Ottobre 2013
Liturgia delle Ore
La liturgia delle Ore è la preghiera uf.iciale della Chiesa Cattolica. Consiste nel canto di salmi, cantici e inni, con l'aggiunta di preghiere e letture dalla Sacra Scrittura. Essa, secondo la stessa Chiesa, è partecipazione sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo: egli continua incessantemente a pregare e lodare il Padre nella preghiera della Chiesa.
1.
Articolazione
Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche. Le due ore principali sono:
Le Lodi Mattutine, che si celebrano all'inizio della giornata;
I Vespri, che si celebrano alla sera, solitamente all'imbrunire o prima di cena.
Comprende anche altre ore minori:
•
•
• L'Uf.icio delle Letture (un tempo detto Mattutino), che non è legato ad un'ora prestabilita, ma può essere celebrato in qualunque ora della giornata, e che è caratterizzato da una lettura biblica lunga e da un'altra lettura tratta dai Padri della Chiesa;
• L'Ora media (Terza, Sesta e Nona che corrispondono alle 9, alle 12 e alle 15)
• La Compieta (prima di andare a dormire).
È articolata in un ciclo di quattro settimane (il Salterio), nel quale si recitano quasi tutti i salmi. Lo schema della Compieta è invece articolato su una sola settimana.
2.
Struttura
La prima ora che si recita nella giornata (sia essa l'Uf.icio delle Letture o le Lodi Mattutine) è preceduta dalla recita del salmo invitatorio con la sua antifona, che si ripete tra le strofe. Ogni ora, a meno che non si tratti della prima della giornata preceduta dall’invitatorio, si apre con un versetto "O Dio, vieni a salvarmi" a cui si risponde "Signore, vieni presto in mio aiuto", tratto dal salmo 69, a cui segue il Gloria al Padre1 .
Viene poi un inno, tratto dalle composizioni poetiche di origine 1
Il Gloria al Padre, è una preghiera di lode, chiamata anche dossologia (Una dossologia è una breve preghiera o inno di lode che esalta la gloria e la maestà di Dio. La parola deriva dal greco doxa, gloria, che traduce l’ebraico Kavod, gloria o splendore; nella Bibbia sempre riferito solo a Dio). Il suo contenuto afferma la professione di fede nella Trinità, cioè nel mistero di Dio uno e trino.
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ecclesiale.
Si continua quindi con la recita di tre salmi:
• Nelle ore maggiori i salmi sono scelti in maniera che si adattino al corrispondente momento della giornata;
• Nelle Lodi Mattutine al secondo posto c'è un cantico dell'Antico Testamento, mentre nei Vespri al terzo posto c'è un cantico del Nuovo Testamento;
• Nell'Uf.icio delle Letture si recita spesso un solo salmo più lungo ripartito in tre parti;
• Nell'Ora Media al primo posto c'è molti giorni una sezione alfabetica del Salmo 118 (il salmo più lungo della Bibbia). Inoltre sono situati in questa ora i cosiddetti salmi processionali, detti anche delle ascensioni;
• Nella Compieta c'è un solo salmo (tranne nello schema del sabato e in quello del mercoledì che si compone di due).
Ogni salmo o parte di salmo è introdotto da un'antifona, che ha la funzione di orientare la preghiera al contenuto del salmo; al termine del salmo, salvo ove diversamente indicato, si recita la dossologia Gloria al Padre. L'antifona si recita di nuovo dopo il Gloria al Padre o comunque alla .ine dello stesso salmo.
Ai Salmi segue una lettura biblica breve (nella maggioranza delle ore) o lunga (nell'Uf.icio delle Letture) con il suo responsorio.
Nelle ore maggiori (lodi e vespri) appare poi un cantico tratto dal Vangelo (gli unici passi del Vangelo che compaiono all’interno della Liturgia delle ore):
• Il Benedictus o Cantico di Zaccaria nelle Lodi;
• Il Magni;icat o Cantico della Beata Vergine Maria nei Vespri.
Nell'ora di Compieta è inserito inoltre il Nunc dimittis o Cantico di Simeone. Il cantico è introdotto e seguito dalla sua antifona.
In.ine le Lodi si concludono con un gruppo di invocazioni, e i Vespri con le corrispondenti intercessioni, a cui fa seguito il Padre nostro. Tutte le ore terminano con l'orazione ?inale.
Alla celebrazione della Liturgia delle ore nella sua forma integrale sono tenuti i presbiteri e i vescovi. Per quanto riguarda i diaconi si chiede unicamente la recita delle ore maggiori (Lodi mattutine, Vespri e Compieta) nel caso in cui siano diaconi permanenti, mentre è prescritta la recita dell'intera Liturgia delle Ore, al pari dei presbiteri diocesani, se sono transeunti, cioè diaconi temporanei destinati al sacerdozio. Il Concilio Vaticano II ha invitato però lodevolmente anche i fedeli alla celebrazione almeno delle ore principali. Per questo motivo, www.suisuoipassi.org
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quello che una volta era il breviario è stato molto sempli.icato rispetto ai tempi passati. • La Liturgia delle Ore ha lo scopo di aiutare il Cristiano a vivere in Cristo la giornata, santi.icandone i vari momenti. Viene recitata sia nei luoghi di culto, in maniera comunitaria, sia in maniera personale nella liturgia domestica.
