Tulving, Schacter e i sistemi di memoria
Metafore del processo di remembering
Prendere all’amo, pescare
ricordi vivi, che tendono a sfuggire
Vestigia lacunose di un passato
immutabile
Il paleontologo ricostruisce lo scheletro dell’uomo
primitivo da un dente o una costola ( Hebb) o il
dinosauro partendo da poche ossa (Neisser)
Tulving (1983) parla di ECFORIA SINERGICA (essere reso noto, termine di R. Semon) ,
come processo che integra costruttivamente traccia parziale (engramma) e suggerimenti
per il recupero (contesto). Storicamente richiama un processo fisico energetico,
aggiornabile in base alle evidenze sperimentali della neurobiologia.
CODIFICA Paradigma dei LIVELLI DI ELABORAZIONE
Assunzione che la forza della traccia dipenda dalla
PROFONDITÀ DI CODIFICA (Craik e Lockart, 1972)
La codifica SEMANTICA PROFONDA (la parola è il nome di un animale?)
produce miglior ricordo della codifica SUPERFICIALE, FONOLOGICA (la
parola fa rima con CANE?) o
PERCETTIVA (la parola è scritta in lettere maiuscole?).
Il ricordo dipende anche dalla RICCHEZZA O AMPIEZZA
DELL’ELABORAZIONE alla quale un item è sottoposto, cioè se viene
trasformato mediante un solo codice o più codici (Craik e Tulving, 1975).
Per esempio, Paivio (1971) trovò che le parole concrete, ad alto valore
d’immagine, sono ricordate meglio delle parole astratte perché sono
soggette a DOPPIA CODIFICA, verbale e in formato visivo, mediante la
rappresentazione dell’immagine mentale dell’oggetto di riferimento.
DISPONIBILITÀ E ACCESSIBILITÀ (RECUPERO)
L’oblio dipende da una perdita del ricordo o da un’incapacità di recuperarlo?
Tulving e Pearlstone (1966) presentarono una lista di parole contenente nomi di frutti,
animali, mobili ecc.
Al momento della rievocazione divisero i soggetti in due gruppi: il primo gruppo, al
quale furono forniti i NOMI DELLE CATEGORIE, rievocò un numero medio di parole
significativamente maggiore rispetto al secondo gruppo.
Successivamente, in un secondo test di memoria, i suggerimenti costituiti dai nomi
delle categorie vennero dati a tutti i soggetti e le differenze scomparvero.
Il vantaggio del primo gruppo era dovuto alle MODALITÀ DEL RECUPERO
Quindi il ricordo del target era ugualmente disponibile per tutti i soggetti,
ma diventava più accessibile mediante l’indizio categoriale per il recupero
L’importanza del recupero
Principio di SPECIFICITÀ DELLA CODIFICA (Tulving e Thompson, 1973)
C’è interazione fra i contesti della codifica e del recupero: funzionano come
SUGGERIMENTI (cues) PER L’ACCESSO mnestico gli elementi presenti alla codifica
(usiamo la parte, il frammento, come chiave per ricordare il tutto). Il fallimento
nel recupero è cue dependent forgetting (Tulving 1974).
Ecco perché associare un elemento a molti indizi che permettono di recuperarlo migliora
il ricordo. Es.:Washington è la capitale degli Stati Uniti - così si chiamava il primo
Presidente - la città è sede della Casa Bianca residenza del Presidente in carica
Gli elementi che sono frutto di un’ elaborazione personale al momento della
codifica risultano particolarmente efficaci come suggerimenti per l’accesso
Questo è uno degli aspetti delle mnemotecniche
Tulving, E. (1972). Episodic and
semantic memory. In E. Tulving
and W. Donaldson (Eds.),
Organization of Memory (pp.
381-402). New York: Academic
Press.
Endel Tulving, n.1925 in Estonia, a
17 anni in Germania, stati Uniti,
Canada, si laurea a Toronto e
consegue il dottorato a Harvard
Tulving, E., & Thompson, D.
M. (1973). Encoding specificity
and retrieval processes in
episodic memory.
Psychological Review, 80,
352-373.
MEMORIA EPISODICA E MEMORIA SEMANTICA
Tulving (1972, 1983) definisce la MEMORIA EPISODICA come ricordo di EVENTI
SPAZIO-TEMPORALMENTE SITUATI, in PRESENZA DEL SOGGETTO come
protagonista o osservatore di ESPERIENZE UNICHE, CONCRETE, PERSONALI E
DATATE NEL PASSATO del soggetto.
