L'architettura
Introduzione e concetti base dell'architettura
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Indice
Voci
Premessa
1
Architettura
2
Storia
Storia dell'architettura
16
16
Discipline e tecniche
20
Disegno architettonico
20
Geometria descrittiva
21
Progettazione architettonica
26
Progetto
26
Rappresentazione architettonica
28
Restauro architettonico
29
Rilievo
32
Tecnologia dell'architettura
34
Teoria dell'architettura
36
Terminologia
39
Alzato
39
Ambiente costruito
40
Architetto
43
Architettura spontanea
46
Assonometria
47
Casa
50
Edificio
55
Edilizia
56
Elemento architettonico
60
Involucro edilizio
61
Ordine architettonico
67
Pianta
72
Planimetria
73
Sezione
74
Sostegno
75
Spaccato
75
Unità abitativa
77
Note
Fonti e autori delle voci
79
Fonti, licenze e autori delle immagini
81
Licenze della voce
Licenza
83
Premessa
1
Premessa
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Wikipedia, 30/01/2012
Premessa
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Architettura
L'architettura è la disciplina che ha come scopo
l'organizzazione dello spazio in cui vive l'essere umano.
Semplificando si può dire che essa attiene principalmente
alla progettazione e costruzione di un immobile o
dell'ambiente costruito. Finché l'uomo ha avuto capacità
cognitive tali da potersi organizzare in civiltà, l'architettura è
sempre esistita. L'architettura è nata anzitutto per soddisfare
le necessità biologiche dell'uomo quali la protezione dagli
agenti atmosferici, e proprio per questo è tra le discipline
maggiormente presenti in tutte le civiltà. Solo in un secondo
momento, con lo sviluppo della divisione del lavoro nella
società, alla funzione primaria vennero aggiunte funzioni
secondarie in numero sempre crescente. Con la comparsa di
caratteri estetici si ebbe la nascita dell'architettura anche
come arte visiva, dotata però di proprie caratteristiche
peculiari. Sarebbe riduttivo anche parlare di valori estetici in
quanto una buona architettura è spesso frutto di valori etici e
di uno studio con approccio quasi scientifico sul modo di
operare. Risultato di questa operazione è anche un
ammirabile valore estetico, ma questo è sostanzialmente
frutto proprio del lavoro intenso e non di una volontà di
esteticità in sè.
Incisione dell'interno del Pantheon (Roma); Pierers
Definire l'architettura risulta difficile in quanto il fenomeno
Konversationslexikon encyclopedia, editore: Joseph
architettonico è stato sempre presente nella cultura
Kürschner, 1891.
dell'uomo, acquistando caratteristiche, definizioni, funzioni,
aspetti spaziali e costruttivi spesso differenti o addirittura contrastanti da civiltà a civiltà o da epoca ad epoca.[1]
Nell'architettura concorrono aspetti tecnici ed artistici.
Etimologia
"Architettura" deriva da architetto, termine derivato nelle lingue occidentali dal latino architectus, ma di origine
greca: ἀρχιτέκτων (pronuncia architéktōn), parola composta dai termini ἀρχη (árche) e τέκτων (técton) che
significa "ingegnere", "capo costruttore", "primo artefice" o proprio "architetto"[2].
Il primo termine, ἀρχη – connesso con ἀρχειν (árchein), “principiare”, “comandare” –, esprime in greco antico il
significato di "impresa", "partenza", "origine", "fondazione" o "guida". Introdotto da Anassimandro, ἀρχη trova nella
Metafisica di Aristotele (V, 1, 1012b-1013a) la sua prima completa definizione, conservatasi fino alla modernità.
2
Architettura
Aristotele distingue almeno sei accezioni del termine, riconducibili ai due significati principali di ἀρχη, ossia primo
per importanza o primo in ordine temporale. Quando primato valoriale e primato temporale coincidono, ἀρχη
esprime la divinità: Dio come massimo valore e causa prima di tutte le cose. Il secondo termine, τέκτων (técton),
richiama diversi significati, tra i quali "inventare", "creare", "plasmare", "costruire": il fare tecnico ma anche l'arte, il
fare manuale ma anche l'artigianato. L'unione dei due termini in ἀρχιτέκτων la troviamo per la prima volta da
Erodoto, Storie, (III, 60, 4) e vuole indicare chi provveda a dar norma razionale alla costruzione di alcunché. Il
riferimento all'edilizia o all'abitazione non è affatto esplicito; anzi, l'ἀρχιτέκτων originariamente si occupa di quanto
è "costruibile" in generale. Questa interpretazione è sancita da Vitruvio, il quale definisce l'architettura come attività
che "nascitur ex fabrica et ratiocinatione", cioè dalla capacità fabbricativa congiunta alla consapevolezza teorica.
Altro aspetto interessante è costituito dalla permanenza fonetica e dalla somiglianza letterale e dalla somiglianza
grafica che il termine ha conservato in molte lingue europee: architecture in francese, architecture in inglese,
arquitectura in spagnolo, architektur in tedesco (che però gli aggiunge il termine baukunst che letteralmente
significa "arte del costruire").
Definizioni
Data la vastità e la complessità della disciplina, è pressoché impossibile dare una definizione univoca che descriva
cosa sia l'architettura; di seguito ne vengono riportate alcune celebri e significative.
• L'architettura è una scienza, che è adornata di molte cognizioni, e colla quale si regolano tutti i lavori, che si
fanno in ogni arte. Vitruvio, De architectura, 25 a.C. circa;
• Architettore chiamerò io colui, il quale saprà con certa, e maravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con
lo animo divisare; sì con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi,
congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli
homini. Leon Battista Alberti, De re aedificatoria, 1450 circa;
• Cos’è l’architettura? La definirò io, con Vitruvio, l’arte del costruire? Certamente No. Vi è, in questa definizione,
un errore grossolano. Vitruvio prende l’effetto per la causa. La concezione dell’opera ne precede l’esecuzione. Etienne-Louis Boullée, 1780;
• L'Architettura è l'arte di fabbricare. - Francesco Milizia, Principii di architettura civile, 1781;
• L'architettura è l'arte di disporre e di adornare gli edifici, innalzati dall'uomo per qualsivoglia scopo, in modo
che la loro semplice vista possa contribuire alla sanità, alla forza, al godimento dello spirito. - John Ruskin,
Lectures on Architecture and Painting, 1854;
• Il mio concetto di architettura abbraccia l'intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci
all'architettura, finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l'insieme delle modifiche e delle
alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto - William
Morris, Prospects of Architecture in Civilization, 1881;
• La casa deve piacere a tutti. A differenza dell'opera d'arte che non ha bisogno di piacere a nessuno. […] Dunque
la casa non avrebbe niente a che vedere con l'arte e l'architettura non sarebbe da annoverare tra le arti: proprio
così. […] Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di
piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è Architettura - Adolf
Loos, Parole nel vuoto, 1910;
• L'architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi nella luce - Le Corbusier, Vers une
architecture, 1923;
• Chiarezza costruttiva portata alla sua espressione esatta. Questo è ciò che io chiamo architettura - Mies van der
Rohe, 1925;
• L'architettura è in qualche modo un ordinare l'ambiente che ci sta intorno, un offrire migliori possibilità
all'insediamento umano. - Vittorio Gregotti, Il territorio dell'architettura, 1966;
• L'architettura è troppo importante per essere lasciata agli architetti. - Giancarlo De Carlo, 1969;
3
Architettura
• L'architettura è la più antica professione sulla terra, l'arte del costruire, ma anche l'arte di rappresentare le cose.
- Renzo Piano, 2007.
Il concetto di architettura nel tempo
« Essa [l'architettura] è il prodotto di fattori di ogni genere, sociali, economici, scientifici, tecnici, etnologici. Per quanto
un'epoca cerchi di mascherarsi, la sua vera natura trasparirà sempre attraverso la sua architettura. »
(Sigfried Giedion, Controspazio 1-2, pag. 40, 1970.)
Antichità
Il primo vero trattato di architettura è il De Architectura di Vitruvio, in cui viene data una prima definizione della
disciplina e si delinea la figura dell'architetto e delle sue conoscenze. Vitruvio dà alla scienza architettonica il
primato su tutte le altre, poiché essa è somma di tutte le conoscenze. Il De Architectura influenzerà in particolar
modo l'architettura dal secolo XV al secolo XIX.
Medioevo
Nel Medioevo l'architettura è assimilata alle artes mechanicae[1][1] da filosofi quali Scoto Eurigenia e Ugo di San
Vittore. Durante il periodo romanico e quello gotico la figura più simile a quella dell'architetto, era quella del
capomastro, un magister operis che dopo anni di esperienza curava la progettazione dell'edificio e l'andamento del
cantiere.[3][4]
Rinascimento ed Umanesimo
Mentre nel resto dell'Europa il gotico resterà lo stile predominante per lungo tempo, in Italia il Rinascimento pone
l'architettura sotto una nuova luce. Uno dei trattati fondamentali fu il De re aedificatoria di Leon Battista Alberti che
si rifà alla triade Vitruviana (firmitas, utilitas, venustas). Nel secoli XV e XVI si sviluppò il concetto di città ideale,
per la prima volta l'architettura si interessa alla città e alla corretta disposizione dei suoi elementi.[5] Fu durante
l'umanesimo invece il passaggio dell'architetto da artista-artigiano a quello di artista scienziato universale.[6]
Particolarmente importante fu anche la figura del Vignola che contribuì a creare un lessico uniforme dell'architettura
mediante la catalogazione degli ordini architettonici classici.[7]
Il Seicento
L'architettura viene estesa alla progettazione di ampi spazi verdi, come i giardini delle regge e dei palazzi signorili.
Il Settecento
Nel corso del secolo XVIII vi è la nascita del concetto di estetica e di una grande riflessione su questo termine da
parte dei filosofi e storici del tempo (Giambattista Vico, Immanuel Kant). Carlo Lodoli e Giambattista Piranesi
teorizzarono per primi un'architettura priva di ornamenti, senza concessioni all'effimero piacere visivo e che tenesse
in massima considerazione l'utilità e la finalità funzionale.[8] Anche grazie alla Rivoluzione Industriale, gli architetti
vengono chiamati a progettare gli oggetti da realizzare in serie, è il caso della manifattura Etruria di Josiah
Wedgwood, primo caso di disegno industriale modernamente inteso.[9]
4
Architettura
L'Ottocento
E' durante l'Ottocento che avviene la definitiva scissione della professione di ingegnere da quella dell'architetto; in
più mentre alcune facoltà di ingegneria si andranno formando in Europa nelle università, l'architettura verrà
confinata nelle accademie di belle arti, rimanendo in alcuni casi un mero esercizio artistico, lontana da questioni di
ordine pratico e funzionale.[10][11] Negli Stati Uniti d'America si sviluppa invece la scuola di Chicago, in cui
l'architettura si troverà a confrontarsi con edifici molto alti e con un materiale nuovo: il calcestruzzo armato. In
Francia, grazie al contributo di Viollet-Le-Duc, nasce il restauro e un intenso dibattito attorno a questa disciplina
coinvolgerà anche l'Inghilterra prima (John Ruskin e William Morris) e l'Italia poi (Camillo Boito e Luca Beltrami).
Il Novecento e il Razionalismo
Una serie di fattori, fra cui la teoria dell'einfulung dell'art nouveau e quella della pura visibilità di Konad Fiedler, la
questione delle abitazioni popolari nata dalla prima guerra mondiale, i conflitti fra le classi sociali, porteranno alla
nascerà in architettura di quel movimento progettuale e teorico chiamato razionalismo. L'architettura farà propria
tutta una serie di discipline per poter permettere all'architetto di arrivare a progettare dagli oggetti più piccoli a quelli
più grandi; si tenderà ad eliminare qualsiasi velleità artistica dal concetto di architettura in favore di opere
maggiormente improntate all'utilità e al servizio della gente. Tra i grandi teorici e fautori di questo movimento vi
sono stati Le Corbusier, Walter Gropius e Mies Van der Rohe. In Italia si distinse Bruno Zevi, mentre negli Stati
Uniti, Frank Lloyd Wright.
La progettazione architettonica
La progettazione architettonica è una delle discipline principali su cui si fonda l'architettura. Il progetto è
l'elaborazione teorica che precede la realizzazione dell'oggetto architettonico, espresso in un certo numero di grafici
(sezioni, piante, prospetti, render, ecc.) ed elaborati (computo metrico, analisi strutturale, VIA, ecc.). Esso si basa
sulle indicazioni fornite dalla committenza e su una serie di indagini e studi effettuati dallo stesso architetto anche in
concertazione con altre figure professionali; tali studi possono essere estremamente variegati ed abbracciare
molteplici discipline. Il progetto architettonico può essere esemplificato in tre fasi principali:
• una preliminare nella quale si descrive graficamente l'opera da realizzare e si esplicano i vari vincoli desunti dalle
indagini effettuate;[12]
• una definitiva composta dai grafici utili a comprendere l'opera in tutte le sue parti e da una serie di relazioni
inerenti la descrizione completa dell'area d'intervento;[13]
• una esecutiva costituita da tutti i grafici relativi alla realizzazione del manufatto, compresi i dettagli in opportuna
scala, e tutti gli studi di fattibilità nonché i calcoli relativi alle strutture e agli interventi.[14]
Discipline
L'architettura, la cui vastità deriva anche dai vari campi cui essa può essere applicata, si suddivide in diverse
branche; al di là della progettazione del singolo edificio, vi sono infatti una serie di interventi propri dell'architettura
che definiscono le varie discipline in cui essa si articola.
Urbanistica
Si tratta di interventi relativi alla costruzione, l'ampliamento o il miglioramento di zone urbane.
Restauro
Il restauro è quella disciplina che si occupa degli interventi diretti sui beni culturali volti alla conservazione
dell'oggetto architettonico al fine di valorizzarlo, proteggendone i suoi valori storici e culturali, e consentirne il riuso.
5
Architettura
6
Architettura del paesaggio
Si occupa della progettazione di ampi spazi, siano essi urbani o rurali, basandosi su caratteristiche culturali,
ambientali, storiche e sociali del territorio.
Disegno Industriale
È quella branca dell'architettura che si occupa della progettazione di oggetti riproducibili in serie, tenendo conto
degli aspetti tecnici, funzionali ed estetici del prodotto finale.
I tre fattori dell'architettura
Una delle definizioni più antiche e risale a Vitruvio: l'architettura è
un insieme di tre fattori:
1. firmitas (stabilità)
2. utilitas (utilità)
3. venustas (bellezza o piacere)
In altre parole vi si mischiavano qualità:
1. strutturali
2. funzionali
3. estetiche
Senza stabilità l'architettura è pericolosa ed effimera; senza utilità
l'architettura fine a sé stessa è semplicemente una scultura in larga
scala; senza bellezza (come sottolineano Ruskin, Le Corbusier e
Pevsner) si parla solo di edilizia.
In ogni edificio questi tre aspetti sono di vitale importanza, anche
se durante le epoche storiche non sempre ebbero il medesimo
peso. Si pensi per esempio all'architettura del cosiddetto
Movimento Moderno: il fattore estetico inteso come mera
decorazione era volutamente trascurato nella progettazione,
focalizzata solo sulla funzione degli edifici; dalla semplicità
essenziale scaturì tuttavia una naturale valenza estetica.
Un celebre crollo: il Campanile di San Marco, a
Venezia, mal restaurato in seguito ai danni di un
fulmine, rovinò il 14 luglio 1902 (l'immagine è tuttavia
una elaborazione e non una vera foto).
Un'evoluzione di questa prima definizione è stata per esempio data
nel 1624 da Sir Henry Wotton, che nel suo Elements of Architecture parlava di tre imperativi dell'opera
architettonica: robustezza, funzionalità e piacere, ovvero solidità dei materiali e della costruzione (=stabilità),
adattamento razionale degli spazi alle loro finalità (=utilità) e produzione di un piacere estetico (=bellezza).
Questi tre fattori possono essere messi in una ipotetica scala gerarchica: un edificio ha innanzitutto bisogno di stare
in piedi, poi può ricoprire una funzione per la società, infine può essere costruito secondo criteri estetici; ma
l'attenzione alla bellezza non può venire prima dell'attribuzione di una destinazione, né qualsiasi uso o decorazione
possono essere messo in atto se manca la stabilità strutturale.
Architettura
7
Architettura e stabilità: la statica
Per garantire stabilità a un edificio si deve ricorrere alle nozioni della statica e della scienza delle costruzioni, cioè a
quei principi di fisica, chimica e meccanica che assicurano l'equilibrio della costruzione, cioè lo stare in piedi e non
crollare.
Le forze che agiscono su una costruzione sono molteplici: innanzitutto il peso proprio della struttura, i carichi
accidentali (persone, arredi, merci depositate...); poi vi sono le forze esterne, dovute agli agenti atmosferici (vento,
peso della neve), ad eventi ordinari (oscillazioni del traffico stradale, spinta del corso dell'acqua su un ponte) o
straordinari (sismi, bufere) o ad altro.
Nonostante i carichi possano essere numerosi e la struttura molto complessa, gli edifici vengono sollecitati da soli
due tipi di azione: trazione e compressione.
Essendo ogni forza compensata da un'altra di pari grandezza ma di direzione opposta, la condizione di equilibrio
viene raggiunta quando la somma di tutte le forze e dei loro momenti è zero.
Architettura e utilità: opera architettonica o opera scultorea?
Architettura come spazio interno, Basilica di Sant'Apollinare in
Classe, Ravenna.
Secondo il critico Bruno Zevi il criterio distintivo
dell'architettura era lo spazio interno: la presenza o
meno di un ambiente abitabile e usufruibile per l'uomo
era la condizione sine qua non si poteva parlare di
architettura; tutto il resto era in funzione di questo
assunto. Le conseguenze di questa affermazione sono
che edifici fatti senza spazio interno (o con uno spazio
irrilevante) non sarebbero architettura: Zevi indicava
come esempio lampante le Piramidi di Giza, enormi
"sculture" all'aperto, ma non architetture; nemmeno il
tempio greco era architettura, poiché la sua limitata
cella era destinata all'abitazione simbolica del dio e non
all'uso degli individui, che svolgevano le cerimonie
religiose all'esterno.
Walter Gropius era sostanzialmente d'accordo con questa definizione, anche se la adattò in senso più astratto: per lui
l'architettura era l'arte di organizzare lo spazio e si esprime per mezzo della costruzione di edifici.
La definizione di Zevi è logica, ma è molto rigida ed esclude dal campo d'indagine dell'architettura molte opere
tradizionalmente considerate "architettoniche".
Un suo superamento si può avere considerando anche la struttura e la costruzione di un'opera: quando un fabbricato
viene murato secondo i criteri dell'edilizia, anche se non ha uno spazio interno, ecco che comunque si può parlare di
edificio, non di scultura. È chiaro pertanto nel nostro modo di pensare che una scultura nasca dallo "scolpire"
(ovvero dal togliere) e un edificio dal "murare" (ovvero dal mettere): ecco che quindi il Monte Rushmore, per quanto
colossale, è considerato intuitivamente scultura e le Piramidi, anche se fossero prive di qualsiasi ambiente interno,
architettura.
Una via di mezzo tra le due concezioni è guardare invece alla funzione delle strutture "costruite" che definiamo
edifici: grazie all'utilità (sia accogliere la salma di un faraone, lo spirito di un dio o una comunità in preghiera)
possiamo parlare di architettura, altrimenti si parla semplicemente di scultura in grande scala. Così vengono
ricomprese nell'architettura anche strutture "aperte" come i ponti o gli anfiteatri.
Architettura
8
Architettura e bellezza: opera architettonica o opera edilizia?
Edilizia: una rimessa di biciclette ad Amsterdam.
« Una rimessa di biciclette è un edificio. La Cattedrale di Lincoln è un'opera di architettura »
(Nikolaus Pevsner, 1943)
L'edilizia in genere può essere definita come la costruzione di edifici per fini pratici (difendersi dagli agenti
atmosferici): non è necessariamente contemplata la componente estetica, cioè non è detto che vengano dati
all'edificio connotati di "bellezza".
Fino ad alcuni secoli fa la discriminante era la presenza o meno di un progetto teorico a monte, di un disegno. Oggi
questa distinzione si è un po' complicata perché nel mondo moderno sono scomparse quelle forme di edilizia
spontanea priva di progetto e l'uso del disegno è necessario anche in opere di semplice edilizia. Si può dire che per
parlare di "estetica" di un'opera architettonica ci deve essere un'idea, un concetto formale, che si aggiunga alle
considerazioni strutturali e funzionali, e si espliciti nella forma dell'opera architettonica (in questo senso può esistere
anche un'architettura spontanea). In altre parole serve che ci sia un elemento di "gratuità" intesa nel senso greco del
termine (di bellezza, grazia, e di gratuità come la intendiamo noi), cioè una ricerca del bello senza condizionamenti.
Si esprime così la volontà di espressione dell'architetto determinata dal suo sentire estetico e artistico.
Esiste anche infatti una separazione tra colui che si
occupa prevalentemente (ma non solo) di aspetti tecnici
strutturali, l'ingegnere, e colui che si dedica più in
generale ad aspetti estetici, l'architetto (anche se oggi i
due campi hanno confini ormai molto labili).
Tra i tre elementi basilari dell'architettura quello visivo,
in senso spaziale e monumentale, è quello che ci
impressiona maggiormente. Le qualità strutturali (cioè
come l'edificio faccia a stare in piedi) sono infatti spesso
nascoste o pienamente comprensibili solo dagli esperti del
settore; le qualità funzionali sono invece spesso date per
Architettura: il Capitolo della Cattedrale di Lincoln, Inghilterra.
scontate od ovvie e sebbene ci possano impressionare
positivamente non riescono a colpirci profondamente
come la monumentalità. Ad esempio si può restare colpiti dalla comodità di una stazione ferroviaria o
dall'accoglienza di una chiesa, ma è più facile che ci resti scolpita nella memoria la sensazione di bellezza e di
imponenza degli edifici stessi.
