: « che privo m’à di sì dolce
Stile
speranza ».
Tre verbi positivi nelle prime tre strofe, e due negativi
nell’ultima. Tutti i verbi all’imperativo. Non c’è un
esibizionismo retorico.
32.
Schema metrico:
ABAB ABAB CDC DCD
Mentre fra le pompose urne e i trofei,
Figlio, t’aggiri onde va il Tebro altero,
Lessico:
L’ombre forse vedrai de gli avi miei
Ch’ebber qui primi gradi o sommo impero.
v. 2: Tebro: il fiume Tevere
4
della famiglia.
Ah se, ammirando i tuoi costumi bei,
Di te mai chiede od Alessandro o Piero,
Tradizione manoscritta e a stampa:
Non celar la mia gloria; e di’ che sei
Nato di me, lor sangue, in suol straniero:
Manoscritti: Ambros. II 1, autografo. Ambros. III 4, III 8,
8
E di’ ch’io non raccolsi altro che i danni
v. 10: lor] loro
11
Ma che al fin, dal tu’ amor guidata in porto,
v. 12: tu’] tuo
Riferimenti storici:
Io vivo; e dolce ho de i passati affanni,
Sol ne la tua virtù, premio e conforto.
Gambarelli. Ambros. III 5, III 6, altre mani.
Varianti:
Di lor alta fortuna, ond’ebbi assorto
In fiere doglie il cor molti e molt’anni;
v. 6: Alessandro o Piero: probabili parenti del ramo Ottoboni
Il Reina annotava: « Fingesi che la Duchessa Serbelloni
14
Ottoboni scriva al figlio [Gian Galeazzo] dimorante in Roma
». Parini fu precettore in casa Serbelloni dal 1754 al 1762.
[1762?]
Intertestualità
Contenuto
v. 2: Tebro altero: Vittoria Colonna, Rime, Poi che
Il testo finge di essere l’esortazione al figlio di una
tornata sei, anima bella, v. 11: « sommerso ha quasi
madre, la quale si dichiara discendente di un’antica e
Roma il Tebro altero ».
nobile famiglia romana. La madre esorta dunque il
v. 5: costumi bei: Ariosto, Orlando furioso, XXXVII 45, v.
figlio a non celare di essere nato proprio in quella
6: « i bei costumi e l’opere gentili ».
famiglia, che è costretta a vivere in ‘terra straniera’. In
v. 10: alta fortuna: Tasso, Gerusalemme liberata, I 41, v.
seguito lo esorta a rivelare che la madre, dei fasti del
v. 13: dolce… affanni: Petrarca, Rvf. 61, v. 5: « et
2: « uom ch’a l’alta fortuna agguaglia il merto ».
passato, non ha avuto niente, e ciò è motivo di dolore.
benedetto il primo dolce affanno », Rvf 205, v. 2: «
v. 13: dolce… affanni: Petrarca, Rvf. 61, v. 5: « et
Ma infine la donna dice di ritrovare riscatto nella virtù
dolce mal, dolce affanno et dolce peso ».
benedetto il primo dolce affanno », Rvf 205, v. 2: «
e nell’amore del figlio.
dolce mal, dolce affanno et dolce peso ».
Dal testo emerge una certa fierezza di una famiglia
Stile
nobile, esce uno scatto di orgoglio nei confronti di un
v. 1: pompose urne, v. 8: suol straniero: sintagmi
passato glorioso, che ormai non si verifica più, in
pariniani.
quanto il presente è decadente.
Forte enjambement ai vv. 7-8: « […] e di’ che sei^ /
nato di me ».
Ripetizione dell’imperativo di’ ai vv. 7, 9.
Il testo è stato cancellato.
33.
Schema metrico:
ABBA ABBA CDC DCD
No, non si pianga un uom d’ingegno eletto
Che, per costumi e nobil’arti chiaro,
Lessico:
Visse alle dame e ai cavalier sì caro
v. 5: retto: rettitudine, onestà.
In ciel rimoto e sotto al patrio tetto;
4
Un uom cui la pietà, l’amor del retto,
Tradizione manoscritta e a stampa:
Manoscritti: Ambros. II 1, autografo. Ambros. III 8, II 9,
La carità, mille altre doti ornâro,
Gambarelli.
E visse ne la patria esempio raro
Di sposo e padre e cittadin perfetto;
Stampe: Componimenti in morte del Conte Giuseppe Maria
8
Un uom che, pieno alfin di merti e d’anni,
v. 2: che, per costumi e nobil’arti chiaro] e per costumi e per
11
Un uom che, mentre al comun fato cede,
[1769]
bell’arti
v. 3: visse alle dame e ai cavalier sì caro] tal che a le dame e ai
cavalier fu caro
v. 4: in ciel] e in ciel
Lasciò, per compensare i nostri danni,
Di sue virtù tanta famiglia erede.
Imbonati, Milano, G. Galeazzi, 1769.
Varianti:
Placidamente a più beata sede
Passò, fuggendo dai terreni affanni.
v. 12: comun fato: la morte.
v. 6: mille altre] mill’altre
14
v. 11: terreni] terrestri
Riferimenti storici:
Il conte Giuseppe Maria Imbonati muore il 12 luglio 1768. Parini
era stato precettore del figlio Carlo dal 1763 al 1768.
Intertestualità
Contenuto
v. 1: ingegno eletto: Tasso, Rime, Se colà, donde questa
Il testo è un elogio alla figura del conte Giuseppe
spoglia inferma, v. 3: « si fa conserva fra gli ingegni
Maria Imbonati, un importante nobile milanese,
eletti ». Parini, Odi, La Gratitudine, v. 128: « Sopra
fondatore dell’Accademia dei Trasformati, che aveva
gl’ingegni eletti ».
accolto in casa sua il Parini come precettore del figlio
Odi,IVLa
v. 128:
« Sopra
gl’ingegni
v. 2: nobil’arti: Tasso, Gerusalemme Parini,
Liberata,
46,Gratitudine,
vv.
Carlo
(il quale
sarà
il compagno di Giulia Beccaria,
1-2: «Io crebbi, e crebbe il figlio; eletti
e mai».né stile / di
madre del Manzoni).
cavalier, né nobil arte apprese ».
Il testo si apre con un’esortazione a non piangere per
v. 10: beata sede: Ariosto, Satire, A messer Annibale
la morte del conte, e poi fa un elenco delle doti
Malaguccio, v. 178: « Piegossi a me da la beata sede ».
dell’Imbonati.
Marino. Adone, IV 226, v. 7: « o di Cartago la beata
sede ».
Stile
v. 8: cittadin perfetto: sintagma pariniano.
La sintassi non è semplice, ma non c’è esibizionismo
retorico.
vv. 1, 5, 9, 12: polisindeto di « un uom ».
