4/ Il Camaleonte
Ladispoli, maxisconto tari, i dettagli
- 80% in bolletta per tutti i commercianti
Esce la bozza del nuovo piano di gestione rifiuti voluto dal comune:
4 proposte a costo ridotto, in base al tipo di servizio.
Ma Assobar protesta ancora.
di Eugenio Vallone
L
a commissione igiene e
ambiente del comune di Ladispoli ha discusso i nuovi
parametri che andranno a determinare un maxisconto sulla
tari per lo smaltimento dei rifiuti
provenienti dalle attività commerciali. Dopo una serrata concertazione con i rappresentanti di categoria dei commercianti ed una
oculata analisi amministrativa
conseguente, nuove regole ver-
ranno adottate a vantaggio degli
esercizi commerciali di ladispoli.
Il nuovo piano di gestione dei rifiuti provenienti da attività commerciali prevedrebbe dunque
una nuova organizzazione del
servizio: il ritiro, come avevamo
scritto in anteprima nelle sue
linee guida generali , verrà effettuato in considerazione delle
esigenze di ogni singola attività
secondo linee guida standard.
Aderendo ad ognuna delle soluzioni proposte dall’amministrazione, che di seguito sintetizziamo per una lettura semplificata
da parte dei commercianti, sarà
prevista dunque la riduzione pari
all’80% della tariffa TARI in bolletta.
Si tratta in sintesi di 4 tipologie di
servizio di ritiro e\o conferimento
all’isola ecologica.
SI VEDA TABELLA
A
B
RITIRI A DOMICILIO (somministrazione):
RITIRI A DOMICILIO (somministrazione):
Ritiri 3 giorni su 7.
(5 tipologie di rifiuto a passaggio)
Costo mensile per il servizio € 100,00
Costi di conferimento all’isola ecologica:
Frazione organica €/kg 0,18
Secco residuo (indifferenziato) €/kg 0,19
Vetro e lattine €/kg 0,07
Carta e cartone €/kg 0,07
Plastica e imballaggi €/kg 0,07
Ritiri 6 giorni su 7.
(5 tipologie di rifiuto a passaggio)
Costo mensile per il servizio € 200,00
Costi di conferimento all’isola ecologica:
Frazione organica €/kg 0,18
Secco residuo (indifferenziato) €/kg 0,19
Vetro e lattine €/kg 0,07
Carta e cartone €/kg 0,07
Plastica e imballaggi €/kg 0,07
C
D
RITIRI A DOMICILIO (somministrazione):
RITIRI A DOMICILIO (altre attività):
Ritiri 7 giorni su 7.
(5 tipologie di rifiuto a passaggio)
Compreso domenica e festivi
Costo mensile per il servizio € 250,00
Costi di conferimento all’isola ecologica:
Frazione organica €/kg 0,18
Secco residuo (indifferenziato) €/kg 0,19
Vetro e lattine €/kg 0,07
Carta e cartone €/kg 0,07
Plastica e imballaggi €/kg 0,07
Numero ritiri nel mese a scelta secondo esigenze
1 a settimana/1 ogni 15 giorni/ 1 al mese
Costo per ogni ritiro € 8,50
Costi di conferimento all’isola ecologica:
Carta e cartone €/kg 0,07
Plastica e imballaggi €/kg 0,07
ALTRE LINEE GUIDA
PARTICOLARI CONTENUTE
NELLA BOZZA DI NUOVO
PIANO RIFIUTI
I sacchi o le confezioni da ritirare
non dovranno avere un peso superiore ai 25kg . Per ogni ritiro si
può conferire fino ad un volume
massimo di 1500 lt di rifiuto in totale. Le utenze verranno dotate di
una carta digitale nominale e di
una serie di codici a barre diversi
per ogni tipologia di rifiuto, i quali andranno applicati sul sacco o
sulla confezione al momento del
ritiro. Sul codice a barre sarà registrato il nome dell’azienda e la
tipologia del rifiuto. Una volta arrivata al centro di raccolta il gestore del servizio di ritiro a domicilio
peserà i sacchi ed il lettore dei
codici a barre istallato sulla bilancia registrerà il peso, la tipologia
di rifiuto e l’azienda che lo ha
prodotto. Il costo verrà automaticamente addebitato sul conto del
produttore. Tutti gli utenti avranno
accesso alla piattaforma informatica, dove potranno avere riscontro dei quantitativi conferiti divisi
per le varie tipologie, del costo
sostenuto e del credito rimasto . I
costi relativi al servizio ed al conferimento dei rifiuti verranno fatturati direttamente dal gestore del
servizio alle utenze commerciali.
Oltre ai servizi sopra elencati, attivabili a richiesta dell’utente, la
ditta assegnataria del servizio di
Igiene Urbana, assicurerà i passaggi di ritiro ordinari per le cinque frazioni di rifiuto secondo le
modalità e le quantità previste per
le utenze domestiche.
MA ASSOBAR NON SI
ACCONTENTA: “VOGLIAMO
PORTARE DA SOLI
L’IMMONDIZIA ALL’ISOLA
ECOLOGICA, MA 4 ATTIVITÀ
ALLA VOLTA”.
“Vorremmo organizzarci tra noi
per conferire i rifiuti con un unico mezzo presentandoci all’isola
ecologica con i sacchi separati
e con lo strumento elettronico di
ogni commerciante singolarmente considerato”. Questa la nuova lamentela dell’assobar, che a
fronte del nuovo piano rifiuti non
si accontenta e chiede di più.
“Con il sistema che noi proponiamo”, dice Marco Nica, presidente
dell’associazione di categoria che
aveva protestato di recente in comune per ricontrattare le tariffe “è
come se il commerciante conferisse all’isola ecologica singolarmente. L’unica differenza è che
invece di avere 200 commercianti
che ogni mattina si recano all’isola ecologica , ce ne saranno 50,
dato che per ogni viaggio abbiamo stimato che è possibile riunire
di media 4 attività commerciali.
Pensate al risparmio e alla facilità
di conferimento”.
IL DUBBIO:
La suddetta proposta dei commercianti può apparire come una
sorta di bi-pass normativo del
regolamento comunale che prevede, per ovvie ragioni di ordine
e pulizia, un solo gestore municipale. Non e’ dello stesso avviso
l’assobar: “in sostanza”, secondo
Nica, “nella proposta dei commercianti non c’è un terzo soggetto che si inserisce tra comune,
massimi e commercianti ma sono
i commercianti che invece di conferire con un unico mezzo conferiscono con un mezzo comune”.
ISTITUITO IL GRUPPO DI
MONITORAGGIO SULLA
NETTEZZA URBANA:
Lo aveva promosso il consigliere
comunale indipendente Gabriele Fargnoli, il quale, dopo aver
ampiamente dibattuto in consiglio comunale, aveva trovato la
convergenza di varie componenti
della massima assise per la formazione di un nuovo strumento
di monitoraggio del servizio N.U.
Per ottimizzare il dialogo con la
ditta massimi. Fargnoli l’aveva
erroneamente battezzata “commissione di controllo” (forma non
prevista dal regolamento essendoci già una commissione igiene
ambiente): così il termine è stato
diversamente declinato, anche se
a quanto pare la sostanza non
cambia: si tratta di un gruppo di
lavoro tra consiglieri comunali
avente lo scopo di ottimizzare il
contratto che lega la città di ladispoli con l’azienda che espleta
il servizio. Ne farà parte appunto
un consigliere per forza politica.
Il gruppo si riunirà con cadenza
quindicinale. “Invece di votarlo in
consiglio comunale ho preferito
istituirlo tramite commissione”, dichiara Fargnoli.
SEMPRE SUL TEMA DELLA TARI,
ANCHE RISPETTO ALLA QUESTIONE DEI BOLLETTINI RECAPITATI
ERRONEAMENTE ALLE AZIENDE
DELLA ZONA ARTIGIANALE, INCONTRIAMO IL NUOVO ASSESSORE AL BILANCIO EUGENIO TRANI,
VEDI p.28
8/ Il Fondo
Come difendersi dal percolato
Se la politica produce scorie non hai alternative:
ogni cittadino diventa argine
di Maurizio Archilei
T
orniamo a parlare di Cupinoro, di discarica, di
immondizia. Cose che,
guardando indietro, sono sempre poste in stretta relazione con
un’altra cosa: la politica. Certo,
non di politica con la P maiuscola.
Si fatica quasi a distinguere una
cosa dall’altra, o a capire in quale tipo di relazione causa-effetto
stiano: è la politica ad aver creato la montagna di Cupinoro, o
viceversa? La battaglia che molti
cittadini hanno ingaggiato con poteri forti, ha portato alla luce tanto
di quel marciume che rispondere
sembra difficile. Nel passato della montagna dei rifiuti non manca nulla: bugie che sono durate
poche settimane (il progetto fantasma), un omicidio colposo, tangenti e arresti che risalgono fino
al momento della sua “nascita”
quando a gestire la discarica era
il gruppo Brignoli, il cui vertice è
stato riconosciuto come responsabile di diversi reati ambientali,
oltre ad essere stato nominato
da un pentito di camorra. Quando
una cosa nasce male, è molto difficile che cresca meglio, e risulta
difficile credere che, con tali premesse, oggi sotto la discarica ci
sia terriccio incontaminato e tutto proceda come deve. E oggi?
Guardiamo attentamente cosa
abbiamo oggi davanti, perché sia
la discarica che la politica ci stanno proponendo lo stesso venefico prodotto: entrambi producono
percolato, quel liquido putrido e
nero risultato dal decadimento dei
materiali conferiti in una discarica.
Quello che esce da Cupinoro ha
fatto parlare di se in una recente
interrogazione parlamentare targata M5S. Ma la stessa sostanza
vischiosa e maleodorante esce
dai palazzi del potere ogni volta
che la politica volta lo sguardo o
agisce per interesse e senza dare
spiegazioni. La Presidenza del
consiglio dei Ministri che ribalta il
no alla VIA per l’ampliamento di
Cupinoro del Mibact, così come
il tentativo reiterato di prendere in
giro i cittadini finalmente scoperto
pochi giorni fa, quando la Bracciano Ambiente stessa ha certificato
che né nelle casse della società,
né in quelle del Comune, ci sono
i soldi per continuare a gestire la
discarica chiusa. I fondi del post
mortem scomparsi dovevano essere utilizzati adesso, e non ha
mai avuto senso il discorso per il
quale la discarica, per poter essere chiusa, deve restare aperta
altrimenti non ci sono soldi per
chiuderla. Questo non è amministrare, è produrre percolato. E
non si tratta solo di metafore. La
situazione è esplosiva. I gruppi e
comitati cittadini l’avevano detto
da subito, ma la partita non potrà
dirsi chiusa fino a quando il sito
non sarà messo in sicurezza. Ma
attenzione: in Italia anche quello
delle bonifiche è un business in
cui, incredibile ma vero, si crea
percolato, sporcizia, malaffare. E
allora, davanti a questa montagna di politicanti corrotti, opachi,
bugiardi o quantomeno incapaci,
che arrivano fino al Consiglio dei
Ministri, chiamati da più parti a sostenere giudizi in tribunale, in contatto con affaristi senza scrupoli
che per il proprio tornaconto non
esitano a creare bombe ecologiche a due passi dai centri abitati,
l’unica possibilità di salvezza è
che la cittadinanza rimanga vigile
e presente. Perché se nessuno si
fosse alzato, avesse domandato,
avesse preteso risposte, oggi ci
sarebbe Cupinoro2, un impianto
TMB gigantesco, un altrettanto
sproporzionato impianto per il biogas ed il gioco starebbe andando avanti dando l’apparenza che
tutto va come deve, mentre sotto
la superficie il baratro si farebbe
molto più profondo. Oggi mancano 12 milioni di euro all’appello
e rischiamo un danno ecologico
catastrofico. Forse però, con un
po’ di impegno da parte di tutti, il
percolato si può ancora arginare.
Una DOMENICA con gli
ETRUSCHI
di
CERVETERI
NECROPOLI
MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO CERITE
con il CRATERE di EUFRONIO
ed ENOGASTRONOMIA
Passa una domenica a Cerveteri, l’antica Caere, con visita guidata alla Necropoli Etrusca
della Banditaccia, patrimonio mondiale UNESCO e alla mostra “I Capolavori di Eufronio
a Cerveteri” allestita all’interno del castello medievale, sede del Museo Nazionale
Archeologico Cerite. Il pacchetto comprende anche pranzo a base di prodotti tipici locali per
un’esplorazione gastronomica e culturale di gusti e sapori ceretani tutta da scoprire.
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GIORNALIERO
VISITA GUIDATA
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a partire da
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IL BIGLIETTO DI INGRESSO AI SITI È INCLUSO NELL’OFFERTA SOLO LA PRIMA DOMENICA DEL MESE
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Il problema sicurezza incombe: tra telecamere, vigilantes e caserme
mancate la scure della legge di stabilità
Il titolare della Trattoria Da Alfredo:
Non posso credere che con tutto quel rumore gli abitanti del circondario
non abbiano udito nulla. In questo paese c’è troppa omertà.
A
ncora allarme malviventi
a ladispoli, ancora un raid
notturno in pieno centro,
ancora dubbi sull’effettiva utilità delle telecamere nonostante
gli investimenti copiosi di questi
anni per dare l’impressione che
“il grande fratello” tutto osserva e
tutto risolve. Decine e decine di
migliaia di euro investiti in circuiti
elettrici non si può certo dire che
stiano salvando Ladispoli.
E neanche sotto il profilo della
percezione della sicurezza le
cose paiono migliorare: i cittadini
sembrano sospettosi, e si chiedono se le telecamere funzionino
correttamente soprattutto in alcune zone della città, o se puntano
a caso la loro lente per osservare
le condizioni meteo all’orizzonte.
In questo contesto di criminalità
crescente, giustificazionismo di
comodo e buonismo dell’integriamo tutti ad ogni costo perché
conviene così, anche la funzione
di deterrente psicologico sembra
deviare: i vandali, che probabilmente hanno ormai poco da
perdere (come tra poco anche
la brava gente), sono mutati nel
dna e non sembra interessargli
se vengano o meno ripresi in video durante le loro scorribande.
