Marine Militari nel Mondo
La LSD Lime Bay a Portland, ad aprile 2009.
Questa immagine evidenzia l’assetto
appoppato assunto dalle “Largs Bay”
quando il bacino poppiero è allagato.
A poppa è visibile la “Blue Ensign”,
ossia la bandiera adottata
da tutte le unità ausiliare
della Royal Navy il cui nome,
per il loro particolare status,
è preceduto dall’acronimo “RFA”
(“Royal Fleet Auxiliary”),
anziché dal più noto “HMS”
(“Her/His Majesty’s Ship”)
Le unità anfibie
della Royal Navy
(Foto MOD, Royal Navy)
La portaelicotteri da assalto anfibio
HMS Ocean in navigazione, il 5 ottobre 2006
di Maurizio Brescia
Segretario Gruppo ANMI “V. Folco” – Savona
a Marina britannica può vantare, già
a partire dall’epoca della seconda
guerra mondiale, una particolare
preminenza e preparazione nello specifico campo delle unità anfibie. Difatti, sin
dai tempi immediatamente successivi alla
caduta della Francia nel giugno 1940, il
primo ministro Winston Churchill considerò il ritorno alleato nell’Europa occupata un obiettivo di primaria importanza
strategica: un obiettivo che poteva essere
conseguito solamente programmando
un’invasione della Francia via mare, come
L
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in effetti avvenne quattro anni più tardi
con la ben nota operazione “Overlord”, gli
sbarchi in Normandia del giugno 1944.
In questo ambito, i progettisti navali inglesi idearono tutta una serie di unità specializzate che – nella pratica – avrebbero determinato le linee di sviluppo del naviglio
anfibio sino ai nostri giorni: dalla LST (Landing Ship Tank = nave da sbarco per carri
armati) alla LSD (Landing Ship Dock = nave da sbarco con bacino allagabile), per
arrivare a mezzi più piccoli ma dall’uso
ugualmente finalizzato quali gli LCT e gli
(Foto MOD, Royal Navy)
LCI (mezzi da sbarco, rispettivamente, per
carri armati e fanteria).
Anche se i piani costruttivi di queste unità,
una volta trasferiti alle più ampie capacità
industriali d’oltreoceano, consentirono all’U.S. Navy di disporre di un’imponente
quantitativo di naviglio anfibio nelle fasi finali del conflitto, il “primato” concettuale
per la realizzazione di navi da sbarco nel
corso della seconda guerra mondiale spetta alla Royal Navy che, negli anni del dopoguerra e sin agli anni Cinquanta, impiegò ancora numerose LST di costruzione
L’HMS Bulwark e l’HMS Ocean
nel corso della recentissima
esercitazione NATO “Egemen”
(maggio 2009), tenutasi in Turchia
(Foto MOD, Royal Navy)
nazionale, realizzate tra il 1944 e il 1946, del
tutto simili alle coeve unità americane che
da esse derivavano.
Il ruolo strategico via via più ridotto ricoperto dalla Royal Navy a livello mondiale a
partire dalla fine degli anni Cinquanta fu
tuttavia sempre controbilanciato da un’elevata valenza qualitativa delle unità britanniche, comprese quelle per operazioni
anfibie. Tra il 1965 e il 1967 entrarono in
servizio la Fearless e l’Intrepid (due unità
da 17.000 tonn di dislocamento a pieno
carico del tipo LPD, ossia un’evoluzione
della LSD maggiormente attrezzata per il
trasporto di uomini e mezzi), precedute –
tra il 1962 e il 1964 – dalle sei LST classe
“Sir Lancelot” da quasi 6.000 tonn e in
grado di trasportare alcune decine di carri armati.
Nel contempo, la Royal Navy aveva iniziato a sviluppare il concetto di portaelicotteri da assalto anfibio (LPH, secondo l’ormai
universalmente accettata terminologia
dell’U.S. Navy), trasformando in tal senso
le due portaerei leggere Albion e Bulwark
di progettazione bellica.
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La Sir Ghalad, carica di aiuti umanitari,
avanza verso il porto di Umm Qasr,
preceduta dai cacciamine
(Foto MOD, Royal Navy)
FOTO A
Una nave da sbarco carri armati tipo
“LST(3”) della Royal Navy, nel 1945.
Dal progetto di queste unità derivò
quelle del migliaio di analoghe LST
immesse in servizio dall’U.S. Navy
tra il 1943 e il 1945
FOTO C
La portaeromobili da assalto
anfibio HMS Hermes, in entrata
a Portsmouth il 21 luglio 1983
alla fine del suo impiego nelle acque
delle Isole Falkland
A
B
C
D
E
F
(Coll. L. Van Ginderen, via M. Brescia)
(Foto Imperial War Museum, coll. M. Brescia)
FOTO B
Il trasporto d’assalto Glenroy,
che prese parte
allo sbarco in Normandia,
a maggio del 1946.
Insieme a unità specializzate
e a più piccoli mezzi da sbarco,
durante la seconda guerra mondiale
la Marina britannica immise in servizio
numerosi trasporti truppa il cui progetto,
anche in questo caso, influenzò
notevolmente le analoghe costruzioni
dell’U.S. Navy
(Foto Wright & Logan, coll. M. Brescia)
FOTO D
28 maggio 2008:
la Ocean all’ancora al largo di Plymouth,
al rientro da una missione nel Golfo Persico
(Foto MOD, Royal Navy)
FOTO E
L’Albion all’ormeggio
in una base navale britannica,
in una recente immagine del marzo 2009
(Foto MOD, Royal Navy)
FOTO F
L’RFA Mounts Bay a Portland, nel 2009
(Foto MOD, Royal Navy)
2005: Le due LPD Fearless e Intrepid,
probabilmente a Plymouth,
in attesa della demolizione
(Foto J. Davies, da www.primeportal.net)
L’HMS Bulwark durante un’esercitazione di sbarco
nella primavera del 2008.
