QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli 8 Comuni
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 331 - ANNO XIII - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
Stagione invernale
Arriva lo Skipass
“Predolomiti”
un’opportunità
in più per gli
sciatori
Pag. 3
SANITA’
La pubblicità
in ospedale:
“Soldi utili
per dare più
servizi”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 16 OTTOBRE 2010
Testimonianze:
Canove
“Otto mesi per
Sulle strade
riuscire
lavori e disagi
a fare una
per la rete del
gastroscopia” teleriscaldamento
Pag. 4
Pag. 11
ASIAGO
GALLIO
Un comitato di
cittadini chiede
più sicurezza in
via Rendola
Il Santuario del
Buso è tornato
a nuova vita
Riparte il
progetto “Sport
a scuola”
Pagine 2-3
FOZA
Buco da 300
mila euro,
rimpallo di
responsabilità
tra sindaco e
minoranza
Grafica Altopiano
Pagina 18
Il trionfo
Pagina 2
La classe 3^C dell’Istituto superiore
di Asiago vince il concorso nazionale
“Patti chiari con l’economia”
Il PAT e i piani
di intervento
“Ecco dove
sarà possibile
edificare”
Pagine 14 e 15
LUSIANA
SPORT
Profumi,
colori e
tradizione
con la
manifestazione
“Pomo e Pero”
Parte la
stagione dello
sci alpino
Gianesini
pronta per il via
in Coppa del
Mondo
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Pagina 24
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
2
“Più sicurezza in via Rendola”
ATTUALITA’
La chiede alle Forze dell’ordine e al sindaco di Asiago un comitato di cittadini. “La viabilità
è diventata insostenibile. Opportuni più controlli e l’installazione di semafori o rallentatori”
Una petizione presentata alle
forze dell’ordine e al sindaco
di Asiago per chiedere più sicurezza sulle strade dell’Altopiano,
su una in par ticolare, via
Rendola (continuazione naturale di Via Patrioti), lungo la provinciale Val Gadena, verso
Gallio, teatro anche recentemente di un grave incidente e
sulla quale alcune giovani vite
sono state spezzate. A sottoscriverla, con allegata raccolta di firme, è il “Comitato viabilità in Viale Patrioti e Via Rendola” guidato da
Clementina Lucarini. A dare il là
all’iniziativa l’incidente avvenuto
il 27 agosto del quale porta ancora le gravi conseguenze il
diciassettenne Michele Alberti, di
Foza, ma residente a Lusiana, che
per fortuna si sta riprendendo
dopo che per lui si era temuto il
peggio. “Siamo a chiedervi, per
l’ennesima volta – si scrive nella
petizione – dopo vari interventi
verbali rimasti senza riscontro, di
provvedere al più presto a portare in sicurezza la viabilità della strada in oggetto, diventata pressoché insosteni-
bile per gli abitanti della zona”. “Non ci sono – continua l’appello - rallentatori, semafori, controlli di nessun
genere a tutela dei cittadini che risiedono nella zona.
L’attraversamento della strada, anche sulle strisce pedonali, è spesso a rischio, in quanto i veicoli transitano
di norma a forte velocità e ben oltre il limite dei 50 km
orari”. “Siamo a pregarvi, quindi – si conclude – di
voler prendere provvedimenti adeguati prima che qualche altra tragedia peraltro “annunciata” possa accadere. Vogliamo sperare che Asiago sia un paese civile a vocazione turistica e non a vocazione omicida/
suicida”. La petizione è stata presentata all’inizio di
settembre, si attende ora la fattiva risposta da parte
dell’amministrazione.
Sapor d'acqua natìa
L’Elisir del Taal trionfa a Roma Il bambino e la bestia coperta
L’idea della classe terza
C dell’Istituto Superiore
di Asiago conquista
Roma. Al concorso nazionale “Sviluppa la tua
idea imprenditoriale”
promosso dal Consorzio
PattiChiari nell’ambito
del programma didattico
“PattiChiari con l’economia”, il progetto
“L’Elisir del Taal”, dopo
aver superato, lo scorso
mese di giugno, la selezione regionale, è stato confrontato con i lavori svolti
da altre 9 classi, provenienti
da diverse Regioni italiane,
risultando il migliore.
“PattiChiari con l’economia” è un programma didattico che ha l’obiettivo di
trasmettere ai ragazzi le
nozioni basilari per una reale conoscenza delle regole economiche e una preparazione necessaria per
integrarsi e partecipare attivamente alla realtà sociale, culturale ed economica.
Gli studenti hanno potuto
seguire un workshop sul
tema del “fare impresa”,
con l’obiettivo di sviluppare un vero e proprio
Business Plan e di applicare
le nozioni acquisite, neces-
sarie per pianificare in termini economici un’attività
imprenditoriale.
Il progetto vincitore, realizzato con il tutoring degli
esperti di Cassa di Risparmio del Veneto, che hanno
seguito passo dopo passo i
ragazzi impegnati nella realizzazione del Business
Plan “Elisir del Taal”, si
propone di contrastare il
problema dell’alcoolismo,
purtroppo molto diffuso sul
territorio di Asiago ed in crescita anche tra i giovani, creando nuove tendenze guidate dallo slogan “giovani che
educano la comunità”. La
proposta contenuta nel progetto è quella di creare una
cooperativa non profit che
immetta sul mercato tre linee
di prodotti: aperitivi, digestivi
e bevande rilassanti,
tutti privi di alcool e creati con le essenze aromatiche dell’Altopiano.
Il lavoro della classe
3C dell’ Istituto Superiore di Asiago è stato
scelto dalla Giuria,
composta da imprenditori, giornalisti, ed
esponenti delle Istituzioni Italiane, poiché
estremamente ben articolato e sviluppato al punto
da tale da poter essere concretamente avviato dal punto
di vista produttivo e commerciale. La proposta inoltre coniuga perfettamente i principi
ispiratori del concorso, fondendo in un realistico progetto imprenditoriale la
valorizzazione del territorio e
l’impronta sociale. In premio
ai vincitori un viaggio a Bruxelles, che si terrà nei giorni
8/9/10 novembre per una visita alle sedi delle istituzioni
europee. Nella foto di copertina i ragazzi che hanno partecipato insieme al
professor Alessio Barolo e
ad alcuni membri della giuria del concorso dopo la
premiazione avvenuta a
Roma.
Stefania Longhini
Biglietto da visita più credibile la Serbia non poteva presentare all’Europa. Desiderosa di entrare nella Comunità
Europea per condividere il libero scambio di merci, traiettorie e nazionalità, è stata protagonista di una serata che
tutto ha favorito all’infuori dell’integrazione. Perchè se
l’ecumenismo sportivo non
riesce nella patria dove il calcio è una religione, allora siamo incappati in una grossa
crisi di fede che rilancia la
possibilità di vecchie crociate. All’idiota di quell’ultras coperto mascherato sulle barriere dello stadio Marassi di Genova, andrebbe spiegato che
in Europa si entra per le porte
e senza passamontagna sul
volto, perchè per noi i volti
sono pagine che parlano. Negli occhi dei telespettatori,
dopo una serata di folia mostrata in diretta, è rimasto il
volto esterefatto di quella
bambina sugli spalti che, tutta
tremante, s’aggrappava al
papà. Quasi a dire: “Cosa sta
succedendo, papà?”. Davvero: cosa stava succedendo?
Scusate bambini se vi avevamo invitati allo stadio per contemplare gli assist di un
Cassano elegante e ritrovato,
l’esordio di Viviano in maglia
azzurra e la classe di un Cesare Prandelli ricco di umanità. Scusateci davvero se vi abbiamo fatto perdere una serata seduti a contemplare degli animali scatenati: forse
avevate ragione a volervene
stare a guardare i vostri cartoni animati, a rivedere quei
film che la sera vi danno la
buonanotte. O rimanere sdraiati sul lettone accanto a mamma e papà. Pensavamo fosse un bel regalo (e il vostro
volto sugli spalti sarebbe stata una tifoseria commovente)
per mostrarvi ciò che unisce
e crea fratellanza, per farvi
fare esperienza di uno sport
la cui passione si tramanda di
padre in figlio, di generazione
in generazione fino a comporre un alfabeto comune capa-
ce di parlare a tutti indistintamente.
Invece tutti abbiamo potuto
vedere i vostri occhi
esterefatti a chiedere il
perchè di tanta ferocia. Avete ragione: sarebbe stato più
bello passare una serata nell’acquario di Genova a vedere come s’innamorano i
delfini, come nuotano i pesci
giganti, come danzano e si
muovono le belle meduse. Ci
siamo resi conto pure noi e
vi chiediamo di perdonarci.
Voi sapete che l’Europa sta
diventando una casa con tante porte: quando uno entra a
casa ci entra per la porta, saluta, si siede con educazione
e rispetto. Anche l’animale
domestico s’abitua facilmente alla vita di casa e si adegua ai ritmi del cibo, del riposo, a fare le fusa come
gesto di riconoscenza. Solo
gli animali selvaggi, quelli con
le bave alla bocca, stanno
fuori di casa perchè i piccoli
vanno protetti dalla furia.
L’Europa forse un giorno diventerà una casa comune,
ma in questa casa ci saranno degli orari, delle cose da
rispettare, uno stile da adottare. Immaginate se a casa
vostra uno entrasse sfondando il tetto o infrangendo il
vetro d’ingresso con la cassetta della posta: chiamareste
subito i carabinieri perchè
quello è un brigante. Voi avete assistito con i vostri occhi
alla ferocia di un gruppo di
pazzi che hanno sporcato
l’immagine anche di tantissimi bambini che come voi
vorrebbero correre e giocare al di là dell’Adriatico. E
non possono.
Scusate davvero a nome di chi
ancora crede e sostiene un’etica dello sport dove si vince, si
perde ma si rimane uomini e
donne. Il mondo dello sport
non è quello che avete visto.
E se quell’uomo suona il campanello non aprite.
Don Marco Pozza
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
3
Ski pass, arriva il “Predolomiti”
ATTUALITA’
Novità per gli sciatori, che
per la stagione invernale
2010 -2011 possono usufruire di un nuovo ski pass, denominato “Predolomiti”, abbonandosi al quale possono
sciare oltre che sulle piste
degli impianti dell’Altopiano
(Cesuna, Kaberlaba, Valbella,
Biancoia, Melette 2000,
Verena 2000, Val Maron
Enego 2000) anche quelle
su quelle dell’Alpe del
Nevegal
(BL),
del
Comprensorio del Monte
Avena (BL), di Recoaro Mille (VI) e di Malga San Gior-
Per la stagione invernale alle porte nuova opportunità per gli sciatori che va ad aggiungersi
all’abbonamento unico per l’Altopiano di Asiago e a quello dei “Grandi Altipiani”
gio/Bosco Chiesanuova
(VR). I volantini che
pubblicizzano l’iniziativa
hanno subito dato adito a interpretazioni diverse, come
quella che ha fatto diffondere la voce che si trattasse di
una soluzione tampone per la
mancata adesione degli impianti di Folgaria e Lavarone
allo ski pass con l’Altopiano.
In realtà si tratta di un’opportunità in più che va ad aggiungersi allo Ski pass unico per
l’Altopiano di Asiago e a quello dei “Grandi Altipiani” comprensivo oltre che degli im-
pianti dei 7 Comuni anche di
quelli di Folgaria, Lavarone e
Fiorentini (Skitour dei Forti).
“L’iniziativa di estendere quest’anno l’offerta agli sciatori
con questo nuovo ski pass,
oltre a quelli già in vigore da
anni – spiega Mario Timpano, coordinatore dell’A.I.F.A
Asiago – è stata pensata in
particolare per i nostri ragazzi che fanno gare, e che
Fotovoltaico nelle Riparte il “Progetto
scuole vicentine
sport a scuola”
Un accordo delle Banche di Credito Cooperativo
e Casse Rurali con l’Amministrazione provinciale
e VI.Energia per finanziare nuovi impianti
fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici
Risparmio energetico e riduzione di emissioni inquinanti da subito e ben prima del 2017. Era questo l’obiettivo
della Provincia di Vicenza: anticipare le indicazioni di
Kyoto per arrivare in pochi anni all’autosufficienza
energetica da fonti rinnovabili, facendo in modo di alleggerire in maniera sostanziosa la bolletta di un milione di euro annui che oggi l’Ente paga per le scuole, gli
edifici e l’illuminazione pubblica. Alle parole hanno fatto
seguito in breve tempo i fatti: in marzo la Provincia ha
siglato un accordo con Vi.Energia, società incaricata
per la progettazione, l’installazione e la gestione di un
impianto fotovoltaico sui tetti di 6 Istituti superiori del
territorio vicentino. Sono stati individuati, per cominciare, l’Einaudi di Bassano del Grappa, il De Fabris di Nove,
il Garbin di Schio, il Boscardin e il Da Schio di Vicenza
ed infine il Masotto di Noventa Vicentina. Si tratta di strutture con una potenza di picco di 19.32 kW, formate da
84 pannelli da 230W ciascuno e che occupano una
superficie di 300 metri quadrati circa per una produzione energetica di oltre 20.000 kWh all’anno. Ogni impianto eviterà l’emissione di oltre 10 mila chilogrammi di
anidride carbonica l’anno. L’Amministrazione provinciale non dovrà sostenere alcun onere finanziario, mentre
godrà da subito del minor assorbimento elettrico della
rete. Ma la realtà che rende possibile dal punto di vista
finanziario questo importante progetto è il Credito Cooperativo della provincia di Vicenza. Sono le 10 Banche
di Credito Cooperativo e Casse Rurali vicentine, tra le
quali anche la Cassa Rurale ed Artigiana di Roana che
hanno testimoniato concretamente il loro interesse congiunto per accordi che portino all’innovazione, al risparmio energetico, al rispetto dell’ambiente; ma anche all’educazione dei giovani. Le 10 BCC finanzieranno le
scuole già coinvolte nel progetto e quelle che potranno
aggiungersi in futuro anche nel nostro Altopiano. A loro,
attraverso VI.Energia, saranno trasferiti via via i proventi del Conto Energia in misura tale da ammortizzare
interamente l’investimento, calcolato in circa 500 mila
euro. Un particolare importante: sono proprio gli studenti delle scuole, attraverso le strumentazioni di controllo installate negli Istituti, a rendersi per primi conto di
cosa significhi un impianto fotovoltaico in termini di produzione e di risparmio energetico.
Rivolto agli alunni delle scuole primarie, viene
proposto grazie all’intesa tra i comuni
di Asiago e Gallio e soprattutto alla disponibilità
a titolo gratuito di istruttori e allenatori
Avviato con importanti risultati lo scorso
anno, il “Progetto
Sport Scuola” diretto
agli alunni delle primarie è da poco nuovamente ripartito. Parafrasando il gergo sportivo, la si può definire
un’ iniziativa “in
tandem” perché frutto di una intesa ormai
solida creatasi in merito fra i comuni di
Asiago e Gallio tramite i rispettivi assessori
allo sport Franco Sella e Giorgio Tagliaro. “Pilastri
portanti del progetto – ad elencarli è l’assessore del capoluogo altopianese - sono la risposta all’esigenza di far fare attività fisica ai frequentanti le
scuole primarie, la presenza di
istruttori ed allenatori pronti ad
impegnarsi a titolo gratuito, il
costo zero per le famiglie. Se
aggiungiamo anche il supporto di sponsor in grado di contribuire alle spese e gli
stanziamenti dei due comuni
per i trasporti (entrambi ritengono di fondamentale importanza investire nella formazione dei rispettivi cittadini più
giovani), possiamo dedurre
che si tratta di una sinergia ad
ampio raggio e di largo respiro”. In questo mese ed in
quelli di novembre e dicembre gli scolari saranno alle prese con il ghiaccio dell’Odegar.
Ad attenderli i giocatori,
scudettati, dell’Asiago Hockey
coi
quali
potranno
familiarizzare. Con loro anche
qualche “vecchia gloria”
giallorossa, gli istruttori di artistico e velocità pronti a metterli
a loro agio per i primi approcci
con pattini e ghiaccio.
Il 2011 si aprirà invece nel segno
dello sci: alpino e nordico. Anche
possono così con un abbonamento unico usufruire di
impianti e piste di località che
fanno parte del circuito in
cui si tengono le competizioni. Infatti la nuova formula
è stata ben recepita dai gruppi sportivi, tanto più che con
un’aggiunta di soli 20 euro
viene estesa la possibilità di
sciare in notturna, oltre che
a Val Maron, anche in tutti i
comprensori extra altopiano.
Spiace constatare come non
sia possibile dare vita a una
nuova iniziativa senza che
manchino le solite chiacchiere e malelingue che vogliono trovarci qualcosa di negativo o poco chiaro. Gli impianti di Folgaria e Lavarone,
pur desiderandolo, non hanno potuto essere compresi
nello ski pass veneto
“Predolomiti”, vista la
regolamentazione regionale
in materia. Tanto che, pur di
non essere completamente
assenti, hanno deciso di riconoscere uno sconto sui biglietti giornalieri a tutti i titolari dello skipass stagionale
Predolomiti, previa presentazione dello stesso alle casse
al momento dell’acquisto del
giornaliero. Vorrei inoltre sottolineare come la tariffe stagionali siano perfettamente uguali
per l’uno e l’altro ski pass”.
Sull’Altopiano tutti e tre gli abbonamenti stagionali si possono già acquistare, fino al 30
novembre, ad Asiago presso
l’Ufficio IAT in via Stazione, a
Gallio presso la sede amministrativa di Melette 2000 in località Valbella, a Roana presso
Idea Moda Tal in Via R. Sartori
e ad Enego presso l’Ufficio Pro
Loco in piazza S. Marco e il negozio Punto Sport in Via Roma
(quest’ultimo ad esclusione
dello ski pass Predolomiti). Su
tutti, se acquistati entro l’8 novembre, viene applicato un
prezzo ridotto, mentre dopo il
30 novembre gli ski pass sono
disponibili presso le biglietterie
degli impianti sciistici in funzione.
Silvana Bortoli
BIRRERIA - PIZZERIA
TRATTORIA - BRUSCHETTERIA
Franco Sella assessore allo
sport del Comune di Asiago
in questo caso sino a marzo le
lezioni impartite sulle piste serviranno a coniugare attività fisica e
salute perché la permanenza all’aria aperta è parte integrante di
questa “fetta” di progetto.
Con l’arrivo della primavera sarà
invece il bosco a diventare protagonista. Grazie alla disponibilità
del Corpo Forestale dello Stato, i
partecipanti ne conosceranno i
segreti e, magari, avranno l’ opportunità di imbattersi in qualche
splendido esemplare di fauna selvatica. In aprile e maggio i più
piccoli, classi prime e seconde,
raggiungeranno la piscina di
Canove per i primi approcci col
mondo del nuoto mentre per terza, quarta e quinta è in programma l’avvio all’atletica leggera. Tutte le attività, che coinvolgono oltre cinquecento alunni, sono realizzate in orario scolastico e non
sarebbe possibile attuarle se
non si fosse riusciti a radunare
sotto una sola “insegna” tanto
volontariato prestatosi a vario
titolo. L’ averlo fatto sta a significare come i cittadini abbiano a cuore il futuro dei loro
compaesani più piccoli e per
questo il “grazie” che i due assessori loro rivolgono è a
nome di entrambe le comunità.
R.A.
Ristorante CASA ROSSA
località Kaberlaba - Asiago
info 349 34.64.983
Sabato 23 ottobre
tornano I RHEETMA!
HALLOWEEN
3 grandi serate da “brividi”
Venerdì 29 - Made in Black
Sabato 30 - 4th Dimension-If you fly
Domenica 31 - 4 Ever
(Tributo Queen rock anni 80)
speciale FESTA DI CLASSE 2010
al Khellar - Casa Rossa cena e
serata con DJ a 20 euro
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
4
Cartelloni pubblicitari in ospedale
SANITA’
Gli utenti commentano: “Una scelta eticamente discutibile”. Il direttore generale risponde:
“Introiti utili. Il nostro unico scopo è dare il massimo ai nostri cittadini e per questo servono risorse”
Un grande cartellone pubblicitario annuncia “Compro Oro – Massima valutazione”. Non siamo in una piazza, nemmeno in qualche
grande magazzino, né alla stazione dei bus o della metro di qualche grande città, bensì nel corridoio al piano terra dell’ospedale di
Asiago. Chiediamo informazioni e qualcuno ci spiega che anche
gli altri due rettangoli, in quel momento tenuti ancora vuoti (avvisi
e volantini sono stati infatti appesi sotto), sono destinati a inserzioni pubblicitarie. Tra i tanti che nelle ultime settimane hanno
frequentato l’ospedale, c’è chi non ha neppure fatto caso alla
novità, chi ha guardato distrattamente il cartellone, senza porsi
troppe domande, tornando subito ai propri pensieri; ci sarà stato
anche chi avrà trovato interessante l’informazione, ma per la
maggior parte degli utenti la nuova iniziativa è assolutamente da
condannare. “Non è questo il posto! E’ eticamente inaccettabile
che l’ospedale, spesso luogo di sofferenza che chiede solo grande rispetto, si apra sfacciatamente al mercato “.
Questo, tra i commenti raccolti, il più ricorrente. “L’Azienda
Sanitaria ULSS n. 3, come le altre ULSS del Veneto - ci viene
spiegato dalla direzione aziendale - concede da qualche tempo
spazi pubblicitari all’interno delle sue strutture (sia ospedaliere che
territoriali). Si tratta di un’operazione indirizzata a raccogliere risorse finanziarie che vengono poi versate nel bilancio dell’Azienda e utilizzate per fornire ai cittadini servizi altrimenti non completamente sostenibili”.
Non tutte le inserzioni pubblicitarie sono ovviamente autorizzate,
solo quelle di esercizi commerciali e prodotti che si presentano
con decoro e senza possibilità di commistioni non totalmente trasparenti. “Non eticamente corretto – affermano ancora dalla direzione – sarebbe pubblicizzare farmaci, prodotti “miracolosi” o
con connotazioni ideologiche, cosa che non viene fatta”.
“L’ospedale, purtroppo, è spesso un luogo di dolore – commenta
il Direttore Generale, Valerio Alberti – ma anche di guarigione e di
vita. Il nostro unico scopo è dare il massimo ai nostri Cittadini e
per questo servono risorse”. “Nella misura in cui le pubblicazioni
non offendano la sensibilità dei fruitori dei servizi – prosegue confermiamo l’utilità degli introiti pubblicitari in un momento di
stretta economica come quello attuale”.
Stefania Longhini
Iniziative dei “Servizi per la famiglia” Otto mesi per una gastroscopia
Promossi dall’U.L.S.S. n. 3 e dalla Conferenza dei sindaci
Prendono il via nel mese di ottobre alcune iniziative messe in
cantiere dalla Direzione dei servizi sociali e dal Coordinamento dei Distretti di ULSS n. 3. I
“Servizi per la Famiglia” propongono una serie di “incontri” e “gruppi”, indirizzati a persone che vivono un momento
particolare della vita.
“Le dipendenze affettive”
In ogni relazione esiste una
quota di dipendenza. Entro un
certo limite, è utile per ottenere
sostegno, conforto e scambio.
Ma, se la dipendenza assume
forme così totalizzanti da danneggiare se stessi e la relazione
in corso, diventa indispensabile prendere le distanze. Come?
Vengono proposti due incontri
sui temi: reato di stalking e violenza domestica; quando l’amo-
re diventa troppo? Martedì 19
e 26 ottobre 2010, ore 20.30;
martedì 15 e 22 marzo 2011,
ore 20.30 presso la Palazzina
H del Centro Socio Sanitario
Mons. Negrin – Bassano
“Accompagnare la coppia”
Nascono le nuove coppie:
fidanzati, conviventi e neo-sposi. Istruzioni per l’uso.
Quattro incontri sui seguenti
temi: la comunicazione nella
coppia e con la famiglia di origine; nel bene e nel male: norme che regolano il matrimonio;
la sessualità e le emozioni nella
coppia; la gestione dei conflitti. Si terranno ad Asiago presso il distretto socio-sanitario in
via Sisemol nelle seguenti date:
martedì 12, 19, 26 ottobre e 9
novembre 2010. Alle ore 17. E
poi martedì 12, 19, 26 aprile e
3 maggio 2011, ore 20.30.
“Genitori separati”
Incontri e gruppi di sostegno
per genitori separati o in corso
di separazione
Due incontri sui temi: la separazione coniugale e il diritto del
minore alla bi genitorialità; la separazione come momento di
ridefinizione di sé e del sistema
famiglia. Giovedì 28 ottobre e
4 novembre 2010, ore 17 sempre in via Monte Sisemol.
“Genitori di adolescenti”
Incontri per facilitare e incrementare le competenze necessarie alla gestione del rapporto
con l’adolescente. Quattro incontri sui temi: la famiglia e
l’adolescente, nuovi assetti
relazionali; il conflitto in adolescenza, le regole e l’assunzione di responsabilità; l’adolescente e le sue “stranezze”,
quando preoccuparsi?; adolescenza e nuovi orizzonti,
potenzialità e rischi. Nei giorni
martedì 15, 22, 29 marzo e 5 aprile
2011, ore 17, presso la sede di
via M. Sisemol. Per info e iscrizioni: 0424.885417 in orario d’ufficio. La partecipazione è gratuita
Tutto è bene quel che finisce bene, e alla fine la vicenda che ha riguardato una
nostra lettrice che da un po’
di tempo ci stava segnalando come si stavano in continuazione allungando i tempi
di attesa per effettuare una
gastroscopia all’ospedale di
Asiago, si è risolta positivamente grazie all’interessamento di un medico e all’esito positivo dell’esame che non ha riscontrato particolari problemi.
“Lo scorso gennaio – racconta –
dopo che da un po’ di tempo soffrivo di dolori allo stomaco, il
medico di base mi ha prescritto
una gastroscopia. Ho chiesto di
poterla fare sedata, e al momento della prenotazione all’ospedale di Asiago, il giorno
20 di gennaio, mi è stato detto
che per eseguire l’esame in
sedazione si sarebbero allungati
i tempi, ipotizzando la fine di
maggio come periodo in cui
avrei potuto effettuarlo. Ho deciso di aspettare, visto che il medico non aveva ravvisato la necessità di fare la gastroscopia in tempi brevi. Nel frattempo, a marzo,
mi sono sottoposta a una visita
dal chirurgo, il quale mi ha a sua
volta consigliato di eseguire una
gastroscopia, e quando gli ho detto di averla già richiesta e di essere in attesa di farla mi ha confermato che avrei potuto aspettare il
tempo preventivatomi per la farla in sedazione. Ma a fine maggio, non avendo ricevuto nessuna comunicazione in merito ho
chiesto informazioni e mi è stato
risposto che probabilmente sarei
stata chiamata dopo la fine di giugno, poi ancora a luglio o agosto.
Ai primi di settembre sono tornata a chiedere che fine avesse
fatto la mia prenotazione e mi è
stato detto che a settembre non
sarei stata chiamata e neppure ad
ottobre, forse a novembre, sempre che non fossero subentrate
delle priorità. Mi è stato anche
detto che se avessi deciso di fare
l’esame senza sedazione di sicu-
ro l’avrei fatta da tempo.
Certo, se avessi saputo che
sarebbero passati tutti questi mesi senza che venissi
chiamata per fare l’esame,
probabilmente avrei optato per una soluzione diversa. Ciò che mi rendeva più
perplessa era quella parola
“priorità”: mi sono chiesta
se mai sarei stata chiamata
per fare l’esame, se continuavano ad esserci richieste reputate
prioritarie rispetto alla mia. A quel
punto, anche un po’ preoccupata visto che i miei dolori non erano cessati, ho deciso di andare a
parlare con il dott. Scuderi che
mi aveva visitata la scorsa primavera e chiedergli consiglio sul da
farsi. Dopo essersi stupito a sua
volta che fossi ancora in attesa di
fare l’esame si è informato personalmente, e ho potuto finalmente fare la gastroscopia, prima
della fine di settembre. Esattamente otto mesi dopo che mi
ero recata al CUP per la prenotazione. Per questo desidero ringraziare molto il dott. Scuderi,
per la gentilezza sua e del personale presente al momento dell’esame, i cui esiti sono risultati per me positivi”.
S.B.
Ospedale: “Una demolizione in piena regola”
SABATO
16 ottobre
ore 10
Su disposizione del Tribunale
del Riesame di Padova (ordinanza del 22 settembre), lo
scorso 1 ottobre i Forestali hanno provveduto al dissequestro
del materiale derivante dalla demolizione del fabbricato “ex
uffici amministrativi” dell’ospedale civile di Asiago. Il
materiale era temporaneamente
stoccato presso la sede della
Brenta Demolizioni, che aveva eseguito la demolizione della palazzina. Il sequestro era
avvenuto dopo alcuni mesi di
indagini in cui si appurava che
i camion che avrebbero dovuto trasportare il materiale, migliaia di metri cubi, al proprio
sito di bonifica di Lendinara in
Provincia di Rovigo per risanare il materiale prima di un suo
eventuale riutilizzo, lo portavano invece a Villa del Conte.
Durante i controlli dei registri e
dei documenti di trasporto
emergeva che i formulari di
identificazione del rifiuto, riportavano una destinazione diversa da quella dove effettivamen-
te veniva depositato. Risultavano comunque regolari le opere
di demolizione e riduzione dei
rifiuti. Con il materiale erano
stati sequestrati anche diversi
documenti atti a provare il non
regolare svolgimento di scarico e stoccaggio dei rifiuti. “Il
Tribunale –dichiara l’Avv. Salvo Renato Cerruto, legale della
ditta – ha accolto in pieno la
nostra tesi riconoscendo che
il materiale movimentato costituiva un sottoprodotto in
quanto suscettibile di
riutilizzazione, e non certo un
rifiuto, in questo modo confermando la legittimità dell’operato della Brenta Demolizioni”.
