Manifesto del Circolo di
Legambiente di Firenze
INDICE
Le motivazione della nascita…………………………………………………………………………..……… » 01
Per il bene comune………………………………………………………………………………………….…..… » 01
Per combattere la crisi…………………………………………………………………………………………… » 01
Per la Bellezza………………………………………………………………………………………………………… » 02
Il radicamento nel territorio…………………………………………………………………………….….… » 03
Ambientalismo scientifico. Ambientalismo popolare……………………………….…………… » 03
Pensare Globalmente, Agire Localmente……………………………………………………………… » 04
Libertà è partecipazione………………………………………………………………………………………… » 04
Vivibilità e sviluppo sostenibile……………………………………………………………………………… » 05
Un piccolo seme per grandi cose…………………………………………………………………………… » 05
PUNTI CRITICI E PROGETTUALITÀ SUL TERRITORIO
Qualità della vita…………………………………………………………………………………………………… » 07
Qualità dell’ambiente…………………………………………………………………………………….……… » 10
Qualità del lavoro………………………………………………………………………………………….……… » 12 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
MANIFESTO DEL CIRCOLO DI LEGAMBIENTE FIRENZE
Le motivazioni della nascita
Firenze vanta fin dagli inizi del ‘900 una straordinaria tradizione nel volontariato e
nell’associazionismo, dalle Società di Mutuo Soccorso al vasto mondo del terzo settore
di oggi, un patrimonio di passioni, competenze e relazioni che ha contribuito in modo
insostituibile alla creazione del tessuto sociale solidale che ha permesso alla città di
affrontare e superare momenti drammatici come l’alluvione del 1966.
Col rischio di apparire inguaribili idealisti, non possiamo che vedere nel Forum Sociale
Europeo del 2002 un punto di svolta culturale determinante, anche per la città, pur
non avendo generato quell’attesa svolta radicale ed avendo anzi deluso negli esiti
immediati. L’aria che si respirava in quei giorni, carica di promesse e idealità ma
anche di proposte concrete, sembra aver maturato nel tempo i suoi frutti: un modello
alternativo di sviluppo e di società sostenibile è diventato una percezione e un
obiettivo realistico, non più un’utopia. Da lì i successivi fermenti di innovazione civile
sociale ed ambientale hanno continuato una lenta opera di presa di coscienza, fino allo
straordinario risultato del Referendum del 2011 che oltre al fondamentale risultato
(già messo in discussione da inadempienze –acqua– e tentativi di rovesciamento –
nucleare– ) ci dà una traccia da cui (ri)partire: la centralità del concetto di “bene
comune”.
Per il bene comune
Aria, acqua, clima, spazi verdi, biodiversità, ma anche spazi pubblici, conoscenza e
cultura diffusa, bande dell’etere per la comunicazione, la sottrazione di questi elementi
dalla mera logica consumistica del profitto può essere davvero la base per una nuova
idea di società. Occorre naturalmente oltre ad una presa di coscienza collettiva e stili
di vita adeguati anche una legislazione che regolamenti e freni la tendenza allo
sfruttamento individualistico indiscriminato di questi beni, la cosiddetta “Tragedia dei
Beni Comuni” per come definita da G.J. Hardin nel suo celebre articolo del 1968 su
Science.
Per combattere la crisi
Tutto questo si inserisce in un contesto socio-economico profondamente difficile, la
Crisi, ormai da scrivere con la “c” maiuscola perché collettivamente pensata e
percepita come un’entità astratta o un destino ineluttabile, sta logorando il tessuto
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sociale e condizionando la vita di singoli e famiglie, come l’attività di imprese ed
amministrazioni. La scarsità di risorse a disposizione è certamente un freno agli
investimenti, ma crediamo sia impensabile uscire dalla crisi stessa senza puntare su
innovazione, ricerca, istruzione, cultura; talvolta la “Crisi” può persino diventare un
pretesto per accantonare una visione di prospettiva e concentrarsi solo sull’immediato,
col rischio concreto di perdere di vista il quadro generale, per relegare ancora una
volta lo sviluppo sostenibile ad una “buona azione” separata dalle emergenze
economiche ed occupazionali, invece di essere parte centrale di un’idea di ripresa che
intercetti la crescita globale della green economy.
Al tempo stesso la crisi, nonostante la sua drammaticità, può essere vissuta anche
come un’opportunità per sperimentare, nel binomio eco-nomico/eco-logico, stili di vita
più sobri e sostenibili, per recuperare la coscienza di ciò che è essenziale o utile
rispetto al superfluo, per ridurre gli sprechi, per sviluppare una sharing economy dove
la necessità economica può talvolta arrivare dove la coscienza ambientale è mancata.
