Anno XLV - N. 1
Gennaio-Febbraio 2009
L’esempio
Publilio Siro ca. 50 a.C., mimo romano di
origine antiochena, diceva: quando l’anziano
agisce male, il giovane impara a comportarsi
male.
E un proverbio tedesco: “i giovani cinguettano secondo come hanno udito cantare
i vecchi”.
Il cattivo esempio è una piaga morale che
può degenerare fino a raggiungere livelli
molto bassi e avvilenti, come ci informa
troppo spesso la cronaca di questi tempi.
La Bibbia non di rado stigmatizza l’anziano che depone la dignità della sua esperienza
e si getta nel vizio, divenendo così cattivo
maestro. Ricordiamo l’episodio della onesta
Susanna insidiata dai due personaggi (Daniele Cap. 13).
Non dimentichiamo che si devono insegnare i valori etici non tanto a parole, ma con
l’esempio o l’azione.
Ci sono genitori che sbraitano contro i
figli degeneri e loro per primi, sono pronti
nella vita ad essere ingiusti, corrotti, triviali,
superficiali.
Seneca nelle “Lettere a Lucilio” scriveva:
“Lunga è la strada dei precetti insegnati,
breve ed efficace quella degli esempi”.
Lapidaria la condanna di Gesù verso gli
scribi ed i farisei: “Dicono e non fanno” (Mt
23,3).
Oggi siamo molto attenti ad addebitare le
colpe del mondo ad altri, ma assomigliamo a
quei malati che sono a letto con la febbre
Coloro che hanno la febbre non trovano
nessuna posizione buona; non sono rimasti
ancora un quarto d’ora in una posizione, che
già vorrebbero cambiare la posizione e trovarsi in un altro letto. La colpa non è del letto, ma della febbre che li tormenta. Si girano
e rigirano, si voltano e rivoltano, ma sempre
trovano qualcosa che non va.
Danno la colpa al letto, non si accorgono
che il male non è del letto più o meno ben
fatto, ma della febbre che hanno dentro.
La cura della febbre: cambiare nella nostra
vita quanto non vi è di coerenza; essere persone che vivono quello che insegnano.
d.F.
Anno Paolino
Anno
Paolino
PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO
Ora seguiamo Paolo nel primo viaggio missionario a Cipro e in Asia Minore: tre anni almeno di cammino, di predicazione, di fughe
ed il ritorno verso la metà degli anni quaranta, sotto l’imperatore Claudio. La spedizione è stata decisa dalla chiesa di Antiochia.
Gli Atti degli Apostoli, al cap. 13, parlano di
un’ispirazione divina che suggerisce l’iniziativa e ne designa i protagonisti: “Riservate
Barnaba e Saulo per l’opera per la quale
li ho chiamati”, cioè per la predicazione ai
pagani, a cui Paolo era già destinato sin dal
momento della conversione. Infatti, una visione aveva ordinato ad Anania, cristiano di
Damasco, di introdurre ufficialmente nella
Chiesa l’ex persecutore Saulo, “perchè egli
è per me uno strumento eletto per portare il
mio nome dinanzi ai popoli, ai re, ai figli di
Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome”. Così, dopo le prime
esperienze a Damasco, a Gerusalemme,
a Tarso e ad Antiochia ora egli è pronto a
portare il nome di Cristo “dinanzi ai popoli”.
”Dopo aver pregato e digiunato (i capi della
chiesa di Antiochia) imposero loro le mani
e li accomiatarono”. L’atto dell’imporre le
mani non è una consacrazione, ma un segno
di corresponsabilità della Chiesa antiochena
per l’opera che si inizia e un’invocazione del
sostegno divino ai missionari.
Partono nell’anno 45 o 46: Barnaba, Saulo e
(QUINTA PARTE)
Giovanni “detto anche Marco”, un giovane
che essi hanno portato con sé da Gerusalemme; gli Atti lo indicano come loro aiutante. Scesi da Antiochia a Seleucia, che è
il porto della metropoli siriaca, s’imbarcano
poi per la prima destinazione: l’isola di Cipro, patria di Barnaba.
Cipro, famosa per le
miniere di rame, i folti
boschi e il “buon olio
e buon vino” decantati
dallo storico Strabone,
ha un’estensione di circa diecimila chilometri
quadrati. È stata via
via soggetta all’Assiria,
all’Egitto, ad Alessandro Magno poi ancora
all’Egitto, e dal 58 a.C.
sarà sotto Roma fino al
395 d.C. (salvo il periodo dal 47-30 a.C. in cui
sull’isola regna Cleopatra, per concessione di
Giulio Cesare e poi di
Marco Antonio).
I tre missionari sbarcano nell’ex capitale Salamina dove “cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle
sinagoghe dei Giudei”. Gli evangelizzatori
prendono contatto soprattutto con le comunità ebraiche. Il giorno adatto era il sabato,
con la riunione in sinagoga per la lettura del(Continua a pagina 2)
Sommario
Comunità cristiana
Cronaca locale
Angolo dei ricordi
Notizie dal Comune
Arfanta: paese mio
Voce di Corbanese
Parrocchia di Tarzo
Alpini
Anagrafe
Offerte
1-3
4-7
8
9
10
11-13
14-16
17-18
19
20
«Voce amica»
pagina 2
(Segue dalla prima pagina)
la Legge dei Profeti, presenti fedeli
ebrei, i circoncisi, e anche i pagani
simpatizzanti non circoncisi, detti
“timorati di Dio”. Secondo l’usanza ebraica i fedeli di passaggio venivano invitati a prendere la parola:
“fratelli, se avete qualche esortazione per il popolo, parlate.” era questo
il momento. Paolo e Barnaba allora
rivolgevano ai fratelli l’annuncio del
Vangelo, con discorsi che si rifacevano dapprima all’antica storia di
Israele, alle promesse divine e alla
parola dei Profeti, per proclamare
poi: il protagonista della nuova alleanza, l’Unto del Signore annunciato nelle profezie: Gesù di Nazareth
crocifisso e risorto.
Saulo viene chiamato Paolo. Lasciata Salamina percorrono l’isola
nel senso della lunghezza (circa 150
km) e raggiungono Pafo, la nuova
capitale in cui risiede il governatore
romano, il pro console Sergio Paolo:
“persona saggia”, come lo descrive
negli Atti Luca. Egli, come altri suoi
colleghi, è incuriosito dalle esperienze religiose orientali, tant’è che
nel suo seguito c’è anche un mago
ebreo, un certo Bar-Jesu o Elimas,
che gli Atti chiamano “falso profeta”. Costui capisce subito che il fascino di Paolo è un pericolo per il
suo prestigio e fa di tutto perché il
proconsole non parli con lui.
Ma Sergio Paolo vuole, invece, conoscere la fede che vanno predicando. Così, l’Apostolo fissa Bar-Jesus
negli occhi e gli grida: “o uomo pieno di frode e di malizia, figlio del
diavolo, nemico di ogni giustizia,
quando cesserai di sconvolgere le
vie dritte del Signore? Ecco la mano
del Signore è sopra di te: sarai cieco
e per un certo tempo non vedrai il
sole”. Subito il mago perdé la vista e
brancolando cercava chi lo guidasse
per mano. Quando vide l’accaduto,
il proconsole credette. Sergio Paolo,
così, diventa la prima alta autorità
romana, convertita al cristianesimo.
A questo punto gli Atti lasciano cadere incidentalmente una piccola
notazione riguardante l’Apostolo:
“Saulo, detto anche Paolo, disse...”. È la prima volta che Saulo
riceve questa nuova denominazione.
Secondo alcuni (tra cui san Gerolamo e sant’Agostino) l’Apostolo
ha scelto questo nome in segno di
omaggio a Sergio Paolo, il proconsole convertito. Però, era piuttosto
frequente nell’ambiente ebraico portare due nomi, uno di origine israelitica, l’altro di origine greca o latina.
È il caso, per esempio, dello stesso
Giovanni (Marco). Sembra probabile che l’Apostolo come cittadino
romano avesse sin dalle origini due
nomi.
Dopo la predicazione a Pafo, i tre si
imbarcano per l’Asia Minore (Turchia), approdando ad Attalia, poi
raggiungono Perge di Panfilia, da
cui parte la strada che porta in Galazia, attraverso impressionanti fo-
ti dev’esserci stato un
gran discorrere in città
intorno alla parole di
Paolo. Venuto il sabato, accorre una moltitudine imprevista, anche molti pagani. Con
scandalo degli Israeliti
più attaccati all’antica
legge la loro riunione
fra correligionari è diventata una manifestazione pubblica, mentre
Paolo trascina l’uditorio dichiarando superata la Legge mosaica.
Ecco allora che alcuni
di essi lo interrompono
Roma. Basilica di San Paolo
con un vivace contraddittorio, scagliandosi
contro la nuova dottrina
reste di pini, di abeti e di cedri e, più
in alto, le gole selvagge del monte (“bestemmiando, dicono gli Atti”).
“allora Paolo e Barnaba con franTauro.
A questo punto c’è una defezione. chezza dichiararono: era necessa“Giovanni si separò da loro e ritor- rio che fosse annunziata a voi per
primi la parola di Dio, ma poiché la
nò a Gerusalemme”.
Paolo e Barnaba continuano e, dopo respingete e non vi giudicate degni
parecchi giorni di cammino faticoso, della vita eterna, ecco che ci rivolarrivano ad Antiochia di Pisidia, giamo ai pagani”. La sinagoga non
capoluogo della regione e abbastan- è più il punto di riferimento per tutti:
za ricca per la concia e il commercio la comunità ebraica della città si didelle pelli. Come sempre, i missio- vide una parte rimane legata all’annari si presentano nella Sinagoga di tica Legge, un’altra invece si unisce
sabato. Poi, l’invito dei capi della si- a gruppi di pagani, accettando la
nagoga a parlare; ecco il discorso di dottrina predicata da Paolo. Gli Atti
Paolo: “e noi vi annunciamo la buo- dicono che “la parola di Dio si difna novella, che la promessa fatta ai fondeva per tutta la regione”. Paolo
padri si è compiuta, poiché Dio l’ha e Barnaba rimasero a lungo nella
attuata per noi, loro figli risuscitan- zona, forse per mesi, spostandosi
do Gesù... vi sia dunque noto, fra- qua e la in altri centri abitati contitelli, che per opera di Lui, vi viene nuando a predicare: diventati essi
annunziata la remissione dei peccati punto di riferimento e di diffusione
e chiunque crede riceve giustifica- della nuova fede.
zione da tutto ciò da cui non vi fu Ma gli Ebrei fedeli alla “sinagoga”
possibile essere giustificati mediante alimentano una campagna contro di
loro, servendosi di “donne pie di alto
la legge di Mosè”.
Il discorso ha un enorme successo, rango” e dei “notabili della città”. Le
tanto che si chiede ai due di ritor- autorità influenzate dalle donne di
nare il sabato successivo: “sciolta importanti famiglie pagane, ma simpoi l’assemblea, molti Giudei e pro- patizzanti per l’ebraismo, si mettono
seliti seguirono Paolo e Barnaba, contro Paolo. Gli Atti accennano a
ed essi, intrattenendosi con loro, una “persecuzione”, senza dire in
li esortavano a perseverare nella che cosa consista. Paolo e Barnaba
grazia di Dio”. Nei giorni seguen- vengono espulsi da Antiochia di Pi-
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Angelo di Dio
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci e governa
me, che ti fui affidato dalla pietà
celeste. Così sia.
Angelus Dei
Angelus Dei, qui custos es mei, me
tibi commissum pietate superna illumina, custodi, rege et guberna.
Amen.
I sette sacramenti
Battesimo, Cresima, Eucaristia,
Confessione, Estrema Unzione,
Ordine (sacerdotale), Matrimonio.
I 7 vizi capitali
Superbia, avarizia, lussuria, ira,
gola, invidia, accidia
I quattro peccati che gridano
vendetta al cospetto di Dio
1° Omicidio volontario, 2° Peccato
impuro contro natura, 3° Oppressione dei poveri, 4° Frode nella
mercede degli operai.
Gennaio-Febbraio 2009
sidia e “scossa contro di loro la polvere dei piedi”, si mettono in marcia
verso un’altra città: Iconio, lontana
120 chilometri. La popolazione è
prevalentemente composta da veterani, da funzionari romani, da Galatei ellenizzati ed ebrei. Centro tessile
probabilmente offre a Paolo la possibilità di esercitare il suo mestiere di
“facitore di tende”. La predicazione nella sinagoga produce il solito
effetto: adesione di una parte degli
ebrei al cristianesimo, con una parte
della popolazione pagana e reazione
dell’ambiente israelitico tradizionalista. Ma quando ci fu un tentativo
dei pagani e dei Giudei con i loro
capi per maltrattarli e lapidarli, essi
se ne accorsero e fuggirono nelle città di Listra e Derbe e là continuavano a predicare”. (Atti 14,4-7). Listra
è ad una quarantina di chilometri da
Iconio e, come Derbe, appartiene
alla regione della Licaonia: altopiano stepposo, agricoltura di pura
sussistenza, centri urbani con scarse
attività. Non si parla di una sinagoga
a Listra: le famiglie di ebrei devono
essere poche. Qui Paolo e Barnaba
hanno per ascoltatori soprattutto dei
campagnoli legati ad antichi culti
politeisti, un po’ riverniciati di paganesimo ufficiale. E proprio sotto
gli occhi di questa gente avviene un
fatto prodigioso: “Paolo risana un
uomo paralizzato alle gambe, avendo colto nel suo sguardo la “fede di
essere guarito”. La gente pensa che
siano dei in forma umana e chiamavano Barnaba “Zeus (Giove)” e
Paolo “Hermes (Mercurio)” perchè
era lui il più eloquente” (Atti 14,12).
Vogliono subito onorare i due Dei
con un sacrificio, arriva il sacerdote di Zeus, si preparano dei tori da
immolare alle porte della città, ma
l’anima ebrea di Paolo e Barnaba è
sconvolta da questa manifestazione
di idolatria. Essi si “strappano le vesti”, lacerando la parte superiore delle loro tuniche nel gesto tipicamente
ebraico di reazione a uno scandalo.
E fermando i preparativi, gridano:
“cittadini, perchè fate questo? Anche
noi siamo esseri umani mortali come
voi, e vi predichiamo di convertirvi
da queste vanità al Dio vivente che
ha fatto il cielo, la terra, il mare e
tutto ciò che in essi si trova. Egli,
nelle generazioni passate ha lasciato
che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi
dal cielo piogge e stagioni ricche di
frutti, riempiendo di letizia i vostri
cuori”(Atti 14,15-17). Questi pagani
vengono invitati a conoscere il vero
Dio partendo dall’osservazione delle
leggi che regolano la natura. Paolo
sa adattare l’annuncio del messaggio evangelico con grande abilità a
situazioni ed uditori diversi.
Riusciti con fatica a calmare la folla Paolo e Barnaba non giungono
però a tirarla stabilmente dalla loro
parte. Poco dopo se la ritrovano ne(Continua a pagina 3)
«Voce amica»
Gennaio-Febbraio 2009
(segue da pagina 2)
mica su incitamento degli ambienti
ebraici di Antiochia, di Pisidia e di
Iconio. Paolo viene lapidato nella città stessa in cui ha compiuto il
miracolo. Credendolo morto, viene
trascinato fuori dall’abitato e abbandonato lungo la strada. “Allora gli si
fecero attorno dei discepoli, ed egli,
rialzatosi, entrò in città. Il giorno
dopo partì con Barnaba alla volta
di Derbe” (Atti 14,20). Lasciano,
comunque, un embrione di Chiesa,
un gruppuscolo di cui fa parte anche
il giovane Timoteo, figlio di madre
ebrea e di padre greco, destinato a
diventare fedelissimo collaboratore
di Paolo. A distanza di anni l’Apostolo gli scriverà: “Mi ricordo, infatti, della tua fede schietta, fede
che fu in tua nonna Loide, poi in tua
madre Eunice e ora, ne sono certo,
anche in te” (2Timoteo 1,5). Derbe
è a circa cinquanta chilometri da Listra, e gli Atti ci dicono che Barnaba
e Paolo hanno predicato anche qui,
“e fatto un numero considerevole di
discepoli” (14,21). A questo punto il
primo viaggio missionario potrebbe
ritenersi concluso. Antiochia di Siria, il punto di partenza, si trova a
250 chilometri; tra un soggiorno e
l’altro sono ormai passati anni, è ora
di tornare. A Derbe finisce il lavoro
di prima predicazione, di annuncio
iniziale. Così, da Derbe, incomincia
una marcia a ritroso: Paolo e Barnaba tornano a visitare i discepoli di
Listra, di Iconio e di Antiochia di
Pisidia.
Il frutto del loro soggiorno è la trasformazione dei primi nuclei in comunità organizzate e rinfrancate.
Ecco il racconto degli Atti:”...ritornano a Listra, Iconio e Antiochia,
rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché
dicevano, è necessario attraversare
molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio. Costituirono per loro in
ogni comunità alcuni anziani e dopo
aver pregato e digiunato li affidarono al Signore nel quale avevano creduto”. (14, 21-23)
L’IMPRESA AFFIDATA
DA DIO E’ CONCLUSA
Attraversano ancora la Pisidia e poi
la Panfilia; raggiungono Perge, la
cittadina in cui Giovanni (Marco)
li ha lasciati, e vi si fermano un po’
per predicare. Poi raggiungono la
cittadina portuale di Attalia e “di qui
fecero vela per Antiochia (di Siria))
là dove erano stati affidati alle grazie
del Signore per l’impresa che avevano compiuto” (Atti 14,26),
Sono ritornati al punto di partenza,
cioè ad Antiochia dove era loro stata
affidata l’impresa.
LE BEATITUDINI DEL PAPA’
Beato il papà che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli.
Beato il papà che non teme di essere affettuoso.
Beato il papà che sa pregare con i figli.
Beato il papà che dà sicurezza con la presenza ed il suo amore.
Beato il papà che sa giocare e perdere tempo con i figli.
Beato il papà per il quale i figli contano più degli hobby.
Beato il papà che sa ascoltare e dialogare anche quando è stanco.
Beato il papà che è convinto che un abbraccio vale più di un
rimprovero.
Beato il papà che cresce assieme ai figli e li aiuta a diventare se stessi.
Beato il papà che non li sommerge di cose, ma li educa alla sobrietà e
condivisione.
Beato il papà che non si ritiene perfetto e riconosce i propri limiti.
Beato il papà che cammina con i figli verso orizzonti elevati.