“Vogliamo smentire quanto affermato in merito alla necessità
di risanare il materiale asportato
– precisa la Brenta Demolizioni evidenziando che la stessa ULSS
aveva rilasciato la dichiarazione
di avvenuta bonifica del cantiere
da materiali contenenti amianto;
copia della quale è stata consegnata agli agenti in sede di controllo”.
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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Turismo estivo: l’Altopiano “tiene”
TURISMO
Escursioni guidate, alla
scoperta della flora e
della fauna, per apprendere il mondo della malga. Un voler avvicinarsi alla natura e
riavvicinarsi a quegli
antichi mestieri che facevano parte integrante della nostra società
rurale di un secolo fa
ma che inesorabilmente sono andati perduti
nel tempo. E’ questo
tipo di offerta turistica
che l’ospite altopianese
chiede.
E sono questi i punti di forza
dell’Altopiano che hanno
permesso al comparto turistico, nonostante la crisi, di
“tenere”. Almeno per quanto riguarda la stagione estiva. E’ quanto emerge dai
primi dati diffusi dall’Ufficio
Turismo della Provincia confermati dai dati Istat della
Regione Veneto. Un flusso
turistico che ha sostanzialmente tenuto nel corso del
2009 e 2010 con arrivi e presenze alberghiere addirittura in aumento del 20,51% nel
mese di luglio rispetto al 2009
e del + 24,21% rispetto al
2008 con 7.567 arrivi e
38.286 presenze. Anche il
settore extra alberghiero ha
visto aumenti significativi
con 5496 arrivi (+ 7,79% sul
2009) e 63.390 presenze (+
6.07%).
Secondo i dati della Provincia, registrati anche aumenti percentuali più sostanziosi nel
settore dell’alberghiero di lusso, le 4 stelle, dove sono presenti beauty farm e centri benessere
Emerge inoltre che gli aumenti percentuali sono più
sostanziosi proprio nel settore dell’alberghiero di lusso, le
4 stelle, dove sono presenti
beauty farm e centri benessere ricalcando la tendenza di
richiesta del mercato turistico nazionale ed europeo.
Non bene invece i primi dati
di agosto. Sugli elaborati dell’ufficio statistico provinciale
gli arrivi e presenze al dettaglio di 22 alberghi su 76 del
territorio altopianese, pari a
1.289 posti letto, sono in calo
registrando un – 16% di arrivi e un – 6,6% delle presenze che solo in parte si può
spiegare con un tempo inclemente e temperature al di
sotto alla media stagionale
per buona parte del mese tradizionalmente più vacanziero.
Riassumendo, complessiva-
mente da gennaio 2010
l’Altopiano registra un –
1,8% di arrivi e un -0,60% di
presenze con complessivamente 31.522 arrivi e 119.923
presenze.
Vescovi ammonisce: “Siamo competitivi, ma non si
può sperare solo nel bel
tempo”.
Un motivo di rassicurazione
ma certo non da “gran
pacche sulle spalle” secondo l’associazione albergatori. Perché quel che non emerge dai dati è il sostanziale
congelamento dei prezzi degli alberghi a fronte di costi
che
sono
cresciuti
esponenzialmente.
“Se è vero che il flusso turistico ha tenuto questo dato
nasconde una realtà diversa;
i margini di guadagno delle
aziende sono rosicchiati con
costi in aumento e prezzi fermi da anni, se non
addirittura in calo, per
rispondere alla clientela in un momento di
crisi economica – illustra il presidente dell’associazione Alberto
Vescovi – I dati di agosto, pur marginali, sono
abbastanza significativi; agosto ha eroso l’incremento di presenze
di giugno e luglio e ci
dobbiamo chiedere il
perché, analizzare il
fenomeno e porne rimedio. Non possiamo fare
turismo con il naso all’insù
sperando nel tempo”.
“Il turismo estivo altopianese,
pur migliorabile,
è
competitivo – prosegue Vescovi – E’ un prodotto in grado di soddisfare le richieste
di molteplici segmenti di mercato, dalle famiglie e anziani
agli sportivi ed atleti. Considerazioni diverse meriterebbe la nostra offerta invernale che soffre di più la concorrenza di altre località. A
fianco alla superata
impiantistica c’è una scarsa
capacità di valorizzare quelli
che sono i punti di forza come
un territorio incontaminato,
percorsi invernali in alta montagna facilmente percorribili
con ciaspole ed altro, e lo sci
nordico”.
Gerardo Rigoni
Studenti sardi sui luoghi della Sassari
Visita “della memoria” di una comitiva di studenti del comune sardo di Mores ai luoghi che hanno visto combattere i loro
avi nella Grande Guerra nelle fila della brigata Sassari. Visita al Sacrario del Leiten, alla zona dei tre monti e al cimitero
del monte Zebio, ovvero a quel lembo di terra che la popolazione asiaghese ha voluto donare ai comuni della Sardegna
tre anni fa. I ragazzi, che sono stati accompagnati dai loro
insegnanti e dal sindaco di Mores Pasquino Porcu, sono stati
accolti nella sala consigliare del municipio di Asiago dal sindaco Andrea Gios e dall’assessore Guido Carli che hanno
ricordato l’emozione della scrittrice vincitrice del Premio
Campiello Michela Murgia nel visitare il cimitero della Sassari
dove sono ricordati 212 degli oltre 1200 caduti sardi
sull’altopiano. “Il fatto che questi luoghi siano meta di visite
annuali di comitive della Sardegna gratifica la finalità dell’iniziativa” ha commentato Gios. “Venire qui aiuta a renderci
conto che non basta dire “siamo contro la guerra” ma dobbiamo operare perché le guerre non avvengano – ha aggiunto Porcu – E per far questo serve conoscere, fare amicizie,
aprire il grande libro della storia dell’uomo”. Molti sono i
legami tra l’altopiano e Mores, come ha sottolineato il luogotenente della Sassari Antonio Pinna: “Oltre al sacrificio della
brigata Sassari sulle montagne altopianesi c’è anche l’amicizia che legava il generale garibaldino asiaghese Cristiano
Lobbia al garibaldino di Mores Savatore Calvia così come il
più noto composizione del poeta di Mores Pompeo Calvia
“Natale in trincea” si riferiva proprio ad un Natale sul monte
Zebio”.
G.R.
I GEOMETRI A CONVEGNO
Tre convegni per parlare del
governo del territorio. E’
quanto ha organizzato per i
mesi di ottobre e novembre
la delegazione geometri
dell’Altopiano dei Sette Comuni in collaborazione con
il Collegio dei geometri di
Vicenza. Il primo appuntamento è previsto per le 9 di
giovedì 21 ottobre nella sala
consigliare del Comune di
Asiago dove si parlerà della struttura del Piano di As-
setto del Territorio; il rapporto PAT – PI. Il secondo
convegno si terrà giovedì
28 ottobre al Municipio di
Gallio ed il tema trattato
sarà “Il procedimento di formazione del Piano degli Interventi e i suoi contenuti.
Gli accordi tra soggetti pubblici e privati. Gli accordi di
programma. Piani urbanistici attuativi. Le aree a servizi.”
Terzo ed ultimo appunta-
mento nel Municipio di
Roana giovedì 4 novembre
con l’argomento “La
perequazione urbanistica,
la riqualificazione ambientale e il credito edilizio, la
compensazione urbanistica. La loro applicazione
nel PAT e nel PI”.
Interverranno a turno nei
convegni Stefano Bernardi,
già dirigente del Servizio di
pianificazione concertata
della Regione Veneto, Vit-
torio Corà, collaboratore
Studio Sintesi progettista
nuovo PAT di Roana, Donatella Michelazzo, responsabile Ufficio Tecnico di
Asiago,
e
Gianni
Dall’Osto, responsabile
Ufficio Tecnico di Gallio e
Roana. Per informazioni
ed iscrizioni telefonare a
Franco Leonardo allo
0424.692424 oppure a
[email protected].
G.R.
Autunno di cantieri
aperti ad Asiago
Asfaltatura strade, marciapiedi e punti luce
anche nelle contrade. Appaltati i lavori per la
messa in sicurezza delle scuole elementari e per
il rifacimento dei giardini di Piazza Carli
Partito il piano autunnale dei lavori pubblici ad Asiago. Oltre ad
una serie di asfaltature di strade
comunali (in particolare via
Ceresara, via 4 Strade, Rigoni di
Sotto, Val Longhini e via Fiume
quest’ultima anche con la realizzazione dei tombini), marciapiedi
e punti luce pubblici principalmente ai Rodeghieri e San Carlo,
l’amministrazione comunale ha
appaltato lavori alle scuole elementari e per il rifacimento dei
giardini di Piazza Carli. Per quanto
riguarda la scuola elementare
Monte Ortigara, dopo l’intervento dell’anno scorso di sostituzione dei serramenti per 350 mila euro, l’amministrazione
comunale ha appaltato lavori per quasi 550 mila euro per la
messa in sicurezza dell’edificio. Lavori quindi di realizzazione dell’impianto antincendio, di revisione dell’impianto elettrico e la collocazione di alcune porte frangifiamme. “Purtroppo i tempi di avvio dei lavori non coincidono con la pausa
estiva ma abbiamo voluto rispettare i termini per la stipula del
contratto – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo
Rigoni – In compenso l’appalto è stato aggiudicato da una
ditta locale (impresa Rossi, ndr) cosa che ci fa piacere considerata la crisi economica. Siamo altresì soddisfatti di aver
potuto avviare questi lavori perché riteniamo fondamentale
porre attenzione alle nostre strutture scolastiche nonostante
siano interventi magari poco “visibili” ma ci teniamo alla sicurezza dei nostri ragazzi”. Altri 600 mila euro saranno spesi
dall’amministrazione comunale per il rifacimento dei giardini
di Piazza Carli. Giardini che saranno totalmente rimessi a
nuovo con il rifacimento della pavimentazione e dei
sottoservizi, con il cambio dei profili delle aiuole e la sostituzione degli alberi attuali con alberi solamente autoctoni e principalmente a foglia. “I lavori che rispetteranno interamente
la tipologia della piazza – spiega Rigoni – inizieranno in primavera e dovrebbero concludersi entro la metà di giugno
consegnando alla cittadinanza e ai nostri ospiti una piazza
totalmente rinnovata”.
Gerardo Rigoni
Corso Adid sui
distillati italiani e esteri
La delegazione Adid Asiago
7 Comuni informa che martedì 12 ottobre presso il bar
Charly di Schio (vicino bus
stazione), alle ore 20,30, è iniziato il corso di 1° livello per
la degustazione e conoscenza dei distillati italiani ed esteri. Le lezioni avranno cadenza settimanale per 6 settimane più una serata per l’esame di abilitazione. Il corso
comprende valigetta con bicchieri, materiale didattico e
diploma finale, ovviamente
anche i distillati in degustazione. Il costo complessivo
per chi non è socio è di 240
euro mentre per i soci e’ di
190 euro. Per qualsiasi informazione contattare il presidente Mirko Rigoni al 3498430948
oppure
[email protected]
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Sabato 16 ottobre 2010
ECOLOGIA
Il 29 settembre scorso nella sala
delle Maschere della Comunità
Montana ad Asiago, si è svolto
uno
Work-shop
di
“Carbomark”, il progetto che
funge da “Osservatorio di
Kioto” ovvero da sportello di
consulenza nelle Regioni Veneto
e Friuli Venezia Giulia e fa da
ponte tra chi emette Co2 e chi
assorbe carbonio. L’obiettivo è
quello della gestione delle
compravendite dei crediti di
carbonio locale ed è rivolto a
piccole e medie imprese, amministrazioni locali e a proprietari forestali delle due regioni.
L’incontro era rivolto più specificamente agli eventuali acquirenti di crediti di carbonio, appunto aziende piccole e medie
del territorio. (E’ qui opportuno sottolineare la funzione della
Pianificazione Forestale di Indirizzo Territoriale - PFIT - ovvero la pianificazione forestale
su vasta area. Lo studio e la conseguente applicazione sperimentale sul territorio altopianese
commissionato alla Regione
Veneto dall’Università della
Tuscia, con la quale ha collaborato la nostra Comunità Montana nella persona del Responsabile tecnico Dr. Giuseppe
l’Altopiano
6
Progetto Carbomark: “Salvare le
foreste è il metodo più economico
per ridurre le emissioni di Co2”
Fincati, traggono origine dalle
nuove esigenze emerse a livello europeo e nazionale, inducendo molte regioni a sperimentare nelle loro aree di competenza questo ulteriore livello di
pianificazione forestale. Il PFIT
si configura come uno strumento adatto alla gestione di
territori “coerenti” nel loro insieme, riferibili ad ambiti amministrativi omogenei come per
l’appunto le Comunità Montane. Esso si pone ad un livello
intermedio tra i Piani di Assestamento e i Piani Forestali Regionali, svolgendo una funzione di trait-d’union fra le
problematiche forestali e la pianificazione urbanistica e
paesaggistica dei territori.
L’Altopiano di Asiago è stato
scelto a suo tempo, quale territorio-pilota del progetto perchè
ritenuto per le sue caratteristiche ambientali, forestali e socio-economiche, particolarmente
adatto
alla
sperimentazione. (A breve sarà
avviata una seconda analoga
sperimentazione nella Comunità
Montana di Longarone/Zoldo).
L’Altopiano, un’area di 466
Kmq, è ricoperta per buona
parte di foreste ben conserva-
te, anzi quassù il bosco avanza
troppo, rispetto a molte zone
della pianura. “Dando per
scontata la tutela, farla diventare una risorsa”. Questo in
soldoni il senso del progetto
“Carbomark”, perfettamente in
linea con la Pianificazione
Forestale che, per essere attuato, ha richiesto il contributo di
svariate figure ed enti: le Università di Padova e di Udine, le
Regioni Veneto (Veneto agricoltura e Assessorato all’Ambiente, Direzione foreste) e Friuli
Venezia Giulia, alcune Comunità
Montane, Regioni e Comuni anche fuori area, come la Val
D’Agri, il Molise, il Medio
Biferno. “Carbomark” è un progetto volto al miglioramento
delle politiche dei mercati locali e volontari del carbonio, per
la mitigazione dei cambiamenti
climatici. L’aspetto etico sottolineato da tutti i relatori, è che:
“Acquistare crediti di
carbonio, non è una scappatoia per le aziende, ma un impegno a migliorarsi sotto il profilo ecocompatibile e l’impatto ambientale”. Ci sono dei parametri ben definiti cui sottostare, dei controlli di idoneità
monitorati nell’arco di 5 anni
che, se non raggiunti, possono
Il Piano per la Zona di Protezione Speciale
Il 5 ottobre scorso, sempre nella Sala delle Maschere della Comunità Montana, è stato presentato il “definitivo” del Piano di Gestione della Zona di
Protezione SpecialeZPS
IT3220036. Il Piano è stato progettato dallo “Studio Verde” di
Bologna in partnership con
l’Istituto “Oikos” di Milano, con
“RDM Studio” e con “NIER
Ingegneria”, ciascuno per la
propria sfera di competenza.
Nell’articolo apparso sul nostro
giornale il 1 maggio scorso, avevamo pubblicato la “fase prefinale”, cui han fatto seguito la
raccolta di osservazioni da parte
di Comuni e più in generale da
tutti i portatori di interesse, con
suo conseguente perfezionamento e la stesura della bozza
completa da parte dei tecnici incaricati. Il 28 maggio è stata
invece la data di trasmissione
della bozza progettuale alla Regione, cui son seguiti due incontri con le Amministrazioni
locali. (I Comuni direttamente
interessati in quanto proprietari delle zone ZPS in questione
sono: Asiago, Enego, Roana,
Rotzo, Lusiana, Gallio, Foza).
Il passaggio successivo datato
23 giugno, è stato l’incontro fra
Regione, Comunità Montana e
Studio Verde (capofila del progetto). Questo del 5 ottobre, è
stato quindi il sesto incontro in
ordine di tempo, rivolto ai portatori di interesse, per la presentazione della versione definitiva. In queste due settimane
(fino al 20 ottobre), questi hanno l’opportunità di trasmettere
alla Comunità Montana eventuali osservazioni, che verranno prese in esame con conse-
guenti possibili aggiustamenti al
Piano stesso. Entro fine novembre, il Piano verrà adottato dalla Comunità Montana tramite
provvedimento del Consiglio.
L’atto finale sarà la pubblicazione all’Albo dei Comuni (per la
durata di tempo prevista dalla
legge) con ulteriore opportunità - stavolta aperta a tutti i cittadini - di presentare osservazioni. Dopodichè, partirà la fase
operativa finanziata dalla Regione attraverso i fondi europei.
Velocemente ricordiamo gli
ambiti operativi che contemplano i fattori di pressione per gli
habitat, le specie vegetali e animali oggetto di conservazione,
le minacce rappresentate
all’habitat stesso e le relative
azioni di gestione corredate dalle
rispettive schede. Gli ambiti
sono: forestale, agricolo, caccia e raccolta funghi, turismo
escursionismo e speleologia, aree
umide e processi naturali (fra cui
gli schianti boschivi) e conservazione e tutela delle specie vegetali
e animali. Fra le “minacce”, sempre in “pool position” l’inquinamento alle falde acquifere, causato dai processi di captazione,
antropizzazione, calpestio e
deiezioni animali; il sopravanzare
della mugheta su pascoli e praterie
alpine; la frequentazione turistica.
Per quanto concerne la fauna, sottolineato il rischio della sua sopravvivenza se non dell’ estinzione di molte specie dovute a cause diverse come la caccia, il passaggio turistico, le mutate condizioni di reperibilità alimentare. Tenuti in debito conto per la ricaduta nell’area, le mutate condizioni
climatiche, l’effetto serra, l’aumento della temperatura globale
e la tipologia di precipitazioni, sempre più a carattere monsonico. I
codici di habitat o specie sono
elencati con un numero di riconoscimento, fra cui i più importanti sono: il “4070” identificativo
del pino mugo e il “6170”: pascolo d’alta quota; l’ “8310”
(grotte: habitatat primario dei pipistrelli); il “7140”: torbiere. Riferiti a specie protette fra gli altri,
i codici: A108 (urogallo), 1169
(salamandra), A091 (aquila).
Chiudiamo, tornando all’iter formale del Piano ZPS: ultimata la
parte burocratica, chi si occuperà dell’ultimo aspetto, cioè l’applicazione sul territorio? Un “Ente
locale” non ben definito da nessuno dei presenti all’incontro del
5 ottobre. E’ folle solo pensare
che esista un’altra realtà al di fuori
della Comunità Montana, in grado di farlo...
Beppa Rigoni Scit
far “bocciare” l’Azienda. Si
premieranno invece i comportamenti virtuosi, quelli dimostrativi della presa di coscienza
da parte degli imprenditori dei
problemi ormai planetari dell’inquinamento globale di acqua
aria terra, della deforestazione,
dell’effetto serra, della necessità di sopperire all’implemento della popolazione e alla conseguente carenza di cibo, pur
rimanendo competitivi sui rispettivi mercati. Risulta esserci una notevole attenzione a livello locale e nazionale. “The
Economist”, la prestigiosa rivista britannica, ha pubblicato
in merito in prima pagina
un’immagine emblematica: un
pappagallo che si libra sulla foresta amazzonica, il più grande
polmone del mondo. Come ben
sappiamo - dal 1996 al 2005 sono stati rasi al suolo 3 milioni di ettari di foresta annui (per
la spasmodica necessità di legno in molti settori produttivi a
livello internazionale), ora contenuti a 750 mila. Se si fosse
continuato con quel ritmo, in
30 anni la foresta pluviale si sarebbe ridotta di un terzo. Anche in quelle aree qualcosa è
cambiato: c’è oggi una politica
di sviluppo sostenibile, con
l’obiettivo di espandere l’area
di foresta designata a parco
nazionale e riserva per le popolazioni indigene, sottoposta a
controlli da parte di INPE (Istituto che dal ’70, monitora le
aree amazzoniche). Purtroppo
tutti i paesi che avevano sottoscritto il Protocollo di Kyoto (in
scadenza nel 2012), segnano il
passo, l’unico vero successo
è REDD (progetto di Riduzione delle Emissioni da
Deforestazione e Degrado ambientale), che segue il principio: “salvare le foreste è il metodo più economico per ridurre le emissioni”. L’attualità è
ora trovare nuovi spazi per le
coltivazioni, incrementando la
produzione agricola senza abbattere foreste secolari, in un
ottica globale. Non è accettabile che la Cina pianti alberi sul
proprio territorio per salvaguardarsi, ma abbatta foreste in
Congo, per produrre olio di
palma! E’ come un cane che si
morde la coda e un comportamento anti-etico non più
applicabile nel quadro globale.
La ricchezza dell’Altopiano è
da sempre rappresentata dalle
foreste, che han fatto gola alle
grandi famiglie e alla Serenissima già 750 anni fa. (Si pensi
che il Comune di Rotzo, grazie
ai suoi boschi, è stato per molto tempo uno dei più ricchi
d’Italia). Per questo abbiamo
ottenuto privilegi in cambio della
sorveglianza dei confini, realtà
che è rimasta impressa nel nostro Dna e ci fa essere molto
indipendenti...Quanto descritto
è in breve il resoconto dei
Relatori introdotti dal Presidente
della Com.Mon., Lucio Spagnolo, che come sempre ha
speso parole di affetto e attenzione per la sua terra: Maurizio
Conte (Assessore Regionale all’Ambiente),
Andrea
Comacchio e Maurizio
Dissegna (Dirigenti Dipartimento Foreste/Economia Montana), Marco Marchetti (Accademia Nazionale di Sc. Forestali
– Firenze), Luigi Portoghesi
(Centro Studi Alpino – TN),
Giovanni Carraro (Direzione
Foreste Regionale), Federico
Balzan (eAmbiente), Tommaso
Anfodillo (Docente UniPD –
Ecologia forestale) e Giulio Volpi
(Starter – Società di indagini di
mercato). Tra il folto pubblico
formato da imprenditori
forestali, amministratori locali,
cittadini, anche la nostra Azienda leader, la “Rigoni di Asiago”
che già da tempo ha abbracciato il progetto. Ad oggi, la proprietà ha sottoscitto un modulo di pre-adesione, a seguito del
quale (una volta conosciuto il
valore delle emissioni di Co2 anidride carbonica - attribuito
alle attività industriali dell’Azienda calcolate da
“eAmbiente”), deciderà di acquistare le quote di carbonio per
compensare fino al massimo
consentito del 20%, le proprie
emissioni. Mossa che dev’essere di sprone ai dubbiosi che,
se non adeguatamente informati, consigliamo a consultare il
sito www.carbomark.org.
Troveranno risposta, competenza e assistenza.
Beppa Rigoni Scit
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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I gemelli dell’Altopiano fanno gruppo
ATTUALITA’
Una delegazione altopianese in provincia di Verona per l’intitolazione di
una via a Suor Bakhita che si vorrebbe far diventare “patrona dei gemelli”
Tiro a segno Asiago
Centrata la rinascita
Tempo di bilanci per il tiro a segno di Asiago. Dalla riapertura,
avvenuta il 30 marzo, ad oggi la struttura può vantare una realtà
in costante crescita. Dopo il lungo periodo di inattività cagionata
da problematiche sorte in consiglio di amministrazione, si è passati al commissariamento che vede Marco Sartori far risorgere
l’importante sodalizio, unitamente a Massimo Giancola e Agostino
Vezzosa, e ad una schiera di volontari che hanno collaborato
fattivamente per rimettere in sesto quello che ormai era un poligono abbandonato. Dai zero soci della scorsa primavera si è
passati ora circa 80 iscritti. Tra gli assidui frequentatori delle
pedane si annoverano le Forze dell’Ordine, che obbligatoriamente devono cimentarsi nell’uso delle armi, poi gli appassionati della pratica sportiva e gli agonisti che usano il tiro a segno per
allenarsi in vista di manifestazioni a livello regionale e nazionale
(Cristina Volpi, vicecampionessa di pistola sportiva donne a squadre, si allena qui). A chiudere la stagione del poligono altopianese
sarà il Trofeo Città di Asiago (30 ottobre), al quale si auspica la
massiccia partecipazione di concorrenti già riscontrata per la
gara sezionale dello scorso 14 agosto. “Non possiamo che
andar fieri di quanto fatto dalla riapertura ad oggi – afferma il commissario marco Sartori – tra i progetti per il futuro abbiamo il ripristino dei tiri sulla distanza dei 200 metri.
Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare per
la messa a norma e in sicurezza dell’impianto seguendo le
direttive della Federazione. Nel 2011 poi andremo alle elezioni per insediare il nuovo direttivo”.
G. Dalle Fusine
Ad un anno dalla 1° Festa dei
gemelli dell’Altopiano, il
gruppo organizzatore si ripresenta su queste pagine per
comunicare le ultime novità
agli aderenti e ai simpatizzanti. Diamo anzitutto il nostro
“Benvenuti!” ai nuovi nati
Greta, Andrea e Matteo
Fontana, a Riccardo e
Tommaso Gloder e, qualora
ce ne fossero degli altri, a tutti
i gemelli nati nel nostro territorio nel corso del 2010. Noi
siamo già in contatto con i
loro felici e indaffarati genitori e, naturalmente, ci auguriamo di averli fra noi in occasione della prossima festa
dei gemelli, che contiamo di
celebrare nel settembre 2011.
Come alcuni già sanno, fin
dalla nascita del nostro gruppo, siamo entrati in contatto
con la prima realtà di questo
genere, formatasi in Italia nel
1998; il Gruppo Gemelli di
Albarè di Costermano (VR),
un paese di 1000 abitanti che
conta ben 13 coppie e che è
gemellato con Obenrdorf am
Lech (Baviera), che vanta
una situazione analoga.
Verso la fine di settembre alcuni di noi hanno partecipato
alla prima parte della loro festa annuale, che comprendeva una celebrazione particolare e cioè il decimo anniversario della canonizzazione di
Santa Giuseppina Bakhita
(Madre Moretta), la piccola
schiava sudanese divenuta
suora canossiana e vissuta
per oltre quaranta anni a
Schio, dove è morta nel 1947
e l’intitolazione, proprio a
Bakhita, di un nuovo parco
giochi che sorge lungo una
via in cui abitano, fra le altre,
sei famiglie con figli gemelli!
Anche Bakhita aveva una
sorella gemella e, inoltre, in
questi ultimi anni ha ottenuto
dal Cielo alcune grazie particolari a favore dei gemelli.
Per questo si stanno
reccogliendo delle firme per
ottenere la sua nomina a
“patrona dei gemelli”.
Alla festa di Albarè di
Costermano erano presenti
Fatou Kine Boye (Bakhita)
e Julia Pavel (la figlia di
Aurora), due attrici del film
“Bakhita” che è stato trasmesso dalla Rai nell’aprile
del 2009.
La loro testimonianza sulla
forte influenza che la figura
di Santa Bakhita continua ad
esercitare nella loro esistenza è stata veramente toccante ed è riuscita a coinvolgere
emotivamente tutti i partecipanti, fino ai più piccoli che,
contrariamente alle aspettative, non si sono affatto annoiati! Abbiamo infine constatato, con grande piacere,
che queste giovani attrici hanno conservato un atteggiamento di grande semplicità e
di umiltà nei rapporti con tutti quelli che le avvicinano.
Tornando a noi, c’è una piccola novità: abbiamo a disposizione i nuovi adesivi per
auto che riportanto il nostro
logo. Chi fosse interessato ad
averne ci può contattare ai
numeri telefonici 3483161738
e 3402776241. Si trovano
anche al negozio Interoffices
di Asiago. E’ anche questo un
modo, seppure molto semplice, di farci conoscere e di
sentirci uniti come appartenenti al Gruppo gemelli. Gradiremmo inoltre essere contattati per qualunque contributo di idee e di proposte o
per un eventuale scambio di
vestiario, giocattoli, passeggini, seggioloni e seggiolini e
quant’altro per i più piccoli.
Ricordiamo che è solo dalla
collaborazione che nascono e
si sviluppano le realtà più efficaci e più durature.
Gruppo Gemelli Altopiano
Alla scoperta del nostro territorio: Malga Camporossignolo
Giovedì 23 settembre 2010 noi bambini delle classi seconde
e terze della scuola primaria “Monte Ortigara” di Asiago,
con le nostre insegnanti siamo andati a malga
Camporosignolo, a circa 1158 metri di altitudine, nel comune di Lusiana per conoscere un’attività tipica del nostro territorio: la produzione del formaggio in malga. Abbiamo percorso il tragitto un po’ in corriera e un po’ a piedi, camminando tra i boschi di abeti rossi e faggi colorati.
Appena siamo arrivati ad aspettarci c’era un veterinario: il
dottor Paolo Longhini, questi ci ha spiegato che alcune pozze sono verdi perché inquinate in quanto oggi le mucche
mangiano di più di una volta e gli escrementi che producono, con la pioggia, finiscono nella pozza e vanno a nutrire le
alghe; per eliminarle si dovrebbe ossigenare l’acqua.
Nel pascolo c’erano 80 mucche da latte di 3 razze diverse:
frisona, rossa pezzata e bruna alpina.
Camminando tra i pascoli, tutte queste mucche percorrono
11-12 km di strada al giorno e producono 1100 litri di latte.
Entrati nel laboratorio caseario della malga, un casaro ci ha
spiegato come si fa il formaggio.
Il latte viene messo in una caldera a vapore e scaldato fino
a circa 35°- 48° gradi a seconda del tipo di formaggio che si
vuole fare: può essere tosella, ricotta, pressato, ecc…
Vengono aggiunti fermenti e caglio( sostanza ricavata dallo
stomaco dei vitellini da latte) che fa “indurire” il latte.
Mentre piano piano il latte diventava formaggio, il casaro ci
ha mostrato come usa alcuni dei suoi strumenti:
·la rotella che serve per non far attaccare il formaggio alla
caldera; ·la lira che serve per fare un taglio nella cagliata
della grandezza di una noce;
·lo spino che taglia fino alla grandezza di un chicco di riso;
·le fasare (stampi) dove ogni giorno vengono prodotte 14
forme di formaggio
Passata una mezz’oretta la cagliata (tosella) era pronta e
l’abbiamo assaggiata: che buona!