Per la Bellezza
“La bellezza salverà il mondo.” Fedor Dostoewskij
“La bellezza è un bene fragile.” Publio Ovidio Nasone
Firenze è bella. Da questa verità-luogo comune può e deve partire un ragionamento
sulla concezione stessa di bellezza.
Quella di Firenze è storica, artistica, paesaggistica, ma anche naturalistica.
Permea e condiziona, anche inconsciamente, la vita dei cittadini, e la si può scoprire
ovunque, anche nei luoghi più inaspettati, come si è visto durante la “Settimana della
Bellezza” di Legambiente con la sorprendente visita al sistema fognario progettato dal
Poggi sotto Porta alla Croce.
Una bellezza però spesso strozzata, congestionata e sacrificata dal traffico frenetico,
dai gas di scarico, dal rumore, e che chiede di essere liberata.
Una bellezza che rischia di limitarsi alla (pur necessaria) conservazione del glorioso
passato, quando è invece più che mai indispensabile investire in bellezza presente e
futura, in innovazione, creatività e vivibilità. Non solo conservazionismo sterile,
abbiamo bisogno di generare nuova bellezza.
Infine una bellezza che dal centro storico dovrebbe spandersi ed irradiarsi verso le
periferie e l’intera area metropolitana, con l’obiettivo di una città policentrica in cui
non si concepiscono più alienanti quartieri dormitorio ma ogni area dispone di
un’autonoma vivibilità, aree verdi, mezzi pubblici, spazi di socialità e scambio
culturale.
Non vogliamo però essere solo i difensori del “bello”, o meglio non solo di un certo
tipo di “bello”. Crediamo che sia l’ora di rivolgere l’attenzione e la tutela non più solo
al Centro Storico ma di investire in vivibilità in tutte le aree di Firenze, anche in quelle
non appetibili come vetrina turistica (ma che potrebbero diventarlo: si veda lo
sviluppo di Scandicci intorno alla nuova linea 1 della Tramvia. In questo senso la
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trasformazione di Novoli per il momento appare come un’occasione parzialmente
sprecata.)
Il turismo è una risorsa per la città, è giusto investire in turismo e sulla qualità oltre
che sulla quantità di quest’ultimo. Non deve però essere la principale linea guida della
programmazione urbanistica e amministrativa della città. Perciò è positiva
l’applicazione di una tassa di soggiorno, anche se la destinazione dei proventi
andrebbe destinata strettamente ad interventi di compensazione dell’impatto turistico,
ambientale e non solo. (cfr. “Distretti di Bellezza”- Proposta di Legge “Per la
Bellezza”)
Il radicamento nel territorio
Vogliamo contribuire ad affermare un’idea moderna di città metropolitana: non è
più tempo di pensare a Firenze limitandosi strettamente ai confini comunali: in questo
senso, e di fronte a grandi sfide e problematiche come quelle inerenti il Parco della
Piana, l’inceneritore, la questione Aeroporto e più largamente il sistema della mobilità,
l’unica declinazione ragionevole è la stretta collaborazione tra tutti i soggetti dell’area
metropolitana. Per questo il CIRCOLO si propone di operare in sinergia con gli altri
circoli dell’area e con quelli dei territori adiacenti, e di interloquire col vivace mondo di
associazioni e comitati.
Ambientalismo scientifico. Ambientalismo Popolare.
Queste linee guida fondamentali della Legambiente devono per noi essere un
riferimento costante.
Un ambientalismo strettamente interconnesso con la gente, il territorio, i bisogni e le
sollecitazioni che arrivano dalle persone, è la principale vocazione che detta la
necessità o quantomeno l’utilità della ripresa delle attività del CIRCOLO, evitando però
di farsi coinvolgere in qualcuna delle recenti e popolarissime crociate antiscientifiche e
pseudoambientaliste
che
stanno
prendendo
fortemente
campo,
complice
l’appiattimento informativo mediato da un certo uso dei Social Network, che sfruttano
credulità popolare e paure diffuse. Alcune grandi campagne nazionali di Legambiente,
come Mal’Aria, Goletta Verde, Treno Verde, PIM, hanno da sempre tra i propri obiettivi
quello anzi di contribuire ad un miglioramento della consapevolezza ambientale nelle
persone, partendo dal piano scientifico dei dati analitici per tradurli in un’azione di
comunicazione e coinvolgimento capillare.
