PROGETTAZIONE
INTEGRATA IN SARDEGNA
analisi e valutazione del processo avviato
Rapporto
Giugno 2006
Economia Applicata anno 2007
di Fois Maria Antonietta
 LA FILIERA DELLA CONOSCENZA

 La nuova politica di sviluppo avviata dalla Regione
Sardegna punta decisamente sul sapere e sulla
conoscenza. La più importante sfida è superare la
mancata valorizzazione del capitale umano, fattore di
debolezza strutturale che colloca la nostra Isola agli
ultimi posti tra i Paesi europei.
 LA PROGETTAZIONE INTEGRATA AL PRIMO GIRO
DI BOA

 La Progettazione Integrata in Sardegna giunge al suo
primo giro di boa e dà inizio ad un ciclo di incontri
nelle otto Province – i Forum Territoriali – che
rappresentano da un lato l’occasione per condividere
con le parti istituzionali, sociali ed economiche, gli
esiti della prima fase dei lavori
Questa ricerca viene affidata alla società Studiare
Sviluppo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo
,attualmente inserito nel Ministero per lo Sviluppo
Economico che a giugno 2006 presenta un primo
rapporto
 La Progettazione Integrata non scaturisce da esigenze
nate dal “basso”,bensì nasce per volontà della
Amministrazione regionale
 già nel 2001 la Giunta regionale aveva avviato una ricerca
valutativa sulla progettazione integrata
 Dalla profonda insoddisfazione(della nuova Giunta) per il
modo in cui era stato attuato il primo ciclo di P.I.,nasce il
“nuovo percorso”
 Questo nuovo percorso è caratterizzato da metodi e
procedure differenti da quelle che avevano caratterizzato la
precedente
 Si tende ad una maggiore responsabilizzazione delle
amministrazioni provinciali e locali,nonché delle
rappresentanze di interessi
i
progetti integrati
 I Progetti Integrati rappresentano il momento decisivo del
nuovo percorso della progettazione integrata che ha preso
il via lo scorso anno e che si è articolato in diverse fasi.
 Numerosi incontri promossi dai laboratori di progettazione hanno portato alla definizione e approvazione del
Quadro Unitario della Progettazione Integrata, nell’ambito
del quale si individuano Progetti Integrati di Sviluppo
Regionale, Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale e le
Azioni di Sistema.
 I progetti integrati sono uno strumento operativo di
attuazione della strategia regionale che, partendo dalle
specificità del territorio, sono capaci di valorizzare le
risorse locali e creare sviluppo in termini economici,
sociali, ambientali e culturali.
Le fasi della progettazione
integrata
 Fase 1 :presentazione delle domande di partecipazione
ai partenariati di progetto
 Fase 2 :costituzione dei Partenariati di progetto
 Fase 3 :presentazione dei progetti integrati da parte dei
Partenariati di progetto
 Per mettere in pratica questi orientamenti la regione
ha fatto tre scelte importanti:
a) la creazione di inediti “Laboratori di progettazione”
cioè dei luoghi tecnici decentrati,dedicati a promuovere
l’identificazione e la formazione dei progetti integrati in
stretta interazione con il territorio
b) sollecitare il contributo strategico del partenariato
economico-sociale ed ampliare la partecipazione
c) la terza scelta forte della regione è la creazione,a livello
regionale, di Gruppi tecnici settoriali, a supporto della
validità tecnico-economica dei progetti integrati
Ha inizio durante la riprogrammazione intermedia del
POR Sardegna 2000-2006 e si articola in
4 fasi:
Fase A
 Individuazione del quadro logico di riferimento per la
successiva definizione dei Progetti Integrati
(obiettivi,strategie,azioni prioritarie)
►inizia a gennaio
2005 con la predisposizione,da parte della
Regione col supporto di FORMEZ (task force del Progetto
SPRINT) degli orientamenti ed indirizzi del nuovo percorso
►si
conclude ad aprile 2006 con la costituzione dei Gruppi
Tecnici Regionali che hanno il compito di rendere più
omogenee tra loro tutte le proposte contenute nei vari
rapporti,individuando quelli che possono avere una valenza
strategica per l’intera regione
Fase B
 Attuata nel marzo 2006
 Delibere di Giunta Regionale per il finanziamento delle
operazioni inserite nei Progetti Integrati a valere su fonti
finanziarie diverse dal POR
 Viene attuata a marzo 2006 quando la giunta Regionale
delibera le risorse finanziarie disponibili per la progettazione
integrata : oltre 693 milioni di euro
Fase C
 Presentazione,valutazione e approvazione dei progetti
Integrati
 inizia a maggio 2006 ed è tuttora in corso,con la
pubblicazione,da parte della regione,del Quadro unitario
per la Programmazione Integrata mediante l’emanazione
dell’Avviso pubblico per la presentazione di Progetti
Integrati di sviluppo
 L’Avviso indica gli ambiti settoriali e tematici cui si
devono riferire le proposte dei Progetti Integrati di
Sviluppo presentate dai Partenariati di Progetto
Fase D
 pubblicazione dei bandi di gara per la selezione delle
operazioni da ammettere al finanziamento,inserite nei
Progetti Integrati di Sviluppo approvati
Obiettivi
e
mezzi
implicati
 Per realizzare il percorso brevemente riassunto,la Regione
ha individuato alcuni obiettivi che sono rimasti inalterati
lungo tutto il processo:
 Obiettivi:Conseguire il massimo valore aggiunto dagli
investimenti sinora realizzati
 Finalizzare strategicamente le risorse del POR e degli altri
strumenti non ancora programmate
 Creare le condizioni per usare,con efficacia,le risorse
finanziarie che saranno disponibili nel 2007-2013
 Sostenere e rafforzare i processi di cooperazione tra gli
attori di sviluppo locale
mezzi
