Corso di formazione sul monitoraggio
e la valutazione dei Piani di zona
avviati in Provincia di Torino
Secondo Modulo:
La valutazione del livello di implementazione
del Piano di Zona
26-28 giugno 2006
Katja Avanzini ([email protected])
Carla Dessi ([email protected])
Diletta Cicoletti ([email protected])
1
Il programma di oggi:
Presentazione dei partecipanti del gruppo
allargato
l
Presentazione dello “stato dei lavori” e
obiettivi delle giornate
l
Lavoro di gruppo: approfondimento disegni
di valutazione per aree tematiche
l
Input teorico: il ruolo del tavoli tematici nel
percorso di valutazione
l
2
Il percorso di lavoro allargato ai
referenti tematici
Le finalità
condivisione di significati e finalità del
piano e della sua valutazione;
l individuazione e condivisione di
percorsi, modalità e strumenti per la
valutazione del piano di zona
l
3
Perchè i tavoli tematici
l
l
4
per portare avanti il processo di
partnership e co-progettazione tra
pubblico e privato sociale
sono attività di carattere trasversale agli
obiettivi del piano di zona che possono
essere considerate quali “condizioni” di
avvio e di supporto della riforma, avendo
finalità di favorire e permettere la efficace
realizzazione dei piani stessi
Tavoli tematici… le parole chiave
l
5
Co-progettazione
l Partecipazione
l Valutazione
Gli attori coinvolti – 1
Due principali ragioni alla partecipazione di tali
soggetti:
1. La disponibilità di risorse utilizzabili per gli obiettivi
sociali appena citati;
2. La conoscenza delle situazioni di disagio e di
debolezza che richiedono interventi in questo
campo
Scortegagna 2002, La dimensione organizzativa del
Piano di zona, Rivista di servizio sociale n. 4
6
Gli attori coinvolti - 2
l
l
l
7
“Si tratta di distinguere fra la funzione di
advocacy e protezione sociale che il non profit
svolge in autonomia e la funzione gestionale che
svolge per conto degli enti pubblici che finanziano
quei servizi.
Il diritto – dovere a essere rappresentati nel
processo dei Piani di zona discende dalla
advocacy, che racchiude in se la capacità di
evidenziare i bisogni, di delineare nuove opzioni
di intervento, di mettere in rete proprie risorse
professionali e strutturali in aggiunta a quanto
disponibile con investimento pubblico.”
Battistella, De Ambrogio, Ranci Ortigosa 2004, Il Piano di
zona, Carocci Faber
Definizione del termine Advocacy
l
l
8
“Attività di supporto all’esplicazione dei
bisogni e di tutela dei diritti, svolta da
organizzazioni di volontariato formali e
informali, in favore di gruppi sociali
soggetti a processi di marginalità sociale
o di utenti dei servizi sociali e sanitari”
Battistella, De Ambrogio, Ranci Ortigosa 2004,
Il Piano di zona, Carocci Faber
La partecipazione del terzo
settore al Piano di zona
PER RAPPRESENTANZA
2. PER COMPETENZA
1.
9
Il coinvolgimento del terzo settore
nel pdz incrementale
GESTIONE
DEL PDZ
COSTRUZIONE DEL
PIANO
10
SOTTOSCRIZIONE
ADESIONE
AL PDZ
Il processo di programmazione
partecipata: ruoli e attori
Tutti gli attori sociali che a vario
titolo sul territorio concorrono a
realizzare il sistema dei servizi,
sono chiamati a partecipare alla
definizione e realizzazione del
Piano di zona.
11
Definire gli attori di un piano di zona
significa:
l
l
l
Comporre la mappa dei soggetti presenti
sul territorio a diverso titolo coinvolti nel
sistema dei servizi;
Decidere i criteri per la partecipazione;
Identificare la funzione di ogni soggetto
all’interno del piano di zona
12
Chi e come coinvolgere?
l
l
l
Chi: attori pubblici (Asl, ex Ipab, Scuola,
forze dell’ordine, altri assessorati dei
comuni) e del privato e del privato sociale
(ass. di volontariato, ass. di famigliari,
cooperative, ass. di imprese);
Come: bisogna decidere i criteri per la
partecipazione.
In nessun caso la partecipazione al
processo di programmazione potrà
precostituire titolo per eventuali e futuri
affidamento di servizi.
13
Quando coinvolgere?
l
Nella fase iniziale della
programmazione;
– Attraverso la conferenza di servizio (Linee
guida) per indicare obiettivi e modalità della
partecipazione;
l
Nella fase di programmazione;
– Attraverso tavoli tematici per la definizione
dei problemi, la raccolta e analisi dei dati, la
definizione di progettualità.
l
Nella fase di attuazione;
– Attraverso la predisposizione di un sistema
di valutazione del Piano di zona.
14
Il Piano di Zona: i tavoli tematici
Ciascun piano di zona decide rispetto
all’attivazione dei tavoli tematici per area
d’intervento
(auspicabili
ma
non
obbligatori).
Laddove presenti, tendenzialmente:
l
Sono composti da rappresentanti della
componente tecnica e politica
e da
soggetti, istituzionali e non.
l
Hanno funzioni di analisi, progettualità e
di valutazione
l
Possono
essere
oggetto
di
idonee
iniziative formative ed informative
l
15
Le fasi di lavoro dei tavoli:
Fase della conoscenza
l
l
16
Fase dell’operatività
La fase della conoscenza
La conoscenza:
- tra organizzazioni
- del territorio: “mappatura” 
problemi dell’utenza, strategie di
soluzione, servizi esistenti e
operanti.
17
La fase dell’operatività
Nell’ottica della co-progettazione…
bozza/proposta di progetti …
questa fase in diversi territori ha
visto lo stallo dei tavoli d’area…
18
I principali nodi trasversali
l
La co-progettazione
l
La composizione dei tavoli
l
Le connessioni tra le parti
19
La co-progettazione
Coprogettazione / ideazione /
programmazione / realizzazione di
interventi e attività…
Co-progettazione…
- quali interlocutori/destinatari?
- su quali oggetti?
- quali azioni?
- quale esito?
20
La composizione dei tavoli tematici
I criteri di composizione dei tavoli (per
competenza, rappresentanza, su mandato
istituzionale...);

I criteri di rappresentanza dei soggetti
componenti il tavolo (“chi nomina chi?”);

Vantaggio/ interesse a partecipare ai tavoli
tematici.

21
La pianificazione è soprattutto
organizzazione,
per cui il suo successo o insuccesso
dipendono
anche dalle scelte organizzative effettuate
dal sistema di governo esistente
e dai diversi soggetti che lo compongono
(Scortegagna, 2002)
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