L’evoluzione del sistema finanziario italiano
dagli anni 50: fatti e interpretazioni
Riccardo De Bonis
Banca d’Italia – Servizio Studi
1
Motivazione del lavoro
Studiare l’evoluzione di lungo periodo del sistema finanziario italiano.
Angolo di visuale: i conti finanziari, che contengono attività e passività
finanziarie dei settori istituzionali.
Alcune domande:
•
•
•
•
•
•
Come è cambiato il risparmio e l’indebitamento delle famiglie?
Come si è evoluta l’attività delle banche?
Qual è stata l’evoluzione degli intermediari non bancari ?
Qual è stato il comportamento delle Amministrazioni pubbliche?
Come sono cambiate le passività delle imprese?
Quali sono stati i rapporti finanziari tra l’Italia e il resto del mondo?
2
Preambolo metodologico: definizioni (a)
GLI STRUMENTI FINANZIARI
Biglietti e monete
Depositi
Titoli
Prestiti
Azioni e altre partecipazioni
Quote di fondi comuni
Riserve tecniche di assicurazione
Altri conti attivi e passivi
3
Preambolo metodologico: definizioni (b)
I settori istituzionali
 Famiglie
 Imprese
 Amministrazioni pubbliche
 Società finanziarie (banche, intermediari finanziari non
bancari, assicurazioni e fondi pensione)
 Non residenti (resto del mondo)
4
Sommario
I.
Gli anni cinquanta: successi e incertezze
II.
Gli anni sessanta: la macchina rallenta
III. I terribili anni settanta
IV. Gli anni ottanta: progressi della struttura finanziaria ed esplosione
del debito pubblico
V.
Dagli anni novanta a oggi: crescita bassa, apertura verso l’estero e
boom dei mercati
VI. Sette tendenze principali
VII. Questioni aperte
5
I. Gli anni cinquanta: successi e incertezze
J
Successi: alta crescita, inflazione bassa. Boom economico
1958-1963.
• Famiglie: calo dei depositi nel risparmio finanziario, aumento della
detenzione di azioni.
• Imprese: buon andamento delle emissioni obbligazionarie e azionarie.
• Banche: aumento dei prestiti, dopo la crisi degli anni trenta.
• Debito pubblico basso.
• Posizione creditoria con l’estero.
• Per il complesso dei settori la crescita delle attività finanziarie fu doppia
rispetto a quella del Pil nominale.
6
I. Gli anni cinquanta: successi e incertezze (segue)
Incertezze: non si colse l’occasione per una riforma della
borsa.
Motivi (non scontati ed estesi ai decenni successivi):
•
•
•
•
•
•
Resistenze delle banche.
Timori degli imprenditori di perdere il controllo delle società.
Scarsa tutela degli azionisti di minoranza.
Riforme fiscali che disincentivarono le emissioni azionarie.
Crescita del credito agevolato.
Aumento del debito pubblico.
7
II. Gli anni sessanta: la macchina rallenta
K
• Un decennio “breve”, che dura dal 1963 al 1969 (quando iniziano le
tensioni tipiche degli anni settanta).
• 1963: stretta monetaria, ma la crescita rimane soddisfacente.
• Imprese: caduta del finanziamento azionario.
• Famiglie: aumento dei depositi nelle attività, a causa delle difficoltà
della Borsa.
• Debito pubblico ancora basso.
• Posizione con l’estero rimane creditoria.
• Aumento simile di attività finanziarie e PIL nominale.
8
II. Gli anni sessanta: la macchina rallenta (segue)
Negli anni sessanta inizia un ridimensionamento della Borsa; l’indice dei
corsi diminuì dal 1963 al 1970.
Possibili cause del mancato decollo della Borsa:
• atteggiamento negativo delle banche;
• ritrosia delle imprese alla quotazione, per non perdere il controllo e non
aumentare la trasparenza sui conti aziendali;
• mancata riforma della Borsa, scarsa attenzione per la tutela dell’
investitore e degli azionisti di minoranza;
• rallentamento ciclico dell’economia dopo il 1963;
• nazionalizzazione dell’industria elettrica nel 1962;
• nominatività obbligatoria delle azioni dal 1962;
• aumento del credito agevolato;
• inizia la pressione dei titoli pubblici sui mercati finanziari.
9
III. I terribili anni settanta
L
• Due recessioni, due shock petroliferi (1973 e 1979), inflazione alta,
crisi del cambio.