 Per poter raggiungere questi obiettivi occorre avere a
disposizione 4 differenti mezzi :
► Conoscenza situata e globale :Si devono conoscere bene i
Territori in cui si deve operare;
 Occorre avere cognizione del tipo di investimenti e dell’importo degli stessi;
 Occorre conoscere le condizioni di estrazione del valore aggiunto (la
differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi
acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto )
► Consenso :È necessario,una volta definite le strategie, raggiungere un
accordo collettivo ;
Esso sarà dunque in funzione ad un determinato metodo di selezione di
quelle iniziative più rilevanti;
;che
premia
mezzi
► Capacità Tecniche e Organizzative da parte delle
Amministrazioni coinvolte:
 Di progettare
 Di “accompagnare” il progetto ai fini della sua attuazione
 Di entrare nel merito degli interventi,valutandone e sostenendone la
qualità
► Incentivi :Uno dei dieci principi dell’Economia afferma che “gli
individui rispondono agli incentivi”,perciò una buona informazione
sugli investimenti,siano essi pubblici che privati (già realizzati o in via
di realizzazione), una conoscenza sulle preferenze del pubblico
(disegni perseguiti,evoluzioni auspicate e promosse) o,anche, la
creazione di dispositivi e mezzi giuridici,saranno degli ottimi incentivi
Strutturazione del processo
Al fine di strutturare il processo organizzativo che dovrà
presiedere alla nuova progettazione integrata,la Regione
Sardegna prevede di costituire:
 1 Tavolo di Partenariato Regionale
 8 Tavoli di Partenariato Provinciali (1 per Provincia)
 1 Unità Tecnica Regionale di Coordinamento
 Laboratori di Progettazione Regionali(settoriali e
intersetto-riali) e Provinciali
I TAVOLI di PARTENARIATO
 1 Regionale
 8 Provinciali
 I Tavoli di partenariato rappresentano il luogo d'incontro tra le
istituzioni ed il partenariato economico e sociali e hanno lo scopo di
maturare scelte più rispondenti agli interessi ed ai bisogni dei
territori amministrati
►hanno il compito di “mobilitare” la conoscenza “situata”,cioè quel
tipo di conoscenza che riguarda i problemi localizzati (ad un
determinato territorio) e la capacità di riconoscerli,percepirli ed
affrontarli in modo adeguato,nonché di fornire il consenso che è
necessario per poter scegliere ed attivare delle azioni
strategicamente rilevanti
Tavolo di partenariato
regionale


L’idea iniziale era quella di creare prima i Tavoli di partenariato
che avrebbero costituito i Laboratori di Progettazione Provinciali,
sorvegliandone le attività e valutandone gli esiti.
In realtà i Laboratori sono nati per primi,indipendentemente
dai Tavoli
 Ne è conseguito che i Tavoli anziché promuovere l’azione dei
Laboratori, ne hanno, invece, valutato il prodotto ex post.
Tavolo di Partenariato regionale
Composizione:
 La composizione di questo gruppo di lavoro prevede la partecipazione di diversi
rappresentanti:
ِ► il Partenariato istituzionale, composto dai rappresentanti
dell'Amministrazione regionale, delle Province, degli Enti Locali, delle
Comunità Montane;
► il Partenariato socio-economico, costituito dai rappresentanti imprenditoriali, sindacali e professionali;
► i centri di ricerca e formazione;
► le Associazioni no-profit e le Banche.
Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso
Compiti:
a) contribuisce alla definizione del processo di attuazione della nuova progettazione
integrata;
b) promuove e coordina, in una piena prospettiva di sussidiarietà e decen-tramento,
l’azione delle proprie componenti nei Tavoli di Partenariato Provinciali;
c) prende atto degli obiettivi, delle strategie e delle azioni prioritarie (settoriali e
territoriali) definiti nei Rapporti d’Area approvati dai Tavoli di Partenariato
Provinciali
Tavolo di partenariato regionale
Compiti:
d) contribuisce all’individuazione delle priorità territoriali e settoriali da adottare
per la definizione del quadro d’insieme dei Progetti Integrati valutandone la
coerenza con la programmazione regionale;
e) fornisce indirizzi per la formulazione dei Progetti Integrati di Sviluppo
Regionale concertandone i contenuti con i Tavoli di Partenariato
Provinciali e procedendo alla loro approvazione finale;
f) partecipa alla valutazione in itinere e finale dei risultati derivanti dalla
attuazione dei Progetti Integrati in termini di impatto sull’economia della
regione e dei suoi territori. Le decisioni vengono assunte applicando il
metodo del consenso.
Tavoli di partenariato provinciali
 Sono previsti Tavoli partenariali anche a livello locale.
 La prima convocazione dei Tavoli ufficiali viene fatta tra dicembre
2005 e marzo 2006 per discutere,integrare ed approvare i Rapporti
d’Area.
 In ogni Tavolo di Partenariato Istituzionale ,sono rappresentati,in modo
uniforme,Provincia,Comuni,Comunità Montane.(la diversità numerica, che
va dai 62 componenti di Cagliari ,ai 31 di Sassari ,è da attribuire al fatto che
alcuni Comuni si sono fatti rappresentare)
 Anche il Partenariato Socio-Economico , composto da Sindacati e
Associazioni di categoria,è stato uniformemente rappresentato nelle sue
categorie principali,mentre l’assenza degli Enti Parco,degli Istituti di Credito
e del Terzo Settore,degli Atenei e dei Centri R&S,hanno ridotto l’ampiezza
dei Tavoli ,riducendo notevolmente la rappresentatività.
 Provinciali, hanno natura assembleare e operano come luogo di
cooperazione, confronto e riflessione strategica sulle politiche di
sviluppo del territorio
 Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso.