Si noti il mezzo da sbarco tipo “LCU Mk10”,
mimetizzato, in manovra di uscita dal bacino allagabile
(Foto MOD, Royal Navy)
Queste due unità, rientrate in servizio in
questo nuovo ruolo tra il 1960 e il 1962 e ritirate dalla prima linea – rispettivamente –
nel 1972 e nel 1976, permisero alla Marina
britannica di acquisire importanti esperienze nell’utilizzo degli elicotteri nell’ambito di complesse operazioni di sbarco.Ad
esse fece seguito l’analoga Hermes, modificata nel 1980 con l’installazione di una
rampa tipo “sky jump” per consentire l’utilizzo di velivoli “Harrier” a decollo corto,
radiata nel 1985 e successivamente venduta alla Marina indiana che tutt’ora la
utilizza con il nome di Viraat.
Le “Fearless”, alcune LST tipo “Sir” e la
Hermes presero parte al conflitto delle
Falkland del 1982, dimostrando le notevoli capacità della Royal Navy nell’operare
con un gruppo navale anfibio a grande distanza dalle basi metropolitane. Nel corso delle operazioni nelle acque delle Malvine il Sir Galahad andò perduto per at20
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tacco aereo; fu rimpiazzato, nel 1987, da
un’omonima e similare unità (peraltro migliorata nelle capacità belliche e di trasporto), rimasta in servizio sino al dicembre 2007, quando è stata trasferita alla
Marina del Brasile con il nuovo nome di
Garcia d’Avila. Recentissimamente (il 21
maggio 2009) la Sir Bedivere, ultima “Sir”
in servizio con la Royal Navy, è stata anch’essa trasferita alla Marina brasiliana,
ove ha assunto il nome di Almirante Saboia. Tra il 2001 e il 2002 anche Fearless e
Intrepid sono state radiate, venendo infine demolite nel 2007-2008.
A partire dai primi anni Novanta del secolo scorso, la Royal Navy ha quindi da-
to avvio al totale rinnovo della sua componente anfibia e, a marzo del 1999, è entrata in servizio la nuova LPH Ocean (L
12); si tratta di una grossa unità con ponte di volo continuo, lunga 203 m f.t. e con
un dislocamento di 21.578 tons a pieno
carico.La Ocean può imbarcare più di
500 uomini dei “Royal Marines” completamente equipaggiati e, per il loro trasporto sull’obiettivo, può operare con diverse combinazioni di elicotteri (CH-47
“Chinook”, “Merlin”, “Lynx”, “Sea King”
ecc.) sino a un totale di diciotto macchine; l’unità ha anche in dotazione alcuni
mezzi da sbarco e, per migliorare le condizioni di stabilità durante la messa a ma-
re, nel 2002 è stata modificata con due
controcarene a mezzanave, lunghe una
cinquantina di metri.
Le linee dell’opera viva derivano da quelle
degli incrociatori portaeromobili tipo “Invincible” e, difatti, la Ocean (che non dispone di un bacino allagabile) ricorda
molto nel suo aspetto generale queste ultime unità: la maggior differenza è riscontrabile nel singolo fumaiolo squadrato
(mentre gli “Invincible” ne hanno due
maggiormente arrotondati) e nell’assenza
della rampa tipo “sky jump” a prora.
Tra il 2003 e il 2005, in sostituzione delle
due “Fearless”, sono entrate in servizio le
due nuove LPD Albion (L 14) e Bulwark (L
15). Con un dislocamento che supera le
18.500 tons con il bacino poppiero allagato e una lunghezza di quasi 180 m, Albion
e Bulwark possono trasportare 305 uomini (incrementabili a 700 in particolari condizioni d’emergenza), nonché mezzi ruotati e cingolati. Queste due unità, dal disegno moderno e sotto alcuni aspetti avveniristico, sono dotate di un ponte di volo
da cui possono operare contemporaneamente due elicotteri “Merlin”; inoltre, all’interno del bacino allagabile sono ospitati quattro mezzi da sbarco per carri armati tipo “LCU Mk 10”, mentre altri quattro
più piccoli LCVP possono venire messi a
mare con apposite gruette.
In sostituzione delle navi da sbarco tipo
“Sir”, la Marina britannica ha avviato la
costruzione di quattro grosse navi da
sbarco con bacino allagabile (LSD) della classe “Largs Bay”, il cui progetto
prende in parte ispirazione da quello
dell’analoga LSD Rotterdam della Marina olandese.
Le “Largs Bay” (Largs Bay, Lime Bay,
Mounts Bay e Cardigan Bay – L
3006/3009, entrate in servizio tra il gennaio 2004 e il marzo 2007) dislocano
16.160 tons a pieno carico, superano i
170 m di lunghezza e dispongono di un
ponte di volo poppiero.
Le caratteristiche e la capacità di carico
ridotta rispetto alle due “Albion” (le
“Largs Bay” trasportano circa 350 uomini ciascuna, nel bacino può entrare un
solo LCU, e nelle rimesse possono venire imbarcati 36 carri armati tipo “Challenger 2” o sino a un totale di 150 tra autocarri e mezzi ruotati), fanno comunque
di queste quattro unità un asset dal notevole peso strategico che – insieme alle
due “Albion” e all’HMS Ocean – pone la
Royal Navy, in questo inizio di XXI° secolo come già all’epoca del conflitto 19391945, in una posizione di preminenza
qualitativa a livello mondiale anche nello
specifico campo della sua componente
anfibia.
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Le unità anfibie della Royal Navy