Passeriformi in generale
In questa pagina sono raccolti i passeriformi che vivono, migrano o arrivano occasionalmente in
Europa. L'ordine Passeriformes è immenso, raccoglie oltre la metà delle famiglie di uccelli del
mondo, sono tutti uccelli di dimensioni variabili tra quelle di un corvo imperiale a quelle del piccolo,
grazioso regolo, hanno i piedi prensili, con tre dita in avanti e una all'indietro e sono quasi tutti
canori (richiamo, chiacchiericcio o canto). L'ordine dei passeriformi è diviso in famiglie che
comprendono uccelli con caratteristiche comuni tra loro per la forma del becco, per i colori del
piumaggio e per le abitudini di vita. Dalla forma del becco si hanno indicazioni relative al tipo di
alimentazione dell'animale: gli insettivori di solito hanno becchi più deboli e sottili (detti beccosottile), i granivori forti e conici. Di norma i granivori integrano la dieta anche con insetti nel periodo
della riproduzione. Alcuni passeriformi compiono migrazioni, anche extracontinentali come il
culbianco, altri rimangono sempre nei pressi dello stesso territorio. I passeriformi, oltre che essere
compagni delle nostre giornate all'aperto, ci accompagnano anche nella letteratura, nella musica e
nella pittura sia nella cultura occidentale e sia in quella orientale.
Allodole
Le allodole (famiglia Alaudidae) sono di taglia piccola o media, con colori piuttosto uniformi in
prevalenza nei toni del bruno. La maggior parte delle specie si trova nell'Europa meridionale. Vivono
in ambienti aperti. Piuttosto simili alle pispole, ma più massicci e con ali più larghe e code più corte.
I sessi di solito sono simili (eccetto nella calandra nera). Sono buoni cantori, di solito compiono
lunghi voli canori in quota. Si nutrono d'insetti e semi. Nidificano sul terreno. Covate di 3/5 uova. 12
specie.
Allodola del Dupont
L'Allodola del Dupont (Chersophilus duponti cm 18) si è stabilita
recentemente nella Spagna centrale con una piccola popolazione, altrimenti
nidifica nell'Africa settentrionale. Vive in steppe aride con arbusti isolati. Il
becco è piuttosto lungo, sottile e leggermente ricurvo. Sul capo non ha
nessun accenno di cresta.
Il sopracciglio è chiaro e le timoniere esterne bianche. Non ha bianco sulle
ali. E' poco appariscente, spesso sta tra la vegetazione. Corre velocemente.
Ha zampe lunghe e sta più eretta di altre allodole. Il canto, emesso in volo,
consiste in note emesse lentamente, sia flautate e chiare sia raspanti e
stridenti.
Calandrella
La Calandrella (Calandrella brachydactyla cm 15) nidifica in Europa meridionale in zone aperte
secche, spesso su distese di fango asciutte. E' simile a una piccola allodola chiara con becco più
massiccio e sopracciglio chiaro, netto. Nel piumaggio mutato, il vertice è ruggine. Piccole copritrici
color sabbia e copritrici mediane scure. Parti inferiori non striate, solo diffusamente macchiettate sul
petto nel giovane (piumaggio da adulto già in agosto-settembre). Macchia scura ai lati dei collo
nell'adulto, difficile da vedere e non sempre presente. Molto simile alla Pispoletta, ma l'adulto si
riconosce dalla mancanza di striature sul petto, più chiaro e di tono più ruggine, e spesso dalla
macchia scura ai lati del collo (da vicino) e dalle terziarie più lunghe (che coprono le punte delle
primarie). Il richiamo è simile a quello dell'Allodola, ma è un cinguettio secco. Il canto è composto di
brevi e semplici frasi, con poche variazioni, meno spesso di
imitazioni, soprattutto un cinguettare secco simile al richiamo. Una seconda lunga frase segue a un
secondo di distanza, in sincronia con i battiti alari del volo ondulato, simili a quelli dell'allodola
(veloci e sfarfallanti). La planata è effettuata ad ali chiuse. Volo canoro disordinato ad alta quota.
Pispoletta
La Pispoletta (Calandrella rufescens cm 14) nidifica localmente nell'Europa meridionale, sia
orientale sia occidentale, anche in zone aperte, secche e in praterie un po' più umide della
calandrella. E' molto simile a quest'ultima, ma l'adulto è distintamente striato sul petto e (più
indistintamente) sui fianchi, di solito più scuro e più bruno-grigiastro e ha terziarie più corte. Il
richiamo è un ronzante drrrr-drr o semplicemente prrrrt (tipo Balestruccio, ma secco come nel
topino o simile a quello di un passero). Il canto può essere difficile come quello della Calandrella, ma
è lungo, variato, piacevole, denso di buone imitazioni. Spesso assomiglia a quello della Cappellaccia,
con imitazioni di Calandra, Piro-piro culbianco o piccolo, fanello e altre specie. Volo canoro alto e in
cerchio, battiti a volte lenti e calibrati, come nell'esibizione del Verdone o nella Calandra.
Calandra
La calandra (Melanocorypha calandra cm 20) è grande, con la coda
che sembra corta in proporzione al corpo, le ali sono lunghe con
margine posteriore bianco, il sottoala è tipicamente scuro in volo e il Il
becco è massiccio. La grossa macchia nera del petto può essere
difficile da vedere ed è meno evidente nella femmina. Il volo basso è
ondulato, con battiti lenti (tipo limicolo). Ha un richiamo potente, un
rauco secco tscrrit (come lo Storno in lite). Il canto tipo Allodola è melodioso, ma più potente e ricco
di imitazioni, emesso durante voli circolari in quota, con battiti lenti e calibrati. I canti nuziali
sono eseguiti dai maschi mentre volano a una decina di metri di altezza dal suolo. Nidifica
nell'Europa meridionale in zone secche e aperte. Il nido consiste in una coppa di steli secchi d'erba
posta in una depressione poco profonda del terreno, spesso protetta dall'erba o da un cespuglio.
Ogni anno vi sono allevate due nidiate, ciascuna delle quali è composta da 4/5 uova (fino a 7)
covate per circa 16 giorni esclusivamente dalla femmina. I nidiacei, nidicoli, sono assistiti da
entrambi gli adulti e restano nel nido per circa 10 giorni. Il cibo della Calandra è composto
prevalentemente da semi di graminacee e, secondariamente, da insetti (importanti
nell'alimentazione della prole).
Calandra siberiana
La Calandra siberiana (Melanocorypha leucoptera cm 19) nidifica nelle
steppe del Kazakistan, a ovest fino al Mar Nero. E' un po' più grande
dell'Allodola. Ha un caratteristico disegno alare tricromatico: margine
anteriore bruno, banda nera centrale e largo margine posteriore bianco,
che fa sembrare le ali strette in volo. Il vertice, ha una banda alare e il
sopraccoda bruno-rossi nel maschio, più sbiaditi e striati nella femmina.
Le zampe sono bruno chiaro. Il canto è come l'Allodola, ma un po' più
secco e aspro, senza note chiare.
Calandra nera
La Calandra nera (Melanocorypha yeltoniensis cm m2 1, f19) nidifica
nelle steppe del Kazakistan, in zone umide. Stanziale, grande e
massiccia. Il maschio è tutto nero in estate ed a distanza può essere
scambiato per uno storno (posato). In inverno il piumaggio è più
sbiadito con larghe sfrangiature color camoscio. La femmina è molto
più piccola, simile alla calandra, compresi un segno scuro simile ai lati
del collo e il sottoala scuro, ma non ha il margine posteriore dell'ala
bianco e le zampe sono scure. Il maschio compie il corteggiamento saltellando intorno alla femmina,
con le penne del vertice arruffate, le carpali sporgenti e la coda tondeggiante. Vola basso e
tentennante, il volo dimostrativo è lento e sfarfallante, di solito non canoro. Ha un abbozzo di canto
tipo allodola, emesso dal terreno.
Cappellaccia
La cappellaccia (Galerida cristata cm 17) si trova in zone aperte e secche
con vegetazione sparsa, anche in spazi cittadini aperti. E' una specie
caratteristica (anche se in calo) di una parte dell'area
costiera dell'Europa nord-occidentale e della Spagna.
Spesso vicino a muri e granai, sili di cereali, argini e zone
portuali. Trotterella ai lati delle strade o scorazza su
terreni sabbiosi fermandosi spesso per lanciare un
rumoroso fischio flautato. Ha una evidente cresta a punta
(talvolta l'allodola solleva le penne del vertice in un ciuffo
smussato), che solleva prima di spiccare il volo e che la
distingue da tutte le altre allodole eccetto la cappellaccia
di Tekla. Il becco è abbastanza chiaro, lungo e massiccio. La cappellaccia è di
colore bruno chiaro (tono ocra), macchiettata sul dorso. Spesso è molto
confidente. Corre velocemente. In volo ha le ali larghe, arrotondate e la coda
corta. Non ha il margine alare posteriore bianco e i lati della coda sono ocra. Nei giovani la cresta è
più corta e il dorso meno squamato. Canto non molto articolato, con pause e note chiare emesse da
un posatoio, in parte emesso in volo, fluido e ricco d'imitazioni, tipo calandrella. Il nido è costruito
sul terreno e consiste in una coppa di erbe secche e crini, approntata da entrambi i membri della
coppia. Ogni anno vi sono allevate due o anche tre covate, ciascuna delle quali è composta di 3/5
uova (fino a 6) incubate esclusivamente dalla femmina per 12/13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono
nutriti dai due sessi e volano all'età di 18 giorni circa. Il cibo è composto soprattutto da sostanze
vegetali (semi di graminacee) ma anche da insetti che formano buona parte dell'alimentazione della
prole. Il maschio della cappellaccia delimita il proprio territorio cantando sia al suolo, sia in volo.
Cappellaccia di Tekla
La cappellaccia di Tekla (Galerida theklae cm 16) nidifica nell'Europa sudorientale in zone aperte secche con vegetazione sparsa. Di solito predilige
zone più elevate e rocciose rispetto alla cappellaccia. E' molto difficile da
distinguere da quest'ultima, un po' più piccola, ha il becco più corto e
leggermente più scuro, con mandibola inferiore convessa (nella cappellaccia
è dritta), e di solito è più grigia sopra e più chiara sotto, con petto più striato
e sottoala bruno-grigio (rosa-brunastro chiaro nella cappellaccia). Il
sopraccoda è di tono ruggine, contrastante con il groppone e le timoniere
più grigie (il contrasto è minore nella cappellaccia), differenza però poco
apprezzabile sul campo. Spesso vola sugli alberi (mai la cappellaccia). Il
canto è somigliante, ma più dolce e melodioso, molto variato e complesso.
Calandra asiatica
La calandra asiatica (Melanocorypha bimaculata cm 17) nidifica nelle pianure secche dell'Asia sudoccidentale, compresi Caucaso, Turchia e Israele nord-orientale. E' simile alla calandra nella
struttura e nella punteggiatura (per esempio ha marcate macchie nere ai lati del collo), ma ha il
becco meno massiccio, la coda più corta e le ali più appuntite. Banda terminale caudale bianca, ma
senza bianco ai lati della coda. Il sottoala è bruno. Il richiamo è tipo allodola, il canto è molto simile
a quello della calandra. Il volo è canoro come l'allodola.
Allodola
L'allodola (Alauda arvensis cm 18) vista da vicino è un piccolo,
insignificante uccello, con striature marroni. Non è dunque l'aspetto a
rendere l'allodola uno degli uccelli più famosi del regno animale, ma è
il suo canto splendido, argentino, che riempie di note melodiose ed
alte nel cielo, le nostre passeggiate in aperta campagna. Purtroppo le
allodole sono in declino quasi ovunque, a causa della
meccanizzazione in agricoltura, in particolare nello sfalcio, ma
continuano a rimanere fra le più diffuse e numerose specie di piccoli
uccelli europei. Non amano cespugli e alberi, ed è difficile vederle
vicino ai bordi di un campo o sotto un muro o siepe di arbusti,
rimanendo sempre fuori all'aperto. Maschio e femmina tendono a
passare inosservati grazie al loro piumaggio mimetico che li confonde
efficacemente con l'ambiente circostante. Quando sono disturbati
scappano via "di corsa" o si acquattano semplicemente al suolo, ma se si sentono in pericolo
spiccano un volo basso e ondulato, emettendo qualche nota forte e chiara
mentre si allontanano. Le allodole frequentano diversi habitat, dalla tundra
artica alle steppe meridionali, dagli arativi alle marcite e agli acquitrini. Si
distingue dalla tottavilla, di dimensioni analoghe, per il margine posteriore delle
ali biancastro e per la coda più lunga. L'alto numero e la piccola taglia ne fanno
prede ideali per falchi e sparvieri. Un modo per sottrarsi agli artigli di questi
rapaci è quello di riunirsi in stormi numerosi. In questo modo possono anche
alimentarsi con maggiore sicurezza poiché vi sono più occhi in grado di
avvistare per tempo un predatore e ogni individuo ha minori possibilità d'essere
attaccato. L'allodola è terricola, macchiettata di bruno piuttosto chiaro, con
margine alare posteriore bianco, coda di media lunghezza marginata di bianco.
Ha una piccola cresta (nella cappellaccia più lunga e appuntita). I giovani
hanno un piumaggio squamoso fino a tarda estate, senza margine alare
posteriore bianco. Il canto è un'interminabile sequenza di note modulate ripetute in serie, spesso
con imitazioni. Inizia alle prime ore di luce e si può udire per tutta la giornata. Di solito comincia a
cantare da terra o da un palo, ma continua per la gran parte in aria, per 10/15 minuti ininterrotti (in
alto con ali sfarfallanti e difficile da localizzare). Durante il periodo di nidificazione l'allodola s'innalza
spesso in volo a qualche centinaio di metri dal suolo cantando controvento, ridiscende poi a terra
con le ali serrate riaprendole a poca distanza dal suolo. Sul finire dell'estate diventa silenziosa. In
autunno stormi sparsi visitano campi di stoppie. In inverno gli stormi sono più numerosi con clima
rigido si vedono stormi densi e forti movimenti migratori.
Nidifica sul terreno, in una depressione del suolo riparata da ciuffi
d'erba, costruendo un nido fatto di erbe secche e radici che risulta essere
difficilmente visibile. Depone due o tre covate, costituite da 3/4 uova
(talvolta 5, raramente 7). L'incubazione, effettuata dalla femmina, dura
11 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi i genitori, lasciano il
nido a 9/10 giorni e volano bene a 20 giorni di età. Si nutre
prevalentemente di sostanze vegetali: chicchi di grano semi, germogli,
ecc., ma in primavera ed estate l'allodola è insettivora.
Tottavilla
La tottavilla (Lullula arborea cm 15) è nidificante scarso in brughiere
con alberi sparsi, anche in zone disboscate, terreni bruciati e a volte
anche vivai. Assomiglia all'allodola, ma ha la coda molto più corta. ha
un evidente sopracciglio chiaro che si incontra sulla nuca. Breve
cresta, di solito non sollevata. Il carattere maggiormente distintivo è
rappresentato dalla tipica macchia scura tra due parti biancobrune sul margine anteriore dell'ala. Ha un volo più ondulato
dell'allodola; vista da sotto ricorda un pipistrello per le ali larghe e la
coda decisamente corta. La coda è priva di timoniere esterne bianche,
ma ha una banda chiara in punta. Spesso sta posata su alberi e cespugli (esposta), ma si ciba sul
terreno. Il canto è costituito da una cascata di note gentili, melodiose e malinconiche, che inizia
accelerando, cresce in intensità e quindi ricade di tono. Si sente soprattutto di prima mattina e di
sera, in giugno (seconda covata), talvolta in piena notte. Canta soprattutto durante voli canori in
quota, ma anche da posatoi (alberi, pali, fili, anche sul terreno). In Italia è nidificante residente e,
come le altre allodole, migra in grandi stormi.
Allodola golagialla
L'allodola golagialla (Eremophila alpestris cm 17) è una specie
alpina in Europa. La razza nordica (flava) ha subito di recente un
declino in Europa occidentale come svernante. Raramente si osserva
in migrazione. In inverno si trova lungo coste marine e in coltivi,
pressapoco negli stessi ambienti dello zigolo delle nevi. Ha un disegno
nero e giallo sulla testa. I giovani hanno piumaggio completamente
diverso: dorso, vertice e guance di colore bruno scuro macchiate di
crema, sopracciglio e gola crema, banda pettorale bruna, piedi neri. In
Grecia e Turchia presenta più nero sulla testa e anche parti superiori
più grigie. Distinguibile in volo dall'allodola per il maggiore contrasto
tra l'addome chiaro e il sottocoda nerastro. Vola come un'allodola. Di
solito comunque si allontana bassa tipo spioncello. Canto: breve, tintinnante golare, somiglia a
quello dello zigolo di Lapponia e delle nevi. E' di solito emesso da una roccia, ma anche durante voli
circolari in quota, con le ali distese; la coda in tali occasioni appare sorprendentemente lunga.
Nidifica sul terreno, tra la vegetazione o tra le pietre. Depone due covate, costituite generalmente
da 4 uova (talvolta 2/7) che sono incubate dalla femmina per 10/14 giorni circa. I nidiacei, nidicoli,
sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il nido a 9/12 giorni di età circa. L'allodola golagialla si
nutre d'invertebrati (molluschi, crostacei, insetti) e sostanze vegetali (semi, germogli, gemme).
Rondini
Le rondini (famiglia Hirundinidae) sono di taglia piccola, con ali lunghe e appuntite, code
nettamente forcute. Sono eccellenti volatori, hanno un volo elegante con colpi d'aia più fluidi dei
rondoni. Le zampe e il becco sono corti e l'apertura boccale è larga. Cacciano insetti in volo. Spesso
si posano su cavi elettrici, raramente sul terreno. Sono migratori a lungo raggio, la gran parte lascia
l'Europa per svernare in Africa. Spesso si uniscono in stormi misti. Molte specie nidificano in colonie,
diverse costruiscono tipici nidi di fango, fili d'erba e saliva. Covate di 4/7 uova bianche o
macchiettate. 5 specie.
Topino
Il topino (Riparia riparia cm 13) arriva in Italia ai primi di marzo,
prima delle altre rondini. Si può vedere spesso vicino all'acqua.
Durante la migrazione si riposa in immensi dormitori comuni nei
canneti. E la rondine più piccola, ha parti superiori brune senza bianco,
una tipica banda pettorale bruna. Richiamo raspato. Nidifica
generalmente presso l'acqua in cavità, in banchi verticali, naturali o
artificiali, di terra o di sabbia. La cavità è costruita da entrambi i sessi
e termina in una zona più ampia dove sono deposte 2 covate costituite
generalmente da 4/5 uova (talvolta 3/7). L'incubazione è effettuata da entrambi i sessi e dura 12/16
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per circa 19 giorni. Il
topino si nutre di invertebrati.
Rondine montana
La rondine montana (Ptyonoprogne rupestris cm 15) è
sicuramente la migliore, in volo, di tutte le rondini, anche se
meno conosciuta perché vive in luoghi più remoti. Quelle delle
Alpi migrano a sud in inverno (alcune rimangono sui laghi
prealpini) mentre quelle spagnole possono restare nei luoghi di
nidificazione spostandosi giù nelle valli per
passare i mesi freddi. E' più grande e
massiccia del topino, non ha la banda
pettorale, e il sottoala è decisamente scuro,
contrastante con il resto delle parti inferiori. Le ali sono più larghe che nel topino e
la coda solo leggermente forcuta. Il volo è più acrobatico rispetto alle altre rondini.
Durante le virate la coda viene aperta mostrando le tipiche macchie bianche. E' un
uccello tranquillo, poco appariscente, ma lo si può vedere su una parete rocciosa, in
coppia, mentre lancia note corte, taglienti e cinguettanti. Il nido è posto su pareti,
costruito col fango, localmente in colonie nell'Europa meridionale, vi depone dalle tre alle cinque
uova che si schiudono dopo 13/17 giorni. I piccoli volano fra i 24 e i 27 giorni di vita.
Rondine
La rondine (Hirundo rustica cm 19) è il simbolo dell'estate. Inutile fare finta di nulla, chi di noi
pensando alle rondini non pensa alle calde giornate estive, alle vacanze, alle corse nei prati
dell'infanzia? E chi non è mai rimasto incantato ad osservare il loro modo di volare pazzo, alto e
poi di colpo radente ai prati appena sfalciati? Il tipo d'alimentazione, mosche a "bassa quota", le
distingue dai rondoni e dai balestrucci che invece si nutrono volando alti. Essendo diminuite le
mosche, a causa della diminuzione delle piccole stalle, ed a causa dell'uso di veleni, le rondini
sono drasticamente diminuite. In autunno i piccoli gruppi familiari iniziano a radunarsi in stormi
via via più numerosi. Caratteristica è l'immagine autunnale delle rondini posate in lunghe file sui
cavi elettrici, ma enormi stormi si fermano per la notte sui canneti, riunendosi all'imbrunire e
prendendo velocemente posto fra le canne. Durante le migrazioni possono essere costrette a
scendere di quota, allora è possibile sorprenderle in immensi stormi mentre ricercano gli insetti
sui laghi o sui fiumi. Le rondini svernano nelle aree rurali e nella savana africane, spesso al
seguito di grandi mammiferi che snidano gli insetti dall'erba al loro passaggio. Alcuni individui
svernano in Sardegna. Le timoniere esterne sono molto allungate e assottigliate. La fronte e le
guance rosse sono tipiche, ma difficili da vedere a distanza, mentre è riconoscibile il sottogola e la
gola scure (il balestruccio ha la groppa bianca). Il volo è agile e sfarfallante (le planate sulle ali
distese sono brevi e rapide, non come nel balestruccio). Nidificante
comune in zone coltivate e aperte, generalmente nelle vicinanze
dell'acqua.
Nidifica, in coppie singole o piccole colonie, in nidi di fango e strame,
di solito al riparo di edifici o ponti. Dove non è disturbata nidifica
anche in luoghi molto frequentati dall'uomo (ho visto dei nidi alle
terme in Ungheria, sotto i tetti delle piscine). Purtroppo qui da noi c'è
la barbara abitudine di distruggere i nidi perché "sporcano" i muri (è
reato). E' gregaria, escluso il periodo riproduttivo. Il nido è costruito
da entrambi i sessi. La rondine depone 2/3 covate, costituite
generalmente da 4/5 uova (talvolta 3/8) incubate principalmente dalla femmina per un periodo di
17/24 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il nido all'età di 17/24
giorni. La rondine è una tipica divoratrice di insetti che cattura in volo.
Rondine rossiccia
La rondine rossiccia (Hirundo daurica cm 18) è abbastanza comune in Europa
meridionale, in zone aperte in preferenza rocciose. Il nido ha un'entrata a tubo
costruito interamente di fango, ed è posto sotto a rocce sporgenti, tetti, ponti o
edifici. Nidifica in coppie singole o piccole colonie lasse.
Assomiglia alla rondine, ma ha il groppone chiaro, con
tonalità ruggine, e una sottile banda nucale, il sottogola
chiaro e le timoniere esterne non così allungate. Il
sottocoda è nero lucido (bianco nella rondine). (Nota:
ibridi tra rondine e balestruccio assomigliano a questa
specie.) Il volo è tipo del balestruccio, con planate ad ali distese.
Balestruccio
Il balestruccio (Delichon urbica cm 14) è sicuramente uno egli uccelli
più conosciuti e popolari, nidifica sotto i nostri cornicioni, ma la
maggior parte delle persone lo confonde con la rondine. Dorme nel
nido o sulle cime degli alberi. Le parti superiori sono nero-blu lucido
con groppone bianco, parti inferiori bianche. La coda non è molto
forcuta. Il volo è più disordinato di quello della rondine, con planate
tranquille ad ali distese. Nidificante comune in colonie in paesi e città, ma anche in regioni montane.
Nelle Alpi questa specie si riproduce anche fra i 2200 e i 2400 metri di
altitudine e si spinge molto più in alto per la ricerca dei cibo. Il nido è costruito
in una piccola colonia sotto i cornicioni degli edifici e sulle pareti rocciose
naturali. Consiste in una sfera di fango e pagliuzze (materiali raccolti sul
terreno). Ogni anno sono allevate due o tre nidiate, ciascuna delle quali è
formata da 4/5 uova (da 2/6). L'incubazione è compiuta da entrambi i sessi per
13/19 giorni. Gli adulti curano e nutrono insieme la prole, nidicola, che vola
all'età di 19/25 giorni. I giovani delle prime covate possono rimanere presso il
luogo di nidificazione e collaborare all'alimentazione dei nidiacei delle ultime covate. I Balestrucci si
nutrono d'insetti (soprattutto ditteri) catturati in volo. Quando se ne vanno, a fine estate lasciano
dietro di se il freddo inverno per dirigersi verso l'Africa tropicale e, nel viaggio, si uniscono anche ad
altre rondini. In aprile e maggio fanno ritorno portando la bella stagione.
Pispole e cutrettole
Le pispole e le cutrettole (famiglia Motacillidae) hanno la taglia di un passero, più slanciati, con
code lunghe con esterno bianco, becchi sottili e appuntiti. Vivaci e sempre in movimento, sono
prevalentemente terrestri, in grado di camminare e correre bene. Sono simili alle allodole per il loro
comportamento terricolo, le pispole sono brune, ma più snelle e con coda più lunga delle allodole. Le
cutrettole sono vivacemente colorate (ricordano la ballerina gialla) e hanno code lunghe che
muovono su e giù e gli serve da bilanciere durante la corsa. Si trovano spesso in zone aperte,
talvolta in stormi. Sono insettivori. Depongono covate di 4/7 uova. 13 specie.
Prispolone
Il prispolone (Anthus trivialis cm 15) è un estivo abbastanza comune
in boschi aperti, radure e aree più aperte con alberi e cespugli.
Assomiglia alla pispola, ma ha colore più bruno-giallastro, non così
verde-grigio, addome più bianco, fianchi più finemente striati,
groppone quasi del tutto non striato e unghia
posteriore in proporzione più corta e ricurva. Il
richiamo è un tipico aspro spiiz. Il grido d'allarme è un
tranquillo, ma distinto sit ripetuto lentamente. A volte
canta dalla cima di un albero, ma solitamente durante un breve volo canoro in cui
l'uccello discende sulle ali rigide (volo a paracadute). Depone dalle due alle sei uova
sul terreno che si schiudono dopo 12/14 giorni di cova. I pulcini, nidicoli, volano a 12
giorni d'età.
Prispolone indiano
Il prispolone indiano (Anthus hodgsoni cm 14,5) nidifica nella taiga
della Russia nord-orientale e in Siberia. Si presenta raramente in
autunno nell'Europa nord-occidentale. E' molto simile al prispolone,
ma un po' più piccolo, più verde-oliva sopra con striature indistinte sul
dorso. Ha un sopracciglio largo e distinto e alcuni individui hanno una
piccola macchia chiara e una scura dietro le copritrici auricolari. Il
groppone non è striato. Il richiamo è un sottile tsiit, più chiaro di
quello dei prispolone. Canta da posato, in modo simile al prispolone, ma con meno variazioni, con
cambi di frasi più veloci e trilli.
Pispola siberiana
La pispola siberiana (Anthus gustavi cm 14,5) nidifica nella tundra
della Russia nord-orientale e in Siberia. Arriva accidentalmente in
Europa nord-orientale ma è difficile da localizzare perché nascosta.
Assomiglia al Prispolone ma è un po' più scura, ha unghia posteriore
più lunga, due strie chiare sul dorso, becco forte piuttosto chiaro,
sopracciglio indistinto, mustacchio accennato e groppone striato. Le
timoniere esterne sono bianco-camoscio e non candide (difficile da
vedere sul campo). E' abbastanza silenziosa durante la migrazione. Il
richiamo è un tipico ripetuto tsip aspro, il canto è ronzante e poco variato.
Calandro maggiore
Il callandro maggiore (Anthus novaeseelandiae cm 18) è un raro
visitatore annuale in Europa occidentale, soprattutto a fine settembreottobre, proveniente dall'Asia. Solitamente sosta su prati costieri e
campi di erba alta. E' grande e con zampe lunghe, postura eretta,
unghia posteriore molto lunga, parti superiori striate e banda pettorale
di brevi strie. Il becco è lungo e spesso. Si può confondere con il
giovane di calandro per il petto striato in estate e inizio autunno, ma
differisce nel richiamo, nell'unghia posteriore, nella parte sopra il
becco più chiara e spesso anche nella taglia e nella postura. Talvolta si libra sul terreno prima di
posarsi (il calandro lo fa molto raramente). Il richiamo è un esplosivo e sonoro scriip, aspro durante
l'ascensione o il volo.
Prispolone di Blyth
Il prispolone di Blyth (Anthus godlewskii cm 17) arriva accidentalmente e molto raramente
dall'Asia. La taglia è una via di mezzo tra calandro e calandro maggiore e, sul campo, è quasi
indistinguibile da quest'ultimo. In mano si identifica per la lunghezza della zampa e dell'unghia
posteriore. Il richiamo è più simile a quello di una cutrettola che a quello del calandro maggiore.
Pispola
La pispola (Anthus pratensis cm 14,5) ama frequentare i prati e i
pascoli, ma anche gli altopiani, le brughiere e le lande. Ha il dorso
striato di bruno oliva, una struttura minuta, il becco sottile, la coda
piuttosto lunga con le timoniere esterne bianche e l'unghia posteriore
più dritta e più lunga del prispolone. Quando è appostata su uno
steccato è possibile notare come la striatura sul petto confluisca in una
macchia scura . Al di fuori della stagione degli amori, è difficile
distinguere la pispola dal prispolone, se non per il diverso richiamo,
uno "tsip" di solito ripetuto 2-3 volte. S'invola emettendo un sottile ist-ist bi- o trisillabico, molto
simile a quello dello spioncello. L'allarme è un bisillabico tremolante tirrii. Brevi voli canori. Il canto è
semplice, poche rapide serie di note, zi zi zi zi-zi-zi-zi-zu-zu-zurrrr siie siie siie siie siie siie siie.
Nidificante comune in brughiere, pascoli, praterie costiere, dune, in
inverno in coltivi, paludi di pianura e sulle coste. Nidifica sul terreno,
tra la vegetazione. Depone generalmente due covate, costituite in
media da 3/5 uova, talvolta da 7. L'incubazione dura circa 11/15 giorni
ed è appannaggio della femmina. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da
entrambi i sessi e lasciano il nido all'età di 10/14 giorni. La pispola si
nutre soprattutto d'insetti e altri invertebrati nonché di qualche
essenza vegetale (come i semi).
Calandro
Il calandro (Anthus campestris cm 16,5) è color sabbia, con
striature accennate sia sopra sia sotto, ha un sopracciglio
chiaro in genere marcato e le copritrici mediane scure, con la
punta chiara nel piumaggio mutato. I giovani in estate-inizio
autunno, sono striati sopra e macchiettati sul petto, come il
calandro maggiore, ma il becco meno spesso, l'attaccatura del
becco più scura, le zampe più corte e il richiamo molto simile al cilp della passera oltremontana, ma
più articolato. Nidificante localmente comune in zone aperte, secche e sabbiose con vegetazione
sparsa, in Europa meridionale, talvolta in brughiere alpine. Nidifica sul terreno, nelle depressioni del
suolo riparate dalla vegetazione. Depone in genere una sola covata, ma può farne anche due. Le
uova sono generalmente 4/5, più raramente 6, e vengono incubate da entrambi i sessi,
prevalentemente dalla femmina, per 13, 14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i
genitori e lasciano il nido all'età di 12/14 giorni. Si nutre di insetti e altri invertebrati.
Pispola golarossa
La pispola golarossa (Anthus cervinus cm 14,5) è nidificante sparso in saliceti o acquitrini
subartici, soprattutto oltre il limite della vegetazione arborea. Migra a sud attraversando l'Europa
orientale e centrale (raro accidentale nell'ovest). In estate è facilmente riconoscibile per la gola, le
guance e il sottogola che sono rosso-ruggine. L'adulto perde questo colore in autunno. I giovani
sono simili alla pispola, ma con groppone più striato, colore più bruno-ruggine, due evidenti strie
chiare sul dorso e mustacchio prominente.
Spioncello di montagna
Lo spioncello di montagna (Anthus spinoletta spinoletta cm 16) è una razza dello spioncello (da
alcuni ritenuta specie distinta). Nidifica in Europa meridionale oltre il limite della vegetazione
arborea, di solito lungo torrenti, in inverno si trova in zone aperte a quote inferiori. In abito estivo
ha il vertice e la nuca grigi, il dorso e le ali bruno caldo, il dorso molto debolmente striato con
evidente sopracciglio bianco e le parti inferiori non striate (o quasi) con sfumatura più o meno rosa,
le barre alari sono chiare evidenti e le timoniere esterne sono candide (eccezioni). Ha le zampe
bruno scuro. Occasionalmente lo spioncello in estate ha le parti inferiori camoscio rosate quasi non
striate, ma in tal caso sopra è più olivaceo e ha le timoniere esterne grigio-bruno chiaro. In inverno
lo spioncello di montagna è brunastro sopra, biancastro sotto, sparsamente ma distintamente
striato. Voce: come lo spioncello.
Spioncello
Lo spioncello (Anthus spinoletta petrosus cm 16) è l'unico fra le pispole che
nidifica sui pascoli alpini oltre il limite della vegetazione arborea. Alle latitudini
inferiori è sostituito dalla pispola, dalla quale differisce per il dorso grigiastro
con marcature scure poco definite, per il piumaggio estivo con le parti inferiori
rosa scuro, per alcune striature sfumate di nero lungo i fianchi e per il becco
più grosso. Le zampe, a differenza di pispola e
prispolone, sono nere o bruno scure (brunorossiccio nei giovani in estate). In inverno il rosa
delle parti inferiori scompare. Si distingue dalla
pispola anche per il sopracciglio biancastro più
evidente e per le timoniere esterne bianche. Diversamente dagli altri
uccelli canori europei, in autunno alcuni individui dell'Europa centrale
si spingono verso nordovest, probabilmente seguendo il corso dei
grandi fiumi, per svernare in Paesi come l'Inghilterra. In inverno è
possibile incontrarlo vicino agli stagni d'acqua dolce e lungo i fiumi. E'
piuttosto comune sulle coste rocciose dell'Europa settentrionale la
razza scandinava littoralis. Canto tipo pispola. Richiamo tipo pispola,
non così breve ed eccitato, ma più enfatico e mono- o bisillabico. Allarme tipo prispolone, sit-sit.
Nidifica sul terreno, tra le depressioni e gli incavi, talvolta presso la vegetazione. Depone una o due
covate, costituite in genere da 4/6 uova, incubate dalla femmina per un periodo di circa 14 giorni. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il nido a circa 16 giorni di età. Si
nutre particolarmente di insetti e altri invertebrati.
Cutrettola
La cutrettola (Motacilla flava cm 16,5) è un uccello canoro molto comune in
estate soprattutto nei prati e nei campi aperti. Spesso è possibile
sorprenderle nelle vicinanze di bestiame al pascolo, alla ricerca d'insetti.