La MEMORIA SEMANTICA è la CONOSCENZA ASTRATTA E ATEMPORALE che
una persona condivide con gli altri e comprende sia la CONOSCENZA
ENCICOPEDICA del mondo sia quella del linguaggio, la RETE SEMANTICA. È
una conoscenza decontestualizzata, ricavata dall’esperienza personale, diretta
o indiretta, mediante processi di SCHEMATIZZAZIONE, cioè di generalizzazione
a partire da esperienze simili e di eliminazione dei dettagli considerati
irrilevanti.
Modello di memoria semantica a rete gerarchica (Collins e Quillian, 1969)
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Predice correttamente che è più facile (richiede meno tempo di decisione)
rispondere alla domanda “il canarino è giallo?”, con soggetto e predicato
allo stesso livello, che a “il canarino ha la pelle?”, ma l’effetto scompare
controllando la familiarità.
La teoria dei prototipi concettuali
“I canarini sono uccelli?” ottiene risposta più rapida di “i
pinguini sono uccelli?”, pur trattandosi di affermazioni dello
stesso livello. La seconda frase richiede un tempo di verifica
maggiore perché il pinguino non è un esemplare tipico della
categoria “uccelli” come il canarino.
E. Rosch (1973) ha dimostrato che i membri più tipici di una
categoria posseggono più caratteristiche di quella categoria.
I concetti sono sfumati e indistinti piuttosto che netti e ben
definiti, come sosteneva il filosofo Wittgenstein (1958) a
proposito dei giochi, che condividono più o meno caratteri e
presentano una “somiglianza di famiglia”.
Rete semantica basata sulla
propagazione dell’attivazione
(Collins e Loftus, 1975)
Organizzazione in base alla
relatedness o distanza semantica
Predice il priming semantico
La memoria dipendente dal contesto
Il ricordo dipende dal contesto, esterno e interno, di recupero: J. Locke narra di
un ballerino che riusciva a ballare solo se c’era una cassapanca nella stessa
posizione che aveva nella stanza dove si era esercitato.
D. Godden e A. Baddeley (1975) presentarono 40 parole non correlate fra loro a
dei sommozzatori, durante un corso di addestramento, sulla spiaggia o a 3 metri
di profondità e li sottoposero a test o nello stesso ambiente o nell’ambiente
alternativo. Il materiale appreso sott’acqua era ricordato meglio sott’acqua e
quello appreso fuor d’acqua era ricordato meglio sulla terraferma.
Memoria dipendente dallo stato
Nel film di C. Chaplin Luci della città, il milionario ubriaco che è diventato amico
di Charlot, non si ricorda più di lui quando è ritornato sobrio.
Ricerche su memoria e stato emotivo
I depressi rievocano più ricordi tristi. Inducendo umore depresso con la tecnica
di Velten (presentando enunciati felici o tristi), soggetti normali impiegano più
tempo a ricordare esperienze positive quando sono tristi.
Memoria congruente con l’umore (Blaney, 1986): è più facile rievocare eventi
con tono emotivo corrispondente all’umore del momento: ricordi lieti quando si
è contenti, ricordi tristi quando si è tristi.
La memoria dipende dallo stato emotivo quando c’è corrispondenza d’umore tra
codifica e recupero. E.Elich, D.Macauley, L.Ryan (1994) chiesero ai soggetti di
generare ricordi di eventi del loro passato in risposta a suggerimenti (parole,
come nave o strada) e inducevano umore triste o lieto facendo ascoltare musica
allegra o malinconica: due giorni dopo il ricordo degli eventi era migliore quando
lo stato dell’umore alla verifica corrispondeva a quello alla codifica.
I compiti di memoria tradizionali
(in ordine di difficoltà)
RIEVOCAZIONE o RICHIAMO (recall)
-Seriale (nell’ordine di presentazione)
-Libera (free recall)
-Guidata da suggerimenti (cued recall)
La rievocazione libera dà luogo agli EFFETTI DI POSIZIONE SERIALE: effetto di
priorità (primacy effect) e di recenza (recency effect), per cui i primi item e gli
ultimi sono ricordati meglio degli elementi centrali della serie.
RICONOSCIMENTO
-a scelta multipla,
-sì/no
RIAPPRENDIMENTO
TEST INDIRETTI
I sistemi di memoria
MEMORIA
Dichiarativa
(ESPLICITA)
Non dichiarativa
(IMPLICITA)
Abilità e Abitudini
(PROCEDURALE)
Condizionamento
classico semplice
Innesco (priming)
e apprendimento
percettivo
Fatti e conoscenze
generali
(SEMANTICA)
Apprendimento
non associativo
Eventi specifici
(EPISODICA)
Risposte emotive
Risposte motorie
SISTEMI DI MEMORIA
COHEN e SQUIRE
1980
TULVING, 1985
Ho guidato la mia
prima bicicletta
EPISODICA
SEMANTICA
PROCEDURALE
So che la bicicletta
ha due ruote
So andare in bicicletta
DICHIARATIVA
sapere che
PROCEDURALE
saper fare
MEMORIA IMPLICITA ED ESPLICITA
Un ricordo può essere DISPONIBILE, ma NON ACCESSIBILE alla coscienza,
perché non si riesce a produrre nel contesto del recupero un efficace
suggerimento per l’accesso (dimenticanza dei nomi propri sulla punta della
lingua, inconscio cognitivo).