Il v. 1 ha accenti di 1-4-6-8-10, il ritmo e la negazione
ribattuta danno il tono sostenuto che percorre tutto il
testo.
Il testo è stato cancellato.
34.
Schema metrico:
Dove, o pura colomba, affretti il volo
ABAB ABAB CDC DCD
Sopra la terra desolata? Vedi
Lessico:
Qual diluvio qua giù sceso dal polo
Ogni piazza, ogni monte occupi e predi.
v. 3: polo: cielo.
4
v. 5: atro: oscuro, tetro, spaventoso, crudele.
v. 10: procella: tempesta, burrasca.
Atro fango, e rovina, e squallor solo
Tutti assorbe i refugi. Ahi! dove credi
Tradizione manoscritta e a stampa:
Sul d’ogni parte maculato suolo
Manoscritti: Ambros. II 2, autografo. Ambros. III 4, III 8, III 1,
Omai salva posar tuoi casti piedi?
8
Ecco l’Arca, ecco l’Arca. Ella il rapace
dedicati al merito singolare dell’Ill. e Rev. Monsignor G. M. F.
11
Volgi al grembo di lei, volgi secura
Scarampi, Milano, Galeazzi, 1787.
Varianti:
v. 4: ogni piazza, ogni monte] ogni antico refugio
L’ali, o pura Colomba. Ivi al Ciel piace
A più lieta serbarti alta ventura.
Stampe: Vestendo l’abito religioso di S. Domenico nell’insigne
monistero della B. Vergine Assunta la sig. Rosa Oldani. Sonetti
Flutto non teme o la procella oscura;
E il segno intorno a sè spiega di pace.
Miscell. Morbio 17, Gambarelli.
14
v. 6: tutti assorbe i refugi] piani e monti ricopre
Riferimenti storici e mitologici:
[1787]
Rievocazione del racconto di Noè. Il sonetto è stato scritto in
occasione della monacazione di Rosa Oldani.
Intertestualità
Contenuto
v. 1: pura colomba: Pulci, Morgante, V, v. 1: « Pura
Il testo si riferisce al racconto biblico dell’arca di Noè.
colomba, piena d’umiltade ».
All’inizio del sonetto, con un’interrogazione retorica,
v. 2: terra desolata: Ariosto, Orlando Furioso, XVII 7, v.
chi parla chiede alla colomba dove sta volando, e
3: « gran parte de la terra desolata ».
descrive la situazione del terreno desolato. Visto che
v. 5: atro fango: Tasso, Re Torrismondo, II 3, v. 7: «
non si dà ancora la possibilità di salvezza, la colomba è
ch’atro fango tenace intorno a l’alma ».
esortata a tornare sull’arca.
v. 8: casti piedi: Giusto de’ Conti, Canzoniere, Solo,
cacciando un dì come Amor volle, v. 11: « Suoi casti
È curioso che Parini rievochi la parte centrale del
piedi, e le innocenti membra ».
racconto di Noè, e non quella finale. Il testo non dà
v. 10: procella oscura: Battista Guarini, Il pastor fido, IV
speranza, il mondo terreno sta ancora scontando le
3, v. 240: « giri questa oscurissima procella ».
sue colpe, e la colomba non porta ancora il suo
v. 14: alta ventura: Vittoria Colonna, Rime, Riman la
simbolo di pace.
gloria tua larga e ‘nfinita, v. 13: « chiami sì grave peso
alta ventura ».
Stile
v. 7: maculato suolo, vv. 9-10: rapace flutto: sintagmi
pariniani.
Il testo si caratterizza per la doppia interrogazione, e
per le ripetizioni all’interno dello stesso verso, oltre
che ai polisindeti.
Il testo è stato cancellato.
Michelangelo, Il Diluvio, Città del Vaticano, Cappella Sistina, 1508-1512, affresco.
Jacopo Bassano il Vecchio, L’entrata degli animali nell’arca di Noè, Madrid, Museo del Prado,
1563-1568, olio su tela.
Anonimo, L’arca di Noè, Amsterdam, Rijksmuseum, 1575-1599, pittura su pannello.
Anonimo, Applicazioni allegoriche di dieci scene del Vecchio testamento e due dell’antica storia
della chiesa cristiana, indirizzate a Carlo VIII di Francia, Oxford, Bodleian Library, XVI secolo,
miniatura su manoscritto pergamenaceo.
35.
Schema metrico:
Stolta è costei che in solitarie mura
ABBA ABBA CDC DCD
Affrettasi a seguir la steril croce,
Lessico:
E di patria e d’amor sorda a la voce
Simili a sè di propagar non cura!
4
v. 6: appetito: è l’appetito dei sensi.
v. 14: ostia: vittima sacrificale.
Tal odo bestemmiar la setta impura
Cui l’appetito a lo intelletto nuoce,
Tradizione manoscritta e a stampa:
E lungi da le nozze erra feroce,
La virtù deturpando e la natura.
8
Gambarelli.
Vergin chiamata a la più nobil sorte,
Stampe: Vestendo l’abito religioso di S. Domenico nell’insigne
Sdegna il parlar de gli empii, e in atto pio
Chiudi al cospetto lor le sacre porte.
Manoscritti Ambros. III 4, III 8, III 1, Miscell. Morbio 17,
monistero della B. Vergine Assunta la sig. Rosa Oldani. Sonetti
11
Quei co’ detti e con l’opre a Satan rio
dedicati al merito singolare dell’Ill. e Rev. Monsignor G. M. F.
Scarampi, Milano, Galeazzi, 1787.
Servan costretti, e tu libera e forte
Dona te stessa ostia innocente a Dio.
14
Riferimenti storici:
Come il sonetto precedente, è dedicato alla monacazione di
[1787]
Rosa Oldani.
Intertestualità
Contenuto
v. 9: nobil sorte: Metastasio, Cantate e altre poesie, Il
Nella prima strofa viene enunciata l’opinione del
ratto d’Europa, v. 322: « Tu, sua futura moglie,
popolo, che reputa stupide le monache che si
apprendi a reggere / sì nobil sorte e prospera ».
rinchiudono in convento e non hanno figli. Poi
v. 10: atto pio: Dante, Par. XXXI, v. 62: « di benigna
subentra la voce dell’io lirico, che paragona questi
letizia, in atto pio ».
giudizi a delle bestemmie, e fa un elogio di una donna
v. 10: atto pio: Dante, Par. XXXI, v. 62: « di benigna
v. 11: sacre porte: Dante, Purg. IX, v. 130: « Poi pinse
che sceglie la via del convento.
letizia, in atto pio ».
l’uscio a la porta sacrata ». Annibal Caro, Traduzione
