Principali modalità di comunicazioni
non verbale nei primati
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Comunicazione
Comunicazione
Comunicazione
Comunicazione
chimica ( gusto e olfatto)
tattile
visiva
acustica e vocale
Comunicazione chimica
La comunicazione chimica è il mezzo più antico
di comunicazione tra gli esseri viventi utilizzando
mezzi come l’ aria l’ acqua o il terreno per
diffondere sostanze di varia natura chimica con il
vantaggio di comunicare anche a distanza, di
non essere limitato da barriere di alcun tipo e di
essere persistente nel tempo.
La comunicazione chimica avviene mediante la diffusione
nell’ambiente esterno di molecole chimiche tra cui i
feromoni: sostanze chimiche che inducono una reazione
comportamentale in altri animali della stessa specie.
• Feromoni scatenanti quando essi agiscono direttamente sul SNC del
ricevente, determinando una risposta comportamentale immediata.
• Feromoni innescanti quando agiscono per via endocrina
determinando nell’ animale ricevente una serie di modificazioni
fisiologiche che solo in un secondo tempo danno luogo a cambiamenti
comportamentali.
funzioni:
•richiamo sessuale
•demarcazione del territorio
•segnalazione di un percorso per la ricerca del cibo
•allarme
•Riconoscimento individuale (età, sesso, specie)
I primati hanno un sistema di comunicazione in parte
dipendente dall’olfatto, ma tale dipendenza è più evidente nella
vita sociale delle proscimmie. Le proscimmie impiegano molto
tempo in comportamenti olfattivi, depositando odori ed
investigando quelli degli altri individui.
Le proscimmie possiedono strutture accessorie uniche, quali
ghiandole sudoripare ed escretorie, che giocano un importante
ruolo nella deposizione dei secreti odorosi.
La comunicazione tattile
La comunicazione tattile include il bacio, l’abbraccio, il solletico, il
darsi una pacca sulla spalla.
La comunicazione tattile, che nella nostra specie è
spesso inibita, almeno nelle culture occidentali, ha grande
diffusione negli animali. Si potrà trattare delle pulizie
sociali reciproche, di segnali di presentazione sessuale e
in generale del contatto fisico come segnale affettivo o di
riappacificazione.
Un esempio di ritualizzazione del contatto fisico è
rappresentato dal grooming, pratica diffusa tra i Primati. Esso
consiste nella pulizia reciproca della pelle e del pelo, ed assume
un valore importante per il mantenimento della coesione
sociale.
La comunicazione visiva
La vista rappresenta uno dei canali sensoriali più sviluppati nei
primati e per tale motivo i segnali visivi hanno un ruolo
fondamentale nella comunicazione sociale.
Nella comunicazione visiva possono essere distinte varie
categorie:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
aspetto corporeo
comportamenti spaziali
espressioni facciali
direzione dello sguardo
gesticolazioni
postura
Comunicazione acustica e vocale
Gli scimpanzé hanno a disposizione una vasta gamma di
richiami per comunicare.
I richiami riguardanti il cibo sono costituiti da un misto di
grugniti, latrati e grida affannose che mettono in allerta gli
scimpanzé nei paraggi, comunicando loro la presenza di cibo.
Una particolare intensità data alle grida eccitate di questo
tipo, indica che è stata uccisa vittoriosamente una preda
dopo una caccia.
Sono stati realizzati molti studi per insegnare alle scimmie antropomorfe un linguaggio
articolato. I risultati sono stati alterni.
1.
Negli anni ’50 Cathy e Ruth Hayes allevarono lo scimpanzé Vicky e ottennero
l’articolazione di quattro vocalizzazioni somiglianti alle parole: papà, mamma, tazza
e sopra.
2.
Negli anni ’60 Allen e Beatrix Gardner dell’Università del Nevada hanno insegnato
allo scimpanzé Washoe il sistema di comunicazione dei sordomuti Ameslan. Dopo
due anni Washoe padroneggiava un vocabolario di 68 segni, che poi sono diventati
150, essenzialmente costituiti da oggetti e ingiunzioni (ancora, vieni).
3.
Negli anni ‘70 altri ricercatori (tra cui David Premack dell’Università di Santa
Barbara) hanno studiato le capacità linguistiche di adottare le regole sintattiche.