Muovono continuamente la coda su e giù come le ballerine. Hanno un areale
molto vasto (copre tutta l'Europa e oltre) e di conseguenza il piumaggio
della cutrettola può subire diverse variazioni da un luogo all'altro. In Europa,
ad esempio, ne esistono diverse "razze". Il maschio presenta sempre le parti
inferiori di un giallo zolfo carico, quelle superiori
grigiastre e una lunga coda bruna con timoniere
esterne bianche. Il colore della testa è variabile: i maschi della sottospecie
M. fflavissima hanno la testa gialla, quelli di M. fflava presentano il capo
grigio-bluastro con il sopracciglio bianco e quelli di M. thunnbergii
possiedono una testa grigio scura con i lati neri opachi. Le femmine sono
tutte molto simili fra loro: hanno una colorazione più spenta e sono prive di
grigio sulla testa. La cutrettola effettua lunghe migrazioni fino alla savana
delle regioni africane. Durante la migrazione spesso
sta vicino ad animali pascolanti, dove cerca insetti. Volo ondulato. Prima
della migrazione si accalca in dormitori nei canneti. Parte ad agostosettembre, ritorna in marzo-maggio. Il piumaggio giovanile (mutato prima
della migrazione verso sud) è bruno-grigio sopra, bianco sporco sotto, la
gola bordata da banda pettorale e mustacchio nero-brunastri, il sopracciglio
chiaro con margini scuri. Nidifica sul terreno in depressioni, spesso tra la
vegetazione. Il nido è una piccola coppa. Depone una o due covate,
costituite generalmente da 5/6 uova (raramente 7) che sono incubate
prevalentemente dalla femmina per 12/14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i
genitori, lasciano il nido a 10/13 giorni e volano all'età di 17 giorni circa. Trattandosi d'una specie a
vasta diffusione, ha un'accentuata variabilità genetica; in alcune sottospecie sono diversi il ritmo e il
momento di maturazione degli organi sessuali nonché le date di partenza verso i terreni di
nidificazione.
Motacilla flava: capo grigio-blu, gola gialla, sopracciglio bianco.
M. thunbergi: capo grigio scuro, copritrici auricolari nerastre, gola gialla, sopracciglio assente.
M. flavissima: capo giallo-verdastro, gola gialla, sopracciglio giallo.
M. iberiae: capo grigio, gola bianca, sottile sopracciglio bianco.
M. cinereocapilla: capo grigio, gola bianca, sopracciglio assente.
M. feldegg: capo nero, gola gialla, sopracciglio assente.
M. beema: capo grigio (spesso chiaro), sopracciglio bianco e striatura sulla guancia.
M. lutea: capo e gola gialli, copritrici auricolari verde-gialle.
Il complesso di razze della cutrettola è rende complicato il riconoscimento e alcuni preferiscono, per
esempio, porre la flavissima e la lutea in una specie separata. All'interno della variabilità cromatica
individuale alcuni maschi erranti possono sembrare appartenenti ad altre razze, ma più
semplicemente possono essere varianti di colore della razza nidificante localmente. Si possono anche
vedere individui che non corrispondono a nessuna delle razze.
Cutrettola testagialla orientale
La cutrettola testagialla orientale (Motacilla citreola cm 18) ha un'area di
nidificazione vicina in Russia. Arriva raramente, accidentalmente, in Europa
occidentale. Il maschio è inconfondibile: capo giallo e inizio dorso nero,
dorso grigio, due barre alari candide visibili in volo. La femmina ha il vertice
e le guance bruno-grigi, con un accenno di nero sulla nuca. Il giovane è
grigio sopra (sfumatura bruna, non verde), ha barre alari bianche nette, il
sopraccoda nerastro, è biancastro sotto con sfumatura camoscio sul petto, il
sottocoda e basso ventre sono bianchi e i fianchi grigi come la Ballerina
gialla. La coda è più lunga della cutrettola, quasi come la ballerina gialla. Il richiamo di volo è più
penetrante della ballerina gialla, cui assomiglia.
Ballerina gialla
La ballerina gialla (Motacilla cinerea cm 18) è la cutrettola con la coda
lunga, più amante dell'acqua, perennemente in movimento, ampiamente
diffusa e abbastanza comune nell'Europa sud-occidentale. Al di fuori della
riproduzione, è meno esigente e sceglie anche coste, laghi, coltivi, ecc.
Ha la coda molto lunga (più anche della ballerina bianca), le parti inferiori
sono giallo più intenso sul basso ventre, le parti superiori sono grigie
(margine delle terziarie bianco). La gola del maschio è nera in estate,
mentre nella femmina è più o meno punteggiata di nero. In volo si notano il
groppone giallastro e una barra alare bianca formata dalla base delle
remiganti. La barra alare è ben visibile anche da sotto, traslucida. Gli
immaturi sono gialli solo sul groppone e basso ventre, il petto è camoscio.
La ballerina gialla è distinguibile dalla cutrettola giovane per il groppone
giallastro, la coda lunghissima e le zampe rosa-brunastre (nerastre nelle
altre cutrettole). Le barre alari bianche sono presenti anche nell'immaturo.
Ha un volo più ondulato (per la coda più lunga) di quello della ballerina
bianca. L'andatura sul terreno è più vacillante. E' abile nel correre e
volare tra i massi di torrente, si libra spesso sull'acqua cercando insetti, si
posa volentieri (più della ballerina bianca) su cime di alberi sporgenti
sull'acqua. Il richiamo è più metallico e di tono più alto di quello della
ballerina bianca. Il nido è a coppa, costruito da entrambi i sessi con
stecchi, steli, muschio, foglie secche, viene posto su una cengia rocciosa,
sotto a ponti o in siti dei genere, lungo corsi d'acqua montani, talvolta sulle rive di laghi e fiumi.
Nidifica anche fino a 1800 metri di altitudine. Depone una covata (raro 2) costituite generalmente da
4/6 uova (più raramente 3/7). L'incubazione è fatta prevalentemente dalla femmina e dura 11/14
giorni. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido a 11/13 giorni e possono volare all'età di 17 giorni circa. La
ballerina gialla si nutre soprattutto d'invertebrati (insetti, larve).
Ballerina bianca
La ballerina bianca (Motacilla alba alba cm 18) è un vivace uccello molto
comune nei campi aperti, coltivi, ma anche delle aree urbane e in collina,
preferibilmente non tropo lontano dall'acqua. Ha il caratteristico
comportamento di muovere la coda ripetutamente su e giù dopo essersi
posata a terra. Non appena avvista un insetto si lancia correndo
rapidamente su di esso. In Europa ne esistono due sottospecie: M. a.
yarrellii, praticamente esclusiva delle Isole Britanniche, e M. a. alba, diffusa
nelle regioni continentali. La prima è riconoscibile per la livrea più scura e i
fianchi grigio fuligginoso. Le popolazioni italiane sono stanziali, mentre quelle nordiche sono
migratrici e nella stagione invernale possono spingersi fino all'Africa centrale. Al di fuori della
stagione riproduttiva le ballerine bianche si concentrano al crepuscolo in particolari luoghi per
trascorrere la notte: veri e propri dormitori collettivi (canneti, frutteti, ma anche serre o fabbriche)
composti da un numero di individui variabile da poche decine a molte centinaia. Il piumaggio è nero,
grigio e bianco, ondeggia continuamente la coda. Il maschio ha il dorso grigio che contrasta
fortemente con la nuca nera, la femmina è simile, ma il grigio del dorso sfuma nel nero della nuca.
In alcune femmine manca del tutto il nero sul vertice. I giovani hanno la faccia grigia e una macchia
pettorale scura; a fine estate mutano nel piumaggio del primo inverno, con
faccia color sabbia e mezzaluna nera pettorale, unita a un sottile mustacchio.
L'adulto d'inverno è simile, ma bianco sulla faccia e sulla gola. I giovani
somigliano a quelli della ballerina gialla, ma hanno il sottocoda bianco (non
giallo) e la banda pettorale scura. Corre molto velocemente. Volo
profondamente ondulato. Il richiamo è un bisillabico tsii-litt con alcune varianti,
nei giovani è più rapido. Insegue cuculi e piccoli rapaci per allontanarli. Il nido è
posto in una cavità delle rocce, degli alberi o degli edifici, spesso in prossimità
dell'acqua e consiste in una coppa di erbe, muschio, piume, ecc. costruita
dalla femmina. Ogni anno vi sono allevate due covate o, nelle regioni
settentrionali, una sola, che consiste di 5/6 uova (da 3 a 7) incubate quasi
esclusivamente dalla femmina per 12/14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono
assistiti da entrambi i genitori e volano all'età di 13/16 giorni. La ballerina
bianca si nutre al suolo, dove si muove velocemente ondeggiando la lunga
coda, ma anche con rapidi corti voli. Il cibo è rappresentato da insetti
(soprattutto ditteri), piccoli vermi e molluschi. Anni or sono, a Jesolo, vidi
una coppia di ballerine che decise di nidificare in un macchinario, a un metro
di distanza dalla passerella che utilizzavano gli operai. Ovviamente la covata andò a buon fine e
divennero le mascotte della fabbrica. P.E.
Ballerina nera
La ballerina nera (Motacilla alba yarrellii cm 18,5) è la razza britannica
della Motacilla alba, nidifica anche sporadicamente sulle coste di
Norvegia, Germania, Olanda, Belgio e Francia nord-occidentale. L'adulto
ha il dorso uniformemente, nero, la femmina ha la pettorina e il sottogola
neri più ampi. Gli individui del primo inverno sono simili a quelli della
bianca. L'immaturo è simile alla femmina della bianca, ma il fronte è più
chiaro e il vertice è più scuro. Habitat, comportamento e richiami simili a
quelli della bianca.
Le averle
Le averle (famiglia Laniidae) sono passeriformi di taglia media, testa proporzionalmente grossa,
forte becco uncinato, coda lunga e colorazione vivace. Stanno posate in posizione eretta. Si vedono
in zone semiaperte con arbusti. Nidificano in cespugli. 6 specie. Si cibano d'insetti e piccoli vertebrati
(anche uccelli), che talvolta sono infilzati sulle spine a mo di dispensa (o per essere più facilmente
strappata in piccoli pezzi). Le si vede posate in cima ad arbusti o su fili sospesi, in aperta campagna.
Volo lento e ondulato. Covata di 4-6 uova.
Averla piccola
L'averla piccola (Lanius collurio cm 18) è in diminuzione nel nord-ovest
europeo. Il maschio ha dorso nocciola, vertice e nuca grigio-cenere, coda
bianca e nera, parti inferiori rosate, non barrate. La femmina e il giovane
sono marroni, con fitta barratura ondulata sul petto. Talvolta le femmine
sono ben contrastate e somigliano al maschio, hanno però sempre parti
inferiori barrate e coda marrone (margine delle timoniere esterne bianco
sporco). Il richiamo è un breve cerr, il grido d'allarme ha aspre note
schioccanti. Il canto è calmo e armonioso e contiene varie imitazioni. Nidifica
in campagna (in presenza d'arbusti) e in radure boscose. Il nido è costruito
in un cespuglio o su un albero di piccole dimensioni. Vi viene allevata una
covata ogni anno, che consiste di 5/6 uova incubate dalla femmina (con la collaborazione saltuaria
del maschio) per 14/16 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi
gli adulti e volano all'età di 12/16 giorni. Le prede sono avvistate da un
posatoio e catturate sia in volo sia sul terreno; esse sono spesso infilate
sulle spine dei rami per essere mangiate successiva mente il cibo è costituito
d'insetti, altri invertebrati, piccoli mammiferi rettili e anfibi. Nella parata
nuziale il maschio adotta delle posture con le ali pendenti e vibranti, il becco
puntato al cielo (per evidenziare la vivace colorazione dei piumaggio) e offre
alla femmina una preda invitandola a visitare il cespuglio scelto per la
costruzione dei nido.
Averla isabellina
L'averla isabellina (Lanius isabellinus cm 18) si presenta accidentalmente con provenienza
dall'Asia. E' molto affine alla piccola, decisamente più chiara, con la coda un po' più lunga. I sessi
molto simili: le parti superiori color sabbia (sfumate di grigio e di rosa) le e parti inferiori biancastre,
con coda nocciola; maschera nerastra nel maschio e marrone nella femmina. Femmina barrata ai lati
del collo e del petto. L'affine Averla crestata Lanius cristatus, siberiana, ha coda meno vivida e
timoniere visibilmente più sottili e barrate finemente (pannelli alari bianchi mai altrettanto grandi).
Averla mascherata
L'averla mascherata (Lanius nubicus cm 18) nidifica nell'Europa sud-orientale, in aree semiaperte.
Le parti superiori sono nere (maschio) o grigie (femmine). La coda è lunga e stretta ed ha grandi
pannelli alari bianchi, evidenti in volo (caratteri entrambi presenti anche nel giovane). Il giovane è
barrato, privo di toni bruni sopra, interamente, bianco e grigio. Il canto è piuttosto lento e
monotono, stridente.
Averla capirossa
L'averla capirossa (Lanius senator cm 19) ha le parti superiori scure
con spalle e groppone bianchi. Vertice e la nuca sono rossicci. La razza
badius (Maiorca) è priva della barra alare bianca. Il giovane è come nella
piccola, ma più chiaro sopra, già con spalle e groppone chiari; capo
leggermente più grande. Il canto è fluido ma stridulo, pieno di imitazioni,
frasi ripetute 2/5 volte. Nidifica nell'Europa centrale e meridionale, in
ambienti aperti, con alberi o arbusti anche abbondanti. Il nido consiste in
una coppa di radici ed erbe, imbottita con lana, piume e crini. Di solito è allevata una sola nidiata
ogni anno (occasionalmente due) composta di 5/6 uova incubate principalmente dalla femmina per
16 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi i membri della coppia e volano all'età di 19/20
giorni. Come le altre averle questa specie cattura le prede dopo averle avvistate da un posatoio. Il
cibo è composto soprattutto da insetti (coleotteri, ortotteri, lepidotteri) ma anche da lucertole,
giovani uccelli e mammiferi di piccole dimensioni. Nella parata nuziale il maschio si pone di fronte
alla femmina, abbassa il capo con le piume rosse e nere gonfie e le offre del cibo con il becco.
Averla cenerina
L'averla cenerina (Lanius minor cm 20) nidifica nell'Europa centrale e sud-orientale, in campagna
aperta con alberi e arbusti isolati. Riconoscibile dalla maggiore per la taglia, la coda leggermente più
corta, la postura più eretta e la fronte nera, barra alare bianca corta e larga. Nel giovane la
maschera è come nella maggiore e le parti superiori sono barrate. Il canto è molto simile a quello
della capirossa, un po' più aspro e lento.
Averla maggiore
L'averla maggiore (Lanius excubitor cm 24) si posa in siti esposti sulla
cima di alberi e arbusti. Il volo è fortemente ondulato, con evidenti barre
alari bianche (in parte sopra le secondarie). Cacciando micromammiferi fa
lo spirito santo. Insegue piccoli uccelli in volo. Produce forti strilli
stridenti, vèè-vèèch, e anche secchi stridii, come
dirrrrp. Il canto è rapido e sommesso, con parti
rauche e trilli melodici, ripetuti più volte. Nidifica
nell'Europa meridionale, in ambienti aridi, semiaperti, e nella Fennoscandia
in paludi e radure delle foreste. Il nido, una coppa di erbe, piccoli rami e
lana, è posto nei cespugli o sugli alberi. L'unica covata annuale consiste di
5/7 uova (fino a 9) incubate prevalentemente dalla femmina per 15 giorni
circa. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi i membri della
coppia e volano all'età di 19/20 giorni, diventando indipendenti
a circa 35 giorni d'età. La tecnica di caccia adottata dall'Averla
maggiore è la stessa dell'averla piccola (Lanius collurio). Il cibo consiste soprattutto di
grandi insetti (coleotteri e ortotteri), piccoli mammiferi, rettili e piccoli uccelli.
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Rigogolo
Il rigogolo (famiglia Oriolidae) ha le dimensioni di un merlo, è giallo e nero
(femmina verdastra), frequenta boschi e parchi dove è facile sentirlo ma
difficile da vedere. In Europa vi è una sola specie: rigogolo Oriolus oriolus
cm 24. E' particolarmente schivo, sempre nascosto nella chioma degli
alberi, dove si sposta irrequieto. Il maschio adulto è giallo brillante e nero, la
femmina e il maschio di un anno sono verdastri sopra, giallastri e striati
sotto. Ha un volo battuto, con pause ad ali chiuse. Il canto è modulato,
ancora più melodioso del merlo, con molte variazioni, anche in sequenza.
Talvolta emette fischi più brevi e aspre note nasali come di ghiandaia. Nidifica nell'Europa centrale e
meridionale, in boschetti nelle aree agricole, preferibilmente con latifoglie mature, ponendo il nido
sulle ramificazioni, alla sommità delle chiome. Il nido, che è costruito
quasi interamente dalla femmina, è molto caratteristico: è una coppa di
stecchi, erba, sostanze vegetali ben sistemati, posto alla biforcazione di
due rami orizzontali. In esso in genere il rigogolo depone 3/4 uova,
raramente 6, che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di
14/15 giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il
nido dopo 14/15 giorni. In genere il rigogolo depone una sola covata, ma
talvolta ne può deporre anche due. Ha un'alimentazione prettamente
insettivora in primavera e frugivora in autunno.
Storni
Gli storni (famiglia Sturnidae) hanno taglia media, con coda corta, in prevalenza sono neri e sono
molto sociali. Si trovano in boschi luminosi e zone aperte, ma anche in città, in inverno. Nidificano in
buchi, e sui tetti delle case. In Europa troviamo 3 specie. Covate di 4/6 uova.
Storno roseo
Lo storno roseo (Sturnus roseus cm 21) segue i grandi sciami di locuste, può
nidificare abbondante per un anno o due e poi sparire per molti anni. Raro nel
nord-ovest europeo. L'adulto è inconfondibile (se non con storni parzialmente
albini). I giovani sono simili a giovani di storno, ma decisamente più chiari,
specialmente sul groppone e le redini. Il becco è chiaro, più corto e smussato.
E' gregario, si associa anche allo storno, di cui condivide voce e
comportamento. Nidifica irregolarmente in aree aperte dell'Europa sudorientale, generalmente in colonie che cambiano l'area di nidificazione anno
dopo anno. Il periodo della nidificazione varia a seconda delle disponibilità
alimentari. Depone una sola covata, costituita generalmente da 5/6 uova (più
raramente 3/9) deposte a intervalli giornalieri. l'incubazione, affidata alla
femmina, dura 11/14 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da
entrambi i genitori e restano 14/19 giorni nel nido. Lo storno roseo, nidificante
nelle steppe russe e ungheresi, compie un volo autunnale di duemila miglia
verso est fino all'india. L'alimentazione è costituita soprattutto da insetti
(ortotteri, coleotteri) e anche da frutta.
Storno
Lo storno (Stumus vulgaris cm 21) è un uccello familiare, popolare,
sempre di fretta e sempre in movimento nelle campagne e nei parchi
cittadini. Si vedono in gruppi più o meno numerosi mentre si nutrono o
sono intenti a litigare tra loro per un nonnulla. Lo storno ha la coda
corta, il piumaggio macchiettato, becco lungo e appuntito che si tinge
di giallo nei soggetti pronti a riprodursi. Vagabonda sui prati alla
ricerca d'insetti. In volo ha tipiche ali triangolari. E' gregario, in estate si formano rumorosi gruppi di
giovani, con piumaggio marrone-grigiastro. Lo storno vola in stormi serrati, si concentra in posatoi
notturni frequentati da migliaia di individui e in concentrazioni simili anche su alberi cittadini,
creando non pochi problemi per via del guano e del disturbo. Gran parte degli
uccelli effettua la muta due volte all'anno, mentre lo storno ne attraversa una
sola in tarda estate, quando il piumaggio lucido dell'adulto e quello grigio
spento del giovane acquistano nuove penne nerastre profusamente marcate di
bianco. Durante l'inverno le macchie lasciano il posto alle iridescenze tonalità di
porpora e verde della livrea estiva. Gli storni sono buoni imitatori che
riproducono anche suoni meccanici oltre al canto d'altri uccelli. E' una specie
sedentaria nel centro-nord Italia, ma un alto numero proveniente dal nord
Europa trascorre l'inverno in Italia, soprattutto al centro sud. Canto vario, con
fischi e schiocchi, con molte imitazioni; in generale è caratterizzato da tono
strascicato e periodici fischi discendenti. Nidificante molto
comune presso le aree coltivate e le abitazioni umane. I nidi
sono posti in buchi di alberi e muri, in cassette-nido (le
cassette nido per le cince non devono avere un foro d'entrata che supera i 24 mm
per non essere colonizzate dallo storno), sotto le tegole dei tetti. E' una specie
gregaria che, durante le migrazioni si riunisce in stormi enormi che si possono
osservare anche nelle città, dove sverna. Nidifica sia in colonie che in coppie
isolate. Utilizza spesso i nidi artificiali. Nel nido depone da 5 a 7 uova (più
raramente 4/9) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 12/15
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori e restano nel nido
per 20/22 giorni. Lo storno presenta un'alimentazione sia animale che vegetale. E'
stato il primo uccello ad essere stato inanellato per lo studio scientifico delle
migrazioni; accadde nel 1899.
Storno nero
Lo storno nero (Strnus unicolor cm 21) sostituisce lo storno nella penisola lberica, in Sicilia e in
nord Africa. E' molto simile ma totalmente privo di macchie nel piumaggio estivo. In inverno ha le
macchie chiare più piccole che nello storno. Ha sfumature metalliche più deboli. Nidifica in colonie.
Sia la voce sia il canto sono come nello storno.
Beccofrusone
Il beccofrusone (Famiglia Bombycillidae, Bobicilla garrulus cm 18) ha le dimensioni
simili a quelle degli storni, è una creatura bellissima e affascinante, ancor più perché è
così docile che spesso può essere osservato a pochi metri di distanza mentre si nutre
di fresche bacche rosse. Nella maggior parte degli inverni è raro nell'Europa dell'Ovest,
ma quando si trova in numero elevato nel lontano nord, e le bacche sono poche, deve
spostarsi a sud e a ovest per trovare cibo. Gli stormi raggiungono i Paesi Bassi, Gran
Bretagna e Francia, anche l'Irlanda, e uccelli isolati e piccoli gruppi sono
frequentemente visti nei giardini. Si nutrono acrobaticamente quasi come i pappagalli.
In estate amano densi, alti fusti di abete rosso mischiati
con betulle, dove lunghi, sparpagliati licheni rivestono i
rami. In inverno se ne vedono stormi in giardini e viali
cittadini. Riconoscibile dalla lunga cresta e dal color
marrone intenso (ali grigie e nocciola). Negli adulti le
primarie hanno punta segnata da una V bianca, nei giovani da una
dritta linea chiara. Il volo è molto simile allo storno, ma con
oscillazioni più regolari e sagoma più sottile (niente spalle). Voce: un
trillo forte e acuto, sirrr. Canto semplice, lento e tranquillo, un trillo
accompagnato da note più stridenti. Nidifica nelle foreste di conifere
settentrionali. Il limite meridionale dell'areale di riproduzione di questa specie è situato al 62'-63' di
latitudine Nord. Il nido è posto sugli alberi (spesso conifere) e consiste in una coppa di ramoscelli,
licheni ed erbe. Alleva ogni anno una sola covata di 5 uova, incubate esclusivamente dalla femmina
per 13/14 giorni. I nidiacei, nidicoli,,sono nutriti e assistiti da entrambi gli adulti e volano all'età di
15/17 giorni. Si nutre soprattutto di bacche e frutta, ma anche d'insetti che formano buona parte del
cibo della prole. Sono caratteristiche di questa specie le invasioni (movimenti di emigrazione) che si
ripetono a intervalli di alcuni anni e che sono dovute probabilmente alla sovrappopolazione che si
crea nelle aree di residenza in seguito ad alcune annate ottimali di riproduzione.
Corvi e affini
I corvi e le specie affini (famiglia Corvidae) sono una famiglia numerosa e molto diffusa. Sono
uccelli di taglia media o grossa, spesso con colori scuri, hanno le ali arrotondate e sono onnivori.
Spesso sono gregari, fatta eccezione del periodo riproduttivo. Sono sociali, onnivori, hanno zampe e
becco robusti, se possibile depredano i nidi degli altri uccelli. In maggioranza sono di colore nero,
grigio e bianco. Hanno le ali arrotondate, i sessi sono simili e le voci aspre. Depongono covate di 3/7
uova di color verde/azzurro maculate. Sono opportunisti, intelligenti ed addomesticabili, vivono in
quasi tutti gli habitat. Nidificano su alberi o pareti. 12 specie.
Ghiandaia siberiana
La ghiandaia siberiana (Perisoreus infaustus cm 28) è abbastanza
comune nelle foreste di conifere del nord. E' sedentaria, s'incontra
difficilmente fuori dai quartieri riproduttivi, ha un folto piumaggio
marrone/grigiastro con sfumature ruggine, principalmente sulla coda. E'
curiosa ma rimane piuttosto diffidente. Si avvicina agli accampamenti e
saltella a terra o sugli abeti come una gigantesca cincia. Ha un volo
silenzioso, con serie di rapide battute alternate a planate ed è ben visibile
il ruggine di ali, groppone e coda. Abbastanza silenziosa ma talvolta
prorompe in forti richiami. Nidifica sugli alberi. Depone una sola covata, costituita generalmente da
4 uova (raro 3/5) che sono incubate dalla femmina, alimentata dal maschio, per 18/20 giorni circa. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e aprono gli occhi a 7/8 giorni d'età.
Abbandonano il nido a 21/24 giorni. Restano poi in gruppi familiari nel periodo invernale. La
ghiandaia siberiana si nutre di bacche e frutti nel periodo invernale e di invertebrati in
primavera/estate, mangiando talvolta qualche uovo di altre specie di uccelli.
Ghiandaia
La ghiandaia (Garrulus glandarius cm 35) è un timido ma
inconfondibile uccello che non si allontana mai troppo dal bosco. Forse
le piante di quercia non si sarebbero diffuse così ampliamente
attraverso l'Europa senza la ghiandaia. Le ghiande, da sole, non
possono rotolare lontano, ma le ghiandaie ne trasportano a centinaia
dai boschi alle campagne dove le seppelliscono. Molte sono recuperate
e mangiate dopo, anche la primavera successiva, ma molte vengono
dimenticate e crescono in germogli di quercia. Non si nutrono solo di
ghiande, si sono adattate praticamente a tutto, semi, noci, bacche,
grandi insetti, invertebrati, mangiatoie dei parchi urbani e predano le
nidiate (uova o pulcini sono ingoiate
voracemente). Non evita gli insediamenti umani,
ma è diffidente e quindi difficile da vedere bene. Di solito si osserva in
spostamenti a scopo alimentare da un bosco all'altro è riconoscibile dalle ali
larghe e arrotondate e dal volo stentato, con battute irregolari. Intravista a
breve distanza nella vegetazione, si nota il bianco su ali e groppone (meno il
pannello azzurro). Emette i tipici striduli skreee, ma anche miagolii simili a
quelli della poiana. Il nido consiste in una coppa di ramoscelli secchi imbottita
di crini e piccole radici ed é posto sugli alberi. Ogni anno vi è allevata una
covata che consiste di 5/7 uova (da 3 a 10) incubate da entrambi i sessi per
16/17 giorni. l nidiacei, nidicoli, sono assistiti e nutriti dai due membri della
coppia e volano all'età di 19/20 giorni. Prima del periodo della riproduzione, le ghiandaie tendono a
raggrupparsi ed eseguono dei giochi collettivi inseguendosi in volo e adottando posture singolari con
le ali aperte per mostrarne la brillante colorazione.
Gazza ali azzurre
La gazza ali azzurre (Cyanopica cyanus cm 35) è presente in tre
popolazioni isolate: una nella Spagna meridionale e Portogallo, una
nella Mongolia settentrionale e Transbajkalia e una terza dalla Siberia
orientale, alla Cina e al Giappone. Sono ignoti i motivi di questo così
netto isolamento, che con ogni probabilità dovrebbe essere collegato
con le vicissitudini del clima nei periodi glaciali e post-glaciali.
Facilmente riconoscibile dal cappuccio nero e dalle ali e la lunga coda
azzurre. Il dorso, il petto e l'addome sono color cuoio, la gola è bianca. Si incontra in piccoli gruppi,
ha un volo e un comportamento simili alla siberiana. E' timida e irrequieta, saltella e svolazza tra i
tronchi e le chiome dei pini, con voli ondulati e planati (spiccatamente azzurra). Richiamo: uno
stridio tipo ghiandaia. In Europa nidifica in piccole colonie, solo nella penisola Iberica, sugli alberi di
pino o frutteti, costruendo, alla biforcazione dei rami un nido aperto, in cui depone da 5 a 7 uova
(talvolta fino a 9) che sono incubate dalla femmina per un periodo di circa 20 giorni. I nidiacei sono
allevati da entrambi i genitori e alimentati con cibo rigurgitato. Depone una sola covata. Si nutre di
semi, insetti e altri piccoli animali.
Gazza
La gazza (Pica pica cm 45, metà dei quali di coda) è diventata comune vicino
alle abitazioni, nelle aree agricole e nei parchi urbani. Molto vigile e
intelligente, sempre in movimento, all'erta e pronta a lanciare il suo rauco
richiamo all'avvicinarsi di un gatto o di un uccello da preda. Ha la strana
abitudine di raccoglie, talvolta, oggetti luccicanti, ma la sua reputazione di
cleptomane è immeritata. E' inconfondibile per il disegno bianco e nero e la
coda lunga, con sfumature metalliche molto belle se viste da vicino, becco e
zampe sono neri. Ha un volo caratteristico, con battute scomposte e brevi
planate. I maschi sono leggermente più grossi delle femmine. Vive in coppie
territoriali nel periodo riproduttivo, in inverno si formano piccoli gruppi che
arrivano ad essere numerosi in primavera prima della riproduzione. Si ritiene
che proprio in queste aggregazioni primaverili si formino le coppie, che tendono poi a durare per
tutta la vita. Ha una tipica, aspra risata, emette anche alcuni versi schioccanti e lamentosi, mentre il
canto è un quieto chiacchiericcio. Se allevata in cattività gli si possono insegnare alcune parole.
Costruisce nido voluminoso, visibile da lontano in inverno (come una palla di vischio), fatto di stecchi
e sostanze vegetali con un fondo di fango secco e coperto da una cupola di stecchi. Questi nidi
possono essere veri o falsi e sono realizzati ogni anno nel mezzo della chioma degli alberi. Depone
una sola covata, costituita generalmente da 5/8 uova (raramente fino a 10) che sono incubate dalla
femmina per un periodo di 17/18 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e
restano nel nido per 22-/28 giorni circa. La gazza si nutre soprattutto
d'invertebrati (insetti), ma s'è adattata ad approfittare di rifiuti, carcasse di
animali uccisi dalle automobili e preda nidiacei e piccoli mammiferi. Utilizza una
strategia di gruppo per predare i nidiacei: una gazza affronta la chioccia che nel
prodigarsi per difendere i pulcini s'allontana dalla covata, mentre altre gazze, da
dietro, portano via i pulcini e li divorano con avidità. Le covate di fagiani, anatre o
altri uccelli non hanno scampo. La gazza svolge quindi un ruolo importante di
spazzino se è presente in numero adeguato alla sopportabilità ambientale, ma nel
caso di esplosioni demografiche della specie è in grado di provocare seri danni
all'ambiente. Per questo motivo la specie è tenuta sotto controllo dagli organi
preposti.
Taccola orientale
La taccola orientale (Corvus dauuricus cm 33) arriva accidentalmente in
Europa proveniente dall'Asia orientale. Ha la forma e le dimensioni della taccola.
Nell'adulto l'addome e il collare sono biancastri. Gli immaturi possono presentarsi
interamente neri o simili agli adulti, in entrambi i casi, hanno la regione
auricolare con striature argentee e l'iride scura.
Nocciolaia
La nocciolaia (Nucifraga caryocatactes cm 33) è timida nei quartieri
riproduttivi. In autunno, se il cibo è scarso, si sposta verso ovest,
tanto la razza europea con il becco massiccio quanto quella siberiana
(macrorhynchos), con il becco sottile. Durante le invasioni viaggia in
piccoli gruppi; in questi casi è meno paurosa e frequenta anche
ambienti antropizzati. Ha un piumaggio scuro picchiettato di bianco, in
volo il corpo è affusolato, con la coda corta e le ali arrotondate. La
base nera della coda contrasta con la punta e il sottocoda bianchi. Ha
un volo disordinato e irregolare (come la ghiandaia). Richiamo: un
aspro rrraa, più trillato di quello della cornacchia, e un ronzio secco e cavo. Nidificante sparsa in
foreste di conifere con pini cembri e noccioli (per i semi), nelle montagne dell'Europa centrale e nelle
pianure settentrionali. Depone una sola covata costituita, generalmente, da 3/4 uova (talvolta 2/5)
che sono incubate dalla femmina per un periodo di 17/19 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da
entrambi i genitori; lasciano il nido a 21/28 giorni e restano dipendenti dai genitori per altri 2/3 mesi
circa. La nocciolaia si nutre soprattutto di semi di conifere nonché di bacche, invertebrati e perfino di
piccoli uccelli. Questa specie nasconde, seppellendole nel terreno, i semi delle conifere realizzando in
tal modo specie di dispense che poi riesce a ritrovare in buona percentuale quando il terreno è
coperto di neve.
Gracchio corallino
Il gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax cm 40) nidifica in
aree montuose dell'Europa meridionale e su coste rocciose nell'Europa
occidentale, frequenta tanto l'alta montagna quanto i bassi rilievi e le
coste marine. E' di uno splendido nero lucente, con becco rosso lungo
e curvo. Nel giovane il becco è giallo vagamente aranciato. Ha un'ala
larga con "braccio" corto e "mano" lunga 6 distinte dita flessibili (più
evidenti che nell'alpino). Ha la coda piuttosto corta e
quadrata. Le copritrici alari inferiori sono più scure delle remiganti. Volteggia in
gruppo davanti ai dirupi. Esegue picchiate a capo-fitto con le ali chiuse e volteggia
con abbandono ruotando nei gorghi d'aria, come se si divertisse. Durante queste
esibizioni di volo richiama continuamente con un caratteristico kiiac, più secco che
nella taccola. Altri richiami aspri, come krrii-ar. I nidi sono posti sotto sporgenze delle
caverne o sui dirupi, vi sono deposte 3/4 uova che si schiudono dopo 17/18 giorni di
cova. I nidiacei volano a 38 giorni d'età. Si nutrono d'insetti, larve, formiche e ragni.
Gracchio alpino
Il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus cm 38) si sposta
sempre in gruppi che possono anche contare un centinaio di
soggetti. Come altri corvidi è completamente nero, ma
presenta un sottile becco giallo brillante e le zampe sono
rosate o rosse, lo si vede spesso in estate, nei pressi dei rifugi
in alta quota, elemosinare cibo ai turisti. In
inverno si sposta nelle valli ed entra anche
nei villaggi (più spesso nelle stazioni
sciistiche). E' simile al corallino, ma col becco
più corto e giallo, piumaggio più spento,
coda più lunga e sulla punta dell'ala le dita
sono meno prominenti. Nel giovane le zampe
sono più scure che nell'adulto e il becco è giallo-zolfo (aranciato nel corallino).
Rispetto alla taccola, le intaccature dell'ala sono più palesi, la coda più lunga e più
stretta alla base, il contrasto tra le copritrici inferiori dell'ala, nere, e le remiganti
grigiastre (nella taccola l'interno dell'ala grigio uniforme). Voce caratteristica: un
acuto e nasale csi-ù. Anche un trillato krrrrii (come di giovane storno nel nido).
Altre note gracchianti simili a quelle dei corallino. Nidifica nell'Europa meridionale,
in alta montagna fino al limite delle nevi, in colonie nelle cavità e nei crepacci. Depone generalmente
4 uova (talvolta 3/6) che sono incubate dalla femmina, nutrita dal maschio, per un periodo di circa
17/21 giorni. Il gracchio alpino si nutre prevalentemente d'invertebrati (insetti, molluschi), sostanze
vegetali (frutta, semi), carogne e rifiuti. Foto in alto: Cortina, 5 Torri, Ermete Pastorio.
Taccola
La taccola (Corvus monedula cm 33) è un corvide socievole e
intelligente. E' nera con nuca grigia, l'iride è biancastra, ha un volo veloce
ed energico, con battute più svelte e profonde che nella cornacchia nera
(può ricordare il volo di un piccione). Non è mai da sola ma sempre in
coppie (unite per tutta la vita) o stormi, la divisione in coppie è evidente
anche all'interno dello stormo che è più serrato rispetto alle cornacchie.