Parini si scaglia contro chi accusa le monache di venir
v. 11: sacre porte: Dante, Purg. IX, v. 130: « Poi pinse
dell’Eneide, VI, v. 943: « la sacra porta che ‘l tuo dono
meno al dovere della maternità, e ne denuncia la
l’uscio a la porta sacrata ». Annibal Caro, Traduzione
aspetta».
corruzione dei costumi, esaltando invece la purezza
dell’Eneide, VI, v. 943: « la sacra porta che ‘l tuo dono
delle monache.
aspetta».
Stile:
v. 1: solitarie mura, v. 2: steril croce, v. 3: d’amor sorda,
v. 5: setta impura, v. 9: nobil sorte, v. 14: ostia
innocente: sono sintagmi pariniani. (Cfr. però: Gelindo
Teccaleio, 200, vv. 5-6: «Che sol tra le solitarie erme
foreste, / o in chiuse mura era di star bramosa», in Rime
degli Arcadi, vol. II).
Nella fronte viene riportata l’opinione (comune?) del
volgo, e la reazione sdegnata dell’io lirico. È forse il
testo più oscuro da capire, se non si hanno i
riferimenti contestuali.
Si nota una particolare violenza espressiva, al v. 5:
bestemmiar, v. 7: erra feroce, v. 8: la virtù deturpando,
v. 12: Satan rio.
Il testo è stato cancellato.
Schema metrico:
36.
ABAB ABAB CDC DCD
Non a voi, sorde mura, esposte al danno
E del tempo e de’ casi, ov’io già il piede
Lessico:
Libera posi, or dopo vòlto un anno
I giuramenti miei sacro e la fede;
4
v. 4: sacro: consacro
v. 5: pate: subisce (< PATĔRE)
A Dio ben sì, che mai non pate inganno,
v. 10: ara: altare
Che nel profondo cor penetra e vede,
E ovunque sieno in vario albergo e in panno
Le già devote a lui anime chiede.
8
Manoscritti: Ambros. III 1, autografo, (con la didascalia: «
Così la Vergin saggia. E dal bel velo
Per la solenne professione della sig. Rosa Oldani, che ha
Le luci alzando a la sacr’ara fisse,
Tutta nel volto fiammeggiò di zelo.
11
presi i nomi di Suor Giovanna Francesca Luigia nell’insigne
Monastero della B. V. Assunta della Città di Vigevano »).
E allor l’Eterno in adamante scrisse
Ambros. III 4, III 8, Gambarelli. Ambros. III 5, altra mano.
Il nobil detto che sembrò nel cielo
Novo d’astri fulgore a i guardi aprisse.
Tradizione manoscritta e a stampa:
14
Stampe: Giornale poetico ossia poesie inedite d’Italiani
viventi, a c. di A. Rubbi, Venezia, Marcuzzi, 1789, 2 (con
[1788]
titolo Per monaca di Vigevano).
Varianti:
v. 4: sacro] lego
Riferimenti storici:
È ancora un testo in lode di Rosa Oldani.
Intertestualità
Contenuto
v. 6: profondo cor: Ariosto, Orlando Furioso, XVIII 25, v.
Parini si immedesima nella monaca che prende i voti,
3: « e di profondo cor geme e sospira » (stessa
e ne dipinge un ritratto intriso di fervore religioso.
costruzione sintattica).
Nella fronte l’io narrante dichiara di consacrarsi a Dio,
v. 9: Vergin saggia: Petrarca, Rvf 366, v. 14: « Vergine
e non alle cose terrene. Nella sirma subentra la voce
saggia, et del bel numero una / de le beate vergini
del Parini, che descrive il momento della pronuncia
prudenti ».
del voto, in toni sublimati.
v. 9: bel velo: Petrarca, Rvf 126, v.v.39:
« asciugandosi
gli
IlRvf
testo
la gloria eterna alla caducità
9: Vergin
saggia: Petrarca,
366,contrappone
v. 14: « Vergine
occhi col bel velo », Rvf 127, v. 62: « quali io gli vidi a
delle cose terrene, e sottolinea la condizione pura e
saggia, et del bel numero una / de le beate vergini
l’ombra d’un bel velo », Rvf 199, v. 12: « Così avess’io
privilegiata di chi sceglie la via del convento.
prudenti ».
del bel velo altrettanto! », Rvf 302, v. 11: « e là giuso è
v. 9: bel velo: Petrarca, Rvf 126, v. 39: « asciugandosi
rimaso, il mio bel velo ».
gli occhi col bel velo », Rvf 127, v. 62: « quali io gli vidi
v. 10: sacr’ara: Parini, Alcune poesie di Ripano Eupilino,
a l’ombra d’un bel velo », Rvf 199, v. 12: « Così avess’io
Accendi il foco, Elpin, mentr’io mi bendo, v. 5: « Ecco la
del bel velo altrettanto! », Rvf 302, v. 11: « e là giuso è
mano alla sacr’ara io stendo ».
rimaso, il mio bel velo ».
Stile
v. 10: sacr’ara: Parini, Alcune poesie di Ripano Eupilino,
Accendi v.
il foco,
Elpin, mentr’io mi bendo, v. 5: « Ecco la
v. 1: sorde mura, v. 7: vario albergo,
10: sacr’ara:
sintagmi pariniani.
mano alla sacr’ara io stendo ».
Come nel sonetto precedente, nelle prime due strofe
viene riportata l’opinione di qualcuno, in questo caso
della monaca stessa, che si capisce grazie a una
clausola dal sapore dantesco.
Paronomasia ai vv. 3, 11.
Il sonetto si apre con una negazione, proprio come il
sonetto 33.
37.
Schema metrico:
ABBA ABBA CDC DCD
Quanti celibi e quanti al mar consegna
La cupidigia de’ mortali! Quanti
Lessico:
Ne spinge in guerra all’altrui danno e ai pianti
Crudele ambizïon, quando si sdegna!
4
v. 6: nodi santi: matrimonio.
v. 13: dovizia: abbondanza
Quanti ne la città la turpe insegna
Seguon d’ozio inimico ai nodi santi!
Tradizione manoscritta e a stampa:
E tu, perversa età, quei lodi e vanti,
Manoscritti: Ambros. III 1, III 5, III 8, Gambarelli. Ambros. III
E noi sol gravi di calunnia indegna?
8
5, altra mano.
Stampe: Giornale poetico, Venezia, Marcuzzi, 1789.
Noi poche verginelle, a cui la face
Di caritade accende il divin lume,
E penitenza e solitudin piace;
11
Varianti:
-
Noi che, supplici ognor davanti al Nume,
Sul popolo invochiam dovizia e pace
E custode a le leggi aureo costume?
Riferimenti storici:
14
Anche questo sonetto è dedicato alla monacazione di Rosa
Oldani. I sonetti 34-37 formano dunque un macrogruppo