La MEMORIA IMPLICITA (Graf e Schacter, 1985)
comprende tutti gli effetti dell’esperienza passata
sul comportamento di cui non siamo consapevoli ed
opera in modo automatico.
La MEMORIA ESPLICITA è recupero cosciente di
informazioni e ricostruzione conscia del passato
(RECOLLECTION), ricordo intenzionale riflessivo.
CARATTERI DELLA RECOLLECTION (BREWER 1996)
È il ricordo di un EPISODIO SPECIFICO del passato di un individuo
che rivive L'ESPERIENZA FENOMENICA individuale (carattere AUTONOETICO,
esperienza di tipo REMEMBER);
tipicamente contiene informazione su LUOGO AZIONI PERSONE OGGETTI PENSIERI ed
EMOZIONI
espressa come IMMAGINE MENTALE debole e instabile;
il PUNTO DI VISTA è la prospettiva originale (di campo) o quella di un osservatore.
L'immagine può contenere dettagli irrilevanti, ma anche informazione proposizionale,
è accompagnata dalla credenza di aver fatto quell'esperienza nel passato individuale;
soprattutto se recente, è fondamentalmente veridica, a meno che sia influenzata da forti
processi di schematizzazione;
comporta un'elevata FIDUCIA nell'accuratezza, che spesso (ma non sempre) predice
ACCURATEZZA effettiva
Distinzione fra REMEMBERING e KNOWING
(Gardiner e Java, 1993)
Il giudizio remember (“ricordo”) viene dato quando dal punto di vista
soggettivo l’esperienza è di recollection e rivive la situazione originaria, a
differenza del generico “sapere che”, spesso da fonte indiretta. Anche
l’esperienza personale può dare luogo al ricordo know (“so”).
La memoria episodica dopo il 1994
Ipotesi dei due sistemi di memoria: episodica e semantica
La memoria episodica è specificamente umana
Più recente nell’evoluzione della specie degli altri sistemi di memoria
(affermazione discutibile, v. evidenze antropologia umana e paleontologia)
Compare nei bambini dopo quella semantica, intorno ai 4 anni: i bambini
narrano script (schemi di eventi, copioni di eventi routinari) prima che episodi
Studi di neuroimaging mostrano attivazione prefrontale, soprattutto destra,
legata al recupero strategico (sforzo di ricordare) e attivazione medialetemporale (ippocampo) nel recupero associativo automatico (M.Moscovich,
1994).
Daniel L. Schacter
n.1952
1996 Searching for memory. The brain, the mind, the past.
Esperimento di Schacter e coll. (1996) con il paradigma DRM (Deese-RoedigerMcDermott)
Veniva scelta una parola iniziale (dottore) e costruita una lista di parole
fortemente associate (infermiera, malato, ospedale ecc.).
Presentando la lista, senza la parola iniziale, e facendola apprendere, al test di
riconoscimento la parola non inclusa viene riconosciuta erroneamente.
l’attivazione cerebrale è analoga a quella prodotta dal riconoscimento corretto.
In base a casi neurologici di DEFICIT DI MEMORIA SPECIFICI PER CATEGORIA, circa il
riconoscimento di immagini di oggetti animati e inanimati, si è ipotizzato che, a livello
cerebrale, la memoria semantica sia organizzata al livello degli oggetti.
Ma il quadro clinico in cui la prestazione è peggiore con oggetti animati che con quelli
inanimati è molto più comune (80% vs 20%) dell’altro.
TEORIA SENSORIALE-FUNZIONALE di Farah e McClelland (1991)
Gli OGGETTI ANIMATI si distinguono tra loro per PROPRIETÀ PERCETTIVE VISIVE (in
base all’aspetto, la mia gatta è grigia), mentre quelli INANIMATI per PROPRIETÀ
FUNZIONALI (in base all’uso, la cartella contiene i libri ), e le unità semantiche
visive sono il triplo di quelle funzionali. In un modello computazionale, disattivare
le unità visive danneggia il riconoscimento degli oggetti animati, mentre quello
delle unità funzionali ha effetto limitato.
