PERIODICO - ANNO 10 - N. 26 - DICEMBRE 2005
SOMMARIO
INPS
Distretto
2
Asilo nido
Linea Verde
Disabili
3
Omaggio a Toninelli
4-5
Toblini ieri, oggi
e domani...
6-7
A.C.A.T.
8
Ciottolando con gusto
Associazione
per il Triduo
9
Solidarietà
10
Il livello delle acque
del lago
11
Pippo
12
Sped. in Abbonamento Postale Art. 2 comma 20/c · Legge 662/96 · Filiale di Verona
Bielorussia
13
Sci Club
Baby Voci
14
Palazzo dei Capitani
15
Viaggio in Terra Santa
16-17
Gita del Coro
18
Suoni e luci
19
Manifestazioni
20
NOTIZIARIO
COMUNALE
Partono i lavori per la costruzione dei locali di accoglienza...
FUNIVIA
Raccontare
una magia
a cura di Franca Tonelli
Il giorno 7 novembre ultimo scorso ha avuto luogo alla
presenza dell’On.le Pietro Lunardi, Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti e dell’On.le Aldo Brancher, Sottosegretario alle Riforme Istituzionali e Devoluzione, la cerimonia della posa della pietra
inaugurale dei lavori di costruzione dei locali di accoglienza
presso la stazione a monte della Funivia, un passo fondamentale per il completamento di quest’opera prestigiosa che dà
e darà un contributo sempre maggiore alla promozione e allo sviluppo turistico, sociale ed economico
dell’intera area del Garda. Notevole
è stato nel corso degli anni l’apporto in termini di valorizzazione economica, sociale, turistica e di territorio che la struttura ha arrecato
al nostro paese. Inaugurata solennemente nel lontano 1962, per 40
anni ha svolto il suo servizio, portando sulle cime del Baldo migliaia
di turisti italiani e stranieri, rinnovando in Italia e all’estero la fama
dei nostri luoghi e delle nostre montagne. Malcesine ha creduto fortemente in quel progetto allora,
quando il turismo non esisteva, e,
a maggior ragione, ci ha creduto
quando, non più tardi di cinque
anni fa, sono stati intrapresi i lavori che hanno portato alla realizzazione del nostro attuale impianto funicolare, inaugurato nel luglio
del 2002 alla solenne presenza di
Sua Eccellenza Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Si tratta di un’opera che testimonia come il pubblico, se ben coordinato, sia in grado di collaborare e
cooperare al raggiungimento di risultati importanti. Fondamentale
in questo senso il ruolo e l’attività
svolta dal Consiglio di Amministrazione della Funivia, presieduto dal
Comm. Giuseppe Venturini, che ha
saputo coniugare e coordinare esigenze, bisogni ed aspettative della
Provincia di Verona, della Camera
di Commercio e del Comune di Malcesine.
Ora, con la realizzazione di questi nuovi complessi si sarà in grado
di fornire l’appropriata accoglienza e gli opportuni servizi alla moltitudine dei visitatori che scelgono
il Baldo e il Garda come meta delle
loro vacanze, sia nella stagione estiva, sia soprattutto nell’ottica di un
rilancio del turismo invernale.
omaggio a Franco Toninelli
(a pagina 4)
Dalla redazione del
Notiziario e
dall’Amministrazione
Comunale auguri di
BuoneFeste
Il coro “Baby Voci” compie 5 anni!
AUGURI CORALI
(a pagina 14)
Linea verde...
a Malcesine!
(a pagina 3)
Quando Pippo volava su Malcesine
(a pagina 14)
Malcesine e i gastronauti
(a pagina 9)
1
INPS ON LINE
Punto Cliente è una forma di cooperazione tra INPS e i Comuni per agevolare i cittadini che, non disponendo di una propria postazione internet, possono egualmente usufruire dei servizi on-line ed ottenere informazioni generali e duplicati di documenti o semplice modulistica rivolgendosi personalmente agli uffici municipali. Chi invece dispone di mezzi informatici per l’accesso ad internet può richiedere il codice individuale
(Pin) e utilizzare i servizi on-line collegandosi al sito www.inps.it.
Anche presso il Comune di Malcesine è attivo questo servizio e i cittadini possono rivolgersi all’Ufficio
Segreteria durante l’orario di apertura al pubblico (lunedì - martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.30)
qualora si trovino nella necessità di disporre di eventuali certificazioni e/o documentazione in materia.
In sintesi si riportano i servizi che INPS on-line offre al cittadino:
· Estratto Contributivo: certificato che riporta,
suddivisi per anno, i dati contributivi registrati
negli archivi Inps. L’estratto comprende i contributi da lavoro, “figurativi” e da riscatto. Serve a
tutti gli assicurati Inps per avere il quadro della
situazione contributiva suddivisa per anno;
www.inps.it
alle somme corrisposte nell’anno precedente. Possono richiedere la stampa del duplicato del Cud
emesso dall’Inps i pensionati Inps e gli assicurati
che hanno percepito prestazioni Inps;
· ObisM: è il documento che viene inviato ai pensionati ad inizio anno e riporta gli importi delle rate
di pensione che verranno erogate nell’anno;
· Estratto Pagamenti Prestazioni: riporta il dettaglio di ciascun pagamento che l’Inps ha erogato
al cittadino. Serve a coloro che hanno percepito
prestazioni dall’Inps;
· Domus: è il servizio che consente di visualizzare
lo stato delle pratiche richieste all’Inps. Serve ai
cittadini che hanno pratiche Inps in corso;
· Cud: è il modello di “certificazione unica” relativo
·
·
·
·
Variazione indirizzi;
Comunicazione di decesso;
Iscrizione lavoratori parasubordinati;
Iscrizione lavoratori domestici;
· Modulistica on-line: consente la stampa da internet della modulistica Inps.
L’assessore Giuseppe Benamati INFORMA i cittadini di Malcesine della situazione di
GRAVE INSUFFICIENZA NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI.
AVVERTE
altresì che i provvedimenti che dovranno essere presi dall’amministrazione per far fronte al contesto rischiano di comportare per il cittadino un
aggravio dei costi per lo smaltimento fino al 50% in più dell’attuale.
In una lettera separata che verrà inviata ad ogni famiglia verrà spiegata dettagliatamente la situazione cui dobbiamo impegnarci a far fronte, pena un sensibile maggior esborso per tutti.
Sportello Distrettuale Sperimentale
a) Apertura 1 giorno la settimana: lunedì;
b) Orario 8.00 - 13.00 / 13.30 - 16.30;
c) Presenza contemporanea di tutte le figure professionali previste;
d) Erogazione senza prenotazione di tutti i servizi e le attività richieste;
e) Futuro collegamento con la sede centrale non
solo di tipo informatico ma anche attraverso
l’uso di strumenti di televideotrasmissione;
(questi sono specialmente previsti per le
UVMD, che obbligano per tali commissioni a
spostamenti, forte impiego di tempo per operatori e MMG-PLS).
In pratica:
l’utente si reca allo sportello del Distretto e
può chiedere la erogazione di tutte le prestazioni
previste, rimanendo all’interno dell’orario definito;
Infatti le prestazioni possono essere una di seguito all’altra e non vi sarà il problema dell’arrivare fuori orario perché per esempio l’ambulatorio medico ha chiuso oppure non è più possibile
prenotare una visita specialistica.
I vantaggi previsti sono piuttosto immediati e rilevanti:
1. Apertura comunque invariata rispetto al modello precedente, prevista per 8 ore;
2. Fruibilità e utilizzazione di ore del primo pomeriggio, una facilitazione per chi vuole scegliere quando
recarsi allo sportello;
3. Nessun vincolo di orario per le prestazioni richieste, vista la erogabilità continua e la presenza, per l’intero orario, di tutte le figure professionali previste nella sede dello sportello;
4. Spostamenti ridotti degli operatori con notevole risparmio dei tempi di viaggio e usufruibilità del tempo
risparmiato per un utilizzo in altri compiti;
5. Risparmio di tempo di trasporti per i MMG e PLS
per le UVMD e possibilità di accelerare tali commissioni a vantaggio degli utenti dunque della programmazione conseguente, ma anche per altre importanti comunicazioni che possono richiedere una comunicazione “visiva” e non solo telefonica.
Tale sperimentazione, che si pensa di mantenere stabile dopo le doverose verifiche, potrebbe essere studiata
ad hoc ed attuata per altre sedi del Distretto.
Il Direttore del Distretto n. 1
Dr. Gabriele Bezzan
AVVISO NUOVO ORARIO
dal 2 gennaio 2006 il distretto sanitario n. 1 sede di Malcesine avrà il seguente orario:
lunedi 8.00 / 13.00 - 13.30 / 16.30
durante l’orario di apertura gli utenti potranno richiedere ogni tipo di prestazione
erogata dal distretto sanitario senza alcuna prenotazione.
2
L’ “ISOLETTA”
Asilo nido... è tempo di iscrizioni!
Come già annunciato nel precedente numero del
Notiziario Comunale, a partire dal 16 gennaio 2006,
sarà operativo a Cassone, presso la sede dell’ex scuola
materna, il servizio di asilo nido, gestito in forma associata con il Comune di Brenzone in convenzione con
la Società Cooperativa Sociale Onlus Spazio Aperto.
Con l’inaugurazione di questa nuova struttura, prevista per sabato 14 gennaio, congiuntamente alla conclusione dei lavori che hanno portato alla realizzazione del Polo Scolastico, e all’adeguamento alla vigente
normativa in materia di sicurezza degli edifici che
ospitano rispettivamente la Scuola Elementare e la
Scuola Media, l’Amministrazione ritiene di aver adeguatamente e degnamente portato a termine il proprio programma in materia di politica scolastica e relativa offerta formativa.
L’asilo nido “L’isoletta” sarà in grado di ospitare
fino a un massimo di 30 bambini nella fascia d’età
compresa tra i 3 e i 36 mesi. Funzionerà undici mesi
all’anno, osservando un periodo di chiusura annuale
che sarà possibile determinare in base alle esigenze
delle famiglie fruitrici del servizio. Sarà aperto dal
lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30
ed, eventualmente, il sabato e la domenica, su richiesta, per un numero minimo di cinque bambini. Saranno possibili due entrate:
· entro le ore 9.30 il mattino;
· entro le ore 12.30 il pomeriggio.
e tre opportunità di uscita:
· entro le ore 12.30;
· entro le ore 16.00;
· entro le ore 17.30.
Si ricorda ai genitori interessati che sono aperte le
iscrizioni per poter accedere a questo importante ed
utile servizio educativo e sociale e pertanto si invitano gli stessi a contattare il n. telefonico 045 7420213
per eventuali ulteriori informazioni e chiarimenti.
F.T.
Pesce, olio e carbonèra...
Paolo Brosio
e Gianfranco Vissani
a Malcesine!
Linea verde... a Malcesine!
Domenica 13 Novembre su Rai Uno alle ore 12 e
20 è andata in onda la puntata del programma Linea
Verde condotta da Paolo Brosio e Gianfranco Vissani
dedicata a Malcesine, registrata il 19 Ottobre. L’attesa e l’emozione per l’evento è stata tanta: non capita
infatti tutti i giorni di vedere il luogo in cui si vive
quotidianamente in televisione! Il programma come
voi tutti sapete va in onda ogni domenica e scopo primario è quello di promuovere e di far conoscere le
bellezze paesaggistiche ma soprattutto i prodotti agricoli ed eno-gastronomici italiani.
Questo è avvenuto anche per Malcesine. La puntata ha valorizzato infatti gli aspetti peculiari della
nostra zona. Innanzitutto si è parlato del lago, dell’aspetto climatico, il quale favorisce culture tipiche
della zona mediterranea, della pesca e dei piatti tipici
a base di pesce, nonché dell’aspetto prettamente sportivo: la vela.
Si è passati poi a parlare della coltivazione dell’olivo
e delle qualità del nostro olio premiato per le sue caratteristiche con il marchio D.O.P.
Come prodotti tipici, attenzione è stata prestata
alla produzione di latte, burro e formaggio.
Tante parole inoltre sono state spese per parlare
della nuova funivia, unica al mondo per la particolarità delle cabine rotanti, la quale collega Malcesine al
Monte Baldo, e della stagione turistica estiva e di quella invernale. La puntata si è conclusa con il pranzo
preparato alla ex caserma della finanza sul Monte
Baldo, come piatto tipico è stata presentata sulla tavola la polenta carbonera. Una puntata divertente,
simpatica, colorata, ricca di informazioni che ha saputo promuovere i prodotti, agricoli e non, di Malcesine nel migliore dei modi.
F.T.
Brenzone e Malcesine unite per i disabili
Volontariato
per i ragazzi
disabili
Mi è stato chiesto di scrivere questo articolo per
raccontare la mia esperienza di persona diversamente abile, oggi si dice così, che abita in provincia.
Per chi ha dei problemi di tipo sociale,vivere in
provincia, e in particolare a Malcesine o a Brenzone,
non è una cosa semplice.
Da qualche anno fortunatamente esiste il Servizio
Interventi Individualizzati (SII) dell’ULSS 22 che viene incontro a noi disabili affiancandoci un operatore
che funge sia da accompagnatore per le uscite, dalle
passeggiate sul lungolago alle mete più lontane, sia
da sostenitore e collaboratore per le attività e i passatempi preferiti di ogni disabile.
Personalmente, per esempio, amo moltissimo fare
viaggi che abbiano come meta diversi ambienti che
mi conducano con il pensiero alle mie passioni, principalmente la musica classica e tutto ciò che concerne
il patrimonio naturalistico e le scienze ad esso legate.
Per poter realizzare questi miei desideri, da qualche anno faccio parte, insieme ad altri due miei amici,
dell’associazione di volontariato AVULSS di Riva del
Garda. Tra le attività di questa associazione, vengono
organizzate delle gite al mare o in montagna o viaggi
all’estero. Noi disabili residenti nella provincia di Verona riusciamo a partecipare a tali iniziative grazie
all’interessamento di una sig.ra volontaria di Malcesine. L’esperienza di partecipazione a questa associazione è senz’altro positiva: ci ha permesso di sentirci
parte di un gruppo e per questo ci tengo a ringraziare
tutti i volontari.
Sulla scorta di questa esperienza è nata un’idea:
perché anche nel nostro territorio non facciamo nascere un’associazione di volontariato che possa assistere e supportare i disabili nelle varie attività del tempo libero?
Dalle conoscenze attuali sappiamo che a Malcesine e Brenzone esiste già qualche forma di collaborazione e di volontariato, limitatamente però all’area
dell’assistenza agli anziani.
A questo proposito avrei un quesito da rivolgere
agli Amministratori locali e a tutti i cittadini: “Pensate sia possibile iniziare un discorso anche sulle esigenze dei ragazzi disabili?”.
Franco Bertuzzi
3
Raccontare
una magia
Omaggio a Franco Toninelli
Malcesinese
d’adozione
Ha saputo
fissare
per sempre
il nostro passato
a cura di Stefano Testa
La mostra “Il tempo delle vele”, tenutasi lo scorso ottobre al Palazzo dei Capitani di Malcesine ha
ancora una volta ribadito, se mai ce ne fosse stato
bisogno, l’importanza dell’opera di Franco Toninelli
per la storia e la cultura Malcesinese. Le sue immagini - e quindi quelle del nostro paese - riempivano
la sala proiettandoci in un passato non lontanissimo, ma indiscutibilmente perduto.
Riuscire ad immaginare “come eravamo” sarebbe impresa ardua se in ogni malcesinese non ci fosse
indelebile l’immagine di almeno uno scatto del Toninelli. Per questo, come redazione del Notiziario Comunale, abbiamo voluto dedicargli qualche pagina,
riproponendovi un esauriente e sentito commento che
il prof. Sergio Ragnolini scrisse nel 1994, in occasione della pubblicazione di un catalogo edito dall’amministrazione del tempo riguardo a una mostra tenutasi in paese.