Lo stesso Pevsner individua tre elementi che contribuiscono al raggiungimento di un effetto estetico:
Architettura
• il trattamento delle superfici, i rapporti tra pieni e vuoti, la disposizione delle aperture e la presenza di un apparato
decorativo;
• la relazione tra i diversi blocchi che costituiscono un edificio e la loro articolazione volumetrica;
• l'effetto sensoriale che scaturisce dal trattamento degli interni e dalla disposizione dei vari ambienti.
L'architettura si configura quindi come un'arte spaziale, capace di modellare le superfici ed i volumi con gli stessi
criteri di percezione e comunicazione visiva dei pittori e degli scultori[15], che non si riduce alla sola componente
visiva, ma che è anche legata alle sensazioni che vivere uno spazio (oltre che vederlo) riesce a trasmettere.
Lo "sguardo architettonico"
« [Un grande edificio] è capace di impressionarci esteticamente come nessun'altra opera d'arte: ci seduce, ci circonda, dà
forma alla nostra vita e ci protegge; (...) domina il paesaggio; (...) capta come nessun'altra forma lo spirito dei tempi. »
(Marvin Trachtenberg e Isabel Hyman, Arquitectura, Akal, Madrid, 1990.)
L'architettura, a differenza di altre forme artistiche quali per
esempio la pittura e la scultura, non si presenta in maniera
"completa" allo spettatore: per esempio un dipinto è fatto per
essere visto standogli di fronte, una scultura può richiedere di
girarci intorno, ma di un'architettura si possono avere solo delle
impressioni parziali dell'insieme: ad esempio solo la facciata
dell'edificio, solo una stanza per volta, solo una veduta in pianta.
Soltanto con uno sforzo intellettivo possiamo quindi valutare
l'insieme reale di un complesso architettonico.
Su questo aspetto di esperienza "parziale" dell'osservatore a volte
alcuni architetti ed artisti hanno anche giocato: si pensi solo
all'esempio della galleria prospettica di Palazzo Spada a Roma,
dove Francesco Borromini deformò gli elementi architettonici per
dare l'idea di una grande profondità che in realtà non esiste.
Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della
Slesia, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera
delle cose con il semplice sguardo (aspectus), ma sì con
Galleria di Palazzo Spada, Roma. La galleria è lunga
l'intuizione diligente (obtudus)". L'"obtudus" è quindi un sguardo
8,82 metri, ma dà l'impressione di una trentina di metri.
penetrante, raziocinate, mentre l'"aspectus" è la semplice visione
esteriore: va da sé che solo con l'uso del primo si può comprendere un'opera architettonica, mentre l'"aspectus" è
sufficiente per la pittura e gran parte della scultura.
La percezione dello spazio è un aspetto complesso dell'esperienza umana e non è riducibile al senso della vista.
Ammirare la foto di un edificio in una rivista e visitare lo stesso edificio inserito nell'ambiente costituiscono
esperienze diverse, incomparabili. Ancora, più visite allo stesso edificio possono dare sensazioni molto diverse, ad
esempio a seconda dell'ora del giorno e della stagione. Per cogliere la ricchezza dell'architettura è necessario farne
esperienza diretta.
9
Architettura
Pilastri gotici nella Basilica di Saint Denis, presso
Parigi (opera di Emil Pierre Joseph de Cauwer).
« La forma architettonica parte da un'idea, di chi progetta, e torna a un'idea, di chi la percepisce. Non necessariamente - anzi
quasi mai - (...) coincidono. »
(Giovanni Leoncini, Introduzione alla storia dell'architettura)
Un altro elemento di difficoltà è rappresentato dalla costante evoluzione nei secoli delle forme degli edifici, in
relazione al mutare delle necessità della società. I grandi edifici antichi non venivano considerati come opere
"finite"[16], al pari di una quadro o di una statua, ma venivano periodicamente modificati e aggiornati, acquisendo
una sorta di "vita" evolutiva: alcuni[17] parlano in questo caso di formatività, intesa come il processo dinamico a più
riprese di invenzione e produzione. Per questo davanti ad un'opera del passato, in maniera più frequente davanti ad
un'opera architettonica, dobbiamo immaginare di sfogliare strati a "cipolla" di aggiunte, manomissioni e sottrazioni
di epoche diverse.
Questa difficoltà di percezione ha come conseguenza che sia difficile avere un'esperienza "univoca" dell'architettura
e il concetto stesso di quest'arte è difficilmente inquadrabile in termini assoluti, come testimoniano anche la grande
varietà di definizioni che si sono succedute nei secoli.
Una corretta percezione di una costruzione da luogo alla comprensione della forma architettonica. La forma
architettonica è la summa di tre fattori sostanziali, combinati organicamente e non in gerarchia:
1. Le strutture (gli elementi costruttivi)
2. Lo spazio (inteso come la disposizione nell'ambiente con volumi pieni e vuoti)
3. Il disegno
Una perfetta fusione di questi tre fattori dà un'opera architettonica quale "opera d'arte". Un esempio possono essere i
pilastri gotici di una basilica come Saint Denis presso Parigi: la struttura è composta dai conci di pietra
appositamente scolpiti e sovrapposti; questa struttura da vita a uno spazio pieno, cioè al volume stesso del pilastro,
che si estende nello spazio vuoto della navata; questo volume ha un disegno tridimensionale, che però non è dovuto
solo a motivi decorativi, ma ciascuna semicolonnina che vi si affaccia si prolunga in precisi elementi architettonici
(degli archi, del cleristorio, fino ai costoloni delle volte), per cui si può dire che i tre fattori sono inestricabilmente
collegati.
10
Architettura
Architettura e volume
Tra i fattori costitutivi dell'architettura c'è la
valutazione del volume costruito, cioè del modo di
disporsi e rapportarsi degli edifici nello spazio. Si
hanno così due estremi, tra i quali esiste una vasta
gamma di possibilità:
1. architetture in funzione del solo volume.
2. architetture in funzione del solo spazio.
Con spazio si intende uno spazio "artificiale" creato
dalla costruzione, che sia finito, ordinato e protetto, a
differenza dello spazio naturale aperto.
Un esempio di architettura di solo volume è una forma
pura come quella delle Piramidi, la cui struttura è
Le Piramidi di Giza.
dettata dal raggiungimento di una forma esterna e si
disinteressa quasi completamente dello spazio interno. Un caso opposto di architettura eretta a partire dello spazio
può essere quello di una basilica cristiana, nella quale la costruzione esterna può essere vista come un semplice
involucro determinato dallo spazio interno. Un esempio di compenetrazione intermedia può essere quello del tempio
greco, dove spazi vuoti e pieni sono determinati da precisi rapporti, con alcuni elementi di volume indipendente,
come le colonne, e altri che invece perderebbero di significato se isolati dal contesto dell'edificio al quale
appartengono.
Lo studio della storia dell'architettura non è solo un mero esercizio di individuazione degli stili e delle tecniche e
della loro evoluzione nel tempo. È importante capire anche quali sono i fini che una società rispetto a un edificio, le
conoscenze tecniche e i materiali disponibili che hanno determinato la costruzione. Per esempio si possono elencare
le differenze oggettive tra: un tempio greco dell'antichità e una chiesa. Nell'antichità le funzioni religiose avvenivano
all'esterno dell'edificio: la cella era riservata alla simbolica residenza del dio, qui accedevano solo pochissimi
sacerdoti, mentre nella chiesa la comunità dei fedeli si riuniva al suo interno, quindi è chiaro che l'edificio diventava
luogo chiuso dove praticare le ritualità religiose.
Nella realizzazione di un'opera architettonica hanno da sempre concorso sia le richieste di una committenza sia
l'estro e la fantasia degli artisti. La mancanza di fatto di edifici fini a sé stessi (quando si costruisce c'è sempre
almeno uno scopo pratico per il quale la costruzione è destinata) fa sì che l'aspetto della convergenza degli interessi
di artisti e committenti sia rimasto un concetto chiave, rispetto ad altre forme di attività artistica dove l'artefice si è
ormai affrancato dalla domanda.
11
Architettura
12
I primi esempi di "architettura" come unione di
stabilità, funzionalità e bellezza non sono quindi da
ricercare nell'edilizia di tipo abitativo (in antico
dettata solo da basilari esigenze di sussistenza), ma
negli edifici collettivi (religiosi o civili) di quelle
prime civiltà come quella mesopotamica o egizia: in
tali opere confluivano infatti tutti gli sforzi di una
comunità, compresa l'esigenza di abbellimento quale
specchio del suo prestigio e della sua ricchezza.
Un'architettura istintivamente votata alla bellezza si
rintraccia già all'origine della civiltà, ma è comunque
con il tempio greco che la maggior parte degli
La Cattedrale di Brasilia, la cui architettura è carica di riferimenti
studiosi concordano nello stabilire almeno un punto
simbolici.
fermo nell'evoluzione dell'arte del costruire: un
primo traguardo inequivocabile di struttura
architettonica completa di valenze progettuali, estetiche e funzionali, corroborata dalla teorizzazione degli ordini
architettonici. I tre tipi di ordine (dorico, ionico e corinzio) infatti sono relativi a questioni puramente estetiche e la
loro nascita indica come ormai non si guardasse più all'edificio solo secondo un punto di vista funzionale.
Negli edifici infine sono confluiti nel tempo tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensità, che ne hanno
influenzato la storia e la forma:
•
•
•
•
•
valori funzionali, legati cioè a determinati bisogni dell'individuo e della società;
valori simbolici, rapportati a realtà di altro ordine;
valori sacri, della sfera religiosa;
valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della società;
altri valori (personali del committente o dell'architetto, valori universali, ecc...)
L'effetto estetico non scaturisce quindi da un mero impatto visivo: ad esempio, nelle architetture riconducibili al
Movimento Moderno, lo spazio viene modellato sulla base di precise esigenze funzionali e quindi il raggiungimento
di un risultato estetico deriva dal perfetto adempimento di una funzione.
In definitiva l'architettura, più che espressione del singolo individuo
(l'architetto) è quella di un ambiente, di un'epoca, di una società: tutt'al
più, proprio valutando il maggiore o minore apporto personale
dell'architetto rispetto al contesto generale, emergerà con più o meno
forza il suo "genio".
Nell'architettura high-tech, che vede nel Centre Pompidou di Renzo
Piano una delle opere paradigmatiche, sono gli aspetti tecnici e
strutturali che delineano i canoni di una nuova estetica, più aperta alle
innovazioni tecnologiche e che porta di fatto ad un superamento della
costante e dannosa dicotomia tra architetti ed ingegneri.
Note
[1] http:/ / www. sapere. it/ enciclopedia/ architettura. html
[2] Giacomo Devoto, Dizionario etimologico
[3]
[4]
[5]
[6]
http:/ / freemasonry. bcy. ca/ architecture/ architects. html
http:/ / www. sapere. it/ enciclopedia/ magister. html
http:/ / www. arte-argomenti. org/ saggi/ cittaideale. htm
Dizionario della critica d'arte, L. Grassi, M. Pepe, Torino 1978
Colle Val d'Elsa: l'edificio della filiale del Monte
dei Paschi di Siena
Architettura
[7] Manuale di Disegno architettonico, Giuseppe A. Boidi, Torino 1876
[8] Architettura e critica, Raffaele Mormone, Napoli 1992
[9] Storia del design, Renato De Fusco, Laterza, Roma-Bari 2004
[10] http:/ / www. aising. it/ docs/ atticonvegno/ p223-234. pdf
[11] Storia dell'architettura contemporanea, Renato De Fusco, Laterza, Roma-Bari 1992
[12] http:/ / www. bosettiegatti. com/ info/ norme/ statali/ 1999_0554. htm#03. 02. 02
[13] http:/ / www. bosettiegatti. com/ info/ norme/ statali/ 1999_0554. htm#03. 02. 03
[14] http:/ / www. bosettiegatti. com/ info/ norme/ statali/ 1999_0554. htm#03. 02. 04
[15] N. Pevsner, Storia dell'architettura europea, Bari 1998, pp. 5-6.
[16] Il concetto di preservazione delle forme di un bene culturale è un concetto relativamente recente, frutto della mentalità del dopoguerra.
[17] Lauigi Payreson, Estetica. Teoria della formatività, p. 7-10.
Bibliografia
•
•
•
•
•
AA.VV. Enciclopedia dell'Architettura, Garzanti, Milano 1996, ISBN 88-11-50465-1
Sergio Bollati e Giuseppe Lonetti, L'organismo architettonico, Alinea, Firenze 1990
Giorgio Cricco e Francesco Di Teodoro, Itinerario nell'arte, Zanichelli, Bologna 2003 ISBN 88-08-21740-X
W. Müller e G. Vogel, Atlante di architettura, Hoepli, Milano 1992, ISBN 88-203-1977-2
Pevsner, Fleming e Honour, Dizionario di architettura, Utet, Torino 1978 ISBN 88-06-51961-1; ristampato come
Dizionario dei termini artistici, Utet Tea, 1994
• B. Tschumi e M. Berman, Index. Archivio dell'architettura contemporanea, postmedia books, Milano 2004, ISBN
88-7490-017-1
• L. Quaroni, La costruzione del progetto architettonico, Laterza, Roma-Bari 1996
13
Architettura
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Voci correlate
Ingegneria civile
• Statica delle strutture
• Tecnologia delle costruzioni
• Elemento architettonico
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• Categoria:Elementi architettonici
Fondazioni
Sostegni architettonici
Pareti
Copertura
Attacco a terra
Termotecnica
Acustica
Illuminotecnica
Ambiente costruito
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La passerella di Marc Mimram sul Reno, Jardin des deux rives,
Strasburgo
Architetto
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Storia dell'architettura
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Discipline collegate
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Edilizia
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Architettura
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16
Storia
Storia dell'architettura
Lo studio della storia dell'architettura deve essere collocato, come quello di qualsiasi altra forma artistica, nel
tempo e nello spazio. I fenomeni architettonici sono, infatti, variati in funzione degli stili succedutisi nei vari periodi
storici con differenze e varietà distintive per aree geografiche, fino a una frammentazione del linguaggio e a una
convivenza di diverse espressioni architettoniche in età contemporanea.
Campo d'indagine
Per un'opera complessa quale un'opera d'architettura non si possono però considerare solo le valenze estetiche, ma è
fondamentale valutare almeno la funzione che tali realizzazioni hanno avuto nella società che le ha prodotte e le
qualità tecniche che hanno determinato il suo stare in piedi. Quindi molti studiosi di architettura tendono a
considerare un edificio come un "organismo" dove vi si fondono coordinatamente:
1. Struttura (elementi strutturali legati alla stabilità),
2. Funzione (elementi funzionali legati all'utilità),
3. Estetica (elementi estetici legati alla bellezza),
Si tratta degli elementi identificati già nel I secolo da Marco Vitruvio Pollione, architetto e ingegnere romano, nel
trattato De Architectura.
Nella realizzazione di un'opera architettonica hanno da sempre concorso sia le richieste di una committenza sia
l'estro e la fantasia dei progettisti. La mancanza di fatto di edifici fine a sé stessi (quando si costruisce c'è sempre
almeno uno scopo pratico per il quale la costruzione sarà destinata) fa sì che l'aspetto della convergenza degli
interessi di progettisti e committenti sia rimasto un concetto chiave, rispetto ad altre forme di attività artistica dove
l'artefice si è ormai affrancato dalla domanda.
I primi esempi di "architettura" come unione di stabilità, funzionalità e bellezza non sono quindi da ricercare
nell'edilizia di tipo abitativo (in antico dettata solo da basilari esigenze di sussistenza), ma negli edifici collettivi
(religiosi o civili) di quelle prime civiltà come quella mesopotamica o egizia, condividendo gli studi con l'ambito
archeologico: in tali opere confluivano infatti tutti gli sforzi di una comunità, compresa l'esigenza di abbellimento
quale specchio del suo prestigio e della ricchezza.
Negli edifici infine sono confluiti nel tempo tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensità, che ne hanno
influenzato la storia e la forma:
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valori funzionali, legati cioè a determinati bisogni dell'individuo e della società;
valori simbolici, rapportati a realtà di altro ordine;
valori sacri, della sfera religiosa;
valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della società;
altri valori (personali del committente o dell'architetto, valori universali, ecc.)
Per agevolare lo studio della storia dell'architettura sono state create delle categorie entro le quali classificare i vari
fenomeni architettonici; queste categorie possono essere tra loro combinate in molteplici modi, e la prevalenza verso
una o un'altra tipologia di categorie porta alla lettura della storia dell'architettura attraverso diverse prospettive.
Categorie riguardanti la funzione (esempi principali):
• Edifici pubblici e privati
• Edifici religiosi, militari e civili
Storia dell'architettura
Categorie legate alla costruzione (esempi principali):
• Trabeato, edifici creati con strutture non spingenti, nella fattispecie coperte con travi;
• Arcuato, edifici con strutture spingenti, nella fattispecie coperte con volte.
Categorie legate alla forma (esempi principali):
• Architettura con struttura a vista
• Architetture con strutture celate (coperte da intonaci, stucchi, ecc.)
Categorie storiche (la classificazione principalmente usata): Architettura classica, ellenistica, romanica, gotica...
Periodi della storia dell'architettura occidentale
• Architettura minoica
È l'architettura sviluppata nell'ambito della civiltà minoica, la civiltà cretese dell'età del bronzo circa 3000-1050 a.C.
• Architettura micenea
È l'architettura sviluppata nell'ambito della civiltà micenea, che si sviluppò in Grecia circa 1500-1100 a.C.
• Architettura greca
L'architettura greca viene suddivisa, come tutta l'arte greca, convenzionalmente in tre periodi: nel periodo arcaico
abbiamo la costituzione degli ordini architettonici e l'erezione dei primi templi. In età classica, corrispondente al V e
IV secolo a.C., l'erezione di capolavori come i templi dell'Acropoli di Atene, in età ellenistica la diffusione del
linguaggio greco in buona parte del Mar Mediterraneo.
• Architettura romana
Rispetto all'architettura greca, di cui rielabora talvolta il linguaggio, l'architettura romana si basa sulla conquista
dello spazio interno dando vita a quella che Siegfried Gideon definì la concezione occidentale dello spazio. Le
straordinarie realizzazioni di età imperiale furono rese possibili grazie anche all'alto livello tecnologico raggiunto
dall'ingegneria romana del tempo.
• Architettura paleocristiana
È un'architettura soprattutto ecclesiastica. Rielabora forme romane come la basilica, adattandola al culto cristiano.
• Architettura bizantina
L'architettura bizantina è l'architettura che si è sviluppata nell'Impero Romano d'Oriente e nelle regioni sottoposte al
suo influsso politico e culturale, come l'esarcato di Ravenna. Dopo la caduta dell'Impero d'Oriente ebbe seguito nelle
aree europee e asiatiche di confessione ortodossa, come nell'Impero russo.
• Architettura merovingia
Nei territori dei Franchi tra il V e l'VIII secolo.
• Architettura longobarda
Sviluppata in Italia tra VII e VIII secolo nei territori soggetti al Regno longobardo, mescola elementi bizantini e
sviluppi originali. Le testimonianze sono scarse, poiché gran parte degli edifici è stata rimaneggiata in epoche
successive.
• Architettura romanica
L'architettura romanica è l'architettura dell'occidente europeo prevalentemente nei secoli XI e XII. Le maggiori
realizzazioni sono edifici religiosi come cattedrali, pievi e abbazie ed edifici civili come castelli e palazzi.
• Architettura gotica
Nasce nella metà del XII secolo nell'Ile de France e si diffonde in tutta Europa. È caratterizzata da una innovativa e
ardita tecnica costruttiva e dalla ricerca di nuove forme spaziali. Vedi anche tecniche costruttive dell'architettura
gotica.
17
Storia dell'architettura
• Architettura del Rinascimento
L'architettura del Rinascimento ebbe origine a Firenze, agli inizi del Quattrocento, principalmente grazie all'operato
di alcuni artisti e intellettuali fiorentini come Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti.
L'architettura del Rinascimento è caratterizzata dalla ripresa degli ordini e delle proporzioni dell'architettura del
mondo classico, in particolare di quello romano.
• Architettura barocca
L'architettura barocca è quella fase della storia dell'architettura europea che comprende i secoli XVII e XVIII e che,
nell'ultima sua fase, prende il nome di rococò. Il termine barocco, originariamente dispregiativo, indicava la
mancanza di regolarità e di ordine. L'architettura del barocco, se da un lato mantiene la grammatica compositiva
classica, dall'altro ne infrange le regole sintattiche, mettendo al centro l'interpretazione soggettiva e priva di regole
dell'artista.
• Architettura del Settecento
• Architettura neoclassica
L'architettura del neoclassicismo si sviluppa fra la seconda metà del XVIII secolo e il XIX secolo. I teorici di questo
periodo sostengono la necessità che l'architettura sia derivata da basi razionali, rispecchiate negli ordini classici, e
che si eviti la licenza e il "cattivo gusto" che avrebbe, a parer loro, caratterizzato l'architettura del XVII secolo e del
rococò.
• Architettura del romanticismo
L'architettura del romanticismo è caratterizzata dallo storicismo e dall'eclettismo, in particolare dalla ripresa
dell'architettura neogotica e in seguito anche di altri "stili", come il neogreco, il neoromanico o il neobarocco.
• Architettura moderna
L'architettura moderna è caratterizzata da una molteplicità di tendenze. Per Movimento Moderno si intende in
particolare l'architettura razionalista che si è sviluppata a partire dagli anni trenta del XX secolo, in particolare
attorno alla figura di Le Corbusier. Altro importante maestro è Frank Lloyd Wright.