4 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
Pensare Globalmente, Agire Localmente
Slogan quanto mai attuale, è uno dei principi base dell’azione di Legambiente, e
compito di un CIRCOLO è proprio quello di curare il rapporto con i cittadini, con
associazioni comitati ed istanze locali, di monitorare il territorio e sviluppare su di esso
iniziative, promuovendo e stimolando la consapevolezza: ogni cittadino non può oggi
evitare di porsi interrogativi su ampia scala, di sentirsi responsabile e coinvolto delle
dinamiche e dei problemi mondiali, e di agire dando il suo piccolo ma fondamentale
contributo nel proprio contesto locale, secondo il principio di “Corresponsabilizzazione”
sancito dall’ONU attraverso il programma Agenda XXI in occasione della Conferenza di
Rio de Janeiro del 1992.
Compito di amministrazioni ed associazioni è di affiancare il cittadino nel privilegiare
l’ambiente in una prospettiva intergenerazionale e di lungo periodo in luogo delle
miopi scelte meramente estetiche o della individualistica logica NIMBY.
Libertà è partecipazione
«Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai
nostri figli»
L’unico stile di vita sostenibile è quello democratico: occorre dunque che il mondo
occidentale riduca i consumi, adotti stili di vita più sobri e responsabili per permettere
al sud del mondo di accedere alle risorse necessarie e riscattarsi dalla povertà. Se
l’occidente continuerà a consumare ed inquinare su questi ritmi, lasceremo alle future
generazioni un pianeta inabitabile: dunque sostenibilità è giustizia ed equità sia in
senso orizzontale (infragenerazionale) che in senso intergenerazionale: tutelare il
diritto delle future generazioni di godere dei beni e del patrimonio ambientale di cui
disponiamo. L’approccio scientifico, interdisciplinare, di ampio respiro che portò alla
redazione del “Rapporto sui Limiti dello Sviluppo” del MIT nel 1972 (con i suoi
successivi aggiornamenti) dovrebbe essere una guida almeno metodologica per chi è
chiamato a progettare il futuro delle nostre città, regioni, nazioni.
Una città che ridisegna se stessa, al tavolo della progettazione, non può avere solo i
rappresentanti sociali ed economici di oggi ma deve considerare anche la presenza di
immaginari rappresentanti delle generazioni future, con i loro potenziali bisogni. La
transizione verso un sistema energetico e trasportistico meno fragile e più resiliente
può e deve partire dalla dimensione urbana. I modelli a cui ispirarsi non mancano,
specie nel Nord Europa, mentre il potere di “contagio” delle pratiche sostenibili, specie
se convintamente sostenute dalle amministrazioni locali, è spesso sorprendente.
La cifra caratterizzante di Legambiente è e deve essere anche la capacità di dire dei
forti e decisi NO anche impopolari ma al tempo stesso per ogni “ No” detto presentare
anche un forte “sì” ed un “come”, alternative concrete e realistiche con studio di
fattibilità, contribuendo a superare definitivamente l’idea vecchia ma persistente
dell’ambientalismo come forza conservatrice ed antiprogressista. La crescita della
5 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
Green Economy, della Chimica Verde, dell’Agricoltura Biologica… dimostrano che un
modello di sviluppo sostenibile non è solo modernità, è l’unico futuro possibile.
La nostra naturale vocazione all’interazione ed alla dialettica con amministrazioni,
forze politiche ed aziende, in una logica di lobbying volta all’ottenimento concreto di
risultati su ambiente,mobilità,energia, ecc… dovrà svilupparsi senza che alcuna di
queste interazioni porti ad alterare il comportamento e le linee guida dell’azione di
Legambiente, evitando nettamente ogni forma di condizionamento, eterodirezione,
strumentalizzazione, continuando anzi a chiedere maggiori coraggio e visione di lungo
periodo, a spingere per scelte spesso impopolari nel breve che devono però mirare a
cambiare il modello trasportistico energetico ed ambientale in prospettiva.
Vivibilità e sviluppo sostenibile
Su energia e trasporti il mondo sta cambiando radicalmente; l’Europa, in particolare
quella delle grandi città e del centro-nord, ci fornisce modelli sempre più raffinati di
vivibilità e sviluppo sostenibile, iniziare a declinare localmente questi cambiamenti,
non richiede altro che una buona capacità di osservazione ed imitazione di realtà già
sperimentate ed attuate altrove: a Firenze è necessaria una radicale trasformazione
del sistema dei trasporti e della mobilità.