Mostra, non ultima, di una lunga serie che ha
visto Toninelli, malcesinese d’adozione fin dall’età
di diciotto anni, portare le immagini del nostro territorio persino a Lione (1955) Belo Horizonte (1956)
Johannesburg (1956) Bordeaux (1957) Alicante
(1957) Vienna (1957) Belgrado e Sarajevo (1958),
Malesia (1961), Hong Kong (1962), Berreiro (1963/
66/67), Monaco di Baviera (1972), Stoccarda (1974),
Vienna (1975), Colonia (1975), New Orleans (1984),
Los Angeles (1984) oltre a numerosissime mostre e
concorsi in Italia. La selezione di fotografie, gentilmente concessaci dallo Studio f/8 di Malcesine che
ne cura la riproduzione è, per ovvi motivi di spazio,
molto limitata ma crediamo ugualmente suggestiva.
La svolta nella vita di Franco Toninelli è avvenuta
nel 1942. Nato a S. Giovanni Lupatoto nel 1924, non
lontano dalla “bassa” veronese di cui ha raccontato in
tante sue foto con amore e sensibilità i paesaggi e le
atmosfere, a diciott’anni ha conosciuto Malcesine e vi
è rimasto per sempre. Ammaliato da una magia che ha
colpito molti prima e dopo di lui, la stessa magia che ha
colpito Goethe e legioni di turisti, ieri come oggi.
E Malcesine gli ha ispirato foto che sono state esposte, ammirate e premiate in Italia e in molti paesi del
mondo. Il suo nutrito curriculum testimonia di mostre, premi e segnalazioni in diversi paesi europei, ma
anche in paesi come Brasile, Sud Africa, Stati Uniti
d’America, Cina...
Franco Toninelli fu ammiratore di Federico Vender, vero punto di riferimento per la fotografia italiana negli anni fra il 1930 ed il ’60. Egli riconobbe Vender come suo maestro e Vender, che soggiornò molti
anni a Malcesine, espresse il proprio apprezzamento
“per le qualità professionali ed artistiche” di Toninelli, “fotografo di professione al quale è rimasto l’entusiasmo dell’amatore”.
Fin dal 1953 era stato accolto come socio dal Gruppo Fotografico Fiorentino ed affiliato alla FIAP, Federazione Internazionale Amatori Fotografi, che ha la sua
sede in Svizzera, a Berna.
Entrare in questi circuiti gli
ha permesso di far conoscere ed apprezzare le sue opere in giro per il mondo. Lui
ama però ricordare anche
che dal 1991 è socio del Foto
Club Bronziero di Badia Polesine (Rovigo), e con questo vuole probabilmente ricordare la sua seconda patria sentimentale ed artistica oltre a Malcesine: la
“Bassa”, la Pianura Padana, che con le sue immagini e le sue intense atmosfere gli ha ispirato tante altre bellissime foto. Il fotografo malcesinese d’adozione ricorda con orgoglio che
le sue foto hanno illustrato
un bel libro che racconta la
pianura padana, le sue immagini e tradizioni nelle
quattro stagioni dell’anno.
Un libro scritto e curato dal
prof. Dino Coltro, celebre poeta dialettale ed esperto di
tradizioni popolari, in particolare della pianura padana e della campagna veronese.
4
Oggi Toninelli apre il suo ricchissimo archivio su
Malcesine e ne espone una parte significativa, per la
gioia, è il caso di dire, ma anche per l’ammirazione (e
il ricordo, e la riflessione) dei suoi concittadini e degli
ospiti di Malcesine.
Toninelli è un testimone partecipe, ritrae Malcesine ed ogni suo aspetto o particolare come l’innamorato guarda l’oggetto del proprio amore. Nelle sue foto
troviamo la Malcesine di un tempo, tanto più romantica e struggente perché passata, perduta, di cui ci
restano tanti segni, il ricordo e l’atmosfera.
In voluto confronto e contrasto con essa troviamo la Malcesine di oggi, in quelle foto prese dalla
stessa angolazione e con la stessa macchina fotografica pochi decenni più tardi. Quasi una ricerca, un
Non solo
memorie ma...
emozioni
porsi delle domande sulla bellezza di questi luoghi, di cui così tante persone ogni anno fruiscono, si vedano per esempio le “scene di massa”
sulle spiagge.
Un esempio può forse farci capire come l’occhio innamorato di questo fotografo sceglie e racconta.
In via Cerche, quasi ai piedi della torre del
castello, tra case antiche, alcune delle quali hanno ancora muri intatti dal Medioevo, c’era un
albero di gelso, che spuntava direttamente dai
ciottoli del selciato. Aveva un fusto grosso e rugoso, così vecchio e storto che solo una lastra di
marmo messagli sotto come puntello gli impediva di cadere. Io ricordo questo gelso vivo, pieno
di foglie e di more bianche ed appiccicose che,
come sapevamo bene noi bambini, non erano buone
da mangiare.
Una foto di Toninelli coglie questo gelso d’inverno, sotto la neve; una scultura secca e nodosa che
spicca sul bianco, Il suo forte, espressivo bianco e
nero lo trasforma in una figura
irreale, fermata nel suo sforzo di
esistere, di sopravvivere. Un simbolo di vita sospesa, vita fermatasi nel tempo ma che non muore, finché non morranno i sentimenti che riaccendono il ricordo.
Ecco perché quel gelso è ancora
al suo posto, anche se non c’è più.
Ecco cosa fanno le foto di Toninelli.
Ecco che si capisce perché un
artista fa scoprire come nuova la
realtà di ogni giorno. Ci insegna a
vederla con occhi nuovi, più sensibili e attenti, o forse più “vecchi”: quelli del ricordo, del sentimento, del rifiuto della superficialità. Della comprensione del valore, del bisogno profondo di bellezza vera che c’è in ognuno di noi,
al di là della bellezza spettacolare, fasulla e mercantile della pubblicità.
Ecco che si capisce perché la fotografia di un artista non è solo tecnica, accostamento e armonia di forme e di luci, di chiari e di scuri, di vuoti e di pieni, di
realtà e simbolo. E non è solo un deposito di memorie,
un’esca che peschi ricordi dal tempo, ma diventa una
miccia che fa esplodere emozioni.
Emozioni son in agguato in ognuna delle foto di
Franco Toninelli, e tra tutte queste voglio accennare
a quella forse più inaspettata: la gioia. La gioia che dà
questo appassionante bianco e nero è quella che nasce dal sapere che ricordi, frammenti di vita, fatti e
persone, esperienze, la natura e la bellezza condensate in immagini, che tutto questo che non si perde col
tempo.
Franco Toninelli è riuscito in tanti anni e in ogni
stagione a cogliere e raccontare l’atmosfera di Malcesine. Come Faust ha fermato l’attimo, per renderlo
immortale. Lui può forse darci il modo di penetrare
nel mistero, nella magia di questo luogo che ha catturato Goethe, e attira tante persone costringendole ad
ammirare, e poi a fermarsi o a ritornare. I Malcesinesi stessi sono spesso inconsapevoli della bellezza, della magia del loro paese. Per questo forse bisogna perdonarli se a volte non la considerano o non la rispettano come merita. Ma una volta di più noi malcesinesi dobbiamo dire di essere fortunati: abbiamo tra noi
il lavoro paziente e l’arte di Franco Toninelli.
Prof. Sergio Ragnolini, 13 giugno 1994
5
L’ospitalità e gli anziani: cenni storici di una solidarietà verso l’altro
Toblini ieri...
La casa di assistenza per anziani di Malcesine ...
a cura della Prof. Iris Anna Marchetti
Ieri...
“60.000 lire
per gli infermi
e le inferme”
Dal 1532
ai giorni nostri
l’immobile di Piazza Bocchera n. 3 all’IPAB stessa.
Con Decreto della Giunta Regionale del 06.03.1990,
n.394, la Regione Veneto ha riconosciuto la personalità giuridica di diritto pubblico per antico possesso di
stato, col trasferimento all’IPAB Casa di Assistenza
per anziani “A. Toblini” di Malcesine.
Dal 1990 l’Ente è gestito da un Consiglio di Amministrazione di nomina comunale e si è specializzato, passando da “Casa Albergo” a Residenza per anziani che accoglie ospiti non autosufficienti. In seguito, l’Ente ha evoluto la propria specializzazione rendendo servizi istituzionali e territoriali in rapporto di
convenzione col Comune di Malcesine, il Comune di
Brenzone e l’azienda Usll n. 22.
Tra il febbraio 1998 e il mese di novembre 1999 si
è provveduto a lavori di ampliamento e ristrutturazione della Residenza ed in questi ventuno mesi la
comunità di ospiti è stata accolta presso l’Albergo Sorriso di Porto di Brenzone, affittato per l’occasione.
L’esecuzione dei lavori di ampliamento agli standard
regionali della Casa Anziani di Malcesine, è costata
quasi due milioni di euro.
I lavori di ampliamento e ristrutturazione della
residenza hanno permesso di realizzare:
· l’impianto di condizionamento;
· la prevalenza di stanze da due posti letto dotate di
bagno;
· posti letti dotati di telefono e di televisore a colori;
· i bagni protetti;
· una nuova sala da pranzo ed il cucinotto di reparto
al primo piano;
· una nuova zona destinata alle attività riabilitative
e di cura della persona;
· gli spogliatoi del personale;
· la nuova cappella;
· un nuovo impianto di ascensione;
· la zona da destinare a Centro Diurno.
Con la ristrutturazione si è inoltre provveduto ad
acquistare le dotazioni necessarie alla cucina come ad
esempio il forno a convenzione mista, il cuocipasta, la
brasiera, la lavastoviglie, l’abbattitore di temperatura).
La messa a norma della Casa per Anziani di Malcesine, ha premesso all’ente di ottenere un importante risultato: infatti, la Residenza per Anziani “A. Toblini” è una delle poche residenze del territorio dell’Azienda Ulss n. 22 e della Provincia di Verona, in
possesso delle autorizzazioni all’esercizio ed al funzionamento e sembra che col prossimo anno potrà essere accreditata dalla Regione Veneto.
Per rievocare le prime notizie dell’esistenza di un luogo di
ospitalità o casa di
riposo come rifugio
di assistenza ai bisognosi ed ai viandanti dell’edificio dove attualmente
ha sede oggi l’attuale casa di assistenza per anziani
“A. Toblini” di Malcesine si deve risalire all’anno 1532.
Nel 1675 il sacerdote Giobatta Zorzi ha lasciato
vari beni al Comune con “l’obbligo di impegnare le
rendite annue nel sovvenire i poveri di Cristo di detta
comunità di Malcesine e luoghi circonvicini”.
Nel 1849, Antonio Toblini lasciava all’ospedale di
Malcesine l’enorme somma per l’epoca di lire 60000
con l’obbligo di “raccogliere e curare... gli infermi e le
inferme di questo paese”. Con tale donazione il
21.12.1865 si realizzò l’acquisto di una casa con orto,
dove, anche ora, ha sede la casa per anziani e l’ente
che ne derivò fu denominato “Pio Istituto Toblini
Antonio ed Ospedale” e venne amministrato dalla
Congregazione di Carità per regio decreto del
23.09.1874.
Nel 1937 l’ente comunale di assistenza sostituì la
Congregazione di Carità e le Opere Pie Zorzi-Cipriani
nell’amministrazione dell’ospedale Toblini di Malcesine. L’assistenza agli anziani continuò quindi, come
già avveniva da moltissimi anni, soltanto nella struttura a cura dell’ “Ospitale Toblini”.
Con decreto del presidente della Giunta della regione Veneto del10.10 1975, n.3677 ,il Toblini venne
dichiarato Ente Ospedaliero e con successivo decreto
del 02.08.1976, n.3041, venne incorporato all’Istituto
Chirurgico Ortopedico di Malcesine.
L’otto maggio 1978, con delibera n. 78, il comune
di Malcesine assunse in locazione l’Istituto Chirurgico Ortopedico “ A Toblini” di Malcesine, al canone
simbolico di lire mille l’anno, per destinarlo a fini socio-assistenziali quale Casa Albergo, servizio di igiene mentale, consultorio, ecc. L’Amministrazione Comunale di Malcesine , sul finire del 1986, a fronte dell’assunzione della piena disponibilità dell’immobile
“Toblini” adibito a Casa di Riposo, ha promosso la
costituzione,per antico possesso di stato, dell’Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza “Casa di
Assistenza per Anziani “A Toblini”.
Nel 1988, il consiglio comunale di Malcesine, con
deliberazione del 6 ottobre n. 181,ha approvato il riconoscimento dell’IPAB Casa di Assistenza per Anziani
“A. Toblini”, per antico possesso di stato, e trasferito
...oggi
La residenza per anziani “Toblini”, come spiega il
direttore dell’ente Piero Saorin, rende servizi istituzionali a persone anziane non autosufficienti, che possono essere così sintetizzati:
Spazi di cura
e socialità
· Servizi assistenziali con ventidue operatori socio
sanitari;
· Servizi riabilitativi, con un tecnico della riabilitazione a tempo pieno
· Servizi Generali:
- servizi di cucina con tre cuochi
- servizi di pulizia, sanificazione e guardaroba con
quattro operatori
- servizi manutentivi, con un operatore
- servizio di parrucchiere
- servizio di podologia.
· Servizi sanitari, con un medico di medicina generale convenzionato con l’Azienda Ulss n. 22, per 18
ore settimanali e due medici specialisti in geriatria
e fisiatria che garantiscono un accesso la settimana;
· Coordinamento dei servizi infermieristici ed assistenziali, con un coordinatore dei servizi a tempo
pieno;
· Servizi infermieristici, con sei infermieri, dei quali, cinque infermieri professionali ed un infermiere
generico;
Inoltre agli ospiti della residenza sono garantite le
attività occupazionali da personale specializzato. Gli
ospiti partecipano alla visione di films, di opere liriche,
6
Il contributo
dei volontari
ad attività ludiche, alle attività di recupero della memorizzazione, alle storie di vita, alle attività artistiche.
Al personale dipendente e convenzionato, si aggiungono le preziose attività rese quotidianamente da
volontari laici ed una religiosa, che rendono attività
di appoggio ai servizi istituzionali resi dall’ente.
La retta applicata per l’anno 2005, agli ospiti non
autosufficienti della residenza è di euro 45,35 il giorno per le stanze comuni, al cui importo si aggiunge il
contributo per il concorso al rimborso delle spese di
tipo sanitarie riconosciuto dalla Regione Veneto.
Gli Ospiti vengono accolti nella Residenza dopo che
è stata fatta la valutazione multi dimensionale, da
parte del Distretto Socio Sanitario dell’azienda Ulss
n. 22, la quale, in base alla gravità della condizione
soggettiva stila una lista mensile delle priorità riferita alle persona da accogliere.
Oltre ai servizi istituzionali, l’ente, rende in rapporto di convenzione, col Comune di Brenzone i servizi di assistenza domiciliare e la fornitura di pasti a
domicilio ad anziani e bisognosi.
In aggiunta, in rapporto di convenzione con
l’Azienda S.L. n. 22 fornisce i servizi di assistenza domiciliare integrata nei comuni dell’alto lago: Malcesine, Brenzone, Torri del Benaco, Garda e S. Zeno di
Montagna. I servizi di assistenza domiciliare hanno
garantito in questi anni un filtro all’istituzionalizzazione di anziani non autosufficienti e una resa di servizi appropriati per contenere la domanda di residenzialità.