Sono state utilizzate tecniche artificiali, per es. l’aiuto di simboli visivi associati a
oggetti o azioni. Lo scimpanzé Sarah riusciva a distinguere tra: Sarah dà una mela
a Randy e Randy dà una mela a Sarah. Secondo lo psicologo Herbert Terrace il
livello sintattico degli scimpanzé non supera lo stadio grammaticale delle due
parole. Un gruppo di Atlanta diretto da Diane e Sue Rumbaugh ha intrapreso
esperimenti con l’aiuto di un linguaggio visivo costituito da un centinaio di forme
arbitrarie denominate lessigrammi sullo scimpanzé Lana.
4.
Un progetto simile che contempla l’uso di simboli visuali è stato realizzato in
Giappone da Totouro Matsuzawa. Con l’aiuto di questi sistemi sono stati studiati
molti aspetti delle attività cognitive. Per es. la capacità di categorizzazione e
astrazione. Il bonobo Kanzi verso i 6 anni di età era capace di manipolare simboli e
poteva comprendere circa 400 parole in inglese, anche in successioni complesse.
In generale gli studi hanno dimostrato che le scimmie
antropomorfe:
possiedono capacità simboliche e rappresentative;
sanno utilizzare i simboli in contesti comunicativi concreti,
fra di loro e con gli umani;
utilizzano il linguaggio con modalità imperative e di
ingiunzione, ma non dichiarative;
è assente o molto ridotta la creatività;
la possibilità di comunicazione linguistica è limitata.
La capacità di espressione è molto inferiore a quella di
comprensione (paragonabile a quella di un bambino di due
anni e mezzo).
Strutture per la fonazione:
labbra, lingua, faringe e laringe.
Nel corso dell’evoluzione, come conseguenza del
bipedismo, la laringe e l’osso ioide si sono ritirati verso
il basso lungo il collo; in tal modo l’epiglottide ed il
palato molle si trovano separati da uno spazio chiamato
faringe.
La faringe possiede un canale vocale ampio e lungo
detto orofaringe. .
Nelle scimmie manca l’orofaringe.
Le ricerche neuro-scientifiche mostrano analogie nelle:
asimmetrie morfologiche;
differenze funzionali;
caratteristiche di lateralizzazione.
Indicano dunque l’esistenza di un cervello ancestrale comune all’uomo e alle
grandi scimmie.
Tuttavia, differenze legate a:
anatomia e funzionamento del cervello, e finalità della comunicazione
determinano il divario tra la comunicazione dei primati e il linguaggio umano.
Nell’uomo, il linguaggio viene generato e interpretato
nella corteccia, la copertura più esterna del cervello.
Paul Broca e Carl Wernicke, neurologi del
diciannovesimo secolo, avevano notato che un danno
alle specifiche aree corticali che oggi portano il loro
nome produceva disturbi nella produzione oppure
nell'elaborazione del linguaggio, ma non entrambi.
Nel 2004, alcuni ricercatori del King’s College di
Londra hanno scoperto che una nuova area cerebrale,
situata nel lobo parietale, che connette le due
regioni già note. Questa è stata battezzata "regione
di Geschwind", in onore del neurologo americano
Norman Geschwind che ne aveva studiato
l'importanza linguistica decenni or sono.
Aree cerebrali decisive per lo sviluppo del linguaggio,
come l’area di Broca (coinvolta nella pronuncia delle
parole) e l’area di Wernicke (coinvolta nella
comprensione delle parole) sono apparse due milioni di
anni fa, molto prima di Homo sapiens.
Gli aggregati neuronali che nell’uomo moderno sono
associati alla funzione linguistica sono analoghi agli
aggregati neuronali che negli scimpanzé sono deputati
all’azione (movimento delle mani e della faccia) e
all’imitazione dell’azione. E il fatto che nell’uomo i
medesimi presidi cerebrali governino il linguaggio dei
segni (con le mani e la faccia) e il linguaggio parlato
sembra indicare che l’«organo del linguaggio» altro non
sia che l’evoluzione dell’«organo della coordinazione
motoria» dei primati.
Metodi per lo studio del comportamento nei primati
La prima fase della ricerca richiede di stabilire le regole di campionamento (sampling
rules) e le regole di rilevamento (recording rules).
