Vita cittadina e
tempo libero
Vacanze troppo brevi
• Marziale 10, 30
• Ma quando Roma permette che uno possa
godersi queste delizie? Quanti giorni da
passare nella sua villa di Formia l’anno
assegna a chi è fortemente impegnato nei
gravosi doveri della città? O felici i portinai e i
castaldi! Tutte queste gioie vengono
preparate per i signori, ma siete voi che ve li
godete
Senato “chiuso per ferie”
• Aprile – Maggio
• Cicerone, Lettere ai familiari, III 9,2; XII
40, 3; XIV 5, 2
• Settembre – Ottobre
• Svetonio, vita di Augusto, 35
Ferie giudiziarie
Tutti i giorni nefasti
(Giorni nei quali ne fas - non è lecito esercitare attività giudiziaria)
vacanze scolastiche
• Riposo settimanale: Nundinae
• Pausa estiva: Agosto, Settembre,
Ottobre (Idi)
• Tutte le altre “feste comandate”
Ferie “operose”
Catone, sull’agricoltura,
2, 6: nei giorni di festa si sarebbe potuto ripulire i vecchi
fossati, rendere praticabile la via pubblica, tagliare la
sterpaglia, zappare l'orto, mondare il prato, legare
fascine di verghe, roncare i roveti, pestare il grano,
fare le pulizie.
138: È lecito aggiogare i buoi durante le feste. È lecito
che facciano i seguenti lavori: trasportino legna,
gambi di fave, frumento che non è destinato alla
sementa. Per muli, cavalli e asini non ci sono ferie,
se non quelle che ha anche la servitù.
I pentimenti di Catone
• Plutarco, Vita di Catone mai., 9, 9 = Catone,
Detti, 18
• Catone diceva di essersi pentito di tre errori
in tutta la sua vita: il primo, aver confidato un
segreto alla moglie; il secondo, aver fatto
viaggi per mare quando avrebbe potuto farli
per via di terra; il terzo, aver passato un’intera
giornata senza far nulla
Catone e i fannulloni
• Catone, Sull’agricoltura
• 2. Il fattore non sia bighellone (ne sit ambulator), sia
sempre sobrio e non vada a pranzo da nessuna
parte;
• 5. Si dia da fare per avere competenza in tutti i lavori
agricoli e li pratichi assiduamente, ma senza
affaticarsi troppo; se farà così, capirà meglio il modo
di pensare degli schiavi e questi lavoreranno con
animo sereno; e se farà così. Avrà meno voglia di
bighellonare (minus libebit ambulare), starà meglio in
salute e dormirà meglio.
Ammonimento agli oziosi
• CIL IV, 813 = CLE 333 (Pompei)
• Otiosis locus / hic non est. Discede /
morator
• Questo non è luogo per oziosi. Vattene
perditempo!
Vacanza per tutti
• Feriae sementivae
• Feriae Latinae
• Saturnali
Ferie della semina
• Ovidio, Fasti, I 657-669
• Tre o quattro volte esaminai i Fasti che segnano le date, e non
v'ho trovato alcun giorno consacrato alla seminagione; quando
la Musa se ne avvide, mi disse: «Quel giorno è diversamente
fissato ogni anno, perché chiedi ai Fasti sacre ricorrenze
mutevoli?» Come ne è incerta la data, così ne è certa la
stagione, quando il campo è pregno dei semi sparsi in esso.
• O giovenchi state alla piena greppia incoronati di serti, quando
per voi tornerà il lavoro nella tiepida primavera. Il contadino
sospenda al palo l'aratro che ha compiuto l'opera, la terra,
quando è fredda, teme ogni ferita.
• E tu, o villico, concedi riposo alla terra dopo la semina; e
concedi riposo agli uomini che l'hanno coltivata. Il villaggio
celebri la festa, e voi o coloni purificatelo,
I Saturnali
E. Biondi,I Saturnali
Roma, Galleria Nazionale d’Arte moderna
• FESTE POPOLARI dal 17 al 23
• "il migliore dei giorni" (Catullo XIV)
• la folla "tutta si è lasciata andare ai piaceri" (Seneca,
Epistole, 18, 3).