133. GIOVANNI XIII, romano, 1.10.965
– 6.9.972
A cinque mesi dalla morte di Leone VIII, sebbene
i romani avessero chiesto la reintegrazione
di Benedetto V, fu eletto Giovanni XIII con
la approvazione dell’imperatore Ottone I che
sperava in questo modo di avere dalla sua
parte il papa, ma il clima politico della città
era divenuto soffocante. Giovanni XIII venne
aggredito ed esiliato in Campania, ma riuscì a
fuggire aiutato dall’imperatore con il quale era
riuscito ad entrare in contatto. Il 14 dicembre
966 rientra a Roma e Ottone I lo raggiunse a
Natale e mise a ferro e a fuoco la Città. Con
la protezione dell’imperatore Giovanni XIII
riuscì a sganciarsi dai forti condizionamenti
della nobiltà romana e riottenere alcuni territori
dello Stato Pontificio, tra i quali Ravenna.
Rimase però fortemente sottoposto alla autorità
imperiale. Morì nel settembre del 972.
pagina 3
PROCESSO DI FORMAZIONE
DELLE PARROCCHIE
a) In un primo tempo, la Chiesa
romana manda un Vescovo in una
città (nel nostro caso: Opitergium),
dove già è raccolta e formata una
numerosa e importante comunità di
fedeli.
Il Vescovo si circonda di un suo
clero e consolida e rafforza la posizione della sua Chiesa cittadina.
Questa è la Chiesa Cattedrale primitiva, la Sede Vescovile, il centro
dell’amministrazione diocesana. Ma
essa non è che il nucleo di quello che
sarà la Diocesi in futuro, che avrà
uno sviluppo territoriale e organizzativo graduale e lento, a seconda
del progredire e del consolidarsi dell’evangelizzazione.
Il territorio, che formerà in seguito
la Diocesi, coincide per lo più col
territorio che è soggetto all’amministrazione civile della città in cui
il Vescovo ha sede. Nel nostro caso
coincide col territorio dell’agro opitergino, che si estende dal Piave al
Livenza, dal mare e dalla laguna
alle prealpi (i montes opitergini di
Plinio).
b) In un secondo tempo, con
l’espandersi dell’evangelizzazione nei dintorni della città vescovile e nei centri minori della regione, il Vescovo manda un sacerdote
(pievano) o un gruppo di sacerdoti
a risiedere in ciascuno di essi e ad
erigervi delle chiese per il servizio
delle nuove comunità cristiane: sorgono le Pievi.
c) In un terzo tempo, le Pievi, nell’ambito e nei luoghi più discosti
del loro distretto, erigono, o lasciano che i fedeli erigano, altre chiese
secondarie, nelle quali esse mandano di tanto in tanto, specialmente
nelle Domeniche e nelle Feste principali, un sacerdote per le più essenziali necessità del culto; e se avviene
anche che questo sacerdote possa
risiedere permanentemente presso la
sua piccola chiesa, egli non riceve
spesso alcuna autonomia o pienez-
I PAPI DELLA CHIESA
134. BENEDETTO VI, 19.1.973 - …6.974
Monaco di origine tedesca, venne eletto papa
con il nome di Benedetto VI. Alla morte
dell’Imperatore Ottone I la nobiltà romana
ritenne di poter mettere di nuovo le mani sul
papato. Il movimento capeggiato dal console
Crescenzio I, figlio di Teodora II, insorse
contro il papa e nel 974 lo incarcerò a Castel S.
Angelo in attesa del processo. Il rappresentante
imperiale, conte Siccone di Spoleto, accorse
invano a Roma per chiederne il rilascio. Eletto
papa con il nome di Bonifacio VII il diacono
Frantone fece strangolare Benedetto VI da
un prete di nome Stefano, nella speranza di
prendere il suo posto, ma morì anche lui
assassinato nel 985.
za di poteri: è considerato sempre
come un incaricato o coadiutore della chiesa pievana, la quale in nulla
resta menomata nei suoi diritti e nei
suoi doveri, e resta territorialmente
intatta: ecco le Cappelle. Il sacerdote incaricato di servirle è detto semplicemente Cappellano.
d) In un quarto tempo, questo sacerdote, che risiede permanentemente
presso la sua Cappella, riceve a
un dato momento anche il potere di
esercitarvi, più o meno largamente,
secondo il mandato avuto del Vescovo e dal suo Pievano, la cura
d’anime: ecco la Cappella curata,
o Curazia, o Rettoria. Il sacerdote è
detto Curato o Rettore.
e) Finalmente, il Curato o Rettore,
con la costituzione o consolidazione di un beneficio, mediante
il quale può vivere, ricevere tutte
le facoltà che gli occorrono, anche
di erigere nella sua chiesa il battistero, di assistervi ai matrimoni
e di avere un cimitero proprio. In
tal modo può svincolarsi totalmente
dalla dipendenza verso la Pieve: ed
ecco la Parrocchia. Storicamente,
la Pieve, da cui la parrocchia deriva,
sarà detta Chiesa matrice, la Parrocchia Chiesa filiale.
In molti casi questo passaggi si compiono per evoluzione naturale delle
cose, senza che sia emanato un apposito decreto vescovile di erezione.
Un bel giorno, quella che era chiamata Chiesa curata o Rettoria, una
volta conseguite le facoltà essenziali, viene chiamata, popolarmente
od ufficialmente, negli atti curiali,
parrocchia.
In altri casi, il Vescovo innalza la
Chiesa curata al rango di Parrocchia in actu visitationis, durante
una visita pastorale, specialmente
se vi è la insistente domanda dei
fedeli, o vi sono delle controversie da dirimere, e lo fa con regolare
decreto. Ma talvolta avviene che il
(Continua a pagina 4)
135. BENEDETTO VII, romano, 10.974
– 10.7.983
Dopo tante controversie venne eletto papa,
candidato da Ottone II, il vescovo di Sutri con
il nome di Benedetto VII.
Fu un papa di compromesso e si adoperò
per ricucire i contrasti tra la nobiltà romana
e l’imperatore, del quale però non riuscì a
liberarsi del tutto. Si dedicò al rafforzamento
degli ordini religiosi, a cominciare dall’abbazia
di Monte Cassino.
Egli considerava i conventi e i monasteri una
grande risorsa contro il continuo indebolimento
della Chiesa.
Alla sua morte Roma ripiombò nel caos delle
lotte tra fazioni. L’imperatore che si trovava
nel mezzogiorno impegnato nella lotta con i
saraceni, accorse subito nella città per pensare
ad un successore del Papa.
pagina 4
(segue da pagina 3)
decreto emanato, per una ragione o
per l’altra, non abbia poi effetto, e
che la erezione della Chiesa curata
in Parrocchia si debba fare effettivamente una seconda volta, più tardi o
molto più tardi.
Di tali decreti, sempre riguardo alle
Parrocchie più antiche, non si trova
né originale, né copia nell’Archivio della Curia, o perché non furono conservati, o forse anche per
il fatto che le carte e i documenti
più antichi sono andati distrutti o
dispersi. Non esiste quasi nulla
nell’Archivio della Curia che sia
anteriore, più o meno, all’anno
1450. I più antichi atti delle Visite
pastorali risalgono al 1474 e quelli delle nomine dei Pievani e dei
Parroci e della loro istituzione nei
benefici al 1445.
Nella Diocesi di Treviso risale all’anno 1581 (Sinodo del Vescovo
Francesco Corner). Da notare che
Il duomo di Oderzo
anche una Parrocchia o Chiesa filiale poté, e può ancora adesso, divenir generatrice, nei suoi confini,
per scissione, di altre Parrocchie;
e che nuove Parrocchie poterono
e possono esser formate da lembi, uniti insieme, di Parrocchie limitrofe diverse. Ma anche queste
Parrocchie di nuova creazione dovranno alla fine riconoscere storicamente la loro derivazione dalla
Pieve o dalle Pievi primitive.
Da notare ancora che la pratica iniziativa di fondare delle Cappelle
e delle Parrocchie poté talvolta in
passato esser presa, in un dato distretto ed entro i limiti di una o più
Pievi, non dal Vescovo o dal Pievano, ma da un Ordine religioso, senza intesa, o d’accordo con essi: per
esempio dall’Ordine Benedettino,
come avvenne nella nostra Diocesi nella Pieve di S. Maria di
Busco, dove i Benedettini Pomposiani ebbero un monastero dal
secolo XII alla metà del XV. Le
Cappelle o Parrocchie però, fondate od officiate dall’Ordine religioso
(nel nostro caso: S. Benedetto di
Piavon entro i confini della Pieve
di Oderzo, S. Nicolo di Candolè,
S. Mauro di Campo di Pietra e S.
Lorenzo della Bidoggia - parrocchia già da tempo soppressa - non
vennero sottratte per questo alla
giurisdizione del Vescovo diocesa-
no e alla dipendenza verso la loro
Pieve. Ciò avrebbe potuto verificarsi soltanto se, fin da principio, la
Chiesa Romana avesse emanato una
disposizione speciale per dichiarare
esente dalla giurisdizione episcopale un dato territorio: è il caso delle
Abbazie o Prelature nullius, che non
esistettero mai e non esistono nella
nostra Diocesi. Anche i Benedettini
Cistercensi (Pomposiani) dell’Abbazia di S. Bona di Vidor, colà venuti
circa l’anno 1110 e rimastivi fin verso l’anno 1370, nei confini dei loro
possessi eressero, od officiarono se
preesistenti alla loro venuta, alcune
Cappelle, che in parte divennero
poi Parrocchie: S. Maria in Vidor,
S. Maria in Castello di Vidor, la
Cappella ora distrutta della villa di
Nosledo, S. Pietro (ora S. Martino)
di Mosnigo nell’ambito delle Pieve
di Col S. Martino, e S. Leonardo di
Moriago nell’ambito della Pieve di
Sernaglia. Queste Parrocchie devono però sempre riconoscere come
Matrice la loro rispettiva Pieve, e
non la Chiesa dell’Abbazia di S.
Bona.
VICARIATI O FORANIE
II raggruppamento delle Parrocchie per Vicariati, o Congregazioni
foraniali, o Foranie, risale, nella
nostra Diocesi, al principio del
Seicento, e fu fatto la prima volta
per attuare le raccomandazioni del
Concilio Provinciale Aquileiese I,
tenuto nella Cattedrale di Udine
dal 19 al 27 ottobre 1596 dal Vescovo Leonardo Mocenigo, venuto in Diocesi nel 1599. Questi
nella sua Relazione del 25 gennaio 1604 alla S. Congregazione del Concilio sullo stato della
Diocesi, scriveva che ut dioecesim commodius regere et quae in
ea gerebantur facilius conoscere
posset, septem Vicarios Foraneos
constituerat, cum certa limitata
facultate, ac cum onere referendi
si quid in eorum Vicariatu accidisset vel reperissent quod provisione
aliqua episcopali indigeret”.
Ora i Vicariati, trasformati ed accresciuti secondo le necessità dei
tempi o l’opportunità, sono diciannove.
“Da Mons. Angelo Maschietto”
Parliamone
I fioretti
di PAPA LUCIANI
Gennaio-Febbraio 2009
Luciani aveva un ricordo grande per la Mamma. La
ricordava spesso, anche quando divenne Papa. Diceva:
“Mia mamma mi accompagnava in chiesa e ai santuari
della Madonna; lei mi accompagnava quando andavo a falciare il fieno.
Doveva anche intervenire spesso perchè a scuola il piccolo Albino era
vivace. Ascoltava da lei la lettura delle lettere di papà e si ricordava
quando non c’era lavoro…
Quando era in seminario era ancora ala mamma che si interessava come
passava il tempo libero delle vacanze.
Quando era Vicario Generale a Belluno la mamma spesso gli diceva.
Vienimi a trovare più spesso! Mamma mi hanno dato un incarico
grande….e lei: Io ti penso…ti accompagno con la preghiera perché tu
possa fare bene il tuo lavoro. Sulla immagine della mamma sua, Bortola
Tancon, Luciani scriverà di proprio pugno: “Vivas in Christo!”.
Dedicò il suo primo libro “Catechesi in briciole”: “Alla soave memoria
della mamma mia prima maestra di catechismo”.
Incontrandola in cielo, il figlio Papa Giovanni Paolo I le avrà detto:
Grazie, mamma!
Anche le mamme di oggi potrebbero imitarla!
DF
ETA’ DELLA
TRASFORMAZIONE
Per la prima volta la Pro Loco di
Tarzo in collaborazione con il Comune organizzerà un Cineforum.
I film avranno come tema l’adolescenza e le trasformazioni tipiche
di questa età. Le problematiche
dell’adolescenza viste attraverso le
immagini dei film potranno essere
d’aiuto per addentrarci, discutere e
capire maggiormente questa fase di
transizione e di cambiamento, dove
possono avvenire trasformazioni
talvolta determinanti per il resto
della vita. Non sempre risulta facile
per genitori ed educatori sintonizzarsi con adolescenti che sono nel
pieno del loro scombussolamento
psicologico causato dal cambiamento sia corporeo sia emotivo. Il
cinema per la sua particolare struttura permette di attivare meccanismi di proiezione e di identificazione che consentono allo spettatore di
entrare dentro la storia portandovi i
suoi vissuti. A partire da questi processi, favoriti dalla potenza delle
immagini che suscitano un’immediatezza di risposte emotive, sarà
poi possibile attraverso la discussione, aiutata dagli psicoterapeuti
che presentano il film,
elaborare
meglio le caratteristiche
di questa età
complessa.
Per tutto ciò,
questa iniziativa
di
cineforum è
rivolta in particolar modo
all’adulto
sia esso insegnante, genitore o educatore.
I film proiettati sono i seguenti:
Venerdì 20 marzo 2009
“Il calamaro e la balena”
di Noah Baumbach, 2005
Venerdì 27 marzo 2009
“Neverland (Un sogno per la vita)
di Marc Foster, 2005
Venerdì 3 aprile 2009
“Stand by me (Ricordo di una
estate) di Rob Reiner,1986
Le proiezioni si terranno presso
l’aula magna della scuola media
di Tarzo alle ore 20,15
Gianna Albertin
un centro di ascolto per bambini,
ragazzi e genitori
Si chiama “Parliamone” il nuovo progetto attuato dell’assessorato ai servizi sociali del Comune di Tarzo in
collaborazione con la Provincia di Treviso. “Parliamone” è un centro di ascolto e di consulenza psicologica
rivolto ai bambini e ai ragazzi di età compresa tra i sei e i quattordici anni, agli insegnanti e ai genitori.
Lo sportello è aperto al pubblico tutti i giovedì dalle ore 16 alle 18 nei locali della biblioteca comunale
in via Roma. Il servizio è gestito dalla dottoressa Antonietta Germanà. Ogni colloquio con la psicologa,
da prenotare prima per telefono, avverrà ovviamente nel massimo rispetto della privacy e dalla tutela del
segreto professionale. Il centro di ascolto psicologico offre un luogo dove si costruisce lo “spazio” per i
giovani, per parlare ed essere ascoltati, per esprimere le proprie emozioni e sentirsi accettati, per riflettere
ed essere sostenuti. Inoltre, offre la possibilità concreta, ad ogni genitore, di poter avere a disposizione un
“luogo” ed un “tempo” di ascolto e di confronto su aspetti utili a comprendere il processo di crescita e di
sviluppo dei bambini e dei ragazzi.
M.T.
Gennaio-Febbraio 2009
Con 10 euro si può andare al cinema, o mangiarsi una pizza o un hamburger con patatine e
avanzare qualcosa, ma sono sufficienti, anche,
per un grammo di “droga” e assicurarsi una serata “diversa”con gli amici.
Qualcuno la versa gratis in un bicchiere per
una prova omaggio, in vista di futuri guadagni.
Val la pena, dunque, di aprire gli occhi e cercare di vedere meglio il mondo degli adolescenti,
senza voler scavare il pozzo, già profondo, delle preoccupazioni dei genitori, ma con il fine di
aiutarli a capire i loro figli.
Vediamo i risultati di un dossier elaborato dal
una scuola lombarda sull’argomento.
CANNABIS: il 40,1% dei diciannovenni l’ha
fumata almeno una volta negli ultimi 12 mesi,
COCAINA: il 6,3% degli studenti l’ha sperimentata almeno una volta.
EROINA: il 2,2% quelli che l’hanno provata almeno una volta.
STIMOLANTI: uno su 15 dei 15enni ne ha fatto
uso nell’ultimo anno.
«Voce amica»
GIOVANI SCHIAVI
DELLE LIBERTA’
GENITORI essere presenti sempre, ma non
“gendarmi”
Vanno costruiti legami saldi e profondi con i figli, per aiutarli in questa età di forti turbolenze.
Sembra difficile, ma è assolutamente necessario.
CONSIGLI per mamma e papà
Osservate i cambiamenti inattesi ed esaminate
con attenzione quei segnali che indicano che c’è
qualcosa che non va nella vita dei ragazzi:
§ perdita di motivazione allo studio e peggioramento nell’andamento scolastico
§ assenze, ritardi poco giustificati, difficoltà nel
rapporto con gli insegnanti
§ richieste ripetute di colloqui da parte dei docenti
§ inaspettati e frequenti esiti negativi o, addirittura, bocciature
§ intensificazione di richieste eccessive e continue di privacy
§ uso di incensi, deodoranti per nascondere altri odori
§ cambiamenti nello stile di conversazione con
gli amici (aumento della segretezza, uso di
parole in codice…), frequentazioni di nuovi
amici poco noti
§ comparsa di abbigliamento o accessori che
testimoniano simpatia verso il mondo della
droga (braccialetti, magliette con la foglia di
marijuana)
§ aumento insolito delle richieste di soldi o prestiti
§ comparsa di strumenti per il fumo (cartine da
tabacco, pipe, filtri…)
§ inusuale comparsa di prodotti inalabili e accessori correlati (solventi, colle, lacche…)
§ aumento d’uso di collutorio o di caramelle
balsamiche, scomparsa di determinate medicine dalla farmacia di casa, in particolare
psicofarmaci
Tutti gli studi affermano che l’intervento contro
la droga è più efficace quanto prima avviene la
scoperta. Per questo motivo occorre:
1. essere informati sull’argomento per conoscerne la realtà prima di un possibile coinvolgimento diretto
2. informarsi sulle sostanze più note, i loro
nomi, nomignoli e i rischi connessi
3. non sottovalutare il consumo di sostanze
legali, come le sigarette e l’alcol
4. notare sbalzi d’umore, irritabilità, apatia,
depressione, eccitazione, ansia, ostilità o
rabbia
5. farsi insospettire dalla tendenza ad evitare
vecchi, buoni amici ed eludere le domande
riguardanti i luoghi e gli amici frequentati
6. non sottovalutare le frequenti bugie e l’impulso a frugare negli oggetti altrui fino a
rubare
7. rilevare la perdita di motivazione e interesse rispetto alle precedenti abitudini o alle
attività gradite sino a quel momento
8. allarmarsi per il continuo isolamento dalla
vita familiare, ma anche dalla relazione con
i compagni di scuola
9. rilevare con attenzione sonnolenza e rallentamento fisico, difficoltà ad addormentarsi,
tremori, agitazione e nervosismo
10. prestare attenzione agli occhi, per notare se
sono rossi o con le pupille dilatate, e anche
al modo di parlare che diventa confuso.