• Banche: sono introdotti vincoli di portafoglio e massimale dei prestiti.
Calo dei prestiti, aumento dei titoli in portafoglio.
• La liberalizzazione valutaria si interrompe, per fronteggiare i problemi
di bilancia dei pagamenti ed evitare pressioni speculative contro la lira.
La posizione con l’estero diventa debitoria.
10
III. I terribili anni settanta (segue)
•
Un decennio difficile per le imprese.
•
Andamento negativo della raccolta obbligazionaria, resa difficile
dagli alti tassi di interesse, e delle emissioni azionarie, viste le
difficoltà della Borsa. Bassa redditività fino al 1976.
•
Aumentò il leverage. Nel 1977 i prestiti bancari raggiunsero un
punto di massimo sul totale delle passività delle imprese. La
proposta di Guido Carli nel maggio del 1975.
•
Tra il 1977 e il 1980 i profitti lordi delle imprese tornano a
crescere. Il leverage si riduce, per il rimborso di prestiti.
11
IV. Gli anni ottanta: progressi della struttura
finanziaria ed esplosione del debito pubblico
• Rientro dall’inflazione, crescita elevata dell’economia negli anni
1986-1990, innovazione finanziaria (esempio: sviluppo dei
CCT).
• Famiglie: inizia la diversificazione della ricchezza finanziaria.
• Imprese: miglioramento progressivo della situazione finanziaria,
anche per effetto della disinflazione.
• Banche: uscita dai controlli amministrativi, il rapporto
prestiti/PIL torna a crescere. Diversificazione della raccolta.
• Il debito pubblico esplode.
J
L
12
IV. Gli anni ottanta: progressi della struttura
finanziaria ed esplosione del debito pubblico (segue)
•
•
•
•
Nel decennio la crescita è rimasta soddisfacente (2,3% in media
all’anno), con un’accelerazione nella seconda metà; l’inflazione è scesa,
ma nella media del decennio è rimasta alta (9,8%).
Grave recessione dall’inizio del 1980 all’inizio del 1983. La situazione
finanziaria delle imprese migliora successivamente, per la caduta dei tassi
di interesse nominali e la ripresa dell’economia. Buon andamento della
Borsa dal 1982 al 1987.
Progressivo abbandono di massimale e vincolo di portafoglio. Divorzio
Banca d’Italia-Tesoro.
Innovazione finanziaria: titoli a tasso variabile; nascita dei fondi comuni
di investimento nel 1983; sviluppo dei certificati di deposito bancari;
creazione di un mercato secondario dei titoli pubblici.
13
IV. Gli anni ottanta: progressi della struttura
finanziaria ed esplosione del debito pubblico (segue)
• Inizia la crescita del debito pubblico, che in un decennio cresce dall’80% al
120% del PIL.
• Posizione debitoria con l’estero, per effetto dei vincoli all’uscita dei capitali,
introdotti negli anni sessanta, e degli alti tassi d’interesse italiani. I non
residenti acquisiscono strumenti finanziari emessi da residenti italiani. I tassi
di interesse italiani erano più alti di quelli esteri, a causa dell’inflazione più
alta e delle necessità di finanziamento del debito pubblico.
14
V. Dagli anni novanta a oggi: crescita bassa,
apertura verso l’estero e boom dei mercati
?
• Un decennio “lungo”: crescente finanziarizzazione, per effetto del
rialzo dei prezzi azionari e della liberalizzazione dei movimenti di
capitale.
• Un decennio “lungo”, perché la bassa crescita dell’economia è iniziata
nel 1990 e prosegue.
• Sono possibili periodizzazioni alternative:
a) la crescita è rallentata dopo il 2001;
b) inizio del mercato unico europeo nel 1993;
c) inizio della politica monetaria unica nel 1999.
15
V. Dagli anni novanta a oggi: crescita bassa, apertura
verso l’estero e boom dei mercati (segue)
• La crescita bassa:
dal 1990 al 1999 il Pil è aumentato in media
dell’1,4 per cento; dal 2000 al 2005 la crescita
media è stata dell’1,1 per cento.
• L’inflazione si è ridotta: nei due periodi il costo
della vita è cresciuto rispettivamente del 4,1 e del
2,4 per cento.
16
V. Dagli anni novanta a oggi: crescita bassa,
apertura verso l’estero e boom dei mercati (segue)
•
•
•
•
Tre fasi della Borsa: 1995-2000; 2000-2003; 2003/2006.