• Architettura postmoderna
• Architettura contemporanea
Architettura non occidentale
•
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Architettura mesopotamica
Architettura egizia
Architettura assira
Architettura ittita
Architettura islamica
Architettura ottomana
Architettura moresca
Architettura georgiana
Architettura persiana
Architettura indiana
Architettura della Cambogia
Architettura cinese
Architettura giapponese
Architettura della Mongolia
• Architettura africana
• Architettura maya
18
Storia dell'architettura
• Architettura azteca
• Architettura inca
Voci correlate
• Storia del giardinaggio
• Categoria:Storici dell'architettura
Altri progetti
•
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Category:Architecture by style
Collegamenti esterni
EAHN - European Architectural History Network [1]
SAH - Society of Architectural Historians [2]
OSA - Officina di Storia dell'Architettura [3]
AISU - Associazione Italiana di Storia Urbana [4]
DO.CO.MO.MO. - Documentation and Conservation of buildings, sites and neighbourhoods of the Modern
Movement [5]
• AAA Italia - Associazione nazionale Archivi di Architettura contemporanea [6]
• Database di storia dell'architettura [7]
•
•
•
•
•
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
http:/ / www. eahn. org/ site/ en/ home. php
http:/ / www. sah. org/
http:/ / www. osaweb. net/
http:/ / www. storiaurbana. it/
http:/ / www. docomomoitalia. it
http:/ / www. aaa-italia. org/ index. htm
http:/ / www. thais. it/ architettura/ default. htm
19
20
Discipline e tecniche
Disegno architettonico
Il disegno architettonico è un tipo di disegno tecnico
specializzato nella progettazione di opere architettoniche.
Con la rappresentazione grafica si prefigura in uno o più schemi a
due dimensioni quello che sarà l'edificio da costruire, a tre
dimensioni.
Si distingue tra il progetto e il rilievo. Inoltre a volte si usano
anche schizzi.
Progetto
Il progetto è un processo teorico messo per iscritto nel quale si
prefigurano metologicamente tutti quei processi che porteranno
all'esecuzione di un'opera di architettura.
Di solito si avvale in larga misura di disegni e altre
rappresentazioni architettoniche, inoltre incorpora valutazioni sui
tempi, sui costi, su aspetti tecnici (materiali, organizzazione del
cantiere, ecc.)
Architetto (illustrazione, 1893)
Rilievo
Il rilievo è l'insieme delle operazioni destinate a determinare la forma e le dimensioni di un edificio. Nella pratica si
tratta di una serie di elaborati grafici (piante, sezioni, prospetti) che indicano più caratteristiche di un edificio
possibili, premettendone una conoscenza il più ampia possibile e quindi facilitando la presa di decisioni in merito
all'edificio stesso.
Voci correlate
• Rappresentazione architettonica
• Disegno tecnico
• Architettura
Geometria descrittiva
Geometria descrittiva
La geometria descrittiva è la scienza che permette, attraverso determinate costruzioni geometriche, di rappresentare
in modo inequivocabile su uno o più piani, oggetti bidimensionali e tridimensionali. La rappresentazione può essere
finalizzata a visualizzare oggetti già esistenti, come nel rilievo (per lo più architettonico), e/o di oggetti mentalmente
concepiti, come nella progettazione di manufatti tridimensionali.
I metodi di rappresentazione (di prospettiva, di assonometria e di Monge) della geometria descrittiva si basano
principalmente su due operazioni fondamentali, dette operazioni di proiezione e sezione.
Gli assiomi della geometria descrittiva elementare sono sostanzialmente i postulati di Euclide, ma modificati
dall'aggiunta della nozione di ente improprio (direzione, giacitura), secondo una costruzione analoga a quella della
geometria proiettiva (si veda anche la voce V postulato di Euclide).
Storia
Fin dall'antica civiltà egiziana, è stato dimostrato, attraverso il
ritrovamento di disegni che illustravano copertura ellittica di
tombe, un corretto utilizzo delle doppie proiezioni ortogonali. Tra
il I secolo a.C. e il I secolo d.p. Vitruvio, nei suoi trattati intitolati
"De architectura" usava come elementi di rappresentazione di
edifici le piante ed i prospetti da lui denominati iconografie e
ortografie. In epoca successiva, nell'opera di Jacopo Barozzi da
Vignola "i cinque ordini di architettura" viene adoperato il metodo
di Monge. Nello stesso periodo, Alberto Dürer (1471-1528) definì
alcuni procedimenti grafici riguardanti le coniche, come sezioni
piane di un cono quadrico e, anche, lo studio della prospettiva. Nel
1600 gli studiosi Girard Desargues e Guarino Guarini hanno posto
i fondamenti per la nascita della disciplina "geometria descrittiva",
con questo nome è stata battezzata dallo scienziato francese
Gaspard Monge (1746-1818). Nel 1700 fu pubblicato il libro
"Geometrie descriptive" in cui vengono poste le regole fondamentali della geometria descrittiva. Regole che sono
21
Geometria descrittiva
finalizzate, soprattutto, a rappresentare, su uno stesso piano (detto piano di proiezione), gli oggetti in 3D.
Attualmente la geometria descrittiva comprende come parte integrante la geometria proiettiva in cui studi più
significativi e conclusivi si devono a Jean Victor Poncelet (1788-1867) discepolo di Monge. Con la geometria
proiettiva viene introdotto il concetto di Ente geometrico improprio (punto, retta e piano), che determina una
sostanziale differenza con la geometria euclidea, pur considerando validi i rimanenti postulati di Euclide. Nel 1995 è
stata codificata la Prospettiva Parallela dalla Prof.ssa Architetto Barbara Aterini, insegnante di Geometria Descrittiva
alla Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze.
Concetti
Alcuni concetti fondamentali della geometria descrittiva sono:
• definizione degli enti geometrici fondamentali (punto, retta,
piano, direzione e giacitura).
• postulati d'appartenenza: di un punto ad una linea; di una linea
ad una superficie; di un punto ad una superficie.
• L'incidenza: tra due rette, tra una retta ed un piano, e tra due
piani; o più in generale tra linea e superfici.
• Condizioni di parallelismo e di perpendicolarità come casi
limiti di Incidenza
• Le condizioni di tangenza (in particolare la tangenza tra coniche e la tangenza tra quadriche).
• la Corrispondenza biunivoca, quali prospettività, omologia, omologia inversa, Affinità prospettiva, affinità,
omotetia, Omotetia inversa ed Involuzione.
I Metodi di rappresentazione
Essi si classificano, in generale, secondo l'entità dello stabilito centro di proiezione. Quando esso è un punto proprio
si parla di proiezioni centrali, altrimenti di proiezioni parallele, cioè quando tale centro di proiezione è punto
improprio.
• proiezioni centrali
• il metodo della prospettiva.
• La restituzione prospettica (o fotorestituzione).
• teoria delle ombre con sorgente propria (da molti non viene
considerata una "teoria" in quanto si tratta sempre di una
proiezione).
• proiezioni parallele.
• proiezioni ortogonali
• il metodo dell'assonometria
• il Metodo di Monge
• il metodo delle proiezioni quotate.
• proiezioni oblique
• il metodo dell'assonometria
• teoria delle ombre con sorgente impropria
22
Geometria descrittiva
Problemi e costruzioni
Alcuni problemi di cui si occupa la geometria descrittiva sono:
• I problemi d'incidenza, come tra linee e superfici e come tra
superfici.
• I problemi di misura delle distanze lineari (come ad esempio la
costruzione geometrica che permette di determinare la distanza
minima di un punto da un piano eventualmente degenere) e di
quelli angolari (come ad esempio l'angolo tra retta e piano).
• costruzioni geometriche e modellazione 3D
• delle volte
• delle elicoidi
• delle superfici rigate
• delle superfici toriche
• elicoidi
• conoide
• Raccordo tangenziale tra coniche, tra quadriche e tra toriche (vedi figura a lato)
• Sviluppo di solidi
• Approssimazione poliedrica di una superficie curva
Curve geometriche
• Le coniche: ottenute come sezioni piane di un cono quadrico
(punto, retta, ellisse, parabola ed iperbole)
• Le quartiche: ottenute, in generale, come in intersezione di due
superficie quadriche che non hanno nessuna sezione piana in
comune.
• Le curve cicloidiche: curve ottenute come conseguenza del
movimento planare e rigido di una conica rispetto ad un'altra
conica ad essa complanare.
• Le eliche: ottenute dal movimento trasrotazionale,
tridimensionale e rigido di una conica rispetto ad un'altra conica ad essa complanare.
23
Geometria descrittiva
Superfici geometriche
Le principali categorie di superfici trattate dalla geometria
descrittiva sono così classificate:
• Le superfici rigate: in questa categoria vengono trattate le
superfici generate dal movimento rigido di una retta lungo una
o più direttrici, come gli elicoidi rigati, i conoidi rigati e le
superfici coniche ed i piani (come casi particolari di rigate).
• Le superfici toriche: questa categoria include tutti i tipi di tori
che sono generatI dal movimento rotatorio affine o omotetico di
una conica non degenere lungo una direttrice conica, anch'essa
non degenere. La condizione è che tali coniche, direttrice e
generatrice, siano ortogonali tra loro.
• I paraboloidi.
Applicazioni
la geometria descrittiva viene applicata principalmente nei campi
che riguardano la costruzione di manufatti architettonici. In
particolare viene usata per avere proporzioni dimensionali e
percettive di una data e possibile idea progettuale. L'applicazione
informatica dei concetti della geometria descrittiva, permettono
oggi giorno, oltre che quello, di poter creare un'architettura ad alta
complessità tridimensionale, ma soprattutto quello, di poter
controllare e in modo inequivocabile ogni sua forma e dimensione.
Campi d'applicazione
• Progettazione architettonica
• Modellazione geometrica
• Disegno tecnico
• Rilievo dell'architettura
• Fotorestituzione 3D
Bibliografia
• Antonella Gesuele, Alessandra Pagliano, Valentina Verza. La
geometria animata. Lezioni multimediali di Geometria
Descrittiva. Venezia, Editrice Cafoscarina, 2007. ISBN
978-88-7543-170-9
• Lamberto Nasini. Lezioni ed esercizi di fondamenti e
applicazioni di geometria descrittiva. Roma, Editrice Kappa,
1996.
• Hasan Isawi e Lamberto Nasini. Vedere con la mente. Una
geometria per comprendere lo spazio senza percepirlo visivamente. Editrice Officina, 2006.
• Barbara Aterini. Introduzione ai metodi di rappresentazione della geometria descrittiva. Firenze, Alinea, 1997.
24
Geometria descrittiva
Glossario
In questa sottocategoria, della geometria descrittiva, vi sono termini e simbologie, utili a chi lavora nei vari campi di
grafica, sia per facilitare il compito di individuare degli elementi notevoli di un dato oggetto geometrico, sia per
acquisire un linguaggio tecnico in grado di facilitare il compito di descrivere, in modo chiaro, le situazione spaziali
di tali elementi.
Voci correlate
• Geometria proiettiva
• Elementi architettonici
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Descriptive geometry
Collegamenti esterni
• Trazoide. Disegno tecnico (in spagnolo) con esercizi e teoria pratica per Antonio Castilla. [1] Dibujo técnico con
ejercicios y teoría practica
• Applicazioni informatizzate della Geometria descrittiva [2]
• geometria descrittiva, trigonometria sferica, solidi geometrici e cristallografia [3]
Note
[1] http:/ / trazoide. com
[2] http:/ / assex. altervista. org/ geomtr-1. htm
[3] http:/ / spazioinwind. libero. it/ corradobrogi/ IV/ IV-001. htm
25
Progettazione architettonica
Progettazione architettonica
La progettazione architettonica consiste in un processo logico-artistico-scientifico in grado di individuare forme,
organizzazioni e processi atti alla creazione di spazi dedicati in cui l'uomo possa svolgere specifiche attività quali
abitare, lavorare, rilassarsi, curarsi ecc.
A questa definizione schematica tuttavia bisogna aggiungere che spesso il processo progettuale, comunque lo si
intenda, appartiene innanzitutto ad una sfera creativa in cui la fantasia, il sentimento, le necessità e la tecnica si
fondono in un insieme di schemi grafico-descrittivi. La storia dell'architettura è ricca di esempi di come ciò possa
avvenire. Nello specifico, il progetto architettonico deve rispecchiare, interpretare e risolvere sia artisticamente che
tecnicamente ogni aspetto relativo all'abitare inteso nella accezione più ampia del termine. Uno dei maggiori
architetti al mondo, Renzo Piano, ebbe a dire che "l'architettura è il secondo mestiere più antico del mondo".
La progettazione architettonica è insegnata all'interno dei corsi di laurea delle Facoltà di Architettura di solito agli
ultimi anni del corso, e non è da confondersi con i corsi di composizione architettonica che si tengono per gli
studenti dei primi anni.
Voci correlate
• Fascia prestazionale
• Disegno architettonico
Progetto
Con il termine progetto si identifica il complesso di attività correlate tra loro e finalizzate a creare percorsi e/o
prodotti o a realizzare servizi rispondenti a obiettivi specifici determinati.
In un progetto su commissione con valore legale, i criteri di esecuzione, controllo e completamento in termini di
tempi, costi e qualità, sono definiti in un contratto.
Il termine deriva dal latino proiectum, participio passato del verbo proicere, letteralmente traducibile con gettare
avanti; il che spiega anche l'assonanza etimologica dei verbi italiani proiettare e progettare.
Il termine progetto è strettamente associato a quello di gestione del progetto che deriva dal termine inglese project
management. Uno dei padri storici del project management è Russel D. Archibald.
Nel governo del territorio e dell'ambiente, in senso generale, il progetto è un modello preventivo, realizzativo e
gestionale, di un intervento che si intende realizzare.
« Mandare avanti un progetto, come indica la derivazione della parola significa estrarre da se un'idea in modo tale che essa
acquisti una propria autonomia e sia realizzata non soltanto dagli sforzi di chi l'ha originata ma anche da quelli indipendenti
dal proprio Io. »
(Czeslaw Milosz)
26
Progetto
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Articolazione tipica di un progetto
Di solito un progetto, inteso come complesso di attività interdipendenti, prevede:
•
•
•
•
•
obiettivi specifici, ragionevolmente raggiungibili ed eventualmente interconnessi con altri obiettivi o progetti;
vincoli temporali per il suo completamento;
vincoli economici per il suo sviluppo;
un insieme di risorse umane e strumentali assegnate e adeguate alle difficoltà del progetto;
una organizzazione interna con una chiara assegnazione dei ruoli, divisione dei compiti e una struttura di governo
del progetto (nei progetti più grandi di solito viene creato un comitato di guida e controllo detto anche steering
committee)
• oggetti e/o i servizi da rilasciare (i cosiddetti deliverable necessari al raggiungimento gli obiettivi) ben definiti e
descritti in documenti quali capitolati e/o contratti;
• articolazioni del progetto in fasi (es: progettazione, esecuzione, test, ecc.) in cui sono definite le interfacce, i
vincoli esterni (dipendenze da eventi non controllabili internamente al progetto e condizioni al contorno di cui
tener conto) e le responsabilità (chi fa che cosa entro quando);
• una pianificazione che definisce:
• le date di partenza/termine di ciascuna attività;
• l'assegnazione delle risorse alle attività su cui è articolato il progetto;
• le interdipendenze tra le attività del progetto;
• l'esplosione fino a un sufficiente (ma non esasperato) livello di dettaglio delle attività (i cosiddetti task);
• le date di rilascio dei principali oggetti (o gruppo di oggetti) intermedi (i cosiddetti milestone);
• la data di completamento del progetto;
• un insieme di strumenti per controllare l'avanzamento del progetto rispetto agli obiettivi, sia in termini di tempo,
che di costo che di deliverable rilasciati (strumenti di consuntivazione, Earned Value Analysis, ecc.).
I progetti più critici e importanti di solito prevedono
anche:
• un piano dei rischi (che indica anche le appropriate
azioni di riduzione/mitigazione dei rischi
individuati);
• un piano della qualità (che definisce le strategie e i
criteri per assicurare l'aderenza dei prodotti/servizi
rilasciati ai requisiti stabiliti).
progetto di una rete
Fattori di successo di un progetto
In definitiva, nel caso che gli obiettivi assegnati siano sufficientemente impegnativi e/o critici, per garantire il
successo del progetto è necessario disporre di risorse umane adeguate in termini qualitativi e quantitativi, ma anche
tecniche e finanziarie, nonché di chiarezza riguardo ai seguenti aspetti:
•
•
•
•
•
•
contesto e settore (es. edilizia, informatica ecc.) a cui si riferisce il progetto
obiettivi (requisiti e prestazioni dei prodotti e/o servizi che deve rilasciare il progetto)
responsabilità (intesa come distribuzione dei compiti: chi, che cosa, entro quando)
tempo (inizio, durata)
costo (prestabilito)
qualità (intesa come aderenza ai requisiti ed alle prestazioni richieste)
Le metodologie e le tecniche per la gestione di un progetto vanno sotto il nome di project management, voce alla
quale si rimanda per maggiori dettagli.
Progetto
Voci correlate
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Progettazione architettonica
Progettazione
Progettista
Progetto di ricerca
Progetto educativo
Programma
Project management
Project manager
Stato Avanzamento Lavori
Collegamenti esterni
• (EN) Sito dedicato a Russell D. Archibald [1]
Note
[1] http:/ / www. russarchibald. com/
Rappresentazione architettonica
La rappresentazione architettonica è il metodo con cui è possibile raffigurare un'opera edilizia, che sia già
esistente e quindi rilevarla, oppure che sia in fase progettuale; ovvero per poter raggiungere una conoscenza migliore
dell'oggetto in questione.
Essendo un'opera architettura una struttura complessa e articolata sulle tre dimensioni spaziali in larga scala, a
differenza di altre forme artistiche quali per esempio la pittura e la scultura, non si presenta in maniera "completa"
allo spettatore: per esempio un dipinto è fatto per essere visto standogli di fronte, una scultura può prevedere di
girarci intorno, ma di un'architettura si possono avere solo delle impressioni parziali dell'insieme (ad esempio solo la
facciata di un edificio, solo una stanza per volta, solo una veduta aerea) e solo con uno sforzo intellettivo possiamo
valutare l'insieme di un complesso architettonico. Le soluzioni di rappresentazione architettonica, siano essi fatti a
mano o al computer:
• Tecniche, tramite le proiezioni ortogonali
• Schizzi, tramite una rappresentazione artistica
• Modelli tridimensionali, digitali o materiali
Per venire incontro a queste difficoltà esistono vari metodi di fornire una rappresentazione semplificata dell'edificio.
Un metodo rappresentativo è quello di creare un modellino tridimensionale in scala, ma è un modo costoso e
ingombrante, che al crescere della scala applicata diminuisce in chiarezza.
Più diffuse sono le rappresentazioni grafiche, che tramite segni convenzionali esemplificano realtà architettoniche e
urbanistiche. Attraverso la scelta di un rappresentazioni che privilegiano taluni aspetti rispetti ad altri si ha una vera e
propria "operazione di conoscenza", rispetto a una più semplice raffigurazione dell'oggetto. Grazie all'uso delle
proiezioni ortogonali inventate da Gaspard Monge, applicando delle convenzioni di rappresentazione, è possibile
rappresentare qualsiasi cosa in maniera oggettivamente e geometricamente precisa.
Tra le principali rappresentazioni architettoniche vi sono:
• La planimetria
• La pianta
• Lo spaccato
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Rappresentazione architettonica
•
•
•
•
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L'alzato
L'assonometria
La sezione
La prospettiva
Mischiando queste categoria possiamo trovare altre soluzioni grafiche:
•
•
•
•
•
Esploso
Sezione prospettica
Sezione assonometrica
Spaccato assonometrico
Spaccato prospettico
Voci correlate
• Disegno architettonico
Restauro architettonico
Il restauro architettonico può essere definito come la disciplina
dell'architettura volta a garantire la conservazione di un oggetto
architettonico, per valorizzarlo e consentirne il riuso, tenendo in debito
conto le sue valenze storiche.
Le tendenze metodologiche riguardo al restauro architettonico sono
varie e vanno a porsi tra le due posizioni teoriche estreme: una che
mira alla conservazione assoluta dell'edificio storico nella situazione in
cui si trova e l'altra che giunge a legittimare ricostruzioni anche
consistenti dell'opera architettonica così com'era e dov'era.
Gli sviluppi attuali prevalenti sono per una conservazione della materia
esistente, compatibilmente con le esigenze di carattere strutturale ma
anche di conservazione o ripristino dell'immagine storica, sempre
ricercando un riuso compatibile degli edifici. Solo il riuso, infatti,
garantisce una cura e manutenzione costante dell'opera nel tempo.
Si elencano brevemente di seguito alcuni dei concetti fondamentali
del restauro architettonico.[1]:
Piove di Sacco, Torre Carrarese: lavori di
restauro sull'orologio della torre.
- Destinazione d'uso compatibile
La destinazione d'uso prevista per gli edifici storici deve essere tale da non comportare uno stravolgimento della
consistenza fisica e dei significati del manufatto.
- Uso di materiali e tecnologie originali
Si tratta delle tecniche che offrono il migliore effetto di continuità formale oltre che funzionale con le parti antiche,
garantendo lunga durata; sono dunque da preferire. La loro corretta riproposizione deriva da un attento lavoro di
rilievo e comprensione delle parti esistenti dell’edificio. Tale attività conoscitiva rientra negli indispensabili studi
preliminari al progetto di restauro.
- Ripristino o conservazione del comportamento statico originario
Quello strutturale è un aspetto che fa parte del monumento e del suo valore storico, peraltro in modo tutt'altro che
secondario e concorre a determinarne l’identità materiale e culturale. Stravolgere questa componente, anche con
Restauro architettonico
mezzi destinati a rimanere occulti equivale a mutilare l’opera di uno dei suoi valori fondamentali.
- Compatibilità chimica
Tutti i materiali usati, a contatto con quelli della costruzione originaria, non devono in alcun modo costituire
potenziale danno di tipo chimico alla materia originale.
- Compatibilità fisica
Sono da evitare situazioni che, turbando l’equilibrio originario delle condizioni fisiche del manufatto, possano
incrementare i fenomeni di degrado. In particolare ci si riferisce alle condizioni di traspirazione delle superfici, di
umidità, di temperatura ecc.
- Reversibilità
Qualsiasi operazione eseguita sul manufatto storico, la cui materialità deve essere garantita il più possibile, deve
essere reversibile ovvero intaccare al minimo la materia originale.
- Minimo intervento
Tutti gli interventi devono essere calibrati in relazione alle effettive necessità. In particolare, i consolidamenti, vanno
dimensionati con ogni cura, commisurandoli ai potenziali, effettivi rischi tenendo nel dovuto conto, evitando
sottostime, le capacità portanti esistenti nella struttura storica.