NO ALLE CATTIVE COMPAGNIE
SI AGLI ADULTI PRESENTI
L’avere amici che fanno uso di droghe è uno dei
pagina 5
fattori associati al consumo di sostanze illegali.
Uscire quasi ogni sera e andare in discoteca, al
bar e alle feste è il secondo comportamento associato all’uso di droghe. Percepire attenzione
dai genitori e sentirsi accolti da loro sono, invece sono fattori più frequentemente associati al
NON USO di stupefacenti.
ALCOL: le donne sono più a rischio
Un tempo si diceva, con sollievo, che i ragazzi
italiani, se confrontati con i coetanei stranieri,
erano meno toccati dal vizio dell’alcol. Non è
così negli ultimi 10 anni. Cresce il consumo, anche tra i ragazzi più giovani, il cosiddetto “underage drinking“, che riguarda 20 ragazzi su 100
tra gli 11 e i 15 anni e c’è una forte crescita di
consumo di alcolici fuori pasto tra gli adolescenti. Dal Nord Europa è arrivata anche una moda
pericolosa, il “binge drinking”: si beve in una
sola serata o in una festa una quantità smodata
di alcol col puro fine di ubriacarsi. Secondo una
mappatura proposta dall’Istat, i comportamenti
rischiosi riguardano due fasce d’età distanti: anziani dopo i 65 anni e ragazzi tra gli 11 e i 17
anni.
“Gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili”, mette in guardia Antonello Vanni in
“Adolescenti tra dipendenze e libertà” (San Paolo), “perché quanto prima un individuo inizia a
bere, tanto più rischia di sviluppare problemi
connessi all’alcol negli anni successivi. Secondo alcune indagini i giovani che iniziano a bere
prima dei 15 anni corrono il rischio quattro volte maggiore di diventare alcolizzati rispetto a
quelli che iniziano a 21 anni”.
Ad acuire i rischi è il fatto che nel corpo degli
adolescenti non sono ancora presenti gli enzimi
utili a “digerire” l’alcol, condizione peggiorata
nelle ragazze dal fatto che la dotazione enzimatica nel loro caso è la metà di quella a disposizione dei coetanei maschi e che la loro minore
massa corporea e di liquidi rende più difficile
diluire l’alcol.
Cominciano a bere a 11 anni
Il 93,0% dei fumatori di cannabis consuma anche alcol.
Il 19,9% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni consuma precocemente alcol.
Il 20,5% degli adolescenti tra i 14 e i 17 anni
consuma alcolici fuori pasto.
L’11,4% dei giovani tra i 16 e i 17 anni beve
episodicamente in una sola serata una quantità
smodata di alcol con l’intenzione di ubriacarsi.
LE NUOVE DIPENDENZE
Non ci sono solamente le droghe e l’alcol a minare la vita di tanti ragazzi. In qualche caso rischi e disagi arrivano da strumenti “innocui” e
spesso di “grande utilità” nella quotidianità dei
ragazzi e anche degli adulti, come i telefonini e
il computer. Si parla di “nuove dipendenze” ben
descritte nel testo scritto da Cesare Guerreschi,
New Addictions. Le nuove dipendenze. Internet,
lavoro, sesso, cellulare e shopping compulsivo.
Il cellulare è la prima causa di comportamenti
di abuso non correlati a sostanze, ma arriva dal
Giappone l’allarme della diffusione dello hikikomori, un disagio del comportamento che spinge
sempre più all’isolamento. Non sono più rari i
ragazzi che dimostrano sintomi come l’assoluta
difficoltà a staccarsi dal computer e la preoccupazione continua di vedere quanto accade su Internet, nella propria posta, su chat e Messenger.
Villa Bianca
progetto Atl@nte
L’Istituto delle Suore Francescane
di Cristo Re che gestisce la casa
di riposo Villa Bianca di Tarzo e la
Banca di Credito Cooperativo delle
Prealpi insieme per un importante
progetto: la realizzazione di una
cartella clinica informatizzata riferita agli anziani ospiti della struttura.
L’intesa fra Giovanni Sallemi, direttore di Villa Bianca, e Carlo Antiga,
presidente della Banca Prealpi, è
stata siglata nei giorni scorsi. Il locale istituto di credito ha garantito
il suo sostengo al progetto proprio
per il suo carattere “pilota”, che
consente la sperimentazione, anche
in ambito locale, di un sistema di
informatizzazione del fascicolo e
della documentazione clinica degli ospiti, ma anche di ogni dato
qualitativo e quantitativo riferito al
complesso dell’organizzazione del
centro.
L’auspicio è che il buon esito di
questo progetto sperimentale possa
fungere da volano per l’attivazione
di iniziative simili, e indurre la Re-
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI UMANI anno 1948
TUTTI GLI UOMINI HANNO:
Art. 1 Diritto all’uguaglianza
Art. 2 Divieto di ogni discriminazione
Art. 3 Diritto alla vita
Art. 4 Divieto di schiavitù
Art. 5 Divieto di tortura
Art. 6 Diritto alla personalità giuridica
Art. 7 Diritto all’uguaglianza dinanzi alla legge
Art. 8 Diritto di ricorso alla legge
Art. 9 Divieto di detenzione arbitraria
Art. 10 Diritto al giudizio
Art. 11 Diritto alla presunzione di innocenza
Art. 12 Diritto alla privacy
Art. 13 Diritto alla libertà di movimento
gione e gli Enti territoriali preposti
a sostenere in futuro il progetto ed
una sua applicazione diffusa sul
territorio.
Il nuovo sistema informativo per la
gestione complessiva socio sanitaria dei dati riferiti agli anziani ospiti, denominato Atl@nte, permette
di entrare scientificamente nel merito dell’operatività offrendo una
tracciabilità di ogni singola azione
clinica e non. L’adozione del sistema informativo consentirà di aiutare il team di operatori a svolgere il
servizio offrendo chiara visibilità
del percorso operativo, attraverso
la preventiva programmazione degli interventi, la pianificazione e le
azioni di verifica dei risultati.
La volontà è quella di consentire, in
futuro, ai famigliari degli ospiti di
Villa Bianca di poter seguire anche
via Internet il progetto assistenziale
messo in atto. I risultati operativi
del progetto Atl@nte, nelle fasi di
sperimentazione previste per gli
anni 2009/2010, saranno presentati
periodicamente alla comunità locale ed ai tecnici di settore – operatori
socio sanitari presenti nel territorio
dell’ULSS 7.
Martina T.
Art. 14 Diritto di asilo
Art. 15 Diritto alla nazionalità
Art. 16 Diritto al matrimonio ed alla famiglia
Art. 17 Diritto alla proprietà
Art. 18 Diritto alla libertà di culto e di pensiero
Art. 19 Libertà di opinione ed espressione
Art. 20 Diritto alla libertà di associazione
Art. 21 Diritto alla partecipazione politica
Art. 22 Diritto alla sicurezza
Art. 23 Diritto al lavoro
Art. 24 Diritto al riposo
Art. 25 Diritto al sostentamento
Art. 26 Diritto all’istruzione
Art. 27 Diritto alla cultura ed al progresso
Art. 28 Diritto al mondo giusto
Art. 29 Diritti e doveri verso la società
Art. 30 Inalienabilità dei diritti
Università degli Adulti della Vallata
In questo numero di “Voce Amica” si completa il calendario degli incontri.
3 marzo: Mattino: Prof. Gianalberto Zorzi - Primario
in medicina fisica Ospedale Treviso
Pomeriggio: Maestro Sergio De Stafani - Poesie dialettali
10 marzo: Mattino: Dott. Girolamo Da Dalto - Direttore Generale Banca Prealpi di Tarzo
Pomeriggio: Dott. Carlo Scaramazza - Esperto nell’arte dei tappeti
17 marzo: Mattino: Prof. Mauro Masat - Cardiochirurgo Primario Ospedale di Treviso
Pomeriggio: dott. Alberto Cunial - Comandante Polizia Giudiziaria Tribunale Pordenone
24 marzo: Mattino: Avvocati Maria A. e Pompeo Pitter - Giuristi del Foro di Pordenone
Pomeriggio: Sig. Francesco Dal Bo - Musicista
31 marzo: Mattino: Prof. Severino De Pieri - Docente
Università - Direttore COSPES e ISRE/SISF
Pomeriggio: Dott. Francesco Saita - Astrofisica
7 aprile: Vacanza Pasquale
14 aprile: Collegio “Don Bosco” di Pordenone, Mattino: Avv. Emo Ros - Dott. Foro Giuridico di PN
Pomeriggio: Dott.ssa Barbara Tomasella - arte
21 aprile: Mattino: Avv. Sandro De Nardi - Docente
Diritto Costituzionale Università di Padova
Pomeriggio: Sig. Valdino Franceschinis - Esperto culture orientali
28 aprile: Mattino: Notaio Gaspare Gerardi- Notaio
Pomeriggio: Prof. Giulio Fanti- Sindonologo - Docente Università di Padova
5 maggio: Mattino: Prof. Bruno Lucci - Neurologo.
Direttore Sanitario UILDM di PN-Docente Università
UD
Pomeriggio: Visita alla Cantina Collesel di S. Stefano
Valdobbiadene
12 maggio: Mattino: Prof. Gianluigi Nicolosi - Primario Specialista Cardiologo Ospedale PN
Pomeriggio: Lotteria
19 maggio: Mattino: Dott.ssa Giovanna Terzariol Studiosa d’arte
Pomeriggio: Avv. Paolo Fabrizio- Studioso di Storia
Postale
26 maggio alla Villa Albergo di Soligo: Mattino:
Proff. Luisa e Beppe De Filippi- Dottori Ricercatori
Università di Torino
Pomeriggio: Chiusura del Corso in allegria
Antonio Pancot
Gennaio-Febbraio 2009
Il dottor Bach e
i suoi fiori (parte 2a)
La fitoterapia
«Voce amica»
pagina 6
Prima della sospensione per
le festività natalizie, trattando
dei fiori di Bach, c’eravamo
ripromessi di dare qualche notizia sulla loro preparazione.
Si tratta – come tutte quelle di
cui ci siamo occupati in questa rubrica – di una preparazione ben accessibile anche in
ambiente domestico. Lo dice
in fondo lo stesso Bach: “In
questo sistema di guarigione,
tutto può essere fatto direttamente dalla gente; persino,
se si desidera, la ricerca delle
piante e la preparazione dei
rimedi.”
Per evitare i frequenti equivoci è meglio rifarci anche per quest’ultima
alle parole stesse dello scopritore:
“I rimedi andrebbero preparati vicino al luogo in cui la pianta cresce,
in quanto i fiori andrebbero usati
immediatamente dopo essere stati
colti. Si prenda una scodella di vetro
sottile piena d’acqua pulita, preferibilmente di fonte pura o ruscello.
Immersivi i fiori, li si lascino galleggiare in modo tale da ricoprire
la superficie del liquido, senza però
che i fiori si sovrappongano; quindi
li si tenga alla diretta luce del sole
fino a quando non diano segni di
appassimento (il tempo varia da due
a sette ore). Dopo di che si levino
delicatamente i fiori e si riempia a
metà con l’acqua della scodella una
boccetta, aggiungendovi per l’altra
metà del brandy come conservante.
Queste boccetta così preparate con
i vari fiori costituiranno il nostro kit
di rimedi e potranno essere conservate indefinitamente” (mancando il
sole, Bach suggerisce di utilizzare il
fuoco sottoponendo a breve ebollizione il liquido con i fiori immersi).
I prodotti così ottenuti non sono
solitamente utilizzati tali e quali,
ma vengono sottoposti a diluizione,
nel modo seguente: se ne prendano
due o tre gocce e le si metta in una
boccetta da 30 ml, da riempire con
acqua e, se ne è necessaria la conservazione per lungo tempo, con un
po’ di brandy, agitando poi bene il
tutto. “Quella così preparata – scrive Bach – è la medicina che viene
somministrata, in dose di cucchiaino, secondo il necessario. Nei casi
gravi potrebbe essere necessario
ogni ora. Nei casi comuni, quando il
malato ha un disturbo cronico, ogni
volta che ne sente la necessità, siano
8 o 10 volte al giorno, o solo 1 o 2”.
Bach consiglia anche – qui discostandosi dall’omeopatia ortodossa
– la contemporanea assunzione di
più d’uno dei suoi rimedi nel caso di
dubbio sulla scelta più appropriata o
in quello in cui siano allo stesso tempo presenti nel malato stati d’animo
diversi.
Piero C.
«Voce amica»
Gennaio-Febbraio 2009
pagina 7
L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO
La morte è scandalo e sconfitta, tutto nell’uomo si ribella ad essa.
Tuttavia il morire fa parte del nostro destino in maniera ineluttabile.
Ogni minuto scandito dall’orologio
ci avvicina all’evento, certo ma
imprevedibile, della nostra morte.
La malattia, il decadimento fisico,
la vecchiaia, sono sogni sgradevoli
che preparano però l’uomo al momento del distacco da questo mondo. Quindi, si potrebbe dire che alla
morte non si deve ribellare, né pensare che esistono strumenti umani
per sfuggire ad essa. La modernità
ha, in tal senso, prodotto delle false
soluzioni allo scacco della morte. In
particolare, il positivismo scientista
ha instillato nella cultura contemporanea l’idea che la medicina sia
la soluzione per sconfiggere la signora vestita di nero. Questo equivoco attribuisce alla medicina un
potere pressoché divino, consistente nel decidere – talvolta insieme
al paziente, ma non sempre – della
vita e della morte dell’uomo.
IL COMPITO
DELLA MEDICINA
La medicina ha invece il compito
– il dovere morale e giuridico – di
lottare incessantemente e senza risparmiarsi contro ogni malattia.
Questo combattimento fra medico
e malattia ha però un esito finale
scontato, segnato dalla sconfit-
ta: nell’ultimo atto della commedia della vita – anche dopo quelle
molte vittorie parziali che sono le
guarigioni – ogni paziente muore.
Se lo scopo essenziale della medicina fosse guarire i pazienti, se ne
dovrebbe dedurre che essa insegue
uno sforzo immane e irraggiungibile. Invece, l’essenza della medicina è la cura. Il prendersi cura del
paziente è sempre possibile. Per
questo sarebbe meglio dire che esistono “pazienti inguaribili“, mentre nessun paziente è “incurabile“.
Come si vede da queste riflessioni,
la modernità oscilla fra due errori
opposti e terribili:
a) presumere che la medicina (in
quanto scienza esatta, empirica) sia onnipotente, possa vincere ogni ostacolo e sia “fonte
di salvezza”; e che quindi essa
sia l’unica vera risposta al bisogno di salvezza dell’uomo;
b) b) ritenere che la medicina,
quando si rende conto di non
poter guarire il paziente, debba
fermarsi, lasciando che “la natura faccia il suo corso”; cioè
facendo intenzionalmente morire il malato, astenendosi dal
curare o somministrandoli sostanze letali.
Le due posizioni si sostengono a
vicenda e diventano sempre più
forti nella società in cui viviamo
DECALOGO ANTITRUFFA
1) BORSEGGI. I borseggiatori operano in luoghi affollati e talvolta in gruppo, urtando spintonando. CONSIGLI: Non dilungatevi in strada dopo essere entrati in Banca o in Posta. Non
tenere grosse somme nella borsetta o portafoglio. Le chiavi di casa tenerle separate dai soldi. Conservare a casa fotocopia dei documenti:
carta di identità, patente, bancomat ecc.
2) TRUFFE SUCCESSIVE AI PRELIEVI.
Nessun Ente, Banca, Posta, Gas, Luce, ecc.
manda i dipendenti a controllare i soldi ricevuti.
3) MAGHI E CARTOMANTI. Non parlare
con estranei della tua vita privata e tanto meno
di quella di conoscenti. Hanno capacità implicite di carpire la buona fede.
4) GIOCHI D’AZZARDO E FACILI VINCITE. Al gioco vince chi gestisce il sistema.
Non accettare telequiz, o telefonate con facili
cruciverba od altro. Mai comporre i numeri
che iniziano con 892 e 899, il costo di ogni
chiamata è di 15 euro.
nella quale il volontarismo – cioè
l’autodeterminazione
arbitraria
delle persone - diventa l’unica bussola dell’agire umano. Producendo
questo scenario schizofrenico: i familiari si aspettano che il medico
guarisca sempre il loro congiunto,
e se il malato muore sono pronti a
trascinare in giudizio il “sacerdote
in camice bianco “ che ha fallito la
sua missione. D’altro lato di fronte
al malato in coma o in stato vegetativo, i parenti chiedono alla medicina di porre fine alla vita. Cioè
di uccidere.
CURE PROPORZIONATE
E CURE ORDINARIE
La chiesa offre alcuni criteri ragionevoli per distinguere l’omicidio
– tale è ogni azione diretta a provocare la morte del malato - da un
uso sensato e moralmente buono
nei mezzi terapeutici.
A) il paziente non ha mai il diritto
di procurarsi o di farsi procurare la
morte.
B) il paziente ha diritto a morire in
tutta serenità, con dignità umana e
cristiana.
C) ognuno ha il dovere di curarsi
e farsi curare; questo significa che
i medici ed i loro collaboratori dovranno somministrare i rimedi ritenuti utili e necessari. E’ evidente,
ad esempio, che garantire cibo e
acqua (alimentazione e idratazione
non sono terapie) significa fornire
ciò che è sempre utile e necessario. L’intervento medico ha senso
solo quando non nuoce (principio
già elaborato da Ippocrate) e solo
se produce qualche effetto benefico significativo; in caso contrario,
esso non migliora il quadro clinico
del paziente. L’atto medico è particolarmente doveroso quando da
esso dipende la vita del paziente,
e una sua omissione potrebbe provocare come conseguenza diretta la
morte.
D) quando un mezzo terapeutico
è straordinario, non è obbligatorio
farvi ricorso.
Articoli per VOCE AMICA
Si ricorda ancora di preparare possibilmente gli articoli e le
foto su supporto informatico.
Articoli in formato Word, Foto in formato jpg.
Si ringrazia per la collaborazione.
Avviso agli anziani e non solo, integriamo quando già riportato nel precedente numero di V.A.
5) SCONOSCIUTI ALLA PORTA. Talvolta
si presentano falsi ufficiali pubblici. Non aprite e fatevi dire il loro nome. Telefonate al 112
o 113.
6) ACQUISTO DI PRODOTTI FALSI. Acquirenti in buona fede: attenti al luogo ed al
prezzo. Acquirenti in mala fede: incorrete in
sanzioni civili, penali ed amministrative. Può
esserci rischio anche per la salute, in particolare quella dei bambini.
7) VENDITE CON CONTRATTO PER
STRADA O A DOMICILIO. E’ sempre possibile esercitare il diritto di recesso entro 10
giorni tramite lettera raccomandata. Non firmate moduli se non avete letto e capito il contenuto. Chiamate il 117.