Dal 1995 a inizio 2000 le famiglie, sfruttando il boom di Borsa, hanno
modificato la composizione della ricchezza finanziaria verso le azioni e
le quote di fondi comuni.
Dal 2000, le famiglie si sono mosse verso i titoli e, in minor misura,
verso i depositi. Sono cresciuti, soprattutto, gli investimenti in fondi
pensione privati e assicurazioni.
Dal 2004, con il consolidamento della ripresa di Borsa, le famiglie sono
tornate verso le azioni, riducendo il possesso di titoli. È continuata la
crescita di fondi pensione privati e assicurazioni.
17
ATTIVITÀ FINANZIARIE DELLE FAMIGLIE, CONSISTENZE DI FINE ANNO
(in % del totale attivo)
Biglietti,
monete e
depositi a vista
1995
19.6
1996
18.9
1997
18.0
1998
17.0
1999
15.6
2000
15.0
2001
16.2
2002
16.5
2003
17.1
2004
17.0
2005
17.0
2006 giugno
17.1
Anno
Altri
depositi
22.2
20.5
15.9
12.0
9.9
9.6
10.2
10.4
10.3
10.1
9.7
9.8
Titoli
27.4
29.0
27.6
22.8
16.9
18.5
20.8
22.7
22.2
22.5
20.3
20.6
di cui a breve
termine
10.1
7.5
5.1
2.2
1.0
0.9
1.1
1.2
0.3
0.6
0.1
0.5
di cui a m/l
termine
17.3
21.5
22.5
20.7
15.9
17.6
19.7
21.5
21.9
21.9
20.2
20.1
Azioni e di cui: azioni di cui: quote
partecipaz.
quotate
di f. comuni
15.3
14.3
17.4
20.2
27.2
27.7
24.7
23.2
21.7
22.2
24.6
24.8
3.1
3.2
4.7
6.9
8.3
8.0
4.9
4.3
5.5
5.3
5.5
6.1
4.2
5.9
9.7
16.4
18.6
16.6
14.3
11.9
11.9
10.6
10.2
9.1
Riserve
tecniche
10.5
10.6
10.7
10.8
11.1
12.0
13.5
14.9
16.3
17.2
17.7
18.2
Crediti
commerciali
0.8
0.8
0.7
0.7
0.6
0.6
0.4
0.4
0.5
0.4
0.5
0.5
Totale
attività
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
18
V. Dagli anni novanta a oggi: crescita bassa,
apertura verso l’estero e boom dei mercati (segue)
• Liberalizzazione dei movimenti di capitale. Forte crescita delle attività
sull’estero degli italiani, che hanno acquisito prima titoli e poi, durante la fase
espansiva delle Borse, azioni e fondi comuni.
• E’ cresciuta la quota del debito pubblico detenuta da non residenti.
• Banche. Nel passivo di bilancio è salito il peso delle obbligazioni e della
patrimonializzazione; tra i depositi, quelli a scadenza sono quasi spariti.
Nell’attivo è salita l’importanza dei prestiti, a scapito dei titoli detenuti.
• Negli anni novanta le imprese hanno ridotto il grado di leverage, sfruttando la
fase favorevole della Borsa e i buoni profitti. E’ cresciuto il peso delle azioni
emesse, anche quotate. Dal 2001 l’incidenza dei prestiti nel passivo delle
imprese è tornata a crescere, mantenendosi successivamente stabile.
19
PASSIVITÀ FINANZIARIE DELLE IMPRESE, CONSISTENZE DI FINE ANNO
(in % del totale passivo)
Anno
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006 giugno
Titoli
1.4
1.6
1.5
1.6
1.0
1.1
1.9
2.2
2.3
2.6
2.5
2.6
di cui a breve di cui a m/l
termine
termine
0.2
0.2
0.2
0.2
0.1
0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
0.4
0.5
1.2
1.4
1.3
1.4
0.9
0.9
1.3
1.7
1.7
1.9
1.9
2.0
Prestiti
40.3
38.4
35.5
32.5
28.7
29.0
30.9
32.1
33.1
31.3
31.6
32.5
di cui a breve
termine
23.9
22.0
20.8
18.8
16.4
16.9
17.6
17.2
16.6
14.7
14.5
14.8
di cui a m/l
termine
Azioni e
partecipaz.