Fondamentale nell’azione di Legambiente è il settore dell’Educazione Ambientale, il
lavoro nelle scuole presenta da un lato risultati a breve termine data la grande
ricettività e rapidità di apprendimento dei bambini e ragazzi che spesso influiscono
sugli stili di vita anche delle famiglie stesse. Ma soprattutto è un forte investimento sul
futuro e sulla costruzione di una sensibilità ambientale che darà i suoi frutti con la
crescita degli individui. Ed accanto al lavoro sui bambini e ragazzi l’educazione
all’ambiente si deve rivolgere a tutte le fasce di età, in particolare sottolineando nella
comunicazione verso gli adulti il binomio inscindibile “Eco-logia/Eco-nomia”: la
convenienza è spesso la prima motivazione efficace.
Un piccolo seme per grandi cose
Perché serve un CIRCOLO di Firenze? Tra le risposte senz’altro il bisogno diffuso di
un’attività di ascolto ed interlocuzione sulle “piccole cose” con riferimento al locale (es.
alberi, segnalazioni inquinamento o discariche abusive ecc…), che il livello regionale
non può svolgere efficacemente insieme ai suoi molti altri compiti.
L’azione del Circolo dovrebbe svilupparsi come su un doppio binario, da un lato idee,
proposte, progettualità, ma allo stesso tempo anche questa attenzione al piccolo che è
anche uno dei modi per migliorare ulteriormente il radicamento di Legambiente sul
territorio fiorentino, facendo capire che oltre ai grandi eventi nazionali, le campagne,
le ricerche e le iniziative, Legambiente è anche una presenza di riferimento.
6 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
PUNTI CRITICI E PROGETTUALITA’ SUL TERRITORIO
Per ogni macroarea tematica si sono cercati di individuare i punti critici che riguardano
il territorio di Firenze e le possibili proposte di cui il Circolo potrebbe farsi portatore.
Non vuole essere un libro dei sogni né all’opposto un cahier des doleances, non siamo
così presuntuosi da pensare di poter agire contemporaneamente su tutto ciò di cui si
parla, il Circolo inevitabilmente vive del volontariato e tempo libero di persone che
hanno altre occupazioni e la sua (ri)costruzione è inevitabilmente un processo
graduale ma al tempo stesso crediamo che la passione, l’entusiasmo ed il
coinvolgimento di molte persone possa portare a risultati inaspettati. Questa serie di
spunti dovrà servire da punto di partenza per poi elaborare in successivi incontri
tematici gli approfondimenti necessari e le eventuali iniziative in merito.
QUALITà DELLA VITA
MOBILITÀ
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“Ferro”: Tramvia,vista l’elevata fruizione della Linea1 urge accelerare sulla
realizzazione delle previste linee 2 e 3 e di linee metropolitane. Tram treno della
Piana.
TAV, esistono alternative di superficie a basso costo che permetterebbero di
evitare i gravi rischi ambientali e geologici che il sottoattraversamento comporta.
TPL e in particolare incrementazione della rete mini-bus elettrici o filobus bimodale.
Ataf come servizio o privato? Che fare con le corse poco frequentate? (es.
Serpiolle, orari notturni ecc…)
Monitoraggio vecchi bus super-inquinanti di Linea (es. 27). Sostituzione con
autobus a metano o ibridi.
Incentivazione del ricambio del parco mezzi commerciali, spesso vecchi e molto
inquinanti.
Intervenire su carico/scarico merci con razionalizzazione logistica, navette merci
con Transit Point
Ripensare il trasporto scolastico: PediBus, scuolabus disponibile per tutti e non solo
per gli alunni che abitano lontano, in modo da tagliare i picchi di traffico mattutino
e pomeridiano, aggravati dal parcheggio selvaggio.
Razionalizzazione della mobilità individuale attraverso un aumento del coefficiente
di occupazione dei veicoli (n° persone/veicolo):
Car Sharing, Car Pooling e RideSharing, da incentivare anche attraverso l’accesso a
corsie preferenziali (HOV) e sosta gratuita. Utilizzo dell’informatica (smartphones,
Gps, pagamenti online) per aumentare efficienza e diffusione di queste pratiche.
Road pricing-rilancio dei parcheggi scambiatori ai margini della ZTL “più grande di
Europa” (ma non sempre effettiva), nell’ottica del trasporto intermodale.
7 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
MOBILITÀ DOLCE
- Itinerari ciclo-pedonali in reti estese.