[1788]
tematico coerente.
Intertestualità
Stile
v. 4: crudele ambizïon: Goldoni, Belisario, III 13, v. 25: «
v. 5: turpe insegna, v. 6: ozio inimico, v. 7: perversa età:
Ambizion, crudeltà, lusinghe e vezzi: / armi già tutte
sintagmi pariniani. (Cfr. però Montano Falanzio, 279,
dalle donne usate ».
vv. 9-10: « E qual destriero, che non infermo o stanco, /
v. 8: calunnia indegna: Goldoni, Belisario, III 5: « temer
ma reso in ozio vil nimico al corso », in Rime degli
non sa delle calunnie indegne ».
Arcadi, vol. II).
lume:
Dante, Par.
VIII,1-6
v. 25:
« a delle
chi avesse
v. 10: divin lume: Dante, Par. VIII, v.v.10:
25:divin
« a chi
avesse
I vv.
sono
esclamazioni continue. I vv. 7-8
quei lumi divini ».
quei lumi divini ». Lorenzo de’ Medici, Apollo e Pan, v.
contengono la frase principale del discorso.
v. 14: aureo costume: Erilo Cleoneo, XIX, vv. 114-115: «
68: « Gli occhi spiravon pure un divin lume ». Tasso,
vv. 9-14: apposizione del complemento oggetto.
Il nostro aureo costume, / e la soave Legge », in Rime
Gerusalemme conquistata, IX 62, v. 3: « s’indorava la
vv. 1, 2, 4: anafora di ‘quanti’, vv. 7, 8, 11, 14: anafora di
degli Arcadi, vol. I. Melinto Leuttronio, 310, v. 6: « Or
notte al divin lume ». Vittoria Colonna, Rime, Se a l’alto
‘e’, vv. 8, 9, 12: anafora di ‘noi’.
con gli aurei costumi, or con gli inchiostri », in Rime
vol mancar le ardite penne, v. 10: « tanto lume divin
degli Arcadi, vol. IV. Criseno Elissoneo, 116, v. 29: «
scorgere li parve ».
Contenuto
Gridar: ‘‘dov’è l’antico aureo costume’’ », in Rime degli
v. 14: aureo costume: Erilo Cleoneo, XIX, vv. 114-115: « Il
L’ultimo sonetto del gruppo dedicato a Rosa Oldani
Arcadi, vol. VI.
nostro aureo costume, / e la soave Legge », in Rime
presenta in prima persona la monaca, che riferendosi
degli Arcadi, vol. I. Melinto Leuttronio, 310, v. 6: « Or
a sé con il ‘pluralis maiestatis’, parla a nome di tutto
con gli aurei costumi, or con gli inchiostri », in Rime
l’ordine monacale.
degli Arcadi, vol. IV. Criseno Elissoneo, 116, v. 29: «
Il testo si apre con una constatazione amara sugli
Gridar: ‘‘dov’è l’antico aureo costume’’ », in Rime degli
effetti nefasti della cupidigia, l’ambizione e l’ozio. L’io
Arcadi, vol. VI.
lirico si rivolge poi a una personificazione del tempo,
chiedendogli perché loda gli altri e calunnia le
monache, che sono poi descritte con toni opposti
rispetto ai primi versi.
Schema metrico:
38.
ABBA ABBA CDC DCD
Vanne, o vergin felice, entro al romito
Albergo: ivi Umiltade al fianco tieni,
Lessico:
Che la rara Concordia unita meni,
E ’l bel Silenzio, che sul labbro ha ’l dito;
v. 1: romito: solitario.
4
Vedrai ne’ limitar sedersi ardito
v. 8: Garrito: stridio.
v. 10: rubelli: ribelli.
Amor, superbo dei feriti seni,
v. 12: quadrelli: frecce dell’arco.
E Invidia tinta d’orridi veleni,
E quel di risse eccitator Garrito.
8
Manoscritti: Ambros. III 4, III 8, Gambarelli. Trivulz. 890.
Tu volgi ’l guardo in lor nubilo e parco,
Stampe: Dalla raccolta Poesie a D. Maria Serponti candidata
Qual vincitor che su i vinti rubelli
Torvo se ’n passa, e di lor spoglie carco;
Tradizione manoscritta e a stampa:
11
nell’insigne Monastero di S. Agostino in P. N., Milano, R. Ducal
Corte, 1757.
Ma guàrdati da Amor: co’ suoi quadrelli
Aspetteratti insidïoso al varco
Fra gli oziosi e striduli cancelli.
14
Varianti:
-
[1757]
Riferimenti storici:
Come si evince dalle stampe, il testo è stato scritto per la
monacazione di Maria Serponti.
Al v. 6 Amor va inteso come la figura di Cupido.
Intertestualità
Contenuto
v. 4: bel silenzio: Vittoria Colonna, Rime, Felice donna, a
La poesia si rivolge a una monaca, la quale viene
cui disse sul fonte, v. 8: « l’interne voglie in bel silenzio
esortata a entrare in convento e viene resa attenta ai
conte ». Tasso, Gerusalemme conquistata, XX 109, v. 2:
pericoli che Amora potrà tenderle. Chi scrive intende
« schiera d’un bel silenzio assai contenta ».
l’amore carnale, fisico, passionale, e non ovviamente
vv. 5-6: ardito amor: Velalbo Trifiliano, 545, v. 7: « Da
l’amore per dio e la religione.
ria legge d’Amore ardita e folle», in Rime degli Arcadi,
vol V. Goldoni, Artemisia, III 6, « Pietà m’ispira e mi fa
Il testo è stato cancellato.
vv. 11-12: passa… guardati: Dante, Inf. III, v. 51: « Non
ardito amore ».
ragionaniam di lor, ma guarda e passa ».
v. 10: vinto rubello: Tasso, Rime, Spiega l’ombroso velo,
v. 69: « più del vinto rubello ».
vv. 11-12: passa… guardati: Dante, Inf. III, v. 51: « Non
ragionaniam di lor, ma guarda e passa ».
Stile
v. 1: vergin felice, vv. 1-2: romito albergo, v. 3: rara
concordia, v. 7: orridi veleni, v. 8: eccitator Garrito, v.
14: oziosi e striduli cancelli: sintagmi pariniani.
L’aggettivo ‘vergine’ è l’unico vocabolo usato in
questi quattro sonetti per riferirsi alle monache.
Fronte e sirma si aprono con dei verbi all’imperativo:
cfr. vv. 1, 5, 9, 12: « Vanne… Vedrai… volgi…
guàrdati…».
39.
Schema metrico:
ABBA ABBA CDC DCD
Mancavan forse a te, vergin prudente,
E libertà, cui gioventude apprezza,
Lessico:
E larga e lusinghevole ricchezza
Ov’ha suo cor la pazza mortal gente ?
4
Chi ’l fervido desio t’accese in mente
v. 7: alterezza: fierezza d’animo, superiorità.
v. 11: carca: carica.
v. 14: Dragon: Satana.