di cui azioni
quotate
16.4
16.4
14.7
13.7
12.3
12.1
13.3
15.0
16.6
16.6
17.1
17.6
35.9
38.6
42.5
46.4
53.1
54.6
51.0
47.3
45.9
48.3
49.3
48.7
8.9
11.1
14.3
17.6
23.9
22.8
17.4
13.9
13.2
14.6
13.9
14.4
Riserve
Debiti
tecniche commerciali
4.4
4.5
4.3
4.1
3.5
3.4
3.6
3.9
4.0
3.9
3.9
4.0
18.0
17.0
16.2
15.4
13.6
11.9
12.5
14.5
14.7
13.9
12.8
12.3
Totale
passività
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
20
VI. Sette tendenze di lungo periodo
1 - C’è stato financial deepening: il rapporto tra
attività finanziarie e reali delle famiglie è salito,
con oscillazioni cicliche
Famiglie: rapporto tra le attività finanziarie e le attività reali
(valori percentuali)
70
70
60
60
50
50
40
40
30
30
20
20
10
10
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
21
1 (segue) - È cresciuto anche il rapporto tra attività finanziarie e PIL,
soprattutto negli anni novanta e cinquanta. Si possono distinguere tre
fasi:
1950-1970 (aumento rapporto);
1970-1990 (stasi);
1990-2004 (forte crescita).
!
Attività (passività) finanziarie del totale settori su PIL
7.5
7.5
7
7
6.5
6.5
6
6
5.5
5.5
5
5
4.5
4.5
4
4
3.5
3.5
3
3
2.5
2.5
2
2
1.5
1.5
1
1
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
22
2 - Il sistema finanziario si è aperto alle transazioni con i non residenti:
la liberalizzazione dei movimenti di capitale nel 1990 è stato il fattore decisivo.
Attività e passività finanziarie dei non residenti su PIL
1.2
1.2
Attività
1
Passività
1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
0.2
0
0
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
23
3 - Banche: il rapporto tra prestiti bancari e PIL ha superato negli
ultimi anni il livello raggiunto nei primi anni settanta.
!
Prestiti e depositi bancari su PIL
(valori percentuali)
100
100
Prestiti
90
90
Depositi
80
80
70
70
60
60
50
50
40
40
30
30
20
20
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
24
4 - Dagli anni cinquanta è cresciuta la forbice tra passività e attività
finanziarie delle Amministrazioni pubbliche.
Amministrazioni pubbliche: attività e passività finanziarie su PIL
(valori percentuali)
150
150
Attività
125
Passività
125
100
100
75
75
50
50
25
25
0
0
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
25
5 - La composizione degli strumenti finanziari è cambiata:
più azioni, più titoli pubblici, crescita minore dei depositi.
Principali strumenti finanziari su PIL
2
2
Depositi
1.8
Prestiti
1.8
1.6
Azioni
1.6
1.4
Titoli
1.2
1
1.4
1.2
1
0.8
0.8
0.6
0.6
0.4
0.4
0.2
0.2
0
0
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
26
5 (segue) - Le attività finanziarie delle famiglie: crollo di circolante e
depositi, aumento di azioni, fondi comuni, fondi pensione privati e
strumenti assicurativi.
(composizione percentuale per strumento)
Anno
1950
1960
1970
1980
1990
2000
2003
2004
2006 giu
Biglietti e
monete
Depositi
12.3
7.7
8.3
4.9
2.7
2.3
2.1
2.3
2.5
51.2
31.8
45.4
49.2
31.8
22.3
25.2
24.8
24.4
Titoli
16.2
16.4
19.2
14.5
29.9
18.5
22.2
22.5
20.6
Azioni
Fondi
comuni
Riserve
tecniche
Altre
attività
12.8
35.4
10.7
24.3
25.0
27.7
21.7
22.2
24.8
n.e.
n.e.
n.e.
n.e.
2.3
16.6
11.9
10.6
9.1
4.9
7.0
8.5
5.0
8.1
12.0
16.3
17.2
18.2
2.6
1.7
7.8
2.2
0.2
0.6
0.5
0.4
0.5
di cui: crediti
commerciali
0.0
0.0
0.0
0.0
0.2
0.1
0.2
0.2
0.2
Totale
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
27
Il debito delle famiglie è cresciuto
• Il credito al consumo e i prestiti per acquisto
abitazioni sono aumentati…
• …ma l’indebitamento delle famiglie italiane
rimane basso nel confronto internazionale.