Infine, vengono eseguite nella Residenza servizi
di terapie, prescritte dai singoli medici curanti, alle
persone che non sono in grado di somministrarsela.
...e domani
È stato recentemente autorizzato, da parte dell’azienda S.L. n. 22 il permesso per un Centro diurno.
L’ente si prefigge, infatti, una forma di accoglienza a carattere diurno, garantendo agli utenti attività:
· assistenziali (cura della persona, partecipazione alle
attività occupazionali, alimentazione, ecc.)
· sanitarie (prelievi, somministrazione di terapie,
ecc.)
· riabilitative (rieducazione funzionale, ecc.)
Il Centro Diurno che gli amministratori della residenza si prefiggono di attivare, concorrerà ulteriormente a mantenere le persone anziane della zona dell’alto lago, nei propri ambienti familiari e nel loro tessuto sociale e si cercherà di garantire un ruolo di integrazione con le strutture ed i servizi già operanti nel
territorio ed una puntuale e specializzata risposta ai
bisogni di cura delle persone anziane dimesse dal presidio ospedaliero (i giorni di ricovero nei reparti acuti
sono sempre più ridotti) alleviando l’onere assistenziale delle famiglie di riferimento.
Questo Centro Diurno verrà organizzato all’interno del centro residenziale dell’ente “A. Toblini”, farà
riferimento al territorio della sponda veronese dell’alto
lago di Garda e le attività saranno indirizzate a garantire in particolare :
· la permanenza a domicilio delle persone anziane,
attraverso misure idonee a favorire il mantenimento nella propria abitazione , ovvero a limitare o contrastare il ricovero degli utenti presso strutture
esterne;
· l’erogazione di prestazioni sanitarie e riabilitative
atte a mantenere le condizioni di autonomia e a
rallentare il processo di decadimento fisico e psichico degli utenti;
· il perseguimento del benessere fisico e relazione
attraverso un miglioramento delle condizioni di vita
degli utenti;
· la promozione del sostegno alla famiglia nella gestione del familiare attuata nel pieno rispetto delle
persona e dei fattori relazionali della famiglia.
DUE PAROLE ALL’ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI
L’attivazione
del
centro diurno
L’Assessore ai Servizi Sociali Livio Concini tiene
ad evidenziare il ruolo sociale ed umanitario e non solo
sanitario - assistenziale che la Residenza per Anziani
“A. Toblini” riveste. Oltre ad accogliere persone anziane non autosufficienti, viene offerta anche ospitalità
per periodo di tempo limitati, per “ricoveri di sollievo”,
quando sia necessario fornire un supporto alle famiglie che si vengano a trovare in situazioni difficilmente
gestibili a casa propria. La Casa di Assistenza è inoltre sempre aperta ai parenti degli anziani ospiti senza
l’imposizione di un rigido orario di visita; talvolta si creano legami che vanno oltre l’ambito strettamente famigliare e capita che chi non ha più nessun congiunto
ricoverato presso la struttura, torni comunque a portare il proprio saluto e a rallegrare la giornata degli anziani ospiti. Agli stessi inoltre sono garantiti spazi per
lo svolgimento di attività ricreative, ludiche e di socializzazione mediante l’organizzazione e la realizzazione di eventi, spettacoli, feste e passeggiate, sempre
nel pieno rispetto delle esigenze e dei bisogni particolari dell’anziano. Allo scopo di stimolare e mantenere
in efficienza la loro memoria e le loro facoltà cognitive
e di contatto con il mondo che li circonda, essenziali
sono le attività occupazionali di lettura di quotidiani, di
dibattito e di discussione in merito ad eventi contemporanei e di attualità gestite e coordinate dalla Prof.ssa
Eva Pecoriello. Particolarmente gradite sono poi le visite che periodicamente ricevono dalle scolaresche.
Si tratta di importanti momenti educativi e di scambio
tra il mondo degli anziani e il mondo dei giovani, che
possono giovarsi del loro grande patrimonio di saggezza ed esperienza. Prezioso ed insostituibile l’appoggio fornito oltre che dal personale dipendente e
convenzionato, anche dai volontari, alcuni storici, Pasquale Campostrini, altri di più recente acquisizione,
ma non per questo meno importanti e sempre presenti, cui si deve aggiungere l’attività di supporto spirituale e religioso fornito da Suor Angela e dai nostri Parroci Don Giuseppe e Don Luigi.
Notevole è l’attenzione - continua l’Assessore Concini - che l’Amministrazione Comunale rivolge al mondo degli anziani, ai loro bisogni ed esigenze particolari e le attività che sono state intraprese a sostegno di
questa crescente fascia della popolazione lo confermano. Si è soprattutto cercato di sviluppare e promuovere la domiciliarità e, attraverso un complesso coordinato di azioni, interventi e servizi, si è tentato di creare le condizioni favorevoli affinché la persona anziana possa permanere nel contesto della propria famiglia e delle proprie relazioni sociali. Essa è stata concretizzata soprattutto mediante l’attivazione dei servizi
di Assistenza Domiciliare, che garantisce le attività di
assistenza e cura della persona, di fornitura di pasti a
domicilio, di Assistenza Domiciliare Integrata che assicura prestazioni di carattere sanitario, di telesoccorso e telecontrollo, realizzati grazie a un’azione concertata e coordinata tra il Comune e l’Ulss 22 in convenzione con la Casa Assistenza Anziani Toblini, accanto
a forme di turismo sociale e a forme aggregative a sfondo ricreativo e socializzante. Si è inoltre di recente provveduto, grazie al contributo da parte della Fondazione
Cariverona, all’acquisto di un pullman attrezzato per il
trasporto di disabili, che potrà essere messo a disposizione e a servizio degli anziani che intenderanno frequentare il Centro Diurno che verrà attivato presso la
Casa Assistenza Anziani “A. Toblini”.
7
SERATA DI INCONTRO
ACAT Baldo-Garda
Più informazione contro la piaga dell’alcolismo
La prevenzione
come
diritto-dovere
Attenzione
particolare
ai giovani
Riconquistare
libertà e dignità
Giovedì 27 ottobre si è svolta
nella Sala Consilare del Comune di
Malcesine una serata di informazione per promuovere stili di vita
sani e proteggere così la nostra salute.
Relatori il dott. G. Bezzan del
distretto 1 di Bussolengo e R. Cuni
del Centro Studi di Trento.
Ospiti il dott. Michele Benamati, direttore dei Servizi Sociali
ULSS 22, l’assessore delle politiche
sanitarie del Comune di Malcesine
Livio Concini, il Maresciallo dei
Carabinieri di Malcesine, la Preside della scuola Media ed Elementare di Malcesine prof.ssa G.Gabos,
il Sindaco del Comune di Brenzone G. Simonelli con l’assessore Enrico Nascimbeni, i Parroci don Giuseppe e don Luigi oltre la Presidente Acat Baldo-Garda che ha presentato la serata.
Tra il pubblico presenti alcuni
presidenti e rappresentanti di associazioni, alcune famiglie, i servitori-insegnanti dei Club e numerose famiglie che partecipano e fanno parte dell’Acat Baldo-Garda da
Malcesine a Peschiera.
Roberto Cuni ha sviluppato il
tema “Un contributo alla promozione e protezione della salute” facendoci riflettere sull’importanza
della prevenzione come un diritto
e un dovere di ciascuno di noi per
tutelare la propria salute, concetto
che prescinde dal concetto di cura
per la quale esistono servizi preposti.
Il dott. G. Bezzan con la sua tipica professionalità ha elargito una
lezione sulla dipendenza e i disagi
delle persone in modo particolare i
giovani ai quali va riservata un’attenzione particolare, un insegnamento ricco di valori, presentando
il progetto “Benessere” da sviluppare nelle scuole.
Come ribadito da R. Cuni, difficilmente miglioreremo la qualità
della nostra vita se non impareremo sempre più a proteggerci in prima persona, per noi stessi, per i
nostri cari, quindi per la comunità
e la società in generale.
Per fare questo, per poter scegliere cioè stili di vita sani, dobbiamo essere informati; solo la conoscenza ci porta alla consapevolezza che ci spinge al cambiamento che
è necessario per modificare il nostro comportamento a rischio.
Senza essere proibizionisti, non
serve a nulla per esperienze risapute, è il caso che tutti siano informati e abbiano la possibilità di riflettere sul fatto che il consumo di
alcol è un comportamento a rischio
e le conseguenze sulla salute, sulla
qualità della vita e la sicurezza che
ne derivano, sia per l’individuo, che
per la comunità, determinano un
costo sociale e sanitario rilevante
da sollevare interrogativi difficili
per tutti.
Alcuni numeri estratti da Scienza Web News:
Ogni anno l’alcol causa nel
mondo il 10% delle malattie, il 10%
dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45%
degli incidenti stradali, il 9% delle
invalidità e delle malattie croniche.
La Società Italiana di Alcologia
stima che il 10% dei ricoveri annui
in ospedale è attribuibile all’alcol
ed il 9% i ricoveri indirettamente
attribuibili all’alcol.
Circa 40 mila morti per cirrosi,
tumore, infarto emorragico, suicidio, aborto, omicidio, incidenti sul
lavoro, a casa, sulla strada (un morto ogni 13 minuti) è il conto che
ogni anno l’Italia paga all’uso di
sotti lo ha testimoniato liberamente e con orgoglio, nella nostra comunità dove tutti conoscono il suo
passato ma anche in tutte le occasioni dove si ritiene importante una
testimonianza.
Il Club lavora perché questi
miracoli possano succedere mettendo a disposizione gli strumenti
adatti, cioè la ricchezza delle risorse umane di tutti i componenti che
attraverso la sobrietà hanno riconquistato la libertà e la dignità umana.
Il Club si propone quindi alla comunità come un nodo della rete territoriale di servizi, associazioni,
istituzioni, ecc. attento ad un certo
tipo di disagi e sofferenze dovuti al
alcol che corrisponde ad un costo
tra il 2% ed il 5% del PIL, pari nel
2003 a 26-66 miliardi di Euro.
Tra i giovani italiani l’alcol è
sempre più popolare, l’aumento
maggiore tra i giovanissimi, si beve
il primo bicchiere a 11-12 anni. È
l’età più bassa nell’unione Europea
dove la media si aggira sui 14,5
anni.
Nell’intera Europa un giovane
su quattro muore a causa dell’alcol
che rappresenta, anche per l’Italia,
il primo fattore di rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cronica tra i giovani.
Sono in costante aumento anche le bevitrici di alcolici che in termini di salute pagano un prezzo
molto più alto degli uomini, avendo un organismo più vulnerabile.
Per non parlare del prezzo umano in sofferenze, lacrime versate tra
le mura domestiche, violenze, isolamento, indifferenza, e spesso disprezzo per le persone e famiglie
con problemi di alcol.
Tante persone vorrebbero gridare il proprio cambiamento e che
dal tunnel della dipendenza da alcol o da altre droghe si può uscire.
La nostra amica Barbara Cres-
consumo di alcol, con la certezza,
come riconosciuto a livello mondiale dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che la buona
cura non è solo il farmaco o la psicoterapia, ma la presa in carico solida, forte e duratura dei problemi
di chi sta male.
Una grande umanità è alla base
dei nostri incontri, tanto che l’Amore, l’Amicizia, la Solidarietà sono
le nostre medicine.
Ricorre quest’anno il decennale dell’approvazione della Carta
Europea sull’alcol approvata a Parigi il 12-14 dicembre 1995 dagli
Stati Membri della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità-OMS.
È stata una serata molto interessante, tutte le persone invitate
e non presenti sicuramente hanno
perso una opportunità.
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“Se vedete un alcolizzato, amatelo. L’unica cosa di cui abbia bisogno non sono i rimproveri, ne la
pietà, ma l’amore”.
G. Dellagiacoma
ACAT Trentino Interclub 2005
a Rovereto
Franca Capancioni
Ciottolando con Gusto 2005
Malcesine e i gastronauti
Due sindaci:
Gianfranco Comincioli,
viticoltore di Puegnago
del Garda, e, Giuseppe
Lombardi, pescatore di
Malcesine, hanno prestato la loro immagine
per promuovere il territorio: un bell’esempio,
che va ad ingrossare il
gruppo di coloro, come
Giovanni Rana, che si
mettono in gioco personalmente.
150 articoli
sulla stampa
specializzata
Curiose gigantografie degli osti di
Malcesine e del Sindaco ritratto nella
veste di pescatore,
professione scelta
per passione delle
tradizioni, hanno
dato il benvenuto
a circa 1000 visitatori e gastronauti giunti un
po’ da tutta Italia
nei giorni di 2324 aprile e 24 - 25
settembre 2005.
La manifestazione “Ciottolando con Gusto” trae
il nome ovviamente dalla suggestiva pavimentazione
che caratterizza il borgo antico di Malcesine e dal protagonista della manifestazione: il Gusto.
Nasce infatti per celebrare i vini ed i cibi del nostro territorio e soprattutto il fiore all’occhiello del
luogo: il delicato olio extravergine Dop.
Nei due giorni, di ciascuna delle due edizioni, il
visitatore gourmet, il ricercatore raffinato ma anche
il semplice curioso ha trovato una città addobbata a
festa e, acquistando una tessera da € 25, ha partecipato ad un Viaggio dei Sapori: una serie di ghiotti
assaggi abbinati ad un vino nei 12 locali aderenti.
Nell’edizione di settembre, alcuni artisti di strada
poi hanno concorso alla creazione di un’atmosfera festosa ed amichevole.
Nella tessera era incluso, oltre al parcheggio gratuito dell’auto in Piazza Statuto, anche l’ingresso al Castello ed uno sconto del 30% sul biglietto della funivia.
I locali coinvolti, tutti situati nel centro storico di
Malcesine, erano facilmente individuabili grazie alle
curiose gigantografie, realizzate dal noto fotografo
veronese Tiziano Cristofoli, il quale si è occupato anche della veste grafica dei poster e del materiale divulgativo (Onecacktus).
Dei 1000 visitatori convenuti, una percentuale
molto alta era composta da persone che per la prima
volta venivano a Malcesine e se ne dicevano stupefatte dalla bellezza e dalla peculiarità, ma ancor più dal
fatto di non esserci mai venute prima.
Il risultato ottenuto va senz’altro a credito dell’immagine di qualità di Malcesine.
Merita sottolineare l’importanza della stampa che,
riprendendo la notizia con oltre 150 tra articoli, pagine web e servizi tv, ha notevolmente amplificato il
messaggio che l’evento voleva lanciare riguardo il nostro paese.
Una meritata menzione, a tal proposito, va alla
dottoressa Silvia Baratta di “Gheusis comunicazione”
che ha curato i rapporti coi media, ed all’Associazione
Albergatori che ha fornito ospitalità ai giornalisti accreditati.
La partecipazione di molti malcesinesi è un altro
elemento positivo e speriamo concorra ad aumentare
la consapevolezza di vivere in un paese che ha molte
risorse e può avere anche idee nuove da proporre.
Ci auguriamo inoltre che la partecipazione di parecchi visitatori, connazionali e “non”, giunti espressamente
per l’evento, e rimasti ospiti delle strutture ricettive per
due/tre giorni, dia anche agli albergatori nuovi stimoli
per vendere meglio un “prodotto-territorio” più adeguato
ai tempi e ad una clientela più selettiva.
Ben coscienti che un semplice evento non può cambiare l’essenza delle cose, non resta che augurarci che
eventi come Ciottolando con Gusto o Vendemmiando
in castello continuino a crescere e che altre iniziative
si aggiungano allargando i contenuti anche ad altri
temi, non esclusivamente legati all’enogastronomia.