- Riconoscibilità
Tutti gli interventi di restauro devono, essere databili, per evitare confusioni con le parti originali, a tal fine è
opportuno offrire all’occhio esperto la possibilità di riconoscere le parti di restauro. Inoltre documentazione cartacea
e informatica, sugli interventi eseguiti, deve sempre essere conservata e resa facilmente reperibile.
- Leggibilità
L'intervento di restauro deve tendere a facilitare la comprensione delle stratificazioni, far capire, per quanto
possibile, le fasi di crescita dell'edificio.
- Durabilità
I materiali e le tecnologie da usare dovranno essere molto durevoli oppure dovranno essere tali da consentire
interventi successivi di manutenzione ordinaria o straordinaria senza che ciò comporti alterazioni al monumento
stesso.
- Manutenibilità
Questo criterio sollecita una particolare attenzione nel prevedere l’uso di soluzioni progettuali che rendano agevole
l’ordinaria e la straordinaria manutenzione dell' edificio.
- Cura delle relazioni con il contesto fisico
Il modo in cui l'edificio si inserisce nel suo intorno è di fondamentale importanza per la sua fruizione sia formale che
funzionale e per la sua corretta comprensione.
- Cura nel recupero dei significati e delle relazioni col contesto antropologico
Non meno importanti sono gli aspetti immateriali, psicologici e simbolici di cui l'edilizia storica si è caricata nel
tempo.
- Riconoscimento, salvaguardia e valorizzazione dei caratteri specifici e di unicità dell'edificio storico su cui si
interviene
Ogni edificio storico possiede caratteristiche specifiche che lo rendono unico e che, pertanto, ne definiscono
l'identità. Sono quindi da salvaguardare attentamente.
- Varianti in corso d'opera
Possibilità di riprogettazioni in corso d'opera dovrebbe fare parte integrante del metodo da seguire negli interventi di
restauro e recupero in quanto, molto spesso, solo durante la fase del cantiere, emergono importanti, nuove
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Restauro architettonico
informazioni di cui non si può non tenere conto nella fase esecutiva.
A Giovanni Urbani si deve, per primo, il concetto di conservazione programmata (1975).
I riferimenti metodologici storici di base sono contenuti nelle carte del restauro.
• Conferenza Internazionale di Atene. Carta di Atene (1931)
• Consiglio Superiore Per Le Antichità e Belle Arti. Norme per il restauro dei monumenti. Carta italiana del
restauro (1932)
• Carta di Venezia (1964)
• Carta Italiana del Restauro (1972)
• Raccomandazioni per gli interventi sul patrimonio monumentale a tipologia specialistica in zone sismiche (1986).
Il primo atto internazionale sul restauro è la Carta di Atene, alla quale aderirono sia i conservatori che i restauratori.
Ecco i punti principali di questo Carta:
• Questo documento esprime innanzitutto un atteggiamento conservativo: si devono rispettare il monumento e
l'ambiente, il carattere e la fisionomia della città, soprattutto in prossimità dei monumenti.
• Viene data la massima importanza alla manutenzione e al consolidamento delle opere
• Si eprime la volontà di conservare tutti gli elementi di valore aristico
• L'inserimento di nuovi elementi nelle opere d'arte viene ridotto al minimo, con la volontà di non creare mai un
documento falso
• Si è favorevoli all'introduzione di nuove tecniche costruttive se quelle dell'epoca del monumento non sono più
adatte.
Note
[1] Cfr.: Giovanni Manieri Elia, Metodo e tecniche del restauro architettonico, Carocci, Roma 2010, pagg. 64-72. (http:/ / metodoetecniche.
blogspot. com)
Collegamenti esterni
• Sito dedicato al restauro della Torre dell'Orologio di piazza San Marco - Venezia (http://www.torreorologio.it)
• Ministero per i beni e le attività culturali: grandi restauri (http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/
sito-MiBAC/MenuPrincipale/GrandiRestauri/index.html)
31
Rilievo
32
Rilievo
Il rilievo è un processo integrante della geometria descrittiva, avente lo scopo di rappresentare un manufatto
esistente, per lo più architettonico.
Questo utilizza documentazioni (di ubicazione, catastale, di conservazione) e rilievi storici, schizzi quotati,
documentazione fotografica e disegni tecnici per finalità diverse, quali
•
•
•
•
lo studio e la didattica
il restauro
la costruzione e la riqualificazione
la stima
Fasi del rilievo
Un rilievo eseguito in maniera scientifica deve essere condotto in più fasi:
• Fase preliminare di individuazione della strumentazione tecnica a disposizione per il rilievo; dalla strumentazione
più semplice (metro rigido o pieghevole, rotella metrica gergalmente detta bindella, livella ad acqua o canna
d'acqua[1]), alla più complessa (strumenti topografici, livelle e distanziometri laser).
• Progetto del rilievo: individuazione dei piani di sezione (orizzontali per le piante e verticali per le sezioni e i
prospetti).
• Redazione di schizzi in doppie proiezioni ortogonali (detti eidotipi) dell'edificio rappresentanti piante, sezioni e
prospetti come definiti dai piani di sezioni precedentemente individuati.
• Definizione dei piani di sezione orizzontale mediante la "battitura" del piano da eseguirsi con livelle ad acqua o
laser.
• Esecuzione delle misure nei modi più adatti in relazione agli strumenti a disposizione. Se si dispone di strumenti
che sono in grado di misurare solo le lunghezze e non gli angoli, è necessario che i segmenti che vengono
misurati uniscano i punti da definire secondo un reticolo di triangoli (infatti in un triangolo nota la lunghezza dei
lati è nota anche quella degli angoli).
Al rilievo propriamente detto, segue la fase di restituzione grafica nella quale si redigono gli elaborati grafici
inizialmente previsti.
Metodologia del rilievo
1) eidotipi
•
•
•
•
il piano terra.
tutti gli altri piani, compreso quello interrato.
un numero sufficiente di sezioni verticali e tutti i prospetti.
dettagli architettonici e costruttivi.
2) misurazione dal vero
Rilievo
le misure planimetriche, cioè quelli delle piante, può essere eseguita
con il metodo della trilaterazione o attraverso le coordinate
Ortogonali.
• il metodo delle trilaterazioni
in generale esso consiste nel determinare ogni punto notevole, del
perimetro planimetrico da rilevare, come vertice di un triangolo aventi
un lato appartenente alla cosiddetta retta di base r. In cui si stabilisce,
quando è possibile, che la direzione di tale retta base, sia parallela a al
lato da rilevare.
• il metodo delle coordinate Ortogonali
in esso si stabilisce una retta base b, in modo che sia, quanto possibile, parallela ad un lato l del perimetro
dell'edificio da rilevare e, sulla retta b, si proiettano ortogonalmente i punti di tale lato l. Ciascun punto P di l viene
individuato attraverso due coordinate, rispettivamente, quella della distanza di P dalla retta base b, detta ordinata, e
quella della distanza di P^(proiezione di P) da un punto fisso o della retta base b, detta ascisse. Pertanto il punto fisso
o viene detto origine della retta base, per cui conviene posizionarlo in modo che coincidesse con la proiezione del
estremo sinistro di tale lato l.
3) disegno tecnico
Esempi
Rilevamento dell'angolo retto
Si prendono due misure = 3 e 4, rispettivamente, sui cateti dell'angolo
da rilevare, se l'ipotenusa risulta = 5, significa che tale angolo è retto,
nel sistema sessagesimale = 90°.
Trilaterazione del cerchio
Considerato che sono sufficienti tre punti per disegnare un
circonferenza Fi, tuttavia la costruzione reale di una circonferenza Fi
(come base di una superficie conica) non corrisponde proprio ad una
circonferenza ma ad una spezzata che approssima Fi .La procedura per
rilevare Fi, consiste nel trilaterare i vertici di Fi rispetto a due (o più) punti di una retta base. Il termine punto base
significa che esso fa da centro di un fascio proprio di rette ( stella propria di rette) passanti per un numero sufficiente
di punti dell'oggetto da rilevare.
Suggerimento:
Trilaterazione di una superficie conica K
Procedimento
• si individua il perimetro d'imposta come sezione orizzontale di K eseguita con un piano orizzontale;
• si divide una direttrice Omega di K, in numero sufficiente di punti ( ad esempio 1 2 3 4 5)
• si divide un'altra direttrice Delta di K, in numero doppio rispetto alla suddivisione precedente ( 1'2'3' ... 10')
• congiungendo i punti di Omega con quelli di Delta, in modo da formare progressivamente un reticolo triangolare.
Il rilevamento di tale reticolo (1_1_'2') può avvenire considerando ciascun triangolo come sezione di un prisma
retto che ha base sullo stabilito piano di riferimento orizzontale ( come il piano di calpestio). Gli spigoli di ogni
prisma possono essere materializzati con il filo a piombo.
33
Rilievo
34
• Una volta ottenuti i dati numerici rilevati, si può passare alla modellazione geometrica di una superficie poliedrica
che approssima quella oggettiva K.
Note
[1] La livella ad acqua si basa sul principio fisico dei vasi comunicanti e consente a partire da un punto dato di individuarne altri alla stessa quota
altimetrica
Voci correlate
•
•
•
•
Rilievo dell'architettura
Disegno tecnico
Quotatura
Restituzione prospettica
Collegamenti esterni
• Portale dell'Università di Brescia - approfondimenti, tutorial, presentazioni, formazione nel settore del
rilevamento (http://www.rilevamento.it)
• RilievoArcheologico.it - sito sul rilievo archeologico e lo studio dell'architettura antica (http://www.
rilievoarcheologico.it)
Tecnologia dell'architettura
Tecnologia dell'architettura è un settore scientifico-disciplinare (SSD ICAR12) istituito in Italia nell'ambito del
sistema nazionale di istruzione universitaria.
La declaratoria disciplinare (DM 4/10/2000[1]) definisce il suo dominio di studio come segue:
« I contenuti scientifico disciplinari riguardano le teorie, gli strumenti ed i metodi rivolti ad un’architettura sperimentale alle
diverse scale, fondata sull’evoluzione degli usi insediativi, della concezione costruttiva e ambientale, nonché delle tecniche
di trasformazione e manutenzione dell’ambiente costruito. Comprendono la storia e la cultura tecnologica della
progettazione; lo studio dei materiali naturali ed artificiali, la progettazione ambientale, degli elementi e dei sistemi; le
tecnologie di progetto, di costruzione, di trasformazione e di manutenzione; l’innovazione di processo e l’organizzazione
della produzione edilizia; le dinamiche esigenziali, gli aspetti prestazionali e dei controlli di qualità »
Voci correlate
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•
•
Prestazioni acustiche dell'involucro edilizio
Materiali innovativi avanzati per l'edilizia
Dichiarazione ambientale dei prodotti da costruzione
Durabilità dei componenti edilizi
Materiale nanostrutturato per l'edilizia
Involucro edilizio
Isolante termico in edilizia
Riciclaggio dei materiali edili
Tecniche di Riciclaggio dei materiali edili
Retrofit energetico in edilizia
Assemblaggio a secco
Biocompatibilità
Tecnologia dell'architettura
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Bioarchitettura
Architettura ecosostenibile
Costruzioni temporanee
Prestazioni energetiche dell'involucro edilizio
Sistemi costruttivi leggeri
Indicatori di sostenibilità ambientale
Qualità d'uso
Percorribilità
L'involucro edilizio a secco
Comfort ambientale
Materiali a cambiamento di fase per l'edilizia
Recupero delle tecnologie del XX secolo
Risorse rinnovabili
Piattaforma logistica
Riqualificazione energetica dell'edificio
Ibridazione tecnologica
Climatizzazione
•
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•
Qualità del manufatto edilizio
Addizioni leggere
Valutazione integrata
Valutazione LCA degli edifici
Note
[1] DM 4/10/2000 (http:/ / www. miur. it/ 0002Univer/ 0021Offert/ 0092Settor/ index_cf2. htm)
35
Teoria dell'architettura
36
Teoria dell'architettura
La teoria architettonica è l'atto di pensare, discutere, o più
importante scrivere di architettura. Teoria architettonica viene
insegnato nelle scuole di architettura e praticata dagli architetti più
importanti del mondo. La teoria dell'architettura prende la sua
forma dalle lezioni o dal dialogo, dai trattati e dai libri, dai progetti
e dai concorsi.
La teoria architettonica è spesso di origine didattica, ed i teorici
tendono a lavorare all'interno delle scuole o in relazione con esse.
La teoria architettonica in qualche forma esiste fin dall'antichità, e
con i mezzi di comunicazione moderni, ha acquisito una ricchezza
maggiore. Libri, riviste e periodici vengono pubblicati in quantità
senza precedenti. Come risultato, gli stili e movimenti si formano
e dissolvono molto più velocemente rispetto al passato. C'è da
attendersi che l'uso di internet velocizzi ulteriormente tale
processo nel XXI secolo.
Antichi
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Vitruvius
Leon Battista Alberti
Cesare Cesariano
Filarete
Francesco di Giorgio Martini
Sebastiano Serlio
Andrea Palladio
Vignola
Marc-Antoine Laugier
Eugène Viollet-le-Duc
John Ruskin
Horatio Greenough
Karl Friedrich Schinkel
Gottfried Semper
Hans Auer
Paul Sédille
Constantin Lipsius
Richard Streiter
Hermann Muthesius
Discorsi di architettonico, illustrazione dal Dizionario
dell'architettura francese dall'XI al XVI secolo
Teoria dell'architettura
Moderni
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Bruno Zevi
Steen Eiler Rasmussen
Otto Wagner
Theo van Doesburg
Le Corbusier
Adolf Loos
Raymond Unwin
William Pereira
Ebenezer Howard
Serge Chermayeff
Manfredo Tafuri
Christian Norberg-Schulz
Lúcio Costa
Postmoderni
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Charles Jencks
Aldo Rossi
Demetri Porphyrios
Robert Venturi
Contemporanei
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Kenneth Frampton
Christopher Alexander
Corrado Levi
Stan Allen
Jeff Kipnis
Rem Koolhaas
Leon Krier
Sanford Kwinter
Daniel Libeskind
Juhani Pallasmaa
Colin Rowe
Nikos Salingaros
Robert Somol
Bernard Tschumi
Anthony Vidler
Mark Wigley
Peter Eisenman
37
Teoria dell'architettura
Bibliografia
• Reyner Banham. Theory and Design in the First Machine Age. Praeger Publishers, 1960. ISBN 0262520583
• Bernd Evers, Christoph Thoenes, et al. Architectural Theory from the Renaissance to the Present. Taschen, 2003.
ISBN 382281699X
• K. Michael Hays. Architecture Theory since 1968. Cambridge: MIT Press, 1998. ISBN 0262581884
• Stephen R. Kellert, Judith Heerwagen, and Martin Mador, Editors, "Biophilic Design: the Theory, Science, and
Practice of Bringing Buildings to Life", John Wiley, New York, 2008. ISBN 9780470163344
• Hanno-Walter Kruft. A history of architectural theory: from Vitruvius to the present. Princeton Architectural
Press, 1994. ISBN 1568980108
• Harry F. Mallgrave, Modern Architectural Theory: A Historical Survey, 1673-1969. Cambridge University Press,
2005. ISBN 0521793068
• Kate Nesbitt. Theorizing a New Agenda for Architecture: An Anthology of Architectural Theory. Princeton
Architectural Press, 1996. ISBN 156898054X
• Joan Ockman, Edward Eigen. Architecture Culture 1943-1968: A Documentary Anthology. Rizzoli, 1993. ISBN
0847815110
• Nikos Salingaros. "A Theory of Architecture". Umbau-Verlag, 2006. ISBN 3-937954-07-4.
• Manfredo Tafuri, translated by Giorgio Verrecchia. Theories and History of Architecture. Harper & Row, 1968.
ISBN 0064385809
• Vitruvius, Translation: Morris Hicky Morgan (1960). The Ten Books On Architecture. Dover Publications.
Voci correlate
• Città ideale
38
39
Terminologia
Alzato
L'alzato o prospetto è un tipo di rappresentazione grafica di un
oggetto o di un edificio, usato soprattutto nel disegno
architettonico. Il prospetto di un edificio si ottiene come
proiezione ortogonale eseguita su un piano verticale, detto
generalmente secondo piano di proiezione.
Un tipico esempio di alzato è lo schema di una facciata di un
edificio, ma può trattarsi anche di una parete interna, una
controfacciata, eccetera.
Più in generale l'alzato di un edificio è lo sviluppo in verticale di
esso, così come la pianta è lo sviluppo in orizzontale.
Voci correlate
Alzato del Pantheon (Roma)
• metodo di Monge
• scala
Altri progetti
•
Wikimedia Commons contiene file multimediali: http://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Architectural elevations
Ambiente costruito
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Ambiente costruito
L'antropizzazione è il processo mediante il quale l'uomo modifica l'ambiente naturale, per renderlo più consono ai
propri fini. La colonizzazione umana di territori naturali comporta sempre, o quasi, che vi siano alterazioni
dell'ambiente preesistente, e perciò si dice, che tale ambiente subisce antropizzazione.
La parola deriva dal greco ànthrōpos che
significa uomo.
È importante sottolineare che l'antropizzazione
non consiste necessariamente nella costruzione
di un manufatto: realizzare un sentiero battuto in
un bosco, piantare un albero o anche solo
mettere dei pesci in uno stagno naturale sono
interventi che rendono un territorio antropizzato
perché lo modificano in un modo che può
ripercuotersi nel campo biologico o spaziale a
breve o lungo termine. In senso estremo, anche
fotografare un paesaggio vergine corrisponde ad
un'azione di antropizzazione (pur non attuata
nella realtà) che consiste nello scegliere nello
stesso ambiente una tale forma od un tale punto
di vista piuttosto che altri.
Ambiente naturale.
Cenni storici
Le grandi civiltà
L'uomo iniziò a modificare l'ambiente con l'invenzione
dell'agricoltura. Da cacciatore nomade si trasformò in agricoltore
stanziale. Così cominciò a costruire le prime capanne, a dissodare
il terreno, a seminare e a piantare alberi da frutto. Le prime grandi
civiltà tuttavia, malgrado alcune opere imponenti, come le
piramidi[1] o il controllo del corso del Nilo in Egitto, la capitale
terrazzata con grandi giardini pensili a Babilonia[2] e le bellissime
città stato in Grecia non provocarono grandi mutamenti
ambientali.
La grande piramide di Giza in una immagine del
diciannovesimo secolo.
Ambiente costruito
41
Roma
Con Roma nacque per la prima volta l'urbanesimo. La
città raggiunse, al tempo dell'impero, il milione di
abitanti. Si edificarono costruzioni su diversi piani, che
raggiunsero anche i 20 metri di altezza, suddivise in
piccoli appartamenti. Questi quartieri furono dei veri e
propri alveari, con scarse condizioni igieniche che
favorirono il proliferare di infezioni e malattie. Il
modello romano influenzò notevolmente l'ambiente,
infatti venne intensificata l'agricoltura, vennero curate
le comunicazioni con la costruzione di strade, ponti ed
acquedotti, gettando le basi di quella che sarà la
gestione e la modificazione dell'ambiente in senso
Acquedotto romano a Pont Du Gard.
moderno. Un esempio di inserimento ambientale
equilibrato dell'epoca furono le ville dei nobili romani
che si inserivano dolcemente nella natura, seguendo e sfruttando le caratteristiche dei luoghi.
Il medioevo
Castello Hochosterwitz sul Laengsee, in Carinzia, Austria.
Nel medioevo lo spopolamento e la dispersione della
popolazione sul territorio ridusse il fenomeno urbano.
Roma ridusse drasticamente il numero dei suoi abitanti.
Le opere umane cercarono di sfruttare il territorio
soprattutto a scopo difensivo; ecco quindi il Castello, la
Pieve, il Convento[3] e il Borgo. Attorno ad essi
l'agricoltura, in un nuovo equilibrio. Un esempio di
questo habitat lo possiamo ancor oggi vedere nelle
vicinanze di Siena all'Abbazia di S. Galgano ed al suo
inalterato ambiente circostante.
L'umanesimo
L'Umanesimo portò una ripresa dello sviluppo urbano, seguendo i valori classici della filosofia rinascimentale, che
progettarono città ed ambienti ideali, che per la loro armonia non possono incidere negativamente nell'assetto
ambientale. Nel territorio si consolidò una agricola integrata ed organica alla natura. Questo derivò dalla rinascita
della villa, che, come archetipo, aveva la villa romana. L'ambiente architettonico e rurale che nell'insieme crearono
queste ville, fu di grande armonia. Solo negli ultimi secoli l'incremento demografico ha creato un impatto maggiore
sull'ambiente naturale.
Ambiente costruito
42
L'ambiente costruito
L'ambiente costruito è un neologismo che definisce l'insieme delle realizzazioni umane che trasformano l'ambiente
naturale, rimodellandolo secondo le esigenze umane.
Tali trasformazioni comprendono non solo le
vere e proprie costruzioni (architettura, ambiente
abitativo ecc.), ma anche le lavorazioni agricole,
forestali ecc. Ambienti costruiti, sono gli
agglomerati edilizi e di infrastrutture, urbani e
non, le aree rurali e anche le zone allo stato
naturale attraversate da attrezzature di
collegamento come autostrade o ferrovie.
L'ambiente costruito è quindi la fusione
dell'elemento naturale con l'intervento umano. Il
grado di integrazione dell'opera umana con
l'ambiente naturale è oggetto di dibattito in varie
sedi, e l'urbanistica e la pianificazione territoriale
sono gli strumenti tecnici per realizzare gli
Fallingwater in Pennsylvania. Opera di Frank Lloyd Wright.
interventi. L'analisi delle risorse è un aspetto
prioritario. Interessante, a tal proposito è la famosa casa sulla cascata (Fallingwater) di Frank Lloyd Wright, uno dei
maestri del movimento moderno e ideatore del concetto di architettura organica. Nonostante la sua dirompenza,
l'abitazione si integra "organicamente" con il suo intorno: il bosco e la cascata. È quel "nuovo sistema in armonia"
che magicamente Wright riesce a costruire ed a cui ogni progettazione dell'ambiente costruito deve tendere. Una
nuova sensibilità ambientale, unita alla necessità di salvaguardare l'ambiente naturale, ha portato al progetto
CasaClima, entrato in vigore nel 2005 in provincia di Bolzano.