Sampling rules
Le osservazioni possono rivolgersi a:
-
un individuo

focal sampling;
-
un gruppo di individui (o anche l’intera comunità)

scan sampling.
Recording rules
-
continuativo  continuos recording (appropriato per il focal sampling);
-
a intervalli  time sampling.
Definizione dei comportamenti
-
statici, consistono nella postura mantenuta dall’animale;
-
dinamici, consistono nell’attività praticata dall’animale.
-
eventi, quando sono istantanei (es. alcune espressioni facciali, dalla durata
inferiore a un secondo); l’avvio di ogni comportamento definito può essere
considerato un evento;
-
stati, quando hanno un’estensione temporale misurabile.
Elenco delle posture
SIT + o -
The animal rests on its haunches on a support; tail curled +, tail extended –
VENTRAL LYING
VLY + o -
The animal rests in a ventral lying position; tail curled +, tail extended –
DORSAL LYING
DLY + o -
The animal rests in a dorsal lying position;tail curled +, tail extended –
LATERAL LYING
LLY + o -
The animal rests in a lying position on its side; tail curled +, tail extended –
CLINGING
CL + o -
The animal clings to a vertical support without sitting on an horizontal-oblique branch;
tail curled +, tail extended –
QUADRUPEDAL STANDING
QS + o -
The animal stands on its four limbs; tail curled +, tail extended –
TRIPEDAL STANDING
TS + o -
The animal stands on three limbs; tail curled +, tail extended -
BIPEDAL STANDING
BS + o -
The animal stands on two limbs; tail curled +, tail extended -
SUSPENSION
SU
The animal is suspended on a support only with the tail
INVERTED BIPEDAL
IB
The animal is suspended on a support with the tail and the hindlimbs
TAIL-ARM HANGING
TAH
The animal is suspended on a support with the tail and one hand
SITTING
Definizione dei comportamenti
1) comportamenti molecolari
Le categorie sono prefissate e indicano azioni con un senso chiaro e definito.
Esiste una gerarchia riconoscibile tra le diverse categorie. La classificazione dei
comportamenti varia a seconda della specie studiata e dello scopo dell’indagine.
2) comportamenti atomici
Questi comportamenti non vengono annotati riferendosi a categorie prefissate, ma
vengono descritti in modo analitico, tentando di raggiungere il massimo dettaglio
possibile (ad es. un’azione di foraging potrebbe essere riferita così: l’animale si dirige
verso un ramo con foglie giovani, ne afferra la fronda terminale con una mano e l’avvicina
alla bocca ….).
Per facilitare il rilevamento è bene che ogni comportamento sia indicato con una sigla
(una, due o tre lettere, vedi tabella 2).
La rilevazione del comportamento deve inoltre seguire una struttura grammaticale del
tipo:
soggetto  azione  oggetto (actor  act  recipient), ad es. Imo lava la patata.
Elenco dei comportamenti
RESTING
SLEEPING
FEEDING
FORAGIN
MOVING
R
S
F
FR
QUADRUPEDAL WALKING
QUADRUPEDAL RUNNING
TRIPEDAL WALKING
ARM SWINGING
BRIDGING
INVERTED BRIDGING
CLIMBING
HEAD-FIRST QUADRUPEDAL
DESCENT
REAR-FIRST QUADRUPEDAL
DESCENT
DROPPING
LEAPING
INVERTED QUADRUPEDAL
Branch Running BRU
Jumping
Leaping
Hopping
Vertical Climbing
Brachiation
Bipedalism
A behaviour characterized by absence of movement
The animal rests with closed eyes
Includes all the phases of food ingestion (chewing, swallowing, …..)