Volteggiano a quote elevate, compiendo acrobazie e inseguendosi a
vicenda. I dormitori invernali sono comuni in alcune città; colpiscono i
voli collettivi al crepuscolo e i forti chiacchiericci dai dormitori. Da lontano
si distingue dal gracchio corallino e dal gracchio alpino per la testa e il
collo più larghi, le intaccature dell'ala solo accennate, la base della coda è più larga, e le parti
inferiori sono uniformemente grigiastre. Nidificante comune nelle aree coltivate, in vecchi boschi
decidui, nelle città, nei dirupi montani e costieri (in alberi cavi quanto sotto ponti autostradali), con
tendenza a formare colonie. Il nido consiste in una coppa di ramoscelli
imbottita di lana e crini. L'unica covata annuale consiste di 4-6 uova (talvolta
da 2 a 9) che sono covate esclusivamente dalla femmina per 17-18 giorni (le
uova sono deposte a intervalli di un giorno l'una dall'altra). I nidiacei, nidicoli,
sono allevati da entrambi i membri della coppia e volano dopo 28-32 giorni.
L'alimentazione si compone sia di sostanze animali sia vegetali. Il
comportamento sociale delle taccole, studiato a fondo dall'etologo K. Lorenz,
è piuttosto evoluto: esistono numerose vocalizzazioni e posture destinate alla
formazione delle coppie e alla creazione (e al mantenimento) di una gerarchia
di dominanza all'interno delle colonie. Si alimenta sui campi, spesso insieme
ad altri corvidi e storni. Il richiamo usuale è un nasale chia e un più trascinato
kiarr. Allarme: un aspro crrr.
Corvo
Il corvo (Corvus frugilegus cm 46) è un tipico frequentatore delle pianure
coltivate, è gregario per tutto l'anno, compie evoluzioni sopra le colonie e
si alimenta in gruppo sui campi. Ha un caratteristico piumaggio nero con
sfumature violacee e il becco relativamente lungo e affusolato che, negli
adulti, ha base priva di penne. Talvolta sono visibili anche la fronte alta e
i calzoni arruffati. Le ali sono leggermente più lunghe e strette che nella
cornacchia nera, il volo è più elegante, con battute più elastiche,
profonde e planate più frequenti. L'immaturo ha il piumaggio smorto e
senza zone nude alla base del becco (anche fino a un anno). Rispetto alla
cornacchia nera, sono distintivi la sagoma del becco, con angoli chiari, e il
richiamo più conciso e nasale, croa. Le differenze nel volo sono difficili da notare su esemplari isolati.
Nidifica in colonie su gruppi di alberi e boschetti (nidi vicini alla cima) ai limiti dei bosco. Il nido, una
coppa di rami secchi imbottita con erbe, lana e foglie, viene costruito dai
due membri della coppia. Ogni anno vi è allevata una sola covata,
composta di 3/5 uova (talvolta fino a 9) deposte a intervalli di un giorno
l'una dall'altra. Solo la femmina cova per 16/20 giorni. I nidiacei, nidicoli,
volano all'età di 29/30 giorni, dopo essere stati assistiti e nutriti dai due
genitori. Il corvo comune si nutre soprattutto di cereali, frutta, bacche,
insetti, vermi, carogne di animali morti e anche di uova e pulcini di piccoli uccelli. Le parate nuziali
iniziano in pieno inverno: su un albero o a terra il maschio con le ali pendenti e la coda distesa si
inchina ripetutamente di fronte alla femmina offrendole dei cibo con il becco.
Cornacchia nera
La cornacchia nera (Corvus corone corone cm 46 x 85) è comune
nell'Europa occidentale in tutti gli ambienti abbastanza aperti, ma anche
nei centri urbani. E' territoriale, mai in colonia. Si riunisce in stormi
specialmente presso dormitori. Nera con una leggera sfumatura bluastra,
è distinguibile dal corvo per la base del becco impiumata (presente però
nei corvi immaturi) e per il becco più massiccio e curvo in punta, flange
sempre nere, e non ha calzoni. Coda leggermente più corta e meno
arrotondata in punta. L'avambraccio è un po' più corto (sia rispetto al
corvo sia all'imperiale). In volo, ha battute più lente e indolenti. Rispetto
al corvo imperiale ha taglia più piccola, becco più piccolo e coda
squadrata. Onnivora, depreda anche nidi e mangia rifiuti e carogne. Voce gracchiante, crraa, spesso
ripetuto più volte (meno nasale che nel corvo). Per le dispute territoriali e l'allarme lancia uno
stridente crrrr; l'allarme verso rapaci molto grossi è un kraa furioso. I nidi sono una struttura di rami
secchi imbottita di lana, aperti, nascosti nel folto delle chiome arboree, talvolta anche sulle rocce. Vi
è deposta una sola covata ogni anno, composta di 4-/6 uova (raramente fino a 7). Esse sono
incubate solamente dalla femmina per 18/20 giorni i nidiacei, nidicoli, nutriti da entrambi gli adulti
volano all'età di 4/5 settimane. Questa specie è molto eclettica nella scelta dell'habitat e
nell'alimentazione: si nutre infatti di semi, frutta e altre sostanze vegetali insieme a insetti,
molluschi, vermi, piccoli vertebrati e carogne di animali morti. Di abitudini gregarie, è una specie
stazionaria.
Cornacchia grigia
La cornacchia grigia (Corvus corone cornix cm 46) è considerata una razza della nera. Se ne
differenzia per il corpo grigio. Nidifica in Scozia, Irlanda, Italia e isole mediterranee, Europa
orientale. Nidificante comune, in coppie singole, nelle aree agricole delle nostre campagne. Nelle
zone di sovrapposizione (attraverso le Prealpi) si mescola e si incrocia con la nera. I giovani e gli
ibridi sono meno grigi. Il volo è pigro e indolente, on colpi d'ala regolari e poco profondi. Vola sola o
in formazioni lasse. E' stazionaria ma si registra una parziale migrazione delle popolazioni
settentrionali. Voce e abitudini come quelle della cornacchia nera. Come tutti i corvidi è opportunista
e tende ad essere confidente con gli esseri umani se si sente al sicuro.
Corvo imperiale
Il corvo imperiale (Corvus corax cm 65 x 125) è il corvo più grande del
mondo, anche se visto da distante non sembra. E' abbastanza comune su
scogliere e montagne e in boschi molto estesi. Si trova in coppia anche
fuori dal periodo riproduttivo (legami di coppia permanenti), dove è
comune può riunirsi in stormi. Si ciba di piccoli animali, di carogne e di
rifiuti. Si muove molto e visita discariche, case diroccate e simili. E'
diffidente. Interamente nero, becco molto grosso e lunga coda a cuneo.
E' più grande di una poiana, può confondersi con un rapace ma nel volo alto non tiene mai le ali
rialzate. Ha un volo misurato, molto sicuro, con lunghe planate e varie acrobazie. Richiamo: un
profondo e raschiato braap, rimbombante. Allarme: krra-krra-krra. Varie note chioccianti in
primavera. Nidifica di solito sugli alberi, talvolta anche sulle rocce. Il nido è una struttura di rami
secchi imbottita di lana. Vi è deposta una sola covata ogni anno, composta di 4/6 uova (raramente
fino a 7). Esse sono incubate solamente dalla femmina per 18/20 giorni; i nidiacei, nidicoli, nutriti da
entrambi gli adulti volano all'età di 4/5 settimane. Questa specie è molto eclettica nella scelta
dell'habitat e nell'alimentazione: si nutre infatti di semi, frutta e altre sostanze vegetali insieme a
insetti, molluschi, vermi, piccoli vertebrati e carogne di animali morti. Di abitudini gregarie, è una
specie stazionaria.
Merlo acquaiolo (fam. Cinclidae)
Il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) è' uno degli uccelli canori più
singolari. E' l'unico uccello capace di tuffarsi e nuotare in fiumi o
ruscelli a corso rapido, nuota in superficie poco emerso, sott'acqua
come se volasse e cammina perfino sul fondo immergendosi per alcuni
secondi con l'aiuto delle zampe, delle ali e della coda, alla ricerca di
cibo. Solitamente si posa su una pietra nel mezzo della corrente o in
prossimità di una cascata, ondeggia continuamente il corpo e sbatte le
palpebre; ma può essere molto difficile individuarlo a causa dello
sfondo in movimento. Il volo è basso sull'acqua con le ali corte dal
battito veloce. In inverno, spesso si trattiene lungo i corsi d'acqua di montagna ed è possibile
avvistarlo su una roccia coperta dalla neve o mentre si tuffa nelle acque ghiacciate. Ha la sagoma
rotonda, la coda corta e squadrata, il piumaggio bruno scuro con le parti inferiori nere o brunorossicce e l'ampia pettorina bianca, è impossibile confondere il merlo acquaiolo
con un altro uccello. La sagoma del corpo ricorda molto quella di uno scricciolo,
con il quale è lontanamente imparentato (ma il merlo acquaiolo è più grande).
Ha zampe robuste, lo scheletro solido e una speciale ghiandola oleosa. I sessi
sono simili. Il nido è costruito da entrambi i sessi tra le rocce, le radici degli
alberi (presso l'acqua), spesso dietro una cascata. Esso consiste in una
struttura di muschio e foglie secche. Alleva due e talvolta tre covate all'anno di
5 uova (da 3 a 8) deposte a intervalli di un giorno l'una dall'altra che sono
incubate esclusivamente dalla femmina per 15/18 giorni. La prole, nidicola, è
assistita da entrambi i genitori e vola all'età di 19/25 giorni. I merli acquaioli
cercano il cibo sia lungo le rive e fra i sassi, sia sul fondo di ruscelli. Esso
consiste essenzialmente di insetti acquatici e delle loro larve, di piccoli
crostacei, vermi e avannotti di pesci. Una pellicola d'aria attorno al piumaggio (costantemente
curato e lisciato con il becco) evita che le piume si bagnino durante il nuoto.
Scricciolo (fam. Troglodytidae)
Lo scricciolo (Troglodytes troglodytes) appartiene ad un numerosa
famiglia americana, con una sola specie in Europa. E' un piccolo uccellino
ben conosciuto da chi è solito passeggiare lungo stradine di campagna
fiancheggiate da siepe, poiché lo scricciolo ha infatti l'abitudine di
"seguire l'intruso", accompagnandolo e controllandolo con brevi voli tra i
cespugli, fino a che non se ne esce dal suo territorio. Scompare poi
all'improvviso tra la macchia allo stesso modo di come altrettanto
all'improvviso era sgusciato dai cespugli. E'
minuscolo, con la coda eretta e il piumaggio
nocciola, poco appariscente, becco sottile. Si trova sempre vicino al suolo,
spesso ben nascosto, e la prima impressione che si ha al suo passaggio è
quella di aver visto passare un topolino tra i rovi. Ha un canto vivace e
allegro che attira l'attenzione. Allarme: un forte e metallico zek, zek. E'
presente anche nei giardini ma non si interessa al cibo per gli uccelli messo
dall'uomo. Gli occasionali inverni rigidi diminuiscono la consistenza numerica
di questi piccoli uccelli. Il nome scientifico dello scricciolo significa "abitante
delle caverne" in riferimento all'abitudine di costruire il nido all'interno di cavità, buchi di fabbricati o
nel folto dei cespugli. Il nido è costituito di sostanze vegetali e la sua forma è varia, da ovale a quasi
sferico; è costruito dal maschio. Questi ne costruisce più d'uno, la femmina viene invitata a visitarli e
fatta la sua scelta su quello da utilizzare, lo imbottisce di piume e vi
depone una sola covata costituita generalmente da 5/8 uova (talvolta fino
a 16). L'incubazione è fatta dalla femmina per 14/17 giorni. I nidiacei,
nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori (i maschi possono essere
poligami) e lasciano il nido dopo 15/20 giorni d'età. I nidi possono essere
utilizzati come dormitori.
Sordoni
E' una famiglia di piccoli uccelli elusivi (fam. Prunellidae), grigi e bruni, col becco sottile. Sono poco
gregari, mangiano a terra e i sessi sono simili. Fanno covate di 4/6 uova di colore verde scuro. 5
specie.
Sordone
Il sordone (famiglia Prunellidae) è un tipico uccello d'alta quota e dei siti
rocciosi nelle montagne dell'Europa centrale e meridionale. E'
strettamente affine alla passera scopaiola ma di dimensioni maggiori (ha
la taglia di un'allodola). Ha il capo grigio, le parti superiori grigie e striate
di nero, macchie nocciola sui fianchi e interno del becco giallo vivo. Le
estremità chiare delle timoniere si vedono solo in volo. Il disegno della
gola si può vedere solo da vicino. Il sordone è poco
gregario anche se non propriamente timido, ha un
becco sottile e si alimenta al suolo muovendosi a scatti
tra la vegetazione o sulla ghiaia. Canta da un cespuglio
o da rocce (ma anche in volo): un alto trillo da
alaudiade e un ricco cinguettio. Il nido è a coppa, costruito da entrambe i sessi
con sostanze vegetali, in cavità delle ricce o tra la vegetazione. Vi sono deposte
due covate, costituite generalmente da 3/4 uova (raro 5/6), che sono incubate da
entrambe i genitori per 15 giorni. I nidiacei sono nidicoli e lasciano il nido a 16
giorni d'età. La dieta del sordone è costituita da invertebrati (insetti e ragni) e sostanze vegetali (
semi e bacche).
Passera scopaiola
La passera scopaiola (Prunella modularis) è piuttosto comune ma poco
appariscente, frequenta foreste ma anche parchi e giardini, con una
spiccata predilezione per le aree ricche di sottobosco, arbusti e macchia.
Nella forma ricorda uno zigolo, ma il becco sottile tradisce una dieta a
base d'insetti. La testa e il petto sono grigio ardesia, le parti superiori e i
fianchi striati di un bruno caldo. In generale la colorazione è piuttosto
scura e, per via delle abitudini elusive, non è un uccello sempre facile da osservare. Il maschio
emette il suo canto dalla cima di un cespuglio o di un albero basso, generalmente all'alba. Nel
cinguettio è simile allo scricciolo, ma più lento e articolato. Durante la stagione riproduttiva la
passera scopaiola ha una vita sociale estremamente complessa. Si formano le coppie ma diverse
femmine allevano i piccoli con la collaborazione di due maschi. Nidificante comune in vegetazione
densa (parchi, arbusteti, giovani boschi), a sud in arbusteti e foreste subalpine. Il nido, fatto di
sostanze vegetali (rametti, stecchi, radici, foglie secche, muschio), è costruito
dalla femmina talvolta aiutata dal maschio, ma come detto sopra ha una vita
sociale complicata, con bizzarri "triangoli" e persino "gruppi" più estesi. Depone
due covate (raro 3), costituite generalmente da 4/5 uova (talvolta 3/6) che sono
incubate dalla femmina per un periodo di 12/13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono
allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 12 giorni circa. La passera
scopaiola si nutre d'invertebrati, ma anche di sostanze vegetali (semi, ecc.). In
primavera si mette in mostra cantando rumorosamente e muovendo le ali in
maniera strana e scoordinata, trascinandosi sul terreno e sotto i cespugli.
La passera scopaiola asiatica (Prunella montanella) arriva raramente nell'Europa orientale. Ha un
distinto sopracciglio ocraceo, come l'addome.
La passera scopaiola gola-nera (Prunella atrogularis) nidifica sugli Urali in foreste di betulle e
conifere. Simile alla precedente, ma con pettorina nera e fianchi striati.
La passera scopaiola di Radde (Prunella ocularis) nidifica nel Caucaso e nel vicino oriente
(Turchia, Iran). Vertice scuro, groppone brunastro, petto ocraceo, gola chiara, fianchi con striature
poco marcate.
I silvidi
I silvidi sono una famiglia (famiglia Sylvidae) di insettivori piccoli, molto attivi, snelli, con becchi
sottili, diritti ed appuntiti, il piumaggio è bruno, verde o grigio. Molte specie sono simili tra loro e
difficili da distinguere (serve la lente), solo i canti sono diagnostici. Non sono gregari. Frequentano
diversi ambienti con vegetazione fitta, canneti o boschi. Migrano principalmente di notte. I diversi
generi raccolgono specie affini per comportamento, habitat, livrea e corporatura. Nido nella
vegetazione fitta a terra o su cespugli. La famiglia e divisa in otto generi che danno vita a 50 specie.
Genere Cettia (1 specie).
Genere Cisticola (1 specie).
Genere Locustella (6 specie).
Genere Acrocephalus (9 specie).
Genere Hippolais (5 specie).
Genere Sylvia (15 specie).
Genere Phylloscopus (11 specie).
Genere Regulus (2 specie).
Usignolo di fiume
L' usignolo di fiume (Cettia cetti) ha le parti superiori nocciola, senza
striature, parti inferiori uniformemente biancastre e una striscia oculare
bianca (tipo scricciolo). La coda è larga e arrotondata (dall'aspetto
scarmigliato), spesso agitata di lato o verso il basso. Le ali sono corte e
arrotondate, il becco sottile e appuntito e le zampe sono chiare. I sessi sono
simili. L'usignolo di fiume è molto schivo, è più facile da sentire che non da
vedere. Nidifica nell'Europa meridionale e occidentale. Il nido, una coppa piuttosto grossolana di
foglie secche imbottite con crini, piume e infiorescenze di canne, costruito
dalla femmina, è posto fra i cespugli o le canne a poca altezza dal suolo.
Ogni anno vi sono allevate una o due covate di 4 uova ciascuna (da 3 a 5)
incubate esclusivamente dalla femmina per 13 giorni. I nidiacei, nidicoli,
sono accuditi da entrambi i genitori e lasciano il nido all'età di 12 giorni in
grado di compiere brevi voli. Probabilmente il maschio è poligamo. Il cibo è
rappresentato da insetti e altri invertebrati (tra cui anche piccoli molluschi) e
in minima parte anche da semi. La prole è allevata esclusivamente con cibo
animale.
Salciaiola
La salciaiola (Locustella luscinioides) nidifica nell'Europa meridionale e occidentale, in canneti molto
fitti. Le parti superiori sono rnarrone spento, le parti inferiori sono chiare con petto, fianchi e
sottocoda con sfumature mattone. Le copritrici del sottocoda talvolta hanno un indistinto margine
bianco. Sopracciglio sottile, coda lunga, larga e arrotondata. Zampe scure. Ha un verso molto simile
alla cinciallegra. Canta spesso da posatoi esposti, su canne o arbusti, soprattutto all'alba o al
tramonto, ma anche durante il giorno.
Locustella fluviatile
La locustella fluviatile (Locustella fluviatilis) arriva raramente nell'Europa occidentale, nidifica
nell'est europeo, in arbusteti o boschi di ontano con fitto sottobosco, su terreni umidi. Le parti
superiori sono marroni-olivastre prive di striature, le parti inferiori sono chiare con striature rade su
gola e petto. Il sopracciglio è chiaro e poco marcato, la coda è larga e arrotondata. Il sottocoda è
marrone chiaro, con punta delle copritrici bianca. Ha una voce aspra, canta nascosta tra alberelli o
arbusti, con tono meccanico ben scandito, talora frenetico. Da vicino ricorda il verso di una
cavalletta, con un tono metallico di fondo. Canta soprattutto all'alba e al tramonto.
Locustella di Gray
La locustella di Gray (Locustella fasciolata) è molto rara, proveniente dall'Asia dove vive nella
vegetazione più fitta, nelle paludi o lungo i fiumi. E' grande come un cannareccione, presenta lo
stesso colore della fluviatile, ma il sottocoda giallo-arancione è privo di punte bianche. Arriva ai
quartieri riproduttivi a partire dalla fine di maggio. Il canto è notturno, inizialmente forte ed
esplosivo, poi accelerato.
Cannaiola di Jerdon
La cannaiola di Jerdon (Acrocephalus agricola) nidifica sul Mar Nero e nelle steppe a est del Mar
Caspio, in canneti, dove sostituisce la cannaiola. Accidentale nell'ovest europeo, somiglia alla
cannaiola, ma è più piccola e ha sopracciglio più distinto, enfatizzato dal margine scuro dei vertice.
Anche il becco è più corto, di solito scuro sopra e giallastro sotto, con punta scura. Piumaggio
variabile, ma solitamente più chiaro. Si può confondere con il canapino asiatico, ma ha la coda più
arrotondata e priva di bianco, e il groppone sempre nocciola. Le ali sono arrotondate. Il canto è ricco
di imitazioni, estremamente veloce, sussultante, e ricorda subito la cannaioia verdognola, ma non ha
le sue variazioni di tempo e le sue caratteristiche frasi rauche.
Locustella di Pallas
La locustella di Pallas (Locustella certhiola) proviene dall'Asia, arriva
accidentalmente in autunno, nel nord-ovest europeo (molto rara). E' stata
osservata in paludi e acquitrini dalla vegetazione fitta. Somiglia al forapaglie e
al forapaglie macchiettato per colorazione e sopracciglio, ma ha il groppone
nocciola privo di strisce, in contrasto con dorso e sopraccoda striati, le
timoniere barrate e più scure verso la punta, è bianca ma non sempre visibile
(per l'abrasione delle penne). I giovani di solito hanno tono paglierino su gola e
parti inferiori, mentre il petto è striato. Ha le stesse abitudini del macchiettato, si cela nella
vegetazione fitta, vicino al terreno.
Forapaglie macchiettato
Il forapaglie macchiettato (Locustella naevia) è abbastanza comune su
terreni umidi aperti, ricchi di vegetazione bassa, preferisce le paludi con radi
arbusti. Frequenta anche aree asciutte, come giovani impianti di conifere e
campi di cereali. Varia molto di densità da un anno all'altro. E' un migratore
dall'Africa, arriva tra metà aprile e maggio e riparte in agosto-settembre. Lo
si può trovare nella maggior parte dell'Europa ad eccezione della Spagna del
sud e della Scandinavia del nord. La livrea è abbastanza variabile; sono tipici le parti superiori
marroni-olivastre, striate, il sopracciglio poco marcato e le parti inferiori sono chiare (biancastre o
giallastre), spesso con un'indistinta punteggiatura sul petto. E' più semplice identificarlo dal canto, si
tiene ben nascosto nel folto della vegetazione bassa. Riluttante a involarsi, se disturbato vola basso
sulle piante, per tratti brevi o "striscia" come un topolino tra la vegetazione alta. Richiamo: un breve
zik. Canto (crepuscolare) da posatoi bassi: veloce, un frinire secco e interminabile, senza
interruzioni, come il girare libero delle ruote di una bicicletta. Sembra cambiare di volume quando
l'uccello volta la testa. Nella salciaiola il canto è più breve, basso e secco, nella locustella fluviatile ci
sono sillabe scandite.
Locustella lanceolata
La locustella lanceolata (Locustella lanceolata) nidifica nel nord-est europeo,
nella vegetazione fitta vicino ad acquitrini, terreni paludosi, sponde lacustri. In
migrazione può sostare in comuni boschi. E' un accidentale molto raro in
Europa occidentale, in autunno e primavera. Somiglia molto al macchiettato e
talvolta è veramente difficile distinguerli. Come in quella specie, la livrea ha
colore variabile. La lanceolata è comunque più piccola e ha le parti superiori
marcatamente striate (interamente) e una striatura marcata anche sul petto,
estesa talvolta a fianchi e gola. Le terziarie sono pressoché nere, con un sottile e distinto margine
chiaro. Il sopracciglio è poco evidente. Ha le stesse abitudini schive della specie precedente, può
involarsi dal nascondiglio se avvicinata.
Forapaglie castagnolo
Il forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon), nidifica nell'Europa meridionale, in canneti
e acquitrini con vegetazione fitta, spesso in distese di giunchi. Somiglia al forapaglie, ma ha il dorso
nocciola, vertice scuro e copritrici auricolari che contrastano con la gola bianca e il sopracciglio
candido, largo anche nel margine posteriore. I fianchi ed i lati del petto sono di tono rossastro.
Muove la coda verso l'alto. Canta spesso da posatoi visibili. Il canto è simile a quello del
cannareccione, ma più soffice e vivace, contiene caratteristici fischi simili a quelli dell'Usignolo, in
crescendo.
Pagliarolo
Il pagliarolo (Acrocephalus paludicola) nidificante raro e localizzato nell'Europa centrale e
meridionale, in prati umidi con cespi di carici. E' simile al forapaglie, ma ha piumaggio più chiaro,
con un fondo giallino e una striscia chiara sul vertice. Ha un evidente sopracciglio paglierino, dorso
con striature decise, chiare strisce color cuoio sul mantello. Il groppone è solo leggermente striato
ed ha striature indistinte anche su petto e fianchi. La coda è più arrotondata che nel forapaglie.
Rimane nascosto nella vegetazione. Il canto sembra quello di un forapaglie insonnolito, con frasi
brevi e svogliate, talvolta eseguito in brevi voli canori.
Forapaglie
Il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus) è comune (attualmente in
declino) in fitti canneti acquitrinosi, tra le ortiche e tra la fitta vegetazione che
bordeggia laghi e fiumi dove ama nascondersi. Le parti superiori sono
leggermente striate. Somiglia al pagliarolo e al forapaglie castagnolo. Il
sopracciglio è lungo ed evidente, biancastro, che si stringe
posteriormente. Il groppone è giallognolo, non striato. Il giovane
può essere vagamente striato sul petto e avere una debole stria
apicale, mai tanto evidente come nel pagliarolo. Il canto, più
variato e vivace rispetto a quello della cannaiola è facile da
distinguere: dei "trrr" borbottanti e talvolta trilli simili a quelli di
un canarino, spesso emessi durante il volo. In aprile gran parte
dei forapaglie fa ritorno dai quartieri di svernamento africani in Europa per riprodursi, in genere nelle
paludi provviste di canneti e cespugli. In agosto si preparano al lungo viaggio di ritorno verso
l'Africa, approfittando dei canneti ricchi di afidi per immagazzinare le riserve energetiche sotto forma
di grasso. Come diverse specie di uccelli che in inverno dipendono dalle risorse delle aree umide del
Sahel, il numero dei forapaglie sembra fluttuare in base alle precipitazioni nell'Africa occidentale.
Nidifica tra le canne o nella bassa vegetazione. Depone una sola covata,
costituita generalmente da 5/6 uova, talvolta 3/8. L'incubazione è svolta
prevalentemente dalla femmina per 13/14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono
allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 10/12 giorni ancora.
Il forapaglie comune si nutre prevalentemente d'insetti e altri invertebrati
come gli afidi che catturano sui giovani giunchi.
Beccamoschino
Il beccamoschino (Cisticola juncidis) ha taglia piccola, vertice e parti
superiori con evidenti strisce, la coda è corta e arrotondata con punta bianca
e nera. E' molto riservato, rimane sempre nascosto tranne che nei lunghi
voli canori a circa 1 0 m d'altezza (hanno luogo persino in piena estate a
mezzo-giorno). Il canto è una serie di zrip penetranti, cadenzati con le
modulazioni del volo. Il nido è costruito fra le erbe alte e folte, a poca
distanza dal suolo e, spesso, in prossimità dell'acqua: è una coppa di forma
allungata intessuta di erbe e ragnatele. Vi sono allevate 2 e anche 3 covate
ogni anno, ognuna delle quali consiste di 4 o 6 uova, incubate per 11/12
giorni (non si sa esattamente se i due sessi collaborano alla cova) e i nidiacei restano nel nido per
12/14 giorni, età in cui sono in grado di compiere brevi voli. E' probabile che entrambi gli adulti
collaborino alla cura dei nidiacei. L'alimentazione è composta d'insetti di piccole dimensioni (ditteri,
coleotteri, ortotteri). i baccamoschino sono facilmente visibili mentre volano a breve altezza dal
terreno sopra i propri territori, emettendo un persistente e sibilante verso.
Cannareccione beccogrosso
Il cannareccione beccogrosso (Acrocephalus aedon) accidentale molto raro (in Europa
occidentale) proveniente dall'Asia. Meno legato all'acqua delle altre specie, si trova
indifferentemente in acquitrini come in aree aperte con alberi e arbusti sparsi. Attivo di giorno.
Grande come il cannareccione, ma con becco corto e tozzo e redini chiare, è privo di sopracciglio. Le
ali e la coda sono nettamente arrotondati, coda lunga. Il canto è intermedio tra quello della
cannaiola verdognola e del forapaglie castagnolo. Se allarmato, emette un forte tsciok-tsciok.
Cannaiola di Blyth
La cannaiola di Blyth (Acrocephalus dumetorum) nidifica nell'Europa settentrionale (inclusa la
Finlandia mericlionale), in arbusteti e radure acquitrinose. E' un visitatore estivo molto raro nel nordovest europeo. Somiglia alla cannaiola verdognola, ma ha il groppone leggermente più rossiccio, ali
più arrotondate ed il becco è leggermente più lungo. Il sopracciglio solitamente è corto e indistinto.
L'alula e le terziarie sono di color marrone chiaro e rendono l'ala ancor più uniforme che negli altri
Acrocephalus. Mediamente ha le zampe più scure e grigie che nelle specie affini. Canta soprattutto in
notturna, da posatoi abbastanza alti (ricco d'imitazioni) in modo distinto dalla cannaiola verdognola
per la calma e le frasi ripetute 5-6 volte (anche 10).
Cannaiola verdognola
La cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris) nidifica nella folta vegetazione erbacea
(graminacee, ortiche, canne) al margine di fiumi e paludi, anche in boschi di salici. E molto simile
alla cannaiola (distinguibile principalmente per il canto), ma con il becco leggermente più corto ed il
piumaggio marrone più verdastro nel l'adulto. Il giovane è distinguibile da quello di cannaiola per il
colore delle zampe, rosa invece che brune (difficile da osservare). Elementi distintivi sono anche
l'habitat (si vede molto raramente in densi canneti umidi) e il canto più forte e variato, anche nel
ritmo. La cannaiola verdognola canta principalmente di notte. Le note sono chiacchierate intervallate
da accelerazioni e da ottime imitazioni di altri uccelli (cinciarella, merlo, gazza, rondine, fringuello),
oltre che da secchi trilli disarmonici (imitazioni di specie tropicali). Spesso è distinguibile un
caratteristico, rauco zi -ci zi -ci.
Cannaiola
La cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) è comunemente diffusa nei canneti e
in altre dense vegetazioni in vicinanza di acqua dove nidifica. Nelle distese
ondeggianti di canne palustri si possono celare anche centinaia di coppie.
Costruisce un elaborato nido a canestro intessuto su 3-4 canne palustri tra loro
adiacenti, che è spesso parassitato dal cuculo, il quale vi depone il suo uovo.
Non è striata, le parti superiori sono marroni ed ha solo un accenno di
sopracciglio. Queste caratteristiche la distinguono bene
dal forapaglie, con cui condivide l'habitat. Ha il dorso di
un marrone più intenso che nella verdognola adulta, il
groppone è spesso nocciola. La distinzione dei giovani
delle due specie è talvolta impossibile. Il canto è udibile soprattutto all'alba e
al tramonto, simile a quello dei forapaglie, ma non altrettanto vario e veloce.
Le aspre note predominanti, ripetute due o tre volte, sono scandite con
intervalli precisi trett trett trett tirrí tirri tru tru ... tritra tritra... Come altri
Acrocephalus, imita il canto d'altri uccelli. A differenza dell'usignolo di fiume
che affronta l'inverno in Europa, la cannaiola sverna in Africa.
Cannareccione
Il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) si trova comunemente in
canneti lungo i corsi d'acqua e tende ad allargare l'areale verso il nord
Europa. E' molto grande, con becco lungo e robusto. Somiglia a una
cannaiola ingrandita, con sopracciglio meglio definito, gozzo finemente striato (visibile solo da
vicino). E' meno schivo degli altri Acrocephalus, rimane spesso esposto in cima alle canne,
specialmente quando canta nelle prime ore dei giorno. Canta soprattutto all'alba e al tramonto, ma
anche durante la giornata, il canto è simile a quello della cannaiola, ma decisamente più sonoro e
potente, con elementi stridenti che ricordano la cesena: trr trr trr karra-karra-karra krii-krii-krii trrtrr-kii-kii. Nidifica sia in canneti estesi che in piccole cortine di canne
lungo canali, cave e simili, tra le canne, dove costruisce un nido fatto di
sostanze vegetali intrecciate tra loro e sorretto dalle canne stesse. Vi
depone una sola covata, costituita generalmente da 4/6 uova (raramente
3) che sono incubate per un periodo di 14/15 giorni da entrambi i sessi. I
nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e restano circa 12 giorni
ancora nel nido. Si nutre prevalentemente d'insetti e invertebrati vari. In
Ungheria è stata osservata una coppia che nutriva i nidiacei anche con
piccoli pesci.
Canapino maggiore
Il canapino maggiore (Hippolais icterina) nidifica comunemente nell'Europa
centro-orientale, in boschi decidui e parchi. E' verde-salvia sopra e giallo pallido
sotto, simile solo al canapino, ha un pannello chiaro sul margine delle
secondarie. Ha dei disegni facciali decisamente indistinti, le ali lunghe (chiuse
oltrepassano il sopraccoda) e le zampe azzurrastre. Si posa più esposto dei luì
ed è anche meno irrequieto, ma se eccitato rizza le penne del vertice. Si muove
pesantemente tra le foglie e si sporge per
prendere le bacche, che strappa con una torsione
del capo, come fanno le capinere. Allarme: una
serie irregolare di note aspre e schioccanti, tettettet-tett... Canto vario
e piacevole, ricco di imitazioni. In qualche caso è ripetitivo e ci si può
confondere con la cannaiola di Blyth. E' diurno e canta da posatoi
elevati. Canapino maggiore e canapino si distinguono principalmente
per il fatto che vivono in zone distinte dell'Europa, per il resto sono
quasi simili.
Canapino
Il canapino (Hippolais polyglotta), come detto sopra, è molto simile al
canapino maggiore, ma ha giallo più intenso nelle parti inferiori )non
sempre evidente), l'ala è più corta (chiusa non supera il groppone), le
zampe brune e il pannello alare è meno evidente. Può essere
scambiato con una cannaiola verdognola.
Nidifica nel sud-ovest europeo. Il nido è
posto nelle siepi dei terreni coltivati e nei
cespugli dei sottobosco, sovente presso le
radure e l'acqua, anche parchi. Consiste in
una coppa di erbe, ragnatele, crini e piume costruita dalla femmina. Ogni
anno vi è allevata una sola covata (talvolta due) che consiste di 4 uova
incubate dalla femmina per 12/13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono accuditi
da entrambi i membri della coppia e volano all'età di 12 giorni. Il cibo è
rappresentato da insetti e altri invertebrati, catturati anche in volo. Il
canto del canapino è composto da una prima parte, imitata dal canto di
altri uccelli (passeri, rondini, merli), e da una seconda parte che consiste in un sonoro gorgheggio. E
una specie migratrice e trascorre l'inverno in Africa.
Canapino levantino
Il canapino levantino (Hippolais olivetorum) nidifica nel sud-est europeo, in oliveti, mandorleti e
querceti aperti. Ha una taglia relativamente grande, le parti superiori grigiastre, le parti inferiori
chiare, le secondarie con margine bianco (tranne che negli adulti in autunno), il becco è decisamente
lungo. Ha le ali più lunghe che negli altri Hippolais. Nel comportamento è simile al maggiore, ma più
schivo. Il canto è forte e rauco, un po' nasale, con frasi brevi, che ricordano il cannareccione. Il
richiamo è costituito da un duro nack, come uno schiocco della lingua contro il palato.
Canapino pallido
Il canapino pallido (Hippolais pallida) nidifica nell'Europa meridionale, in boschi umidi aperti e
parchi. Ha le parti superiori marroncine con ali e coda più scure, le parti inferiori sono chiare. E'
simile per colorazione al beccafico, ma la sagoma è da canapino, con becco lungo e appuntito dalla
base larga e vertice angoloso, non arrotondato. E' solito muovere la coda verso il basso, in modo
nervoso. Nel canto ricorda la cannaiola (stesso andamento lento), ma è più monotono, rauco e
chiacchierato, spesso con alte note stentate. L'allarme è una lenta serie di schiocchi secchi. Emette
anche un colloquiale krrrt.
