Diocesi di San Miniato
da La Domenica del 21/11/2010
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Domenica 21 Novembre
Giornata di preghiera per i fratelli cristiani dell’Iraq
A seguito dei barbari atti di violenza e di intimidazione che hanno colpito i nostri fratelli cristiani in Iraq,
col dolore nel cuore ma con la certezza della vittoria di Cristo sul male, mentre auspichiamo l'intervento
della comunità internazionale e che si levi da ogni parte una civile mobilitazione perchè cessino queste
gravi ingiustizie, innalziamo al Signore un'accorata e corale preghiera. Pertanto, secondo quanto stabilito
dalla Conferenza Episcopale Italiana, tutte le parrocchie sono invitate a pregare, domenica 21
novembre, Solennità di Cristo Re, in tutte le SS. Messe del sabato sera e della domenica per i cristiani
dell’Iraq, che soffrono la tremenda prova della testimonianza cruenta della fede.
San Miniato in udienza dal Papa
L’amministrazione comunale di San Miniato ha
voluto rendere omaggio al Santo Padre
partecipando all’udienza generale del 17
novembre. A guidare la delegazione il sindaco
Vittorio Gabbanini, il vice-sindaco Chiara Rossi
e il presidente del consiglio comunale Marzia
Bellini, accolti in piazza San Pietro dal vescovo
mons. Fausto Tardelli. Hanno accompagnato i
numerosi concittadini i parroci don Luciano
Niccolai, don Lido Freschi e don Francesco
Ricciarelli.
Il Papa, dopo la catechesi dedicata a Santa
Giuliana di Liegi, ha salutato i gruppi
intervenuti e in particolare ha indirizzato al
comune e alla diocesi di San Miniato il
seguente messaggio: «Saluto i fedeli di S.
Miniato, accompagnati dal Vescovo mons.
Fausto Tardelli e qui convenuti in rappresentanza delle diverse realtà istituzionali, sociali ed ecclesiali della
città e della diocesi. Nel ringraziarli per la loro presenza, li esorto a diffondere in ogni ambiente quei valori
umani e cristiani che rendono feconda ogni iniziativa di bene». Al termine dell’udienza ha lanciato un
accorato appello per la liberazione di Asia Bibi, donna pakistana condannata a morte per blasfemia.
I rappresentanti dell’amministrazione comunale, con il presidente della Fondazione Carismi, Alessandro
Bandini, hanno offerto al Santo Padre un tartufo delle terre sanminiatesi e alcuni volumi illustrativi, tra cui
il catalogo della mostra d’arte contemporanea «Dalla morte alla vita». Il sindaco Gabbanini ha rivolto al
Papa cordiali parole invitandolo a visitare la città di San Miniato.
Il pomeriggio è stato dedicato alla visita dei Musei Vaticani e ad un percorso by night col pullman per le
strade di Roma.
Sussidio per la lectio biblica
Prima Lettera di Giovanni
Nella fede e nell’amore, la vittoria sul mondo, la gioia e la vita eterna
Allegato al numero della «Domenica» del 28 novembre proeeimo: il sussidio per la
lectio biblica sulla Prima Lettera di Giovanni, già disponibile on line al seguente link:
» Sussidio i lettera di Giovanni on line
La presentazione del vescovo
Carissimi, con impegno sempre nuovo dobbiamo riproporci la lettura e meditazione
della Sacra Scrittura, imparando ad incontraci attraverso di essa con il Cristo, Parola del Dio vivente, per
orientare a Lui tutta la nostra vita, nella quotidianità degli incontri, delle scelte e dei vari accadimenti.
Quest’anno mediteremo la prima lettera di San Giovanni per riscoprire l'amore di Dio per noi rivelatosi in
Gesù Cristo, Verbo della vita, morto e risorto per noi. Questo amore riversato nei nostri cuori e accolto
nella fede, ci spinge a fare comunione, a vivere nella carità fraterna; dà alimento di unità e di pace alle
nostre famiglie; rende possibile e fruttoso il rapporto tra generazioni diverse, tra padri e figli; testimonia
al mondo la speranza del Vangelo.