Paradigma DRM (Deese, 1959; Roediger, McDermott, 1995)
Se si presenta una lista di parole (es. : letto, stanco, notte, cuscino), ciascuna
associata a una parola non presentata (“sonno”), la probabilità di ricordare la parola
critica come parte della lista (nel ricordo libero e nel riconoscimento) è pari a quella
delle parole centrali della lista, tra il 40% e l’80%.
Inoltre quello della parola critica, dal punto di vista soggettivo della
recollection, sembra un vero ricordo!
Psicologia della testimonianza
Secondo E. Loftus (1972), i testimoni oculari di incidenti o rapine possono essere influenzati
dal modo di porre le domande. Esperimento in cui un incidente viene valutato come
significativamente più grave dai soggetti ai quali era stato chiesto come le due automobili si
sono ”fracassate” (smash) vs “urtate” (hit).
Paradigma della misinformation (informazione fuorviante post-evento)
In seguito la Loftus ha impiantato sperimentalmente falsi ricordi d’infanzia (come
quello di essersi perso in un supermercato), per dimostrare che pressioni sociali
e suggestione (nelle psicoterapie immaginative) possono spiegare anche
alcune denunce di presunte vittime di abuso (False Memory Syndrom e
associazione che la combatte)
Neisser (1982) discute il caso John Dean, il “registratore umano” dell’affare Watergate:
analizzando le deposizioni e confrontandole con le registrazioni originali delle
conversazioni di Nixon, risulta che il testimone era stato impreciso ma sostanzialmente
veridico.
Neisser conia il termine “repisodic” per i ricordi che sembrano episodici, ma sono
ricostruzioni in base a schemi semantici, ripassati e ben raccontati
I ricordi FLASHBULB
F.W.Colegrove (1899) aveva studiato, 33 anni dopo l'evento, il ricordo della
notizia dell'assassinio del presidente americano Abraham Lincoln, trovando
che la gente ricordava “dove, con chi e cosa stavano facendo”
I "ricordi lampo" (flashbulb memories) vividi come fotografie, riguardano
"le circostanze in cui si è avuta notizia per la prima volta di un evento
molto sorprendente e emozionalmente attivante perché foriero di
conseguenze nelle vita del soggetto”.
Brown e Kulik (1977) studiarono il ricordo di 10 eventi pubblici, tra cui
l’assassinio del presidente Kennedy (1963) e di Martin Luther King, in due
gruppi di americani bianchi e neri, in termini di consequenzialità ecc.
Teoria del now print
Ipotesi di Neisser: schema narrativo per l’arrivo
delle notizie importanti
ACCURATEZZA?
RICERCHE SUI FLASHBULB
Esplosione del Challenger (1986): il
40% dei ricordi dopo 3 anni sono in
contraddizione con il resoconto fornito il
giorno successivo all'evento (Neisser e
Harsch,1993).
Terremoto di San Francisco
(1989):il peso personale
dell’evento fa sì che i californiani
ricordino meglio dei soggetti di
Atlanta (Neisser et al. 1996)
Larsen (1992)” introdusse” la moglie nella ricostruzione del ricordo dell’assassinio del
primo ministro svedese Olaf Palme
Weaver (1993) confronta il ricordo dei bombardamenti in Iraq con quello di un incontro
con un amico a tre mesi e a un anno di distanza e trova ricordi meno accurati e vividi col
tempo, ma maggior sicurezza soggettiva circa l’evento pubblico
Fattori del ricordo flashbulb
Emozionalità, sorpresa, significato personale dell’evento, frequenza del ripasso
(rehearsal), condivisione sociale …..
Fonti di errore
Amnesia dell’origine, tendenza a confondere le fonti della notizia (effetto
TV)
Inferenze da script nella ricostruzione………
REALITY MONITORING (Johnson e Raye, 1981)
Ricordi di eventi di origine percettiva
Fonte esterna
Informazioni percettive e contestuali
Ricordi di eventi immaginati
Fonte interna
Informazioni sulle operazioni cognitive
Differenze fra tracce di processi percettivi/rappresentativi
I processi percettivi hanno origine esterna e lasciano tracce con più attributi sensoriali
e spazio-temporale (contestuali), mentre i processi rappresentazionali lasciano più
dettagli semantici (pensieri schematici).
La percezione è automatica e i ricordi di origine percettiva hanno meno attributi
operazionali associati, mentre nell’immaginare l’attenzione codifica più informazioni
sulle operazioni effettuate.
Il matching con la realizzazione di una fantasia, anche ripetuta, dà una sensazione di
irrealtà, mentre un’azione abituale automatica lascia una sensazione di realtà, e così i
ricordi rispettivi.