Canapino asiatico
Il canapino asiatico (Hippolais caligata) nidifica nell'Europa orientale in arbusteti e boscaglie, si
muove anche nella vegetazione erbacea. Arriva occasionalmente in autunno nell'ovest europeo. E'
molto simile al pallido, ma più piccolo e con becco più corto e sottile. Il sopracciglio è leggermente
più marcato. Simile anche alla cannaiola di Jerdon, ma ha la coda più squadrata con sottili margini
biancastri; mai rossiccio sul groppone. Le zampe sono bruno-grigiastre. Il canto è costituito da rapidi
brani di quello dei forapaglie, più chiacchierati, mischiati a trilli, piuttosto monotono. Schiocchi
ripetuti, più "elettrici" che nella bigiarella.
Bigia padovana
La bigia padovana (Sylvia nisoria) nidifica sparsa nell'Europa centroorientale, in aperta campagna con boschetti e alberi sparsi o nelle
radure con arbusti, spesso insieme all'averla piccola. Vi è anche una
popolazione padana, in Veneto nel vicentino, nel veronese in areali
disgiunti, nel padovano con poche coppie, è assente nel veneziano e
nel rovigotto. Negli adulti l'iride è gialla e le parti inferiori delicatamente barrate (non sempre
osservabili sul campo). Le terziarie, le copritrici alari e quelle dei sopraccoda hanno punta bianca. La
coda è lunga per una Sylvia, e ha le timoniere esterne parzialmente bianche. In agosto i giovani
hanno l'iride scura o beige e sono privi di barratura, così da somigliare al beccafico, che ha però
coda più corta e penne senza margini bianchi. Ha abitudini schive, se si osserva una bigia padovana
scappare di sfuggita, può ricordare l'averla piccola (per habitat, dimensioni e volo), ma ha il dorso e
la coda grigi. Richiamo: uno strepitante trrrrr-tt-t, in calando. Canto simile al beccafico, ma più
aspro e graffiante, con frasi brevi, spesso emesso in voli canori (come la sterpazzola).
Bigia grossa
La bigia grossa (Sylvia hortensis) è grande, con cappuccio scuro, sottile iride chiara (possibili
eccezioni), le timoniere esterne sono bianche e le parti inferiori sono biancastre. La livrea è simile a
quella dell'occhiocotto, che è però molto più piccolo e, nell'adulto, ha iride rossa. I giovani
somigliano a grosse bigiarelle. Richiamo: un brusco tak. Il canto è sonoro, con serie di frasi ripetute,
geograficamente variabile: la razza crassirostris del sud-est europeo ha un canto ricco quasi come
l'usignolo, tru tru tru fifiù fifiù, yu-yuyu-bru-trìì... e così via, la razza del sud-ovest europeo
hortensis ha canto più monotono, con alternanza di note alte e basse,
come una grossa cinciallegra, ffi-rru, ffi-rru, ffi-rru. Nidifica nell'Europa
meridionale, in boschi aperti, boschetti e parchi, sui rami bassi degli
alberi, tra i cespugli. Depone in genere due covate, costituite
usualmente da 4/5 uova (talvolta 6) che sono incubate da entrambi i
sessi. I nidiacei, nidicoli, sono allevati dai due genitori. L'alimentazione
della bigia grossa è costituita da invertebrati (insetti) e sostanze
vegetali (frutta).
Beccafico
Il beccafico (Sylvia borin) ha le parti superiori marroncine, con
sfumature verdi, parti inferiori bianco-grigiastre e le zampe brune. Non
ha particolari segni distintivi (può mostrare un brevissimo accenno di
striscia oculare), è comunemente definito un "piccolo uccello marrone".
Simile al canapino pallido e asiatico, alla cannaiola verdognola e al
giovane di bigia padovana. Ha la testa arrotondata, il
becco grigio corto e non sottile, la pressoché totale
assenza di sopracciglio. Spesso è leggermente più
grigio ai lati della nuca e alla base del collo. E
difficilmente visibile perché e sempre nascosto nel
fogliame, anche quando canta, ha un canto
gorgheggiato, come nella capinera, ma più lungo e
ricco. In autunno sono più facilmente avvistabili perché
s'avventurano su sambuchi e caprifogli alla ricerca delle
ghiotte bacche che forniscono loro le energie per la migrazione. Allarme:
un'aspra nota nasale, chiocciante, ripetuta allo sfinimento, cek-cek-cek...
Nidifica in boschi aperti, parchi e giardini, nel sud dell'areale in arbusteti
montani o boschetti lungo i fiumi. Entrambi i genitori costruiscono un
nido a coppa dove vi sono deposte in genere 2 covate, costituite
solitamente da 4/5 uova (più raramente da 3/7) che sono incubate da
entrambi i sessi per 11/12 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il
nido all'età di 9/10 giorni. Si nutre prevalentemente d'invertebrati (insetti, vermi) e sostanze
vegetali (frutta e bacche) particolarmente nel periodo autunno invernale.
Capinera
La capinera (Sylvia atricapilla) è un massiccio uccello canoro
facilmente riconoscibile dal cappuccio, nero nei maschi e rosso
ruggine in femmine e giovani. La taglia è media con tono di
fondo grigio. In primavera è facile individuarla grazie al suo
canto, che ha inizio con un rapido gorgheggio per esplodere in
poche e sonore note flautate. E' un migratore, in autunno si
alimenta sui rovi in cerca di bacche per costituire le riserve energetiche. La capinera dell'Europa
occidentale sverna in Africa occidentale, mentre le popolazioni esteuropee
trascorrono l'inverno in Africa orientale. Vi è anche una modifica comportamentale
nelle migrazioni in Inghilterra dovuta all'abitudine della gente di lasciare
abbondanti scorte di cibo nelle mangiatoie. In Italia è nidificante e parzialmente
sedentaria. Nidifica comunemente nei boschi ricchi di sottobosco, oltre che in
parchi e giardini, ma è elusiva, se avvicinata scappa. Spesso si nutre di bacche.
Canta da posizioni ben nascoste.
Sterpazzola
La sterpazzola (Sylvia communis) negli anni cinquanta era talmente
comune da avere un nome comune associato alla regione
d'appartenenza. Ha subito, negli anni, un forte declino a causa delle
siccità in Africa (quartieri di svernameto), ed oggi è in parziale recupero.
La sterpazzola, come tutti i silvidi, è nota soprattutto per le sue qualità
canore e per le consolidate abitudini migratorie. Il maschio ha il capo
grigiastro, le copritrici delle ali castano-rossastre e la gola candida, che
spesso contrasta con il petto rosato. Coda piuttosto
lunga con timoniere esterne chiare. Rispetto alla
bigiarella ha le zampe più chiare e soprattutto le ali di
un vivo color nocciola. Mentre canta le penne della gola
si gonfiano, facendo risaltare ancor di più la macchia bianca e rendendola visibile
anche da lontano. Femmine e giovani sono meno appariscenti, ma sempre
identificabili dalle ali color ruggine. Frequenta le aree aperte con cespugli, siepi e
macchie, rovi e ortiche, spesso infestate da erba alta. Molto attiva, sempre in
movimento nel folto degli arbusti. Richiamo: un secco vett vett vett.
Allarme: un aspro cerr. Canto, dalla cima di arbusti o da fili sospesi,
breve e rapido, aspro e a strappi; esempio: ciack-e-ro-cì-ciack-e-ro. Più
prolungato e variato nei voli canori (a qualche metro di altezza).
Nidificante comune in boscaglie (rami bassi), arbusti e siepi, utilizza gli
ambienti marginali nelle aree coltivate. Depone in genere due covate,
costituite usualmente da 4/5 uova (talvolta 6) che sono incubate da
entrambi i sessi. I nidiacei, nidicoli, sono allevati dai due genitori.
L'alimentazione della bigia grossa è costituita da invertebrati (insetti) e
sostanze vegetali (frutta).
Bigiarella
La bigiarella (Sylvia curruca) ama le buone vecchie siepi dove si può
nascondere nella profondità del fogliame, scivolando fuori dalla visuale,
cantando qua e là, ma frequentemente, dando il tintinnio distintivo che lo
fa sembrare una canzone. In autunno non riesce a resistere al sambuco e
ai suoi frutti o al caprifoglio, basta aspettate pazientemente e
tranquillamente, osservando un cespuglio ricco di bacche e, con un pò di
fortuna, si potranno vedere bigiarelle o altri Silvidi che
arrivano per cibarsi. La bigiarella potrebbe essere
presente anche nei giardini, ma è sconosciuta alla maggior
parte delle persone. Nidificante abbastanza comune in
densi boschetti cespugliosi (anche siepi di giardini e
giovani impianti di pino). Depone 10/11 uova che si
schiudono dopo 11 giorni; i piccoli volano dopo 11 giorni. Somiglia alla Sterpazzola, ma è
leggermente più piccola, con coda più corta. Le parti superiori sono grigiastre con ali grigio-brune e
copritrici auricolari scure. Le parti inferiori sono molto chiare, pressoché interamente bianche, il
petto è privo di toni beige (similmente alla femmina di sterpazzolina) iride grigia, zampe grigio
scuro. Il richiamo è un breve schioccante zett. In migrazione emette un rauco e gridato ciuì-di-di-di
da cinciarella. Il canto, usualmente da posatoi nascosti, è diviso in due parti: prima un breve
chiacchiericcio sommesso, poi un forte e veloce trillo, trifflffiffiffilì.
Silvia di Ruppell
La silvia di Ruppell (Sylvia rueppellii) nidificante locale nel sud-est europeo in boschetti spinosi,
principalmente in zone rocciose. Nel maschio la gola e il cappuccio sono neri, separati da un sottile
mustacchio bianco, e le parti superiori sono grigie. Nella femmina solo il mento ha chiazze scure,
separato dal cappuccio grigio scuro da una sottile linea bianca, sopra sembra completamente grigia,
con margini chiari sulle terziarie e su alcune copritrici maggiori. L'anello orbitale e le zampe sono di
colore rossastro in entrambi i sessi. Il richiamo è uno stridio da passera, come nella padovana, ma
più debole (e senza decelerazioni), emette anche una serie di schiocchi aspri. Canto molto simile
all'occhioccitto, ma meno forte, meno meccanico, più altalenante. Voli canori al rallentatore, con
planate ad ali rialzate.
Occhiocotto
L'occhiocotto (Sylvia melanocephala) nidifica comunemente
nell'Europa meridionale in ambienti di macchia e sottobosco. Il
maschio ha un cappuccio nero-ebano, con anello orbitale rosso ben
visibile. La femmina e il giovane sono più difficili da identificare, hann
parti superiori scure e fianchi grigio sporco, la coda abbastanza lunga
e arrotondata, le parti inferiori opache, in contrasto con la gola bianca. L'anello orbitale è rosso
anche nella femmina, bruno e indistinto nel giovane. La bigia grossa è più grande e priva di anello
orbitale. Il richiamo consiste in un forte strepito meccanico, ciurr, trit-trit-trit-trit, o in un più lento
terit terit terit, se agitato, emette una serie di aspre note schioccanti. Il canto è composto dagli
stessi versi aspri, intervallati da brevi e sonori fischi. Compie anche voli canori.
Occhiocotto di Ménétriés
L'occhiocotto di Ménétriés (Sylvia mystacea) nidificante nell'Europa più
orientale, in boschetti di tamerici, spesso in zone rocciose o lungo le valli
fluviali. Raro, accidentale nell'ovest europeo, è molto simile
all'occhiocotto. Il maschio ha un cappuccio nero che sfuma sul dorso
grigio-marrone e l'anello orbitale rossiccio, le parti inferiori sono rosate,
talvolta rosso mattone sulla gola, petto e fianchi. La coda non è
altrettanto arrotondata. La femmina è più chiara e bruna sulle parti
superiori, con un tono camoscio sulle parti inferiori. Sta nascosto nei
cespugli, dove si muove irrequieto. Il richiamo è un duro e ripetuto tak e anche uno chiacchierato
stridio da passera come nella silvia di Ruppel. Il canto è simile a quello dell'occhiocotto, ma più
musicale e variato, leggermente più lento e a singulti, le frasi sono più lunghe.
Sterpazzolina
La sterpazzolina (Sylvia cantillans) è tipicamente vivace e irrequieta,
volteggia sui caldi pendii rocciosi del Sud Europa. Come molti altri
usignoli, si esibisce in un canto in volo, i maschi si alzano
improvvisamente, sbattendo le loro piccole ali e
intonando un canto simile a un chiacchiericio non
musicale. Il maschio è grigio-azzurro sopra, con ali
di colore più scuro, mento, gola, petto e fianchi sono
color ruggine. Ha un distinto mustacchio bianco e un
anello orbitale rosso. La femmina è più spenta,
senza i forti toni azzurro e rosso, mantiene comunque il mustacchio bianco.
L'anello orbitale è più chiaro e indistinto, con anello perioculare biancastro. La
femmina e il giovane sono riconoscibili dalla sterpazzola di Sardegna per l'ala
superiormente grigio-bruna (non rossiccia), dal
giovane di occhiocotto per le zampe giallognole, l'anello perioculare
chiaro, il tono fulvo delle parti inferiori. Elusiva. Quando è agitata emette
un gracidante prrrrt. Il canto simile a quello dell'occhiocotto e della silvia
di Ruppell, ma più limpido e acuto, vario, con frasi lunghe. Canta dalla
cima di arbusti, o in brevi voli canori. Nidifica nell'Europa meridionale,
nella macchia arida e nelle radure dei boschi mediterranei, tra i cespugli,
dove costruisce un nido a coppa fatto di sostanze vegetali. Probabilmente
depone due covate, costituite generalmente da 3/4 uova (più raramente 5) che sono incubate
prevalentemente dalla femmina per 11/12 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da entrambi i
genitori e restano nel nido per 11/12 giorni. Si nutre prevalentemente d'invertebrati.
Sterpazzolla nana
La sterpazzolla nana (Sylvia nana) nidifica nell'Europa più orientale, in
steppe arbustive e deserti. Arriva in autunno accidentalmente, raramente, in
Europa occidentale. La razza asiatica sembra una piccola sterpazzola chiara.
I sessi sono simili, le parti superiori sono color sabbia, con la coda e le
terziarie ocracea, con margini esterni scuri e parti inferiori chiare e iride
paglierina. La razza del Nord Africa ha il piumaggio più chiaro e meno
contrastato. Vola bassa tra un arbusto e l'altro e si nasconde nel loro interno, saltella anche sul
terreno. La voce è un breve trillo, Il canto è breve, come nella sterpazzola (1-2 secondi), ma più
limpido e veloce. Qualche nota molto simile alla capinera.
Sterpazzolla di Sardegna
La sterpazzolla dì Sardegna (Sylvia conspicillata) è simile ad una
piccola sterpazzola, con becco più sottile (scuro e biancastro alla base) e
la coda in proporzione più corta. Il maschio ha la fronte di un grigio più
scuro, che diviene nerastro sulle redini e vicino all'occhio, intorno a un
evidente anello perioculare bianco. Il petto nettamente rosato (grigiastro
verso l'alto). La femmina con gli stessi disegni, ma più marroncina; parti
inferiori con sfumatura ocracea. Distinta dalla femmina di sterpazzolina per le ali rossicce. La voce è
chiara e secca, zerrrrr. Il canto veloce e variato, con frasi brevi e scandite, di solito aperte con una o
due chiare note da Alaudide. Canta posata in piena vista o in voli canori. Nidifica tra maggio e
giugno nell'Europa sud-orientale, in garighe, cespuglieti e dune costiere. In Italia è specie
principalmente estiva nelle isole e nel meridione, raramente centro e occasionalmente in Liguria.
Magnanina
La magnanina (Sylvia undata) nidifica nel sud-ovest europeo, in
ambienti arbustivi aridi, dalla macchia mediterranea alle brughiere
dell'Inghilterra meridionale. Principalmente è stanziale, di conseguenza
risente del clima freddo negli inverni rigidi, specialmente nella parte
settentrionale dell'areale. La coda è palesemente lunga, il piumaggio
sopra è marrone-grigiastro molto scuro, mentre sotto è mattone
scuro, il marrone della femmina è più sfumato, che di sfuggita può
sembrare interamente grigia. Più scura di ogni altro Silvide, eccetto la
magnanina sarda, che ha però petto grigio e non rossiccio. Il bianco
dell'addome spesso è delimitato nettamente, la base del becco è
giallastra e la gola ha macchie chiare. Solitamente presenta una piccola macchia bianca al margine
dell'ala vicino all'alula, tiene la coda rialzata e la muove frequentemente. Il volo è basso e debole,
con caratteristici movimenti nervosi della coda. Di solito si tiene ben nascosta, in inverno si vede
talvolta in pattuglie che vagabondano come fanno le cince. Il richiamo è aspri e modulato, cerr-er,
anche un tak, ripetuto talvolta in sequenze veloci. Il canto è forte e irregolare. Canta tutto l'anno,
effettua anche voli canori.
Magnanina sarda
La magnanina sarda (Sylvia sarda) è simile alla magnanina, ma ha le parti
inferiori grigie e non rosse. La femmina è più bruna sulle parti superiori e chiara in
quelle inferiori. I giovani somigliano alla femmina, ma sono ancora più chiari
sull'addome. Rispetto alla magnanina, anche la base del becco è aranciata,
l'addome è bianco e non chiaramente delimitato, le macchie della gola e dell'ala
sono assenti. La coda lunga e il colore scuro la distinguono da tutti gli altri Silvidi.
Ha abitudini simili a quelle della magnanina, è molto difficile da stanare dagli
arbusti dove si cela. Il canto è molto diverso dalla magnanina (più simile a quello dell'occhiocotto),
più dolce, chiaro e cinguettante, con frasi corte, ma protratte nei voli canori. Nidifica localmente nel
Mediterraneo occidentale, nella macchia arida e discontinua sia sulle coste sia nell'entroterra, tra i
cespugli, costruendo un nido a coppa fatto di sostanze vegetali. Depone una covata, talvolta anche
due, costituite generalmente da 3/4 uova (talvolta 5). Non si hanno notizie dettagliate
sull'incubazione (che nella magnanina comune è effettuata prevalentemente dalla femmina per
12/13 giorni circa) e sull'allevamento dei nidiacei (che nella magnanina comune restano nel nido per
11/13 giorni). la magnanina sarda si nutre d'invertebrati ed anche sostanze vegetali.
Usignolo d'Africa
L'usignolo d'Africa (Cercotrichas galactotes) In passato era considerato un Silvide, questo uccello
oggi è fatto rientrare tra i Turdidi e in effetti ricorda un usignolo. Nidificazioni sparse nell'Europa
meridionale, in aride località aperte, arbusteti, vigneti, siepi e specialmente frutteti. Arriva nella
tarda primavera, non prima di maggio. In Europa sono presenti due razze distinte: galactotes nel
sud-ovest ha vertice e dorso nocciola, syriacus nel sud-est è più chiaro e marrone-grigiastro. In
entrambe le razze è caratteristica la coda lunga con evidenti macchie bianche e nere sulla punta.
Spesso ha un comportamento sfacciato: si posa esposto con coda drizzata e aperta a ventaglio. Si
posa spesso anche sul terreno. La voce è un secco tak. Il canto somiglia a quello del tordo bottaccio
e dell'usignolo, consiste di note chiare e flautate con un ritmo regolare. Canta frequentemente, da
posatoi o in planate a paracadute, come un
prispolone.
Luì grosso
Il luì grosso (Phylloscopus trochilus) nidifica comunemente nell'Europa settentrionale e centrale in
tutti i tipi di boschi dalla pianura alla montagna, purché dotati di sottobosco. Depongono al suolo o
nei pressi di esso sei uova che si schiudono dopo 13 giorni. I pulcini volano a due settimane di vita.
Ha le parti superiori di un grigio-verde uniforme. Le parti inferiori sono
biancastre, con un tono variabile di giallo, specialmente sul petto, che
è più intenso nei giovani. Le popolazioni del nord e del nord-est
Europa sono più grigio-brune. E' simile al luì piccolo (sotto), ma
solitamente meno marrone, con sopracciglio più distinto e zampe
normalmente più chiare (possono anche essere brune). Sia il luì
grosso, sia il luì piccolo, sono mangiatori d'insetti, irrequieti, che
catturano saltellando sui rametti o sulle foglie dei cespugli, in
particolare sui salici, nei pressi dei corsi d'acqua. Richiamo e allarme:
un debole, morbido fuuíit. Canto malinconico ma gradevole, inizia con
poche note alte, scende di scala e di velocità e riprende per salire
verso note finali languide.
Luì piccolo
Il luì piccolo (Phylloscopus collybita) è l'unico lui a svernare in Europa. E'
molto simile al luì grosso, ma più grigio-bruno, ha sopracciglio meno distinto
e zampe scure (possono anche essere brune). Raramente può mostrare un
accenno di barra alare chiara. La razza siberiana tristis è accidentale in
autunno; manca del giallo sulla testa e sulle parti inferiori, ha petto e
sopracciglio color cuoio, vertice e dorso bruni senza sfumature verdi, zampe
e becco neri. Voce come il grosso, ma non così chiaramente bisillabica, con
accento sulla seconda sillaba, è un puìt leggermente rauco (un conciso fiu
nelle popolazioni orientali). Canto: ciff ciaff ciff ciff ciaff._ intervallato da p-r
p-r. Nidifica sul terreno o tra la bassa
vegetazione nei cespugli e rovi, in parchi o boschi aperti ricchi di
sottobosco, dove la femmina costruisce un nido arrotondato con
un'apertura laterale fatto di erbe, muschio, foglie morte, piume, ecc.
Depone una sola covata (talvolta 2) costituita generalmente da 4/9
uova (nell'eventuale seconda covata 4/5) deposte a intervalli
giornalieri. L'incubazione è affidata alla femmina e dura 13/14 giorni. I nidiacei sono nidicoli e
restano nel nido per 12/15 giorni circa. L'alimentazione è costituita da invertebrati (insetti, ragni,
ecc.).
Luì verde
Il luì verde (Phylloscopus sibilatrix) nidifica comunemente nei boschi ad alto fusto (è tipico delle
faggete). Ha il petto e la gola gialli, ben distinti dall'addome bianco, il verde del dorso ha toni
giallastri. Ha un distinto sopracciglio giallo. Il canto è una serie di zip in accelerazione, come una
biglia che cade: zip, zip zipzip-zip-zvirrrrrrrrrr. Emette anche un malinconico diu-diu-diu... Compie frequenti, brevi, voli canori
orizzontali tra le chiome degli alberi e verso il basso, il trillo finale è prodotto nell'atterraggio.
Richiamo, un rauco zip; allarme, un singolo diu.
Luì pallido
Il luì pallido (Phylloscopus nitidus) nidifica in foreste montane di latifoglie sul Caucaso. Forse è una
razza di Luì verdastro. Barra alare bianco-giallastra (talvolta l'accenno di una seconda). Sopracciglio,
guance e parti inferiori di un giallo chiarissimo. Voce e canto come il Verdastro.
Luì scuro
Il lui scuro (Phylloscopus fuscatus) arriva accidentalmente in autunno dall'Asia. E' simile al luì di
Schwarz, ma ha il becco e zampe più sottili, marroncini, talvolta le parti inferiori sono più scure
(marroni-rossastre) e sopracciglio sottile, bianco sfumato di ruggine sopra e dietro l'occhio. La
regione auricolare è più ruggine. E' privo di giallo nelle parti inferiori, ha il petto ed i fianchi
camoscio. Si distingue dal luì piccolo razza tristis per il colore delle zampe, sopracciglio più lungo e
palese, dorso più scuro e base del becco chiara. Spesso al suolo. Voce: uno schiocco da Capinera,
ciak.
Luì di Schwarz
Il luì di Schwarz (Phylloscopus schwarzi) è molto raro proveniente dall'Asia. E' bruno olivastro
sopra, bianco sotto, con petto e fianchi bruno-gialiastri. Sottocoda ocra. Il becco e le zampe sono
massicci, le zampe giallo-rosate. Ha un sopracciglio largo e distinto, beige, biancastro dietro, spesso
più largo davanti all'occhio, striscia oculare scura. Spesso al suolo. Voce: uno schiocco nasale come
cep o cerp, meno secco di quello dello Scuro.
Luì bianco
Il luì bianco (Phylloscopus bonelli) nidifica preferibilmente in zone montane dell'Europa centrale e
meridionale, in boschi di pini o querce. Ha le parti superiori olivastre che sono più grigie nella razza
orientalis della Grecia e dei vicino oriente. Le timoniere e le remiganti hanno il margine giallastro, il
groppone è giallastro (solo accennato nei giovani), le parti inferiori sono candide e la regione
auricolare è chiara. E' schivo, mobile nel fogliame. La voce è un forte e protratto tiu-ii, distintamente
bisillabico, con una variante diuuii abbastanza simile a quella dei verdone, emessa a velocità
diverse. La razza sud-orientale ha voce molto simile al giovane di passera domestica: ciff. Canto
simile alla parte finale di quello dei luì verde.
Luì forestiero
Il luì forestiero (Phylloscopus inomatus) nidifica nell'Europa nord-orientale e in Asia. Arriva
raramente ma regolarmente in Europa nordoccidentale, in autunno. E' molto piccolo, con parti
superiori verdastre, parti inferiori candide, sopracciglio giallo pallido, due distinte barre alari,
terziarie con larqo margine chiaro. Talvolta ha un accenno di striscia apicale sul vertice,
specialmente nella parte posteriore. Ha abitudini simili al luì gosso, spesso durante la migrazione si
mescola ad altri lui e cince. Richiama spesso, con un verso simile a quello della cincia mora, ma più
acuto e talora ripetuto due volte. Canto molto acuto e sottile, simile a quello del regolo, ma aspirato.
La forma humei delle montagne dell'Asia centrale, rarissimo accidentale in Europa, ha un richiamo
differente, discendente, e canto simile al richiamo dei tordo sassello.
Luì boreale
Il luì boreale (Phylloscopus borealis) è un raro visitatore dell'Europa occidentale, locale nei boschi
di betulle delle montagne del nord, di solito vicino ai corsi d'acqua. Arriva a mezza estate, dai
quartieri di svernamento dell'Asia sud-orientale (migrazione di oltre 12.500 km). Rispetto agli
altri lui è grande e snello, con una distinta barra alare (talvolta l'accenno di una seconda). Il
sopracciglio è lungo e stretto, molto evidente (non raggiunge la base della fronte), parallelo a una
marcata striscia oculare scura che raggiunge la base del becco. I fianchi ed i lati del petto hanno
sfumature grigio-olivastre, le zampe sono bruno chiaro. Il becco è robusto. Il boreale si distingue dal
verdastro per la voce, la taglia e il sopracciglio, oltre che per il colore di fianchi e zampe. Il boreale
rimane nascosto tra la chioma degli alberi. Il richiamo è un breve e penetrante drzi, che ricorda il
merlo acquaiolo.
Luì verdastro
Il luì verdastro (Phylloscopus trochiloides) è una specie orientale che arriva raramente nell'ovest
europeo (durante le migrazioni). Di solito in boschi ricchi di sottobosco, decidui ma anche di abete.
Somiglia al grosso e al piccolo, ma ha un sopracciglio più lungo e distinto (a differenza del boreale,
raggiunge la fronte, mentre la stria oculare scura si ferma prima della base dei becco) e una sottile
barra alare (talvolta assente). I fianchi sono grigio-olivastri e le zampe sono chiare (più del boreale).
La voce è un forte tiffi, simile a quella della ballerina bianca, come anche il canto rapido e frizzante,
che può terminare in un trillo da scricciolo. Richiama a volte come la cincia mora.
Luì del Pallas
Il luì del Pallas (Phylloscopus proregulus) arriva molto raramente, ma regolarmente, nel tardo
autunno nel nord-ovest europeo, proveniente dall'Asia. Nidifica solitamente in foreste di conifere o
miste, ma in migrazione si ritrova in boschi di latifoglie o in arbusteti e boschetti. E' molto piccolo e
simile al regolo, ma con un palese groppone giallo brillante (raramente bianco, eccezionalmente
scuro) evidente specialmente in volo. Il vertice è molto scuro, con una striscia apicale chiara e un
lungo sopracciglio, striscia oculare scura e piegata verso il basso dietro la guancia. La testa sembra
particolarmente massiccia. Si riconosce dal simile luì forestiero per il colore del groppone e perché la
striscia apicale è sempre presente e marcata. Talvolta si associa a branchetti di regoli o cince. Ha
abitudini simili a quelle del regolo, come lo sfarfallare nel fogliame alla ricerca d'insetti. Si vede
anche appeso a testa in giù come una cincia. In migrazione è piuttosto silenzioso. Canto vagamente
simile allo scricciolo, forte e variato.
Regolo
Il regolo (Regulus regulus) solitamente se ne sta nella chioma degli
alberi, muovendosi lungo i rami o sfarfallando da uno all'altro. E' il più
piccolo uccello europeo (insieme al fiorrancino). Ha un piumaggio
verde, con una larga striscia apicale gialla che attraversa il vertice,
affiancata da due strisce nere. Nel maschio la striscia presenta tracce di
arancione. Il giovane inizialmente è privo delle strie sul capo, ma questo
piumaggio è difficilmente osservabile perché gli individui molto giovani
non lasciano facilmente le chiome degli alberi e la muta interviene molto
presto. Fuori dei periodo riproduttivo i regoli vagabondano in branchetti, frequentando anche le
foreste di latifoglie e persino gli alberi isolati, spesso insieme alle cince. In inverno sono molto
confidenti e visibili. negli inverni molto freddi scendono abbondanti sia di quota sia di latitudine. Il
canto è alto e tremolante, con una breve variazione finale. Nidifica soprattutto in boschi di abete, ma
anche di altre conifere e misti, inclusi i giardini, costruisce un nido rotondo fatto di sostanze vegetali,
foglie, licheni (costruito da entrambi i sessi). E' molto prolifico e depone due covate, costituite
generalmente da 7- 10 uova (occasionalmente fino a 13) incubate dalla femmina per 14-17 giorni. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 16-21 giorni (aprono gli
occhi all'età di 7-8 giorni).
Fiorrancino
Il fiorrancino (Regulus ignicapillus) nidifica nell'Europa centrale e
meridionale, in boschi decidui, di conifere e misti (inclusi boschi
mediterranei). Come il regolo è molto prolifico e depone due covate di
7/10 uova che si schiudono dopo 14/16 giorni, i piccoli volano a 23
giorni. Fiorrancino e regolo sono i più piccoli uccelli d'Europa, in inverno
sono piccoli fagottini rigonfiati per resistere al freddo. Si distingue dal
regolo per la marcata striscia bianca sopra l'occhio e per la striscia nera
che lo attraversa. Il piumaggio ha un'elegante sfumatura bronzea sulle
spalle, che sono verdi come il dorso nel regolo. Abitudini simili al regolo. Voce estremamente simile
al regolo, ma le ultime note salgono di tono; emette anche un richiamo più simile alla cincia mora. Il
canto è una monotona serie di note alte che accelera e sale leggermente; non è così articolato come
nel regolo ed è un po' più veloce.
Pigliamosche e le balie
I pigliamosche e le balie (famiglia Muscicapidae) hanno taglia piccola e becchi sottili, vivono in
parchi e boschi, catturano insetti in volo. Generalmente nidificano in buchi o anfratti, covano 4/6
uova. 6 specie.
Balia nera
La balia nera (Ficedula hypoleuca) cattura gli insetti in volo pur non
essendo brava come il pigliamosche. Curiosamente ed inspiegabilmente è
localizzata in alcuni boschi ed in altri è totalmente assente pur essendoci
le condizioni ideali per viverci: vecchie e nodose querce ove nidificare ed
ampie radure per cacciare le mosche. Quando è posata e si guarda
intorno apre le ali (spesso una più alta dell'altra) e agita la coda. Il
maschio è bianco e nero, talvolta marrone, ma sempre con una macchia
bianca sulla fronte, che invece è assente nella femmina. Questa è molto difficile da distinguere dalla
femmina di balia dal collare. Canto ritmico e vivace, allarme metallico e persistente, frequente in
migrazione. Nidifica in boschi con almeno qualche latifoglia (anche parchi e giardini). Utilizza le
cassette-nido. Il nido è posto spesso in prossimità dell'acqua, nei buchi dei tronchi
di origine naturale o prodotti dai picchi e nelle cavità degli edifici. L'interno è
imbottito dalla femmina con foglie, muschio e licheni. L'unica covata annuale si
compone di 4/7 uova (da 1 a 11, ma le covate maggiori appartengono
probabilmente a due femmine). Le uova sono incubate dalla femmina per 12/13
giorni. La prole, nidicola, è assistita da entrambi gli adulti e vola all'età di 13/16
giorni. La balia nera si nutre d'insetti, catturati sia tra il fogliame sia in volo, dopo
essere stati avvistati da un posatoio. Il maschio, che può assumere un
comportamento poligamo, difende il possesso della cavità adatta alla riproduzione
e invita la femmina, con una serie di posture, a visitarla e a prenderne possesso.
Balia caucasiaca
La balia caucasica (Ficedula semitorquata) nidificante sparso sui Balcani, in Crimea e sul Caucaso.
Molto simile alla nera, anche nei richiami (canto più alto e debole). Femmina indistinguibile sul
campo. Maschio con più bianco sull'ala, inclusa la punta delle copritrici medie, spesso più bianco ai
lati del collo, come un inizio di collare.
Balia dal collare
La balia dal collare (Ficedula albicoffis) nidifica in foreste di faggi e querce, oltre che in parchi e
frutteti e, nella parte sud dell'areale, sui versanti di bassa montagna. Tipici del maschio sono il
collare e la grande macchia frontale bianchi. E' più bianca sull'ala che nella balia nera e il groppone è
grigio-biancastro, mai bruno. Sul campo la femmina si può distinguere da quella di balia nera per le
parti superiori più grigie, la nuca grigio chiaro e il bianco più evidente sull'ala chiusa (bianco anche
alla base delle primarie). Il canto è molto differente da quello della nera, costituito di note stridenti,
sforzate.
Pigliamosche pettirosso
Il pigliamosche pettirosso (Ficedula parva) è comune localmente negli angoli più umidi e fitti dei
boschi di latifoglie o misti. Nidifica nelle fessure degli alberi. Ha un comportamento simile al luì
grosso. Quando è posato, agita la coda, che ha grandi macchie bianche alla base. Il maschio adulto
ha la gola rosso mattone. La femmina ha invece un'indefinita sfumatura giallastra su mento e petto.
I maschi del primo anno (già riproduttivi) hanno piumaggio uguale alle femmine. Il canto inizia
ritmicamente, come nella balia nera (sopra), e termina con una caratteristica serie di note
discendenti.
Pigliamosche
Il pigliamosche (Muscicapa striata) è un piccolo uccello dagli occhi
aguzzi che compie grandi spostamenti (Africa/Europa, andata e ritorno,
tutti gli anni), è comune in boschi aperti, parchi e giardini. Si nutre quasi
esclusivamente d'insetti che cattura a mezz'aria: si posa sui rami
sporgenti e penzolanti, da cui compie brevi sortite per catturare le prede.
In questi casi mantiene una postura eretta, è molto vigile e frulla le ali.
Spicca il volo improvvisamente e compie un volo acrobatico per inseguire
l'insetto che viene catturato con un colpo di becco. Poi torna quasi
sempre allo stesso posatoio di partenza. Compie gli stessi gesti sia nelle
foreste, sia nelle savane africane. Piumaggio grigio appena sfumato di marroncino,
con strie sul petto e sulla fronte. Sessi simili. Voce: un rauco zriit; allarme tsi-tac.