• Plinio il Giovane si ritira nella sua stanza, mentre il
resto della famiglia celebra i Saturnali (Epistole,
II.17.24).
• istituiti nel 497 sotto A. Sempronio e M. Minucio coss. per la
dedica del tempio di Saturno alle pendici del Campidoglio
• 17 dicembre = dies festus riti della festa di Saturno
• 17-23 dicembre dies feriati = vacanza
• Saturno ha insegnato l’agricoltura ma non è dio agricolo da
invocare per un buon raccolto
• Saturno ha la falce che non è strumento di lavoro ma di raccolta
• Saturno dio conservatore della ricchezza comune del popolo
(erario)
• tempo felice senza furti (non esiste proprietà privata)
• Questo va bene per il tempo mitico non per il tempo attuale
• Statua di Saturno ha i piedi legati da compedes (ceppi usati per
gli schiavi)
• I compedes vengono sciolti per i gg. della festa
• Si impedisce a Saturno di realizzare il “comunismo” durante il
tempo ordinario
Saturno e la ricchezza
Denario di L. Calpurnius Piso Caesonius e Q. Servilius Caepio
Roma, 100 a.C.
D/ Testa di Saturno; dietro la nuca un’Harpa
R/ Due Questori seduti tra spighe di grano
Io Saturnalia !
• FESTA RELIGIOSA del 17:
• Sacrificio con rito greco (a capo scoperto) cfr.
Serv. aen. 3, 407; Plut, q r 11; Paul Fest 106
• Banchetto sacro nel tempio al termine del
quale i convitati pronunciavano la formula Io
Saturnalia (grido d’inizio dei gg. feriati di
vacanza?)
Il mondo alla rovescia
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Vacanza obbligatoria dopo la semina
Tregua bellica
Rottura rituale dell’ordine vigente
Assenza di ordine
Chiusura dei tribunali (Tribunale= garanzia dei diritti del cittadino; chiusura =
annullamento temporaneo della personalità giuridica) cessazione della legge
Liberazione degli schiavi
Riti di trasgressione; trasgrediscono gli schiavi
Anche i liberi trasgrediscono, ma vestiti da schiavi, con il pileus
Gioco d’azzardo è permesso: la trasgressione consiste nell’affidare alla sorte la propria
ricchezza, non con il lavoro ma con i dadi
Si donavano e si accendevano ceri dagli inferiori ai superiori cfr Varrone V 64
(Saturnalibus cerei superioribus mittuntur) Paul. Fest. 47
Scambi di doni accompagnati da bigliettini (Xenia di Marziale, XIV libro di epigrammi):
trasgressione dell’ordine gerarchico. Principio della reciprocità
Tra i doni sigilla, statuine di cera o di pasta che davano il nome di sigillaria alla
consuetudine, quasi fosse una festa autonoma
Saturnali e giochi a “quiz”
• Gellio, Notti Attiche, XVIII 2
[1] In Atene trascorrevamo i Saturnali in schietta allegria ma con misura: non già rilassando,
come suoI dirsi, la mente… ma allettandola un poco e ricreandola con i gradevoli e onesti
piaceri della conversazione
[2] Ci si riuniva in buon numero alla stessa tavola, noi romani venuti in Grecia che
seguivamo le stesse lezioni e gli stessi maestri.
[3] Come a uno toccava, per turno, l'incombenza del pranzetto, metteva in palio per la
soluzione d'un quiz il libro d'un autore antico, greco o latino, e una corona intrecciata di
lauro; e poneva tanti quesiti quanti eravamo le persone lì presenti; dopo che egli li aveva
esposti tutti, un sorteggio attribuiva insieme al problema l'ordine d'intervento.
[4] La soluzione del quiz faceva assegnare corona e premio; la mancata soluzione li faceva
trasferire alla persona successivamente sorteggiata, e così via in cerchio, regolarmente.
[5] Se la soluzione non arrivava, la corona pertinente a tale quiz veniva assegnata al dio
titolare della festa.
[6] I quesiti erano di questo tipo: la frase d'un antico poeta che fosse spiritosamente (non
tormentosamente) astrusa; una questione di storia antica; la correzione d'un qualche
dettame filosofico volgarmente malinteso; lo scioglimento d'un cavillo sofistico; l'indagine
d'una parola inaspettata o piuttosto rara; il tempo difficilissimo d'un verbo evidentissimo.