La modifica dell'ambiente e la sua salvaguardia
Modifiche ambientali come il disboscamento al fine di ottenere
zone edificabili o coltivabili, l'agricoltura stessa, e lo sbancamento
del terreno per la costruzione di strade e di ogni altro insediamento
umano provocano danni sempre più evidenti e sempre meno
accettabili. Tali modifiche portano con se, spesso, conseguenze
come inquinamento, degrado, depauperamento delle risorse e, per
la popolazione, condizioni di vita critiche. Invertire la tendenza
appare difficile, ma in tutti i paesi sviluppati l'opinione pubblica
impone sempre più ai vari governi una attenzione crescente al
problema. La difesa ambientale (o il suo recupero), quindi, è
diventata una necessità diffusa.
• Può essere considerato un esempio di antropizzazione anche un
ambiente naturale ricostruito artificialmente dall'uomo a
proprio piacimento, come l'acquario di casa o una riserva di
caccia o un parco pubblico.
Ambiente urbano degradato.
Ambiente costruito
43
Note
[1] La piramide di Cheope Le 7 Meraviglie del Mondo. La Piramide di Cheope (http:/ / www. roccioso. it/ meraviglie/ cheope. htm)
[2] I giardini pensili Le 7 Meraviglie del Mondo. I Giardini pensili di Babilonia (http:/ / www. roccioso. it/ meraviglie/ giardini. htm)
[3] Abbazia di Monte Cassino Abbazia di Monte Cassino (http:/ / www. italiatua. it/ monumenti/ Cassino/ 2406)
Voci correlate
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Architettura
Casa energetica
Culturally Modified Trees
Design
Ingegneria civile
Ingegneria per la Gestione del Costruito
Inquinamento
Ecologia
Ecologia urbana e sociale
Fauna urbana
Litoralizzazione
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Frank Lloyd Wright
Urbanistica
Tecnologia
Risorse
Movimento Moderno
Razionalismo italiano
Architetto
L'architetto è la figura professionale massimamente esperta della
progettazione architettonica a qualsiasi scala e spazio, del restauro dei
monumenti, della pianificazione, dell'estimo in relazione alla
costruzione di edifici e più in generale di spazi a livello architettonico e
urbanistico. È storicamente tra gli attori principali della trasformazione
dell'ambiente costruito. Gli architetti trovano impiego non solo nel
campo dell'edilizia, ma soprattutto in settori più o meno affini
all'architettura, come, design-engineering o ergonomia a diverse scale e
ambiti tecnologici.
Il termine deriva dal greco ἀρχιτέκτων (arkhitekton), parola composta
da arkhi (capo), particella prepositiva che serve a denotare
"superiorità", autorità, ma soprattutto pensiero, ossia responsabilità e
consapevolezza di colui che si accinge a costruire, e tékton particella
che riguarda l'azione, l'operatività (tecnico, ingegnere). Dal termine
"architetto" è derivato quello di "architettura" (non il contrario).
Immagine di un architetto di fine ottocento
Malgrado quello di architetto sia un termine specifico riferito ad un professionista laureato ed abilitato, la parola è
spesso usata impropriamente in un senso più generico per definire chi viene incaricato di progettare l'edificazione (o
demolizione) di un ambiente attraverso gli strumenti della ragione (per esempio, degli ideatori di software o i
designer talvolta chiamano se stessi architetti). Il titolo di architetto è tutelato dalla legge, in Italia come in molti altri
Architetto
44
paesi europei, è reato fregiarsi di tale titolo senza possederne le caratteristiche legali, quali titoli accademici o
iscrizione ordine professionale.
Aspetti professionali
Gli architetti sono dei professionisti, come lo sono medici, avvocati, ingegneri, in quanto è loro richiesto un percorso
formativo specifico e una precisa abilitazione professionale (esame di stato o di abilitazione). I requisiti per l'ingresso
alla professione possono variare notevolmente a seconda della nazione in cui operano.
La professione in Italia
Per accedere alla professione di architetto in Italia sono richieste:
1. laurea in ARCHITETTURA Tab. XXX; laurea in Ingegneria
edile e architettura 4/S o Architettura e Ingegneria edile architettura LM-4,(come specificato dal DPR. 328/2001 per gli
esami di Stato negli Art.17 e Art. 18) e da D.M.9 luglio 2009.
2. abilitazione professionale, che si ottiene superando un esame di
stato che consiste in quattro prove (tre scritte e una orale).
3. iscrizione all'ordine professionale degli architetti.
L'Ordine degli Architetti - che a seguito di una recente riforma
raccoglie anche i pianificatori (urbanisti), i paesaggisti e i
conservatori dei beni storico-architettonici - è il supremo organo di
tutela professionale, ed è organizzato su base provinciale (in base
al luogo di residenza dell'architetto) e ultimamente con norma
europea che equipara il Domicilio professionale alla residenza.
All'interno dell'ordine vi sono attualmente diverse classi e
categorie, a seconda della specifica abilitazione.
Architettura (dettaglio), formella del Campanile di
• Hanno diritto al titolo di dottore in architettura i laureati
Giotto, Nino Pisano, 1334-1336, Firenze
secondo i vecchi ordinamenti e quelli in possesso dell'attuale
laurea quinquennale; gli stessi possono sostenere l'esame di
abilitazione per il titolo di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore e consequenzialmente iscriversi
all'ordine professionale nella sezione A.
• I laureati dei nuovi ordinamenti con laurea triennale hanno diritto a sostenere l'esame di abilitazione per iscriversi
alla sezione B. Il loro titolo sarà quello di architetto iunior, ed avranno alcune limitazioni nell'ambito
professionale, ovvero potranno svolgere attività di collaborazione alle attività di progettazione degli architetti e
degli ingegneri e svolgere incarichi in forma autonoma relativamente a costruzioni civili semplici con l'uso di
metodologie standardizzate.
La legge italiana riconosce prerogative equivalenti a quelle degli architetti anche agli ingegneri civili o edili
regolarmente iscritti al rispettivo ordine, per quanto riguarda l'esercizio della professione. Rimane campo esclusivo
dell'architetto l'intervento su manufatti storico-architettonici vincolati dalla legislazione specifica.
Architetto
45
Altri professionisti del settore edilizio sono il geometra e il perito
industriale specializzato in edilizia (perito edile); tali figure
professionali hanno varie limitazioni rispetto ad architetti ed
ingegneri ed anche, a seguito di un diverso e più breve percorso di
studi, finalizzato all'apprendimento di aspetti basilari e
complementari del lavoro nell'edilizia, nell'estimo, nella topografia
e nella progettazione di medie strutture anche civili.
Titolo di dottore in architettura
Con la modifica dell'ordinamento relativo al percorso di studi,
attualmente l'attribuzione del titolo di Dottore Magistrale in
architettura è oggetto di non poche discussioni (cfr. voce dottore).
Il titolo di dottore ha comunque valore legale per tutti coloro che
hanno conseguito (o conseguiranno) la laurea seguendo
l'ordinamento antecedente il Decreto ministeriale 509/1999
(ovvero gli studenti e i laureati secondo il vecchio ordinamento).
Riconoscimenti
Il riconoscimento più prestigioso per un architetto è il Premio
Pritzker, che si può considerare l'equivalente del Nobel. Altri
riconoscimenti sono conferiti dall'American Institute of Architects,
dal Royal Institute of British Architects (RIBA) e da altri enti,
come il Royal Institution of Naval Architects.
Basilica di San Lorenzo del Brunelleschi, uno dei più
grandi architetti fiorentini
Citazioni
«
L'architettura, disciplina dell'edificare, sceglie, dirige e giudica i contributi pratici e teorici di molte altre scienze ed arti.
(…) il vero architetto dovrà possedere doti intellettuali e attitudine all'apprendere… Sia perciò competente nel campo delle
lettere e soprattutto della storia, abile nel disegno e buon matematico; curi la sua preparazione filosofica e musicale; non
ignori la medicina, conosca la giurisprudenza e le leggi che regolano i moti degli astri... Dal momento che dunque questa
disciplina è così importante, supportata e arricchita da numerose e svariate forme di cultura, non credo che possano definirsi
subito a buon diritto architetti, se non coloro che siano giunti alla vetta suprema dell'architettura dopo esser stati nutriti della
conoscenza della maggior parte della letteratura e dell'arte, attraverso la salita per questi gradi delle discipline. Ma forse
sembrerà sorprendente agli inesperti che una natura umana impari alla perfezione un numero così grande di insegnamenti e li
conservi nella memoria. Quando però avranno constatato che tutte le discipline hanno tra loro una sostanziale comunanza di
oggetti, si convinceranno che può accadere facilmente; una cultura enciclopedica infatti è come un corpo unico composto da
queste membra. »
(Vitruvio, architetto del I secolo a.C., De architectura)
Architetto
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Voci correlate
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Architettura
Design
Ergonomia
Grafica
Ingegneria civile
Ingegneria edile
Progettazione
Urbanistica
Progettazione architettonica
Altri progetti
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Category:Architects
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Architettura spontanea
Architettura spontanea (non-pedigreed architecture)
è una definizione dello storico e architetto Bernard
Rudofsky
che
descrive
quelle
forme
architettoniche-edilizie
che
appartengono
alla
tradizione più antica dell'uomo: dalle tende dei nomadi
alle tombe celtiche fino ai portici come dispositivo
urbano e che non sono attribuibili a nessun progettista o
autore in particolare.
Questa architettura è definibile anche come "anonima",
"rurale", "nativa", "indigena", "vernacolare".
Bibliografia
Corricella a Procida, un esempio di architettura spontanea
• Bernard Rudofsky, Architecture without Architects,
1964
Altri progetti
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Category:Vernacular architecture
Assonometria
Assonometria
L'assonometria (dal greco áxon = asse e métron = misura, cioè
misura in base agli assi) è un metodo di rappresentazione grafica
trattato dalla geometria descrittiva. Fu introdotta dal francese
Gaspard Monge alla fine del Settecento.
Il principio alla base dell'assonometria è la proiezione di un
oggetto geometrico su un piano (piano di proiezione o quadro),
lungo la direzione determinata da un punto improprio (retta di
proiezione o centro di proiezione). Una caratteristica
dell'assonometria è di poter rappresentare contemporaneamente tre
facce di uno stesso parallelepipedo rettangolo.
Un'assonometria viene detta ortogonale oppure obliqua a seconda
Proiezione in assonometria
che la direzione di proiezione sia o meno ortogonale al piano di
proiezione. Inoltre, a seconda delle riduzioni assonometriche, ovvero del riscalamento dovuto alla proiezione, delle
tre rette del sistema di riferimento (unità di misura), un'assonometria può essere isometrica (o monometrica),
dimetrica oppure trimetrica.
47
Assonometria
48
Assonometria obliqua
Si ha l'assonometria obliqua quando la direzione di proiezione è obliqua rispetto al piano di proiezione. In
considerazione del fatto che il quadro può essere coincidente (o parallelo) ad una faccia dell'angoloide triedrico retto
di riferimento (xyz), o incidente tutte le facce dello stesso angoloide, l'assonometria può essere rispettivamente di
due tipi l'assonometria cavaliera e l'assonometria generica.
Assonometria cavaliera
L'assonometria cavaliera, così denominata perché attribuita a Bonaventura
Cavalieri, insigne matematico e allievo di Galileo Galilei, è un tipo di
assonometria obliqua in cui uno dei tre piani del sistema di riferimento è
parallelo al piano di proiezione (detto anche quadro). Viene detta militare o
frontale a seconda che il piano di proiezione sia orizzontale (xy) o verticale (xz
o yz).
Siccome due assi del sistema di riferimento xyz sono paralleli al quadro, le loro
proiezioni ne mantengono vera forma e misura. Un'assonometria cavaliera può
essere quindi solo isometrica o dimetrica. L'assonometria cavaliera isometrica si
ha quando la direzione del centro di proiezione è inclinata di 45 gradi rispetto al
quadro.
L'assonometria cavaliera viene utilizzata di frequente a motivo della sua facilità
di costruzione.
Le immagini prodotte dall'assonometria cavaliera risultano però innaturali per
l'occhio umano. Per questo motivo si usa ridurre (solitamente di metà) le misure
relative all'asse perpendicolare al quadro. Un'assonometria cavaliera che non
utilizza la riduzione della altezza, né della minima profondità, viene detta
rispettivamente Cavaliera militare rapida o Cavaliera frontale rapida.
Assonometria generica
In essa gli assi della terna di riferimento xyz formano angoli diversi con il
quadro. Si differenzia dall'assonometria trimetrica ortogonale per il fatto che il
l'immagine O' dell'origine O degli assi xyz non coincide con l'ortocentro del
triangolo delle tracce txy, txz, tyz. SI motiva dalla direzione di proiezione che e'
obliqua rispetto al quadro.
Assonometria ortogonale
assonometria cavaliera militare di un
prisma retto sormontato da una
piramide
Assonometria
49
Assonometria isometrica
Un'assonometria è detta isometrica quando gli assi formano tutti e
tre angoli uguali e quindi hanno la stessa riduzione assonometrica.
Il termine "assonometria isometrica" viene spesso usato per
indicare l'assonometria ortogonale isometrica. In questo caso si ha
che il triangolo delle tracce è un triangolo equilatero e che i tre
piani del sistema di riferimento (xy, zx, yz) formano lo stesso
angolo con il piano di proiezione. In particolare per un corretta
esecuzione, preso come riferimento l'asse verticale y, bisogna
tracciare un asse x inclinato di 120° rispetto all'asse verticale che
guardi verso destra e un asse z inclinato di 150° rispetto all'asse
verticale che guardi verso sinistra.
Assonometria dimetrica
Una rappresentazione in assonometria isometrica
Un'assonometria è detta dimetrica quando gli assi formano due angoli uguali ed uno diverso e quindi le riduzioni
assonometriche saranno medesime sui due assi e diverso su quello diverso.
Il termine "assonometria dimetrica" viene spesso utilizzato per indicare l'assonometria ortogonale dimetrica. In
questo caso si ha che il triangolo delle tracce è un triangolo isoscele e che due dei tre piani del sistema di riferimento
formano lo stesso angolo con il piano di proiezione.
Assonometria trimetrica
Un'assonometria viene detta trimetrica quando gli assi formano tre angoli diversi ed hanno tre quindi diverse
riduzioni assonometriche.
Il termine "assonometria trimetrica" indica spesso l'assonometria 'ortogonale' trimetrica. In questo caso si ha che il
triangolo delle tracce è un triangolo scaleno e che gli angoli dei tre piani del sistema di riferimento con il piano di
proiezione sono diversi tra loro.
Voci correlate
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Planivolumetria
Proiezione (geometria)
Spaccato assonometrico
Teorema di Pohlke
Triangolo delle tracce
Altri progetti
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projection
Casa
50
Casa
Per casa si intende una qualunque struttura utilizzata dall'uomo per ripararsi dagli agenti atmosferici dove vive
generalmente una famiglia dove si compiono le azioni fondamentali per la vita, quali quelle di fare comunità,
dormire, mangiare. Essa generalmente ospita uno o più nuclei famigliari e talvolta anche animali.
Può anche corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal Movimento moderno in architettura ed è stato nella
storia il primo elemento fabbricato, che è andato ad incidere sull'ambiente naturale realizzando l'ambiente costruito
proprio dei paesi e delle città.
Tipi di casa
La grotta è la prima forma di casa riparata, scavata nella roccia in
seguito a fenomeni d'erosione, soprattutto marina, fluviale o
glaciale e di altre specie.
La tenda, invece, accompagna fin dal suo apparire il nomadismo
dell'uomo ed esiste tuttora in forme assai varie.
Case a Firenze
Casa a Novosibirsk, Russia
Casa
51
La capanna, che compare nel Neolitico, implica già un progetto di
architettura primitiva; il tipo più elementare è un riparo costruito con
rami piegati ad arco e fissati al terreno per le due estremità e quindi
ricoperti di frasche: è il tipo detto ad alveare. Il tipo cupoliforme,
invece, è più complesso ed è usato tutt'oggi da molti popoli. I materiali
variano secondo il clima e la cultura del popolo: dal feltro dei Mongoli
alla pelle di bufalo dei Sioux al ghiaccio per gli igloo degli Inuit.
Esempio di capanna
Un tipo particolare di abitazione, anch'esso risalente al Neolitico, è
costituito dalle palafitte, ovvero da case di legno innalzate su
piattaforme infisse nell'acqua su alti pali, allo scopo di difesa in
ambienti acquitrinosi e paludosi.
L'uso del legno per le abitazioni è comunque tipico delle aree boschive settentrionali ed estremo orientali, mentre
l'uso del mattone contraddistingue le aree meridionali e orientali.
La costruzione con muri di argilla, ciottoli e pietre a blocchi cominciò alla fine del Neolitico, nelle grandi civiltà
d'oriente. Qui iniziarono ad essere costruite case la cui struttura rimarrà immutata nel corso dei secoli. Sono
prevalentemente abitazioni ad uno o più piani, con il tetto a forma di terrazza che serve a raccogliere l'acqua piovana.
Attualmente in Giappone le case sono strutturate per i frequenti terremoti, per questo sono leggerissime e mobili. La
semplicità dell'arredamento, inoltre, esprime il distacco tra il nucleo familiare ed il mondo esterno, garantendo alla
casa un significato di luogo ideale e di riposo.
Soluzioni abitative odierne
Casa monofamiliare destinata ad ospitare un solo nucleo
famigliare e può essere o
• casa isolata se circondata da uno spazio verde privato. Questa
tipologia abitativa richiede un considerevole sviluppo di strade
e condutture per i servizi ed è caratteristica delle aree a densità
abitativa molto bassa. Un esempio è il maso.
• casa a schiera se costituite dall'aggregazione di alloggi
unifamiliari, ciascuno dei quali ha due lati in comune con gli
alloggi contigui e dispone di due fronti liberi, l'ingresso e il
giardinetto privato, e generalmente si dipana su due piani.
Quartiere di case isolate a Colorado Springs
La Palazzina plurifamiliare è un condominio consistente in un
fabbricato solitamente libero da ogni lato, costruito su aree piuttosto ristrette, con 2-6 appartamenti per piano e con
un numero variabile di piani solitamente 3-6. Caratteristico di questa tipologia abitativa sono i cortili interni o le
chiostrine sulle quali si affacciano i vani di servizio. Questa soluzione abitativa si è diffusa nelle prime fasce
periferiche delle grandi città nel secondo dopoguerra, non sempre con effetti positivi. Difatti questa soluzione
abitativa spesso dà luogo a edifici isolati ma vicinissimi gli uni dagli altri, senza i servizi pubblici e le aree verdi.
Casa
52
Casa a torre è un particolare tipo di condominio isolato a sviluppo verticale
le cui origini nascono dalla necessità di diradare nel verde gli edifici pur
mantenendo alta la densità abitativa. Questa soluzione abitativa fu promossa
soprattutto dagli architetti razionalisti nella prima metà del '900 perché offriva
maggior superficie libera di suolo per uso pubblico e gli alloggi erano dotati
di migliori condizioni di illuminazione e aerazione. La casa a torre può
superare i 30 metri e presenta un numero variabile di appartamenti per piano.
Casa a torre a Manchester
Casa in linea è un impianto strutturale variabile che dipende dal
numero di piani, che possono essere oltre dieci, da quello dei corpi
scala e dal numero di alloggi per piano (da due fino a quattro e
più). Il corpo di fabbrica ha generalmente dimensioni costanti
lungo l'asse trasversale e può crescere indefinitamente lungo l'asse
longitudinale. Questo tipo di soluzione abitativa è detta "a stecca"
quando l'asse longitudinale è rettilineo, "a crescent" quando tale
asso è curvo, "ad angolo" quando segue assi di aggregazione
ortogonali. Nel migliore dei casi tali costruzioni sono ubicate nel
verde e dotate di scuole, servizi commerciali e per il tempo libero.
Il Nuovo Corviale a Roma è un tipico esempio di casa
in linea
Spazi interni e aggregazione
Le moderne case sono dotate di più spazi interni adibiti a
specifiche funzioni. Tra i principali:
• l'ingresso è la stanza in cui si apre la porta di entrata;
• il salotto o soggiorno è la stanza accogliente e di dimensioni
relativamente ampie in cui si sta abitualmente nel tempo libero;
• la cucina è la stanza adibita alla preparazione a alla cottura dei
cibi. È detta cucina abitabile qualora è abbastanza grande da
poter consumare in lei i pasti (altrimenti vi è la sala da pranzo).
In Italia la cucina molto spesso è utilizzata alla stregua del
salotto diventando la stanza principale in cui si soggiorna;
Esempio di cucina
• la sala da pranzo stanza destinata al consumo dei cibi;
• il disimpegno o corridoio di servizio è il locale della casa che consente l'accesso ad altri locali della casa;
• il bagno è la stanza destinata all'igiene personale ed è dotata dei necessari apparecchi igienici. Spesso per
questioni di
Casa
53
economicità e spazio il bagno ricopre anche il ruolo della
lavanderia, dotandosi degli apparecchi necessari al lavaggio dei
capi di vestiario;
• la lavanderia è la stanza adibita al lavaggio e trattamento dei
capi di vestiario;
• la camera da letto è la stanza destinata al riposo e al recupero
notturno e può essere "matrimoniale" se adibiti a letto
matrimoniale, "doppia" se adibiti a due letti singoli o "singola"
se adibita a un solo letto singolo. Si chiama "camera degli
ospiti" se adibiti esclusivamente al pernottamento degli ospiti;
Esempio di sala da pranzo
• il balcone, la terrazza o la loggia negli appartamenti sono tesi a sopperire all'assenza di un giardino.
Servizi e sistemi
L'interno della casa può usufruire dei servizi di erogazione d'acqua, luce e gas ed altri servizi attraverso
rispettivamente: marco nano
•
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impianto idraulico;
impianto elettrico (illuminazione e utilizzo di apparecchiature elettriche quali gli elettrodomestici);
impianto a gas (caldaia + tubature per ottenere riscaldamento, acqua calda, energia termica per cucina);
impianto di ricezione televisiva (antenna + cavo coassiale)
impianto di telefonia fissa
Storia
Nel IV secolo a.C. iniziano a diffondersi tipi di case che rispecchiano la formazione della famiglia come nucleo
autonomo. Sin dal Medioevo troviamo tipi di abitazione monolocale. Di solito sono addossate l'un l'altra a formare
quasi degli isolati. Prende così piede un modello abitativo esteso: dalla Mesopotamia all'Egitto, da Creta alla Grecia.