Insomma, la cronaca lo dimostra
e la legge soffre. Ci chiediamo:
la vigilanza finanziata per il controllo del territorio secondo voi
ha rappresentato la soluzione? E
soprattutto: che fine hanno fatto
le truppe “cammellate”? Ricordate le Jeep che in stile ranger
hanno pattugliato per un pochino
la città? Era se non altro suggestivo. E la nuova caserma dei
carabinieri, per un’elevazione a
tenenza con un maggior numero
di unità, è destinata, nonostante
impegni, promesse e pagine di
Gazzettino, a restare una chimera, vuoi per difetti progettuali
e guerre di ricorsi, vuoi per i tagli
dello stato inflitti con la scure al
comparto sicurezza? Nel mentre
si organizzano momenti conviviali per parlare del controllo del
vicinato: è passato un anno ma
siamo ancora nella fase del convegno per l’assimilazione di un
metodo.
Ora andiamo al fatto di cronaca
e vediamo come hanno agito stavolta i “professionisti” del crimine.
I ladri, o i teppisti se preferite,
stavolta hanno fatto irruzione durante la notte in uno degli storici
locali della città, la trattoria sita in
via Amalfi (di fronte alla stazione
e a viale Italia), il ristorante “Da
Alfredo”. (Si, quello che fa quella
carbonara così buona).Dopo aver
spaccato un doppio vetro dell’azienda a conduzione familiare
con un oggetto contundente, non
riuscendoci del tutto, hanno sfondato a calci la porta principale e,
una volta entrati, hanno spaccato
con un attaccapanni un ulteriore
vetro (abbastanza resistente) e si
sono trovati indisturbati a fare il
loro comodo: pochi euro il bottino, tanta la rabbia dei titolari che
hanno commentato con sdegno
l’accaduto. Matteo Occhipinti,
il giovane proprietario, smaltita
l’arrabbiatura, dichiara costerna-
to: “Non posso credere che con
tutto quel caos gli abitanti del
circondario non abbiano sentito
nulla, e che nessuno del palazzo o del vicinato si è affacciato
stamattina per dirmi di aver visto
qualcosa o aver avvertito qualcuno (tipo i carabinieri) o semplicemente per chiedere cosa fosse
successo..credo allora che il primo problema di questa cittadina
non siano gli stranieri, chi smaltisce sterpaglie abusivamente o
chi per lavorare l’estate mette un
pó di musica fino a mezzanotte (lì
i carabinieri si chiamano subito):
il principale problema di questa
città, come dell’italiano medio anche se non voglio parlare di tutti,
è L’ OMERTÀ!!!”. Le ripercussioni più gravi si hanno certamente nel comparto
economico: voi investireste in
una città che è preda del primo
delinquente che passa? Il resto
(mancanza di lavoro, disagio, dispersione sociale) viene da sé.
ANDANDO AI TAGLI DELLO
STATO: DI SEGUITO,
BREVEMENTE, I TAGLI ALLA
SICUREZZA DELLA RECENTE
LEGGE DI STABILITA’
- 74 milioni per ordine pubblico e
sicurezza
- 43 milioni per missione e tutela
ordine pubblico
- 32 milioni per coordinamento o
pianificazione tra forze di polizia
– 17 milioni per il soccorso civile
ovvero per i Vigili del fuoco
– 102 milioni per la giustizia
– 36 milioni per l’amministrazione
degli istituti penitenziari
17/ Nel territorio
Ladispoli, distruggono un locale in pieno centro
20/ Nel territorio
Ladispoli, spiagge libere:
Chi le pulisce?
Ultimatum del comune agli stabilimentari,
assobalneari protesta: politica pensi al PUA
D
a oggi in poi a ripulire le
spiagge dal degrado ci
dovranno pensare i balneari di Ladispoli, ben 42, ai
quali è arrivata la nuova direttiva
da Palazzo Falcone. “Sarete voi
a rimuovere canne e rifiuti dalle
spiagge entro il prossimo 6 marzo”. Oltre a pulire la spiaggia – è
scritto nell’aut aut del municipio
– dovrete anche livellarla e poi
provvedere al ripristino o alle
sostituzioni delle recinzioni che
costituiscono una barriera visiva verso il mare e si dovranno
fermare a 5 metri dalla linea di
battigia. Si vieta l’utilizzo di rete
metalliche e in plastica”. L’elenco per i balneari non finisce qui.
Sempre entro il 6 marzo “si dovrà provvedere alla manutenzio-
ne degli intonaci e delle tinteggiature delle strutture”.
La presa di posizione di Palazzo
Falcone non piace agli operatori balneari. “Confidiamo in un
dietrofront della classe politica –
risponde il presidente dell’Assobalneari di Ladispoli-Marina San
Nicola, Ugo Boratto – noi possiamo accatastare rifiuti e canne ma dovrebbe spettare, come
negli anni precedenti, al Comune rimuovere materialmente la
sporcizia depositata sugli arenili. Sulla data del 6 marzo credo
ci sia un errore e per questo ci
siamo già chiariti con il dirigente
che pensava la Sagra del carciofo fosse in agenda a marzo e
non ad aprile”.
Tritone a gamba tesa.
“La percepiamo come un ultimatum – critica il titolare dello stabilimento Tritone, Marco Lazzeri –
ricordo ai politici ladispolani che
tutte quelle canne si sono depositate sulle nostre spiagge anche
per colpa di chi non ha bonificato
i fiumi che attraversano la città.
Il Comune ora vuole velocizzare
il decoro urbano: benissimo, ma
si ricordi che è latitante su molti
altri punti vitali per l’economia e
il turismo: il piano dell’utilizzo degli arenili e le mancate opere di
difesa della costa contro l’erosione”. Mentre andiamo in stampa
nuovi incontri sono in programma tra il comune e le rappresentanze dei balneari.
Cicognanews
Cerveteri, nuovo soprintendente
per il polo museale:
Edith Gabrielli nominata nel Lazio
La Kylix e il Cratere di Eufronio
attendono conferma di destinazione
D
opo la nomina di Alfonsina Russo come nuovo
Soprintendente per i Beni
Archeologici del Lazio arriva la
nomina del nuovo Soprintendente per il Polo Museale del
Lazio, quello che gestirà anche
il Museo Etrusco: si tratta della
dottoressa Edith Gabrielli, nata
nel 1970, laureata in lettere con
indirizzo di Storia dell’Arte, e
specializzata in Storia dell’Arte
medievale e moderna. Edith Gabrielli dovrà decidere
di lasciare la Kylix e il Cratere
di Eufronio nelMuseo di Cerveteri o di riportarli nel Museo di
Villa Giulia a Roma. Sicuramente l’Assessore Croci e il Sindaco
Pascucci convocheranno un incontro a Cerveteri per presentare le bellezze archeologiche del
territorio.
Gabrielli nel suo precedente incarico da Soprintendente per
i Beni storici, artistici e etnoantropologici del Piemonte, aveva
rilasciato una bella intervista
dalla quale traiamo alcune risposte per “cercare” di capire quale
spirito storico - critico e quale
approccio economico sarà alla
base dell’intervento di questa
giovane e prestigiosa nuova figura di Soprintendente per il territorio anche di Cerveteri.
Qual è stato il percorso formativo che l’ha portata a ricoprire il
ruolo di Soprintendente?
INTERVISTA SUL
QUOTIDIANO
WWW. BARAONDANEWS.IT
24/ Casa
Il bollino della caldaia
è garanzia di durata nel tempo
Incontriamo Stefano Giacomini,
titolare del Centro Assistenza Tecnica Ariston di Fiumicino,
per capire meglio il funzionamento della nostra caldaia
e come farla durare negli anni.
C
he cosa dovrebbe sapere la
gente della propria caldaia?
Dovrebbe sapere che per un
buon funzionamento dell’apparecchio è importante una manutenzione
ordinaria che segue un piano di controlli annuali che si fanno attraverso
un complesso di operazioni.
Cosa avviene quando si trascura la
manutenzione? Una cattiva manutenzione della caldaia porta all’usura dei componenti con tutte le controindicazioni in termini di sicurezza,
consumo, rendimento e impatto
ambientale. E poi il deterioramento
di un pezzo che non viene sostituito
provoca un peggioramento complessivo di tutte le altre parti. S’innesca
un effetto a catena che porta ad una
significativa riduzione dei rendimenti
previsti dagli standard e ad un usura
elevata di tutta la componentistica.
Negli anni l’Ariston si è ritagliata un
posto di primo piano sul mercato
degli elettrodomestici, in particolare
modo nel comparto dell’idrotermica.
A cosa è dovuto questo successo?
In primis Ariston è un marchio made
in Italy con pezzi originali fabbricati
nel nostro Paese. Fa parte del gruppo Merloni e i suoi stabilimenti sono
nelle Marche, a Fabriano, dove si
sviluppano “in house” tutte le soluzioni tecniche che gli consentono di
ottenere una serie di certificazioni di
qualità legate alle modalità di costruzione. Da ciò ne deriva un rapporto
qualità prezzo molto alto dovuto al
lavoro di un’azienda molto organizzata dove l’assistenza tecnica, con
un numero verde dedicato per interventi immediati, rappresenta uno
dei cardini della politica aziendale.
Quale è vantaggio di rivolgersi ad un
un punto CAT come il vostro piuttosto che andare da un manutentore
generico? Un vantaggio notevole è
che siamo sia un punto di assistenza, sia venditori autorizzati diretti dei
ricambi Ariston.
Quindi abbiamo sempre disponibili
i pezzi necessari agli interventi. Si
tratta di un valore aggiunto in relazione alla rapidità degli interventi e al
costo complessivo.
Rimane aperta la diatriba tra chi preferisce la caldaia tradizionale e chi
invece quella a condensazione... A
prescindere dal fatto che da settembre 2015 saranno obbligatorie sulle
nuove istallazioni o sostituzioni le
caldaie a condensazione, possiamo
dire che il maggior costo dei nuovi
apparecchi viene ammortizzato negli
anni dalla diminuzione dei consumi.
Quindi, a nostro parere, va considerato come un buon investimento.
Quali sono i requisiti che deve avere
un buon impianto termico?
Sicuramente deve avere il circuito
del riscaldamento privo di incrostazioni e depositi ed effettuare una pulizia con prodotti adeguati e specifici.
Per quanto riguarda l’acqua calda
sanitaria deve essere installato un
dosatore di reagenti chimici, in base
alla durezza dell’acqua, consentito
dalla legislazione, per esempio decalcificatore o dosatore liquido.
dp
Edilizia, arriva
l’Intelligent Planning
25/ Casa
Dal confronto con altre realtà europee
è nato il progetto
di pianificazione intelligente
B
uongiorno Ing. Roberto
Mazzocchi! Buongiorno! Di
che cosa vogliamo parlare
oggi? Vorrei far conoscere l’Intelligent Planning, uno strumento di
monitoraggio e valutazione per
organizzare al meglio lavori all’interno del condominio ma anche
per opere private! Il 90% dei Condomini, attende CIRCOSTANZE DI
EMERGENZA prima di effettuare
interventi e ciò comporta: una cattiva pianificazione dell’opera; costi
economici molto alti; sofferenze dei
Condomini e del Condominio nei
confronti dei fornitori.
Come le è venuta l’idea? Parlando
con dei colleghi inglesi e tedeschi
ad un corso di aggiornamento ero
colpito dalla loro attenzione alla
pianificazione delle loro aziende
e/o dei loro studi. Al mio ritorno mi
sono semplicemente domandato
questo: “Perché non si possono
pianificare e gestire in modo dedicato anche i lavori nel Condominio?” Detto questo ho creato un
documento che rispondesse a quei
canoni di analisi, priorità di intervento e dilazione economica.
Che cosa è l’Intelligent Planning?
L’Intelligent Planning è un documento ideato dal sottoscritto che
effettua una vera e propria “radiografia” di tutto il Condominio con
una relazione nella quale rende
note le problematiche ed i lavori
da effettuare affidandogli dei coefficienti di impellenza. In questo
modo verrà redatta una griglia dove
compariranno le opere in ordine di
importanza ed una griglia tempora-
le dove in base alle esigenze della
committenza verranno decisi gli
anni per eseguire le opere; il passo
successivo sarà appunto quello di
stilare uno o più Capitolati e Computi metrici per la descrizione delle
opere da eseguire. In questo modo
il Condominio avrà la panoramica
completa delle opere da compiere
e potrà attuare PIANI MANUTENTIVI SPALMATI NEL TEMPO (ad
esempio 5 anni) evitando così costi
economici troppo onerosi da sostenere. Questo consente una spesa
ponderata? Esatto direi eccessivo ed immediato! Facciamo degli
esempi concreti, immaginiamo un
condominio composto da 15 unità
immobiliari che devono affrontare
dei lavori di ristrutturazione delle
facciate, impianto elettrico a norma
e rifacimento dei cortili esterni; se
approntassero tutti i lavori insieme
andrebbero ad esempio a spendere una cifra ipotetica di 150.000,00
euro che suddivise per 15 unità (ri-
partizione millesimale) graverebbe
di circa 10.000,00 euro a famiglia.
Se tale opere venissero invece
PIANIFICATE, senza attendere circostanze di emergenza , con interventi costanti e “spalmati” nel tempo ad esempio in cinque anni, non
avremmo più nel nostro condominio tipo un’incidenza di 10.000,00
euro a famiglia da versare in breve
tempo, ma bensì 2.000,00 euro
per ogni anno di attività. E’ logico
che questi sono calcoli empirici e
sappiamo che oggi è previsto dalla legge effettuare un fondo di accantonamento prima dell’inizio dei
lavori; proprio per questo sento ancora più la necessità di consigliare
a tutti di effettuare pianificazioni degli interventi da eseguire sia di carattere ordinario che straordinario
onde poter preservare la proprietà
comune a vantaggio di un aumento
di valore della singola unità immobiliare. Grazie!
Grazie a voi! dp
26/Il fatto
ASSALTO DEI VANDALI
AL CIMITERO
Paliotta: “Colpita tutta la città”.
50.000 euro di danni
e sulla rete cresce l’indignazione.
L
adispoli. Non si sarebbe trattato di un semplice
furto di rame, bronzo e oggetti di valore, ma di un
vero e proprio raid vandalico eseguito con l’intenzione di devastare il camposanto: foto strappate, fiori
gettati a terra, vetri rotti e tanti altri atti di profanazione.
Alle foto pubblicate su Facebook dagli utenti che hanno lanciato l’allarme, si è aggiunto un video girato da
una concittadina, in cui si mostra chiaramente lo scempio del cimitero comunale. Sul luogo è arrivata una delegazione del municipio per verificare l’entità dei danni.