Modello MEM (Multiple-Entry Memory Model) (Johnson, 1992)
Processi di codifica
FUNZIONI PERCETTIVE
Il sistema percettivo individua e lega
(binding) i tratti in modo automatico
(associazione per contiguità, principi
gestaltici)
o in modo che richiede attenzione
(notare relazioni ecc.)
FUNZIONI RIFLESSIVE
Il sistema cognitivo usa processi
cognitivi come il refresching (delle
immagini mentali) e il rehearsing (delle
informazioni verbali), l’elaborazione
semantico-concettuale delle
informazioni ecc.
SOURCE MONITORING FRAMEWORK
(Johnson, Hastroudi e Lindsey, 1993)
Origine interna/esterna
(intenzioni/azioni, parole
dette/parole ascoltate, fiction
viste/sogni)
Voce maschile/femminile
Fonti attendibili e non
Compiti che richiedono di distinguere l’origine dei ricordi a L T:
Effettuare una serie di azioni/immaginare di compierle
(piegare un foglio di carta, appuntare un lapis, aprire una cerniera…)
Leggere una parola/generarla (per completare una frase presentata)
Il paradigma del verbal overshadowing
(Schooler, Fiore e Brandimonte, 1997)
Descrivere verbalmente una scena visiva può danneggiare la memoria. In particolare,
descrivere un volto diminuisce la probabilità di riconoscimento corretto (Dodson, Johnson
e Schooler, 1997).
Caso particolare della superiorità (in termini di probabilità di accesso) e interferenza
dell’informazione verbale sulla codifica visiva:
quando un ricordo in forma di immagine visiva è stato raccontato ripetutamente, non è
più accessibile nella forma originaria.
FUZZY TRACE THEORY (Reyna e Breinerd, 1998)
Lo stesso stimolo lascia in memoria due tipi di tracce, parallele e indipendenti:
1) Traccia verbatim (letterale), informazioni dettagliate, rappresentazione episodica
delle caratteristiche superficiali dello stimolo, compresi gli elementi contestuali;
2) Traccia gist , del nucleo semantico dello stimolo, rappresentazione episodica del
significato dello stimolo, attivato dalla sua presentazione e ricavato dalla memoria
semantica.
La traccia 1) svanisce più rapidamente ed è più spesso attivata da cue specifici, la 2)
permane più a lungo e viene attivata più spesso da item di cui non si è avuta esperienza
diretta
L’INTERVISTA COGNITIVA
di Fisher e Geiselman (1992)
•
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Riportare tutto
Ricontestualizzazione
Resoconto libero dei fatti
Immagini mentali
Ordine inverso
Chiusura
Il dibattito sul ricordo traumatico
E’ possibile recuperare ricordi inconsci, coperti da amnesia per molti anni? Epidemia di
presunti ricordi di abuso sessuale in pazienti di psicoterapeuti in USA e False Memory Society
in difesa dei genitori!
TEORIA DEL TRAUMA REALE
abuso sessuale come causa del Disturbo
Posttraumatico da Stress (PTSD).
FALSE MEMORY
SYNDROME (FSM) negli
anni Novanta
Posizione di Spanos, interazione fra esperienza
traumatica e fantasia, ruolo del contesto socio-culturale
nel modellamento del sintomo (psicoterapie che usano
tecniche di visualizzazione)
Abuso sessuale: realtà o fantasia?
Lenore Terr (1990) in To scared to cry, ha studiato il ricordo del trauma infantile e
distingue:
TRAUMA SINGOLO acuto, che può dar luogo a una razione patologica come il Post
Traumatic Stress Desorder (PTSD) con il paradosso della memoria (amnesia dell’evento
traumatico/ intrusione coattiva e ripetitiva di immagini ad esso connesse);
TRAUMA CRONICO, che comporta una relazione prolungata tra vittima e figura
abusante, con conseguenze biologiche (distruzione neuroni ippocampo) e psicologiche
più marcate sulla strutturazione della personalità e possibile insorgenza di DISTURBI
DISSOCIATIVI della coscienza (personalità multipla ecc.)
Il ricordo del trauma
Un trauma psichico, come un disastro naturale o un episodio di violenza subita, può
lasciare “a scar” (W. James), una cicatrice persistente, costituita da difficoltà di
memoria (amnesia post-traumatica) o, al contrario, da intrusione coattiva di immagini
relative alla situazione traumatica (flashback) nel PTSD (Post Traumatic Stress
Disorder)
Possibilità di distorsioni del ricordo dovute a:
-errori percettivi causati dallo stress (focalizzazione sull’arma e effetto tunnel della
memoria),
-errori di ricostruzione a lungo intervallo, specialmente riguardo i dettagli.