Includes all the behaviours of food research, exploration, collection,
preparation, until the beginning of ingestion
M
The animal moves from a place to another
QWA Movement in which all four limbs move in a regular pattern above a
horizontal or a slightly inclined support
QRU Movement in which the animal runs with all four limbs
TW
Movement in which three limbs are used in locomotion while the fourth is
used to support something
ASW Bimanual suspensory locomotion with arms and trunk rotation
BR
Passage between gaps in the canopy that involves forelimbs, hindlimbs and
tail, to grasp branches of different trees
IBR
Like bridging, except that the animal is upside-down
CL
Quadrupedal vertical ascent
QDH Climbing down with four limbs head first
QDR
DRO
LE
Climbing down with four limbs rear first
Dropping from a support to another with minimal horizontal displacement
Movement in which the hindlimbs propel an animal across a gap between
two supports
IQ
Involves suspension by all five appendages in an inverted position
Running and leaping on the floor of the canopy
J
Jumping on the branches with the four limbs
L
Horizontal leaps between distant branches in which the propulsion is given
by the hindlimbs
H
Standing jumps on the ground
VC
Movement on a vertical support where the hindlimbs give the propulsion
and the forelimbs contribute to keep the balance
BRA Suspension on the forelimbs and swinging rythmic movement
B
Stridine gate
Elenco dei comportamenti 2
SOCIAL INTERACTIONS
SI
Every action determined by the contact with other individuals
PLAY
P
Play sessions and play bouts
SEXUAL
SEX
Sexual interactions
AGONISTIC
AGO
Agonistic encounters
AFFILIATIVE
AFF
Affiliative behaviours
GROOMING
GRO
Reciprocal toilet of the coat
PROXIMITY
PRO
Animals sitting or lying at contact distance
AVOIDANCE
AVO
An animal leaves when a second animal moves in its direction
DISPLACEMENT
DIS
An animal induces an other animal to go off
SUBMISSIVE
SUB
Various submissive facial expressions or postures
FACIAL EXPRESSIONS
FEX
Facial expressions
VOCALIZATIONS
VOC
Vocalizations
O
Includes behaviours that have not been previously defined, or
OTHERS
unusual behaviours
SCRATCHING
SCR
Rubbing the fur with one hand, foot, or the prehensile tail
SWATING INSECTS
SWI
Chase insects with one hand or foot
YAWNING
YAW
An animal opens and closes the mouth
SNEEZING
SNE
An animal emits a sound and clean his throat
DEFECATING
DEF
An animal lets out dung
URINATING
URI
An animal lets out urine
DRINKING
DRI
An animal ingests water by licking, or sucking or by pouring water with
its hands
Scheda di rilevamento per il focal e time sampling
Time1
Activity2
Food3
Posture4
Tree5
Height6
Branch
size7
Branch
orientati
on8
Position
in the
crown9
Number
of
animals10
0.00
R
/
DLY
Ar1
10 m
3
2
1
1
2.00
F
Young
leaves
SIT
Ar1
12 m
1
3
3
2
4.00
6.00
8.00
…..
…..
20.00
(almeno)
1. cadenza temporale in minuti; 2. codice dell’attività osservata (come da tabella 2); 3. cibo utilizzato; 4. codice della
postura (come da tabella 1); 5. codice dell’albero; 6. altezza a cui si trova l’individuo; 7. Branch size (1= small, 2= medium, 3
large); Branch orientation (1=vertical, 2= orizontal, 3=oblique); 9. Position in the crown (1 = central, 2 = intermediate, 3=
external); 10. Numero di altri animali presenti sullo stesso albero. Talvolta può essere utile indicare la distanza degli
animali e, se possibile, il sesso (nel caso, = indica contatto, + distanza inferiore a 3 metri, ++ distanza compresa tra 3 e10
metri, +++ distanza maggiore di 10 metri).
L’etogramma
È un catalogo esaustivo del repertorio di comportamenti di base tipici di una specie. Ogni
comportamento osservato deve essere citato una sola volta. I comportamenti possono essere
raggruppati in “social - non social”, oppure “affiliativi – agonistici”, self maintenance, etc.
Il time budget
Rappresenta la scansione e quantificazione delle attività quotidiane. Può essere raffigurato
con istogrammi di frequenza o con aerogrammi.
Disegno del trail
La costruzione, o la scelta, e la ricostruzione grafica del trail è la prima fase della ricerca
sperimentale.
Si devono individuare alcuni punti (mark points) lungo il trail a distanze più o meno costanti, o
in punti in cui il sentiero cambia direzione e da ciascuno di essi si rileva la distanza e
l’orientamento (in gradi rispetto al nord, con una bussola) rispetto al punto successivo.