Sui social network intanto è infuriata la polemica.
Alcuni utenti affermano d’aver scritto personalmente al
sindaco Paliotta, altri si chiedono quale sia a questo
punto il servizio di sorveglianza notturno del cimitero
comunale e come possano i vandali aver agito totalmente indisturbati. Uno scenario, questo, che aggrava
ulteriormente l’emergenza sicurezza a Ladispoli. Nei
giorni scorsi, infatti, a trovare il proprio locale distrutto
era stato il titolare di un’attività in via Amalfi (in pieno
centro, davanti alla stazione), con i ladri che avevano
sfondato a calci la porta principale senza che nessuno (civile e non) intervenisse. Nel frattempo proprio il
sindaco Crescenzo Paliotta ha commentato l’accaduto
attraverso un comunicato stampa: “È stato un oltraggio
a tutta la nostra collettività. Quello che è accaduto la
notte scorsa nel cimitero di Ladispoli, oltrepassa la gravità di un semplice furto, è stata colpita tutta la città. A
nome di tutta l’Amministrazione comunale esprimo solidarietà a tutte quelle famiglie che hanno subito questo
che non possiamo che definire un oltraggio gravissimo. Insieme al gestore del cimitero stiamo valutando
tutti i mezzi di controllo notturno, come la vigilanza e
l’installazione di telecamere di sorveglianza”.
“Si tratta di qualcosa a cui non eravamo abituati - ha dichiarato il consigliere comunale Gabriele Fargnoli - che
va oltre tutto quello che abbiamo vissuto fino ad ora sotto
questi aspetti. Almeno chi non c’è più fino ad oggi veniva
lasciato in pace. A parte il mero danno economico, qui
abbiamo assistito a un attacco alla spiritualità di questo
paese. La situazione è grave, i cittiadini sono scossi”.
Si aggiungono poi nuovi particolari. È stata portata via
da una cappelletta familiare un’opera d’arte in rame dal
valore di 30 milioni di lire in base ad una valutazione effettuata negli anni Settanta, periodo in cui era stata fabbricata. La redazione ha contattato la Sara 94, società
che gestisce il camposanto comunale, che ha rilevato a
caldo circa 30mila euro di danni solo in opere murarie,
per non parlare del materiale rubato in rame per un valore di circa 20mila euro.
I malviventi, almeno 8 persone, sono entrati con un furgone dopo aver forzato il cancello d’accesso laterale su
Via Berlinguer. Contemporaneamente è giunta alla caserma dei carabinieri in via Livorno la segnalazione di un
cittadino che denuncia un furgone rubato. Sono in corso
le verifiche per stabilire se si tratti o meno dello stesso
mezzo utilizzato per il furto al camposanto.
Intanto, vista anche la crescente disapprovazione da
parte di molti lettori della nostra testata, dobbiamo fare
una precisazione per quanto riguarda il servizio di sorveglianza: nell’ordinaria amministrazione il custode lavora
per contratto solo di giorno ed è reperibile solo in caso di
apertura straordinaria o di interventi notturni su segnalazione, come incidenti o imprevisti di vario genere.
Valerio Dieni
28/ Nel territorio
Bollette Tari, tra maxisconti e chiarimenti
L’assessore Trani traccia il quadro:
“Gli Artigiani non devono pagare i bollettini errati”.
E sul nuovo piano rifiuti:
“Per i commercianti sconti dell’80% sull’immondizia
di Eugenio Vallone
L
adispoli Immondizia\
Tari, gli artigiani che operano nei capannoni dell’area, in base al decreto del MEF,
non devono essere doppiamente tassati sulle superfici
di lavoro già assoggettate a
contratti di smaltimento autonomo. L’Assessore Trani, su
nostra richiesta con queste parole, spiega:
“Lo scorso anno l’amministrazione comunale e’ arrivata con
notevole ritardo all’approvazione del piano finanziario e del
regolamento tari, questo grazie
ormai all’ incapacità degli enti a
programmare, dovuto dai continui cambiamenti in materia di
imposte locali da parte del governo centrale. L’ introduzione
della differenziata ha portato delle difficoltà da parte dell’amministrazione, e questo è innegabile,
però non riesco a capire il problema. Sono stati recapitati agli
artigiani dei bollettini errati perché non tenevano conto delle riduzioni previste dal regolamento
comunale. Sono stati invitati a
presentare istanza di autotutela
e adesso sono invitati a recarsi
all’ ufficio tributi del comune a ritirare quando dovuto. Leggo poi
gli inviti costanti da parte di tutti
alla corretta applicazione della
direttiva del Mef, e io rimango
basito perché da consigliere comunale, prima della direttiva,
ho predisposto nel regolamento
approvato un’articolo che probabilmente nessuno ha letto, nean-
che chi era in aula con me quel
giorno: “articolo 13 produzione
di rifiuti non assimilati agli urbani “ “nella determinazione della
superficie dei locali e delle aree
scoperte assoggettabili alla tari
non si tiene conto di quella parte
delle stesse dove si formano, in
via continuativa e prevalente, rifiuti speciali non assimilati agli urbani, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese
i produttori, a condizione che gli
stessi dimostrino l’avvenuto trattamento in conformità della normativa vigente. Quindi tutti gli artigiani dovranno pagare all’ ente
pubblico solo la superficie non
soggetta a produzione, come ad
esempio gli uffici dei capannoni”.
Circa invece la bozza del nuovo piano di gestione rifiuti
adottato dal comune ed illustrato a pagina 4, si prevede
un maxisconto dell’80% sulla
tari. L’assessore Trani, ce lo
conferma?
“Dopo vari incontri con i rappresentanti di categoria dei commercianti l’amministrazione ha
elaborato una nuova organizzazione del servizio, prevedendo
una riduzione complessiva pari
all’80% della tariffa tari. È’ stato predisposto bozza del nuovo
piano finanziario che prevede lo
sconto della tariffa, il tutto è condizionato a varie condizioni che il
delegato Claudio Lupi potrà spiegare in maniera più esaustiva”
BENE,
ATTENDEREMO
IL
COMUNICATO
UFFICIALE
DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
GRAZIE DOTT. TRANI DEI PREZIOSI CHIARIMENTI. DALLA
REDAZIONE AUGURI DI BUON
LAVORO PER IL SUO NUOVO
DELICATO INCARICO DI ASSESSORE A BILANCIO E MUNICIPALIZZATE IN UN PERIODO
NON CERTO SEMPLICE PER
LE FINANZE DEI COMUNI...E
DELLE MUNICIPALIZZATE.
32/ Speciale migranti
MEDITERRANEO, IMMIGRAZIONE e FRONTIERE.
I NUOVI ITALIANI E IL DRAMMA DEGLI SBARCHI
La CIGL di Civitavecchia e la nascente rete di interscambio con l’Africa.
Ladispoli incontra Sally Kane per capire meglio
il complesso tema dei “migranti per forza”, ostaggio dei nuovi schiavisti.
di Carla Zironi
Con la testimonianza di Sally
Kane, responsabile nazionale
CGIL immigrazione, siamo andati
direttamente laddove si consuma
la tragedia di chi scappa dall’orrore delle guerre, dai regimi
oppressivi, dalle terre dei diritti
negati e dei conflitti tribali. Una
guida nell’intricato retroscena dei
barconi stracarichi di profughi in
cerca di rifugio e di riscatto alle
avversità nella speranza di raggiungere l’isola benemerita di
Lampedusa che meriterebbe il
Premio Nobel per la Pace. Cosa
si aspetta a candidarla? Non si
può parlare di Mare Nostrum o
del surrogato inefficace detto Triton se non si affronta a 360 gradi
il calvario di questi migranti per
forza. Calvario aggravato dal
“pedaggio” prepotente dovuto ai
nuovi schiavisti a guardia di ogni
tappa del cammino che definire
impervio è un eufemismo: Chi
conosce l’Africa conosce anche i
tracciati, le immense distanze e i
mezzi di locomozione. Su queste
coordinate la CGIL di Civitavecchia sta portando avanti un programma itinerante per parlare di
nuovi italiani, immigrati e rifugiati
e sabato pomeriggio 21 febbraio
era a Ladispoli, nell’Aula Fausto
Ceraolo dove ha consegnato nelle mani della Delegata del Sindaco, Silvia Marongiu, una targa
ricordo al Comune come gesto di
gratitudine per la sensibilità dimostrata. Tante testimonianze, tanti
interventi di vita vissuta a contatto
con chi viene da lontano nel segno di “un patto dal basso” della
mano tesa e della buona volontà,
fondato sull’insegnamento della
nostra lingua, la cucina, i lavori
artigianali, sullo scambio culturale. E sfatiamo la leggenda degli
immigrati che tolgono lavoro agli
italiani. Semplicemente occupano settori da noi abbandonati, in
primis l’edilizia e le badanti. E chi
è inquadrato regolarmente sia
come autonomo che dipendente
versa, dati alla mano, i contributi.
Sally Kane, senegalese, componente della segreteria della CGIL
Marche, ha l’aspetto dell’eterna
sorridente studentessa o della
giovane prof., longilinea, elegante nel suo look casual, quando
prende il microfono cattura l’attenzione con un italiano colto e
fluente declinato con tono soft e
sicuro. E prima di tutto ci ricorda
che non solo l’Europa ma anche
i Paesi africani ospitano i rifugiati.
Verissimo, ho visto con i miei occhi l’enorme bidonville dei somali
alla periferia di Nairobi, roba che
al confronto le vecchie favelas
brasiliane sono un lusso, oppure
i campi nella verde e collinosa
Uganda, per citare. Ma per molti, sia dall’Africa che dal Medio
Oriente insanguinato, le coste
della “scatola di sabbia rovente e petrolifera della Libia” sono
la stazione di partenza verso la
speranza subendo i metodi che
tristemente conosciamo. La tratta degli esseri umani si potrebbe
evitare o perlomeno contrastare
efficacemente se l’ONU, dove
siedono nel Palazzo di Vetro i
Paesi coinvolti nei conflitti e negli
esodi, l’Unione dei Paesi Africani, il Magreb e la UE istituissero
gli invocati corridoi umanitari e
organismi di informazione e supporto. Ma a quanto pare orecchie
da mercante. Forse, aggiungo
come opinione personale, per-
segue p34
34/ Speciale migranti
ché per la legge cinica dei grandi
numeri planetari quei disperati
rappresentano una misera percentuale. La globalizzazione
non contempla l’umanesimo. La
CGIL dal canto suo ha creato dei
contatti, una rete intersindacale
col Magreb, ma è una goccia in
un oceano sterminato. Quanto
alla UE, per chi non lo sapesse,
il suo “corridoio umanitario” è
così strutturato: “Frontex (nome
completo: Agenzia europea per
la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere
esterne degli Stati membri dell’Unione europea) è un’istituzione
dell’unione il cui centro direzionale è a Varsavia, in Polonia. Il
suo scopo è il coordinamento
del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime
e terrestri degli Stati della UE e
l’implementazione di accordi con
i Paesi confinanti con l’Unione
europea per la riammissione dei
migranti extracomunitari respinti
lungo le frontiere. Frontex è stata
istituita con il regolamento (CE)
n. 2007/2004 del Consiglio del
26 ottobre 2004. L’agenzia ha iniziato ad operare il 3 ottobre 2005
ed è la prima ospitata in uno dei
paesi di recente adesione dell’Unione. Nel 2008 il budget dell’Agenzia è stato raddoppiato a 70
milioni di euro, di cui 31 saranno
destinati soltanto alle missioni
di pattugliamento delle frontiere
marittime”, oggi, se non erro, la
voce missioni è stata
drasticamente falcidiata. A Varsavia,
appunto, lontana dal Mediterraneo come se i disperati risalissero il corso del fiume Vistola o
sbarcassero dall’Africa nel Mar
Baltico. Praticamente dobbiamo
sbrigarcela da soli. Ho chiesto
a Sally Kane: Non tutti i rifugiati
vogliono rimanere in Italia, solo
transitare, ma sembra ci siano
difficoltà. La risposta è perentoria: “Il regolamento di Dublino va
superato”.
E’ pubblicato su Internet, chi ha
pazienza può inoltrarsi nei meandri, personalmente capisco chi
alla fine se la svigna.
La posizione del sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino
sull’eventuale apertura di un centro nella città portuale:
“I cittadini ricordano lo scempio del 2011,
quando l’emergenza immigrati non fu gestita al meglio.
Incontreremo il prefetto”
L
a città ha il diritto di dire la
sua opinione e di sapere
cosa sta per succedere nel
proprio territorio. Per questo i
consiglieri del Movimento 5 Stelle stanno chiedendo un consiglio
comunale aperto sul tema immigrazione, a cui saranno invitate
tutte le istituzioni che avranno un
ruolo nell’ipotesi di accoglienza
migranti.
Domani dovremmo finire di raccogliere le firme dei consiglieri
necessarie e quindi passare alla
conferenza dei capigruppo per
decidere una data. Dalle notizie
che si apprendono sulla stampa e dall’audizione del prefetto
Morcone in Senato, registriamo
la volontà del Governo centrale
di istituire una prima accoglienza
nelle città portuali, quindi anche a
Civitavecchia, per poi distribuire i
migranti sul territorio. Salvo imprevisti, dovrei incontrare il Prefetto dal quale, dopo
i contatti di un paio di mesi fa,
non ho più avuto novità sul tema;
Ovviamente confermerò la nostra posizione: Civitavecchia
non vuole sottrarsi ai suoi doveri
di accoglienza ma attualmente
non può dirsi preparata a farlo:
c’è bisogno di potenziare la sanità, magari tramite un presidio
fisso dentro la caserma De Carolis, la sicurezza, adeguando
il numero dei responsabili delle
forze dell’ordine, e la logistica,
trasformando la caserma dall’attuale rudere ad un centro di accoglienza e prevedendo un trasporto pubblico in zona. Senza
una pianificazione programmata
per tempo e senza un preventivo
coinvolgimento dell’amministrazione locale non possiamo dirci a
favore di un qualcosa che neanche conosciamo. Nella memoria
dei civitavecchiesi c’è ancora lo
scempio del 2011, quando l’allora “emergenza migranti” non
fu certo gestita con efficacia, ed
è nostro dovere evitare che certi
errori vengano ripetuti”
35/ Speciale migranti
Incontriamo L’on. MARIETTA TIDEI
MISSIONI ALL’ESTERO
“Le informazioni sui paesi arabi sono necessarie
per non decidere sull’onda dell’emotività.