Ringraziamenti a:
Comune di Malcesine e Malcesinepiù
Funivia di Malcesine Monte Baldo
Cassa Rurale Alto Garda
Consorzio olivicoltori di Malcesine
“Gheusis Comunicazione”
“Onecacktus”
“Ama” e “Nacem”
Le aziende:
“Pisoni”, “La Giaretta”, “Accordini”, “Ca Lojera”,
“La Masottina”, “Coffele”, “Santi”, “Monte Cicogna”,
“Prà”, “Baricchi”, “Provenza”, “Degani”, ”Marcato”,
“Comincioli”, “Fraccaroli”, “Le Tende”, “Nicolis”,
“Scaramellini”, “Illy”, “Omkafe”.
E naturalmente agli “OSTI DI MALCESINE”
Andrea Piccinato
ASSOCIAZIONE “PER IL TRIDUO”
Il lavoro di alcuni, il contributo di tutti
Non ha perso tempo la neocostituita
associazione che si è impegnata a mantenere e continuare la tradizione del Sacro
Triduo nella nostra comunità. Sono stati
individuati i primi, urgenti e non prorogabili, lavori di ammodernamento e consolidamento della struttura e dei locali in modo
da poter permettere già dal prossimo febbraio lo svolgersi della cerimonia in piena
sicurezza.
In particolare l’analisi della situazione
esistente da parte degli associati, coadiuvati dal supporto di esperti, ha evidenziato
la necessità di riparazione e sostituzione
della pavimentazione posta al primo piano
della struttura del Triduo, quella più sollecitata dal passaggio degli uomini durante
le operazioni di montaggio e smontaggio e
che presenta i maggiori segni di usura.
Vanno inoltre riadattati ed ammodernati prima possibile i locali destinati ad ospitare - durante tutto l’anno - i diversi elementi in legno della struttura, realizzando
delle rastrelliere che permettano un appro-
priato immagazzinaggio. Va rilevato, infatti,
che la struttura in legno riporta i maggiori
danni durante il periodo di permanenza nel
magazzino e non durante le celebrazioni o
durante le operazioni di allestimento.
Detti interventi, in quanto inerenti al
miglioramento della sicurezza e della conservazione della struttura, risultano essere prioritari rispetto all’opera di restauro
degli elementi decorati.
Il preventivo complessivo dei lavori sfiora la cifra di diecimila euro, non pochi
per una piccola associazione appena costituitasi.
Una parte importante, ma purtroppo
ancora non sufficiente, della somma è stata già offerta dalle locali Associazioni Albergatori e Commercianti. Esiste l’impegno
di altre istituzioni, ma solo le offerte, anche modeste, dei molti cittadini che a questa nostra tradizione hanno sempre dimostrato favore e attaccamento possono far sì
che l’impegno preso dall’associazione possa andare a buon fine. Un impegno che non
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si esaurirà, ma che sarà ribadito anno per
anno, a seconda delle necessità.
Per questo è stato aperto presso la locale Cassa Rurale Alto Garda [ABI 08016 CAB
59551] il conto corrente n. 18/322689 intestato all’Associazione “per il Triduo” su
cui possono convergere i contributi. La Parrocchia di Malcesine, ed in particolare Don
Giuseppe, rimangono comunque sempre
garanti dell’iniziativa ed a disposizione per
ricevere eventuali offerte.
L’Associazione “per il Triduo” è composta da circa 30 persone, ciascuna con compiti precisi nei lavori di allestimento della
struttura e nell’esecuzione delle cerimonie.
I nomi di tutti i componenti e dei relativi
incarichi verranno precisati nel prossimo
numero. Per ora, anche come riferimento
per eventuali ulteriori informazioni, riportiamo di seguito i nomi dei componenti del
Consiglio Direttivo: Benedetti Paolo, Chincarini Carlo, Rizzotti Aldo, Saglia Antonio,
Zanetti Andrea.
S.T.
Progetti e realtà:
anche la solidarietà arriva a destinazione
Gravi situazioni
che non
fanno notizia
Condividere
ed interessarsi
trasforma
ed arricchisce
E il messaggio di Maura Zanolli che mantiene attivo il Progetto di
Solidarietà a Rio
Branco in Brasile...
Carissimi amiche e
amici di Malcesine,
ringrazio il comitato di redazione del nostro NOTIZIARIO
COMUNALE che, anche quest’anno, dà la
possibilità di “dare voce al SUD DEL MONDO”.
Credetemi, condividere, interessarsi (non solo a
Natale) “essere vicini” ai POPOLI IMPOVERITI, è
un’esperienza che trasforma ed arricchisce chi ha la
fortuna di “immergersi” in certe situazioni.
Mi piace ricordare che una parte di noi, nonostante la nostra realtà di benessere materiale, dimostra concretamente la sua SOLIDARIETÀ, da tempo ed in vari
modi... e questo non credo lo si faccia per sentirsi migliori o “a posto con la coscienza”... Chi sceglie di impegnarsi in un progetto di solidarietà, penso lo faccia
perchè crede nella giusta ripartizione dei beni... nella
condivisione... in un futuro migliore per l’umanità...
Non è facile, ma vorrei dirvi, in poche parole, la
storia di Geraldo.
Geraldo è un giovane di 31 anni, vive in Brasile, a
Porto Velho, nelle stato di Rondonia.
Nel 1993, durante il mio servizio di volontariato a
Rio Branco, si è presentato nel Seminario Diocesano
per studiare ed approfondire la sua vocazione... aveva
19 anni, faceva il contadino.
Geraldo viene da una famiglia povera: vita dura
nei campi, morte di uno dei 6 figli, poco più che ventenne, assassinato in un agguato, per gli stessi motivi
e dagli stessi mandanti dell’assassinio di Chico Mendes, il sindacalista che ha fatto parlare il mondo per il
suo impegno in difesa dell’Amazzonia e dei diritti dei
suoi abitanti.
Gli studi di Geraldo arrivavano alla 4° elementare, la sua vista presentava già problemi seri. Mi è stato
chiesto di aiutarlo nello studio... ho accettato e insieme abbiamo iniziato il cammino... e l’amicizia che perdura nonostante la distanza...
Sono passati 12 anni, non semplici, ve lo assicuro,
per la vita di Geraldo: tra le sue varie vicissitudini, la
più seria è quella di aver perso quasi totalmente la
vista...
Eppure non ha mai “mollato”: è uscito dal Seminario, vi è rientrato, ha fatto un corso per infermieri, è
riuscito a trovare qualche lavoretto saltuario... Ora,
grazie a Dio (come sono soliti ripetere i Brasiliani in
molte occasioni), non solo ha terminato gli studi, ma
il 2 agosto 2005 è stato ordinato sacerdote, aiuta in
una parrocchia e ha l’incarico di educatore di un gruppetto di adolescenti (seminaristi) con cui vive.
Perchè ho raccontato questo? Perchè un piccolo contributo in questo cammino di Geraldo lo ha dato anche qualche persona di Malcesine, che da anni è costantemente impegnata con il PROGETTO DI SOLIDARIETÀ di Rio Branco.
IL SOSTEGNO A DISTANZA È UNA PICCOLA
GOCCIA NEL GRANDE MARE DEI BISOGNI DEL
SUD DEL MONDO...MA E’ QUALCOSA DI TANGIBILE, CONCRETO, SICURO.
Concludo avvisando che, nonostante ostacoli economici e pratici, mi sto attivando per ricevere Geraldo
che verrà in Italia ed a Malcesine il prossimo mese di
gennaio 2006. Conoscere questo giovane e la sua esperienza sarà una vera ricchezza per tutti: ai miei numeri potrete rivolgervi per... saperne di più!
Vi saluto e vi ringrazio tanto a nome degli amici in
Brasile... Buon Natale e Buon 2OO6.
Maura
È con piacere che la redazione del Notiziario Comunale si fa portavoce dei messaggi di augurio e di
ringraziamento, che ci giungono da alcuni nostri compaesani impegnati in importanti missioni di solidarietà umana e cristiana nel mondo.
Da anni ormai dedicano a questo la propria persona e il proprio lavoro, con grandi risultati, che però
non sembrano mai essere abbastanza.
Attraverso queste righe trasmettono i loro auguri
per le prossime Festività e i loro ringraziamenti per il
sostegno ricevuto, alla popolazione malcesinese che
gli è vicina.
Trasmettiamo il messaggio pervenutoci da Padre
Mario Casella, Missionario dei Padri Comboniani in
Uganda, ricordando che, per chi volesse, può essere
anche contattato al seguente indirizzo e-mail:
[email protected]
(possibilmente senza immagini o documenti pesanti poiché la tecnologia di Kampala non permette di
scaricarli...!!)
“...Carissimi, dall’Uganda vi ricordo e vi mando
queste poche parole di AUGURIO! Ho scritto a parecchi, ma voglio dire a TUTTI che vi sono vicino, anche
se non mi vedete in giro per il paese!
Qualche notizia la ricevo, e vi assicuro che cerco di
condividere i vostri lutti e delusioni, come pure le gioie e i successi. Come? Con la preghiera, specie la Santa Messa quotidiana e il Rosario, raramente con qualche riga di partecipazione.
Voglio ringraziarvi perché sento che anche voi mi
ricordate e anche quest’anno mi avete seguito nelle mie
attività. Ho ricevuto da Malcesine circa 30 mila euro
che ho usato secondo le vostre intenzioni. Ho aiutato
centinaia di persone e famiglie, ho cercato di completare il Centro Betania, ho contribuito a mandare avanti
i due Centri qui a Lodonga ecc... Rimane qualche cosa
per gli studenti poveri e per i bambini adottati a distanza. Da un angolo all’altro di tre diocesi salgono
preghiere e ringraziamenti che certamente vi faranno
bene!!
Qui non abbiamo Tsunami e nemmeno quei terribili uragani e terremoti ma ci sono situazioni che non
fanno notizia, ma portano alla disperazione milioni
di povera gente. Noi missionari cerchiamo di portare
quell’aiuto che possiamo, sopratutto spirituale e morale che gesti pratici rendono autentici. Pregate perché possiamo essere docili alla Grazia e non lasciarci
coinvolgere negativamente, perché allora diverremmo
inutili. Noi siamo chiamati a testimoniare che Gesù
ha vinto ogni male e che divenendo uno di noi ci ha
convinti che siamo preziosi presso Dio... Anche se talora non sembra, la Storia, con Cristo, progredisce.
Auguro a ciascuno l’esperienza di una rinnovata
SPERANZA per il 2006!
Grazie e benedizioni
Vostro Mario
P.O. Lodonga, Arua, Uganda
Per offerte: C.C. Postale n. 10740371
intestato a: Collegio Missioni Africane
Causale: Padre Casella (Uganda)
... Padre Mario darà conto di ogni offerta ricevuta.
Tel. 0457400012 · Cell. 320 0730060
[email protected]
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Il livello delle acque del lago...
Una analisi della situazione
Un ecosistema
imponente
ma delicato
Cinque anni
di costanti
alti e bassi
Il difficile
equilibrio
fra natura
e turismo
Il livello delle acque del lago ed la prima industria per i suoi abiil conseguente stato fisico nonché tanti, ovvero il turismo, un’indudi salute delle spiagge, senza dub- stria che concatena parecchi altri
bio sono sempre stati un problema settori economici, tra i quali l’edidi tipo occasionale per il bacino del lizia, spesso inadatta all’ambiente
Garda, ma negli ultimi cinque anni circostante e questa ritenuta uno
hanno coinvolto e preoccupato in dei primi fattori causa del malesmodo particolare i Comuni affaccia- sere legato alla gestione delle acque
ti sul lago. La storia ci rivela e ci meteoriche e relativi territori.
insegna, quanto sia imponente ma
Valvola di sfogo o di controllo del
tuttavia delicato l’ecosistema gar- nostro Lago a seconda delle situadesano, che con uno specchio di 370 zioni, la diga di Salionze, la quale
chilometri quadrati ed una profon- gestisce enormi portate d’acqua da
dità media di 135 metri, pare esse- destinare alla agricoltura, ma anre immune da problemi di siccità o cor prima definisce le condizioni del
di inquinamento, se pensiamo che fiume Mincio, da vero emissario
un solo centimetro di livello corri- degno del più grande lago italiano,
sponde a quasi quattro milioni di a piccolo ed insignificante rigagnometri cubi d’acqua.
lo in caso di “magra”. Proprio la
Dobbiamo tornare al lontano 13 febbraio 1922, per scoprire quello che fu il livello minimo storico raggiunto dal Garda
a memoria d’uomo, un valore eccezionale di cinque centimetri al
di sotto dello zero idrometrico,
ovvero sotto la “soglia di sicurezza” fissata a più quindici centimetri, da una circolare del Ministero dei lavori pubblici nel
1965, allo scopo di non creare
condizioni di disagio ambientale alla fauna ed alla flora, disagi
La diga di Salionze
che potrebbero diventare poi irrimediabili.
Possiamo pensare a questo lon- diga “decide” le condizioni di utentano e raro evento, come ad una za dell’acqua per l’agricoltura, e
eccezione dovuta sicuramente a l’aspetto delle coste che ogni anno
condizioni di estrema siccità, lega- accolgono milioni di turisti proveta a cicli meteorologici che un paio nienti da tutto il mondo. Due facce
di volte ogni secolo confermano la di due differenti economie, in conregola dell’eccezione. Ora però ci tinuo sviluppo ed aumento, quasi
troviamo di fronte a cinque anni di improntato allo sfruttamento piutcostanti alti e bassi, fatto escluso tosto che alla salvaguardia di un
per l’anno 2004, dove sono state le importantissimo ecosistema, nonpiogge frequenti a fare la parte del ché sistema economico. Con l’iniprincipale fattore climatico benevo- zio di queste siccità, nell’anno 2000,
lo, salvando a pieno dalla siccità le proprio dopo l’ultima piena ecceziopiantagioni del mantovano e le nale terminata con l’inverno antesembianze del Garda. Di certo non cedente, i problemi sino ad oggi
si tratta di un caso, gli studi a ri- sono sempre stati i medesimi, oltre
guardo parlano chiaro; la cementi- che l’utenza d’acqua a valle; si sono
ficazione costante delle coste cau- riscontrati seri problemi per la nasa rapidi innalzamenti dei livelli, vigazione pubblica, la balneazione,
con conseguenti piani di sfrutta- la vegetazione, conseguente commento delle acque in eccesso, cre- parsa di tubi di scarico e di inedite
ando così un effetto fisarmonica colonie di zanzare, tutti fattori che
molto dannoso per l’ambiente lacu- alla lunga portano una considerestre e circostante. Un esempio di vole sfiducia da parte dei turisti nei
progetto per il controllo delle acque confronti del caro ed affezionato
andato in fallimento, è la galleria Garda. Questi ultimi sentori sono
Mori - Torbole, un’idea che ha por- stati confermati proprio dalla stamtato grandi problemi, quali l’innal- pa specializzata, una stampa che
zamento del livello di inquinamen- oggi più che mai pesa su una bilanto anche di tipo solido, e un abbas- cia del turismo, sempre più aperta
samento della temperatura dell’ac- a nuovi mercati e a prezzi più conqua, difficile da recuperare e gesti- correnziali.
re, con conseguenze legate al clima
Un altro fattore determinante
circostante oltre che per la flora e legato al livello delle acque del Garla fauna lacustre, la galleria è in di- da, è l’intensità di precipitazioni, a
suso ormai da anni. Oggi giorno dispetto di quanto si possa credepoi, rispetto ai decenni passati sono re, la scarsità di piogge anche in un
cambiate le esigenze, le piantagio- lungo periodo di tempo, non comni nel mantovano necessitano di porta necessariamente un basso liquantità d’acqua sempre maggio- vello della qualità delle acque. Le
ri, e il lago si è sviluppato ed è ora- acque meteoriche sono per laghi e
mai legato a quella che è diventata fiumi il principale anello di contat-
11
to con le acque reflue, e una volta
raggiunto il livello delle fognature
(non sempre a tenuta stagna) anche con le cariche batteriche degli
scoli cosiddetti fognari. A questo
proposito però dobbiamo ricordare
che l’ultimo allarme per acqua alta
risale all’inverno del 2000, con 176
cm sopra lo zero idrometrico.