Ch’al Ciel sospira e i volgar lacci spezza?
Sol tu d’insuperabile alterezza
Tradizione manoscritta e a stampa:
Armata, in sen le basse voglie hai spente. 8
Manoscritti: Ambros. III 4, III 8, Gambarelli. Trivulz. 890.
Stampe: Dalla raccolta Poesie a D. Maria Serponti candidata
Vedesti ben che qui siede monarca
nell’insigne Monastero di S. Agostino in P. N., Milano, R. Ducal
Il gran Nimico del genere umano
Sopra la turba che dell’oro è carca;
11
E sprezzatrice del fango mondano,
Varianti:
Pura colomba te ’n volasti all’Arca
Cui l’avido Dragon combatte in vano.
Corte, 1757.
14
Riferimenti storici:
Come si evince dalle stampe, il testo è stato scritto per la
[1757]
monacazione di Maria Serponti.
Intertestualità
Stile
v. 1: vergin prudente: Petrarca, Rvf 366, v. 15: « de le
v. 4: pazza mortal gente, v. 6: volgar lacci, v. 7:
beate vergini prudenti ». Vittoria Colonna, Rime, Se
insuperabile alterezza, v. 14: avido Dragon: sintagmi
piace a l’occhio di veder volando, v. 11: « undici mila
pariniani.
vergini prudenti ».
Il primo piede della fronte è un’interrogazione
v. 3: larga… ricchezza: Vittoria Colonna, Rime, Di breve
retorica. Nella sirma compare di nuovo l’immagine
povertà larga ricchezza, v. 1.
dell’arca, con un elemento nuovo (il Dragone).
v. 1:Furioso,
vergin prudente:
v. 4: pazza… gente: Ariosto, Orlando
XI 50, v. Petrarca, Rvf 366, v. 15: « de le
beate vergini prudenti ».
3: « S’avea creduto quella gente pazza ».
Contenuto
v. 8: basse voglie: Dante, Inferno XXX, v. 148: « ché
v. 5: fervido desio: Vittoria Colonna, Rime, Qual ricca
L’io lirico si rivolge alla monaca, sempre definita come
voler ciò udire è bassa voglia ».
oblazion, qual voler pio, v. 8: « di foco acceso in fervido
‘vergine’, per interrogarla, e la elogia per aver saputo
desio ».
staccarsi dalle voglie terrene, corruttrici del mondo.
v. 8: basse voglie: Dante, Inferno XXX, v. 148: « ché
voler ciò udire è bassa voglia ».
v. 10: gran Nimico: Vittoria Colonna, Rime, Poi che ‘l
mio sol, d’eterni raggi cinto, v. 96: noi ch’eravam del
gran nimico prede ».
v. 12: fango mondano: Tasso, Rime, Dal più bel velo
ch’ordì mai Natura, vv. 12-13: « ma d’aquila abbia il
guardo e del mondano / fango purgato, ché cotanta
luce ».
v. 13: pura colomba: pura colomba: Pulci, Morgante, V,
v. 1: « Pura colomba, piena d’umiltade ».
Il sonetto è stato cancellato.
Schema metrico:
40.
ABAB BABA CDC DCD
Allor che il cavo albergo è in sè ristretto,
Onde in un tempo ha l’uom vita e parola,
Lessico:
L’aere soavemente esce del petto,
E al doppio carcer suo ratto s’invola.
v. 1: cavo albergo: i polmoni.
4
v. 5: tornita: rotonda e armoniosa.
v. 11: industri carte: gli spartiti musicali.
Per la tornita poi morbida gola
v. 13: comparte: distribuire equamente, suddividere
Passa al liscio palato; e, vario aspetto
(<COMPARTIRI).
Preso fra i denti e ’l labbro, alfin se ’n vola
Dolce a recare altrui gioia e diletto.
8
Manoscritti: Ambros. III 4, III 8, Gambarelli. Ambros. III 5,
Ma pria costei con la mirabil arte
non autografo. Trivulz. 890.
E l’armonico genio il guida e frena
Sotto a le leggi de le industri carte:
Tradizione manoscritta e a stampa:
Stampe: Alla virtuosissima sig. Caterina Gabrielli, Milano,
11
Agnelli, 1759.
E quindi avvien che da la flebil scena
Varianti:
Fa altrui beato; e tal piacer comparte
Che seco avvinti i cor tragge in catena.
14
v. 9 costei] *la Gabrielli
Riferimenti storici:
[1759]
Il sonetto è dedicato a « Caterina Gabrielli, nata a Roma nel
1730, figlia del cuoco del principe Gabrielli, e perciò detta la
Cochetta, fu cantante lirica di fama internazionale »
(Zuradelli, p. 125). Si diceva che era una donna « guercia, e di
costumi corrottissimi » (Caretti, 370).
Intertestualità
Contenuto
v. 1: cavo albergo: Marino, Adone, III 14, v. 2: « a cui da
Il sonetto è un elogio per una grande cantante
cavi alberghi eco risponde ». (Mai col significato di
dell’epoca di Parini.
‘polmone’).
Nella fronte seguiamo il percorso dell’aria che esce
v. 8: gioia e diletto: Cino da Pistoia, Sta nel piacer de la
dai polmoni della cantante, alfine di portare gioia e
mia donna Amore, v. 14: « gioia e diletto a chi le sta
piacere in chi ascolta. Nella sirma subentra la volontà
davanti ». Tasso, Gerusalemme Liberata, VI 76, v. 2: « e
della cantante, la quale, grazie alla sua esperienza
ben n’avresti tu gioia e diletto ». Stesse parole rima:
notevole, piega l’aria alle esigenze dello spartito, per
Tasso, Gerusalemme Liberata, VI 76, v. 2: « e ben
diletto – petto – aspetto, ripetute anche in VII 96.
deliziare l’ascoltatore, che è ormai rapito dalla
n’avresti tu gioia e diletto ». Stesse parole rima:
v. 9: mirabil arte: Petrarca, Rvf 107, v. 13: « che ‘l mio
bellezza del canto.
diletto – petto – aspetto, ripetute anche in VII 96.
adversario con mirabil arte ».
v. 9: mirabil arte: Petrarca, Rvf 107, v. 13: « che ‘l mio
Il testo è stato cancellato.
adversario con mirabil arte ».
Stile
v. 4: doppio carcere, v. 5: tornita… morbida gola, v. 6:
liscio palato, v. 10: armonico genio, v. 11: industri carte,
v. 12: flebil scena: sintagmi pariniani.
v. 1: cavo albergo: nel Battaglia l’accezione precisa non
c’è.
Gli argomenti del testo sono nettamente separati in
fronte e sirma, e si dividono ulteriormente nelle volte.
ALCUNI FENOMENI GENERALI:
SCHEMI METRICI