Componenti Tavoli di Partenariato Provinciali
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D
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I
A
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Cagliari
P
3
46
-
3
1
3
2
-
-
4
-
CarboniaIglesias
P
1
20
-
0
0
4
1
-
-
5
-
Medio
Campidano
P
1
24
-
0
1
4
1
-
-
1
-
Oristano
P
1
23
-
2
-
2
2
-
3
-
Sassari
P
1
25
-
3
2
-
-
-
5
-
OlbiaTempio
P
3
11
-
5
1
4
-
-
-
-
-
Nuoro
P
2
38
-
1
2
2
2
-
-
5
-
Ogliastra
P
0
18
-
1
1
3
1
1
-
2
-
L’UNITA’ TECNICA DI COORDINAMENTO
 Provvede a collegare il lavoro dei vari soggetti coinvolti
nel processo,in particolare quello degli 8 Laboratori di
Progettazione provinciali,dei Laboratori
regionali,nonché delle strutture amministrative che
vengono interessate dal processo (amministrazioni
regionali, provinciali e locali)
 Col suo operato permette una complessiva coerenza e
tenuta organizzativa del processo, orchestrando la
connessione tra la produzione di conoscenza dei
Laboratori e la produzione di consenso e di decisione
dei Tavoli.
I Laboratori di Progettazione
REGIONali
 Rispetto al disegno iniziale,vi sono stati due cambiamenti
importanti :
► avrebbero dovuto promuovere la definizione dei Progetti Integrati di scala
regionale in parallelo a quelli di scala subregionale promossi dai Laboratori
provinciali,mentre in realtà questo parallelismo non c’è stato;
► Di conseguenza,ai Laboratori provinciali, è mancato nel corso dei lavori il
contributo tecnico-specialistico di quelli Regionali che,sarebbero dovuti essere
preposti a “dispensare” la loro conoscenza globale
 Nel nuovo percorso,la Regione Sardegna, ha previsto che i
Laboratori di Progettazione regionali debbano rappresentare una
credibile risposta alla esigenza di fornire conoscenze e competenze
globali capaci di bilanciare quella conoscenza “situata” che
proviene dal “basso” del territorio
I Laboratori di Progettazione
REGIONali
Rappresentano la risposta a 2 esigenze:
 Istruire la decisione del Tavolo Regionale sui Progetti
Integrati che hanno rilevanza strategica sul territorio
regionale
 Fornire la Conoscenza globale che sarà affiancata a quella
“situata”, in modo tale da permettere la formazione di Progetti validi sia dal lato economico che da quello tecnico
 Con la nuova denominazione di Gruppi tecnici regionali, i
Laboratori regionali,entrano in scena a fine 2005 – inizio
2006 per esaminare i rapporti d’Area già approvati dai
Tavoli provinciali
I Laboratori di Progettazione
Provinciali
 Sono entrati in scena a fine 2005-inizio 2006
 Sono collocati,fisicamente, presso le province
 Avrebbero dovuto promuovere la definizione dei progetti integrati di
scala regionale in parallelo alla promozione di quelli di scala
subregionale elaborati dai Laboratori provinciali
 In realtà, questo “parallelismo” non si è verificato in quanto la
promozione dei progetti Integrati regionali è avvenuta avvalendosi dei
Rapporti d’Area,cioè del lavoro svolto a livello provinciale
 Si tratta di nuove entità mai viste prima in nessuna regione
 Sono il luogo in cui i tecnici locali (che conoscono molto più a fondo i
problemi e le esigenze di “quel “ territorio)lavorano a fianco dei tecnici
regionali,raccolgono dati,conducono interviste e,infine propongono
linee di intervento
I laboratori di progettazione provinciali
Composizione
Ogni Laboratorio è composto da :
 1 Coordinatore tecnico nominato dalla Regione
 1 Coordinatore istituzionale di fiducia della Provincia
 1 Coordinatore regionale,scelto tra i funzionari regionali (per
agevolare le relazioni con gli uffici della Regione)
 Un gruppo di tecnici :Professionisti e consulenti selezionati dalla
Regione, agenti di sviluppo,di nomina regionale,Dipendenti pubblici
,Consulenti di fiducia di Amministrazioni locali,
 Una segreteria tecnica (situata presso gli uffici della Provincia)
 Ad ogni Laboratorio collaborano tecnici dell’ERSAT
I laboratori di progettazione
provinciali
Risorse
 Ogni Laboratorio ha a disposizione una serie di risorse che si differenziano da
un punto di vista quantitativo determinato da :
►numero di tecnici coinvolti
►numero di ore messe a disposizione ai Laboratori
►impegno previsto e impegno effettivo dei tecnici
► tipo di competenze messe in campo (solo in due Laboratori su otto
sono presenti tecnici capaci di fare un’analisi economica,indispensabile per lo svolgimento dei lavori)
►dal tipo di organizzazione
►dal tipo di gestione (alcuni Laboratori non hanno una segreteria)
 Per quanto riguarda le competenze relative al Settore Agricolo e
Agroindustriale,l’accordo Regione – ERSAT ha garantito la presenza in ogni
Laboratorio della presenza di uno o più tecnici.
Output dei Laboratori provinciali
 A livello teorico essi avevano il compito di:
►prendere contatto con gli attori coinvolti nel Progetto integrato,
►acquisire impegni formali, per la realizzazione delle opere,dagli enti
pubblici
►valutare il progetto mediante modelli di valutazione di coerenza e
autovalutazione
 In realtà,più che “disegnare”,”costruire” e “montare”, i
Laboratori hanno riordinato e sistematizzato il quadro
generale
 Il risultato finale (output) che ne è scaturito,riversato nei
rapporti d’Area,rappresenta non tanto dei Progetti,quanto una
serie di sollecitazioni scaturite dall’avere fatto ordine
,proponendo “modelli” in cui racchiudere una moltitudine di
idee
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Unità di coordinamento
 Un’altra modificazione ,nel nuovo percorso, riguarda
“l’Unità Tecnica Regionale di coordinamento della
programmazione e della progettazione integrata
regionale e territoriale”
 All’inizio del processo ad essa vengono attribuiti i
compiti di : coordinare il nuovo percorso,contribuire al
PRS,al DSPR e al POR2007-2013,coordinare l’attuazione dei 13 PIT del 2001
 Durante il corso dei lavori viene ,invece, attuata una
diversa struttura di coordinamento snella,concentrata
soprattutto sul “nuovo percorso” in modo da assicurare
il contatto e l’interazione fra Regione e Laboratori
provinciali
Il partenariato e la partecipazione
 Per quanto riguarda il partenariato,l’obiettivo è quello di renderlo più
attivo,più propositivo e più partecipe del processo di formazione dei
progetti integrati ;
 Il progetto rappresenta un ulteriore approfondimento e
specializzazione degli obiettivi, strategie e azioni contenute negli
"Elementi per la Predisposizione dei Progetti Integrati di Sviluppo".