Proprio quest’anno a Roma, si
parlerà del Lago di Garda in Parlamento, dalle riunioni già tenute in
giunta provinciale, sono emersi
nuovi temi da affrontare, come
quello non ancora del tutto noto,
riguardante il materiale proveniente dal dragaggio dei fondali, ritenuto rifiuto speciale senza una facile
destinazione di smaltimento. La
cosa porta comunque onore al
Garda e a tutti i comuni che si
sono impegnati in questo obiettivo, da oltre due anni si cerca
infatti di riunire il maggior numero di rappresentanti comunali possibile, allo scopo di portare i problemi del nostro lago
ad una soluzione, con una gestione comunitaria del bacino.
Il tema legato alla problematica della regolazione dei livelli
delle acque è oramai da un decennio in cantiere senza una
soluzione opportuna e ideale
per tutti gli utenti del territorio, ed una gestione governata dalle tre Province pare essere la soluzione più adatta.
Il notevole incremento di infrastrutture di tipo turistico e non, il
traffico, e il maggior sfruttamento
delle colture agricole, ha portato dei
benefici a tutta la popolazione attigua al Garda, ma questo incremento di sicuro non ha portato un eguale adeguamento nelle normative di
tutela per lo stesso.
Vi sono stati importanti investimenti di tipo edilizio, di recupero
rurale e boschivo, sono sorti parchi a tema e di esclusivo intesse
montano, quasi dimenticando che
tutto è nato grazie al lago e alle sue
spiagge. Dopo anni di importanti
investimenti economici differenziati su progetti distinti da quelli direttamente legati al più tradizionale “Garda balneare”, sarebbe quasi arrivato il momento di tornare
indietro, di fermare questa sempre
maggiore corsa all’edilizia, il buon
stato di salute del lago ci ha portato a un invidiabile situazione di
equilibrio tra natura ed industria
del turismo, un’industria che lega
a sé molte altre categorie di servizi. Una maggiore cura delle spiagge, della flora e della fauna gardesana, rappresenterebbe la miglior
presa di coscienza e di gratitudine
verso un ambiente ricco e già ampiamente sfruttato, un ambiente
che chiede solo di essere salvaguardato e non strapazzato come più ci
fa comodo, i segnali di allarme sono
oramai chiari a tutti.
Fabrizio Sama
“Sta arrivando
Pippo!”
Gregorio Viviani
(1905-1978)
al tempo in cui vestiva
ancora l’uniforme
Il comando
delle operazioni
di inteligence
Villa Nichesola da una
foto degli anni ’20,
archivio privato famiglia
Viviani-Nichesola
Quando Pippo volava su Malcesine
Breve cronaca di una storia quasi dimenticata: i “BOOM”
della IIª Guerra Mondiale prima del “BOOM” dello sviluppo economico
Malcesine, territorio italiano
occupato, giugno 1944. Ma poteva
essere luglio, agosto e, perché no,
ogni altro mese fino all’aprile
1945. Un rombo lontano squarcia
il silenzio della notte. La gente esce
dalle case in cerca di riparo, presso il castello come in gallerie scavate nella roccia lungo la Gardesana. Nel correre ai rifugi a diversi bambini si dice che si tratta solo
di un gran gioco e, perché no, a chi
fosse stato bravo nel “giocare”
deve essere stato promesso in premio uno di quei cingolati che solevano percorrere la strada statale o uno di quei carri
carichi di uomini, donne e bambini che prendevano la
via del nord... “Sta arrivando Pippo!” si esclama da
più parti. Gli adulti sanno bene cosa sta succedendo:
è il cacciabombardiere della flotta anglo-americana che
sorvola il territorio italiano controllato dalla Repubblica Sociale di Salò e presidiato dai nazisti nel loro
ripiegare in patria.
Quando Pippo arriva non vola via senza lasciare il
segno. Come quella volta che puntò la motonave Italia, utilizzata dai nazisti per il movimento di truppe:
colpita e affondata, come del resto diverse altre imbarcazioni cariche di rifornimenti; o come quella volta sulla galleria del Cantone, dove trovavano nascondiglio le postazioni nemiche d’artiglieria pesante a
difesa della ritirata: in diversi trovarono qua sul Gardasee l’ultima tappa del loro Italienische Reise e non
solo. E poi su Bocca di Navene, dalla quale si sperimentava il lancio di V-1, missili terra-terra di lungo
raggio con obiettivo la Val d’Ossola, territorio piemontese dove la sollevazione popolare antitedesca aveva
ottenuto un certo successo; su La Guardia, uno dei
luoghi considerati da sempre di importanza strategica; o su Villa Colonne, in Val di Sogno, principale postazione del quartiere generale nazista nel nostro territorio, come del resto Campagnola, dove la presenza
dei Generali Rommel (quello dei successi tedeschi sul
fronte occidentale e della Campagna d’Africa) e Kesserling (il feld-maresciallo responsabile dell’eccidio
delle fosse Ardeatine a Roma) era stata segnalata; o il
municipio, dove trascorrevano la notte le truppe. Pippo arriva, individua i bersagli segnalati ed esegue gli
ordini impartitigli dal comando alleato: mitragliare e
bombardare.
Quando Pippo volava sul
lago, Malcesine
pullulava di tedeschi: turisti, in
un certo senso (e
non troppo per
caso), ma in uniforme ed armati:
molti provenivano da sud per lasciare la penisola; qualcuno veniva invece da
nord ed andava a
rimpolpare le linee di difesa della Linea Gotica,
limite meridionale dell’occupazione nazi-fascista; di
abitanti di sesso maschile in paese, invece, ce ne dovevano essere relativamente pochi: al tempo non potevano che essere ancora almeno ufficialmente aderenti al fascismo e per questo combattenti, se l’età lo
consentiva loro; i partigiani e i renitenti alla leva della repubblica avrebbero fatto meglio a darsi alla macchia; solo agli altri era dato di rimanere per essere
impiegati nelle attività produttive. Fra questi figurava un uomo sui 40 anni che, fingendosi inabile alla
guerra, riusciva ad eludere i controlli nazi-fascisti per
riuscire a non essere identificato e a reperire vitali
informazioni sulla dislocazione delle truppe occupanti e loro movimenti. Questa persona, Gregorio Viviani, già Maggiore d’artiglieria dell’esercito italiano, all’indomani dell’armistizio dell’8/09/43, trovandosi nel
nord Italia non si era arruolato nelle fila dell’esercito
della RSI e si era da pochi mesi ricongiunto ai suoi
cari, di stanza a Malcesine, quando venne contattato
da un ufficiale del regio esercito italiano per assumere nell’area benacense, occupata, il comando delle
operazioni di intelligence, lui che aveva fatto già parte del Servizio Informazioni Militare in missione in
Jugoslavia, Albania, Grecia e Francia.
Ecco allora Gregorio Viviani, “Zio” per i giovanissimi figli, “Ieddu” per la moglie e i suoceri, “Leonardi” per i colleghi, inforcare la bicicletta e partire sotto
le mentite spoglie del fac-totum alle dipendenze del
Conte Nichesola (la villa stessa dal quale ha preso il
nome, dove Viviani con la sua famiglia risiedeva, era
occupata da un comando nazista), per andare alla ricerca dei suoi informatori e, nel corso del suo girovagare, prendere egli stesso ben nota di tutto quanto
potesse risultare utile allo svolgimento delle operazioni di liberazione del territorio benacense. Quando
può, egli stesso con i suoi collaboratori non manca di
effettuare azioni di sabotaggio. Come quella volta che
applicarono del filo di rame ai raccordi di varie linee
telefoniche; o quella volta che installarono vicino a
stazioni trasmittenti dei condensatori in grado di annullarne le potenzialità.
I rilievi effettuati dalla rete capillare di informatori capeggiati dal Viviani confluiscono insieme ad altre
a Verona, cuore della missione RYE (questo il suo nome
ufficiale e, allora, segreto). Da qui vengono poi trasmesse al Governo italiano, attraverso il quale giungono, poi, al comando alleato. Quindi a Pippo. Ben si
può comprendere, pertanto, quanto dall’operato di
Gregorio Viviani e dei suoi fosse dipesa l’efficacia delle incursioni del caccia-bombardiere “alleato”. Non
solo, è lecito supporre che dalle sue azioni dipese anche la sicurezza dei cittadini malcesinesi, giacché non
risulta che le incursioni di Pippo abbiano causato decimazioni fra la popolazione, contrariamente a quanto accaduto a Verona e ad altre località della provincia: vuoi per la perizia del pilota, vuoi per la precisione delle informazioni raccolte e passate ai superiori,
vuoi, è lecito supporre, per le informazioni divulgate
in gran segreto fra i conpesani: il nome di Pippo, che
a Malcesine ancora qualcuno ricorda, potrebbe essere
stato scelto da Gregorio Viviani stesso.1
La sfida al pericolo di essere riconosciuto o scoperto nel corso di quei nove mesi toccò il suo apice allorché a Viviani fu proposto di lasciare Malcesine per una
nuova località, affinché Pippo potesse “concludere” il
suo lavoro senza mezze misure. Se, in un primo momento, il Viviani poteva prendere in seria considerazione la proposta fattagli dal comando alleato, non
poté, in un secondo, trascurare ciò che sua moglie, la
Contessa Carla Nichesola, anch’essa malcesinese d’elezione, gli andava ricordando: le ottime amicizie che
fra gli abitanti del luogo potevano vantare; il valido
aiuto che i suoi collaboratori gli avevano prestato; la
lealtà di tutti coloro che erano al corrente della sua
vera identità e del suo travestimento, elevando il suo
caso ad eccezione, in tempi in cui la guerra civile trovava “ispirazione” non solo nelle diverse vedute ideologiche ma anche nelle personali antipatie: egli che,
nato dall’altro capo dello stivale e del cui accento era
facile accorgersi (“foresto”!), ben avrebbe potuto cadere vittima di possibili delatori. Ciò non era ancora
avvenuto fino a quella data (in verità non avvenne
mai): tutti i malcesinesi, dai fascisti della prima ora
12
1. Risulta a chi scrive
che tale nome fosse
stato mutuato dallo
pseudonimo di
Giuseppe Di Mauro,
collega e grande
amico di Gregorio
Viviani. Risulta a chi
scrive, però, anche
che tale nome sia
stato ampiamente
utilizzato in tutta la
provincia di Verona,
fino anche
sull’altopiano di
Asiago, per
identificare l’aereo
anglo-americano
protagonista delle
varie incursioni: ciò
lascerebbe supporre
che l’origine del nome
abbia altre radici.
2. Piccola nota: Viviani
era già Maggiore,
mentre il suo
superiore, nell’ambito
della missione RYE era
ancora Capitano.
3. A.A.V.V., La tradotta
arriva: le forze armate
nella Resistenza e
nella liberazione del
Veneto, Tipolitografia
Bettinelli, Verona,
1978.
4. G. Gagliardi,
Malcesine, Edizioni
Stimmgraf, 1987.
come il Gen. Pariani al più motivato dei Partigiani
non ostacolarono la sua presenza ed il suo lavoro, facilitandone così la missione. Viviani non poteva non
tenerne conto: decise così di non abbandonare Malcesine al suo destino. Il destino di Malcesine tutti conosciamo: non fu rasa al suolo.
Al termine delle ostilità, Gregorio Viviani, già ufficiale dell’Esercito Regio non vide coerenza nel giurare fedeltà alla neonata Repubblica Italiana ed al suo
Esercito. Ciò nonostante, lo stesso Stato Italiano gli
riconobbe, tra le altre onorificenze, la Medaglia di
Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Ufficiale capace e coraggioso, di eminenti qualità
organizzative e professionali, dava con entusiasmo la
propria attivissima collaborazione ad una Missione
militare informativa dello S.M.E. in territorio occupato dal nemico, organizzando un battaglione partigiano e creando un nucleo di informatori del quale
divenne il capo. Si distingueva per abilità nel rendere
preziosi servizi sul controllo del traffico avversario, per
l’indubbio coraggio, per la serena audacia e per l’alto
spirito di sacrificio coi quali affrontava il continuo rischio che la sua missione comportava. Territorio italiano occupato, giugno 1944-1945”.
gorio Viviani toccò in sorte di scegliere se accettare o
meno un ruolo così pericoloso e, in particolare, se lasciare Malcesine al suo destino. L’accettazione di simili responsabilità ha fatto di lui un eroe.
Va precisato che a tutt’oggi non si può stabilire
quanto la salvezza di Malcesine sia dipesa da Gregorio Viviani, né se questa fosse stata dovuta solo all’accuratezza del suo operato od anche per l’aver posto la
propria persona a difesa dell’abitato. La missione militare, della cui area gardesana era a capo, fu tenuta
segreta allora come fino alla fine degli anni ’70, allorché le stesse persone che ne furono protagoniste resero conto del loro operato in un opera pubblicata a Verona con il titolo di “La tradotta arriva”3 , uno dei pochi
documenti che riguardano il nostro paese in tempo di
guerra (maggiori dettagli delle operazioni della missione RYE sono stati da lì ripresi dal Gagliardi e inseriti nel suo “Malcesine”4 ). Quanto in queste poche
righe riportato trova fondamento nel succitato documento e nelle confidenze fatte da Gregorio Viviani alla
famiglia solo poco prima di lasciare che le sue spoglie
mortali si ritirassero nella nostra Via dei Cipressi per
il riposo eterno. È scopo di chi scrive trovare testimonianze ai meriti di siffatta persona, riponendo grandi
speranze negli archivi di stato che conservano quanto
accaduto in quei giorni. La divulgazione dei documenti
che possono suffragare quanto da lui stesso dichiarato e costituire la prova dei suoi meriti nel preservare
il nostro paese dalla distruzione è ancora ostacolata
dal segreto militare di 70 anni.
Pertanto, con questo articolo chi scrive si è riproposto non solo di onorare la figura di Gregorio Viviani a 100 anni dalla sua nascita e a 60 dalla fine del
secondo conflitto mondiale; altresì di stimolare quanti avessero condiviso con lui quei giorni angosciosi a
non lasciare perdere nell’oblio le loro memorie per
dare, invece, il loro contributo. Contributo teso non
solo a delineare i contorni della vicenda di Gregorio
Viviani ma anche a fornire preziosi ricordi ad una cittadinanza che non ha vissuto l’esperienza della guerra e, è bene augurarsi, potrebbe non conoscerla mai...
Gregorio Viviani sostituì alla bicicletta il mezzo
pubblico per recarsi al suo nuovo lavoro, ispirato a
quello che aveva dovuto fingere di avere in quei mesi
difficili e, in verità, molto diverso da quello svolto in
gioventù: occuparsi un po’di tutto senza stellette né
galloni... Mantenne la stessa riservatezza e umiltà2
che gli permisero di svolgere un ruolo così importante nelle sorti di un paese sorto nel corso di secoli e che
in pochi minuti avrebbe potuto essere ridotto in macerie.
Chi scrive ritiene che ci sia sufficiente eroismo nel
vivere una vita rispettosa delle virtù umane e civiche;
tuttavia non può non considerare che talvolta la vita
impone a taluni di effettuare delle scelte i cui effetti
ricadono ben oltre la propria persona e cerchia di affetti per riguardare invece un numero più alto di persone. Il tutto ad un prezzo molto alto. Ebbene, a Gre-
Anonimo Malcesinese
La SOLIDARIETÀ parla... BIELORUSSO!