-errori di source monitoring (monitoraggio della fonte)
Teorie dell'oblio
Oblio PASSIVO
per decadimento della traccia dovuto al disuso
Oblio ATTIVO
per interferenza proattiva e retroattiva
Oblio MOTIVATO
p.es. dalla rimozione (psicoanalisi freudiana)
Oblio come peccato di omissione
Schacter D. (1999) I Sette peccati della Memoria: come la mente dimentica
e ricorda, Mondadori, Milano, 2002
3 peccati di OMISSIONE: il ricordo non viene riportato alla mente
LABILITÀ (transience) I ricordi non sono permanenti, con il passare del tempo si
indeboliscono, svaniscono, e sono soggetti a dimenticanza.
DISTRAZIONE (absent-mindness) "riduzione dell' attenzione preliminare alla
memoria".
BLOCCO (blocking) ricerca vana di un informazione, che non risulta accessibile,
nonostante gli sforzi: fenomeno “sulla punta della lingua” e amnesia di porzioni di
ricordi personali.
4 peccati di commissione: il ricordo è alterato
ERRATA ATTRIBUZIONE (misattribution) un ricordo è attribuito ad un contesto, ad una
fonte od a una forma sbagliati.
SUGGESTIONABILITÀ (suggestibility)Un ricordo può "derivare" non da un'esperienza o
una percezione, ma "per suggestione" dovuta a domande, osservazioni, suggerimenti.
DISTORSIONE (bias) Un ricordo è alterato dalle conoscenze del passato, ricostruito
alla luce di ciò che sappiamo a posteriori.
PERSISTENZA (persistence) Un ricordo inquietante riemerge continuamente.
TEST DI MEMORIA INDIRETTI
COMPLETAMENTO
di parole presentate fornendo le lettere iniziali o di frammenti o di parole degradate
PRIMING o INNESCO
l’esposizione precedente ad uno stimolo ne facilita la successiva elaborazione
Presentando tachistoscopicamente una lista di parole e successivamente un test di
completamento dove sono mescolate a parole non presentate, i soggetti producono
una percentuale significativamente più elevata delle parole già presentate. Il PRIMING
è misurato dal numero di parole della lista, meno quelle nuove, completate
Studi PET dimostrano che, mentre nel riconoscimento aumenta
l’attivazione ippocampale, il priming si accompagna per lo più a una
diminuzione del flusso ematico nelle aree corticali interessate.
Test di completamento lessicale
I neurologi di Oxford, Elizabeth Warrington e Laurence Weiskrantz (1970) fecero studiare a
un gruppo di pazienti amnesici un elenco di parole comuni. Quando si chiedeva loro di
riconoscerle in un secondo elenco dove comparivano mescolate a parole non presentate,
non riuscivano a distinguerle. Presentando tre lettere iniziali e chiedendo di completare le
parole, riproducevano significativamente più parole dell’elenco studiato che se avessero
completato a caso.
TAVOLO GIARDINO ….
TAV…… GIA…….
MEMORIA IMPLICITA E ESPLICITA
La MEMORIA IMPLICITA (Graf e Schacter, 1985) comprende tutti gli effetti
dell’esperienza passata sul comportamento di cui non siamo consapevoli ed opera in
modo automatico. Definizione di Schacter (1996): “l’essere influenzati da una
esperienza passata senza avere la consapevolezza di ricordare” (p.169).
IDENTIFICAZIONE PERCETTIVA (Jacoby, 1983)
Presentando una per volta una lista di parole e poi ripresentandole
tachistoscopicamente, è più facile leggere le parole già viste di quelle nuove.
La MEMORIA ESPLICITA o DICHIARATIVAè recupero cosciente di informazioni e
ricostruzione conscia del passato (RECOLLECTION), ricordo riflessivo.
Secondo Brewer (1996) la RECOLLECTION è il ricordo di un evento specifico nel passato del
soggetto, che rivive l’esperienza fenomenica sotto forma di debole immagine mentale, e
contiene informazioni su luogo, azioni, persone, oggetti, pensieri ed emozioni. Il ricordo è
accompagnato dalla credenza di aver fatto quell’esperienza nel passato, è per lo più veridico e
comporta un elevato grado di fiducia nell’accuratezza che è spesso ben riposta.
Verso l’inconscio cognitivo…..
Gli stimoli visivi subliminali (input inconsci) hanno un effetto cognitivo e/o
emotigeno
Il PRIMING (INNESCO) è l’attivazione, ad opera di un input sensoriale, di
un’informazione già presente in memoria a lungo termine, che diventa più
accessibile. Può riguardare oggetti o parole.
