Istituto comprensivo
G.B. Rubini
Ari Saliha, Ayoku Barakat Modupe,
Tadini Kevin
IL BULLISMO
Il bullismo è una forma di comportamento violento attuato tramite
l'impiego di falsi metodi di opposizione e intimidazione nei confronti di
sé stessi o nei confronti dei pari in particolare quando vi è una palese
asimmetria di potere; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche,
persecuzioni, dovute a discriminazioni etniche, confessionali, di genere.
e si verifica in tutto il mondo,può verificarsi il bullismo a scuola,
spesso nell’età dell’adolescenza e anche tra gli adulti.
Il bullismo si basa su tre principi:
• Intenzionalità.
• Persistenza nel tempo.
• Asimmetria nella relazione.
Vale a dire un'azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno
alla vittima, continuata nei confronti di un particolare compagno,
caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l'azione e chi
la subisce. Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del
medesimo contesto deviante.
Adolescenza
I fenomeni di bullismo fanno parte della trasgressione adolescenziale. In
tutte le epoche e in tutte le tappe, l’adolescente fa paura all’adulto e lo
preoccupa, ma non è una malattia incurabile. La parola magica per un
docente o un genitore è ASCOLTARE con empatia I loro bisogni,non
ricattarli, umiliarli, disprezzare o redicolarizzarsi.
Bullismo a scuola
La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti
devono essere incoraggiati a denunciare episodi di bullismo
per un pronto intervento di autorità. In tal senso è molto
importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle
istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e
istituzioni sono chiamati per primi alla responsabilità che il
loro ruolo comporta. ll bullismo è un problema serio e
frequente e sia la scuola che le organizzazioni giovanili
devono affrontare il problema in maniera attiva. Un
comportamento bullisto giustamente punito tutela tutti forti,
deboli, bulli e non. I ragazzi chiedono agli adulti di essere
adulti responsabili, anche quando questo li danneggia. Un
adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono: cosa
può fare la scuola contro il bullismo? E quali sono le armi per
combattere il bullismo?
Cosa può fare la scuola contro il
bullismo.
Il bullismo è un problema serio e frequente e sia la scuola che le organizzazioni
giovanili devono affrontare il problema in maniera attiva.
Il problema va affrontato dalla più giovane età e tenuto regolarmente sotto
controllo in modo tale che ognuno possa capire il problema senza sottovalutarlo o
inquadrarlo come uno scherzo tra ragazzi.
Se c’è stata una lamentela da parte di un genitore o se si notano atteggiamenti
di bullismo tra ragazzi, è bene organizzare una riunione del corpo insegnante
sull’argomento con l’obiettivo di risolvere il problema o comunque di affrontarlo
subito. A questo proposito si possono fare delle schede su cos’è il bullismo, sulle
azioni che concretizzano comportamenti da bullo, sui sentimenti di isolamento e
insicurezza che si insinuano nella vittima del bullismo e sui sentimenti e sulle
azioni dell’oppressore e quindi sulle varie soluzioni che possano servire a fermare
il bullismo dall’età.
E ricordate che spesso la vittima del bullismo tende a nascondere l’atto di
inciviltà che ha subito per paura di future rappresaglie e per sentimenti di
estrema insicurezza.
La scuola è la prima vera istituzione sociale dove gli studenti devono essere
incoraggiati a denunciare episodi di bullismo per un pronto intervento di autorità.
In tal senso è molto importante la fiducia che i ragazzi devono avere nelle
istituzioni, ricordate la fiducia deve essere meritata. Genitori e istituzioni sono
chiamati per primi alla responsabilità che il loro ruolo comporta. I ragazzi
chiedono di essere gratificati, ma anche puniti se è necessario. Un
comportamento giustamente punito tutela tutti forti, deboli, bulli e non. I ragazzi
chiedono agli adulti di essere adulti responsabili, anche quando questo li
danneggia. Un adulto responsabile e coerente, ecco cosa chiedono.
COME SI MANIFESTA IL
BULLISMO.
Sappiamo che il termine Bullismo ha molte differenti varianti ma
tutte si condensano in uno stato d’animo di profonda sofferenza.
bambini, adolescenti ed adulti sintetizzano il bullismo in azioni
quali: ricevere insulti o minacce, prendere calci e pugni e alcuni
atti di violenza, ricevere soprannomi antipatici ed essere presi in
giro, subire la diffusione di voci maligne sul proprio conto, ricevere
spintoni, venire fisicamente molestati, essere forzati a donare
soldi o proprietà personali, venire derisi per la propria religione,
colore della propria pelle, sessualità o status sociale, oppure il
venire semplicemente ignorati e emarginati. Giuridicamente il
bullismo rappresenta un comportamento illecito (o illegittimo)
verso un altro soggetto. Inoltre, si suole distinguere il bullismo
diretto ed indiretto, dove il secondo riguarda comportamenti che
danneggiano in modo mediato la vittima, come nel caso di soggetti
che diffondono voci infondate sulla vittima, ovvero deridono la
vittima al suo passaggio nei corridoi, e esistono anche gli
spettatori.