Mister OK ha 2000 anni
Seneca, Lettere, 83, 5
(lo ero) così desideroso di tuffarmi nell'acqua gelida, che il
primo gennaio andavo a salutare l’Euripo che scorre attorno
al Circo ed iniziavo l'anno nuovo non solo leggendo,
scrivendo, declamando qualcosa, ma anche gettandomi nell'
Acqua Vergine
Altre feste popolari
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Neptunalia
Paliliae
Anna Perenna
Volcanalia
Paliliae
Properzio, Elegie, IV, 4
(Parilie le chiamarono i padri); questo fu
l’anniversario della fondazione delle
mura: conviti annuali di pastori, giochi nella
città, quando le mense dei contadini
traboccano di ricche vivande e sopra mucchi
sparsi di fieno incendiato una folla ubriaca
salta con i piedi sporchi”.
I ritmi del lavoro e del riposo
Marziale , Epigrammi, IV 8
• La prima e la seconda ora della giornata (estate 7,339,2; inverno 4,27-6,58) sono occupate dalla salutatio,
• la terza (estate 6,58-8,13; inverno 9,2-9,46) è
destinata alle fatiche dei rauchi avvocati,
• fino alla quinta (estate10,44; inverno 11,15) i Romani
prolungano le loro varie attività,
• alla sesta (estate e inverno mezzogiorno) gli uomini
stanchi si riposano,
• la settima (estate 13,15; inverno 12,44) chiude il
lavoro, l'ora dall'ottava alla nona (estate 13,15-15,46;
inverno 12,44-14,13) è dedicata alla lucente palestra,
• la nona (estate 14,31-15,46; inverno 13,2914,13) invita a sdraiarsi sui divani disposti per il
pranzo,
• la decima (estate 15,46-17,2; inverno 14,1314,58), o Eufemo, è l'ora dei miei libretti,
quando il tuo zelo prepara i sontuosi pranzi e il
benigno imperatore si rilassa, bevendo il vino
squisito, e tiene nella possente mano i piccoli
calici…
La giornata di Orazio
Orazio, Satire, I 6, vv.110-131
Per questo, illustre senatore, io vivo più agiatamente di te e di mille altri.
Me ne vado solo soletto, dove mi fa comodo; domando i prezzi degli
erbaggi e del farro; m'aggiro per il Circo atto ai tranelli, e spesso per il Foro
anche di sera; mi fermo ad ascoltare gli indovini; e quindi me ne torno a
casa, al mio piatto di porri, di ceci e di lasagne. A cena mi servono tre
schiavetti, e sulla mensola di marmo bianco ho due bicchieri e un
mestolino; lì accosto è la saliera di poco prezzo, e la brocca e la patera,
tutte stoviglie della Campania. Infine me ne vado a letto, senza darmi
pensiero che la mattina seguente debba alzarmi presto...
A letto rimango sin verso le dieci; dopo quell'ora, mi metto in giro, ovvero,
letto o annotato quanto può giovarmi nelle mie meditazioni, mi ungo
d'olio... Poi, quando il sole più ardente m'invita, già stanco, a prendere il
bagno, dico addio al Campo Marzio e al giuoco della palla. Fatto uno
spuntino, senza golosità, tanto per non restare tutto il giorno a ventre
vuoto, passo il tempo in casa. Questa è la vita di chi è libero dalle miserie
e angustie dell'ambizione; con questi mezzi, io mi lusingo di poter vivere
con più soddisfazione, che se mio nonno e mio padre e mio zio fossero
stati questori.
La giornata di Plinio il Vecchio
•
•
Plinio, Lettere, III, 5
Incominciava le sue veglie di lavoro durante le feste di Vulcano e ciò
non per trarre degli auspici favorevoli, ma per procurarsi del tempo
favorevole allo studio: allora iniziava quando ormai era notte fonda,
d'inverno invece vi si accingeva all'una o, quando faceva più tardi, alle
due, spesso a mezzogiorno… Prima di giorno andava dall'imperatore
Vespasiano… Tornato a casa, il tempo che gli rimaneva lo dedicava
allo studio. Spesso dopo il pranzo - che durante il giorno egli
consumava leggero e frugale secondo la tradizione degli antichi d'estate, se aveva un po' di tempo libero, si sdraiava al sole, si faceva
leggere un libro, ne prendeva degli appunti e faceva degli estratti...