Per esempio, in psicolinguistica sperimentale: il riconoscimento di una
parola è facilitato dalla presentazione di un'altra parola ad essa correlata (il
prime) semanticamente.
Studi sugli stereotipi: preattivando automaticamente lo stereotipo mediante
presentazione subliminale di volti afro-americani, partecipanti europei
valutano aggettivi positivi e negativi con tempi di risposta più diversi fra loro,
e danno più velocemente i giudizi negativi; l’opposto accade per gli afroamericani.
Esperimento sul PRIMING
Con soggetti normali, l’effetto di facilitazione, sia nel riconoscere parole già
presentate in un elenco dove compaiono insieme a parole non presentate, sia nel
test di completamento lessicale di parole degradate (presentando solo le lettere
iniziali e finali), si mantiene invariato con lungo intervallo di ritenzione (1 ora) e si
verifica a prescindere dalla memoria conscia.
Nell’effetto priming si esprime la memoria implicita, che può spiegare la
criptoamnesia e il plagio involontario
L’effetto non è intermodale (se i soggetti ascoltano le parole senza vederle
stampate non si ha facilitazione nel test visivo e viceversa). Ciò fa pensare a un
effetto legato al SISTEMA PERCETTIVO e alla codifica superficiale e dipendente da
una registrazione automatica dello stimolo
Priming semantico concettuale
Esperimento sulle frasi ambigue
(McAndrews, Glisky e Schacter, 1987)
“Il covone fu importante perché si erano aperte le cuciture”
Suggerimento che disambigua la frase: paracadute
Ripetendo il test, i pazienti amnesici riproducono immediatamente la parola chiave
senza ricordare di averla già incontrata
La memoria negli amnesici
Edouard Claparède (1873-1940),
psichiatra svizzero fondatore nel 1912
del’Istituto J.-J. Rousseau a Ginevra,
direttore delle Archives de Psychologie.
Nel 1911 racconta che una mattina si nascose in mano uno spillo e strinse la
mano ad una paziente amnesica con sindrome di Korsakoff; il giorno dopo la
paziente non ricordava l’episodio, ma era riluttante a porgergli la mano.
Quando le fu chiesto perché, rispose che a volte nelle mani della gente si
nascondono degli spilli!
I pazienti con amnesia pura possono avere memoria semantica normale, ma
non consolidano a LT nuove esperienze (amnesia anterograda). Possono
mantenere abilità percettivo-motorie e capacità di apprendere in modo
“inconscio” (cognitivamente).
Apprendimento motorio
Nel 1845 il medico inglese Robert Dunn descrisse il caso di una donna che in seguito a un
annegamento con mancato afflusso di ossigeno al cervello era diventata amnesica, ma
divenne anche una sarta provetta, pur non ricordando mai di aver preso in mano un ago!
CASO CLINICO
Ad H.M. (Henry Gustav Molaison), il paziente ventisettenne di Brenda Milner,
operato nel 1953 da William Scoville per una grave epilessia (probabilmente
conseguente a una caduta da bicicletta quando aveva 9 anni) vennero asportati
bilateralmente i lobi temporali mediali (compreso l’ippocampo), con
conseguente grave amnesia anterograda e retrograda (i dieci anni precedenti).
Il paziente, che aveva conservato il suo livello intellettivo, riusciva però ad
apprendere nuove abilità motorie, come seguire un bersaglio mobile,
esercitandosi: migliorava con la pratica ma non ricordava di aver già svolto il
compito.
Distinzione di Bergson fra
ricordo conscio del passato e abitudini inconsce
Il ruolo dell’ippocampo nella memoria è
dimostrato da Brenda Milner (n.1918), che per
trent’anni segui un paziente divenuto epilettico
in seguito a un incidente di bicicletta, a 9 anni,
operato dal neurochirurgo William Scoville nel
1953, quando ne aveva 27.
H.M. (Henri Molaison) aveva conservato sia un’ottima memoria a Breve
Termine di lavoro (corteccia prefrontale intatta) sia a Lungo Termine per gli
eventi accaduti prima dell’intervento. Inoltre era in grado di apprendere compiti
motori come copiare il disegno di una stella vedendola allo specchio; la sua
abilità migliorava con la pratica, anche se non ricordava di aver già eseguito il
compito.
Per lui era ogni volta nuovo, e così non riconosceva la Milner quando andava a
visitarlo e gli sembrava di vederla per la prima volta. Aveva perso la capacità di
convertire la memoria a BT in memoria a LT, cioè di consolidare i ricordi
Henry Gustav Molaison
(1926-2008)
H.M. ha donato il suo cervello al Brain Laboratory dell’università di San Diego
(California) dove il neuroanatomista, Jacopo Annese, l’ha sottoposto a esami
dettagliatissimi.