31.
ABAB ABAB CDE CDE

32. ABAB ABAB CDC DCD

33. ABBA ABBA CDC DCD

34. ABAB ABAB CDC DCD

35. ABBA ABBA CDC DCD

36. ABAB ABAB CDC DCD

37. ABBA ABBA CDC DCD

38. ABBA ABBA CDC DCD

39. ABBA ABBA CDC DCD

40. ABAB BABA CDC DCD

4 schemi metrici differenti:
- ABAB ABAB CDE CDE
- ABAB ABAB CDC DCD
- ABBA ABBA CDC DCD
- ABAB BABA CDC DCD

Quartine:


(1/10, 10%)
(3/10, 30%)
(5/10, 50%)
(1/10, 10%)
3 schemi metrici differenti:
- ABAB ABAB
- ABBA ABBA
- ABAB BABA
(4/10)
(5/10)
(1/10)
Terzine:

2 schemi metrici differenti:
- CDE CDE
- CDC DCD
(1/10)
(9/10)
CONFRONTO CON PETRARCA, RERUM VULGARIUM FRAGMENTA

4 schemi metrici:
- ABAB ABAB CDE CDE
- ABAB ABAB CDC DCD
- ABBA ABBA CDC DCD
- ABAB BABA CDC DCD

(1/10)
(3/10)
(5/10)
(1/10)
10/317
303/317
2/317
(4/10)
(5/10)
(1/10)
66/317
114/317
(1/10)
(9/10)
Quartine:


1/ 317
3/317
109/317
1/317
3 schemi metrici differenti:
- ABAB ABAB
- ABBA ABBA
- ABAB BABA
Terzine:

2 schemi metrici differenti:
- CDE CDE
- CDC DCD
(317 sonetti su 366 testi; i sonetti coprono 15 schemi metrici su 58)
SCHEMI METRICI NEI LIRICI DEL SETTECENTO*
Schemi metrici
Percentuale
ABAB ABAB CDC DCD
17/68
25%
ABBA ABBA CDC DCD
15/68
22,1%
ABAB ABAB CDC EDE
8/68
11,8%
ABBA ABBA CDE CDE
8/68
11,8%
ABAB BABA CDC DCD
7/68
10,3%
ABBA ABBA CDC EDE
3/68
4,4%
ABBA BAAB CDC DCD
2/68
2,9%
ABAB ABAB CDE ECD
1/68
1,5%
ABAB BAAB CDC EDE
1/68
1,5%
ABAB BABA CDC EDE
1/68
1,5%
ABAB BABA CDE EDC
1/68
1,5%
ABBA ABBA CDE DCE
1/68
1,5%
ABBA ABBA CDE DEC
1/68
1,5%
ABBA BAAB CDC EDE
1/68
1,5%
ABBA BABA CDC DCD
1/68
1,5%
*Lirici del Settecento, a cura di B. MAIER, con la collaborazione di M. FUBINI, D. ISELLA e G. PICCITTO, introduzione di M. FUBINI, Milano-Napoli, Ricciardi, 1959 («La
letteratura italiana», 49)
Confronto fra i Lirici del ‘700, Parini e Petrarca
Schema metrico
Lirici ‘700
Rime varie(31-40)
Rvf
ABAB ABAB CDC DCD
17/68, 25%
3/10
3/317, 0,9%
ABBA ABBA CDC DCD
15/68, 22,1%
5/10
109/317, 34,4%
ABAB ABAB CDC EDE
8/68, 11,8%
-
-
ABBA ABBA CDE CDE
8/68, 11,8%
-
116/317, 36,6%
ABAB BABA CDC DCD
7/68, 10,3%
1/10
1/317, 0,3%
ABBA ABBA CDC EDE
3/68, 4,4%
-
-
ABBA BAAB CDC DCD
2/68, 2,9%
-
-
ABAB ABAB CDE ECD
1/68, 1,5%
-
-
ABAB BAAB CDC EDE
1/68, 1,5%
-
-
ABAB BABA CDC EDE
1/68, 1,5%
-
-
ABAB BABA CDE EDC
1/68, 1,5%
-
-
ABBA ABBA CDE DCE
1/68, 1,5%
-
65/317, 20,5%
ABBA ABBA CDE DEC
1/68, 1,5%
-
1/317, 0,3%
ABBA BAAB CDC EDE
1/68, 1,5%
-
-
ABBA BABA CDC DCD
1/68, 1,5%
-
-
ABAB ABAB CDE DCE
-
1/10
1/317
LINGUA E STILE

Lessico: piano, con dei latinismi evidenti: 32, v. 2: Tebro; 34, v. 5: atro, v.
10: procella; 36, v. 5: pate.

Verbi all’infinito non in punta di verso generalmente apocopati, cfr. 31, v.
10: rapir, v. 11: partir, v. 14: eternar; 32, v. 7: celar; 35, v. 2: seguir, v. 5:
bestemmiar. Ma: 40, v. 8: recare.

Apocope: carcer, avvien, flebil, piacer, scarpel, qual, ebber, celar, lor, cor,
fin, amor, sol, uom, …

Asindeto: 31, vv. 5-6: Scrivi qual di virtù, di grazie… d’ingegno, di saper.

Dittologia: 31, v. 7: puri sensi e fidi. 34, v. 9: Ecco l’Arca, ecco l’Arca, v. 14:
lieta… alta ventura. 35, v. 3: e di patria e d’amor sorda.

Epanadiplosi: 37, vv. 1-2: Quanti celibi e quanti al mar consegna / la cupidigia
de’ mortali! Quanti…

Anastrofe: 31, v. 1: su questa pietra incidi; vv. 7-8: e quanta in me di puri sensi
e fidi / subita fiamma inestinguibil arse.

Anafora: 31, vv 5, 9: Scrivi qual di virtù… Scrivi che, se da gli occhi miei; 33, vv.
1, 5, 9, 12: un uom d’ingegno eletto… Un uom cui la pietà… Un uom che, pieno
alfin… Un uom che, mentre al comun fato cede; 34, v. 12: Volgi al grembo di lei,
volgi secura; 37, vv: 1, 5, 9, 12: Quanti celibi e quanti al mar consegna… quanti ne
la città la turpe insegna… noi poche verginelle… noi che, supplici d’ognor
davanti al Nume; 39, vv. 2, 3, 12: E libertà… e larga e lusinghevole… e
sprezzattrice;
INTERTESTUALITÀ












[Cino da Pistoia] (1)
Dante (6)
Petrarca (12)
Pulci (2)
Lorenzo de’ Medici (1)
Vittoria Colonna (>8)
Ariosto (>5)
Tasso (>9)
Annibal Caro (1)
Marino (2)
Metastasio (2)
Goldoni (3)




Erilo Cleoneo (Alessandro
Guidi, 1650 – 1712) (1)
Melinto Leuttronio (Tommaso
Niccolò d’Aquino, 1665 – 1721)
(1)
Criseno Elissoneo (Salvino
Salvini 1667 – 1751) (1)
Velalbo Trifiliano (Andrea
Diotallevi) (1)
SINTAGMI PARINIANI
37. v. 5: turpe insegna, v. 6: ozio inimico, v.

32. v. 1: pompose urne, v. 8: suol straniero.


33. v. 8: cittadin perfetto.
7: perversa età (Cfr. però Montano Falanzio,

34. v. 7: maculato suolo, vv. 9-10: rapace
279, vv. 9-10: « E qual destriero, che non
flutto.

35. v. 1: solitarie mura, v. 2: steril croce, v. 3:
infermo o stanco, / ma reso in ozio vil nimico al
corso », in Rime degli Arcadi, vol. II).
38. v. 1: vergin felice, vv. 1-2: romito
d’amor sorda, v. 5: setta impura, v. 9: nobil

sorte, v. 14: ostia innocente (Cfr. però: Gelindo
albergo, v. 3: rara concordia, v. 7: orridi veleni,
Teccaleio, 200, vv. 5-6: «Che sol tra le solitarie
v. 8: eccitator Garrito, v. 14: oziosi e striduli
erme foreste, / o in chiuse mura era di star
cancelli.
bramosa», in Rime degli Arcadi, vol. II).


36. v. 1: sorde mura, v. 7: vario albergo, v.
10: sacr’ara.
39. v. 4: pazza mortal gente, v. 6: volgar
lacci, v. 7: insuperabile alterezza, v. 14: avido
Dragon.

40. v. 4: doppio carcere, v. 5: tornita…
morbida gola, v. 6: liscio palato, v. 10: armonico
genio, v. 11: industri carte, v. 12: flebil scena.