I dati raccolti possono essere utilizzati per trascrivere il sentiero su un foglio di carta
millimetrata (mappatura), oppure direttamente sul computer, utilizzando appositi software (ad
esempio pathfinder). La mappatura dei sentieri può anche essere effettuata tramite l’utilizzo
di un GPS (ricevitore satellitare) e i dati possono essere visualizzati su carte georeferenziate
(GIS).
Stima dell’home range
Per definire l’home-range (area vitale degli animali) è necessario, per alcuni giorni consecutivi,
riportare sul grafico del trail la posizione degli alberi (o altri punti di localizzazione) frequentati
dagli animali, ovvero la loro distanza da uno dei mark points del trail, e l’orientamento. Se non si
riesce a misurare direttamente la distanza (perché c’è troppa vegetazione nel sottobosco), si
può ricorrere alla triangolazione: da almeno due diversi punti del trail (scelti in modo tale che il
triangolo formato con l’albero sia approssimativamente equilatero) si valuta con la bussola la
direzione in cui è collocato l’albero; il punto di incontro delle direzioni stabilite dai diversi punti,
riportate sul grafico, corrisponde alla posizione dell’albero, di cui si può calcolare la distanza dal
trail.
UnUna volta annotata la posizione degli alberi di feeding e resting, si può calcolare, giorno per
giorno, l’area dell’home range. I principali metodi di analisi sono tre: Minimum Convex Polygon,
Grid Method, Kernel Method.
Distance sampling
È il metodo più comunemente utilizzato per stimare la densità degli animali.
Si deve definire un trail più lineare possibile e camminare lungo di esso alla velocità di 1 Km all’ora (se di
notte con una torcia, che consente di individuare gli animali per il riflesso del tapetum lucidum). Se si vede
un animale, se ne stima immediatamente la distanza dalla posizione di rilevamento e si valuta l’angolo α con la
bussola. La distanza tra l’animale e il trail può successivamente essere calcolata come: d = L sin(α).
La densità sarà quindi calcolabile con la formula:
n
δ = --------------,
2dmL
dove n è il numero di animali, dm la distanza media di questi dal trail, L la lunghezza del trail (in metri).
La densità varia a seconda del tipo di ambiente.
Può essere utilizzato il software Distance.
Accuratezza e precisione
È necessario realizzare le proprie misurazioni in modo che queste siano confrontabili con quelle di altri
studiosi.
Le rilevazioni devono dunque essere accurate, ovvero le definizioni devono essere il più possibile
corrispondenti al comportamento in osservazione, e precise, ovvero ripetibili e non variabili in conseguenza
di errori di rilevamento.
Può essere utile che più ricercatori partecipino al rilevamento dei dati di un particolare studio. In questo
caso, deve essere preliminarmente realizzato un test che valuti l’errore interosservatore. La concordanza
tra i risultati di due diversi ricercatori deve essere almeno del 95%.
Caratterizzazione della foresta tropicale
Consiste nella definizione e misura dell’area in cui vivono gli animali.
È possibile innanzitutto distinguere una foresta in primaria, riconoscibile perché vi si incontrano
grandi alberi, e secondaria, ovvero ricostituitasi in seguito alle modificazioni indotte dalle attività
umane (pressione antropogenica), come incendi, coltivazioni…
È inoltre possibile distinguere una foresta stagionale, dove sono riconoscibili modificazioni cicliche
durante l’anno, e una foresta astagionale.
I principali metodi in uso per la caratterizzazione di una foresta sono di tre tipi.
1) Plot method
2. Quarter point method
3) Transect
Plot e sub plots
Il concetto di cultura è stato a lungo attribuito alla sola specie umana.
[La cultura è] quel tutto complesso che include la conoscenza, la fede, l'arte, la morale, i costumi e tutte le altre capacità ae
abitudini acquisite dall'uomo in quanto membro della società (Edward Tylor, 1871).
Gli psicologi dell'apprendimento sostengono che, per poter parlare di cultura, debbano esservi imitazione, insegnamento e
linguaggio.
Al contrario, in biologia il termine cultura si utilizza in senso lato, a prescindere dal suo modo di propagazione. I fenomeni
vengono infatti definiti nella loro sostanza e non attraverso i meccanismi con cui si realizzano. Es. Respirazione = scambio
di molecole di gas tra organismo e ambiente (branchie, polmoni); locomozione = movimento autopropulsivo (arti, ali).
