L’espressionismo pittorico a
Vienna
Oskar Kokoschka
ed Egon Schiele
Oskar Kokoschka
Oskar Kokoschka
• Nato a Pöchlarn an der Donau il 1 marzo 1886
morto a Montreux il 22 febbraio 1980.
• Ha lasciato più di 400 dipinti ad olio e più di 500 grafiche.
• Era pittore, ma ha anche scritto racconti e drammi e
creato decorazioni per il palcoscenico.
• 1904-1909: borsa di studio per la Kunstgewerbeschule a
Vienna.
• 1906-1915: primo periodo dei suoi lavori nell’atelier a
Vienna, verniciato di nero per contrastare con i suoi
dipinti.
• Chiara cesura nel 1908 ca., quando, simile a Egon
Schiele, da un giorno all’altro cambia radicalmente il suo
modo di dipingere.
• 1915: grave ferita di guerra, dopo la quale tornava solo
sporadicamente a Vienna.
Gli inizi
• 1907-08: Prime stampe e cartoline.
• 1908: una poesia, illustrata da lui stesso, pubblicata
dalla casa editrice “Wiener Werkstätte”.
• Primi acquarelli influenzati dallo scultore belga George
Minne. La sua fontana con cinque ragazzi inginocchiati
era di grande ispirazione sia per Kokoschka sia per
Egon Schiele.
• Di grande importanza era anche l’amicizia con
l’architetto Adolf Loos, gli procurava degli incarichi e lo
convinceva ad andare a Berlino nel 1910.
• A Berlino Herwarth Walden gli affidò le illustrazioni della
sua rivista “Der Sturm” (la tempesta).
• Nel 1912 Kokoschka espose sei quadri nella mostra del
“Sonderbund”, insiema a tre lavori di Egon Schiele.
George Minne: l’inginocchiato alla fontana, 1894-98
Oskar Kokoschka: La ragazza Li ed io, 1906
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La sua pittura
Ha eseguito moltissimi ritratti, nei quali la somiglianza
esteriore è di secondaria importanza.
Al suo posto subentra l’identità dell’artista nell’analisi
quasi crudele del personaggio, usando il pennello come
uno scalpello.
Con ciò si esprime la visione artistica, che si manifesta
nella febbrilità della linea.
In questo stile “lineare”, dove il disegno è un elemento
importante, consiste la maestà di Kokoschka, con il
quale afferra sottili sfumatture psicologiche di grande
efficienza e convinzione.
È proprio questa la differenza con l’espressionismo
tedesco, nel quale l’espressione dei gesti e della mimica
viene affidata all’efficienza di un colore non reale.
Tratti comuni con la scena tedesca sono la rottura con la
tradizione, la superaccentuazione delle proprie
sensazioni, l’immediato dell’esperienza senza far leva
sul contenuto e la distruzione dei nessi formali del
passato.
Kokoschka: Lotte Franzos, 1909
Kokoschka: Adolf Loos, 1909
Vincent Van Gogh: La berceuse, 1889
Vincent Van Gogh: Autoritratto, 1887
La sposa nel vento
• Nel 1912 – 1914 Kokoschka aveva una relazione
appassionata con Alma Mahler (1879-1964, moglie di
Gustav Mahler, Walter Gropius e Franz Werfel).
• Come monumento finale di questo amore Kokoschka
dipinse nel 1914 il quadro “Die Windsbraut”.
• Il titolo fu inventato dal poeta Georg Trakl in occasione di
una visita all’Atelier “nero” dell’artista.
• Con La sposa nel vento, la sua pittura concitata e
nervosa, essenzialmente tragica, raggiunse la piena
maturità espressiva, che lo collocò in una posizione
personale all’interno dell’Espressionismo.
Kokoschka: La sposa nel vento, 1914
Gli anni successivi
• Trasferitosi a Dresda nel 1916, fu professore
all’Accademia di Dresda dal 1920 al 1924. A partire da
quegli anni privilegiò, progressivamente, la trattazione di
grandi spazi, adottando, nella sua pittura, colori chiari e
luminosi, caratteristici del tardo Espressionismo
Tedesco.
• Abbandonato l’insegnamento intraprese una serie di
viaggi in Europa, Nord Africa e Asia Minore, intensificò
l’attività di incisore e di pittore realizzando ritratti,
soggetti mitologici e moltissimi paesaggi raffiguranti
località straniere.
• A causa del movimento radicale di destra di Vienna si
trasferì dal 1934 al 1938 a Praga, fu dichiarato artista
degenerato dai nazisti e fuggì a Londra per quindici anni,
dove diventò cittadino brittanico nel 1947; nel 1953 si
stabilì definitivamente in Svizzera a Villeneuve.
Kokoschka: autoritratto di un artista degenerato, 1937
Kokoschka: Il Duomo a Firenze, 1948
Egon Schiele
• Nato il 12 giugno 1890 a Tulln, nelle vicinanze immediate
di Vienna.
morto il 31 ottobre 1918 a causa dell’influenza spagnola.
• La morte precoce del padre nel 1905 ha aggravato molto
la vita di Schiele, tutte le sue opere esprimono una certa
tristezza e depressione, non c’è un disegno o un quadro
che fosse allegro o rilassato.
• 1906-1909: Accademia delle belle arti a Vienna.
• Nel 1910/1911 si trasferisce per un periodo a Krumau
(oggi Repubblica Ceca) con la sua fidanzata Wally
Neuzil, dal 1911 al 1912 abitano insieme in una casa a
Neulengbach in Austria. Lì Schiele viene arrestato e
accusato di sequestro di una minorenne con delitto
sessuale. Le accuse vengono lasciate perdere, ma viene
tenuto agli arresti per 24 giorni a causa di esposizione
pubblica di disegni erotici.
Le sue opere
• Schiele ha eseguito nella sua breve vita di 28 anni più di
mille disegni e circa 300 quadri.
• Sin dall’inizio ha trovato dei compratori, non per ultima a
causa del contenuto erotico, che veniva richiesto
esplicitamente dai collezionisti di arte erotica.
• Secondo dei testimoni non aveva bisogno più di 10
minuti per un ritratto in carbone. Non correggeva quasi
mai, era molto sicuro nel disegno.
• Tutti i disegni sono finiti, firmati e datati ed erano la fonte
principale delle sue entrate.
• Nei suoi quadri si collega una struttura ornamentale della
superficie con un linguaggio espressivo di colori spesso
intensi. Nei suoi autoritratti, ritratti e studi di nudo si
manifestano spesso dolore, solitudine e sofferenza in
una tensione tra eros e morte. I nudi si distinguono per la
loro immediatezza erotica.
Schiele: Nudo, 1910
Schiele: autoritratto, 1911
Schiele: due donne nude, 1912
Schiele: amicizia, 1913
Schiele: Parete con finestre, 1914
Schiele: due donne nude, 1915
Schiele: Madre con due figli, 1917
Schiele: L’abbraccio, 1917
La famiglia
• Il quadro “La famiglia” del 1918 è il suo
ultimo dipinto ad olio importante.
• Probabilmente ispirato dal fatto che sua
moglie, Edith Schiele, aspettava un
bambino.
• La ritratta non le assomiglia però.
• La futura madre morì dell’influenza
spagnola essendo incinta nel sesto mese.
• Tre giorni dopo morì Egon Schiele della
stessa malatia.
Schiele: La famiglia, 1918
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