d’Italia
UN FIUME DI TRICOLORI SOTTO LA PIOGGIA
PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DEI MARÒ
ANNO LXII N.139
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Antonio Pannullo
Le pessimistiche previsioni del
tempo non hanno spaventato i
cittadini che sono accorsi al corteo per chiedere la liberazione
dei due marò Latorre e Girone,
detenuti in India da 28 mesi. È
partito infatti da piazza Bocca
della Verità a Roma il corteo per
chiedere il ritorno in patria di
Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone i due marò da oltre due
anni ingiustamente detenuti in
India con lʼaccusa di omicidio di
due pescatori. Ad aprire il corteo
uno striscione con il leone di San
Marco e il motto “per mare e per
Terra”. Al corteo prendono parte
alcune migliaia di persone, molti
militari ed ex militari. Tanti alpini,
parà, marinai e moltissime associazioni dʼarma, il tutto tra centinaia di bandiere tricolori. In testa
alla manifestazione la compagna
di Latorre, Paola. A partecipare
al corteo, tra gli altri, lʼeuroparlamentare della Lega Mario Borghezio, lʼex sindaco di Roma ed
esponente di Fratelli dʼItalia
Gianni Alemanno, la presidente
di FdI Giorgia Meloni, il deputato
Fabio Rampelli, i politici Marco
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Marsilio e Fabio Sabatani Schiuma,
il capogruppo di Forza Italia alla
Regione Lazio Luca Gramazio con
il padre, il senatore Domenico. Cʼè
anche Elio Vito presidente della
Commissione Difesa della Camera
e il dirigente di CasaPound Simone
Di Stefano con alcune decine di militanti. In testa al corteo anche il direttore del quotidiano Il Tempo Gian
Marco Chiocci, che ha condotto
una campagna a sostegno dei due
fucilieri di Marina insieme con il
Giornale e Libero. Assenti il sindaco della città Ignazio Marino e i
suoi amici, presenti invece al Gay
Pride. Corteo colorato, festoso, ma
determinato: striscioni con i volti dei
due militari, gonfaloni di comuni
della provincia di Roma con sindaci
in fascia tricolore, emblemi e berretti militari e anche una bandiera
della Xa Mas. Così il corteo a sostegno dei due marò sta procedendo per le vie della capitale. Ad
accompagnare lʼinizio della manifestazione un rombante corteo di
Harley Davidson. “Marò liberi”, “Io
sto con i marò” e “Liberi subito” gli
slogan più gettonati dai manife-
domenica 15/6/2014
stanti che indossano la coccarda
gialla, simbolo di chi aspetta il ritorno di una persona cara. Vistosa
la partecipazione degli alpini, con i
loro caratteristici cappelli con la
penna; gli alpini paracadutisti poi,
hanno portato in piazza un vero paracadute. Molti indossano magliette
nere con, scritto in bianco, “Tutti insieme e nessuno indietro”. “Liberate i nostri soldati” è poi lo slogan
che in molti hanno scandito quando
il corteo è passato davanti al Campidoglio, il cui sindaco Marino a ottobre fece togliere lo striscione
relativo ai due fucilieri di marina detenuti. Lʼinno nazionale ovviamente
è stato intonato a più riprese, ma
anche, in particolare dal gruppo di
CasaPound, canzoni e slogan contro il governo: “Governo di vigliacchi, non ha più sovranità – cantano
i manifestanti – abbandona i suoi
soldati e non si fa rispettare”. Un
altro coro più volte scandito durante
il percorso è “Da due anni sono imprigionati, i nostri marinai vanno liberati”. Il corteo si è concluso in
piazza Farnese, preceduto da alcuni fucilieri di marina che hanno
dispiegato un bellissimo paracadute tricolore.
Tra toghe e sinistra in carcere non ci va più nessuno.
Rassegnatevi, così vuole il “vostro” Renzi
Francesco Signoretta
Prima lo “svuotacarceri”, con i condannati rimessi in libertà. Poi la depenalizzazione della droga, con
migliaia di piccoli spacciatori che
escono dalle patrie galere. Nel
mezzo, la cancellazione del reato
di clandestinità, con lʼarrivo di una
massa incalcolabile di immigrati
non sottoposti ad alcun controllo. E
da cornice, alcune decisioni delle
toghe che fanno quantomeno sorgere qualche perplessità. Un quadro che – da quando il
centrosinistra è al governo – offre
lʼimmagine di uno Stato che si arrende, uno schiaffo alla gente comune e unʼoffesa a chi è stato
vittima di reati e a chi deve far
fronte ogni giorno al dramma di un
figlio tossicodipendente. Un prezzo
pesantissimo pagato dagli italiani
nella stagione degli show di Renzi
e che non viene certo restituito dai
famosi 80 euro che poi, a conti fatti,
sono molto ma molto meno. Il governo ha dimostrato di non saper
dare una soluzione al problema del
sovraffollamento carcerario, prendendo la scorciatoia: celle aperte
per tutti, indulti mascherati e coriandoli per i pregiudicati. In più ha
fatto un deciso passo indietro nella
repressione dello spaccio di droga
a livello medio-basso, quello che
avviene nelle strade e davanti alle
scuole e che finisce direttamente
nelle case delle famiglie. Tutto questo crea una massiccia caduta di
credibilità delle istituzioni e la colpa
è di una sinistra che cerca di tradurre qualsiasi problema in un tornaconto elettorale. Non minore è il
problema delle toghe, con scelte
che provocano la rabbiosa reazione
dellʼopinione pubblica. Lʼultima è la
vicenda del disoccupato marocchino
che ha aggredito in modo brutale un
veronese di 40 anni, massacrato a
pugni nei pressi della stazione ferroviaria di Nogara: prima aveva dovuto subire il furto della mountain
bike e poi pugni e schiaffi al viso,
alla testa e allo stomaco, finendo in
ospedale. La scena è stata ripresa
anche dai filmati delle telecamere.