Spero che anche nella nostra diocesi cresca sempre di più l’amore per le Sacre Scritture e si propaghi a
macchia d’olio l’uso di questo sussidio annuale che ci aiuta a conoscere la Parola di Dio. Bisogna allora
impegnarsi a fondo perchè sia utilizzato in parrocchia, nelle famiglie ed anche individualmente.
dalla diocesi
Fucecchio
«La pace online», presentato il nuovo libro di Mons. Cristiani
Il Movimento Shalom onlus, la sera di venerdì
12 novembre a Fucecchio, presso la sala «Don
Lorenzo Milani», ha presentato l’ultimo libro di
mons. Andrea Pio Cristiani, dal titolo: «La pace
online», che raccoglie l’intervento del fondatore
di Shalom al Congresso mondiale dell’Unione
internazionale della stampa cattolica, tenutosi a
Ouagadougou (Burkina Faso) il 14 Settembre
scorso. Alla presentazione sono intervenuti:
Andrea Fagioli (direttore responsabile di
«Toscana Oggi»), Alberto Malvolti (presidente
della
fondazione
Montanelli-Bassi),
Giulio
Panzani (giornalista), mons. Andrea Pio Cristiani
e Maria Grazia Lazzeri (insegnante) nella veste
di moderatrice.
L’autore del libro sottolinea alcuni punti nodali
della cultura attuale, tra cui le conseguenze della proliferazione di messaggi negativi, con la crescente
diffusione di nevrosi, aggressività, depressione, e il ruolo e la responsabilità della Chiesa, che da sempre
è investita della missione di comunicare e nella comunicazione trova anzi il fondamento della propria
costituzione. Da ciò l’interesse da tempo mostrato dalla Chiesa al mondo dei media e alle tecnologie
dell’informazione. Molto opportunamente, tuttavia, mons. Cristiani richiama l’attenzione, al di là degli
aspetti tecnologici, sulla necessità di puntare soprattutto sulla qualità dell’informazione e sui problemi etici
che essa comporta. Se è vero che la nostra è l’epoca della «prossimità totale» in cui tutto ciò che accade
nel mondo ci è vicino in tempo reale, ecco che la nostra responsabilità verso i problemi planetari non può
che essere più incalzante. C’è indubbiamente, anche nella comunicazione offerta dalle agenzie ufficiali
(carta stampata, televisione etc), uno squilibrio tra lo spazio riservato ai temi, spesso demoralizzanti, di
casa nostra e le grandi emergenze mondiali, quali quelle che ci interpellano dal Sud del mondo.
Consentire a tutti di aprire gli occhi su questa realtà, riconvertire in senso planetario i contenuti della
comunicazione non è solo un dovere, ma anche un’occasione, specialmente per i più giovani, per crescere
nella consapevolezza e nella capacità di usare criticamente le informazioni.
Nel libro, don Andrea pone l’accento su alcuni momenti cruciali della storia di Gesù di Nazareth e della sua
comunicativa: «A fondamento della sua storia la Chiesa ha un gruppo
di dodici comunicatori formati direttamente da Gesù, testimoni degli eventi fondamentali della sua vita
terrena, della sua morte e della sua risurrezione ed inviati ad annunciare il Vangelo a tutti i popoli della
Terra. Essa coglie nei mezzi di comunicazione di massa, che le conquiste tecniche mettono oggi a
disposizione dell'uomo, un’opportunità straordinaria per far giungere la sua voce ad un numero sempre
maggiore di persone».