Le nostre missioni nel Mediterraneo
devono essere di ricerca e di soccorso”
L
On. Marietta Tidei, deputata al Parlamento del nostro
collegio, è appena rientrata
da Vienna dal convegno dell’OSCE (Organization for Security
and Cooperation in Europe) di cui
è componente come delegazione
parlamentare, e già si appresta a
ripartire. Destinazione Asia Minore, sempre per conto dell’OSCE,
come coordinatrice speciale
per la missione di monitoraggio
elettorale nella Repubblica del
Tajikistan. A Vienna tra gli altri
argomenti in programma si è parlato anche del Mediterraneo e di
tutto ciò che sta accadendo come
conseguenza della situazione in
Libia, come ci descrive l’on. Tidei:
“Gli ultimi avvenimenti in Libia
sono un drammatico campanello
d’allarme per chi, come noi, difende i valori della tolleranza, del
pluralismo delle idee, della libertà, della democrazia. Il cosiddetto Islamic State è arrivato al di là
del Mediterraneo, e questa è una
notizia che deve indurre a reagire, ma anche ad avere prudenza.
Non dobbiamo esagerare il pericolo, ma nemmeno minimizzarlo:
chi sono questi individui che fanno riferimento all’IS? Quali i loro
effettivi legami con il DAESH di
Siria e Iraq? Qual è il loro effettivo controllo del territorio?Sono
informazioni necessarie per
non prendere decisioni sull’onda
dell’emotività. E’ necessario agire in un contesto di legalità internazionale, operando nell’ambito
delle decisioni delle Nazioni Unite e tentando prioritariamente di
esperire qualsiasi tentativo politico, Se abbandoniamo la Libia a
se stessa, l’Europa avrà il ventre
scoperto e sarà più vulnerabile.
Non è una questione di pochi:
stiamo parlando dell’intera sicurezza dell’Europa. Su questo è
necessario un cambio di passo
da parte della comunità internazionale e l’ONU deve raddoppiare gli sforzi per favorire il dialogo
politico, fare insomma un salto di
qualità, perché se la situazione
è tanto grave, le responsabilità
vanno ricercate anche negli errori della comunità internazionale
nella fase successiva alla caduta del vecchio regime. Se cede
la Libia, la follia integralista potrebbe contagiare altri paesi con
rischi gravissimi non solo per la
sicurezza, ma anche per la tenuta dei valori di democrazia e
libertà che sono alla base della
nostra convivenza civile e sono a
fondamento dell’OSCE. Uno dei
motivi dell’avanzata del califfato
tra le genti del Nord Africa è che
la democrazia non è riuscita a legittimarsi e a prendere piede. La
primavera araba è stata una luminosa, ma breve fiammata. Ha
posto molti problemi sul progresso, sui diritti civili individuali e collettivi, sulla necessità di un rapporto nuovo con l’Occidente, ma
ha anche messo in luce la fragilità, le contraddizioni, l’inadeguatezza ed il tormento dei rapporti
con la tradizione di quella che si
era proposta come nuova classe
dirigente. Questo è il terreno di
sfida dell’OSCE. Dobbiamo rom-
pere gli indugi e svolgere il nostro
ruolo a garanzia delle regole anche in quei paesi che non fanno
parte del nostro organismo. Difendere la democrazia, sostenere le fragili strutture statali che
vanno nascendo, educare nuove
classi dirigenti. Questo ruolo non
è secondario. Pone le basi affinché la democrazia possa fiorire.
Non è poco. Ma per fare questo
c’è bisogno di un grande sforzo
di coordinamento e di un preciso
indirizzo politico .Ma dobbiamo
riflettere anche su un’altro fatto.
E’ di pochi giorni fa la notizia dei
330 morti nel canale di Sicilia. Ricorderete i 366 morti del 3 ottobre 2013. Il Mediterraneo, il mare
celebrato dal grande storico
francese Fernand Braudel sta
diventando un grande cimitero e
noi donne e uomini impegnati in
politica non possiamo accettarlo.
Da qualche mese, come sapete, la missione Triton ha preso
il posto della ben più strutturata
ed efficiente missione “Mare Nostrum”. Ora è chiaro a tutti: Triton
è insufficiente. Triton è solo una
missione di pattugliamento, Mare
Nostrum poteva invece portare i
soccorsi in mare. Anche il Commissario europeo per i diritti umani, Nils Muiznieks, ha bocciato
Triton, dichiarando: “La tragedia
consumatasi nel Mediterraneo
è un’altra sciagura che poteva
essere evitata”.Le tragedie degli
immigrati nel Mediterraneo e l’IS
in Libia sono fatti collegati.
Carla Zironi
Segue su baraondanews.it
36/ Sport
SULLA CRESTA DELL’ONDA
Intervista a Marco Gregori impegnato
in gara assieme ai più forti atleti del mondo,
Marco racconta la sua esperienza appena iniziata
di Maurizio Archilei
S
ole, mare, sabbia, vento,
ma soprattutto onde e una
tavola. Queste le passioni
che hanno portato un nostro concittadino d’adozione fino a Capo
Verde, per l’importante evento
“Goya Pro Cabo Verde”. 39 anni,
romano, Marco Gregori ha fatto
delle sue passioni il proprio lavoro e oggi è un istruttore della
federazione italiana vela e fondatore dell’Associazione Velica Ladispoli, nella terra dove nell’89 ha
cavalcato la prima volta il mare.
Il Trofeo Etruria in Vela è una
sua creatura, e a Marina di San
Nicola, il luogo esatto dove insegna, Marco cerca di trasmettere
la propria passione ai bambini.
Siamo riusciti a raggiungerlo telefonicamente e a fargli qualche
domanda. Marco, raccontaci,
di che tipo di competizione si
tratta? Il Goya Pro è una tappa
dell’American Windsurfing Tour,
a cui partecipano i migliori professionisti del windsurf mondiale.
La specialità è il wave, in cui il
punteggio è stabilito in base alla
scelta dell’onda, allo stile con cui
la si cavalca ed il tipo di manovra.
Si gareggia in batterie di 4 atleti
di cui solo i migliori 2 passano il
turno. Il livello è altissimo, e già
solo esser riusciti ad accedere è
un grande risultato. Non si fatica
a crederti in effetti. Poco più di 60
gli atleti presenti, arrivati da tutto
il mondo (Brasile, Croazia, Spagna, USA, Canada, Marocco,
Turchia, Guadalupe eccetera), di
cui ben 5 dall’Italia, di cui solo 3
nella categoria Pro che conta in
totale 20 concorrenti. Tra loro te,
Marco. Puoi fare una previsione?
A livello Mondiale sono alla mia
prima esperienza di gara, anche
se ho viaggiato molto per affinare
lamia tecnica. In ogni caso fare
previsioni è impossibile. Sono
tutti fortissimi ed io cercherò di
fare del mio meglio, ma ribadisco: esserci è già una vittoria.
Quando inizierai a gareggiare?
Ancora non lo so, prima devono
finire le gare della categoria amatori. Io sarò occupato nelle gare
delle specialità “windsurf pro” e
“Sup pro” e quando partiranno
ancora non so dirlo, ma le gare
in ogni caso termineranno tutte
entro l’8 marzo.
Salutandolo facciamo un sentito augurio di ogni successo a
Marco, che seguiremo costantemente sul nostro sito: Marco ha
infatti accettato il nostro invito a
inviarci, con cadenza più o meno
quotidiana (non dimentichiamo
che deve tenere la testa su altre
cose!), un aggiornamento personalizzato sull’andamento delle
gare. Non vediamo l’ora di ricevere nuove notizie da parte sua.
Un ospite che certamente impreziosisce il nostro giornale e di cui
farà piacere a tutti conoscere le
vicissitudini sull’isola di Capo
Verde. Intanto, come nota di colore, possiamo aggiungere che il
26 febbraio, tra le donne in gara
nella categoria amatori già ha
avuto modo di distinguersi la giovane Nicole Bandini, di Forlì. La
ragazza, in una giornata di venti
e onde moderate, si è aggiudicata la prima posizione nella sua
batteria e procede con determinazione nel suo percorso i gara.
A passare il turno anche Andrea
Martore, di Alessandria, Stefano
Abis di Cagliari e Teo Agostinelli.
VEGETARIANO? VEGANO?
45/ Salute
Pro e contro dei nuovi stili alimentari
che stanno spopolando negli ultimi anni
di Dott. Daniele Segnini, biologo nutrizionista
S
ono in costante aumento i vegetariani ed i vegani nel nostro Paese;
Secondo il rapporto Eurispes
2014, sono ormai il 7 % della popolazione: circa 4,2 milioni di persone, contro i 3,7 del 2013; nella
galassia vegetariana i vegani –
che rifiutano qualsiasi alimento
collegabile agli animali - sono circa il 10%, il 90% consuma uova,
latte e formaggi. Le due principali
motivazioni alla base di questa
scelta sono il rispetto per gli animali (31%) ed il valore salutistico
del rifiuto – totale o parziale - dei
prodotti animali (24%). La terza motivazione (9%) è il rispetto dell’ambiente: in genere chi
è vegetariano adotta stili di vita
ecosostenibili, capaci di ridurre
l’impatto delle scelte alimentari
degli esseri umani sull’ambiente.
Ricordiamoci che gli allevamenti
di bestiame sono tra i principali
responsabili
dell’inquinamento
terrestre. Il più illustre testimonial vegetariano è sicuramente
il professor Umberto Veronesi,
che ci ricorda spesso quella ampia fetta di tumori (30%) legata
a diete carnee ricche di grassi
saturi associate all’obesità. Con
regimi vegetariani equilibrati è,
inoltre, possibile prevenire patologie quali ipertensione e diabete. La scelta vegetariana, infine, riduce il rischio di intossicazioni
alimentari, essendo gli animali
le principali cause di intossicazione. Per tutti questi motivi il
passaggio alle diete vegetariane
in linea di massima comporta benefici per la salute; a mio avviso
permangono, comunque, alcuni
punti critici da non sottovalutare.
Il primo rischio è la monotonia
alimentare; rinunciando a carni,
pesci, molluschi, crostacei, (per i
vegani anche uova e miele, latte
e formaggi), ci si ritrova spesso
a fare sempre le stesse cose o
a ricorrere ad alimenti tutt’altro
che naturali, come alcuni derivati
della soia. Il secondo rischio
è quello della difficoltà conviviale:
nelle cene con amici, nelle feste
con cibi tradizionali caratteristici
della nostra storia ci si ritrova inevitabilmente con uno o più piatti
da rifiutare. Nella prossima edizione proseguiremo il nostro viaggio nel dettaglio fra i rischi ed i benefici della
scelta vegetariana
46/ Personaggi
“Civitavecchia hub strategico
nel Mediterraneo”
Intervista a Pasqualino Monti,
presidente autorita’ portuale Civitavecchia,
Fiumicino e Gaeta
I
di Sonia Bertino
l porto di Civitavecchia verso la sua trasformazione in
un vero e proprio hub di riferimento per tutto il Mediterraneo. Va in questa direzione
l’accordo sottoscritto tra l’Autorità Portuale e Cfft (Civitavecchia Fruit & Forest Terminal) per l’approvvigionamento
di provviste a bordo delle navi
della Royal Caribbean?
Oggi finalmente Civitavecchia
diventa un hub strategico per le
provviste di bordo per le navi da
crociera. Dopo la Fiat, dopo i 52
accosti per l’ortofrutta finalmente
si è demolito un muro che sembrava invalicabile. La Royal Caribbean, una delle compagnie
più importanti al mondo e che
con Carnival si divide l’80% del
mercato crocieristico mondiale,
ha fatto di Civitavecchia l’hub
strategico nel Mediterraneo per
le provviste di bordo alle proprie
navi. Noi ci auguriamo che subito
dopo queste 25mila tonnellate di
provviste di bordo, si affianchi anche la Carnival che avrà bisogno
di altrettante tonnellate di merce
a servizio delle proprie navi. Non
è una gara che abbiamo vinto nei
confronti degli altri scali nazionali. Mi sembra però giusto che il
primo porto nel Mediterraneo, insieme a Barcellona per le crociere, abbia ottenuto di servire con
le merci e le provviste di bordo
questi grandi alberghi a cinque
stelle galleggianti”.
Un traffico che guarda anche al
terminal container?
“Molta di questa merce arriva su
container. Stiamo facendo capire
che il nostro è un porto credibile
dal punto di vista del mercato ed
è pronto ad ospitare nuovi importanti traffici. Il nostro progetto,
quello che dà veramente l’idea
del lavoro, della programmazione e della pianificazione che abbiamo messo in campo in questi
anni sarà quello di costruire e
completare il terminal container
a Civitavecchia. Questa è una
risorsa non solo per il porto, ma
per l’intera città perché garantirà
davvero un volume di occupati
veramente molto alto. E l’occupazione si crea abbassando la
testa, mettendosi a lavorare. E
quello che stiamo facendo ne è
proprio un esempio. L’esempio di
oggi è di una società che tre anni
fa aveva 3 dipendenti ed era in
grande crisi, quindi rischiava la
chiusura. Oggi è un hub strategico dell’ortofrutta e credo che anche l’Autorità Portuale abbia dato
un chiaro segnale in questi termini all’impresa: l’abbia affiancata,
l’abbia aiutata come è giusto che
sia, nel rispetto delle norme e
oggi ha 32 dipendenti e adesso
ne acquisirà altri.
Questo è l’obiettivo: essere efficienti e dare occupazione”.
IL PRES. MONTI È STATO DI
RECENTE OSPITATO NELLA
TRASMISSIONE “DENTRO LA
NOTIZIA” CONDOTTA DA
STEFANO PETTINARI
IN ONDA SU PROVINCIA TV –
667 DIGITALE TERRESTRE
52/ Fatti e misfatti
Pescatori di frodo,
Sequestrati 4.000 ricci di mare
Santa Marinella, colti sul fatto due uomini intenti
a pescare i pregiati molluschi
L
a Guardia Costiera di Civitavecchia ha sequestrato una
notevole quantità di ricci di
mare durante l’attività di controllo notturno in località Pirgus, a
Santa Marinella. Colti sul fatto
due pescatori di frodo mentre
caricavano sulle loro auto circa
quattromila esemplari appena
pescati. Subito elevati i verbali
amministrativi per un ammontare
di 4.000 euro. L’intera attrezzatura da pesca dei due uomini è
stata sequestrata e i ricci di mare
rigettati in acqua ancora vivi.
