Metodologia della ricerca
EPG PSICOMETRIA II
Università “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara
Dott.ssa Sergi Maria Rita
www.psicometria.unich.it
I VERI ESPERIMENTI:DISEGNI SPERIMENTALI AD
UN SOLO FATTORE

Ricordiamo che……
Vi è una manipolazione della variabile indipendente e
assegnazione casuale dei soggetti alle condizioni
sperimentali.
vs
QUASI ESPERIMENTI: vi è manipolazione della variabile
indipendente o fattore, ma non l’assegnazione dei
soggetti alle condizioni sperimentali.
I VERI ESPERIMENTI:DISEGNI SPERIMENTALI AD
UN SOLO FATTORE

Caratteristiche:

Le variabili indipendenti sono chiamate FATTORI;

Ognuna delle variabili indipendenti è caratterizzata da
LIVELLI o VALORI. Ogni variabile indipendente ha
almeno due livelli;

CONDIZIONE o TRATTAMENTO si riferisce al modo di
trattare i soggetti.
I VERI ESPERIMENTI:DISEGNI SPERIMENTALI AD
UN SOLO FATTORE
ESEMPIO:
Supponete di stare conducendo un esperimento sugli effetti
che la manipolazione da parte dell’uomo ha sullo stato
emotivo dei ratti.

VARIABILE INDIPENDENTE = MANIPOLAZIONE
VARIABILE DIPENDENTE = EFFETTO SULLO STATO
EMOTIVO DEI RATTI
LIVELLI DELLA VARIABILE INDIPENDENTE =
MANIPOLAZIONE VS NON MANIPOLAZIONE
CONDIZIONE O TRATTAMENTO = RATTI MANIPOLATI
VS RATTI NON MANIPOLATI (coincidono con i gruppi).
I VERI ESPERIMENTI:DISEGNI SPERIMENTALI AD
UN SOLO FATTORE

DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I
SOGGETTI

DISEGNI SPERIMANTALI TRA I SOGGETTI
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI
GLI STESSI SOGGETTI SONO
SOTTOPOSTI A TUTTE LE CONDIZIONI
SPERIMENTALI

Questo disegno sperimentale può essere
influenzato dagli effetti dell’ordine
e
effetti della sequenza
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI

EFFETTI DELL’ORDINE: derivano dalla
POSIZIONE ordinale delle condizioni
nell’esperimento indipendentemente dalla
specificità delle condizioni stesse.
Esempio:effetto del riscaldamento pratica in
esperimenti sull’apprendimento.
Qualsiasi condizione o trattamento venga
applicato per prima si associa ad una
prestazione inferiore rispetto a quella di
condizioni successive, perché i soggetti non
hanno ancora sufficiente pratica del compito.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI

EFFETTI DELLA SEQUENZA: dipendono dalla
INTERAZIONE TRA LE CONDIZIONI
DELL’ESPERIMENTO.
Esempio: esperimento sulla valutazione della
pesantezza di oggetti sollevati.
In questo caso ci può essere contrasto, dovuto alla
apparente leggerezza di un oggetto sollevato
dopo un oggetto pesante e viceversa.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI

Vi sono due strategie per controllare gli effetti
dell’ordine e della sequenza : disporre
l’ordine dei trattamenti in modo che gli effetti
dell’ordine e della sequenza siano controllati
ENTRO I SOGGETTI; quando questo non è
possibile si controllano gli effetti dell’ordine e
della sequenza TRA I SOGGETTI.
Come e quando si effettuano tali controlli entro
i soggetti e tra gruppi???
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i soggetti

Il controllo degli effetti dell’ordine e della
sequenza è possibile quando ciascun soggetto è
sottoposto a TUTTE LE CONDIZIONI!. In questo
caso è utile randomizzare l’ordine delle
condizioni per ciascun soggetto.