Il veterinario ci ha portati anche nella sala mungitura dove,
alle mucche, prima di essere munte vengono disinfettate le
mammelle per evitare infezioni varie.
Ci è stato detto che una mucca ha quattro stomaci che abbiamo auscultato con lo stetoscopio: rumine, reticolo, omaso
e abomaso.
Le mucche non avevano le corna!?! Abbiamo scoperto che
vengono loro tagliate in giovane età perché al pascolo non si
feriscano tra di loro come era successo alla vacca di nome
Rossa che hanno dovuto operare e che ora, poverina, è senza
coda. A pranzo abbiamo gustato i prodotti offerti dalla malga:
formaggio e sopressa. Che bontà!!!
Siamo entrati anche nel porcile dove c’erano 45 maiali
gassottelli e puzzoni, ma pronti per diventare squisiti salami,
prosciutti, pancette, salsicce, ecc …
È stata davvero un’escursione bella ed interessante, abbiamo imparato tante cose, al ritorno eravamo tutti felici per
avere trascorso una giornata insieme, immersi nella natura
del nostro caro Altopiano.
Un grazie al dottor Paolo Longhini, ma soprattutto un a
te Maestra Montagna.
Alunni classi 2^ e 3^ di Asiago
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Sabato 16 ottobre 2010
ATTUALITA’
l’Altopiano
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Presunta uccisione dell’orso Dino
a che punto sono le indagini?
Sembra siano emersi elementi interessanti, ma per il momento tutto resta ancora top secret
Mercatino dell’antiquariato,
ad Asiago ultimo appuntamento
Bandiera a scacchi per il
Mercato dell’Antiquariato e
Collezionismo di Asiago che
domenica prossima 17 ottobre chiude la stagione del
rilancio. Un percorso di sei
appuntamenti iniziato nella
terza domenica di maggio.
Edizione dopo edizione il
mercato ha saputo crescere
in qualità e quantità dando
così ragione al lavoro di
sinergia tra l’Amministrazione Comunale di Asiago ed Il
Tritone. Soddisfatto l’Assessore al Turismo di Asiago
l’avv. Roberto Rigoni che ha
fortemente voluto e sostenuto il nuovo corso: << Quest’anno abbiamo visto crescere il livello del nostro
mercatino dell’antiquariato sia in termini di
quantità degli espositori
coinvolti e sia sotto il profilo della qualità delle
merce esposta. E’ per noi
un motivo di grande soddisfazione l’aver assistito al successo di questo
evento strutturato per
qualificare la nostra immagine turistica e per attrarre moltissime persone
dalla pianura. Ringrazio,
per il grande lavoro svolto, l’associazione “Il Tritone” di Vicenza, in particolare la Signora Anna
Marsiletti, che da quest’anno ha assunto l’impegnativo compito di organizzare e gestire il nostro mercatino >>.
Appuntamento quindi a domenica 17 ottobre per l’ultimo Mercato di Asiago nel
cuore del centro cittadino:
due passi n el cuore
dell’Altopiano tra collezionismo ed antiquariato.
“Hanno ucciso l’orso, l’orso è
vivo!” La melodia si sente
cantare nelle valli più sperdute dell’Altopiano; pare che un
canzoniere con le sembianze
metà orso metà De Gregori
nelle notti attraversi boschi e
pascoli per intonare il suo dolore. Una sofferenza data dall’incertezza sulle sorti dell’orso (forse Dino, forse no)
presumibilmente ucciso a Foza
(…no a Gallio, no a
Camporovere, ciò a Val Capra “di Gallio” …) insomma è
stato ucciso, è una certezza.
Una certezza data da non si
sa che, ma caspita è stato
ucciso. Così come è una certezza che è stato mangiato in
una sorta di festa del solstizio
(a Gallio, no a Marcesina, no
a Foza, nel campo sportivo, in
Ad Asiago un corso di formazione per allenatori
Nell’ambito del progetto
“Time out” per la promozione dello sport sano, proposto
dal Centro Studi Ceis in collaborazione con il Sert (Ulss
3), con la Comunità Montana e i Comuni dell’Altopiano,
ha preso il via ad Asiago lunedì 11 ottobre (ore 20.30, in
Comunità montana) un corso di formazione per allenatori. “Una serie di incontri –
ha sottolineato nella conferenza stampa di presentazione Sabrina Passuello, assessore alle politiche sociali di
Lusiana – non per lavorare
sul disagio, ma sulla cultura
del benessere, come prevedono le finalità della legge
regionale 309 (fondo regionale lotta alla droga), grazie
alla quale questa e altre iniziative vengono finanziate”.
“Questo è il secondo percorso proposto alle società spor-
una vallata, in casa di amici
…). Insomma, caspita, è stato mangiato e basta. Lo dicono migliaia di frequentatori di
Facebook e di blog, cioè gente autorevole mica quattro
montanari che non capiscono
un’acca stracca. Ma infine a
che punto sono le indagini? Se
lo chiedono in molti, giornalisti
compresi (e anche gli asini, ritornati ad una vita tranquilla).
Ripercorrendo tutta la vicenda che ha animato l’estate di
chi non è andato in ferie, i fatti
riportati dai giornali sono: un
cacciatore di Cittadella è stato invitato ad un banchetto
ferragostano con orso come
piatto principale. Orso soppresso da quattro cacciatori
dopo un’incursione in un allevamento bovino con l’uccisione di alcuni vitelli. Dopo
l’orsicidio i cacciatori se lo
sono scuoiato, sezionato e riposto in vari freezer. Data la
notizia, subito sono partite le
indagini da parte di Polizia provinciale e Corpo forestale coordinati dal pm Monica Mazza della Procura di Bassano
che hanno sentito centinaia di
persone tra cacciatori, abitanti delle valli indicate e persone presumibilmente informate sui fatti. Sono state
acquisite numerose prove, tra
cui pare della carne sospetta in
un freezer, e interrogate formalmente, pare, per ora quattro persone. Nessun iscritto al registro
degli indagati e nessuna traccia
definitiva, manca insomma la
cosiddetta “pistola fumante”.
Indagini comunque che proseguono e che vedono numerosi
agenti della polizia provinciale
impegnati nel controllo delle zone
e agenti forestali della Nicap di
Vicenza e della stazione di
Roana a passare a settaccio le
testimonianze raccolte. La sensazione è che qualcosa sia stato
trovato. Non si sa se inerente all’uccisione dell’orso o, più probabilmente, qualcosa emerso inaspettatamente durante gli indagini. C’è chi parla di traffico di
cacciagione illecito e chi invece
mormora di battute di caccia illegali organizzate da imprenditori della pedemontana. Rimane,
questo sì una certezza, che le sorprese in questa storia non sono
finite e che potranno riservare
qualche verità sopportata da riscontri reali e risvolti giudiziari
concreti. Conclusione auspicata
da tutti per mettere fine ad una
storia contornata da troppi “si
dice” e da pochi fatti che ha
inasprito un dibattito con al
centro i cacciatori che di questa storia non c’entrano in
alcun modo.
G.R.
Giornata con l’ADMO
tive dell’Altopiano – ha ricordato Luca Bortoli, operatore
del SerT di Asiago – in un
percorso continuativo, con
una serie di azioni comprese
nel progetto “Alcool out”,
con l’obiettivo anche di creare un linguaggio educativo
comune tra le società sportive”. “Lo sport costituisce un
fattore protettivo rispetto alle
dipendenze. Se chi insegna
ha le dovute competenze,
l’instaurarsi di un clima
relazionale positivo viene favorito, così come la crescita
personale” ha aggiunto
Marcello Manea del Ceis.
Gli incontri programmati, che
si propongono di offrire un
approfondimento tecnicoesperienziale sulla gestione
delle relazioni con gli atleti e
la conduzione di un gruppo,
affronteranno i seguenti temi:
leadership dell’allenatore, la
cooperazione in gruppo/squadra, i messaggi positivi, il gruppo e le relazioni tra teoria e
pratica. Il corso è rivolto agli
allenatori di tutte le società
sportive dell’Altopiano. La
partecipazione è gratuita. Per
informazioni rivolgersi al
335.1336475.
Stefania Longhini
Con il patrocinio del Comune di Asiago e dell’Ulss 3, l’ ADMO
Vicenza, associazione donatori di midollo osseo della provincia, in collaborazione con l’AVIS Altopiano, organizza ad
Asiago per domenica 17 ottobre una giornata per le
tipizzazioni (prelievo di sangue per diventare potenziali donatori). Al Distretto socio sanitario di Asiago, in via Monte
Sisemol, dalle 9 alle 16 verranno effettuati i prelievi di sangue per chiunque voglia entrare nel registro dei donatori.
Per l’intrattenimento dei bambini verranno qui allestiti anche
dei giochi gonfiabili. Per tutto il giorno, in piazza sarà presente un gazebo per informare sulla donazione di midollo
osseo. Alle 11 in duomo, per chi vuole, Messa con i soci
ADMO, AVIS e AIDO dell’Altopiano.
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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Sabato 16 ottobre 2010
STORIA
l’Altopiano
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Una croce allo Sprunk, luogo intriso
del sangue dei giovani italiani
In memoria di 12 soldati della brigata Catanzaro si ricorda oggi quello che per troppo tempo si è voluto dimenticare
Una croce in legno essenziale disadorna uguale a quelle
dei vecchi cimiteri di guerra
(i tre del Mosciagh ad esempio) è stata da poco piantata, a fianco della voragine
dello Sprunk, in memoria dei
12 soldati della brigata
Catanzaro fucilati sul posto
e pare gettati nella voragine,
anzi nella foiba, per cancellare le tracce del misfatto. E’
proprio di questi giorni la sua
benedizione da parte di Don
Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano viennese, per
quel senso di universalità
della morte e del dolore, che
non han trincee né confini.
Don Floriano aveva visitato
i luoghi in cui sono caduti anche i suoi conterranei, già nel
2002, dove aveva accompagnato anche il Principe austriaco Xent Schonburg. La
croce porta un cartello con i
nomi dei 12 soldati fucilati e
scaraventati nell’orrido, in
quanto ritenuti disertori: lì
giacciono, a meno 87 mt.,
humus della terra per la quale sono stati immolati. Le ricerche storiche e il
sopralluogo allo Sprunk, effettuati dal Dr. Mario Saccà,
catanzarese, hanno dimo-
strato l’esatto contrario, malgrado le
molte ambiguità contenute nella redazione dell’inchiesta parlamentare
su
Caporetto. Questo
semmai è uno dei
tanti casi registrati di
incapacità e indegnità della classe dirigente militare, come
ampiamente documentato nei processi
subito successivi il
1918. Dal giornale
“L’Avanti” del 1919,
la lettera di un ufficiale: “Caro Avanti”, la campagna
da te intrapresa
contro i fucilatori è
sacrosanta e tutti
gli onesti, qualunque sia il partito di appartenenza, devono approvarla. Chi potrà mai descrivere
l’orrore
delle
decimazioni ordinate da
comandanti di Corpi d’Armata e di Divisioni?...”
Malnutriti, malarmati, esausti, senza cambi in prima linea, pieni di pidocchi e malattie, terrorizzati dallo strapotere nemico, ciononostante
sempre avanti allo stremo
delle forze. Lunghe le notti
del 26 e 27 maggio 1916 sul
Moschiagh e sullo Sprunk,
fra una bufera di fuoco e un
diluvio di grandine e
d’acqua...ordini, contrordini,
visibilità zero, fragore a mille,
sbandamento: “...In un tratto
della prima linea si determinò il panico e gruppi di soldati fuggitivi si abbatterono
sulle
linee
retrostanti, mentre
alcuni graduati
gridavano: “Ritiratevi, scappate,
sennò vi fanno
prigionieri”. Alcuni cariaggi d’artiglieria, i cui cavalli si erano
imbizzarriti per
l’uragano, piombarono tra le tende dietro la prima
linea: tutti questi
fattori determinarono
lo
sbandamento di
centinaia di soldati che si sparpagliarono nei boschi intorno. Molti
furono raccolti,
riuniti e ricondotti
in linea, altri si persero e
solo il mattino dopo, tornarono al reparto. Qualcosa
non era funzionato nel comando e gli ufficiali catturati dal nemico in quella battaglia, presentarono precisa relazione in merito alla
Commissione d’inchiesta...”. In quel caso, non spettò al tribunale di guerra decidere, ma alla “giustizia” som-
Una lapide per il fante Meucci,
caduto nel 1918 in Val Magnaboschi
L’Altopiano dei 7 comuni essendo stato teatro degli eventi
bellici nella prima guerra mondiale è una continua miniera
di memorie che affiorano, dal terreno oppure nelle vecchie
case si possono ancora trovare alcuni reperti e lapidi che
ricordano fatti accaduti o nomi di militari caduti.
Recentemente un gruppo di appassionati rinveniva in
contrada Buscar di Asiago una lapide risalente alla guerra
1915-18. Essendo la stessa su terreno privato, Rigoni Sergio Pun ha chiesto al proprietario di poterla recuperare e
collocarla in un sito ove meglio valorizzare il suo interesse
storico. Dopo la risposta affermativa la lapide è stata restaurata e portata al luogo di origine. L’iscrizione marmorea
con inciso una croce riporta le seguenti iscrizioni: “COME
NAVE SBATTUTA DALLE PROCELLE CONTRO GLI
SCOGLI SI SFASCIA IL SOLDATO MEUCCI
FERDINANDO 11° FANTERIA 4a. COMPAGNIA TOL-
SE DI VITA SCOPPIO FORTUITO DI BOMBA IL 15/02/
1918. REQUIEM”. Ferdinando Meucci di Oreste era nato
a Castiglion Fiorentino (Arezzo) il 23 febbraio 1897. Essendo un soldato appartenente all’Arma di Fanteria, il gruppo ha
pensato bene di avvisare la Sezione del Fante presente sul
territorio. Dopo alcune ricerche è risultato che lo stesso
Meucci venne inizialmente sepolto nel cimitero Italo-Austriaco
di Val Magnaboschi a Cesuna. I poveri resti furono poi stati
traslati negli anni 30 al Sacrario Militare di Asiago. Meucci
apparteneva alla Brigata “Casale”, i cui militari erano noti
con l’appellativo di “Gialli del Calvario” (il M. Calvario si
trova nei pressi di Gorizia, dove la stessa Brigata con le mostrine gialle combatté strenuamente). Il reparto per un anno
presidiò in prima linea sul fronte sud dell’Altopiano, proprio
nella zona in cui avvenne il decesso dello sfortunato ricordato con l’iscrizione marmorea. La “Casale” lì rimase sino al 6
aprile del ’18, sostituita per l’avvicendamento dalla 5a Brigata Bersaglieri. Dopo
2 mesi di riposo e ricostituzione a Chiuppano
e Carrè, venne rimandata sull’Altopiano nella zona Corbin-Sculazzon sino al 26 agosto dello stesso anno. La lapide ora è sistemata sul muro perimetrale, all’interno del
cimitero di Val Magnaboschi, e il Comune
di Castiglion Fiorentino è gia stato contattato per poter trovare i parenti di
Ferdinando al fine di avvisarli del ritrovamento. La Sezione Fanti “Altopiano 7 Comuni” porge un sentito ringraziamento al
gruppo di ricerca storica, a Rigoni Sergio
Pun e alla famiglia Basso della contrada
Buscar che hanno reso possibile il recupero
della stele.
Giovanni Dalle Fusine
maria, perpetrata per il timore dell’esonero dal comando,
visto l’andamento della
“Strafexpedition”,
da
Cadorna stesso. In 12 vennero sorteggiati e passati per
le armi: il S. Ten. Giovanni
Romanelli; i Serg.: Celeste
Tabaion, Angelo Losso,
Ferdinando Catalano; i Caporali: Giuseppe Fruci, Angelo
Andreoni, Giuseppe Serio e i
Soldati: Gennaro Del Giorno,
Antonio Rega, Felice Bruno,
Giuseppe Cerruta, Bruno
Lacopo. (Analogo destino, fu
inferto il 16 luglio 1917, ad altri
fanti, sul Carso, a S. Maria La
Longa). Il colmo è che quegli
stessi soldati contribuirono all’assegnazione della medaglia
d’oro concessa dal Re Vittorio Emanuele III, al loro Reggimento (il 141°) per il valore
dimostrato al Mosciagh! Negli anni successivi perfino le famiglie dei fucilati, nei loro paesi, subirono per anni ritorsioni
e terra bruciata. Stessa sorte
toccata in modo ufficiale in
tutta la penisola, a preti, suore,
insegnanti, pubblici ufficiali, pa-
renti e affini di disertori o presunti tali. Non era bastata la
loro perdita? O in cambio del
non aver mai raccontato la verità, metterci una pezza, con la
concessione di una simbolica
pensione? Già nel 1933, grazie alle testimonianze e alle
pressioni della stampa dell’epoca, ci fu un primo gesto di
riconoscimento del torto inflitto
da parte di Re Vittorio Emanuele III, che volle presenziare a
Catanzaro, all’inaugurazione di
un monumento alla memoria,
gesto dimostrativo di presa di distanza dal regime. Presenti in
quel giorno denso di dolore e di
rinato orgoglio, alcuni dei protagonisti del 26 e 27 maggio sul
Mosciagh. E questo, fu solo il
primo passo per cancellare l’affronto (chiamiamolo pure col suo
nome: omicidio) inflitto a quei 12
poveri soldati. Un segno di riabilitazione della memoria di innocenti, un duro giudizio delle
ipocrite omissioni di coloro che
sapevano e tacquero, pagati
per un colpevole silenzio.
Beppa Rigoni Scit
Una nuova lapide a Fossetta
in ricordo di Rinaldo Rigoni
Lo scorso 8 agosto, nei pressi di Malga Fossetta, dove
puntualmente si ritrovano tutti gli anni per commemorare il
loro caro Rinaldo Rigoni, morto in quei luoghi al tempo
della Resistenza, i familiari del partigiano asiaghese hanno
deposto una nuova lapide in suo ricordo. E’ la riproduzione
di quella posta anni fa dagli amici nel punto dal quale Rinaldo
si gettò nel vuoto per sfuggire alla furia nazifascista, che
purtroppo col passare del tempo e l’avanzare della vegetazione non è più facilmente raggiungibile.
La posa è stata possibile grazie alla disponibilità dei Comuni di Asiago e Enego, dell’assessore Guido Carli, di Fabio
Pesavento e Manuel Carli ai quali va un doveroso ringraziamento.
Nella foto Bruno, Corrado e Giandomenico Longhini, Maria
Antonietta e Giovanni Rigoni (mancavano Dorina e Umberto).
ROTZO
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Sabato 16 ottobre 2010
ROANA
Automobilisti costretti a lunghe
soste per transitare per il centro di Canove, vie ed edifici
imbiancati da una spessa coltre di polvere, aria irrespirabile
per i pedoni: sono disagi che,
pur limitabili, non si possono
evitare quando sono in svolgimento lavori pubblici che interessano la carreggiata stradale. Quello che sicuramente si
sarebbe potuto evitare invece
è il colossale intasamento con
lunghissime code d’auto avvenuto nella mattinata di domenica 10 ottobre. I lavori
nella frazione roanese sono
quelli predisposti da Etra per
l’estensione della rete di
teleriscaldamento con l’ampliamento della distribuzione
di calore e l’incremento della
produzione di acqua igienico
– sanitaria e di riscaldamento
in abitazioni ed edifici commerciali della zona. L’ area
interessata alla prima fase
con posa delle tubazioni completamente interrate è quella
delle centrali via Roma e via
Milano. La prossima primavera verrà portato a termine
un secondo progetto pensato
dal Comune di Roana per le
vie limitrofe: agli incroci con
piazza San Marco, via Cesare Battisti e via XXV Aprile
saranno pertanto sistemate
apposite connessioni dalle
quali potranno poi ramificarsi le tubazioni secondarie. “Si
tratta di un provvedimento
d’importanza significativa. –
ha dichiarato il presidente di
Etra, Stefano Svegliado – Il
“riscaldamento a distanza”,
procedura poco diffusa ma
l’Altopiano
11
A Canove in svolgimento i lavori per il
teleriscaldamento e il traffico va in tilt
Il sindaco Frigo assicura:“I disagi patiti dagli automobilisti domenica 10 ottobre non si ripeteranno”
dalle notevoli prestazioni, permette di distribuire energia a
costi molto contenuti sia economici che ambientali: questo
perché l’acqua calda che viene prodotta nella centrale
principale, una volta distribuita agli utenti tramite
scambiatori e quindi raffreddatasi, può essere facilmente
recuperata, riportata a temperature elevate e riutilizzata. Rispetto ai tradizionali sistemi di
produzione di calore, il
teleriscaldamento permette, a
parità di energia generata, un
minor utilizzo di combustibile. A Canove, inoltre, l’impianto sarà completamente alimentato da biomasse legnose
di origine organica, con con-
seguente
limitazione
dell’anidride carbonica emessa. Una soluzione quindi sicura e rispettosa dell’ambiente,
che in Italia viene sfruttata soprattutto nei centri urbani del
Nord, ma che contiamo possa diffondersi altrove”. I lavori
di posa delle tubazioni avvengono in concomitanza con la
collocazione sulla stessa distanza di un nuovo acquedotto, che
consentirà l’eliminazione delle
perdite rilevate nei mesi scorsi
nelle rete idriche di Canove e
Camporovere. “Questi lavori
interessano direttamente la strada provinciale – dicono da Etra
- per questo i nostri operatori
hanno predisposto una serie di
misure atte a limitare il più pos-
sibile i disagi al traffico, garantendo, per tutto il corso dell’intervento, la viabilità in entrambi i sensi di marcia con apposita segnaletica e semafori”. Misure che però si sono rivelate
del tutto inadeguate, particolarmente, come detto, nella mattinata di domenica 10 ottobre,
quando il traffico stradale è
andato letteralmente in tilt. Il
culmine dei disagi è coinciso
con la giornata festiva e l’arrivo dei turisti domenicali, rimasti a lungo bloccati senza capire perché, tanto che in molti
sono scesi dalle automobili incamminandosi a piedi verso il
paese, per cercare di sapere
cosa stesse succedendo. Era
l’una passata, quando, con il
traffico ormai completamente
congestionato e gli automobilisti che protestavano suonando
il clacson, sono intervenuti i carabinieri di Canove per regolare il traffico con la paletta. Sono
stati sufficienti una quindicina
di minuti per risolvere il problema, mettendo fine all’intasamento che durava da ore. Poi
si è evitato che la situazione si
ripetesse facendo intervenire il
personale della ditta che esegue i lavori e i vigili urbani.
Ma chi aveva assistito al formarsi via via di code sempre
più lunghe o vi si è trovato
direttamente coinvolto, si è
chiesto perché non si fosse
provveduto, con la presenza
di vigili urbani, a tenere sotto
controllo la circolazione fin
dal mattino o attuato una soluzione diversa, che avrebbe
evitato la figuraccia fatta con
chi arrivava in Altopiano per
una giornata di riposo e relax:
sarebbe bastato istituire un senso unico temporaneo facendo
transitare per Via Milano chi
procedeva verso Asiago, e deviare per piazza S. Marco e Via
XX Maggio chi viaggiava in
senso contrario. Sentito in
proposito, il sindaco di Roana
Valentino Frigo, dopo un incontro con i responsabili dei
cantieri e il comandante della
polizia municipale per capire
il perché dell’accaduto e predisporre che i disagi non possano ripetersi, ha riferito che
in seguito alla rottura di un
tubo dell’acqua durante i lavori, la cui riparazione andava
per le lunghe, la ditta ha pensato di non richiudere il canale per
la domenica, come invece previsto, tenendo in vigore il semaforo. “Semaforo regolato
tra l’altro con gli stessi tempi
in un senso e nell’altro – ha
spiegato il sindaco - quando
invece gli automobilisti che
transitavano in direzione Asiago
erano molti di più rispetto a
quelli che percorrevano la
strada in senso contrario, e
questo ha fatto sì che alla fine
il traffico andasse in tilt. Pur
non trovandomi in paese, nella
mattinata di domenica ho contattato telefonicamente la polizia municipale perché provvedesse a limitare i disagi, ma
ci è voluto più tempo del previsto per riuscire a far intervenire
chi
poteva
temporizzare il semaforo in
modo diverso, e alla fine si è
creato l’intasamento. Per
quanto concerne l’ipotesi di
istituire un senso unico e deviare il traffico per vie laterali, trattandosi di strada provinciale sarebbe servita l’autorizzazione dell’Anas, che non
avevamo. Per i prossimi
week-end abbiamo stabilito
che il sabato sera il canale
debba obbligatoriamente essere totalmente chiuso in modo
da ripristinare la normale circolazione nei due sensi. Ho disposto inoltre un’ordinanza
perché sia al mattino che alla
sera venga bagnato il tratto interessato dai lavori in modo
da limitare la polvere”.
Silvana Bortoli
due parroci nel bollettino settimanale – è certamente tanto e
faticoso, perché siamo chiamati
a rivedere e ripensare insieme
una nuova realtà pastorale, e
c’è bisogno della collaborazio-
ne e dell’impegno di tutti: per
questo l’accoglienza ricevuta
domenica 3 ottobre è stata davvero motivo di grande consolazione.” Con l’avvio dell’unità
pastorale sono stati resi noti i
nuovi orari delle liturgie sia feriali che festive nelle tre chiese
parrocchiali, oltre a quelli in cui
i fedeli possono incontrare i
preti nelle varie parrocchie.
Silvana Bortoli
“La comunione fa la forza”
Nella celebrazione eucaristica di avvio dell’Unità Pastorale di
Canove il vescovo Mons. Mattiazzo ha esortato i fedeli a intraprendere
con fiducia il nuovo percorso di unione delle tre parrocchie
I nuovi parroci, don Gianni
Bocchese e don Stefano
Margola, accolti di fronte al palazzo municipale dal sindaco,
dalla banda musicale Monte
Lemerle di Cesuna, da rappresentanti di vari gruppi tra cui
Alpini e Fanti, e dai fedeli, e poi
il corteo a piedi fino al sagrato
della chiesa parrocchiale di
Canove, l’incontro con il vescovo, la celebrazione
eucaristica con il mandato di
ministero ai due sacerdoti: ha preso così ufficialmente il via domenica 3
ottobre l’Unità Pastorale
di Canove, che comprende le comunità cristiane
di Canove, Cesuna e
Treschè Conca. “L’unità pastorale, già avviata
da tempo in altre comunità – ha detto tra l’altro
il vescovo di Padova
Mons. Antonio Mattiazzo
– si rende necessaria non
solo per il calo dei sacerdoti, ma anche per la di-
minuzione delle nascite, dovuta alle difficoltà oggettive che
si trovano ad affrontare al giorno d’oggi le coppie: problemi
di lavoro, impossibilità di trovare casa, incertezza nel futuro. Se non nascono bambini piano piano chiudono asili e scuole, e di conseguenza tutto viene ridimensionato. La decisione di istituire questa nuova
Unità Pastorale non è stata
presa a cuor leggero: ci abbia-
mo molto riflettuto e ragionato, sappiamo bene come inizialmente possa creare
disorientamento nei fedeli. Ma
non deve essere recepita come
un qualcosa che viene a mancare, anzi, si tratta di un’opportunità di unione delle forze
con nuovi momenti di
condivisione fra abitanti di
paesi diversi, sotto la guida non
di uno, ma di due parroci, che
per poter meglio operare avranno bisogno soprattutto della vostra collaborazione. Un nuovo
percorso che va intrapreso dunque con fiducia e gioia”. E si sono
detti fiduciosi nel futuro anche i due parroci don Gianni e don
Stefano, pur trovandosi ad affrontare anche
loro un percorso diverso da quello finora
fatto. “Il lavoro che ci
aspetta – scrivono i
“Il pane della condivisione”
Il numeroso gruppo di chierichetti provenienti dalle tre parrocchie, la bandiera di Canove e quelle di ogni
contrada di Treschè Conca, il gruppo in costume che ha portato i ciclamini, simbolo di Cesuna, e poi i doni
dell’offertorio: tutta la cerimonia che ha sancito l’avvio dell’Unità Pastorale ha offerto spunti di come i
fedeli si stiano predisponendo con disponibilità verso il nuovo percorso insieme. Particolarmente significativa è stata la distribuzione al termine della messa del “pane della condivisione”, iniziativa dei tre
consigli pastorali, presentata con queste parole: “E’ il momento di tornare nelle nostre case con il cuore
pieno di quel bene che il Signore ha riversato nelle nostro animo. Lo vogliamo fare mettendoci subito
nella disponibilità a camminare insieme. All’uscita dalla chiesa troveremo delle ceste con il pane prodotto
dalle mani dei cinque fornai dei nostri tre paesi: prendiamolo e spezziamolo nelle nostre famiglie, è il pane della
condivisione. Lo Spirito Santo ci renda capaci di gustare il pane dell’accoglienza, il pane del rispetto reciproco,
il pane dell’aiuto fraterno così da costruire insieme al nostro padre Vescovo, ai nostri sacerdoti e alle nostre
comunità una meravigliosa e grande famiglia dove ciascuno, in quanto figlio, si sente amato e accolto”. S.B.
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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L’altopiano sull’Ariane
Thomas Panozzo, ingegnere aerospaziale di Treschè Conca,
è capo progetto dei programmi satellitari per l’Ariane Espace
ROANA
L’altopiano vola sempre più
in alto. E questa volta non si
tratta di una metafora ma di
pura realtà. Thomas
Panozzo, trentatreenne ingegnere aerospaziale di
Treschè Conca, è infatti da
due anni capo progetto dei
programmi
satellitari
dell’Ariane Espace, l’ente
internazionale che si occupa
di voli missilistici a scopo
scientifico. Panozzo, dopo
essersi laureato col massimo
dei voti al Politecnico di Mi-
lano, ha preso il volo della vita
che lo ha condotto a Parigi.