- Ciclabilità (Piste-continuità della rete, rastrelliere (con segnaletica visibile da
lontano), Bike Sharing sul modello Parigi, zone 30, controsensi ciclabili, percorsi
alternativi che non costeggino le grandi vie trafficate, Case Avanzate, anche alla
luce delle venture modifiche al Codice Strada in senso europeo, che parzialmente
accolgono l’avanzata proposta dell’ANCI. Ciclofficine. Infotraffic ciclabile. Cfr. Fiab)
- Progetto regionale di monitoraggio delle pista ciclabili.
- “Domeniche a piedi” utili solo come strumento educativo: aiutano a sperimentare
un diverso modello di fruizione della mobilità urbana.
- Limitare e vincolare a tassa l’accesso in città di bus turistici.
AEROPORTO DI PERETOLA
Per quanto riguarda l’aeroporto di Peretola il nostro giudizio sulla prevista nuova pista
non può che essere negativo, e rispediamo al mittente la consueta accusa di
conservazionismo: non si tratta solo di salvaguardare la preziosa area protetta degli
Stagni di Focognano e di pensare all’impatto sulla qualità della vita di molti cittadini
(inquinamento acustico ed atmosferico, sversamenti di carburante ecc…) che verrebbe
solamente spostato e non risolto.
- Il punto è ragionare in una logica più ampia, secondo scelte che sono ormai
prevalenti in situazioni analoghe in Europa e nel mondo: pensare ad uno hub
integrato composto dagli aeroporti di Firenze, Pisa e Bologna, con people movers
veloci a binario dedicato, consentirebbe di rispondere a tutte le esigenze senza
investire in un’opera “pesante” e non necessaria.
- Smart City (cfr “Attiva Firenze”)
STILI DI VITA E BUONE PRATICHE
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(equosolidale, ed.amb., GAS…): stretta interconnessione con Sportello EcoEquo.
Agricoltura: orti sociali e comunitari, orti e frutteti didattici,serre e semenzai
condivisi.
Promozione della “Neighbourhood Agricolture” sul modello San Francisco con
istituzione di “garden markets” rionali.
Incentivi ai proprietari di lotti di terreno (anche urbano) inutilizzati o abbandonati
che li impegnano in attività agricola.
Promozione del Cohousing.
ANIMALI
bene comune, non alienabile
isole attrezzate nei quartieri,
nucleo volontario guardie zoofile (v. colonie feline, con attenzione ai rischi per la
biodiversità che queste possono comportare),
situazione canile,
educazione (es. mini-bioparco animali locali Cascine).
8 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
CASA E URBANISTICA
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Questione di vitale importanza in ambito sociale, con pesanti ripercussioni anche
ambientali, è la questione casa: il diritto ad un’abitazione dignitosa per tutti è
quest’oggi sempre più minacciato, e in una città come Firenze l’emergenza
abitativa popolare, aggravata dalla crisi, risalta in modo clamoroso per la presenza
di migliaia di case sfitte. Questo paradosso sta conducendo ad un ulteriore
consumo di suolo inutile per la costruzione di nuove case che spesso restano
invendute/sfitte; talvolta neppure i lavori di costruzione vengono completati,
lasciando sul territorio inquietanti scheletri di cemento. A fianco dunque di un
piano di edilizia popolare sostenibile che arresti realmente il consumo di suolo,
basato essenzialmente sulla riqualificazione di aree dismesse (il caso “Le Murate”
è un esempio positivo), riteniamo sia doveroso che le amministrazioni, tutelando
anche i tanti piccoli proprietari, incoraggino e incentivino la rimessa sul mercato
degli appartamenti privati, talora lasciati sfitti per paura di occupazioni ed assenza
di garanzie da chi ha tradotto in un appartamento una vita di risparmi (ove non
utilizzati impropriamente come investimento da parte di grandi proprietari e
speculatori).
Monitoraggio aree dismesse e valutazione delle possibili destinazioni nell’ottica
della vivibilità e dell’interesse pubblico, sociale ed ambientale: S.Orsola (appena
presentato dalla Provincia un bando internazionale), Manifattura Tabacchi, Panificio
Militare e altre caserme abbandonate, ex Meccanotessile ecc…
Nel valutare la destinazione di questi importanti pezzi di città da reintegrare sarà
importante includere spazio pubblico di qualità, non trascurare l’importanza delle
piazze/luoghi di socialità.