Adeguandosi all'ambiente sociale e climatico, l'abitazione mesopotamica si sviluppa intorno ad un cortile interno
scoperto, dal quale si accede ai vari ambienti. Le zone sono ben distinte: al piano terreno si svolge la vita degli
uomini, al piano superiore risiedono le donne e i servi.
L'antico Egitto invece trovò soluzioni di abitazioni collettive in case comuni a terrazze, costruite con mattoni grezzi e
paglia, costituenti talora veri e propri quartieri.
Per quanto riguarda la casa romana, derivata dalla casa greca e da quella etrusca, era distribuita intorno ad uno o due
cortili (atrium e peristilium) e si divideva in una parte adibita alla vita privata e in una parte aperta alla vita pubblica.
Con il Medioevo torna ad affermarsi l'abitazione unifamiliare, connessa anche con le attività produttive (magazzini,
botteghe) situate generalmente al piano terra.
Ad esigenze di difesa e di vita comunitaria rispondevano anche i monasteri comparsi nell'alto Medioevo, fondati
sulla compresenza delle abitazioni (le celle dei monaci organizzate intorno al chiostro), della vita sociale e della
preghiera (refettorio e chiesa) e dell'attività lavorativa, soprattutto agricola. Intorno ad essi ben presto si formarono
piccole comunità di abitanti.
Nel Rinascimento, seguendo le tendenze culturali dell'epoca, la casa si configurò su modello di quella romana, con
cortili di forma rettangolare o quadrata; la residenza comune si mantenne di tipo unifamiliare e mista a funzioni
commerciali.
Immutata restò la situazione nell'età barocca finché, a partire dalla fine del XVIII secolo, cominciarono a sorgere
case plurifamiliari su più piani, in risposta alle richieste di una popolazione urbana in continuo aumento. Con la
Casa
54
rivoluzione industriale, poi, si pose frontalmente il problema dell'abitabilità per le grandi masse affluite nella città.
La prima città dove, nel corso dell'Ottocento, si afferma un tipo di abitazione proletaria è Londra, con i cosiddetti
slums: tristemente famosi per le scarse condizioni igieniche essi altro non erano che modesti monolocali su un unico
piano che servivano in pratica da dormitori.
Il problema abitativo nella società di massa fu affrontato nei primi decenni del Novecento dagli architetti del
Modernismo. Grazie al cemento armato è possibile costruire abitazioni che variano in rapporto alla necessità. Da qui
anche l'interesse per la prefabbricazione, che consente la variabilità degli spazi ma anche l'allestimento veloce. Essa
risolve anche, in parte, la richiesta di case a prezzo economico ma spesso si trova a fare i conti con un'innegabile
incompatibilità ambientale con ecosistemi e paesaggi.
La "casa" in psicologia e scienze sociali
La casa non è solo il luogo fisico costruito e abitato dagli uomini. Essa è anche una rappresentazione simbolica
spesso utilizzata in psicologia. Infatti, ad un livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le fondamenta
stesse della vita psichica di un individuo, per cui "essere a casa" equivale a "essere integri a livello psicologico".
Questo utilizzo metaforico della "casa" è stato impiegato da Renos K. Papadopoulos per l'analisi e il trattamento dei
rifugiati, i quali si trovano a essere tutti indistintamente accomunati, più che da un trauma, dall'abbandono doloroso
della propria casa e dal tentativo di recuperarla. Secondo le parole di Papadopoulos, «la casa non è soltanto un luogo,
ma anche il fascio di sentimenti associato a esso.» Ed essendo, inoltre, il posto dove gli opposti vengono fatti
coesistere e dove sono mantenuti in equilibrio, ovvero contenuti, la "casa" va a definirsi come la matrice stessa della
soggettività. L'azione simbolica realizzata dalla "casa" sulla vita psichica degli individui si riflette anche su quella
sociale, andando a rappresentare un costrutto chiave che riunisce, e in parte sovrappone, tre campi: oltre che quello
intrapsichico, anche quello interpersonale e quello sociopolitico. Di conseguenza, quando si perde la "casa" si
perdono o si frammentano anche le sue funzioni organizzatrici e contenitrici e ciò può portare alla frantumazione dei
tre livelli: individuale-personale, familiare-coniugale e socio-economico/culturale-politico. È questa destrutturazione
che nei rifugiati porta, secondo l'analisi di Papadopoulos, al disorientamento nostalgico.[1]
Un'altra funzione importante della casa è quella di fornire una base coerente alla storia delle famiglie. Una storia che
non ha valore obiettivo ma che ordina e rende coerente tutti i momenti che gli individui hanno vissuto, da quelli
peggiori a quelli migliori. In questo modo essi sono resi intelligibili, comprensibili e danno, agli attori di quegli stessi
eventi, un senso di continuità e di prevedibilità.
« Quando la gente perde la propria casa e diventa rifugiata s'infrange proprio quella continuità ed è precisamente quella
[2]
dimensione che l'assistenza terapeutica ai rifugiati dovrebbe favorire. »
Casa
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Note
[1] K.R Papadopoulos (a cura di). L'assistenza terapeutica ai rifugiati. Roma, Edizioni Magi, 2006.
[2] K.R Papadopoulos (a cura di). L'assistenza terapeutica ai rifugiati. Roma, Edizioni Magi, 2006.
Voci correlate
• Agenzia immobiliare
• Maso
• Isba
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Edificio
Con il termine edificio si indica una costruzione edilizia realizzata
dall'uomo destinata ad accogliere al suo interno persone o attività a
queste connesse. Costituisce l'elemento minimo, (se corrisponde
ad una singola unità abitativa), dell'ambiente costruito creato
dall'uomo, per adattare il primario stato naturale alle sue esigenze
di vita.
Questa denominazione nasce nella civiltà classica dell'antica
Grecia, dove la parola significava "porzione di territorio soggetto a
leggi proprie e identificabile come un'unità autonoma".
Essi possono essere classificati a seconda dell'uso in:
• edifici residenziali, nel caso siano usati come abitazione;
• edifici industriali, nel caso siano destinati ad ospitare attività
produttive su larga scala;
• edifici agricoli, quando sono destinati ad ospitare attività
inerenti all'agricoltura;
• edifici religiosi, nel caso siano adibiti a luoghi di culto;
• ecc.
Edificio moderno a Firenze
Un'ulteriore classificazione può essere fatta in base alla proprietà,
in tal caso si parla di:
• edifici pubblici, nel caso siano di proprietà dello stato;
• edifici privati, nel caso i proprietari siano una o più persone fisiche e/o giuridiche
La disciplina che regola la progettazione degli edifici è detta architettura. Le esigenze dell'utenza finale vengono
considerate nella norma UNI 8289, le maggiori sono la Sicurezza strutturale, la fruibilità, l'igiene, l'aspetto, la
gestione, integrabilità e l'ecocompatibilità. Ultimamente, a causa dell'aumento dei costi energetici e dei cambiamenti
climatici recenti, si sta tenendo molto più in considerazione la questione dei consumi energetici degli edifici e quindi
le loro prestazioni in questo ambito.
Edificio
Voci correlate
• Edificio incompiuto
• Costruzione edilizia
Altri progetti
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Category:Buildings
Edilizia
L'edilizia è l'insieme delle tecniche e delle conoscenze finalizzate alla realizzazione di una costruzione o più
specificatamente di un edificio.
Etimologia
La parola edilizia, come la parola "edile" deriva dal latino aedile, a sua volta derivazione di aedes che significa
"casa" o "abitazione" ma anche "tempio". La parola "edificio" ha la medesima radice aedes legata al suffisso ficium
che significa "fare", "costruire", "realizzare".
Edilizia e architettura
È sotto il nome di edilizia che ricadono tutte quelle opere,
lavorazioni e interventi che mirano a realizzare, modificare,
riparare o demolire un edificio. Per edilizia si intende un'attività
essenzialmente tecnica e di processo produttivo; essa è una
componente del processo architettonico e può essere scissa e
facilmente distinta da questo. L'architettura ha una connotazione
ben più complessa di un semplice fatto edilizio; la sua
determinazione avviene per l'esercizio paziente e meditato di
discipline diverse in bilico tra tecnica e arte. Nel gergo comune, il
termine edilizia può assumere significato dispregiativo (es. un
Edilizia a Firenze
fabbricato costruito con forme elementari, privo di ornamenti,
giochi di volume o forme che catturino l'attenzione). Tale utilizzo
del termine è comunque errato, in quanto ogni edificio ha una sua 'componente edilizia'; alcuni di essi, con
particolari caratteristiche qualitative (di composizione, ricerca sui materiali, inserimento urbano etc.) possono
rientrare anche nella categoria delle architetture.
Ogni edificio è un oggetto edilizio ma è nello stesso tempo opera architettonica, bello o brutto che sia. L'edilizia sono
i materiali e le tecniche costruttive, l'architettura è la realizzazione attraverso l'uso di questi materiali e di queste
tecniche di un nuovo spazio, definiamolo architettonico. Quindi, l'architettura attraverso l'edilizia realizza nuovi
involucri, nuovi ambienti, più genericamente l'ambiente costruito.
56
Edilizia
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Il Processo edilizio
Con l'industrializzazione e la specializzazione sempre maggiore dell'edilizia si è venuto a creare il concetto di
processo edilizio identificato con i termini anglosassoni di Construction integrante le dstinzioni di Design-Bid-Build,
Design-Build e Construction Management".
Per Processo edilizio si intende tutta la sequenza delle operazioni, che riguardano la creazione, la realizzazione, l’uso
ed il mantenimento di un’ opera edilizia dalla sua progettazione iniziale, alla sua costruzione ed alla sua gestione per
tutto il tempo di vita utile.
Le fasi principali del processo sono: la Progettazione, la Costruzione, la Gestione e Manutenzione
I settori dell'edilizia
Per settori dell'edilizia si intendono delle parti delle lavorazioni che richiedono competenze specifiche per essere
eseguite. Il settore può essere definito anche mestiere. I settori dell'edilizia possono essere descritti sommariamente
di seguito:
• demolizioni
• scavi, movimento terra
• fondazioni
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•
•
•
murature, tramezzature e tamponature, comprese rasature
pitture
impermeabilizzazioni e isolamenti (ad es. isolamento acustico)
pavimentazioni e rivestimenti
strutture in cemento armato, comprese fondazioni
strutture in acciaio
opere in ferro/acciaio/alluminio
opere in vetro
idraulica
elettricità ed elettrotecnica
impiantistica di condizionamento e trattamento aria
lavorazione marmi
falegnameria
Il personale o le ditte che operano nel mondo dell'edilizia sono in genere specializzate in uno solo di questi settori,
perché le competenze che bisogna acquisire sono talmente tante che difficilmente si riesce a essere maestri di più
mestieri, anche e soprattutto per la complicata questione normativa che coinvolge ciascun settore. Ciò non toglie che
possano esistere imprese che abbiano a stipendio maestranze di diversi settori.
Le scienze e le discipline nell'edilizia
La scienza delle costruzioni si occupa della statica degli edifici, permettendo un calcolo preciso delle componenti
strutturali. È stata resa possibile dall'avanzamento dell'analisi matematica. Fino alla fine dell'800 non veniva eseguito
un dimensionamento delle strutture, ma ci si basava sull'esperienza e sulla tradizione costruttiva.
L'"Architettura tecnica" che analizza gli organismi edilizi, nei loro aspetti fondativi di natura costruttiva, funzionale,
tipologica e formale e nelle loro gerarchie di sistemi, tale analisi è finalizzata ai temi della fattibilità del progetto e
della rispondenza ottimale delle opere ai requisiti essenziali. Implicano la valutazione critica delle tecniche edili
tradizionali ed innovative e la loro traduzione in termini di progettazione anche assistita e di procedimenti produttivi.
Interessano sia le problematiche delle nuove costruzioni a varie scale dimensionali, sia quelle della conservazione,
del recupero e della ristrutturazione dell'esistente.
Edilizia
La "fisica tecnica", che mette in relazione conoscenze teoriche con le tecniche per la realizzazione degli impianti di
un edificio (elettrico, idrico di adduzione e di scarico, termico). Di particolare importanza è la termodinamica, che
permette di descrivere in che modo il calore passa dall'ambiente interno a quello esterno (e che di conseguenza
permette di progettare al meglio la stratigrafia dei muri perimetrali, onde ridurre le dispersioni del calore d'inverno e
del fresco d'estate). La fisica tecnica analizza anche le modalità di interazione tra sole, ambiente ed edificio, per
studiare la migliore posizione delle finestre o la migliore inclinazione delle coperture.
L'acustica è un'altra scienza in stretto contatto con l'edilizia, soprattutto da quando si ritiene che l'inquinamento
acustico sia molto influente sulla salute. L'acustica, nell'edilizia, studia come il suono si propaga da un ambiente
all'altro, e permette di capire come ottenere il giusto grado di isolamento acustico soprattutto in relazione alle
caratteristiche fisiche degli elementi dell'edificio che dividono le stanze, i diversi piani e, in generale, l'ambiente
esterno da quello interno. Solo di recente si comincia a sentire il problema dell'inquinamento acustico: in Francia, per
esempio, vi è una legge che obbliga chi costruisce edifici a rispettare dei criteri di comfort acustico per i diversi
locali. I consulenti acustici sono fondamentali nella progettazione di particolari ambienti, come i teatri: talvolta
vengono eseguite simulazioni computerizzate per ottenere il migliore risultato geometrico per la propagazione del
suono.
L'illuminotecnica è una disciplina (e non una scienza, perché non ha dei principi suoi, ma sfrutta quelli di altre
scienze) di grande importanza nell'edilizia. Spesso, come l'acustica, viene considerata di secondaria importanza per
la progettazione degli edifici. Si occupa delle modalità con cui la luce, sia naturale che artificiale, interagisce con gli
ambienti, determinando, quindi, il comfort visivo. Esiste una normativa UNI (la 10380) che descrive quali devono
essere i livelli di illuminamento medi per diverse tipologie di locali, classificate in base all'attività che vi si svolge.
L'illuminotecnica studia anche le diverse tipologie di apparecchi illuminanti e fornisce le indicazioni per poter
scegliere la migliore lampada in relazione all'uso o all'effetto che si vuole ottenere. Il controllo della luce è
fondamentale per realizzare ambienti che garantiscano una elevata qualità del vivere.
L'estimo è la disciplina che permette di analizzare i costi legati alla realizzazione di una costruzione, o che permette
di stimare il più probabile valore di mercato di un edificio. È legata all'economia, ed è fondamentale per capire se un
progetto può essere realizzato o meno dal punto di vista economico: quindi, se sia conveniente intraprenderlo o no.
Costruire un grattacielo nel deserto del Sahara sarebbe forse un'ottima prova di competenza tecnica, ma
probabilmente il costo di realizzazione sarebbe talmente elevato paragonato al valore di mercato della costruzione
ultimata da rendere svantaggiosa l'intera operazione.
Molte altre scienze e discipline sono più o meno legate all'edilizia: l'ecologia, la topografia e la geologia sono tra le
più importanti.
Le arti e le tecniche dell'edilizia
L'arte nell'edilizia ha un significato ben preciso: è il modo corretto di portare a termine una lavorazione, secondo i
dettami del buon costruire. Solo alcuni trattati descrivono il modo corretto di realizzare manufatti edili: tra i più
famosi il De Architectura di Vitruvio o il de re aedificatoria scritto da Leon Battista Alberti nel pieno rinascimento
italiano. Tuttavia, le tecniche del buon costruire (l'arte del costruire) sono dettate principalmente dal buon senso di
seguire le regole, semplici ma ferree, tramandate dai mastri operai ai loro apprendisti. L'arte di innalzare un semplice
muro richiede la conoscenza dell'arte dell'impastare una buona malta, conoscendo i dosaggi di legante, acqua e
eventuale inerte, della tecnica di allettare i mattoni in modo tale che collaborino attivamente alla portanza del muro,
dell'arte e della tecnica di effettuare la rasatura del muro e, naturalmente, dell'arte e della tecnica di passare la pittura
sullo stesso.
Quando, in una descrizione di opere edili (come un capitolato), si richiede che un a lavorazione venga "realizzata a
regola d'arte" si fa riferimento proprio al fatto che si prevede che l'opera verrà fatta seguendo tutte le precauzioni, le
regole e, quindi, le tecniche del buon costruire relative a quel particolare manufatto, che può essere una trave in
cemento armato, un tramezzo, o anche la semplice ritinteggiatura di una vecchia parete. Ciascuna piccola opera
58
Edilizia
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edilizia, che, assieme a tante altre, permette di costruire edifici interi, ha le sue piccole grandi regole.
Figure professionali
Nel mondo dell'edilizia esistono diverse figure professionali, ciascuna con un proprio ruolo all'interno del processo
produttivo.
Si parte dal semplice operaio non qualificato, che è impiegato per la corretta funzionalità del cantiere compiendo le
lavorazioni più disparate: dal trasporto dei sacchi di materiale alla pulizia del cantiere stesso. L'operaio qualificato,
invece, è quello in grado di realizzare specifiche lavorazioni. Ogni settore dell'edilizia ha il suo operaio qualificato
per la realizzazione delle opere relative, e a capo di ogni mestiere c'è sempre un maestro d'arte qualificato.
A capo della squadra di operai in genere vi è un capo mastro, con il quale in genere dialoga il direttore dei lavori,
che è la figura professionale responsabile della corretta esecuzione dei lavori in base al progetto approvato. Il
direttore dei lavori è un tecnico qualificato, in genere ingegnere, architetto o geometra e il Perito Industriale Edile
(Per. Ind.) e può coincidere con il progettista.
Il progettista è il fautore del progetto, e riceve l'incarico dal committente dell'opera. Il progettista può non essere
un'unica persona, in quanto può esservi chi ha fatto il progetto architettonico, chi il calcolo del cemento armato, chi
la redazione manuale del disegno, chi l'espletamento delle pratiche amministrative, ecc.
Voci correlate
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ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili
Architettura
Bio-architettura
Biocompatibilità
Green building
Cassa edile
Costruzione edilizia
Ingegneria
Intervento edilizio
Perito industriale
Vuoto per pieno
Costo di costruzione
Commissione tecnico urbanistica
Altri progetti
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Category:Construction
Collegamenti esterni
• Testo unico in materia edilizia [1] (legislazione italiana)
• Konrad Wachsmann ed Elio Giangreco, Edilizia e costruzioni: 1) Costruzioni in acciaio; 2) Costruzioni in
cemento armato e precompresso [2], Enciclopedia del Novecento Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
Edilizia
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Note
[1] http:/ / www. parlamento. it/ parlam/ leggi/ deleghe/ 01378dla. htm
[2] http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ edilizia-e-costruzioni_%28Enciclopedia-Novecento%29/
Elemento architettonico
Un elemento architettonico è una delle strutture che contribuiscono a formare un edificio.
I vari elementi architettonici possono essere raggruppati e studiati secondo vari criteri.
Si possono distinguere gli elementi verticali (parete, colonna...) e orizzontali (solai, architravi...).
Uno dei più citati è quello di dividerli in:
1. Strutture portanti (o primarie, dette anche sostegni), che sostengono il peso di altri elementi e tengono su
l'edificio (di solito elementi verticali)
2. Strutture portate (o secondarie), che scaricano il loro peso su altre strutture; a volte possono diventare portanti per
altri elementi (di solito elementi orizzontali, ma anche archi)
Esistono poi elementi di raccordo (come capitelli, pennacchi, trombe) e elementi puramente decorativi (lesene,
cornici).
Guardando la statica, si hanno strutture spingenti (cioè che generano spinte laterali, oltre alla normale forza di
compressione del peso, come archi e volte) e non spingenti (architravi e capriate).
Principali elementi architettonici
Verticali
•
•
•
•
Parete
Piedritto (di forma generica)
Colonna (a sezione circolare)
Pilastro (a sezione poligonale o mistilinea)
Orizzontali
• Basamento
• Solaio
• Trabeazione
Di copertura delle aperture
• Architrave
• Piattabanda
• Arco
Di copertura degli spazi
• Tetto
• Capriata
• Volta
• Volta a botte
• Volta a crociera
• Cupola
Di controspinta
• Contrafforte
• Arco rampante
Elemento architettonico
Di raccordo
• Pennacchio
• Tromba
Voci correlate
• Muratura
• Struttura spingente
• Struttura non spingente
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Category:Architectural elements
Involucro edilizio
L’involucro edilizio è un elemento architettonico che delimita e conclude perimetralmente l’organismo costruttivo e
strutturale (è perciò detto "di frontiera"). La sua funzione è quella di mediare, separare e connettere l’interno con
l’esterno, ma esso è anche un elemento ambientale, che delimita e identifica gli spazi esterni circostanti.
L’involucro edilizio è costituito da tutte le unità tecnologiche ed elementi tecnici che morfologicamente e
funzionalmente definiscono nelle tre direzioni, interagendo a sistema, il limite tra l’ambiente interno (insieme di
elementi spaziali e unità ambientali che devono garantire il soddisfacimento delle esigenze dell'utenza) e l'ambiente
esterno (contesto ambientale, condizioni al contorno) di un organismo edilizio. Si definisce involucro edilizio a
secco una tipologia costruttiva di involucro nella quale l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici
(singoli componenti e sistemi di elementi), con funzioni portanti o non portanti, sono assemblati con giunzioni a
secco e fissati ad una struttura principale attraverso sistemi di ancoraggio (bulloneria, viterie o saldature).
Il concetto di involucro in edilizia
L'utilizzo del termine involucro riferito all’edilizia è piuttosto recente e nasce come evoluzione del concetto di
chiusura, che identificava, come unità distinte tra loro, i tamponamenti esterni (orizzontali, verticali, opachi,
trasparenti ecc.). Nel costruire contemporaneo l’involucro edilizio, che identifica l’intero sistema di chiusura esterno,
è articolato in diversi strati funzionali e materiali ed è sempre più spesso indagato nelle sue relazioni con il sistema
strutturale e quello impiantistico.
