UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA
Corso di Laurea interfacoltà in Scienze Motorie
Tesi di laurea triennale
Relatrice: Prof. ssa Giordana Merlo
Laureando: Dario Ravagnan (matr. 559110)
GIOBATTA BIZZARRI (1823-1904)
il protagonista “chioggiotto” del movimento
di riforma della Ginnastica Educativa
PRESENTAZIONE
Giobatta Bizzarri, nato a Modena, ma vissuto per la gran parte della sua vita a
Chioggia, fu una figura di primo piano nel mondo della ginnastica italiana e, pur trovandosi
ad operare in una città di provincia come Chioggia, riuscì a imporsi a livello nazionale tra i
principali protagonisti del dibattito in ordine alla ginnastica che andò sviluppandosi in Italia
nel periodo post-unitario, diventando un efficace propulsore, se non addirittura un
“apostolo”, della cosiddetta “Ginnastica educativa”, operando in stretta collaborazione con
i veneziani Costantino Reyer e Pietro Gallo ed altri maestri veneti ed emiliani schierati sul
fronte riformatore aperto da Emilio Baumann.
Mi hanno spinto ad approfondire la conoscenza di questo personaggio soprattutto due
elementi. Inizialmente mi aveva incuriosito il fatto che nella interessante raccolta di giornali
locali, tutti stampati a Chioggia negli ultimi tre decenni di fine Ottocento e conservati nella
nostra biblioteca comunale, ci fosse anche un periodico mensile intitolato “La Ginnastica”,
che risultava organo della federazione italiana delle società ginnastiche. In una
consultazione più attenta ho potuto capire che la cosa era dovuta ad un personaggio,
Giobatta Bizzarri appunto, che trovandosi ai vertici dell’organizzazione federale di quella
pratica che proprio in quel periodo stava diventando una disciplina anche scolastica.
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Il secondo elemento che mi ha convinto sulla validità e importanza di questo
personaggio è stato il trovarlo citato nel famoso romanzo di Edmondo De Amicis “Amore e
ginnastica”, pubblicato nel 1893, che recepisce con precisione e puntualità tutto il dibattito
in atto in quegli anni. Nella descrizione della cameretta della protagonista, la maestra
Maria Pedani, l’autore scrive testualmente: “Ma quello che dava alla sua camera un
aspetto curiosissimo era un gran numero di ritratti, tolti i più da giornali illustrati e
appiccicati alle pareti, come in una bottega di venditori di stampe. Oltre al Baumann, che
campeggiava, c'erano i ginnasti italiani più benemeriti: il Gallo di Venezia, il Bizzarri di
Chioggia, il Ravano di Genova; sopra questi, il Ravestein, il Nestore dei ginnasti
tedeschi…”
Bizzarri fin dal primo momento aderì alla Federazione Ginnastica Italiana, fondata
durante il Convegno di Venezia del marzo del 1869, successivamente fu anche tra i
promotori della scissione promossa nel congresso di Bologna, nel settembre del 1874,
dalla quale ebbe vita la Federazione delle Società Ginnastiche Italiane, con l’obiettivo di
smuovere dalla burocrazia la vecchia federazione.
Di questa nuova Federazione fu presidente dal gennaio 1879 all’aprile del 1882.
Dal gennaio del 1882 ricoprì anche formalmente l’incarico di direttore del periodico “La
Ginnastica” che si stampava a Chioggia dal febbraio 1879, cioè da quando il Bizzarri fu
eletto alla guida della federazione.
Nei cinque anni dell’edizione chioggiotta questo strumento divulgativo conobbe un
impulso straordinario, garantendo continuità, diffusione e varietà di interessi e contenuti.
Dal maggio 1882 il Bizzarri fondò con Pietro Gallo l’Associazione Italiana Maestri di
Ginnastica che egli stesso presiedette. Da questo momento il giornale “La Ginnastica”
diventò anche organo dell’associazione.
DESCRIZIONE
La tesi si sviluppa in questi momenti:
Nel primo capitolo si ricostruisce la situazione della ginnastica dopo l’Unità
d’Italia: un inquadramento fondamentale per comprendere a pieno i termini del dibattito e
le figure che contribuirono a far crescere la coscienza e a concretizzare le strutture utili al
consolidamento della disciplina. L’apporto dell’Obermann e della prima società ginnastica
Torinese. Quindi le prime leggi sull’insegnamento della ginnastica, che ebbero come
protagonista il ministro Francesco De Sanctis. L’istituzione della Federazione Ginnastica
Italiana ad opera Reyer, Gallo e Pisoni proprio a Venezia, nel 1869; poi la
contrapposizione del metodo di Emilio Baumann e la successiva scissione dalla FGI nel
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1874 con la creazione della FNSGI ad opera degli stessi protagonisti che avevano dato
vita al primo sodalizio.
