Il volto di
Cristo nei
secoli
a cura di Sergio Bocchini
Il volto di Cristo nei secoli
Eusebio di Cesarea, nel IV secolo
d.C., trovava futile e riduttivo il
desiderio di molti credenti di
possedere il “ritratto” del Cristo.
Per secoli, teologi e pittori si
sono schierati pro o contro
l’immagine del Cristo. Nel 692
d.C., un concilio convocato a
Costantinopoli condannò come
“ombre” le allusioni simboliche, gli
agnelli, le colombe, i monogrammi che si sostituivano alle rappresentazioni autentiche del Cristo.
Il volto di Cristo nei secoli
Circa nello stesso periodo
del Concilio di Costantinopoli
del 692 d.C., fu coniata una
moneta (nella foto) in cui
Gesù era raffigurato in modo
realistico, con capelli crespi,
la barba corta che non
copriva il mento, certamente
piuttosto diverso dalla
iconografia successiva.
Il volto di Cristo nei secoli
Ma, solo trent’anni dopo, rappresentare comunque il Cristo apparve agli
iconoclasti come una blasfema
riduzione della sua persona a un
livello puramente umano; al contrario,
gli avversari sostennero che rappresentarlo era il modo di affermare
l’incarnazione del Verbo. Vinsero questi
ultimi e imposero a tutto il mondo
cristiano quell’immagine che conosciamo: lunghi capelli che scendono sulle
spalle, barba, grandi occhi, piccola
bocca dischiusa.
Il Mandylion o “Immagine di Edessa”
Il Mandylion, o "Immagine
di Edessa" era un telo conservato
dapprima a Edessa (oggi Urfa, in
Turchia) almeno
dal 544 d.C. Le fonti lo descrivono
come un fazzoletto che recava
impressa in modo miracoloso l’immagine del viso di Gesù. Nel 944, dopo
l’occupazione di Edessa da parte dei
musulmani, i bizantini trasferirono la
sacra immagine a Costantinopoli: qui
rimase fino al 1204, quando la città
venne saccheggiata dai crociati,
molte reliquie vennero trafugate e del
sacro fazzoletto si persero le tracce.
Il Mandylion e la Sindone
Alcuni studiosi ritengono che il
Mandylion fosse la Sindone,
attualmente conservata a Torino,
piegata in otto e chiusa in un
reliquiario, in modo da lasciare visibile
solo l'immagine del viso. Questa ipotesi
è la più accreditata dagli studiosi che
tentano di ricostruire la storia della
Sindone precedente al 1353; ma è
contestata da altri (ad esempio
Lawrence Sudbury), in base ad alcune
fonti storiche che parlano di Sindone e
di Mandylion come di due oggetti
distinti.
Il volto di Cristo nei secoli
Indubbiamente colpiscono
le somiglianze che si
possono cogliere nelle varie
immagini del Cristo che ci ha
tramandato l’arte religiosa
lungo i secoli; ma non si
dimentichi che, dopo le lotte
iconoclaste è stata imposta
un’ immagine standard, a cui
tutti gli artisti si sono più o
meno attenuti.
Il volto di Cristo nei secoli
Per questo il vero volto del
Cristo non è probabilmente quel
lo che siamo abituati a vedere.
Potrebbe essere simile – anche
se è molto diverso dalle solite
immagini tradizionali – a questo,
elaborato al computer da un
gruppo di scienziati israeliani e
inglesi nel 2001, basandosi su
alcuni teschi ritrovati in Palestina
nel I sec. d.C.
Il volto di Cristo nei secoli
Nei documenti ufficiali (Vangeli) non c’è alcun riferimento
all’aspetto fisico di Gesù . Quindi, si tratta solo di ipotesi,
senza alcuna certezza. Nelle foto:
1.
2.
3.
4.
Icona di artista ignoto operante a Chilandar, Monte
Athos, 1360-1370
Il volto della Sindone di Torino
Volto elaborato al computer da un gruppo di scienziati
israeliani e inglesi nel 2001, basandosi su alcuni teschi
palestinesi del I sec. d.C.
Il volto di Gesù a 12 anni; elaborazione al computer della
polizia italiana (2004), ringiovanendo l’immagine della
Sindone.
Il volto di Cristo nei secoli
Rimane il fatto che la ricerca
del vero volto di Gesù ha
sempre incuriosito un po’ tutti,
credenti e non credenti, soprattutto gli artisti. Ma – come
ammoniva Eusebio da Cesarea
nel IV sec. d. C. – tale
ricerca, se fine a se stessa,
è “futile e riduttiva”.
FINE
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