La memoria procedurale
Cohen e Squire (1980) fecero leggere parole nello specchio a volontari
sani e amnesici; questi ultimi beneficiarono dell’esercizio, leggendo
sempre meglio, ma senza ricordare le parole lette
L’addestramento produce negli amnesici effetti di
apprendimento limitati al sistema motorio
Si parla di memoria procedurale a proposito dell’apprendimento di
capacità motorie, abitudini e regole tacite. Gli amnesici con gangli di
base e cervelletto integri, possono imparare a suonare il pianoforte.
BLINDSGHT
(visione cieca o cecità corticale)
Un paziente aveva perduto la vista a causa di lesioni occipitali.
Quando gli veniva presentato un lampo, diceva di non vedere niente, ma quando gli
si chiedeva di indovinare la posizione del lampo, la indicava con precisione, come se
ne avesse una PERCEZIONE “INCONSCIA” (cognitivamente). Le informazioni sullo
stimolo sono utilizzate dal sistema motorio senza essere a disposizione della
coscienza.
Ipotesi delle due vie visive parallele
V. Sistema WHERE-HOW / Sistema WHAT
Via dorsale lobo parietale/via ventrale lobo temporale
Goodale MA, Milner AD (1992). "Separate visual pathways for
perception and action". Trends Neurosci. 15 (1): 20–5.
Memoria implicita e ricordo della fonte
“Per definizione, la memoria implicita non comporta la rievocazione dell’informazione
d’origine” (p.181)
L’oblio della fonte può spiegare l’esperienza del dejà vu
DATI SULLO SVILUPPO DELLA MEMORIA
La preferenza dei neonati per la voce materna e il modo in cui.
i bambini piccoli apprendono dall’esperienza può rimandare alla memoria
implicita (v. amnesia infantile)
C. Rovee-Collier ha mostrato che bambini dai 2 ai 5 mesi possono
imparare a muovere un giocattolo colorato appeso alla loro gamba con
una cordicella; quando tornano in laboratorio e vedono il giocattolo
cominciano a dare calci. Solo a 8-9 mesi inizia la rievocazione esplicita, i
bambini cercano oggetti nascosti e Meltzoff (v.B.) ha dimostrato che
imitano azioni dello sperimentatore a distanza di una settimana ( bambini
di un anno a distanza di otto mesi!)
Riconoscimento implicito, in assenza di consapevolezza
Pazienti con prosopoagnosia (per lesioni nell’area occipito-temporale del giro
fusiforme, area per i volti) non riconoscono i volti noti, ma manifestano la
risposta di conduttanza cutanea (aumento di potenziale elettrico registrato da
due elettrodi fissati sul palmo della mano, in seguito a sudorazione come
indicatore di attivazione emozionale) a quelli familiari (Tranel e Damasio, 1985)
Il revival della coscienza
Articoli del Journal of Consciousness Studies:
"The Astonishing Hypothesis" (1994) - Francis Crick & J. Clark
"Facing Up to the Problem of Consciousness" (1995) - David Chalmers
"Facing Backwards on the Problem of Consciousness" (1996) - Daniel Dennett
"In the Theatre of Consciousness" (1997) - Bernard Baars
G.Edelman (1989) The Remembered Present: A Biological Theory of
Consciousness.
La coscienza tra filosofia della mente e neurobiologia
Ned Block (1998) distingue:
P-consciousness (phenomenal, qualia)
A-Consciousness (access)
Esempi: il blindsight o visione cieca è un disturbo della coscienza fenomenica con
mantenimento della coscienza di accesso; infatti il paziente dice di non vedere niente
ma se tira a indovinare sa da che parte si trova lo stimolo.
Secondo D. Chalmers (1996), la P-consciousness è l’hard problem
J. Searle (1997) parla di “mistero della coscienza” e avanza l’argomento della stanza
cinese contro l’Intelligenza Artificiale (IA) forte: chiuso in una stanza con simboli in
cinese e regole per combinarli, pur potendo fornire risposte a domande in cinese, non
capirebbe una parola di quella lingua (come una macchina di Turing che computa
sintatticamente e può essere programmata per rispondere correttamente, ma senza
comprensione semantica).
La coscienza fenomenica è ontologicamente soggettiva (qualia), ma può essere
studiata con metodi oggettivi, come nella ricerca sui suoi correlati neurali.
Per un aggiornamento sui correlati
neurali della coscienza:
S. Deheane, Coscienza e cervello.
Come i neuroni codificano il pensiero.
Cortina, 2014
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