8) VENDITE TELEFONICHE. Vedi punto
7. Vale il diritto di recesso. Conservate la raccomandata con ricevuta di ritorno. Per i contratti telefonici o televisivi si può recedere in
qualsiasi momento, Legge 40/2007.
9) MOLESTIE TELEFONICHE. Nessuno
può prendere i nostri dati dall’elenco telefonico per fare offerte di vario tipo. Tuttavia le
telefonate sono spesso assillanti, tenete nota
della ditta e segnalatela all’Autorità garante
della privacy.
10) OFFERTE AGGRESSIVE. Sono vietate le visite non gradite. Fare sollecitazioni
telefoniche o con altri mezzi. Coinvolgere i
bambini per l’acquisto. Attenzione alle presunte vincite, alle informazioni non veritiere
sui prodotti, alle offerte gratuite, alle pressioni
psicologiche per concludere un contratto.
Numeri utili
- Carabinieri 112
- Polizia di Stato 113
- Vigili del Fuoco 115
- Guardia di Finanza 117
- Guardia Medica 118
- Comune 0438.926411.
pagina 8
Angolo
dei ricordi
«Voce amica»
LA BORGATA di RESERETTA
(Continua dall’ultima pagina)
Momenti di svago e di vera allegria
per ragazzi e ragazze, ma anche di timore per quando, al ritorno a casa, trovavano madri non sempre contente di
quei passatempi dei figli.
Reseretta aveva anche un barbiere ambulante, attività portata avanti
tra gli anni 1940-50 da Salezze Luigi
(detto Biciòle), per “negozio” aveva la
strada che attraversava la borgata e per
arredo uno sgabello per i clienti, era
sposato con Zanetti Rosa ed aveva 5
figli, svolgeva la sua attività anche nei
paesi vicini della vallata.
Un mulino si trovava in basso verso
Prapian più o meno sotto quella zona
un tempo chiamata con il vecchio toponimo le cesure, la ruota era azionata
dall’acqua delle risorgive di Resera e
Reseretta che arrivava ad un laghetto fatto apposta per tenere la riserva
d’acqua per far girar la ruota, l’invaso
fu poi coperto quando il mulino fu dismesso intorno alla fine degli anni ‘40
del 900 ed il terreno preparato alla coltura della vite.
Era detto lo stuon dei foschi, perchè
di loro proprietà e precisamente di Gabriele De Martin (Gabriel Fosco) che
lì teneva anche i muli per il trasporto
di biade e farine; l’attività fu poi rilevata dai Sacchet. Facevano di mestiere
i sanser Michelon Francesco (Chechin
Miazzo) e Domenico Faraon (Meno
Paulon), che era quello del mediatore
e mercante di bestiame, mestiere che li
portava per le compravendite nei vari
mercati della zona, fino anche a Feltre
ed oltre a questo erano chiamati in svariate famiglie a sistemarne l’eredità nei
trapassi generazionali; lavori questi che
poi portarono avanti i rispettivi figli
Michelon Antonio e Mario Faraon fino
a quando questi mestieri tramontarono
col sopraggiungere del progresso.
Costruttori di ceste e gerle di tutte
le misure erano Piero Re e successivamente Stefano Faraon (Stefen) che con
il figlio Beniamino rilevò casa e podere che furono di Giuseppe De Martin
(Bepi Fosco) e poi dei figli Cesare e
Meto emigrati in Canada.
Giobatta De Martin (Tonin) era il
vecchio cacciatore della borgata con il
suo porto d’armi del 1926.
Qualche signora si ricorda poi della
Maria Martina dove le ragazze andavano ad imparare a pontar.
Michelon Francesco era uno dei
pochi in paese che girava con carretta
e cavallo, aveva 12 figli! Il più vecchio, Giovanni fece il trasportatore
(cariòt), mentre il secondo maschio,
Paolo, dopo avere imparato il mestiere
di falegname in borgo Silan da Chechi
Ambrosio, aprì la sua attività di falegnameria proprio a Reseretta in quella
Foto del 1929, da sinistra: la Amalia Dal Col
(Bora), Zandonella Luigi con la sua sposa
Zandegiacomo Augusta nel giorno del loro
matrimonio.
casa che fu poi abitazione del fratello
Angelo.
Prodotti del laboratorio erano: serramenti, letti, credenze e mobilia, casse
da morto, carri e carriole, attività che
fu poi trasferita in via Corona in quella
che fu poi abitazione della figlia Anna.
Nella zona dove abita la signora Maria vedova di Da Ros Antonio (Toni
Corpo), andando verso la zona detta
dei castellich, c’era una vecchia cava
di ghiaia che il comune utilizzava per
la manutenzione delle strade quando
non era ancora giunta l’asfaltatura;
negli anni ‘40 era preposto allo scavo
nella cava Da Ros Domenico (padre
di Antonio) originario di Cappella che
nella cava trovò tragicamente la morte
mentre stava cavando ghiaia, travolto da una frana staccatasi dal costone
dove stava lavorando..
E’ anche la borgata dei due capitelli: quello in basso, nel borgo e quello
in alto sulla strada Tarzo-Resera; il
primo, costruito sul terreno donato da
Michelon Angelo, vide tutta la borgata
adoperarsi nella sua costruzione o nel
portare materiale o (i ragazzi) andando
a chiedere offerte a Colmaggiore, Fratta, Corbanese con Michelon Antonio
che teneva i conti, tante uova furono
vendute per questo capitello!
Il capitello si fece! Piero Gregoletto (Fefe) e Pietro Da Re andarono ad
acquistare la statua della Madonna e
così fu che all’inizio degli anni ‘50 il
capitello fu benedetto!
Il 21-11 di ogni anno da allora c’è
la messa, e la sagra era completa con
l’arrivo da Resera della Orsolina dei
buzolà, con il banchetto dei biscotti,
gli spaghi di liquirizia e i lecca-lecca.
Pradal Giacobbe (Cobe), colorito
personaggio della borgata, invece di
dare un’offerta per il capitello pensò di farne uno lui sul terreno di sua
proprietà ed ecco sorgere più o meno
nello stesso periodo l’altro capitello,
che venne poi abbellito dalla famiglia
Zanetti (Tetuza) quando acquistarono
la proprietà del Cobe con annesso capitello.
Il suddetto Giacobbe fu personaggio
un po’ sopra le righe, in Reseretta ave-
va stalle sui faè (zona oltre il ruscello
che scende da Resera più vicina a quella borgata) nel borgo e sui castellich,
tra questi posti spostava saltuariamente le mucche che teneva e la notte rimaneva a dormire nella stalletta dove
al momento aveva il bestiame; se lo
ricorda ancora bene Armando Dal Col
quando scendendo da Longarone dove
abitava con la famiglia, per stare con
il nonno materno, non poteva dormire
nel comodo letto a Reseretta, ma doveva seguire il nonno nelle varie “transumanze” e quindi dormire nei fienili,
con una giacca sotto ed una coperta
sopra, ed alle 3 di mattina alzarsi per
“varnare” le mucche e fare tutto il resto...., non è un caso se poi andasse a
finire a dormire sotto ad un castagno ed
il nonno andare in giro a cercarlo!
Il Giacobbe aveva una spiccata propensione verso gli affari, il mercanteggiare, negli anni ‘20 con carretto e
cavallo vendeva pignate e mercanzia
varia su fino a Ponte nelle Alpi e se gli
avanzava merce arrivava fino a Longarone.
Verso la fine degli anni ‘20 acquista
il primo camioncino (cosa rara a quei
tempi) e lo guida Luigi Angelo Dal Col
(Pin Bora) suo genero (da Reseretta
anche lui), che dopo aver fatto il carpentiere e vari altri lavori in Francia,
tornato in Italia fece la patente per così
guidare il camioncino del suocero nei
commerci col bellunese; dopo qualche
anno, nel 1929, il Pin Bora mise in
piedi un chiosco a Rivalgo (frazione di
Longarone) per 1 - 2 anni a cui seguì
l’acquisto di un negozio in Piazza Libertà a Longarone, ebbe 3 figli Alice del
1931, Giacomo del 1933 ed Armando
del 1935, quest’ultimo seguendo una
forte passione per la natura è divenuto
uno tra i maggiori maestri/creatori di
bonsai al mondo (titolare del giardino
della serenità in Tarzo).
Parte della famiglia perì nel 1963
nella catastrofe del Vajont.
L’emigrazione fu anche per Reseretta fenomeno amaro, duro ed importante e che coinvolse generazioni
e generazioni di tutte le famiglie del
borgo che nella maggior parte dei casi
si trovavano in situazioni economiche
di estrema povertà (nell’800 la pellagra fu fenomeno esteso, che più di ogni
altro denotava le critiche situazioni famigliari) senza avere una possibilità di
poter cambiare la situazione se non con
il partire verso quegli Stati che qualche
possibilità la davano.
Dalle emigrazioni stagionali verso
gli stati dell’Europa centrale, all’emigrazione della seconda metà dell’800
in America Latina, fino al ‘900 con
un’emigrazione volta a molti paesi in
tutto il mondo, ma anche verso città
italiane, si ricorda una famiglia De
Martin di Reseretta partita per le bonifiche pontine (nel Lazio) e lì rimasta;
furono veramente in tanti casi piccole
e grandi epopee, storie che meriterebbero esser raccontate e che in tanti casi
non è rimasto più nessuno a poterne
tramandare il ricordo, morte e sepolte
col passaggio delle generazioni.
Zandonella Luigi fu Pietro classe
Gennaio-Febbraio 2009
1903 era di Dosoledo nel Comelico
superiore, dopo il militare, nel 1923
raggiunge il fratello Rocco in Svizzera
per lavoro, facevano gli arrotini, negli
anni successivi conosce ad una festa
di italiani la figlia di Zandegiacomo
Eugenio di Auronzo e della Amalia
Dal Col (Amalia Bora) di Reseretta,
Zandegiacomo Augusta che nel 1929
diverrà sua moglie.
Nel 1931 vengono a Reseretta, c’è
la vecchia casa di Mattio De Martin
(Mattio Fosco) isolata, sulla strada
per le polse in vendita, a Luigi il posto piace, acquistano casa, spediscono
i mobili e nel 1933 la famiglia abita a
Reseretta mentre lui continua a lavorare in Svizzera in vari paesi.
Per vari anni lavorò nei dintorni di
Zurigo alla “Pucher Guier” (macchine
per l’agricoltura) qui avevano bisogno
di operai e lui sapendo bene il tedesco
ed avendo guadagnato sul lavoro la fiducia dei responsabili, riuscì a mandare a Tarzo decine di contratti di lavoro,
altri ne mandò poi per l’agricoltura,
molte famiglie del paese beneficiarono
di queste opportunità grazie alla transazione di Luigi e non erano occasioni
facili da avere e molti ancora si ricordano cosa voleva dire a quei tempi,
avere un contratto di lavoro in mano!
Lavorò, poi, in altre aziende anche
tedesche nel campo dell’industria pesante (1938) per ritornare definitivamente a Reseretta dalla famiglia nel
1952 e cominciare una vita fatta di
agricoltura e del suo vecchio mestiere:
l’arrotino.
In dialetto l’affilare oggetti si dice
guar, quindi lui che era l’affilatore era
il gua e da tutti in paese era conosciuto
con questo soprannome anche perchè
seppur per hobbi continuò questa attività, aveva una bicicletta autocostruita
con ruota molitoria in casa, fuori prendeva su forbici, rasoi, coltelli...., a casa
lavorava e poi riportava lui stesso i
pezzi affilati.
Quindi Reseretta ebbe per molti anni
anche il proprio gua.
Questa non è che una (anche se
esemplare) di quelle tante vite che meriterebbero esser raccontate: la Mora
Fosca, Amalia Bora, Lidia Bora, Cobe
Pradal, Chechin Miazzo, al gua, curaulo, i Dal Gobbo Beca, i Zanetti
Zetuza..... sembra impossibile vista
adesso la borgata che potesse “contenere” tutta questa vita” senza quella
che non siamo arrivati sicuramente a
raccontare!
Anche Reseretta come le altre borgate era piccolo paese nel paese con
le sue peculiarità date dalle caratteristiche del posto e dall’intraprendenza dei
suoi abitanti che nel tempo ne determinarono l’impronta.
Un sincero ringraziamento per le informazioni ed i ricordi a Benito Zandegiacomo ed alla madre Maria Pierina
De Martin, a MichelonWalter ed alla
moglie Rosanna, a Zandonella Luciano, ad Dal Col Armando, a Michelon
Franca, a Pante Amabile e Pante Angelina.
Bruno M.
«Voce amica»
Gennaio-Febbraio 2009
Notizie dal Comune
ELEZIONI EUROPEE,
AMMINISTRATIVE E REFERENDUM
A cura di Francesco Introvigne – Responsabile Area
Si svolgeranno sabato 6 (15-22) e domenica 7 giugno 2009 (722) le Elezioni Europee, con l’accorpamento delle Elezioni Amministrative (quest’ultime non interessano il nostro Comune). Non è
stata ancora fissata, invece, la data del Referendum: si sta discutendo tra l’accorpamento del 6-7 ed il 14 giugno.
Voteranno in Italia, nei rispettivi Comuni di iscrizione, gli elettori
residenti (APR), mentre voteranno all’estero, per corrispondenza,
gli elettori residenti all’estero (AIRE).
L’attuale corpo elettorale risulta così formato:
Comune di Tarzo
Elettori
Elettrìci
Totale.
Votanti a Tarzo
(APR)
1724
1935
3659
Votanti all’estero
(A.I.R.E.)
333
306
639
2057
2241
4298
TOTALE
OPERE PUBBLICHE
Ristrutturazione del municipio
Si tratta del primo stralcio dei lavori che, complessivamente, porteranno alla riqualificazione di tutta l’area
intorno alla sede municipale. L’intervento consiste nel
restauro conservativo e nel consolidamento statico
della struttura, della copertura, del solaio della soffitta raggiunta da una nuova scala di collegamento, nella
realizzazione di impianti tecnologici e servizi igienico-sanitari. Il costo preventivato è di 350 mila euro
(113.000 € di contributo Regionale; 60.000€ un contributo del Bim Piave e per la parte restante il Comune
accenderà un mutuo).
La prima fase dei lavori, concentrati sulla parte alta
dello stabile, consentirà di recuperare gli spazi del sottotetto, rendendoli agibili e permettendo la creazione
di nuovi uffici. Successivamente, si andrà a ristrutturare anche il resto dell’edificio.
La ditta Tonet s.r.l di Santa Giustina (Bl) ha vinto l’appalto per questo primo intervento
- Il piano complessivo comprende anche lo spostamento della biblioteca, che sarà trasferita in un ambiente
più consono e spazioso.(L’Amministrazione sta attendendo un contributo regionale che dovrebbe coprire
interamente le spese). Le diverse modifiche che si andranno a compiere sull’area trasformeranno la parte retrostante la sede comunale in una sorta di corte interna,
destinata a diventare luogo di ritrovo.
Area dell’istituto comprensivo,
Nei prossimi mesi cambierà decisamente aspetto anche
l’area dell’Istituto Comprensivo, dove sarà attuato un
progetto che ne consentirà la sistemazione definitiva,
per il quale è già stato raggiunto un accordo con la
Banca Prealpi.
Ponte di Castellich
E’ cominciato l’intervento per la sistemazione dell’incrocio in località Castellich che prevede la realiz-
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ww.comune.tarzo.tv.it
C O M I TAT O B I B L I O T E C A
Prima riunione del nuovo comitato biblioteca comunale convocato dall’assessore alla cultura
Andrea De Polo. Erano presenti
i membri eletti dal Consiglio Comunale: Roberta Tomasi, Davide
Curreri, Carla Candiani, Luciano
Cesca, Valeria Azzalini, Renata
Sopracordevole Lanzi, oltre ai rappresentanti delle Associazioni e
gruppi organizzati presenti sul territorio. Roberta Tomasi è stata nominata presidente, Davide Curreri
vice presidente, Carla Candiani segretaria. Il nuovo Comitato affiancherà da subito i sodalizi attivi nel
Comune per lo svolgimento delle
varie iniziative culturali e sociali.
Primo appuntamento in calendario
è stata la mostra del libro, resa possibile grazie alla partecipazione di
una decina di volontari. Un successivo incontro del comitato si è svolto il 4 febbraio in sala consiliare,
zazione di una nuova intersezione a raso tra la strada
provinciale 635 e la via Castellich. Per coprire le spese
dell’importante opera sono stati messi a bilancio complessivamente 475 mila euro (245.000 € quale contributo della Regione, 100.000 € per opere da Veneto
Strade, il resto sarà a carico del Comune). In questo
progetto è prevista anche per la messa in sicurezza della strada che da località Fornaci arriva a Nogarolo.
Strada di Mondragon
E’ prevista la sistemazione della strada Corbanese
- Mondragon, dove lo scorso dicembre si è verificata
una frana. Le piogge incessanti hanno causato un grande smottamento che aveva interessato la carreggiata,
rimasta allora chiusa al traffico per diversi giorni e
probabilmente lo sarà anche nei prossimi se continua a
piovere. Per intervenire in questa zona ed in altri tratti
del percorso, la Provincia ha stanziato una somma di
90 mila euro.
Nuovi marciapiedi a Tarzo
Sono pronti i nuovi ed eleganti marciapiedi lungo via
Roma. Con l’intervento si è sistemata ed allargata la
carreggiata e sono stati realizzati i necessari parcheggi.
I lavori, totalmente a carico del Comune, sono venuti
a costare circa 110 mila euro. Vari ritardi nella esecuzione dell’opera sono imputabili al maltempo ed alle
modifiche che si sono rese necessarie in corso d’opera, soprattutto nella parte in cui i nuovi marciapiedi, a
sbalzo, hanno interferito con l’area della parrocchia.
Marciapiedi a Fratta e Colmaggiore.
L’opera avrà un costo complessivo di 595 mila euro, di
cui 150.000 € dai dividendi Asco Piave, 267.750 € da
un contributo regionale, finalizzato alla realizzazione
di quest’opera, per la parte restante il Comune ha acceso un mutuo. Sono in fase di elaborazione i progetti
definitivi ed i lavori che collegheranno le due località
ai marciapiedi della Corona partiranno tra la fine dell’anno corrente e l’inizio del 2010.
dove è stato formalizzato - assieme
alle associazioni - il calendario delle manifestazioni per tutto il nuovo
anno 2009, disponibile anche sul
sito internet del comune.
Mostra del libro
e letture animate
Anche quest’anno, in concomitanza con la festa della Candelora
l’assessorato alla cultura e la Biblioteca Comunale hanno organizzato la Mostra del Libro. Nonostante i venti di crisi le vendite sono
andate molto bene. Sicuramente un
buon incentivo per gli acquirenti è
stato lo sconto del 30% applicato
sui prezzi di copertina. I tarzesi
hanno avuto a disposizione più di
1800 titoli fra novità letterarie, dizionari, manuali, romanzi e grandi
classici; cui va aggiunto l’angolo dedicato agli autori locali, ove
sono state messe in vendita anche
opere di difficile reperimento.