Nel paragrafo dal titolo «Educazione alla Pace» l’autore sviluppa i punti di criticità del mondo della
comunicazione contemporanea: «È davvero incalcolabile il valore e la potenza dei mezzi di comunicazione
di massa per la crescita della persona umana, per la diffusione degli eventi, per l'educazione agli ideali,
per comunicare con il mondo, per una collettiva maturazione civile e democratica. Mi chiedo fino a che
punto, oggi, internet, televisione, riviste e quotidiani, che ci somministrano quotidianamente fiumi di
messaggi, notizie e immagini, siano veramente a servizio dell’uomo per costruire una civiltà giusta, serena
e fraterna». È vero che i cittadini del mondo (non tutti) hanno la libertà di scegliere, selezionare e
spegnere, ma è altrettanto vero che paura, odio, sangue, morte, sesso e banalità sono ovunque.
I 10 anni del Serra Club di San Miniato
Sabato scorso, 13 novembre, nel santuario della
Madonna di San Romano, i Serrani di San Miniato hanno
celebrato i dieci anni del club sanminiatese. Il Serra
International è un movimento laicale cattolico che ha lo
scopo di sostenere le vocazioni al sacerdozio e alla vita
religiosa con la preghiera, con l’amicizia e con la
collaborazione ad ogni livello. Il movimento, nato negli
Stati uniti, a Seattle nel 1935, prende il nome dal beato
Junipero Serra, un frate spagnolo che svolse
un’intensissima opera missionaria in Messico ed in
California nella seconda metà del ’700. Dall’America, il
movimento serrano ha raggiunto l’Europa continentale e
l’Italia nel 1959, con la sezione genovese voluta dal
card. Siri. A San Miniato è arrivato il 17 giugno del
2000, p rincipalmente grazie alla volontà e alla determinazione di Mons. Ciattini, che ne è ancora il
cappellano.
Alla Messa del decennale, celebrata dal Vescovo di San Miniato e da mons. Carlo Ciattini, hanno preso
parte non solo i membri del Serra Club di San Miniato ma anche numerosi simpatizzanti. È stato
particolarmente significativo che alla celebrazione abbiano preso parte i giovani del Seminario diocesano.
Nel refettorio del convento dei Frati, dove si è svolto un pranzo fraterno, il presidente Angela Bacchereti
ha rievocato le numerose iniziative culturali e caritative svolte nei dieci anni di attività del club
sanminiatese. Una proiezione di slides ha aiutato i presenti a riportare alla memoria gli incontri, i
pellegrinaggi, i momenti forti di un cammino ancora breve ma intenso e ricco di frutti. Il governatore
Riccardo Bastianelli, prendendo la parola, ha voluto richiamare l’attenzione sulle opere del Serra
International, che si è impegnato, in particolare, nella ricostruzione di luoghi di culto e monasteri nei Paesi
dell’ex Unione Sovietica.
Il pranzo si è concluso con il taglio della «torta serrana» e con una simpatica lotteria, mentre il gruppo dei
bambini, figli delle giovani famiglie aderenti al movimento, giocava allegramente correndo per l’antico
refettorio. (dfr)
La speranza operosa dei cristiani
di Diana Colombai
Si è tenuta lunedì scorso, presso il «tendone» della parrocchia di Montecalvoli, l’assemblea di tutti i
collaboratori pastorali, ma aperta anche a tutti i fedeli, delle parrocchie di Cerretti, San Donato,
Montecalvoli, Santa Maria a Monte nel corso della quale è stata presentata la lettera pastorale del
Vescovo. L’occasione ha dato la possibilità agli intervenuti (numerosi, a dire il vero, nonostante il tempo
inclemente) di confrontarsi sulle linee che il Vescovo ha indicato per l’azione pastorale dell’anno in corso.
Commentando il documento, don Marco Pupeschi ha rilevato come l’annuncio del Vangelo debba essere
un impegno diffuso: non è solo prerogativa dei sacerdoti, dell’intera comunità. «Al sacerdote – ha
precisato don Marco – spetta la presidenza della comunità e far emergere le qualità della parrocchia». È
stato poi chiarito perché un incontro «sotto il tendone»: siamo una Chiesa mobile, nel senso di pellegrina,
che va in giro per il mondo ad annunciare il Vangelo. Per questo il «tendone» diviene simbolo della
presenza della Chiesa nel mondo e della sua capacità di accogliere chiunque voglia disporsi ad entrarvi.