Dopo aver preso il sole faceva generalmente un bagno freddo; poi
faceva uno spuntino e si abbandonava ad un pisolino brevissimo;
quindi, come se si trattasse di un nuovo giorno s'impegnava nelle sue
ricerche fino all'ora di cena, durante la quale si leggeva un libro con
relative postille stese in tutta fretta.
Attività sportive al Campo
Marzio
• Orazio, Odi, III 7, 22-32
Ma tu piuttosto: bada che non ti vada troppo a genio il
tuo vicino Enipeo; per quanto nessun altro si ammiri sui
prati del Campo Marzio altrettanto esperto a far
volteggiare il cavallo, e nessun altro sia egualmente
agile nell'attraversare a nuoto i gorghi del Tevere.
Appena si fa notte, chiuditi in casa, e non guardar giù
nella strada, se suona il flebile flauto, e a chi più volte ti
chiama crudele sèrbati irremovibile.
Distrazioni d’amore
• Orazio, Odi, I, 10
• Perché (Sibari innamorato di Lidia) ha preso in odio
gli esercizi del campo? perché non va più a cavallo
fra i marziali coetanei, né frena col morso lupato le
bocche dei puledri di Gallia? perché teme di
immergersi nel biondo Tevere? perché si guarda
dall'olio con più precauzione, che dal sangue delle
vipere? né porta più sulle braccia i lividi delle armi
egli, ch' era famoso per il lancio oltre il segno ora del
disco, ora del giavellotto?
Due “calci” al pallone
• Orazio, Satire, I 6, vv.125-126
• Poi, quando il sole più ardente
m'invita, già stanco, a prendere
il bagno, dico addio al Campo
Marzio e al giuoco della palla
Gioco del trigon
Tomba di Via Portuense
Roma, Museo nazionale Romano
Perdere tempo…
• Marziale, Epigrammi, III 20
Dimmi o Musa che cosa fa il mio Canio Rufo?...da
sfaccendato racconta arguzie impregnate di grazia attica nel
circolo dei poeti? O è già partito da lì e batte il portico del
tempio o passeggia lentamente sul viale degli Argonauti? O
siede ancora tra le siepi di bosso, tiepide nel pomeriggio, del
portico di Europa delizioso per il sole, o passeggia sgombro
da tormentosi pensieri? O fa il bagno nelle terme di Tito o di
Agrippa o dell'impudico Tigellino? O si gode la villa di Tullo e
di Lucano? O corre alla deliziosa dimora di Pollione, che
sorge alla quarta pietra miliare? O è già partito per la calda
Baia, e va in barca ozioso sul lago Lucrino?
«Vuoi sapere cosa fa il tuo Canio? Ride».
Sostare in giardino
Passeggiare…in città…
• Marziale, Epigrammi, V 20
• Se potessi...godermi con te le mie giornate
libere da pensieri, se noi potessimo
organizzare a nostro talento il nostro tempo
libero e vivere insieme la vera vita, non
visiteremmo gli atri né i palazzi dei signori, né
gli austeri tribunali, né il noioso foro, né le
superbe statue degli antenati, ma i luoghi di
passeggio e di conversazione, le librerie, il
Campo Marzio, i portici, i viali ombreggiati, le
piscine, le terme.
”pappagalli” in agguato…
• Ovidio, L’arte di amare, I 491 ss.
Se (la tua signora) passeggerà lungo gli ampi portici,
oziosamente, a piedi, qui anche tu unisci il tuo
amichevole oziare, e bada ora a precederla, ora a
seguirla alle spalle, ora a camminare in fretta, ora
lentamente. Non vergognarti di passare in mezzo a
qualche colonna o di toccare il suo fianco col fianco;
non segga senza di te, la bella donna, sui curvi gradini
del teatro.