 I partenariati sono aggregazioni di soggetti proponenti che hanno il
compito di predisporre e presentare il progetto integrato di sviluppo
regionale.
 Vengono convocati all’inizio del processo al fine di una condivisione
univoca delle impostazioni strategiche e delle modalità di attuazione.
 Partecipano in modo costruttivo,collaborando con la Regione e
aprendo un confronto su tutte le questioni proposte.
Descrizione del processo
organizzativo
 Il Processo organizzativo consiste nella “l’individuazione
del quadro logico di riferimento per la definizione dei
Progetti Integrati”,esso si distingue in 3 fasi logiche:
►progettazione del processo e allestimento delle
risorse umane ed organizzative;
►indagini territoriali svolte dai Laboratori di Progettazione( in ogni provincia);
►individuazione di obiettivi,strategie ed azioni prioritarie (per la definizione dei Progetti);
Interpretazione del processo
 Il processo che produce il quadro logico di riferimento per la
definizione dei Progetti,cioè gli obiettivi,le strategie e le azioni
prioritarie,prende l’avvio dalla Progettazione e allestimento delle
risorse,fase in cui vengono coinvolti una serie di attori si costituiscono
organismi e strutture,vengono reclutate le risorse umane e mobilitate le
varie competenze professionali e,infine viene acquisito il necessario
consenso per l’attuazione
 I compiti da svolgere sono molto complessi,pertanto la struttura
organizzativa deve essere in grado di supportare ogni tipo di
eterogeneità e di variabilità
Interpretazione del processo
 Le attribuzioni operate coinvolgono:
►in fase di Pogettazione: la Regione e il FORMEZ,
Inizialmente la Regione vuole costituire specifici gruppi di lavoro cui
dovrebbero partecipare rappresentanti delle varie amministrazioni,Com
Montane,Comuni ecc..,ma di fatto questo disegno non trova attuazione e si
provvederà all’adempimento degli stessi compiti con l’apporto di tecnici
specializzati
►In fase di indagine ,invece,saranno i Laboratori provinciali ad essere
coinvolti ed opereranno godendo di una consistente discrezionalità nello
svolgimento dei compiti che sono stati loro assegnati data la loro maggiore
conoscenza del territorio
 è proprio attraverso l’Indagine Territoriale che viene accumulata
la “conoscenza”,elemento necessario per poter identificare gli
ambiti di intervento prioritari
Razionalità organizzativa del nuovo processo
 Dal punto di vista organizzativo la scelta fatta dalla Regione è altamente
razionale:
 ogni Laboratorio è stato creato per recepire la “variabilità”,le peculiarità
dei comportamenti locali,in modo da dare risposte adeguate;
 in ognuno di essi vi sono 3 Coordinatori:
• uno tecnico ,sempre in contatto con la Cabina di regia regionale,
• uno istituzionale di fiducia dell’Amministrazione provinciale
• uno regionale preposto a dare supporto e facilitare le relazioni con
l’Amministrazione regionale
 Sono stati creati dei nuovi presidi tecnici con il compito di innovare con
nuovi metodi di lavoro di campo,di analisi,di ascolto dei protagonisti
locali,di discussione con le parti sociali e con le istituzioni
 Tuttavia il processo,benché strutturato in maniera adeguata,non è
riuscito ad essere perfettamente congruente ,data la sua novità e
la sua complessità
Sono nate incongruenze,difficoltà,tensioni e criticità
Razionalità organizzativa del nuovo processo
In particolare i Laboratori,cui è stata attribuita gran parte dei compiti,si
sono trovati a dover fronteggiare difficoltà derivate da:
►risorse umane insufficienti
►competenze tecniche e progettuali inadatte a svolgere i compiti assegnati in
modo adeguato
►contraddizioni tra complessità di compiti e limitatezza del tempo assegnato al loro svolgimento
► presenza di contrasti e conflitti nell’ambiente politico-costituzionale di
riferimento –soprattutto nei rapporti Regione-Amministrazioni provinciali
►istruzioni per lo svolgimento dei compiti assegnati inadeguate
Una caratteristica importante di questo nuovo processo è che
l’esperienza si è realizzata mediante continui adattamenti nel
corso dello svolgimento del processo
Razionalità organizzativa del nuovo processo
 Sarà comunque sempre la regione a guidare sui tempi e sulle
scadenze da rispettare
 I Laboratori avranno ampia libertà di decisione sulle
modalità dello svolgimento del loro lavoro:
►Scelte organizzative e operative
►funzionamenti prioritari da assicurare
 Di conseguenza ogni Laboratorio tende a percepire la propria
identità in modo parzialmente diverso
Adattamenti in itinere
rapporto Tavoli – Laboratori provinciali
 Nel corso del processo vi sono stati importanti aggiustamenti
 La modificazione,forse più importante riguarda la relazione tavoli di
Partenariato e Laboratori di Progettazione a livello provinciale.