Nel secondo capitolo viene delineata la figura del Bizzarri nell’ambiente in cui
operava, ricostruendo anche alcuni elementi biografici. Di fede repubblicana e seguace di
Garibaldi, fu a lungo un punto di riferimento per quanti nella zona credevano alla lotta per
l’indipendenza e l’unità d’Italia. Di conseguenza risultò tra le persone sospettate come
sovversive dalle autorità austriache e per questo oggetto di controlli, perquisizioni,
schedature ed anche più di un arresto. Si fregiava del titolo di ragioniere, dava lezioni
private, ma in città fu conosciuto soprattutto per la sua opera di promozione della
ginnastica. Nell’Istituto “C. Sabbadino” (un convento dei Padri Filippini demaniato dopo
l’annessione) destinato come centro culturale ottenne di poter istituire una palestra di
ginnastica e scherma, attrezzata e gestita a proprie spese. Nel 1874 fu incaricato dal
comune di insegnare ginnastica ai giovani delle scuole tecniche e nautiche. E promosse
anche una società di ginnastica cittadina che raccoglieva i giovani del paese anche al di là
della scuola, organizzando eventi e adunate di richiamo anche regionale e nazionale.
All’VIII Congresso Ginnastico di Torino, ad esempio, la Società Ginnastica Chioggiotta fu
premiata con la “medaglia d’oro di primo grado. Nel 1878, l’anno della legge di riforma
della ginnastica del ministro De Sanctis, il Bizzarri, facendosi carico di quelle che erano le
indicazioni ministeriali si adoperò per organizzare e tenere personalmente in città un ciclo
di conferenze programmate dal Municipio, rivolte ai maestri e maestre delle scuole
comunali. Queste lezioni vennero poi a costituire un vero e proprio manuale ad uso dei
maestri, stampato nel gennaio del 1879 dalla Tipografia Duse di Chioggia.
Nel terzo capitolo viene descritta la situazione della ginnastica nel Veneto di quegli
anni del periodo post unitario: una interessante raccolta di notizie sulle singole realtà che è
stata possibile grazie ad un reportage molto particolareggiato fatto dallo stesso Bizzarri nel
1879 pubblicato nel mensile “La Ginnastica”. Di particolare interesse le esperienze delle
società del padovano, del veronese e del veneziano. In questo excursus s’incontrano
anche personaggi di spicco, come l’Orsolato, il Cesarano, il Bentegodi, il Cajol, Francesco
Gabrielli.
Nel quarto capitolo si entra nel merito specifico della vicenda che portò il Bizzarri ai
vertici della FNSGI, seguendo passo passo le diverse iniziative tese a superare la
divisione e a giungere alla fusione delle due federazioni; ma anche a definire una linea
comune per creare una vera “scuola” italiana. Fu particolarmente attento alla didattica e
attraverso il periodico “La Ginnastica” continuerà ad aggiornare su tutti i contributi editoriali
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che uscivano in quegli anni di grande dibattito. Altro obiettivo a cui Il Bizzarri dedicò un
forte impegno fu quello della costituzione di nuove società di ginnastica: considerò il
proselitismo al pari di un vero apostolato.
Nel quinto capitolo viene illustrata l’esperienza editoriale del periodico “La
Ginnastica” che vede la sua prima uscita a Livorno ad opera di Costantino Reyer e
Pietro Gallo e vanta la caratteristica di essere stato il primo giornale dedicato alla
ginnastica. Nato come settimanale ebbe vita tormentata. Dopo i primi 11 numeri venne
sospeso e poi seguì le avventure dei suoi fondatori, riprendendo a Venezia come
quindicinale nel 1868 e diventando nell’anno successivo l’organo della Federazione
Ginnastica Italiana. Da questo momento verrà stampato nella città in cui risiedeva il
presidente federale e passò quindi Genova, a Torino, a Firenze (come organo della FGI)
e poi a Bologna, a Venezia, a Vicenza e a Chioggia (come organo della FSGI). Qui,
anche grazie alla figura carismatica del Bizzarri, ebbe - a giudizio unanime - il momento
più fecondo e stimolante della sua storia ed anche il periodo di maggior continuità: ben 5
anni dal 1879 al 1884. Il buono stato di salute de “La Ginnastica” chioggiotta è dimostrato
sia dalla puntualità nelle uscite mensili, dalla estesa diffusione in abbonamento, ma anche
dal buon numero di supplementi e relazioni che riuscì ad ospitare: la relazione del Bizzarri
sul viaggio in visita alle società ginnastiche di 16 province dell’alta Italia; la minuziosissima
relazione di Francesco Orsolato sulla Festa ginnastica di Francoforte; la lettera aperta al
nuovo ministro della Pubblica Istruzione (tutti documenti stampati e diffusi anche in forma
autonoma). Addirittura nel 1883 la direzione del periodico riuscì a devolvere la bella cifra
di mille lire alla Federazione per gli interessi generali dell’educazione fisica. Non a caso la
direzione e la stampa del giornale restò a Chioggia anche quando la presidenza della
FNSGI passò a Modena.
