IES | ottobre-dicembre 2014 | Pagina 50
CONFINDUSTRIA AREZZO, GROSSETO, SIENA
Dove c’è impresa c’è casa
Visita di una delegazione di giovani industriali della Toscana Sud allo stabilimento Barilla, dove tradizione e
innovazione si fondono per un “made in Italy” maestro nel mondo
di Nadia Frulli, Arezzo Notizie
“I
l talento, quello vero, lo
aveva nostro padre: il
nostro merito, invece,
è stato quello di essere riusciti
a conservare e gestire al meglio
quanto è stato costruito dalla
nostra famiglia”. Sono parole
importanti, cariche di passione
e al tempo stesso di rigore, che
da sole potrebbero raccontare il
paradigma di una azienda il cui
nome, nel mondo, è garanzia di
qualità e simbolo del made in
Italy: Barilla.
Ed è proprio con queste
parole che Paolo Barilla (attualmente alla guida dell’azienda
insieme ai fratelli Guido e Luca)
è arrivato al cuore di molti giovani imprenditori della delegazione – composta dai componenti
dei Gruppi Giovani di Arezzo,
Siena, Grosseto e Firenze – che
lo scorso 10 settembre ha visitato lo storico stabilimento di
Pedrignano (Parma).
Qui, settore per settore, l’azienda di pasta più famosa del
mondo ha aperto le proprie porte. Regalando l’emozione di una
esperienza unica ai venticinque
visitatori che vedono scritto
nell’imprenditoria il loro futuro.
“La visita – spiega Eleonora
Anselmi, presidente del Gruppo
Giovani Imprenditori di Confindustria Arezzo – ha rappresentato una tappa importante del
percorso di formazione promosso dalla nostra associazione.
Si è trattato di un’iniziativa
che voleva andare al di là delle
lezioni frontali e di fatto, ci ha
permesso di entrare in contatto
con realtà importanti dell’imprenditoria italiana, conoscere
meglio il territorio e incontrare
chi, come Barilla, ha una storia
di grande interesse e importanza dalla quale cogliere elementi
fondamentali per la crescita di
ognuno di noi”. Elementi che
sono poi stati condivisi durante
i successivi direttivi e che sono
stati argomento di confronto e
dibattito tra i giovani imprenditori.
“Quello che ci ha colpiti
– sostiene Anselmi – è stata la
disponibilità di questa grande
azienda ad aprirci le sue porte: e
sono state la generosità e la forte
volontà di far conoscere ad altri
imprenditori la propria storia e il
proprio modo di lavorare a sorprenderci.
Uno spirito di condivisione
che abbiamo apprezzato molto”.
Seguendo il filo delle parole di Paolo Barilla, i venticinque
delegati hanno scoperto così i
dettagli sulla storia e sullo sviluppo dell’azienda.
“Come detto, l’ottica è stata quella della condivisione ed è
stata chiara la volontà di contribuire, anche con incontri come
questo, alla crescita del sistema
produttivo italiano.
Non sono mancati i momenti di apertura alle critiche:
ne abbiamo apprezzato la costruttività”.
CONFINDUSTRIA AREZZO, GROSSETO, SIENA
© Barilla
Condivisione
e formazione,
strumenti
indispensabili
per la crescita del
sistema produttivo
italiano
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Tortellini, fase di confezionamento
bottega di pasta, Barilla sta cercando di mantenere vive le tradizioni italiane con “Academia
Barilla” dedicata alla difesa, allo
sviluppo e alla promozione della cultura gastronomica regionale italiana. Una struttura che
si trova proprio a Parma, dove
ha sede lo stabilimento visitato
dalla delegazione di giovani imprenditori.
“Dove c’è Barilla c’è casa”
recita lo storico slogan dell’azienda: e per i giovani impren-
ditori che hanno toccato con
mano la realtà dello stabilimento di Parma pare essere ancora
più vero.
“Ogni responsabile, ogni
addetto del team di lavoro con
il quale abbiamo parlato si è
mostrato orgoglioso di lavorare
per Barilla: in ognuno di loro è
emerso un forte senso di appartenenza – spiega Anselmi – ed è
un aspetto che ogni imprenditore sarebbe felice di vedere nei
propri dipendenti”.
© Barilla
Al termine, si è aperto un
dibattito incentrato sul mondo Barilla e sulla sulla figura
dell’imprenditore. Quindi il responsabile dello stabilimento ed
il responsabile della produzione
hanno accompagnato la delegazione in una visita guidata alle
linee produttive di pasta, pasta
all’uovo, pasta ripiena e confezionamento.
Nel mondo Barilla, insomma. Entusiasti i commenti dei
giovani imprenditori: “Nel futuristico magazzino automatizzato, visitato a seguire, una serie di
muletti senza conducente smistava e stoccava pancali di prodotto confezionato, con la precisione e l’efficienza di uno dei
magazzini più all’avanguardia
d’Italia. Un’immagine di grande
ordine, organizzazione e pulizia:
tutte garanzia della qualità dei
prodotti che escono da questo
stabilimento”.
Il magazzino, inaugurato
nell’ottobre 2013 e per il quale
sono stati investiti circa quindici milioni di euro, è adibito allo
smistamento della merce pro-
dotta nello stabilimento stesso
(principalmente pasta di grano
duro e all’uovo) e della merce
proveniente da altri stabilimenti
(sughi, biscotti, prodotti da forno). Si tratta del più grande magazzino automatizzato al mondo con tecnologia LGV, con una
superficie di quarantamila metri
quadrati.
L’intero magazzino rappresenta anche un esempio di come
l’innovazione possa andare di
pari passo con la tradizione ed
è specchio di come, un’azienda
nata da un solo nucleo familiare,
possa continuare a tramandare
i propri valori pur trasformandosi in una delle più avanzate
imprese del suo Paese. Quella di
Barilla è infatti una storia che ha
inizio nel lontano 1877 con una
bottega di pane e pasta aperta
da Pietro Barilla.
L’attività si è tramandata di
generazione in generazione (fatta eccezione per una “parentesi
americana” negli anni Settanta,
alla quale pose fine il pronipote del fondatore e suo omonimo, Pietro Barilla, riacquisendo
il marchio) ed è arrivata fino ai
giorni nostri. 140 anni di storia, quattro generazioni che si
sono succedute e, attualmente,
tre fratelli che guidano questo
grande gruppo, dando lavoro a
circa ottomila persone in trenta
siti produttivi, per tredici brand.
Oggi, in un mondo globalizzato, completamente diverso
da quello in cui si alzò per la
prima volta la saracinesca della
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