 Nell’ipotesi iniziale i Tavoli di partenariato sarebbero dovuti nascere per
primi e avrebbero dovuto costituire i Laboratori di Progettazione Provinciali,sorvegliarne le attività e valutarne gli esiti
 In realtà,invece, i Laboratori sono nati,indipendentemente dalla
creazione dei Tavoli ,così che il ruolo di questi ultimi è stato quello di
esaminare,integrare e validare i Rapporti d’Area presentati dai
Laboratori,valutando,così, ex post il loro prodotto
criticità
 per mezzo di interviste fatte a vari protagonisti e
testimoni diretti del processo,sono emerse una
serie di critiche che vengono differenziate in :
► criticità diffuse
► criticità circoscritte
Criticità diffuse
 Contratti part-time
 Rapporto Regione-Province
L’assenza di continuità ha influito negativamente sulla
produttività
Il problema è sorto a causa del tempo,inizialmente
molto
limitato,che non ha consentito di fare
programmazioni
continue a lungo termine
Reclutare part-time molti tecnici è stato un limite del
processo
Soprattutto all’inizio,le Province non hanno accolto
molto
bene l’azione dei laboratori di progettazione che sono
stati visti come una “sottrazione di potere” anziché
come
una dotazione aggiuntiva di risorse
 Tempi
Con particolare riferimento alla fase di Indagine
Territoriale,i Coordinatori tecnici dei Laboratori
denunciano un inadeguato timing delle attività.
Da un lato tempi troppo ristretti per poter raggiungere risultati molto complessi;
Da un altro lato,invece il ricorso a frequenti proroghe
 Competenze tecniche e capacità di
progetto
I Laboratori hanno sofferto a causa delle inadeguate
competenze tecniche dei Coordinatori istituzionali
Carenza di competenze che ha influito ritartando lo
svolgimento di attività importanti
Criticità circoscritte
 Coordinamento
Il processo viene governato e guidato con continui
aggiustamenti,focalizzando via via gli aspetti da
disciplinare e attorno a quali attirare l’attenzione delle
risorse.
In Ogliastra si parla di “navigazione a vista”
nell’insieme
sembra che la carenza di regole sia la causa principale
cui
attribuire una scarsa abilità di coordinamento
 Divisione del lavoro Laboratori-
Regione
Sassari ha lamentato che”per reagire ad urgenze dei
bandi,si è cercato di usare i Laboratori per obiettivi che
non sono i loro..”
Si è accusata la Regione di voler riversare sui Laboratori
decisioni rilevanti alle quali essi non sono in grado di
dare
una risposta adeguata per mancanza di capacità o di
risorse
umane e di Coordinamento
 Metodi
La Regione ha indirizzato l’avvio del lavoro sul Campo,da
parte dei Laboratori,con un complesso questionario per le
interviste,troppo complesso ,poco adatto ad assicurare una
buona conoscenza dei vari fenomeni,inoltre ,a causa di una
carenza nella codificazione del questionario, molto
probabilmente non sono stati scelti in modo adeguato gli attori da
intervistare
 Partenariato
Relativa inerzia da parte degli organismi privati che
vengono
chiamati a partecipare ,nelle sedi Provinciali.
Scarsa capacità delle strutture regionali nell’assicurare
una
efficiente connessione con le sedi provinciali
PARTECIPAZIONE
 Dai risultati delle interviste è stato possibile dedurre alcune
cause della scarsa partecipazione:
►alcune assenze sono da attribuire alla scarsa opera di coinvolgimento
preventiva alla convocazione dei Tavoli
►altre sono attribuibili alle difficoltà,di alcuni soggetti,di capire che cosa sia il
Progetto e quanto sia fondamentale la partecipazione alle assemblee.
►Anche in quei territori dove alcune strutture erano già esistenti,la proposta
dei nuovi Laboratori,che proponevano un nuovo modo di lavorare,ha,in un
primo momento ,creato difficoltà e addirittura scontri
 È importante sottolineare come la costituzione delle
compagini partenariali abbiano avuto tempi e modalità di
attuazione diffe-renti,nonostante la loro costituzione sia
avvenuta coerente-mente alle indicazioni impartite dalla
Regione.
PARTECIPAZIONE
 In particolare,in alcuni casi,l’individuazione dei
componenti del Tavolo è stata vissuta in maniera
problematica,soprattutto laddove la Provincia non
riteneva opportuno coinvolgere de-terminati soggetti
 Un caso interessante è fornito dalla provincia di Nuoro:
 Prima di arrivare alla convocazione ufficiale del Tavolo,si
sono succeduti una serie di incontri organizzati in modo
molto ampio a livello provinciale
 Il Laboratorio ha organizzato una serie di incontri a livello
di sotto aree provinciali nei quali,di volta in volta,veniva
presen-tata e discussa la situazione della area di
riferimento.
Un caso interessante è fornito dalla provincia di
Nuoro
 In questo modo era possibile apportare eventuali
modifiche o integrazioni che venivano suggerite dai
presenti
 Così facendo si è permesso di intervenire a quei
soggetti che non sempre avevano avuto la possibilità di
esprimere il loro parere sulle scelte fatte per un
determinato territorio
 Proprio per favorire la partecipazione a livello locale,il
processo è stato caratterizzato da una intensa attività di
informazione sul processo stesso e sui suoi contenuti,provvedendo anche a distribuire opuscoli.