Gli interventi che si sono susseguiti hanno offerto un panorama della nostra realtà, individuando gli ambiti
nei quali l’impegno della comunità cristiana si fa più pressante. A fattor comunque di questi contributi è
stata posta la speranza come elemento che concretizza l’annuncio del Vangelo nei giorni e nei luoghi
nostri. «Da dove viene questa speranza, se non dalla Parola di Dio?», è stato rilevato. Questa speranza è,
paradossalmente per le categorie umane, appesa alla croce. Ma proprio perché la croce è l’esaltazione
dell’amore che la speranza si fa concreta ed operosa, per essere attuale ed efficace. «La speranza è già
qui, in mezzo a noi», è stato detto dagli intervenuti. Ma non ci dobbiamo illudere sulle sicurezze: la
speranza dei cristiani in realtà è una spinta alla lotta, un incitamento a vincere ogni giorno, ogni istante, il
male con il bene. È inossidabile perché si fonda sulla fede e si concretizza con la carità.
Il luogo più di ogni altro nel quale nasce la speranza e si alimenta è la famiglia, oggi così fragile, ma per
questo così preziosa. È nella famiglia, culla dell’amore sponsale e genitoriale e Chiesa domestica, che la
speranza si esercita quotidianamente. E la parrocchia che cos’è se non una famiglia di famiglie, un luogo
di persone che accoglie, che allieva che consola?
Nel corso dell’assemblea ci si è poi chiesti con quali strumenti affrontare queste sfide sociali e cristiane. La
risposta del mondo è quella relativistica: l’individuo soddisfa le sue esigenze anche a costo di far pagare
ad altri questa esclusività. Per il cristiano l’approccio è diverso: il riferimento è il Vangelo e la speranza è
la marcia in più che il mondo si aspetta. I cristiani sono chiamati a contagiare di speranza il nostro tempo.
Ed il contagio deve partire dai più piccoli, dai giovani. Non che le altre età debbano essere esonerate, ma
occorre che anch’esse di facciano «piccole» come ci chiede il Vangelo, per vivere la gioia di questa
speranza.
Un impegno quindi è di educare i bambini e i ragazzi alla speranza. I giovani hanno bisogno anche di
esempi, di modelli che comprovino loro come sia possibile una vita di speranza in un’epoca in cui tutto
sembra incentrato sull’effimero.
I partecipanti hanno infine giudicato positiva questa esperienza «interparrocchiale» di ascolto e di
confronto e si sono dati appuntamento ad altre occasioni, a cominciare da venerdì 3 dicembre prossimo,
quando i catechisti di tutte le parrocchie del comune di Santa Maria a Monte terranno, alle ore 18.30, il
loro ritiro a Cerretti.
Una ricetta di don Mannari
Il tegolato della Canonica di Crespina
Si piglia il vino nero, limpido, di seconda bollitura,
ma che sia un vinone, si versa nel fiasco,
che però deve rimanere un po’ scemo
perché, sennò, il sughero parte.
Si tura bene e s’inceralacca.
I fiaschi vanno messi a giacere su gl’embrici
tra tegolo e tegolo ancorati con un cordino
all’abbaino e si lasciano a tutte l’intemperie.
Per anni e anni ce ne possiamo dimenticare.
Quando si ripiglia, il fiasco non deve essere caldo,
e non va sciabordato. Va tenuto al fresco prima di travasarlo con la tromba.
Si serve in un’unica mescita portando i bicchieri verso il fiasco
e non il fiasco verso i bicchieri. Il fondo va buttato via.
Garba ai bevitori sani e fa bene ai convalescenti e alle donne in cinta.
Canonico Lelio Mannari
Mannari gastronomo
di Don Luciano Marrucci
Già gli facciamo omaggio se precisiamo, come avrebbe fatto lui, il significato di questa parola Gastronomo
non vuol dire ingordo, mangione, e neppure buongustaio. È piuttosto uno che conosce il cibo nella sua
causa e che perciò non è solo capace di gustarlo ma anche di confezionarlo.