Non prima di aver preso parte ad un importante progetto. Nel 2002 ha infatti partecipato ad un Master negli
Stati Uniti dove ha progettato un meccanismo che rimuoveva
l’anidride
carbonica dai contenitori per
gli esperimenti spaziali. Sfortunatamente tutto il lavoro è
andato perso perché quel
progetto viaggiava con lo
Shuttle Columbia, esploso
durante il rientro sulla Terra
e dove persero la vita sette
astronauti.
Tornato in Europa, Panozzo
ha ricevuto l’imperdibile offerta di lavorare per l’Ariane
Espace, un consorzio europeo a maggioranza francese,
Ricordo di Adriano Zovi
Ciao Késse,
già perché così eri conosciuto in paese, un soprannome
italianizzato dal cimbro e che ti legava alla parola “formaggio”. Perché quella è stata la tua vita, una vita spesa e legata
a contatto con la natura, con le tue vacche, col tuo trattore.
Proprio quel maledetto trattore, dal quale quand’ero piccolo
mi facevi sempre scendere quando i campi si inclinavano
troppo, ti ha tradito. Tradito da una passione che non hai
abbandonato nemmeno dopo la pensione. Chiederti di smettere di fare il contadino sarebbe stato come chiederti di smettere di vivere. Ci mancheranno Késse, mancheranno a tutta
via Bettinadi, le tue ronde improvvise e discrete che tanto ci
rassicuravano. Eri il guardiano della contrada, una sorta di
angelo custode della tranquillità.
Ma mancherai soprattutto a me, perché tu mi hai fatto crescere, magari anche senza saperlo mi hai insegnato la semplicità di vivere, a stare lontano dalle cose futili.
La mia mente è pregna di ricordi che mi legano a te perché
le mie giornate di bocia erano scandite dal tuo lavoro. Quante
ore passate nella stalla (e quando tornavo mia mamma mi
bloccava direttamente sulla soglia della porta chissà perché!),
puzzolente ma radioso, felice come pochi per essermi reso
utile, o magari per essere stato anche solo un intralcio, ma
contento perché sentivo di avere avuto un ruolo, di aver fatto
qualcosa di produttivo. Mi sentivo importante perché ero un
vacarèto, come simpaticamente mi chiamavano i parenti.
E come non ricordare le mie estati in contrada Sculazzòn a
Treschè Conca a fare il fieno. Io che all’epoca non uscivo
mai dai confini di Canove…era come se mi portassi a Milano!
Sento ancora in bocca il sapore del caffè (si perché, quale
trasgressione bere un caffè all’età di 8 anni!) della Maria,
tua amata mamma che mi trattava come un figlio. Una
cuccuma vecchia di decenni ma che faceva un caffè che
non ho più bevuto in vita mia (rigorosamente nel bicchiere di
vetro)!
E le mie cene doppie, prima a casa tua (patate bollite schiacciate con la forchetta e sopressa o formaggio) e poi a casa a
completare il pasto.
È l’amore che mi hai dato (tuo e di Giovanna e Vittorino),
seppur sotto quella scorza rude che ti contraddistingueva,
che mi rimarrà sempre dentro. Un ricordo indelebile, mio e
soltanto mio e che nessuno mai potrà cancellare.
Grazie Késse, per avermi insegnato tanto, per avermi insegnato che la vita non è fatta di denaro e potere ma di aria,
sole e amore per una terra che molti possono solo sognare.
Luigi Frigo Bettinado
Novità al
occupandosi dei progetti di
lancio per le telecomunicazioni tra cui telefonia, internet e
tv. «Copriamo il 60 per cento del mercato mondiale –
spiega Panozzo - di circa 25
satelliti che vengono lanciati
ogni anno, circa 15 sono
Ariane. Effettuiamo sette
lanci all’anno con due satelliti per volta». Un grande impegno ed un’altrettanto grande responsabilità se consideriamo che i costi si aggirano sui 50 -100 milioni di
euro all’anno. Un lavoro
che comprende attività, studi
e progetto di lancio che avviene dalla Guyana Francese (America Latina).
«Ci vogliono dai 18 ai 24
mesi per integrare la missione
satellite
sul
lanciatore». Detta in
soldoni, significa che servono quasi due anni per adattare il satellite dentro al
missile. Il 4 agosto di quest’anno Panozzo ha visto
partire il suo secondo razzo ed il prossimo anno il
progetto sarà ancora più
ambizioso in quanto alla
presenza dei presidenti
Putin e Sarkozy partirà un
razzo Soyuz (quello che ha
portato in orbita Gagarin,
primo uomo ad aver raggiunto lo spazio).
Il momento più delicato dell’intero progetto? Manco a
dirlo, il lancio. «Ogni lancio
dura 22 minuti ed il missile
è geostazionario, ovvero
viaggia alla stessa velocità
della Terra; 9 Km al secon-
do nel momento in cui si rilascia il satellite con la velocità in continua accelerazione».
Quali sono i progetti futuri?
«Sarò capo progetto di un
satellite “Pleiades” per
l’Agenzia Spaziale Francese;
si tratta del primo lancio su
un lanciatore russo e ci sono
voluti 10 anni solo per preparare la zona di lancio».
E sull’altopiano quando tornerai? «Spero il più presto
possibile, mi mancano la famiglia, gli amici e i luoghi della mia infanzia».
Luigi Frigo Bettinado
Ricordando Mons. Luigi Sartori
A tre anni di distanza dalla scomparsa di Mons. Luigi Sartori,
Roana ha voluto ricordarlo con una serata di testimonianze,
di letture, di canti e di musica nella chiesa parrocchiale. Dopo
il saluto del parroco don Lino Prearo e un brano di musica
organistica eseguito dalla professoressa Cristina Antonini, è
intervenuto il professor Antonio Pavan che ha ricordato come
Mons. Sartori è stato molto stimato dal mondo accademico
dell’Università di Padova. Mons. Sartori ha portato la teologia oltre le formulazioni dogmatiche, oltre l’impostazione
astrattamente centrata sulla Chiesa. Ha portato la teologia in
dialogo con il mondo e con le altre religioni. Il suo pensiero
era sempre denso, la sua parola chiara. Sapeva parlare al
cuore della gente. Il professor Pavan ha proposto l’organizzazione di una fondazione anzitutto per raccogliere le opere
di Mons. Sartori e su Mons Sartori, in collegamento con Roana
che potrebbe diventare anche un luogo di incontro culturale e
di esperienza spirituale. Mons. Giandomenico Tamiozzo ha
ricordato come più volte Mons. Sartori ha dichiarato che il
culmine del Giubileo del 2000 è stato il momento in cui il
Papa Giovanni Paolo II ha chiesto perdono al mondo per le
colpe della Chiesa nella storia. Momento ripetuto anche da
Papa Benedetto XVI ai nostri giorni. Il perdono chiesto e
donato è condizione di speranza e di salvezza ad ogni livello,
dall’ambito individuale, a quello familiare e sociale. La santità è dono di Dio, non conquista umana. Senza perdono chiesto e donato, non c’è futuro e non c’è speranza, in ogni ambito di vita. C’è speranza solo quando si riconosce di aver
sbagliato. Il perdono è la strada del futuro. Un pensiero che
unisce Sartori anche al grande teologo Karl Rahner.
Durante la serata sono state lette alcune riflessioni raccolte
da interventi di Mons. Sartori in occasione di liturgie
eucaristiche celebrate a Mezzaselva, a Rotzo e a Roana,
specialmente nei lunedì di Pasqua. Sono stati apprezzati i
brani di musica organistica eseguiti dal professor Antonini e i
canti della tradizione cimbra interpretati da Pierangelo
Tamiozzo. Il delegato all’ecumenismo per la Diocesi di Padova, don Giovanni Brusegan, ha chiuso la serata ricordando
Mons. Sartori con la sua capacità di creare buon umore e di
aiutare ad incantarsi di fronte alla bellezza (naturale, artistica…), con la sua capacità di ascoltare tutti sia nelle loro
domande, come nei loro silenzi e nelle loro sofferenze. Egli
ha espresso l’impegno e il bisogno di ricordare Mons. Sartori
in momenti come questa serata.
Istituto di Cultura Cimbra
Il nuovo Quaderno di cultura cimbra
E’ uscito il nuovo “Quaderno di Cultura Cimbra”
curato dall’Istituto di cultura cimbra di Roana. Il
nuovo fascicolo si apre con
il ricordo dei 40 anni di
fondazione del Curatorium
Cimbricum Bavarense con
il quale Roana ha sempre
collaborato. E non potevamo mancare a quel momento di festa e di amicizia che
vogliamo ricordare in apertura di questo quaderno.
Seguono poi due contributi
molto attuali e documentati sul tema della proprietà collettiva: il primo del
prof. Paolo Grossi e il secondo della dottoressa
Consuelo Martello che in-
formano sulla situazione
presente, parecchio confusa e rischiosa, e stimolano
a unire le forze per combattere una battaglia importante per la nostra montagna e per la vita dei nostri paesi.
Dopo due testimonianze
vive di lingua cimbra, fatte da Umberto Martello
Martalar e da Gianni Vescovi Kamporubar, seguono due appassionate ricerche di toponomastica
cimbra. Angelo Saccardo
presenta uno accurato studio sul nome di Posina,
che farà parte della pubblicazione che sta preparando su quel comune.
Danillo Finco continua la
sua puntuale ricerca sulla
toponomastica del comune
di Gallio, con risultati sempre nuovi ed avvincenti,
che non riguardano solo il
suo paese. Edoardo Sartori
propone alcune storie di
fatica e di emigrazione, che
faranno parte della sua
pubblicazione sullo stesso
argomento, temi che devono essere ricordati nei nostri giorni così pieni di dimenticanza e di indifferenza , nei confronti di sofferenze e sacrifici sopportati dalle generazione che ci
hanno preceduto. Il quaderno viene concluso dalla segnalazione di alcune
opere che fanno parte dello scaffale dell’altopiano.
La prima, Siben Alte
Komoine, è il testo che accompagna il fotolibro di
Sandro Brazzale , edito nel
1981 dalla Panda Edizioni di Padova, un fotolibro
insuperato di poesia figurativa. Sono poi messi in
evidenza tre pubblicazioni dei nostri giorni di qualificata cultura storica : il
libro su “ Francesco
Caldogno” di Bruno
Maculan, il libro sulla “
Gente di Foza” di Luigi,
Rossella e Gabriele
Menegatti e infine il libro
sui “Capitelli di Gallio” di
Danillo Finco.
CASA ROSSA! Loc.Kaberlaba Asiago
Non solo pizza ma anche tante altre gustose specialità: PRIMI PIATTI - GRIGLIATE ecc..
Al Ristorante con il l’Altopiano
Caseificio Pennar Asiago
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Sabato 16 ottobre 2010
13
Ristorante Mini Bar, un piccolo locale
da sempre sinonimo di grandi specialità
“Mini bar – Cucina
casalinga” me lo ricordo bene il primo,
semplicissimo
bigliettino da visita del
ristorante che ospitiamo nella nostra rubrica dedicata alla scoperta di ricette a base
di prodotti del
Caseificio Pennar e
dei ristoratori che
le propongono.
Stavolta non ho
bisogno di farmi
raccontare la storia del locale, visto che sono stati
i miei genitori, al
ritorno in Italia
dopo aver trascorso dieci anni
da emigranti in
Australia, a costruirsi tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta la
nuova abitazione in cima al
Kaberlaba,
dove era nato
mio padre. Con
i risparmi messi da parte in
anni di duro lavoro e sacrifici nell’ambito
della coltivazione di tabacco in una isolata
zona del Victoria, oltre all’abi-
tazione per la nostra famiglia e a
due piccoli appartamenti da affittare ai turisti nei mesi
estivi ed invernali,
avevano deciso di
costruire
un
localino da adibire
a bar. Lo desiderava mia madre che,
appassionata di
cucina e dotata di
fantasia e creatività, si inventò
questo lavoro per lei nuovo,
considerando anche il forte richiamo turistico del luogo in
quegli anni in cui lei e mio padre avevano deciso di ristabilirsi dopo aver entrambi lavorato
lontano dai loro paesi. Il locale
era di dimensioni molto ridotte,
per questo decise di chiamarlo
“Mini Bar”. La licenza di esercente le permetteva di servire
ai tavoli anche dei piatti caldi, e
LA RICETTA
Fonduta di Asiago Dolce dei Pennar
Per preparare la fonduta per
4 persone servono 3 etti e
mezzo di formaggio Asiago
Dolce e 200 gr. di panna liquida fresca. E’ importante
usare la panna e non il latte,
altrimenti la preparazione rischia di cagliare. Gli ingredienti da intingere possono
essere tantissimi e diversi, a
seconda della fantasia di chi
prepara il piatto e di cosa si
ha in casa. Massimo usa patate di Rotzo, quelle di piccola taglia, cotte con la buccia (che va lasciata) e patate
Vitellote che hanno forma irregolare e la polpa viola scuro, e
sono davvero particolari da vedere. Anche queste si cuociono con la buccia, ma vanno sbucciate prima di portarle in
tavola: la sensazione che si prova nel metterle in bocca, con
quel colore intenso, è strana, ma appena si assaggiano ci si
rende conto che …. sanno di patata! Nel piatto mette poi
delle fettine di carne secca di petto di fagiano (va bene però
qualsiasi carne secca), dello speck, un canederlo tagliato a
fettine, dadini di pane ai cereali, funghi porcini, noci, anche degli gnocchi di patata
lessati…l’importante è che il piatto venga preparato con fantasia e sia ricco di gusti e colori.
Il formaggio tagliato a dadini va fatto lentamente fondere mettendolo sul fuoco con la panna,
quando diventa una bella crema densa si mette nel pentolino con la candela accesa sotto per
mantenerlo caldo, si aggiunge un filo di olio crudo extravergine di oliva di buona qualità, si
mette in centro della tavola e….si gusta allegramente il tutto in compagnia.
pur senza offrire una scelta molto vasta, ben presto le sue specialità si fecero apprezzare e
conoscere. Con le lasagne, gli
arrosti, i toast “australiani” (che
grazie a una tostiera particolare portata dall’Australia e che a
quei tempi qui non esisteva, sigillava le fette di pan carré durante la cottura permettendo di
farcirli con ingredienti abbondanti e diversi), ma soprattutto
con le sue rinomate torte si fece
negli anni una clientela molto
affezionata. Non posso non citare l’apple-pie, la torta di mele
che aveva imparato a fare in Australia e che ancora oggi tantissima gente mi dice di ricordare per la sua squisitezza e
semplicità. Il Mini Bar fu della
mia famiglia fino a dopo la metà
degli anni ’80, quando mia madre decise che era giunto il momento di riposarsi un po’ dopo
una vita di lavoro pesante, e vi-
Il Mini Bar agli inizi
sto che noi figlie avevamo preso strade diverse, venne deciso
di vendere l’intero edificio. I
nuovi proprietari, dopo aver fatto lavori e ampliamenti, pensarono di affittare il bar, che conobbe negli anni gestioni diverse, anche in quella che era l’idea di offerta alla clientela. Sono convinta
però che se mia madre potesse
vedere oggi il suo “piccolo bar”
ne sarebbe orgogliosa e soddisfatta, perché la trasformazione che
ne hanno fatto tre anni fa Massimo Spallino ed Elisa Mosele, gli
attuali gestori, credo corrisponda al tipo di locale al quale avrebbe dato vita lei se si fosse trovata
di questi tempi a inventarsi la sua
nuova attività. Silvana Bortoli
“Per fare un buon piatto è importante
la qualità degli ingredienti”
Massimo Spallino, chef e gestore del Ristorante Minibar, è
di Vicenza, ma si considera da
sempre semi-altopianese, visto
che i suoi hanno iniziato a portarlo fin dai primi mesi di vita
in villeggiatura a Treschè Conca, dove ha trascorso poi lunghi mesi estivi di vacanze scolastiche e periodi di ferie dal lavoro. E’ durante uno dei suoi
soggiorni in Altopiano che, nel
1997, conosce Elisa,
giovanissima ai tempi del
loro primo incontro.
Scocca una “scintillina”
che per accendersi del
tutto però deve attendere qualche anno, quando si incontrano nuovamente dopo che Massimo è stato a lontano per
lavoro. Alla fine, stanco
di far su e giù da Vicenza, decide
di trasferirsi qui, e dopo un paio
di stagioni da dipendente gli capita l’occasione di prendere in gestione il “Mini”. Lui è uno chef
fantasioso e creativo, Elisa dal
canto suo ha un bel bagaglio di
esperienza come ristoratrice,
essendo “figlia d’arte”: i suoi
genitori Amanzio e Tiziana della “Vecchia Stazione” di Canove
non hanno certo bisogno di presentazioni. Nell’arredamento
del ristorante, davvero “cocco-
ASIAGO PRESSATO D.O.P. - Prodotto della montagna
E’ di gran lunga il formaggio Asiago più
conosciuto . Chiamato anche Asiago
Dolce per il delicato sapore di latte fresco. La stagionatura varia da 30 a 60
giorni. Per questo prodotto il Caseificio
Pennar di Asiago ha conseguito il più
prestigioso riconoscimento mai ricevuto
da un caseificio e cioè la medaglia d’oro
all’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI
PARIGI nel lontano 1930.
SERVIZIO REDAZIONALE
lo” nel suo particolare e raffinato stile, c’è tutto il suo buon
gusto. A completare la bellezza
del locale c’è poi lo stupendo
panorama che si domina anche
dalle sue ampie vetrate: da quel
punto del Kaberlaba la vista è
meravigliosa! E la passione che
Massimo ed Elisa mettono nel
loro lavoro, si traduce in una
calda accoglienza e in piatti ricercati. “Cerchiamo di fare
bene” – commenta semplicemente Massimo quando sottolineo come nel giro di poco tempo lui ed Elisa siano riusciti a
ritagliarsi un posto interessante
nell’ambito della ristorazione
altopianese. Parlando poi in particolare di piatti, sottolinea che “prima di tutto è importante che gli
ingredienti usati siano di buona
qualità”. Una qualità che può star
certo di trovare nei formaggi del
Caseificio Pennar, e in altri prodotti della terra altopianese. Sono
infatti tutti ingredienti nostrani
quelli che compongono il piatto
che ci suggerisce di preparare:
la Fonduta di Asiago Dolce dei
Pennar. “E’ una ricetta che può
fare chiunque, con ciò che ha
in casa, aggiungendo a piacere
altri ingredienti. Oltre al formaggio dei Pennar, ci metto
patate di Rotzo, patate Vitellote
coltivate a Canove, il pane nero
ai cereali che pure acquisto a
Canove, lo speck di Asiago, i
nostri porcini. Può essere presentato come secondo piatto o piatto unico, ben si presta ad essere
gustato in compagnia, senza fretta. Si presenta davvero bene e da
quanto l’ho inserito in menù è molto apprezzato. Può essere anticipato, mentre si aspetta che il formaggio si sciolga, da un cestino
in pasta brik (o fillo) con insalatina
di misticanza, scagliette sottili di
formaggio Malga Pennar, frutti di
bosco freschi, carne secca, radicchio di Treviso, che insieme
danno un colpo d’occhio bello e
colorato”. Come coloratissima è
la ricetta che proponiamo qui a
fianco. Citiamo, tra le varie specialità del Minibar, anche la personale e più raffinata versione del
semplicissimo “Fish & chips” con
patate di Rotzo fritte, e
mazzancolle o altro pescato fresco, passato in farina “0” e fritto
in olio d’oliva nel wok, e poi, visto che si parla di fondute, quella
di cioccolato con frutta fresca e
secca, golosissimo dessert.
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
14
Inaugurati i lavori di restauro con una solenne processione
IL SANTUARIO DELLA MADONNA
DEL BUSO SI E’ RIFATTO IL TRUCCO
Risanato , abbellito e completato questo luogo di grande fede mariana
Domenica 10 ottobre festa
grande a Gallio dove si è vissuta solennemente la cerimonia di “inaugurazione” del Santuario della Madonna del Buso
dopo gli importanti lavori di
restauro e completamento.
Durante l’estate fervevano i
lavori, là in fondo a quell’angusta valle dove questa
testimoniannza di fede
mariana è sorta ed è stata poi
ricostruita dopo la Grande
Guerra, e domenica, ultimati i
restauri, se ne è voluto fare
motivo in più, dopo i tradizionali appuntamenti del 26 maggio e del 26 luglio, di festoso
e solenne momento di fede e
di preghiera. Alle 14 di una
domenica di sole splendente la
processione ha preso il via
dalla Chiesa Parrocchiale con
la statua della Madonna trasportata su di un carretto trainato da un pony nero e scortata dagli alpini galliesi.
“Il cammino a piedi vuole
essere un gesto importante,
significativo, con il quale
vogliamo accompagnare Maria e nello stesso tempo affidarci a lei, al suo cuore immacolato, in questo luogo tutto particolare”, aveva scritto
il parroco don Lauderio Dal
Bianco nel promuovere l’appuntamento. E così erano
molti i fedeli che hanno percorso il tortuoso tracciato che
porta, attraverso le contrade
galliesi di sud-est, giù fino alla
strozzatura della Val Frenzela
“dove il silenzio è protagonista” (come ha poi detto nell’omelia) e dove nel 1834 fra’
Battista Casera edificò il primo tempio mariano dedicato
alla Madonna del Caravaggio
che fu poi ricostruito nel dopoguerra ed inaugurato il 27
maggio 1927 (a questo luogo
di culto è dedicato un ampio
capitolo dell’interessantissimo
volume “Gallio e i suoi Capitelli”, scritto dallo storico
galliese prof. Danillo Finco e
pubblicato dalla Parrocchia lo
scorso Natale).
Il luogo in cui sorge è particolarmente umido e questo,
chiedeva prima di tutto un lavoro di risanamento dei muri,
sia all’esterno che all’interno;
ora è stato realizzato un vero
marciapiede lungo l’intero perimetro che fa scorrere via
l’acqua, mentre le acque
piovane sono state tutte
incanalate verso la valle, per
“Gallio xe sempre in festa!”
Dopo aver organizzato un ricco calendario di eventi per il
periodo estivo, ecco che anche
quest’anno la Pro Loco di
Gallio ha pensato all’Oktober
Ghel Fest, manifestazione che
nella prima edizione ha richiamato e fatto divertire un gran
numero di paesani e abitanti dei
centri vicini. Se anche dovesse
far freddo, come da previsioni
per il week-end in cui si svolge
la festa nel palatenda riscaldato
presso il parcheggio Ghelpack,
l’atmosfera
si
preannuncia piuttosto calda, grazie alla birra che
scorrerà abbondante, ai
piatti tipici dello
stand gastronomico, e agli appuntamenti in programma, da quelli
musicali, ai giochi
con prove di abilità.
Dopo l’avvio di venerdì 15 ottobre con la sempre irresistibile intrattenitrice Giusy Zenere
e la musica dei Rockpuntoit,
sabato 16 ottobre in programma musica tipica tirolese con il
gruppo Die Schweinhaxen e, a
mezzanotte, appuntamento con
le “Sexy camerierine” e i “Sexy
Boys”. Domenica all’ora di
pranzo si tiene la festa della famiglia, seguiranno gli spettacoli
de Les
Etoiles de la
Dance e il
Mago G. La
sera dalle ore
21 ballo liscio
con l’orchestra Sonia
Siparo Band,
durante la sera
estrazione della
sottoscrizione a
premi. S.B.
Giusy
Zenere
evitarne il ristagno.
Nel cortile antistante davanti
al piccolo porticato del Santuario è stata realizzata una
piattaforma semicircolare,
sempre in porfido, utile per le
occasioni in cui si celebrerà
l’Eucaristia all’esterno.
Tutto l’edificio è stato ridipinto
ed all’interno si è preferito lasciare i sassi a faccia vista, per
un buon tratto, sia per motivi
“ambientali” legati all’umidità,
che per un fattore estetico,
mettendo così in mostra i sassi
che sono stati utilizzati nella ri-
costruzione dopo la guerra.
Il tetto (la copertura precedente in tegola canadese era ormai consunta) è stato interamente rivisto, con una soluzione che ha visto anche il rifacimento di grondaie e pluviali in rame e che garantirà
una buona durata nel tempo.
Sono stati rifatti anche l’impianto di illuminazione e l’impianto audio e sono state apposte le inferriate alle finestre.
A completare gli interni un bel
crocifisso è stato posto sopra
la porta della sacrestia ed è
stato costruito un piccolo altare di pietra nell’abside che
si intona molto bene al sasso
a faccia vista dell’interno, donando un ulteriore tocco di
bellezza.
Altre due novità completano
poi la facciata dell’edificio: sul
timpano del piccolo porticato
è stato posto uno stemma in
legno, scolpito con maestria
da Giorgio Munari, che propone anche una preghiera in
latino che recita “Maria,
ascolta ed esaudisci le preghiere della gente di Gallio”,
mentre sotto al porticato è stata posta una pittura lignea, realizzata dal giovane galliese
Cristian Gloder, che rappresenta, in maniera descrittiva e
simbolica, il motivo per cui il
Santuario è stato costruito.
Il tutto ha richiesto un notevole impegno, sia a livello burocratico, organizzativo e
gestionale che economico,
con una previsione di spesa
che, nonostante i lavori siano
stati in parte eseguiti anche con
il prezioso apporto di volonterosi, si aggira attorno ai 50
mila euro. Quello di domenica è stato un appuntamento di
fede e di preghiera che ha visto una massiccia partecipazione, in questo luogo dedicato alla Madonna ed a cui i
galliesi (ma non solo) sono
tanto legati; dopo la messa
concelebrata da don Valentino
e don Lauderio (che nella breve ma intensa omelia ha sottolineato il ruolo di questo importante e sentito luogo di
culto e di fede mariana), prima della benedizione finale,
l’intervento del vicepresiente
del Consiglio Pastorale per
elencare gli interventi effettuati
(che i presenti hanno avuito
modo di apprezzare) ed il saluto del sindaco di Gallio Pino
Rossi che, a nome dell’Amministrazione Comunale, ha
espresso il compiacimento ed
il ringraziamento alla Parrocchia per le molte e concrete
iniziative portate a buon fine.
“Il Santuario della Madonna
del Buso meritava una profonda sistemazione e così è
stato fatto – ha commentato
con soddisfazione don
Lauderio, che ha prima promosso e poi seguito personalmente con grande interesse,
partecipazione ed impegno
tutto l’iter, dagli indispensabili permessi ai lavori veri e propri – e così è ritornato ad essere un piccolo gioiello in
questa gola profonda: bellissimo, adesso ancora più bello per chi lo torna a rivedere.
Risulta direi splendido all’esterno e poi l’interno si
carica di una atmosfera che è
ancora più calda, con il quadro che è tornato al suo posto
originale sopra la porta di
ingresso dov’era un tempo,
mentre al suo posto è stata
posta la statua della Madonna del Cuore Immacolato di
Maria”, quella stessa statua
portata in processione dalla
Chiesa Parrocchiale fin laggiù
e che, dopo la benedizione, gli
alpini hanno appunto collocato su di una mensola nell’abside di questo piccolo santuario dove affondano profonde
radici di fede e di storia della
gente di Gallio.
Cesare Pivotto
SPAZIO CINEGHEL
INCEPTION
Venerdì 15 ottobre, ore 20,30
Sabato 16 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 17 ottobre, ore 17,30 e 20.30
BENVENUTIAL SUD
Venerdì 22 ottobre, ore 20,30
Sabato 23 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 24 ottobre, ore 20.30
STEP UP 3D
Venerdì 29 ottobre, ore 20,30
Sabato 30 ottobre, ore 20.00 e 22.00
Domenica 31 ottobre, ore 17,30 e 20,30
Lunedì 1 novembre ore 17,30 e 20,30
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l’Altopiano
Sabato 16 ottobre 2010
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“Ecco le nuove zone edificabili”
Presentati alla popolazione i primi piani di intervento del nuovo PAT. - Rossi: “Con la perequazione
si potrà dare avvio ad alcune opere pubbliche sia in centro che a Stoccareddo e nelle contrade”
Presentati alla popolazione
galliese i primi Piani di Intervento al PAT, e le scelte urbanistiche in essi contenute, dell’amministrazione dell’attuale
sindaco Pino Rossi. Un incontro che ha visto una folta rappresentanza della popolazione
che ha riempito il Cineghel per
vedere i piani predisposti dagli stessi tecnici che hanno
redatto il PAT. In pratica
l’amministrazione comunale
intende rendere edificabili alcune zone comunali ed altre
aree di completamento urbano per realizzare opere di pub-
blica utilità. Tant’è che sarà
apportata una variante al PAT
stesso per inserire le opere
pubbliche previste dall’attuale amministrazione, così da divenire uno strumento urbanistico generale che coincida
con la volontà dell’amministrazione stessa. Un do ut des che
l’amministrazione Rossi considera necessario per “il
rilancio dell’economia locale,
in considerazione della grave
crisi economica che colpisce
anche Gallio oltre alla Provincia e alla Regione, così da poter dare avvio ad alcune ope-
re pubbliche sia in centro a
Gallio sia a Stoccareddo e nelle contrade, con l’unico scopo
di dare a Gallio quelle strutture
che possano rappresentare in
futuro un polo di attrazione turistica”. “Noi considereremmo
come “consolidate” le zone
edificabili previste nei PRG del
Gallio - Caccia e burocrazia giudiziaria
“Siano risarciti quei cacciatori”
La sentenza del giudice di pace rende in parte giustizia a due
cacciatori promotori di un ricorso contro il Comprensorio Alpino di
caccia n.5. Ora si dovrà provvedere al risarcimento
Quattro anni di pratiche, raccomandate, ricorsi ed infine
udienze davanti al giudice di
pace, è questo il lungo percorso di una causa sorta per
lo sconfinamento di alcuni
cani da caccia oltre il limite
preposto all’addestramento.
Oggi finalmente la notizia di
una sentenza che pone termine alla querelle, e rende in
parte giustizia ai cacciatori
che si vedono rifondere i danni per l’incongruo provvedimento disciplinare emesso
dal Comprensorio Alpino di
caccia n.5.