Il canto, estremamente semplice, consiste in 3-4 ripetizioni del richiamo. Nidifica
in nicchie anche inusuali, su una sporgenza, tra la biforcazione di rami o dove un
ramo è stato staccato creando una sporgenza, nei muri coperti da piante
rampicanti o arbusti dove costruisce un nido fatto di muschio, piccole radici, crini,
piume, lanugine. Depone 4/5 uova (raramente 2/7) che sono incubate
prevalentemente dalla femmina, nutrita dal maschio, per 11/15 giorni. I nidiacei,
nidicoli, lasciano il nido dopo una media di 12/15 giorni e sono nutriti dai genitori
per un'altra ventina di giorni. Il pigliamosche si nutre di insetti (soprattutto Ditteri,
Imenotteri, Coleotteri e Libellule) nonché di vermi e di bacche.
Pigliamosche beccolargo
Il pigliamosche beccolargo (Muscicapa latirostris) è una specie asiatica. Grigio-bruno (terziarie
con un sottile margine chiaro, che può formare una sottile barra alare). Ha un sottile anello
perioculare chiaro e larghe redini chiare. Il becco è piatto, lungo e con base larga (giallastra o
rosata). I sessi sono simili. Canto stridente come un pettirosso sovraeccitato. Il richiamo è un sottile
sii.
Culbianchi, monachelle e specie affini
Culbianchi, monachelle e specie affini sono uccelli terricoli di piccola taglia che vivono in zone
aperte. I maschi sono più vivacemente colorati delle femmine. Spesso si posano sui sassi o in cima
ai cespugli, piegano e scuotono la coda. Catturano gli insetti soprattutto sul terreno. Depongono
covate di 4/6 uova in buche nel terreno o tra sassi.
Le specie europee possono essere difficili da riconoscere, soprattutto le femmine.
Culbianco
Il culbianco (Oenanthe oenanthe) predilige le aree con vegetazione
sparsa. Di tutti i migratori primaverili che ritornano in Europa
dall'Africa, il culbianco è uno dei primi e dei più belli. Puliti, i maschi di
primavera hanno un aspetto immacolato e portano una nota di colore
e di vita dopo il lungo inverno. Possono apparire quasi ovunque, sulla
costa o su un campo da gioco, su un campo arato o sull'erbosa riva di
un serbatoio. I migratori autunnali si possono trovare in posti insoliti.
D'estate preferiscono punti remoti, spesso sulle colline dove le persone
sono poche e distanti fra loro. Il culbianco compie una delle più
straordinarie migrazioni del mondo animale: gli uccelli che nidificano in
Groenlandia possono scendere verso sud passando attraverso l'Europa
oppure dirigersi ad ovest e attraversare il continente asiatico. In entrambe i casi si dirigono negli
stessi quartieri di svernamento in Africa (anche direttamente, Groenlandia
Africa). In tutti i piumaggi la coda ha n caratteristico disegno bianco e nero. Il
maschio ha il vertice e il dorso grigio-cenere, striscia nera sull'occhio e
sopracciglio candido nel piumaggio estivo. Camoscio rosato sulle parti inferiori,
che sfuma in bianco in estate. La femmina è grigio-bruna sopra, con un netto
sopracciglio color crema. I giovani somigliano alle femmine ma sono
picchiettati. La razza groenlandese (0. o. leucorrhoa), che migra attraverso
l'Europa occidentale, è un po' più grossa e col becco più massiccio, più bruna
sopra e con sfumatura rossiccia sotto. Emette un fischio acuto, iit, e un duro
ciak. Canta da un masso o durante un breve volo canoro, spesso di notte: una
breve frase gracchiante e gorgogliante a tempo veloce, con i fischi intercalati.
Nidificante comune in zone aperte, rocciose, nidifica in cavità, in buche del
terreno o in tane di coniglio. Depone una o due covate, costituite generalmente
da 5/6 uova (a volte 3/8) che sono incubate da entrambi i sessi, ma
prevalentemente dalla femmina per circa 14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i
genitori e restano nel nido per circa 15 giorni. L'alimentazione dei culbianco è costituita
prevalentemente da invertebrati.
Culbianco isabellino
Il culbianco isabellino (Oenanthe isabellina) nidifica nelle steppe e semideserti dell'Europa sud-orientale. E' grande, di color sabbia uniforme, con le ali
più chiare dei congeneri (visibili soprattutto in volo). In particolare le copritrici
secondarie (piccole e medie) e maggiori sono color camoscio chiaro, con alula
bruno-nera che contrasta. (il culbianco, simile in autunno, ha copritrici scure al
centro e alula non contrastante.) Di norma il nero sulla coda è maggiore di
quello dei culbianco. Il becco è lungo. I sessi sono solitamente simili, ma i
maschi, in media, hanno il sopra-becco scuro. Il sopracciglio è biancastro, soprattutto davanti agli
occhi. Da fermo la postura è un po' più eretta che nel culbianco. Il richiamo è un metallico ciip. Il
canto è completamente diverso da quello dei congeneri, può continuare per 15 secondi, un
chiacchiericcio con imitazioni, anche con serie di fischi.
Monachella dorsonero
La monachella dorsonero (Oenanthe pleschanka) nidifica in zone rocciose, aride, erosive
dell'Europa sud-orientale. Spesso si posa in posizione elevata e compie sortite per catturare insetti
(tipo averla). Il maschio ha il dorso nero che ai lati del collo si congiunge con il grande bavaglino
nero. Il disegno della coda è simile al cuibianco, ma la banda terminale è generalmente più sottile.
La femmina è molto simile a quella della razza orientale di monachella, ma bruno-grigio smorto sul
dorso e in maggioranza col bavaglino scuro più evidente (solo raramente nella monachella). Ha una
banda pettorale bruno-fulvo (più camoscio-arancio nella monachella). Il richiamo è un aspro tack e
un tipico ronzio raspato, brzu. Il canto è molto simile a quello della monachella, brevi frasi
cinguettanti, talvolta con imitazioni intercalate.
Monachella
La monachella (Oenanthe hispanica) ha il disegno caudale come la
dorsonero (sopra). Il maschio è dimorfico (dimorfismo sessuale =
colorazione del maschio diversa dalla femmina), una forma con la gola
nera e l'altra con la gola bianca. La prima si differenzia dalla dorsonero
per il dorso color camoscio, dal maschio di monachella del deserto per il
disegno caudale. La femmina è distinguibile da quella del culbianco per il
sopracciglio mal definito, il dorso in media più bruno e meno grigio, redini
spesso più chiare, banda pettorale più aranciata, coda con più bianco e
gola un po' screziata di grigio. Le femmine della razza orientale, melanoleuca, sono grigio-brune sul
dorso difficili da distinguere da quelle della dorsonero. Richiamo: un aspro tack seguito di solito da
note fischiate, il canto è emesso in volo o da un posatoio, simile a quello dei cuibianco. Nidifica
comunemente in zone aperte sassose o rocciose, macchia mediterranea e vigneti, a quote minori dei
cuibianco. Pone un nido a coppa fatto con sostanze vegetali, generalmente a livello del suolo, tra la
bassa vegetazione. Depone due covate, costituite generalmente da 4/5 uova. L'incubazione è
effettuata dalla femmina e dura intorno ai 15 giorni. I nidiacei, nidicoli (nidicoli = rimangono nel nido
e sono imbeccati dai genitori), sono allevati da entrambi i genitori. L'alimentazione della monachella
è costituita prevalentemente da invertebrati (insetti, ecc.). E' una specie migratrice che sverna a sud
dei Sahara.
Monachella di Finsch
La monachella di Finsch (Oenanthe finschii) nidifica in Turchia orientale, nel Caucaso e più a est.
Può essere confusa con la forma a gola nera della monachella, ma il maschio ha più nero sulla gola,
che si incontra con il nero delle ali, il chiaro del dorso è più ristretto, il petto meno color camoscio, le
remiganti più chiare sotto che contrastano con il sottoala nero lucido. La femmina è grigio chiaro
sopra con toni bruni sulle guance e copritrici maggiori, la gola e il mento sono grigi e il petto è senza
bruno.
Monachella codarossa
La monachella codarossa (Oenanthe xanthoprymna) nidifica in zone rocciose in Iran e più a est.
Una razza migra attraverso il Sinai ai quartieri di svernamento africani. Si riconosce da dorso e
vertice bruni e groppone color ruggine, sottile sopracciglio bianco e base della coda bianca.
Monachella del deserto
La monachella del deserto (Oenanthe deserti) è un visitatore autunnale molto raro proveniente
dai siti riproduttivi africani e asiatici. Frequenta zone aride e aperte. In Italia è forse un migratore
irregolare. Assomiglia alla forma a gola nera della monachella, ma solo il groppone è bianco, le
timoniere sono quasi interamente nere. Inoltre le ali sono più marginate di chiaro, non sono così
color fuliggine. La femmina è simile a quella della monachella e della dorsonero, ma il disegno
caudale è tipico. Richiamo: un fischio acuto. Canto: breve e lamentoso, un trillo discendente.
Monachella nera
La monachella nera (Oenanthe leucura) nidifica in Europa sudoccidentale, in zone montane aride e rocciose, forse anche in Italia.
Sempre facile da riconoscere: in tutti i piumaggi è uniformemente nera
(femmina nero-brunastra, maschio giovane nero opaco), tranne il
groppone e la parte esterna della coda che sono bianchi. E' anche
evidentemente più grande dei congeneri. Emette un tsciek tsciek e
acuti fischi, piii-i. Il canto è un trillo breve e variato, tipo codirossone.
Stiaccino
Lo stiaccino (Saxicola rubetra) è diminuito diminuiti in molte zone data la
diminuzione dei pascoli con i cardi sparsi e altre piante. Ama anche le giovani
conifere, ma spesso queste diventano troppo alte e fitte: pendii di brughiere e
felceti con cespugli sparsi sono i posti migliori dove trovarlo. Lo stiaccino è
furbo, vivace, solitamente si posa con la testa alta, le ali in movimento, si
guarda attorno per trovare del cibo o per scovare il pericolo dei predatori. Se
disturbati chiamano frequentemente, specialmente se hanno dei piccoli nelle
vicinanze. Il maschio ha il sopracciglio bianco evidente e la gola arancioruggine bordata di bianco, guance e redini molto scure.
Ha una macchia bianca alare. a femmina ha colori più
smorti. E' distinguibile in tutti i piumaggi dal saltimpalo per la base bianca
delle timoniere esterne e il sopraccoda sempre striato di bruno. Allarme: yu
tek, yu tek-tek, una specie di dolce breve fischio seguito da schiocchi di
lingua. Canto: breve e rapido, che inizia e termina all'improvviso, poche
note chiare miste a suoni gracchianti. Frase variabile, spesso con imitazioni,
in una variante è simile allo strillozzo. Canta soprattutto di notte. Nidifica
comunemente in zone aperte, praterie umide con arbusti sparsi, brughiere,
bassa vegetazione di ripa. Pone un mido fatto a coppa, sul terreno, tra la
vegetazione. Depone una o due covate, costituite da 5/7 uova (talvolta 4)
incubate dalla femmina per un periodo di 13/14 giorni. I nidiacei, nidicoli,
sono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 13/14 giorni
(talvolta anche fino a 17). Si nutre prevalentemente d'invertebrati (insetti).
Saltimpalo
Il saltimpalo (Saxicola torquata) è come lo stiaccino, ma un pò più
arrotondato e un pò più stravagante nel modo in cui "rimprovera" le persone
quando si avvicinano troppo al suo nido. I saltimpalo sono tipici in zone
selvagge con più rocce e spessi cespugli di cave. Gli stiaccini vanno in Africa
in inverno, ma i saltimpalo restano nelle parti dell'ovest e del sud Europa.
Nelle zone più fredde, come la Gran Bretagna, sono più o meno circoscritti
alle coste, dove gli inverni sono meno severi. I saltimpalo sono presenti
nella maggior parte di Europa, Asia e Africa; alcuni dal lontano nord e
dall'est migrano ad ovest del continente europeo in
autunno: sono dei viaggiatori di lunghe distanze. Quelli
che nidificano ad ovest non si allontano mai molto da
casa. Nidifica in Europa centrale e meridionale, in brughiere e pianure erbose
con cespugli, spesso in ginestrai. Di solito preferisce ambienti più selvaggi dello
stiaccino. Il maschio è tipico, ha il capo tutto nero, compresa la gola. La
femmina con testa bruna. Entrambi i sessi hanno del bianco sulla parte
mediana dell'ala, il maschio ha anche il groppone bianco. La coda è senza
bianco (eccezioni per individui della regione del Caspio e dell'Iran). La razza
siberiana maura, accidentale nel tardo autunno in Europa occidentale, ha il
groppone bianco-camoscio e, nel piumaggio autunnale mutato, è chiara come
la femmina di stiaccino, ha sopracciglio chiaro, sebbene non netto come nello
stiaccino, e gola color sabbia in contrasto con il petto camoscio più scuro; non ha il mustacchio scuro
dello stiaccino. Sta posato in vista, la testa appare molto grossa e tonda. Allarme: unst trak trak,
una specie di fischio acuto seguito da schiocchi di lingua. Canto breve. Nidifica sul terreno tra la
vegetazione dove costruisce un nido a coppa. Depone 2 covate (talvolta 3) che sono costituite
generalmente da 5/6 uova (raro 3/8) incubate generalmente dalla femmina per un periodo di 14/15
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati dai genitori e restano nel nido per 12/13 giorni circa. Si nutre
prevalentemente di invertebrati (insetti).
Codirossone
Il codirossone (Monticola saxatilis) è un migratore che sverna in Africa. Il
maschio in estate è facilmente riconoscibile dallo splendido piumaggio colorato.
La femmina è brunastra con barratura a mezzaluna. Nel piumaggio invernale il
maschio somiglia alla femmina, ma c'è un accenno di grigio-blu sulla testa e di
bianco sul dorso. In tutti i piumaggi la coda è rosso-arancio, corta e
caratteristica. Può muovere la coda come un codirosso. E' riservato e sta
spesso nascosto tra le rocce. Richiamo un breve ciak. Canta da un posatoio o,
meno spesso, in volo: una serie di frasi flautate molto variabili. A distanza può
ricordare il canto di un merlo, ma da vicino è del tutto diverso, più veloce,
variato e piacevole, senza profonde note flautate. Questa specie si spinge fino a
notevoli altitudini, superando in alcune regioni i 3000 metri di altezza. Il nido,
una coppa di muschio ed erbe, è posto fra le cavità delle rocce o sul terreno in
zone montane con o senza alberatura sparsa. Ogni anno è deposta una sola covata di 4/5 uova (fino
a 6), incubate solamente dalla femmina per 14/15 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono assistiti da
entrambi i genitori e volano all'età di 14/16 giorni. Le prede sono catturate al suolo, talvolta anche
in aria. Si nutre d'insetti (coleotteri, ortotteri, lepidotteri), di invertebrati vari, di piccole lucertole, di
anfibi e di bacche. Nel volo nuziale il maschio si alza dal suolo e, battendo lentamente le ali, inizia a
cantare descrivendo delle circonferenze. Poi si lascia cadere verso il suolo e risale di nuovo con lo
slancio così acquistato, fino a posarsi definitivamente a terra.
Passero solitario
Il passero solitario (Monticola solitarius, cm. 20,5) maschio è
facilmente riconoscibile dal piumaggio blu. Il becco è decisamente lungo.
In inverno il blu si sbiadisce in un nero-grigiastro. La femmina ha
barrature a mezzaluna somiglianti a quelle dei codirossone, ma con coda
bruno-grigia scura, non bruno-rossiccia. Sta posato volentieri in posizioni
esposte. Come il codirossone, si nasconde velocemente tra le rocce quando è disturbato. Richiamo
un aspro tìk e un più profondo ciuk. Canto: sonoro e chiaro come quello dei codirossone, ma più
malinconico, ricorda nello stesso tempo il canto della cappellaccia e la voce della tordela. Canta su
un posatoio o, più raramente, in volo canoro. Nidifica in Europa meridionale, in particolare su pareti
esposte al sole e in rovine, di solito a quote minori dei Codirossone, ma nell'Himalaya è stato
incontrato a piú di 4000 metri di altitudine. Il nido, una coppa di muschio ed erbe, viene posta nelle
cavità delle rocce, delle scogliere o degli edifici ed è costruito dalla femmina. Ogni anno vi è allevata
di solito una sola covata (talvolta due), che consiste di 4/5 uova (da 3 a 6), incubate esclusivamente
dalla femminina per 12/13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi gli adulti e volano a
circa 17 giorni d'età. Il cibo è composto prevalentemente d'insetti e aracnidi, ma anche di lucertole e
bacche in autunno. Questa specie è d'abitudini sedentarie e, sebbene sia di costumi solitari e ritirati,
non esita a colonizzare anche i monumenti e i ruderi delle città più affollate (Roma per esempio).
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Codirosso
Il codirosso (Phoenicurus phoenicurus, cm 14) è un uccello di bosco,
ma si può trovare, durante la migrazione, sulle sterpaglie delle coste,
dune e su macerie, anche in compagnia del codirosso spazzacamino.
In estate condivide il bosco con gli usignoli di bosco e le balie nere. I
maschi cantano dalla cima degli alberi, o in basso nello spesso
fogliame, spesso sono elusivi anche se hanno colori accesi. Sono
costantemente in movimento, si posano brevemente e con la coda
rosso ruggine in costante vibrazione su e giù. Il maschio e splendido in
estate: nero, bianco, grigio-cenere e rosso-ruggine. In settembre, prima della partenza, i colori sono
sbiaditi dai margini bruno chiaro delle penne. La femmina è bruna eccetto la coda. In tutti i piumaggi
la coda è rosso-ruggine e costantemente mossa su e giù, è un carattere distintivo. La femmina
simile a quella dello spazzacamino, ma più chiara sotto e di tono più caldo. Agile, spesso cattura gli
insetti alla maniera dei pigliamosche. Il canto è breve e malinconico, si sente alle prime luci dell'alba
variabile di continuo nei dettagli. Nidifica in boschi, parchi, taiga e periferie urbane in buchi, vecchi
nidi nel legno come quelli di picchio abbandonati, cavità nella corteccia d'alberi morti, in sottotetti,
muri d'edifici diroccati e anche casette nido. Le 6/7 uova sono incubate dalla femmina per 11/14
giorni. I pulcini sono nidicoli, rimangono nel nido per 14/20 giorni e sono allevati da entrambe i
genitori.
Codirosso di Güldenstädt
Il codirosso di Güldenstädt (Phoenicurus erythrogaster, cm 18) nidifica nel Caucaso e in inverno
si sposta a quote minori. Nidifica in fessure rocciose. Assomiglia al codirosso, ma è molto più grosso
e il maschio ha dorso nero, vertice bianco-giallo grigiastro e macchie alari bianche. La femmina
assomiglia a quella dei codirosso.
Codirosso spazzacamino
I codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros, cm 15) in Gran
Bretagna sono principalmente migranti in autunno e inverno, in numero
limitato, per la maggior parte sulla costa, anche se alcune copie si
riproducono. In Spagna sono uccelli da scogliere selvagge e rocciose colline,
dividono la loro casa con gracchi e camosci. Il codirosso spazzacamino porta
vitalità al villaggio cantando dalla cima dei tetti, passando velocemente
attraverso le strade, sempre tuffandosi fuori dal raggio visivo non appena
viene scorto. Il maschio adulto è nerastro con coda rosso-ruggine e pannello
alare bianco. La femmina è simile a quella del codirosso, ma più scura e
grigiastra, in particolare sotto. Il maschio di un anno è uguale alla femmina, ma spesso con del nero
sulla coda e del bianco sull'ala. L'allarme (tick-tick-tick) ha note secche ripetute tre volte. Canta
soprattutto di notte e all'alba da posatoi elevati, una frase breve, veloce e sonora con una pausa e
un intercalare di aspre note raspate. Nidificante molto comune in zone montane, in cavità di rocce o
muri, si riproduce anche in vecchi villaggi con tetti ricoperti da grandi
tegole e antichi camini, attorno a granai di pietra e fattorie e su
gigantesche fabbriche e stazioni elettriche. Sembra che qualsiasi cosa
spoglia e angolare vada bene. Depone 2 covate (talvolta 3) costituite
generalmente da 4/6 uova che sono incubate dalla femmina per un
periodo di 12/16 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i
genitori; il periodo di permanenza nel nido varia da 12 ai 19 giorni.
L'alimentazione è costituita principalmente da insetti.
Pettazzurro
Il pettazzurro (Luscinia svecica, cm 14) nella razza scandinava svecica
(forma dalla macchia rossa) è comune in boschetti umidi di salici o
betulle subalpini. Spesso saltella sul terreno. Ha le zampe lunghe e
muove la coda su e giù. In tutti i piumaggi ha la tipica coda con rosso
laterale alla base. Il sopracciglio netto, la gola del maschio è color
fiordaliso. La femmina adulta ha la gola color crema con quantità
variabile di azzurro e nero, spesso con del rosso ruggine. I giovani sono bruno caldo con macchiette
giallo-ruggine, che mutano nel piumaggio del primo inverno prima della migrazione. Il canto è
magnifico, composto da imitazioni e parti specie-specifiche, che aumentano in tempo e intensità.
Richiamo: trak (tipo cesena in miniatura). L'allarme è identico a quello dei culbianco, iit. La razza
meridionale cyanecula (forma dalla macchia bianca) nidifica in zone
paludose a canneto e si sposta sporadicamente più a nord (canta di
notte). Nel piumaggio nuziale può anche mancare la macchia bianca
pettorale. Impossibile la determinazione razziale in autunno. Il maschio
esegue un canto nuziale in volo, lasciandosi calare al suolo con le ali e la
coda distese. Nella parata esso si pone di fronte alla femmina con la coda
aperta a ventaglio, le ali pendenti e flette ripetutamente la testa a destra
e a sinistra.Il nido viene costruito dalla femmina sul terreno, alla base di
un cespuglio o fra le radici degli alberi. Ogni anno vi è allevata una covata
(talvolta due) di 5/7 uova (fino a 9) incubate dalla femmina per 14/15
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi i genitori e volano a
oltre di 14 giorni di età. Il pettazzurro si nutre d'insetti e loro larve, di
piccoli invertebrati e, in autunno, di alcune bacche.
Pettirosso
Il pettirosso (Erithacus rubecula, cm 14) è popolarissimo. Attento, nervoso ma allo stesso tempo
confidente (specialmente se tentato dal cibo). E' estremamente territoriale e molto coraggioso, in
primavera, un maschio che litiga per difendere il territorio da un suo simile, può arrivare ad
uccidere. Per difendere un territorio non teme di affrontare (davvero o
per finta), anche uccelli molto più grandi di lui. Se avete la sventura di
metterne uno in una voliera (la cattura e la detenzione di uccelli selvatici
non inanellati è illegale), c'è il pericolo che uccida tutti gli altri uccelli
scambiandoli per invasori. E' un migratore notturno. Saltella sul terreno e
ha postura eretta, si molleggia sulle zampe. L'adulto ha il tipico petto
rosso-arancio, che arriva fino alla fronte compresa. I giovani sono bruni,
con macchiettatura fitta bruno-giallastra e "squame" scure; mutano nel
piumaggio da adulto alla fine dell'estate. Canta da posatoi bassi, ma
anche in cima a cespugli, alberi, ecc. Cantano in autunno, attraverso
l'inverno, e specialmente in primavera, ma è la canzone del tardo
autunno che ha più impatto, dato che giunge quando la maggior parte
delle altre specie sono silenziose. Il canto è cristallino e chiaro, inizia con
note molto acute cui segue una serie rapida di note gorgoglianti, poi si interrompe e riprende e, nel
periodo autunnale-invernale, è più tranquillo e lamentoso. Richiamo in serie
tipico e aspro, dei tic-ic-ic... che ricordano i battiti di un orologio, anche
acutissimi e sottili. I pettirossi sono famosi perché nidificano in posti strani,
dalle vecchie cassette della posta alle ciotole o pentole abbandonate in fossi: di
solito prediligono una banchina cespugliosa con una cavità nascosta dove
possono nidificare in gran segreto. Il nido è costruito dalla femmina, consiste in
una coppa di materiali vegetali, piume e crini. Ogni anno sono deposte due o
tre covate, ciascuna delle quali consiste di 5/6 uova (da 3 a 9) che sono
incubate esclusivamente dalla femmina per 12/15 giorni. I nidiacei, nidicoli,
nutriti da entrambi i genitori, volano all'età di 12/15 giorni. Il cibo è costituito
da insetti, altri invertebrati, bacche e semi (queste ultime soprattutto in
inverno). Il comportamento territoriale, spiccato dei pettirossi, è tenuto anche fuori dal periodo della
riproduzione. Una frequente postura d'aggressività consiste nel rizzare la coda, allargare le ali e
mettere bene in mostra la vivace colorazione del petto. Nei nostri giardini arriva a sfogare la propria
aggressività anche contro confezioni o scatolette che abbiano qualcosa di rosso. Questa sua
aggressività era utilizzata, in passato, per catturarli con trappole, vischio o lacci fatti con crini di
cavallo. Lo spiedo di pettirossi era un piatto prelibato per i nostri nonni, che in questo modo
integravano una dieta fatta di sola polenta o castagne. Se considerato al giorno d'oggi sembra
barbaro uccidere un pettirosso per cibarsene, ma le cose vanno anche viste alla luce della diffusa
miseria (e fame) che regnava nel Veneto dei nostri nonni. Ovviamente oggi è assolutamente illegale
la cattura di questi uccellini che portano una nota di colore nelle grigie giornate invernali dei nostri
giardini.
Codazzurro
Il codazzurro (Tarsiger cyanurus, cm 14) nidifica nell'Europa nordorientale, in lussureggianti foreste di conifere, spesso in zone
selvagge. Il sopraccoda ed i lati della coda sono nettamente blu (nel
maschio adulto) o blu-grigio e fianchi di tonalità arancione in tutti i
piumaggi. Le femmine, i giovani ed i maschi dei primo anno, sono
molto simili alle femmine dei pigliamosche (il blu della coda è difficile
da notare in natura: la coda sembra semplicemente scura). La gola è candida, sfumata di grigio, le
parti superiori sono bruno-oliva nella femmina, blu-grigio scuro con zona carpale blu-cobalto nel
maschio adulto. Ricorda il codirosso nelle abitudini, ma si vede spesso sul terreno e non fa tremolare
la coda, che muove a scatti. E' schivo e sta ben nascosto, ma molto spesso canta dalla cima d'un
abete. Il canto è sonoro, un chiaro cinguettio tipo codirosso per il tono flebile e lamentoso, con 4 o 5
sillabe, talvolta terminante con un trillo. Se agitato emette un breve uiit e un aspro trak.
Usignolo
L'usignolo (Luscinia megarhynchos, cm 16,5) è conosciuto per il canto
ed effettivamente è il miglior cantante degli uccelli europei. Piuttosto
grosso e con coda lunga, è bruno uniforme con coda bruno-rossiccia in
ogni piumaggio. Il giovane è tutto macchiettato (tipo giovane
pettirosso). Quasi indistinguibile in natura dall'Usignolo maggiore, ma
il dorso è bruno più caldo (senza toni grigi), la
coda è più rossa e non ha macchiettatura
evidente sul petto. Circospetto, è difficile da
osservare perché come tutti i turdidi sta ben nascosto nei cespugli. Si sente più
spesso di quanto si veda, il canto è un crescendo di note "piu-piu-piu" con
improvvise cadute nei fraseggi, gorgoglii e gorgheggi a grande velocità, ancora
più melodioso se sentito in un silenzioso bosco di notte. Luoghi ideali per
ascoltarlo sono i boschetti che crescono spontanei lungo le anse dei fiumi.
L'allarme consiste in un acuto fischio. Il maschio utilizza il canto per delimitare
il territorio e attrarre la femmina. Compie di fronte alla compagna una parata
battendo le ali e agitando la coda e il capo. Il nido è costruito dalla femmina tra il folto della
vegetazione, spesso in prossimità dell'acqua, e consiste in una coppa
di foglie secche ed erbe. L'unica covata annuale è composta da 4/5
(da 3 a 7) uova, incubate dalla femmina per 13/14 giorni. Entrambi i
genitori assistono la prole, nidicola, che vola all'età di 11/12 giorni.
L'usignolo si nutre soprattutto di insetti, larve e invertebrati di piccole
dimensioni; in piccola parte anche di bacche. . Nidifica in boschetti e
sottoboschi umidi.
Usignolo maggiore
L'usignolo maggiore (Luscinia luscinia, cm 16,5) nidifica comune in Europa orientale e nella
regione baltica, in boschetti folti e lungo ripe lacustri in cedui ombrosi. E'
molto simile all'usignolo, può talvolta essere distinto per il dorso più grigio, il
rosso meno vivido della coda e la diffusa macchiettatura grigia pettorale. I
giovani sono simili a quelli dell'usignolo. Canta da posatoi nascosti,
soprattutto di notte. Il canto assomiglia a quello dell'usignolo nella struttura,
con serie di note ripetute rapidamente, ma è molto più potente e meno
melodioso, con più frasi modulate e caratteristiche serie di risuonanti e
profonde note, tipo "ciok". Allarme: note aspre e acute.
Pettirosso golabianca
Il pettirosso golabianca (Irania gutturalis, cm 16) nidifica nella Turchia del sud, nel Caucaso e più
a est su versanti montani con arbusti. E' schivo, accidentale molto raro in Europa. Il maschio è
grigio-piombo sopra, con lati del collo neri che sfumano nella gola bianca, le parti inferiori sono
giallo-arancio. La femmina è bruno-grigia sopra, con colori più sbiaditi. Entrambi hanno coda tutta
scura. Il richiamo assomiglia a quello della ballerina bianca. Il canto è veloce, cinguettante e
gracchiato, con note fischiate e raspate, intercalate da stick di gola.
Calliope
Il calliope (Luscinia calliope, cm 15) nidifica in foreste di conifere con
ricco sottobosco, in parchi boscati, ecc. Arriva accidentalmente, molto
raro, nell'Europa dell'ovest. Il maschio è facilmente riconoscibile dalla
gola rosso-rubino, sopracciglio bianco, mustacchio bianco e coda tutta
scura. La femmina è distinguibile dalla femmina e dai giovai di
pettazzurro per la coda tutta scura e la mancanza di banda pettorale
netta. Alcune femmine hanno un po' di rosa sulla gola. Assomiglia
all'Usignolo maggiore nel comportamento (schivo, circospetto). Il canto è potente e melodioso,
tranquillo e ciarliero, con note sia chiare sia aspre e superbe imitazioni.
Tordi
I tordi (famiglia Turdidae) formano un gruppo abbastanza omogeneo, diviso in tre generi: Turdus,
il più vasto, al quale appartengono tutte le specie europee;
Zoothera, vi sono classificate le due specie asiatiche accidentali in Europa; Catharus, sono quattro
accidentali provenienti dal Nord America.
Si tratta d'uccelli di taglia media, con becchi piuttosto sottili, ma non deboli, e code abbastanza
lunghe. Nel piumaggio giovanile sono tutti macchiettati (in molte specie lo sono anche da adulti).
Prediligono il terreno, si cibano di vermi, insetti e bacche. Principalmente sono migratori notturni,
gregari al di fuori della riproduzione. Costruiscono nidi a coppa aperti su alberi o cespugli. Covate di
3-6 uova.
Tordi che arrivano accidentalmente in Europa
Tordo nano (Catharus minimus, cm 19). Accidentale autunnale molto raro proveniente dal Nord
America. E' simile al tordo di Swainson. Piccolo, grigio-brunastro sopra, lbianco-grigiastro sotto, con
petto pesantemente macchiato. Copritrici auricolari grigie. Manca un netto anello perioculare. Larga
barra alare bianca da sotto. Il richiamo comprende fischi acuti, kimp, leggermente discendenti.
Tordo di Swainson (Catharug ustulatus, cm 18). Accidentale autunnale
molto raro proveniente dal Nord America. Simile al nano, è piccolo,
bruno-grigio sopra con sfumatura bruno-oliva caldo, bianco sporco sotto
con macchiettatura pettorale marcata su base camoscio-giallastra. Le
copritrici auricolari sono screziate finemente di grigio e camosciogiallastro. L'anello perioculare è biancastro, ha il sopracciglio anteriore.
Larga banda alare bianca da sotto. Richiamo: un dolce unyt e un acuto
piii durante la migrazione notturna.
Tordo eremita (Catharus guttatus, cm 17,5). Accidentale molto raro proveniente dal Nord America.
Simile al Tordo di Swainson, ma ha la coda e sopraccoda bruno-ruggine. Il petto è ancora più
macchiettato del tordo di Swainson e nano, ala più arrotondata. Larga banda alare bianca da sotto.
Coda sollevata e abbassata lentamente quando l'uccello è posato. Richiamo: dei ciak simili a
schiocchi di lingua e un verso miagolante.
Tordo usignolo bruno (Catharus fuscescens, cm 19). Accidentale autunnale molto raro,
proveniente dal Nord America, è simile al tordo di Swainson, ma con parti superiori interamente di
tonalità ruggine (non solo la coda come nell'Eremita), senza un chiaro anello perioculare bianco e
con solo una macchiettatura pettorale diffusa. Ha una larga banda alare bianca da sotto. Può alzare
e abbassare la coda. Il richiamo è un fischio facilmente imitabile,
discendente.
Tordo oscuro (Turdus obscurus, cm 19). Accidentale autunnale molto
raro proveniente dall'Asia. Il maschio ha la testa, il collo e il petto grigi
con evidente sopracciglio bianco, dorso bruno-oliva e fianchi brunogiallastri. Femmina e giovani maschi
bruni e gola bianca macchiettata.
Cesena fosca (Turdus naumanni
eunomus, cm 24). Raro
accidentale autunnale proveniente
dall'Asia. Nonostante le
differenze abbastanza marcate, la
cesena fosca e quella di Naumann sono considerate sottospecie della stessa specie. Ha una
punteggiatura scura e variegata, sopracciglio bianco evidente, banda pettorale scura, pannello alare
bruno-ruggine (anche sul sottoala), groppone bruno-ruggine scuro, macchiettato. Il petto ed i
fianchi sono pesantemente macchiati. I sessi sono simili. Richiamo: tipo Cesena
Cesena di Naumann (Turdus naumanni naumanni, cm 24). Raro
accidentale autunnale proveniente dall'Asia. Il maschio è bruno-grigio
sopra, con sopracciglio color camoscio, il petto e la coda sono brunorossicci, la femmina è più bruna con petto più macchiato.
Merlo dal collare
Il merlo dal collare (Turdus torquatus, cm 24) maschio e nero ma non nero e
lucido come il merlo e in particolare le ali sono più chiare. Ha una banda pettorale
bianca a mezzaluna, tipica nell'adulto. La femmina è di tonalità più bruna, con
mezzaluna biancastra con barratura ondulata bruna (talvolta molto simile al
maschio). Il giovane è meno uniforme del giovane Merlo, con gola camosciobiancastra e petto nettamente squamato. Muta alla fine dell'estate. Alcuni individui
del primo inverno sono tutti scuri, sebbene presentino ancora le ali tendenti al
chiaro. E' schivo e circospetto. Durante la migrazione si associa con altri tordi.
Richiamo: tek-tek-tek-tek simili a schiocchi di lingua. Il canto è sempre semplice e lamentoso.
Nidifica in peccete alpine, sugli alberi o tra i cespugli. Depone generalmente 2 covate, costituite
usualmente da 4/5 uova (piú raramente 3/6) deposte a intervalli giornalieri. L'incubazione è
effettuata da entrambi i sessi e dura 13-14 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, restano nel nido per 1314 giorni circa. Il merlo dal collare si nutre prevalentemente d'invertebrati (vermi, insetti, molluschi)
e di sostanze vegetali (bacche, frutti) nel periodo autunno-invernale.
