“ANTROPOCENE” A MONTERENZIO: DAI CELTI AI NOSTRI GIORNI
PRESSO I FUOCHI DI TARANIS
L’appuntamento della festa Celtica dei “Fuochi di Taranis”, che si svolge per la undicesima
volta, questa estate a Monterenzio, è un evento caro a tutti coloro che non cercano
esclusivamente una festa ma sono attratti da una occasione di conoscenza , tra storia e
fantasia, in un paesaggio suggestivo ed evocativo.
La collaborazione tra gli organizzatori e il personale che gestisce il Museo Archeologico
“Luigi Fantini” ha rafforzato, negli anni, l’entusiasmo e gli stimoli di coerenza, ricerca e
divulgazione che connotano, ormai strutturalmente, la Festa. La ricerca di nuovi ambiti di
sperimentazione ha dato il via alla collaborazione con Slow Food Emilia Romagna, con cui si
condividono temi quali “ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con
ambiente ed ecosistemi”accostati alla necessità di conoscere le origini e la storia di
abitudini alimentari che raccontano l’evoluzione dei popoli.
E’ in questo clima che è maturata, quindi, l’idea organizzare le Antropocene un evento che
punta alla sperimentazione di iniziative che divengano “scuola” per tantissimi altri
appuntamenti dedicati alla rievocazione.
Da martedì 30 giugno a giovedì 2 luglio, nel Parco del Museo di Monterenzio, presso il
padiglione dedicato alla cucina e al ristorante dei “Fuochi di Taranis”, la Ca’ di Brenno, Slow
Food Emilia Romagna e condotta di Bologna, proporranno degustazioni e intrattenimenti
divulgativi su cibo e alimentazione, suddiviso in tre appuntamenti, per intraprendere un
viaggio attraverso la mente e la pancia e scoprire il filo conduttore che lega popoli e
tradizioni, lontani nello spazio e nel tempo, nello scenario della nostra “Terra Madre”,
l’Emilia Romagna, nell’anno che celebra, con Expò, il “nutrimento del pianeta”.
Partiremo da un banchetto antico, con la presenza di un gruppo di Galli che serviranno i
piatti della antica tradizione Italica. Chiacchere e Cibo in un percorso il cui punto di mezzo
riporta alla domanda universale e senza tempo posta dal Re al Bifolco:
“Re: Qual è il più lungo giorno che sia?
Bertoldo: Quello che si sta senza mangiare”
(G.C. Croce, Bertoldo)
Vedremo come, nei secoli finali del Medioevo, si è allargato il divario in termini di
reperibilità e rappresentatività dell’alimentazione tra le classi più abbienti e il popolo.
Le possibilità di approvvigionamento alimentare nei boschi, pratica largamente diffusa sino
a pochi secoli prima, viene via via meno. Questi spazi cominciano a restringersi, da “boschi
comuni” a “boschi del comune” (o dei vari signori laici o ecclesiastici che vivono nelle
prossimità).
Viaggeremo tra la suggestione e i sogni del popolo e la rappresentazione del potere
attraverso il consumo di cibi che non erano alla portata di tutti. Tra profusioni di spezie, di
cui la cucina di corte nel Medioevo era ghiotta, e preparazioni più tipicamente connotate in
accezione popolare potremo sognare per un momento di esserci seduti a una di queste
tavole. Finiremo il nostro percorso approdando alla nostra tradizione attuale e ad un
tributo rivolto a Pellegrino Artusi e alla sua straordinaria visione risorgimentale, di un’Italia
unita a partire dalla Tavola e dal grande libro della sua Cucina.
Il programma:
martedì 30 giugno ore 20,30
Apertura della manifestazione , con la partecipazione di Raffaela Donati, presidente di Slow
Food Emilia Romagna. La prima serata sarà interamente dedicata alla cucina nell'Antichità
con piatti delle tradizioni culturali Celtiche e Etrusco‐Romane: gli Appennini come confine
culturale. A tavola con i rievocatori che ci mostreranno il banchettare dei guerrieri, tra
zuppe di cereali e carni, il puls, l’antica polenta di ceci, e poi il miele, il mulsum e l’idromele .
La cena sarà illustrata da una presentazione a cura di Anna Chiara Penzo, archeologa
conservatrice del Museo Luigi Fantini,
mercoledì 1 luglio ore 20,30
la seconda serata avrà come protagonista la cucina nel Tempo di Mezzo: l'incontro con
nuovi ingredienti, un modo di stare a tavola rituale e scenografico: il banchetto come
rappresentazione e la cucina popolare tra Bertoldo e il Papa Re. Frutta fresca e addobbi
floreali faranno da contorno a ravioli bianchi con zenzero e cannella, civiero di cinghiale e
mescita di vino bianco salviato, per concludere con dolcetti medievali accompagnati da
ippocrasso. Opere d’arte che rappresentano i banchetti e gli usi alimentari dell’epoca
saranno descritte da Fabrizio Lollini docente di Storia dell’arte Medievale, Università di
Bologna e Francesco Monari, Slow Food Bologna, docente Master of Food Birra. La serata
sarà accompagnata da musici del tempo.
giovedì 2 luglio ore 20,30
La terza serata ci guiderà nella Cucina Italiana di Pellegrino Artusi : il repertorio della
tradizione gastronomica più ricca del mondo. Un libro di Cucina per Unire l’Italia, il
Risorgimento a Tavola in una divertente e gustosa sfida tra la Romagna dei cappelletti e
l’Emilia dei tortellini. La chiusura della manifestazione sarà affidata alla straordinaria ed
esilarante interpretazione di Matteo Belli de “il tortellino come linguaggio universale tra i
popoli : la ricetta bolognese”.
Le Antropocene avranno un numero limitato di partecipanti, è necessario quindi prenotare.
Il costo è di 25 euro per una serata e 60,00 euro per le tre serate .
Per partecipare a una o a tutte le serate, è necessario comunicare la richiesta a
[email protected], ed effettuare contestualmente pagamento di acconto, a mezzo
bonifico bancario, per un importo pari al 50% (12,50 per una serata, 30,00 per tre serate) .
BANCA CREDITO COOPERATIVO MONTERENZIO
IBAN: IT 71 Q 08672 36940 010000012133
CAUSALE: PRENOTAZIONE 1 ANTROPOCENA (SPECIFICARE SERATA 1‐2‐
3)/ 2 ANTROPOCENE (3 SERATE )
Associazione ‘La Cà di Brenno’ -Sede legale: Via Idice, 58 - 40050 Monterenzio (BO).
Codice Fiscale/Partita IVA: 03272171202.
Per contatti: Tel. Paolo Vivaldi 3779515434
Aggiornamenti sulla pagina Facebook : I fuochi di Taranis
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