Portato in caserma, il marocchino è
stato subito liberato in attesa dellʼudienza. Neppure un piccolo passaggio in cella. Normale la protesta
popolare. Si è passati dalla forte richiesta della certezza della pena
alla certezza che nessuno paga per
i reati commessi. Il popolo del web
ha risposto quasi con rassegnazione: «In galera non cʼè più nessuno tranne Corona». Un modo
ironico e amaro per denunciare una
situazione gravissima, una situazione sulla quale è calato il silenzio
dellʼinformazione sottomessa al
nuovo salvatore della patria. Tutto fa
spettacolo, nellʼera di Renzi. Anche
gli spacciatori che se la ridono, salutano e lasciano il carcere. Anche il
marocchino che manda allʼospedale
un quarantenne e se ne torna a
casa. Caino non si tocca, Abele si
metta pure lʼanima in pace.
Sugli immigratiAlfano fa la voce grossa: lʼEuropa
prenda subito in carico lʼoperazione Mare Nostrum
2
Redazione
«LʼItalia non può farsi più carico del disastro creato in
Libia dagli altri Paesi occidentali». Lo ha detto il ministro dellʼInterno, Angelino
Alfano, sottolineando come il
conto di questo disastro
«non può essere più solo in
carico agli italiani». Il ministro ha lasciato Firenze,
dove ha partecipato alla
Festa della Cisl, ricordando il
successivo incontro a Catania «con tutti i sindaci coinvolti
nella
questione
immigrazione. Andrò a dire a
loro – ha ribadito – che
siamo accoglienti, ma non
possiamo accogliere tutti»,
anche perché «il disastro»
della Libia «è stato creato
dalla comunità internazionale. LʼItalia è un Paese accogliente – ha proseguito
Alfano – ma non può accogliere tutti. Mare Nostrum
non è solo un problema italiano. O lʼEuropa prende in
carico Mare Nostrum o noi lo
lasceremo continuando comunque a soccorrere i migranti».
Nel frattempo, sul fronte
Secolo
d’Italia
degli sbarchi, un egiziano di
38 anni, Abdella Abdelaziz, e
un tunisino di 44 anni, Ahmed
Deeri, sono stati fermati dalla
polizia di frontiera a Siracusa
con lʼaccusa di favoreggiamento
dellʼimmigrazione
clandestina. Lʼegiziano sarebbe lo scafista dello sbarco
avvenuto venerdì di 74 mi-
granti, mentre il tunisino
dello sbarco di 252 migranti
avvenuto il 12 giungo. In
giornata due motovedette
della Guardia Costiera, assieme ad una unità della
Guardia di Finanza, hanno
tratto in salvo 281 migranti,
che hanno dichiarato di essere siriani ed erano diretti
verso le coste italiane a bordo
di un peschereccio in legno di
circa 20 metri di lunghezza.
Ad allertare la macchina dei
soccorsi è stato un elicottero
della Marina Militare, che
aveva individuato lʼimbarcazione in acque greche. A seguito della localizzazione del
peschereccio, la sala operativa della Guardia Costiera di
Reggio Calabria ha assunto il
coordinamento
dellʼoperazione, inviando a circa 80 miglia a sud-est di Capo
Spartivento, due motovedette
della Guardia Costiera di
Roccella Jonica. Giunti in
quel tratto di mare, i militari
hanno iniziato le delicate fasi
di trasbordo dei migranti. Tra
loro 93 bambini e 6 donne, alcune delle quali in precarie
condizioni di salute. Tutte le
persone presenti sul peschereccio sono state tratte in
salvo attorno alle 9,30. Unʼaltra giornata di grande lavoro,
dunque, per gli uomini e le
donne della Guardia Costiera
impegnati a garantire la salvaguardia della vita umana in
mare.
Un “contentino”, una nomina
essenzialmente onorifica ma
che accontenta una componente non allineata a Renzi
all'interno del litigioso mondo
Pd. Ma il clima non è disteso. Sul nome del neo presidente, che sostituisce
Cuperlo, c'era stata la promessa - mantenuta - di
Pippo Civati di un'astensione
sua e del suo gruppo. Su Orfini , ha dichiarato il capo
dell'opposizione interna a
Renzi, «c'è tutta l'area che
fortunatamente rappresento
ancora che ha espresso
astensione e poi c'era anche
qualche volto un po' pesto in
Assemblea, anche perché la
decisione è avvenuta senza
la possibilità di discutere, di
convocare le proprie aree,
ed è un problema». Civati a
margine dell'assemblea Pd
ha sottolineato di non essere
intervenuto per non focalizzare lo «scontro sulle persone, perché i toni rischiano
di scapparci di mano». «Orfini è un dirigente di primissima qualità ma non mi
sembra risponda ai criteri di
un figura superparters», afferma Stefano Fassina, sottolineando come si debba
«parlare prima di criteri e poi
di nomine». InfattiRenzi ha
aperto i lavoro con il consueto piglio decisionista incoronando di fatto il nuovo
presidente. «Per la presidenza del Pd propongo una
guida non espressione della
maggioranza del partito:
Matteo Orfini», ha detto il
presidente del Consiglio
sperando di tenere tutti
buoni dopo il terremoto
Mineo. Ma i problemi non
sono finiti.