Non disperdere
gli aiuti,
ma concentrarli
A causa del disastro nucleare di Chernobyl una parte consistente della Repubblica Bielorussa è stata colpita da forti radiazioni nucleari che hanno causato
grossi problemi alla popolazione e, in particolar modo
ai bambini. Questa sciagura va ad aggiungersi ai numerosi problemi che queste persone devono affrontare quotidianamente, in particolar modo di natura economica. L’Associazione trentina “Aiutiamoli a vivere” si prefigge di aiutare i bambini in difficoltà; attualmente si occupa dei bambini bielorussi ed è strutturata in Comitati locali dei quali fa parte anche il
Comitato “Insieme per crescere” di Arco. Esso è stato
costituito nel 1996 da alcune famiglie desiderose di
ospitare per una vacanza terapeutica questi bambini
sfortunati. Il territorio che il Comitato ricopre comprende i Comuni di Riva del Garda, Arco, Dro, Drena
e negli ultimi due anni anche il Comune di Malcesine.
L’attività di aiuto e solidarietà è stata rivolta soprattutto nei confronti dei bambini provenienti dal paese
di Pobolovo, un
villaggio situato nelle vicinanze della città di
Gomel, zona tra
le più colpite
dalle radiazioni
rilasciate dalla
centrale nucleare di Chernobyl, con uno
scopo ben preciso: non disperdere gli aiuti,
ma concentrarli in un’unica
direzione in
modo da avere
l’opportunità di soccorrere anche le loro famiglie, la
scuola e, di conseguenza, anche quei bambini che non
avranno mai la possibilità di recarsi in Italia per una
vacanza terapeutica... Durante il soggiorno nel nostro
paese i ragazzi bielorussi frequentano regolarmente
le lezioni, ospitati negli ultimi anni presso la scuola
Elementare di Arco.
Oltre alla scuola vengono organizzate gite e feste
grazie alla fattiva collaborazione di molte persone
estranee al Comitato e all’aiuto concreto e alla disponibilità di altre associazioni presenti in zona.
Ed è proprio con il supporto e collaborazione dell’Azienda Trasporti Funicolari Malcesine - Monte Baldo, che ha fornito gratuitamente i biglietti, del Comune di Malcesine che, grazie all’interessamento e alla
premura dell’Assessore Benamati Giuseppe, ha offerto una visita guidata al Castello Scaligero ed il pranzo
preparato poi presso la sede dell’ex Caserma della Finanza ad opera del Gruppo Alpinistico Malcesine
(G.A.M.), i nostri piccoli ospiti nello scorso 11 di ottobre hanno potuto trascorrere un’indimenticabile giornata godendo della luce del sole, dell’aria sana e salubre, della flora e della fauna delle pendici del nostro
meraviglioso Monte Baldo. Al termine dell’escursione in “alta quota” un incontro presso Palazzo dei Capitani dove, gentile omaggio da parte della Provincia
di Verona, dell’Associazione Fraglia della Vela e della
Tipografia Andreis di Malcesine, ad ognuno di loro,
quale segno di amicizia a ricordo della vacanza trascorsa nei nostri luoghi, è stato offerto un piccolo dono.
Chiunque fosse interessato all’accoglienza di un
bambino per il prossimo anno o quantomeno desiderasse alcuni ragguagli in proposito, può contattare il
Presidente del Comitato, Sig. Romano Gnesotto al
numero telefonico 335 6412309.
Assessore Benamati Giuseppe
13
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S
monte baldo...
Un gruppo unito
per imparare
e migliorare
Un altro anno sciistico sta per cominciare! Altri
impegni per giovani e giovanissimi atleti,... alzatacce,
trasferte, gare. Si è cominciato l’8 dicembre con la gita
sociale ed i primi allenamenti a Livigno. La prima gara
è prevista per il 30 dicembre per proseguire poi fino
alla metà di marzo con i Campionati Trentini: per i
più piccoli al Tonale, per i più grandi in Polsa (SG) e a
Folgaria (GS e SL). Naturalmente per Allievi e Ragazzi alla fine di Marzo ci sarebbero anche i Campionati Italiani (a Ponte di Legno), ma per qualificarsi
bisogna entrare nei primi 8 in Trentino e... non è semplicissimo, per questo il condizionale è d’obbligo. Speriamo comunque che qualcuno possa arrivarci. Oltre
a questo ci sarebbero da confermare le finali nazionali centrate la scorsa stagione, ma... un passo alla volta: cerchiamo di lavorare bene e qualcosa arriverà.
Lo stesso ci aspettiamo dalla squadra di snow-board, che sappiamo agguerrita e preparata più che mai
a vender cara la pelle. Inoltre, da quest’anno si è arricchita di nuovi giovani elementi decisi a ben figurare nelle gare del Triveneto in calendario.
Una prima grande soddisfazione, intanto, è già
arrivata: la squadra di
giovanissimi atleti
dello sci alpino è cresciuta! Usciti due atleti per raggiunti limiti di età, se ne sono
aggiunti 7 per un totale di 23 iscritti (mai
così tanti e così motivati).
Sono state formate due squadre rispettivamente di 10 e 13
elementi, ed è già un
buon traguardo per il
nostro sodalizio; ora
però deve crescere lo spirito di amicizia e di collaborazione tra gli atleti e i loro allenatori. Una squadra non
è solo un insieme di individui che fanno lo stesso sport,
è soprattutto un gruppo unito che collabora per fare
in modo che tutti possano imparare e migliorare, come
atleti e come persone.
Fare sport a livello agonistico non vuol dire puntare sempre e soltanto alla vittoria, ma soprattutto imparare a conoscere se stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità, imparare a mettersi in gioco e ad
accettare anche le sconfitte (quando nella tua categoria ci sono 40-50 iscritti uno solo vince, gli altri sono
tutti dietro!). Fare sport a livello agonistico significa
rimanere umili, vuol dire rispettare il proprio “avversario” e saper imparare da lui, vuol dire impegnarsi
per migliorare e per dare sempre il meglio di se. Ma
fare sport così deve essere anche divertente e piacevole. Non si scia per dovere, ma per piacere e per passione; guai se un ragazzo si sentisse costretto: per lui
sarebbe un lavoro e nessuno vuole fare un lavoro che
non ama!
Auguriamo quindi un grandissimo in bocca al lupo
alle squadre: che possa essere un anno pieno di soddisfazioni, umane e sportive.
Ricordiamo, poi, che sono aperte le iscrizioni per il
corso di perfezionamento riservato ai bambini, che
sanno già sciare, nati negli anni 1998-1999-2000. Inoltre, per chi ama lo snow-board, ci saranno corsi di
perfezionamento per ragazzi e bambini, oltre ai già
avviati corsi per principianti e per snow-boarders alle
prime armi.
Speriamo, allora, che sul Baldo arrivi tanta neve e
che possa essere un inverno indimenticabile per gli
amanti delle discese con gli sci, con lo snow-board e,
perché no, anche per quelli che vanno con la slitta!
Buone sciate a tutti!
Elda Barzoi
Sci Club Malcesine
IL CORO “BABY VOCI” COMPIE 5 ANNI!
Auguri corali
Il coro Baby Voci al
Concerto di Natale 2001
L’amore
per la musica
e il canto
Nato quasi per scommessa e per
forte volontà della direzione, il coro
Baby Voci ha compiuto 5 anni!
Dal Natale 2000 riunisce i bambini della Scuola Materna (ora Scuola
dell’Infanzia) e partecipa al tradizionale “Concerto di Natale” organizzato ogni anno dall’Associazione Corale Cima Valdritta. Bambini di 3-4-5
anni si sono succeduti nella sede del
Coro per cantare e giocare, ma, soprattutto, per divertirsi usando la propria
voce. Ora molti di quei bambini cantano nel coro Piccole Voci che tanto successo riscuote in tutta Italia.
Possiamo così dire che la scommessa è stata vinta!
Da quest’anno però è stato raggiunto un ulteriore
importante traguardo: ai bambini del comune di Malcesine si sono aggiunti anche bambini provenienti dai
comuni limitrofi. Più di 30 bambini provenienti da
Navene, Malcesine, Cassone e Castelletto si ritrovano ogni sabato mattina, dal 15 ottobre scorso, e le loro
“fatiche” proseguiranno fino al concerto dell’Epifania nella Chiesa Parrocchiale di Malcesine: quasi tre
mesi di prove e di impegno costante non sono pochi
per bambini così piccoli (né per i loro genitori che li
accompagnano e incoraggiano). Grazie anche a questo costante impegno, la scommessa prosegue anche
in età maggiore; infatti anche il secondo gruppo a voci
bianche dell’associazione, Le Piccole Voci, si avvicina
con il 2006 al traguardo di ben 15 anni di attività!
Nato infatti nell’ormai lontano 1991, per forte volontà dell’allora maestro Enrico Miaroma, da allora
ha visto avvicendarsi al suo interno tanti bambini e
ragazzi, alcuni dei quali hanno portato con loro la
passione per il canto e la musica fino in età adulta,
dedicandosi tuttora a questa attività come parte integrante fondamentale del coro “Le Voci di Malcesine”
persino nelle attività organizzative.
Dal 1991 in poi altri maestri si sono avvicendati,
fino all’attuale M°Gianluigi Favalli che da più di due
anni dirige il coro con buoni risultati ed interessanti
programmi già previsti per il futuro.
Siamo sicuri che, per entrambi i gruppi, quest’esperienza li aiuterà a crescere insieme nell’amore per la
musica e per il canto. Speriamo che la loro passione
aumenti sempre più e continui a farli cantare o suonare nel modo che più gli piacerà, perchè “fare musica” non è solo motivo di svago e di divertimento, ma
anche e soprattutto crescita culturale.
E allora auguri al Coro “Baby Voci” per i primi 5
anni trascorsi e alle Piccole Voci per gli ormai prossimi 15, perchè, con lo stesso entusiasmo e la stessa
passione possano diventare 10 volte tanti.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in
quest’avventura, in primo luogo alle persone che dedicano parte del loro tempo a questo progetto, ma
anche all’Associazione Corale Cima Valdritta che incoraggia e sostiene, anche economicamente, le “Baby”
e le “Piccole Voci”.
Renata Peroni
14
PALAZZO DEI CAPITANI
Il completamento del restauro
a cura di Renzo Andreoli ed Emiliano Colombo (U.T.C.)
900.000 Euro
di lavori
Note:
Talune prime informazioni
su il Palazzo dei Capitani cfr. D.G. Borsatti, Malcesine
1929, Verona; G. Trimeloni,
Malcesine, Vr; G. Gagliardi,
Malcesine, Vr.
Per un maggior approfondimento storico - evolutivo,
vedasi segnatamente il Cap.
III - Il Palazzo dei Capitani del lavoro di ricerca svolto da
Elena Aniballi in “Le Residenze del Capitano del Lago
a Malcesine”, Vr 2005 (disponibile ora in Biblioteca Comunale).
La Giunta Comunale ha approvato il 27 ottobre
scorso (delibera n. 139) il progetto definitivo di restauro dell’ex Municipio ovvero Palazzo dei
Capitani; l’accezione “definitivo” promana da una
nota legge dell’anno 1994 cosiddetta Merloni (art. 16,
L. 109), la quale ha stabilito che l’ inizio dei lavori
finalizzato come nel nostro caso al completamento del
restauro, sia subordinato al collezionamento di una
corposa documentazione (descritta nell’art. 25 - Regolamento Merloni), che inequivocabilmente andrà a
stabilire la consistenza degli interventi cui il bene
dovrà essere - come un organismo (edilizio) sofferente - sottoposto alle cure degli esperti della salvaguardia monumentale.
Deliberazione 139 prevede in sostanza un impegno di spesa assai consistente e prossimo a ca. 900.000
euro - necessari per dar corso a lavori di tipo edile e di
re-installazione della più tipica impiantistica (elettrica, termica, idro-sanitaria, di sicurezza...); nonché di
restauro artistico cossicome si evince dalla lettura della
relazione, che accompagna il progetto in parola stesa
dall’architetto L. Cecchini di Verona.
“Sopra avanzi di edificio romano... sorse da prima
un nobile castello. Aveva tre piani... decorati da affreschi del 1200 ad altri del 1300... il committente non è
noto. Da congetture... e dal G. Dal Pozzo... fu opera
dei primi Signori Scaligeri.” (Rif. Descrizioni del Borsatti - vedi Nota) - cioè a dire dell’indispensabilità del
risanamento dell’organismo, che in ragione dell’impegno accennato prevede una quota parte di ca. 200
mila € da impiegarsi per la messa in sicurezza (impiantistica) ed un’altrettale della differenza (pari a
ca. 700 mila €) destinata sia alle correlate opere edili
che ai lavori propri di restauro degli affreschi.
Recentemente (2004), IRVV (Istituto Regionale
Ville Venete) ha riconosciuto pur dinnanzi a plurime
istanze promosse dal Comune nei confronti di Enti
titolati a concedere contributi, un primo significativo
finanziamento in ragione dell’applicazione della L.
233/’91 e corrispondente ad € 350.000; nonché di un
contributo a fondo perduto pari ad € 42.500 a’ sensi
L.R. 63/’79. Cifre sicuramente significative - tuttavia
insufficienti per dar corso all’avvio del processo edilizio, ma utili per rivolgersi agli Istituti di Credito talché nel concedere la copertura finanziaria a differenza permettano di redigere e pervenire alla progettazione “esecutiva” indispensabile per esperire succes-
Soffitto a cassettoni
sivamente opportuna gara d’appalto per il restauro.
Invero, promulgazione di recente neo-Decreto n.
30/’04 meglio noto come “Merloni-restauro”, ha introdotto un appesantimento sia delle procedure di affidamento dei lavori che di progettazione correlando
quest’ultima alla predisposizione di “schede tecniche”
redatte e sottoscritte da “restauratori” muniti di specifica competenza in materia di beni culturale e/o di
superfici decorate (art. 6); in tal modo favorendo l’azione di restauro degli intonaci decorati ad affresco ed a
tempera dell’“androne” del Palazzo dei Capitani e
garantendo sia il fissaggio della pellicola pittorica che
la ri-adesione dell’intonaco alla muratura. Inoltre, pari
metodo dovrà essere riservato al restauro del “fregio”.
Diversamente, i soffitti lignei decorati dovranno
essere trattati con olio di lino previamente pervenendo alla pulitura, al lavaggio, alla tassellatura degli elementi lignei; nonché al fissaggio dello strato pittorico
talché abbia a risaltarsi l’equilibratura cromatica delle
decorazioni; per quanto concerne infine gli elementi
in pietra - “portali, lunette, cornici, camini, mensole
ed emblemi, rampe”, l’azione di recupero consentirà
mediante pulitura, stuccatura ed eventuale ricostruzione delle parti mancanti mediante l’applicazione di
impasti di polvere di pietra e resina (verranno fissate
anche le crepe), la rigenerazione delle parti lapidee.
Progetto dell’Architetto Libero Cecchini del 1983
approvato nel 1985 dalla Soprintendenza
Affresco androne
15
Un viaggio in Terra Santa
Impressioni da un pellegrinaggio
Sensazioni
ed emozioni
contrastanti
Essere pellegrini
nella terra
di Gesù
Tel Aviv per divertirsi, Haifa per
lavorare, Gerusalemme e Betlemme per pregare...
Sarebbe bello riuscire a descrivere la Terra Santa, la Palestina,
Israele (e chi sa più come chiamare
quel pezzetto di terra!), con questa
semplice frase che spesso si trova
nelle guide specializzate.