I fatti. Il 25 maggio 2006 il
cacciatore
Claudio
Cristofolini ed il collega
Orlandino Baù portavano i
propri cani in località Valbella
per addestrarli alla ricerca
della pastura delle lepri. I
bravi segugi, trovata la traccia del selvatico, sconfinavano oltre il limite circoscritto e
preposto per l’attività. “Il mio
cane – precisa Cristofolini –
era passato in un punto del
prato ben lontano dalle tabelle di delimitazione, peraltro poste ad una distanza di
400 o 500 metri l’una dall’altra. Comunque la Polizia Provinciale ha applicato la normativa che prevede l’infrazione e redatto il
verbale”. A questo punto
Baù e Cristofolini, senza alcun
ricorso alla contestazione della guardia venatoria, pagarono entro i termini previsti la
somma dovuta.
Effetto secondario. Successivamente a questi fatti, ben
un anno dopo, il comitato
direttivo del Comprensorio
Alpino notificava ai due trasgressori la sospensione dall’esercizio dell’attività
venatoria, a Cristofolini per
una durata di 15 giorni, al Baù
per un mese, da applicarsi nella stagione 2007/08, con decorrenza 16 settembre. Il
provvedimento recante firma
del presidente Natale
Pompele, muoveva dall’interpretazione dell’articolo 29 del
Regolamento Zona Alpi, ma
di fatto secondo i legali di parte avrebbe posto in essere “un
danno in termini personali,
oltre che causa della perdita di chance per il mancato
abbattimento di selvatici”.
L’epilogo. La contestazione
verso le suddette rispettive
sospensioni si trasformava
quindi in una causa civile contro il Pompele, con la motivazione, tra le tante nella citazione, di una errata applicazione dell’articolo 29, il quale prevede che il Direttivo può so-
spendere il cacciatore dall’esercizio
dell’attività
venatoria nel caso di addestramento cani da caccia in periodo di divieto, per la durata di 5
giorni. Inoltre gli avvocati Alessandro Zocca e Luca
Pancrazio, legali dei due cacciatori, segnalavano altre arbitrarie valutazioni del presidente, unitamente alla “violazione dell’art. 7 legge 241/90
che prevede la comunicazione all’interessato d’avvio del
procedimento amministrativo
con la forma dell’art. 8.
L’omissione non ha permesso ai sanzionati un eventuale e scontato ricorso teso ad
evitare il prolungato e ingiustificato periodo di inattività”. Per suffragare le proprie
tesi e la richiesta di indennizzo,
gli avvocati patrocinanti allegarono alla citazione in giudizio
l’atto della Provincia che riduceva i giorni di sospensione a
5, dimostrando come per la Direzione Generale di Vicenza la
sanzione del Comprensorio non
fosse supportata dalla normativa.
La condanna. Ed infine la sentenza pronunciata ad Asiago
dal giudice di pace avvocato
Massimo Tamburini. In essa si
legge la condanna verso Natale Pompele, al quale si commina il pagamento delle spese
legali e costi amministrativi, e
dei danni a Baù e Cristofolini,
unitamente all’obbligo di prendersi carico delle spese di lite.
Il lungo iter per il contenzioso è
pertanto giunto al capolinea, mettendo in risalto le colpe del presidente della Riserva, “reo
inescusabile nell’emissione di
provvedimenti”, spiega la sentenza. Il giudice Tamburrini
quantificava l’indennizzo per il
mancato esercizio venatorio in
euro 300 a favore di Cristofolini
e 450 per Baù.
G.D.F.
1983 e 1998 con gli indici indicati nel PAT – spiega Rossi
– Invece per le nuove aree
inserite nel PAT dalla passata amministrazione come
consolidato edificatorio, e
quindi come nuove aree
edificabili, intendiamo rivalutarle e, in ogni caso, assoggettarle all’applicazione della perequazione”. Le nuove
zone di edificazione saranno
la zona dello Spill, un’area in
via Guido Neri indicato precedentemente quale parcheggio e un’area al confine con
Asiago indicata precedentemente come area a attrezzata parco giochi e sport. Tra le
indicazione del piano di intervento, l’amministrazione intende accogliere le richieste di
edificazione per “prima casa”
con un limite di 400 metri cubi
ed un vincolo di 20 anni, ren-
dere edificabili alcune zone del
Comune, non applicare la
perequazione per le zone di
Ronchi Davanti, Ronchi di
Dietro, Sambugari, Campanella e Stoccareddo, per incentivare la sistemazione del edilizia esistente e applicare una
perequazione pari al 50% del
valore commerciale che i terreni andranno ad assumere una
volta resi edificabili specificando che i lavori di costruzione
dovranno iniziare entro un anno
e terminare entro tre anni. In
questo ultimo caso l’importo
della perequazione potrà essere “restituito” sotto forma di
realizzazione di opere pubbliche, denaro o terreno. Le
opere pubbliche da realizzare indicate dal Comune sono:
acquisto di una casa alloggio
per anziani e della colonia
Cadore, ristrutturare la
canonica e ampliare il cimitero con anche un parcheggio. Realizzare il piano parcheggi e marciapiedi,
asfaltare strade e completare la sistemazione della strada Melette, realizzare alcuni
sentieri ciclo pedonali, sistemare la Valle del Pakstall e
la Val di Nos. Nelle contrade
si pensa di sistemare il cimitero di Stoccareddo, la piazza, la viabilità e alcuni parcheggi. Alla Zaibena realizzare un parco giochi. A
Bertigo realizzazione parcheggio, realizzazione marciapiede, sistemazione percorsi pedonali. Allo Xebbo
asfaltatura strada e realizzazione collegamento dei sentieri
con il centro di Gallio, opere
similari sono previsti anche per
contrada Stella e le Leghen.
Gerardo Rigoni
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
16
In viaggio per le contrade dei 7 Comuni
Se potessi scegliere, andrei
a vivere in Contrà
Rodeghieri.
Su
“ai
Rodeghieri” come diciamo
noi. Non è una cosa venuta
in mente a me così, adesso
tanto per dire. L’avevano già
pensata, al tempo della ricostruzione, molti asiaghesi
rientrati dal profugato. Esposizione soliva, montagne alle
spalle: collocazione ideale in
un paese a 1000 mt, dove
queste due caratteristiche
significano meno freddo,
meno aria, ...più campi, più
orti. Altri si opposero, per il
legame profondo con le radici e il capoluogo
altopianese riprese il posto
che gli spettava nella conca,
come “l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri”.
E’ tra l’altro un’area in cui
infiltra acqua: la “Rosa”
(roggia - unico torrente perenne assieme al Ghelpack),
si alimenta lì, quindi le caratteristiche per la dignitosa sopravvivenza di un capoluogo, c’erano tutte. (Lo testimoniano le numerose fonti
presenti in tutta l’area: le “tre
fonti” ai Rodeghieri, ricostruite con pietre del Mosciagh
al posto di lavatoio, fontana
e abbeveratoio; la fonte con
lavatoio di S. Domenico;
quella del Bosco, il fontanello
in legno sotto Contrà
Clamara e Bortoni...). Per
insediarvisi, ne ha fatta di
strada quel nome: gira per
l’Altopiano da 750 anni!
“Rodeghiero” (da hrodeger: giavellotto/guerriero
famoso,
dal
latino
rodegerius,
poi
longobardo e franco) è forse il cognome più antico
Davide Rodeghiero
Acconciatura e trucco
da sposa e da sera
Trattamenti
tricologici mirati
Check-up della cute e
del capello
Extension
Manicure
Accessori moda
Bigiotteria
Via J.SCAJARO
ASIAGO
Telefono:
0424 463694
“Ai Rodeghieri”
dell’Altopiano,
un
patronimico che indica la discendenza da un tal
Rodeger, uno dei pochissimi
nomi originari portati dai
cimbri dalla Baviera (nominato in un documento del
1160 a Frisinga). Fra i compagni di S. Francesco
d’Assisi, troviamo Fratel
Rodeger, diffusore della dottrina francescana in Germania, ma ci fu anche un Sir
Rüdeger, protagonista del
poema nazionale germanico
cavalleresco:
“Das
Nibelungenlied”. Per la prima volta il nome è citato
quassù ad Enego, il 5 maggio 1261 in un atto notorio del
Podestà di Vicenza, Marco
Quirino ed Enego - legato
agli Ezzelini - compare per
la prima volta in uno scritto
già nel 1031. “Rodeger” non
era uno qualsiasi, ma un
uomo d’arme assoldato dalla nobile famiglia per difendere i confini a nord. In anni
successivi i Rodeger divennero Rudigeri (a Conco
Rotzo Lusiana), Rodegero,
Rodigiero, infine Rodighiero
e Rodeghiero e gli elenci telefonici sono pieni sia dell’una
Placida
Rigoni
che dell’altra versione. A ben
guardare il nucleo della
contrada si allunga e si fonde
dolcemente nel paesaggio
con tutte le altre ai piedi del
Katz (o monte B), dell’Interrotto e del Mosciagh: Bortoni,
Camplan, Lamara, Bosco, S.
Domenico, Büscar, tutte
contraddistinte oltre che da
una fonte, da una cappella votiva. Quella di contrà
Rodeghieri è di piccole dimensioni, rifatta esattamente com’era e dov’era, con
tanto di stoan platten come
recinto, severa e piena di dignità. Ma di cosa vivevano
“i Rodeghieri”? (...ma anche i Rigoni, i Costa, i Basso, che abitano da quelle
parti, beati loro!). Di agricoltura e di allevamento,
principalmente. Questo dicono le cronache e i ricordi
di qualche anziano: Davide
Rodeghiero, che l’agricoltore l’ha fatto fino a pochi
anni fa e adesso di limita a
dare una mano al genero,
Giorgio Basso, in contrada
Bosco. “Una volta la maggior parte delle famiglie
qua ai Rodeghieri (una
cinquantina circa) aveva
bestie. I più fortunati una
ventina, quelli “meno” 3
o 4, giusto per il
fabbisogno familiare .
Solo un paio di famiglie
non ne aveva e per loro
era dura. Ma vigeva il
principio del mutuo soccorso e si praticava sostenendosi a vicenda.
Molto del terreno, quello
più
favorevole
e
soleggiato era coltivano
a grano, avena, orzo e
lenticchie e ogni estate
per una settimana arrivava la mietitrebbia dalla
pianura: la sentivi arrivare da lontano per il rumore dei cingoli...una settimana di sudore, di polvere dalle granaglie e poi
di festa. Io nell’orto coltivano un po’ di patate
verdure e odori, ma per lo
più
barbabietole
arancioni, da dare ai maiali, base della nostra alimentazione, assieme alle
uova, al pollame e al formaggio. Si turnava la
fienagione e si andava
ad aiutare gli altri. Molti
andavano a “strozzare” il
legname e nel dopoguerra,
Vino e birra “Alla Fonte”
a far i recuperanti, per arrotondare. Ma non bastava, così alcuni facevano gli
scalpellini nelle cave, altri i mastellai e molti sono
emigrati, soprattutto verso
l’Australia. Fra tutti, d’inverno spalavamo le strade
fino a dove oggi c’è
l’aereoporto, ognuno il
suo pezzo, uomini e donne, anche per portare i
bidoni del latte fino al carretto che lo raccoglieva
per il casello della Costa.
Solo dopo il ’50 il Comune ha messo a disposizione lo sgombro, ma capitava di restare chiusi dentro
anche 3 giorni...”. Lo dice
con serenità Davide, senza
rimpianti, mentre gioca una
partita a briscola con i nipoti, lo sguardo azzurro dei
Rodeghiero, del suo avo
Rodegar...Anche Placida
Rigoni, novantenne, emigrata ai Rodeghieri da Contrà
Camplan da bambina, ha gli
occhi azzurri. E placida non
lo è ancora, ma vivace, attenta, piena di ricordi. “Io
non mi sono sposata: avevo uno spasimante più
vecchio di 15 anni...no no!
Ho preferito stare coi miei:
prima abitavamo in quella
casa gialla là dietro, poi
nel ’50 abbiamo fatto questa e da qua non mi sono
mai mossa”. Ora ci vive da
sola e fino all’anno scorso
coltivava l’orto, poi si è rotta
l’anca e ora si cura solo dei
suoi fiori... “Quanto ci siamo divertiti qua in
contrada. Andavamo a ballare anche tutte le sere qua
all’osteria alla Fonte, io
mia sorella e i miei fratelli,
che son andati tutti ufficiali
in aviazione”. (E mostra orgogliosa una foto dove uno di
loro viene decorato per eroismo dal duce). “E quanto ho
lavorato...Ben ben, robe
passate. Qua da noi in stalla venivano i vicini, che
non avevan vacche a far
filò, per scaldarsi. Qualche
volta andavamo a ballare
e mangiare fino a
Camporovere, attraverso i
campi e contrada Valle e al
buio. Una volta, sapendo
che c’erano i partigiani,
arrivarono i tedeschi e l’ufficiale, piantò lo schioppo
nella pentola dei crauti: un
silenzio e gambe...Ogni festa dei Oto, il papà ci portava col carro (avevamo tre
cavalli, noi!) e poi con la
vaca mora a Vicenza alle
giostre: tutte le facevamo!
Adesso è finito tutto, son
morti tutti, son rimasta solo
io”. Una foto? “Speta che
me petena...e intanto meto
sù ‘l cafè. Eco, go catà sti
fioreti par ela...”
Beppa Rigoni Scit
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
17
In tanti a Lusiana per “Pomo e Pero”
LUSIANA
In occasione dell’undicesima edizione della mostra
mercato “Pomo Pero”, a
Lusiana tecnici e politici, tra
i quali l’Assessore Regionale all’economia montana e al
turismo Marino Finozzi, hanno discusso sulla diversità
biologica e culturale come
patrimonio da valorizzare per
riqualificare il paesaggio e per
favorire uno sviluppo sostenibile. Il Sindaco ha
ripercorso la storia della manifestazione sottolineando la
necessità di ricercare anche
nuove coltivazioni. Il presidente dell’Associazione
“Opfel on Pira” Antonio
Cantele ha presentato la manifestazione lanciando un segnale di allarme per il futuro perché 11 anni fa erano partiti con
l’intenzione di creare diversi
campi catalogo nella zona per
promuovere la biodiversità ma
ci sono difficoltà a trovare ter-
Aperta, con grande afflusso di pubblico, l’undicesima edizione della
mostra mercato. Si chiude in questo weekend con una ricca serie di proposte
reni. Sono stati realizzati due
frutteti, uno alle Bose e l’altro a
Laverda, ma anche quest’anno VenetoAgricoltura ha messo a disposizione 500 piante di
mele e pere di specie antiche di
pregio di frutta, ma ancora non
si sa dove andranno piantate
perché si attende la disponibilità di proprietari terrieri. Sulla
biodiversità nell’Altopiano dei
Sette comuni ha parlato Francesca Pesavento, botanica del
giardino alpino di Monte Corno, che ha messo in evidenza
la flora del giardino ricco di fio-
ri, piante e rocce, tutte racchiuse in un sito che costituisce una meraviglia della
natura. Ha proseguito con
l’intervento per la parte dell’agricoltura il relatore della
Coldiretti e il sig. Tondolo,
dell’ecomuseo delle acque
del gemonese che ha portato l’esperienza diretta di alcuni agricoltori che hanno
recuperato un semente per
riproporre il “pan di sorc”.
Hanno concluso Bernardetta
Palozzi e Roberto Battiston
dei musei aderenti alla Rete
Museale Altovicentino.
Dopo il convegno si è tenuta l’inaugurazione della mostra all’ex cinema Comunale
che ha posto in vetrina mele e
pere per un’ottantina di specie,
ma anche funghi e sul palco è
stata riprodotta la fauna montana con camosci, caprioli,
mufloni e cervi, curata dai cacciatori. Ha partecipato all’inau-
gurazione l’Assessore Regionale al Bilancio e Enti Locali Roberto Ciambetti. Il sindaco
Antonella Corradin si è
complimentata con gli organizzatori per la completezza e la
qualità dell’esposizione. Gli studenti dell’Istituto alberghiero
“Lobbia” di Asiago hanno offerto leccornie e pasticcini realizzati utilizzando mele e pere.
Domenica pomeriggio una gran
folla si è riversata per le vie centrali di Lusiana per ammirare le
dimostrazioni dei laboratori dei
musei aderenti alla Rete
Museale Altovicentino. Hanno
riportato all’antico i balli
rinascimentali del gruppo di
Thiene. E’ stata data dimostrazione di spremitura delle mele
con degustazione del succo e
gli alpini hanno proposto i marroni spadellati. Sono ritornati i
lavori di un tempo con dimostrazione di scultori e cesellatori del legno e realizzazione di
sporte e capelli di paglia. Il programma prosegue questo fine
settimana con una cena al
Palazzon organizzata dai Gruppo Ristoratori di Lusiana e la
proiezione di diapositive su
“Prede e predatori (sabato 16
ottobre) al Palazzon a cura di
Giancarlo Ferron. Nel pomeriggio è in programma
un’escursione per riconoscere
i funghi nel loro ambiente naturale con Gustavo Martini.
Domenica torneranno i
mercatini dei prodotti tipici con
formaggi, miele, patate, salumi
e carne secca. Al pomeriggio il
gruppo ornitologico di
Marostica farà volare i falchi e
al teatro parrocchiale per i bambini della scuola materna ed elementare verrà messo in scena
“Il gufo racconta storie di pomi
e peri”. I ristoranti della zona,
per tutto il mese di ottobre, proporranno piatti a cura di mele e
pere.
E.Z.
pre attivamente con il Comune
di Lusiana. La speranza è che,
anche grazie a queste proposte,
i ragazzi possano crescere in un
clima di rispetto dell’ambiente
vedendo il proprio territorio
come un insieme di risorse da
salvaguardare e non solamente da sfruttare, trovando un
equilibro a volte difficile tra presenza dell’uomo e ambiente.
Matteo Broglio
Le transumanze autunnali sono
coinvolgenti. Ad accompagnare le mucche che scendono
dagli alpeggi con i proprietari
delle bestie si uniscono intere
famiglie con un nugolo di ragazzini che si divertono a seguire gli animali muniti di
“cioche” e campanelli. Negli
ultimi giorni sono diventate feste popolari le transumanze delle mucche scese dalle malghe
di Marchesina, Pian di
Granezza sul monte Corno, altre da Malga Mandriele fino a
Santa Caterina di Lusiana e per
ultimo la mandria dei fratelli
Cristiano e Maurizio Cortese da
Malga Verde a Santa Caterina
di Lusiana. Una prima sosta per
rifocillarsi gli accompagnatori
della mandria l’hanno fatta sulla piana di Val Lastaro, una seconda tappa a Conco di Sopra
e all’arrivo a Contrà Rovera di
Santa Caterina.
E.Z.
Transumanze
Puliamo il mondo 2010
Via i rifiuti dalle contrade
Puliamo il Mondo è conosciuta a livello internazionale come
Clean Up the World, una delle
maggiori campagne di
volontariato ambientale. Dal 1993
Legambiente ha assunto il ruolo
di comitato organizzatore in Italia. Con questa iniziativa vengono liberati dai rifiuti e dall’incuria
i parchi, i giardini, le strade, le
piazze, i fiumi e le spiagge di molte
città del mondo. Non è tuttavia
solo l’occasione per rimboccarsi le maniche e rendere i nostri
paesi e città più puliti e vivibili,
ma anche un grande momento
di integrazione e di lavoro di
gruppo. Anche quest’anno il comune di Lusiana ha voluto aderire a questa iniziativa coinvolgen-
do tutti i cittadini, ma in particolar
modo gli studenti dell’Istituto
comprensivo “P.M Pozza” per
dare un segnale concreto e deciso. Nonostante il mal tempo abbia costretto a rimandare di una
settimana, sabato 2 ottobre i ragazzi delle scuole primarie e secondarie, accompagnati dagli insegnanti hanno trascorso la mattinata a ripulire alcune contrade.
Molto apprezzata è stata la partecipazione di alcuni genitori che
hanno voluto dare l’esempio in
prima persona. A sostenere questa iniziativa non poteva mancare il gruppo di Protezione Civile
“El Corgnon” di Lusiana che,
come in occasione del 1° Eco
Day, ha voluto ribadire il suo im-
Inaugurata Piazzetta Marchi
In occasione della rassegna “Pomo pero” è stata inaugurata la
ristrutturata Piazzetta Marchi di via Roma. La piazzetta è stata realizzata con lastre di marmo con al centro lo stemma
scolpito del Comune. Il sindaco Antonella Corradin ha riferito
sull’importanza dell’angolo nel cuore di Lusiana che può ospitare
manifestazioni anche folcloristiche. La piazza è stata intitolata alla
maestra Pellegrina Marchi, già proprietaria dell’area, un’insegnante
delle scuole elementari della zona conosciuta per la sua affabilità.
Sull’angolo è stato ricavato un palcoscenico e per l’occasione le
donne hanno dato dimostrazione della lavorazione di prodotti e oggetti ricavati con la paglia.
E.Z.
pegno nella salvaguardia del territorio e nella promozione di comportamenti corretti rivolti in
particolar modo ai giovani. Quest’anno si è deciso di ripulire le
contrade nelle vicinanze del centro di Lusiana ed in poche ore si
sono raccolti molti sacchi di immondizia ma, a differenza degli
anni precedenti, si sono trovati
meno rifiuti “ingombranti”( elettrodomestici, batterie esauste,
materassi e mobili). Forse questo
è un primo segnale di risposta alle
campagne di sensibilizzazione che
da anni si stanno facendo e soprattutto che i cittadini stanno utilizzando correttamente
l’eco centro e i vari contenitori
sparsi nel territorio. Al termine
della mattinata tutti i volontari
si sono ritrovati in Piazza IV
Novembre dove hanno potuto
rifocillarsi con una buona cioccolata calda e pasticcini offerti
dal Gnomo’s Bar. Il Sindaco
Antonella Corradin ha ringraziato prima di tutto i ragazzi per
l’entusiasmo che esprimono
sempre in queste iniziative, i loro
insegnanti e il gruppo di Protezione Civile che collabora sem-
Festa biancorossa:
i giocatori danno buca
Il fascino dell’antico faggio
Ha compiuto 120 anni il faggio che si staglia nel prato adiacente al ristorante “Turcio” di Asiago. La pianta il cui disegno è
stato esposto anche a New York, è alta più di 11 metri e la chioma
misura in media sei metri e oltre di circonferenza. Durante la
guerra del 1915-’18 all’altezza di quattro metri è stata colpita da
una scheggia di granata e in quel punto presenta una capitozzatura.
La pianta conserva il fogliame rosso fino a tardo autunno ed è
oggetto di ammirazione da parte dei turisti.
E.Z.
Arena, Mietto e il presidente e vice del club biancorosso
“Mario Ronzani” Garzotto e Cogo
Piazzetta Marchi.
Al ristorante “Alla Rosa” si è svolta la cena sociale del club
biancorosso “Mario Ronzani” presieduto da Sandro Garzotto.
Erano presenti il presidente del centro di coordinamento Luigi
Arena e Bruno Mietto. “La società del Vicenza calcio – ha detto
- ci aveva garantito la presenza di due giocatori che però non
sono intervenuti e questo ci dispiace perché la presenza di
giocatori è uno stimolo per gli sportivi ed è una vergogna che il
Vicenza non abbia mantenuto la promessa. Saremo comunque
vicini alla squadra che ha bisogno del nostro apporto”. E.Z.
Nella foto, l’antico faggio del “Turcio”.
8
Sabato 16 ottobre 2010
FOZA
l’Altopiano
18
Buco da 300 mila euro in bilancio
Lunardi “La colpa non è nostra”
L’ex sindaco: “Abbiamo lavorato per risolvere vari problemi lasciando un comune in salute”
A che punto sono le indagini della Guardia di Finanza di
Vicenza, diretta dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Bassano, inerenti ad un presunto, come recitava il comunicato stampa della GdF “articolato disegno
criminoso per turbare una gara indetta dall’amministrazione comunale di Foza per l’aggiudicazione di un terreno
demaniale da adibire a cava di marmo”. Se lo chiede l’ex
sindaco di Foza, ed oggi consigliere di minoranza, Carlo
Lunardi. E chiede delucidazioni ufficialmente con un’interrogazione scritta dibattuta di recente in consiglio comunale. La nota vicenda risale alla primavera scorsa quando la
procura bassanese ha accusato “l’attuale sindaco Giovanni
Oro ed il tecnico esterno delegato dal 2004 agli affari relativi al patrimonio Roberto Costa, previo accordo con il
cavatore Alfonso Colpo, di aver predisposto nel novembre
2005 un bando di gara per l’aggiudicazione di un terreno
demaniale alla società Alfonso Colpo; il motivo di tale accordo illecito è stato individuato nella volontà dell’imprenditore stesso, già titolare di una concessione estrattiva adiacente all’area demaniale oggetto della gara, di sfruttare l’area
attigua non per estrarre il marmo bensì per fruire di un
collegamento diretto tra la cava di proprietà e la strada provinciale”. “Non ci sto che il sindaco, per deviare l’attenzione, indichi nella mia amministrazione la responsabilità di un
buco di 300 mila Euro nelle finanze comunali – ha affermato Lunardi anche nell’ultimo consiglio comunale – Ricordo che la concessione della cava “Valla” è stata sino a giugno 2004 regolarmente onorata dalla Euro Marble Srl; il 13
giugno 2004 è cambiata l’amministrazione e sono iniziati i
primi problemi tra il sindaco, il suo tecnico Costa e la ditta,
ragion per cui il contratto è stato rinegoziato. Tengo a pre-
cisare che nemmeno durante la rinegoziazione del contratto
l’amministrazione Oro abbia richiesto alla ditta Euro Marble
una polizza fidejussoria a garanzia del contratto. In più la
ditta Euro Marble ha continuato a onorare i suoi impegni
sino al 31 maggio 2006. A partire dalla rata di novembre
2006 e sino a luglio 2009, mese nel quale la ditta Euro Marble
è stata dichiarata fallita, più nessun importo è stato versato.
Anche perché dal luglio 2005 a febbraio 2007 e da ottobre
2007 a giugno 2008 l’amministrazione comunale ha impedito alla ditta l’attività estrattiva”. “Chiedo quindi – ha concluso l’ex sindaco – Se ad una ditta viene impedito di lavorare, dove trova i soldi per onorare i contratti? Perché si è
accorto solo di recente del cosiddetto “buco”, e non se ne è
reso conto in fase di approvazione dei bilanci comunali? E
se c’erano problemi di bilancio perché ha fatto deliberare
atti che riteneva irregolari? Perché non ha richiesto una
polizza fidejussoria alla ditta C&C Marmi Srl? Perché non
ha messo in mora la ditta Euro Marble quando ha visto
che non onorava i propri impegni? Ricordo che Carlo
Lunardi e l’Amministrazione da lui guidata , non sono
mai stati indagati, e non sono mai finiti sui giornali, per
fatti gravi come quelli che Le sono stati recentemente
contestati dalla Magistratura. E hanno lasciato un Comune in salute perché hanno lavorato a sistemare i problemi lasciati da altri; hanno lavorato invece di seminare
zizzania”. “Quando ci si trova di fronte a questioni di
rilevanza penale è necessario il rispetto dell’individualità
delle persone – risponde Oro - In generale, il problema
delle cave si è manifestato a Foza come in altre zone.
Per un certo periodo, intorno agli anni 2000, in ragione
di una concorrenza molto forte, si è riscontrata una decisa lievitazione dei prezzi del marmo. A Foza, nell’anno
2004, ci si è trovati di fronte ad una situazione di monopolio del marmo anomala e immotivata. Si è verificato il
problema di un contratto anomalo, con assegnazione di
tre ettari e mezzo di bacino di cava a prezzo fuori mercato senza previsione della rivalutazione monetaria e, in
particolare, senza prestazione di cauzione. In merito, la
questione è già inoltrata alla Corte dei Conti e si farà una
segnalazione alla Procura perché valuti eventuali profili
di abuso d’ufficio. I fatti si chiariranno; il problema reale è
il mancato introito variabile da 250 mila a 300 mila euro dei
canoni di Cava Valla”.
Gerardo Rigoni
Frazione Stoner
Ancora tensioni tra eneghesi e “foresti”
ENEGO
“Anch’io ho comperato casa
ad Enego; non ho perso la felicità, ma nemmeno ho trovato la serenità che luoghi cosi
ameni dovrebbero regalare “.
Emilio Farina dà più ragione
ad Alessandra Zugno e a Diego Dalla Palma che al primo
cittadino intervenuto a difesa
dei suoi concittadini. E lo fa
con documenti e fotografie
alla mano per dimostrare
quanto poco sono tollerati “i
zaleti” dagli eneghesi doc.
“Ma quali eneghesi doc –
sbotta
il
pensionato
bergamasco che da 20 anni è
proprietario di una casa in frazione Stoner e da 2 ha la residenza eneghese – Io ho spo-
Emilio Farina: “Trattato male per un tombino”. Dovrebbe servire a liberare la strada
dalle acque piovane e di disgelo. Inserito nel piano del 2008, ma non ancora realizzato
sato una eneghese doc, da 43
anni vengo ad Enego; poi 20
anni fa la decisione di costruire una casa quassù dove abbiamo trascorso ogni festività, ogni fine settimana, ogni
festa
comandata
e
famigliare”.
Ed è dalla costruzione della
casa che sono iniziati i problemi per Farina. Atto a contendere la realizzazione di un
tombino di scarico per liberare la strada dalle acque
piovane e di disgelo che si
accumulano proprio davanti
alla sua abitazione in un avvallamento di oltre 10 metri
di lunghezza e 20 cm di profondità. Un tombino finalmente inserito nel programma dei
lavori pubblici del 2008 ma
poi, con il cambio dell’ammi-
nistrazione, rimasto solo una
proposta. Una situazione che
costituisce anche un pericolo. Come hanno constatato
anche i carabinieri di Enego
sul rapporto poi inviato al Comune: “L’avvallamento è tale
da costituire insidia e pericolo stradale” . Il Comune è intervenuto immediatamente
ponendo due cartelli stradali
segnalando l’avvallamento ma
del tombino nulla.