Considerato che in paese non vi
è una libreria, la Mostra del Libro
si conferma un’ottima opportunità,
anzi, un vero appuntamento da non
perdere per la popolazione di Tarzo!! Un particolare ringraziamento va a tutti i volontari che hanno
lavorato molto e con particolare
dedizione per la realizzazione di
questo evento.
Mercoledì 28 Gennaio, in occasione della mostra del libro, si è
svolta l’iniziativa “Letture Animate” rivolta ai bambini della
scuola materna ed elementare. Le
nostre lettrici, Alessandra, Carla,
Caterina, Daniela e Nives hanno
raccontato e recitato storie e scenette sul carnevale, tra le quali la
bella e spesso dimenticata storia
dello zio Tonto, meglio conosciuto come Barba Zhucon. Dopo aver
allietato i bimbi, il pomeriggio si
è concluso con un dolce rinfresco
per tutti a base di biscotti, castagnole, crostoli e frittelle.
La partecipazione è stata molto
numerosa e, visto l’entusiasmo da
parte dei piccoli spettatori, già si
prevedono altri incontri di letture
animate in biblioteca nel prossimo
futuro.
Daniela F. Vian
bibliotecaria
Arfanta
«Voce amica»
Paese mio
Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta
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IN PREPARAZIONE
DELLA PASQUA
Proponiamo il calendario delle celebrazioni eucaristiche e liturgie che ci
accompagneranno nel cammino verso la S. Pasqua:
♦ Ogni venerdì dal 27 febbraio
alle 16.30, in chiesa, Via Crucis
per bambini ed anziani.
♦ Venerdì 27 marzo alle 20.30, si
svolgerà nella nostra parrocchia
la Via Crucis Foraniale animata
dai Gruppi Giovani Parrocchiali
della “Vallata”. Si partirà dalla
chiesetta di S. Rocco in Resera
per giungere alla Chiesa Parrocchiale di S. Bartolomeo Apostolo. Il tema prescelto è: “La Via
Crucis della Solidarietà”. Presiederà il rito don Ezio Segat Assistente Commissione Giovani
“La Vallata”. Tutta la comunità è
invitata.
Gennaio-Febbraio 2009
Brevi di cronaca
La settimana santa
5 aprile - Domenica delle Palme
ore 9,15 Benedizione dei rami di olivo
e processione dalla canonica. Santa Messa
Lunedì – Martedì – Mercoledì Santo
Ore 16 – 18,30 Santa Messa ed Adorazione
9 Aprile - Giovedì Santo
ore 8,30 in Cattedrale per la Santa messa crismale.
ore 18 S. Messa in Coena Domini
10 aprile - Venerdì Santo – Astinenza e digiuno
ore 15 a Corbanese celebrazione della passione e
morte di Gesù
Ore 17 via Crucis
11 aprile - SABATO SANTO – a Corbanese Veglia
pasquale
Ore 20 Liturgia della Luce, della Parola, Battesimale
e Liturgia Eucaristica (S. Messa)
DOMENICA DI PASQUA
Ore 9,30 Santa Messa Solenne di Pasqua
13 aprile - Lunedì di Pasqua
9,30 Santa Messa
VOI SIETE IL SALE
E LA LUCE…VENITE E VEDRETE…”
E’ ripreso nel nuovo anno, con gioia ed impegno
il percorso foraniale di preghiera per giovani.
Venerdì 23 gennaio, ci siamo incontrati nella chiesa
parrocchiale di Tarzo soffermandoci sul tema della
Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto 2002:
“Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”.
Attraverso le varie tappe della veglia e con l’aiuto di
alcuni segni tra cui il sale, la luce e la terra abbiamo
cercato di capire che Lui ha fiducia, ripone delle
speranze in noi e noi non possiamo deluderLo. Egli
ci chiama a seguirLo, senza esitazioni, diffondendo
a quanti incontriamo la Sua Parola.
Venerdì 20 febbraio invece ci siamo radunati nella
chiesa di Premaor (Miane). Il tema scelto è tratto
della G. M. della G. di Parigi 1997: “Maestro, dove
abiti? Venite e vedrete”. In questa occasione abbiamo
meditato su dove abita Gesù? Egli è presente nelle
varie situazioni che la vita mette davanti ogni giorno.
Egli ci invita ad andare a vedere, a conoscerLo ed
amarLo..
Il prossimo appuntamento: la Via Crucis Foraniale
Giovanile (vedi preparazione alla santa Pasqua)
Auguro a tutti i giovani e alle loro famiglie una
buona Quaresima e una serena S. Pasqua.
Valentina
Pozzo di S. Patrizio
Sono in corso le operazioni
di raccolta oggetti e “donazioni varie” per il Pozzo di
S. Patrizio che verrà organizzato in occasione delle festività di San Bartolomeo, la
parrocchia ringrazia fin d’ora
il buon cuore di quanti parteciperanno alla raccolta, alla
gestione e soprattutto offriranno gli oggetti. Anche nel
periodo della crisi, troveremo tutti un buon motivo per
partecipare a buone opere.
Ricordiamo i
compiuti da Andrea Gregoletto e gli facciamo i nostri
migliori auguri.
NA CAMINADA A REFANTA
Ricordo
POSSAMAI
ANTONIO
14 /09/1938
Il Gruppo Ricreativo organizza per DOMENICA
31 MAGGIO la gita annuale a SIRMIONE e PESCHIERA del GARDA.
Per info 0438/584938 e
0438/587023.
95 anni
UN PANE PER AMOR DI DIO: ricordarsi di portare
le vostre scatolette durante la Settimana Santa.
“…GIOVANI:
Gita a Sirmione
e Peschiera
13/02/2008
E’ già passato un anno da
quando ci hai lasciati…Finisce la vita terrena rimane
viva la luce del tuo ricordo
che ci accompagna ogni giorno. Viviamo con la certezza
che non siamo soli e da lassù tu e il nostro caro Eros ci
guardate e ci guidate con sincero amore.
La famiglia
Dovunque tu sia de star,
tu vede che sto paese lè fat par
caminar.
Se na matina tu parte dal Talpon
e tu va do verso al mulin
tu gira a sinistra prima de ‘ndar fora
confin.
A lè un troi stret,
e con na sudada tu riva su al casinet.
Tu te senta sue banche, che là lè un
posto ciet
tu varda sote e tu vede al mulinet.
Continua sua cresta a caminar
e davanti le case dei Tomasi te toca
passar.
Continuando su quea cresta
a destra tu vede al col dea Mondaresca.
Sentete un sciant, poda al bachet e
varda lontan
da ‘na banda lè Pieve, da quel’altra
Vittorio e davanti Conaian.
Co tu sé destracà, tu ciol su al to
bachet e tu torna caminar
davanti le urezie tu à da pasar.
Ades lè tuta riva in do
e con quatro pas tu se rivà.
Tu vede le case de Pol e al capitel
al bivio del Talpon lè ancora quel.
Pino
FESTA
DELL’EPIFANIA
La«VVoce
oce amica»
di Corbanese
Martedì 6 gennaio giorno dell’Epifania e della Santa Infanzia, nel
pomeriggio don Angelo ha riunito in chiesa i bambini accompagnati
dai genitori e nonni per una benedizione speciale. Prima ha accolto
un bambino che domenica 11 gennaio ha ricevuto il santo battesimo,
ha, infine, benedetto i bambini che si sono riuniti intorno all’altare ed
hanno dato un bacio a Gesù bambino.
Al termine della celebrazione alcuni ragazzi di 5 elementare, con
l’aiuto delle loro mamme, hanno rappresentato con semplicità la nascita di Gesù.
Francesco Borsoi
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ORARI PER
LA SETTIMANA SANTA
5 aprile - Domenica delle Palme
ore 10,30 a Corbanese benedizione degli olivi e processione
ore 15,30 – 17 Inizio Adorazione eucaristica e vesperi
Lunedì – Martedì – Mercoledì Santo
ore 8,30 Santa Messa ed inizio adorazione fino alle ore 11,30
ore 15 – 18 Adorazione e canto dei vesperi
9 Aprile - Giovedì Santo
ore 8,30 in Cattedrale con il Vescovo per la Santa messa crismale.
ore 19,30 S. Messa in Coena Domini e accoglienza dei sacri oli
consacrati dal Vescovo al mattino.
10 aprile - Venerdì Santo – Astinenza e digiuno
ore 15 celebrazione della passione e morte di Gesù..
La celebrazione si svolge in tre parti: 1° liturgia della Parola, 2° adorazione della Santa Croce, 3° Comunione dell’Assemblea. Bacio del
Crocifisso: Medita e Prega in silenzio.
ore 20 Solenne via Crucis fino al Calvario – Ornare la case con i
lumini.
11 aprile - SABATO SANTO – Veglia pasquale
ore 20,30 Liturgia della Luce e della Parola, Liturgia Battesimale ed
Eucaristica (S. Messa)
DOMENICA DI PASQUA
orario festivo con solenni celebrazioni alle
ore 7,30 e 10.45 sante Messe a Corbanese
13 aprile - Lunedì di Pasqua
ore 7,30 e 10,45 sante Messe a Corbanese
Durante la Messa delle 10,45 verrà celebrato il Battesimo
CONFESSIONI: prima delle sante messe o durante il periodo di adorazione. Sabato Santo confessore straordinario.
UN PANE PER AMOR DI DIO: ricordarsi di portare le vostre scatolette durante la Settimana Santa.
CALENDARIO LITURGICO QUARESIMALE
ANAGRAFE
BATTESIMI
1. Collodel Ettore di Mirko e Poloni Chiara. Nato a Vittorio Veneto il
23 ottobre 2008 e dopo il rito di accoglienza celebrato il 6 gennaio 2009
viene battezzato il giorno 11 gennaio
2009.
Padrini: Tomasi Marianna e Michele
Battiston.
NELLA CASA DEL PADRE
1. DE BASTIANI SEVERINO fu
Sebastiano e Baldassar Angela. Nato
a Tarzo il 14 agosto del 1914, da adolescente emigrò a Napoli e poi come
aviatore militare a Ciampino. Partecipò alla guerra di Abissinia. Nel
1950 si sposa con Lina Zuanella, figlia del podestà di Tarzo Augusto, e
ebbe la gioia dei figli Gianfranco e
Fanny. Condusse una vita di lavoro,
come autista in vari cantieri e presso
le fornaci di Revine. La malattia e gli
anni piano piano, quasi di nascosto,
minavano la sua fibra e dopo alterne
speranze l’olio della sua esistenza si è
consumato presso l’Istituto Padre Pio.
Concluse il suo viaggio terreno a 94
anni, il giorno 4 gennaio 2009. Il suo
funerale venne celebrato nella chiesa
di Corbanese il giorno 9 gennaio con
grande partecipazione di
amici e conoscenti. Ora
riposa
nel
cimitero di
Tarzo.
2. ZANDEGIACOMI
ALBINA fu
Vincenzo e fu
Emilia Marchetti, ved.
di Antonio
Morandin.
La sua lunga
vita di 96 anni fu intessuta di lavoro
e di impegno familiare, di amore e serenità. Accettava la battuta di spirito
e la sottile ironia. Finché ha potuto
ricevette la Comunione ogni mese.
Poi vennero le giornate di solitudine,
sempre arricchite dalla fede; la salute
diventò fragile ed Albina bisognosa
di attenzione e cure. Concluse il suo
viaggio terreno il 6 gennaio 2009 ed
il suo funerale si celebrò il giorno 8
gennaio e poi accompagnata al nostro
cimitero in attesa della resurrezione
Ogni venerdì in chiesa via crucis
- Ore 15,30 per donne e bambini
- Ore 20 per giovani ed adulti
come assicura la nostra fede.
3. STRINGHER ANTONIO fu Angelo ed Amabile Battiston. Coniugato
con Adelina Salvador concluse la sua
esistenza a 80 anni il 16 gennaio 2009.
Persona molto religiosa e praticante,
buono di animo e carattere, molto vicino al figlio Domenico e alle persone
che avevano bisogno. Dava spesso il
suo contributo per le adozioni a distanza, in accordo con la moglie. La
sua salute fu un alternarsi di speranze
e sofferenze e nell’ultimo periodo fu
ospitato presso l’Istituto Padre Pio. Il
suo funerale venne celebrato nella nostra arcipretale il giorno 19 gennaio,
reso solenne dalla partecipazione della
Schola Cantorum e poi accompagnato
al cimitero.
4. CASAGRANDE ALDO di anni
70, celibe. Una vita riservata, di lavoro e piccoli servizi. Morì in modo
improvviso il 15 gennaio 2009 ed il
suo funerale fu celebrato il giorno 17
gennaio nella nostra chiesa arcipretale
e poi tumulato nel cimitero di Madonna di Loreto.
5. DE MARTIN EMMA ved. De
Coppi Alfonso, di 95 anni. Trascorse
la vita prima a Rolle, poi Reseretta,
a Tarzo e Corbanese. Nella vecchiaia
fu ospite della casa di riposo di Conegliano e poi di Tarzo dove mori in villa Bianca il giorno 20 febbraio 2009.
Donna discreta e buona, riservata nei
suoi sentimenti ed affetti. Affrontò
difficoltà e tristezze con serenità e
dignità. Le esequie religiose furono
celebrate il giorno 23 febbraio nella
nostra parrocchiale e poi tumulata nel
cimitero di Tarzo dove riposa il marito.
6. ZAVA ETTORE fu Giuseppe e
Regina Paolin, coniugato con Zanette Carmela. Fu sempre legato da un
grande amore per la famiglia, per le
due figlie e per i nipoti. Concluse la
sua esistenza il 22 febbraio 2009 a 86
anni: chi semina bene raccoglie buoni
frutti. La sua attività di camionista lo
condusse in varie parti d’Italia, per alcuni anni fece anche il servizio per le
scuole di Tarzo. Il suo funerale venne
celebrato il 24 febbraio nella nostra
arcipretale con numerosa partecipazione di fedeli e poi accompagnato al
cimitero di Madonna di Loreto.
7. SANTINI GIOVANNI di anni 70.
Nato a Venezia il 4 gennaio 1939 ricevette le basi di buona educazione
presso il collegio Cavanis e poi, sempre a Venezia, si laureò in Economia
e Commercio all’Università Ca’ Foscari. A Corbanese risiedeva, da circa
10 anni, insieme alla moglie Rosanna
Alaimo ed ai figli Francesco e Martina. Uomo discreto, lavoratore preciso,
riservato nei suoi sentimenti, affrontò
con serenità e dignità le difficoltà della vita e la malattia che pose termine
alla sua esistenza. Morì il 22 febbraio
2009 lasciando nel dolore la moglie
ed i figli. Il suo funerale fu celebrato il
giorno 25 febbraio e poi tumulato nel
nostro cimitero.
Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese
Gennaio-Febbraio 2009
«Voce amica»
pagina 12
Gennaio-Febbraio 2009
Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese
CLASSE 1939 in festa
Sabato 28 febbraio noi settantenni di Tarzo ci siamo ritrovati
per festeggiare questo importante traguardo della nostra vita.
La giornata di festa è iniziata con un ringraziamento al Signore
partecipando, quindi, alla Santa Messa celebrata nella parrocchiale di Corbanese dal parroco don Angelo Lucchetta. E’ poi
proseguita con un allegro convivio in un rinomato ristorante
del Felettano, ove fra succulenti piatti e canzoni dei nostri “favolosi anni 70”, le ore sono trascorse piacevolmente con qualche nostalgia nel ricordare il passato e le persone care che non
sono più tra noi, ma anche la gioia per la vita vissuta. Ci siamo,
infine, salutati augurandoci un prossimo incontro, in attesa del
traguardo degli 80.
Classe 1939 – N.
Nozze d’Oro
GRUPPO
ALPINI
Programma anno 2009
Gennaio: il giorno 5 panevin, il
25 Commemorazione Battaglia di Nikolaiewka ed il 30
Assemblea soci
Febbraio: il 14 Banco Farmaceutico ed il 24 Ultimo di
carnevale
Marzo: l’8 assemblea delegati
al “Dina Orsi” di Conegliano, il 22 Festa di San Giuseppe.
Aprile: il 4 pulizia del Calvario,
il 19 a Collalto per il 40° del
Gruppo, il 25 anniversario
della Liberazione e a Mareno per il 50° del Gruppo.
Giugno: il 2 Festa della Repubblica, il 21 Annuale Gita Alpina ed il 28 a Cima Vallona
per il 42° anniversario.
Luglio: il giorno 5 a Col di
Nava per il 60° raduno nazionale.
Agosto: il 30 annuale pranzo
alpini.
Settembre: il 6 a Cison per il
38° Raduno al bosco Penne
Mozze ed il 27 a Rovigo per
il raduno Triveneto
Ottobre: il 15 anniversario
Fondazione truppe alpine, a
metà mese castagnata per le
scuole materne ed elementari.
Novembre: l’8 Anniversario
della Vittoria e delle FF.AA.,
l’11 San Martino, il 21 Santa
Messa e cena sociale ed il 28
colletta alimentare.
Dicembre: il giorno 5 Cena sezionale ed il 24 Santo Natale
con distribuzione pinza e vin
brulè.
Mario e Palmira hanno festeggiato il loro 50esimo anniversario di
matrimonio. Prima, con una santa
messa, è stato ringraziato il Signore per i tanti anni trascorsi insieme
e chiesta la grazia di viverne tanti ancora in buona salute. Poi la
giornata è stata festeggiata con un
pranzo con figli, nipoti, parenti ed
amici.
Il 27 dicembre l’alpino
Siro GALLON con la
moglie Cesarina REDIO, hanno celebrato il
loro 50° di matrimonio
attorniati dai figli, nipoti e parenti. Nello stesso giorno anche la figlia
Antonietta con Battista
ha festeggiato il 30° anniversario, mentre la figlia
Patrizia con Claudio il
25° anno di matrimonio.
Si sono riunite tre date
importanti, per ringraziare il Signore con una santa messa nella chiesa di
Corbanese, e per festeggiare l’amore duraturo e
gioioso che li ha tenuti
uniti in questi anni.
Congratulazioni
ed auguri
dalla comunità
parrocchiale
a tutti questi
sposi cristiani.
Piero e Liliana Battiston
«Voce amica»
pagina 13
Panevin 2009
AL ME PAESE
Se caminando vae su par Castagnera
E me sente su un prà,
Vede tut Corbanese come chel’stà.
Al vede coi oci de cinquanta ani prima:
Era na cesa, e qualche casa, ciara da bas
E in zima.
Ades a lè bele case e qualche capannon
(i è bruti), ma col so lavoro, àl fitùal
Lè diventà pàron
Lè anca na costa col Calvario, e lè un bel veder.
Che tuti intorno i vorìa aver
Stò paese, lè un dei pì bei
Dove che vien ùa, fruti e fighi, anca quei.