Sin da subito però, trovandosi
sul posto, chiunque può rendersi
conto di quanto tale espressione sia
poco esaustiva e di come la realtà
sia ben diversa.
Allo stesso modo è lacunoso e
difficile riuscire a raccontare in
poche righe l’innumerevole e variegata quantità di realtà e soprattutto di sentimenti, sensazioni ed emozioni a volte contrastanti e non
sempre facili da capire, che, nella
quotidianità della propria avventura in Terra Santa, un viaggiatore,
e ancor più un pellegrino, si trova
a vivere e a gestire.
Le motivazioni che spingono a
scegliere un viaggio come questo
piuttosto che una spiaggia caraibica o una capitale europea possono
essere le più disparate.
Si può partire per la Terra Santa avendo uno scopo culturale e in
questo caso certamente non si rimarrà delusi avendo la possibilità
di visitare, oltre a Gerusalemme,
siti archeologici meravigliosi quali
Masada (città costruita da Erode
nel I sec. A.C. è simbolo della lotta
degli Ebrei per la libertà dopo l’assedio romano), Qumran (località
dove viveva la comunità eremitica
degli Esseni e dove vennero, nel
1947, ritrovati i Rotoli del Mar
Morto), Cesarea (un piccolo villaggio sulle rive del Mar Mediterraneo
del III sec. A.C.), Tel Hazor, Tel
Arad e tanti altri.
Altro motivo potrebbe essere
quello terapeutico per poter usufruire delle cure termali del Mar Morto. Un lago che si trova a 400 m
sotto il livello del mare e con una
percentuale di salinità che si aggira attorno al 40% che non permette ad alcuna specie vegetale o animale di sopravvivere, ma che garantisce la possibilità di galleggiare senza fatica.
Infine c’è la motivazione che ha
fatto partire, noi, un gruppo formato da 150 persone della Diocesi di
Verona: essere pellegrini nella terra di Gesù, ripercorrere strade e
luoghi “dove Lui è passato”. In tal
modo, razionalmente, si può riuscire a radicare in coordinate storicogeografiche precise, quei fatti che
costituiscono il fondamento della
religione cristiana. Questo vuol
dire leggere una sorta di “Quinto
Vangelo” costruito dalla terra, dalla storia, dall’archeologia.
Sul piano della propria fede,
accade così qualcosa di talmente
personale, soggettivo, unico ed intimo che non si può descrivere: ci
sono nuovi incontri, dubbi che si
chiariscono, certezze che si radicano, decisioni che si prendono, illusioni che svaniscono, intenzioni,
ma anche tante domande che nascono e rimangono nel proprio cuore.
Credo però che la conoscenza e
la presa di coscienza delle innumerevoli contraddizioni che esistono
all’interno di questo piccolo Stato,
accomuni chiunque scelga di vivere una simile esperienza, indipendentemente dalla motivazione che
lo ha spinto a partire. Contraddizioni che a volte feriscono, che fanno arrabbiare, altre ancora che non
si concepiscono.
Già il territorio, l’ambiente, la
vegetazione sono prova di questo:
si passa da territori in cui si è circondati da giardini con erba verdissima, con svariati tipi di fiori, prime fra tutte delle meravigliose e
colorate bouganville, coltivazioni di
banane, datteri ed olivi ad altre
zone di completo deserto e roccia
dove basta una goccia d’acqua per
fargli cambiare radicalmente aspetto.
Anche il riconoscere un paese arabo da
un villaggio israeliano
ben presto è risultato
facile: i primi caratterizzati da case bianche e grigie, le seconde con casette colorate in stile occidentale
con giardino.
Così anche per le
coltivazioni: quelle
palestinesi, trascurate
con la terra mescolata ai pezzetti frantumati della plastica utilizzata per evitare la
crescita delle erbacce
e quelle israeliane,
ordinate e curate dove
l’acqua, bene raro e
prezioso, è centellina-
16
ta. Non a caso sono stati gli inventori dell’irrigazione a goccia.
Pure il clima nell’arco di cento
chilometri cambia radicalmente:
dal caldo, umido e afoso, della Galilea (noi abbiamo trovato 28° C),
alle frescure di Gerusalemme (12°
C e la prima pioggia da marzo).
Le contrapposizioni si moltiplicano con la conoscenza delle persone che popolano questi territori:
da una parte la popolazione israeliana di religione ebraica, dall’altra
i palestinesi d’etnia araba e di religione mussulmana o cattolica od
ortodossa di varie confessioni, con
le loro diverse tradizioni e ricorrenze. Durante il nostro pellegrinaggio, per esempio, i mussulmani festeggiavano il ramadan mentre gli
ebrei la festa del succot.
Anche il loro modo di vestire è
diverso e di questo è evidente soprattutto a Gerusalemme Antica,
città divisa in quattro quartieri secondo la confessione dei propri abitanti: quartiere ebraico, cristiano,
mussulmano e ortodosso.
E’ quindi facile trovarsi davanti frati in saio, gruppi che per le
stradine del suk (mercato arabo)
ripercorrono con una croce sulla
spalla la Via Crucis, donne mussulmane velate ed ebree ortodosse che
indossano la parrucca per non mostrare i capelli, adolescenti in tshirt, scarpe da ginnastica e kippah
(il tradizionale copricapo ebraico)
che chiacchierano con coetanei in
divisa militare con un fucile in
mano, ad ebrei con le cordicine che
penzolano giù dai completi neri e
che per non vedere i turisti, considerati degli “infedeli”, si coprono
il viso con la mano.
Gerusalemme, città con quattromila anni di storia, città contesa fra le tre maggiori religioni monoteiste perché ritenuta “Città
Santa” da tutte loro, per assurdo,
prende il proprio nome da due parole ebraiche: ir, che significa città, e shalom, che vuol dire pace.
Non credo però che il problema
principale della Terra Santa sia
quello di “trovare la pace” anche
perché ormai su tale concetto si è
detto e scritto di tutto, a volte anche abusandone, fino ad arrivare a
distorcere il suo reale significato.
Il punto focale, come sostiene il
Custode di Gerusalemme, probabilmente è quello di riuscire a garantire i diritti civili e sociali a chiunque indipendentemente dall’etnia,
dalla propria confessione religiosa,
dal potere economico e politico delle
varie fazioni.
Credo fosse proprio questo il
motivo dello stridore che si prova
davanti alle numerose contraddizioni alle quali ci si trova di fronte:
nella nostra forma mentis essi ci
sono dovuti, sono “naturali” perché sanciti, garantiti e tutelati dal
nostro ordinamento e una realtà
diversa dalla nostra è difficile da
capire e condividere.
Infatti, pensare a tali diritti ri-
Trovare
la pace
sulta faticoso quando passeggiando per i vari vicoli della città, ci si
trova accanto, all’altezza della coscia, la canna del fucile di un ragazzo o di una ragazza di vent’anni, in divisa militare, sapendo che
per tre anni esso sarà il loro più
caro amico dal quale non potranno
mai separarsi giacché diretti ed
unici responsabili.
La stessa cosa accade quando
per entrare a Betlemme, per visitare la Natività, dovendo passare i
check-point della polizia ebraica si
vedono salire sul pullman due o tre
militari che controllano i passaporti
d’ogni passeggero perché chiunque
potrebbe essere un terrorista.
Faticoso, ancora una volta, è
parlare di diritti civili e sociali
quando si vedono passare camion
con pezzi di cemento armato alti
otto metri e larghi due, sapendo che
andranno a formare il
muro di cinta intorno ai
territori palestinesi indipendentemente che
questo comporti dividere il campo sportivo di
una scuola elementare
o demolire case.
Un muro che poi costringerà chi vive al suo
interno a chiedere il
permesso alle autorità
israeliane per poter
uscire e andare a lavorare, a studiare o semplicemente per spostarsi in un altro territorio
palestinese. Autorizzazioni queste che raramente sono concesse.
Difficile pensare a
un clima di serenità
quando si ha paura di
salire su un autobus e
guardare con sospetto il
vicino perché potrebbe essere un
kamikaze.
Inconcepibile credere nel rispetto e nella giustizia quando poi, negli stessi luoghi sacri, nei posti simbolo di valori fondamentali per la
nostra fede, primo fra tutti l’amore per l’altro, gli stessi religiosi litighino e rivendichino diritti di proprietà del luogo dove Gesù è nato
oppure è stato sepolto.
E tutto questo è la quotidianità
di quei popoli che continuano a vivere, ad amare, a litigare, a sorridere e a piangere.
Un continuo oscillare fra il religioso e il politico, fra le tradizioni e
il futuribile, fra il sacro e il profano.
E poi una sera, accetti un invito, esci con un amico, passeggi per
i quartieri della Gerusalemme Nuova, la parte moderna, per Ben Yehuda dove trovi negozi alla moda, di
marche occidentali, vedi bar, pub,
cinema, teatri, locali notturni per
divertirsi, ristoranti, una pizzeria
al taglio. Entri in un piccolo supermercato e compri la pasta, dei pomodori e del vino. Vai a casa, cucini e ceni ascoltando musica internazionale, chiacchierando e scherzando.
Se non fosse per lo stupendo
panorama che si ha guardando fuori della finestra del ventiduesimo
piano, con il Muro del Pianto, la
Cupola d’oro della Moschea della
Roccia e il campanile del Santo Sepolcro, si potrebbe pensare di essere in un qualsiasi appartamento
italiano.
Allora capisci che la normalità
è possibile e che tutte le paure che
si avevano prima di partire erano
semplicemente stereotipi.
Che un viaggio in questi territori per i pellegrini non è più pericoloso che in altre zone.
Che è possibile girovagare da
sola nel mercato arabo per fare
compere senza rischiare nulla, fermandosi a contrattare con i venditori e bevendo un the insieme a
loro.
Che le piccole e poche realtà
dove c’è la convivenza fra le varie
etnie e confessioni religiose possono e dovrebbero divenire la regola
e la normalità, nonostante le molteplici, infinite contraddizioni e differenze che indiscutibilmente esistono.
Tel Aviv per divertirsi, Haifa per
lavorare, Gerusalemme e Betlemme per pregare... e tanto, tanto, tanto altro da vivere, da confrontarsi, da scoprire, da partire...
Francesca Andreis
PROGETTI... a servizio dei nostri bambini
La ludoteca per la scuola primaria
Rivalutare
lo studio
e il gioco
perativa Sociale “L’Infanzia” di Bussolengo, nonché
dall’assistente sociale con incarichi di supervisione.
Il 28 novembre scorso ha avuto invece inizio il programma di attività connesse al progetto “Imparo giocando”.
L’Amministrazione Comunale di Malcesine ha scelto di istituire una ludoteca con attività di laboratorio
per la fascia d’età propria dei bambini che frequentano la scuola Primaria. Si tratta di un servizio che si
pone l’obiettivo di rivalutare lo studio e il gioco come
strumento di conoscenza, socializzazione, crescita
equilibrata ed armonica del bambino. La ludoteca è
intesa come centro di aggregazione socio - culturale,
un luogo in cui i bambini hanno l’opportunità di disporre di giochi e divertimenti offrendo loro l’occasione di esprimere la propria creatività e di giocare in
sicurezza e libertà.
Ai genitori e agli educatori viene data la possibilità di condividere l’esperienza socializzante del gioco,
di documentarsi aggiornando le proprie conoscenze
in materia, di progettare e realizzare insieme iniziative costruttive. Le attività si svolgeranno in locali appositamente attrezzati presso Villa Pariani per tutta
la durata dell’anno scolastico, ogni lunedì dalle ore
14.00 alle ore 18.00 e saranno gestite, coordinate, programmate ed organizzate dalle istruttrici preposte al
servizio socio - educativo del Comune di Malcesine,
Marita Concini e Barbara Buttura.
F.T.
Con l’approssimarsi della stagione autunnale sono
stati elaborati e concretizzati a cura del Servizio Socio Educativo del Comune di Malcesine alcuni progetti di intrattenimento ed animazione socio - ludico culturale rivolti ai bambini della Scuola dell’Infanzia
e della Scuola Primaria.
A partire dallo scorso mese di novembre è operativo il Progetto “L’incontro”. L’iniziativa è rivolta ai
genitori e ai rispettivi figli in una fascia d’età compresa tra 0/3 anni e prevede una serie di incontri settimanali della durata di circa due ore, il lunedì dalle
ore 9.30 alle ore 11.30 e il martedì dalle ore 16.00 alle
ore 18.00, con termine a fine maggio 2006, in locali
opportunamente adeguati e attrezzati presso Villa Pariani. Il progetto si pone l’obiettivo di offrire ai genitori un supporto ed una rassicurazione rispetto alle
difficoltà quotidiane collegate alla crescita del bambino, nonché l’opportunità di trascorrere qualche ora
con altri genitori, condividendo e scambiando esperienze reciproche, oltre alla possibilità di osservare,
scoprire e conoscere il proprio figlio in un nuovo ambiente, dove avrà l’occasione di esprimersi e di comunicare attraverso il gioco relazionandosi con i propri
coetanei. Due istruttrici ed animatrici socio - educative dipendenti comunali, Marita Concini e Barbara
Buttura, svolgeranno i compiti connessi alle funzioni
di progettazione, organizzazione, gestione e verifica
delle attività, coadiuvate da un operatore della Coo-
17
CORO “LE VOCI DI MALCESINE”
Gita del coro a Latina
Tre giorni da leoni!!!
Imprevisti...
per tutti i gusti!
Belle voci e
ottime forchette
“Pronti a dare
il meglio di noi”
28 ottobre 2005. Ore 6.00 della mattina, stazione delle corriere
di Malcesine. Eccoci, finalmente
tutti pronti per partire alla volta di
Latina, dove ci attendono tre giorni da “leoni”. Siamo tutti assonnati ma non importa perché siamo eccitati ed elettrizzati, sapendo che
trascorreremo dei bei momenti insieme, cantando e visitando posti
nuovi. Era da tanto che aspettavamo questo giorno, ma... un momento!... il pulmann non si vede. Ore
6.15 niente, ore 6.30 niente. Oddio!
l’ansia incomincia a salire. Stai a
vedere che l’autista si è addormentato o peggio ha sbagliato giorno,
pensiamo tra noi. No, non è possibile! Ma!! Ore 6.45 niente. Mamma
mia, il panico si fa sentire. Allora
chiamiamo il nostro Presidente
Anna (Cressotti) che aspetta il bus
a Navene ed anche lei ci conferma
che del bus nemmeno l’ombra. Al
limite pensiamo prendiamo il treno per Roma e prima di sera siamo
a Latina. Uffa! Non ci voleva proprio, tutta la nostra puntualità non
è servita a nulla. Finalmente alle
ore 7.15 il nostro mini-bus da turismo arriva. Eh sì, dovete sapere
che, dato lo scarso numero di passeggeri, 21 coristi più il maestro,
abbiamo optato per un pulmann
micro. Bene, in fretta e furia carichiamo valige, divise, doni, targhe
e partiamo con più di un’ora di ritardo. Come si suol dire: chi ben
incomincia è a metà dell’opera. E
l’opera per noi era solamente al
primo atto. Infatti il mini-bus era
sì da turismo, ma presentava nei
suoi optionals qualche problemino.
Innanzitutto i posti erano un po’
stretti, ma che dire stretti, strettissimi! Dopo appena tre ore di viaggio le articolazioni e le estremità dei
nostri corpi cominciavano a dolere
e non eravamo ancora a metà viaggio. Aiuto!! Guardavamo con invidia i grandi pulmann che sfrecciavano sull’autostrada, mentre noi
inscatolati come filetti di sgombro
sott’olio incominciavamo a spogliarci. A spogliarvi? Vi chiederete.