Un’utile randomizzazione è per BLOCCHI, in cui
l’ordine delle condizioni è randomizzato con la
restrizione che ciascuna condizione venga
applicata una volta prima della ripetizione di
qualsiasi condizione.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i soggetti
Esempio:
Nella sequenza BCAD, ADCB
ciascuna delle 4 condizioni è applicata una sola
volta in ordine casuale entro ciascuno dei
due blocchi. Vi è una possibilità minore che
effetti indesiderati della sequenza vengano
prodotti da ordini del seguente tipo:
AABDBCCD.

La randomizzazione a blocchi è utile in particolare
quando si applica ciascuna condizione due volte
e l’esperimento richiede due sedute.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i soggetti


Quando vi sono pochi soggetti e molte condizioni da
applicare poche volte si può utilizzare il
CONTROBILANCIAMENTO INVERSO per
controllare gli effetti dell’ordine.
Esempio: presenza di tre condizioni, ciascuna delle
quali è applicata due volte. In questo caso, la prima
volta le condizioni sono presentate in ordine e, la
seconda volta, sono presentate nell’ordine inverso.
La tecnica è nota come sequenza ABCCBA o
ABBA.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo dell’effetto
dell’ordine e della sequenza entro i soggetti
Effetto d’ordine lineare, perché produce un aumento della variabile
dipendente.
Il controbilanciamento ha funzionato.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo dell’effetto
dell’ordine e della sequenza entro i soggetti
Effetto d’ordine non lineare, perché produce un aumento e poi una
riduzione della variabile dipendente.
Il controbilanciamento non ha funzionato.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i gruppi


Se non è possibile randomizzare l’ordine di
presentazione delle condizioni o se il
controbilanciamento entro i soggetti non sembra
appropriato, dovete lasciare che l’ordine e la
sequenza si confondano con la condizione entro
i soggetti ma controllati entro i gruppi.
In questo caso si utilizza la tecnica del
controbilanciamento completo oppure il quadro
latino.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i gruppi
CONTROBILANCIAMENTO COMPLETO
Vi sono tre condizioni, ciascuna delle quali deve essere applicata a
ciascun soggetto una sola volta. Se i soggetti sono 6 si possono
controllare ordine e sequenza in questo modo:
Soggetto
Ordine
Ordine
Ordine
1
A
B
C
2
A
C
B
3
B
A
C
4
B
C
A
5
C
A
B
6
C
B
A
Ordine e sequenza dei trattamenti sono controbilanciati, perché ciascuna
condizione occupa ciascuna posizione ordinale lo stesso numero di volte
(posizione), e segue ciascun’altra condizione lo stesso numero di volte
(sequenza).
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo dell’effetto
dell’ordine e della sequenza entro i gruppi

Quando si controlla l’ordine ma non la sequenza delle
condizioni si utilizza la tecnica del QUADRO LATINO.
Soggetto
Ordine
Ordine
Ordine
Ordine
1
A
B
C
D
2
B
C
D
A
3
C
D
A
B
4
D
A
B
C
Uno svantaggio del quadro latino è che la sequenza non è controllata.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: controllo
dell’effetto dell’ordine e della sequenza entro i gruppi

Tuttavia si possono controllare gli effetti della sequenza
dell’ordine attraverso particolari quadri latini: QUADRO
LARTINO BILANCIATO, in cui ciascuna condizione è
preceduta immediatamente per una sola volta da
ciascun’altra condizione. Quando potete ritenere che gli
effetti di contrasto riguardino principalmente le coppie di
condizioni, il quadro latino bilanciato è efficace.
Soggetto
Ordine
Ordine
Ordine
Ordine
1
A
B
C
D
2
B
D
A
C
3
C
A
D
B
4
D
C
B
A
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: alcuni tipi di
disegni sperimentali

DISEGNO SPERIMENTALE A DUE
CONDIZIONI: ha solo due condizioni e
ciascun soggetto serve da controllo di se
stesso.
Condizione 1 o
sperimentale
Condizione 2 o di
controllo
Assegnazione
Trattamento
Prova
Tutti i soggetti sono
sottoposti a tutte le
condizioni in ordine
controbilanciato
Condizione 1 o
trattamento
sperimentale
Si
Condizione 2 o
trattamento di
controllo
Si
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: alcuni tipi di
disegni sperimentali