La partecipazione a livello
provinciale: i forum
 Tra luglio e settembre 2005, a conclusione della fase di
analisi,nel processo di Progettazione Integrata si è avuta
l’introduzione di una importante novità :
 In ogni provincia sono stati organizzati i Forum
Territoriali
L’obiettivo dei Forum :
Creare un momento di condivisione con le part istituzionali,sociali ed
economiche locali;
Dare,ai Laboratori,una ulteriore opportunità di conoscere e raccogliere idee e
progetti utili per lo sviluppo del territorio
La partecipazione a livello
provinciale: i forum
L’introduzione del Forum, a lavori iniziati, serve per
soddisfare tre principali esigenze:
 a) dare una prima risposta al territorio spiegando in che cosa consiste il
lavoro del Laboratorio e che cosa lo stesso stia producendo;
 b) porre fine alle lamentele di alcuni amministratori locali che,non
essendo stati intervistati nel primo periodo dei lavori, ritenevano di
essere stati discriminati;
 c) porre fine alle lamentele di coloro che ritenevano non del tutto
rappresentativo l’insieme dei testimoni privilegiati dai Laboratori
La partecipazione a livello
provinciale: i forum
 L’incontro si articola in tre momenti
fondamentali:
1 -sessione plenaria iniziale nel corso della quale viene
presentata la diagnosi del territorio nonché la strategia
messa a punto dal Laboratorio;
2- sessione tematica organizzata con gruppi di lavoro;
3- sessione plenaria conclusiva che ha consentito di
condividere,con tutti i presenti,gli esiti del lavoro dei
gruppi;
forum :
Temi principali
 Sono 4 i temi principali che hanno interessato i
Forum:► Turismo
► Servizi alla persona e imprese
► Sviluppo rurale
► Ambiente e Sistema produttivo
 il Forum di Nuoro ha introdotto alcune tematiche di tipo
trasversale come:► Governance
► Partenariato
► Capitale umano e sociale
 Anche Olbia ha inserito un tema di tipo trasversale :
► Sostenibilità
forum :
partecipazione
 Per quanto riguarda la partecipazione, si è riscontrato
un elevato numero di partecipanti in tutte le province;
 Molto significativa la presenza della Regione e
soprattutto è stata una presenza importante quella del
Presidente della Giunta;
 Forte anche la presenza della Associazioni di
categoria,dei Sindacati,dell’Associazionismo,delle
Banche e delle Università
forum
partecipazione
Sassari
OlbiaTempio
*
*
SOSTENIBILIT
A’
*
PARTENARIA
TO
*
GOVERNANC
E
*
Oristano
CAPITALE
UMANO E
SOCIALE
*
*
RIQUALIFICA
ZIONE
URBANA E
TERRITORIAL
E
SISTEMA
PRODUTTIVO
*
*
AMBIENTE
*
Medio
Campidano
SVILUPPO
RURALE
SERVIZI
PERSONA E
IMPRESE
TURISMO
*
*
*
*
Ogliastra
*
*
*
*
*
*
*
CarboniaIglesias
*
*
Nuoro
*
*
*
*
*
Cagliari
forum
partecipazione
ALTRI SOGGETTI
*
*
*
*
*
*
Sassari
*
*
*
*
*
*
*
*
Nuoro
*
*
*
*
*
*
*
*
Ogliastra
*
*
*
*
*
*
*
*
COMUNI
ASSOCIAZIONI
IMPRENDITORIALI E
SINDACALI
*
*
*
*
*
*
BANCHE
*
*
*
ASL e MONDO SOCIALE
Oristano
*
*
IMPRENDITORI
*
*
*
UNIVERSITA’ ED ENTI DI
RICERCA
*
*
*
AGENZIE DI SVILUPPO E
SOGGETTI GESTORI DI
PROGRAMMA DI SVILUPPO
LOCALE
Carbonia
-Iglesias
*
Cagliari
forum
partecipazione
PROVINCE
PARTECIPANTI AI FORUM
Cagliari
240
Carbonia – Iglesias
211
Medio Campidano
154
Oristano
223
Sassari
285
Nuoro
133
Ogliastra
148
I laboratori di progettazione provinciali
composizione risorse umane dei Laboratori
 La maggior parte dei coordinatori tecnici e degli agenti di
sviluppo per una forma di consulenza contrattuale o a
progetto che prevede ,in media, 4 gg lavorative a
settimana;alcuni addirittura solo 2 giorni a settimana
 La partecipazione dei tecnici locali è molto differenziata
 Differente risulta,ovviamente,l’impegno reale ,dato ai
Laboratori, che in molti casi è andato oltre gli accordi
iniziali e le indicazioni date all’inizio.
 Sempre presente il personale delle Province.
 I Laboratori hanno pianificato e svolto tutte le attività
relative alla prima fase di analisi e ascolto del territorio
(interviste e analisi desk)
Analisi territoriale

Individuazione dei testimoni privilegiati
da intervistare
 A questo proposito i Laboratori hanno
goduto di un ampio margine di
discrezionalità sulla scelta dei soggetti da
intervistare
 Alcuni Laboratori si sono attenuti
fedelmente alle indicazioni fornite dalla
Regione
 Altri,invece,grazie a quella relativa
autonomia nella gestione,hanno
individuato i soggetti da intervistare
utilizzando criteri che si discostavano da
quelli regionali(ad es.Nuoro ha escluso i
Sindaci,in quanto soggetti sempre
sentiti, per dar voce a chi non ha
occasione per esserlo)
Analisi desk
 Viene realizzata dopo la fase delle
interviste,nonstante le indicazioni fosero
quelle di condurre parallelamente le due
fasi
 Consiste nella raccolta di dati
Istat;documenti di programmazione
precedentemente elaborati dalle
Province;dati sulla progettualità già
finanziata.
 Supporto usato:database GRILLO
 Alcuni Laboratori hanno dato all’analisi
una impostazione settoriale,elaborando
schede per alcuni settori ritenuti
importanti per il territorio
 Altri,invece,come Nuoro hanno
sperimentato un modo diverso di lettura
delle informazioni cercando di
costruire,nella restituzione delle
informazioni raccolte,una personale
interpretazione della realtà dando così
un contributo originale al lavoro già fatto
a livello provinciale.