Oltre al bullismo maschile c’è anche il bullismo femminile che si
manifesta tra le ragazze.
Il bullismo diretto e indiretto
Esistono 2 diversi tipi di bullismo, che si dividono in bullismo diretto e bullismo
indiretto.
Il bullismo diretto: è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a
sua volta può essere catalogato come:
bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, spintoni, sputi o la molesta
sessualmente;
bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose
cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola,
dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;
bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo
o mette in giro false voci sul suo conto;
cyberbullismo o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima
tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere
ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli
fastidio.
Il bullismo indiretto: è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende
a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e
isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e
calunnie sul suo conto.
Cyberbullismo
• Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il
termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati
tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica
istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti
web.
• Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese
Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il
cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il
cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra
un adulto e un minorenne. Tuttavia nell'uso corrente
cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi.
Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte
costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e,
per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della
Privacy. esistono vari tipi di Cyberbullismo.
Tipi di Cyberbullismo
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Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "flame") mirati a
suscitare battaglie verbali in un forum.
Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati
a ferire qualcuno.
Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con
cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea,
gruppi su social network ecc.
Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra
persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti
su un'altra persona.
Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi
pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi
elettronici.
Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online
per provocare in essa un sentimento di emarginazione.
Cyber-persecuzione ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e
minacciose mirate a incutere paura.
Vittima del bullismo
Perché si è grassi, o magri, o alti, o bassi, o per il colore di capelli, o per
quello della pelle, perché si è silenziosi, per via degli occhiali, delle orecchie
grandi o piccole o a sventola, per i denti sporgenti, per essere di un’altra
cultura, per indossare i vestiti ‘sbagliati’, per non voler usare violenza per
difendersi, o per qualsiasi altra scusa. Tutte le scuse hanno in comune un
unico fattore, essere irrilevanti.
Il bersaglio è semplicemente un oggetto utile contro il quale scaricare la
propria aggressività. Facciamo un esempio, se la scusa è quella di essere
grassi, dimagrire non farà alcuna differenza,e questi bulli non si chiedono
come si sente la vittima del bullismo.
Armi per combattere il bullismo
- parlarne.
- Praticare ciò che si deve dire, esprimere il proprio stato d’animo.
-Tenere un diario su cosa sta accadendo.
- Parlarne con i propri genitori e chiedere loro di visitare la scuola.
- Parlarne con gli amici, con un insegnante, i genitori o con chiunque
di fiducia.
Ricordiamo inoltre agli insegnanti di ascoltare il ragazzo che appare
vittima del bullismo, di ascoltarne anche i suoi messaggi nascosti.
E ricordiamo ai ragazzi vittime del bullismo che non c'è niente che
non va in voi e che voi avete il diritto di essere felici e pertanto
il diritto di raccontare la vostra sofferenza e di chiedere aiuto
all’insegnante, alla famiglia, a una persona consapevole.
Il bullismo nel tempo
Una volta che persecutori e vittime si sono insediati nel loro ruolo, non è facile
uscirne. È molto frequente invece che continuino a recitare la stessa parte
all’infinito, pena la perdita della propria identità.
Questo stile comportamentale produce effetti che si protraggono nel tempo tanto
per chi agisce che per chi subisce prepotenze.
- I bulli vedono spesso abbassarsi il proprio rendimento scolastico, possono soffrire
di disturbi della condotta legati all’incapacità di rispettare regole e possono
presentare difficoltà relazionali. Nel tempo tendono a subire ripetute bocciature, fare
propri comportamenti devianti ed antisociali come crimini, furti ed atti di vandalismo,
diventare aggressivi in famiglia o sul lavoro.
- La vittima subisce i soprusi e le prepotenze, riportando spesso delle ferite
psicologiche profonde. A causa del continuo stato d’allarme in cui è costretta a
vivere, nel tempo finisce per sentirsi perennemente esposta al pericolo ed isolata
dal gruppo, perde fiducia in sé stessa e non trova il coraggio di denunciare
l’accaduto per paura o per vergogna. Può lamentare sintomi fisici quali mal di testa
o mal di stomaco o soffrire di importanti sintomatologie reattive di ordine psicologico
come attacchi di panico, ansia, o nei casi più gravi depressione.