Lo shopping
Ettore Forti (1880-1920): Bottega orafa a Pompei
•Marziale, Epigrammi, IX 59
Dopo avere vagato a lungo per i saepta, là dove i ricchi
signori romani sperperano le loro ricchezze, Mamurra
posò lo sguardo sopra alcuni delicati fanciulli,
mangiandoseli con gli occhi - non del tipo di quelli che
vengono esposti sul davanti delle botteghe, ma di quelli
che sono custoditi sui ripiani di un palco segreto, non
offerti alla vista del popolo, né di uomini come me.
Poi soddisfatto dello spettacolo, tolse i rivestimenti che
ricoprivano i rotondi tavoli da mensa e chiese il prezzo
dei loro piedi d'avorio unti di grasso che vide esposti in
alto; e dopo avere misurato quattro volte un divano a sei
posti incrostato di tartaruga, si lamentò che non fosse
abbastanza ampio per il suo tavolo da pranzo di legno di
cedro.
Consultò il suo naso, per sapere se i vasi odoravano
proprio di Corinto, e trovò dei difetti nelle tue statue, o
Policleto; e dopo essersi lamentato che alcuni vasi di
cristallo fossero stati guastati dall'aggiunta di pezzetti di
vetro, fece segnare e mettere da parte dieci coppe di
murra. Soppesò vecchi boccali e quelle tazze, rese
famose dalla mano di Mentore, che poté trovare; contò
gli smeraldi incastrati nell'oro cesellato e i grossi
orecchini, che risuonano appesi a candide orecchie.
Cercò con gli occhi su ogni banco le sardonici
autentiche e discusse sul prezzo dei grossi diaspri.
Alle cinque del pomeriggio, quando stanco ormai stava
per andarsene, comprò per un asse due calici e se li
portò a casa egli stesso.
Perdigiorno dal barbiere
• Seneca, La brevità della vita, 12, 3
• E che? Chiami sfaccendati quelli che passano molte ore dal
barbiere, mentre si estirpa qualcosa che spuntò nell'ultima notte,
mentre si tiene un consulto su ogni singolo capello, mentre o si
rimette a posto la chioma in disordine o si sistema sulla fronte
da ambo i lati quella rada? Come si arrabbiano se il barbiere è
stato un po' disattento, come se tosasse un uomo! Come si
irritano se viene tagliato qualcosa dalla loro criniera, se
qualcosa è stato mal acconciato, se tutto non ricade in anelli
perfetti! Chi di costoro non preferisce che sia in disordine lo
Stato piuttosto che la propria chioma? Che non sia più
preoccupato della grazia della sua testa che della sua
incolumità? Che non preferisca essere più elegante che
dignitoso? Questi tu definisci sfaccendati, affaccendati tra il
pettine e lo specchio?
Giochi e passatempi
• Giocatrici di astragali (fine IV sec. a.C.)
• Londra, British Museum
Le fossette
Roma, Foro romano
Leptis Magna,
Foro severiano
Le scacchiere
• Roma, Foro romano
• Basilica Giulia, gradini
Micatio - la “morra”
• Bartolomeo Pinelli, Il gioco della morra (1809)
Altri giochi d’azzardo
• Capita aut navia - “testa o croce”
Gioco dei
dadi
aleae
tesserae
• Mosaico da El Jem
• Tunisi, Museo del Bardo
Fascino del proibito
Marziale, Epigrammi, V 84
Tradito dal suono dell’avvincente bossolo
Ed appena strappato alla taverna clandestina
Il giocatore di dadi implora il perdono dell’edile.
Ormai tutti i Saturnali sono finiti
Taberna lusoria
La caupona di Salvio a Pompei (VI 14 36)
Una partita concitata
• CIL IV, 3494 = AE 1940, 52 (Pompei)
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Exsi(!): sono fuori!
• Non tria(!) duas(!) est: non è un 2 è un 3
• A me tria eco(!) fui: è proprio 3, ho
vinto!
• Itis foras rixsatis(!): andate fuori a
litigare!
Leggi contro il gioco d’azzardo
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Lex alearia
204 a.C.
Lex Titia de aleatoribus
Lex Publicia de aleatoribus
Lex Cornelia de aleatoribus
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