Al calt e al frèt no lè de stì posti qua
E al càivo ghe lo ason a chi che lo à.
Cossì quando che vae in giro par al mondo a vardar
Ghe dighe a tuti che al me paese lè al pì bel star.
Pino
Anche quest’ anno, il Gruppo alpini Corbanese insieme con la Pro loco, hanno organizzato il “pan e vin”. I lavori per la realizzazione di questo evento è iniziata negli ultimi
giorni del 2008 quando, con l’ausilio di tre
trattori abbiamo cominciato la raccolta della
legna da ardere e che ci ha visti impegnati
per un giorno.
Successivamente è stata la volta della costruzione fisica del falò che è stato realizzato
con l’opera di uno speciale mezzo modificato apposta per tale uso.
Naturalmente anche quest’anno ci siamo ritrovati per organizzare e preparare tutto ciò
che serviva, allo svolgimento della serata,
tra cui salsiccie, muset ecc…
L’accensione del Panevin è stata preceduta
dalla cerimonia di benedizione del fuoco
presso la chiesa di Falzè di Piave che da
qui prelevato attraverso delle fiaccole è stato portato di corsa da otto marciatori fino a
Corbanese. Quest’anno, a differenza dello
scorso siamo stati aiutati dal tempo che sì era
freddo, ma tutto sommato bello, ed infatti la
gente si è presentata molto più volentieri.
Il Gruppo alpini e la Pro loco intendono
ringraziare tutti coloro che in un modo o
nell’altro hanno contribuito affinché tutto si
svolgesse nel verso giusto.
Ricordi
quando te ne sei andato, ma quelli
occhioni non hanno mai smesso di
brillare, perché ti ricordano così,
perché ogni giorno ti vedono così e
sentono, ancora, i tuoi abbracci e le
tue storie, perché sentono che ci sei
ed ogni giorno continui a tenermi
per mano.
Miriam
E’ la forza del tuo amore, della tua
musica, del tuo sorriso che è ancora viva nei nostri cuori e ci fa vivere così con te, per sempre. Ciao
Tua moglie Delia, i figli Roberto,
Annarosa e Carlo ed i tuoi tanto
amati nipoti Gilberto, Laura, Enrico, Ludovico e Filippo.
***
Campardo Giovanni
Piovesana Ircano
26.08.1928 – 21.02.2008
Sembra Ieri, ma è già passato un
anno dalla tua scomparsa. Avrei
molte cosa da dirti, ma non trovo
le parole giuste. Ti dico solamente
che manchi a tutti noi.
Con affetto i tuoi cari.
***
Giuseppe Antiga
Caro Bepi,
tante cose sono cambiate da quando ti addormentasti una sera di
marzo cinque anni fa.
E’ strano, ma più passa il tempo e
più ti sentiamo vicino, come se tu
fossi qui con noi.
Stringher Domenico
ed Antonio
Dopo poco più di due anni papà
Antonio ha raggiunto il figlio Domenico.
Siete sempre nel cuore dei vostri
cari.
All’improvviso mi svegliai, era solo
un sogno ….ma uno dei più belli
che avessi mai fatto. E il pensiero
volò subito a te, alla tua immagine.
Tu, così alto, bello e forte. Tu, che
stringevi la mia manina così piccola e fragile che tanta voglia aveva di
crescere. Io e te, mano nella mano,
a passeggiare in silenzio, quel silenzio che mi faceva sentire al sicura. Gli occhi brillavano di gioia,
con te nulla di brutto mi sarebbe
accaduto. Quegli occhioni che si
incantavano quando raccontavi le
storie fantastiche che leggevo sui
libri di scuola: la campagna di Russia combattuta al gelo, il rientro in
Italia a piedi e con una medaglia al
valore; la guerra in Etiopia e la seconda guerra mondiale.
Quelli occhioni brillavano perché
eri tu, nonno Nani, ad averle vissute tutte quelle storie ….. e, poi, altre
che abbiamo vissuto insieme. Le
giornate al parco giochi, le partite a
carte, dove tu, barando, perdevi pur
di vedermi ridere. Ricordo il tuo
sorriso quando abbiamo tolte le rotelline dalla mia adorata bicicletta
rossa. Sono trascorsi dieci anni da
Grosso Giulio
Caro nonno sono già due mesi che
non sei più tra noi. Mi ricordo che
un giorno nelle nostre passeggiate abbiamo visto passare un aereo
nel cielo e tu dicesti: io un giorno
lo prenderò quell’aereo ed andrò
in cielo. Ricordo, anche quando si
andava in passeggiata da soli per
prendere i fichi per la nonna. Ci
manchi tanto, in particolare alla
nonna.
Caro nonno, terrò sempre caro il
braccialetto che tu mi hai regalato
e sono sicura che mi porterà sempre fortuna. Ti ricorderò sempre e
ti porterò sempre nel mio cuore. Ti
voglio un bene grande come l’Universo.
Tua nipote Sara
Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese
Gennaio-Febbraio 2009
Voce
Amica
«Voce amica»
Tarzo www.parrocchiaditarzo.it
pagina 14
Gennaio-Febbraio 2009
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
CARRO MASCHERATO:
“ALLEGRA
FATTORIA”
Consiglio pastorale
parrocchiale
Scuola dell’Infanzia di Tarzo
Il gruppo dei “papà” che hanno i loro bambini alla scuola e ..., non solo, hanno preparato
il bellissimo carro della “Fattoria”. La Fattoria è il tema didattico che la scuola sta elaborando di giorno in giorno in questo anno
scolastico.
I bambini sono molti affascinati dagli animali e dal loro mondo ...
Il tema: L’Allegra Fattoria rappresenta, infatti, un luogo privilegiato di una realtà “accessibile e ricca” sia dal punto di vista emotivo che conoscitivo.
In questo carro i bambini si sono mascherati
volentieri da animali della fattoria e vi hanno partecipato
con gioia e allegria insieme ai loro genitori.
Un grazie va a tutti questi papà che hanno collaborato
per la realizzazione di questo progetto, collaborando con
la scuola, in un contesto di festa paesana nel clima di
carnevale.
sr. Leontina F.
ORME DI PACE
Sono le impronte di Gesù che abbiamo seguito
con i ragazzi dell’ACR in questi mesi di gennaio e febbraio per capire cosa possiamo fare
per realizzare la Pace.
Nel mese di gennaio, tradizionalmente dedicato alla pace, ci siamo avvicinati alla figura di
San Francesco, grande esempio di amore
e di fratellanza, con scenette e racconti che
ci hanno condotto
a riflettere anche
sui problemi e sulle
necessità del mondo
d’oggi.
Questo lavoro si è
concretizzato in un
cartellone e uno slogan che è stato portato
alla festa della pace
che si è svolta domenica 25 gennaio a Soligo.
Purtroppo la presenza
dei ragazzi di Tarzo è stata molto limitata e questo
è davvero un peccato in
quanto la festa è riuscita molto
bene e i ragazzi presenti, fra tanti giochi e divertimenti hanno interiorizzato l’importanza
della collaborazione per risolvere i problemi e
portare la pace.
La prima domenica di febbraio, come ogni
anno, è “la giornata per la vita”; in questa occasione i ragazzi dell’ACR e tutti gli aderenti
all’Azione Cattolica propongono l’iniziativa
“un fiore per la vita”. Dopo la Santa Messa
sono state vendute delle primule il cui ricavato
viene devoluto alla casa Mater Dei di Vittorio
Veneto che aiuta le giovani madri in difficoltà.
Durante la quaresima con i ragazzi dell’ACR
affronteremo il tema dell’importanza dell’acqua prendendo in esame la realtà brasiliana
dove l’acqua è davvero un bene prezioso per
la sua scarsità.
Invitiamo tutti i ragazzi delle elementari e delle
medie a partecipare il sabato pomeriggio dalle
15 alle 16 alle attività dell’ACR.
I LAVORI IN
PARROCCHIA
NUOVI PRESTITI GRAZIOSI RICEVUTI:
N.11 € 1.000; N.12 € 1.000; N.13 € 10.000;
N. 14 € 3.000.
A tutti i donatori viene rilasciata specifica ricevuta numerata e firmata; la restituzione non avverrà
prima di 24 mesi (salvo necessità particolari).
Il Contributo, come “erogazione liberale” di Ditte e Imprese, usufruisce del beneficio fiscale deducibile dal reddito d’impresa.
Modalità per la contribuzione:
1) Direttamente in Canonica da parte di persone
maggiorenni o rappresentanti di enti ed associazioni. (tel.0438 586205).
2) Con bonifico bancario, a favore della Parrocchia di Tarzo, presso la B.C.C. Prealpi di Tarzo, le filiali della Prealpi o la propria Banca,
con le seguenti coordinate:
C/C n.15584 intestato a “Parrocchia della
Purificazione della Beata Vergine di Tarzo”
IT69 A0890462130000000015584. Portare,
poi, la ricevuta del bonifico in Canonica.
- Nella nostra comunità, a causa della crisi in atto,
ci sono diverse famiglie (tarzesi) che sono in difficoltà e che hanno “bussato alla porta della parrocchia” per chiedere aiuto. Persone che non avrebbero mai pensato di trovarsi in questa situazione,
ma la crisi le ha davvero colpite. Esse chiedono il
nostro aiuto per poter tirare avanti dignitosamente
fino a quando non potranno ritornare alla normalità. Sono famiglie che hanno bambini, che hanno un
mutuo per la casa da pagare. La parrocchia sente
il dovere di aiutarli, sia con una raccolta di generi
alimentari, che con offerte di denaro. Le offerte si
ricevono in canonica interpellando il parroco Don
Francesco. Anche la comunità ha il dovere morale
di aiutare il prossimo nel limite delle possibilità.
Cerchiamo di pensare a queste famiglie che stanno
vivendo un disagio che può succedere a qualsiasi
persona. Questo è il momento di mettere in atto la
carità cristiana. FEDE, SPERANZA, CARITA’:
Una comunità annuncia ciò che celebra e celebra
ciò che vive. Il vissuto quotidiano non può essere qualcosa di diverso da ciò che è l’ascolto della
Parola di Dio, che ci insegna ad amare il prossimo.
Donare è gioia.
- Il C.P.P. di Tarzo, insieme alle parrocchie di Revine - Lago, Arfanta e Corbanese, ha pensato di
fare degli incontri quaresimali come lo scorso
anno. Un incontro in ogni singola parrocchia, in
ogni serata partecipa un parroco diverso che farà
da relatore. Il primo è stato fatto da S.E. il Vescovo
nella chiesa di Lago sul tema “Anno Paolino - II
Battesimo”, ovvero la riscoperta del nostro battesimo. Presenza assai gradita, l’incontro era aperto
a tutte le parrocchie della Vallata. L’anno Paolino
ed il Battesimo è il tema che stiamo sviluppando
anche a livello di Piano Pastorale.
I prossimi incontri alle ore 20,30: lunedì 9 marzo nella chiesa di Arfanta, lunedì 16 a Tarzo, lunedì 23 marzo a Corbanese e lunedì 30 a Revine.
Speriamo che questo cammino spirituale possa essere di aiuto a molti. Gli incontri sono aperti a tutta
la comunità e ci auguriamo siano graditi e partecipati come lo sono stati lo scorso anno.
- Le persone che abitualmente (e gratuitamente )
puliscono la Chiesa chiedono urgentemente un
aiuto per poter fare una “bella pulizia pasquale”.
A causa dei lavori di restauro la Chiesa necessita
di una pulizia straordinaria. Anche questo è un servizio che rientra nell’ambito della Carità cristiana.
Fino ad ora le persone sono state poche e sempre
quasi le stesse, ora chiedono un aiuto concreto:
per informazioni contattare la Signora Meneghel
Erminia di Fratta.
Un sincero ringraziamento va ai nostri cari lettori
per tutto quello che verrà fatto in merito alle due
proposte di aiuto.
Nel salutarvi ricordiamo che: “La via della croce
non è cosa di altri tempi, ma essa esiste ancor oggi
nella vita di uomini e donne che, coinvolti nella
sofferenza fisica o morale, tormentati da eventi
negativi quali miseria e degrado, si sentono soli
e indifesi. Gente che vive ai margini delle nostre
moderne società che si fanno chiamare civili? La
via della croce è l’abbandono e la solitudine di
molti anziani, di giovani e di bambini, che vivono al di fuori di questa ‘maledetta’ società devota
al consumismo, devota al dio denaro, devota allo
sballo, ecc. Ma tutte queste croci non sono che un
‘vessillo di speranza e di salvezza’ perché anche
Gesù Cristo le ha portate tutte per Noi”.
Un cordiale saluto dal C.P.P.
«Voce amica»
pagina 15
SETTIMANA SANTA 2009
Gesù Cristo è la nostra Speranza
DOMENICA DELLE PALME 5 aprile: Festa dei GIOVANI
Ore 10.15 In Asilo — benedizione dei rami di ulivo.
Ciascuno si procuri, prima della celebrazione, il ramo di ulivo.
Processione alla Chiesa in onore di Cristo Signore.
Non viene celebrata la Messa a Nogarolo.
Ore 15 Inizio delle 40 Ore di adorazione
L’adorazione continua fino alla Messa delle ore
19.
LUNEDÌ - MARTEDÌ - MERCOLEDÌ SANTO
6–7–8 aprile
Ore 8.30 S. Messa e inizio dell’adorazione fino alle ore 10
Ore 14.30 Continuazione dell’Adorazione al Signore.
Ore 18.30: Solenne Adorazione Parrocchiale.
Il mercoledì sarà animata dall’Azione Cattolica.
CONFESSIONI: durante l’adorazione
GIOVEDÌ SANTO 9 aprile
Ore 8.30 In Cattedrale: S. Messa Crismale concelebrata dal
Vescovo con tutti i sacerdoti della Diocesi. Consacrazione degli
Oli Santi: Catecumeni – Crisma - Infermi,
Ore 20 S. Messa in “Coena Domini”
Accoglienza dei Oli Santi consacrati dal Vescovo - Lavanda dei
piedi alle persone che nella comunità svolgono un servizio pastorale
VENERDI SANTO 10 aprile Astinenza e digiuno
Ore 15 Gesù muore in croce. Rifletti e prega — fa un po’ di
meditazione
Festa
DELLA
CANDELORA
Pronti…mezzo…via…
si parte con la 20a edizione della Festa della
Candelora che la Pro Loco di Tarzo organizza con il patrocinio dell’Amministrazione
comunale.
- Apre la manifestazione sabato 24 la premiazione del concorso di disegno per le Scuole
Medie, arrivato alla 10a edizione. I ragazzi
si sono espressi in maniera notevole, anche
grazie al validissimo supporto dell’insegnante, dimostrando padronanza della materia e
realizzando ottimi lavori con colori e pennelli. Buoni anche i lavori della scuola elementare. Presenti i sindaci di Tarzo e Revine
Lago Bof e Zardet.
- Domenica 25, in collaborazione con il Carnevale di Marca si è svolta la 27 a sfilata di
carri Mascherati. Vasco Rossi cantava “Una
splendida giornata” ma dobbiamo dire che
e stata una giornata perfetta per noi e per
Tarzo: sole, caldo, bancarelle con prodotti e
specialità, tantissima gente lungo il percorso
divertita dal passaggio dei carri mascherati.
Anche questa una maniera per promuovere
il turismo.
- Il sabato successivo, organizzato in collaborazione con l’assessorato alla cultura del
comune, si è svolto l’incontro con l’autore
Franco De Biasi che ha presentato il suo
libro dal titolo “MIANE NELLA GRANDE
GUERRA”. Grande passione e un grande lavoro racchiuso in queste pagine che meritano
di essere scoperte da tutti. Bravo Franco!
- Domenica 1° febbraio presso la palestra
comunale c’è stato un incontro di Basket in
maschera; anche questo è carnevale. La Festa
Patronale ha il suo culmine lunedì 2 febbraio,
giorno della Candelora, con le S. Messe e la
benedizione delle candele.
Tanta gente in particolare ragazzi, anche,
per la presenza di un grandioso parco giochi
allestito nell’area adiacente le scuole. La
Celebrazione della Passione e Morte di Gesù: Bacio al Crocifisso e S. Comunione
Il Crocifisso resterà in chiesa alla adorazione e alla preghiera
dei cristiani.
Ore 20 Solenne VIA CRUCIS: Chiesa – Via Roma – Via Marconi – Bressa – Via Introvigne – Via Belvedere – conclusione e
Benedizione.
SABATO SANTO 11 aprile VEGLIA PASQUALE
Ore 20.30. Accoglienza nel cortile della parrocchia. Benedizione del fuoco - Processione con il Cero pasquale acceso
- Accensione delle candele - Annuncio della Pasqua - Lettura
della Parola di Dio - Benedizione dell’Acqua - S. MESSA di
PASQUA.
DOMENICA DI PASQUA 12 aprile
Le Celebrazioni avranno il consueto orario festivo
LUNEDI’ di PASQUA 13 aprile
Ricordarsi:
- Di confessarsi durante la Settimana Santa
- Il Venerdì Santo portare in chiesa il salvadanaio “Un Pane per
amor di Dio”.
- Di avere in famiglia nelle acquasantiere l’ACQUA SANTA di
PASQUA e farsi il segno della croce mattino e sera in ricordo del
Battesimo.
- PER LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE far trovare in casa:
Candela benedetta, Ulivo e Acqua Santa.
giornata si è conclusa con l’estrazione dei
numeri vincenti della lotteria. Un appuntamento attesissimo da molta gente vista anche
la portata dei premi (…e che premi!!!) e la
quantità di biglietti venduti.
Il tutto come sempre condito dalle nostre
specialità gastronomiche, rinomate in tutta la
Marca e dai buonissimi crostoli prearati dalle
nostre cuoche.
- Durante tutta la festa è rimasta aperta la mostra del libro presso le ex scuole elementari,
Un record di presenze. Un ringraziamento va
a tutti i volontari che hanno garantito questo
servizio.
- Un grazie va alle Associazioni del Comune che si sono impegnate nella vendita dei
biglietti della lotteria, cogliamo l’occasione
per ricordare che il Consiglio ha deciso di
aumentare ad un euro per ogni biglietto venduto la quota a favore delle stesse Associazioni. (All’Asilo di Tarzo 2000 €, a quello
di Corbanese 1500, all’AC Vallata 2250,
all’UC Vallata 600, all’AC Tarzo RevineLago 1500, al Volley Tarzo 1000 €.) Anche
quest’appuntamento fa della nostra una Pro
Loco sempre attiva e attenta non solo alle
feste, ma anche alla cultura e alla solidarietà
del nostro territorio.
Come sempre un grazie a tutti coloro che collaborano alla buona riuscita delle nostre manifestazioni, agli sponsor e a tutti i volontari,
senza dei quali nulla sarebbe possibile.