Verifica dell’ipotesi di Bartesaghi: « una miscellanea la
cui cifra essenziale è data dallo sperimentalismo
linguistico e dall’articolazione dinamica delle diverse
sezioni che lo compongono, con scelte improntate alla
varietà delle prospettive e dei toni »
SULLE RAGIONI DELLE CANCELLATURE
Alcune ipotesi

31. Grato scarpel, su questa pietra incidi

32. Mentre fra le pompose urne e i trofei
[cancellato]

33. No, non si pianga un uom d’ingegno eletto
[cancellato]

34. Dove, o pura colomba, affretti il volo
[cancellato]

35. Stolta è costei che in solitarie mura
[cancellato]

36. Non a voi, sorde mura, esposte al danno

37. Quanti celibi e quanti al mar consegna

38. Vanne, o vergin felice, entro al romito
[cancellato]

39. Mancavan forse a te, vergin prudente
[cancellato]

40. Allor che il cavo albergo è in sé ristretto
[cancellato]
7/10
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
.
.
.
x
x
x
.
.
.
x
.
.
.
.
.
.
x
.
.
.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
.
.
.
x
x
x
x
x
.
.
.
x
x
x
x
.
.
x
x
x
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
49.
50.
51.
52.
53.
54.
55.
56.
57.
58.
59.
60.
.
.
.
x
x
.
.
.
.
.
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
x
.
x
.
.
x
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.
.
x
.
.
.
x
.
.
x
x
.
x
81.
82.
83.
84.
85.
86.
87.
88.
89.
90.
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IPOTESI DI LAVORO


Due ragioni profonde per le cancellature:
Eliminazione dei testi che esaltano l’aristocrazia, o che
criticano ferocemente il popolo

Ragioni di carattere formale: espunzione dei testi con la più
alta frequenza di sintagmi coniati da Parini
CONFRONTO FRA I SONETTI 32, 35, E 36
Schema metrico:
32. [cancellato]
ABAB ABAB CDC DCD
Mentre fra le pompose urne e i trofei,
Lessico:
Figlio, t’aggiri onde va il Tebro altero,
v. 2: Tebro: il fiume Tevere
L’ombre forse vedrai de gli avi miei
Ch’ebber qui primi gradi o sommo impero.
4
Riferimenti storici:
Ah se, ammirando i tuoi costumi bei,
Il Reina annotava: « Fingesi che la Duchessa Serbelloni Ottoboni
Di te mai chiede od Alessandro o Piero,
scriva al figlio [Gian Galeazzo] dimorante in Roma ». Parini fu
precettore in casa Serbelloni dal 1754 al 1762.
Non celar la mia gloria; e di’ che sei
Nato di me, lor sangue, in suol straniero:
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E di’ ch’io non raccolsi altro che i danni
Il testo finge di essere l’esortazione al figlio di una madre, la quale si
Di lor alta fortuna, ond’ebbi assorto
In fiere doglie il cor molti e molt’anni;
dichiara discendente di un’antica e nobile famiglia romana. La
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seguito lo esorta a rivelare che la madre, dei fasti del passato, non
Io vivo; e dolce ho de i passati affanni,
[1762?]
madre esorta dunque il figlio a non celare di essere nato proprio in
quella famiglia, che è costretta a vivere in ‘terra straniera’. In
Ma che al fin, dal tu’ amor guidata in porto,
Sol ne la tua virtù, premio e conforto.
Contenuto
14
ha avuto niente, e ciò è motivo di dolore. Ma infine la donna dice di
ritrovare riscatto nella virtù e nell’amore del figlio.
Dal testo emerge una certa fierezza di una famiglia nobile, esce uno
scatto di orgoglio nei confronti di un passato glorioso, che ormai
non si verifica più, in quanto il presente è decadente.
35. [cancellato]
Schema metrico:
ABBA ABBA CDC DCD
Stolta è costei che in solitarie mura
Affrettasi a seguir la steril croce,
Lessico:
E di patria e d’amor sorda a la voce
v. 6: appetito: è l’appetito dei sensi.
Simili a sè di propagar non cura!
4
v. 14: ostia: vittima sacrificale.
Tal odo bestemmiar la setta impura
Cui l’appetito a lo intelletto nuoce,
Riferimenti storici:
E lungi da le nozze erra feroce,
Come il sonetto precedente, è dedicato alla monacazione di
La virtù deturpando e la natura.
8
Rosa Oldani.
Vergin chiamata a la più nobil sorte,
Sdegna il parlar de gli empii, e in atto pio
Chiudi al cospetto lor le sacre porte.
Contenuto
11
Quei co’ detti e con l’opre a Satan rio
che reputa stupide le monache che si rinchiudono in
Servan costretti, e tu libera e forte
Dona te stessa ostia innocente a Dio.
Nella prima strofa viene enunciata l’opinione del popolo,
convento e non hanno figli. Poi subentra la voce dell’io
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lirico, che paragona questi giudizi a delle bestemmie, e fa un
elogio di una donna che sceglie la via del convento.
[1787]
Parini si scaglia contro chi accusa le monache di venir meno
al dovere della maternità, e ne denuncia la corruzione dei
costumi, esaltando invece la purezza delle monache.
Schema metrico:
36.
ABAB ABAB CDC DCD
Non a voi, sorde mura, esposte al danno
E del tempo e de’ casi, ov’io già il piede
Lessico:
Libera posi, or dopo vòlto un anno
v. 4: sacro: consacro
I giuramenti miei sacro e la fede;
4
v. 5: pate: subisce (< PATĔRE)
v. 10: ara: altare
A Dio ben sì, che mai non pate inganno,
Che nel profondo cor penetra e vede,
E ovunque sieno in vario albergo e in panno
Riferimenti storici:
Le già devote a lui anime chiede.
È ancora un testo in lode di Rosa Oldani.
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Così la Vergin saggia. E dal bel velo
Contenuto
Le luci alzando a la sacr’ara fisse,
Tutta nel volto fiammeggiò di zelo.
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dipinge un ritratto intriso di fervore religioso.
E allor l’Eterno in adamante scrisse
Nella fronte l’io narrante dichiara di consacrarsi a Dio, e non
Il nobil detto che sembrò nel cielo
Novo d’astri fulgore a i guardi aprisse.
Parini si immedesima nella monaca che prende i voti, e ne
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alle cose terrene. Nella sirma subentra la voce del Parini, che
descrive il momento della pronuncia del voto, in toni
[1788]
sublimati.
Il testo contrappone la gloria eterna alla caducità delle cose
terrene, e sottolinea la condizione pura e privilegiata di chi
sceglie la via del convento.
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