Il “giovane turco” Orfini presidente del Pd. Astenuti
i “civatiani”: decisione presa senza discussione
Redazione
Il leader dei “giovani turchi”
Matteo Orfini è il nuovo presidente del Pd. L'elezione da
parte dellʼAssemblea nazio-
nale riunita allʼHotel Ergife a
Roma, è avvenuta con 690
voti favorevoli, 32 astensioni
e nessun voto contrariO dell'assemblea dei democrat.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
La Tasi sarà una tassa più pesante dellʼImu.
Una batosta dopo il “regalino” degli 80 euro
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
Redazione
Con una manina dà (gli 80
euro) e con una manona
prende (dalle tasche degli italiani, con la Tasi). Adesso che
i conti sulla nuova tassa sulla
casa sono definiti, Renzi ha
ben poco da twittare altre
amenità propagandistiche. La
Tasi è una vera mazzata sulle
spalle degli italiani. Ma le elezioni europee sono passate.
E il premier può godersi il 40 e
passa per cento conquistato
grazie alla “mancia” della detrazione Irpef per i redditi al di
sotto dei 1500 euro al mese.
È inquietante la stima del Codacons. «Tutte le proiezioni ci
dicono che la Tasi finirà per
pesare più dellʼImu, ma ciò
che è davvero grave è che
questa tassa inciderà in modo
più pesante sulle famiglie a
reddito medio-basso rispetto
a quelle con reddito elevato».
E questo perché, per effetto
delle minori detrazioni, «chi
possiede una abitazione con
Secolo
d’Italia
rendita catastale modesta si
troverà a pagare di più rispetto allʼImu, mentre chi è
proprietario di un immobile di
prestigio sarà avvantaggiato
dalla Tasi rispetto alla vecchia
imposta». Ma la tassa, aggiunge il Codacons, attende
anche le imprese: per
aziende, uffici, negozi e capannoni la stangata calcolata
dal Codacons sarà superiore
a un miliardo di euro.
Risultato analogo è quello che
emerge da uno studio della
Uil, che ha fatto una simula-
zione su quello che i cittadini
dovranno pagare città per
città.
Per la tipologia di casa in A/3,
per 90 famiglie oggetto del
campione, la Tasi costerà mediamente 136 euro a fronte
dei 111 euro pagati con lʼImu
nel 2012, con punte di 249
euro ad Ancona; 199 euro a
Rimini; 189 euro a Caserta,
Forlì e Frosinone.
Il Presidente della Commissione Finanze della Camera,
Daniele Capezzone, va allʼattacco e ribattezza la nuova
imposta con il nome di “Tassa
Renzi”. «La situazione – prevede Capezzone – sarà ancora più grave nel 2015,
quando lʼaliquota massima
sulla prima casa raggiungerà
la soglia astronomica del 6
per mille (con un gettito potenzialmente prossimo ai 10
miliardi)». Insomma, Renzi ha
rifilato agli italiani un vero
scherzo da prete, anzi da boy
scout.
nomia e noi proponiamo di farlo
mobilitando 400 miliardi di
euro». Il secondo punto fondamentale è quello della «democrazia, perché molti sono
sfiduciati dalla politica e alcuni
addirittura pensano che la democrazia sia superata». Il progetto di Italia Unica passerà per
unʼassemblea istitutiva: «Non vi
chiediamo di entrare in un partito fatto e finito – ha detto lʼex
ministro rivolgendosi ai presenti
– ma da qui parte un cantiere
che sarà pronto entro autunno».
Lʼintenzione dellʼex ministro del
governo Monti è quella di collocare il nuovo soggetto nellʼarea
di centrodestra. «Bisogna costruire un nuovo grande partito
moderno perché ci vogliono
due partiti che rappresentino i
due grandi schieramenti europei. Quello dellʼarea popolare e
liberale manca ancora e, in
quellʼarea, noi abbiamo radici
forti». Intento certo lodevole,
però Passera parte criticando
indiscriminatamente i soggetti
esistenti. «Ncd e Udc stanno
sparendo in una posizione sussidiaria nel governo». E su questo punto ha certo ragione. Ma
il suo attacco a Forza Italia è
fuori misura: «FI tenta alleanze
con forze estreme spingendo i
moderati verso il Pd e lʼastensionismo». Evocare le “forze
estreme” , come le chiama lui,
equivale a erigere nuovi steccati, in nome di un popolo “moderato” che non si sa bene
dove sia e che cosa sia. Dovrebbe sapere, Passera, che
sta entrando in un gioco che finora non gli è mai appartenuto.