Il bullo.
In questo assurdo gioco di potere sono coinvolti due
attori principali e più attori secondari.
Il “bullo” è protagonista attivo di aggressioni e
prevaricazioni, che cerca di dominare i più deboli con
la violenza e la prepotenza; maltrattando i compagni
fisicamente e verbalmente tende a porli in uno stato di
soggezione e subalternità permanente.
BULLISMO FEMMINILE
Il popolo femminile pratica un bullismo tutto particolare, forse molto più
tagliente, incisivo nella vita della vittima. le ragazzine tendano a preferire il versante
invisibile delle varie sevizie, che fa leva sulla parte più strettamente psicologica della
vittima. casi di bullismo femminile si incrementano col passaggio dall’infanzia
all’adolescenza
Tipicamente femminili sono atti come la calunnia con malelingue piuttosto pesanti, le
frasi e le “canzonette” in rima che hanno per oggetto la vittima, e, ovviamente,
l’esclusione totale dal gruppo della classe, un certo ostracismo.
La bulla, seguita dal gruppo, riesce a capire quindi il punto debole della vittima, ed è su
questo che infierirà maggiormente. Pare che la prevaricatrice riesca, come sostiene la
mamma disperata di una perseguitata, “a premere i tasti giusti psicologicamente, è
insidiosa, e tutto ciò non è visibile alle insegnanti.
Cosa possono fare I genitori
I genitori hanno un ruolo determinante, hanno il compito di lavorare sugli
importanti temi del rispetto e dell’aiuto reciproco, del sostegno e della
partecipazione sociale.
Spesso sono gli unici a poter osservare i campanelli d’allarme, il che ha
una grandissima rilevanza poiché difficilmente i ragazzi parleranno
esplicitamente: le vittime saranno reticenti a causa della paura, del
giudizio o della vergogna, e i bulli non si esprimeranno per evitare
paternali e prediche e perché non considereranno quello del bullismo
come un problema.
Una volta riconosciuto il problema i genitori possono lavorare per
favorire il dialogo senza atteggiamenti colpevolizzanti e/o punitivi,
comunicare costantemente con la scuola, prestare attenzione ai vissuti
emotivi del proprio figlio. Sarà importante incoraggiare il ragazzo a
sviluppare le proprie caratteristiche positive e le sue abilità, stimolandolo
a stabilire relazioni con i coetanei senza isolarsi.
Alle volte può essere utile rivolgersi a degli esperti.
Campanelli dall’allarme
È possibile individuare vari comportamenti che possiamo considerare veri
e propri campanelli d’allarme.ginocchio sbucciato
Il ragazzo vittima di bullismo potrebbe per esempio essere riluttante ad
andare a scuola (anche adducendo mal di stomaco, mal di testa etc.);
avere frequenti sbalzi d’umore (per esempio una ragazza potrebbe essere
molto tesa, lamentosa e triste dopo la scuola); dormire male e/o fare brutti
sogni; tornare a casa con i vestiti stracciati o sgualciti, oppure con i propri
oggetti personali rovinati; non portare mai a casa compagni di classe e non
frequentarli mai oltre l’orario scolastico; diminuire il rendimento scolastico.
Come contrastarlo
Per combattere il fenomeno e' fondamentale intervenire
precocemente finché sussistono le condizioni per modificare
gli atteggiamenti inadeguati. Tutti gli adulti di riferimento
possono fare qualcosa per prevenire e contrastate il
bullismo: genitori, insegnanti, esperti in dinamiche relazionali.
Attacchi di panico
L’attacco di panico è definito come un lasso di tempo in cui si è colti da grande
ansia e paura in assenza di un vero pericolo; tale disagio dura alcuni minuti,
finisce spontaneamente e può ripresentarsi nel tempo, secondo una frequenza
molto variabile.
Chi ne soffre si trova a fronteggiare sintomi molto diversificati. In alcuni casi,
nonostante la presenza di alcuni sintomi riconducibili al panico non si arriva a
manifestare un vero e proprio attacco nella sua interezza.
E' possibile suddividere i sintomi a seconda che riguardino l’apparato cardiovascolare, l’apparato gastro-intestinale, il sistema respiratorio, quello neurologico
o quello neurovegetativo. Esistono inoltre sintomi di ordine psicologico. E' bene
tener presente, tuttavia, che è molto raro che si presentino tutti nello stesso
caso.