“Quando passano le auto inondando la casa che è posta sotto il livello stradale – spiega
Farina - In più le grondaie di
alcuni dirimpettai scaricano
sulla strada aggiungendo acqua a quella già che si ferma,
ed è da qui che iniziano le tensioni anche con gli eneghesi”.
“Poi sono anche il primo a riconoscere che ci sono
eneghesi corretti e rispettosi, ho trovato alcuni
amici veramente cari qui
– conclude – Però devo
constatare che molti,
troppi, hanno il vizietto
dell’arroganza e della
supponenza. Però io non
farò come Diego Dalla
Palma, io mi fermerò perché amo Enego e sono
convinto che l’ignoranza
e lo xenofobia saranno,
presto o tardi, superati”.
“Del tombino siamo a conoscenza e appena fondi e tempo ce lo permetteranno eseguiremo l’opera promessa –
replica l’assessore ai LLPP
Giovanni Cantele – Noi abbia-
mo scelto di eseguire il maggior numero di lavori pubblici con forze proprie per risparmiare, realizzando quest’anno lavori per 150 mila
euro solo a Stoner; è una scel-
ta che richiede pazienza da
parte dei cittadini, che sono
tutti uguali e non di serie A e
serie B come si vuole far credere”.
Gerardo Rigoni
Festa ad Enego per Pasqualon
E’ proprio un ragazzo pacifico Andrea Pasqualon, evidentemente non ama il clamore,
in effetti dopo essere inciampata sulla notizia che nella
prossima stagione entrerà a
far parte a pieno titolo della
ambita categoria dei ciclisti
professionisti, sono inciampata anche nella notizia che in
paese si terrà una festa, giustamente per applaudire un
traguardo di tutto rispetto,
guadagnato dopo una stagione particolarmente brillante e
ricca di successi. Ma anche
nei festeggiamenti la linea imperante sembra quella della
moderazione, giusto per non
perdere il contatto e tenere i
piedi sempre ben fissi a terra!
Allora Andrea, ho sentito che
si terrà un bella festa in tuo
onore prossimamente….
“Sì, sabato 23 ottobre prossimo, presso il capannone ad
Enego, dalle 20, si festeggerà
il mio passaggio tra i profes-
sionisti, nella formazione
COLNAGO-CSF INOX, è
una festa che ho organizzato
io per i miei amici, ci sarà da
mangiare e musica dal vivo,
ho invitato anche alcuni ciclisti professionisti che mi auguro possano venire, come:
Davide Malacarne professionista da 3 anni, Matteo Tosato, presente anche nel recente Campionato Mondiale e
soprattutto ci sarà tutta la mia
squadra della Zalf di
Castelfranco Veneto, il gruppo con il quale ho corso negli
ultimi 2 anni, e poi ci saranno
tutti i miei tifosi e amici. Il Comune inoltre concede il patrocinio, e oltre a mettere a disposizione il Capannone, l’Assessore allo Sport Dalla Costa si è attivato per lo speaker
della serata, Argesi, e per le
riprese televisive. Quando ad
agosto ho ricevuto il trofeo di
sportivo dell’anno, si era
ipotizzata questa festa, e per
fortuna adesso si può realizzare!”
Il tuo fans club …. ?
“Anche se non dovrei, so che
si sta componendo questo
gruppo di affezionati, un club
nato tra Enego e Tezze sul
Brenta, a promuoverlo naturalmente amici e parenti, per la
precisione i cugini che ho a
Tezze, paese natale di mia
mamma. Alla festa naturalmente ci saranno e …. faranno la
loro parte!”
Hai terminato con gli impegni
da dilettante?
“Domenica 17, a Ivrea correrò il Giro del Canavese, ultima
gara da dilettante, categoria a
cui darò proprio l’addio …..(
nella voce un pizzico di emozione) poi ci sarà la festa e quindi partirò per una vacanza, 20
gg di riposo e poi si riprende”.
Una nuova avventura per questo bravo atleta, a cui va un
grande “In bocca al lupo”!
Stefania Simi
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
19
L’AVVOCATO RISPONDE
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
La difficile comprensione
ESENZIONE DEL CANONE
della violenza umana e il rischio
RAI PER GLI ULTRA
della banalizzazione in tv
SETTANTACINQUENNI
Sebbene scettico nei riguardi
di chi tenta, attraverso la carta stampata o la televisione, di
spiegare in modo spicciolo e
riduttivo le numerose e macabre vicende di cronaca nera,
siano essi esperti o presunti tali
o semplici cronisti alla ricerca del sensazionalismo e
dell’allarmismo più becero, mi
sento spinto comunque a fare
una riflessione generale di tipo
psicologico sul tema della violenza e degli episodi di aggressività irrazionale di cui tanto
si è parlato negli ultimi mesi.
Mi riferisco sia agli episodi
sciagurati degli omicidi
intrafamiliari, magari adombrati della componente sessuale, sia ai numerosi atti di
aggressione fisica tra vicini,
tifosi o, peggio ancora, sconosciuti. Se ci basiamo
sull’esponenziale visibilità data
dai media a tali eventi, dovremmo pensare che stiamo
andando a rotoli; se in parte è
palese che stanno emergendo
casi di fragilità profonde e
d’incapacità di mantenere il
controllo degli impulsi, mi
pare che l’eccessiva esposizione alla cronaca nera
distorca la reale portata del fenomeno: l’uomo è lupo per
l’uomo da quando ha fatto
comparsa su questa terra.
Il dato nuovo è che la violenza
sta progressivamente aumentando anche nei contesti apparentemente più sicuri (la famiglia, la scuola, il proprio condominio o il vicinato). Occorre
quindi una seria riflessione sui
meccanismi alla base di tali
comportamenti per scongiurarne una deriva ancor più
pervasiva. Mi riferisco ad esempio alla facilità con cui le persone, raggiungendo rapidamente una soglia di rabbia ed
emotività di tipo distruttivo,
passano all’atto, ovvero rompono i confini dell’autocontrollo
per agire con “inaspettata” violenza e ferocia nei confronti del
prossimo, che diventa oggetto
di riversamento delle pulsioni
primordiali. Sottolineo ironicamente il termine “inaspettato”
perché si spendono fiumi di
parole ed energie nel tentativo,
a mio parere spesso ridicolo e
ai soli fini utilitaristici (per aumentare l’audience, per riempire un vuoto tra i servizi del
telegiornale o per fare pseudo
criminologia in tv che tanto va
di moda ora), di trovare spiegazioni al raptus, all’impulso
omicida, alla violenza carnale.
Posso capire la naturale curiosità del perché il vecchio zio,
uomo semplice e legato alla terra, si tramuti improvvisamente
e senza apparenti motivi in un
orco omicida e stupratore.
Faccio però fatica a pensare che
le trasmissioni in prima serata,
il parere dell’esperto di turno o
le indiscrezioni ricavate dalle
perizie dei consulenti tecnici di
parte possano essere occasio-
ni adeguate per far luce, in
modo comprensibile, su tali
intricate vicende.
Innanzitutto, scoprire le ragioni di un omicidio-suicidio, di
un’aggressione destrutturante
che finisce in tragedia, di un
abuso sessuale intrafamiliare,
richiede un approccio talmente complesso e clinicamente
rigoroso che il risultato dell’analisi spesso non è “fruibile” dai
media e dall’opinione pubblica,
i quali utilizzano un linguaggio
ipersemplificato, immediato,
poco
propenso
alla
mentalizzazione astratta e ragionata. Così chi ne esce sconfitto non è l’industria televisiva
o l’accanito criminologo dall’onorario esorbitante, ma lo
spettatore, che al termine delle
trasmissioni si ritrova con un
pugno di mosche e con il dubbio se potersi fidare ancora del
vicino dirimpettaio.
I comportamenti sono il prodotto finale di una macchina
complessa qual è la mente
umana che qualsiasi “breviario”
non permette di comprenderne i meccanismi interni con
sufficiente grado di approssimazione. Ad esempio, non si
può liquidare un comportamento violento con il solo appellarsi a fantomatiche diagnosi psichiatriche,
pena
una
reificazione di senso; sarebbe
come dire che il paziente ha la
febbre perché…ha l’influenza.
Capite bene che non si risolve
il problema dell’origine del disturbo. Inoltre, alla domanda se
lo zio orco fosse in preda ad
un raptus e se è credibile l’ipotesi dell’amnesia traumatica di
tipo difensivo, non risolve le
domande relative all’orrore dell’atto. La risposta è sempre più
complessa. Probabilmente, talvolta la furia accecante dell’omicida
nasce
da
un’escalation di rabbia covata
da giorni, mesi, anni, mentre
in altri casi scaturisce da una
frattura improvvisa dell’equilibrio interno in cui i bisogni primordiali e gli impulsi più immaturi fuoriescono avendo la
meglio rispetto alla capacità di
autocontrollo e di percezione del
limite. Anche per quanto riguarda l’amnesia il discorso è
analogo. Può essere verosimile che la persona isoli l’episodio in un nucleo mnestico che
viene tenuto fuori dalla consapevolezza, come invece che
menta clamorosamente. Capisco che la curiosità è tanta, e
che poter dare nome a tali mostruosità ci fa sentire bene e ci
fa prendere una rassicurante
distanza dai nostri peggiori fantasmi. Eppure, la verità è che
siamo una razza imperfetta è
forse nemmeno così buona
come pensiamo. Esistono molte
persone con sofferenze arcaiche spesso invisibili, incrinature psichiche che solo in certe
circostanze vengono fragorosamente allo scoperto quando
si sommano più fattori scatenanti. In un mondo fatto di apparenza dove la confezione è
più importante del contenuto,
molte situazioni di disagio, di
marginalità,
di dolore
intrapsichico e di deprivazione
emotiva non saltano agli occhi se
non quando l’equilibrio si rompe
definitivamente.Allora accade che
il vicino o il parente affermi di non
aver mai notato nulla e che mai ci
si sarebbe aspettata una reazione
tale da una persona mite ed equilibrata. Invece, dentro l’individuo
può costruirsi nel tempo un senso distorto della realtà quando si
subiscono ripetute condizioni di
malessere, stress, frustrazione o
rabbia non mediati dal dialogo,
dalla relazione, dalla crescita emotiva.
La mente può reggere pressioni
indicibili, ma può crollare nel
momento in cui il tentativo di dare
senso al proprio vissuto e di sopravvivere psichicamente non trova successo, in concomitanza
con una profonda immaturità
emotiva. Andare a vagliare e a
comprendere questi meccanismi
è complesso, lungo e difficile;
inoltre, prevede una conoscenza
precisa della storia della persona,
dei suoi sentimenti, dei significati
che magari non hanno mai avuto
parola. Pertanto, banalizzare è impossibile.
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
Con la circolare n.46/2010
l’Agenzia delle Entrate ha
indicato le modalità per ottenere l’esenzione dal pagamento del Canone Rai da
parte dei contribuenti ultra
75enni -esenzione introdotta dalla Finanziaria 2008
(legge 244/2007, art.1
comma 132)- e le disposizioni su come ottenere il
rimborso retroattivo dei canoni pagati negli anni che
vanno dal 2008 al 2010.
L’esenzione dal pagamento del Canone RAI potrà
essere richiesta dai soggetti
che abbiano compiuto il
75simo anno di età entro la
scadenza del termine di
pagamento del canone stesso. Per ottenere l’esenzione dal 2011, infatti, il
75simo anno di età dovrà
essere compiuto entro il 31
gennaio del prossimo anno
e per ottenere l’esenzione
dal secondo semestre 2010
-in ca s o d i p a g a m e n t i
semestrali- il 75simo anno
di età dovrà risultare
compiuto entro il 31 luglio
di quest’anno.
I soggetti richiedenti, inoltre, dovranno avere un
reddito che, unito a quello del coniuge, non superi
complessivamente
i
6.713,98 euro annui (ovvero 516,46 euro per tredici mensilità). A tal fine
dovranno essere presi in
considerazione tutti i redditi -anche quelli non soggetti a tassazione IRPEFrelativi all’anno precedente a quello per il quale si
intende fruire dell’agevolazione. Saranno compresi, quindi, i redditi imponibili desumibili dal CUD o
dalla dichiarazione dei
redditi (al netto degli oneri
deducibili), nonché i redditi soggetti ad imposta
sostitutiva o ritenuta
(come gli interessi maturati su conti bancari, postali, BOT, CCT e altri titoli di Stato), tutti i proventi di quote di investimenti e i redditi percepiti
all’estero. Andranno conteggiate anche le retribuzioni corrisposte da enti od
organismi internazionali,
rappresentanze diplomatiche consolari, missioni, o
quelle corrisposte dalla Santa Sede, da enti gestiti da
essa o da enti centrali della
Chiesa Cattolica. Non andranno conteggiati, invece,
i redditi esenti da IRPEF
(pensioni di guerra, rendite
INAIL, pensioni di invalidità), i redditi derivanti dall’abitazione principale, i
trattamenti di fine rapporto
e gli altri redditi assoggettati a tassazione separata.
I soggetti richiedenti, infine, non dovranno essere
conviventi con altre persone, diverse dal coniuge, che
abbiano un reddito proprio.
Si noti che l’esenzione in
questione riguarda esclusivamente l’apparecchio televisivo detenuto presso
l’abitazione di residenza.
Per ottenere l’esenzione
occorrerà compilare un
modulo -consistente in una
dichiarazione di possesso
dei requisiti- approntato
dall’Agenzia delle Entrate
che andrà consegnato o
spedito per raccomandata
a/r (piegando il foglio, senza busta) entro il 30 aprile
dell’anno a partire dal quale si intende usufruire dell’esenzione (stante l’aver
compiuto i 75 anni entro il
31 gennaio). Nel caso di
canone semestralmente
con compimento del 75
anno di età che garantisca
l’esenzione per il secondo
semestre l’invio dovrà avvenire entro il 31 luglio.
Il modulo (dichiarazione
sostitutiva) è scaricabile al
seguente link: http://
www.agenziaentrate.gov.it/
wps/wcm/connect/nsilib/nsi/
strumenti/modelli/modelli+di
+istanza_richiesta_domanda/
canone+rai+richiesta+esenzione
+istanza+rimborso ed andrà
inviato a AGENZIA DELLE ENTRATE - Ufficio
Torino 1 S.A.T. - Sportello
abbonamenti TV - 10121 –
Torino, allegando copia di
un documento di identità.
La consegna a mano, invece, potrà essere effettuata
presso qualunque ufficio
locale o territoriale dell’Agenzia delle Entrate.
Il rimborso dei canoni già
versati, invece, spetta ai
soggetti che già posseggano i requisiti per l’esenzione (ovvero per gli anni per
i quali risultino maturati i
requisiti di età e reddito) e
che abbiano regolarmente
pagato i canoni dall’anno
2008, anno dal quale il rimborso può aver inizio. Ciò
vale a dire che i soggetti
che hanno compiuto i 75
anni entro il 31 gennaio
2008 potranno chiedere il
rimborso dal 2008 in avanti, quelli che hanno compiuto
i 75 anni entro il 31 gennaio 2009 potranno chiedere
il rimborsi a partire dal
2009, etc.
Anche per ottenere il suddetto rimborso andrà compilata una domanda predisposta dall’Agenzia delle
Entrate, che dovrà essere
presentata unitamente alla
richiesta di esenzione per
gli stessi anni per i quali si
chiede il rimborso. Il modulo è scaricabile al medesimo link indicato in precedenza ed i rimborsi avverranno in un momento successivo, con comunicazione dell’Agenzia, mediante pagamento in contanti
presso gli uffici postali.
Si sottolinea che per ogni
abuso relativo al diritto di
esenzione è comminabile
una sanzione amministrativa variabile da 500,00 a
2.000,00 euro per ciascuna annualità ed ulteriori
sanzioni penali possono
essere applicate relativamente alle false dichiarazioni eventualmente rese
nella compilazione del
modulo di autocertificazione.
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
20
I NOSTRI EMIGRANTI
Un pioniere dell’emigrazione in Australia
La storia di Stefano Stefani “buon individuo e grande lavoratore”, padre del senatore Julian
Nel 2006 ebbi l’opportunità
di un viaggio in Australia, un
mese ospitato dai cugini e
non vi dico l’accoglienza della
nostra gente, ti fanno capire
quanto sono riconoscenti a
quella terra che ha permesso loro di vivere, crescere
e… sperare. Sono anche orgogliosi per i tanti italiani che
là si fanno onore. Così vengo a conoscenza che c’è un
senatore ad Adelaide di nome
Julian (Giuliano) Stefani figlio
di Stefano Stefani e Marina
Rodighiero.
Qui vi racconto di Stefano
Massimiliano Stefani, papà
del senatore, figlio di Stefano e di Baù Catterina, nato a
Sasso di Asiago in Contrà
Mori il 2 settembre 1901, là
esiste ancora la casa paterna.
Ben presto Stefano e la sorella restano orfani della
mamma e ciò non ne facilita
l’infanzia; il papà cerca aiuto e decide di sposare una
“ragazza
madre”
di
Gomarolo di Conco.
Stefano e la sorellina crescono in un clima famigliare che
non è più quello di prima, Stefano comunque aiuta la famiglia andando a tagliar legna e a fare carbone nei boschi dell’altopiano; nel 1916
subisce, come tutti gli
altopianesi, 4 anni di duro
profugato.
Nel 1923 Stefano
sposa quella che
sarà la compagna
della sua vita, la
ventenne Marina
Rodighiero di
Conco. Vivono alcuni anni a Sasso
con il papà e la
matrigna, ma nel
1925 sente di una
terra lontana dove
c’è lavoro: rompe
gli indugi, parte per
l’Australia e dopo
40 giorni di nave
arriva
a
Melbourne. Inizia
così la sua “traversata” da emigrante lunga una
vita. Trova impiego come carpentiere, ma da subito il lavoro
scarseggia e Stefano si sposta a Sydney (1000 km più a
nord) dove resta per due
anni; arriva la depressione
del’29, l’economia si ferma
e ritorna al Sud dove trova
lavoro come boscaiolo.
Il lavoro non manca, ma non
arriva la paga pattuita. Allora assieme ad altri amici accetta di unirsi in una specie
di cooperativa per costruire
una strada interpoderale che
serve ad un grande
allevatore. Arrivano i primi
veri soldi e Stefano comincia a respirare aria nuova.
Finita la strada si sposta ad
Adelaide dove trova lavoro
come carpentiere nella costruzione della ferrovia
Adelaide – Darwin, un lavoro duro ma ben pagato.
Nel 1930 insegue, con un
amico inglese, il miraggio dei
cercatori d’oro in Nuova
Guinea (allora territorio australiano). Anni difficili anche
se gli indigeni volevano bene
a Stefano perché era molto
paziente con loro. Nel 1935
Stefano torna per la prima
volta in Italia, si ferma sei
mesi a Conco, dove la famiglia si era spostata. Ritorna
in Australia per la
seconda volta, ma
nel 1938 rientra in
Italia per la morte
della terza figlia
Giovanna di due
anni. Nonostante
abbia 37 anni,
deve andare soldato in Abissinia
(Africa); fortunatamente nel 1939
viene congedato
così può ritornare
in famiglia a
Gomarolo. Intanto
nasce Giuliano (il
futuro senatore) e
Stefano se ne ritorna per la terza
volta in Australia
dove trova subito
un buon lavoro,
ma nel 1940 l’Italia dichiara
guerra all’Inghilterra e lui viene internato dagli inglesi-australiani quale “nemico”! assieme a lavoratori giapponesi in un campo di prigionia ad
Orange. Qui devono lavorare coltivando verdure, allevando maiali, inoltre coltivano l’oppio che serve per produrre la morfina che era
molto richiesta dalle nazioni
in guerra. Al campo di prigionia n° 9 resta, pur lavorando senza paga, per 42
mesi fino al 1945. A Conco
intanto la famiglia tira avanti
con i pochi risparmi. Stefano
viene rimpatriato, spera che
la vita di emigrante sia finita
ma la situazione economica
in Italia, e particolarmente in
Veneto, è disastrosa. A questo punto a Stefano non resta che ritornare per la quarta volta in Australia. Dopo
tre anni, non resiste alla nostalgia della famiglia lontana
e con la scusa del matrimonio di Caterina, la primogenita, ritorna per l’ennesima
volta in patria dove, nonostante la sua specializzazione in
carpenteria, trova lavoro solo
a Milano. E’ un uomo deluso
perché a fine mese resta ben
poco per la famiglia e Stefano, “consigliato dalla
Madonnina di Milano”, nel
1949, se ne va per la quinta
volta in Australia, ancora da
solo.
Stefano, “buon individuo e
grande lavoratore”, come
scriveva nel suo rapporto il
sergente del campo di prigionia, nel 1950 chiama la famiglia nella terra dei Canguri
anche se è dovuto ricorrere
ad un prestito per pagarne il
viaggio.
Così Stefano a cinquant’anni prosegue la sua “traversata” da emigrante con la sua
famiglia. L’entusiasmo per la
famiglia vicina lo sprona a
tener duro, in pochi anni riesce saldare tutti i debiti e ad
acquistare la sua prima casa.
La nostalgia dell’Altopiano si
affievolisce, Stefano trova
lavoro e Giuliano frequenta
con profitto le scuole. Finalmente sul volto di Stefano si
legge contentezza e serenità. Stefano con la sua Marina trascorre gli ultimi anni
nella sua bella casetta di
Adelaide dove nel 1983 termina la sua “traversata”
chiudendo per sempre quegli occhi che videro il mondo dell’emigrazione più tribolata, sofferta ma sempre
dignitosa ed onesta con
l’orgoglio del figlio del boscaiolo-carpentiere essere
eletto Senatore di un grande paese.
Stefano Stefani ha dato la
vita per far crescere l’Australia e come lui altri centinaia di migliaia di italiani
hanno fatto lo stesso. I primi italiani che arrivavano in
Australia negli anni ’20 erano considerati dagli inglesi
una “razza inferiore”, ma
ben presto si accorsero che
erano una “razza superiore” ed ancora adesso esponenti del governo centrale
affermano che se non ci
fossero stati gli italiani,
l’Australia non sarebbe
quella che è oggi.
Amerigo Baù
(Notizie tratte dal libro di Silvano Girardi
edito da “4 ciacole” di Bruno Pezzin).
- capitolo 4 di Luca Trapani
- Nonno, ci pensavo ieri sera... ma se davvero esistevano le
foreste, voglio dire - come erano, e, che fine hanno fatto?
Freajoch gongolò a sentirsi porre quella domanda.
- Facciamo progressi: curiosità! Magnifico. Lascia che mi accenda la pipa.
- La prima cosa che devi sapere, - proseguì Freajoch, - è che
una foresta, in tutti i sensi, non era una cosa da poco. Ai
piedi dei tronchi cresceva ogni sorta di arbusto, erbaccia, cespuglio, e gli uomini dovevano aprirsi a forza dei sentieri se volevano
camminarci comodamente. I sentieri non erano un male, perché
non disturbavano queste “città degli alberi”. I veri problemi erano
due: il primo, è che agli uomini serviva il legno, lo usavano per
ogni cosa, dal combustibile alla carta. Quindi, abbattevano una
quantità sempre maggiore di alberi, senza lasciare alla natura il
tempo di rinnovarsi. Il secondo, che dove c’ era una foresta,
non poteva esserci la città; e perciò, con l’ aumento demografico
senza controllo del 23° secolo, interi polmoni verdi vennero
velocemente rasi al suolo, visto che ormai si era trovato il
modo di stabilizzare l’ atmosfera grazie al metodo Janovsky.
Stettero un po’ in silenzio. L’ espressione del vecchio era
quella di sempre, però la sua voce aveva un timbro insolitamente duro, tanto che Henna stavolta non osava domandargli
cosa fosse un polmone verde, né altri mille quesiti che le affollavano la testolina.
- Ma questo era così un male? In fondo, se poi gli alberi non
servivano più... - azzardò la ragazza. Freajoch la fulminò.
- Certo che fu un male! La foresta non era solo un luogo
fisico, dimora di una ricchezza incredibile di altri esseri viventi che oggi non potremo mai più godere, come lo scoiattolo, il
lupo, l’ orso, la civetta. La foresta era anche il luogo per
eccellenza della Fantasia, del Sacro; era il teatro della
fatica e della sofferenza, dei viaggi che cominciano da
un punto e si dirigono verso il Mistero, era l’ incanto
formidabile e talvolta pericoloso dei profumi e delle fiabe
più antiche! La razza umana ci è nata, nella foresta! Fu come
distruggere la propria Grande Madre. Anche se noi ora viviamo
DELLE FORESTE
ancora, abbiamo ucciso la nostra antica madre.
Henna taceva inorridita. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
- Non ti credo! Tu sei cattivo!
- Vuoi sapere la verità? Vuoi sapere come andarono le cose davvero? - insistette il vecchio.
- La vera distruzione incominciò molto, molto tempo prima che gli uomini abbattessero materialmente tutti gli alberi. La vera distruzione incominciò quando gli uomini di-
menticarono che cosa fossero i boschi, e presero a trattarli
come un parco divertimenti, dove comportarsi a piacimento!
Quando dimenticarono che, per rispetto o per timore, dovevano avvicinarsi alle foreste togliendosi il cappello. Ecco la
verità.
- Bugiardo! Tu non l’ hai mai neanche visto, un bosco!
Freajoch s’ intenerì a vedere il viso della nipote rigato dai lacrimoni.
- No, non l’ ho visto - disse dolcemente, - però, ora ti mostrerò
qualcosa.
Se ne andò in un’ altra stanza, ed Henna rimase ad attenderlo
tirando su col naso. Dopo alcuni minuti, Freajoch tornò con un
oggetto antichissimo, un diario. Lo aprì con molta delicatezza e
disse:
- Questo apparteneva a mio Nonno, che a sua volta l’ aveva
ricevuto in custodia da suo Nonno. E’ il diario di un antenato di
cui porti il sangue, cara Henna. E costui, aveva fatto in tempo a
visitarla, una foresta, perché ce n’ erano ancora quando lui era in
vita. Senti cosa scrisse:
“... E i passi scricchiolano sul sentiero, contro al cielo immerso
in un immenso silenzio, si levano imponenti i fusti d’ abete
ammantati d’ inchiostro; la luna è un buco di luce che le cime a
punta forse a stento riescono a solleticare, solo per qualche momento quando tace il frusciare gentile della brezza; e le chiome paiono far
capannello, si stringono le une alle altre e pure forse, al disturbo del
viandante, interrompono sul più bello qualche segreta armonia, cantata con gioia vibrante dal sogno vegetale di stelle e radici; e le note
che son rimaste impigliate per aria trasudano ancora dai rami e dalle
foglie, e si tramutano in pollini e in profumi muschiati, echi in un
teatro primordiale di cui son piccino intruso. Ed allora mi sforzo di
assomigliare al gatto, allo scoiattolo, all’orbettino, perché mi piace d’
immergermi in quel sogno e non voglio ch’ esso si ritragga, come
scottato dalla mia arroganza umana.”
La ragazza ascoltava ammaliata.
- Se vuoi, puoi tenerlo e leggerlo tutto, ma trattalo bene, ha
quasi mille anni. Dopo, mi dirai se sono io il cattivo, o quelli
che avevano dimenticato.
8
l’Altopiano
Sabato 16 ottobre 2010
21
HOCKEY SU GHIACCIO SERIE A1
Torna Bellissimo, ora tocca
all’Asiago fare altrettanto
Pagina a cura
di Stefano Angonese
Inizio sottotono per i campioni
d’Italia, che in settimana hanno riabbracciato il portiere
italo-canadese tra i protagonisti assoluti dello scudetto
dell’aprile scorso. Sottotono.
Non c’è che dire. L’inizio della Migross Supermercati
Asiago non è stato all’altezza
delle aspettative, anche se la
stagione è ancora lunga. Sfumato il primo obiettivo (la
Supercoppa), i campioni
d’Italia in carica avevano illuso debuttando con un’autoritaria affermazione sul ghiaccio di Alleghe, storicamente
difficile, salvo poi incontrare
le prime difficoltà (tecniche e
nervose, con due penalità partita, squalifiche, diffide e troppi minuti di penalità) e di conseguenza le prime sconfitte
che hanno fatto scivolare gli
stellati nelle retrovie della se-
rie A1, già staccati dalla “zona
Coppa Italia” (accedono alla
“Final Four” le prime tre
squadre classificate al termine del primo girone di andata
e ritorno a cui si aggiunge la
migliore della A2). Il tutto condito dai problemi di
tesseramento di Ralph
Intranuovo (ora risolti) e l’infortunio occorso nella vittoriosa
gara con il Fassa al portiere
Andrew Perugini (ben sostituito
da Gianfilippo “Gianfi” Pavone).