Le pedonalizzazioni sono un evento positivo a patto che si ridisegni razionalmente
l’organizzazione dei mezzi pubblici e che si eviti il complessivo aumento dei veicoli
circolanti: dovrebbero insomma avere un impatto positivo anche sull’ambiente e
non essere solo vetrine:
(es. via Gioberti) Ogni quartiere periferico potrebbe
essere dotato di una propria area pedonale in un’ottica policentrica (es. San
Bartolo a Cintoia).
PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE
«Legambiente PROMUOVE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI alla difesa
dell’ambiente ed alla definizione della propria qualità della vita…» (Statuto di
Legambiente)
Elemento vitale è la partecipazione, il coinvolgimento di persone è l’unico modo per
rendere vivo un Circolo costituito da tutte persone che non possono che dedicarvisi in
modo volontario al di fuori di attività lavorative o di studio.
Pensare ad iniziative di coinvolgimento:
1) Attirare persone, attraverso contatti personali, grandi campagne nazionali, ma
anche piccoli eventi (feste, concerti) magari organizzati in collaborazione con altri
soggetti.
2) Mantenere i soggetti interessati attraverso cessione di piccole quote di
responsabilità e coinvolgimento (es. monitoraggio piste ciclabili-interfacciamento
con cittadini per singole istanze).
9 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
SICUREZZA
Sviluppo Sostenibile è anche Sicurezza (prevenzione rischio idrogeologico, consumo
suolo, controllo territorio) e Salute, per l’aria che respiriamo, i cibi e l’acqua che ci
nutrono, la qualità della vità dei luoghi in cui abitiamo.
QUALITA’ DELL’AMBIENTE
AREE VERDI
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Necessità di un attento monitoraggio dello stato delle aree verdi sul
territorio, esistenti ed in progettazione (specie i casi con problematiche es.
Chiuso dei Pazzi, ex Meccanotessile, Pettini, ecc…), con mappatura delle criticità
sulle alberature, anche in connessione con l’iniziativa iXorto.
La nuova Legge sul verde urbano prevede “catasto” arboreo per città sopra
15000 abitanti, due mesi prima della scadenza del mandato del sindaco: 75.600
risultano dai dati del Comune, 400 nuovi promessi entro fine mandato.
Dobbiamo contrastare l’idea di area verde solo come intervento decorativo/arredo
urbano, recuperandone il valore qualificante per la vivibilità di ogni area urbana, in
un’ottica di città policentrica, nonché per microclima e qualità dell’aria.
Riqualificazione e utilizzazione, in rete con il Parco Fluviale, anche di argini di
affluenti e torrenti minori, Terzolle, Mensola (ANPIL), Mugnone, Greve, anche
come possibili vie ciclo-pedonali.
Parco delle Cascine: L’ampio progetto del Comune sulla riqualificazione del
parco a fronte di varie ipotesi positive (tra cui la reale chiusura al traffico del parco
stesso, l’interconnessione con i parchi correlati dell’area nella più ampia
dimensione del Parco Fluviale,l’apertura a spazio multifunzionale) necessita una
maggiore attenzione, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, sulle alberature,
gravemente impoverite negli anni: la manutenzione ordinaria non è più sufficiente,
urge un vero piano di riplantumazione.
Parco villa di Rusciano: la possibilità di contribuire alla sua gestione può essere
un’opportunità per valorizzare ulteriormente questo spazio importante.
Sul modello di molte città del centro-nord Europa una priorità dovrebbe essere
creare aree protette per la cintura urbana, partendo dal rilancio del progetto
di Parco della Piana, quello di un grande parco periurbano metropolitano (agricolo,
naturalistico, ricreativo) che oggi appare minacciato dalla progettazione di
infrastrutture pesanti e dallo sprawl urbano.
Orti e frutteti didattici (v. progetto “Cocomeri in salita”), orti serre e semenzai
condivisi: giardini e spazi comuni come luoghi per ricomporre la frattura
intergenerazionale e favorire lo scambio di saperi.
ENERGIA/RISPARMIO ENERGETICO/RINNOVABILI
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In questo ambito il nostro riferimento analitico non può che essere il PEAC II, il
Piano Energetico e Ambientale (2006) approvato dal Consiglio Comunale nel 2007 e
poi accantonato.
10 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
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Ipotesi di un coinvolgimento dell’Ente Comune nel mercato dei Certificati di
Efficienza Energetica (TEE) verdi e bianchi con ruolo attivo/passivo.
Sostegno al progetto della Provincia di dotare l’Arno di 12 briglie idroelettriche in
corrispondenza di altrettante pescaie: l’entrata in funzione era prevista per il 2013.