Come può imporre regole a
soggetti già strutturati e radicati? Neanche gli attuali tentativi di riforma gli vanno bene:
«Abbiamo bisogno di una legge
elettorale che favorisca partecipazione e governabilità, non
lʼItalicum che altro non è che un
Porcellum rivisto».«Serve una
sola Camera senza pasticci
come quelli che si stanno facendo». Al dunque, se Passera
vuol dare il suo contributo al rinnovamento del centrodestra è
certo il benvenuto. Ma se pretende di ripartire da zero rischia
cocenti delusioni. E dire che
lʼesperienza di Monti gli avrà
pure insegnato qualcosa…
Passera apre il suo “cantiere” politico e vira
sul centrodestra. Ma parte senza umiltà…
Mariano Folgori
Alla fine Corrado Passera
rompe gli indugi e presenta Italia Unica, un nuovo soggetto
politico che ha lʼobiettivo di
«creare una grande alternativa
che rientri nellʼarea liberale e
popolare». «Oggi apriamo un
cantiere – spiega – per costruire un nuovo paese e un
nuovo modo di far politica». Per
raggiungere questo obiettivo,
secondo lʼex ad di Poste Italiane, «si deve far ripartire lʼeco-
3
Israele, proseguono le ricerche dei tre ragazzi
rapiti da palestinesi in Cisgiordania
Secolo
4
d’Italia
Antonio Pannullo
Sono proseguite tutta la notte tra sabato e domenica, ma senza esito, le ricerche da parte dell'esercito dei tre ragazzi israeliani, studenti di una
scuola rabbinica in una colonia ebraica, scomparsi
in Cisgiordania nei pressi di Hebron e che si teme
siano stati rapiti. Fonti della difesa parlano di rapimento ben preparato da parte di una cellula ben
addestrata. Sabato sera il fatto è stato rivendicato
da un semi sconosciuto gruppo salafita di Hebron,
Daulat al-Islam. Sul tavolo degli investigatori varie
ipotesi: dalla peggiore, il timore di una fine cruenta,
alla possibilità che subito dopo il possibile rapimento i tre ragazzi siano stati separati, rendendo
così più difficile il ritrovamento, al loro eventuale
spostamento fuori Israele, via Negev - la zona desertica nel sud del Paese - e, probabilmente, via
Giordania. Le forze di sicurezza israeliane avrebbero controllato molti centri nella zona di Hebron,
compresi i villaggi limitrofi. Secondo fonti palestinesi sarebbero stati compiuti anche numerosi arresti in connessione con il presunto rapimento.
Secondo le stesse fonti, l'esercito ha anche sequestrato videocamere di sicurezza nella zona del
supposto rapimento. Il segretario di stato Usa John
Kerry ha parlato con il presidente palestinese Abu
Mazen dell'intera vicenda, visto che, tra l'altro, uno
dei tre ragazzi ha anche la cittadinanza americana.
«Fino a quando non sapremo il contrario, lavoriamo presupponendo che siano ancora vivi». Lo
ha detto, citato dai media, il ministro della Difesa
Moshè Yaalon nel suo primo commento dalla
scomparsa dei tre ragazzi israeliani (due di 16 e
uno di 19 anni) in Cisgiordania. Yaalon ha spiegato
che tutte le forze di sicurezza lavorano insieme
nelle ricerche e ha ricordato che i tentativi di rapimento non sono certo nuovi. Per il ministro ne
sono stati sventati 30 nel 2013 e 14 nel 2014.
L'esercito israeliano ha dispiegato più di 2.000 soldati nell'area di Hebron. Tre battaglioni di paracadutisti e uno di un'altra unità sono stati inviati in
Cisgiordania in modo da essere pronti a intervenire in caso di disordini violenti. Si è poi appreso
che l'aviazione israeliana ha colpito poche ore fa
una base di addestramento del braccio armato di
Hamas a Khan Yunes, a sud di Gaza. Al momento
dell'attacco la installazione era deserta e non si
sono dunque avute vittime. Il raid è stato confermato da un portavoce militare israeliano secondo
cui si è trattato di una reazione al lancio di un razzo
dalla Striscia verso il Neghev, avvenuto in precedenza. Il portavoce ha aggiunto che «sono stati
colpiti con precisione un obiettivo terroristico e un
deposito di armi».
Dai Kennedy ai Rockefeller, le morti
premature nelle famiglie ricche e maledette
Redazione
Ci sono i Kennedy con la loro catena di morti premature, e ci sono
i Rockefeller: Richard Rockefeller,
figlio del banchiere e filantropo
David Rockefeller e pronipote di
John Rockefeller, fondatore della
Standard Oil Company, è morto in
un incidente aereo nello Stato di
New York. Medico e erede della
vocazione filantropica paterna,
Richard stava tornando a casa in
Maine dopo aver festeggiato,
nella tenuta di Pocantico Hills, i
99 anni di David. Un compleanno
finito in tragedia. Il suo Piper Meridian, un monomotore turboprop,
si è schiantato al suolo nella nebbia poco dopo il decollo dall'aeroporto
della
Contea
di
Westchester. C'era solo lui a
bordo, ed era un provetto pilota.