Gastronomo è quello che accontentandosi anche di un di minestrone, lo prepara con gli ingredienti giusti
in una cucina in cui l’odore basta ad annunciare il sapore della vivanda. Si scopre che molti scrittori
possedevano quest’arte, e la esercitavano.
Mannari era maestro nel preparare vivande, bevande e anche dolciumi secondo le regole della cucina
toscana. Poso chiamare a testimone don Giampiero che è stato suo cappellano a Santa Maria a Monte ed
ora è parroco di Cigoli.
Marti… in storia
di Roberto Boldrini
Alla metà del Settecento la pieve di Santa Maria Novella aveva bisogno di alcuni interventi di
manutenzione. Era passato più di un secolo da quando, per opera del pievano Salvini, la chiesa aveva
ricevuto l’assetto interno che ancora vediamo, con gli altari laterali simmetricamente disposti, e oltre
trent’anni dall’intervento del pievano Panzani, che a proprie spese aveva fatto affrescare la tribuna e il
coro da Anton Domenico Bamberini. L’emergenza riguardava soprattutto il tetto e fu colta da Giovanni di
Poggio Baldovinetti (1695-1772), che in quegli anni era soprintendente dell’Opera della pieve, cioè
amministratore del suo patrimonio fondiario, valutabile in decine di ettari nel piano di Capanne e
Casteldelbosco gestiti in affitto da diversi conduttori.
Prima di procedere ad interventi sulle strutture ecclesiastiche era necessario il consenso del governo del
Granducato ed in particolare di un dicastero chiamato
«Nove Conservatori del Dominio e della
Giurisdizione».
Proprio ai «Nove» si rivolse Giovanni (con una lettera la cui copia è
conservata presso l'archivio Majnoni-Baldovinetti) dopo aver
commissionato una relazione ed alcuni periti ed aver assunto il
«parere di altre persone pratiche del paese». Giovanni chiese che
l’Opera potesse spendere 50 scudi del proprio bilancio, approvato
dai «Nove» stessi a Firenze, nel «risarcimento» del tetto: «Ma
perché la spesa del medesimo resarcimento ascenderà alla somma
di scudi 90 in circa (...) si attenderà da Sua Signoria Illustrissima
[il Soprasindaco dei «Nove»] ne siano dati gli ordini opportuni per
avere in pronto gli scudi 40 in circa che possono mancare al
compimento del lavoro pur troppo necessario affine di non esporsi
ad una rovina, come seguì della quarta parte di esso tetto
nell’anno 1720, salvo con grande spavento del popolo, che in
molto numero concorre alle sacre funzioni in quella chiesa».
Per sottolineare l’urgenza dei lavori, Giovanni allegò all’istanza due perizie sottoscritte da altrettanti
«maestri» muratori, che verificarono il pessimo stato del legname e i «cavalletti che sono calati» tanto da
rendere «necessario scoprire tutto per rimetterlo a linea retta (...) e sarebbe necessario levare 'e tegoli e
mettervi gli embrici per renderlo più sano».
Più analitica la seconda perizia, cui seguiva un esatto preventivo: «Si propone di sbassare le mura laterali
un mezzo braccio almeno, e più per la parte di fuori che di dentro, ad effetto di dare il giusto declivio al
tetto medesimo, fatto a modo di capanna, per dare lo scolo libero alle acque piovane, le quali covano ne i
mezzi per essere il legname stato posto basso, e ciò si dice ad oggetto di minorar la spesa, per servirsi del
legname che vi è, del quale potrà mancare qualche corrente o travetta, forse infracidita».
Infine, per rafforzare ancora di più l’urgenza della richiesta, ai «Nove» venne inviata anche una lettera del
pievano e dei sacerdoti che officiavano presso la chiesa tra 1757 e 1758. La pioggia che filtrava dal tetto
danneggiava soprattutto gli altari laterali ed i confessionali, anch’essi disposti lungo le pareti e occorreva
procedere al «necessario resarcimento acciò possa continuarsi da essi [sacerdoti] come si deve ad ufiziare
la chiesa medesima e non si viva con un continuo timore di qualche grave precipizio».