- Vi aspettiamo numerosi alle tre serate di
cineforum che previste per il 20, il 27 marzo e il 2 aprile nell’aula magna delle Scuole
Medie e che avranno come tema il rapporto
tra adolescenti e adulti. Per informazioni
consultate il sito www.prolocotarzo.com.
Nel prossimo numero di Voce Amica vi aggiorneremo sull’Assemblea dei soci e relativo pranzo sociale che si terrà il domenica
primo marzo. A tutti un cordiale saluto.
per la Pro Loco - Luciano Piaia
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Gennaio-Febbraio 2009
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«Voce amica»
VILLA BIANCA
“TUTTI AL TEATRO...”
Finalmente è arrivato il Natale e quest’anno per noi “nonne”
di Villa Bianca è stato un Natale un po’ particolare……perché???, ma perché è arrivato il TEATRO...e non un teatro
qualsiasi, ma il Teatro fatto da noi.
Quando Franco (l’animatore ) ci ha fatto la proposta, i primi
commenti sono stati...”setù mat!”.... “ma ghe vol tose zovene
e no vecie bacuche come noi altre...”, ma qualche altra di noi
“lò sempre dita che somèie a Sofia Loren...”... “ e mi son
sputada ala Lolobrigida”. Insomma regnava un po’ di smarrimento, ma anche una certa dose di eccitazione per questa
nuova avventura.
E così per la tradizionale festa di Natale abbiamo messo in
Maggio-Giugno 2008
Gita turistica
La Pro Loco organizza
una gita con mete Parma
e Mantova nei giorni 4
e 5 aprile. Parma: visita al centro storico, del
Teatro Farnese, Duomo
e Battistero. Escursione a Fontanellato con
visita al Castello e una
sosta ad un salumificio.
Il giorno 5 visita ad un
caseificio ed arrivo a
Mantova città della famiglia Gonzaga. Si possono visitare il Duomo,
la Basilica di S. Andrea,
il Palazzo Comunale, la Rotonda di S. Lorenzo, la Reggia ed il palazzo Ducale. Rientro nella tarda serata.
Quota di partecipazione 190 €, per informazioni sig. Luigi
338.2343809 e sign.a Silvia 340.2436914.
Immagini e memoria
dal 1867 al 1958
scena il racconto di Guido Cozzano “La notte Santa” che narra la nascita
di Gesù.
Il lavoro da fare era tanto, preparare le scenografie, imparare le parti da
recitare e i canti da cantare ed infine le tante prove della recita. Ma
prima di tutto bisognava decidere i ruoli.... Che baruffe!!.... “ Mi fae la
Madona...”... “ E’ no, la Madona la fàe mi che son pi zovena...”...e subito la risposta.. “ te sarà la pi novena, ma te par la pi vecia...”. E così
tra una battuta e l’altra siamo riuscite a decidere i ruoli e siccome
nessuno voleva fare l’asinello e il bue abbiamo deciso di disegnarli.
A novembre abbiamo incominciato il lavoro ed ecco che un gruppetto di
noi armate di pennelli e colori ha passato tutti i lunedì pomeriggio a
colorare case, prati, montagne, altre invece erano sempre con il foglietto in mano per imparare la propria parte.
Il venerdì pomeriggio ci ritrovavamo tutte assieme per le prove di canto.
Le ultime due settimane sono state assorbite dalla prove della recita.
Non vi dico quanto abbiamo riso. Le Suore ci hanno procurato anche i
costumi e sembravamo proprio personaggi della Bibbia. Ah! Dimenticavo abbiamo anche ingaggiato qualche attore esterno, due splendide bambine hanno fatto gli angioletti mentre un bambino ha fatto il pastore. Ed
infine la ciliegina sulla torta... un bambinello di appena tre mesi figlio
di una infermiera che lavora presso al nostra Casa.
E’ stata una gran festa che ha permesso a tutte noi di assaporare ancor più
il Natale in armonia e sentodoci anche protagoniste.
106 anni
La Pro Loco di Tarzo vuole riportare alla luce il nostro passato
con una mostra fotografica che
faccia memoria. Una iniziativa,
questa, che consentirà a molti di
riscoprire il territorio e forse anche i loro antenati.
Si potranno rivisitare le tradizioni, le feste, il costume, il folclore,
la vita militare, i ritratti di singoli, di gruppi e di famiglie. I volti
di persone che hanno lasciato un
segno nel paese, i vecchi mestieri
che oramai vanno scomparendo
insieme agli anziani, ma potranno
parlare anche di scuola, emigrazioni, manifestazioni religiose,
classi e aggregazioni sociali, del
territorio com’era, ora privato di
reperti archeologici (fontane, archi, capitelli). Il tutto esposto in
11 Sezioni che illustrano l’evoluzione della società nel periodo che
Villa Bianca in festa per i 106 anni di Augusta De Bin Gottardi,
la nonna più anziana di Tarzo. Intorno a lei hanno preso parte ai festeggiamenti la figlia, il direttore dell’istituto Giovanni Sallemi, le
Suore, il personale della struttura e il sindaco Gianangelo Bof, che
ha portato alla signora Augusta un bouquet di fiori rossi e gli auguri
dell’Amministrazione comunale.
Il direttore, a nome della comunità di Villa Bianca, ha rivolto a
nonna Augusta queste parole: «Sentiamo di doverla ringraziare. In
qualche modo dà speranza a tutti noi, che vediamo davanti molti anni ancora da vivere. Ci inorgoglisce poi sapere che in Villa
Bianca si vive a lungo e a breve festeggeremo altri ultracentenari.
Siamo sempre alla ricerca di ricette per la lunga vita, forse Augusta
ci insegna che per vivere a lungo bisogna tener cari i propri affetti,
amare ogni giorno, ricercare l’incontro con ogni persona e ringraziare quotidianamente chi ci ha donato la vita».
va dal 1867 al 1958.
Le famiglie del paese, e alcune
emigrate da tempo in altri Comuni, nonché gli archivi Diocesano
e Parrocchiale, hanno fornito oltre duemila fotografie. Dopo una
accurata scelta: ingrandite, o evidenziate nei particolari raccontano
la storia di Tarzo. Questo servirà
anche ad affinare la coscienza
delle persone, che si renderanno
conto dell’importanza del rispetto
per il paesaggio nel quale vivono,
poiché anche questa è tutela della
qualità della vita.
La fotografia è testimonianza
architettonica ed espressione artistica, documento di una realtà che
si trasforma negli anni.
Le didascalie individueranno il
luogo trattato, i personaggi, il mestiere, ma anche la famiglia, l’anno
e il gruppo familiare che ha dato in
visione le immagini storiche.
Vista la ricchezza del materiale
raccolto è venuta spontanea l’esigenza e l’importanza di realizzare,
a completamento dell’opera stessa, anche un catalogo con foto e
testi esemplificativi.
Il lavoro di raccolta, di osservazione, di scelta ed altro è svolto da
Bruno Michelon, Francesco Casagrande, Marco Franceschet e Pancot Antonio.
E’ questo un grosso impegno
che va realizzandosi con grande
(segue a pag 17)
(segue da pagina 16)
serietà, proponendo una mostra
che darà certamente grande prestigio non solo alla Pro Loco, ma
a tutta la comunità. Sono oramai
tre anni che il gruppo lavora con
passione. Ora il lavoro è arrivato
alla fase di scelta e di collocamento, nelle rispettive sezioni, del materiale oggetto della mostra e del
catalogo.
Le foto verranno stampate da una
ditta esperta in questo campo su
appositi pannelli di un metro quadrato. Sono pannelli molto leggeri
ma resistenti, dello spessore di 3
mm. Le foto in genere avranno le
dimensioni di cm 40x30 eccezione fatta per alcune di queste che
richiedono una dimensione maggiore, soprattutto quelle di gruppi,
e questo, per una più chiara individuazione dei personaggi.
La mostra si articolerà, come
già detto, in Sezioni. Ogni settore
è concluso in sé, ma trae, dal rapporto con tutti gli altri, completezza di significato. All’inizio di ogni
Sezione ci sarà una breve introduzione sull’argomento. Questo serve per dare al visitatore uno spazio
di riflessione per un esame più approfondito.
La mostra verrà aperta nel periodo della Festa dell’Emigrante.
Questa raccolta di foto aiuta a
rivivere una realtà scomparsa che
ha resistito fino agli albori della
modernità, alla vigilia della grande mutazione dell’umanità.
La raccolta di questi documenti fotografici ci invita a indugiare
dentro la memoria, a guardare il
mondo dei nostri padri, dei nostri
nonni per offrire una testimonianza d’amore per chi non c’è più.
Se il tema centrale del lavoro è
un tema storico, intorno a questo
si dispiegano altre molteplici tracce delle memoria: quelle dell’infanzia.
L’ingenuità che le è propria e
che appartiene a tutte le infanzie
dell’uomo, è ciò che rende quest’ultimo consapevole delle sue
“mutilazioni” attuali, e delle promesse e potenzialità che sono state
tradite dall’individuo civilizzato,
“ma che una volta nel suo passato nebuloso furono realizzate”.
L’esperienza passata di felicità,
mai completamente dimenticata si
trasforma, quindi, nel desiderio di
ricreare nuovamente quello stato.
In una parola è ciò che noi chiamiamo “speranza”.
Antonio Pancot
«Voce amica»
pagina 17
E VENDETTA DIVENNE AMORE: AI PIEDI DI NÉMESIS
per la quinta volta di “Due giorni in trincea”
(Continua dal numero precedente)
Dalle finestre lavorate e squadrate, si legge l’esile ed elegante andamento della Cengia Polin. Tutti
d’accordo nello sfidare l’uggiosità
del giorno per recarsi laggiù, quasi
in preghiera, a ripercorrere tracce
di uomini dal passo leggero come
camosci e lo sguardo limpido
come l’azzurro del cielo che oggi
non riusciamo ad avere.
E allora su, fino alle postazioni
per le mitragliatrici mentre nebbie
sottili fanno pensare di essere vittima di uno strano incantesimo.
Ed è lungo risalire fra le prime
ombre fino alle caverne: una luce
sottile sfugge come coda di stella
cadente dalla finestra del baracchino in cui ancora sopravvivono gli
arredi e a cui si accede su gradini
scolpiti, lavorati e firmati dagli Alpini che vissero quassù dopo avere
messo in fuga gli avversari.
Infatti, qui, tremendi furono gli
scontri fra forze opposte. In seguito ad essi gli Austriaci non solo
ipotecarono Némesis, ma persero
anche tutte le importanti posizioni
di Fontananegra.
Le ombre della sera sembrano
scendere dalle spaccature della
roccia, dalla grande parete mentre
vapori violacei posano le loro ali
sulle rocce rese accese da un pallido raggio di sole al tramonto.
La minestra calda stretta fra le
mani ghiacciate, la luce dei lumi, il
vino caldo, i miei racconti, il silenzio sacro della memoria, il silenzio
dei momenti in cui l’uomo ritrova
sé stesso, il silenzio perfetto, come
un vuoto che appaga, come se il
mondo non esistesse più o non fosse ancora stato creato.
La sua voce è dolcissima e benché il terreno sia duro e l’umidità
penetri fino sotto le pelle, qui, il
cuore di Némesis è il più dolce e il
più comodo dei ripari.
Questo è l’addio a questo giorno
ormai fatto di ricordi.
E prima di abbandonarmi alla
notte, non posso fare a meno di
ripensare all’addio di Némesis al
Cap. Emanuel Barborka mentre i
nostri soldati, gli Alpini, seppellivano il valoroso comandante nemico fra quelle nude pietraie a cui
egli aveva sacrificato la vita.
Si era spento portando con sé i
volti dei suoi uomini orribilmente
feriti, le urla dei colpiti, i rantoli
dei morenti, il significato orrendo
della guerra.
Ma lì attorno fiorivano precoci le
stelle alpine. Erano forse il dono di
Némesis che, con quel gesto, voleva allontanare da sé l’immagine
del dolore.
E il giorno si sveglia confuso di
fronte ai ricordi, ma anche a tanta
bellezza.
Le ghiaie immote si accendono
di guizzi vitali.
Come schegge d’anima perse
nell’azzurro, i tozzi monoliti sparsi
qua e là catturano ognuno il proprio raggio di sole, uno dopo l’altro, discretamente, come fiammelle votive accese ai piedi di altari di
cattedrali di culto secolari.
Salgono ad illuminare marmi
squisiti il cui rosso corallo si fonde con il ”quasi nero” di immani
colate mentre creste sottili cercano di scalfire un cielo dall’azzurro
perfetto in cui solo il sole riesce
a creare sfumature di azzurro e di
blu.
Ma è solo un attimo, solo un’illusione e così siamo costretti a rinunciare alla salita alla cima della
Tofana di Ròzes.
Ci dispiace, molto, ma le larghe e
comode svolte della strada militare incanalano pensieri e sentimenti
verso arcani segreti.
Ancora una volta ci troviamo a
Fonatananegra, città fantasma, labirinto di ricordi fra cui il pallido sole crea inganni mascherando
le tracce dell’odio e nascondendo
muri sgretolati di ricoveri e baracche scenografia abbandonata di una
guerra fatta tutta a mano, di una
guerra, tutto sommato leale, in cui
non c’era bisogno di nascondersi
dietro i comandi digitali di sofisticate attrezzature per nascondersi
al nemico, ma bastava un masso,
bastava aspettare il buio della notte
per avere un alleato prezioso nelle
insidie e negli agguati.
Siamo di nuovo così nei pressi
del vecchio Rifugio Tofana, costruito nel lontano 1886, devastato
dalla guerra, ricostruito in forma
tutta nuova nel 1921 e dedicato
alla memoria del Gen. Antonio
Cantore.
Con nostalgia e con rammarico, lucide di pioggia, ammiriamo
quinte di sogno, lucide placconate
convesse in cui si fondono tutti i
possibili rossi e rosa che sublimano in forme possenti, nella squadrata perfezione, rigata da cenge
orizzontali, di quel pulpito naturale che è la Punta Giovannina,
chiamata in guerra dagli Austriaci
“Kanzelgeschütz”, il “Pulpito Armato”, che contrastava la posizione di Némesis, un pulpito che era
solito impartire benedizioni e prediche un po’ troppo pungenti.
Lassù gli Italiani avevano, infatti, piazzato un cannoncino e – per
farlo tacere – il 22 ottobre 1915,
l’Alfiere Kajetan Jelinek si arrampicò su una cengia di Némesis che
si faceva sempre più stretta mentre
la Montagna scintillava carica di
neve, di promesse e di luci.
Il Rifugio Dibona è vicino. Sentiamo con tristezza il momento del
distacco.
Come è difficile lasciarsi dopo
essere stati rinchiusi nel cuore dei
Monti.
Il loro segreto è proprio – forse
– quello di unire gli uomini, di farli
tornare alla loro semplicità ed essenzialità, di spogliarli del superfluo della vita quotidiana.
E come sembra triste e vuoto il
mondo di sempre...
Quasi per beffa, il sole insiste
ora ad illuminare la rosa immane
parete di Tofana, cancellando i più
piccoli segni dell’odio.
(segue a pag 18)
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
Gennaio-Febbraio 2009
«Voce amica»
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
pagina 18
Maggio-Giugno 2008
(segue da pagina 17)
Ma lassù, le ombre del Masarè
riportano ai giorni del dramma,
a quei giorni dove, nel cuore di
Tofana, ogni colpo di moschetto
si tramutava in fragore di tuono e
ogni razzo dischiudeva allo sguardo insospettate visioni.
Ci voltiamo tutti, quasi istintivamente, a pensare a tutto ciò che ci
siamo lasciati alle spalle.
Forse tutti, ripensiamo a Nèmesis addolcita dallo scorrere del
tempo, non più gendarme, ma dolcissima illusione che conforta un
cielo pieno di stelle con i suoi raffinati contorni.
Una sottile falce di luna orna il
suo capo regale e confonde – in un
voluttuoso gioco d’ombra – la vista sulle rocce cariate e deturpate
dai segni dell’odio.
Rivedo per un attimo, con gli
occhi del cuore, il Masarè, pietraia
sospesa, insensata, che ha trovato
la sua pace in un silenzio totale
in cui le parole del dolore e l’angoscia della tragedia non trovano
spazio.
Alzo le mani verso il cielo e, nell’ultimo frammento di questo giorno straordinario, cerco di catturare
le stelle come fossero frammenti
del mio cuore diviso fra sentimenti
in tumulto, come fossero schegge
di luce e d’anima ritrovata.
Némesis, “vendetta” ha perso
ogni velleità e si è trasformata in
amore, amore per quei semplici
eroi che seppero veramente fare
dei Monti la loro casa.
Abbiamo ripercorso la guerra,
l’abbiamo ricordata, ma solo per
non dimenticarci del dono prezioso della Pace.
Antonella Fornari
GRUPPO ALPINI TARZO
Sezione di Vittorio Veneto
Il Gruppo di Tarzo annovera
ben 247 iscritti, parte dei quali domenica 15 febbraio 2009,
presso la sede del Gruppo, ha
celebrato l’Assemblea generale, non elettiva, alla presenza
del Presidente sezionale Angelo BIZ. Il Capogruppo Gian
Pietro Gregoletto, a chiusura
del 2° anno del suo mandato,
ha esposto la relazione sulla
corposa attività svolta nel 2008
ed ha tracciato le linee guida
del 2009; su entrambe le esposizioni l’Assemblea si è positivamente espressa all’unanimità.
Sono stati rievocati gli appuntamenti importanti vissuti, tra
cui: la tre giorni di aprile, con
le celebrazioni del 40° di rifondazione del Gruppo, l’adunata
sezionale e le manifestazioni
per la ricorrenza del 90° della
grande guerra, le celebrazioni al
“Bosco delle Penne Mozze”, la
visita a Mathausen e Salisburgo,
quella a Nervesa della Battaglia
con le scolaresche, la “Serata
Montagna” oltre, naturalmente,
le varie adunate e le tradizionali
feste alpine.
Nell’illustrazione del pro-
Assemblea
generale
del Gruppo
Il saluto del Presid ente sezionale Angelo Biz
gramma 2009, ricco come sempre, riproposto nel successivo
incontro conviviale con autorità,
amici, familiari e rappresentanti
delle Associazioni, il Capogruppo ha rinnovato a tutti l’auspicio per un impegno comune e
coeso verso quella comunità di
intenti e di valori che da sempre
hanno caratterizzato il Gruppo e
l’Associazione. Un particolare
ringraziamento è stato rivolto
al segretario del Gruppo Carlo
DALLE CRODE, uscente, ed
al subentrante Giuseppe TOFFOLI.
Gratitudine, sostegno ed incoraggiamento sono stati pure
espressi dall’Assessore Vincenzo SACCHET, in rappresentanza dell’Amministrazione e
dal Presidente della BCC delle
Prealpi Carlo ANTIGA, nonché
dal Presidente della Pro Loco di
Tarzo, Arrigo DE POLO, che ha
ricordato la fattiva collaborazione intrattenuta dai due sodalizi.