Adesso l'intera famiglia è sotto
shock. David Rockefeller, grande
amico di Gianni Agnelli, è il membro più anziano del celebre clan il
cui cognome adorna innumerevoli
edifici, università, ale di ospedale,
biblioteche e musei d'America. È
anche, secondo Forbes, il milio-
nario più vecchio del mondo. Richard Rockefeller aveva 65 anni
ed era attivo, oltre che come medico di famiglia, sul fronte degli
aiuti umanitari attraverso l'organizzazione Medici senza Frontiere della cui sezione americana
era stato per 21 anni presidente. Il
jet ha schivato di pochi metri
un'abitazione e abbattuto vari alberi prima dell'impatto fatale. E
adesso c'è anche chi parla di maledizione dei Rockefeller: chi ricorda Michael, figlio di Nelson e
un cugino di Richard: esploratore,
fotografo, collezionista di arte primitiva, misteriosamente scomparso negli anni Sessanta nella
Guinea Olandese a 23 anni,
forse, anzi probabilmente, mangiato dai cannibali: una fine
atroce e un mistero irrisolto neanche dopo la pubblicazione quest'anno
dell'ultimo
libro
sull'argomento: "Savage Harvest"
di Carl Hoffmann. Crescere Rockefeller è difficile: ce ne sono oltre
250 con questo nome e adesso,
visto quanti, devono lavorare per
vivere. Eileen, la più piccola dei
sei figli di David e della moglie
Margaret, una donna affascinante
ma clinicamente depressa, per
anni si è cambiata il celebre cognome poi, ha scritto un libro,
"Being a Rockefeller, Becoming
Myself" in cui spiega perché il denaro non compra la felicità. E
come se non bastassero i Rockefeller veri, ci sono anche gli impostori: un anno fa Christian Karl
Gerhartsreiter, un avventuriero tedesco che per molti anni si è fatto
passare negli Usa per un rampollo della dinastia , è stato giudicato colpevole di omicidio di
primo grado per la morte di un
uomo nel 1985.
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
Sudan, Meriam libera
solo se rinuncerà
alla fede cristiana
e divorzierà dal marito
Redazione
«Rilanciamo l'allarme del Consiglio
delle Chiese del Sudan secondo cui
le autorità competenti sono pronte a
rilasciare Meriam Ibrahim soltanto
se rinuncerà alla fede cristiana e divorzierà da suo marito Daniel». È
quanto scrive sulla pagina Facebook di Italians for Darfur, Antonella
Napoli, presidente dell'associazione
che ha lanciato la campagna per la
liberazione della donna sudanese
condannata a morte per apostasia
in Sudan, dopo aver ricevuto una
lettera dall'Arcidiocesi di Khartoum.
«Abbiamo letto con apprensione le
parole di padre Mussa Kacho, vicario episcopale della regione pastorale di Khartoum - sottolinea Napoli
- che smentisce le informazioni fatte
filtrare dal governo del Sudan, secondo cui presto la giovane potrebbe essere scarcerata. Per
questo rilanciamo l'appello alle autorità sudanesi affinché Meriam sia
liberata subito. Abbiamo sentito l'avvocato di Meriam, Mohaned al Nour,
ci ha confermato che sia lei che i
bambini stanno bene ma che continuano a essere rinchiusi in una piccola cella della prigione di
Omdurman dove allatta la piccola
Maya in catene», ha aggiunto Napoli - «Ci ha anche detto che tra
poco più di un mese Martin, il bimbo
più grande che a breve compirà due
anni, potrebbe essere tolto alla
mamma. L'unica cosa che si può
fare è attendere il nuovo processo.
Il caso di Meriam sarà giudicato in
appello, ma nessuno conosce ancora la data fissata per il secondo
grado di giudizio», conclude il presidente di Italians for Darfur.
Maturità, si scatena il toto-tracce: D'Annunzio,
Pirandello, Pascoli, ma anche i grandi Papi
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
Guglielmo Federici
Ultimo week end prima degli
esami. Niente più “outsider” tra gli
autori nelle tracce di italiano per
la Maturità. Il Miur Social ha twittato che «chi ha preparato le
prove vi e ci rassicura: sono in
linea con i programmi». E dunque
scongiurate le brutte sorprese i
maturandi tornano a scommettere sulle possibili tracce. Secondo un recente sondaggio di
Skuola.net, i favoriti sono Pirandello e D'Annunzio e Pascoli. Tra
gli argomenti di attualità, invece,
negli ultimi tre anni si è scommesso molto sulle figure papali
più rilevanti degli ultimi anni. Purtroppo, però, le scommesse si
sono sempre rivelate un cattivo
investimento. Tanti si chiedono
come mai d'Annunzio non incontri le simpatie del ministero dell'istruzione. Eppure, sarebbe
legittimo aspettarselo perché è ufficialmente parte del programma
d'esame dell'ultimo anno e protagonista delle vicende storiche e
Secolo
d’Italia
politiche tra le due guerre del Novecento. Per questo, il poeta vate
è stato chiamato a gran voce ogni
anno fin dal 2010, e si conquista
una nomination anche ora. Pascoli invece è l'eterna scommessa. È vero che è vissuto a
cavallo tra Ottocento e Novecento, ma per le sue tematiche e
la sua poetica di avanguardia
entra di diritto nel programma di
quinta superiore. È Il favorito da
anni per il web, che puntò tutto su
di lui nel 2010, e ha continuato a
inserirlo nella rosa dei candidati
per l'analisi del testo negli anni a
venire. Per Pascoli, comunque,
non c'è mai stato niente da fare:
sarà questa la volta buona? Cambiando argomento, su una possibile traccia sul beato e santo
Giovanni Paolo II si scommette
dal lontano 2011, e ancora oggi
continua a essere tra i preferiti per
la categoria saggio storico-politico, saggio socioeconomico e
tema di ordine generale. E perché
no, anche per il tema storico. La
figura del grande Papa, infatti, ha
grande rilevanza non solo in Italia, ma in tutto il mondo: la stessa
popolarità sta investendo anche
Papa Francesco, che è entrato
nelle nomination per la traccia
d'esame di stampo sociale, storico e politico già dall'anno
scorso. Risale al 2002 la traccia
su un pontefice: toccò a Papa
Giovanni XXIII.