L’attività di pesca illecita dei ricci
di mare è altamente pericolosa
per l’ecosistema marino durante questo periodo, specie nella
zona Nord del litorale, che per
caratteristiche biologiche è molto
prolifera di questi echinodermi.
Gli uomini della Guardia Costiera
hanno operato in questi mesi il
sequestro di circa 25.000 esemplari complessivi. I verbali elevati
in totale sono stati 12, per un totale di 48.000 euro.
“La Capitaneria di Porto di Civitavecchia, da sempre attenta al
problema della pesca di frodo –
spiega la direzione marittima del
Lazio - proseguirà con sempre
maggior incisività su tale linea
d’azione, con l’intento di debellare l’illecita attività, posta in es-
sere, nella quasi totalità dei casi,
da persone provenienti da altre
regioni e che vengono a razziare
le coste laziali. Con l’occasione si
rammenta che la pesca sportiva
dei ricci di mare è consentita in
misura di 50 esemplari per ogni
pescatore e senza l’ausilio di autorespiratori, in orari diurni, ovvero dall’alba al tramonto”.
54/ Fatti e misfatti
Colpo di scena al processo
contro Sala e colleghi
La parte civile rinuncia ai testimoni
chiave sostenendo che la causa sono le intimidazioni
B
racciano,
26
febbraio
2015: colpo di scena al
processo che vede imputati il sindaco di Bracciano Giuliano Sala, l’ex assessore all’Urbanistica Maurizio Capparella
(oggi presidente del Consiglio
Comunale) e l’ex vicesindaco
Liberato Cavini. All’udienza, che
si è tenuta la settimana scorsa
nel tribunale di Civitavecchia, la
parte offesa, Arturo Cimaglia, ha
espressamente chiesto di rinunciare ai testimoni indicati nella
lista testi, a causa della grave
intimidazione e pressione nei
confronti delle persone informate sui fatti. Secondo la persona
offesa, tale stato di intimidazione
si sarebbe concretizzato anche
attraverso comportamenti amministrativi ritorsivi illegittimi, più
volte denunciati alla Procura della Repubblica, che hanno indotto
il dott. Cimaglia a presentare un
esposto alla Procura della Repubblica evidenziando le singole
situazioni.
Nella fattispecie, si tratta del procedimento 2169/09 dove Sala
e Capparella sono chiamati a
rispondere del reato di abuso
d’ufficio e Cavini di tentata concussione ai danni del dott. Cimaglia, reati questi legati alla nota
lottizzazione La Lobbra (zona
San Celso).
Dal comunicato
dell’Associazione
Salviamo Bracciano
58/ Nel territorio
Vivisezione,
che fine hanno fatto i macachi?
Totale mancanza di trasparenza
e comportamenti contro la legge denunciati
dagli animalisti.
di Maurizio Archilei
Anguillara, Cassaccia. Sono anni
che diverse associazioni animaliste cercano di capire cosa
accade all’interno del Centro Ricerche dell’Enea Casaccia, ma
alle richieste di informazioni la
risposta è sempre stata negativa. Il 22 gennaio scorso l’Associazione Animalisti Italiani Onlus
(AAI) ha così organizzato un
sit in non autorizzato davanti ai
cancelli della Casaccia. Obiettivo: far entrare due parlamentari
(Mirko Busto e Paolo Bernini) a
sincerarsi delle condizioni in cui
versano alcuni macachi usati per
esperimenti all’interno del centro. L’accesso è stato negato,
ma centrato in pieno è stato l’obiettivo secondario: la risonanza
mediatica dell’evento. Inoltre un
dato è emerso da quella giornata:
il responsabile del centro, Gemma Peretta, confutando i dati in
possesso dell’AAI ha dichiarato
che i macachi presenti nello sta-
bulario sono 65 e non 120, e che
è da marzo 2013 che su di loro
non si conducono sperimentazioni. Il giorno stesso, alla Camera,
il M5S ha presentato un’interrogazione all’indirizzo del Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca. Si chiedeva se il
Ministero fosse a conoscenza
di quello stabulario all’interno
dell’Enea Casaccia, e se fossero
stati venduti degli esemplari (vietato per legge sulle sperimentazioni), come la diminuzione del
loro numero sembrava suggerire.
A tutt’oggi, però, nessuna risposta e nessun risultato si è avuto
sul fronte delle ispezioni: i parlamentari hanno subito una serie
di rinvii (per il giorno successivo,
poi per la settimana successiva e
via così). Il 30 gennaio l’Associazione è tornata sui cancelli dell’Enea portando delle proposte: trasferire a proprie spese i macachi
rimasti in 4 centri di recupero già
individuati. Anche a queste proposte il CNR (cui il centro Enea
avrebbe affittato i locali delle sperimentazioni) non ha dato alcuna
risposta.
Il 28 febbraio il comune di Anguillara, tramite il Consigliere
delegato alla tutela degli animali
Secondo Ricci, ha organizzato assieme all’AAI un incontro
pubblico presso la Stazione del
Cinema (ex Consorzio Agrario),
a seguito del quale si è tornato
davanti i cancelli dell’Enea per
reclamare trasparenza. Busto e
Bernini sono riusciti stavolta ad
«volendo sarebbe stato possibile
“ripulire” e “riordinare”, nascondendo eventuali irregolarità». «In
quel lasso di tempo sarebbero
potute morire decine di primati,
altri avrebbero potuto essere tra-
sferiti, curati, fatti sparire - dichiara Walter Caporale, presidente
dell’AAI - Il vaso di Pandora è
stato scoperchiato e pian piano
uscirà fuori tutto quello che al
momento cercano di tacere»
Vietato l’inalatore a scuola per un bambino asmatico
Quando la burocrazia nuoce a famiglie e docenti
B
Cerveteri/Scuola.
urocrazia senza senso.
Accade in una scuola di
Cerenova dove un bambino asmatico non può portare con
sé l’inalatore. Dopo che la famiglia fa presente il problema alla
dirigenza scolastica chiedendo
che al piccolo allievo possa essere permesso di portare l’inalatore salva vita, la risposta della
scuola è negativa:
il regolamento lo vieta. Si tenta di trovare
una soluzione, magari tenere il
prezioso attrezzo a scuola per
essere usato all’occorrenza.
Un’altro no. La ragione questa
volta è che il personale scolastico, compreso il docente, non
è abilitato e autorizzato a somministrare farmaci agli allievi a
meno che non se ne assuma
una responsabilità diretta. Insomma, sembra che non ci sia
via di uscita perché attenendosi
al regolamento del ministero un
bambino che soffre di crisi asmatiche (peraltro una patologia molto diffusa), per avere disponibile
la propria medicina, non dovrebbe andare a scuola, consideranto che la rapidità con cui si
manifestano le crisi respiratorie
imporrebbe un intervento immediato. Dell’arcano vengono a
conoscenza alcuni esponenti del
Partito Democratico di Cerveteri,
identificati dalla dicitura ‘‘L’altro
Circolo’’, che si mettono subito
all’opera e ottengono un appuntamento col vicesindaco Giusep-
pe Zito che parla col nonno del
bimbo in questione e si rende
disponibile ad affrontare il problema e a trovare insieme una
possibile soluzione. Insomma,
la macchina del fare si è messa
in moto per contrastare le regole ferree della burocrazia scolastica che nei propri principi iper
auto garantisti si è dimenticata le
ragioni della propria esistenza, in
quanto l’istituto scolastico è stato
concepito per gli allievi, a cui va
garantito sempre e comunque il
diritto allo studio e alla sicurezza.
59/ Nel territorio
entrare, verificando di persona
che all’interno sono detenute 87
scimmie di cui 65 macachi. Numeri distanti da quelli in possesso dell’AAI, che lamenta il fatto
che in oltre 30 giorni di “silenzi”
60/ Nel territorio
A Ladispoli prevista l’istituzione
della polizia cinofila in posizione strategica
tra Civitavecchia e Fiumicino
Presso la Polizia a cavallo di Via Aurelia
implementazione dell’organico di addestramento
di Eugenio Vallone
S
ottoposto ai sindacati il decreto del ministero dell’interno per potenziare la
squadra del centro di polizia a
cavallo di via Aurelia
Il ministero dell’interno, dipartimento della pubblica sicurezza,
sta lavorando per l’attuazione del
decreto riguardante l’istituzione
della squadra cinofilia di Ladispoli, alle dipendenze della questura
di Roma. La bozza è stata trasmessa ai sindacati che potranno
presentare eventuali osservazioni entro il 4 marzo.
La costituzione della squadra
cinofila della polizia di stato, oltre a garantire la copertura del
quadrante a nord della provincia
di Roma, con posizione baricentrica tra l’aereoporto di Fiumicino
e il porto di Civitavecchia, consentirebbe di non disperdere la
professionalità delle unità cinofile
già assegnate al centro di coordinamento dei servizi a cavallo
della polizia di Stato di Ladispoli,
in prospettiva del trasferimento
anche delle funzioni di coordina-
mento del settore cinofilo, attualmente svolte invece dal centro
di Nettuno.
L’ORGANICO DELLA NUOVA
SQUADRA secondo il riassetto
organizzativo è così previsto:
1 ispettore
2 sovrintendenti
13 agenti\assistenti
15 cani
Attualmente nella caserma della
polizia a cavallo sono presenti 1
dirigente, 2 commissari, 9 ispettori, 17 sovrintendenti, 43 agenti,
per un totale di 72 unità, comprese quelle della fanfara a cavallo.
I cavalli in dotazione sono invece
112 unità.
Espletano nel centro di Via Aurelia, oltre ai reparti operativi, anche 27 unità di personale espletante attività tecnico scientifica.
62/ Solidarietà
Ladispoli, scendiamo in campo per la Caritas.
L’esondazione del Vaccina ha distrutto le derrate alimentari dei poveri
di tutta la diocesi. Messaggio congiunto ai cittadini per una nuova raccolta
alimentare, Condividiamo l’ appello di Don Emanuele Giannone:
Gli alimenti possono essere consegnati presso il Centro Caritas “Santi Mario, Marta e
figli” di Ladispoli, in via Enrico Fermi n.10 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30”
I
n seguito all’esondazione del
fosso Vaccina che ad inizio febbraio ha causato l’allagamento
di numerose abitazioni e garages
nel quartiere Caere Vetus, il magazzino della Caritas diocesana,
sito in via Mazzini, è stato invaso
da circa un metro d’acqua e fango, subendo danni rilevanti.
Nei vani vengono infatti stoccati gli alimenti, in gran parte
irrimediabilmente danneggiati
dall’inondazione, destinati alle
parrocchie di tutta la Diocesi per
la distribuzione alle famiglie indigenti.
Nell’immediatezza dell’evento,
l’intervento della Protezione Civile di Santa Marinella ha consentito l’aspirazione dell’acqua e
i volontari e gli ospiti del Centro
“Santi Mario, Marta e figli” hanno
aiutato a ripulire dal fango.
Solo in seguito si è poi potuto
procedere alla conta dei danni.
Oltre a quelli strutturali dell’immobile, sono andati completamente
persi circa 300 Kg di farina, 250
Kg di pasta e 1.200 litri di latte,
con ulteriori costi di smaltimento
come rifiuti ingombranti e speciali
a carico della Caritas.
Don Emanuele Giannone, direttore della Caritas diocesana
Porto-Santa Rufina, rivolge un
appello alla solidarietà di quanti,
uomini e donne di buona volontà,
vogliano attivarsi per organizzare una raccolta straordinaria di
alimenti a lunga conservazione
che la Caritas diocesana destinerà alle esigenze delle parrocchie
della Diocesi che sostengono le
famiglie più bisognose.
Gli alimenti possono essere consegnati presso il Centro Caritas
“Santi Mario, Marta e figli” di Ladispoli, in via Enrico Fermi n.10
dal lunedì al venerdì dalle 9.30
alle 12.30.
La testata Baraonda news ha
lanciato l’appello via web, che è
stato raccolto anche dal settimanale l’Ortica che non si è tirato indietro di fronte a questa battaglia
oggettivamente giusta. Si è dun-
que concertato di diffondere tale
appello il più possibile tra i cittadini attraverso il web, con centinaia
di condivisioni di cittadini tramite
il quotidiano baraondanews.it e
la scorsa settimana sull’ortica
cartaceo, in un editoriale del suo
direttore. Le testate hanno convenuto di
suggerire, qualora la prima raccolta alimentare non fosse sufficiente a ripristinare totalmente
il livello di derrate alimentari andate distrutte, di pianificare una
raccolta di solidarietà con presidi
dislocati presso i supermercati
della zona.
Eugenio Vallone
64/ Storie
MAFIA A LADISPOLI?
GIURO NON L’HO MAI CONOSCIUTA
Di “strozzinaggio” ne ho sentito parlare molto,
ma di mafia no.
di Aldo Ercoli
Q
uando nella metà fine seconda decade degli anni
70 mi trasferii a Ladispoli
lasciando Roma , mia città natale, mi ricordo che specie nei sobborghi, nelle zone più periferiche,
ove per altro abitavo, si sparava.
Non erano né feste di fine anno,né
celebrazioni di Sagre locali ( del
carciofo). Quelli che talora sentivo nell’aria della mia abitazione di
Via Nettuno ( zona Caere-Vetus)
erano propri colpi di pistola. Roma
sembrava tranquilla e la sua vita
scorreva serena ai due lati del Tevere, così come lo erano i quartieri
che ho frequentato: Ponte MilvioFleming Tomba di Nerone ( zona
dove inizia la consolare Cassia;
ove sono nato), la parte alta di
Monte Mario da piazza Igea a
Guadalupe e Tuar ( ove mi sono
trasferito). A due passi dal Liceo
Castelnuovo e dell’Ospedale S.
Filippo Neri. Luoghi a me tanto
familiari da diventare, prima l’uno
( quello scolastico) e poi l’altro
(quello medico) la mia seconda
casa. Frequentavo , quale studente, quartieri nobili e ricchi come la
Camilluccia ( mio cugino Roberto,
poi ambasciatore, a Lisbona, figlio
di Zia Pierina e Armando Scrocca,
abitava allora proprio li). Ho poi
frequentato elementari e medie
presso l’Istituto Calasanzio ( sempre sulla Via Camilluccia) forse il
più rinomato di quella Roma di un
tempo . La comitiva di amici del Liceo l’avevo in Prati specie tra Via
Della Giuliana e via Leone IV, di
fronte alle mura Vaticane. Qui vi è
stata l’ultima mia dimora romana
e, in quella casa ove vissero i miei
genitori, ci abita ora mio figlio. Una
scelta da pazzi la mia? Quando si
ha poco più di 20 anni si è portati
all’avventura, almeno per me era
così. Ladispoli non mi faceva paura, né avevo rimorsi per tutto quello che mi ero lasciato alle spalle.