Merlo
Il merlo (Turdus merula, cm 24) il più familiare uccello di parchi e giardini, facilmente riconoscibile
dal piumaggio nero lucido e dal becco giallo. Nell'arco di tutto l'anno è possibile sorprenderlo sui
prati o tra le aiuole intento a dare la caccia ai lombrichi. I giovani e le
femmine sono bruni, un adattamento mimetico perfetto per l'ambiente
in cui vivono: fra la lettiera di foglie e il terreno scuro di boschi e
parchi. I maschi adulti sono completamente neri eccetto che per il
becco e l'anello intorno all'occhio giallo arancio brillante. Come diversi
altri turdidi, il merlo trascorre molto tempo al suolo. In autunno e
inverno, quando vermi e insetti sono difficili da reperire, si accontenta
di frutti e bacche. Disturbato, vola velocemente al riparo emettendo
un "ciac" penetrante e ripetitivo. Nel suo repertorio vocale è compreso
anche un canto scandito da note lente e flautate. In Italia il merlo è presente
come sedentario e nidificante. In autunno e primavera alcune popolazioni
dell'Europa settentrionale raggiungono il nostro Paese per svernare. Il
processo di inurbamento di questo uccello, un tempo abitatore schivo e
riservato di boschetti, è stato massiccio e generalizzato e tende tuttora a
consolidarsi nelle grandi città. Si differenzia dallo storno per la mancanza di
macchie chiare, per la coda lunga e per l'andatura a balzelli a zampe unite o
a passi svelti seguiti da momenti di immobilità (non andatura ondeggiante).
Richiami: dei cíak-ak-ak-ak in serie simili a schiocchi di lingua. Canta in
primavera ed in estete da posizione esposta, soprattutto all'alba e al
tramonto. Il canto è molto sonoro e piacevole: chiare note flautate, ricadute
lente alternate con note alte e basse, quasi sempre seguite da un più
tranquillo e breve cinguettio. I merli col loro canto ci avvisano dell'arrivo della primavera nelle
fredde albe del tardo inverno. Costruisce un nido a coppa con sostanze vegetali, tappezzandolo di
fango internamente. In esso depone dalle 2 alle 3 covate (talvolta persino 4) ciascuna composta di
3/9 uova (generalmente 4/5) che sono incubate dalla femmina per un periodo di 11/17 giorni. I
piccoli, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per un periodo di 12/19 giorni.
I giovani, una volta abbandonato il nido, sono nutriti dai genitori per altre tre settimane circa. Chi è
cresciuto in campagna ha provato almeno una volta a raccogliere dei merli dal nido ed a svezzarli.
Anche questa pratica era diffusa un tempo, i merli rappresentavano un modo per entrare in contatto
con l'ambiente, per crescere imparando. Oggi giorno si sono abituati a vivere in città e, per
difendersi delle gazze ladre e delle ghiandaie, hanno imparato a costruire i nidi sempre più vicino
all'uomo (anche sui battenti delle porte dei garage, basta che ci sia una piana). La vicinanza con gli
uomini da dei vantaggi ma ha anche dei costi: i gatti. Il merlo si nutre di sostanze vegetali e bacche
ma è anche insettivoro, particolarmente nel periodo riproduttivo. Può capitare di vedere nei giardini
delle zone urbanizzate un merlo "penna bianca", si tratta di casi di parziale albinismo.
Tordo golanera
Il tordo golanera (Turdus ruficollis, cm 23), nidifica nell'estremo
oriente europeo e in Asia, in radure e ai margini di foreste di
conifere in inverno si vede in zone più aperte. Raro, arriva
accidentalmente nell'Europa occidentale, soprattutto in tardo
autunno e inverno. Due razze, con maschi facilmente distinguibili: T r. ruficollis (Tordo golarossa),
con distribuzione asiatica, nella quale il maschio ha petto e gola bruno-rossicci e coda di tonalità
bruno-ruggine; T r. atrogularis (Tordo golanera), con distribuzione nell'estremo oriente europeo e
nella Siberia occidentale, nella quale il maschio ha petto e gola neri e coda nero-brunastra. La
femmina e i giovani sono grigio-brunastri, con petto fittamente macchiettato. Entrambe le razze
(anche il maschio dei Golanera) hanno sottoala rosso-ruggine. Somigliano alla tordela nel
comportamento. Il canto è simile a quello dei bottaccio.
Tordo siberiano
Il tordo siberiano (Zoothera sibirica, cm 23) arriva accidentalmente
in Europa dall'Asia. Il maschio è molto scuro con sopracciglio bianco;
la femmina sembra un bottaccio ma con macchiettatura a squame e
sopracciglio evidente. Entrambi i sessi hanno bande nere e bianche sul
sottoala, tipo tordo dorato, e macchie bianche caudali. I giovani sono simili alle femmine, ma più
pesantemente macchiati. Il comportamento è schivo e riservato. Richiamo: tipo
Bottaccio.
Tordo migratore
Il tordo migratore (Turdus migratorius, cm 25) arriva accidentalmente
in autunno e inverno in Europa, proviene dal Nord America. E facilmente
riconoscibile dal petto rosso-ruggine, le parti superiori grigio scuro e
l'anello perioculare bianco evidente. Il giovane è macchiato sul petto, non
rosso mattone. Il comportamento e i richiami sono simili a quelli del
Merlo. Le popolazioni più settentrionali svernano regolarmente a sud
(ovviamente in America dove è comune e facilmente osservabile). E' una
specie molto adattabile e frequenta tutti gli ambienti con un po' di
copertura arborea e di terreno scoperto per la ricerca dei cibo. Il nido è
costruito a forma di coppa con materiali vegetali (erbe, crini, radici) sugli
alberi, nei cespugli e raramente anche sul terreno. Sono deposte da 3 a 6 uova (generalmente 4)
covate per 12-13 giorni esclusivamente dalla femmina. I nidiacei volano a 14-16 giorni di età e
seguono i genitori ancora per qualche tempo. Ogni anno sono allevate usualmente 2 covate. Il cibo è
cercato tanto sul terreno, sotto le foglie e il terriccio, quanto sui rami degli alberi. Esso è costituito
da insetti, vermi, larve e altri invertebrati in estate; da frutta e bacche in
inverno e durante i periodi di maltempo.
Tordo sassello
Il tordo sassello (Turdus iliacus, cm 20) è comune nei boschi montani aperti di betulle all'estremo
nord, meno comune a latitudini inferiori. In inverno frequenta coltivi, spesso in densi stormi con altri
tordi, e boschi aperti. Ha un sopracciglio evidente, le parti inferiori striate,
fianchi e sottoala sono rosso-ruggine. Richiamo: gak. Allarme: un tritt-tritttritt... continuo. Il canto, con varianti locali, consiste in una breve serie di
note lamentose, di solito discendenti di tono, seguita da un basso e
gracchiante chiacchiericcio. Dagli stormi nei
dormitori durante la migrazione primaverile si può
udire un coro ronzante. Nidifica sugli alberi, tra i
cespugli, in cavità. Il nido è a coppa, costituito da
sostanze vegetali e fango ed è costruito dalla
femmina. Depone generalmente 2 covate, costituite
usualmente da 4/5 uova (più raramente da 2-8) che
sono incubate dalla femmina per 11/15 giorni. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per
10/15 giorni circa. Si nutre d'invertebrati (vermi, molluschi, insetti) e sostanze vegetali (bacche,
frutta).
Tordo bottaccio
Il tordo bottaccio (Turdus philomelos, cm 22) è il comune tordo
puntinato, quello che si nutre di lumache e ne spacca il guscio contro
pezzi di roccia o sui bordi dei patio. E' uno dei migliori cantanti fra gli
uccelli europei; il suo canto non è fluente e
grazioso come quello del merlo, ma recupera il
brillantezza e potenza; alcune parti risuonano
forti ed eccitate, i fraseggi corti sono ripetuti
due o tre volte in successione. Le mutazioni climatiche che hanno reso il
terreno troppo arido, hanno creato difficoltà ai bottacci nella ricerca del cibo
(i vermi difficili da raggiungere), causandone una diminuzione numerica.
Lumaconi e pesticidi possono avere influito; in alcuni luoghi la presenza di
questi uccelli è molto più scarsa che in passato. E' meno gregario dei
sassello. Le parti superiori sono brune uniformi, le parti inferiori
macchiettate e il sottoala bruno-giallastro chiaro.
Richiamo: un breve e acuto zit. Canto potente,
con note flautate alternate a note acute, molti elementi sono ripetuti da
2-4 volte a ritmo tranquillo, in modo molto caratteristico e spesso
contiene imitazioni. Nidifica comunemente in boschi, parchi, giardini, siepi
e in zone aspre con vegetazione, sugli alberi o nei cespugli, raramente sul
terreno. Il nido è a coppa, fatto di sostanze vegetali con del fango ed è
costruito dalla femmina. Depone in genere 2 covate (talvolta 3, alcune
volte addirittura 4) costituite usualmente da 4/6 uova (talvolta 3-9),
deposte a intervalli giornalieri. L'incubazione è effettuata dalla femmina, generalmente a deposizione
ultimata, e dura 11/15 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e restano
nel nido 12/16 giorni. Il tordo bottaccio si nutre d'invertebrati (vermi molluschi, insetti, ragni)
nonché di sostanze vegetali (ciliege, fichi, fragole, mele, pere).
Tordela
La tordela (Turdus viscivorus, cm 28) è poco conosciuta, schiva e
circospetta, è meno comune del bottaccio ma nemmeno rara come si
crederebbe. In inverno spesso frequenta coltivi, di solito in gruppetti (una
o due dozzine), insieme con altri tordi. E' grande, pesantemente
macchiata sotto, con sottoala bianco e parti superiori bruno-grigie
uniformi, le timoniere esterne hanno punte bianche. La postura a terra è
più eretta di altri tordi. Il richiamo è un tipico secco e vibrante zirrrr. Il canto è simile a quello del
merlo, ma mancano le cadute di tono e le note cinguettanti. Non si unisce ai
cori canori dei tordi all'alba e al tramonto, ma preferisce cantare nelle
giornate assolate. L'allarme è un chiacchiericcio più duro di quello della
cesena. Nidificante abbastanza comune in boschi, parchi, giardini e conifere
sparse. Nidifica alla biforcazione dei rami, o tra i cespugli. Il nido è una
robusta coppa fatta di sostanze vegetali ed è costruito dalla femmina.
Depone due covate, costituite generalmente da 4/5 uova (talvolta 3/6)
incubate dalla femmina, a completamento della cova, per 12/15 giorni. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori. Restano nel nido per 12/16 giorni. Volano a
circa 20 giorni d'età e sono alimentati per un po' dai genitori, anche quando hanno abbandonato il
nido. La tordela si nutre di sostanze vegetali (frutti, bacche, semi) nonché d'invertebrati (molluschi,
vermi, insetti).
Cesena
La cesena (Turdus pilaris, cm 25) è un comune e popolare visitatore
nelle regioni dell'Europa dell'ovest, come la Gran Bretagna, la Francia e la
Spagna. Gli uccelli arrivano numerosi in autunno, spesso con temperature
fredde (sverna comunemente nei paesi mediterranei), e si sistemano
nelle siepi fino a che le bacche non sono finite. Poi si spostano a ovest
dove si nutrono di vermi che trovano nei campi. Se disturbate, volano
sugli alberi alti o tra le siepi d'arbusti fino a che il pericolo non è passato,
poi ritornano nel campo per proseguire il loro pasto. A volte, grandi
moltitudini sono avvistate mentre si spostano dopo una nevicata. In estate nidificano nell'Europa
centrale, nei parchi e nei boschi di alte conifere; nel lontano nord nidificano anche nell'aperta,
spoglia tundra. Nidificante comune in Europa nord-orientale, in parchi e molti tipi di foreste che
delimitano zone aperte. La cesena è tipica del bosco di betulle subalpino. E' più robusta di altri tordi,
ma poco più piccola della tordela. E' un miglior volatore di altri tordi, migra
di giorno in grandi stormi. Volo leggermente ondulato. Testa e groppone
sono grigi, ha una lunga coda scura, il dorso bruno-castano. Il petto è
bruno-giallastro macchiettato è l'addome è chiaro. Il sottoala è bianco. Il
richiamo è costituito da un sonoro e spumeggiante sciak-sciak e da un
sottile e un po' nasale giih. Il canto è un gracchiare non musicale emesso
senza pause mentre vola tra gli alberi; un duro chiacchiericcio mentre
attacca i corvidi. Nidifica solitaria o in colonie sulle cime degli alberi (lo
smeriglio spesso nidifica in queste colonie nell'estremo nord), nei boschi di
pini, betulle, ontani (molto raramente sul terreno o in zone rocciose).
Depone spesso due covate costituite generalmente da 5/6 uova (talvolta
3/8) che sono incubate dalla femmina per un periodo di 11/14 giorni circa. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i sessi e restano nel nido per
12/16 giorni. La cesena si nutre di sostanze vegetali (semi, frutti, bacche e d'invertebrati (insetti,
molluschi, vermi).
Tordo dorato
Il tordo dorato (Zoothera dauma, cm 28) nidifica nell'estremo est europeo
in boschi con ricco sottobosco. E' un raro accidentale invernale
dell'Europa occidentale. Molto schivo e circospetto, si nasconde tra
la vegetazione al minimo pericolo. Può anche volare sulle cime
degli alberi e immobilizzarsi, rendendosi così difficilissimo da localizzare grazie al
piumaggio mimetico. Grande e completamente ricoperto di disegni neri a mezzaluna su
base giallastra. Bande nere e bianche sul sottoala. Volo ondulato.
Le cince
Le cince (famiglia Paridae) sono agili acrobati di taglia piccola, con becco corto e dei caratteristici
disegni sul capo. Spesso sono abbastanza confidenti (nel parco che c'è alle spalle del castello di
Miramare a Trieste, le cincie, in inverno, arrivano a prendere il cibo dalle mani dei turisti). I sessi
sono simili, i giovani piuttosto simili agli adulti. Normalmente sedentarie, ma in certi anni molte
specie si spostano a sud o a ovest. Al di fuori del periodo riproduttivo si vedono in stormi misti,
talvolta anche con picchi muratori, rampichini e regoli. Frequentano volentieri mangiatoie,
particolarmente in inverno. Vivono soprattutto in boschi ma alcuni si trovano anche in parchi e
giardini di città. Tutti nidificano in buchi alcune specie utilizzano cassette-nido. Covate variabili tra 5
e 16 uova, bianche macchiettate di rosso. 9 specie.
Cincia bigia
La cincia bigia (Parus palustris, cm 12) nidificante comune in boschi decidui e misti, boschetti fitti e
giardini trascurati. Nidifica in buchi naturali su alberi o in cassette-nido. Tende a non unirsi a stormi
misti; molto sedentaria, si vede soprattutto in coppie. Fa incetta di semi e spesso si vede nel
sottobosco. Assomiglia alla bigia alpestre (è quasi indistinguibile), ma il vertice nero è lucido
e le ali sono di colore uniforme, senza pannello bianco. Guance non
candide. I giovani sono quasi impossibili da distinguere sul campo da
quelli della bigia alpestre. La differenza più significativa tra le due specie
sta nel canto. Tipici della cincia bigia sono brevi e dirompenti pic-ciù e
chiari ciiu pastosi, tipo cinciarella. Canto molto variabile, ma sempre con
rapide serie di note piene e sonore.
Cincia bigia alpestre
La cincia bigia alpestre (Parus montanus, cm 12) nidifica
comunemente in foreste miste e di conifere al nord, in zone montuose e
betulleti subalpini. Di solito scava la buca del nido in tronchi marcescenti.
In inverno si unisce a stormi misti di cince. Si differenzia dalla bigia per i
richiami, per un pannello alare biancastro formato dai margini chiari delle
remiganti secondarie e per il vertice nero opaco. La razza britannica P. m.
kleinschmidti ha fianchi color camoscio, la razza della Fennoscandia e della Russia settentrionale, P.
m. borealis, è più grande, più chiara e ha guance candide. I giovani sono praticamente non
distinguibili sul campo da quelli della bigia. Il richiamo più caratteristico è un tii-tii ciei ciei, con i due
suoni finali enfatizzati e aspri. Il canto è una serie di tiu tiu tiu. triste e ben articolato (ricorda il Luì
verde). Talvolta una breve frase rapida, allegra e chiocciante.
Cincia dalmatina
La cincia dalmatina (Parus lugubris, cm 13,5) nidifica in Europa sudorientale, in boschi decidui (spesso querceti) e in zone montuose. E'
grande, ha il becco robusto e ricorda la cinciallegra nell'aspetto. Il
piumaggio in apparenza è poco curato. Grande bavaglino e cappuccio
esteso nero-brunastro opaco (più bruno nellefemmine). Non è gregaria
ed è più schiva di altre cince. Uno dei richiami è da codibugnolo, zrii-zriizrii, acuto e raspato, un altro ricorda molto il chiacchiericcio della passera
oltremontana.
Cincia siberiana
La cincia siberiana (Parus cinctus, cm 13) nidifica in modo sparso nelle
foreste di conifere dell'estremo nord e nei boschi di betulle subalpini.
Fianchi giallo-ruggine (meno evidenti in estate), il cappuccio è bruno
smorto ed ha un grande bavaglino nero. Ha il piumaggio più cotonato di
altre cince (eccetto la cincia azzurra). Richiamo più comune: un veloce
tii-tii teiii teiii, nel quale le ultime sillabe non sono così enfatizzate come
nella bigia alpestre. Canto sottile e raspato.
Cincia dal ciuffo
La cincia dal ciuffo (Parus cristatus, cm 12) raramente si sposta dalla
zona boscosa dove è nata e vi trascorre tutta la vita. E' limitata quasi
interamente a pini o altre conifere. E' un uccello comune e facilmente
scovabile nelle foreste antiche della Scozia e nei boschi sui lati dei
Pirenei (nell'Europa continentale, è visibile in foreste miste), avvistabile
quando, per nutrirsi, si sposta sulle piante più
giovani alle estremità di lande e brughiere. In
alcune zone, durante l'inverno, raramente si
nutre dalle mangiatoie per uccelli, ma serve
comunque pazienza per poterla vedere da vicino,
è facilmente confondibile nel fitto fogliame. E' facilmente riconoscibile per
via della cresta ben evidente. Ha un disegno bianco e nero sulla testa in tutti
i piumaggi ed i sessi sono simili. Talvolta si unisce a cince more. Il richiamo
è un trillo musicale (ricorda un po' il verso dello zigolo delle nevi). Nidifica in
foreste di conifere, soprattutto di pino, nei buchi degli alberi vecchi e in cavità varie. Depone
generalmente una sola covata (talvolta anche 2) costituite usualmente da 4/8 uova (più raramente
fino a 11) che sono incubate dalla femmina, alimentata dal maschio, per un periodo di 13/18 giorni.
I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e trascorrono 17/21 giorni nel nido. La cincia
dal ciuffo si nutre soprattutto d'invertebrati e semi (particolarmente quelli di conifere).
Cinciarella
La cinciarella (Parus caeruleus, cm 12) è un comune visitatore di mangiatoie
piene di noccioline, semi di girasole e scarti di cucina, assieme alle cinciallegre con
le quali viene frequentemente scambiata. Per ogni paio di paridi visti assieme
vicino ad una mangiatoia, ce ne saranno sicuramente altri 10 o 20 che visitano il
giardino durante il corso della giornata. Le cinciarelle sono vagabonde,
specialmente d'inverno, gli stormi sono larghi ma dispersivi, a volte con altre
piccole specie mischiate a loro; coprono un'ampia zona mentre si muovono fra
giardini e boschi. Si tengono in contatto con richiami costanti. Le parti inferiori
sono gialle come nella cinciallegra, ma ha un cappuccio azzurro intenso circondato
di bianco ed è di dimensioni minori. Le ali e la coda sono
azzurre. In estate i giovani hanno guance gialle e cappuccio
vercle-grigio. Si sposta tra rami e tronchi muovendosi in modo
tipico "da cincia", raramente si vede a terra. Ha un comportamento aggressivo nei
confronti di altre cince alle mangiatoie invernali. Il canto è di due note sottili
seguite da un trillo cristallino. Al di fuori del periodo riproduttivo spesso
frequenta canneti. Nidifica comunemente in boschi decidui (anche misti), parchi e giardini,
nelle cavità degli alberi o in buchi vari nei muri. Depone in genere una covata (talvolta 2)
costituita usualmente da 7/12 uova (talvolta 5/16) che sono incubate dalla femmina,
alimentata dal maschio, per un periodo di 12/16 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da
entrambi i genitori e restano nel nido per 15/23 giorni circa. La cinciarella si nutre
d'invertebrati (insetti, loro larve e uova), semi vari, talvolta bacche.
Cincia azzurra
La cincia azzurra (Parus cyanus, cm 13) nidifica nell'Europa
orientale, in boschi decidui e misti, soprattutto intorno a laghi e lungo
fiumi. Arriva accidentalmente in Europa centrale e occidentale. In
inverno spesso frequenta i canneti. E' molto bianca e il piumaggio è
cotonato, la coda è piuttosto lunga. Si distingue dalle cinciarelle
atipiche chiare per la gola tutta bianca, bianco sulla coda e larghe
barre alari bianche, particolarmente evidenti in volo.
Cincia mora
La cincia mora (Parus ater, cm 13) è uno dei più piccoli uccelli europei, non
molto più grande di un regolo, è un grande acrobata, si nutre sia appeso a
testa in giù sulla punta estrema del più sottile ramoscello, che picchiettando su
robuste pigne, o rubando una nocciolina da un cesto. La maggior parte delle
cince si nutrono dalla mangiatoia, la cincia mora invece prende il cibo e vola via, per cibarsene in
pace o per seppellirlo. Queste scorte le forniscono una riserva per l'inverno. Soprattutto è una specie
che vive nelle foreste di conifere, ma abbastanza comune in giardini e boschi
decidui. La densità numerica risente delle annate di abbondanza di cibo degli
abeti. Al di fuori dei periodo riproduttivo si unisce ad altre cince. Ha la testa
nera con guance bianche e macchia nucale bianca, le parti inferiori sono
sfumate di color camoscio. La coda è piuttosto corta. Nidifica in cavità d'alberi e
di muri, raramente anche sul terreno, in vecchie tane di topo. Depone due
covate generalmente costituite da 7/9 uova (talvolta 12) che sono incubate
dalla femmina, a sua volta alimentata dal maschio, per un periodo di 14/18
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori, aprono gli occhi all'età di 7/8 giorni,
lasciano il nido a 16/19 giorni circa. Saranno indipendenti dopo altre due settimane. La cincia mora
si nutre di cereali, di semi di conifere e di altri alberi, nonché d'invertebrati.
Cinciallegra
La cinciallegra (Parus major, cm 14) è un piccolo uccello leggero
(taglia di un passero), ma con l'audacia e l'aggressività di un uccello
più grande. Tende a dominare la mangiatoia e se ne va solo se è
minacciata da un picchio o da degli storni. Nel bosco abita in alberi
maturi ma spesso si nutre attorno alla base dei tronchi, in cespugli e
su foglie morte nel terreno sottostante. E' più furba della cinciarella
nel raccogliere noci e bacche, picchiettandoli sui tronchi per aprirle in
due, ma è meno brava come acrobata. Ha un grande, vertice nero
lucido, le guance bianche e la banda nera al centro delle parti inferiori gialle, più larga e più nera nel
maschio che nella femmina, particolarmente sull'addome. In estate il giovane ha le guance giallastre
senza bordo inferiore nero. Spesso si incontra in stormi misti di cince. Richiami innumerevoli e di
solito più potenti di quelli delle altre cince. Il canto è molto tipico: una serie
penetrante di tii-te tii-te-tii-te... o un trisillabico tii-tii-tu tii-tii-tu tii-ti-tu.
Nidifica nei buchi degli alberi e dei muri; come le altre cincie o le altre specie
che nidificano in cavità, occupa facilmente, i nidi artificiali a cassetta. Depone
una covata (talvolta 2) costituita generalmente da 8/13 uova (talvolta 7/5)
incubate dalla femmina, alimentata dal maschio, per 13/14 giorni circa. I
nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori; lasciano il nido a 16/22
giorni e sono indipendenti in 24 settimane. La cinciallegra si nutre
d'invertebrati, semi, bacche, cereali. Un consiglio: se decidete di piazzare una
casetta nido, orientate l'entrata verso sud, e pulite bene la casetta non appena
la prima covata è uscita, la coppia tornerà a breve a ricostruire il nido e a
deporre le uova per la seconda covata.
Codibugnolo
Il codibugnolo (Aegithalos caudatus, cm 16) è strettamente affine alle
cince. In inverno si può unire a stormi misti di cince, ma sta sempre in
gruppetti, ha la coda molto lunga. La razza delle nostre latitudini, A. c.
rosaceus, ha la testa bianca con una larga striscia nera sopra l'occhio,
scapolari, groppone e bassoventre con sfumatura camoscio-rosata,
pannelli alari biancastri. Il giovane ha le guance scure, poco rosa e la
coda più corta. Gli adulti della razza A. c.
caudatus, dell'Europa nord-orientale, hanno la testa completamente
bianca, le ali più bianche e sono in generale più chiari. Forme
intermedie si incontrano ne'Europa centrale e settentrionale. Quelli
spagnoli sono molto scuri, hanno la stria laterale nera sulla testa, toni
vinati sui fianchi e dorso quasi tutto nero; la coda relativamente corta.
Assomiglia alle cince nelle abitudini, ma raramente
visita le mangiatoie. Richiami un secco tsirr (tipo
scricciolo), dei metallici titt e anche un trisiiiabico
srii-srii-srii di tono alto. Costruisce un nido
caratteristico alla biforcazione dei rami degli alberi o
su cespugli. Alla costruzione lavorano sia il maschio che la femmina (pare anche
più individiu). Il nido che ne risulta è un ammasso ovoidale fatto di muschio,
licheni, sostanze vegetali con un'apertura nella parte superiore. Per costruirlo la
coppia può impiegare circa tre settimane. In esso sono deposte 8/12 uova (talvolta 5/16) che sono
incubate prevalentemente dalla femmina, nutrita dal maschio, per 12/14 giorni. I nidiacei, nidicoli,
lasciano il nido dopo 14/18 giorni di età. Il codibugnolo compie spostamenti erratici (pattuglie)
anche in gruppi di 50 individui che, durante gli spostamenti, si tengono in continuo, chiassoso,
contatto vocale e in costante allarme. Si nutre d'insetti, larve, ragni e altri invertebrati.
Basettino
Il basettino (Panurus biarmicus, cm 16,5) assomiglia alle cince per molti aspetti, ma
è classificato nella famiglia dei garruli. Tra tutti i piccoli uccelli europei, pochi hanno
un habitat ristretto come il basettino. Solo se il numero di abitanti è troppo elevato
rispetto alla disponibilità del cibo alcuni di loro devono spostarsi alla ricerca di cibo in
posti inusuali diversi dal canneto. Solitamente nidificano nello spesso fogliame alla
base delle canne e si nutrono con semi di canna caduti o di cime fiorite, spesso
dondolando nella brezza. Possono essere difficilmente avvistati in un giorno di vento
quando stanno vicino alla base delle canne, ma possono anche volare bassi e veloci
attraverso la distesa di canne. Di solito il loro canto li tradisce: una varietà di rumori
simili a un rumore metallico e allo schioccare di baci. Si trova in maniera sparsa nei
maggiori canneti dell'Europa centrale e meridionale. E' in incremento e in espansione
nell'Europa nord-occidentale. In estate si nutre d'insetti, in inverno di semi di canne.
E' color camoscio e cannella, con la coda morto lunga. Il maschio ha un distinto
mustacchio e sottocoda nero, caratteri assenti nelle femmine e nei giovani. il giovane
ha le redini scure (non presenti nelle femmine), il
centro del dorso ed i lati della coda sono scuri. E' molto
attivo, arrampicatore di canne con movimenti a saltelli, spesso a bassa
altezza. Volo debole con battiti molto rapidi, di solito sopra i canneti.
In autunno si vede però in volo alto in densi stormi per spostarsi di
poco o talvolta per migrare. Al di fuori della stagione riproduttiva si
vede quasi esclusivamente in stormi. Nidificano solo nelle canne, e se
possono vivono lì tutta la loro vita, costruisce un nido a coppa con
materiale vegetale, opera dei due pertners.
Depone due covate, talvolta tre, costituite
generalmente da 5/7 uova (talvolta fino a 12). Le uova sono incubate da
entrambi i sessi per un periodo di 12/13 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono
allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 9/12 giorni. In estate si
nutre di insetti che reperisce sui giunchi, mentre d'inverno si ciba dei semi.
Questo cambiamento nell'alimentazione è indotto da un adattamento di
natura psicologica. Se in primavera, dopo un periodo di clima mite, le
condizioni cambiano improvvisamente con l'arrivo del gelo, i basettini vanno
incontro a seri problemi. Se si sono già adattati a una dieta a base d'insetti,
molti periranno di stenti perché ormai incapaci di digerire i semi, peraltro
ancora molto abbondanti. Nonostante ciò le perdite si integrano
rapidamente. Fra il 1965 e il 1977 in Europa occidentale e centrale si riversò
un incredibile numero, di basettini dai Paesi Bassi, dove il numero della specie crebbe
vertiginosamente nelle vaste estensioni lacustri nelle aree bonificate dell'Usselmeer. Dopo che i
canneti scomparvero per fare posto alle coltivazioni, il numero dei basettini tornò a diminuire.
Pendolino
Il pendolino (Remiz pendulinus, cm 11) è piccolo, somigliante alle cince nel
comportamento. Localmente comune in boschetti costieri e in boscaglie, o
vicino a canneti. Attualmente in espansione verso nord-ovest. Ha una
mascherina nera sulla faccia nell'adulto. Il maschio con dorso
bruno-castano vivace, la femmina con dorso più brunogiallastro. Il giovane non ha la mascherina e ha la testa color
sabbia. Il canto è tranquillo ed emesso per brevi periodi,
piuttosto simile a quello della cincia mora. Costruisce un
caratteristico nido fatto di erba, foglie, licheni e muschio a forma pendolare
appeso ai rami degli alberi, spesso sull'acqua. La costruzione dei nido, fatta da
entrambi i sessi, dura circa 2 settimane. Depone una covata (talvolta
occasionalmente 2) costituita generalmente da 6/8 uova (talvolta 5/10) che sono
incubate dalla femmina per un periodo di 13/14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i
genitori e restano nel nido per 16/18 giorni. Restano poi raggruppati in famiglia per diverse
settimane. Si nutre d'invertebrati (insetti, ragni) ma anche di semi.
Picchi muratori
I picchi muratori (famiglia Sittidae) hanno taglia piccola, con becchi lunghi e appuntiti che usano
per piluccare gli insetti dalle fessure. Hanno la testa grossa, la coda corta ed i piedi robusti con i
quali possono arrampicarsi e scendere verticalmente su alberi o pareti. Sono molto agili, si muovono
anche a testa in giù, cosa che non sono in grado di fare né i rampichini né i picchi. Un piede è tenuto
molto in avanti, cosicché l'uccello sembra sospeso su di esso. Al di fuori della stagione riproduttiva si
uniscono spesso alle cince. I richiami sonori sono tipici. Il volo è a scatti e ondulato. I sessi sono
simili. Nidificano in cavità d'albero o fessure rocciose, covate di 5-7 uova, bianche macchiettate di
rosso. 4 specie.
Picchio muratore
Il picchio muratore (Sitta europaea, cm 14) frequenta i giardini (dove è
comune) e si stabilisce come uno dei favoriti al cesto delle noci. E' un
uccello pieno di carattere, nervoso, che sobbalza, saltella e scivola,
appendendosi alla mangiatoia o al cesto per qualche momento per poi
volare via basso e veloce. Lontano dai giardini, è un uccello di bosco che
si foraggia basso fra le foglie e i rami caduti, o persino al suolo, come
anche sulle alte cime degli alberi. Visita regolarmente le mangiatoie nei
mesi invernali. Ha un profilo tipico, con becco
appuntito, coda corta e postura rannicchiata. Si arrampica con il capo in
avanti sui tronchi. Il dorso è grigio-azzurro, ha una lunga striscia nera
sull'occhio. Le parti inferiori dell'adulto sono di colore variabile: da bianche
nella razza S. e. europaea (Fennoscandia, Russia settentrionale), a brunorossiccio chiaro nella S. e. caesia (Europa occidentale). Si incontrano forme
intermedie. Fianchi del maschio rosso-castano caldo, della femmina brunoruggine meno marcato. Non tambureggia come i picchi, ma picchietta
spesso su noci e semi di vario tipo per aprirli. Ha diverse voci tipiche molto
sonore. Richiamo comune: un acuto ed enfatico siit, siit. Allarme: un
eccitato tuitt-tuitt-tuitt-tuitt. Canto sonoro, musicale e fischiato. Nidificante
abbastanza comune in boschi decidui maturi, parchi e giardini, nelle cavità degli
alberi. Ha la curiosa abitudine di spargere fango e terra bagnata intorno all'entrata
della cavità che conduce al nido, probabilmente per ridurre il buco ed evitare
l'ingresso di uccelli più grandi o donnole. Il nido è costruito principalmente dalla
femmina. Depone una covata (occasionalmente 2) costituite generalmente da 6/9
uova (raramente 4/13) deposte a intervalli giornalieri. L'incubazione è fatta dalla
femmina, inizia quando la deposizione è completa e dura 23-25 giorni; i nidiacei
sono allevati da entrambi i genitori. li picchio muratore si nutre prevalentemente
d'invertebrati, ma anche di sostanze vegetali (semi). Una curiosità: in Croazia mi è
capitato di vederne uno a pochi passi da una panchina in un parco, accettava il cibo
dai turisti.
Picchio muratore corso
Il picchio muratore corso (Sitta whiteheadi, cm 12) nidifica in Corsica in
pinete montane. Sembra un piccolo picchio muratore, ma si notano i tipici
disegni sul capo con vertice e nuca neri e sopracciglio bianco netto. La
femmina e il giovane sono più scuri, ma con gli stessi disegni. Il
comportamento è da picchio muratore, ma è comunque piuttosto schivo.
Scava egli stesso il buco del nido negli alberi. Il richiamo è nasale e
sommesso, il canto ha chiare note in serie veloci e accelerate.
Picchio muratore di roccia
Il picchio muratore di roccia (Sitta neumayer, cm 15) nidifica in Europa sud-orientale sui versanti
rocciosi e montagne con cespugli sparsi. Sembra un picchio muratore grande e chiaro, ma non ha le
macchie bianche caudali di quest'ultimo e ha il becco relativamente più lungo. Gli assomiglia nei
movimenti e nella postura, si arrampica sulle pareti anziché su alberi. Nidifica sulle pareti a picco,
dove cementa con del fango il nido voluminoso. E' molto loquace, ha diversi richiami alti e forti. Il
canto è trillato e sonoro.
Picchio muratore di Krüper
I picchio muratore di Krüper (Sitta krueperi, cm 12) nidifica in Europa localmente nel sud-est
della Grecia, in pinete montane. Strettamente affine al corso e piccolo come quest'ultimo. Il vertice
è nero lucido (il nero non raggiunge la nuca), ha la striscia nera sull'occhio e il dorso è grigio-azzurro
come il Corso, ma la faccia è più chiara e ha una macchia bruno-rossiccia sul petto. Il richiamo è
molto simile al corso. Il canto è un trillo acuto, piuttosto simile a quello della cinciarella.
Picchio muraiolo
Il picchio muraiolo (famiglia Tichodromadidae) è di piccola taglia, con colori vivaci e ali
arrotondate. Vive in zone rocciose montane. E' uno stretto affine dei picchi muratori, ma con becco
ricurvo e comportamento simile a quello dei rampichino. Costruisce nidi massicci in fessure rocciose.
Covate di 4-5 uova, bianche macchiettate di rosso. Unica specie.
Picchio muraiolo
Il picchio muraiolo (Tichodroma muraria, cm 16) non è propriamente elusivo,
ma ha abitudini piuttosto ritirate. E' possibile avvistarlo mentre vola in alto nel
cielo o mentre si arrampica sui fianchi di una roccia scoscesa agitando le ali.