Solare termico e fotovoltaico su edifici pubblici e di nuova costruzione: valutazione
di possibili interventi pubblici ed incentivi per i privati: le operazioni di bonifica per
le sostituzioni dei tetti contenenti amianto ancora presenti in molti edifici possono
essere un’occasione ulteriore in questo senso.
Garantire nel regolamento urbanistico per quanto possibile il “diritto al sole”, alla
possibilità di sfruttamento della radiazione solare, degli edifici privati.
Analoghe valutazioni per quanto riguarda impianti di Mini e Micro-eolico, pubblici e
privati.
Energy Service COmpanies, ESCO: contratti che il Comune può stipulare con le
aziende che valutano l’impatto energetico di intere aree o quartieri (monitorando i
consumi di edifici pubblici, illuminazione pubblica, semafori ecc…) ed effettuano a
spese proprie le opere per la riduzione del consumo (isolamenti, pannelli solari,
sostituzione luci a basso consumo, semafori a led…) prendendo come compenso il
risparmio energetico per i 5 o 10 anni successivi. Nonostante le difficoltà
congiunturali nell’accesso al credito esistono anche in Italia esempi positivi di
contratti in essere.
Efficienza termica edilizia, a partire dagli edifici pubblici e dal settore produttivo
(capannoni ed edifici industriali), con particolare attenzione all’isolamento termico,
valutando anche l’opzione dei “tetti verdi”.
La cogenerazione in particolare può essere sfruttata per le esigenze di
riscaldamento/condizionamento degli ambienti: geotermico a bassa entalpia (es.
per pompe di calore), teleriscaldamento (es. Novoli), biomasse, caldaie a
condensazione.
Risparmio idrico: sostituzione con rubinetti temporizzati dei rubinetti continui in
edifici pubblici.
RIFIUTI-4R
(Riduco Riuso Riciclo Recupero)
- Riduzione a monte dei rifiuti, imballaggi in particolare;
- Cauzione 0,25 cent bottiglie di plastica e vetro, vuoto a rendere per promuovere il
riuso: da sperimentare intanto negli eventi organizzati dal Comune.
- I cassonetti interrati e la guerra ai graffiti vanno bene ma afferiscono più alla
questione del decoro che a quella ambientale.
- Raccolta differenziata porta a porta: monitoraggio stato sperimentazioni PaP e
cassonetti con chip.
- Affiancare ai cestini “generalisti” i cestini per raccolta differenziata in tutta la città,
anche per la cultura del riciclaggio tra i cittadini.
- No all’inceneritore ma con approccio realistico: una soluzione concreta per i rifiuti
è necessaria e non può che passare per il PaP ed un meccanismo fiscale (tariffa
puntuale) che vincoli la tassazione sui rifiuti alla quantità di indifferenziato
prodotto dalle famiglie, incentivando economicamente la riduzione, il riuso e la
differenziazione efficiente, in una logica di collaborazione di tutti i comuni dell’area
metropolitana.
11 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
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La sfida imprescindibile è riuscire ad abbattere la quantità di rifiuto da smaltire
incrementanto al contempo attraverso un controllo capillare la qualità del rifiuto
conferito al riciclaggio,con l’obiettivo di rendere l’incenerimento non necessario o
quantomeno evitare la costruzione di un impianto sovradimensionato rispetto alle
esigenze future, che costringerebbe ad importare rifiuti da fuori per permetterne
un funzionamento a regime ed una convenienza economica.
EDUCAZIONE AMBIENTALE
Legambiente collabora con le scuole della provincia di Firenze attraverso numerose
proposte di educazione ambientale e alla cittadinanza attiva. Dal 2002 svolge,
sviluppa e implementa percorsi educativi sui temi dell'energia, delle risorse, della
sostenibilità, dei rifiuti, degli ecosistemi e dei cambiamenti climatici rivolti alle scuole
dell'infanzia, alle primarie e alle secondarie di I e II grado; il Circolo intende ampliare
l’offerta formativa rivolgendola anche agli adulti.
Da alcuni anni Legambiente collabora anche con Università e scuole private
realizzando interventi e seminari su tematiche di attualità e interesse pubblico e
locale.
I progetti nelle scuole sono da sempre affiancati alle campagne e alle iniziative che il
settore Scuola e Formazione dedica al mondo dell'istruzione (Puliamo il mondo, Non ti
scordar di me, 100 strade per giocare, La festa dell'albero..) e che mirano a stimolare
la riflessione sulle proprie abitudini e sugli stili di vita e di consumo e a progettare in
modo partecipato azioni concrete di cittadinanza attiva e responsabile.