Nel 2015 sono ben 40 anni che
vivo qui. Di storie di mafie né ho
sentito parlare non le nego. Giuro
però che io, la mafia,quella che ti
taglieggia, senza che ti “ chiede
il pizzo” non l’ho mai incontrata.
Nessuno mai mi ha minacciato né
a parole ne con le armi a fare qualcosa che non era lecita e di mio
gradimento. Giuro che ho vissuto,
da persona libera, senza condizionamenti di questo tipo. Certo
alcuni “ cancri” ( e non mi riferisco
a quelli professionali) non mancavano. Non sono certo il tipo che “
come lo struzzo nasconde la testa
sotto la sabbia”. Non conoscevo la
politica e, per me, già massimalista a 30 anni, ebbi modo di approfondire … anche se all’inizio ( e ce
ne misi di tempo!!) non ne capivo
nulla. Pensavo fosse una cosa seria … ma così non era, pulita era
la passione di tanti militanti, di vari
partiti. Alquanto inquinata la politica di chi dirigeva le file,di quei
burattinai che, indipendentemente
dal colore politico, allacciavano e
sfasciavano alleanze a loro piacimento, sempre a seconda della
convenienza personale. Gli ideali
li lasciavano agli altri, a chi ci credeva, a quelli che (come me) definivano … idioti. E non ero certo
il solo “ sfruttato” allo scopo. Un
onesto collega di partito, un professionista, che a stento ho riconosciuto un auto poche settimane
fa, mi ha fermato per dirmi che
lui, a differenza di me, non aveva
perso contro quei politici perché
il figlio, e i suoi amici (tutti di sinistra) avevano grande stima di lui
come persona. Penso che quel
mio compagno di viaggio sia stato
sempre un mediocre. Uno che non
abbia mai visto la realtà. Non ho
anche io la stessa stima da parte
dei compagni di mio figlio? Eppure
ha avuto il coraggio di aver detto
e scritto di aver perso la mia battaglia contro la politica di allora.
Forse perché non ho “gli occhi foderati di prosciutto” e non mi sento
… un mediocre. Politica a parte, di
“strozzinaggio” a Ladispoli ne ho
sentito parlare molto. Diversi miei
pazienti sono finiti in quel perverso
ingranaggio, sia esso legale o illegale. Ma mafia no. Nessuno qui mi
ha mai taglieggiato, minacciato,
fatto oggetto di attentati minatori.
Sarà stato per la mia professione?
Non credo. A Roma, e “torniamo a
bomba”, sotto quei ruderi antichi si
annidavano serpenti e scorpioni
che “distinguevano politica dagli
affari”. Gente al di sopra del bene
e del male ( come dice Nitche) con
divi, politici, banche, alti prelati, ai
loro comandi … Noi a Ladispoli siamo stati in questi anni degli
“agnellini” al loro confronto. Tutto
quel marcio io qui non l’ho visto. E
sono contento di aver vissuto da
professionista libero. Grazie Ladispoli. Anche se non sempre si può
vincere.
66/ Mondo scuola
Nuovi masterchef
In Via Federici
Incontriamo la preside della scuola alberghiera di Ladispoli,
la professoressa Vincenza La Rosa
di David Paris
I
ncontriamo la preside della
scuola alberghiera di Ladispoli,
la professoressa Vincenza La
Rosa, con la quale facciamo il
quadro complessivo sui progressi ottenuti dall’Istituto nel corso
dell’anno scolastico. Una scuola
professionale che dopo il boom
delle iscrizioni degli anni precedenti ha raggiunto un altissimo
numero di iscritti. Una piccola città nella città con alcune criticità
scaturite dai tagli complessivi alla
spesa corrente imposti dal Ministero e la farraginosa burocrazia,
cosicché oggigiorno, con un budget pro capite di soli 48 euro ad
allievo, la scuola riesce a mantenere alti gli standard formativi
richiesti dal mercato del lavoro.
Professoressa La Rosa, ci può
indicare le novità più rilevanti
dell’anno scolastico? Sicuramente importanti rassicurazioni
ci sono arrivate dall’incontro tenuto da poco con i rappresentanti della Provincia, il Sindaco
di Ladispoli con esponenti della
giunta comunale e l’architetto Loretano, responsabile del progetto, in merito alla realizzazione in
tempi certi del Palasport annesso
all’alberghiero. I ragazzi avranno
finalmente il loro impianto sportivo che poi nel pomeriggio sarà
messo a disposizione delle società sportive. L’opera è stata finanziata dalla Provincia di Roma
per un ammontare di 563.000
euro e comprenderà delle tribune e un campo polivalente, sarà
antisismica, come richiede la normativa ed avrà dei bellissimi interni il legno. Ci vorranno 10 mesi
per la sua completa realizzazione
ma alla fine avremo un impianto
di tutto rispetto.
Altra importantissima novità è
quella legata al quarto indirizzo
introdotto nel percorso formativo, quello che si occuperà dei
prodotti artigianali e industriali
di pasticceria, con particolare
attenzione alla lavorazione del
cioccolato. Sono pochi gli istituti
alberghieri ai quali e’ stato dato
tale indirizzo, che poi si traduce
in una maggiore articolazione
che il nostro istituto potrà offrire
dal prossimo anno, con una ricaduta in positivo sulle possibilità di
lavoro che potranno avere i nostri
diplomati.
Come si adopera il vostro istituto
per introdurre i giovani diplomati
nel mondo del lavoro?
Aiutiamo gli alunni a partecipare a degli stage formativi, anche
all’estero. Ad esempio un cospicuo gruppo di ragazzi è stato in
Inghilterra, a Guilford (40 chilometri da Londra), altri studenti
hanno fatto esperienze lavorative in hotel prestigiosi di Roma e
provincia. Altri stage si sono svolti a Courmayeur, Malta e perfino
sulle navi della Grimaldi. Molti di
loro in seguito sono stati assunti: chi lavora in Inghilterra, altri in
Danimarca e Svezia. Hanno delle
opportunità grazie all’ottimo grado di preparazione ricevuto.
Cerchiamo di tenerli sempre al
passo con il progresso e con le
richieste di un mercato in rapida
evoluzione; ad esempio adesso è
molto in voga la cosiddetta “cucina fusion”, la combinazione cioè
delle tradizioni culinarie dei vari
Paesi. Stiamo anche disponendo
una strumentazione più sofisticata: una nuova cucina ad induzione con piastra di vetro ceramica;
un forno statico di ultima generazione con camera di lievitazione ampia per i dolci; una nuova
67/ Nel territorio
macchina per la preparazione del
gelato tradizionale.
Se ho ben compreso i ragazzi potranno scegliere diversi percorsi
professionali.
Si. Dal terzo anno, dopo un periodo di orientamento coadiuvato
dai docenti, potranno scegliere
l’indirizzo che meglio si addice
alle loro attitudini, scegliendo tra
i settori dell’enogastronomia per
diventare chef, di sala, vendita o
accoglienza turistica.
Immagino che questa imponente
“macchina educativa” abbia bisogno di risorse finanziarie rilevanti.
Sì, la scarsità di fondi è uno dei
maggiori problemi a cui in parte
sopperiamo con gli apporti volontari dei genitori che stiamo sensibilizzando con gli OPEN DAY e ai
quali chiediamo un piccolo supporto economico che oscilla tra i
100 e i 140 euro annuali. Ci aiutano anche i contributi degli sponsor che generosamente ci offrono
materie prime fondamentali e altre iniziative che stiamo progressivamente mettendo in campo.
È’ nota la vostra capacità di ospitare manifestazioni di un certo ri-
lievo. Cosa bolle in pentola?
Il 7 marzo ci sarà il consiglio
nazionale delle 6000 pro loco
italiane. Si tratta di un evento a
cui teniamo moltissimo che sarà
preparato nel nostro ristorante di-
Costruiamo un futuro
Ecosostenibile
I
stituto Tecnico Costruzioni, Ambiente e Territorio.
Nella sede dell’Istituto Tecnico Costruzioni, Ambiente e Territorio per conoscere dal vivo le
potenzialità di una scuola che attraverso l’impegno del corpo dei
docenti rimane un “ever green”
dei percorsi formativi nell’ambito
dell’edilizia, dell’architettura, degli interni e arredamenti. La scuola di Ladispoli rappresenta un fiore all’occhiello del settore grazie
ai suoi peculiari studi applicati sul
campo. Noto ad esempio il progetto della Casa ad Impatto Zero
dattico e servito nella sala convegni. Un’occasione per incontrare
l’articolato mondo delle pro loco
italiane e per mettere alla prova i
nostri alunni.
68/ Mondo scuola
realizzata interamente dagli studenti dell’istituto: un vero e proprio ecosistema domestico che
sfrutta al meglio le risorse naturali e infine il progetto, “Scuola in
cantiere” quando la formazione
si fa pratica, che coinvolge gli
studenti del 3°, 4° e 5° anno, volto a creare una rete di relazioni
territoriali finalizzate ad arricchire
l’offerta della scuola direzionata
verso l’introduzione dei principi
della bioedilizia e l’uso di materiali ecocompatibili e naturali. I
ragazzi si approcceranno ai cosiddetti programmi “learning by
doing” con lezioni pratiche volte
a sviluppare le loro abilità, laboratori teorici e pratici sulle energie rinnovabili, sull’utilizzo della
terra cruda e sui tetti ventilati.
La scuola ha inoltre partecipato
ad un altro importante progetto
legato alla conoscenza del ciclo
di vita dei materiali per l’edilizia
In questo e altri progetti in “cantiere”, va sicuramente annoverato il ruolo rilevante assunto dai
coordinatori come l’Architetto
Irene Ausiello e l’Associazione
Cantieri Comuni.
Impresa, marketing
e finanza in un progetto di vita
I
stituto Tecnico Amministrazione, Finanza e Marketing. “I ragazzi che seguono questo indirizzo chiudono un ciclo di studi - ci
spiega una delle docenti, Franca
Paolucci - ed hanno gli strumenti
necessari per entrare nel mondo
del lavoro e dell’impresa”.
Nell’esposizione interviene anche Aurora, studente del 4 anno,
“Uscendo da questa scuola si ha
un diploma tecnico per fare pra-
tica in uno studio di commercialisti, quindi non è indispensabile
andare all’università.
Apre più strade anche per chi
vuole proseguire”.
C’è anche chi ha preferito cambiare scuola e passare dal Liceo
all’Istituto Tecnico. È il caso di
Tiziano che ci spiega perchè ha
scelto una scuola che gli offrisse
l’opportunità di avere uno sbocco
immediato sul mondo del lavoro.
E poi ci sono i progetti scolastici
e il corpo dei docenti, il loro rapporto empatico con le classi e la
continua ricerca di nuovi stimoli,
come quelli che hanno indotto gli
studenti a partecipare e arrivare alla finalissima nel “Business
Game Strategico”: la simulazione di una competizione tra 258
scuole italiane per la creazione di
un’impresa. Ora attendiamo l’esito della super sfida. dp
La procura di Civitavecchia, dopo un lungo iter giudiziario,
inchioda un truffatore immobiliare specializzato
I
n relazione al decreto definitivo di confisca di beni, emesso
dalla Corte Suprema di Cassazione, I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno
emesso
un provvedimento di confisca di
natura economico-patrimoniale
che giunge al termine di un lungo iter giudiziario coordinato dalla Procura di Civitavecchia .
Le evidenze investigative, hanno
messo in luce come un soggetto
L.P., nel corso degli ultimi anni,
si era specializzato nel settore
delle truffe immobiliari. Lo stesso, infatti, nel ruolo di promotore
e finanziatore di società operanti
nel settore della compravendita
di case e terreni, formalmente intestate a prestanome, era solito
ottenere acconti dai promissari
acquirenti, salvo poi rendersi irreperibile al momento della stipula
dei rogiti. In altre occasioni aveva
invece provveduto a far lievitare
il prezzo di vendita di
villini mediante ripetute
compravendite fittizie
in favore di soggetti di
comodo, fino all’ultimo acquirente, il quale
provvedeva a richiedere un mutuo che, una
volta concesso, non
veniva poi rimborsato;
in tal caso, alle banche
mutuanti non rimaneva
che rivalersi sugli immobili, di valore nettamente inferiore al capitale erogato.
Le somme così distratte venivano poi utilizzate per investimenti
destinati ad accrescere il patrimonio personale. Tale ingente
fagotto, costituito da immobili,
beni mobili, attività commerciali
e disponibilità finanziarie, nettamente sproporzionato rispetto al
reddito dichiarato, è stato oggetto
di analitica ricostruzione nel corso delle citate investigazioni del-
leFiamme Gialle che hanno confiscato 23 unità immobiliari site
tra Roma, Guidonia Montecelio,
Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella e Tarquinia, e nel viterbese.