Ebbene sì. Verso mezzogiorno infatti l’aria all’interno dell’abitacolo si fa sempre più pesante, stagnante, soffocante. Il termostato
non funziona o meglio non presenta vie di mezzo. Al grido unanime:
“Abbiamo caldo!” Dai bocchettoni
laterali ecco uscire pinguini, orsi
polari... Al grido: “C’è freddo”! Eccoci ritornati all’equatore, anzi no,
sembrava di stare in una incubatrice. Finalmente però verso le ore
15.00 “cotti come le rape”, arriviamo all’hotel Gabriele che con nostra grande meraviglia è posizionato sul mare. Qui conosciamo la nostra guida Riccardo, un corista del
coro A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) che ci ha accompagnato
e sopportato per l’intera durata
della gita. Ma i guai non sono an-
cora terminati. Nella hall dell’albergo il receptionist non vuole assegnarci le camere, perché al posto
del nome del nostro Coro aveva il
nome del Coro di Predazzo. Dopo
qualche minuto convinto dello sbaglio a ciascuno di noi vengono assegnate le camere. L’appuntamento è fissato per le ore 17.00. Ore
17.00 in punto tutti puliti, profumati, “riposati” e con le divise pronte risaliamo nuovamente sul nostro
“amato” pullman alla volta della
sede del coro ospitante dove ci attende un lauto aperitivo. Nel frat-
mozzarelline di bufala trasudanti
di latte, melanzane alla griglia e al
vapore, involtini di prosciutto crudo, olive giganti, pane da bruschetta, uva , mandarini, vino, acqua ecc.
Dopo circa un’ora di assaggi
vari, un po’ appesantiti, ci dirigiamo verso Sabaudia dove ci attende
il nostro primo concerto. Arriviamo presso la sala conferenze e la
performance ha inizio. Il programma prevede ben 14 canzoni. Siamo
pronti a dare il meglio di noi e così
è. Dopo un’ora circa di concerto riceviamo tanti applausi e questo ci
tempo Riccardo ci racconta la storia dell’Agro Pontino e da quello
che ci dice capiamo anche il perchè
vi sia un coro di alpini a Latina, nel
Lazio.
Il territorio pontino è stato bonificato a partire dagli anni venti,
quindi nel periodo successivo alla
Grande Guerra, da ex combattenti
di origine veneta, friulana ed emiliana. A questi infatti il governo
affidava della terre da bonificare
per poi essere coltivata, Sappiamo
tutti quante persone morirono a
causa della malaria, ma chi sopravvisse a questa terribile malattia si
adattò a vivere lontano dalla propria terra d’origine. Terra mai dimenticata, basti pensare che i concerti a cui prendiamo parte portano il nome di Rassegna di Canti
della Montagna. Dopo tutte queste
informazioni proseguiamo nel nostro racconto. Arriviamo alla sede
del Coro A.N.A., dove siamo accolti
nel migliore dei modi. Ci invitano
a salire nel salone adibito a sala da
pranzo e quando entriamo non crediamo ai nostri occhi: altro che aperitivo, assomiglia di più ad un buffet nuziale. Felici e contenti ci avviciniamo insieme ai coristi degli
altri cori ospiti, un coro maschile
di Predazzo e un coro misto di ragazzi universitari proveniente dalla Lituania, a tutto quel ben di Dio:
riempie di gioia. Stanchi ma felici
per la buona prestazione ci rechiamo a cena presso un agriturismo,
dove ancora una volta possiamo
apprezzare i piatti tipici del luogo.
La giornata non poteva concludersi nel migliore dei modi in allegria
ridendo e scherzando. Ma è ora di
rientrare in albergo perché l’indomani ci aspetta un’altra giornata
ricca di appuntamenti.
Il giorno 29 infatti di buon mattino ci rechiamo alla visita dei famosi giardini di Ninfa. Siamo tutti
letteralmente catturati e ammaliati di fronte alla bellezza di questi
meravigliosi giardini nati tra i ruderi di un’antica cittadina medievale. Veramente uno spettacolo
unico al mondo. Ci immergiamo in
un mondo da sogno, sembra quasi
di trovarsi nel paese delle fate, tra
alberi rigogliosi, piante di ogni genere sapientemente collocate per
ricreare dei piccoli habitat naturali, ruscelli, specchi d’acqua e ruderi. La mattina trascorre così allegramente incantati da questo luogo. Dopo aver pranzato siamo liberi di impiegare il tempo nel modo
che più ci piace. C’è chi si riposa,
chi legge, chi fa passeggiate sul lungomare dato che il tempo è dei migliori in vista del grande concerto
di gala che si terrà la sera a Latina.
Ecco, finalmente il momento tanto
18
Il momento
tanto atteso
è giunto!
atteso è giunto. La voglia di cantare bene e fare una bella impressione è tanta, anche perché durante
la messa presso la cattedrale della
città animata da tutti e quattro i
cori invitati alla Rassegna, abbiamo potuto constatare la bravura dei
nostri amici. Il teatro è meraviglioso: grande, lussuoso con marmi e
divani in pelle all’entrata, riccamente curato fin nei minimi dettagli. Il palco è immenso, per non par-
lare delle quinte! Anche la platea è
immensa! Poltroncine rivestite di
tessuto rosso scuro pronte per far
accomodare il pubblico di Latina si
stagliano di fronte ai nostri occhi e
persino vi sono le gallerie superiori! Sembra di trovarsi alla Scala di
Milano. La tensione fra di noi comincia a salire quando vediamo che
il teatro comincia a riempirsi, noi
siamo il secondo che si deve esibire
e per questo fin dall’inizio dobbiamo rimanere buoni e
bravi in silenzio dietro
le quinte in attesa del
nostro turno. Il maestro è agitatissimo, anche perché per lui è
uno dei primi concerti
così importanti. Noi a
dire la verità un po’
meno rispetto a lui, o
meglio cerchiamo di
mascherarla bene: c’è
chi ascolta la partita di
calcio (Milan-Juventus), chi chiacchiera
(come sempre), chi
scherza ecc.
Ma voilà! Squilli di
trombe, rulli di tamburo, il nostro momento è giunto. Dopo
circa un’ora di attesa
siamo pronti per esi-
birci. Forza ragazzi! Il teatro è completo e noi ancora una volta cantiamo in modo impeccabile i brani
preparati. Bene, anche questa è fatta, pensiamo tra noi contenti di
aver dato il nostro meglio. A fine
serata tra canzoni, discorsi di autorità ecc. tutti insieme andiamo a
cena. La serata si conclude nel migliore dei modi, tra canzoni, risate
e brindisi. Ci dispiace lasciare i nostri nuovi amici, salutandoli e ringraziandoli, li invitiamo a venire a
Malcesine per la prossima primavera. Il giorno del rientro è arrivato con una tristezza in più. Al mattino infatti riceviamo una brutta
notizia: il fratello di un nostro corista ci ha lasciati. Quindi decidiamo di non fermarci a Roma per tutta la giornata , ma di visitare il Vaticano e poi di rientrare a Malcesine. Qui ascoltiamo l’ Angelus del
Santo Padre, cantiamo poi tutti insieme il “Signore delle Cime” nella
meravigliosa cornice di Piazza San
Pietro abbracciati dal colonnato del
Bernini e con sfondo la Basilica.
Quindi inizia il nostro rientro verso casa stanchi ma contenti per
aver trascorso tre bei giorni in compagnia, divertendoci e cantando.
Chiara Barzoi
“SUONI E LUCI”
e Monsignor Flavio Carraro per i santi eremiti Benigno e Caro
Il vescovo
a Cassone
Quest’anno la tradizionale festività dei santi Benigno e Caro è stata celebrata con particolare solennità. Il giorno culminante della ricorrenza è stato sicuramente il 12 ottobre 2005 quando è venuto in visita per la prima volta nella parrocchia di Cassone Monsignor Flavio Carraro, invitato dai due nostri parroci
don Luigi e don Giuseppe, in occasione della inaugurazione ufficiale della chiesa parrocchiale dopo i lavori di restauro. Il vescovo ha anche espresso il desiderio di partecipare alla solenne processione e gli intervenuti alla tradizionale circostanza di celebrazione dei nostri patroni hanno avuto il piacere di condividere per la prima volta questa esperienza di
preghiera e di giubilo con questa carismatica presenza.
Già mesi prima si era comunque messa in moto un’iniziativa per realizzare un libretto illustrato che commenta il ciclo degli affreschi messi
in luce dai restauri. Il libretto
è stato stampato in 2000
esemplari e comprende 31 pagine di testo scritte da don Virgilio Fantuzzi corredate da 31
pagine a colori realizzate da Pierina Rizzardi con una
presentazione dei due parroci di Malcesine e con
un’appendice storica curata dalla professoressa Iris
Anna Marchetti. Di questo libretto si è fatto pervenire una copia a tutte le famiglie di Cassone, e si è offerto il testo a tutte le persone che hanno partecipato
alle celebrazioni. Le copie rimanenti sono state messe
a disposizione dei visitatori della chiesa, particolarmente numerosi durante il periodo estivo.
Un altro momento di forti emozioni è stato condiviso dalla popolazione durante la sera di domenica 9
ottobre 2005 durante la quale i lavori di restauro sono
stati inaugurati ufficialmente dalle autorità locali che
hanno voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al successo dell’iniziativa e soprattutto l’architetto Lucio Donatini.
Per questa occasione è stato proposto uno spettacolo denominato “Suoni e Luci” con la partecipazione
del Corpo Bandistico di Malcesine, del Coro Voci dell’Aril, del coro di voci bianche Piccole Voci di Malcesine, evento che ha avuto un forte impatto sul pubblico
presente.
Lo spettacolo rievocava la
storia plurisecolare della popolazione locale, un tempo
priva di una chiesa dove pregare, successivamente dotata
di una piccola chiesa che non
riusciva a contenere tutti i fedeli, inadeguata alle effettive
esigenze del luogo e che alla
fine è riuscita a vedere concretizzato il sogno, a lungo coltivato, di una grande chiesa.
Durante l’avvenimento
nel buio totale della chiesa
sono stati ottenuti momenti di
intensa commozione con l’uso
concordato di suoni, parole e
luci orientate di volta in volta sulle figure e sui singoli
oggetti che venivano illustrati con un effetto di crescendo, fino all’accensione finale di tutte le luci della
Chiesa, con il canto del Gloria e con l’intervento conclusivo della Banda di Malcesine che ha rallegrato gli
animi con una marcia dal ritmo incalzante.
La commemorazione è stata diretta dal regista
Paolo Benvenuti di Pisa che ha fornito il suo prezioso
contributo di coordinamento per la riuscita di questo
importante momento di festa ma anche di riflessione
personale ed umana.
Prof. Iris Anna Marchetti
19
W NAIROBI W !!!
NOTIZIARIO
DEL COMUNE
DI MALCESINE
DIRETTORE RESPONSABILE
Eugenio Cipriani
COORDINATORE EDITORIALE
Stefano Testa
COMITATO DI REDAZIONE
Renata Peroni
Stefano Sala
Franca Tonelli
Sabrina Vincenzi
HANNO
COLLABORATO
A QUESTO NUMERO
Francesca Andreis
Renzo Andreoli
Chiara Barzoi
Elda Barzoi
Franco Bertuzzi
Franca Capancioni
P. Mario Casella
Emiliano Colombo
Iris Marchetti
Andrea Piccinato
Fabrizio Sama
Karl Trawoger
Maura Zanolli
Da venerdi 13 a venerdi 20 gennaio sarà organizzata, presso la sala “Chiesa S. Rocco”
(in piazza del porto ex Cariverona), una interessante mostra fotografica intitolata “W NAIROBI W” realizzata dal fotografo Francesco Fantini e dai ragazzi delle baraccopoli di Korogocho
(Kenia) dove ha operato per tanti anni Padre Alex Zanotelli. Per l’occasione, mercoledì 18
gennaio alle ore 20.30 si terrà presso il Teatro “Marconi” di Malcesine un incontrodibattito con la presenza dello stesso Padre Alex Zanotelli.
TE.MA
Associazione Teatro Malcesine
Dopo l’estate “al Cinema”
TE.MA Associazione Teatro Malcesine
offre ai malcesinesi la possibilità
dell’inverno A TEATRO!
È partita infatti lo scorso 3
dicembre la
Rassegna Teatrale Invernale
2005/2006
che porta al Teatro Furioli, ogni altro
sabato alle 20.30, divertenti commedie
di vari gruppi trentini e veronesi per
concludersi, come da tradizione, con lo
spettacolo preparato dai malcesinesi
per i malcesinesi!
Giorgio Giuliani
Biblioteca Comunale
Via Capitanato
Tel. 0456570499
STAMPA
Grafiche Andreis
Malcesine
NATALE E CAPODANNO
A MALCESINE
Autorizzazione del Tribunale di Verona
n. 1195 del 21/12/1995
VENERDÌ 6
Chiesa Parrocchiale di Cassone · Ore 20.30
VIº CONCERTO DELL’EPIFANIA
Ludus Quartet - Quartetto d’Archi:
SABATO 24
Chiese Parrocchiali di Malcesine e Cassone · Ore 24.00
Soprano: M. Bart · Mezzo soprano: V. Filippi
Organo: A. Giannotti · Tromba: O. Moranti
SS. MESSA DI MEZZANOTTE
Coro “Voci dell’Aril”
a seguire... distribuzione di panettone, the e vin brulè
sul Sagrato della Chiesa
VIVA LA BEFANA in Piazza Statuto
a cura di Ass. Nazionale Alpini, Gruppo di Malcesine Alpini
e Comitato Cassone
Ore 10.00
Ore 12.00
LUNEDÌ 26 · Teatro Furioli · Ore 20.30
CONCERTO DI NATALE
del Corpo Bandistico di Malcesine
Ore 15.00
Ore 18.00
Ore 20.00
Dirige il Maestro Gianluigi Favalli
Via Capitanato
Tel. 0456570499
STAMPA
Grafiche Andreis
Malcesine
Autorizzazione del Tribunale di Verona
n. 1195 del 21/12/1995
SABATO 31 · Piazza Statuto · Ore 23.00
Ritrovo e iscrizione per “1º Ape Raduno”
Inizio festa con piatti tipici:
Carbonera con grigliata di puntine di maiale
e mortadelle (€ 4,00) · Trippe in brodo (€ 4,00) ·
Tastasal alla griglia (€ 3,00)
4º Torneo di Trisac “Città di Malcesine”
Brulè e cioccolata calda “Brusa la Vecia”
3º Trofeo Compagnia de la Carbonèra “Trisac dei Bar”
Superpremi... (riservato a bar e pubblici esercizi)
Premiazione torneo Trisac - Proseguimento
serata con musica D.J. con Birra e long Drinks
LA NOTTE BIANCA
Organizzazione: La Compagnia de la Carbonèra
· Musica dal vivo
con il GRUPPO METROPOLIS - Cover Dance Band
· Stand bevande (Bibite e panettone)
Ore 24.00 BRINDISI DI MEZZANOTTE
& FUOCHI D’ARTIFICIO
· seguirà intrattenimento musicale
fino al mattino con D.J. Angie
ALTRI EVENTI
28 · 29 gennaio Coppa Italia di Sci alpino per disabili
5 febbraio
12° Scarpinada con racchette da neve
12 febbraio
Trofeo Mosole Pra’ Alpesina
17 · 18 · 19 febbraio
Campionato Italiano di Sci alpino per disabili
20
c Carta riciclata al 100%
Giorgio Giuliani
Biblioteca Comunale
Dir. Maestro Stefano Zilio
Scarica

notiziario n. 26 dicembre 2005