Seguivano le firme del pievano Iacopo di Gregorio Gorini, Raffaello Del Rosso «primo dei cappellani di
detta pieve», Giovanni di Carlo Dell’Usso, Valentino Caramelli, Giovan Battista Panzani, Francesco
Caramelli e Angiolo Maria Barnini. Quindi il pievano era all’epoca affiancato da ben sei cappellani, addetti
alle numerose cappelle, altari e offiziature, tutti benefici dotati di proprie rendite, a testimoniare quanto
fosse allora consistente il patrimonio della pieve, capace di
sostenere questo numeroso personale ecclesiastico a cui si aggiunsero anche, per appoggiare la richiesta
al governo, due sacerdoti originari del paese ma non residenti come Giuseppe di Giovanni Dell’Usso, vice
pievano di San Giovanni Val d’Egola (Corazzano) e Bernardino di Domenico Panzani, cappellano della cura
di San Martino a Castelfranco.
I lavori furono autorizzati e condotti a termine, ma Giovanni Baldovinetti proseguì nelle manutenzione
rivolgendo l’attenzione all'altar maggiore e alle acquasantiere: racconteremo di queste episodi in un
prossimo ricordo.
Capanne-Marti
Incontri di Lectio Divina
Da giovedì 4 novembre sono ripresi nelle nostre parrocchie di Marti e Capanne, gli incontri di Lectio
Divina che, come ogni anno, ci aiuteranno ad approfondire la Parola di Dio e che ci accompagneranno a
cadenza mensile fino a maggio 2011. Quest’anno, come indicato dal Vescovo per tutta la Diocesi all’inizio
di questo nuovo anno pastorale, mediteremo brani scelti dalla prima lettera di San Giovanni: «La
formazione cristiana»- ci ricordava
Mons. Tardelli anche negli anni passati – «ha bisogno della
meditazione assidua della parola di Dio contenuta nelle Sacre Scritture e consegnata nella tradizione
vivente della Chiesa. L’ascolto della Parola di Dio avviene in primo luogo nella sacra Liturgia dove essa è
veramente viva ed efficace; è bene però che tale ascolto si accompagni ad una lettura e meditazione
personale o di gruppo, possibilmente con il metodo della Lectio Divina…».
Gli incontri di lectio si terranno il primo giovedì del mese, alternativamente nelle parrocchie di Capanne e
Marti cui seguirà la settimana successiva un incontro di condivisione sul tema svolto. A guidarci in questo
cammino sarà un amico di tutti noi, don Benedetto Rossi, docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà
Teologica dell’Italia Centrale, che già da quattro anni ha ben «spezzato» per noi la Parola di Dio.
Don Benedetto ci ha insegnato a gustare la Parola di Dio che, davvero apre i nostri cuori alla speranza
verso Colui che è Via, Verità e Vita. La nostra gratitudine va anche al nostro parroco che, come richiesto
dal Vescovo, insiste per la nostra presenza, affinché possiamo formarci di più e meglio alla dimensione
d’ascolto di Dio che ci parla attraverso la Scrittura.C.M.
Gello
Ricordo di don Ottorino Guerrini
12 Gennaio 1921 – 17 novembre 1995. Sono già passati 15 anni dalla sua morte
e nonostante che io fossi piccolo, non mi scorderò mai la chiesa gremita di gente,
tutti accorsi per salutarlo.
Sul santino di ricordo è riportato il Salmo 41: “Manda la tua verità e la tua luce,
mi portino al tuo Monte Santo e alle tue dimore, per gustare la tua dolcezza, o
Signore!”. È proprio vero, è andata così.