Quando è in cerca di cibo, insetti e ragni, scuote continuamente le ali lasciando
intravedere il rosso carminio e le grosse macchie bianche sulle primarie. In
inverno il picchio muraiolo si spinge a quote inferiori, dove è possibile sorprenderlo
sui muri di pietra delle baite, sulle pareti dei campanili o sui muretti a secco delle
rovine. E' localizzato in alta montagna, oltre il limite delle nevi e parrebbe più
comune nella parte orientale dell'areale. Movimenti di più vasto raggio sono molto
rari. E' inconfondibile, ha il becco lungo e ricurvo, le parti superiori
grigie, le parti inferiori nere in estate e grigie chiare in inverno. La
femmina ha comunque una macchia nera sulla gola in estate. Le ali sono
splendide, larghe con grandi pannelli rossi e macchie bianche. Il volo è tipicamente
sfarfallante. Si arrampica su pareti alla ricerca d'insetti, aprendo e chiudendo le ali e non
utilizza la coda come appoggio come un rampichino. Il richiamo è sottile e pigolante. Il
canto consiste in parte in serie indistinte di cinguettii e in parte in note forzate, ripetute
nello stesso modo molte volte di seguito. Una coppia può occupare un
territorio molto esteso, che in estate si espande oltre il limite della
vegetazione arborea. Nidifica nelle cavità delle rocce sulle Alpi, tra i
1000 e i 2500 m di quota (ma sono stati rinvenuti nidi anche a soli
350 m). La femmina costruisce un nido a coppa di sostanze vegetali,
vi depone una sola covata, costituita generalmente da 4 uova (talvolta 3-5),
che sono incubate dalla essa sola per un periodo di 18/19 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono
alimentati da entrambi i genitori per circa 21-26 giorni.
Rampichini
I rampichini (Famigha Certhiidae) sono piccoli, con zampe corte, marezzati di bruno, con becchi
sottili ricurvi che utilizzano per cercare insetti sulla corteccia degli alberi, arrampicandosi a spirale
partendo dalla base. Di solito si vedono da soli e sono molto attivi. Il nido è costruito in fessure o
cavità (spesso dietro a lembi di corteccia staccati). Covate di 5-7 uova, bianche macchiettate di
rosso. 2 specie.
Rampichino alpestre
Il rampichino alpestre (Certhia familiaris, cm 13) si può vedere mentre si
arrampica su un tronco o un ramo di un albero, dalla base all'estremità,
esplorando accuratamente la corteccia col sottile becco ricurvo alla ricerca
d'invertebrati e larve di cui si ciba. Per risalire il tronco in questo modo, le
penne timoniere centrali della coda sono particolarmente rigide e resistenti per
offrire un sostegno come nei picchi. In Europa vive un'altra specie molto simile:
il rampichino (sotto). E' quasi impossibile distinguere con certezza i due uccelli
dal piumaggio: entrambi presentano strie brune nelle parti
superiori, sono bianchi in quelle inferiori e hanno striature
chiare sulle ali Il rampichino alpestre ha sopracciglio
chiaro più distinto, soprattutto di fronte agli occhi e sopra
le redini, che può congiungersi appena sopra la base del
becco, il becco in media è un po' più corto rispetto al rampichino che è
generalmente brunastro sui fianchi e bianco sporco (e non candido come quello
alpestre) inferiormente. Il rampichino alpestre vive nei parchi e nei vecchi
boschi decidui. Al di fuori della stagione riproduttiva, spesso si unisce a stormi erranti di cince.
Talvolta in inverno forma piccoli gruppi che trascorrono le notti più fredde all'interno di cavità.
Nell'Europa meridionale, dove si sovrappone all'areale del rampichino, predilige boschi conifere a
quote maggiori. Canto acuto e sottile, di tono basso, chiaro e accelerato, che cade di tono alla fine e
termina con un breve melodioso gorgheggio tipo Luì grosso. Nidifica abbastanza comunemente in
boschi, parchi e giardini con piante mature, sia decidue sia conifere. Il nido è costruito con steli
d'erba, radici e muschio, da entrambi i sessi, in una spaccatura del tronco
e dei rami degli alberi, spesso in una fessura tra la corteccia. Sono
allevate due nidiate ogni anno. La covata si compone solitamente di 6
uova (da 3 a 9) incubate esclusivamente dalla femmina per 14-15 giorni.
I pulcini,
all'età di 14-16 giorni.
Rampichino
Il rampichino (Certhia brachydactyla, cm 13) nidifica nell'Europa
centromeridionale, in boschi, parchi e giardini con piante decidue mature, di
solito a quote minori dell'alpestre, in particolare nella parte meridionale
dell'areale. Molto simile a quest'ultimo, ma un po' più scuro, con tono meno
ruggine sopra e bruno più chiaro sui fianchi. In mano di solito si distingue per
l'unghia posteriore più corta. Il becco, in media, è leggermente più lungo. Il
canto, di tono più lamentoso (tipo cincia mora) di quello dell'alpestre, è una
breve e chiara frase un po' a scatti, con le note finali che si alzano
leggermente di tono.
Astrildidi
Gli astrildi (famiglia Estrildidae) sono piccoli, sociali, diffusi in Asia meridionale, Australia e Africa.
Una specie, il bengalino comune, si è stabilito localmente in alcuni paesi
d'Europa con una popolazione selvatica probabilmente derivata da fughe
dalla cattività.
Bengalino comune
Il bengalino comune (Amandava amandava, cm 10) maschio presenta
una colorazione abbastanza vivace: rossastra con le ali marroni, la coda
scura, delle macchiette bianche sul corpo, il becco rossastro. La femmina
presenta una colorazione più smorta: grigio marrone con coda scura e
becco rossastro. Entrambi i sessi hanno una macchia perioculare
nerastra. Vivono in foreste, zone palustri, canneti e corsi d'acqua. E' un uccello molto utilizzato nel
commercio, come gran parte degli Astrildildi, si può trovare in tutti i negozi d'animali, in varie
colorazioni. E' facile da allevare e molto prolifico. Originariamente diffuso in Asia sud-orientale, si è
stabilito in Spagna, Francia, Germania, Italia e altri paesi europei, con una popolazione selvatica
probabilmente derivata da fughe dalla cattività. Si nutre di sostanze vegetali.
Passeri
I passeri (famiglia Passeridae) sono piccoli, bruni, grigi e neri, con becco spesso e zampe piuttosto
corte, hanno un aspetto paffuto. In alcune specie i sessi sono uguali. Sono sociali, perlopiù coloniali,
sono granivori e si nutrono sul terreno. Nidificano in buchi, cavità o costruiscono nidi a cupola su
alberi e cespugli. Non sono abili cantori. Il fringuello alpino appartiene a questa famiglia, 6 specie.
Passera oltremontana e Passera d'Italia
In merito alla Passera oltremontana (Passer domesticus, cm 14,5) occorre
fare chiarezza: i testi oggi in commercio sono in gran parte tradotti da libri
anglosassoni e quindi chiamano passera domestica quella che noi italiani
chiamiamo passera oltremontana, che è diversa dalla nostra Passera
domestica (italica). Distinguerle è semplice perché la passera oltremontana
(quella che gli inglesi chiamano domestica)
maschio ha la testa grigia, la nostra
"domestica" italica ha la testa bruna-rossiccia.
La passera oltremontana è strettamente associata agli insediamenti
umani, nidifica comunemente intorno alle fattorie, in città e paesi. E'
sociale al punto di prendere il cibo addirittura sui tavolini dei bar o dei
chioschi nei luoghi turistici, alcuni individui "pionieri" si avvicinano
furtivamente e sono seguiti a breve da altri più sfacciati. Si riunisce in
siepi e cespugli in stormi chiassosi che si spostano in un corpo unico,
diretti e sicuri. Il maschio ha il vertice grigio, le tempie sono brunorossicce e ha un grande bavaglino nero che ostenta con fierezza nelle frequenti baruffe coi simili (i
soggetti con pettorina più estesa dominano quelli con la macchia più piccola). Il groppone è grigio.
La femmina e il giovane sono più uniformi e dai colori smorti, con striscia sull'occhio bruno-giallastro
chiaro.
Nella razza P. d. italiae, passera d'Italia, che vive in Italia, in Corsica e
a Creta, il maschio ha vertice bruno-rossiccio anziché grigio e guance
bianche come la passera sarda, con la quale si ibrida nel Sud Italia. I
richiami sono semplici e sonori. Sono uccelli molto diffusi ma in calo a
causa delle modificazioni che ha subito la campagna negli ultimi decenni
(meccanizzazione e trattamenti). La diminuzione numerica è dovuta
anche al diverso modo di costruire le abitazioni e alla diminuzione delle
piccole stalle e dei piccoli allevamenti d'animali di bassa corte in
campagna. Anche la passera d'Italia è molto urbanizzata e si avventura
sui tavolini dei bar per prendere alcune briciole, se la porta di un pubblico esercizio è aperta,
possono anche entrare all'interno. Nidifica sotto le tegole, in buchi, cavità, ecc. Può anche costruire
nidi all'aperto, grandi ed a cupola fatti di sostanze vegetali. Depone tre covate, costituite
generalmente da 3/5 uova (più raramente fino a 8) che sono incubate dalla femmina, appena finita
la deposizione, per un periodo di 11-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati dai genitori
principalmente con insetti e restano nel nido per 15 giorni circa.
Passera sarda
La passera sarda (Passer hispaniolensis, cm 14,5) nidifica nell'estremo
sud-est europeo, in Spagna, Asia Minore e parte del Nord Africa,
soprattutto in zone aperte, senza connessione netta con insediamenti
umani, spesso su alberi frangivento, in popolose colonie con molti nidi
sullo stesso albero. Può anche nidificare in nidi di cicogne. Sembra essere
un migratore, almeno nella parte nord dell'areale, grandi stormi si
possono spostare durante i periodi migratori. Il maschio è facilmente
distinguibile dalla passera oltremontana per via del bavaglino nero che è
più largo, la striatura pesante sui fianchi e sul dorso, le guance biancogrigiastre, vertice bruno-castano. L'estensione del nero è variabile ma è di solito maggiore che
nell'oltremontana, alcuni individui sono molto simili alla passera d'Italia. La femmina giovane di
solito non è distinguibile da quest'ultima, ma in media hanno il becco più massiccio, l'addome più
biancastro e, in alcuni, strisce più marcate sul petto. Richiamo e canto simili a quelli
dell'oltremontana, ma più potenti e profondi.
Passera mattuggia
La passera mattugia (Passer montanus, cm 14) è un uccello che,
come lo storno, vive volentieri vicino all'uomo ma vive altrettanto bene
lontano dagli insediamenti urbani. Più piccola e slanciata
dell'oltremontana, ha il vertice bruno-castano, piccolo bavaglino nero,
macchietta nera sulla guancia e colore complessivo bianco sporco. I
sessi sono uguali. I richiami sono simili a quelli dell'oltremontana, ma
più aspri e chiari. Canto composto di note ripetute. Essendo meno
legata agli insediamenti urbani, può anche nidificare nei boschi
(utilizza anche cassette nido), in parchi, giardini e aree agricole in
generale, in cavità di alberi e di muri, dove costruisce un nido rozzo, arrotondato, fatto di sostanze
vegetali. Depone 2 o 3 covate, costituite generalmente da 4/6 uova (più raramente da 2/9), che
sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 11-14 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono
allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 12-14 giorni circa. L'alimentazione è costituita
da semi, grano, invertebrati vari (insetti, ragni).
Passera lagia
La passera lagia (Petronia petronia, cm 14) assomiglia alla femmina
dell'oltremontana. Ha un largo sopracciglio chiaro, striscia piuttosto chiara sul
vertice e banda caudale biancastra (evidente soprattutto in volo). Ha una
macchietta gialla sul petto, visibile soprattutto quando rigonfia le penne. E'
molto più attiva dell'oltremontana, con la quale si può associare. Di solito si
vede in stormi lassi. Diversi brevi richiami, emette anche un tipico piiu-ii molto
dolce. Nidifica localmente in Europa meridionale, in zone rocciose e coltivate,
talvolta in rovine all'interno di città o in buchi negli alberi di piantagioni. Depone
una covata (talvolta 2) costituita generalmente da 5/6 uova (talvolta 4/8) che
sono incubate per un periodo di un paio di settimane circa. I nidiacei sono
nidicoli, restano nel nido circa 21 giorni e sono allevati da entrambi i genitori.
L'alimentazione della passera lagia è costituita da semi, grani e invertebrati.
Passera lagia del Caucaso
La passera lagia del Caucaso (Petronia brachydactyla, cm 14) nidifica nel Caucaso e in Asia
Minore in zone desertiche. Assomiglia a una femmina chiara di oltremontana, con macchie bianche
sulla punta della coda. Ha il sopracciglio meno evidente della lagia e la testa è più uniforme.
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Fringuello alpino
Il fringuello alpino (Montifringilla nivalis, cm 18) al di fuori della
stagione riproduttiva lo possiamo incontrare, spesso in piccoli stormi,
durante le nostre passeggiate sui sentieri nei pressi delle vette. In inverno
scende a quote minori. In Italia è forse migratore regolare. In tutti i
piumaggi si distingue dallo zigolo delle nevi per la testa grigia (ma i
giovani di zigolo delle nevi in luglio-agosto hanno la testa grigia). Il
maschio in estate ha un piccolo bavaglino nero, la femmina è grigia sul
mento. Bianco alare e caudale meno esteso nella femmina e nel giovane
che somiglia alla femmina. Il colore de becco cambia nel maschio da
giallo in inverno a nero in primavera. Spesso muove la coda. Richiama con un aspro tsùh e un prrt
tipo fusa. Il canto, da un posatoio o un masso, è molto penetrante. Nidifica sulle Alpi e in Europa
meridionale in alta montagna, oltre al limite della vegetazione arborea e sotto il limite delle nevi.
L'ornitologo P. Geroudet cita come record altitudinale per le Alpi la nidificazione di una coppia a 3476
m di altezza. Il nido, posto in una cavità delle rocce o nella tana di un mammifero, è una coppa di
erbe, muschio e piume. Ogni anno è allevata una covata (talvolta due) di 4/5 uova incubate per 1413 giorni da entrambi i sessi. Gli adulti si prendono cura insieme della prole, nidicola, che vola all'età
di 21 giorni. Il cibo è costituito soprattutto da semi e bacche, ma anche da insetti e altri piccoli
invertebrati. Il maschio del fringuello alpino canta anche nel volo nuziale, quando, dopo aver
eseguito dei voli circolari, plana fino al suolo. Questa specie in inverno diventa fortemente gregaria.
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Fringuelli & affini
I fringuelli e le specie affini (famiglia Fringillidae) sono di taglia media o piccola, con becchi forti e
conici, adattati ad una dieta granivora. Molle specie hanno bei colori vivaci. I sessi sono diversi.
Gregari al di fuori della riproduzione, la maggior parte vive in boschi. Il nido è a coppa su alberi,
cespugli e vegetazione fitta. Covate di 3/6 uova. 23 specie.
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Fringuello
Il fringuello (Fringilla coelebs, cm 15) è uno degli uccelli più comuni
d'Europa, Non frequenta gli insediamenti umani con l'assiduità del
passero domestico ma, dove non è disturbato, è confidente, si
avvicina alle persone (turisti in parchi o giardini d'oltralpe) per
implorare una briciola, ovunque ci siano parcheggi e posti per il pic nic
nei boschi, nei campi coltivati con molti alberi e siepi o nei campeggi
con copertura boscosa. I fringuelli sono più belli dei passeri e hanno un allegro, brillante canto che
inizia alle prime luci dell'alba, non appena sta per finire l'inverno. Sono degli uccelli popolari (in
Veneto sono chiamati finchi). In inverno formano degli stormi, a volte con i maschi che formano un
gruppo a sé. Volteggiano dalle siepi ai campi e poi vi ritornano ma non si lanciano attorno in fitti
gruppi come altri fringillidi più piccoli o come i passeri domestici. Un curioso comportamento dei
fringuelli a cui ho assistito consisteva nel rimanere in attesa sui rami di un noceto fino al passaggio
di un trattore o una macchina, poi si posavano a terra alla ricerca dei pezzetti di noci rotte dalle
ruote. Migratore nel nord, effettua movimenti di massa ai primi di ottobre. In
inverno si vede spesso in stormi nei coltivi, di solito nei pressi di boschi. Molto
attirato dalle faggete. I maschi hanno colori vivaci in primavera e in estate, le
femmine e i giovani sono bruno-grigi con sfumatura verdastra, tutti hanno
evidenti barre alari bianche, bianco sulle timoniere esterne e groppone verde,
ma dopo la fine della muta i due sessi appaiono più simili. Nidifica in boschi
decidui e di conifere, giardini e parchi. Il nido spesso è posto su una
biforcazione di rami, costruito a coppa e ben mimetizzato con muschio e
licheni. Depone una o due covate l'anno composte da 4/5 (talvolta 2/8) uova
ciascuna. Le uova sono deposte a intervalli giornalieri: l'incubazione ha inizio
con la deposizione dell'ultimo uovo, è affidata alla femmina e dura intorno agli
11-13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori, e lasciano il nido a 12-15 giorni.
Il fringuello ha un'alimentazione particolarmente granivora nutrendosi soprattutto di semi, polpa di
frutta e sostanze vegetali ma si nutre anche d'invertebrati.
Top
Peppola
La peppola (Fringilla montifringilla, cm 15) durante la migrazione e in inverno
frequenta boschi, parchi, giardini e coltivi, di solito in stormi che utilizzano
dormitori collettivi. Compie il passo in stormi meno densi di quelli di fringuello,
ma spesso misti con quest'ultimo. Il groppone è bianco, il dorso è scuro e ha
barre alari bianche. Il canto è secco, ripetuto in modo monotono. Canta da
posatoi esposti. Nidifica comunemente nella taiga e in boschi di betulle
subalpini. Il nido è costruito dalla femmina, di solito su una conifera (raramente
nei cespugli) e consiste in una coppa di muschio, corteccia, licheni, lana, ecc.
L'unica covata annuale è di 5/7 uova (fino a 8) deposte a
intervalli di un giorno l'una dall'altra e incubate
esclusivamente dalla femmina per 11-12 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono assistiti
da entrambi i genitori e volano all'età di 11-13 giorni. In alcuni anni di "invasioni"
stormi di migliaia e anche di milioni possono arrivare in zone
con faggete, si ciba infatti di faggiole, semi, bacche e insetti
(particolarmente importanti nella dieta dei giovani). Il cibo è
ricercato al suolo.
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Ciuffolotto
Il ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula, cm 16) ha un rotondo, tozzo becco che è
l'ideale per sgranocchiare gli strati esterni dei germogli teneri come frassino e
sicomoro. I ciuffolotti amano soprattutto i germogli dei frutti, ma passano
molto del loro tempo in siepi d'arbusti e facendo festa, occasionalmente, tra i
raggrinziti mirtilli con i loro piccoli semi marroni. Mentre si nutrono, solitamente due o tre alla volta,
si tengono in contatto chiamandosi con semplici, soffici, bassi fischi. In primavera i maschi hanno
difficilmente un canto ad eccezione di alcuni fischi con degli strani
suoni scricchiolanti. Anche dove sono comuni, i ciuffolotti sono
abbastanza discreti e difficili da vedere, Il groppone è bianco, le parti
superiori grigie e nere, le parti inferiori rosse nel maschio, brunorosate nella femmina, becco corto e massiccio in entrambi i sessi. Il
primo piumaggio giovanile è in prevalenza bruno chiaro senza nero
sulla faccia. Tranquillo. in inverno talvolta si riunisce in gruppetti, in
estate molto schivo e ritirato. Nidifica abbastanza comunemente in
boschi decidui e di conifere (taiga), anche in giardini e frutteti.
Costruisce un nido a coppa fatto di erbe, muschio, lanugine e ramoscelli e imbottito di frammenti di
corteccia e licheni. Vi depone 4/5 uova (raramente 6/7) che sono incubate per lo più dalla femmina
per un periodo di 12-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, restano nel nido per 12-18 giorni. Il ciuffolotto
depone una sola covata nei suoi areali di diffusione più settentrionali e orientali, ma anche due e
persino tre altrove.
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Frosone
Il frosone (Coccothraustes coccothraustes, cm 18) è un uccello
discreto, difficile da vedere. Se capita di avvistarne uno, solitamente
ce ne sono molti assieme, che sia una famiglia in estate o un piccolo
stormo in inverno, riuniti per mangiare i frutti o i semi duri,
comunemente carpino, che apre col grande, acuminato becco che è in
grado di sviluppare in media una forza di 45 kg. Nel Nord e nell'Ovest
dell'Europa questo è un uccello dei terreni boscosi aperti e alti arbusti,
ma nelle regioni del Mediterraneo si può trovare in piantagioni di olivi
e frutteti, a volte assieme ai fringuelli. E' schivo e piuttosto silenzioso, trascorre molto tempo sulle
cime degli alberi tra il fogliame. Il grosso becco è grigio-blu nella stagione riproduttiva, giallastro per
il resto dell'anno. La coda è corta ed ha larghe barre alari bianche, carattere ben visibile in volo. La
femmina è simile, ma con pannello alare grigio sulle secondarie (ad ali chiuse). Eccezione fatta per
le parti bianche caudali e alari, il giovane non è molto appariscente: ha colori meno vivaci tendenti al
verde-grigio. Il sesso si può riconoscere dalle caratteristiche delle remiganti secondarie. Nidifica in
modo sparso in boschi decidui e misti con denso sottobosco. Il nido consiste in una coppa di
ramoscelli, piccole radici e licheni e viene costruito sugli alberi quasi esclusivamente dalla femmina.
Di solito è allevata una sola covata ogni anno (talvolta 2), che consiste di 5 uova (da 2 a 7) incubate
per 12-14 giorni dalla femmina con il contributo saltuario dei maschio. I nidiacei, nidicoli, sono
nutriti da entrambi i genitori e volano all'età di 10-14 giorni. Di abitudini sedentarie, questa specie
può compiere degli spostamenti erratici e delle migrazioni locali vere e proprie.
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Venturone
Il venturone (Serinus citrinella, cm 11,5) in Italia è limitato alle Alpi,
in prossimità del limite della vegetazione arborea. Vive in coppia, ma
al di fuori della stagione riproduttiva si riunisce in piccoli gruppi. Non
sono uccelli migratori, ma compiono spostamenti per svernare alle
quote inferiori. Entrambi i sessi hanno un aspetto poco appariscente
per via delle parti inferiori giallo scure, quelle superiori grigie e verdastre e
due barre alari giallo scure. Giovane più bruno e pesantemente striato. La
sottospecie sarda (S. c. corsicana) ha il mantello striato di bruno ruggine e le
parti inferiori gialle più chiare. Le dimensioni sono simili a quelle del verzellino
ma è privo di tracce di giallo sulle ali e sulla coda e con un becco molto più
corto. Il venturone è molto comune nei paesi dell'Europa centrale e
meridionale. Nidifica in Europa sud-occidentale, in zone montane con boschi
di conifere. In Corsica e Sardegna (razza corsicana) non è così legato ai
boschi e si trova anche tra ginestrai e brughiere. La sua presenza dipende dalla quantità di semi di
peccia, ma mangia anche semi di tarassaco nelle praterie alpine: in estate si nutrono di insetti e
semi, mentre in inverno la loro alimentazione è basata essenzialmente sui semi dei pini raccolti al
suolo e sulle erbe. Canto: cinguettante e veloce, spesso emesso
durante un volo canoro, ricorda il lucherino e il cardellino.
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Verzellino
Il verzellino (Serinus serinus, cm 11) è caratteristico delle regioni mediterranee, le sue frequenti
canzoni zigzaganti risuonano come "vetro frantumato" nelle giornate torride e dai colori vivaci
dell'estate. Nel lontano nord sono visitatori estivi che si sono diffusi nei
recenti anni, ma con rare nidificazioni. Di tutti i fringillidi, il verzellino è il più
piccolo e grazioso, con un'apparenza lievemente tozza e con la testa piatta.
Ama gli alberi pieni di foglie, come ciliegi e piccole quercie, oltre che le
conifere, possono anche essere spesso visti in villaggi e attorno alle fattorie.
Parte del canto del verzellino è simile a quello dei canarini, ed infatti nel
Veneto, i nostri nonni lo catturavano proprio per il canto. E' comune in gran
parte del suo areale, si può trovare in parchi, filari di conifere e giardini,
anche in zone urbane. Il piumaggio è striato, le parti inferiori e il groppone
sono gialli. In estate, quando i bordi delle penne sono abrasi, il vertice può apparire quasi tutto
giallo. I giovani non hanno giallo e sono striati. Si riconosce più facilmente dalla piccola taglia e dal
becco molto corto (il lucherino ha il becco più lungo). Spesso si alimenta a terra. Canta di frequente,
da posatoi ben in vista o durante un volo canoro tipo verdone, con lenti battiti alari. Nidifica sugli
alberi o tra la vegetazione in un nido a coppa fatto di sostanze vegetali. Depone due covate
costituite normalmente da 4 uova (talvolta 3/5) incubate prevalentemente dalla femmina per circa
13 giorni. I nidiacei. nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori, lasciano il nido a circa 14 giorni
di età e dipendono per altri 6/7 giorni dai genitori. Il verzellino si nutre di sostanze vegetali (semi).
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Verzellino testarossa
Il verzellino testarossa (Serinus pusillus, cm 11) nidifica stanziale nelle più elevate zone dei
Caucaso; si trova anche in montagne della Turchia e dell'Asia centrale. Assomiglia al verzellino, ma
ha la testa nera con fronte rossa. La femmina è simile ma un po' meno contrastata, con la macchia
rossa meno estesa. I giovani sono molto diversi, con faccia bruno-giallastra e mancanza di nero e
rosso. Richiamo tipo verzellino, ma più debole e più dolce, cantato un po' nasale.
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Verdone
Il verdone (Carduelis chioris, cm 14,5) è in diminuzione in Europa a
causa della modernizzazione in agricoltura e la conseguente diminuzione
di semi in inverno e d'insetti e larve in estate. La semina e la raccolta
meccanizzata del grano e l'impiego di pesticidi, non vanno bene per tutte
le razze di fringuelli. In passato, larghi stormi di verdoni si nutrivano in
terreni grezzi, planando in un'improvvisa corsa verso la siepe più vicina
se spaventati da un cane o da un falco, per poi tornare al suolo quando il
pericolo se ne fosse andato. I verdoni sono ancora, in ogni caso, comuni
nei giardini dove hanno velocemente imparato a nutrirsi dalle mangiatoie
con nocciole e altro cibo (in inverno), spesso cacciando le più piccole
cinciarelle e cinciallegre. Il maschio adulto è di un bel verde-giallastro
sotto e verde-oliva sopra e, come tutti i fringillidi, ha colori più accesi in estate.
la femmina è più smorta e verde-grigiastra, il giovane è verde-grigiastro, bruno
e striato. Tutti i piumaggi hanno tipiche timoniere esterne e margini delle
primarie giallo vivo. Corporatura robusta, testa piuttosto grossa e becco
spesso. Il volo è veloce e più ondulato di quello del fringuello. Il richiamo di
volo è rapido e forte. Da posatoi elevati oppure durante i voli canori tipici
sfarfallanti, emette un potente canto trillato. Nidifica abbastanza comunemente
in zone aperte, coltivate, con macchie di cespugli secchi, anche in giardini e
parchi, dove costruisce un nido grossolano a coppa ben soffice internamente.
In esso depone 4/6 uova (raramente 3(8) che sono incubate dalla femmina
nutrita dal maschio, per un periodo di 13-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, restano
nel nido per 13-16 giorni. I giovani sono allevati da entrambi i genitori e
alimentati con cibo rigurgitato. Il verdone depone 2 covate l'anno (più
raramente 3). Si nutre di semi con preferenza per quelli oleosi. nonché
di more, germogli di alberi da frutta; non disdegna talvolta una dieta
insettivora.
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Lucherino o lucarino
Il lucherino (Carduelis spinus, cm 12) è attratto dalle mangiatoie con
arachidi, in particolare se si usano le retine di plastica appese, forse
perché sembrano una pigna gigante, i cui semi sono il nutrimento
naturale dei lucarini. I lucarini (o lucherini che dir si voglia) hanno infatti imparato a passare
l'inverno nei giardini, quando il cibo naturale scarseggia, approfittando delle
mangiatoie che maggior parte delle persone hanno iniziato a collocare un po'
ovunque. Normalmente, i lucarini sono uccelli di bosco, vagabondando in
inverno fra larici, betulle e ontani alla ricerca di semi (ma anche cardi). Si
spostano spesso in stormi. Sono quasi acrobatici come le cince, si nutrono sui
rami più sottili, appesi all'ingiù e sondando con il loro sottile becco. In estate,
preferiscono le più estese foreste di conifere. L'entità delle popolazioni varia
secondo la produzione di semi. E' verdastro e striato, ha i lati della coda e le
barre alari gialli. Il maschio ha la fronte e il mento neri. Al di
fuori della stagione riproduttiva si riunisce in densi stormi
(spesso misti a organetti). Si alimenta in silenzio e
all'improvviso si invola in stormo per brevi giri circolari vociferi,
emettendo un vibrante cinguettio. Volo leggero, con lunghe e
profonde ondulazioni. Il canto è un veloce e cinguettante
chiacchiericcio, terminante con un flebile ronzio. Voli canori. Nidificante piuttosto
comune, ma locale, in foreste di conifere, soprattutto peccete d'alto fusto. Il nido è
costruito sui rami delle conifere e consiste in una piccola coppa di erbe, muschio, lana
e crini. Depone due covate ogni anno. Esse consistono di 3/5 uova ciascuna (da 2 a
6), deposte a intervalli di 1 giorno l'una dall'altra. L'incubazione, compiuta esclusivamente dalla
femmina, dura 11-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono accuditi da entrambi i genitori per 13-15 giorni,
età in cui sono in grado di volare. La prole, comunque, è nutrita con insetti, almeno nella prima fase
della crescita. Durante la stagione invernale i lucherini sono di abitudini gregarie e spesso si
associano ad altri fringillidi per la ricerca del cibo.
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Cardellino
Il cardellino (Carduelis carduelis, cm 14) è uno degli uccelli più
vivacemente colorati d'Europa. Grazie al lungo becco appuntito, il
cardellino è perfettamente adattato ad estrarre i semi profondi dei cardi
di cui è ghiotto. In autunno basta osservare i cardi o la bardana e non
sarà difficile scorgere un gruppo i cardellini intenti a nutrirsene. Mentre i
cardellini si spostano da un gruppo di cardi all'altro, aggrappandosi alle
vecchie teste dei semi per estrarre piccoli semi con il loro becco a pinza,
cinguettano dolcemente e tutte le volte che volano
mostrano le ampie bande gialle sulle ali. Il cardellino sembra maggiormente
adattato a vivere al nord, ma i colori sgargianti e la vivacità lo fanno vivere
bene anche al sud dove si trovano gli stormi più grandi, a volte in gruppi di
centinaia per volta. Preferiscono alberi con molte foglie per nidificare, quelli che
sono spesso piantati come piante ornamentali in città e abitazioni, ma non sono
veri uccelli da giardino. Molti si spostano a sud per l'inverno. L'adulto è tipico
per la faccia rossa e il resto della testa nero e bianco. Ala nera con una larga
barra giallo vivo, particolarmente evidente in volo. Il groppone è bianco. I sessi
sono uguali e impossibili da distinguere sul campo. Il giovane ha le ali e la coda
come nell'adulto, ma per il resto è bruno-grigio con striatura scura. L'ultima
parte che muta è la testa, così all'inizio dell'autunno gli immaturi sono uguali agli adulti eccetto per
la testa grigio chiaro. Il cardellino è sociale al di fuori della stagione riproduttiva, spesso si vede in
gruppetti. Il canto assomiglia a quello dei verdone e a quello dei lucherino, con richiami intercalati,
sia liquidi sia raspati. Come detto sopra nidifica abbastanza
comunemente in zone aperte ai margini dei boschi, spesso anche in
parchi e giardini, sui rami degli alberi, talvolta tra siepi e cespugli. Il
nido, a forma di coppa, è costruito dalla coppia con radici, stecchi,
muschio, licheni, ecc. In esso il cardellino depone da 4 a 7 uova
(talvolta 3/7) che sono incubate dalla femmina, nutrita dal maschio
per un periodo di 12-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido dopo
13-15 giorni. Il cardellino depone 2 covate l'anno, talvolta 3. Nella sua alimentazione, oltre ai semi
di cardo, rientrano anche insetti e invertebrati vari. Il maschio corteggia la femmina effettuando
delle inclinazioni del corpo da un lato all'altro, tenendo le ali aperte e facendole rapidamente
oscillare.
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Fanello
Il fanello (Carduelis cannabina, cm 13), come altri fringillidi, un tempo
era diffuso in campagna, ma oggi è in declino a causa della modificazione
delle tecniche agricole. Nelle brughiere e nelle estremità delle lande sono
rimasti frequenti, spesso appollaiati sulle cime dei cespugli o dei cavi delle recinzioni mentre
cinguettano musicalmente a se stessi. I fanelli sono socievoli anche in estate,
raggruppandosi per nutrirsi ovunque ci siano dei semi. In autunno e inverno ci
possono essere degli stormi numerosi, che si nutrono tranquillamente fuori
dalla vista finche non vengono disturbati, per poi alzarsi in volo per planare
attorno, scivolando su e giù mentre si allontanano, prima di tornare al suolo o
in una siepe a una distanza di sicurezza. Nidificante abbastanza comunemente
in brughiere e altre zone aperte con siepi e cespugli, in parchi e giardini. Molto
spesso si incontra a coppie. A fine estate si riunisce in grandi stormi su campi
di rape e di stoppie, spesso insieme a verdoni o passeri che sono più grandi. Il
maschio ha la testa grigio-beige, una macchia pettorale e la fronte rosse, dorso
color nocciola, margine delle primarie e timoniere esterne bianche e becco
grigio. In autunno il rosso è più sbiadito. La femmina e il giovane sono senza rosso, con petto
striato. Il fanello presenta un'espressione facciale tipica, data dalle zone più chiare sopra e sotto
l'occhio e sulle guance. Canto molto variato e piacevole, cinguettante ed emesso da un posatoio
esposto. Dalle quattro alle sei uova schiudono in 10 o 12 giorni e i giovani volano in 11/12 giorni.
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Fanello nordico
Il fanello nordico (Carduelis flavirostris, cm 13) nidifica in brughiere
d'altitudine, ma anche in zone costiere. In inverno si trova in pianure
coltivate, zone costiere piatte e ambienti simili, dove si ciba in stormi tra
l'erba alta. In Italia forse è migratore regolare. Confidente ma molto mobile,
quindi difficile da osservare attentamente. L'apparenza generale ricorda
l'organetto e il fanello. Spesso s'imbranca con entrambi. Rispetto
all'organetto, ha la coda più lunga, tono più bruno-giallastro, mancanza di
zone scure sulla fronte e sulla gola. Assomiglia alla femmina di fanello, ma con becco giallo vivace
(sebbene in estate sia grigio-bruno, come nella femmina di passera oltremontana), guance e petto
più bruno-gialli, gola non striata giallo smorto (non biancastra e striata), ali con barra chiara tipo
organetto (punte delle grandi copritrici), bianco sul margine delle primarie non così evidente come
nel fanello. Le zampe sono nere. Il maschio è rosa sul groppone, ma è una caratteristica difficile da
apprezzare sul campo. Canto cinguettante, con richiami intercalati.