Evoluzione dell'involucro edilizio
La primitiva esigenza dell’uomo di costruire artificialmente il proprio habitat, modificando le risorse naturali a
disposizione, ha condotto alla realizzazione di rifugi più sofisticati e sicuri e questa iniziale necessità si è arricchita e
trasformata in un sistema di bisogni in crescita e nella ricerca di un rapporto equilibrato tra mondo naturale ed
artificiale. Nel passato la pratica costruttiva fu dominata dalle Regole dell'Arte, restate identiche e trasmesse da
generazione a generazione, tali da conservare l’equilibrio con la natura, capace di assorbire le trasformazioni prodotte
dall’uomo; in più era una pratica largamente diffusa quella del riciclo dei materiali e della rifunzionalizzazione degli
edifici, motivata da ragioni economiche e di tempo, che contribuivano al minimo impiego di materiali nuovi.
L'evoluzione che l'involucro dell'edificio ha subito nei decenni, ha generato la crescita dei requisiti richiesti, motivati
da un aumento sensibile delle prestazioni, della complessità e della gamma di prodotti offerti al progettista e
dall’affinamento delle tecniche e dei materiali tradizionali.
61
Involucro edilizio
Gli anni settanta sono stati segnati da un particolare interesse alle problematiche legate all'isolamento termico,
generando uno sviluppo rapido, in tutta Europa, di tecniche di coibentazione dell’involucro opaco come: vetro
camera e serramento a taglio termico con tenuta all’aria.
L'introduzione di materiali artificiali ed industriali ed i processi di evoluzione sociale e culturale hanno determinato
la trasformazione delle murature da elemento portante dell'edificio a parte perimetrale dell'involucro edilizio, dando
vita alla progressiva scomposizione delle funzioni in parte portante, pellicola protettiva, isolante termico ed acustico
ecc.
L'involucro edilizio nel processo di ricerca e sperimentazione tecnologico-architettonica si è evoluto da
elemento-barriera protettivo a complesso sistema filtro in grado di ottimizzare le interazioni tra microambiente
esterno ed interno.
L'involucro edilizio è divenuto sempre più una superficie di confine dinamica, in grado di variare le proprie
prestazioni al mutare delle situazioni ambientali esterne e delle esigenze di coloro che vivono l'ambiente interno ed
in grado di ospitare dispositivi impiantistici di varia natura.
Questo atteggiamento ha generato un radicale cambiamento: dalla cultura dissipativa si è passati a concepire
l'involucro come un dispositivo in grado di sfruttare le risorse naturali per produrre energia.
L'involucro attivo
L'involucro edilizio diviene involucro attivo quando non solo supporta, ma integra nella propria struttura i sistemi
impiantistici, quelli per la raccolta e la trasformazione dell’energia solare e per la ventilazione artificiale degli
ambienti interni; risulta più efficiente in termini energetici e più controllabile in termini funzionali rispetto a quello
passivo. Nonostante ciò limita notevolmente l'espressione architettonica a causa della modularità dimensionale tipica
dei componenti impiantistici e crea problemi per il disegno della facciata in funzione della distribuzione interna degli
ambienti.
Le soluzioni adottate più frequentemente e che hanno riscontrato maggior successo nell’utilizzo sono la parete
vetrata ventilata e la facciata integrata con un impianto fotovoltaico. La prima è costituita da due superfici trasparenti
separate da un'intercapedine e ventilate artificialmente tramite delle bocchette d'aria; la seconda è composta da una
serie di celle fotovoltaiche integrate nelle pareti vetrate. Le celle fotovoltaiche con la loro collocazione e con la loro
texture esaltano le potenzialità comunicative e formali dell'involucro edilizio.
Involucro ibrido
Le esperienze compiute sugli involucri attivi e passivi e le riflessioni sui progetti che tali esperienze hanno anticipato
o seguito portano gli architetti a concepire gli involucri come ibridi. L'involucro ibrido è insieme passivo ed attivo,
perché in grado di svolgere funzioni diverse, e dinamico, perché in grado di modificare le sue prestazioni fisico
tecniche nel tempo, in relazione alle circostanze climatiche ed alle esigenze dell'utenza. Nonostante ciò, numerosi
dubbi nascono sia sulla sua sostenibilità rispetto alle altre due tipologie, che rispetto alla complessità, in quanto
adotta sistemi funzionalmente e tecnologicamente molto complessi. Inoltre, i costi di costruzione risultano di gran
lunga superiori rispetto a quelli degli involucri convenzionali, senza contare i costi elevati di manutenzione provocati
dalla complessità dei componenti e della loro reciproca collocazione.
62
Involucro edilizio
Efficienza energetica dell'involucro edilizio
Il crescente interesse alle problematiche ambientali ha fatto sì che l'involucro edilizio non venisse più considerato
solo come l’elemento separatore tra interno ed esterno, ma come un’interfaccia dinamica in continua ed attiva
interazione con i fattori climatici esterni, ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un green
building. L'efficienza dell'involucro è data dalla capacità di reagire in maniera flessibile alla variabilità delle
condizioni ambientali, minimizzando le dispersioni termiche nel periodo invernale e limitando l'innalzamento della
temperatura in quello estivo, con il conseguente miglioramento del comfort abitativo e della qualità ambientale,
ottenuti senza l'utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili.
« Se intendiamo l'involucro come "pelle" dell'edificio che protegge l'interno dagli agenti atmosferici ma che allo stesso
tempo ne sfrutta in modo funzionale la potenza, allora possiamo pensare alla creazione di uno spazio protetto controllabile.
In questo caso le condizioni ambientali esterne diventano una risorsa e non una forza contro cui lottare, mentre l'involucro
[1]
una "pelle reattiva" che migliora il benessere interno ed evoca molte possibilità di cambiamento. »
Scomposizione in elementi e strati
Il sistema di chiusura dell'involucro edilizio a secco è costituito dai seguenti elementi e strati:
• L’elemento portante, struttura alla quale sono fissati con diversi sistemi di aggancio le altre stratificazioni
dell’involucro, può essere contemporaneamente un elemento strutturale e di tamponamento.
• L’elemento di ancoraggio, è un sistema o componente del sistema di facciata avente lo scopo di portare o
trattenere gli elementi di rivestimento.
Nella progettazione dei sistemi di rivestimento, l'ancoraggio è l'elemento fondamentale d’interfaccia tra il
rivestimento e la struttura di supporto. È costituito da elementi assemblati con tecnologie a secco; gli elementi
devono essere scelti e calcolati in funzione del tipo di superficie, dei carichi accidentali e permanenti in esercizio, del
tipo di rivestimento e della distanza tra questo e la struttura di supporto. Il sistema di ancoraggio a secco, inoltre,
prevede dispositivi di sostegno e ritegno nella posizione voluta, di aggiustamento nelle tre direzioni spaziali, di
trasferimento dei carichi orizzontali e verticali, e di assorbimento degli assestamenti e delle dilatazioni differenziali
nei confronti degli elementi di rivestimento.
• Lo strato di tamponamento e di rivestimento esterno, che può essere realizzato in diversi modi: sistemi di
rivestimento continuo, sistemi ad elementi assemblati, ecc.
Una sempre più diffusa evoluzione della componentistica permette di ottenere elementi caratterizzati da molteplici
combinazioni, con le quali è possibile sfruttare le potenziali sinergie tra materiali diversi e consentire un’integrazione
di più sistemi costruttivi e abitativi.
Classificazione in base al sistema costruttivo
Dal punto di vista del sistema costruttivo, le tipologie di involucro a secco si distinguono in:
• Strutture composte da montanti e traversi;
Secondo la norma UNI prEN 13119 la tipologia a montanti e traversi è definita come un’intelaiatura portante leggera
di componenti assemblati in loco a sostegno di pannelli di tamponamento opachi e/o traslucidi prefabbricati. Il
reticolo strutturale della facciata è costituito dalla messa in opera di montanti verticali e di traversi orizzontali
collegati ad essi. Successivamente, l'intelaiatura costituisce il supporto degli elementi di tamponamento e dei
serramenti apribili. In alcune soluzioni come ultima fase, all’intelaiatura vengono fissati i panelli esterni di
protezione (schermi o rivestimenti).
• Struttura a cellule o unità;
63
Involucro edilizio
In accordo con la normativa UNI prEN 13119 le strutture a cellule o unità sono rappresentate “da moduli
preassemblati, interconnessi, di altezza corrispondente a uno o più piani, completi di pannelli di tamponamento”. Il
vantaggio principale di questo sistema è che risulta costante e garantita la qualità dei singoli elementi preassemblati,
poiché vengono realizzati in officina attraverso processi industrializzati che prevedono elevati controlli.
• Strutture composte da montanti, traversi e schermi esterni
Questo sistema, che rappresenta l’evoluzione del sistema di assemblaggio descritto nella prima tipologia, è costituito
da una struttura principale a montanti e traversi e da una ulteriore struttura sporgente verso l’esterno (spesso formata
a sua volta da mensole e tiranti di fissaggio) che sostiene una schermatura con varie funzioni, prevalentemente di
protezione dalla pioggia battente o dall’insolazione.
Tipologie e soluzioni di involucro a secco
La evoluzione dei sistemi di involucro edilizio a secco è caratterizzata sotto il profilo tecnologico-prestazionale da
un aumento della complessità e un innalzamento dei livelli di qualità delle prestazioni svolte, e sotto il profilo
architettonico dalla ricerca di linguaggi e stili architettonici diversi, spesso connessi ai materiali utilizzati per gli
strati di rivestimento (vetro, pietra, cotto, metallo, legno), ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e
gestione di un green building. Nella loro evoluzione le diverse tipologie di soluzioni sono state denominate, in
letteratura e nella pratica, in diversi modi. Si riportano di seguito alcune denominazioni, sottolineando che non si
tratta di una classificazione e che una stessa soluzione tecnica può essere denominata in più modi a seconda
dell’aspetto caratterizzante che si vuole sottolineare:
• Il sistema stratificato a secco Struttura/Rivestimento.
È il prodotto di un’appropriata stratificazione di elementi costruttivi sottili, leggeri e ad alte prestazioni. Nelle
strutture stratificate, ad ogni assemblaggio tecnologico di differenti strati corrisponde un insieme di differenti
prestazioni fisiche, che può essere definito in fase di progetto, mediante un'analisi prestazionale. La costruzione di
pacchetti a secco consente, inoltre, una maggiore cura del dettaglio, la possibilità di scegliere i materiali più
appropriati da assemblare, la possibilità di variazione continua, un’ottimizzazione della stratificazione dell’involucro
e una maggiore manutenibilità delle unità tecnologiche.
• La facciata continua o curtain wall
In conformità alla norma EN 13119, una facciata continua è “una facciata esterna di un edificio prodotta con
intelaiatura costituita principalmente di metallo, legno o PVC, solitamente costituita da elementi strutturali verticali
ed orizzontali, collegati insieme e ancorati alla struttura portante dell’edificio”. Questa garantisce, di per sé o
congiuntamente alle restanti parti della costruzione, tutte le normali funzioni di una parete esterna senza dover
contribuire alle funzioni della struttura portante. La facciata continua o curtain wall è caratterizzata sotto il profilo
prestazionale ed estetico da una continuità dell’involucro rispetto alla struttura portante dell’edificio, che resta
interamente arretrata rispetto al piano della facciata.
• La facciata ventilata
La norma UNI 11018, definisce la facciata ventilata come “un tipo di facciata a schermo avanzato in cui
l'intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l'aria in essa presente possa fluire per
effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato, a seconda delle necessità stagionali e/o
giornaliere, al fine di migliorarne le prestazioni termoenergetiche complessive”. In questo caso la soluzione “a secco”
può riguardare solo lo schermo “avanzato” o di rivestimento antistante l’intercapedine ventilata.
• Le Strutture a schermo antipioggia (Rain Screen Cladding);
In questo sistema, caratterizzato da un sistema di assemblaggio a montanti e traversi, lo schermo svolge funzione di
protezione dalla pioggia battente, dalla infiltrazione di umidità, la intercapedine retrostante lo schermo è areata e non
contribuisce necessariamente alle prestazioni termoenergetiche dell’involucro. Anche in questo caso la “soluzione a
secco” può riguardare esclusivamente lo schermo.
64
Involucro edilizio
• La facciata a doppia pelle
È una tipologia di facciata appartenente al sistema di chiusura a isolamento dinamico. Le facciate a doppia pelle
formano un contenitore trasparente continuo lungo tutto il perimetro dell’edificio: la pelle esterna, è fissa - non
apribile – ed è destinata a proteggere il fabbricato mediante le proprie caratteristiche di tenuta all’aria, all’acqua e al
vento, mentre la seconda, posta verso l’interno, è quasi sempre dotata di serramenti, e permette di ventilare i locali
interni senza la necessitá di un controllo particolare delle sollecitazioni ambientali. Per migliorare il comfort
all’interno dell’edificio, talora, viene prevista una ventilazione naturale o forzata dell’intercapedine definita dalle due
pelli. Nell’intercapedine, inoltre, possono essere inseriti dispositivi di oscuramento continuo o a lamelle regolabili
dall’interno dei locali ed elementi apribili per arieggiare gli ambienti.
• L’involucro integrato per la produzione di energia
Questo tipo d’involucro permette l’integrazione di panelli fotovoltaici che trasformano la radiazione solare in
elettricità. Questi moduli, ad esempio, possono essere integrati in sistemi di chiusura trasparente che si presentano a
singolo strato o a doppia pelle, verticali o orizzontali, con inclinazioni da 0° a 90° (con un’ottimizzazione della
captazione solare mediante una inclinazione a 45º rispetto alla verticale). Il sistema permette, inoltre, l’integrazione
di schermature solari, come i frangisole fissi, mobili e orientabili.
• L’involucro Interattivo
È definito “involucro interattivo” quel sistema che interagisce con le variazioni delle condizioni climatiche esterne
mediante dispositivi di controllo automatici o mediante l’intervento diretto dell’utenza; tale involucro consente il
controllo dei livelli prestazionali offerti dalla chiusura modificando i valori dei parametri termoigrometrici e
ambientali relativi al microclima interno.
• L’involucro Interattivo multimediale
È definito involucro interattivo multimediale un sistema finalizzato alla retroproiezione di immagini fisse o in
movimento sulla superficie interna dei pannelli trasparenti. In questo caso, la pelle dell'edificio è costituita da
pannellature verticali – sempre montate su telai metallici di supporto - costituite con materiali traslucidi accoppiati
tra loro le cui proprietà consentono alle proiezioni di apparire all'esterno con effetti decorativi anche molto
spettacolari (spesso, infatti, il sistema è utilizzato a scopi pubblicitari).
Esempi significativi di facciate a secco descritte
Sistema stratificato a secco Struttura/Rivestimento:
• Alloggi e Biblioteca Quartiere a Évreux, Francia, (progetto Dubosc & Landowski).
• Ristrutturazione Ampliamento dell'ospedale Ceccarino, Riccione (RM), (progetto Ettore Zimbelli)
• Centro di Ricerche Campus Point a Lecco (progetto Studio Ardea)
Sistema curtain wall:
• Seagram Building a New York, USA, (progetto Mies van der Rohe)
• Willis Faber and Dumas Earthquarters a Ipswich, Inghilterra, (progetto Norman Foster)
Facciata ventilata:
• Le Citè Internazionale a Lione, Francia, (progetto Renzo Piano).
• Museo d'Arte Moderna a Vienna, (progetto Ortner & Ortner Baukunst)
Sistema Strutture a schermo antipioggia:
• Alcoa Building a Pittsburgh, USA, (progetto Fallace H. Harrison e Max Abramovitz)
• Federal Building a San Francisco, (progetto Morphosis Architects)
Facciata a doppia pelle:
• L’edificio Helicon a Londra, Inghilterra, (progetto Sheppard Robson)
• Manulife Financial a Boston, USA, (progetto Skidmore Ownigs & Merill Architects)
65
Involucro edilizio
Involucro integrato per la produzione di energia:
• Solarfabrik a Friburgo, Germania, (progetto Rolf & Hotz)
• Biblioteca di Mataró, Spagna, (progetto Miquel Brullet)
Involucro interattivo:
• Istitut du Monde Arabe a Parigi, Francia, (progetto Jean Nouvel)
• L'edificio per uffici a Wiesbaden, Germania (progetto Thomas Herzog & Partner)
Involucro interattivo multimediale:
• Terminal Traghetti White Hall a New York, USA (Scott Brown & Associated)
• L’edificio La Fayette a Berlino (Jean Nouvel)
Normativa tecnica
• UNI En13830 Facciate continue - Norma di prodotto
• UNI prEN 13119 Facciate continue - Terminología
• UNI En 11173 Finestre, porte e facciate continue - Criteri di scelta in base alla permeabilità all'aria, tenuta
all'acqua, resistenza al vento, trasmittanza termica ed isolamento acustico.
• UNI En 11018 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico -Istruzioni per
la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione - Rivestimenti lapidei e ceramici
• UNI EN 12152 Facciate Continue - Permeabilità dell'aria - Requisiti prestazione e clasifficazione
• UNI En 12153 Facciate Continue - Permeabilità dell'aria - Metodo di prova
• UNI En 12154 Facciate Continue - Tenuta all'acqua - Requisiti prestazionali e classificazione.
• UNI En 13116 Facciate Continue - Resistenza al carico di vento - Requisiti prestazionali.
Note
[1] Thomas Herzog (2005).
Bibliografia
• Thomas Herzog, Roland Krippner, Werner Lang, Atlante delle facciate, UTET, Torino, 2005;
• Christian Schittich (a cura di), Involucri edilizi, Birkhäuser, Basel, 2001.
• S. Altomonte, L’involucro architettonico come interfaccia dinamica - strumenti e criteri per un’architettura
sostenibile, Alinea, Firenze, 2005;
• G. Boaga (a cura di), L’involucro architettonico, Masson, editoriale ESA, Milano, 1994;
• Monica Lavagna, Sostenibilità e risparmio energetico. Soluzioni tecniche per involucri eco-efficienti, Clup,
Milano, 2006;
• Gianmichele Panarelli, Filippo Angelucci, Involucri energetici, Sala editori, Pescara, 2003;
• Marco Sala (et alia), Schermature solari, Alinea Editrice, Firenze, 2005;
• Fabrizio Tucci, Involucro ben temperato – Efficienza energetica ed ecologica in architettura attraverso la pelle
degli edifici, Alinea Editrice, Firenze, 2006;
• Aurelio Fusi, Vantaggi dell'inerzia termica nell'edificio - progetto 1978-1979, in Rivista tecnica della Svizzera
italiana, "Verso una casa senza perdite termiche - Un'esperienza a Breganzona (CH)", n. 2 (febbraio 1982)
• Altamonte Sergio L'nvolucro Architettonico Come Interfaccia Dinamica ALINEA Editrice
• Brookes Alan J, Grech Chris, The Building Envolpe. Butterworth & Co., 1990
• Coppa Alessandra, Barbara Borello, Facciate A Secco Fererico Motta Editore, Milano 2006
• Herzog T. Kripper R, Lang W, Atlante delle Facciate,UTET, Torino 2005
• Imperadori Marco Le Procedure Struttura/Rivestimento Per L'edilizia Sostenibile Maggioli Editore, 1999
66
Involucro edilizio
67
• Pedrotti Laura, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata. Evoluzione delle tecniche di produzione e di
assemblaggio, Angeli, Milano, 1995.
• Oesterle, Lieb, Lutz, Heusler Double-Skin Facades Prestel Verlag
• Zambelli Ettore- P. A. Vanoncini - M. Imperadori, Costruzione stratificata a secco Maggioli Editore, 1998.
• UNIedil Strutture 2006, Norme tecniche per le strutture, l’involucro e le finiture di costruzione, aggiornamento
ottobre 2006.
Riviste
• Costruire a Secco - Sistemi non tradizionali, Anno II, nº 14, giugno 2007
• Costruire - Speciali Involucro, "Le facciate continue tutto vetro", nº 286, marzo 2007
• Modulo - "La Costruzione Stratificata A Secco", n° 273 luglio/Agosto 2001
Voci correlate
•
•
•
•
Assemblaggio
Prestazioni acustiche dell'involucro edilizio
Prestazioni energetiche dell'involucro edilizio
Uncsaal
Ordine architettonico
Un ordine architettonico è uno degli stili sviluppatisi a partire
dell'architettura classica, e successivamente codificati dalla cultura
architettonica, ognuno distinto da proporzioni e profili e dettagli
caratteristici, generalmente riconoscibili dal tipo di colonna, o per
meglio dire dall'insieme coordinato di elementi architettonici teso a
costituire un completo sistema trilitico, i cui elementi caratterizzanti
sono principalmente la colonna con il rispettivo capitello e la
soprastante trabeazione.
Ordini dorico, ionico e corinzio
Storia
La prima codificazione degli ordini architettonici che ci è perventa e contenuta nel trattato in dieci libri De
architectura di Vitruvio che dedicò buona parte del secondo, terzo e quarto libro alla descrizione dei tre ordini di
origine greca (dorico, ionico, corinzio).[1] Tali ordini sono stati infatti sviluppati nell'architettura greca: il dorico e lo
ionico a partire dalle sue origini, al momento delle prime realizzazioni in pietra, diffondendosi già dal VI secolo a.C.,
con una prevalenza del dorico nella Grecia continentale e nelle colonie della Magna Grecia e dello ionico e eolico
(raro, per esempio il tempio di Neandria e il tempio di Larissa) nelle città greche dell'Asia Minore, odierna Turchia.