Il comportamento
Generalmente sii tratta di un soggetto che ha difficoltà nel calarsi nei panni
degli altri, con una forte motivazione al dominio ed alla prevaricazione. È
percepito come una persona aggressiva e spavalda, che provoca
intenzionalmente sofferenza nell’altro e non ne prova compassione, anzi ne
può essere divertito. Provoca, sembra non aver paura di nulla del
comportamento della vittima, è litigioso e sottostà difficilmente alle regole.
Mette in atto comportamenti ostili e svalutanti, picchia, sputa, insulta, ruba.
Tende a mettere in discussione le autorità, che siano i genitori gli insegnanti.
Il “bullo” ha un alto livello di autostima, si sente forte, superiore agli altri. È
un ragazzo sveglio che riesce negli sport e nelle attività di gruppo.
Generalmente ha un rendimento scolastico sufficiente, che tuttavia può
abbassarsi nel tempo. Completano il profilo un basso livello di
sopportazione delle frustrazioni e notevoli abilità manipolatorie.
Nel tempo il comportamento aggressivo e prevaricatore di questi soggetti
può sfociare in altri comportamenti problematici, come l’alcolismo, la
criminalità o l’abuso di sostanze.
Cosa possono fare gli insegnanti
Gli insegnanti d‘altro canto possono apportare interventi preventivi sul
gruppo classe con il fine di promuovere e favorire la mentalità del
rispetto e Insegnante alla lavagnadella solidarietà fra i ragazzi.
Possono collaborare con le famiglie per individuare i segnali più o
meno sommersi che i ragazzi manifesterebbero.
Punire il bullo e iperproteggere la vittima non sembra dare risultati
positivi duraturi e rischia di etichettare i ragazzi; in questi casi è
consigliabile dare rinforzi positivi rispetto al buon comportamento dei
compagni, responsabilizzare la vittima ed aiutare il bullo nel
cambiamento facendogli capire che quello che si condanna non è lui
ma il suo comportamento.
Il comportamento della vittima
Esistono alcune caratteristiche maggiormente presenti in questi soggetti. Si tratta di
ragazzi che si sentono più deboli dei coetanei e del bullo in bambino che prova a difendersi
con i pugni chiusi particolare; generalmente non mettono in atto comportamenti assertivi,
sono contrari alla violenza e quindi impossibilitati a difendersi; sono adolescenti che il più
delle volte non eccellono negli sport e possono aver paura di farsi male; possono anche
appartenere ad una minoranza. Tra i tratti di personalità che li contraddistinguono vi sono
sensibilità, prudenza, pacatezza e fragilità.
Nel tempo possono diventare ansiosi e insicuri, ed arrivare ad avere una bassa autostima;
le azioni di bullismo che subiscono, li portano all’esclusione dal gruppo, il rendimento
scolastico tende a peggiorare e non parlano a nessuno di quello che subiscono. Le ragioni
possono essere diverse: dall’auto-colpevolizzazione, alla vergogna, fino alla paura delle
ripercussioni da parte del persecutore.
Una volta diventato bersaglio di molestie, il ragazzino eletto a vittima, potrebbe essere
infastidito anche dagli altri compagni, perché ritenuto facile bersaglio, questo rinforzerà il
comportamento del bullo che non proverà sensi di colpa nei suoi riguardi.
Bullismo maschile
I maschi mettono in atto prevelentamente
prepotenze di tipo diretto con aggressioni per lo più
fisiche ma anche verbali.
Tali comportamenti sono agiti sia nei confronti dei
maschi sia delle femmine.
I maschi hanno più difficoltà ad immediarsi nella
vittima e raramente si dimostrano dispiaciuti o in
colpa dopo aver compiuto atti di prepotenza.
La variabile età
I soggetti implicati nel bullismo sono bambini adolescenti in una fascia
d’età compresa tra sette-otto anni e i quattordici-sedici anni.
I soggetti coinvolti sono comunque i bambini delle scuole elementari e
delle scuole medie, dove il fenomeno sembra essere diffuso e
persasivo.
Con la crescita del bambino diminuiscono sopratutto le manifestazioni
di bullismo diretto fisico ovvero il ricorso alla forza, per sostituirle
sempre più con espressioni tipiche del bullismo diretto verbale ovvero
del bullismo indiretto.
Lo spettatore.
Il bullismo prevede un terzo protagonista molto
importante, ossia lo spettatore. Si tratta di quei ragazzi
che assistono all’episodio di bullismo e che possono
dar luogo a differenti comportamenti. In alcuni casi, più
fortunati, intervengono a difesa della vittima. In altre
situazioni, più frequenti, possono scegliere una delle
seguenti tre strade:
1. si alleano col bullo e diventano suoi complici;
2. si allontanano più o meno velocemente;
3. osservano passivamente, senza intervenire in alcun
modo.