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Lo studio: l'inquinamento
da traffico riduce
le capacità degli studenti
Redazione
L'inquinamento dell'aria a causa
del traffico influisce sulle capacità
cognitive dei bambini e determina una diminuzione della memoria e dell'attenzione. Il dato
emerge da un nuovo studio in via
di pubblicazione condotto su studenti tra i 7 ed i 10 anni di età che
frequentano scuole situate in
zone ad alta densità di traffico. I
dati, preliminari, sono stati pre-
I “copioni” hi-tech affilano le armi:
è lo smartphone il “nemico” dei prof
Redazione
Non solo ripasso dell'ultima ora,
questo ultimo week end prima
della Maturità sarà dedicato in
parte ad affinare le tecniche di
copiatura. Un rito che si ripete
tutti gli anni ma che, con il passare del tempo, prende strade
sempre diverse. Il grande nemico da combattere, per i prof
della commissione, sarà lo
smartphone, quella scatoletta
tascabile che di fatto apre una finestra sul mondo esterno, non
solo per ricevere informazioni
da fuori ma anche per consultare il compagno seduto due
banchi più in là. Un ragazzo su
4, infatti, rivela a Skuola.net che
per riuscire ad avere informazioni durante lo svolgimento
degli scritti, confida proprio nello
smartphone. Resta alta comunque la quota di coloro che si doteranno di foglietti riassuntivi
nascosti ovunque: ben 4 ragazzi
su 10. Un maturando su 5 ammette di andare all'esame con
note e appunti scritti a mano
sulle pagine dei vocabolari,
della cancelleria o direttamente
sulla pelle, lungo le braccia o
sotto i palmi delle mani. Pochissimi gli studenti che adotteranno
tecniche alternative: il 4% si è
dotato di smartwatch o penne a
luce ultravioletta, stessa percentuale per coloro che ricorreranno ai vecchi temari e bignami
vari. Per un ragazzo su 3 non
c'è dunque paura che tenga: lo
smartphone resta in tasca e non
verrà consegnato alla commissione prima di entrare in aula
per svolgere le prove scritte.
L'idea è quella di chattare in
tempo reale con tutti i compagni
di classe, magari, attraverso un
gruppo su whatsapp: le informazioni raggiungono tutti contemporaneamente così come le
eventuali correzioni da chi non è
d'accordo su una traduzione o
sul passaggio di matematica.
Un escamotage che fa gola a
parecchi, salvo poi essere beccati e perdere l'anno. Fatto sta
che oltre 4 maturandi su 10
hanno già creato gruppi di chat
nella loro classe e il 15% sta
pensando di farlo.
sentati da Jordi Sunyer, del Center for research in environmental
epidemiology (Creal) di Barcellona, durante i lavori del 70/o
Congresso italiano di pediatria.
L'indagine ha considerato un
campione di 2.715 bambini di 39
scuole di Barcellona situate in
zone ad alta o bassa intensità di
inquinamento dell'aria legata al
traffico. Gli studenti sono stati
esaminati attraverso una serie di
test computerizzati ed hanno
svolto oltre 10mila test cognitivi
per valutare memoria e sviluppo
dell'attenzione, oltre che problemi comportamentali. Il risultato non lascia dubbi: i bambini
che frequentavano le scuole
delle zone più inquinate hanno
mostrato una diminuzione della
memoria e dell'attenzione. In
questi bambini è stato inoltre osservato anche un significativo
aumento dei problemi comportamentali.
Lʼopposizione di centrodestra nel Lazio
chiede lo scioglimento della commissione Sanità
6
Secolo
d’Italia
Redazione
«Davvero incredibile lʼimmobilismo
della Regione Lazio sulle tante problematiche della sanità. I Pronto
soccorso al collasso, il caso Santa
Lucia, il riordino degli ospedali, in
particolare nelle Province: queste le
criticità della sanità, verso le quali
lʼazione di questʼamministrazione è
stata pressoché inesistente». Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia,
Luca Gramazio, che spiega: «Da
oltre quindici mesi assistiamo al solito scaricabarile, e il presidente Zingaretti continua a non prendersi le
proprie responsabilità, limitandosi
agli annunci. Proprio per questo è
necessario valutare anche il ruolo
futuro della commissione Sanità,
che dovrebbe essere un organo di
controllo, ma molto spesso si sta dimostrando debole nellʼaffrontare alcuni argomenti delicati. Perciò, il
gruppo Forza Italia presenterà in
Consiglio una mozione per chiedere
lo scioglimento della commissione
Sanità e allo stesso tempo dovremo
lavorare per far sì che ci siano risposte più rapide e puntuali, come
per la vicenda Santa Lucia, i cui vertici da mesi attendono – invano – un
incontro con gli uffici regionali competenti».
