Una teca trasparente per proteggere il bottino
Andrea Dari, Editore
25 incarichi, fra cui la vice Presidenza di INPS, la vicepresidenza di Equitalia e la presidenza di Idea
Fimit, la maggiore società italiana di fondi immobiliari. Antonio Mastrapasqua, con il suo stipendio da
1 milione di Euro, è oggi nei titoli di tutti i giornali, ma non è il solo della “casta”. Gianni Chiodi, che
occupa la una poltrona già oggetto di scandali, quella del governatore dell’Abruzzo e oggi accusato, al
pari di altri 24 tra consiglieri e assessori, di truffa, peculato e falso nell'ambito dell'indagine sui rimborsi
spese regionali. Non basta, stando alle carte dell’inchiesta dei pm di Pescara, Chiodi avrebbe passato
la notte del 15 marzo 2011 in un albergo a due passi dal Pantheon in compagnia di una donna. Due
mesi dopo il curriculum della ragazza verrà scelto, tra altri 22, per un incarico pubblico quadriennale
alle Pari Opportunità regionali. La nomina arriverebbe dal dicastero del Lavoro. "Ho fatto un errore, lo
ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza", si è sfogato Chiodi dalle
colonne del Corriere della Sera. Ma il vento del Nord non ha portato quella pulizia che molti si
attendevano: la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Piemonte,
Roberto Cota e per 37 consiglieri, nell'inchiesta sull'uso dei fondi dei gruppi consiliari al Consiglio
regionale del Piemonte. Tra gli acquisti contestati al governatore anche delle mutande verdi. Non c’è
pace neanche per il mondo della ricerca. Enrico Saggese, presidente appena dimessosi dell'Agenzia
Spaziale Italiana, è indagato per giro di tangenti, appalti e concorsi truccati dalla Procura di
Roma: Secondo l'accusa, Saggese avrebbe più volte chiesto studi di fattibilità per viaggi di
lavoro con decine di colleghi e relative famiglie. In meno di cinque anni, avrebbe ingaggiato 52
consulenti con contratti esterni che ammontano a 3,8 milioni di euro. Ma qual è il rischio? Ce
lo potrebbe spiegare Franco Fiorito detto Batman, che potrà pagarsi la multa di oltre un
milione di euro inflittagli dalla Corte dei Conti con il Vitalizio da ex consigliere regionale della
Regione Lazio che comincerà a incassare a 50 anni. Solo uomini? Nunzia De Girolamo si
dimette per un’accusa di abuso e turbativa d’asta, Josefa Idem per un abuso edilizio, per non
parlare delle telefonate tra Ligresti e la Ministra Anna Maria Cancellieri.
Potremmo continuare questo lungo elenco che tocca politici, amministratori, manager,
tecnici, … con condanne e non, avvisi di garanzia e non, ma comunque tutti coinvolti in casi in
cui le parole chiave in antitesi sono gestione del potere ed etica.
Sembra che ci sia una linea sottile che divide due classi: chi amministra il potere e chi è
amministrato, una linea indelebile che una volta varcata porta all’irrefrenabile desiderio
di non accontentarsi. Perchè arrivare a comprare mutande verdi, case con vista storica,
viaggi a New York, notti con candidate quando già si può avere stipendi fantastici e potere
quasi illimitato senza dover violare qualche norma, giuridica o etica che sia? Perchè forse una
volta varcata quella linea si sente una strana sensazione di essere “al di sopra delle parti”, una
sorta di unzione che consente di non dover vivere con l’onere delle regole, di essere
infondo “sempre dalla parte del giusto”. Solo così si giustifica il fatto che quando vengono
scoperti invece di dimettersi e difendersi nei luoghi dove è previsto, urlano di essere stati
inseriti nel “tritacarne mediatico”, che per fortuna esiste.
E dall’altra parte si prova un senso di incurabile nausea, incurabile perchè si scopre che il
problema è talmente diffuso da non avere più speranze, che non sia più possibile arrivare
a uno stato etico, in cui i concorsi si vincono per merito, in cui le spese si fanno con i propri
soldi e senza l’ausilio della scorta, in cui non vi sono privilegi, in cui una coda in auto e in
ospedale viene vissuta da ognuno allo stesso modo e non vi sono luci blu da mettere
sulla propria voglia irrefrenabile di passare attraverso le corsie di emergenza.
Cosa fare quindi: una unica soluzione, la trasparenza. Mettere il bottino in una TECA
TRASPARENTE per capire chi ci mette le mani.
Il WEB ci aiuta, allora chiediamo che sia data la massima trasparenza, che siano pubblicati
non solo i redditi di ogni figura che assume un ruolo istituzionale, ma anche i compensi
per rimborsi spese, i regali, e i capitali, anche per valutare la differenza tra quando uno
inizia e quando esce dal ruolo di privilegio. E per gli Enti e istituzioni dove e quanto
spendono per consulenze, rimborsi spese, benefit, quante auto blu e di chi sono a
disposizione (con la norma che una auto blu non collegata a una specifica persona deve
essere dismessa) … e un organigramma trasparente.
Trasparenza che deve riguardare anche i nostri organi professionali. Auspichiamo quindi
che questo principio di trasparenza sia sposato a tutti i livelli, e non solo con i dati
ufficiali. Non può essere che apprezzabile la scelta del CNI di pubblicare On_line i verbali
delle Assemblee e delle Riunioni del Consiglio. La stessa cosa dovrebbe accadere in
INARCASSA, oggi al centro di molte polemiche, sia per il cosiddetto "doppio ruolo" della
Presidente Muratorio, ovvero per la sua presenza negli organi direttivi di alcune società ENEL,
sia per altre questioni, come quella dei rendimenti degli immobili (emersa nell’assemblea
organizzata dall’Ordine degli Architetti di Roma) che sulla Continuità professionale. Per
capire quanto stia montando la polemica basta entrare in qualsiasi gruppo social di ingegneri e
architetti.
Poter sapere come i diversi argomenti - anche quelli più critici - siano dibattuti in assemblea
dei rappresentanti, chi tra questi prende certe posizioni e chi altre, come maturano quindi
alcune decisioni potrebbe essere utile per ognuno di noi per essere più consapevoli nella
valutazione della gestione della “nostra cassa” e per dare un taglio anche alle polemiche, a
volte giustificate (e che quindi esigono chiarezza) ma a volte no.
Una TECA TRASPARENTE che tutela noi utenti, spesso troppo impotenti e indifesi, ma anche
tutti gli AMMINISTRATORI ONESTI, per evitare gossip e polemiche, a volte strumentali.
È questa forse la prima parola chiave per imboccare l’uscita dalla crisi:
#AmministrazioneTrasparente.
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