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Architettura
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UN SECOLO DI CARTA. I primi cento anni della Burgo
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La sede delle
Car tiere Burgo
in piazza Solferino
a Torino
(architetto Carlo
Ceppi).
La facciata e,
a destra,
l’ingresso di
rappresentanza
e l’ufficio
di presidenza.
Architettura
apita molto spesso che
C
acquistando edifici firmati da
gli edifici destinati a
architetti prestigiosi,
ospitare attività
o realizzando strutture progettate
industriali – e non soltanto gli
da professionisti di fama.
stabilimenti, ma anche i palazzi
Così è avvenuto con la prima
uffici – siano collocati in
acquisizione importante,
strutture anonime, impersonali,
dopo il trasferimento della sede
nelle quali l’aspetto funzionale
amministrativa da Verzuolo a
prevale su quello estetico,
Torino. Il palazzo di piazza
quando non si tratti addirittura di
Solferino 11, costruito nel 1878
adattamenti di fortuna.
per il banchiere Francesco
Non così per la Burgo, la quale,
Ceriana, è uno degli edifici
se in molti casi ha dovuto
torinesi più celebrati dell’ultimo
limitarsi a utilizzare gli impianti di
quarto del XIX secolo, e
volta in volta acquisiti, quando
sicuramente quello che ha
invece ha potuto decidere
riscosso il maggior interesse
autonomamente ha sempre
della critica. Autore del progetto,
curato la componente estetica,
il conte Carlo Ceppi, maestro
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indiscusso dell’eclettismo
private o di case da pigione di
torinese nella stagione in cui la
particolare prestigio, destinate a
città, non più capitale e alla
una borghesia che si stava
ricerca di nuove motivazioni,
proponendo come ceto
avviava un intenso rinnovamento
emergente.
edilizio, aprendo piazze,
Il conte Carlo Ceppi, per
allargando e allineando strade,
estrazione sociale, interessi
intervenendo pesantemente con
culturali e capacità
il taglio della “via diagonale”
professionale, fu l’architetto che
(Pietro Micca) nel reticolo di vie
meglio seppe interpretare questa
e viuzze d’impianto ancora
esigenza di promozione sociale e
medievale, promuovendo
fu quindi il più ricercato e
l’insediamento di attività
apprezzato dall’alta società
commerciali, assicurative,
torinese di fine Ottocento.
bancarie. La demolizione della
A lui si debbono molti edifici
Cittadella e lo spostamento della
importanti: oltre a quattro palazzi
Piazza d’Armi consentirono,
per i diversi rami della famiglia
infine, la costruzione di abitazioni
Ceriana (con la quale era
UN SECOLO DI CARTA. I primi cento anni della Burgo
Il palazzo uffici
di corso Matteotti
angolo
via Don Minzoni
(architetto
Gualtiero
Casalegno).
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1. A. Magnaghi,
M. Monge,
L. Re, Guida
all’architettura
moderna di Torino,
Designers Riuniti
Editori,
Torino 1982,
p. 49.
L’edificio di
corso Matteotti.
Lo scalone.
Architettura
imparentato per via di
d’acqua e cascate, popolata da
matrimonio), fu l’autore del
floride statue di cemento, e
progetto complessivo di via
ornata di festoni e rocailles,
Pietro Micca, nella quale
d’impresso rilievo, ostenta, con
costruì uno degli edifici più
l’istintiva fede nel progresso
caratteristici (Casa Bellia),
del Ballo Excelsior, la libertà
e firmò anche la Casa Priotti
fantastica ed il prodigio
di corso Vittorio Emanuele II.
tecnologico della Belle Epoque”.1
Ma il suo nome è soprattutto
Dunque, un’altissima
legato alla Esposizione
professionalità e una profonda
Nazionale del 1898, della
conoscenza delle tendenze
quale progettò la maggior
architettoniche internazionali
parte dei padiglioni e la
del suo tempo, che “dimostrano
stupefacente “fontana dei
l’ampiezza dei riferimenti
mesi” nel parco del Valentino,
dell’eclettismo di Ceppi, dal
unica testimonianza ancora
medievalismo al rococò, rifusi
esistente di quell’evento.
in sintesi personalissime della
La fontana “animata da getti
fantasia dell’architetto, che si
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compiace di accostamenti non
vista della rappresentanza, non
scontati e di riferimenti
altrettanto poteva dirsi sotto il
semantici eterogenei, sempre
profilo della funzionalità. Era
sostenuti da una eccellente
quindi inevitabile che, prima o
qualità tecnico-tipologica,
poi, si dovesse pensare a
particolarmente significativa negli
un’altra sede, di maggiori
esterni e nella qualificante
dimensioni, nella quale
presenza urbana di questi
avrebbero potuto confluire anche
edifici”.2
le altre attività sparse per Torino.