Possibilià di svolgere corsi nelle scuole su stile di guida eco, sul modello Ecopatente.
LEGALITÀ
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rapporti con Libera,
segnalazioni abusi, discariche abusive, abbattimenti illegali di alberi, reati
ambientali, sempre tramite il rapporto diretto coi cittadini.
QUALITA’ DEL LAVORO
La qualità del lavoro a Firenze è uno dei temi che il Circolo di Firenze è intenzionato a
tenere in estrema considerazione e questo perché vi è una profonda convinzione che
gli interessi che Legambiente e i lavoratori perseguono non sono opposti, sono anzi
paralleli e hanno obbiettivi non contraddittori, ma complementari.
Immaginiamo due fiumi che corrono paralleli verso la stessa direzione, immaginiamo
che un muro separi questi due corsi d’acqua. Cosa succederebbe se riuscissimo ad
abbattere il muro e ristringere gli argini? Succederebbe che avremmo un unico fiume
con il doppio della potenza: il doppio delle possibilità di riuscire a fare andare il mondo
in una direzione migliore, che dia alla gente lavoro, dignità, aria sana da respirare e la
prospettiva di avere ancora in futuro acqua pubblica e parchi in cui portare i figli a
giocare.
12 Manifesto del Circolo di Legambiente Firenze – marzo 2014
Demolire il muro dell’incomprensione è possibile solo attraverso un lavoro costante e
tenace che coinvolga la società civile a livello prima di tutto provinciale, al fine di far
crescere, giorno per giorno e in ogni singolo cittadino, la coscienza che un’industria
sana, destinata a durare e a garantire condizioni di vita migliori, è un’industria che,
per esempio, si preoccupa dell’effetto che avranno i suoi rifiuti sul mondo che sarà tra
dieci anni.
Un contributo ad avviare esperienze in controtendenza con l’attuale situazione può
venire non solo da ciò che veniamo proponendo in materia di qualità della vita e
dell’ambiente ma anche da politiche metropolitane mirate alla riqualificazione urbana
e contemporaneamente del lavoro e dell’occupazione. Ossia:
1. Piano di riqualificazione di edilizia residenziale sostenibile per giovani e anziani
2. Piano di infrastrutture leggere e flessibili per le attività produttive, ricerca e
innovazione, il commercio e il turismo.
Nel primo caso si tratta di definire il fabbisogno di abitazioni provenienti da giovani
anziani e allo stesso tempo censire la disponibilità di edifici pubblici e non, per
residenze (in affitto o compartecipazione) sia a basso costo di realizzazione che di
gestione, attraverso tecnologie e forme di gestione a basso impatto e partecipate:
risparmio energetico, uso razionale del calore e del freddo, uso razionale dell’acqua e
suo riciclo, riduzione alla fonte e selezione di RSU per il recupero, abbattimento delle
emissioni (CO2 in particolare). Occorre infine realizzare un piano di formazione
professionale nel campo del recupero e riqualificazione edilizia sostenibile ed un piano
pluriennale di investimenti pubblici e privati.
Nel secondo caso si tratta di individuare e censire tutti i nodi e colli di bottiglia nel
campo dello spostamento delle persone dal luogo di abitazione al luogo di lavoro,
studio, accesso ai servizi (sanitari per esempio); della movimentazione di merci, della
fornitura di servizi alla manutenzione, riscaldamento, gestione rifiuti, forniture idriche,
elettriche telefoniche ed informatiche (banda larga); dell’accesso e fruizione della
distribuzione commerciale, delle attività culturali e del turismo. In una visione
integrata della città e dell’area metropolitana.
Tutto ciò allo scopo di individuare soluzioni tecniche e gestionali di trasporto,
movimentazione, trasmissione, fruizione sostenibili accompagnate da adeguati
strumenti di formazione del personale addetto.
In entrambi i casi si tratta di coinvolgere tutti i soggetti sociali, economici, scientifici,
culturali alla definizione dei progetti e per confrontarsi con le istituzioni pubbliche per
la realizzazione degli obiettivi, la loro verificabilità e controllo.
Il mondo che sarà lo possono decidere la donna e l’uomo che lavorano, nelle
loro scelte e abitudini quotidiane. Per questo Legambiente Firenze rinasce e
lo fa con lo scopo di essere a fianco di ogni persona che, nonostante i tanti
problemi del suo presente, è determinata a impegnarsi a proteggere e
difendere la terra in cui vive e il futuro che la attende.
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