«Siamo contenti di apprendere che
la commissione Sanità sia stata fi-
nalmente convocata sul tema Santa
Lucia. Una novità, considerato che
solo poche ore fa era tutto assolutamente in forse visto che si dovevano attendere gli uffici che a
questo punto, evidentemente, devono essere pronti». E' quanto aggiunge il consigliere FI Antonello
Aurigemma, secondo cui «in ogni
caso Lena non fa altro che confermare quanto abbiamo detto: la sua
incapacità di gestione di una commissione di garanzia e controllo, e
che oggi è alle dipendenze delle esigenze degli uffici, è tanto evidente
da giustificare la nostra richiesta di
scioglimento della commissione
stessa. Spiace in ogni caso constatare – prosegue - che il capogruppo
del Pd riesca a ridurre una pesante
criticità, che investe i circa 500 operatori del Santa Lucia e i pazienti che
ogni giorno si affidano alle cure in
quella struttura, ad un mero “problema strumentale”. Mentre Vincenzi cerca di salvare il salvabile in
extremis, ricordo che ad oggi la Fondazione riceve per accreditamento
circa il 50% delle spese sostenute
ogni giorno. I vertici della fondazione
hanno chiesto un incontro agli uffici
regionali eppure ad oggi non solo
questo non cʼè stato, ma non cʼè
stata nemmeno una risposta».
Redazione
Il consigliere di Forza Italia alla
Regione Puglia Erio Congedo ha
chiesto alla Giunta di centrosinistra una forte iniziativa interistituzionale che consenta alle
Ferrovie Sud-Est di uscire da
una situazione di crisi che ha un
impatto evidente sullo sviluppo
del territorio e sul diritto alla mobilità dei cittadini. «Da tempo - fa
sapere - denunciamo invano
(anche con atti formali come interrogazioni) la precarietà del trasporto ferroviario locale nel
Salento e la correlata opacità gestionale delle Ferrovie Sud-Est,
che continuano a incidere sullʼimmagine del territorio e sullʼinsieme dei servizi che lo stesso
offre a residenti e turisti. Il problema ha una duplice portata:
quella più immediata e, forse, più
visibile del diritto alla mobilità
delle persone (soprattutto studenti), compromesso da durate
novecentesche delle corse, vetustà dei mezzi, ritardi e criticità di
ogni tipo; quella, più generale,
che dà il senso di una enorme
occasione sprecata per tutto il
territorio, in considerazione di
quanto il trasporto incida sullʼeconomia del territorio e, in particolare, di uno che fa o dovrebbe
fare del turismo una voce fondamentale del proprio sistema.
La Regione Puglia, comʼè noto,
è affidataria e responsabile dei
servizi di trasporto ferroviario e
automobilistico e delle attività di
gestione dellʼinfrastruttura ferroviaria. Per questo, contando
sulla nota sensibilità e sul pragmatismo dellʼassessore al ramo
Giannini - è la richiesta di Con-
gedo - lo invito a farsi promotore
di una forte iniziativa interistituzionale, magari un tavolo con la
società, il ministero dei Trasporti,
la Regione e gli enti locali, che
riesca a individuare e mettere in
pratica una via dʼuscita da una situazione dannosa per lʼimmagine
della Puglia e per la sua funzione
di assicurare servizi fondamentali».
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
Milano, anche i residenti
protestano per topi
e immondizia vicino
al centro sociale
Appello di Forza Italia per il trasporto
ferroviario nel Salento
Redazione
«Dopo le segnalazioni dei residenti di piazza Ferravilla sulla
presenza di topi nella zona delle
villette Aler occupate dal "Collettivo Lambretta", la Asl ha fatto
dei sopralluoghi». Lo dichiara
Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e
capogruppo di Fratelli dʼItalia–
Alleanza Nazionale in Regione
Lombardia,
commentando
lʼispezione della Asl al “Lambretta". «Il risultato è inequivocabile – continua De Corato –
ecco cosa scrive l'ispettore: “In
relazione alla segnalazione pervenuta si comunica che l'esito
del sopralluogo effettuato il 275-2014 ha evidenziato che nelle
palazzine Aler occupate da un
centro sociale sono presenti rifiuti eterogenei quale probabile
causa dei topi avvistati nella
zona. E' stata inoltrata al Comune di Milano la proposta di
ordinanza per il ripristino delle
condizioni igieniche dei luoghi”.
Questa è la segnalazione che
mi è arrivata da una associazione culturale. E non voglio immaginare quello che resterà
dopo il mega concerto che il
“Lambretta" ha organizzato, ovviamente senza permessi, tasse
di occupazione di suolo pubblico
e controllo dei decibel. Topi e immondizia: è questo quello che
producono i centri sociali. E non
lo dico solo io, lo dice unʼispezione della Asl. Vediamo se almeno adesso il Comune
Arancione vorrà intervenire a favore dei cittadini e non degli
anarchici abusivi».
A Taormina il festival si inaugura nel segno
documentario del “Capitano Ultimo”
Secolo
DOMENICA 15 GIUGNO 2014
d’Italia
Priscilla Del Ninno
Una pagina di storia del Paese
riletta con la lente documentaristica e attraverso l'interpretazione di un attore, divenuto nel
tempo amico dell'uomo che
andava a rappresentare sullo
schermo. La storia vera di un
eroe raccontata da se stesso,
senza poter mostrare il proprio
volto, e da chi la faccia invece
l'ha potuta e dovuta mettere,
come Raoul Bova, per raccontare le sue avventure in una
fiction televisiva di Canale 5.