VIOLENZA
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La violenza in generale è un'azione molto intensa che ha come fine il recare
danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più
persone che operano sinergicamente. Col termine si indica comunemente
l'azione fisica o psichica esercitata da una persona su un'altra (anche si
può, nella specificità del termine, includersi l'azione fisica e psichica di un
uomo su un animale).
La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico. Essa può
anche avere lo scopo di indurre a un certo comportamento. Alcuni esempi di
violenza non fisica:
.la minaccia;
.il plagio;
.l'imposizione d'autorità contro la volontà del soggetto;
La vasta tipologia di azioni del tipo sopra indicato si esprime in un'attività
chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza,
subdolamente, con secondi fini, ecc. In tutti questi casi la violenza ha lo
scopo di indurre nell'altro comportamenti che altrimenti non avrebbe.
Flame
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Nel gergo delle comunità virtuali di Internet come newsgroup, forum, blog,
chat o mailing list, un flame (dall'inglese per "fiamma") è un messaggio
deliberatamente ostile e provocatorio inviato da un utente alla comunità o a
un altro individuo specifico; flaming è l'atto di inviare tali messaggi, flamer
chi li invia, e flame war ("guerra di fiamme") è lo scambio di insulti che
spesso ne consegue, paragonabile a una "rissa virtuale".[senza fonte]
Il flaming è contrario alla netiquette, ed è uno degli strumenti utilizzati dai
troll per attirare l'attenzione su di sé e disturbare l'interazione del gruppo.
Come gran parte del gergo di Internet, il termine "flame" si diffuse
inizialmente nella comunità di Usenet (e ancora prima probabilmente venne
usato nelle reti WWIVnet e FidoNet). Il termine sembra essere stato
inizialmente mediato dal mondo dei fumetti Marvel. Flame On è infatti l'urlo
di battaglia della Torcia Umana dei Fantastici Quattro quando si incendia.
Un flame può avere elementi di un messaggio normale, ma si distingue per
il suo intento: non è generalmente concepito per essere costruttivo, o per
chiarire meglio una discussione, o persuadere le altre persone, ma solo per
provocare la loro reazione. Il flaming è l'espressione di uno stato di
aggressività mentre si interagisce con altri utenti di Internet. La Rete
aumenta la possibilità di fraintendimenti nella comunicazione tra le persone
rispetto alle situazioni faccia a faccia, ma incrementa enormemente anche
la possibilità di inserirsi in nuove situazioni ed ambienti, in cui ogni utente
tende a ritagliarsi un proprio spazio. Cont.flame
Cont.flame
• Frequentando una chat o un forum, nel tempo l'attaccamento
dell'utente al proprio spazio diviene sempre maggiore; spesso
l'utente cerca di intensificare la propria presenza nell'ambiente,
postando più messaggi (in un forum) o chattando per ore (in una
chat room). Ne consegue che per alcuni individui il fatto stesso di
trovarsi in quel luogo diventa un vero e proprio bisogno. Quando un
altro utente o una situazione particolare mette in discussione lo
status acquisito dall'utente, questo si sente minacciato
personalmente.
• La reazione è aggressiva, e a seconda dei casi l'utente decide di
abbandonare lo spazio definitivamente (qualora abbia uno spazio
alternativo dove poter andare), oppure attua il flaming (qualora
ritenga necessario rimanere nel "suo territorio" dove si è
faticosamente creato uno status).
INTERNET
• Internet è una rete mondiale di reti di computer ad accesso pubblico,
attualmente rappresentante il principale mezzo di comunicazione di
massa, che offre all'utente una vasta serie di contenuti
potenzialmente informativi e servizi. Si tratta di un'interconnessione
globale tra reti informatiche di natura ed estensione diversa, resa
possibile da una suite di protocolli di rete comune chiamata
"TCP/IP" dal nome dei due protocolli principali, il TCP e l'IP, che
costituiscono la "lingua" comune con cui i computer connessi ad
Internet (gli host) sono interconnessi e comunicano tra loro
indipendentemente dalla loro architettura hardware e software,
garantendo l'interoperabilità tra sistemi e sottoreti fisiche diverse.
L'avvento e la diffusione di Internet e dei suoi servizi hanno
rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologica e
sociologica dagli inizi degli anni 90 (assieme ad altre invenzioni
quali i telefoni cellulari e il GPS) nonché uno dei motori dello
sviluppo economico mondiale nell'ambito dell'Information and
Communication Technology (ICT) e oltre.e alcuni ragazzi lo usano
per atti di bullismo.
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IL BULLISMO di Ari, Ayoku, Tadini