28
6 - Dopo la crisi degli anni settanta il grado di indebitamento (leverage)
delle imprese è sceso. Nel passivo di bilancio le azioni pesano oggi come
nei primi anni sessanta.
Imprese: rapporto di indebitamento
0.9
0.9
0.85
0.85
0.8
0.8
0.75
0.75
0.7
0.7
0.65
0.65
0.6
0.6
0.55
0.55
0.5
0.5
0.45
0.45
0.4
0.4
0.35
0.35
0.3
0.3
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
29
6 (segue) – Anche la composizione dei bilanci delle imprese è cambiata.
(composizione percentuale per strumento)
ATTIVITA’ FINANZIARIE
Anno
Biglietti
e
Depositi
monete
5.3
0.3
Prestiti
1.9
Azioni
32.5
di cui:
crediti
commerci
ali
43.2
43.2
Fondi
comuni
Riserve
tecniche
0.5
0.4
21.4
0.7
24.2
1960
3.5
28.6
0.2
0.7
45.3
n.e.
n.e.
1970
3.1
44.7
0.9
4.9
21.6
n.e.
1950
16.4
Titoli
PASSIVITA' FINANZIARIE
Altre
attività
Totale
21.1
54.4
n.e.
n.e.
di cui:
debiti
commerci
ali
21.1
12.3
12.3
100.0
51.4
27.5
n.e.
13.9
13.9
100.0
Titoli
Prestiti
Azioni
100.0
4.1
37.5
37.3
21.4
100.0
3.6
29.7
23.9
100.0
7.3
Riserve
Altre
tecniche passività
Totale
100.0
1980
2.5
37.7
2.8
6.6
13.7
n.e.
0.8
35.9
35.2
100.0
4.2
44.3
31.3
n.e.
20.2
19.8
100.0
1990
0.9
12.2
9.0
2.0
31.9
0.1
0.9
43.0
42.9
100.0
2.0
34.2
40.3
3.7
19.9
18.5
100.0
2000
0.9
9.2
4.6
2.2
55.7
1.3
1.4
24.7
22.1
100.0
1.1
29.0
54.6
3.4
11.9
10.8
100.0
2003
0.9
11.4
4.5
2.3
46.5
1.2
1.6
31.7
29.6
100.0
2.3
33.1
45.9
4.0
14.7
13.4
100.0
2004
0.8
11.0
4.8
3.8
47.9
1.0
1.5
29.1
27.1
100.0
2.6
31.3
48.3
3.9
13.9
12.8
100.0
2006 giu
0.9
12.0
5.0
6.5
47.8
1.0
1.4
25.4
23.3
100.0
2.6
32.5
48.7
4.0
12.3
11.3
100.0
30
7 - Dopo gli eccessi degli anni settanta, il ruolo delle società finanziarie si è
ridotto… con un aumento negli ultimi anni, dovuto soprattutto ai fondi comuni.
Società finanziarie: rapporto di intermediazione *
(valori percentuali)
90
90
80
80
70
70
60
60
50
50
40
40
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
* rapporto percentuale tra il totale delle attività finanziarie delle Società finanziarie e le passività finanziarie degli altri settori, compreso l'Estero.
31
7 (segue) - Dopo i picchi degli anni settanta anche il rapporto di
intermediazione delle banche è diminuito …ma le banche
controllano buona parte degli intermediari non bancari.
Banche: rapporto di intermediazione*
(valori percentuali)
60
60
55
55
50
50
45
45
40
40
35
35
30
30
25
25
20
20
1950 1952 1954 1956 1958 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
* rapporto percentuale tra il totale delle attività finanziarie delle Banche e le passività finanziarie degli altri settori, compreso l'Estero.
32
VII. Alcuni problemi aperti
• Che nesso c’è tra finanziarizzazione crescente e debole
crescita economica degli ultimi anni ?
• Prezzi degli immobili e andamento dei prezzi delle attività
finanziarie.
• L’evoluzione dei rapporti tra banche e imprese.
• Varianza elevata nel leverage delle imprese.
• Continuerà la crescita dei debiti delle famiglie ?
33
L’evoluzione del sistema finanziario italiano
dagli anni 50: fatti e interpretazioni
Riccardo De Bonis - Banca d’Italia, Servizio Studi
Grazie per l’attenzione
34
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L`evoluzione del sistema finanziario italiano dagli anni 50: fatti e