Capitano Ultimo, la ali del falco
di Ambrogio Crespi, presentato nel giorno di apertura del
60/mo Festival di Taormina,
vede così due racconti, quello
del colonnello Sergio De Caprio, l'uomo che ha arrestato
Totò Riina nel 1993 e che oggi
fa un lavoro di recupero e assistenza, e quello dell'attore,
suo interprete e amico. «Nel
documentario – spiega Bova –
sentiamo tutte e due il dovere
di fare qualcosa per tutte le
persone che non hanno forza,
coraggio. Le nostre idee –
come dice Ultimo – volano
molto alto». E invece, sempre
nel filmato, spiega lo stesso
colonnello dei Carabinieri,
preso ovviamente di spalle con
un ingombrante eskimo con
cappuccio, «mi sono chiamato
Ultimo quando ho capito che
tutti volevano essere primi. Vo-
levano vincere, fare carriera
con la k. Ma io non ho mai ragionato così, proprio come
molti altri carabinieri. Il nostro
onore e la nostra gloria maggiore consistono nel lavorare
per la gente in difficoltà». E
dopo i commenti, si entra nel
vivo nel docu presentato a Ta-
7
ormina con lo stesso colonnello che, come una sorta di
Virgilio di celluloide, introduce
nella comunità che porta il suo
nome, Capitano Ultimo, in uno
dei quartieri più degradati di
Roma, Tor Bella Monaca. Qui,
nella tenuta cosiddetta Mistica,
si allevano falchi per responsabilizzare gli ospiti e farli crescere. Insomma, un luogo di
riabilitazione sociale anche per
giovani ragazzi detenuti, mandati agli arresti domiciliari in
prova dai tribunali di sorveglianza. «Lui mi raccontò di
fronte a un tavolo di legno, il
tavolo degli ultimi, quello che
era – ha aggiunto quindi Bova
– e da lì ho capito l'importanza
di chi avevo di fronte. L'importanza dell'uomo che dovevo
rappresentare, di questo uomo
che non si poteva far vedere
perché comunque aveva ricevuto una grossa minaccia dalla
mafia. Solo allora ho capito
davvero l'importanza della persona che stavo rappresentando».
Città sotto assedio e prove tecniche di disagio: è conto alla rovescia per lʼarrivo degli Stones
Redazione
Schema organizzativo al vaglio: prove tecniche di
blindatura della città. E di segregazione dei cittadini nelle loro abitazioni, isolando il centro dagli
altri quartieri di Roma. Simulazioni di invasioni di
campo – o circo che dir si voglia – e ipotesi di accampamenti e bivacchi vari. E, soprattutto, uno
stato d'assedio che – tra misure di sicurezza straordinarie e modifiche alla viabilità – ha già messo
in allarme i romani. È ormai partito il conto alla rovescia per il concerto dei Rolling Stones a Roma.
Nella capitale fervono i preparativi in vista dell'unica data italiana del tour mondiale 14 on Fire,
e si progetta una zona protetta decisamente
“larga” attorno al Circo Massimo che dovrà ospitare il grande show. Il quadrilatero, una sorta di
“area rossa”, delimitato da piazza Albania, Terme
di Caracalla (altezza piazza Numa Pompilio), Lungotevere e piazza del Colosseo – che potrebbe, a
sua volta, essere transennato o presidiato – sarà
accessibile quel giorno solo ai residenti e a chi ha
il biglietto del concerto. E ancora, dal Campidoglio
fanno sapere che è prevista una presenza “massiccia” di agenti (con servizi di polizia stradale e
amministrativa) sin dal 20 giugno. Per ora, però,
resta confermato che sabato 21 saranno chiuse
tutte le vie di accesso dirette al Circo Massimo,
per impedire a chi non avesse titolo di entrare di
accamparsi in vista del concerto. E ancora: via dei
Cerchi sarà chiusa dal 20 giugno per consentire
l'arrivo e il parcheggio dei mezzi della produzione.
Lo stesso giorno potrebbero venir sbarrate anche
le singole carreggiate di altre vie che circondano il
Circo Massimo. E anche la mobilità si adegua per
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
venire incontro all'arrivo di Mick Jagger e dei suoi,
con un potenziamento dei mezzi pubblici e dei collegamenti bus verso l'area del concerto (dove si
stima una presenza di circa 65.000 persone), e
vari spostamenti di capolinea e relative deviazioni.
Per sopperire alle numerose chiusure delle strade
attorno al Circo Massimo, verrà invece consentito
il passaggio di bus, taxi e Ncc su via dei Fori Imperiali che ormai di consueto la domenica è totalmente pedonale. E tra attese e nuovi preoccupanti
assetti urbani, fervono le polemiche e le tensioni,
come quelle espresse da un gruppo di abitanti dell'Aventino che, in una lettera aperta alle autorità
competenti ha dichiarato «forte preoccupazione
per l'incolumità fisica delle persone» e per «l'integrità dei beni archeologici che faranno da cornice
all'evento».
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7 agosto 1990 n. 250
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