3. Storia
La Liturgia delle ore trae la sua origine dal precetto di Gesù di pregare senza interruzione (Luca 18,1; 21,36; 22,40; cfr. 1Tes 5,17; Ef 6,18). In ambito monastico nacque quindi l'usanza di riunirsi, in vari momenti della giornata, per pregare insieme. Con la riforma di san Benedetto viene codi.icata espressamente per i monaci la celebrazione in varie ore della giornata secondo il conteggio dei Romani. Le ore diurne erano quindi Lodi (all'alba), Prima (circa alle 6), Terza (alle 9), Sesta (alle 12), Nona (alle 15) e Vespri (al tramonto). La preghiera prima di coricarsi era detta Compieta.
Di notte la tradizione delle Vigiliae (i turni di guardia delle sentinelle) dette vita ai tre notturni, riuniti poi in un'unica celebrazione detta mattutino. Alcuni ordini monastici celebrano ancora oggi l'Uf.icio delle letture nel cuore della notte, interrompendo il sonno.
Dall'ambito monastico, l'usanza di celebrare la liturgia delle ore (allora chiamata Uf?icio divino) passò a tutti i chierici. Nel Medioevo, cominciò a essere usato il termine Breviario, per i libri che contenevano i testi dell'Uf.icio, in quanto era originariamente un indice (abbreviazione) dei riferimenti ai brani liturgici da recitare.
La riforma liturgica del Concilio Vaticano II, al .ine di rendere più semplice la celebrazione per i presbiteri moderni e per i laici, ha eliminato l'ora di Prima; ha concesso la possibilità di recitare il Mattutino a qualsiasi ora cambiandone il nome in Uf.icio delle Letture; ha dato la possibilità di recitare una sola delle altre Ore (Terza, Sesta e Nona) chiamandola Ora media; ha ridotto la struttura: i 150 salmi, che prima erano recitati integralmente nel corso di una settimana, sono stati ordinati in un ciclo di quattro settimane. Oltre a queste modi.iche, si sono esclusi alcuni salmi detti imprecatori, che contengono delle imprecazioni e sembrano dettati da un crudele spirito di vendetta; furono estromessi per motivi pastorali, ritenuti troppo forti per essere capiti nel loro autentico signi.icato e ancora troopo vicina la ferita dell’olocausto.
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Alcune ri?lessioni tratte dall’Esortazione Apostolica Postsinodale Verbum Domini del santo padre Benedetto XVI:
• Dialogare con Dio mediante le sue parole
24. La divina Parola introduce ciascuno di noi al colloquio con il Signore: il Dio che parla ci insegna come noi possiamo parlare con Lui. Il pensiero va spontaneamente al Libro dei Salmi, nel quale Egli ci dà le parole con cui possiamo rivolgerci a Lui, portare la nostra vita nel colloquio davanti a Lui, trasformando così la vita stessa in un movimento verso Dio.[73] Nei Salmi infatti troviamo tutta la gamma articolata di sentimenti che l’uomo può provare nella propria esistenza e che vengono posti con sapienza davanti a Dio; gioia e dolore, angoscia e speranza, timore e trepidazione trovano qui espressione. Insieme ai Salmi pensiamo anche ai numerosi altri testi della sacra Scrittura che esprimono il rivolgersi dell’uomo a Dio nella forma della preghiera di intercessione (cfr Es 33,12-­‐16), del canto di giubilo per la vittoria (cfr Es 15), o di lamento nello svolgimento della propria missione (cfr Ger 20,7-­‐18). In tal modo la parola che l’uomo rivolge a Dio diventa anch’essa Parola di Dio, a conferma del carattere dialogico di tutta la Rivelazione cristiana,[74] e l’intera esistenza dell’uomo diviene un dialogo con Dio che parla ed ascolta, che chiama e mobilita la nostra vita. La Parola di Dio rivela qui che tutta l’esistenza dell’uomo è sotto la chiamata divina.
Liturgia, luogo privilegiato della Parola di Dio
• La Parola di Dio nella sacra liturgia
52. Considerando la Chiesa come «casa della Parola», si deve innanzitutto
porre attenzione alla sacra liturgia. È questo infatti l’ambito privilegiato in
cui Dio parla a noi nel presente della nostra vita, parla oggi al suo popolo,
che ascolta e risponde. Ogni azione liturgica è per natura sua intrisa di sacra
Scrittura. Come afferma la Costituzione Sacrosanctum Concilium, «nella
celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa
infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell’omelia e i salmi
che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere,
le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i
simboli liturgici». Più ancora, si deve dire che Cristo stesso «è presente
nella sua parola, giacché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la
sacra Scrittura». In effetti, «la celebrazione liturgica diventa una continua,
piena ed efficace proclamazione della parola di Dio. Pertanto la parola di
Dio, costantemente annunziata nella liturgia, è sempre viva ed efficace per
la potenza dello Spirito Santo, e manifesta quell’amore operante del Padre
che giammai cessa di operare verso tutti gli uomini». La Chiesa, infatti, ha
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sempre mostrato la consapevolezza che nell’azione liturgica la Parola di Dio
si accompagna all’intima azione dello Spirito Santo che la rende operante
nel cuore dei fedeli. In realtà è grazie al Paraclito che «la parola di Dio
diventa fondamento dell’azione liturgica, norma e sostegno di tutta la vita.