La nostra cultura e la religione dominante hanno legato la dignità e il valore umani alla nostra separazione dalla natura e
alla distinzione dagli altri animali.
La filosofia orientale è invece tradizionalmente adatta ad ottenere i migliori risultati nella primatologia:
 è sempre stato assente il concetto di scala naturae. Non esiste una netta separazione tra uomo e animali, ma anzi
l'anima umana può incarnarsi in tante forme diverse.

esiste il contatto con i primati (i racconti popolari sono ricchi di riferimenti alle scimmie come specchio dell'umanità).
L'istinto è un comportamento ereditato e quindi è qualcosa di opposto alla cultura, che rappresenta invece il comportamento
acquisito. Se è dogmatico considerare tutto il comportamento animale come istintivo, è parimenti dogmatico considerare
tutto il comportamento umano come culturale. (Kinji Imanishi, 1952)
Mentre gli studiosi occidentali esigevano la più stretta neutralità negli studi sugli animali, gli orientali utilizzavano il concetto
di individuo nella sua società. Documentavano per ciascun componente del gruppo (identificato con un nuome proprio) le
relazioni di parentela, di amicizia, di rivalità, di rango. Inoltre avevano l'uso di distribuire cibo agli animali.
Prima che qualcuno osasse vedere nell'infanticidio un modello ricorrente di comportamento, molti giovani animali sono stati
uccisi dai loro conspecifici. L'uccisione di nuove vite non trovava una spiegazione plausibile in termini di adattamento e
selezione darwiniana. Le prime osservazioni rislagono al 1967 (Y. Sugiyama). Il fenomeno si realizza nel caso di
introduzione di un nuovo maschio dominante nel gruppo, dove l'uccisione dei piccoli induce le femmine a disporsi a un
nuovo accoppiamento in minor tempo.
Verso una definizione di cultura
La cultura è un modo di vivere condiviso dai membri di un gruppo, ma non necessariamente dai membri di gruppi diversi della stessa
specie. Copre la conoscenza, gli usi, le abilità, incluse le tendenze e le preferenze sottostanti, che derivano da un'esposizione agli
altri e dall'apprendimento dagli altri. Qualsiasi variazione sistematica nella conoscenza, negli usi e nelle abilità tra gruppi, che non
può essere attribuita a fattori genetici o ecologici, è probabilmente una variazione culturale.
La cultura è la diffusione non genetica di capacità e informazioni.
La cultura deve avere avuto inizi semplici che possono essere trovati al di fuori della nostra specie.
Gli umani sono i più culturali di tutti gli esseri culturali. Grazie ai simboli, al linguaggio, alle idee, ai significati, all'istruzione,
all'imitazione, l'umanità ha fatto fare alla cultura un passo che non ha precedenti.
Costruire nuove invenzioni su quelle più vecchie è un processo unicamente umano e porta ad un'accumulazione dei miglioramenti
nel corso della storia (effetto di irreversibilità).
Cultura animale
La cultura intesa come trasmissione sociale di capacità e informazioni è molto diffusa in natura. Gli animali mancano di simboli e
linguaggio; ma non c'è dubbio che essi sviluppino nuove tecnologie, preferenze per i cibi, gesti comunicativi e altre capacità che i
giovani apprendono dai vecchi (o viceversa).
Imanishi definisce la cultura animale come:
comportamento flessibile trasmesso socialmente, una forma di trasmissione del comportamento che non poggia su basi genetiche.
Ci vuole un villaggio per allevare un bambino
(proverbio africano)
La domanda del biologo è se i processi culturali siano visibili dal punto di vista della selezione, se cioè contribuiscano
alla sopravvivenza.
L'apprendimento sociale è ampiamente diffuso tra gli animali e presenta enormi vantaggi.
1. L'immagine del predatore (serpente, leopardo, aquila) viene tramandata e affiancata da uno specifico richiamo di
allarme che richiede una specifica risposta comportamentale.
2. Il cibo. Gli animali imparano gli uni dagli altri cosa mangiare e cosa non mangiare.
L'imitazione è un fenomeno molto complesso ed è considerata una delle più raffinate imprese cognitive.