Il primo esempio di capitello corinzio risale invece al IV secolo a.C. nel tempio di Apollo a Bassae. Secondo Marco
Vitruvio
Pollione
l'inventore
fu
Ordine architettonico
68
l'architetto Callimaco, che passeggiando vide un cesto depositato come
offerta votiva su una tomba di una giovane e coperto da una lastra
quadrangolare, intorno al quale era cresciuta una pianta di acanto, dal
quale prese ispirazione per lo schema decorativo del nuovo capitello. A
questi tre ordini Vitruvio aggiunse, con una descrizione sommaria,
l'ordine tuscanico che riteneva autoctono dell'Italia, ma che in realtà
rappresenta una variante locale italica del dorico.[2]
A partire dalla fine del XV secolo, la diffusione del trattato vitruviano
portò a varie riflessioni e speculazioni sugli ordini architettonici. Dal
XVI secolo in poi, i teorici dell'architettura e per primo Sebastiano
Serlio, riconobbero cinque ordini nell'architettura classica,
aggiungendo quindi l'ordine composito che Vitruvio non cita in quanto
fu una creazione romana dell'epoca di Augusto mescolando gli stili
ionico e corinzio insieme.[3]
I cinque ordini secondo Vignola
La speculazione sugli ordini continuò fino al XIX secolo con tentativi vari di canonizzazione di tipi, utilizzazioni,
dimensioni, proporzioni e sintassi compositiva, ma anche con ricerche stravaganti tra cui proposte di ulteriori ordini.
Caratteri comuni
Ognuno degli stili ha una propria trabeazione, consistente di architrave, fregio e cornice.
L'ordine architettonico si basa su rapporti proporzionali: si basa su un sistema di regole (canoni) che stabilisce i
rapporti proporzionali tra ogni singola parte del tempio greco con ogni altra singola parte del tempio. Questi rapporti
proporzionali si basano sul modulo che è dato dal diametro della colonna preso all'imoscapo (punto più basso della
colonna). Gli ordini architettonici, liberi (con colonne o pilastri) o addossati ad una parete (con semicolonne o
lesene), sono costituiti da elementi di sostegno verticali (p.e. colonna) e da un elemento orizzontale (trabeazione).
A sua volta la colonna si compone di diversi elementi: (capitello, fusto, base), e così anche la trabeazione (cornice,
fregio, architrave).
A seconda principalmente del tipo di capitello, gli ordini si distinguono in: dorico, ionico e corinzio, in Grecia, con
l'aggiunta del tuscanico e del composito a Roma.
I cinque ordini
Ordine architettonico
69
Elementi
architettonici
•
Abaco
•
Abbaino
•
Architrave
•
Arco
•
Arco a sesto acuto
•
Arco rampante
•
Atrio
•
Attacco a terra
•
•
Base attica
Base ionica
•
Capitello
•
Cariatide
•
Claristorio
•
Colonna
•
Contrafforte
•
Copertura
•
Cornice
•
Costolone
•
Cuore allungato
•
Cupola
•
Echino
•
•
•
•
•
Facciata
Fondazione
Fregio
Frontone
Facciata
•
Metopa
•
•
•
•
•
Pilastro
Pilastro a fascio
Ponte
Pulpito
Metopa
•
Rosone
•
Scena
•
•
•
•
•
Telamone
Timpano
Trabeazione
Trave
Triglifo
•
•
Volta
Volta a crociera
Ordine architettonico
70
Ordini architettonici
Queste sono sinteticamente le caratteristiche dei diversi ordini (per la descrizione in particolare dei capitelli, v. la
voce Capitello):
Ordine dorico
•
•
•
•
•
•
Base mancante: il fusto della colonna poggia direttamente sulla parte di pavimento chiamata stilobate (l'ultimo dei tre gradini).
Fusto scanalato dorico: le scanalature si incontrano formando un angolo vivo, invece che essere separate da listelli. Esse sono 20 come negli
ordini ionico e corinzio.
Capitello dorico formato da abaco più echino
Architrave non suddiviso in fasce e con guttae, ossia piccoli elementi a forma di tronco di cono, al di sotto della fascia sporgente che funge da
coronamento (taenia).
Fregio suddiviso in metope, riquadri piani decorati a pittura o a rilievo, e triglifi, elementi più sporgenti solcati da scanalature (in teoria tre, da
cui il nome tri-glifo).
Cornice con una parte superiore più sporgente, decorata sulla superficie inferiore (soffitto) con basse tavolette (mutuli) ornate da più file di
guttae. Priva di dentelli nella parte inferiore.
Ordine tuscanico
•
•
•
•
•
•
Base presente: il tipo propriamente tuscanico è costituito da un semplice toro, o modanatura con profilo a semicerchio convesso.
Fusto come nell'ordine dorico, oppure liscio. Tuttavia molti dei fusti che oggi sembrano lisci avevano in realtà in origine un rivestimento in
stucco che riproduceva le scanalature, oggi scomparso.
Capitello tuscanico
Architrave teoricamente come nell'ordine dorico.
Fregio teoricamente come nell'ordine dorico.
Cornice teoricamente come nell'ordine dorico.
Ordine ionico
•
•
•
•
•
•
Base presente:la base può assumere forme diverse a seconda del luogo e del periodo, la più nota e comune è, comunque, quella detta "base
attica", dal luogo in cui è stata utilizzata per la prima volta (Toro,Trochilo,Toro).
Fusto scanalato con le scanalature separate da listelli e non a spigolo vivo.
Capitello ionico
Architrave suddiviso in fasce, ciascuna leggermente sporgente rispetto a quella inferiore, e coronato superiormente da modanature.
Fregio continuo.
Cornice decorata con dentelli.
Ordine corinzio
•
•
•
•
•
•
Base presente.
Fusto scanalato come nell'ordine ionico.
Capitello corinzio.
Architrave come nell'ordine ionico.
Fregio continuo come nell'ordine ionico.
Cornice come nell'ordine ionico.
Ordine composito
•
•
•
•
•
•
Base presente.
Fusto scanalato come nell'ordine ionico.
Capitello composito
Architrave come nell'ordine ionico.
Fregio continuo come nell'ordine ionico
Cornice come nell'ordine ionico.
Quindi non solo il capitello, ma anche gli altri elementi dell'ordine sono differenti sulla base di questa medesima
suddivisione: tuttavia va rilevato che nell'architettura romana è tutt'altro che raro trovare mescolati elementi di ordini
diversi, un uso iniziato in epoca ellenistica.
Da notare che nel periodo in cui fu elaborato il capitello composito, venne creato anche un nuovo tipo di base,
costituito da due tori separati da due scozie (modanatura concava con profilo curvilineo a tre quarti di cerchio), che
viene chiamato "base composita", e che costituisce il tipo più diffuso nell'architettura romana di età imperiale
Ordine architettonico
(insieme alla base "attica", con una sola scozia tra i due tori). Questo nuovo tipo di base viene tuttavia utilizzato sia
con l'ordine corinzio che con l'ordine composito.
Inoltre, a partire già dall'età romana repubblicana si era sviluppato anche un diverso tipo di cornice, nella quale la
parte sporgente superiore era sorretta da mensole (cornice con mensole). Anche questa nuova forma diventa canonica
dall'epoca augustea e viene utilizzata sia con l'ordine corinzio che con quello composito.
L'utilizzo degli ordini architettonici nella storia dell'architettura
Il sistema degli ordini architettonici è la formalizzazione dal punto di vista decorativo del sistema costruttivo su cui
si basa l'architettura greca, il sistema trilitico (ossia, letteralmente, "a tre pietre": due sostegni verticali ed un
elemento orizzontale che copre lo spazio tra i due). L'essenza stessa dell'architettura greca si basa sull'equilibrio e
l'armonia delle proporzioni delle parti, sia fra loro che con il tutto, che saranno formalizzate negli schemi dei diversi
ordini architettonici di epoca classica, trovando sempre nuove realizzazioni in particolare negli edifici templari.
In epoca romana l'architettura, a partire soprattutto dal II secolo a.C. acquista altre caratteristiche, con un maggiore
interesse all'articolazione degli spazi interni, resa possibile dalla duttile tecnica costruttiva del cementizio. In questo
caso gli ordini architettonici ereditati dalla tradizione greca ed ellenistica, costituiscono soprattutto un rivestimento
decorativo, che spesso ha poco a che fare con la reale struttura portante dell'edificio. In questo contesto dunque
acquista maggiore importanza la decorazione degli elementi architettonici piuttosto che il loro sistema proporzionale.
Si capisce dunque come sia possibile sia l'invenzione di forme nuove, sia la mescolanza di elementi di ordini diversi.
L'abbandono del sistema trilitico, già svuotato del suo significato strutturale, avviene lentamente. Nel III secolo, in
grandi monumenti di committenza imperiale, invece che un architrave le colonne sorreggono degli archi (tra i primi
esempi i portici della piazza del Foro severiano a Leptis Magna, in Libia.
Sarà questo il sistema prevalentemente adottato per le colonne che dividono in navate le chiese della prima epoca
medioevale a Roma e altrove, che spesso utilizzano per fusti, basi e capitelli, pezzi di reimpiego, mescolando tra
loro, spesso per necessità ed economia, elementi di diversa origine, tipologie e misure. In questo quadro gli elementi
degli ordini architettonici classici non vengono più utilizzati per una partizione delle superfici e degli spazi, ma come
decorazione con valore simbolico, che si riferisce alla grandezza del passato.
In epoca rinascimentale, l'esigenza di un inquadramento razionalmente comprensibile dello spazio e delle superfici,
fa rinascere l'interesse per gli ordini architettonici: gli elementi visibili degli edifici di Roma in rovina vengono
disegnati e studiati dagli architetti (tra i primi Filippo Brunelleschi), che ne ripropongono le forme nelle loro
realizzazioni, badando nuovamente alle proporzioni.
Da questo momento le tradizionali forme dell'architettura classica continueranno ad essere utilizzate, passando per
l'esuberanza decorativa dello stile barocco, la ripresa formale del neoclassico, le mescolanze eclettiche con forme
artistiche di altra provenienza storica e geografica nell'ecclettismo degli inizi del XX secolo.
Note
[1] Joseph Rykwert, La colonna danzante. Sull'ordine in architettura, 2010, pag.15
[2] Joseph Rykwert, op. cit.", 2010, pag.248 e sgg.
[3] Particolarmente importante, per la sua grande diffusione, fu il trattato di Vignola intitolato appunto Regola delli cinque ordini d'architettura
pubblicato nel 1562.
Voci correlate
• Architettura greca
• Architettura romana
• Architettura del Rinascimento
• Architettura neoclassica
71
Ordine architettonico
72
• Ordine gigante
• Trabeazione:
• Cornice
• Fregio
• Architrave
• Colonna (o semicolonna, o pilastro, o lesena):
• Capitello
• Fusto
• Base
• Sistema trilitico
• Modanatura
Altri progetti
•
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Category:Drawings of columns
•
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Collegamenti esterni
• Ordini architettonici romani (http://digilander.libero.it/F.I.S.A/MarinaM/htm/04_02_15_PagOrdini01.htm)
Pianta
In architettura, la pianta o icnografia (dal greco iknòs, orma,
traccia) è un tipo specifico di disegno architettonico ridotto in
scala, in particolare si tratta di una sezione orizzontale del
manufatto eseguita ad un livello significativo, come quella dei
vani finestre e porte, e poi proiettata con direzione ortogonale su
un piano di riferimento orizzontale, coincidente spesso con quello
di calpestio (pavimento).
In fase di progettazione, la definizione della pianta di un edificio
implica anche il modo in cui un edificio sarà usato perché ha a che
fare con i percorsi che gli utenti possono utilizzare, interni e
esterni.
Si può parlare di pianta anche per insiemi di edifici, quali un
isolato urbano, una parte di città o di una città intera, anche se in
questi casi si dovrebbe usare il termine tecnico di planimetria.
Pianta di Castel del Monte
La diffusione delle rappresentazioni in pianta ha fatto sì che oggi si parli di pianta anche quale elemento
architettonico a sé stante, inteso come caratteristica di un edificio: si usano per esempio le espressioni pianta
circolare, pianta a croce latina, pianta centrale, eccetera.
Le piante di edifici erano conosciute fin dall'antichità: ci è pervenuta la Forma Urbis severiana del III secolo. Un
noto esempio altomedievale è poi la pianta dell'Abbazia di San Gallo, dell'816-830.
Pianta
73
Voci correlate
• Disegno architettonico
• Spaccato
• Esploso
Altri progetti
•
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plans
Planimetria
La planimetria è una rappresentazione in piano dello spazio o di una superficie, di un terreno o di un territorio, di un
edificio o di una costruzione, di un macchinario o di un oggetto. Riguarda quindi varie discipline scientifiche e
tecniche ed equivale al concetto di pianta nel disegno tecnico per le rappresentazioni più limitate (edifici,
macchinari, oggetti).
Le rappresentazioni planimetriche vedono la loro applicazione:
• in architettura in cui si disegnano e si progettano le unità (residenziali, direzionali, commerciali), gli edifici, i
quartieri, con gli edifici rapportati all'ambiente circostante;
• in archeologia che individua le zone di reperimenti archeologici (carte archeologiche);
• in astronomia che rappresenta in piano la mappa della sfera celeste e singole parti di essa;
• nel design per la creazione di oggetti, arredi, ecc.
• in geofisica e geologia dove su carte nella prima si delimitano e si analizzano le caratteristiche terrestri, di
sismicità, magnetismo, vulcanologia e nella seconda le tipologie degli strati di terreno delle varie zone;
• in geografia per la riproduzione in carte quotate di comprensori, province, regioni, ecc;
• in ingegneria per la definizione di strutture edilizie, di strade, di ponti ecc;
• in meccanica per la rappresentazione planimetrica di macchine ed utensili di vario genere;
• in topografia dove si studiano l’andamento dei terreni e se ne stimano le misure,(planimetrie catastali);
• in urbanistica, nella quale si definiscono le destinazioni dei vari territori e si progetta l'ambiente costruito;
Il disegno in piano dello spazio o della superficie irregolare di un territorio, di un fabbricato o di un oggetto,
consente di valutare le loro dimensioni rispetto ad altri elementi e determinarne quindi la grandezza. Collegata alle
altre rappresentazioni di sezione e di prospetto, specificatamente negli oggetti di minore estensione, rende misurabile
anche il volume.
Voci correlate
• Rappresentazione architettonica
• Disegno architettonico
Sezione
74
Sezione
In geometria descrittiva, il termine sezione
indica una condizione d'incidenza tra due
elementi geometrici. Per inciso indica un
elemento geometrico che può essere
ottenuto, rispettivamente:
• come conseguenza delle cosiddette
operazioni di proiezione e sezione, come
l'immagine centrale o parallela di un
punto o di una linea;
• come figura piana comune ad solido ed
un piano, per esempio: le coniche
(ellisse, parabola, iperbole) sono sezioni
piane di un cono quadrico;
sezione piana di un manufatto architettonico
• come figura piana comune a due solidi,
per esempio: la base comune di due superfici proiettive, come quella di due piramidi o di due cilindri;
• come figura sghemba comune a due solidi, per esempio, come la quartica d'intersezione tra due coni circolari,
nella condizione che, tali coni, non abbiano nessuna sfera in comune, altrimenti si ha, come intersezione, due
coniche (in tal caso, la sezione, può essere battezzata quartica digrammica degenere).
Nomenclatura della sezione
Secondo la giacitura del piano α che seziona un solido K, la sezione che viene ottenuta può essere chiamata,
rispettivamente:
• sezione orizzontale, quando α ha giacitura orizzontale, cioè parallela al primo piano di proiezione π1;
• sezione verticale, quando α è verticale, cioè ortogonale al piano π1.
• sezione generica, quando la giacitura di α non è né parallela né ortogonale a nessun dei principali piani di
proiezione π1, π2 e π3.
Inoltre, la figura piana che si ottiene come sezione di un piano α con un solido K, può essere chiamata,
rispettivamente: longitudinale, quando α passa per l'asse di K, e trasversale quando α è ortogonale all'asse di K.
Sezioni in grafica
La sezione in grafica rappresenta un oggetto (o un edificio, o un essere vivente, ecc.) come se uno o più piani
regolari avessero tagliato una parte, che viene esclusa dalla rappresentazione. Le sezioni più comuni sono quelle
orizzontali (tipica è la pianta) e verticali (spaccato). A volte più sezioni vengono combinate con un'assonometria: in
quel caso si parla di spaccato assonometrico.
Altri progetti
•
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sections
Sostegno
75
Sostegno
Un sostegno in architettura è una generica struttura
portante, cioè che riceve il peso o altri tipi di forza da
altre strutture.
In genere si tratta di un elemento verticale.
I sostegni continui possono essere le pareti portanti (si
parla anche di muro di sostegno), nelle quali possono
essere inglobati piedritti o stipiti.
I sostegni discontinui sono quelli che si ergono isolati,
in particolare sono i pilastri e le colonne: questi
elementi oltre al valore strutturale hanno una
particolare valenza formale, per il loro volume
indipendente, che permette di ammirarli anche al di
Il Tempio di Atena Afaia a Egina. Nell'architettura greca i sostegni
sono immediatamente distinguibili dal carico (la trabeazione e il
fuori del contesto architettonico (si pensi alle colonne
tetto), hanno volumi indipendenti e tra gli spazi interni passa la luce.
isolate o a quelle di antiche rovine). Mentre
nell'architettura antica i sostegni avevano grande
importanza all'esterno degli edifici (soprattutto le colonne), in quella medievale avevano rilevanza specialmente
all'interno.
La forma dei sostegni dipende dai materiali, dalla funzione, dal carico che devono sostenere e da ragioni estetiche.
Spaccato
Uno spaccato è un tipo di rappresentazione grafica di un oggetto.
Tempio di Santa Maria della Consolazione, Todi
Spaccato
76
Descrizione
Si tratta di una sezione verticale, a differenza della pianta, che è una
sezione orizzontale. Il risultato della sezione viene poi proiettato
ortogonalmente su un piano in scala ridotta.
Talvolta con spaccato si intende anche un disegno in assonometria o in
prospettiva dove sono stati rappresentati un alzato, varie sezioni
verticali, orizzontali e/o oblique in modo da mostrare anche porzioni
dello spazio interno di un edificio: in questi casi si parla di spaccato
assonometrico o prospettico.
spaccato prospettico
Questo termine viene utilizzato anche quando il disegno riesce a far
notare i componenti interni, pur facendo visualizzare per intero l'oggetto in esame, tramite uso di trasparenze o
tagliando alcune parti, dei oggetti che normalmente andrebbero a coprire.
Uso
Viene usato spesso in fase di progettazione soprattutto per oggetti e edifici, assieme ad altri tipi di disegni tecnici.
Nel caso di disegno architettonico, se nella proiezione si rappresenta la superficie esterna senza sezioni si parla in
quel caso di alzato. Inoltre può essere utilizzato anche per descrivere il funzionamento di un determinato componente
finito.
Voci correlate
• Esploso
• Pianta
Altri progetti
•
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diagrams
Unità abitativa
Unità abitativa
Per unità abitativa si intende il minimo spazio architettonico composto da uno o più ambienti sistematicamente
legati e nel loro insieme indipendenti e tali da consentire la funzione dell'abitare. L'unità abitativa corrisponde quindi
alla singola abitazione, che può corrispondere anche al concetto più antropologico di casa.
Classificazione
Vi possono essere vari modi per classificare le unità abitative; quelli più comuni prevedono la distinzione per
tipologia, dimensione, destinazione, origine.
Tipologia
•
•
•
•
•
appartamento, che a sua volta può dividersi in monolocale, bilocale, trilocale ecc.
abitazione semi indipendente, suddivisa in casa a schiera, bifamiliare, unifamiliare
villa
palazzo (che ha origini ormai solo storiche)
castello (che ha origine solo storica)
Dimensione;
• segue in crescendo il medesimo elenco sopracitato della tipologia, dall'appartamento al castello.
Destinazione
• unità abitativa cittadina (appartamenti, case a schiera ecc.)
• rurale (fattoria, casa contadina)
• residenza marina, di campagna, di montagna, alberghiera
Origine
• residenza moderna (dall'appartamento alla villa come nell'elenco sopracitato della tipologia)
• residenza storica (casa contadina, palazzo, castello, torre).
Storia
In tutte la culture primitive l'unità abitativa nasce nella preistoria, è il primo elemento che va a costiuire l'ambiente
costruito, cioè quell'ambiente attrezzato dall'uomo in modificazione dell'ambiente naturale, per rendere migliore la
propria qualità della vita e ottimizzare nel limite delle possibilità tecnologiche delle varie epoche le proprie attività.
La sua nascita corrisponde con la capanna e poi con la casa contadina, che continuerà ad esistere sino all'epoca
contemporanea affiancandosi a tutti gli altri tipi di unità abitative via via createsi. A quest'ultima si aggiunge nella
prima epoca storica la casa fortificata o reggia di età e civiltà micenea, o il palazzo di origine e civilta minoica. Con
la prima nascita dell'urbanesimo a Roma si hanno le unità popolari delle insule, blocchi di appartamenti in affitto,
contrapposte alle ville della campagna o anche cittadine.
Si arriverà poi ai castelli ed alle case torri medioevali, alle ville ed ai palazzi rinascimentali, espressioni diverse della
residenza nobiliare, borghese o mercantile delle varie epoche.
Con la rivoluzione industriale, che per prima si sviluppa in Inghilterra, nasce un urbanesimo sempre più massiccio e
si costruiscono le unità abitative operaie di bassissimo livello igienico e sanitario nei quartieri cosiddetti "slums". Il
tentativo di superare urbanizzazione caotica e devastante delle città attraverso delle regole razionali porta alla nascita
dell'urbanistica moderna, e alla progettazione di abitazioni più umane con le "case da appartamenti".
Il Movimento Moderno crea il concetto di unità abitativa che è, oltre che architettonico anche sociologico, facendo
propria la concezione della unità come "residenza" (appartamenti, case a schiera ecc.) e non più come
"rappresentanza" (villa, castello, palazzo). Nascono cosi i quartieri residenziali dell'epoca moderna sino ad arrivare
77
Unità abitativa
alle Unitè d'Habitation di Le Corbusier, espressione più compiuta di questo concetto. Qui l'unità abitativa è
l'elemento primario ben individuato di un insieme che, legato a servizi comuni primari, va a realizzare un pezzo di
città un quartiere.
Prevalentemente al XX secolo appartengono infine le unità abitative "turistiche" come le case al mare, le case in
montagna, i residence alberghieri.
Voci correlate
• Cohousing
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Fonti e autori delle voci
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