L’azione dello stesso Spirito Santo … a ciascuno suggerisce nel cuore tutto
ciò che nella proclamazione della parola di Dio viene detto per l’intera
assemblea dei fedeli, e mentre rinsalda l’unità di tutti, favorisce anche la
diversità dei carismi e ne valorizza la molteplice azione».
Pertanto, occorre comprendere e vivere il valore essenziale dell’azione
liturgica per la comprensione della Parola di Dio. In un certo senso,
l’ermeneutica della fede riguardo alla sacra Scrittura deve sempre avere
come punto di riferimento la liturgia, dove la Parola di Dio è celebrata come
parola attuale e vivente: «La Chiesa segue fedelmente nella liturgia quel
modo di leggere e di interpretare le sacre Scritture, a cui ricorse Cristo
stesso, che a partire dall’oggi del suo evento esorta a scrutare tutte le
Scritture».
Qui appare anche la sapiente pedagogia della Chiesa che proclama e ascolta
la sacra Scrittura seguendo il ritmo dell’anno liturgico. Questo distendersi
della Parola di Dio nel tempo avviene in particolare nella celebrazione
eucaristica e nella Liturgia delle Ore. Al centro di tutto risplende il Mistero
Pasquale, al quale si collegano tutti i misteri di Cristo e della storia della
salvezza che si attualizzano sacramentalmente: «Ricordando in tal modo i
misteri della redenzione, essa [la Chiesa] apre ai fedeli le ricchezze delle
azioni salvifiche e dei meriti del suo Signore, le rende come presenti a tutti i
tempi e permette ai fedeli di venirne a contatto e di essere ripieni della
grazia della salvezza». Esorto quindi i Pastori della Chiesa e gli operatori
pastorali a fare in modo che tutti i fedeli siano educati a gustare il senso
profondo della Parola di Dio che si dispiega nella liturgia durante l’anno,
mostrando i misteri fondamentali della nostra fede. Da ciò dipende anche il
giusto approccio alla sacra Scrittura.
• Parola di Dio e Liturgia delle Ore
62. Tra le forme di preghiera che esaltano la sacra Scrittura si colloca indubbiamente la Liturgia delle Ore. I Padri sinodali hanno affermato che essa costituisce «una forma privilegiata di ascolto della Parola di Dio perché mette in contatto i fedeli con la Sacra Scrittura e con la Tradizione viva della Chiesa». Si deve innanzitutto ricordare la profonda dignità teologica ed ecclesiale di questa preghiera. Infatti, «nella Liturgia delle Ore la Chiesa, esercitando l’uf.icio sacerdotale del suo Capo, offre a Dio “incessantemente” (1 Ts 5,17) il sacri.icio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome (cfr Eb 13,15). Questa preghiera è “la voce della stessa Sposa che parla allo Sposo, anzi è la preghiera che Cristo, unito al suo Corpo, eleva al Padre”». Il Concilio www.suisuoipassi.org
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Vaticano II aveva affermato a questo proposito: «Tutti coloro, pertanto, che compiono questa preghiera, adempiono da una parte l’obbligo proprio della Chiesa e dall’altra partecipano al sommo onore della Sposa di Cristo perché, celebrando le lodi di Dio, stanno dinanzi al suo trono a nome della Madre Chiesa». Nella Liturgia delle Ore, come preghiera pubblica della Chiesa, si mostra l’ideale cristiano di santi.icazione della giornata intera, ritmata dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera dei salmi, così che ogni attività trovi il suo punto di riferimento nella lode offerta a Dio.
Coloro che per il proprio stato di vita sono tenuti alla recita della Liturgia delle Ore vivano con fedeltà tale impegno a bene.icio di tutta la Chiesa. I Vescovi, i sacerdoti e i diaconi aspiranti al sacerdozio, che hanno ricevuto dalla Chiesa il mandato di celebrarla, hanno l’obbligo di assolvere ogni giorno tutte le Ore. Il Sinodo ha espresso il desiderio che si diffonda maggiormente nel Popolo di Dio questo tipo di preghiera, specialmente la recita delle Lodi e dei Vespri. Tale incremento non potrà che aumentare tra i fedeli la familiarità con la Parola di Dio. Si sottolinei anche il valore della Liturgia delle Ore prevista per i primi Vespri della Domenica e delle Solennità, in particolare per le Chiese Orientali cattoliche. A tale scopo raccomando che, là dove sia possibile, le parrocchie e le comunità di vita religiosa favoriscano questa preghiera con la partecipazione dei fedeli.
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Introduzione alla Liturgia delle ore