composizione risorse umane dei Laboratori
Laboratiro
agenti di sviluppo
e tecnici
locali:n.di
persone coinvolte
Agenti di sviluppo
e tecnici locali:
Giorni/uomo alla
settimana
Agenti di sviluppo e
tecnici locali:competenze
specifiche rilevate
Funzioni di
segreteria
Cagliari
10
26,5
Analisi economica
Settore agricoltura-agroindustria
Animazione territoriale
si
Carbonia
Iglesias
6
13
Settore agricoltura-agroindustria
Settore Turismo
Animazione territoriale
Medio
Campidano
7
11
Settore agricoltura-agroindustria
Settore Turismo
Sviluppo sostenibili e ambiente
Oristano
7
10
Settore agricoltura-agroindustria
Animazione territoriale
si
Sassari
11
21
Analisi economica
Settore agricoltura-agroindustria
si
Olbia
Tempio
7
14
Settore agricoltura-agroindustria
Settore Turismo
Sviluppo sostenibili e ambiente
Gestione aziendale
Nuoro
7
26
Settore agricoltura-agroindustria
Animazione territoriale
Si
Ogliastra
7
18
Settore agricoltura-agroindustria
Sviluppo sostenibili e ambiente
si
I rApporTI d’ArEA
Il Rapporto d’Area è il risultato del primo anno di lavoro
dei Laboratori e ne conclude la prima fase
 Obiettivo del rapporto »»»»
 Partire dai documenti di
programmazione esistenti e,
sulla base dell’analisi di
quanto già fatto,individuare
le linee di intervento che
valorizzano l’esistente,cioè le
risorse del territorio,i
progetti e i programmi
Successivamente il Rapporto diventerà lo strumento di presentazione di una
prima strategia di sviluppo da sottoporre all’esame del Tavolo di partenariato
provinciale da cui si ricaveranno nuove idicazioni per nuove lineee di intervento e possibili azioni della nuova Progettazione Integrata.
I rApporTI d’ArEA
 Il Rapporto non si sostituisce ai documenti di pianificazione e
programmazione già esistenti,
 Esso deve partire dai documenti di programmazione esistenti
e,sulla base di quanto già fatto e programmato,deve
individuare delle linee di intervento atte a valorizzare ciò che
già esisteva,cioè : risorse del territorio,progetti e programmi.
 La Regione ha ritenuto questo passaggio determinante per la
costruzione dei progetti integrati sia per gli elementi che
possono emergere dall’analisi,sia perché il metodo consente
maggiore partecipazione,rendendo così il processo
trasparente e visibile.
I rApporTI d’ArEA
 Struttura e processo di
redazione del Rapporto
d’Area
»»»
 Dal punto di vista strutturale rispettano
in linea generale le indicazioni fornite
dalla Regione
 Esaminando i contenuti del Rapporto
risulta che:
►partono tutti dall’analisi generale del
contesto socio-economico e ambientale
,in questa fase si raccolgono e si elaborano
informazioni utili a ricostruire la situazione :risorse umane,aspetto demografico,struttura produttiva, contesto fisico
e ambientale;
►la seconda parte del rapporto è dedicata
alla progettazione in corso nel territorio;
si analizzano gli strumenti progettuali per
tipologia di investimento,per settori di
i rapporti d’area
 Struttura e processo di
redazione del Rapporto
d’Area
»»»
intervento,di aree e sub-aree di
specifico interesse;
►la terza fase tratta dell’ascolto del
territorio :vengono analizzati i
risultati delle interviste, dei Forum e
dei focus settoriali di approfondimento che hanno accompagnato i lavori di
stesura del Rapporto d’Area
► l’ultima parte concerne le ipotesi di
Progetti integrati.
Per quanto riguarda la redazione del Rapporto si può affermare che non
esistevano direttive in merito,di conseguenza i Laboratori hanno avuto ampia
libertà d’azione nella propria organizzazione interna,facendo i conti co le
professionalità e le competenze a loro disposizione,spesso insufficienti.
I rApporTI d’ArEA
 Presentazione del
Rapporto al Tavolo
di partenariato
provinciale
»»»
 Chiude formalmente la prima fase del
Processo;
 I Tavoli sono stati convocati per la
prima volta tra dicembre 2005 e
febbraio 2006;
 Hanno la funzione di condividere
l’analisi svolta da ciascun Laboratorio;
 approvare le linee strategiche e le
proposte di Progetti integrati;
Tre profili di Laboratorio
 Alla data del giugno 2006 non è stato ancora possibile un
bilancio esaustivo sugli effetti indotti dall’operato dei
Laboratori e del processo nel suo complesso,in quanto
quest’ultimo non può considerarsi ancora concluso e
perché per poter effettivamente vedere quali effetti ne
siano scaturiti dal processo sino ad ora svolto,occorre
avere a disposizione un orizzonte temporale più ampio.
Tre profili di Laboratorio
I potenziali impatti del lavoro dei Laboratori si possono raggruppare in 2
grandi categorie:
Effetti di natura economica:
 Impatti strettamente
connessi all’attuazione di
progetti integrati di
sviluppo efficaci,in grado
di intercettare e valorizzare le risorse e le potenzialità esistenti
Effetti di natura istituzionale:
 Incremento di fiducia
►nei riguardi delle istituzioni
pubbliche locali:generata dal lavoro svolto
dai Laboratori,soprattutto dalla maggiore
trasparenza nei processi di decisione
pubblica e dal rafforzamento del principio
della legalità
► nei riguardi delle istituzioni
private : la ripresa di un’azione forte di
stimolo alla progettualità pubblica e
privata,ha contribuito a creare un clima di
maggior fiducia suscettibile di sostenere
iniziative di cooperazione.