Ma il ko del 22enne estremo difensore italo-canadese ha di fatto accelerato un meccanismo
che per una serie di coincidenze
ha riportato sull’Altopiano Daniel
Bellissimo, il portiere dello scudetto, l’mvp dell’ultimo campionato che aveva lasciatoAsiago per
inseguire il sogno di diventare un
“pro” oltreoceano. Un training
camp nei Manitoba Moose
(AHL), farm team dei Vancouver
Canucks, finito con il “taglio” e
la prospettiva di ripartire dalla
ECHL a Utah, ma anche in questo caso niente da fare e così la
decisione di far rientro qui. Un ritorno che, senza timore di smentita, in molti si auguravano, senza
nulla togliere al giovane Perugini,
giunto probabilmente nella stagione sbagliata. Bellissimo era cresciuto e maturato con calma, senza pressioni ed ansie da prestazione; quello che Perugini, al momento, non ha potuto fare, perché quando ti presenti al via con
il tricolore sul petto difficilmente puoi avere tempo di
aspettare. E, nonostante il girone di andata si chiuda sabato 16 ottobre (ore 20.30) con
il match casalingo contro il
Pontebba di Luca Rigoni,
l’Asiago non può permettersi
di perdere tempo e, soprattutto, troppo terreno dalle battistrada. Un avvio stentato a livello di collettivo (bilancio in
rosso in termini di punti e reparti rispetto ad un anno fa) e
singoli (qualcuno finora non
ha convinto), che, tuttavia,
non preoccupa più di tanto il
d.s. Renato Tessari: « Me
l’aspettavo una partenza simile; è l’effetto “campioni
d’Italia”. Capita, nonostante i moniti della vigilia. Finora, comunque, le sconfitte
sono maturate più per
demeriti nostri che per meriti
degli avversari; stiamo sbagliando e concedendo davvero troppo. Ma non sono preoccupato, si tratta solo di
cambiare atteggiamento e, soprattutto, di ritrovare quell’umiltà che ci ha permesso di
vincere pochi mesi fa. Non dimentichiamo poi che praticamente non abbiamo mai avuto a disposizione la “formazione tipo”. Serve tempo per
trovare i giusti equilibri;
qualcuno ha grandi mezzi, ma
deve ancora registrare altri
aspetti, qualche altro, invece,
deve scuotersi un po’, ma non
solo tra gli stranieri. Sono con-
Verso la Continental Cup
Manca più un mese al girone di semifinale della Continental Cup, ma sull'Altopiano già si lavora
intensamente per questo appuntamento, uno dei crocevia di questa lunga ed intensa annata sportiva
Diffuso, infatti, il calendario provvisorio (manca
l'ufficialità) degli incontri del gruppo “E”. Il girone si
aprirà alle ore 17 di venerdì 26 novembre con la sfida tra
i campioni di Danimarca del SønderjyskE Vojens, allenati
dall’ex indimenticato attaccante giallorosso Mario Simioni,
e la vincitrice del gruppo “C” dei quarti di finale. In serata, ore 20.30, la Migross Asiago debutterà contro i campioni di Ucraina del Sokol Kiev. Sabato 27 novembre ore
17 Sokol Kiev – SønderjyskE; ore 20.30 Asiago – squadra
qualificata. Gran finale domenica 28 novembre: ore 17
squadra qualificata – Sokol Kiev e alle ore 20.30
SønderjyskE – Asiago. Il nome della formazione qualifi-
cata uscirà la prossima settimana, visto
che dal 22 al 24 ottobre, a Maribor
(Slovenia), è in programma il girone “C”
dei quarti di finale che comprende i padroni di casa, gli ungheresi del Dunaujvaros, i
rumeni del Miercurea Ciuc ed i kazaki del
Sary-Arka Karaganda. La "Super Final" è
in programma a Minsk (Bielorussia) dal 14
al 16 gennaio 2011. Già qualificati Yunost
Minsk e Red Bull Salisburgo, detentori del
"piatto d'argento". Le altre due usciranno appunto dai gironi di
semifinale di Asiago e Rouen (Francia).
Foto di Paolo Basso
vinto che questa squadra sia
più forte di quella dell’anno
scorso, magari apportando
qualche aggiustamento (un
terzino, ndr) in vista della
Continental Cup, un obiettivo importantissimo per noi
e verso cui è stata impostata anche la preparazione di
questa fase iniziale dell’annata sportiva ». Asiago da
rivedere, dunque, così
come altre formazioni, che
sono già tornate sul mercato per apportare i primi correttivi al proprio organico. E’
il caso dell’Alleghe, deludente finora, che nella settimana del ritorno di Bellissimo ad Asiago ha ingaggiato
l’alter ego Adam Dennis, che
lo scorso anno fece faville
con il Fassa prima di finire
anzitempo la stagione per un
infortunio patito proprio
contro l’Asiago nel momento chiave della serie dei
quarti di finale dei playoff.
Il Bolzano, invece, ha
rimpolpato un organico un
po’ troppo minimalista (anche per colpa degli infortuni
a Gordon e Fretter), assicurandosi il 26enne attaccante
statunitense Danny Irmen.
Nuovo volto anche nel reparto offensivo del Cortina
(asfittico finora); si tratta del
28enne canadese Jesse
Schultz. L’ultima notizia arriva dalla Svizzera, ma interessa, comunque, l’Altopiano. E’
terminata ad inizio settimana,
dopo una salvezza soffertissima conquistata nel 2009/10
ed un disastroso avvio in questa stagione (11 sconfitte su
12 incontri), la travagliata avventura sulla panchina
dell’Ambri Piotta (LNA) di
Benoit Laporte, il tecnico che
portò l’Asiago al primo scudetto nel 2001. Laporte, comunque, al momento rimane
ad Ambrì in qualità di direttore sportivo.
Hockey Inline
Il passato ritorna
Foto di Marco Guariglia
Sabato la Rigoni di Asiago Vipers, alle prese con una stagione
difficile, debutta in campionato. Avversario il lanciatissimo
Padova di Marobin e degli ex Mantese, Comencini, Mosele e Frigo
Archiviate Supercoppa (vittoria a sorpresa) e Coppa Italia (eliminazione in semifinale prevista) per la nuova Rigoni di Asiago
è tempo di immergersi nel campionato. La nuova Serie A1 è
iniziata già una settimana fa, senza particolari sorprese. I campioni d’Italia, alla finestra per il turno di riposo, entreranno in
scena sabato 16 ottobre (ore 20.45) a Padova contro i Ghosts
degli ex.
Un esordio quasi creato ad arte dal calendario, con i “fantasmi” del passato pronti ad incrociare subito le stecche con i
campioni in carica. Una squadra quella asiaghese, come più
volte scritto, trasformata rispetto a pochi mesi fa: il ridimensionamento economico ha costretto la società a cedere alcuni
dei pezzi pregiati, quattro dei quali, ovvero l’intera prima linea
(anche della nazionale), sono finiti dritti dritti alla corte di
Riccardo Marobin, tecnico del Padova. I “fantastici quattro”
(Mantese-Comencini-Mosele-Frigo) hanno già lasciato il segno all’esordio, firmando tutte e otto le marcature che hanno
consentito ai patavini il sacco (5-8) sulla pista dell’Edera Trieste. Un biglietto da visita niente male, dunque, per la matricola
che vuol bruciare le tappe (come un anno fa in A2) e far la
voce grossa fin da subito.
Un derby che si riaccende come in passato (fu anche finale
scudetto nel 2006), complice anche la colonia altopianese all’ombra del Santo. Il tecnico Riccardo Marobin, protagonista
di tre promozioni dalla A2 alla A1, due delle quali ad Asiago, per
la prima volta siede su di una panchina della massima serie, ma
per lui la sfida di sabato “sarà una partita come un’altra, nessuna emozione particolare”. Ben diversa la risposta di Claudio
Mantese, probabilmente il miglior giocatore di inline in circolazione sulle piste italiane che in estate ha dato il “la” alla fuga dai
Vipers. « Sarà una gara speciale, è ovvio. Sono arrivato nei
Vipers nel gennaio 2006 ed ho vissuto momenti belli ed intensi. Emotivamente sarà un match speciale, ma senza alcun tipo
di rivalsa nei confronti di nessuno, sia chiaro. La decisione di
chiudere questo “ciclo” è stata mia; una scelta ponderata,
maturata negli ultimi mesi della scorsa stagione e dovuta a
vari fattori. Era giunto il momento di voltare pagina. A Padova mi trovo bene, c’è grande entusiasmo; è una realtà che ha
voglia di crescere e dispone di un ambiente sano, anche a livello economico. La squadra è competitiva, ma per fare il salto di qualità servirebbero altri due, tre innesti da affiancare a
quei giovani che già militano in prima squadra. Al momento il
traguardo minimo sono i playoff; poi si vedrà ».
Ma come finirà questo derby? « Spero di andare a Civitavecchia
(3a giornata) a punteggio pieno ». Chiosa Marobin; mentre
Mantese è più cauto: « Asiago è una delle squadre contro cui
faticheremo di più, perché pattinano molto ed hanno tanti buoni
elementi. E’ un avversario difficile per noi, che merita rispet-
to, ma ci proveremo, non abbiamo pressione addosso ».
E in casa Asiago come si vive questo ritrovato derby? « Serenamente – dice Cristiano “Dido” Sartori – perché siamo convinti di potercela giocare nonostante un potenziale che, innegabilmente, è meno forte rispetto a qualche mese fa ed anche a
qualche probabile assenza a cui dovremo far fronte. Loro hanno la miglior prima linea in circolazione, la conosciamo bene,
ma noi disponiamo di tre blocchi in grado di metterli in difficoltà sul piano del ritmo. Sarà una bella sfida, come tutta
questa stagione, per noi “vecchi” ed anche per i “boce”. Sarà
diverso dal solito, più complicato, ma anche più stimolante
per vedere dove possiamo arrivare e sono convinto che alla
fine sarà lontano anche quest’anno ».
Da un derby all’altro. Dopo Padova, infatti, i Vipers, una settimana più tardi, saranno attesi dalla sfida con il Vicenza (ridimensionatosi in estate), in programma ad Asiago, in via Cinque, sabato 23 ottobre. Come inizio niente male, no?
I risultati della 1a giornata. Milano 24-Vicenza 6-3;
Civitavecchia-Ferrara 9-5; Cittadella-Polet Trieste 7-4; MonlealeArezzo 3-4; Edera Trieste-Padova 5-8. Ha riposato Asiago.
Classifica. Civitavecchia, Milano, Cittadella, Arezzo e Padova
punti 3; Vicenza, Ferrara, Polet Trieste, Monleale, Edera Trieste e Rigoni di Asiago Vipers * punti 0. (* una partita in meno)
8
l’Altopiano
Sabato 16 ottobre 2010
22
I Mondiali Master si presentano a Venezia
SPORT
Martedì 26 ottobre una delegazione del Comitato organizzatore sarà a Palazzo Balbi ospite
delle giunta regionale. La Regione importante partner economico per la manifestazione
A Gallio i migliori cavalli d’Europa
I migliori cavalli d’Europa di
razza appaloosa si allevano
in Altopiano. Si può dirlo senza alcun rischio di essere
smentiti dopo che, dal recente
Campionato
europeo
Appaloosa svoltosi in Germania, precisamente ad Aachen
(Aquisgrana), dal 29 settembre al 3 ottobre, il Team
Appaloosa di Gallio ha portato a casa ben 11 medaglie,
conquistando, in alcuni casi,
il titolo insuperabile di “Gran
champion” ovvero “Campione dei campioni”. Grande
dunque la soddisfazione per
l’Urbani Appaloosa’s, situato in zona Gastagh di Gallio,
dove Meinhart JD Urbani,
aiutato dai suoi collaboratori
alleva ed addestra questi
splendidi destrieri. E definirli
splendidi non è un’esagerazione perché le medaglie
sono arrivate quasi tutte nelle gare di morfologia ovvero
bellezza e portamento del
cavallo. Al Campionato europeo, il Team Appaloosa ha
partecipato con 8 cavalli: 2
stalloni, un castrone e cinque
femmine. Nella categoria
That final touch
Morfologie Open femmine di
un anno medaglia d’oro per
“A dream investiment”. Tra
le femmine adulte, primeggia
e conquista l’oro “That final
touch” che ottiene anche il
titolo di campionessa di tutte
le categorie femminili ovvero “Gran Champion”. Tra le
fattrici, medaglia d’oro a
“Maid Kela”.
Degli stalloni adulti, il migliore d’Europa è “Play Girls
Investor” (medaglia d’oro e
Gran Champion). Lo stallone “Private Playboy” è d’oro
tra quelli di un anno.
E veniamo ai castroni:
“Chairmans Dream” (adulti)
A destra Meinhart
JD Urbani con
That final touch
Fabio Cerantola e Playgirls Investor
migliore stallone Appaloosa in EUROPA
è campione di tutte le categorie.
Tutti i cavalli fin qui menzionati sono stati presentati nella categoria Open da
Meinhart JD Urbani.
Nelle gare non pro di
morfologia, Fabio Cerantola
ha conquistato due medaglie
d’oro con la femmina “That
Final Touch”, lo stallone
“Playgirls investor” e il
castrone
“Chairmans
Dream”.
Alla sua prima esperienza
nelle gare di “hunter in
hands”, sale inoltre sul podio
altre due volte con un argento e un bronzo.
Da sottolineare poi che Maria Carlotta Missaglia in sella a “Sexithing”, nella categoria Non Pro Reining”, alla
sua prima esperienza, ha conquistato un bel quarto posto.
Per concludere in bellezza la
scuderia altopianese ha sfoggiato una puledra di quattro
anni “Rustys Peppolena” figlia del prestigioso stallone
leopard “Rustys Ul Nugget”
che ha portato a casa la medaglia d’oro nello “Snaffle Bit
Reining” ed il prestigioso
futurity.
“Risultati che ci danno grande entusiasmo, che appagano il buon lavoro fatto in un
intero anno e che ci fanno
aggiungere 11 medaglie alle
già trenta che abbiamo conquistato negli ultimi anni in
varie manifestazioni” conclude Meinhart JD Urbani.
Stefania Longhini
Stage di danza con Silvia Rinaldi
Il centro per la formazione
della danza classica e moderna DanzAsiago organizza per
l’anno accademico 2010/2011
uno stage di danza classica
che avrà un’insegnante d’eccezione, dalla professionalità
e dalla bravura riconosciute in
ambito nazionale e internazionale. Si tratta di Silvia Rinaldi,
etoile internazionale, per dieci
anni ballerina al Teatro La
Scala di Milano. “E’, per tutte
le danzatrici dell’Altopiano –
sottolinea Sandra Rossi, direttrice della scuola DanzAsiago
– un’importante opportunità
per crescere sempre più e
migliorare la propria preparazione, sotto la prestigiosa
guida di un’etoile dalla grande e lunga esperienza non solo
come ballerina ma anche
come insegnante”. Silvia
Rinaldi sarà presente ad
Asiago, presso la scuola primaria Monte Ortigara una volta al mese. Si comincia domenica 7 novembre. Lo stage è
indirizzato a tre livelli: 2/3/4
grado,
intermediate
foundation, intermediate
advances. Per informazioni
e prenotazioni rivolgersi ai
numeri 380.3543007 –
0424.1751498
Dopo la presentazione fatta
nella sala consiliare del capoluogo, i Campionati Mondiali “Master” 2013 di sci
nordico assegnati dalla World
Master Association ad
Asiago e all’ altopiano troveranno ulteriore, ampio rilievo
mediatico martedì 26 ottobre
quando una delegazione del
Comitato Organizzatore si
recherà a Venezia. A Palazzo Balbi sarà ospite della
Giunta Regionale ed in quella prestigiosa sede si farà il
punto sul cammino sin qui
percorso e su quello che attende. La presentazione
lagunare del “mondiale “
master sottolinea innanzitutto
l’importanza attribuita a questa manifestazione da parte
del “governo” veneto sia per
il significativo spessore tecnico come per l’importanza
della promozione turistica derivante dal coinvolgimento
nelle gare di atleti ed
accompagnatori provenienti
da nazioni del calibro di Stati
Uniti, Canada, Russia, area
scandinava e dell’est europeo. Il coinvolgimento della
Regione del Veneto significa
altresì l’opportunità di poter
contare su un fondamentale
partner economico rispetto ai
costi che l’organizzazione
dovrà sostenere.
L’invito veneziano sta mobilitando la delegazione
altopianese. L’ obiettivo è
quello di proporsi ai responsabili regionali come
agli operatori della comunicazione illustrando in modo
efficace le notevoli risorse
umane, organizzative, economiche ed ambientali di
cui Asiago e l’altopiano dispongono per ricambiare la
fiducia riposta dalla World
Master Association e garantire ai partecipanti un soggiorno destinato a lasciare
traccia duratura nei loro ricordi.
R.A.
SCI ALPINO
Gianesini pronta per l’esordio in “Coppa”
Di questi tempi il ghiacciaio del
Tonale è diventato una sorta
di “mecca” per varie squadre
nazionali in preparazione per
l’ormai imminente avvio della
Coppa del Mondo 2010-11. Lì
infatti le piste per gli allenamenti sono messe meglio rispetto a quella austriaca di
Soelden sede dei due “giganti” validi quale primo atto nella
corsa alla sfera di cristallo destinata a concludersi fra cinque mesi abbondanti. Naturalmente le squadre azzurre
sfruttano più che possono la
pista di casa che, fra l’altro,
molto assomiglia a quella del
Rettenbach il ghiacciaio sul
quale verrà disegnata questa
prima sfida fra le porte larghe.
E saranno proprio le ragazze,
sabato 23, ad aprire la stagione del circo bianco e le novità
non mancheranno perché fra
new-entry e ritiri si assisterà
ad un bel rimescolamento di
valori. Giulia Gianesini, la
galliese delle Fiamme Oro, è
ormai entrata nell’elite mondiale della specialità grazie al 16°
finale posto conseguito lo scorso inverno nella classifica di
“coppa” relativa appunto al gigante. E’ pronta a dire la sua.
La preparazione estiva ed
autunnale l’ha vista rispettare
la tabella di marcia imposta dai
tecnici e, quindi, dopo la lunga
trasferta in Sud-America e la
“cura-Tonale”, tutto dovrebbe
essere in ordine. Con lei ad indossare il pettorale saranno altre otto ragazze e dieci “colleghi”. L’ Italia in rosa può contare su un buon tridente composto da Denise Karbon,
Manuela Moellgg e Federica Brignone ma la “nostra”
Giulia può senz’altro far
bene. Reduce dalla sua miglior stagione non vorrà certo fermarsi li.
Renato Angonese
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
23
Canove, i giovani mostrano il loro valore
I neo inseriti nella prima squadra dimostrano quanto di buono si è seminato negli ultimi anni nel
settore giovanile. Dopo una partenza non buona, si comincia a macinare gioco e a fare punti
CALCIO
Finito il periodo di rodaggio il
Canove Calcio ha ripreso a
macinare gioco e punti. E
con le due vittorie delle ultime due domeniche i
gialloblu hanno ripreso contatto con la zona alta della
classifica; dove appunto
società, tecnici e giocatori
sanno di dover stare con le
capacità e voglia di riscatto
che tutti hanno espresso alla
presentazione della squadra.
Sei punti che hanno ridato
fiato e energia alla compagine guidata da Sandro
Baù, ma che soprattutto
hanno dimostrato la qualità
dei giovani inseriti nel tessuto della prima squadra
dopo la retrocessione sofferta del campionato scorso. Il 4- 2 inferto al
Colceresa e il 2- 0 conqui-
Nessun passo falso. E questo è un dato confortante. Altri
due turni di campionato ed altrettanti risultati positivi per le
nostre formazioni impegnate nei campionati di terza categoria.
Nel girone “B” l’Asiago ha inanellato altri due pareggi casalinghi, che posizionano la squadra di Lorenzo Lorenzi nella
bagarre di metà classifica. C’è qualche rimpianto per l’ultima giornata, visto che i giallorossi erano davvero ad un passo dal cogliere i tre punti, ma per ora va bene così.
Nel girone di Bassano, invece, si allunga l’imbattibilità stagionale del GLC, grazie al gol di Ruzzante in pieno recupero
che vale il sofferto, ma prezioso 2-2 contro il Villaggio S.
Lazzaro. In precedenza la compagine di Maino aveva piegato (2-1) l’Ospedaletto.
S.A.
stato ai danni del TreCi fanno ben sperare per il proseguire del campionato senza però scordare le lacune
ancora da colmare.
Innanzitutto i gialloblu sono
molto “Panozzo dipendenti”
con una buona parte delle
azioni d’attacco che partono dai suoi piedi. Così come
manca ancora una coesione completa tra senatori e
nuovi arrivati; nessuna tensione da precisare, solo intese da affinare. Risulta
A piccoli passi
In 3^ categoria le altopianesi procedono senza fermarsi
Calcio a 5
Immobiliare Neve Gallio:
tre punti nelle prime tre partite
Inizio di campionato altalenante per l’Immobiliare Neve Gallio che dopo le prime tre giornate si trova a metà classifica a quota 3 punti,
frutto di una vittoria e due sconfitte. La squadra galliese di calcio a 5 per questa stagione
deve fare a meno di due elementi rivelatisi
fondamentali negli scorsi anni, quali Matteo
Munari passato alla Futsal Asiago e Andrea
Dalla Bona. Da registrare inoltre anche il
cambio in panchina, con Lunardi chiamato a
sostituire Munari alla guida della squadra.
Buono l’esordio del Gallio nonostante la
sconfitta per 4 a 2 maturata nei secondi finali contro la forte formazione dell’Ezzelina,
squadra capace di vincere la coppa lo scor-
anche un po’ più “ballerino”
il reparto difensivo dopo
che l’accoppiata centrale
Baù – Pertile aveva costituito negli anni scorsi un
vero muro di fronte all’estremo ma i giovani stanno emergendo, forti e famelici, a dimostrazione di
quanto di buono ha seminato il settore giovanile in questi anni.
Quindi avanti sempre e Forza Canove.
G.R.
so anno e tra le favorite per la promozione.
La seconda giornata ha fatto registrare il primo successo del Gallio, andato ad espugnare
il campo dell’Eurosport: 7 a 6 il risultato finale, preceduto da un brivido quando il portiere
Elvio Finco è riuscito a neutralizzare il tiro
libero del possibile pareggio. E’ seguita poi
una brutta ma meritata sconfitta ad opera del
Brentanella impostosi per 6 a 1. Le prossime
partite saranno contro l’A.D.Maiora e il
Cassola, prima del derby con l’Asiago che si
giocherà a Gallio il 29 ottobre. Per gli appassionati si ricorda che il Gallio gioca i propri
incontri casalinghi presso il palazzetto dello
sport il venerdì sera alle ore 21.15.
Classifica Seconda Categoria girone F (dopo la 4a
giornata): Fara S. Vitale
punti 9; Toniolo Rino e
Vallonara 8; Canove,
Marola, S. Anna, Bp ‘93 e
Tre Ci 7; Grantorto, Lugo
Calvene e Juventina Laghi
5; Spf 4; Fides e Colceresa
MPM 3; Longa ‘90 1;
Breganze 0.
Prossimo turno (17 ottobre
– ore 15.30): MarolaCanove
Classifica Terza Categoria girone B (dopo la 4a giornata): Cogollo punti 10; Montecchio Precalcino e Valli 9; Galvanauto
Motta 8; Monte di Malo 7; Azzurra Agno e Arsiero 6; Novoledo
Villaverla, Asiago, Union Pedemontana e Rozzampia 5;
NewTeam SS. Trinità e Zanè 4; Giavenale 3; S. Quirico 1; S.
Tomio 0. Prossimo turno (17 ottobre – ore 15.30): Asiago-Cogollo
Classifica Terza Categoria girone Bassano (dopo la 3a
giornata):
Fellette punti 6; Transvector, S. Pietro Rosà e Arsenal Cusinati
5; Villaggio S. Lazzaro *, Aurora S. Giuseppe *, Junior Monticello
e GLC 4; Real Stroppari * e S. Vito Bassano 3; Facca 1; Tezze
Brenta ed Ospedaletto 0. * una partita in meno – Glc e Junior
Monticello un punto di penalizzazione. Prossimo turno (17
ottobre – ore 15.30): S. Pietro Rosà – Glc
Semaforo verde sulla nuova stagione
Il karate altopianese subito “sugli scudi”
Sara Porro impegnata ai Campionati Italiani Juniores di Follonica
È iniziatala nuova stagione
agonistica per l’A.S.D. FujiYama Karate-Do Sette Comuni e già sono arrivati i primi
prestigiosi risultati. Pur se con
poco allenamento alle spalle, i
ragazzi altopianesi già fanno sentire la loro voce nelle prime competizioni, e questo fa ben sperare per il proseguo della stagione.
Sabato 25 settembre a Villaverla
(VI) si sono disputati gli esami
per l’acquisizione dei Dan; en
plein per i 7 atleti altopianesi presenti, tutti meritatamente promossi Così Sharon Apolloni e
Mirko Passuello acquisiscono
l’ambito 1° Dan cintura nera,
Sara Porro, Claudio Pozza ed
Edoardo Rigoni la cintura nera
2° Dan, Nicola Rossi e Davide
Bedin il grado di cintura nera 3°
Dan. Domenica 26 agosto si è
disputata a Rovigo la prima
gara, il Trofeo Veneto della
FIJLKAM. Thomas Porro è
salito sul podio più alto vincendo la medaglia d’oro nella
classe Esordienti/B nei meno
75 kg; poi una “pioggia” di
bronzi con Lara Pozza nella
classe Esordienti/A nei meno
53 kg, Sara Porro nella classe
Cadette nei meno 66 kg, Claudio Pozza bronzo nella classe
Juniores nei meno 83 kg e Nicola Rossi bronzo nella classe
Seniores nei meno 83 kg; bravi
anche Davide Bedin e Francesca Ronzani, classificatisi al quinto posto nelle rispettive classi e
categorie di peso. Sabato 2 ottobre a San Donà di Piave (TV)
prima uscita istituzionale nella
gara valevole per la qualificazione ai Campionati Italiani della
classe Juniores; Claudio Pozza
ha sfiorato l’impresa salendo sul
terzo gradino del podio, mentre
Sara Porro (in gara nella classe
superiore alla sua di appartenenza) si è aggiudicata un ottimo argento che le è valso la qualificazione per la fase nazionale che
si svolgerà domenica 17 ottobre a Follonica (Grosseto).
Per informazione sui corsi di
karate: cell. 3476515506,
www.karatesettecomuni.com
Cesare Pivotto
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
24
Volley Cesuna
SPORT
Non c’è due senza tre!
Stilati i calendari di Prima Divisione
Dal vivaio del Volley Cesuna spunta un altro atleta pronto
per i campionati regionali: dopo Andrea Magnabosco, in forza all’Olimpia Zanè nel campionato di serie D maschile, e
Barbara Stella, in forza alla Pallavolo Rossano nel campionato di serie D femminile, tocca a Christian Rebeschini mettere in luce le proprie doti nel campionato regionale di serie
C. L’iscrizione all’università per i nostri atleti è quasi sempre
accompagnata dall’abbandono della pratica sportiva, per la
necessità di frequentare i corsi di studio accompagnata dal
disagio di doversi trasferire in pianura. A volte, però, passione e caparbietà offrono uno stimolo in più per continuare a
dare il meglio di sé anche nello sport; così è stato per
Christian, a cui è stata data la possibilità di approdare alla
squadra di San Giorgio in Bosco nel padovano, sotto la guida
di Fabio Baldin, tecnico la cui militanza da giocatore in serie
A rappresenta da sola un biglietto di presentazione di prim’ordine.
Grande soddisfazione in casa Cesuna a partire dal Presidente Maurizio Magnabosco passando per l’allenatore che ha
accompagnato la sua crescita sportiva: Fabio Munari, senza
tralasciare tutto il gruppo maschile che ha contribuito a fargli
amare la pallavolo in questi anni. È sicuramente anche grazie a Christian, in effetti, che il Cesuna Caseificio Pennar si è
meritato l’ammissione al campionato di Prima Divisione maschile, il massimo campionato provinciale, andando a far compagnia all’altra squadra di vertice della P.G.S. Pallavolo
Cesuna: La Bussola Volley Cesuna, squadra femminile già al
secondo anno di militanza in Prima Divisione.
Proprio in questi giorni, dopo i campionati giovanili di U18,
U16 e U14 femminili in ognuno dei quali il Cesuna può
vantare la presenza di una rappresentanza, sono usciti i
calendari di Prima Divisione i cui campionati prenderanno il via a fine mese. Spetta al Caseificio Pennar questa
volta inaugurare il parquet amico del Palazzetto dello Sport
di Roana: infatti, giocando d’anticipo, scenderà in campo
venerdì 29 ottobre alle 21,00 contro la Polisportiva Santa
Croce di Bassano del Grappa, la riproposizione di una sfida che promette un gioco di elevata qualità. Per La Bussola, invece, la prima partita sarà una trasferta nel campo
dell’Unione Sportiva Torri a Torri di Quartesolo: la data
prevista per l’esordio delle “Tigers” è quella del 30 ottobre.