Nel sesto capitolo viene approfondito il ruolo che il Bizzarri ebbe quale fondatore e
presidente dell’Associazione Italiana Maestri di Ginnastica, istituzione pensata
assieme a Pietro Gallo ai primi del 1881, con il duplice obiettivo di arrivare attraverso
l’unione degli operatori ad avere una scuola di ginnastica univoca che rispondesse il più
possibile alla tradizione e al carattere italiano; ma anche quello di ottenere il giusto
riconoscimento giuridico ed economico alla professione del maestro di ginnastica. In
questo contesto risultano di un certo rilievo gli appelli pubblici inviati al ministro della
Pubblica Istruzione Guido Bacelli.
Nel settimo capitolo vengono presi in esame i temi, le metodologie, gli eventi e gli
strumenti che caratterizzarono la nuova ginnastica, deducendoli proprio dalla lettura
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delle pagine del periodico “La Ginnastica”, davvero strumento prezioso e insostituibile
nella ricostruzione di quegli anni di pionierismo. In particolare il dibattito allora riguardò
l’opportunità anche della ginnastica femminile; l’applicazione della legge De Sanctis
sull’obbligatorietà della ginnastica in ogni ordine di scuola. Ma anche l’importanza dei
congressi-concorsi, particolarmente utili, oltre che per propagandare e diffondere la
pratica dell’educazione fisica, anche per unificare metodi ed omologare programmi ed
esercizi. In questo contesto ci fu una particolare attenzione per gli attrezzi, tra cui il
bastone Jäger, introdotto in Italia proprio a Vicenza nel 1877. Un rilievo particolare viene
riservato al Congresso mondiale di ginnastica di Francoforte tenutosi il 24-29 luglio 1880,
a cui partecipò una qualificata rappresentativa Italiana immortalata sia da un puntuale
reportage firmato dal padovano Orsolato e da una preziosa foto di gruppo recuperata
nell’archivio del Coni di Bologna.
CONCLUSIONI
Potremo definire Giovanni Battista Bizzarri un tessitore carismatico, che, sebbene
non abbia lasciato opere particolarmente originali dal punto di vista teorico della disciplina,
fu riconosciuto nel suo tempo come una figura trainante nella costruzione di
quell’ambizioso progetto che vedeva nella ginnastica il recupero dei valori pedagogici e
salutistici nella costruzione del nuovo cittadino in una nuova e inedita Italia unita. Fu pure
un abile ed instancabile propagandista capace di valorizzare e sostenere idee e
progetti sempre nuovi contribuendo non poco, assieme al Baumann, a Costantino Reyer,
a Pietro Gallo ed altri, alla creazione di un sistema normativo atto a garantire la corretta
promozione di una pratica atletica, obbligatoria nella scuola e diffusa nella società,
anticipando uno stile di vita che si sarebbe imposto via via sempre più in futuro nella
nuova società industriale. Possiamo dire che fu un prezioso e appassionato seminatore,
ma non sempre altrettanto fortunato. Anzi spesso i frutti del suo impegno e della sua opera
non furono immediati, ma giunsero postumi. Fu così nella questione dell’unificazione della
Federazione, per la quale lavorò assiduamente, ma non si concluse nel corso del mandato
della sua presidenza, ma solo 4 anni più tardi. Fu così nell’istituzione dell’Associazione dei
Maestri di Ginnastica, che non trovò subito grande risposta tra gli operatori, ma che riuscì
nel 1888 a ottenere uno degli obiettivi principali: l’organico dei docenti di ginnastica
parificati agli altri nel trattamento economico e giuridico. Resta comunque una figura
emblematica di stampo romantico, alimentata da forti ideali e da una cultura liberale e
progressista.
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