Cinque autoveicoli, due società
commerciali, quote societarie di
quattro persone giuridiche, oltre
a rapporti bancari, postali, assicurativi ed azioni, per un valore
complessivo di stima dei beni
sottoposti a sequestro di circa 18
milioni di euro. EV
71/ Blitz
Truffe per 18 milioni di euro,
maxi confische della guardia di finanza tra Ladispoli,
Cerveteri, Santa Marinella, Tarquinia e Roma
72/ Arte
Scempio ISIS a Mosul
La distruzione del museo è venuta
dopo il bombardamento
della Biblioteca Pubblica
A cura di Andrea Cerqua, Artista, Editore Tracciati d’Arte
U
n video mostra la distruzione di reperti archeologici dell’antica città assira
tra cui statue e bassorilievi del
museo di Ninive, alla periferia di
Mosul. L’Isis torna ad accanirsi
contro la storia e la cultura dei
territori occupati. Le immagini
della devastazione del Museo
di Mosul: statue e manufatti che
vengono frantumati a martellate
e ridotti in pezzi tanto piccoli che
mai nessuno potrà ripararli è solo
un altro tassello nello scenario
dell’orrore perpetuato dagli uomini del Califfato. Un video di circa
cinque minuti è stato rilasciato su
Twitter, ed ha fatto il giro del mondo. In particolare nel video, sono
riconoscibili una statua di un toro
alato che rappresenta l’antica
divinità mesopotamica di Nergal, oltre ai cartelli in arabo e in
inglese che spiegano i manufatti
esposti. Nel filmato che mostra
la distruzione di statue vecchie
di duemila anni, un uomo intona:
«Oh musulmani, questi artefatti
dietro di me erano idoli e dei venerati da popoli che vissero qui
prima di Allah. E il nostro profeta
ordinò che venissero distrutti». Il
Califfato segue una dottrina fondamentalista sunnita che vieta
qualsiasi riproduzione di esseri
umani o animali, specialmente se
raffigurano delle divinità. Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale dell’Onu (Ban
Ki-moon), ha aggiunto che l’Isis
«Compie un atto criminale: non
solo deruba una società del suo
futuro, ma ne vuole cancellare
anche il passato, e così facendo
ne annulla il carattere, la cultura,
l’educazione». La distruzione del
museo è venuta appena quattro
giorni dopo il bombardamento
della Biblioteca Pubblica di Mosul, dove si conservavano non
solo libri rari, ma anche preziosi
manoscritti. Era tradizione che
le famiglie importanti della città
regalassero le proprie raccolte
alla Biblioteca. Difatti quando in
città si è capito che gli uomini di
Isis si apprestavano a dare tutto
alle fiamme, una delegazione di
anziani ha chiesto che la biblioteca venisse risparmiata, ma
la supplica è stata inutile: nello
stesso giorno di domenica, l’Isis
ha prima bombardato e poi dato
alle fiamme la biblioteca, e poi
ha concluso la giornata distrug-
gendo anche la Chiesa di Maria
Vergine e il teatro dell’università.
L’Iraq è la culla delle civiltà, luogo
di nascita delle culture Sumere,
Assire, Babilonesi, Arabe: «L’Iraq non ha mai visto una tale
aggressione contro la sua ricca
tradizione culturale sin dall’epoca del Mongoli nel Medio Evo»
ha scritto Riyadh Mohammed,
esperto di Isis e opinionista del
“Fiscal Times”. La città di Mosul,
la seconda per grandezza in Iraq,
è diventata di fatto la capitale
del Califfato. Caduta nel giugno
scorso, è stata teatro di violenze estreme da parte degli uomini dell’Isis contro gli abitanti che
hanno rifiutato di convertirsi alla
loro visione estrema dell’Islam.
Chiunque tenti di scapparne rischia di essere ucciso sul posto.
74/ Società e tecnologia
Whatsapp tra i nostri ragazzi.
Genitori vigiliamo, pericoli in agguato!
L
e nuove modalità di comunicazione sono molto potenti,
ma anche molto pericolose,
soprattutto perché i giovani non si
rendono conto dei rischi e gli adulti
non li conoscono. Ad esempio, a
nessun ragazzo verrebbe mai in
mente di urlare in mezzo alla piazza o in un gruppo di amici ingiurie,
frasi sconce, razziste e a nessuna ragazza verrebbe in mente di
mettersi in reggiseno e mutandine
davanti a tutti. Eppure questo è
proprio ciò che accade quando i
nostri ragazzi usano il telefonino. I
ragazzi usano le nuove tecnologie
per fini che loro ritengono ludici,
ma che invece hanno risvolti penali molto seri e pesanti e per i quali
(non potendone rispondere loro in
quanto minorenni) ne rispondono
i genitori davanti alle autorità giudiziarie. Poiché non esiste privacy
relativamente ai propri figli, invito
tutti a controllare cosa si scambino i ragazzi tramite le app di condivisione veloce. Abbiamo avuto
infatti conferma, verificando i molti
casi segnalatici, che i ragazzi, ritenendosi al sicuro ed invisibili,
isolati nella propria calda cameretta, usano insultarsi pesantemente
e molto volgarmente fra di loro e
fanno apprezzamenti pesantissimi
su altri (diffamazione e ingiurie),
si scambiano materiale pornografico e pedopornografico diffondendolo nel gruppo (istigazione
alla prostituzione e pedofilia), insultano popoli stranieri e religioni
diverse (razzismo e blasfemia),
ridicolizzano compagni e compagne (cyberbullismo) e fermiamoci
qui. La denuncia ai Carabinieri di
uno solo dei fatti su riportati, può
rovinare la serenità e la pace di
una famiglia (altro che semplice
sospensione dalla scuola) e tutto
per non avere avuto il tempo o la
volontà di prendere il cellulare del
proprio figlio per leggere gli ultimi
messaggi ricevuti. Ovviamente
sarebbe sciocco (oltre che controproducente) vietare l’uso delle
nuove tecnologie ai nostri figli, ma
non è sciocco prendere le opportune precauzioni. Ad esempio se
vostro figlio viene iscritto in un
gruppo whatsapp creato da un
loro compagno, sarà sufficiente
pretendere di entrarci anche voi in
modo da verificare in tempo reale
che uso se ne faccia e poter difendere i vostri figli dai diffusi atti di
cyber bullismo di cui la Scuola non
può rendersi conto se non a danni
fatti! Questi messaggi, inviati da
minori adolescenti, non subiscono
alcun controllo morale (comunque
in fase di strutturazione nei minorenni) e forniscono uno “spaccato”
della nostra città. Ad esempio se
in famiglia si usano frasi xenofobe,
i ragazzi (che magari a scuola o in
parrocchia si controllano perché in
quelle sedi si insegna la fratellanza e l’uguaglianza dei diritti) non
hanno difficoltà a ripeterle tramite
whatsapp perché “nascosto” dal
visore del telefonino. Ecco che
una, fortunatamente, piccola minoranza di ignoranti usa tranquillamente odiose frasi razziste e xenofobe, mettendo allo scoperto la
loro immaturità e quella delle loro
famiglie. In effetti, vista la minore
età di questi fanciulli, certe frasi
possono averle apprese solo nei
pochi luoghi da loro frequentati
che si riducono a scuola, parrocchia e famiglia. Ho volutamente
usato il termine “ignorante” proprio perché costoro ignorano ciò
che altri conoscono. Ad esempio
nessuno fra quanto usano frasi
xenofobe ha avuto un nonno (o
bisnonno) emigrante che gli abbia
raccontato l’accoglienza che gli
italiani avevano negli USA agli inizi del secolo scorso. Certo questi
racconti sono riportati in tanti libri,
ma quanto leggono o hanno genitori che acquistano per loro libri
invece di telefonini di ultima generazione? Negli USA allora (ed
ancora adesso fra le frange meno
colte della popolazione) gli italiani
erano tutti trattati da sporchi ubriaconi stupratori. Personalmente
mi sono creato un giudizio molto
severo su quelle persone limitate
mentalmente, ma forse solo limitate culturalmente, che ritenevano
che gli italiani avessero dovuto
tornarsene in Italia e la mia opinione non è mutata per quelli italiani
che hanno lo stesso pensiero per
altri nostri fratelli che fuggono da
guerre e povertà come accadde
per i nostri nonni e bisnonni. Se
i ragazzi usano certe frasi senza
rendersene conto, ecco che ancor più è necessario l’intervento
della Scuola che deve insegnare
a questi ragazzi come si esplichi il
rispetto verso il prossimo. Rispetto
che non va inteso come autocensura che nasconda il proprio pensiero razzista e xenofobo, ma con
una reale presa di coscienza che
ciascuno di noi sia diverso da tutti
gli altri, ma ciascuno di noi abbia il
diritto ad avere il massimo rispetto
da parte di tutti gli altri, al di là del
proprio genere, del proprio colore,
della propria nazionalità, della propria lingua, della propria squadra
preferita, dei propri gusti sessuali,
della propria religione, della propria idea politica e così via.
Riccardo Agresti
76/ Focus
Civitavecchia nonostante il boom
del porto alla città, restano poche briciole
Tutto quello che va bene ovunque, va male a Civitavecchia;
tutto quello che va bene a Civitavecchia, va male ovunque
di Danilo Marsala
D
i Nei giorni scorsi, parlando con un commerciante
“storico” di Civitavecchia, ho riascoltato una di quelle espressioni che gli abitanti di
questa città si sono cuciti addosso e che recita così: “”.
Provate a trasferire tale concetto
al rapporto tra la città ed il suo
porto. Di solito, per le località di
mare il porto si definisce con enfasi come il “cuore pulsante”, il
“motore dello sviluppo”, “il traino”
della città.
A Civitavecchia no, o almeno
questo concetto per molt non
vale. E’ di queste ore l’intervento del Sindaco Cozzolino che ha
“bacchettato” un esponente della
sua maggioranza (il consigliere
comunale La Rosa), reo di aver
esternato in questo modo: “Il porto sembra una città a parte nella
città di Civitavecchia e quanto è
situato fuori dalle sue mura non
sembra interessare all’Autorità
Portuale”.
Si può discutere dell’opportunità
politica di un’uscita di questo tipo,
nel momento in cui l’amministrazione comunale sta per esprimere la sua terna di candidati alla
presidenza dell’Autorità Portuale,
stante la scadenza del mandato,
i primi di giugno, per l’attuale Presidente Pasqualino Monti.
Tuttavia, il sentimento che c’è
dietro la dichiarazione di La Rosa
è molto diffuso in città.
Se poi passiamo dalle percezioni
all’analisi dello stato di fatto, e soprattutto di alcuni dati, è difficile
negare che in questi anni più di
qualcosa non abbia funzionato
nelle previste ed auspicabili sinergie di sviluppo tra il porto e la
città.
O meglio, lo sviluppo è andato
solo in una direzione, e nonostante la crisi abbia toccato anche i traffici marittimi, la crescita
del network portuale guidato da
Civitavecchia è sembrata senza
soste. Sicuramente sul versante
croceristico, consolidando il primato in Europa per numero passeggeri totali (2,54 mln nel 2013,
in calo ma comunque vicino ai
2,2 mln, nel 2014) e picchi di 45
mila sbarchi giornalieri.
Meno sul fronte commerciale, ma
qui il 2015 si è aperto con una decisa accelerazione.
Sembra di vedere una sorta di
“Fase Due” dello sviluppo del
porto, in un senso che inserisce
a pieno titolo il Network laziale
Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta
tra i sistemi logistici integrati più
attrezzati nel bacino del Mediterraneo e non solo.
Il 15 febbraio scorso, 3000 Jeep
Renegade prodotte da FiatChrysler nello stabilimento di
Melfi sono state imbarcate per
Baltimora, evento figlio di un accordo a lungo termine che coinvolge anche il porto di Halifax.
“Questo è solo l’inizio di un’era
di sviluppo per il nostro porto…
L’ambizione è quella di diventare
un punto importante per il centro
Italia nel settore merceologico”,
afferma orgoglioso il Presidente Monti, che già aveva ottenuto
le modifiche al paino regolatore
portuale per la realizzazione della
“Piattaforma Lazio”, finalizzata ai
grandi container.
Oltre a ciò, la conquista della leadership nel traffico ortofrutticolo,
con l’attivazione della prima linea
diretta che l’Italia avrà, tramite il
porto di Civitavecchia, con il Guatemala, la Costa Rica e la Colombia attraverso l’armatore genovese Cosiarma.
Si materializza quella che gli operatori chiamano “l’era del gigantismo navale”, e Civitavecchia
risponde appaltando l’allargamento delle banchine per ricevere e gestire traffici merci su rotte
oceaniche, ma anche navi da cro-
ciera ormai sopra i 360 metri di
lunghezza, come le ultime Oasis
della Royal Caribbean.
Il 2014 ha visto anche il completamento dei lavori per l’ormeggio di
“…14 imbarcazioni da 40 ad oltre
100 metri di lunghezza che potranno utilizzare lo scalo sia per
le soste invernali sia come base
logistica di “crociere plesaure”
in considerazione della posizione baricentrica di Civitavecchia
nei confronti dell’Isola del Giglio,
dell’Arcipelago Toscano, della
Corsica, della Sardegna e delle
Isole pontine.” (Piano operativo
triennale 2014-2016 A.P. Civitavecchia).
L’associazione dei Marina Yachting italiani parla di una media di
250 mila euro annui lasciati da
mega yacht nelle città di sosta
abituale, oneri portuali esclusi.
Quindi: grandi appalti, flussi turistici enormi, grandi prospettive
commerciali ed occupazionali.
La città, invece, non solo sembra
essere lontana da queste dinamiche, sia in termini di progettazione che di disponibilità economiche, ma lascia pensare di non
riuscire neanche ad agganciarsi a
questo treno che porterà opportunità, ma non per tutti.
Perché la cultura del turismo, della ricettività, le professionalità e le
strutture nella cantieristica navale e nella realizzazione di appalti
importanti, non si creano in poco
tempo.
Il rischio è che sulla città ricadano
le briciole della torta, come sta già
accadendo, ed il grosso venga fagocitato da aziende e gruppi che
provengono da fuori. Se poi, anche per loro interesse, trasformeranno la città in un giardino fiorito,
potrebbe essere un bene, ma ad
oggi i fiori e i pratini all’inglese si
vedono solo attorno Forte Michelangelo…
79/ L’interrogazione
Cupinoro: in Parlamento il Mov5Stelle
interroga il Ministero dell’Ambiente.