Se, come prima sede torinese, la
La scelta della localizzazione non
Burgo non avrebbe potuto
fu difficile, dal momento che lo
scegliere meglio dal punto di
spazio sul quale si pensò
UN SECOLO DI CARTA. I primi cento anni della Burgo
2. A. Magnaghi,
M. Monge,
L. Re, Guida
all’architettura
cit., p. 44.
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1962.
Stabilimento
di Mantova.
Ampliamento
progettato da
Pier Luigi Nervi.
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immediatamente di costruire il
dell’ultimo lotto di terreno ancora
nuovo edificio era chiaramente
non edificato in conseguenza
visibile dalle finestre di Palazzo
della demolizione del sistema di
Ceriana, rispetto al quale si
fortificazioni secentesche, delle
collocava in una posizione di
quali l’elemento più rilevante era
contiguità non soltanto spaziale.
stata la Cittadella. In sostanza,
Contrariamente a quanto si
l’appezzamento derivava dalla
sarebbe indotti a pensare, e cioè
stessa lottizzazione che aveva
che fosse uno spazio reso libero
visto sorgere la piazza Solferino
dai bombardamenti degli Alleati
e il Palazzo Ceriana.
durante la seconda guerra
Il compito assegnato
mondiale, si trattava, invece,
all’architetto Gualtiero Casalegno
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era dunque quello di realizzare
pubblicitaria; dimostra, tuttavia,
un edificio che, senza trascurare
una eccellente professionalità
le esigenze di funzionalità, si
sia nella soluzione volumetrica
inserisse armoniosamente in un
che nell’uso di particolari, specie
tessuto già fortemente
la preziosa tessitura in pietra
caratterizzato da importanti
dorata di Barge”.3 A completare
strutture, come l’Arsenale e il
armoniosamente l’insieme, la
Palazzo Ceriana-Racca
scuola elementare G. Carducci,
sull’angolo del corso Matteotti
progettata dallo stesso architetto
con via dell’Arsenale, un’altra
e costruita con gli stessi
prestigiosa realizzazione di Carlo
materiali.
Ceppi. Terminato nel 1958,
La permanenza nella nuova
l’edificio, “di una eleganza
struttura fu tuttavia
gestuale, fa riferimento a quella
singolarmente breve. A decretare
ricerca di verticalismo
il trasferimento, nel 1981, in un
dell’architettura americana
nuovo edificio concorsero vari
d’anteguerra e all’esaltazione
fattori quali, ad esempio, le
prepotente della ‘cifra’
difficoltà di spostamento e di
UN SECOLO DI CARTA. I primi cento anni della Burgo
3. Edilizia moderna,
n. 65, 1958.
A sinistra:
Pier Luigi Nervi
(al centro) in
visita al cantiere
di Mantova.
A destra: Mantova,
la struttura a
ponte sospeso
che sostiene la
volta dell’edificio.
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A sinistra:
disegno originale
di Oscar Niemeyer.
A destra: sede
amministrativa
di San Mauro
Torinese in
costruzione.
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parcheggio in un centro cittadino
la sua centralità e per le sue
che risultava sempre più
caratteristiche intrinseche, poté
affollato, come pure la tendenza,
essere alienato rapidamente e a
propria del periodo, delle grandi
condizioni vantaggiose, mentre il
imprese di trasferire stabilimenti
trasferimento nel Comune di San
e centri direzionali fuori dalla
Mauro – in un’area periferica di
città, nei Comuni della prima
non particolare pregio (ma
cintura. Ma soprattutto la scelta
opportunamente molto vicina
fu suggerita dalle non brillanti
all’autostrada Torino-Milano),
condizioni economiche
che in quel periodo si stava
dell’azienda nella seconda metà
riempiendo di capannoni
degli anni Settanta, in forza delle
industriali, sorti spontaneamente
quali fu necessario procedere a
e senza un piano
un vasto programma di
predeterminato, quindi un’area
dismissioni immobiliari e
sostanzialmente degradata –
rinunciare a partecipazioni
consentiva di realizzare
redditizie, ma non strategiche.
sostanziose sopravvenienze
L’edificio di corso Matteotti, per
attive.