Il Signore ha mandato la sua verità e la sua luce, infatti è ancora vivo il ricordo di
Don Ottorino nei cuori delle persone che lo hanno conosciuto nonostante i suoi
pregi e difetti.
Riporta ancora il santino: “Nella semplicità del suo tratto, ricchezza di umanità.
Nell’esercizio del suo ministero, fedeltà ed umiltà”. Penso che non ci sia niente da
aggiungere.
Posso solamente rendere testimonianza della verità: dove è passato ha creato
comunità, è stato vicino ai problemi della gente e tanta gente è stata vicino a lui
e dopo la sua morte il clima comunitario non è morto ma si è scaldato ancora di
più, rendendo le comunità accoglienti e vive del Cristo Risorto.
Per questo, domenica 21 novembre 2010 alle ore 9.00 nella parrocchia di Gello sarà celebrata la solennità
di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo con la memoria del 15° anniversario dalla morte di Don
Ottorino Guerrini. Tutti sono invitati a pregare per lui e per chi può a partecipare alla S. Messa.
La pastorale dei Giovanissimi
riparte dall’esempio dei Santi
di Gabriella Guidi
Venerdì 12 Novembre a San Romano c’è stato il primo incontro dei Giovanissimi organizzato dall’équipe
diocesana di Pastorale Giovanile. Una breve animazione introduttiva con canti, gesti e segni, ha aiutato i
ragazzi a sentirsi parte fondante dell’incontro. L’invito è quello di scoprire e cercare l’amicizia con Gesù:
l’unico vero amico. Un breve intervento del vescovo Fausto Tardelli, a seguito della lettura del Vangelo del
«giovane ricco» (Mc 10,17-22) invitava a non sottrarsi all’incontro con Gesù: un incontro di gioia, di
amicizia profonda.
Il segno della serata è stato un cartoncino con disegnate delle mani su cui ciascuno doveva scrivere il
proprio nome: Dio ci ama come Figli e se noi ci affidiamo a Lui, Egli ci porta nelle Sue mani ogni giorno!
Gesù è Parola vivente, fonte della nostra speranza e la felicità di ogni uomo sta nel coltivare questa
amicizia, nel lasciarsi amare dal Signore e seguire la Sua strada che porta alla felicità. Il segreto per
essere felice è dunque quello di farsi Santi, non con i nostri sforzi umani, ma con l’aiuto di Dio.. Ecco che il
cammino di questo anno, che per i più grandicelli conduce a Madrid, vorrà analizzare la vita di alcuni dei
Santi più importanti nella storia della Chiesa e trarne un forte esempio!! Un invito a partecipare al
prossimo incontro che si terrà nello stesso Santuario mariano il prossimo 14 Gennaio.
Lettera alla Redazione
di Antonio Baroncini
Spettabile Redazione della Domenica, Vi scrivo in forma epistolare non per commentare una notizia, ma
per porre pubblicamente sul nostro settimanale alcune riflessioni, poiché le ritengo sincere, utili ed
estremamente giuste.
Ogni domenica, prima di partecipare alla Santa Messa mattutina, prendo sul tavolo posto all’entrata della
Chiesa, il settimanale «La Domenica» e la primissima notizia che leggo è «L’agenda del Vescovo».
Ogni settimana rimango stupito da quanta attività pastorale, amministrativa ed organizzativa il nostro
Vescovo, mons. Fausto Tardelli, si carica. Non c’è un solo giorno che non lo vedo impegnato
pubblicamente. Mi chiedo: «Quanta energia, volontà, sacrificio mette nel suo apostolato!». Ciò mi attrae,
mi sprona, mi incoraggia, mi spinge a compiere sempre di più, nel meglio, il mio dovere professionale,
umano e, lasciatemelo dire, anche da piccolo cristiano.
Non conoscevo mons. Fausto Tardelli, poiché la mia occupazione mi portava sempre lontano dalla diocesi,
e una volta, finalmente rientrato, ho avuto la possibilità di conoscerlo durante la visita pastorale nel mio
vicariato. Fu don Marco Pupeschi a chiedermi di seguire, per il nostro settimanale, questo evento.