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Organetto
L'organetto (Carduelis flammea, cm 12,5) a differenza dei fanelli, che
sono uccelli terricoli, se ne sta per la maggior parte del tempo sugli
alberi, anche se si nutrono al suolo con altri fringuelli in campi erbosi o di
semi caduti sotto gli alberi di betulle e larici. Normalmente, comunque, gli
organetti volano sopra i loro nidi con un volo
sobbalzante e forti trilli; o nei più alti ramoscelli di alberi come betulla, ontano
e varie conifere dove possono trovare semi in abbondanza. In inverno densi
stormi sono spesso mescolati con i lucarini. In alcuni posti, gli organetti sono
diventati uccelli delle periferie, nidificano in grandi giardini e parchi, anche se
solo alcune decine di anni fa erano ristretti alle estremità dei boschi delle
regioni montagnose e cespugliose. Le popolazioni nordiche si spostano a sud
per l'inverno, occasionalmente in proporzioni da invasione. Ha la fronte rossa
(appare in agosto negli individui di un anno) e piccola macchia nera sul mento
confondibile solo con l'organetto artico. Il maschio adulto rosso-rosa sul petto e sul
groppone, poco striato. La razza flammea (Fennoscandia Russia) è di taglia media,
piuttosto chiara e grigia. La cabaret (Gran Bretagna e Irlanda, Alpi) è più piccola,
scura e bruna. La razza rostrata (Groenlandia) ha la taglia maggiore, è scura,
pesantemente striata e con becco forte e spesso è sociale, spesso nidifica in colonie
lasse. Nidifica in boschi di betulle e ontani, piantagioni di conifere, giardini e parchi. Il
nido è a coppa, costituito da stecchi, rametti, radici, licheni, piume. In esso sono
deposte in genere da 4 a 5 uova (talvolta 3/7), che sono incubate dalla femmina per
10-13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori e lasciano il
nido dopo 11-14 giorni di età. L'organetto depone 1 o 2 covate l'anno. Si nutre
soprattutto di semi (particolarmente di betulla e di ontano) ma è anche insettivoro.
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Organetto artico
L'organetto artico (Carduelis homemanni, cm 12,5) nidifica in modo
sparso nella regione subartica, nella zona dei salici (in via eccezionale
betuileti). In inverno si mischia raramente all'organetto a cui assomiglia
molto. Segni diagnostici sono il groppone non striato nel maschio (gli
individui del primo anno possono avere una debole striatura), strie sui
fianchi più sottili e meno estese, testa e dorso più chiari. In media il
becco è più corto e il piumaggio più folto dell'organetto, differenze però
poco apprezzabili. In pratica molti "organetti chiari" possono essere impossibili da identificare.
Richiami simili a quelli dell'organetto.
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Trombettiere
Il trombettiere (Bucanetes githagineus, cm 14) è una specie nordafricana e
dell'Asia occidentale, si trova anche in Spagna (Almeria). in Italia forse
migratore regolare. Il becco è caratteristico, molto corto e spesso. Il maschio in
estate grigio-bruno con tonatà rosata, becco rosso chiaro. In inverno più simile
alla femmina, dai colori più smorti. il canto è un peculiare, nasale e monotono
ronzio.
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Ciuffolotto scarlatto
Il ciuffolotto scarlatto (Carpodacus erythrinus, cm 14) ha colonizzato il
Nord Europa di recente. Vive in boscaglie con erba alta e alberi sparsi.
Giunge in primavera avanzata, in Italia forse migratore regolare. Il
maschio in piumaggio nuziale ha la testa, il petto e il groppone rosso
vivo. La femmina e i giovani sono bruno-grigi con un accenno di striatura
e barre alari. Il becco è robusto e spesso. I maschi di un anno nidificano
con piumaggio uguale alle femmine. Si nota per il canto, una breve frase
acuta fischiata, variata, con voce pura e dolce.
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Ciuffolotto scarlatto del Pallas
Il ciuffolotto scarlatto del Pallas (Carpodacus roseus, cm 15) arriva accidentalmente in Europa
orientale proveniente dall'Asia. Il maschio è più chiaro dello scarlatto, ha strie biancastre sulla gola e
sulla fronte.
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Ciuffolotto scarlatto maggiore
Il ciuffolotto scarlatto maggiore (Carpodacus rubicilla, cm 20) nidificante stanziale nel Caucaso e
in Asia. Il maschio ha parti inferiori rosa scure macchiate di chiaro. Grande.
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Ciuffolotto delle pinete
Il ciuffolotto delle pinete (Pinicola enucleator, cm 20) nidifica in
modo sparso nella taiga nordica, può arrivare ai boschi di betulle
subalpini. Si nutre di germogli tra gli abeti e cerca bacche saltellando
sul terreno. Tranquillo, può passare inosservato. Il maschio è rosso
scarlatto, l femmina e i giovani verde-grigio e arancione sbiadito, tutti
con due distinte barre alari bianche. In certi inverni si sposta
numeroso a sud e a ovest, dove si nutre avidamente di bacche di
sorbo. Si lascia avvicinare. Grande e tarchiato, con coda evidentemente lunga. In volo assomiglia a
una piccola cesena, ma il volo è più ondulato. Canto veloce e cristallino, in serie.
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Crocieri
I crocieri (Famiglia Firingillidae, genere Loxia) sono specializzati nell'apertura di coni (un tipo
particolare per ogni specie) con i becchi potenti e incrociati. La nidificazione ha luogo nel tardo
inverno, quando i semi dei coni (cibo per i giovani) maturano. Talvolta nidificano anche in estate o
inizio autunno. Le popolazioni di crocieri conducono spostamenti nomadi e calano in regioni con ricca
produzione di coni negli anni corrispondenti. In anni di scarsa produzione intraprendono grandi
spostamenti in massa.
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Crociere
Il crociere (Loxia curvirostra, cm 16) è un robusto fringillide dotato di
mascelle che si incrociano all'estremità, grazie a questo strano, unico
adattamento, riesce ad estrarre i semi dai coni (pigne) delle conifere.
Il piumaggio del maschio è molto variabile e può spaziare da una
colorazione giallo-verdastra, con alcune penne rossastre, a
interamente rossa. Le femmine sono verde-brunastre con il groppone
verde. I giovani sono bruno-grigiastri, spesso con evidenti barre chiare
sulle ali. La stagione degli amori può già avere inizio a febbraio, quando le pigne delle conifere
(soprattutto abeti rossi) sono mature. Il crociere, a causa della dieta a
base di semi, si reca regolarmente all'abbeverata presso le
pozzanghere in luoghi aperti. In annate in cui divengono abbondanti,
dalla Scandinavia giungono in Europa occidentale e orientale grosse
ondate di crocieri. Le popolazioni di crocieri sono molto variabili: in
certi anni i boschi riecheggiano dei loro richiami, in altri di scarsa
produzione migrano in massa. Può compiere invasioni molto al di fuori
dell'areale convenzionale, accontentandosi di alimenti d'emergenza,
tipo bacche di sorbo. Talvolta è molto confidente. Di solito nidifica in
febbraio-marzo, d conseguenza i movimenti di massa possono iniziare in agosto. Al di fuori della
stagione riproduttiva si sposta in gruppetti di 5-30 individui. Quando mangia è davvero poco
appariscente; sta appeso tra gli abeti (eccezionalmente pini), sbattendo le ali e tenendo i coni con il
becco per aprire le scaglie. Canto (talvolta in volo canoro) sonoro ma esitante, con richiami
intercalati. Il nido, una coppa di ramoscelli di conifere, muschio e licheni, viene costruito sugli alberi.
L'unica covata annuale, di 3/4 uova, è deposta spesso in pieno inverno in coincidenza con il periodo
di fruttificazione delle conifere. Le uova, deposte a intervalli di un giorno l'una dall'altra, sono
incubate dalla femmina per 13-16 giorni. I nidiacei, nutriti da entrambi i genitori, volano all'età di
17-22 giorni. Il cibo de crociere è costituito dai semi delle conifere (anche da insetti e bacche) che
estrae dalle pigne grazie al becco.
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Crociere di scozia
Il crociere di Scozia (Loxia scotica, cm 16,5) nidifica stanziale in pinete scozzesi. E' una via di
mezzo tra il crociere e il crociere delle pinete, sia come dimensioni sia come richiami.
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Crociere delle pinete
Il crociere delle pinete (Loxia pytyopsittacus, cm 17) è specializzato
in coni di pino. E' distribuito nella fascia a conifere, ma è meno
numeroso del crociere; non sono note irruzioni di massa, salvo
eccezioni. Ha lo stesso colore del crociere, ma il becco è molto più
pesante e spesso (contorno della mandibola inferiore fortemente
curvato a S). Talvolta è confidente. Il crociere delle pinete (L.
pytyopsittacus) è un parente leggermente più grosso con un becco più
robusto e il capo massiccio dalla forma più squadrata. Si nutre
principalmente di semi di pino e, come un pappagallo, dopo aver
spaccato una pigna con il becco, la regge in una zampa fino a che non
l'ha svuotata. Il richiamo è simile e confondibile con quello del
crociere.
Crociere fasciato
Il crociere fasciato (Loxia leucoptera, cm 15) è specializzato in coni
di larice. E' raro. arriva accidentalmente in Europa occidentale dall'est,
in alcuni anni in grande numero, dall'estate al tardo inverno. Mangia
anche bacche di sorbo. Confidente. Larghe barre alari bianche in tutti i
piumaggi. Ha il becco un po' meno massiccio dei crociere ed è più
piccolo; maschio di tinta più rosso-rosata. Richiamo comune tranquillo,
diverso da quel metallico glipp dei crociere è secco e piuttosto piatto, ciek-ciek. Gli stormi in
alimentazione (e talvolta anche in volo) emettono un peculiare flebile cinguettio gracchiato e nasale,
cosiddetto "richiamo a tromba" (è anche l'allarme). Canto relativamente lungo, ricco e variato,
simile a quello dei lucherino.
Zigoli
Gli zigoli (famiglia Emberizidae) sono abbastanza piccoli, hanno becchi corti e massicci, con bordi
taglienti a forma di S. Vivono in zone aperte con cespugli, spesso in aree coltivate con siepi e alberi
frangivento, anche in brughiere spoglie in quota, saliceti, canneti e boschetti umidi. Solo lo zigolo
boschereccio abita boschi più chiusi. In primavera e autunno spesso sono identificabili dal canto
specie-specifici. I maschi sono più colorati delle femmine. I giovani per la maggior parte sono simili
alle femmine. In alcune specie i sessi sono uguali. Mangiano soprattutto semi sul terreno, ma i
nidiacei sono nutriti spesso con insetti e larve. Il nido è posto sul terreno o in cespugli bassi. Covate
di 3/6 uova, macchiate e screziate.
Strillozzo
Lo strillozzo (Miliaria calandra, cm 18) è il più pesante tra i fringillidi europei e
con l'aspetto più tozzo, quasi grande come uno storno, dall'aspetto ricorda
molto un'allodola. E' un uccello abbastanza semplice, marrone chiaro e striato,
nonostante questo ha un affascinante stile di vita. I maschi a volte si
accoppiano con molte femmine e difendono il territorio cantando in
continuazione da posatoi o, se necessario, dal suolo. Il loro numero è calato in
molte aree dato che i metodi agricoli hanno ridotto il numero di insetti in estate
e semi d'erba in inverno. E' diventato, con l'allodola il barometro dello stato di
salute della campagna. Al di fuori della stagione riproduttiva s'incontra in
stormi. E' bruno grigio, fittamente striato, senza altre peculiarità. i sessi sono
simili, appare massiccio ed ha un volo pesante, con le zampe
spesso tenute a penzoloni. Richiamo aspro e acuto, quasi uno
schiocco. Di solito canta da posatoi esposti, spesso da fili telegrafici. Canto
metallico e ripetuto. Nidifica abbastanza comunemente in zone aperte coltivate e
in bassopiani. Il nido viene posto sul terreno fra l'erba folta e i cardi, talvolta nei
cespugli, e consiste in una coppa di steli d'erba, crini e piccole radici. Di solito
sono allevate 1 o 2 covate ogni anno (raramente 3). La covata è di 4/6 uova (da
1 a 7) incubate esclusivamente dalla femmina per 12-14 giorni. Essa si prende
cura della prole, nidicola, che vola all'età di 12 giorni circa, con la saltuaria
collaborazione del maschio (che come già detto sopra è poligamo). Lo strillozzo si
nutre di semi di piante erbacee, cereali e d'insetti (questi ultimi sono importanti
nell'alimentazione dei nidiacei). Nella parata nuziale il maschio canta in volo,
prima di lasciarsi cadere presso la femmina e di inscenare una danza con le ali pendenti e vibranti e
la coda distesa. Questa specie in alcune zone mostra un comportamento migratorio, in altre
stazionario.
Zigolo minore
Lo zigolo minore (Emberiza pusilla, cm 13) nidifica poco comunemente nell'estremo nord-est
europeo, irregolarmente più a ovest. Predilige boschi aperti e umidi. Accidentale molto raro a sud. In
Italia forse migratore regolare. Nel piumaggio nuziale ha la testa
bruno-rossiccia (nel maschio adulto anche il mento) con strie nere ai
lati del vertice (tipica striscia bruno-rossiccia al centro). Nonostante la
piccola taglia si può confondere con il migliarino di palude, ma ha
guance bruno-giallo-ruggine bordate di nero (non scure e variegate di
bianco-bruno-nero), con bordo inferiore nero che non raggiunge il
becco. Inoltre il becco è un po' più lungo in proporzione, con profilo
superiore diritto (non convesso), piccole copritrici superiori bruno
opaco (non bruno-rossiccio), piedi più chiari e strie sulle parti inferiori,
di solito più sottili e più corte. Si possono notare un anello perioculare chiaro e una barra biancocamoscio sulle copritrici. Canto tranquillo, variato, con motivi che ricordano, tra gli altri, l'ortolano e
il migliarino di palude.
Zigolo boschereccio
Lo zigolo boschereccio (Emberiza rustica, cm 14,5) è abbastanza comune nell'estremo nord-est
europeo in abetaie umide, talvolta in betulleti umidi disseminati di pozze e ruscelli. Migra verso sudest, ma alcuni individui si spingono più a ovest. Il maschio in estate ha
un tipico disegno bianco e nero sulla testa, la banda pettorale, i fianchi
bruno-rossicci e l'addome bianco. La femmina e il maschio in autunno,
sono facilmente confondibili con il migliarino di palude, ma
quest'ultimo è striato di scuro sul petto e sui fianchi, senza toni
rossicci. Il groppone del boschereccio è bruno-rossiccio, mentre nel
migliarino di palude è grigio-brunastro, nel boschereccio il becco ha un profilo superiore dritto,
mentre è convesso nel migliarino di palude. Il richiamo è simile al tordo bottaccio, più alto e distinto.
Il canto è chiaro e melodioso, piuttosto corto, un po' lamentoso come lo zigolo di Lapponia ma
incerto come quello della passera scopaiola.
Zigolo dai sopraccigli gialli
Lo zigolo dai sopraccigli gialli (Emberiza chrysophrys, cm 14) arriva accidentalmente, molto raro
dall'Asia. Un po' più piccolo del boschereccio. il maschio ha un cappuccio nero, una striscia sul
vertice bianca, il sopracciglio giallo che diventa bianco anteriormente, una striscia sotto al
mustacchio bianca e mustacchio inferiore nero, parti inferiori bianche, striate di scuro sul petto e sui
fianchi. La femmina ha colori più smorti. Il richiamo è simile a quello del boschereccio. Il canto
ricorda lo zigolo rutilo.
Zigolo muciatto
Lo zigolo muciatto (Emberiza cia, cm 16) è facilmente riconoscibile per il capo grigio striato di
nero. Il maschio è l'unico zigolo privo di colorazioni olivastre o gialle,
mentre sfoggia le parti inferiori castano fulve e talvolta un sopracciglio
quasi bianco. La femmina è meno vivacemente colorata, ma d'aspetto
simile. Entrambi i sessi presentano una sottile barra alare bianca e un
distintivo groppone fulvo. Specie strettamente affini sono lo zigolo
nero, con il groppone olivastro, e lo zigolo giallo, anch'esso cori il
groppone fulvo, ma con consistenti aree di giallo sulle penne. Le
femmina di zigolo nero presenta del giallo sulle copritrici del sottocoda
ma è priva di striature nere sul capo. Frequenta gli ambienti
accidentati montani e collinari con cespugli sparsi. Si nutre al suolo e
agita costantemente la coda mostrando il bianco delle timoniere esterne. In inverno si trasferisce a
quote inferiori, dove spesso si unisce a venturoni e altri fringillidi. Nidifica in Europa centrale e
meridionale, su versanti montani rocciosi con brughiere o densamente boscati. In inverno scende a
quote minori. Spesso si vede sul terreno, ma si posa volentieri anche su alberi. Il richiamo è debole
e sottile, oppure un fischio molto acuto. Canta da posatoi esposti, con melodia piacevole, veloce e
variata come nello scricciolo, ma con voce stridula.
Ortolano
L'ortolano (Emberiza hortulana, cm 16,5) è immediatamente
riconoscibile, da vicino, per via dell'anello perioculare bianco-giailastro
(quasi un occhiale). Il maschio adulto ha la testa grigio-cenere-verde
senza disegni e la gola giallo chiaro. Le zampe e il becco sono rosati. Le
timoniere esterne marginate di bianco. Si distingue dall'ortolano grigio via
della gola gialla (non aranciata), per la testa grigio-cenere-verde (non
grigio-azzurra) e per la banda pettorale grigioverdastra. Il giovane ha il groppone bruno-grigio
striato, come una pispola (non castano come
nello zigolo giallo e nel muciatto). Il becco è
grigio. Il richiamo è chiaro e metallico e si sente anche dagli stormi in
migrazione, ripetuto 3-5 volte. Il canto è variabile individualmente, ma
sempre sonoro. Nidifica in modo abbastanza sparso in zone aperte coltivate
(pianura), con macchie di alberi (Nord Europa), o in zone montane aperte
con alberi sparsi (Sud Europa). Il nido, una coppa di erbe e piccole radici, è posto fra l'erba e
talvolta sul terreno e viene costruito esclusivamente dalla femmina. Le due covate annuali si
compongono di 4/6 uova ciascuna, incubate solo dalla femmina per 11-14 giorni. I nidiacei, nidicoli,
sono nutriti da entrambi i genitori e volano all'età di 10-15 giorni. Il cibo di questa specie è
composto di semi di piante erbacee e di insetti che rappresentano l'elemento più importante
dell'alimentazione della prole. E di abitudini migratrici; migra in inverno nelle regioni meridionali
dell'areale di distribuzione.
Ortolano grigio
L'ortolano grigio (Emberiza caesia, cm 16,5) nidifica in Europa sudorientale in zone secche e rocciose, con cespugli isolati Assomiglia
all'ortolano, ma ha la testa grigio-azzurra (non grigio-verdastra) e gola
aranciata (non gialla). L femmina è riconoscibile dal maschio per i
vertice nettamente striato e un accenno di striatura pettorale. I
giovani molto simili a quelli dell'ortolano, indistinguibili sul campo. Si
distinguono invece da quelli dei muciatto per il groppone bruno più grigio di tono (non brunorossiccio). Canto simile nella struttura di base a quello dell'ortolano, sottile e mancante del tono
musicale e invariabilmente terminante con una sola nota, non con due o tre. Vengono usati
alternativamente due tipi di canto, uno un po' più duro e profondo, l'altro più alto e quasi ronzante.
Zigolo collogrigio
Lo zigolo collogrigio (Emberiza buchanani, cm 16,5) nidifica nell'estremo sud dei Caucaso e più a
est, in zone spoglie o versanti montani, spesso oltre i 2000 m di quota, ma occasionalmente a soli
400 m. Testa grigio-azzurra, parti inferiori rosso-mattone opaco (molte penne con la punta bianca),
mancanza di banda pettorale scura, mento biancastro più chiaro e gola con tonalità rossiccio-bruna,
sottocoda più chiaro. I sessi sono simili, con la femmina più sfumata. I giovani sul campo sono molto
simili a quelli di ortolano e di ortolano grigio, ma con debole striatura sul dorso. Canto che ricorda
quello dell'ortolano.
Zigolo testa aranciata
Lo zigolo testa aranciata (Emberiza bruniceps, cm 169 nidifica nelle
steppe e sulle montagne tra il Mar Caspio e l'Altai, in zone aperte e
secche con alberi isolati. Arriva raramente ed accidentalmente in Europa
occidentale. Il maschio ha la testa e il petto bruno-rossi. La femmina è
molto simile a quella di zigolo capinero e può forse essere riconosciuta
dalla macchia gulare castana sfumata e dalla tonalità un po' verdastra del
dorso. Il giovane è indistinguibile sul campo dal giovane z. capinero:
entrambe le specie non hanno bianco sulle timoniere esterne e hanno
sottocoda giallo chiaro. Il richiamo è tipo Zigolo giallo, il canto è breve e piuttosto monotono.
Zigolo rutilo
Lo zigolo rutilo (Emberiza rutila, cm 14,5) arriva accidentalmente in Europa dalle foreste dell'Asia
orientale. Ha la taglia del boschereccio, il maschio è bruno-rosso intenso uniforme sulla testa, gola,
petto superiore e parti superiori, giallo sull'addome. La femmina e i giovani hanno il groppone
bruno-rosso, peraltro simili a quelli dello zigolo giallo, da cui si distinguono per dimensioni
decisamente minori e mancanza di bianco sulla coda. il canto è piacevole, breve, che inizia tipo
prispolone e termina tipo codirosso.
Zigolo golarossa
Lo zigolo golarossa (Emberiza leucocephalos, cm 16,5) arriva in
Europa accidentalmente, dalla Siberia (nidifica dal versante europeo
degli Urali al Mare di Okhotsk). Ha esigenze ambientali analoghe allo
z. giallo, del quale si può considerare l'equivalente orientale (in Siberia
occidentale, dove entrambe le specie nidificano sovrapponendosi,
occasionalmente si ibridano; alcuni le considerano due sottospecie
della stessa specie). E' prettamente migratore, il maschio ha un
marcato disegno bianco e bruno-rosso sulla testa. La femmina e il
giovane sono simili a quelli degli z. gialli, ma con parti inferiori con colore di base bianco anziché
giallo. Alcune femmine hanno anche un po' di bianco sul capo. Richiami e canto tipo z. giallo.
Zigolo cenerino
Lo zigolo cenerino (Emberiza cineracea, cm 16,5) arriva in Europa
accidentalmente, nidifica a Mitilene nel Mar Egeo. Predilige zone
spoglie e rocciose. Il piumaggio grigio-brunastro, il maschio ha la testa
chiara grigio-gialla uniforme, la femmina ha una sfumatura giallastra
solo sulla gola e la testa bruno-grigia diffusamente striata. Il giovane è
senza giallo, più brunastro e più marcatamente striato. Canto semplice
e sonoro, in serie.
Migliarino di palude
Il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus cm 15,5) è un uccello che dalle
rive dei corsi d'acqua si è diffuso in luoghi e habitat più asciutti come campi
invernali e giardini uniformi. Alcuni adesso si riproducono negli umidi giunchi e
nelle felci ai piedi dei pendii delle brughiere e in valli paludose, ma la maggior
parte sono ancora rintracciabili in pianura, rive dell'acqua con paludi e distese
di canne. Qui sono facilmente avvistabili: i maschi spesso cantano in
primavera, con un tipico suono sobbalzante non musicale, anche se comunque
piacevole in un caldo giorno d'estate (da due a cinque note ansimate seguite da
altre note molto variabili). In primavera si uniscono a
ballerine e pispole migranti e si nutrono nei campi con
erba bassa a fianco di laghi e serbatoi; in inverno vagano
per i campi con stormi di fringuelli o gironzolano da soli
nei boschetti di salici sulle rive dell'acqua. Il maschio in estate ha un
caratteristico collare bianco, cappuccio e bavaglino neri. Il collare è in pratica
una banda nucale che termina quasi al becco. La femmina ha la testa con
disegni marcati e gola chiara bordata da un mustacchio inferiore scuro. Le
timoniere esterne sono bianche. E' confondibile con la femmina e il giovane di
boschereccio, ma le strisce su petto e fianchi sono nere (non bruno-ruggine). Un po' più grande del
Minore (carattere non sempre apprezzabile) e mancanza di guance bruno-ruggine. Nidifica sul
terreno o a poca altezza da esso, tra ciuffi d'erba in zone umide. Il nido è a coppa, fatto di sostanze
vegetali; in esso il migliarino di palude depone generalmente 4/5 uova
(più raramente 6/7) che sono incubate dalla femmina per un periodo
di 12-14 giorni. Depone 2-3 covale l'anno. I nidiacei, nidicoli, sono
allevati da entrambi i genitori e restano nel nido per 10-13 giorni. Il
migliarino di palude si nutre
Zigolo giallo
Lo zigolo giallo (Emberiza citrinella, cm 16,5) si lascia notare quando
canta, nei mesi più caldi, e nel mezzo della giornata, da un posatoio elevato,
proprio mentre la maggior parte degli altri uccelli è silenziosa. In inverno si
riunisce in stormi in campi di stoppie e gironzolano alla ricerca di semi.
Rimangono discreti finché non sono disturbati, allora volano via bassi,
movendo la codae balzellando. Dormitori in boscaglie di prugnolo, sterpaglie
e ambienti simili. E' grande e con la coda lunga. In tutti i piumaggi il
groppone è bruno-rossiccio e bianco sulle timoniere esterne, sfumature di
giallo (poco nei giovani). Il maschio adulto in primavera-estate ha il vertice
e la gola gialli uniformi non striati (in inverno gran
parte dei giallo è offuscato dai margini bruno-grigi delle
penne). La femmina e il giovane sono molto meno
colorati e di solito più striati. Distinguibili dalle femmine e dai giovani di zigolo
nero per il groppone bruno-rossiccio (non bruno-grigio). Canto peculiare e ben
noto, varia individualmente, talvolta la penultima nota è più alta delle altre, ma
alcuni individui hanno un canto più ronzante. Nidifica comunemente in zone
aperte con cespugli, ma anche in giovani piantagioni di conifere, coltivi,
gineprai, praterie con betulle, radure boschive, ecc. Il nido è costruito fra i
cespugli delle siepi e fra l'erba alta e folta. La femmina costruisce da sola una coppa di erbe e
muschio (imbottita di crini). Ogni anno sono allevate 2 o 3 nidiate, ciascuna delle quali consiste di
3/5 uova (talvolta 2/15) incubate dalla femmina per 11-14 giorni. I nidiacei,
nidicoli, sono nutriti e assistiti da entrambi i genitori e volano all'età di 16
giorni. Lo zigolo giallo si nutre soprattutto di semi. cereali, e in minor parte
d'invertebrati (insetti, aracnidi). All'inizio della stagione della riproduzione le
coppie si isolano dai piccoli stormi che si formano d'inverno per la ricerca dei
cibo e iniziano le parate nuziali, durante le quali il maschio esegue a testa
alta (il becco puntato al cielo), con la coda dritta e le ali semiaperte vibranti,
una danza attorno alla femmina.
Zigolo dal collare
Lo zigolo dal collare (Emberiza aureola, cm 15) nidifica in Europa
nord-orientale, in arbusteti umidi e boschi di betulle. Il maschio ha la
con faccia nera, il vertice e la banda pettorale bruno-castani
contrastanti con le parti inferiori gialle e le nette barre alari bianche
(quasi come nel fringuello), visibili anche nel più sbiadito piumaggio
invernale. La femmina è piuttosto somigliante a quella di zigolo giallo,
ma ha il groppone striato bruno smorto (non bruno-rossiccio), il
sopracciglio evidente e un accenno di striscia chiara sul vertice; le
copritrici mediane hanno la punta bianca a formare una distinta barra alare parti inferiori biancogialle e camoscio uniforme, striate soltanto sui fianchi e talvolta leggermente sul petto. Il giovane è
simile alla femmina, ma con disegni meno marcati. Canto molto simile a quello dell'ortolano, ma più
debole.
Zigolo nero
Lo zigolo nero (Embenza cirlus, cm 16,5) è un uccello di caldi, soleggiati,
spesso rocciosi pendii con cespugli sparpagliati e erba potata. In Europa
nord occidentale ama le siepi e i campi aperti dove i pendii si affacciano alla
costa. Assomiglia un po' allo zigolo giallo (la femmina è molto simile) ma nel
Sud dell'Europa si trova più giù, in posti più caldi, o in pendii rocciosi coperti
da arbusti, piuttosto che in rigogliosi campi coltivati o in alti altipiani dove
vivono gli zigoli gialli. Sui campi invernali, arati o incolti, lo zigolo nero trova
abbondante grano spezzato e piccoli semi d'erba, vi
pascola spesso in stormi con altri zigoli o fringuelli.
Passato l'inverno si distribuiscono nei loro territori di
nidificazione. Il maschio è riconoscibile dal disegno
sulla testa. Si distingue
dallo zigolo giallo per il groppone bruno-grigio, non
bruno-rossiccio, dallo
zigolo dal collare per il groppone non striato o solo
molto leggermente
striato, insieme al sopraccoda, dall'adulto dell'ortolano
per il disegno sulla
testa più marcato e il becco grigio (non rosa). Il canto
non somiglia a quello
degli altri zigoli, è un rapido trillo un po' aspro. Nidifica
in Europa occidentale e
meridionale, in zone aperte con cespugli, alberi e siepi. Il nido è posto nei cespugli (talvolta sul
terreno o su un piccolo albero) e consiste in una coppa di erbe, muschio e radici. Sono deposte due
o tre covate ogni anno, ciascuna delle quali si compone di 4 uova. Esse sono incubate
esclusivamente dalla femmina per 11-13 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti
e assistiti principalmente dalla femmina e volano all'età di 11-13 giorni. Lo
zigolo nero si nutre soprattutto di semi, ma anche d'insetti. Nella parata
nuziale il maschio adotta atteggiamenti simili a quelli adottati dal maschio dello
zigolo giallo e presenta alla femmina, con il becco, degli steli d'erba, senza poi
contribuire alla costruzione del nido. Di abitudini generalmente stazionarie, in
alcune regioni compie degli spostamenti migratori.
Zigolo capinero
Lo zigolo capinero (Emberiza melanocephala, cm 16,5) nidifica in
Europa sud-orientale, in zone piuttosto aperte con cespugli e alberi
sparsi. Il maschio è facile da riconoscere: testa nera, parti inferiori
gialle o bianco-giallastre, mancanza di bianco sulla coda. La femmina è
molto simile a quella dello zigolo testa aranciata, ma ha dorso di
tonalità bruno-rossiccia (non verde-grigiastra). Il giovane è impossibile
da distinguere sul campo da quello dello zigolo testa aranciata. Da
alcuni autori quest'ultimo viene considerato una razza dello zigolo
capinero. Canto piuttosto breve, ricorda quello dello zigolo di
Lapponia.
Zigolo di Lapponia
Lo zigolo di Lapponia (Calcarius lapponicus, cm 15,5) durante la migrazione e in inverno si vede
in campi di stoppie e praterie basse secche, soprattutto in coppie o gruppetti. Trascorre molto tempo
sul terreno, su cui corre abilmente. Il maschio in piumaggio estivo è inconfondibile, ha la faccia, la
gola e il petto neri, una striscia bianca che parte dietro l'occhio, il collare bianco e la nuca brunorossiccia. La femmina ha colori e disegni più sfumati, la nuca rosso-volpe, una striscia centrale sul
vertice chiara in piumaggio invernale e il disegno facciale di entrambi è più bordato di chiaro, ma la
nuca fulva è visibile. Il giovane ha un disegno insignificante su faccia e nuca, ma con le copritrici
maggiori rosso-ruggine, la striscia centrale sul vertice chiara. La corporatura più massiccia e la coda
più corta della maggior parte degli altri zigoli. Ha l'unghia posteriore piuttosto dritta. Canto breve e
cantilenante, con elementi tipici e frasi ripetute. Nidifica abbastanza comunemente nella tundra
aperta, nei pressi di salici bassi e zone umide. Anche in pantani ad arbusti nella fascia superiore a
betulla. Il nido, è posto in una depressione del terreno, consiste in una coppa di erbe, muschio, crini
e piume. L'unica covata annuale è di 5/6 uova, deposte a intervalli di un giorno l'una dall'altra.
L'incubazione, compiuta principalmente dalla femmina, dura per 10/14
giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti da entrambi i genitori e volano
all'età di 12/15 giorni. Questa specie ricerca il cibo sul terreno e si
nutre soprattutto di semi di piante erbacee e, nella buona stagione in
piccola parte anche d'insetti, che entrano nell'alimentazione dei
nidiacei. Lo zigolo di Lapponia compie dei movimenti migratori per
recarsi nelle pianure costiere con vegetazione erbacea di regioni più
meridionali, dove trascorre l'inverno, assumendo anche
comportamenti gregari.
Zigolo delle nevi
Lo zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis, cm 16) in estate si trova
solo lungo i picchi di Scandinavia e Scozia, aree agricole e in alcuni luoghi
dell'Islanda. In inverno si muovono a sud, sulle coste della Gran Bretagna
e i Paesi Bassi, dove si nutrono seguendo le linee di alghe marine e relitti
sulle spiagge sabbiose o ciottolose. Sembrano quasi sparire quando si
sistemano per nutrirsi, improvvisamente volano in alto e lontano,
brillando di bianco mentre volano. Solo in estate i maschi di zigoli sono
veramente neri e bianchi. Molta gente vede il loro piumaggio invernale,
con marchi ruggine sul capo e solo un po' di bianco sulle ali. La femmina
ha la testa bruno-grigia, il dorso e le copritrici
alari nero-grigi e le secondarie bianche. In
autunno e in inverno entrambi i sessi hanno parti
le superiori sfrangiate di camoscio e sfumatura ruggine su testa, guance e
petto, ma in volo appaiono molto bianchi. I giovani nel primo piumaggio
(luglio-agosto) hanno la testa grigia e il petto macchiettato di bruno. In
autunno mutano, acquisendo piumaggio simile a quello dell'adulto. In
media, comunque, hanno meno bianco sull'ala, la femmina immatura ha
solo la base delle secondarie bianca, a formare una larga barra alare
traslucida. Vola con lunghe ondulazioni lo stormo sembra luccicare. il canto è breve e chiaro, che
ricorda quello dello zigolo boschereccio e di lapponia (senza il tono cantilenante di quest'ultimo),
emesso da un masso o durante una planata. Nidifica abbastanza comunemente a quote elevate tra
cavità delle rocce, vecchi edifici e nevai, sul terreno. Il maschio talvolta è poligamo. Depone due
covate costituite generalmente da 476 uova (più raramente 7/8). L'incubazione è effettuata dalla
femmina e dura 10-15 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati per i primi tempi dalla sola
femmina poi da entrambi i genitori. Restano nel nido per 10-14 giorni circa. E' uno degli uccelli che
vive più a nord. Si nutre soprattutto di semi, ma anche di invertebrati (insetti, ecc.).
Bibliografia:
- I chirotteri italiani, di Lorenzo Fornasari, Carlo Violani e Bruno Zava.
- Insettivori e piccoli roditori del Trentino, di Roberta Locatelli e Paolo Paolucci, Collana naturalistica
della Provincia Autonoma di Trento, Servizio Parchi e Foreste Demaniali.
- Uccelli d'Europa, di Bertel Brunn e Arthur Singer, casa editrice Mondadori.
- Guida Pratica all'Ornitologia, di Rb Hume e Peter Haiman, casa editrice I.S.B.N.
- Birdwatching, di A. Van Den Berg, T. Van Der Have, G. Keijl, D. Mitchell, casa editrice DeAgostini.
- Uccelli, di Gianfranco Bologna, casa editrice Mondadori.
- La Caccia, di Kurt G. Blüchel, casa editrice Gribaudo Könemann.
- Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Provincia di Treviso, a cura dell'Associazione Faunisti
Veneti, curato da Francesco Mezzavilla e Katia Bettiol.
- Ali, di Giuseppe Frigo, Fabio Garbin, Paolo Spigariol, casa editrice Magnus.
- Atlante Ornitologico, di Ettore Arrigoni degli Oddi, casa editrice Hoepli.
- Gli Uccelli d'Europa, casa editrice Fratelli Melita.
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