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A riqualificare la zona, a
soluzioni libere, superfici curve
conferirle quel valore aggiunto
belle e sensuali, capaci di
che le altre attività non avevano
suscitare emozioni diverse.
saputo darle, fu proprio l’edificio
Soluzioni che troveranno nel
della Burgo, il cui progetto
progetto architettonico di tutti
fu opera di uno dei grandi
i palazzi ed edifici pubblici di
maestri riconosciuti
Brasilia, affidatogli dal
dell’architettura contemporanea:
presidente Kubitschek, una
Oscar Niemeyer.
puntuale esemplificazione.
Quando viene incaricato di
Approdato a Parigi dopo il colpo
progettare il Palazzo Burgo
di stato brasiliano del 1964,
l’architetto brasiliano ha già al
Niemeyer opera per una
suo attivo una serie grandiosa di
committenza prevalentemente
realizzazioni che hanno fatto
europea, lasciando anche in
epoca, imponendosi per uno stile
Italia testimonianze importanti
proprio, lontano da forme fredde
della sua genialità. Prima del
e tecniche, orientato verso
Palazzo Burgo egli aveva infatti
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Sede
amministrativa
di San Mauro
Torinese.
Particolare.
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4. Domus, n. 570,
1977.
Sede
amministrativa
di San Mauro
Torinese.
Veduta notturna.
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già progettato il palazzo uffici
nello spazio’, una grande ruota
della Mondadori di Segrate, e la
per esaltare i momenti funzionali
sede della Fata European Group
dell’organizzazione interna di
di Pianezza.
questo complesso cartiero,
Pur nella diversità delle soluzioni
vive nel suo interno per
stilistiche adottate i tre edifici
corone circolari: uno spazio
calano nelle aree in cui vengono
articolato, sapientemente
realizzati “come provenienti dalla
costruito, non percepibile
luna: enormi insegne
dall’esterno, rivestito da una
pubblicitarie… per luoghi astratti
fantasiosa pelle fatta di
ed artificiali, chiuse in una
particolari ormai sperimentati e
indifferenza agli stimoli di
di certo gusto internazionale”.4
qualunque contesto”.
Ma nel caso Burgo la ricerca di
In particolare, il complesso
soluzioni esteticamente pregevoli
della Burgo “il cui impianto
non si esaurisce nella
non a caso pare richiamare
progettazione dei palazzi uffici,
il satellite-città di ‘Odissea
ai quali, competendo anche
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funzioni di rappresentanza,
macchina continua, costruita
debbono comprensibilmente
dalla consociata Beloit, che in
essere dedicate ogni cura e
un percorso di oltre 100 metri
attenzione. Lo stesso interesse
trasforma la pasta legno
viene riservato agli edifici
in carta da giornale e la avvolge
industriali – non molti per la
in bobine alla velocità di quasi
verità – che la Burgo fa costruire
mille metri al minuto.
in proprio. È il caso della cartiera
Per ospitare una macchina di
di Mantova, realizzata nel 1960
queste dimensioni occorre una
per ospitare una eccezionale
grande struttura, resa
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Stabilimento di Duino.
Veduta notturna.
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potenzialmente ancora più
Nervi, sin dall’inizio della sua
grande dalla possibilità di
attività, si è imposto
procedere, in futuro,
all’attenzione del pubblico con
al raddoppio dell’impianto.
progetti in cui le interessanti e
La realizzazione del progetto
innovative strutture sono
viene affidata all’ingegner
concepite senza perdere di vista
Pier Luigi Nervi, maestro
sia la ricerca di un’eleganza
riconosciuto a livello
formale sia gli aspetti economici.
internazionale per quel che si
Quando procede alla costruzione
riferisce al calcolo strutturale.
dell’impianto di Mantova, egli
ha già alle spalle realizzazioni
importanti, come il salone
Giovanni Agnelli del complesso di
“Torino Esposizioni” e, a Milano,
il grattacielo Pirelli, mentre sta
realizzando, in contemporanea,
l’avveniristica struttura del
Palazzo del Lavoro – edificio
L’architetto
Sergio Petruccioli.
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simbolo delle celebrazioni di
prima una seconda macchina,
“Italia ’61” – nella quale associa
l’edificio dovrà essere
una copertura in acciaio,
raddoppiato e nella zona
costituita da mensoloni a
centrale, tra le due macchine,
raggiera, alle strutture portanti
dovrà esserci la possibilità di
in cemento armato.
operare in un grande spazio
E saranno questi anche gli
libero, senza ostacoli a
elementi fondamentali nella
intralciare l’attività. “L’ipotesi del
costruzione dello stabilimento
raddoppio si rivelerà utopistica,
di Mantova.
ma intanto l’esigenza di una
Poiché è da prevedere la
grande luce libera
possibilità di affiancare alla
longitudinalmente suggerisce
Stabilimento di Duino.