Esempio: Marshall e Teitelbaum (1974) esperimento sul
neglect in 12 ratti, attraverso lesione dell’ipotalamo
laterale. Dopo la convalescenza post operatoria venne
esaminata la capacità di reagire agli stimoli presentati da
un lato del corpo o dall’altro. Tutti i ratti rispondevano
solo quando gli stimoli venivano presentati dallo stesso
lato della lesione. Quindi ogni ratto fungeva da controllo
di se stesso.
DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI: alcuni tipi di
disegni sperimentali

DISEGNO SPERIMENTALE A CONDIZIONI
MULTIPLE: è usato per confrontare l’efficacia di parecchie
variabili o trattamenti (es. verificare quale tra tre tipi di psicoterapia è
più efficace); determinare la forma della funzione che lega variabili
dipendenti ed indipendenti.
Assegnazione
Trattamento
Prova
Condizione 1
Tutti soggetti sono
sottoposti a tutte le
condizioni
sperimentali
1
Si
Condizione 2
Tutti soggetti sono
sottoposti a tutte le
condizioni
sperimentali
2
Si
Condizione 3
Tutti soggetti sono
sottoposti a tutte le
condizioni
sperimentali
3
Si
DISEGNI SPERIMENTALI TRA I SOGGETTI


Nel momento in cui i soggetti non possono
essere usati come controllo di se stessi, a
causa del possibile effetto dell’ordine e della
sequenza si usano i disegni sperimentali tra i
soggetti.
DISEGNO SPERIMENTALE A DUE
CONDIZIONI
Assegnazione
Trattamento
Prova
Gruppo 1
Assegnazione
casuale dei soggetti
ai gruppi
1
Si
Gruppo 2
Assegnazione
casuale dei soggetti
ai gruppi
2
Si
DISEGNI SPERIMENTALI TRA I SOGGETTI

DISEGNO SPERIMENTALE A CONDIZIONI
MULTIPLE:
Assegnazione
Trattamento
Prova
Gruppo 1
Assegnazione
1
casuale dei soggetti
ai gruppi
Si
Gruppo 2
Assegnazione
2
casuale dei soggetti
ai gruppi
Si
Gruppo 3
Assegnazione
3
casuale dei soggetti
ai gruppi
Si
ALCUNI DISEGNI DA EVITARE…

DISEGNO SPERIMENTALE CON UN GRUPPO
E UNA SOLA PROVA:
Il soggetto è sottoposto a un trattamento e poi esaminato rispetto a
qualche variabile dipendente. Si suppone di voler esaminare
l’efficacia di un programma motivazionale, caratterizzato da
programmi di addestramento. Trovate che la maggior parte dei
partecipanti dice che l’esperienza è stata utile. Questo disegno ha
dei problemi, perché non si ha alcuna misura di come i partecipanti
si sentissero prima dell’addestramento e non avete alcuna prova
relativa a quale fattore abbia causato il cambiamento.
Singolo gruppo
Trattamento
Prova
ALCUNI DISEGNI DA EVITARE…

DISEGNO SPERIMENTALE CON UNA
PROVA E GRUPPI DI CONTROLLO NON
EQUIVALENTI
Supponete di voler migliorare lo studio sull’efficacia del programma
motivazionale confrontando i soggetti sottoposti al programma da
chi non si è sottoposto. Il problema è che i due gruppi non sono stati
selezionati dalla stessa popolazione per l’addestramento!.
Gruppo 1
Gruppo 2
Assegnazione
Trattamento
Prova
Qualsiasi metodo
che non sia
casuale
Si
Si
No
Si
Per approfondimenti……
McBurney, D.H.; Withe T.L. (2007).
Metodologia della ricerca in psicologia.
Mulino, Bologna
Ercolani, A.P; Areni, A.; Manetti, L. (2004). La
ricerca in Psicologia. Carocci editore. Roma
 Corbetta, P. (2009). Metodologia e tecniche
della ricerca sociale. Il Mulino. Bologna.
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