In attesa delle squadre di vertice è già tempo di agonismo
per le giovanili del Volley Cesuna con il campionato U18
e U16 che hanno preso il via la prima settimana di ottobre. Sia per il Fruit Club, nel campionato U18, che per
A Cittadella il Gala di Premiazione del
9° Trofeo Internazionale “Città Murata”
Anche l’Altopiano protagonista in due tappe con Giulia Gianesini come madrina
Lunedì 18 ottobre alle 20, nella Sala Consiliare di Villa Rina
a Cittadella (Padova), si terrà
la premiazione del 9° “Grand
Prix Città Murata”, trofeo
ciclistico internazionale in cinque prove riservato alle società
di categoria Elite-Under 23,
vinto per il quarto anno consecutivo (sei volte complessivamente in nove edizioni) dalla formazione trevigiana “Zalf
Désiréé Fior” dei patron
Gaspare Lucchetta ed Egidio
Fior, al 28° anno di attività con
vari titoli mondiali, europei, tricolori e numerosi atleti lanciati nel professionismo di vertice. Nei tre anni precedenti ha
messo in bacheca due Coppe
e la Targa d’Argento del Presidente della Repubblica, che
per la premiazione dell’edizione 2010 ha voluto destinare
all’Organizzazione, quale suo
premio di rappresentanza, la
Medaglia in fusione di bronzo
personalizzata. Il Trofeo ha visto nel 2010 protagonista anche l’Altopiano di Asiago in
due delle cinque gare in calendario e gran madrina la
campionessa azzurra di sci al-
pino Giulia Gianesini (in preparazione per l’esordio austriaco di fine mese nella World
Cup 2010/2011). Proprio alla
poliziotta di Gallio è stato dedicato il transito altopianese del
Giro del Medio Brenta, che ha
visto lo spettacolare Traguardo-Volante Città di Asiago in
viale della Vittoria, ed intitolato alle compiante Silvia e Roberta Gianesini il traguardo
G.P.M. di Gallio. L’AltopianoSud è stato inoltre tradizionalmente toccato nella gara di
esordio di Longa con l’impegnativo G.P.M. di Santa
Caterina di Lusiana. Parteciperà alle premiazioni anche
una delegazione altopianese
guidata dall’assessore allo
sport di Asiago Franco Sella e
dal consigliere allo sport di
Gallio Giorgio Tagliaro. Numerose le autorità, personalità,
enti patrocinanti, dirigenti e
campioni dello sport (parterre
ospiti in definizione) che interverranno alla prestigiosa serata, organizzata con la collaborazione del sindaco di
Cittadella on. Massimo Bitonci
e dell’assessore allo sport
Francesco Pozzato ed ormai
divenuta un appuntamento rilevante dello sport triveneto e
nazionale, con valenza anche
sociale e culturale. Coi dirigenti Zalf Fior, parteciperanno il
d.s. grande ex-azzurro di
Nove Gianni Faresin con le
due “stelle” del team: il campione italiano Under 23 ed azzurro al recente mondiale australiano Stefano Agostini ed
il campione regionale Andrea
Pasqualon di Enego, quest’anno 7 rilevanti vittorie ed importanti piazzamenti, che ne hanno sancito il grande salto tra i
professionisti nel 2011 col team
Colnago-Cfs-Inox. Molto significativo il profondo ricordo
che il Grand Prix dedicherà a
due atleti prematuramente
scomparsi: Nicola Pirolo
(quattordicenne giovane promessa veneziana del GS
Robegano e campione provinciale Esordienti) e Thomas
Casarotto (diciannovenne di
Schio, brillante alfiere del team
Generali tra gli Elite-Under 23),
ospitandone rispettivamente i
genitori Maurizio e Luana e la
sorella Ania.
l’Hotel Cole del Sole, nel campionato U16, si è trattato però
di un avvio in sordina avendo dovuto lasciare sul campo tutti
i punti in palio nelle gare disputate. Alle trasferte amare della
prima giornata, quando hanno dovuto soccombere le U18 a
Mussolente e le U16 a Thiene, non ha saputo replicare nella
gara interna il Fruit Club che si è scontrata contro un
incontenibile A.S. S. Croce di Bassano, impostasi 3 a 0 con
parziali di 25-12, 25-11 e 25-9. Aspetta ancora l’esordio,
invece, il C. Müller Volley Cesuna, la formazione U14 femminile che scenderà in campo per la prima di campionato
nella trasferta di sabato 23 ottobre a Fara Vicentino contro il
Volley Towers.
Rally che passione!
L’ottima stagione di Remigio Baù
Chi non ricorda quanto entusiasmava la “terribile”
prova speciale Valstagna –
Foza dell’indimenticabile
Rally di S. Martino di
Castrozza negli anni 70’80’.
Una prova, considerata la
più dura del rally, prova speciale in salita su per i 27
stretti tornanti sterrati della Valvecchia, percorso che
per un quarto d’ora non lasciava respiro né ai piloti né
ai navigatori anche per la
relativa pericolosità, certamente non “sicuro” come si
presenta adesso.
Centinaia e centinaia erano gli appassionati che raggiungevano a piedi la zona
e si assiepavano lungo il
percorso già molte ore prima dell’arrivo dei loro
beniamini.
Il rombo delle Ferrari, delle
Alfa Romeo e delle Lancia
Delta spinte al massimo
riempiva la Val Frenzela e
si sentiva benissimo anche
a Stoccareddo.
E’ in quegli anni che Baù
Remigio di Stoccareddo si
appassiona a questo sport
ed inizia a correre con medie vetture, partecipa ai
vari rally che si corrono nel
Triveneto.
L’entusiasmo di Remigio
per i Rally non è mai venuto meno ed ha saputo coniugare le esigenze di lavoro con questa sua passione
che lo ha sempre fatto ben
figurare portando con onore il nome del nostro
Altopiano lungo le strade
del Triveneto.
Il Rally è uno sport preferito dai giovani ma quando ti
prende non c’è età che tenga come succede al 64enne
Remigio Baù che, navigato
da Silvano Cerato di
Enego, è capace di
un’ottima stagione
2010 che l’ha visto
3° classificato nella classe A7 nel
Rally Città di
Schio ed addirittura 1° classificato
nella classe A7 nel 27°
Rally Città di Bassano.
La stagione 2010 non è ancora terminata, infatti la
coppia Altopianese parteciperà, con la MITSUBISI
EVO 9, una macchina molto competitiva, anche al
prossimo Rally di Vicenza;
promettono di ben figurare
fra i “giovani” nonostante
da anni siano i “veterani”
dei Rally. Anche a nome dei
nostri lettori, bravi e in bocca al lupo.
Amerigo Baù
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
Storie di ieri, storie di oggi
Un angelo mi ha salvata
Angeli e diavoli, il bene e
il male, l’eterna lotta destinata a durare fino a che
dura il mondo. Stanno trasmettendo il telegiornale e
come al solito abbondano
le brutte notizie, raccontate spesso anche con
troppa facilità. Sono in
camera con Maria che ad
un tratto si fa seria e
ascolta attentamente quel
che è accaduto alla ragazzina di turno, la cosa sembra interessarla molto.
«Sai» dice, «anche a me
stava per accadere una
cosa simile, ma qualcuno
è venuto a salvarmi». Mi
faccio più attenta, Maria
con gli occhi chiusi ritorna ad un passato ormai
lontano e incomincia a raccontare. Avevo forse sei o
sette anni non ricordo bene, figlia di contadini vivevo in campagna lontano dalla città e, pensavo, dai
suoi pericoli. Come in tutte le famiglie contadine
anch’io ho cominciato a dare presto il mio contributo, come Heidi dei cartoni animati trascor revo
l’estate portando al pascolo non pecorelle ma mucche. Mi piaceva quella vita, la libertà di cui godevo: raccoglievo fiori, rincorrevo farfalle colorate,
giocavo coi girini delle pozze d’acqua. A volte capitava che passasse qualcuno e si fermasse a chiacchierare con me, persone alla ricerca di tranquillità e aria buona. Così un giorno non mi sono spaventata quando un signore si è seduto accanto a me
che stavo giocando con dei sassolini. All’inizio le solite domande: «come ti chiami, quanti anni hai» . . .
poi qualcosa è cambiato, il suo sorriso non era più
“Non è possibile trovare la
vita di uno che sia priva di
dolore”. Questa citazione in
greco viene attribuita a
Menandro (343 a.C.), poeta ateniese e creatore della
commedia nuova greca. A
distanza di qualche millennio si potrebbe dire niente
di nuovo sotto il sole, poiché non è possibile separare la sofferenza dalla vita
dell’uomo in quanto è insita
nella stessa natura umana.
La vita è intessuta di gioie
e sofferenza, ma spesso il
piatto della bilancia pende
inesorabilmente per la se-
conda. Ho trascritto questa
citazione di Menandro all’inizio del settimo capitolo
del mio libro , pubblicato di
recente, “Vedere lo spiraglio”, per rievocare le tante sofferenze e sciagure di
molte famiglie alle quali ho
partecipato come se mi fossero toccate da vicino e
con sincera commozione.
Tragedie e disgrazie di ogni
tipo ne accadono purtroppo tutti i giorni e spesso ci
si chiede come certe famiglie ne siano particolarmente colpite o come si suol
dire prese di mira, una sor-
Il Giornale pubblica
le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
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Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica.
E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo:
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Si ricorda che, per poter essere pubblicate,
le lettere devono riportare sempre firma
e indirizzo e numero di telefono del mittente.
La redazione si riserva anche eventualmente di
ridurre, modificare o non accettare
eventuali testi di cattivo gusto.
un sorriso, le sue parole sempre più strane
e poi quella mano sul
mio ginocchio . . . Non
capivo perché ma all’
improvviso mi aveva
preso un gran freddo e
quella persona accanto a me era diventata il
lupo di Cappuccetto
Rosso, la strega di
Biancaneve, l’orso cattivo, avevo tanta paura di essere mangiata
in un sol boccone! Ma
ecco una voce dolce ma
for te
dentro
di
me:«Alzati senza paura, lascia che sia io a
parlare con la tua bocca». E così ho fatto, mi
sono alzata e gli ho
detto:«Devo andare, è l’ora della merenda, se tardo
mamma viene a cercarmi». Ricordo ancora la sorpresa e la rabbia nel volto di quell’uomo mentre me ne
andavo sicura verso casa. Solo anni dopo, crescendo, ho capito il pericolo corso; non finirò mai di ringraziare il mio angelo custode per essere subito venuto in mio aiuto e la mamma che mi raccomandava
di pregarlo sempre prima di dormire. In altri momenti
della mia vita ho sentito vicino il mio angelo, ma mai
come in quel lontano giorno. Sai, ancora oggi prima
di addormentarmi l’ultima preghiera della sera è per
lui:«Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami
e custodiscimi …». Buonanotte Maria, a domani, ora
so che qualcuno veglia il tuo sonno e spero che ci
siano tanti angeli come il tuo nel mondo.
Racconto raccolto e scritto da Francesca Rigoni Nappa
Il dolore
più grande
ta di accanimento che non
trova una spiegazione razionale. In questi casi, ma
non solo, mi è capitato di
sentire spesso ripetere
l’espressione “si muore un
po’ alla volta”, intendendo
significare che quando
muore una persona cara, un
famigliare, ma anche una
amico al quale eri molto le-
gato da una lunga e sincera amicizia fondata sulla
condivisione di principi e
valori non effimeri quelli
che danno un senso all’esistenza, avverti la sensazione che viene meno anche
una parte di te stesso, non
quella biologica, ma la parte spirituale e interiore.
Senti che dentro te si è se-
25
L’uomo
ridotto ad
oggetto
prof. Robert
Edwards
Grande vittoria della scienza sull’oscurantismo cattolico, hanno
esultato laici e laicisti (la cui differenza è nulla) all’indomani
dell’assegnazione del premio nobel per la medicina assegnato al
prof. Robert Edwards. In realtà al padre della fecondazione in
provetta, i massoni di Stoccolma avrebbero dovuto assegnargli
ben altri premi. Se è vero che la medicina cura le patologie, che
c’azzecca la fecondazione in vitro con la cura dell’infertilità?
Ha dunque senso aver assegnato un nobel per la medicina ad
un alchimista che ha giocato a fare Dio, ma che non ha affatto
risolto le cause della sterilità né dal punto di vista patologico, né
epidemiologico? Come ha precisato il Presidente della Pontificia Accademia della Vita mons. Ignaco Carrasco de Paula, lo
scientista Edwards “è la causa del mercato di milioni di ovociti,
degli embrioni abbandonati che finiranno per morire e dello stato confusionale sulla procreazione assistita con figli nati da nonne o mamme in affitto”. Verità, logica, buon senso e onestà
intellettuale avrebbero consigliato che al novello Frankestein
venisse assegnato lo stesso premio che avrebbe senz’altro conseguito il dottor Mengele se il nazismo non fosse stato sconfitto.
Come spiegare che il comitato di Stoccolma abbia ignorato che
l’applicazione della selezione innaturale della specie tramite
fecondazione in vitro è una pratica nazista darwinista che
disattende qualsiasi problematica di ordine etico e che riduce
l’uomo da soggetto a oggetto? Semplice: quando si rimuove il
concetto di Padre Creatore dall’orizzonte umano, l’uomo si acceca di superbia sino al punto di credere di essere Dio. Peccato
sia solo un misero mortale! Che altro sono l’illuminismo, il
razionalismo e lo scientismo, se non goffi e tragici tentativi di
scimmiottare il Padre Eterno con le conseguenze che tutti sappiamo? La sanguinosa storia del novecento insegna. E che dire
degli orfani che languono in qualche freddo istituto nell’attesa di
essere adottati, e che “grazie” al premio nobel il loro sogno mai
s’avvererà?
Gianni Toffali
dimentata una tristezza profonda, che ti accompagna
continuamente e che non
riesci più a rimuovere. Ho
partecipato pochi giorni fa
al dolore di due genitori, ai
quali sono molto affezionato, per la scomparsa di una
loro figlia dopo più di un
anno di sofferenze vissute
e accettate con grande dignità, con due figlioli in tenera età. Un dolore straziante e intenso, di fronte al
quale non ci sono parole.
Quando ho avvicinato i genitori e il marito, sono scoppiato in lacrime, ci siamo
abbracciati e non sono riuscito a trovare delle parole,
perché in queste circostanze
il silenzio e le lacrime valgono
di più di ogni esternazione.
Superato il momento, ho provato a immedesimarmi nella
situazione così dolorosa e ho
avvertito una sorta di brivido.
Credo non ci sia per un genitore dolore più grande della
perdita di un figlio. La vita non
sarà più quella di prima anche
se si dovrà pur continuare a
vivere, ma il dolore e la tristezza ti accompagneranno per il
resto dei tuoi giorni.
Edoardo Sartori
8
Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
26
Hockey Inline
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 16 a venerdì 29 ottobre 2010
Il 16 ottobre è il 289° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 76 giorni alla fine del 2010
Sabato 16 S Edwige
Domenica 17 S. Ignazio d’Antiochia
Lunedì 18 S. Luca Evang.
Martedì 19 S. Isaac Jogues
Mercoledì 20 S. Irene del P.
Giovedì 21 S. Orsola
Venerdì 22 S. Donato
Sabato 23 S. Giovanni da C.
Domenica 24 S. Antonio M.C.
Lunedì 25 SS. Crispino e Crispiniano
Martedì 26 S. Evaristo
Mercoledì 27 S. Frumenzio
Giovedì 28 SS. Simone e Giuda
Venerdì 29 S. Ermelinda
Storie di santi: 19 ottobre, San Isaac Jogues (Orléans, Francia, 10 gennaio 1607 – Ossernenon, U.S.A., 18 octobre 1646).
Nacque il 10 gennaio 1607 presso Orléans in Francia. Entrò nella
Società di Gesù nel 1624 e nel 1636, dopo aver ricevuto l’ordinazione presbiterale, fu inviato nel Nord America per evangelizzare
le popolazioni indigene. Si diresse verso i grandi laghi, dove visse
per sei anni sempre esposto a vari pericoli. Nel 1642, Isaac Jogues, insieme
al coadiutore Réne Goupil e una quarantina di Uroni, cadde in una imboscata tesa dagli Irochesi. Furono tutti
ferocemente torturati e mutilati. Nella
notte li misero a terra, nudi e incatenati, e versarono loro addosso carboni
ardenti e ceneri. Jogues fu trasferito
ad Albany, dove dei mercanti calvinisti
olandesi lo aiutarono a fuggire. Rientrò
in Francia. Ma nel 1644 ripartì missionario per il Canada. Due anni dopo venne ucciso con un colpo alla nuca e decapitato. Furono otto i martiri gesuiti
in Nord America; tutti beatificati nel
1925 e canonizzati nel 1930 da Papa Pio XI. Secondo il
Martirologio Romano: nel villaggio di Ossernenon in territorio
canadese, passione di sant’Isacco Jogues, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, ridotto in schiavitù da alcuni pagani
e mutilato delle dita, morì poi con il capo fracassato da un colpo
di scure. La sua memoria si celebra insieme a quella dei suoi
compagni. Numerose parrocchie negli Stani Uniti ed in Canada
sono intitolate a questo santo, nonché le parrocchie di Asbestos e
di Saint-Hubert in Québec.
Eventi mondiali d’ottobre: Il 16 ottobre ricorre la Giornata
Mondiale dell’alimentazione indetta dalla FAO.Per l’occasione, come di consueto, sono state predisposte le relative celebrazioni ufficiali che si articoleranno, fino a dicembre, in diverse e
significative manifestazioni che vedranno attivamente partecipi
Amministrazioni dello Stato e Enti pubblici e privati, oltre alle tre
l’Altopiano
Sabato 16 ottobre 2010
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
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Direttore responsabile: Stefania Longhini
Organizzazioni del Polo agroalimentare romano delle Nazioni Unite, FAO, IFAD e PAM. Il tema scelto per il 2010, quale filo conduttore delle manifestazioni, è “Uniti contro la fame”, e sarà svolto nell’ambito del “Progetto 1billion hungry”, che la FAO ha quest’anno promosso e che si prefigge l’obiettivo di raccogliere un
milione di firme entro il mese di ottobre, in coincidenza con la
Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010, a sostegno della seguente petizione contro la fame nel mondo: “Troviamo inaccettabile che quasi un miliardo di persone siano cronicamente affamate. Attraverso le Nazioni Unite, sollecitiamo i Governi a dare priorità assoluta all’eliminazione della fame fino al raggiungimento di
questo obiettivo”. L’Amministrazione dell’Interno intende sostenere tale iniziativa, contribuendo alla sua divulgazione per il
raggiungimento delle firme necessarie. Sull’home page del sito
web del Ministero dell’Interno è stata inserita la notizia con link
diretto a www.1bilionhungry.org per sottoscrivere la petizione.
23-24 ottobre: in oltre 50 nazioni si celebra la Giornata Mondiale della Psoriasi, la campagna destinata a migliorare l’informazione su questa patologia della pelle che colpisce 150 milioni di
persone al mondo e 3 milioni di italiani. La psoriasi è una malattia
cronica di grande impatto sociale che
crea forti discriminazioni sebbene non
sia contagiosa; nonostante ciò a molti
pazienti con forme gravi e invalidanti
sono state interrotte, per motivi di
budget, le terapie che finora li tenevano sotto controllo. La manifestazione,
ora più che mai, intende sensibilizzare
le autorità politico-sanitarie sulle esigenze dei pazienti che in molti casi vedono
compromessa la qualità della propria
vita a causa di logiche che con il Diritto alla Salute non hanno nulla a che
vedere. In Italia, la Giornata Mondiale
è promossa da A.DI.PSO. (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) attraverso l’organizzazione di una capillare attività sul territorio, che
prevede l’allestimento di gazebo informativi in oltre 40 città: qui
dermatologi e volontari dell’associazione saranno a disposizione
dei cittadini per fornire informazioni e distribuire materiale divulgativo sulla Psoriasi e sulla Psoriasi Artropatica. Lo scopo, infatti,
è quello di combattere i pregiudizi dovuti alla scarsa informazione
e diffondere la conoscenza sulla malattia e sulle opportunità
terapeutiche.
Ottobre in cucina: autunno, tempo di castagne, proponiamo
perciò 2 ricette con questo semplice ma saporito frutto del bosco. Le tagliatelle di castagnaccio: In Val di Vara prendono il
nome di taiette e possono essere anche condite con un pesto
tradizionale. Le armellette sono un piatto simile ma in questo caso
dalla sfoglia si ricavano delle pappardelle (lasagnette) che possono essere condite con il pesto, con olio e parmigiano o con fette
sottili di pecorino (ricavate con il taglia-tartufi). Preparazione:
mescolare a secco 350 g di farina dolce di castagne e 200 g di
farina di frumento; impastare con un poco d’acqua tiepida, 2
uova intere e sale sino ad avere una pasta tirabile a sfoglia; tirare la
sfoglia e ritagliare alla macchina (o tagliare a mano) le
tagliatelle(misura media); cuocere al dente in abbondante acqua
salata; scolarle e servirle in un piatto da portata condite con ricotta cremosa (ottenuta stemperando la ricotta con un poco d’acqua
di cottura); se si desidera la ricotta può essere arricchita con una
spruzzata di parmigiano. Gnocchi di patate e castagne: 700 g di
patate, 100 g di farina bianca, 100 g di farina di castagne, un
uovo, un pizzico di sale; pesto: 4 mazzetti di basilico, 40 g di
pecorino, 40 g di parmigiano, 100 g di olio extra-vergine di oliva,
una manciata di pinoli, uno spicchio d’aglio, un pizzico di sale.
Lessare le patate con la buccia; quando saranno cotte sbucciarle
e passarle allo schiacciapatate. Lasciare intiepidire e poi aggiungere le due farine, l’uovo ed il sale. Impastare bene e preparare i
soliti bastoncini per gli gnocchi dello spessore di un dito; tagliare
pezzetti di 2-3 cm e passarli sul rovescio della grattugia, delicatamente, premendo con l’indice; mantenerli su un vassoio infarinato; cuocere gli gnocchi in acqua salata e man mano che vengono
a galla raccoglierli e condirli con il pesto.
ARIETE
Se avete qualche dubbio sul da farsi, vuol
dire che qualcosa sta cambiando, ma ancora
non sapete come e dove. Attendete con pazienza, dedicandovi alle piccole operazioni
quotidiane, senza prendere di petto un argomento che non conoscete nei particolari. Evitando ogni imprudenza riuscirete a individuare un problema che ancora non è
chiaro.
TORO
Potete evitare un incontro con qualcuno che non stimate e che
merita la vostra attenzione: ma se proprio siete costretti, allora
fate buon viso a cattivo gioco, lasciando che il tempo sfumi
ogni sentimento. Nell’amore avete il sostegno di un partner
sincero, ma non troppo esuberante: non chiedetegli quello che
non sa o che non vuole darvi.
GEMELLI
La vostra sagacia e la vostra prudenza possono fare centro:
rispondendo con gentile intransigenza ad una richiesta che non
condividete, anche se proviene da chi vi sta a cuore, riuscirete
nel vostro coraggioso progetto. Non per niente Plutone, il signore della forza dell’inconscio, vi sostiene in ciò che sembra
più difficile: la perseveranza vince.
CANCRO
Il destino vi è favorevole, anzi vi coccola. Approfittatene con
discrezione dimostrando la vostra gratitudine a chi vi ha saputo
sostenere nei vostri sforzi. Anche se non siete ancora riusciti
pienamente, il successo è possibile a condizione di non darsi
per vinti alle prime difficoltà. Il coraggio, se sostenuto dal senso
della realtà, è vincente.
LEONE
Potete agire costruttivamente, anche senza lasciarvi coinvolgere in discussioni o in aspri confronti d’amore o di finanza. Se
volete andare a fondo di un problema, è opportuno non sottrarsi ad uno sforzo che potrà valorizzare le vostre qualità sia nell’ambiente di lavoro che nel rapporto d’amore. Guardate avanti
e proseguite nell’iniziativa che avete intrapreso.
VERGINE
La presenza di Venere, Marte e Saturno nel vostro segno valorizza non soltanto l’amore, che può registrare imprevisti alti e
bassi, ma anche lo shopping, gli svaghi e le piacevolezze della
vita quotidiana, da vivere ben sapendo che non è il caso di
esagerare nelle spese e negli impegni a lungo termine. Anche
ciò che non è eterno può essere vissuto bene.
BILANCIA
Potete fare accettare un giudizio severo presentandolo come un
cioccolatino, cioè usando le vostre irresistibili moine, anche
con chi non le merita o non le capisce. In amore, la prudenza è
vincente, anche se il partner sollecita una vostra maggiore presenza nel rapporto. Non ignorate una richiesta di aiuto da parte
di qualcuno che ha davvero bisogno.
SCORPIONE
La vostra superiorità non va sbandierata senza motivo, di fronte a chi non è al vostro livello. Siate comprensivi e tolleranti
perfino con qualcuno che tenta di misurarsi con voi senza averne le capacità. Nell’amore non prendete l’iniziativa, ma siate
disponibili ad accettare ogni novità senza buttarvi a capofitta in
avventure pericolose anche se affascinanti.
SAGITTARIO
Se eviterete ogni interferenza, indesiderata, di chi vuole persuadervi a fare qualcosa che non vi convince, sarete in grado di
mantenere la vostra abituale eleganza nello stile. Nell’amore prendete dignitosamente quello che il destino, che ne sa più di voi,
vi offre generosamente. Rinunciando a una abitudine superata,
riuscirete a ottenere un risultato duraturo.
CAPRICORNO
Siete sotto pressione da parte di Giove e di Urano che vi offrirà
quanto prima novità impreviste e coinvolgenti: siete pronti a
qualche cambiamento epocale? Avete il tempo e l’occasione per
riflettere su quello che volete e potete cambiare non soltanto
nell’amore ma anche nel lavoro e nelle amicizie: evitate ogni
inutile chiarificazione.
ACQUARIO
Cambiando qualche particolare che proprio non vi piace, soprattutto nel settore dell’arredamento o del guardaroba, potete
concedervi qualche lusso, per soddisfare il bisogno di novità. Il
rapporto con l’ambiente sarà più equilibrato e quindi ogni disagio potrà essere superato, specialmente se si tratta di controversie d’amore dovute alla vostra insoddisfazione.
PESCI
La coppia Giove – Urano è all’inizio del vostro segno e vi offre
l’occasione di prendervi qualche piacevole interruzione di vostri impegni quotidiani: un paio di ore di svago imprevisto non
faranno male né a voi né all’ambiente di lavoro. Nessuno se ne
accorgerà, specialmente se saprete gestire con giudizio una piacevole novità d’amore e di soldi.
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi,
Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza,
Virginia Gianello, Aurora Carli, Renato Angonese,
Amerigo Baù, Matteo Broglio, Stefano Rigoni,
Serena Baù, Ilario De Guio, Luca Trapani
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Dalle ore 8.45 di sabato 16
alle ore 8.45 di sabato 23 ottobre
ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato,
Viale Matteotti
Dalle ore 8.45 di sabato 23
alle ore 8.45 di sabato 30 ottobre
CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio,
Via Roma 33/a
CONCO: Farmacia della dr.ssa Monica Federici,
Piazza S. Marco 23
DOMENICA 17 OTTOBRE
ASIAGO: TOTAL, via Autieri d’Italia
DOMENICA 24 OTTOBRE
ASIAGO: LORO, via Rendola
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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CONFETTI IN REDAZIONE
Sabato 23 ottobre alle ore 15 nella chiesa di
Malo il nostro collaboratore Claudio Savelli si
unirà in matrimonio con Enrica Biotto. Dalla
redazione gli auguri per una felice vita insieme.
La cena degli “Affascinasi”
Sono tanti i fattori che possono accomunare le persone, indurle a ritrovarsi insieme e fare festa.
Nascono così le cene tra
amici, tra gli appartenenti agli
stessi club, tra chi fa lo stesso lavoro, le feste della classe, i raduni di chi porta lo stesso cognome e chi più ne ha,
più ne metta. Certo un po’
meno diffusa è l’abitudine a
ritrovarsi con la scusa del
condividere le stesse “caratteristiche” fisiche.
Eppure in Altopiano, luogo in
cui se non ci son motivi per
far festa si provvede subito
ad inventarli, succede anche
questo.
A ritrovarsi recentemente
per una cena in compagnia
al Prunno di Asiago sono stati i dotati di un naso particolare, un naso importante per
forma e dimensioni,
ribattezzati per l’occasione
“Affascinasi”. Una serata
senz’altro divertente tra chi
Tanti auguri di
BUON
COMPLEANNO a...
Forte Alice che il giorno
16/10/10
compie 10 anni.
Nonna Ivana, zii
Mario e Tatiana,
cugini Cristiana e Filippo
porta con estrema eleganza
e senza nessun imbarazzo
quello che normalmente po-
trebbe essere considerato un
difetto, un piccolo scherzo
della natura che, per dirla
con la simpatica canzone di
Pippo Franco “Quando m’ha
fatto ce l’aveva con me e ha
combinato
un
bel
pastrocchio”! Ma l’importante è sempre accettarsi e
sorridere alla vita. Anche
perché, si sa, non è il naso
che fa la bellezza, come si
può ben capire guardando
le foto, ironicamente e simpaticamente di profilo. A
ben vedere in merito ad alcuni tra i partecipanti mai
ci saremmo fermati sul
naso! Si può essere nasoni
e nel contempo affascinanti, affascinasi appunto!
E per la prossima edizione
di questo singolare raduno
suggeriamo di istituire un divertente concorso a premi
per il naso più lungo
dell’Altopiano, il più strano,
il più storto, il più grosso. Il
divertimento sarà ancor più
assicurato.
S.L.
A Pertile Oreste e Fraccaro Giovannina, che
il giorno 7 ottobre 2010 hanno festeggiato le
loro nozze di diamante, un augurio da parte
dei figli, Antonella, Gianni, Anita e Irene, i
generi e la nuora, nipoti e pronipoti!!!!
I NEULAREATI DELL’ALTOPIANO
I 103 anni di Giovannina
Le superpatate di nonno Battista
Giovedì 30 settembre 2010, presso l’università di Venezia si
è laureata in Scienza dell’archittettura Greta Antonini .
Si congratulano i genitori Antonella e Ugo, e le augurano di
continuare il percorso universitario con la stessa volontà, determinazione e gli ottimi risultati ottenuti fino adesso.
Giovannina Gios domenica 17 ottobre compie la bellezza di
103 anni. Generazioni di asiaghesi la conoscono come la
magliaia, lavoro che ha svolto per 60 anni nel suo negozio
in Via Dalla Zuanna, gestito insieme alle sorelle.
Da noi intervistata in occasione del suo centenario, aveva
indicato come elisir
di lunga vita
“l’accontentarsi di
quello che si ha,
non avere tante
esigenze e non
esagerare nelle
cose”. Una ricetta
che a quanto pare
funziona!
I migliori auguri a
Giovannina da
parte di tutti i nipoti
e i pronipoti e da
tutta la nostra
redazione.
Daniele Vellar di Roana viene qui immortalato con un
esemplare delle super patate raccolte nell’orto del nonno
Battista Vellar, a Camporovere. La più grande della serie
pesa 1,2 kg,mentre la più piccola pesa “solo” 0,85 kg.
.
Obiettivo su..... Puntiamo la nostra macchina digitale
attorno a noi. Guardando quel che ci circonda con un
po’ di più attenzione si vedono situazioni strane,
particolari, a volte raccapriccianti, è il caso di questo
piccolo pettirosso, che ha finito il suo volo sul radiatore di un’auto. Una immagine triste, che non
ha bisogno di commenti, ma che fa meditare
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Sabato 16 ottobre 2010
l’Altopiano
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Stagione invernale Canove SANITA` GALLIO LUSIANA