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Stabilimento di Duino.
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l’analogia fra la copertura
indipendenti: il basamento
dell’edificio e l’impalcato di un
su cui poggia la macchina e,
ponte. E Nervi, dopo avere
a quota 22 metri, la copertura
scartato la possibilità di
costituita da un reticolato di travi
realizzare due archi in cemento
d’acciaio di peso contenuto
armato della luce di duecento
(“appena” 700 tonnellate)
metri (per il costo eccessivo
e sospesa mediante quattro
delle fondazioni che avrebbero
catene a due cavalletti in
dovuto assorbire forti spinte
cemento armato, sistemati a
orizzontali), inventa la soluzione
una distanza di 164 metri l’uno
realizzata. Originalissima”.
dall’altro e alti ben 47 metri.
Nervi progetta infatti due sistemi
Tra il basamento e la copertura
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Stabilimento di Duino.
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Stabilimento di Verzuolo.
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corre una facciata continua di
La sperimentazione
acciaio e vetro.
dell’ingegneria delle strutture,
Si tratta di una soluzione
che, mai interrotta, nel periodo
fortemente innovativa, che
tra le due guerre era però
riflette il carattere internazionale
rimasta ai margini del dibattito
della concezione che sta alla
architettonico, ritorna adesso
base del progetto. “Nel
alla ribalta, sospinta anche dal
panorama architettonico
grande sviluppo delle
internazionale della fine degli
infrastrutture. Forse è proprio in
anni Cinquanta, il tema della
questi anni che tra ingegneria e
grande struttura viene
architettura si raggiunge il punto
assumendo un rilievo inedito.
di massima convergenza”.5
UN SECOLO DI CARTA. I primi cento anni della Burgo
5. Sergio Poretti,
Cartiera Burgo,
in Casabella,
n. 651/2,
dicembre
1997/gennaio
1998. Numero
speciale dedicato
alle “Fabbriche
del Novecento”.
Stabilimento
di Verzuolo.
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Stabilimento di Verzuolo.
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Iniziata nel 1960 e terminata nel
In entrambi i casi lo sforzo
1964, la Cartiera di Mantova
maggiore si è concentrato sulla
continua a rappresentare un
necessità di rendere il meno
segno forte nel panorama della
possibile “visibili” strutture che
pianura mantovana, e testimonia
per la natura degli impianti
la capacità della Burgo di
destinati a occuparle non
coniugare valori funzionali con
potevano che essere di grandi
valori estetici.
dimensioni. Si è quindi cercato di
In tempi più recenti, il compito di
conciliare l’impatto ambientale
coniugare funzionalità ed
con l’impatto estetico, riuscendo
estetica è stato affidato al
in misura brillante a “diluire”
professor Sergio Petruccioli,
la fabbrica nel paesaggio.
autore di due interventi a Duino
Ciò è risultato particolarmente
e, più recentemente, a Verzuolo.
importante nel caso di Duino,
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Stabilimento
di Verzuolo.
Tre epoche:
la palazzina uffici
del 1955;
l’edificio di
“continua otto”
del 1977 in
secondo piano
con in testa la
nuova costruzione
(2001) di
collegamento tra
la continua otto
e la nove.
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dove – essendo la fabbrica
contenute. Il pericolo che
inserita all’interno del Parco
l’insieme, vecchio e nuovo,
naturale delle fonti del Timavo –
dello stabilimento potesse
era particolarmente importante
risultare ipertrofico è stato
che la costruzione si inserisse
evitato: il rivestimento
nell’ambiente senza turbamenti.
progettato, oltre che
Per Verzuolo, infine, il problema
tecnologicamente perfetto per
principale consisteva nel fatto
le notevoli esigenze di
che la nuova, grande struttura,
climatizzazioni del ciclo cartario,
andava ad affiancarsi a uno
rende visivamente gradevole
stabilimento già grande di per
l’edificio anche grazie a uno
sé, a margine di una struttura
studio particolarmente attento
urbana che era riuscita a
delle variazioni cromatiche e
mantenere nel tempo dimensioni
formali delle superfici esterne.
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Stabilimento di Verzuolo.
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di Verzuolo.
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