Ogni imitazione è una combinazione di un'idea generale presa dagli altri e di una pratica individuale con cui tale
abilità viene affinata.
Essa necessita che l'input visivo sia convertito in output motorio.
Gli umani imparano dagli altri con più facilità e precisione di qualsiasi altro animale.
Oltre ad essi, solo le grandi scimmie riescono bene a imitare. Copiano meglio se l'azione lega due oggetti, così come
spesso avviene nell'uso di utensili in natura, piuttosto che se lega un oggetto con il corpo.
Alcuni scimmiottamenti
segare legna, piantare chiodi, indossare una t-shirt, ripararsi gli occhi dal sole, legare un'amaca, spaccare noci di cocco;
camminare come altri, strofinare le pietre l'una contro l'altra, bere da una bacinella immergendovi il braccio e poi leccandolo.
Le scimmie allevate in famiglia sono risultate imitatrici altrettanto brave dei bambini di due anni. Alcune di queste inseriscono la loro
foto tra quelle degli uomini, separandosi dal resto degli altri animali.
All'interno del proprio gruppo, le scimmie giovani tendono ad imitare gli anziani.
Negli animali in cattività e nella colonia di macachi sull'isola di Koshima nessuna maschio alfa è stato mai spodestato: il trasferimento
del potere è sempre avvenuto dopo la morte naturale. Nei gruppi in natura, al contrario, i giovani maschi sfidanti provengono
dall'esterno e sono del tutto privi di impedimenti dovuti al rispetto.
L'isola di Koshima
La prima esplorazione dell'isola di Koshima da parte di Imanishi fu nel 1948. Subito dopo cominciò la distribuzione di grano e patate
dolci per abituare i macachi al contatto.
Nel 1953 venne documentato per la prima volta il lavaggio spontaneo delle patate da parte di Imo, una scimmia di diciotto mesi. Più
tardi migliorò la tecnica.
Il lavaggio delle patate si diffuse all'inizio orizzontalmente, da Imo ai suoi compagni di gioco. Dopo tre mesi, due dei suoi compagni e
la madre presentavano il comportamento. Si estese quindi ad altre scimmie giovani, ai fratelli e alle sorelle maggiori, e alle rispettive
madri. I maschi più vecchi non adottarono mai questo comportamento. La trasmissione sembrava seguire la quantità di tempo che le
scimmie trascorrevano insieme. Anche la trasmissione lungo le linee di parentela, da giovane a giovane, e da giovane a adulto.
Successivamente le patate vennero lavate nell'acqua e a questo comportamento si attribuisce il valore di ottenere un 'condimento'.
Nel 1956 Imo imparò a separare il grano dalla sabbia portando una manciata del miscuglio vicino all'acqua e gettandocela dentro.
Nel 1965 comparve l'articolo dal titolo: Newly-acquired pre-cultural behavior of the natural troop of Japanese monkeys on Koshima
islet (Kawai, 1965; Primates, 6: 1-30).
Le condizioni necessarie per l'imitazione sono state così definite dagli psicologi sperimentali:

Identificazione

Comprensione dell'obiettivo

Conoscenza di sfondo
Al contrario, secondo Frans de Waal, è dubbio se vi sia la comprensione degli obiettivi e se i comportamenti imitativi
debbano essere finalizzati alla risoluzione di problemi.
BIOL (Bonding- and Identification-based Observational Learning).
Le motivazioni sottostanti l'apprendimento sociale affondano le radici nelle emozioni sociali e nel conformismo ai
desideri più che nell'aspettativa di una ricompensa o nel timore di una punizione. Gli animali guardano gli altri e
copiano il loro comportamento solo per inserirsi nel gruppo e comportarsi come i loro simili.
Il risultato (vantaggio) finale è la diffusione di tecniche e abitudini all'interno di una popolazione.
Il desiderio di agire come gli altri e l'abilità di riprodurne i comportamenti si sono evoluti insieme.
Del resto anche nell'uomo, non esiste un obiettivo preciso per giustificare la tendenza degli adolescenti a parlare con
un gergo simile e non producono un risultato tangibile nemmeno la moda, la religione, la cucina, l'arte, lo stile sociale.
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La comunicazione tattile