Sono stati giorni impegnativi ma affascinanti, ascoltare il nostro Vescovo davanti alle numerose folle
accorse nelle nostre chiese durante le funzioni religiose, davanti ai membri dei consigli pastorali, agli
insegnanti dei nostri presidi scolastici, davanti ai sindaci e consiglieri comunali riuniti per l’occasione,
davanti agli infermi, ai malati, alla gente sofferente, ai membri del volontariato, sempre pronti a donare
un po’ del loro tempo libero agli altri.
Per tutti aveva, senza esitazione e sempre con il sorriso, che testimonia fiducia, sicurezza e speranza,
soluzioni, attenzioni, suggerimenti, sempre alla luce del Cristo Risorto. Leggo nell’agenda: presente ai
convegni, presente con i giovani, con i seminaristi, con il clero in generale, impegnato ogni mese nella
catechesi diocesana, operoso verso la Caritas, attivo nella conferenza episcopale toscana, di cui stato
nominato responsabile per la Vita Consacrata. Non sono parole queste, sono azioni, fatti che avvolgono,
che spronano, che testimoniano la grandezza della Chiesa attraverso i suoi ministri buoni ed operosi.
Il nostro Vescovo ne è un valido esempio. Ritornando a San Miniato una sera durante la visita pastorale a
Cenaia, disse: «Come è bello servire la Chiesa». È in questa frase il vero profondo significato
dell’incessante episcopato di mons. Tardelli. Un grazie di cuore al nostro Vescovo ed un grazie a Lei don
Francesco per la sua ospitalità.
Appuntamenti e segnalazioni ...
Museo Diocesano di Arte Sacra
La scoperta del tempo di Avvento nei simboli dell’arte
di Benedetta Spina
In questo nuovo anno scolastico che ha appena avuto
principio, il Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato si
propone di offrire alle classi di catechismo della diocesi alcuni
percorsi pastorali che riescano a far individuare e a
comprendere, attraverso la corretta analisi delle opere
d’arte, i misteri e i concetti teologici più importanti legati al
periodo dell’Avvento. Partendo dalle origini storiche delle
prime comunità cristiane, fase in cui il tempo di Avvento fu
istituito perché i fedeli si preparassero alla celebrazione del
Natale, si vuole arrivare a chiarire la duplicità di significato
che esso assunse nel tempo, ossia la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini da un lato e,
contemporaneamente, il lasso di tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato verso
l’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
Il potere comunicativo delle immagini aiuterà nella focalizzazione dell’Avvento inteso come una fase di
attesa gioiosa e un processo di riflessione nel quale l’uomo sviluppa la consapevolezza di essere bisognoso
dell’amore di Dio.
Agenda del Vescovo
Sabato 20 novembre – ore 11: S. Messa in Cattedrale, nell’anniversario della morte della giovane
Valeria Tramentozzi. Ore 17,30: Cresime a Crespina.
Domenica 21 novembre – ore 11: Cresime a Casteldelbosco. Ore 16: Cresime a Usigliano di Lari. Ore
18: Cresime a Lari.
Martedì 23 novembre – ore 9,30: Udienze. Ore 18,30: Presidenza Shalom.
Mercoledì 24 novembre – ore 9,30: Udienze. Ore 21,15: A S. Romano, incontro mensile di catechesi
sul Credo.
Giovedì 25 novembre – ore 9,30: Incontro del Clero nella festa di S. Caterina d’Alessandria, patrona
del seminario. Venerdì 26 novembre – ore 10: Commissione per l’ammissione agli ordini sacri. Ore 18:
Presentazione del libro su Mons. Pio Alberto Del Corona, a Firenze, presso le suore da lui fondate.
Sabato 27 novembre – ore 10,30: Presentazione del crocifisso restaurato, nella Collegiata di Fucecchio.
Ore 21,15: A San Miniato, Veglia di preghiera per la “Vita nascente”, all’inizio del Tempo di Avvento.
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