«Fare indagini approfondite»
Tra le motivazioni: il fosco passato della discarica,
il suo recente abbandono,
le questioni giudiziarie legate alla gestione.
di Maurizio Archilei
G
iovedì 26 febbraio il Movimento 5 Stelle ha depositato alla Camera
un’interrogazione parlamentare a
risposta scritta indirizzata al Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare. Oggetto
dell’interpellanza: Cupinoro ed il
suo stato attuale. Per mano dei
pentastellati (Alessandro Di Battista, Diego De Lorenzis, Marta
Grande, Carlo Sibilia, Petraroli
Cosimo e Scagliusi Emanuele)
e direttamente in Parlamento, si
evocano nuovamente indagini
sullo stato di salute del territorio,
motivando la richiesta con argomenti che potremmo definire
sempre verdi, dal momento che
non hanno mai trovato alcun tipo
di risposta seria. Si va dall’alto
tasso di tumori segnalato dai cittadini residenti nei pressi del sito
alle conferme a questo dato che
arrivano dagli studi ERAS sull’incidenza dei tumori presso le po-
polazioni che vivono nei dintorni
di discariche di tal quale. Dal degrado e l’abbandono in cui versa
la discarica (denunciato apertamente anche dalla Bracciano
Ambiente, la quale si è dichiarata, in un comunicazione al Comune di Bracciano ed alla Regione
Lazio, non più in grado di garantire la corretta conservazione dei
luoghi e di quanto vi è stoccato a
causa di problemi economici, diffidando i due enti ad intervenire
«al fine di prevenire ogni futura
e imminente contaminazione del
sito»), al fatto che la discarica
di Cupinoro, prima di essere affidata alla Bracciano Ambiente,
fosse della S.E.L. di tale Ettore
Brignoli, un pluricondannato per
reati ambientali. L’elenco chiude
con l’indagine della Procura di
Civitavecchia sull’ammanco dei
fondi per il post mortem: 12 milioni di euro scomparsi per i quali si
parla di reato di malversazione ai
danni dello Stato da parte di alcuni dirigenti. I parlamentari grillini
ricordano anche che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in
data 8 agosto 2014, ha concesso il rinnovo dell’AIA annullando
così gli effetti del Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo (decisione contro la quale sono ora in corso 3 ricorsi al
TAR) con argomentazioni che, diciamo noi, non giustificano la mi-
sura adottata. Nell’interrogazione
si fa riferimento alla proprietà del
terreno su cui la discarica sorge,
che è dell’Università Agraria di
Bracciano ed è pertanto gravato
da usi civici non decaduti, ed ai
vincoli paesaggistici in vigore.
Un elenco di ragioni per le quali
si chiede che la discarica di Cupinoro sia monitorata in modo
serio e scrupoloso, affrontando
«la fase di risanamento e messa
in sicurezza del territorio», come
già richiesto ad esempio dal Comune di Cerveteri. Gli interroganti concludono chiedendo di
sapere se si intende procedere,
e come, per prevenire possibili
disastri ambientali e sanitari, magari inserendo il sito tra quelli da
bonificare di interesse nazionale.
Si chiede anche se è intenzione
del governo verificare se siano
esistiti effetti sulla popolazione
«derivati dall’attuale situazione
di sostanziale compromissione
dell’area», e se si intende procede ad un’indagine approfondita
sullo stato dei luoghi nella zona
della discarica e quelle limitrofe.
Ora non resta che attendere la
risposta, nella speranza che sia
soddisfacente.
82/ Ambiente
Civitavecchia, TVN: chi controlla il controllore?
Il PD non disdegna i fondi ENEL,
ma Cozzolino cassa l’osservatorio locale
I 5 stelle preferiscono dialogare direttamente
con la Regione Lazio e invocano il monitoraggio
delle emissioni della centrale a carbone
D
opo il primo incontro introduttivo in Comune fra
il sindaco di Civitavecchia
Antonio Cozzolino, l’assessore
all’ambiente Alessandro Manuedda ed il nuovo presidente dell’Osservatorio Ambientale Regionale,
Luca Colosimo,l’amministrazione
comunale civitavecchiese ha ribadito ancora una volta il suo
indirizzo politico, ossia quello di
uscire dal consorzio locale, costituito nel 2009 e finanziato con 1
milione di euro all’anno dall’Enel e di aderire, contrariamente
a quanto avvenuto finora, all’Osservatorio Ambientale Regionale,
quello rispondente alla prescrizione della valutazione di impatto
ambientale del 2003.
“Già nel 2009 - afferma Manuedda – il Ministero dell’Ambiente
aveva rilevato la necessità di istituire un Osservatorio Ambientale
che rispondesse pienamente ai
requisiti richiesti dalla prescrizione Via, evidenziando, tra l’altro, che tale struttura non poteva
naturalmente essere finanziata
dal soggetto controllato, ovvero
l’Enel, com’era ed è l’organismo
creato originariamente dal comune di Civitavecchia e gestito
ancora oggi in forma consortile
con i comuni del comprensorio.
Condividiamo tale impostazione
e, come avevamo rappresentato
all’Assessore Regionale all’Ambiente, Fabio Refrigeri, riteniamo che l’Osservatorio Regionale, istituito nel 2010 e rimasto
inattivo nel 2014, debba essere
prontamente riattivato. L’uscita
dal consorzio e l’adesione all’Osservatorio Ambientale Regionale
prescritto dalla Via era uno dei
punti del programma. Nel corso
della prima riunione che, come
ci ha preannunciato il presidente
Colosimo, dovrebbe tenersi entro
il mese di marzo evidenzieremo
la necessità di una solida programmazione, anche dal punto
di vista economico, delle attività
dell’Osservatorio e chiederemo
agli altri membri di condividere
la richiesta del Sindaco Cozzolino di rendere disponibili via internet e in tempo reale i dati del
sistema di monitoraggio delle
emissioni dellacentrale di Torrevaldaliga Nord”.
Chiaramente non è d’accordo
il PD che in una nota esprime
le proprie preoccupazioni per il
mancato sostegno all’osservatorio locale finanziato dalla stessa Enel: “La Giunta Cozzolino”,
dichiara Roberto Fiorentini della Segreteria Pd, “e la sua maggioranza a cinque stelle si stanno
mettendo in luce molto più per
quello che chiudono, perdono o
lasciano che per quello che fanno in concreto. Si inserisce perfettamente in questa ininterrotta
teoria di cose non fatte o abbandonate anche l’ultima idea in fatto
di Ambiente: uscire dal Consorzio dell’Osservatorio Ambientale
per aderire a quello Regionale
che, nella sostanza, ancora non
è operativo. Come se l’adesione
a quest’ultimo escludesse la partecipazione al primo. Forse è utile ricordare brevemen-
te che il Consorzio per la Gestione dell’Osservatorio Ambientale
nasce il 01 Giugno 2009, con la
convenzione stipulata tra i Comuni di Civitavecchia, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella , Tarquinia e
, da ultimo, Monte Romano, per
la gestione associata di attività di
monitoraggio ambientale e sanitario da svolgersi sul territorio dei
Comuni aderenti. Il Consorzio è
gestito da un’Assemblea composta dai Sindaci dei Comuni
consorziati e da un Comitato di
Gestione composto da loro delegati ed è finanziato dall’Enel
ai sensi dell’accordo stipulato
con il Comune di Civitavecchia
il 19/06/2003. Pertanto non costa nulla alla città, è sotto la diretta responsabilità del Sindaco
e se non funziona, o se i suoi
dati sono inattendibili od inutili , il
potere di renderlo efficiente è solamente dei comuni aderenti , in
quanto l’Enel è solamente l’ente
finanziatore e non ha alcun proprio esponente nell’Assemblea
del Consorzio. EV
Segue su baraondanews.it
84/ Fotografando
da
Fiume rosso ad Anguillara
Cimitero furti e vandalismo
Santa Marinella Come eravamo negli anni ‘60
Tentativo di furto con “sgrugnata”
Cresceranno Alberi di Vino a Ladispoli
88/ Curiosità
È stata creata una cioccolata che
aiuta a non invecchiare
I ricercatori dell’università di Cambridge hanno
inventato un particolare cioccolato in grado di
diminuire l’invecchiamento delle cellule della
pelle, grazie all’azione degli antiossidanti.
CAMBRIDGE (Inghilterra) I ricercatori di un
laboratorio biotecnologico dell’università
hanno elaborato una particolare miscela di
cioccolato che permetterà di mangiarsene
tranquillamente 7,5 grammi al giorno, senza finalmente avere i sensi di colpa come
spesso accade. D’ora in avanti l’alimento più
consumato in tutto il mondo sarà considerato alla stregua di un prodotto di bellezza: i
ricercatori affermano che la piccola quantità
di 7,5 grammi può cambiare drasticamente la
struttura della pelle di un 50enne facendola
assomigliare a quella di un 30enne. La nuova
cioccolata sarà chiamata, non a caso, Esthechoc. Il segreto che permetterà alla sostanza
di agire a livello epiteliale è la capacità di aumentare i livelli di antiossidanti e l’aumento
della circolazione del sangue, fattori che permettono alla pelle di rimanere giovane, liscia
e senza rughe. Il ricercatore dell’università
che ha condotto lo studio afferma che il tipo
di antiossidante su cui hanno lavorato è lo
stesso che mantiene il colore rosso nei pesci rossi, oppure il colore rosa dei fenicotteri.
Nonostante alcuni dissensi, i ricercatori dichiarano di voler presentare ufficialmente Esthechoc al prossimo Global Food Innovation
Summit che si terrà a Londra. E purtroppo
accennano anche al fatto che sarà un prodotto non per tutti: la confezione di cioccolato,
sufficiente per tre settimane, conterrà tavolette incartate separatamente e sarà venduta
esclusivamente a commercianti esclusivi. La
brochure preparata per l’occasione presenta
il prodotto come l’ideale per donne eleganti e raffinate e uomini d’affari di successo,
per sostenere il loro aspetto in un ambiente
stressante come la società d’oggi.
L’AEREO CAMBIA ROTTA
E IL CAPITANO OFFRE LA PIZZA
Se tardo vi offro la cena
Il capitano di un aereo di linea di una compagnia americana ha comprato pizze per i 160
passeggeri dopo che il volo aveva accumulato diverse ore di ritardo.
L’aereo della Frontier Airlines era partito da
Washington DC con destinazione Denver, ma
ha dovuto atterrare a Cheyenne nel Wyoming,
in attesa che il tempo inclemente sull’aeroporto di destinazione si calmasse.
Di fronte alla prospettiva di diverse ore di ritardo, il capitano ha deciso di rompere i normali protocolli, ed ordinare alcune decine di
pizze che ha pagato di tasca sua, da distribuire ai passeggeri.
Quando le pizze sono arrivate, i passeggeri
sono rimasti piacevolmente sorpresi, entusiasti del gesto del comandante: “Non riguarda la pizza in sé, ma di come ti prendi cura
delle persone di cui hai la responsabilità”
racconta una dei passeggeri, di solito abituati a sentirsi abituati a sé stessi in queste
situazioni.
Il capitano Gerhard Bradner ha poi spiegato:
“Se c’è bisogno devi prenderti cura della tua
famiglia, e così devi prenderti cura dei passeggeri. Devi prenderti cura di loro da quando salgono in aereo a quando scendono”.
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Direttore Responsabile
Maurizio Archilei
Vice Direttore
Orazio Paliotta
REGITRAZIONE PRESSO
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Errata corrige. A causa di un errore grafico nel numero di febbraio l’offerta relativa alla manutenzione della caldaia era sbagliata.
L’Oroscopo del Camaleonte
marzo 2015
Ariete. Non è una previsione
meteorologica ma si intravedono cumuli di gelosia in arrivo e addensamenti di broncio
dopo il tramonto, durante le
ore serali, una perturbazione
passeggera che provoca solo
qualche problema di quiete;
non cascate nella trappola del
sospetto ingiustificato, cogliete le occasioni per evitarla.
Toro. Il quotidiano si annuncia brioso e costruttivo, sarete
pronti ad affrontare qualsiasi
onere lavorativo con abilità e
tempistica e le amicizie daranno manforte a questa situazione positiva, supportata dall’affetto familiare; unico neo: la
prova bilancia è ormai andata,
insistete con l’attenzione alimentare.
Gemelli. Sebbene voliate in
alto il ritmo sarà meno frenetico del solito ma, ci sarà
ancora spazio per pause
elettrizzanti che vi faranno
cogliere tutte le occasioni
che questa fase esistenziale
sta offrendo al vostro segno.
La sfera sentimentale vive
un momento di positiva metamorfosi; gradevoli ma non
determinanti incontri per i
single.
Cancro. La scarsa chiarezza
nei rapporti contrasta con il
vostro carattere protettivo e
sensuale, pertanto, una gran
voglia di cambiamenti vi rapisce la fantasia e vi fa percorrere con la mente situazioni passate; un dirompente
leone potrebbe intromettersi
e avviare piacevoli progetti
con voi ma, entrambi, dovrete tenere a bada la possessività.
Leone. Periodo piacevole
in ambito sentimentale, vi
sentite ampiamente capiti
dal partner ma, solo quando gli astri saranno a vostra
completa disposizione potrete risolvere una complessa
controversia familiare: con il
buonsenso, saprete risolvere
una diatriba che si trascina
da tempo.
Vergine. Avete dato tensione a tutti gli interruttori del
vostro corpo e qualcosa vi seduce inesorabilmente sotto lo
sguardo benevolo degli astri.
Il vostro intuito assicura che
siete nella giusta direzione
e vi sentite pronti allo start,
in un percorso campestre in
mezzo alla natura.
Bilancia. La vostra vita sociale sta trovando la giusta
dimensione. Portare a termine con efficienza tutti i sospesi lavorativi sarà un gioco
da ragazzi, la vostra solarità
attirerà la simpatia di tutti,
in amore però non prendete
decisioni avventate. Approfittate delle domeniche per riposarvi e recuperare energia.
Scorpione. Sarà veramente
improbabile che trascorriate la seconda metà di marzo
senza entusiasmi, numerosi
eventi fortunelli vi cascano
addosso con la chiave del
successo nelle vostre mani:
la grinta e la determinazione
vi daranno supporto per raggiungere lo scopo.
Sagittario. Il quotidiano si
annuncia brillante, circondati di affetto in famiglia e con
le amicizie che si rivelano
piacevoli e coinvolgenti, vi
sentite pronti ad affrontare
qualsiasi questione di lavoro
con tempismo e abilità. Parola d’ordine: divertirsi!
Capricorno. State meditando
di riprendere un ritmo più
dinamico solo dopo la pausa
invernale, magari riallacciando i contatti con il vostro ambiente. Così facendo,
marzo scorrerà lieto e privo
di incognite ma, si annuncia
un grande lavoro di recupero
per il futuro. Armonia familiare e buona forma fisica.
Acquario. Le occasioni e gli
impegni sono come mattoni
da utilizzare per la costruzione del futuro, senza tralasciare nulla, ma potrebbe
mancare un mattoncino per
completare un muro. Ricercate affinità mentali con il
partner per riattivare passioni nella vita di coppia.
Pesci. La voglia di far valere
le proprie opinioni potrebbe
indurvi a intraprendere strade incerte e prive di segnaletica, sebbene non vi manchi
l’entusiasmo e il buonumore,
dovrebbe prevalere la saggezza e la disponibilità al dialogo, l’essere accomodanti,
con una questione che vi trascinate da tempo, può essere
solo che benefico.
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