Variabilità degli esiti e senso dei
laboratori
 Questi effetti non sono stati raggiunti da tutti i Laboratori
e non lo sono stati nemmeno con la stessa intensità,sia per
quanto concerne la qualità delle proposte propedeutiche
alla definizione dei progetti,sia per quanto concerne il
versante istituzionale e che di quello inerente le relazioni
tra i soggetti;
 Questa variabilità,oltre che agli aspetti già visti (competenze,
giorni/uomo utilizzati,clima dei rapporti con la Provincia ecc…) va
attribuita anche al grado di autonomia col quale i Laboratori
hanno interpretato il grado di discrezionalità loro riservato
dalla Regione
Variabilità degli esiti e senso dei
laboratori
 In seguito a questa interpretazione ,nella realtà del
processo,indipendentemente dalla volontà della
Regione,sono emersi tre profili diversi di Laboratori:
1°) il Laboratorio visto come sportello intelligente della Regione :il
senso del Laboratorio è quello di offrire un servizio al territorio
funzionando da recettore degli uffici regionali;
2°) il Laboratorio come promotore di cambiamento istituzionale ,come
agente di rottura di stili e comportamenti consolidati delle
Amministrazioni
3°) il Laboratorio visto come progettista ,cioè come un elaboratore di
conoscenza per poter attuare proposte istituzionalmente accettabili
dal sistema locale e tecnicamente realizzabili ,
Gruppi Tecnici
Per quanto riguarda i gruppi tecnici ,sorti come Laboratori di
Progettazione regionali ,sono nati per verificare quanto
possano
essere attuabili,le proposte dei Laboratori
provinciali,considerando le caratteristiche dei mercati dal punto di vista della
domanda
e dell’offerta;
In sintesi: rappresentano un alto livello di “competenza” e di
“conoscenza specialistica”che i Laboratori provinciali non
possiedono
PROGETTAZIONE
INTEGRATA IN SARDEGNA
analisi e valutazione del processo
avviato
Il Rapporto
“Il futuro dei Laboratori”
Novembre 2006
 Nel nuovo percorso,sin qui sviluppato,si è lavorato
molto in modo da prendere una decisione più
informata,più trasparente,più pubblica e più inclusiva
 Ora inizia l’approfondimento ,dedicato al futuro dei
Laboratori,che prende in esame 3 processi di
cambiamento:
► l’evoluzione della politica di coesione
►la riforma del ciclo di programmazione
►la riforma delle competenze amministrative (in
attuazione del nuovo titolo V della Costituzione)
 cambiamenti di notevole portata;
 Sommati insieme daranno un nuovo assetto a poteri e
divisione di lavoro tra enti.
La politica di sviluppo
 La politica regionale di coesione è in evoluzione a tutti
i livelli:regionale,nazionale,comunitario
 Le risorse destinate a politiche di sviluppo devono
essere tutte finalizzate in coerenza con gli obiettivi del
Consiglio Europeo di Lisbona
 L’evoluzione politica regionale richiede una maggiore
unitarietà e integrazione e che trova il pieno appoggio
della Giunta regionale decisa a imprimere una decisa
svolta riformatrice
La riforma amministrativaa
 Il DSR della Sardegna ritiene necessario un
incremento della efficienza della amministrazione
pubblica,in vista dei nuovi obiettivi strategici
 Sono stati individuati 2 piani di intervento:
►miglioramento delle capacità di attuazione con la riorganizzazione
dell’apparato regionale ed un efficace decentramento di funzioni
agli enti locali;
►miglioramento della governance multilivello con la
collaborazione di un partenariato locale più soddisfacente e risorse
umane più qualificate.
La progettazione integrata
 Il DSR afferma che la politica di sviluppo locale verrà
attuata nel periodo 2007-2013 con i metodi di
coinvolgimento del partenariato nei processi di
Progettazione Integrata che ha rilievo in relazione:
►ai sistemi produttivi locali,evidenziando interventi di incentivazioni alle
imprese e promuovendo la competitività dei sistemi locali
►ai sistemi insediativi,evidenziando la necessità di maggiore integrazione
delle
azioni pubbliche sia nei centri urbani che rurali
 si scegli di confermare e rilanciare il metodo che ha dato
rilievo al partenariato nei processi di decisione locale
Cambiamenti da perseguire
 Rafforzamento ed estensione degli strumenti di
confronto partenariale
 Inclusione nelle partnership territoriali di settori di
avanguardia come Banche,Università,Centri di Ricerca
 Crescita e allargamento del confronto politico e culturale
fra i partner
 “Allargare” relazioni utili alla progettazione
locale,evitando di circoscriverle ad un dato territorio
Conferma del modello
organizzativo
 Il modello organizzativo che ha funzionato nel periodo
2004 – 2006 si fonda su tre livelli di concentrazione:
1°) Tavolo di Partenariato Regionale
2°) Tavolo di Partenariato Provinciale
3°) Laboratori Regionali e Territoriali
 Il modello in sostanza rimane immutato
 Estendere il partenariato ad attori chiave locali sarà
compito dei Tavoli e dei Laboratori
Futuro dei Laboratori
 Il DSR conferma che la progettazione integrata avrà un
futuro in quanto significa essenzialmente
partenariato,perciò coinvolgimento di parti economico sociali nel processo decisionale pubblico
 Tutti gli enti locali dovranno aderire a tale metodo
 La Regione è pronta a supportare tale adesione
Futuro dei Laboratori
 Se questa progettazione integrata avrà un futuro,questo
futuro esisterà anche per i Laboratori?
 È un interrogativo giustificato in quanto non necessa-
riamente deve esistere un trade-d’union fra metodo di
progettazione integrata a Laboratori
 La Regione potrebbe,infatti,individuare altri mezzi per
la sua attuazione o trasformare i Laboratori
conclusioni
 I Laboratori hanno spinto a decidere con maggior
consapevolezza
 Hanno portato più voci nei processi decisionali
 Per evitare che il centralismo regionale possa
interferire nella funzione di sistema dei Laboratori
 Occorre distinguere nettamente la funzione di sistema
dei Laboratori dal decentramento
amministrativo,scoraggiando eventuali confusioni e
sovrapposizioni
 Occorre sviluppare sempre di più un maggior
coordinamento sia all’interno della Regione che fra
Regione ed enti locali
conclusioni
 I Laboratori saranno tanto più forti quanto più
saranno riconosciuti e percepiti come risorsa di
sistema
 Per ottenere questo risultato sarebbe molto utile
favorire la loro connessione mediante una rete
regionale collegata ad altre reti
 In sintesi,occorre evitare il rischio che i Laboratori
vengano assorbiti nell’amministrazione
ordinaria,cessando così di svolgere la loro funzione di
sistema.
fine
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PROGETTAZIONE INTEGRATA