A PROPOSITO DEL FAGIANO DI MONTE
Da qualche giorno a questa parte, l’aria è
cambista. Anche se il sole stenta a farsi strada tra
le nuvole e la neve raffredda ancora le colline più
a nord.
Basterà pazientare un altro po’ ed una. mattina ci faremo sorprendere dal canto del cuculo, venuto a richiamare dal letargo tutte le creature dei
boschi e dei monti.
Verrà la stagione degli amori e l’aria si riempirà di canti e colori. Ma fino a quando durerà tutto
questo?
Qualche giorno fa ho sentito dire alla, televisione che il fagiano di monte, o gallo forcelle-, è destinato a sparire dalle nostre montagne a causa dei
cambiamenti climatici.
L’innalzamento delle temperature mal si addice a questo animale il cui habitat ideale risiede
nella zona del circolo polare artico. I fagiani di monte, insieme all’urogallo e alle pernici, sono rimasti
a farci compagnia al ritirarsi dei ghiacci, migliaia di
anni fa, trovando sulle nostre montagne le condizioni
ideali per vivere. Ora che il clima sta cambiando,
questi animali si trovano disorientati, a disagio e ri-
schiano l’estinzione.
Ma temo, saremo in pochi ad accorgercene;
forse alcuni cacciatori che, per quanto male se ne
dica, sono invece quelli che meglio conoscono la natura, se praticano questo sport con vera passione
e rispetto di un’etica, e qualche altro appassionato,
non di certo le nuove generazioni che sanno tutto
sulle migrazioni degli gnu e sulle abitudini di leoni e coccodrilli in Africa ma ben poco sugli animali
di casa nostra. Eppure non servirebbe fare molta
strada.
E’ stato con sorpresa, infatti, che il primo giorno dell’anno ho incrociato sul sentiero per il bivac-
co dei Loff sul Passo San Boldo un bel esemplare
di femmina di forcelle dalla lunga coda. Era corsa
velocissima a nascondersi sotto gli aghi di una conifera, dove trascorrono generalmente gli inverni maschi e femmine, separati. Certo, altra cosa sarebbe
stata vedere un maschio, molto più bello nei colori
del piumaggio e soprattutto per la forma inconfondibile della coda a lira, ma anche la femmina
è pur sempre molto diversa dal fagiano comune,
più grande e di una bellezza selvaggia e libera. Sarebbe proprio triste se le radure dei nostri monti
non risuonassero più del loro canto allo sciogliersi
delle nevi quando, nel rituale per l’accoppiamento,
fatto di salti, colpi d’ala e soffi, fanno tremare la
terra e scuotono i mughi, o se il sorgere del sole sui
boschi d’alta montagna non si accompagnasse più
al “tech-tech” dell’urogallo, o ancora se gli estremi
silenzi delle montagne dimenticassero il lamento
delle mutevoli pernici.
Sarebbe proprio un triste generazione questa, che si vedesse privata di tanta bellezza.
Michela Piaia
«Voce amica»
pagina 19
Anagrafe
BATTESIMI
1. DELLA PIETA’ SAMUELE di Gianantonio e di Mattiuz Giacomina,
residenti a Tarzo in via Rujo, nato a Conegliano il 18.6.2008, battezzato
nella nostra chiesa arcipretale l’11 gennaio 2009, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.12.2008.
Madrina: Moz Chiara da Tarzo.
2. DELLA PIETA’ ELIA di Gianantonio e di Mattiuz Giacomina, residenti a Tarzo in via Rujo, nato a Conegliano il 18.6.2008, battezzato l’11
gennaio, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.12.2008.
Padrini: Marcolin Roberto e Mattiuz Anna Maria da Parè di Conegliano.
3. ZANON ALESSIO di Stefano e di Carpenè Paola, residenti a Tarzo
in via Belvedere, nato a Vittorio Veneto il 7.8.2008, battezzato nella arcipretale di Tarzo l’11 gennaio, dopo il rito di accoglienza celebrato il
7.12.2008.
Padrino: Zanon Andrea da Follina
DEFUNTI
1. PAJER IDA. Nata a Venezia il 24.1.1919 ha
trascorso con il fratello gran parte della sua vita,
lavorando con professionalità in una fabbrica di
orologi, anche quando questa si trasferì in Germania lei andò a lavorare nella stessa azienda.
Poi con il fratello aveva comperato una casa a
Tarzo in via Bressa e dove insieme trascorsero
gli ultimi anni di vita. Alla morte del fratello,
Ida viveva da sola, aiutata da persone buone che
la assistevano. Concluse il suo viaggio terreno
all’ospedale di Vittorio Veneto il 16.1.2009. Il
suo funerale venne celebrato nella chiesa di Tarzo il giorno 19 gennaio e poi accompagnata al
cimitero in attesa della resurrezione.
2. TOMASI PIA. Era nata il 12 gennaio 1931 a
Tarzo, come i fratelli Costantina, Lucio e Paolo.
Salvo una breve parentesi di lavoro a Milano,
condusse la sua vita di casalinga a Nogarolo,
sposatasi con Antoniazzi Bortolo ebbe la gioia di
tre figli: Antonio, Maria e Daniele. Prima soffrì
per la morte del marito Bortolo, poi gli anni, le
fatiche e il lavoro resero fragile la sua esistenza
e gli ultimi anni li trascorse a Villa Bianca, dove
a 78 anni concluse il suo pellegrinaggio terreno
il 6.2.2009. Viene ricordata per il suo amore alla
famiglia e per la sua fede vissuta con convinzione e fedeltà. Al suo funerale nella Chiesa di
Tarzo, il giorno 9 febbraio, con il parroco concelebrarono i sacerdoti Mons. Massimo Magagnin, Parroco della Chiesa di Santa Maria delle
Grazie di Conegliano e Mons. Antonio Della
Giustina, parroco di Collalbrigo, suoi parenti.
Venne poi accompagnata al Cimitero.
3. GAMBIN DOMENICO di anni 87, ved. di
Casagrande Gemma. Era nato a Moriago d. Battaglia il 14 ottobre 1921. Poi si trasferì a Refrontolo dove esercitò la professione di agricoltore; negli anni successivi si trasferì a Tarzo. Dal
matrimonio con Gemma ebbe la gioia di vedere
prolungarsi la propria vita nelle due figlie Lucia
e Silvia. Verso il 1957 emigrò in Svizzera, dove
rimase per 26 anni qualificandosi come distinto
professionista muratore. Incontrò la triste esperienza della guerra, con il carico di morte, di dolore e di violenza. Trascorse anche un periodo
di prigionia in Austria. Ritornato abitò nella sua
casa costruita con sacrifici e fatica ad Introvigne. Faceva parte della Associazioni Alpini e
degli Ex Internati. Morì all’Ospedale di Vittorio Veneto il 9.2.2009; il suo funerale venne poi
celebrato l’11 febbraio e poi accompagnato al
cimitero.
LA SPECOLA IERI E OGGI
La specola Vaticana è l’osservatorio
astronomico e centro di ricerca scientifica
della Chiesa cattolica e fa capo al
Governatorato della città del Vaticano. È tra
gli osservatori più antichi al mondo. La sua
origine risale al 1578, quando Gregorio XIII
fa erigere in Vaticano la “torre dei venti”
e vi invita gli astronomi e i matematici
gesuiti del Collegio romano per preparare
la riforma del calendario. Da allora, la
Santa sede ha sempre dato appoggio alla
ricerca astronomica collaborando con la
Compagnia di Gesù. Nel 1891 Leone XIII,
per contrastare le accuse di oscurantismo
rivolte alla Chiesa, fonda l’osservatorio
sul colle Vaticano, dietro la Basilica di
San Pietro. Dai primi anni del novecento
l’Osservatorio è affidato alla compagnia di
Gesù.
Alla Santa sede servivano infatti astronomi
esperti per collaborare al progetto
internazionale della Carte du Ciel che
mira a ricostruire una mappa completa del
firmamento visibile.
Agli inizi degli anni trenta, l’aumento
delle luci elettriche che rende difficile le
osservazioni, spinge Pio XI a trasferire la
Specola nella sua residenza estiva di Castel
Gandolfo. Qui, intorno al 1935, viene
rifondato e affidato ai gesuiti un moderno
osservatorio.
Sempre a causa dell’inquinamento
luminoso, nel 1981, per iniziativa del
gesuita George V. Coyne direttore della
specola dal 1978 al 2006- viene fondato
un secondo centro di ricerca, il Vaticano
Observatory Researh group, a Tucson,
Arizona. Attualmente nella sede di Castel
Gandolfo, si organizzano conferenze e
corsi di formazione.
La specola Vaticana è tra i protagonisti
delle celebrazioni per l’anno internazionale
dell’astronomia.
Oltre a un convegno in programma dal
21al 26 giugno a Sassone(Roma), intitolato
“astronomy: a common Ground for Sharing
Humanity’s concerns”, organizza con
l’istituto nazionale di Astrofisica e i musei
Vaticani la mostra Astrum 2009 dedicata
al patrimonio storico italiano e Vaticano.
Infine, insieme alla Pontificia Accademia
Delle scienze la Specola organizza una
settimana di studi sull’astrobiologia.(6-11
novembre). La Specola Vaticana sarà inoltre
co-sponsor del convegno internazionale
di rilettura storico-filosofica e teologica
del caso “Galilei” che si terrà a Maggio
a Firenze, curato dall’istituto Stensen dei
gesuiti, e, a ottobre, della sesta conferenza
internazionale sui fenomeni astronomici,
organizzata dall’istituto veneto di Scienze,
lettere ed arti.
(Da “Popoli”, n. 2, 2009)
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
Gennaio-Febbraio 2009
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
pagina 20
Gennaio-Febbraio 2009
O
F F E R T E
CHIESA
Battesimo Della Pietà Samuele e
Elia 100 €, Battesimo di Zanon
Alessio 100 €, Famiglia Cancian
40, NN 300, Tona Mauro 50, De
Bastiani Donato e Ines 10, NN 20,
Bucchi 10, NN 500, NN 160, Bez
Maria 5, Dal Gobbo Pietro 150,
Funerale di Pajer Ida 100 e offerte
in chiesa 13.81, Dalle Crode Carlo
100, Scouts TV 30, Faraon Maria
50, NN 30, Bellinaso Pante Amabile (Cinisello Balsamo) 30, E.G.
100, Busta Ringraziamento (n° 59)
1.027, Meneguz Erminia 20, Iselle-Poli 10, Mazzucco Maria 10,
NN 20, NN 37, Gruppo Alpini di
Tarzo 30, Introvigne Zanetti Angela 10, Fornelli 50, De Coppi Lino e
Adriana 20, NN 20, Funerale Gambin Domenico le figlie 100, offerte
in chiesa 81.67 e per opere parrocchiali 46.60, Funerale di Tomasi Pia
i figli 100, offerte in chiesa 41.88 e
per opere parrocchiali 18.90, Faraon Giuseppe 50, Balbinot R. 10,
Scouts TV 20, Vendita ferro 2.030,
Offerte festive 1.035,98, Offerte
feriali, 214.16, Stampa 339.7, candele votive 1.069,54 €.
Spese: toner fotocopiatrice 90 €,
Comune Tarzo: fornitura acqua
123.87, Tassa Rifiuti 174 e DIA
100, Quota parrocchiale Azione
Cattolica 60, Luce 478.56, Liturgia (particole, vino) 102.7, Cereria
490, Stampa: 415.7, ONPI (estintori) 91.20, Varie 54, Bolli spediz.
Certif. emigranti 7, varie pulizia
chiesa 33, foglietto domenicale La
Nostra Messa 89.10, Lavori Chiesa acconto 1.000, riscaldamento
2.480.81 €.
SCUOLA MATERNA
Meneguz Erminia 5 €, Iselle-Poli
10, De Coppi Lino e Adriana 40,
Contributo volontario genitori
2.000, Biglietti lotteria Pro Loco
2000.
Spese.: Personale 14.229, Comune
di Tarzo fattura acqua 427, Thema
attività 1470, Alimentari 1.671,74,
CESA commercialista 613.91,
ONPI estintori 76.20. Luce 518,41,
riscaldamento 2851,28.
CHIESA NAGAROLO
In memoria di Tomasi Pia, i fratelli
Lucio e Costantina e cognata Luigina 100 €.
Spese: Luce 36.88, acconto ditta
Comin campane 700.
CHIESA FRATTA
Spese: Luce 50.24 €
VOCE AMICA
Tarzo: NN 10 €, Tomasi Luana
(Monfalcone) 10, Mazzucco Maria
30, Tomasi Sergio 15, Del Lago-
“VOCE AMICA”
Direttore responsabile
Don Mario Fabbro
Direttore:
Mons. Francesco Taffarel
Iscriz. Al n. 705 Reg. Stampa
Tribunale TV 1-6-88
Stampa: TIPSE - Vittorio Veneto
Michelon 20, Cadalt Steeven 20,
NN 50, Casagrande Stefano (Tailandia) 30, De Polo Nicola 20, Ramus 40, Favero Gino (Australia)
20, Da Dalto Gina 10, Dalle Crode
Carlo 20, NN 20, Zuanella Luciana
20, Da Ros Mirella 20, Bellinaso
Pante Amabile (Cinisello Balsamo) 30, E.G. 10, Meneguz Erminia
15, Iselle-Poli 10, Dalle Nogare
Giovanna 10, Fam. Pancotto Antonio 20, Carpenè Benita 30, Dal
Gobbo Clementina 10, Casagrande-Bernardi (Revine) 20, Introvigne Sergio (Germania) 100, NN
20, De Coppi Lino e Adriana 30,
Tomasi Carlo (Campalto VE) 13,
Cecchin Flavia 15, Faraon Giuseppe 30, Possamai Angela 15. Totale
733 €
Corbanese: Via Castagnera Bassa
145 €, vie S. Giuseppe, Siviglia,
Borgo Madonna 50, Via Callesella e Martiri 44, via Madonna 20,
Amiche salone Liviana 52, Gruppo Alpini Corbanese 50, Fam. Dal
Col Fiori Fiorella e fratelli 30, fam.
Stringher Lina 10, fam. Grosso
Dima 25, fam. Piovesana Ircano
10, Favero Evaristo 12, Antoniazzi
Bruno 15, Meneguz Cicci 15, Antoniazzi Luciano 15, Antoniazzi Lina
15, Schinariol Silvio 15, Tomasi
Angelo Illara 20, Botteon Elda 15,
Tomasi Gianfranco 15, De Coppi
Amelia 15, Possamai Luis 20, Antiga Delia 18, Antiga Emilio 20,
Grosso Vittorino 15, De Pizzol Di
ma 10, Possamai Luisa Rosalba 15,
Franceschet Lucia 15, Franceschet
Maria 12, Franceschet Rina 12,
Cominetti Giancarlo 20, Cancian
Giovanni 12, Lorenzet anna 20,
Possamai Sergio 15, Foltran Elena
20, Cesaretto Rosina 12, Casagrande Bruno e Rina 25, Casagrande
Simone 12, Battiston Antonia 20,
Casagrande Angelo 15, Zanette
Leopoldo 15, Favero Maurizio 15,
Da Ros Remo 12, De Coppi Vittorio 15, Serena S. 50, Pizzol G. 20,
De Zanet Castagnera 15, Marcon
Anna 12, De Pizzol Mario 20, Vie
varie 30.Totale 1100 €.
Arfanta: 129,40 €.
Totale entrate: 1962,40 €
Spese: Tipografia 1218,34, Buste sacco per emigranti 45, Bolli
spedizione del giornale 320. Tipografia fatt. 500 del 28.11.2008:
1329.90. Totale spese 2913,24 €
Angolo dei ricordi
LA BORGATA di RESERETTA
Reseretta tranquillo e vecchio borgo immerso nel verde di una piccola valle, raggiungibile attraverso dei sentieri panoramici un tempo aveva una sua vitalità…….
(Continua dal numero precedente)
L’osteria il dopolavoro o Enal richiamava persone dalla vicina Resera e dalle case sparse dei dintorni, oltre a questo “locale pubblico”
c’era più d’una frasca, quella alle case palughet e quella dai Miazzi
(famiglia Michelon) appena sotto.
Erano poi saltuariamente luoghi di ritrovo dove ballare al suono della fisarmonica di Piero Re, della chitarra di Gerardo Zandegiacomo
detto il Popi, del mandolino di Vittorio Zandegiacomo e del volino
di Piero Zandegiacomo (che suonava anche la fisarmonica), il cortivo delle case palughet dalla Mora Fosca e dalla famiglia Zuchetti,
dove fra gli anni 1920-30 c’era un gioco delle bocce cui faceva da
cornice una gran vite di uva frambola, ed il cortivo dai Tonin dove
aveva casa Angelo Michelon (Miazzo) con la moglie Augusta Da
Re (Gusta Reda).
(Continua a pagina 4)
Marzo
1. Rito di accoglienza del Battesimo
3. 1° Incontro quaresimale presieduto dal Vescovo.
4. Pieve di Soligo: Corso per
operatori liturgici e musicali
8. A Chiarano: Assemblea Missionaria diocesana
9. Arfanta: 2° Incontro quaresimale
per la Unità pastorale
11. Pieve di Soligo: Corso operatori liturgici e musicali
16. Tarzo: 3° Incontro quaresimale
per la Unità pastorale
17. Commissione Liturgica
18. Incontro Catechisti – A Pieve
di Soligo: Corso operatori
liturgici e musicali
19. A Nogarolo: festa del Patrono
San Giuseppe
21. Ritiro Ragazzi prima Confessione
23. Corbanese: 4° Incontro quaresimale per la Unità pastorale
24. Giornata dei missionari martiri
25. Pieve di Soligo: Corso operatori liturgici e musicali
27. Arfanta:Via Crucis animata dai
Giovani della Forania
27. Tarzo: Incontro Genitori ragazzi di terza media
28. Ritiro dei ragazzi della Prima
Comunione
29. Festa dei Trevisani nel mondo
30. Revine: 5° incontro quaresimale
della unità pastorale
Aprile
5. Domenica delle Palme e inizio
della Settimana Santa
10. Via Crucis Parrocchiale a Via
Belvedere
11. Veglia Pasquale
12. Pasqua di Resurrezione
16. A Follina: Consiglio Pastorale
Foraniale
18. Ritiro dei ragazzi della Cresima
19. Celebrazione del Battesimo
24. Palio dei chierichetti
26. Prima Comunione
Redazione e Collaboratori di questo numero
Tarzo: Parroco, Nicola De Polo, suor Leontina, David e Roberto Casagrande, Antonio Pancot,
Francesco Introvigne, Bruno Michelon, Martina Tonin, Rachele Frare, Piero C., Luciano Piaia.
Corbanese: Parroco, Liviana Favero, Damian Renata, De Nardo Davide.
Arfanta: Don Angelo,Valentina Resera, Maria Teresa Tomasi, Milva Faraon.
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2009-1 - Parrocchia di Tarzo (TV)